Tumori - Repubblica e Cantone Ticino · “La Divina Commedia”. Entra in una stanza dove ci sono...

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PER COMINCIARE PATRIZIA GUENZI D iecimila chilometri in mare per trovare un com- pagno. È la sorprendente avventura di una ba- lena, per la prima volta documentata dai ricer- catori della Royal Society che hanno pubblicato lo stu- dio su Biology Letters. Un viaggio lungo diverse setti- mane, dal Brasile fino al Madagascar passando per l'Antartide, per cercare di accoppiarsi e partorire, ripe- tendo un “canto” a mo' di richiamo. Ma chi di noi umani farebbe altrettanto? A parte che noi, uomini e donne senza distinzione, ogni tre per due troviamo un partner disponibilissimo senza fare nem- meno un metro. Ma diciamocelo francamente: chi mai faticherebbe tanto per amore? E poi, forse, nel mondo animale vale ancora la pena. Nel nostro, decisamente meno. Molto meglio farsi un viaggio di piacere. Solo di piacere. In questo caso con la P maiuscola! IL PIACERE CON LA P MAIUSCOLA 7 novembre 2010 IL CAFFÈ FAMIGLIA | PIACERI | SALUTE PATRIZIA GUENZI Loro dicono C osa voleva fare da piccolo? “Ricordo che mi sarebbe piaciuto fare il camionista” . Se avesse il potere assoluto per un giorno cosa farebbe? “Di sicuro eliminerei la povertà nel mondo” . Se la sua vita fosse un film, chi sa- rebbe il regista? “Dario Argento” . Quale libro la obbligherebbero a leggere all’inferno? “La Divina Commedia” . Entra in una stanza dove ci sono tre donne, chi attira la sua atten- zione? “Sicuramente quella con il più bel sorriso” . Una cosa che non ha mai capito della gente? “La falsità” . Come immagina il Paradiso? “Non lo immagino. Non ci credo e basta” . La sua casa brucia, cosa salva? “Mia moglie” . Il vero lusso è… “La generosità. Sì, essere generosi” . Se dico Ticino a cosa pensa? “Al vino” . Un posto dove non è mai stato e vorrebbe andare? “A Pretoria, da Mandela” . Nel migliore dei mondi possibili dovrebbe es- sere abolita la parola? “Fame” . Il suo più grosso errore? “Ne ho fatti tantissimi. Tutti grossi” . C’è qualcosa che voleva e non ha avuto? “Mio padre” . Di cosa ha paura? “Di niente” . Kubilay Türkyılmaz ex calciatore, 43 anni LEI LUI & “Vorrei andare a Pretoria da Mandela” Di giorno e di sera il grigio va in scena Shopping e Moda A PAGINA 38 I n questa nostra epoca le due parole più belle che si possono ascoltare non sono “Ti amo” ma, se ti diagnosticano un tumore, sono “È be- nigno” . È l’incipit utilizzato da Pietro Calabrese - giornalista italiano morto il 12 settembre scorso a 66 anni per un cancro al polmone – per il suo libro “L’albero dei mille anni” (Rizzoli), uscito pochi giorni dopo la sua scomparsa. L’acuta battuta è presa in prestito da un vecchio film di Woody Allen e ben illustra quello che, malgrado i passi da gigante compiuti da ricerca e medicina, ancora questa malat- tia rappresenta per l’umanità. segue a pagina 30 PATRIZIA GUENZI “D ieci milioni di morti per tu- more all’anno nel mondo di- mostrano il totale fallimento dell’oncologia” . Ci va giù pe- sante il dottor Alberto R. Mon- dini, detto l’eretico della medi- cina, fondatore dell’Arpc (Associazione per la ricerca e la prevenzione del cancro). 61 anni, naturopata vene- ziano, Mondini ha pubblicato il libro “Kankropoli, la mafia del cancro” , di cui anche Calabrese accenna nel suo libro, e da sempre è convinto che il cancro sia una malattia molto, molto redditizia. “Dietro si nascondono interessi enormi” . segue a pagina 31 Tumori tra speranza e business Ricerca, scienza, oncologia. Gli interessi in gioco sono miliardari. Mentre l’editoria ha scoperto un filone molto redditizio iStockPhoto

Transcript of Tumori - Repubblica e Cantone Ticino · “La Divina Commedia”. Entra in una stanza dove ci sono...

