Tesi di laurea in economia turismo sostenibile e responsabile - case study Casale Il Sughero

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CAPITOLO 4 – ALCUNI CASI DI TURISMO SOSTENIBILE E RESPONSABILE – 1. Il tour operator: I Viaggi del Sogno Tra gli operatori turistici impegnati nei progetti di turismo sostenibile e responsabile c’è l’agenzia “I Viaggi del Sogno”, la cui presidente, dottoressa Manuela Bolchini, traccia il seguente identikit del turista responsabile: un turista che si tiene lontano dalle destinazioni e dalle sistemazioni di massa (come il tradizionale villaggio - vacanza), perché il senso del

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Associazione Equotube e case study Casale Il Sughero, tesi di Liliana Oliviero

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CAPITOLO 4

– ALCUNI CASI DI TURISMO

SOSTENIBILE E RESPONSABILE –

1. Il tour operator: I Viaggi del Sogno

Tra gli operatori turistici impegnati nei progetti di turismo sostenibile e

responsabile c’è l’agenzia “I Viaggi del Sogno”, la cui presidente, dottoressa

Manuela Bolchini, traccia il seguente identikit del turista responsabile: un turista

che si tiene lontano dalle destinazioni e dalle sistemazioni di massa (come il

tradizionale villaggio - vacanza), perché il senso del suo viaggiare consiste nel

rispetto dei luoghi e delle comunità ospitanti, in una logica di sviluppo sostenibile

del territorio. Come ella stessa spiega, il turismo responsabile si diffonde con il

crescere della sensibilità verso la sostenibilità e rafforza la sua valenza soprattutto

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in momenti come quelli contemporanei di disagi economici che spingono le

persone a ponderare attentamente le opportunità di svago.

La dottoressa Bolchini e i soci scelsero di dedicarsi al turismo responsabile nel

2005, per sostenere le comunità e le minoranze etniche con cui collaboravano a

livello associativo, i cui progetti rischiavano di rimanere sospesi per mancanza di

fondi. I loro primi viaggi erano diretti verso destinazioni particolari: a Burkina

Faso, in Niger con i Tuareg, in Perù in una comunità che vive a quattromila metri

di altezza e in Canada con i Cree. Nonostante le loro esitazioni iniziali, questi

viaggi riscossero subito un grande successo e funsero da trampolino di lancio per

entrare a far parte dell’AITR (Associazione Italiana di Turismo Responsabile) e

della nascente rete europea EARTH (European Alliance for Responsible

Tourism).

Il motto de I Viaggi del Sogno è "Lasciate che cultura, viaggio e tradizione

invadano il vostro modo di viaggiare", nell’ottica di un viaggiare etico e

consapevole, portatore di principi universali quali equità, sostenibilità e

tolleranza1. L’obiettivo principale del tour operator consiste nell’organizzare

viaggi che permettano ai protagonisti delle realtà territoriali di incontrarsi,

dialogare, agire insieme per un progetto comune, contribuendo a realizzare

qualcosa che sia il frutto compartecipato di un rapporto collaborativo vero che

parta dal basso. Questa interazione deve favorire la diffusione di una

sensibilizzazione sempre più forte. Nella fase di ideazione, programmazione e

attuazione dei viaggi, il tour operator si attiene scrupolosamente ai principi

riportati nella Carta di Identità per Viaggi Sostenibili. Tale documento raccoglie

1Furfaro R., (2013), “Viaggi, l’alternativa del turismo responsabile”, da www.corrierenazionale.it

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in sè una serie di modalità relative alle diverse fasi del viaggio, utili al

raggiungimento dell’obiettivo sopra citato e che riguardano sia il tour operator, sia

il viaggiatore, sia la comunità ospitante. In particolare, nella fase preparatoria del

viaggio, il tour operator si impegna dal punto di vista etico sul piano ambientale,

privilegiando strutture ricettive e mezzi di trasporto compatibili con l’ambiente;

sul piano sociale, avendo cura nello scegliere sedi, servizi e partner locali in linea

con la cultura e tradizione del luogo; sul piano economico, invece, l’impegno

consiste nel verificare, attraverso una politica di trasparenza dei prezzi, una equa

ridistribuzione in loco dei soldi spesi dal turista. Inoltre, esso organizza incontri

preparatori con i turisti durante i quali favorisce la loro conoscenza reciproca e

illustra la cultura e le tradizioni del Paese di destinazione. Durante il viaggio, il

tour operator ha cura che vengano rispettate le norme comportamentali già

stabilite e si avvale della collaborazione di una guida locale, ai fini di una

migliore mediazione culturale. Al termine del viaggio, tutte le parti in gioco fanno

delle valutazioni sull’esperienza vissuta per verificare il raggiungimento degli

obiettivi prefissati da ciascuna di esse.

