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Mensile sulle opere e sulle missioni dei Padri Maristi Italiani N° 4-6 2017 Tariffa Associazioni senza fine di lucro Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 - DCB - ROMA MARIA

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Mensile sulle opere e sulle missioni dei Padri Maristi Italiani

N° 4-6 2017

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PREMESSA

La “verità” sul Dio dell’allenza

Il Magnificat, al quale la riflessione - non soloesegetico-teologica - ha riservato un’attenzio-ne particolare negli ultimi decenni, è statooggetto di interesse ripetuto anche daparte del Magistero. Al canto dellaVergine, Paolo VI, nell’Esortazioneapostolica Marialis Cultus, aveva giàdedicato parole ispirate:«… il Magnificat (cf Lc 1,46-55), lapreghiera per eccellenza di Maria, ilcanto dei tempi messianici nel qualeconfluiscono l’esultanza dell’antico edel nuovo Israele, poiché – comesembra suggerire sant’Ireneo – nelcantico di Maria confluì il tripudio diAbramo che presentiva il Messia (cf Gv 8,56)e risuonò, profeticamente anticipata, la vocedella Chiesa…».Al Magnificat, Giovanni Paolo II attribuiscenotevole importanza ed ampia considerazio-ne – oltre che in numerosi documenti e cate-chesi - nell’Enciclica Redemptoris Mater (nn.35-37), in cui lo presenta come il canto, l’innoufficiale della Chiesa in cammino sui sentieridella storia che attinge ormai il terzo millen-nio: «Sgorgato dal profondo della fede diMaria… non cessa nei secoli di vibrare nelcuore della Chiesa» .Questo canto non solo traccia un programmadi coraggioso impegno evangelico al serviziodel mondo, ma prima ancora rivela l’autenti-co volto di Dio.«Dalla profondità della fede della Vergine…(la Chiesa) attinge la verità sul Dio dell’al-

leanza… Nel Magnificat essa vede vinto allaradice il peccato posto all’inizio della storia…Contro il “sospetto” che “il padre della men-zogna” ha fatto sorgere nel cuore di Eva, laprima donna, Maria, che la tradizione usachiamare “nuova Eva” e vera “madre deiviventi” proclama con forza la non offuscata

verità su Dio… Maria è la prima testimone diquesta meravigliosa verità, che si attuerà pie-namente mediante le opere e le parole (cf At1,1) del suo Figlio e definitivamente median-te la sua croce e risurrezione.La Chiesa che… non cessa di ripetere conMaria le parole del Magnificat, “si sostiene”con la potenza della verità su Dio… e conquesta verità su Dio desidera illuminare ledifficili e avolte intricateviedell’esistenza ter-rena».Le parole citate di Giovanni Paolo II sembra-no rispondere al voto espresso alcuni anniprima da J. Dupont, a conclusione di uneccellente studio sul cantico della Vergine,considerato comediscorso suDio.Al terminedel suo lavoro e dopo aver indicato fecondepiste di sviluppo alla riflessione teologica,così egli si esprimeva:

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SPIRITUALITA’ MARIANA

Magni f i ca tI l Dio cantato da Maria ,serva del S ignore (I )

di Alberto Valentini

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«Il Magnificat non definisce Dio… esso“situa” il mistero di Dio salvatore e ne offre lecoordinate. Dopo aver fatto questa constata-zione, l’esegeta deve fermarsi e passare lamano:noi saremmofelici sequestostudiodelMagnificat come discorso su Dio ispirasse aun collega dogmatico un discorso su Dio allaluce delMagnificat. Non è forse del Dio salva-tore, cantato in questo brano, che noi dobbia-mo essere testimoni oggi nel mondo?».Abbiamo l’impressione che l’invito diDupont sia stato raccolto, come egli stessoforse non osava sperare.

- Il Magnificat costituisce, dunque, una privi-legiata riflessione sul Dio della sal-vezza, ma non offre una definizioneastratta della sua identità. Su questopunto, noi di tradizione greca e for-mazione scolastica dobbiamo opera-reunaprofondaemaidel tutto com-piuta metànoia.Alla tentazione di concettualizzarel’immagine di Dio hanno cedutoillustri studiosi, in particolare gliautoridinote teologiebibliche , lega-te a concetti ampi e a loro avvisoonnicomprensivi, quali: salvezza,elezione, patto, rivelazione, reden-zione, soteriologia, escatologia…

Con questi concetti nominali ci si allontanòdal linguaggio dell’Antico Testamento che èprevalentemente verbale e, inoltre, andò per-duta la molteplicità di forme che l’AnticoTestamento usa nel parlare di Dio .