PER COMINCIARE PATRIZIA GUENZI

Diecimila chilometri in mare per trovare un com-pagno. È la sorprendente avventura di una ba-lena, per la prima volta documentata dai ricer-

catori della Royal Society che hanno pubblicato lo stu-dio su Biology Letters. Un viaggio lungo diverse setti-mane, dal Brasile fino al Madagascar passando perl'Antartide, per cercare di accoppiarsi e partorire, ripe-tendo un “canto” a mo' di richiamo. Ma chi di noi umani farebbe altrettanto? A parte chenoi, uomini e donne senza distinzione, ogni tre per duetroviamo un partner disponibilissimo senza fare nem-meno un metro. Ma diciamocelo francamente: chi maifaticherebbe tanto per amore? E poi, forse, nel mondoanimale vale ancora la pena. Nel nostro, decisamentemeno. Molto meglio farsi un viaggio di piacere. Solo dipiacere. In questo caso con la P maiuscola!

IL PIACERE CON LA P MAIUSCOLA

7 novembre 2010 IL CAFFÈ

FAMIGLIA | PIACERI | SALUTE

PATRIZIA GUENZI

Loro dicono

Cosa voleva fare da piccolo?“Ricordo che mi sarebbepiaciuto fare il camionista”.

Se avesse il potere assoluto perun giorno cosa farebbe?“Di sicuro eliminerei la povertà nelmondo”. Se la sua vita fosse un film, chi sa-rebbe il regista?“Dario Argento”.Quale libro la obbligherebbero aleggere all’inferno?“La Divina Commedia”.Entra in una stanza dove ci sonotre donne, chi attira la sua atten-zione?“Sicuramente quella con il più belsorriso”.Una cosa che non ha mai capitodella gente?“La falsità”. Come immagina il Paradiso?“Non lo immagino. Non ci credo e

basta”. La sua casa brucia, cosa salva?“Mia moglie”.Il vero lusso è…“La generosità. Sì,essere generosi”.Se dico Ticino acosa pensa?“Al vino”.Un posto dove non è maistato e vorrebbe andare?“A Pretoria, da Mandela”.Nel migliore dei mondipossibili dovrebbe es-sere abolita la parola?“Fame”.Il suo più grosso errore?“Ne ho fatti tantissimi. Tutti grossi”.C’è qualcosa che voleva e non haavuto?“Mio padre”.Di cosa ha paura?“Di niente”.

Kubilay Türkyılmaz ex calciatore, 43 anni

LEI LUI&

“Vorrei andarea Pretoriada Mandela”

Di giornoe di serail grigiova in scena

Shopping e Moda

A PAGINA 38

In questa nostra epoca le due parole più belleche si possono ascoltare non sono “Ti amo”ma, se ti diagnosticano un tumore, sono “È be-nigno”. È l’incipit utilizzato da Pietro Calabrese- giornalista italiano morto il 12 settembrescorso a 66 anni per un cancro al polmone – per

il suo libro “L’albero dei mille anni” (Rizzoli), uscitopochi giorni dopo la sua scomparsa. L’acuta battuta èpresa in prestito da un vecchio film di Woody Allen eben illustra quello che, malgrado i passi da gigantecompiuti da ricerca e medicina, ancora questa malat-tia rappresenta per l’umanità. segue a pagina 30

PATRIZIA GUENZI

“Dieci milioni di morti per tu-more all’anno nel mondo di-mostrano il totale fallimentodell’oncologia”. Ci va giù pe-sante il dottor Alberto R. Mon-dini, detto l’eretico della medi-

cina, fondatore dell’Arpc (Associazione per la ricerca ela prevenzione del cancro). 61 anni, naturopata vene-ziano, Mondini ha pubblicato il libro “Kankropoli, lamafia del cancro”, di cui anche Calabrese accenna nelsuo libro, e da sempre è convinto che il cancro sia unamalattia molto, molto redditizia. “Dietro si nascondonointeressi enormi”. segue a pagina 31