Le attuali mete del tour operator si distribuiscono nel mondo, dall’Asia all’Africa,

dall’Europa al Sudamerica.

Con il viaggio in Ecuador, Percorso Culturale e Comunitario Crociera alle

Galapagos, I Viaggi del Sogno ha vinto il premio per il “Turismo Responsabile

Italiano per l’Unesco”, edizione 2010 – sezione Agenzie di Viaggio, organizzato

dalla rivista “L'Agenzia di Viaggi” e dalla World Tourism Expo.

Ciascun viaggio, inserito nella ampia gamma di scelta di viaggi responsabili

promossi da I Viaggi del Sogno, intende valorizzare e mettere in rete le forze

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locali per la valorizzazione del territorio e azioni tendenti ad attrarre visitatori e

turisti con esigenze speciali e disabili nel territorio salentino e promuovere forme

d’accoglienza, soggiorno, visita e conoscenza dell’intero patrimonio ambientale,

paesaggistico, culturale e storico della provincia di Lecce senza barriere di alcun

tipo.

Nei pacchetti turistici l’agenzia, oltre ad offrire fantasia e qualità, mira soprattutto

a curare l’aspetto sociale: ad esempio, con ogni viaggio si destina una quota alla

raccolta fondi di prevenzione della malaria in Burkina Faso; infatti per ogni

pacchetto turistico acquistato viene donata una zanzariera ad un bambino

burkinabé sotto l’anno di vita, per ridurre il tasso di mortalità infantile dovuta al

contagio da malaria.

2. Un esempio di turismo sostenibile: l’Equotube

Nel 2012 nasce una cooperativa piemontese su iniziativa di Luigi Montrasio, che

ne diventa presidente, e dei cofondatori Angelo Lo Giudice e Manuela Bolchini: li

unisce la medesima idea di turismo sostenibile e responsabile, illustrata dal dottor

Montrasio in un’intervista di seguito riportata: “Sostenibilità significa cercare di

ridurre al minimo la nostra impronta ecologica. Ovviamente un viaggio a impatto

zero è impossibile, però molte cose possono essere fatte per ridurre o compensare

il nostro impatto ambientale, per esempio nella scelta delle strutture o dei metodi

di trasporto. Responsabilità sociale significa invece far sì che il nostro viaggio

costituisca un’esperienza capace di aprirci a nuove realtà. Da questo punto di

vista anche l’aspetto economico ha un certo peso. Per capirci, una domanda che

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dovremmo farci è questa: dove vanno i soldi che io viaggiatore investo? Se scelgo

una struttura o un villaggio appartenente a delle multinazionali, è chiaro che i

miei soldi andranno a finire in America oppure in altre parti del mondo: ma se

invece decido di cercare ospitalità in strutture locali o gestite da abitanti del

luogo, allora so che il mio investimento resterà nelle loro mani”2.

La cooperativa viene chiamata “Equotube”, nome derivante dall’idea di voler

proporre il turismo sostenibile in un modo del tutto nuovo ed originale, mediante

l’offerta di pacchetti di viaggio concretamente racchiusi in un contenitore a forma

di tubo (Figura 1).

Figura 1 – Pacchetti turistici Equotube

Fonte: www.equotube.it

2 A. P. (2013), “Responsabilità e sostenibilità, in viaggio con Equotube”, da www.corriere nazionale.it

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I suoi “viaggi nel tubo” comprendono numerose destinazioni sparse su tutta

l’Italia, dall’Alto Adige alla Sicilia, dal Piemonte fino alla Puglia, e tipologie di

viaggio diverse per venire incontro ai gusti e alle esigenze dei clienti. Esistono

ben quattro tipologie di tubi, che contengono proposte di viaggio di ogni genere:

un Soggiorno Responsabile, che prevede un pernottamento per due persone presso

strutture ricettive (in genere, bed and breakfast, agriturismi o alberghi diffusi)

scelte in base ad una serie di criteri di sostenibilità; EquoGusto, ovvero un pranzo

o una cena in ristoranti tipici che fanno del biologico e del km zero il loro punto di

forza; Assaggi di Natura, ossia un weekend per due persone all’insegna della

natura presso le Fattorie del Panda3 WWF e le strutture della rete Perle Alpine4;

Scappatelle di Natura, ovvero un weekend lungo che consiste in due

pernottamenti per due persone presso le stesse strutture.