Un discorso biblico su Dio deve privilegiarele forme verbali legate al dinamismo dellaParola rivelata e delle azioni salvifiche, sem-pre aperte ad ulteriore riflessione ed approc-cio esistenziale. Non si danno forme precosti-tuite capaci di presentare in maniera univocaed esaustiva l’evento della parola e degliinterventi divini.Il Dio del Magnificat non è definito secondocategorie astratte, ma narrato, cantato e cele-

brato sulla base di gesta salvifiche sulle qualisi fondano la fede e il culto del popolo di Dio.Esiste infatti un rapporto vitale e imprescin-dibile tra salmi, cantici ed eventi di salvezza.Non si danno canti senza l’esperienza di unastoria che coinvolga il cantore rendendolocontemporaneo di quanti l’hanno vissuta. Isalmi – nonostante la loro diversità e le mol-teplici classificazioni proposte in particolareda H. Gunkel - si possono distinguere in duecategorie fondamentali, costituite secondo C.Westermann da Flehen und Loben , divisio-ne che ripropone in sostanza le classificazionimaggiori dello stesso Gunkel, gli inni e lelamentazioni.

- L’io dei salmi può essere personale o collet-tivo, talora generale, presentando una situa-zione indeterminata dell’esistenza umana,ma rivela sempre una dimensione dialetticaspesso drammatica tra orante/i e il Signore,cui si grida dall’angoscia o al quale si rivolgeil canto di lode per la salvezza conseguita.Nel Magnificat l’orante parla al singolare: èuna figura ben determinata, la douúlh, checon tutto il suo essere celebra il Signore e sirallegra della salvezza. Tale figura, tuttavia, èportavoce di molti altri personaggi, di tutticoloro che come lei sono stati raggiunti dastraordinari interventi salvifici.Aconclusionedel canto, la serva cede addirittura il posto adIsraele servo del Signore, popolo cui ella

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SPIRITUALITA’ MARIANA

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SPIRITUALITA’ MARIANA

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appartiene e del quale è testimone privilegia-to.Maria giunge al termine, al vertice di un’infi-nita schiera di oranti, di uno sterminato cor-teo di servi e serve del Signore, a partire daiPadri e dalle Madri d’Israele, passando per lefigure di uomini e di donne celebri comeAbramo, Mosè, Davide e come Miriam,DeboraeGiuditta, cometutti iprofeti, soprat-tutto il servo diYahwè inglobante il popolo diDio, inparticolare ipoveri chenei tempiesca-tologici si compendiano nelle eccelse figuredel Messia davidico e della vergine diNazaret. Israele è un popolo di poveri che ilSignore si è scelto, ha riscattato e riservatopersé. Nulla pertanto di più alieno dall’identitàd’Israeledell’arroganzastolta checaratterizzai pagani e che si esprime in ribellione nei con-fronti di Dio e in oppressione dei deboli.All’interno del popolo dell’alleanza – tentatoa sua volta di autosufficienza e per questoperiodicamente, quasi sistematicamentedecimato e purificato – permane sempre unpiccolo resto, che costituisce l’Israele qualita-tivo e fedele, la porzione santa della quale laVergine delMagnificat è il tipo ideale, ma chesi estendea tutti coloroche temono il Signore,ai piccoli, oppressi ed affamati, all’Israele diDio, vera discendenza di Abramo e popolodella promessa.

1. Non definizione di Dio, ma celebrazionedel suo agire

JahwèIlMagnificatnon offre pertanto una definizio-ne di Dio, ma rievoca una storia, divenutaliturgia-professione di fede, che rivela il voltoconcreto di Dio salvatore: un volto plasmatodalle sue azioni salvifiche che costituisconoun memoriale per tutte le generazionid’Israele.Certo, nel Magnificat ci sono attributi fonda-mentali di Dio, ma tutto dipende dai verbi.Gli stessi aggettivi e sostantivi risultano forte-mentedinamici: sono, in fondo, formeeperi-frasi verbali oppure intendono qualificare l’a-

gire di Dio più che la sua astratta identità.Ciò appare con assoluta evidenza nel titoloDio salvatore che domina e caratterizza tuttoil canto. Esso è specificato da altri due appel-lativi pieni di densità:- il potente che ha fatto grandi cose, da com-prendere in particolare sullo sfondo dell’eso-do e degli eventi maggiori della storia salvifi-ca;- il santo: titolo non astratto né statico, cherivela la motivazione profonda dell’agire diDio, come viene esplicitamente proclamato

nel canto del mare , che celebra la notte dellagrande liberazione.Un Dio, dunque, salvatore-potente e santo.Oltre questi titoli ed appellativi il Magnificatpresentaancheunsostantivo,e;leoj,percarat-terizzare l’azione di Dio e qualificare il suovolto.Anche qui, però, bisogna osservare cheeleojnon esprime un semplice sentimento, nésolo un atteggiamento interiore, ma unacaratteristica fondamentale del Dio biblicoche - coniugata con la sua santità e potenza -si esprime in efficaci gesta salvifiche a favoredei suoi servi, di coloro che lo temono e ditutto Israele, senza limiti nel tempo e nellospazio.A parte i pochi elementi non-verbali, macomunque dinamici, il volto di Dio-salvatore