Tumoritra speranza

e business

Ricerca, scienza, oncologia. Gli interessi in gioco sono miliardari. Mentre l’editoria ha scoperto un filone molto redditizio

iStockPhoto

L’INCHIESTAwww.legacancro-ti.chwww.fondazioneveronesi.it/www.aerrepici.org/

@

C’è parecchia confusione at-torno al pianeta cancro. Eccoperché Franco Cavalli, onco-

logo ticinese di fama mondiale, nellasua ultima fatica letteraria - che s’ag-giunge a tante altre - ha voluto mettereun po’ d’ordine. Soprattutto, riguardoalla ricerca, ai nuovi ritrovati dellascienza, alle cure, sempre più mirate esu misura, senza dimenticare altre te-matiche scottanti: l’assistenza al suici-dio, l’eutanasia, il costo dei farmaci edelle terapie e, aspetto che gli sta parti-colarmente a cuore, il triste destino de-gli ammalati di cancro nei paesi poveri.E nel libro “Cancro - La grande sfida”,con la prefazione del professor Um-berto Veronesi, Cavalli ripete spesso unconcetto: “Non si può generalizzare.Occorre guardare i risultati della ri-cerca, della farmacologia e delle cure ri-spetto ad ogni singolo tipo di tumore.Ad esempio, per quello al seno, negli ul-timi 30 anni, la percentuale di guari-gione è raddoppiata”. Esistono oltre cento malattie diverse traloro racchiuse nel termine cancro. Inu-tili e dannosi i messaggi, positivi o ne-gativi, che ne parlano in generale. “Bi-

sogna fare una distinzione - insiste ilmedico -. È indubbio che alcuni tipi ditumore sono aumentati, così come ilcancro è più frequente rispetto al pas-sato e si spiega col fatto che viviamo piùa lungo. Ma ci sono dei tumori, penso aquello al collo dell’utero e allo stomaco,la cui frequenza sta diminuendo”. Intanto, malati e familiari ripongonomille speranze nella ricerca, soprattuttoquando la scienza annuncia a gran vocequesto o quest’altro rimedio. Inoltre, dapiù parti si insiste nel dire che la medi-cina sta effettivamente compiendopassi da gigante. Purtroppo, non cosìlunghi come tutti spereremmo… “In-nanzitutto va detto che ci sono pro-

gressi a livello della comprensionenell’opinione pubblica della malattia,anche se non necessariamente si tra-sformano in un miglioramento dei ri-sultati. Inoltre, i tempi della ricerca edello sviluppo di un farmaco sono lenti.Trascorrono inevitabilmente anniprima di trasportare la scoperta dal la-boratorio al letto del paziente”. Insomma, al di là dei, giusti e doverosi,messaggi positivi, la “grande sfida” èlungi dall’essere vinta. Il lavoro di scien-ziati, ricercatori, medici e oncologi èancora enorme. Per non dire di alcunefalse speranze indotte da notizie di ri-trovati farmacologici, che contribui-scono a disilludere ulteriormente.“Fino a cinque anni fa non c’era nessunfarmaco che aveva un’attività antitumo-rale per il cancro ai reni. Ora ce ne sonodue-tre e, a suo tempo, furono annun-ciati come un grande progresso tera-peutico. In sostanza, a conti fatti, oggicon questa cura si vive 6-8 mesi in più.Ma alla fine si muore ancora”, confermaCavalli. È la dura realtà. Alla fine di can-cro si muore ancora. “Sì, ma attenzionea non generalizzare”, ribadisce in con-clusione.