All’interno di ogni Equotube è illustrata nei dettagli la proposta di viaggio in

formato segnalibro sul quale vengono descritti i servizi inclusi, le strutture

utilizzate, le attività previste durante il soggiorno con molte informazioni utili sul

viaggio e l’indicazione del prezzo trasparente. E’ inoltre inserito un voucher con

un numero di matricola necessario per la prenotazione, da compilare e consegnare

presso la struttura prescelta per il soggiorno, nonché un buono sconto di 100 euro,

3Si tratta di un’azienda agricola multifunzionale, aperta all’accoglienza e rispettosa dell’identità dei luoghi e dell’ambiente. Ogni Fattoria del Panda ha attuato almeno una buona pratica nel campo del risparmio idrico, delle energie rinnovabili, della biodiversità e della lotta ai cambiamenti climatici, servendosi di strutture che hanno il pregio di promuovere tecniche volte al recupero, al risparmio e al riciclo di materie prime ed energia. Il progetto nasce da una collaborazione tra WWF Nature, Federparchi, Agriturist, Terranostra e Turismo Verde. www.fattoriedelpanda.com

4 Si tratta di una cooperativa nata nel 2006 che ha come obiettivo la promozione di vacanze ecologiche e senza stress in 28 tra le più belle località turistiche delle Alpi. Ai viaggiatori viene offerta la possibilità di arrivare e muoversi nella località senza l’uso dell’automobile, sfruttando mezzi di trasporto pubblici e altri veicoli ecologici messi a disposizione in loco, tra cui bici, mountain bike, e-bike e veicoli elettrici. www.alpine-pearls.com

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per un viaggio di turismo responsabile, da utilizzare in alternativa se il cliente non

trova la struttura adatta alle proprie esigenze.

2.1 Le caratteristiche dell’Equotube

Le principali caratteristiche dell’Equotube sono: l’originalità, in quanto Equotube

rappresenta il primo prodotto GiftBox che tratta il turismo sostenibile offrendo

un’esperienza sicura, originale ed esclusiva; la qualità, in quanto ogni proposta di

viaggio contenuta nel tubo è frutto di una collaborazione con ideatori e fornitori di

servizi che da anni fanno parte del circuito del turismo sostenibile e responsabile 5;

la chiarezza e la flessibilità nel proporre viaggi a “misura d’uomo”, che

soddisfino le necessità e i bisogni della clientela e semplifichino il processo di

vendita del viaggio; le garanzie, nel senso che le strutture e i servizi offerti nel

pacchetto di viaggio rispondono ai criteri di sostenibilità contenuti nella Carta di

Identità dei Viaggi Sostenibili, già citata, che vanno dall’impiego di energie

rinnovabili alla presenza di raccolta differenziata, dai materiali usati per le

costruzioni fino alla valorizzazione dei mezzi di trasporto a basso impatto

ambientale. Si tratta di piccole strutture come B&B, agriturismi, ostelli, alberghi

diffusi, bioresort, masserie, osterie, ristoranti, la cui gestione è particolarmente

attenta all’ambiente, all’eco-compatibilità e al territorio; è arricchita da attività

culturali e naturalistiche volte a valorizzare i prodotti locali a km zero,

equosolidali e biologici e, infine, ha un particolare senso di responsabilità sociale

nei confronti di persone diversamente abili.

5 Il progetto Equotube è realizzato in collaborazione con il tour operator “I Viaggi del Sogno”, facente parte del direttivo di AITR e ha trovato il sostegno di partner importanti, come WWF Fattorie del Panda e Legambiente Turismo.

