Tumore polmone

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IL TUMORE AL POLMONE E IL FUMO BILOGIA APPLICATA A.A.2005/2006 ROBERTA TATTI

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IL TUMORE

AL POLMONE

E IL FUMO

BILOGIA APPLICATA A.A.2005/2006

ROBERTA TATTI

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Il tumore al polmone rappresenta la prima causa di morte nei paesi industrializzati

Questa malattia rappresenta il 20 per cento di tutti i tumori maligni nelle persone di sesso maschile, ma in questi ultimi anni si sta

registrando un progressivo aumento anche tra le donne.

Esistono diversi tipi di tumore al polmone a seconda del tessuto polmonare interessato.

95% origina dall’epitelio

carcinoma broncogeno

5% trae origine da diversi tessuti che compongono il

polmone

• tessuti nervoso ed endocrino

carcinoide polmonare

• linfatico

linfoma polmonare

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IL piu’ importante fattore di rischio nel tumore del polmone è

sicuramente rappresentato dal

fumo di sigarettaEsiste infatti un chiaro rapporto dose-effetto tra questa abitudine e la

neoplasia

Un uomo che fuma ha 23 volte più probabilità di ammalarsi di cancro al

polmone di uno che non fuma, mentre per le donne il pericolo è 13 volte maggiore.

Se un tabagista smette di fumare, il rischio di sviluppare la malattia si riduce

progressivamente e dopo 10-15 anni le possibilità che si ammali sono identiche a

quelle di una persona che non ha mai fumato.

Il cancro al polmone è una malattia multifattoriale dovuto sia a cause

ambientali che genetiche

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Età 40 - 44 45 - 49 50 - 54 55 - 59 60 - 64 65 - 69 70 - 74

Non fumatori

Ex-fumatoriEtà cessazione

30 anni40 anni50 anni60 anni

Fumatori

Livelli di rischio in percentualeNon calcolabile molto basso basso lieve moderato alto molto alto

// < 0,5 0,5-1,4 1,5-2,9 3-5,9 6-9,9 > 10

Rischio di tumore al polmone nella popolazione maschile

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Età 40 - 44 45 - 49 50 - 54 55 - 59 60 - 64 65 - 69 70 - 74

Non fumatori

Ex-fumatoriEtà cessazione

30 anni40 anni50 anni60 anni

Fumatori

Livelli di rischio in percentualeNon calcolabile molto basso basso lieve moderato alto molto alto

// < 0,4 0,4-0,6 0,7-1,1 1,2-1,3 1,4-1,8 > 1,9

Rischio di tumore al polmone nella popolazione femminile

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Anche nel fumo che si disperde nell’aria dell’ambiente nel periodo in cui il fumatore non aspira la sigaretta si

trovano gli stessi composti contenuti nel fumo aspirato, anzi i valori di nicotina e catrame sono doppi o quadrupli

di quelli presenti nel fumo aspirato. Si può quindi affermare che anche il non-fumatore può assumere i

componenti del fumo in quantità notevoli.

FUMO PASSIVO

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La composizione chimica del fumo del tabacco è complessa e variabile e dipende dalla qualità del tabacco, dalle lavorazioni cui

è stato sottoposto e dal modo in cui viene fumato.

I componenti del fumo di tabacco non sono però tutti preesistenti nelle foglie di tabacco ma per la massima parte si formano

durante la combustione ad elevate temperature(600-800°C).

Sono quindi essenzialmente due i fattori che la caratterizzano:

1. Composizione chimica delle foglie del tabacco (selezione dei tabacchi, metodi di coltivazione, disinfettanti utilizzati, processi di

cura e di concia…)

2. Condizioni della combustione (temperatura della combustione, forza e durata dell’aspirazione che condizionano l’ossigenazione

della combustione e conseguentemente la temperatura della combustione stessa)

COSTITUZIONE CHIMICA DEL FUMO E DEL TABACCO

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Ossido di carbonio e Acido cianidrico• L’HCN è un veleno respiratorio in quanto a forte dosi inibisce la

respirazione delle cellule

• CO è un gas che interferisce con il trasporto dell’ossigeno nel sangue e conseguentemente con il suo utilizzo da parte della

cellula.Ha una certa importanza nella dipendenza psicologica poiché contribuisce all’aroma del fumo.