Mentre l’oncologia “inghiotte” miliardiogni anno, crescono le perplessitàsull’effettiva utilità delle cure

PATRIZIA GUENZI

In questa nostra epoca le dueparole più belle che si pos-sono ascoltare non sono “Tiamo” ma, se ti diagnosticanoun tumore, sono “È benigno”.È l’incipit utilizzato da Pietro

Calabrese - giornalista italianomorto il 12 settembre scorso a 66anni per un cancro al polmone –per il suo libro “L’albero dei milleanni” (Rizzoli), uscito pochigiorni dopo la sua scomparsa.L’acuta battuta è presa in prestitoda un vecchio film di Woody Al-len e ben illustra quello che,malgrado i passi da gigante com-piuti da ricerca e medicina, an-cora questa malattia rappre-senta per l’umanità. Purtroppo, nelcaso di Calabrese non era benigno. Ealtre due parole, “addensamentopolmonare”, hanno improvvisa-mente fatto deragliare per sempre lasua vita. “Non avevo mai immagi-nato potesse davvero accadere così”,scrive. È vero, abbiamo tutti la bruttaabitudine di pensare che accadasempre agli altri, che la malattia, so-prattutto questa, subdola e spessevolte pure mortale, a noi non ci po-trà mai sfiorare. Non è così. A dimo-strarlo, le decine di libri che ognianno sforna l’editoria su questotema. Quello di Calabrese, infatti, èsolo l’ultimo di una lunga serie diracconti, storie di vita, romanzi, te-stimonianze, interviste incentratesul pianeta cancro. Un business let-terario niente male. Per non dire deimilioni che la malattia si inghiotte,tra attese, aspettative e (false?) spe-ranze che tutti riponiamo nella ri-cerca e nelle cure dell’oncologia(vedi articolo a fianco). Ogni anno a 3,2 milioni di europeiviene diagnosticato un tumore. InSvizzera, dove una persona su tre siammala di cancro nel corso dellasua vita, si contano 35'450 nuovi casiper anno. In Ticino all'incirca 1'800persone si ammalano di cancro e al-tre 800 muoiono a causa di un tu-more maligno. Le forme più diffusesono al seno, al colon-retto e al pol-mone. Quest’ultimo è “vittima” dipregiudizi secondo cui colpirebbesolo i fumatori (vedi articolo a lato).Nel nostro cantone il tumore mag-giormente diffuso fra le donne èquello alla mammella, mentre fra gliuomini quello alla prostata. Al se-condo posto, per entrambi, il cancroai polmoni.Intanto, negli ultimi anni, in tantihanno messo nero su bianco il pro-prio cammino che, come crive Cala-brese, “passa inevitabilmente per labrutalità delle cure e per un corpo

L’oncologo

Tumori

devastato in cui non ti riconosci più,in un’altalena dello sconforto e dellasperanza”. Testimonianze dramma-tiche, in cui, per fortuna, s’insinuanoalcune che lasciano aperto l’usciodella speranza. Ad esempio in“Come ho sconfitto il cancro senzaessere wonder woman” (Piemme),di Norton Meredith, la protagonistace la fa. Stravince sul calcolo di pro-babilità. Grazie alle cure, e in granparte al suo senso dell'umorismo,che la aiuta a venire fuori dai mo-menti più duri. Anche in “Se lo rico-nosci lo eviti” (Sperling & Kupfer), di

Melania Rizzoli, il messaggio è posi-tivo, oltre che pratico. È un viaggionel corpo umano, organo per or-gano, dalla pelle all'intestino, perspiegare in modo semplice come“ascoltare” la voce del nostro corpo. In questo filone di speranza, fiduciae aspettative s’inserisce il “nuovo

nato” di Umberto Veronesi,“Dell’amore e del dolore delledonne” (Einaudi). Il celebre on-cologo, attraverso le storie dellemolte donne che ha incontratolungo tutta la sua vita, con lequali ha condiviso sentimenti,amicizie e lavoro, racconta lapropria storia. Con una costanteche accomuna tutti i racconti: lavolontà di prendere in mano la

propria vita, di guardare sempreavanti, buttando via il meno possi-bile. Mentre gli esperti proseguonoinfaticabili la loro battaglia controquella che, purtroppo, rimane an-cora un’emergenza sanitaria. Daanni in prima linea c’è il dottorFranco Cavalli. Anche l’oncologo ti-cinese ha appena dato alle stampeuna delle sue (tante) fatiche lettera-rie, “Cancro. La grande sfida”(Dadò), in cui lancia un messaggiodi speranza: “Una sfida che stiamovincendo passo dopo passo”, scrive.