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Le attività mirano alla conoscenza "vera" del territorio ed al contatto con la

comunità ospitante e le sue tradizioni per valorizzare la qualità dei viaggiatori

piuttosto che la quantità. Il target di clienti maggiormente interessato all’acquisto

di Equotube comprende giovani di età compresa tra i 20 e i 40 anni con diploma o

laurea, fortemente sensibili alle tematiche ambientali, e persone più adulte, in

genere genitori, i quali, anche se non hanno piena consapevolezza dell’importanza

e del valore di tale prodotto, sono inclini a regalarlo ai figli.

Equotube nasce per essere sostenibile anche nel suo packaging: il tubo, infatti, è

di cartone riciclato, con tappi in alluminio riciclato e tutto riciclabile, la cui

costruzione è stata affidata ad una cooperativa che realizza micro – progetti per

empowerment sociale dei lavoratori e prevede un salario equo, orari di lavoro che

vadano incontro alle loro esigenze, condizioni particolari per le donne e rifiuto del

lavoro minorile.

La stampa dei materiali è affidata ad una tipografia locale definita ironicamente

dal Presidente Montrasio a km zero, in quanto riduce le conseguenze ambientali

dello spostamento del materiale e, ad emissioni zero, in quanto misura e compensa

le emissioni inquinanti dei processi di stampa professionali.

Per quanto riguarda, infine, l’assemblaggio della confezione, esso è stato affidato

ad “Iniziativa Due”, una cooperativa locale di inserimento lavorativo per soggetti

diversamente abili dal punto di vista fisico – cognitivo, allo scopo di valorizzare

lo spirito cooperativistico e la volontà e il desiderio di questi ragazzi di affermare

le proprie capacità e il proprio potenziale.

Oggi gli Equotube sono in vendita non solo in molte Botteghe del Commercio

Equo, nei negozi biologici e nelle erboristerie di tutta Italia, ma, grazie a una

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partnership con il mondo cooperativo, che si è subito interessato al progetto,

anche in diversi ipermercati sparsi su tutto il territorio a partire dalle IperCoop

piemontesi, nei quali si distribuiscono i pacchetti Soggiorno Responsabile ed

EquoGusto. Inoltre, il prodotto è distribuito anche on – line dal network Mister

Holiday6.

3. Un esempio di Equotube: un soggiorno responsabile

presso Casale Il Sughero

Casale Il Sughero è un edificio ristrutturato e ricavato da un vecchio stazzo

utilizzando principi di bioarchitettura, dotato di approvvigionamenti energetici

sostenibili e realizzato con materiali tradizionali di recupero. Si tratta di una

piccola fattoria che ospita nel terreno di pertinenza le coltivazioni essenziali per

un auto – sostentamento come un frutteto di frutti antichi, aiuole destinate ad un

orto sinergico ed a tentativi di agricoltura biologica naturale ed integrata con il

territorio. Il Casale si trova nell’Alto Comune di Vibonati, al confine tra il Parco

Nazionale del Pollino e il Parco Nazionale del Cilento. Il nome deriva dalla

presenza nella struttura di diverse querce da sughero, ma ha soprattutto un

significato metaforico: come la porosità del sughero consente uno scambio di aria

e di liquidi, così questo luogo è permeato di persone e idee, sensazioni e ricordi

che si scambiano e arricchiscono vicendevolmente.

Questa piccola fattoria nasce come riposizionamento esistenziale ed economico di

un nucleo familiare dalla città alla campagna attraverso la coltivazione della terra, 6 “Equotube, cooperare per lanciare il turismo in Italia”, da www.legacoop.it

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la cura degli animali e la gestione del bosco. L’idea di ospitalità rurale si ispira ai

criteri di auto-sostentamento critico e di partecipazione attiva degli ospiti alla

gestione sostenibile del territorio. Ai "viaggiatori", non turisti, come li definisce il

dottor Amedeo Trezza, responsabile del progetto e titolare del Casale, si propone

la conoscenza del territorio in punta di piedi, nell’intento di stimolarne la curiosità

antropologica verso le popolazioni residenti.

In sostanza, l’offerta consiste in attività di escursionismo a fianco di asini

“accompagnatori” su un percorso definito "Ciucciopolitana"7 di cui Casale Il

Sughero è sede di partenza per il Basso Cilento, oppure di escursionismo a piedi

nel sistema delle acque interne (oasi naturalistiche quali la WWF di Morigerati,

grotte, fiumi, cascate, inghiottitoi naturali); si offre, inoltre, ai viaggiatori la

possibilità di conoscere le pratiche agricole ed artigianali autoctone e, volendo, di

partecipare fisicamente alle attività agricole locali.