Ossidi di azoto, Aldeidi e Fenoli (contenuti nella carta)

Sono responsabili dell’azione irritante del fumo sulle mucose respiratorie (tosse,catarro) e sulle congiuntive

(lacrimazione,arrossamento).

• Le aldeidi esercitano un’attività inibitrice della mucosa dell’apparato respiratorio, impedendo il trasporto e l’eliminazione di

sostanze estranee e favorendo la penetrazione delle sostanze corpuscolate del fumo nelle porzioni profonde dell’albero

respiratorio.

• monossido di azoto è prodotto dalla decomposizione dei nitrati presenti nel tabacco.

I principali componenti sono

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• La nicotina determina un’ alterazione della fisiologia del sistema nervoso, sia centrale

che periferico,è infatti in grado di modificare la trasmissione

degli impulsi nervosi attraverso una specifica azione sui gangli del sistema nervoso simpatico.

• Viene assorbita facilmente dalla mucosa dei bronchi e dagli

alveoli attraverso il sangue raggiungendo i principali organi bersaglio: cervello, ghiandole surrenali, fegato e di nuovo apparato broncopolmonare. Viene eliminata con le urine

sotto forma di cotina.

• E’ responsabile della dipendenza e dà assuefazione

Alcaloidi nicotina

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Idrocarburi Aromatici Policiclici benzopirene

(Benzo-a-pirene-7,8-diidrodiol-9,10-ossido)

• E’ un prodotto della combustione

• All’interno delle cellule viene attivato dal citocroma P450 in una molecola cancerogena: BPDE (benzo-a-pirene-7,8-diol-9,10-

epossido)

• il BPDE si lega a centri nucleofili del DNA(sia adenine che guanine) formando degli addotti:permette accoppiamenti errati G:A che alla

replicazione successiva si trasformano in mutazioni GC>TA

• Questi addotti possono accumularsi in punti critici del nostro genoma, comportando importanti anomalie nelle cellule.

O2

P450

BENZOPIRENE BPDE

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CHE COS’E’ IL CANCRO?• E’ una malattia delle cellule

• la cellula perde i meccanismi di controllo della proliferazione cellulare. Quando genera cellule figlie che come la cellula madre

hanno perso la capacità di avere un controllo normale della proliferazione cellulare si ha come conseguenza la progressiva

forma di un clone di cellule capaci di espandersi in maniera incontrollata.

• ciò si verifica per un cattivo funzionamento dei loro meccanismi di auto-controllo

QUALI SONO LE CAUSE?L’esposizione a sostanze chimiche presenti nell’ambiente, a

radiazioni, a virus sono in grado di determinare mutamenti genetici che possono far sviluppare il cancro o facilitarne lo sviluppo.

Alcune delle anomalie genetiche che conducono al cancro sono comunque ereditarie

                                                                          

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Una grossa percentuale dei tumori umani esaminati presenta delle mutazioni del gene della p53.

I geni che codificano questa proteina vengono detti

oncosoppressori in quanto sopprimono la

cancerogenesi.

La sua azione biochimica non è

ancora chiara, ma è noto che è una proteina che lega il DNA e ha un ruolo importante nella regolazione del ciclo

cellulare.

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• La sua funzione è quella di garantire l’integrità del genoma durante la divisione cellulare controllando una tappa critica del ciclo cellulare:impedisce il passaggio delle cellule dalla fase G1 alla fase S (in cui avviene la

sintesi del DNA) a tempo indebito

P53 agisce bloccando il ciclo cellulare in caso di un danno

al DNA:

I livelli di p53 aumentano nelle cellule danneggiate,

permettendo che la cellula abbia il tempo di effettuare la riparazione del DNA bloccando

il ciclo cellulare.