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“Vi spiegola mia sfidae vi dico che...”

Le risposte alle domande più frequenti nell’ultimo libro di Franco Cavalli

ricerca, librie polemiche

Ti-Press

IL LIBRO“Cancro. La grandesfida” è l’ultimolibro dell’oncologoFranco Cavalli

Attorno al pianeta cancro un business, anche letterarioOgni anno a 3,2 milionidi europei vienediagnosticato unaneoplasia, in Svizzera a35mila, in Ticino a 1.800

SALAD’ATTESA

“Andrò a Sanremo senza George”.Ollllalà! Nientepopodimeno che…Elisabetta Canalis (32), fidanzata diClooney, su Chi fa un annuncione.“George non verrà al Festival”. E aproposito della sua storia con il divo:“Ormai ignoro i pettegolezzi su dinoi, non posso fare sempre la guerra.Adesso vivo in California, in Italiatorno solo per lavoro”. E ancora: “Dinotte sogno il palco dell’Ariston, losento, lo immagino, quasi mi parla”.Ma quante scempiaggini Eli!!

Le “visioni” di Elisenza il suo George

Su Oggi parla per la prima volta lamoglie segreta di Briatore (60). “Imiei anni dorati con Flavio”, dice.Si chiama Marcy (46), era una mo-della e nel 1983 sposò ai Caraibi ilfuturo boss della Formula 1. Il ma-trimonio durò 4 anni, tra bella vita,yacht e frequentazioni vip(?). Maoggi dice: “Non voglio rivederlo”.E, a proposito del loro primo in-contro: “Ho visto subito che eraun uomo di classe”. Miiii, ma al-l’epoca Marcy era forse cieca?

L’ex moglie ciecasi SuperBriatore

“Vivo le mie passioni senza li-miti”, dice dalla copertina di Divae Donna Alessia Marcuzzi (38). Sidefinisce “passionale” la condut-trice del Grande Fratello e di-fende il suo lavoro: “Tv trash ilGf? Lo è di più il ‘turismo’ alla vil-letta di Sarah Scazzi”. E forse unpo’ di ragione in questo caso cel’ha. E sul suo amore per France-sco Facchinetti (30): “Lo vivo in-tensamente, ma lontano dalle te-lecamere”. Bè, mica tanto.

La bella Marcuzzispiega Gf e Facchinetti

31IL CAFFÈ 7 novembre 2010

“Dieci milioni di morti per tumore all’anno nelmondo dimostrano il totale fallimentodell’oncologia”. Ci va giù pesante il dottor

Alberto R. Mondini, detto l’eretico della medicina, fon-datore dell’Arpc (Associazione per la ricerca e la pre-venzione del cancro). 61 anni, naturopata veneziano,Mondini ha pubblicato il libro “Kankropoli, la mafiadel cancro”, di cui anche Calabrese accenna nel suo li-bro (vedi articolo a pagina 2), e da sempre è convintoche il cancro sia una malattia molto, molto redditizia.“Dietro si nascondono interessi enormi”.Ma insomma, dottore, si rende conto, di dare un pu-gno nello stomaco ai numerosi malati che ripon-gono speranze nell’oncologia?“È la realtà, anche se dura. Basta guardare le statistiche,peraltro fatte dagli stessi oncologi”.E allora?“Quando dicono che 50 malati su 100 guariscono vuoldire che 50 muoiono entro 5 anni dalla scoperta delmale e gli altri poco dopo”. In sostanza, se un malato muore dopo 5 anni e ungiorno, per gli oncologi è un morto guarito?“Già… Ecco perché non esistono statistiche di guari-gione, ma solo di sopravvivenza a 5 anni”. Ma prima l’oncologia dava anche quelle a 10 e a 15anni. Perché non lo fa più?“Semplice: perché si vergogna”. Insomma, secondo lei l’oncologia è solo business?