Gli ideatori di questo progetto vedono il turismo responsabile come la punta di un

iceberg di un mondo diverso, nel quale si fa comunicazione in una maniera nuova,

ad esempio attraverso il linguaggio del cibo: si propone un pezzo di formaggio, un

barattolo di marmellata, un biscotto integrale come uno strumento di condivisione

profonda con la realtà locale, nel senso che è possibile rintracciarne facilmente il

processo generativo in termini sociali e produttivo in termini economici.

Sul piano della sostenibilità e responsabilità ecologica, la struttura usa un

impianto di depurazione naturale degli scarichi (fitodepurazione, la prima attiva in

Cilento, partita nel 2010), saponi naturali autoprodotti esclusivamente con materie

vegetali, ricava il riscaldamento e l'acqua calda sanitaria esclusivamente da fonti

7 Si tratta di sentieri collinari del Parco Nazionale del Cilento percorsi in compagnia di asini esploratori dei luoghi.

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rinnovabili (sole e legna), utilizza l’acqua di fonte non derivante da condutture di

acquedotti (che usano clorare l'acqua, il che è nocivo), si occupa del riciclo e del

compostaggio di tutti gli scarti e rifiuti prodotti durante il soggiorno dai visitatori,

utilizza cibo e materie prime autoprodotte o prodotte in zona a chilometro zero o a

"chilometro parco", cioè prodotte nel Parco del Cilento, come spiega il dottor

Trezza.

Dal colloquio8 con lo stesso dottor Trezza, relativamente all’individuazione di

indicatori di sostenibilità turistica, si evince che l’indicatore principale è il sistema

complesso del paesaggio, poiché ogni pratica sbagliata e non sostenibile ”stona”

con le unità di paesaggio modellate nei millenni nel territorio del Cilento; inoltre,

è rilevante il cosiddetto "residuo fisso" che resta alla fine delle stagioni estive,

ovvero la quantità di rifiuti dispersi nell'ambiente. Abbattendo questo parametro si

aumenta in maniera inversamente proporzionale il grado di sostenibilità

dell'attività turistica e quindi anche il gradiente di resilienza delle popolazioni

residenti in un territorio a vocazione agricola che si vuole aprire anche alla pratica

del turismo.

4. Un esempio di turismo responsabile: il progetto “La

Carovana delle Mamme”

8 Intervista al Dottor Amedeo Trezza, titolare del Casale, (giugno 2013)

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Nel periodo febbraio - marzo 2013 l’agenzia I Viaggi del Sogno ha inaugurato un

nuovo progetto intitolato “La Carovana delle Mamme” (Figura 2) e destinato alle

donne del villaggio di Abadeya sul Nilo, in Egitto. Si tratta di un villaggio situato

nella regione di Quena, in provincia di Nagha Hammadi, a 100 km da Luxor,

località famosa per le attrattive storico – turistiche di cui è ricca. E’ abitato da

11.000 persone, dal reddito molto basso e dedite soprattutto ad attività contadine,

infatti le principali risorse economiche sono la produzione di miele nero, la

cosiddetta melassa e di canna da zucchero. L’unica attività industriale è la

produzione di alluminio, concentrata nella città di Nagha Hammadi.

Il core del progetto, come si evince dalla frase “Soltanto le montagne stanno

ferme, gli uomini si incontrano”9, consiste nel portare in questi luoghi oltre a

indumenti, prodotti alimentari, materiale didattico e sanitario, soprattutto donne e

pediatri dei Paesi occidentali allo scopo di favorire uno scambio di culture e di

esperienze. Le donne egiziane, infatti, fanno molti figli, ma in questo percorso non

sono supportate né da strutture sanitarie adeguate né da altrettante adeguate

conoscenze sia nella fase pre – natale sia in quella della prima infanzia.