Se il danno è irreparabile questa proteina può

promuovere l’ apoptosi della cellula, cioè la morte

cellulare.

Cellule che cessano la divisione

MITOSI

La cellula si divide

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Nella cellula la proteina p53 lega il DNA, andando ad attivare un gene che produce una proteina chiamata p21, appartenente alle proteine Ras che

regolano i processi di trasduzione del segnale che portano alla moltiplicazione cellulare.

La p21 a sua volta interagisce con una proteina cellulare,la CDK2-ciclina A, coinvolta nel controllo della progressione attraverso il ciclo cellulare.

Quando p21 complessa la CDK2 questa viene

inattivata e la cellula non può passare attraverso la

fase successiva della divisione cellulare.

Un p53 mutato non può legare il DNA in modo

effettivo e di conseguenza la proteina p21 non è in

grado di agire come “segnale di stop” per la

divisione cellulare.

Così le cellule si dividono incontrollatamente

andando incontro alla formazione di tumori.

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I residui amminoacidici più frequentemente sostituiti nelle cellule cancerose sono quelle che si trovano alla,o in prossimità della,interfaccia proteina-DNA, mentre quelli che meno

frequentemente, o addirittura mai,vengono mutati si trovano lontano dal sito di legame del DNA.NUMERO RESIDUI 163-195 236-251 271-286

% MUTAZIONI 17 30 25

RESIDUO PIU’

FREQUENTEMENTE R175(6,1%) R248(9,6%) R273(8,8,%)

MUTATO

316

Quindi una delle più importanti funzioni della p53 è quella di attivare la trascrizione della p21.

La forma selvatica della proteina lega specifiche sequenze del DNA mentre i mutanti della p53 ottenuti da cellule tumorali sono difettivi per quanto concerne la capacità di legare il DNA in modo specifico e

conseguentemente non possono attivare la trascrizione dei geni normalmente controllati dalla p53.

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L’inattivazione di p53 è comunque di grande rilievo per la progressione neoplastica anche perchè crea il terreno affinchè nuove

mutazioni si possano instaurare, portando alla formazione di nuovi cloni cellulari progressivamente più aggressivi.

Si osserva inoltre che la perdita di p53 provoca instabilità genomica.L’instabilità genomica, per esempio la creazione di rotture delle

molecole di DNA, l’introduzione di errori durante la replicazione del DNA o l’amplificazione anomala di regioni genomiche è prevenuta dal

ruolo di ‘guardiano del genoma’ che p53 riveste.

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ConclusioniDate le rilevanti dimensioni dei polmoni un cancro può crescervi per anni senza essere individuato, e estendersi ad aree esterne ai polmoni senza

provocare gravi sintomi:per queste ragioni un cancro al polmone non viene scoperto fino a quando non ha raggiunto uno stadio avanzato.

Purtroppo la diagnosi precoce di questa neoplasia non è molto frequente perché ad oggi non esistono programmi di screening per il tumore al polmone:La diagnosi precoce rappresenta la chiave per migliorare la

percentuale di sopravvivenza tra coloro a cui è stato diagnosticato un tumore polmonare.

Vi sono però nuove speranze, in quanto oltre alle classiche analisi citologiche,alla TAC classica e alla radiografia, sono state messe a punto

nuovi tipi di analisi, quali la TAC spirale e marcatori molecolari, in grado di misurare i danni subiti dal DNA.

Inoltre l’ingegneria genetica sta progettando un vaccino antitumorale in modo da attivare risposte difensive in un organismo portatore di tumore.

BASTEREBBE NON FUMARE PER CANCELLARE PIU’ DI NOVE CASI DI TUMORE AL POLMONE SU DIECI