“Tutto gira attorno agli interessi delle case farmaceuti-che. È solo una questione di marketing. Dietro i tumorisi nasconde un business enorme”. E allora la ricerca medica che ogni tre per due sfornanuovi ritrovati contribuendo a donare speranza?“La ricerca è un pozzo senza fondo in cui si buttano mi-lioni e milioni di euro senza che, per legge, sia richiestoun minimo risultato concreto”. E allora che fare? Arrendersi e non più sottoporsialle cure? E chi ha la sfortuna di ammalarsi non puònemmeno più aggrapparsi alla speranza della medi-cina? “Non a quella ufficiale. In questi anni ricercatori indi-pendenti hanno proposto altre cure, alternative, masono stati massacrati e censurati. Nemmeno hanno vo-luto metterli alla prova, subito considerati pazzi e visio-nari”. Ma perché questi ricercatori se ne stanno zitti?“Per molti di loro è la paura di perdere il posto di lavoro,per non dire di essere bersaglio di vere e proprie mi-nacce”. Secondo lei, l’opinione pubblica cosa pensa?“Ha capito cosa si nasconde dietro la ricerca scientifica.Oggi chi parla di medicina alternativa viene ascoltato enon guardato con sospetto.Senta, salviamo almeno qualcosa di questa medi-cina. Chemioterapia e radioterapia?“Pessime! Stimolano la cellula a diventare cancerogenae abbattono le difese immunitarie della persona chenon ha più alcuna energia per resistere e combattere”. Nel suo libro “Il tradimento della medicina”, lei fa unelenco di malattie croniche, dall’ipertensione all’in-farto, mai guarite. Non salva proprio niente dellamedicina cosiddetta ufficiale…“I medici si limitano a tenerle a bada”. E perché? “Bè, guardi, siamo andati sulla luna e non riusciamo aguarire una di queste malattie. Il motivo? Esistonotanti, tantissimi trattamenti. Molto, molto redditizi!”.

“Dietro le terapie si nascondonointeressi enormi”

L’iniziativa

Spesso sottovalutato èpronto a colpire quandomeno te l’aspetti. È il cancro

al polmone. Abitualmente, ed er-roneamente, collegato al fumo.Invece, una donna su cinque eun uomo su dieci a cui viene dia-gnosticato non hanno mai fu-mato. Ecco perché la Lega pol-monare, per tutto il mese di no-vembre e in tutta la Svizzera, or-ganizzerà manifestazioni einiziative con lo scopo di infor-mare sulla malattia e combatterei pregiudizi secondo cui il cancroai polmoni colpisce solo i fuma-tori. Fermo restando che il fumoprovoca circa l’85 percento ditutti i tumori maligni del pol-mone. Altre cause sono il fumopassivo, l’amianto, l’inquina-mento dell’aria dovuto alle pol-veri sottili e radiazioni radioat-tive. Ogni anno, in Svizzera, circa3.500 persone si ammalano di tu-more al polmone.Lo slogan scelto per questa

azione - organizzata per il terzoanno consecutivo - è “The WrongType of Cancer - Il tipo sbagliatodi cancro”, per ribadire ancorauna volta che il carcinoma pol-monare ottiene molta meno at-tenzione rispetto ad altri tipi dicancro, con conseguenze di am-pia portata: il tasso di sopravvi-venza è di molto inferiore rispetto

a quello di altri tumori frequenti.Insomma, quello della Lega è unimpegno non indifferente per su-scitare maggiore attenzione neiconfronti del carcinoma polmo-nare, per incentivare la ricerca eapplicare terapie moderne. Con-diviso da oncologi e pneumologi,l’organizzazione di pazienti Fo-rum Cancro ai polmoni Svizzera,

la Lega polmonare Svizzera e laSocietà Svizzera di Pneumologia.Inoltre, ognuno di noi, indos-sando la spilletta con la gru (la sipuò richiedere gratuitamente suwww.lung.ch) - il distintivo uffi-ciale del mese del cancro ai pol-moni - avrà la possibilità di di-mostrarsi solidale con le personecolpite dalla malattia e dare ilproprio contributo affinché lacura dei pazienti possa miglio-rare in Svizzera.Fra il ricco programma di inizia-tive anche la fiaccolata “Light forLife – Una luce per la vita”, orga-nizzata a metà novembre a Basi-lea, Lucerna e Friburgo. Sarannoaccese 10mila candele sullepiazze per le persone malate dicancro ai polmoni e i loro fami-liari. Mentre il 17 novembre, aFriburgo, ci sarà la Giornatamondiale con una manifesta-zione pubblica per riflettere nonsolo sotto il profilo medico, maanche sociale e artistico.