Figura 2 – Logo del Progetto “La Carovana delle Mamme”

9 I Viaggi del Sogno, da www.ermes.net

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Fonte: www.iviaggidelsogno.it

Il soggiorno nel villaggio dura cinque giorni, durante i quali si vive in stretto

contatto con le donne del luogo, che vengono preventivamente informate

dell’arrivo dei visitatori attraverso annunci fatti nelle moschee locali. Gli incontri

avvengono presso le cosiddette “Mendare”, spaziosi centri ricreativi, nei quali con

l’aiuto di un’interprete italo – egiziana e di supporti audiovisivi gli ospiti

conoscono delle donne locali gli usi, i costumi e il loro stile di vita privo di lussi;

queste ultime, dalla convivenza con gli ospiti, acquisiscono consigli e

informazioni interessanti di vita quotidiana. Si realizzano anche dei veri e propri

campi di lavoro nei quali ospiti e residenti collaborano a stretto contatto.

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Fondamentale importanza ha, nell’ambito del progetto, la diffusione di norme

comportamentali che gli ospiti sono tenuti ad osservare strettamente, allo scopo di

evitare shock culturali nella comunità locale: ad esempio, è assolutamente vietato

indossare indumenti corti o scollati, lasciare i capelli lunghi sciolti e, per le

coppie, avere effusioni in pubblico.

Come ogni tour operator che si occupi di turismo responsabile, I Viaggi del Sogno

raggruppa dunque le forme di turismo che mettono al centro del viaggio l'uomo e

l'incontro tra il viaggiatore e le comunità ospitanti e che si inseriscono in una

logica di sviluppo del territorio. L'implicazione delle popolazioni locali nelle varie

fasi del progetto turistico, il rispetto della persona, delle culture e della natura, e

una ripartizione più equa delle risorse generate sono le basi di questa forma di

turismo.

5. Turismo sostenibile o turismo responsabile?

Dall’esame dei case studies finora presentati, si possono trarre alcune importanti

considerazioni.

Casale il Sughero, ad esempio, punta soprattutto al rispetto di una sostenibilità

ecologico – ambientale, prediligendo l’impiego di fonti rinnovabili e materiali

tradizionali di recupero sul piano strutturale, degli animali in sostituzione dei

mezzi meccanici di trasporto e dando priorità assoluta al concetto di capacità di

carico ecologica10.

Tra i modelli analizzati nel lavoro di ricerca svolto, questo caso è assimilabile al

Bioeconomy Model (Figura 3), nel quale però il cerchio più interno rappresenta la 10 Vedi la capacità di carico analizzata nel capitolo 3.

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componente ambientale, data l’importanza che assume in relazione alla qualità

della vita, che si concretizza ad esempio nell’utilizzo di fonti di energia

rinnovabili, di impianti di fitodepurazione, di prodotti biologici; il secondo

cerchio individua la componente sociale, poiché cura il rispetto delle tradizioni

locali e ha particolare attenzione nel favorire forme di turismo accessibile. Il

cerchio più esterno, infine, rappresenta la sostenibilità economica, che si realizza

nella produzione e vendita di prodotti autoctoni.

Fig. 3 – Il Bioeconomy Model del Casale il Sughero

Fonte: Ns elaborazione da Passet (1996)

Dall’esame del progetto “La Carovana delle Mamme” si evince che esso è

assimilabile al modello Triple Bottom Line (Figura 4), nel quale le variabili

portanti sono la dimensione socio – culturale, quella economica e quella

ambientale.

Sostenibilità

ambientale

Sostenibilità sociale

Sostenibilità economica

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Fig. 4 – Il modello Triple Bottom Line del progetto “La Carovana delle Mamme”

Infatti, per quanto concerne l’aspetto socio – culturale della sostenibilità, il

visitatore si immerge pienamente nella quotidianità dei residenti, instaurando con

la comunità ospitante una profonda condivisione di culture e tradizioni; sul piano

ambientale, ha cura e rispetto dei luoghi e si adopera per non alterare l’integrità

dell’ecosistema in cui si insedia; infine, sostiene economicamente la gente del

luogo con gli approvvigionamenti di cui già si è discusso e con l’acquisto dei

Sviluppo

Sostenibile

Economico

Ambientale Socio - culturale

Fonte: Ns elaborazione da Elkington J., 1992

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prodotti locali ne incentiva la produzione. Questi aspetti hanno pari valenza e sono

imprescindibili ai fini di uno sviluppo sostenibile del territorio.