“Dieci milioni di morti per tumoreall’anno nel mondo dimostranoil totale fallimento dell’oncologia”

La Lega polmonare per tutto novembre organizza forum, incontri e manifestazioni

Attenti alle false convinzionianche chi non fuma s’ammala

i numeri

Incidenza mondiale dei casidi cancro previsti entro il 2030

Medicamenti antitumoraliin rapporto ai casi di cancro

5

Nel 2000

Dati tratti dal libro “Cancro. La grande sfida” di Franco Cavalli (Armando Dadò editore, 2010)

Nel 2030 (unicamente ricambi demografici)

Nel 2030 (+1% di crescita annuale del rischio)

10 15 20 25 30in milioni

Decessi

Medicamentivenduti

16%

61%

18%

5%

Casi

Europa

Giappone

Stati Uniti

Resto del mondo

Casidi cancro

1975

1950

Tass

o d

i sop

ravv

iven

za

1960 1970 1980 1990 2000

Incidenza TotalePaesi industrializzati Terzo Mondo

Mortalità (dati in milioni all’anno)

1980

1985

1990

1996

2020 15–18

10.0

8.4

7.6

6.4

5.9

Paesi industrializzati

Paesi a basso reddito

10.0

6.4

6.0

5.1

4.3

2.5

2.6

2.4

2.2

2.1

7.5

3.8

2.9

2.9

2.1

Impattoglobale

del cancro nelXXI secolo

Tassi diguarigione

tra i bambini

18%

<5%

61%

19%

Una volta formulata la diagnosi,sia attraverso i segni clinici(aumento della sete, aumento

della fame e aumento dell’urina pro-dotta), ma soprattutto attraversoesami di laboratorio (esame urine edesami emato-chimici) si deve instau-rare una adeguata terapia in fun-zione della gravità della situazione.La terapia del diabete si basa essen-zialmente su tre punti: 1)alimenta-zione; 2) ipoglicemizzanti orali; 3) in-

sulina. Per quanto riguarda il primopunto, è molto importante il ruolodella “fibra” nella dieta; questa deveessere presente in modica quantità;carboidrati e grassi vanno ridottimentre le proteine che un diabeticopuò assumere sono le stesse di unsoggetto sano.Gli ipoglicemizzanti orali, usati inmedicina umana, funzionano poconel cane. Nei casi gravi, si deve ricor-rere alla ben conosciuta insulina. 

Una volta trovata  la giusta dose, ilproprietario deve prestare atten-zione alla sua somministrazione inquanto l’insulina  si trova in formacristallizzata e va “trattata” con parti-colari accorgimenti prima di essereiniettata; egli deve inoltre fare atten-zione ai cambiamenti di peso, seteeccessiva, eventualeinappetenza, che rappresentano se-gni di un diabete non ben control-lato. 

Siamo alla seconda parte dellospazio dedicato all’argomento“diabete. In questo spazio verrà

messa in evidenza, in modo semplice,la sintomatologia più eclatante ed idiversi tipi di terapia che si possonomettere in atto a seconda della gravitàdel quadro clinico. Tutto questo, tengoa precisare, è solo la punta dell’icebergdi una patologia molto complessa estudiata sia in medicina umana cheveterinaria. Le terapie odiernecosentono di ottenere risultati eccellentiin funzione della qualità di vita.

Il diabete è una patologia grave ma si può gestireSTEFANO BOLTRI [email protected] LA ZAMPA La domanda La risposta

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L’opinione di Alberto Mondini, “eretico” della medicina