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è delineato da una notevole sequenza diverbi, collocati in posizione dominante, checonferiscono al canto un aspetto unitario efortemente strutturato. Le forme verbali, pro-clamando le azioni divine, come si è detto,sono decisive nella rivelazione biblica che èstoria concreta, sulla quale poggia la feded’Israele.Da questo punto di vista, il Magnificat è uncanto esemplare che celebra la salvezza pre-senteepersonaledella servadelSignoresullosfondo della storia del popolo dell’alleanza;storia ormai realizzata definitivamente inCristo e proiettata in maniera irreversibileverso una metastoria, nella quale tutte le pro-messe di Dio diverranno pienamente sì.

- A parte l’Introduzione, in cui la servaparla in prima persona – anche se nascostadietro perifrasi (la mia vita… il mio essere),peraltro particolarmente efficaci, e non-ostante la dimensione personalistica dellaprima parte –, il canto appare una procla-mazione degli interventi salvifici di Dio,narrati in terza persona, in una comunitàliturgica, come avviene per la liberazionepasquale celebrata in particolare nel gran-de Hallel (salmo 136), in cui il racconto-pro-clamazione, con cadenza litanica, fa memo-ria cultuale dei grandi eventi del passato,con Yahwè, soggetto e protagonista del rac-conto, come lo era stato dell’evento .I verbi, le azioni divine, costituiscono nonsolo l’elemento dominante, ma la spinadorsale del cantico: essi sono tutti in aoristo– tempo storico per eccellenza – diversa-mente da quanto avviene nei canti coevidel giudaismo intertestamentario, cheesprimono una tensione talora parossisticaverso il futuro, in un contesto di grande tri-bolazione, in particolare nei salmi diQumran. Le forme verbali del Magnificatsono invece al passato, a testimonianza ine-quivocabile di una salvezza ormai compiu-ta, e sono preceduti da un piuccheperfettoche rievoca una lontana promessa fatta aiPadri e ora puntualmente realizzata. Alla

base degli aoristi c’è pertanto unaParola (“come aveva detto”), che la sto-ria ha definitivamente confermato.Protagonista di tutto è il Dio d’Israeleche parla, promette ed attua con assolu-ta fedeltà quanto ha annunciato. Laparola uscita dalla sua bocca non ritor-na a Lui senza aver compiuto ciò per cuiè stata inviata (cf Is 55,11).Maria, nel canto, non è mai esplicita-mente nominata: Dio salvatore è il solo,vero protagonista del Magnificat. Egli èrispettivamente oggetto e soggetto ditutti i verbi, vale a dire di tutti gli even-ti e gesta salvifiche proclamati dalladou,lh.

- Com’è noto, il Magnificat è un cantoimbevuto di storia biblica, intessuto direminiscenze veterotestamentarie,tanto numerose da mettere alla prova lasensibilità e la preparazione del lettore.Al di là dei testi paralleli o imparentati,indicati solitamente dagli studiosi e pre-senti negli apparati critici del NT, se nepossono scorgere molti altri in filigrana,che fanno di questo canto un esempiodi quel che A. Robert chiamava “stileantologico” . Esso costituisce un veromosaico di allusioni, accostamenti einterpretazioni che ne rendono ardua lapiena comprensione. Si può ripetere perquesto canto quanto Moraldi affermavaper leHodayotdi Qumran: “In molti casil’autore aveva in mente più di un passobiblico, in altri dipende soprattuttodalla discrezione e preparazione del let-tore scorgere o meno un riferimentobiblico” . Il Magnificat è uno splendidomosaico le cui tessere sono costituitedalle vicende della storia d’Israele, laquale ha attinto senso definitivo inCristo, ma attende pur sempre la pie-nezza escatologica.

(continua)

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PAPA FRANCESCO

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Discorso tenuto da Papa Francesco nell’UdienzaGenerale del 4 ottobre 2017.

In questa catechesi voglio parlare sultema “Missionari di speranza oggi”.Sono contento di farlo all’inizio delmese di ottobre, che nella Chiesa èdedicato in modo particolare alla mis-sione, e anche nella festa di SanFrancesco d’Assisi, che è stato ungrande missionario di speranza!

In effetti, il cristiano non è unprofeta di sventura. Noi nonsiamo profeti di sventura.L’essenza del suo annuncio èl’opposto, l’opposto della sventu-ra: è Gesù, morto per amore e cheDio ha risuscitato al mattino diPasqua. E questo è il nucleo dellafede cristiana. Se i Vangeli si fer-massero alla sepoltura di Gesù,la storia di questo profetaandrebbe ad aggiungersi alletante biografie di personaggi eroici chehanno speso la vita per un ideale. IlVangelo sarebbe allora un libro edifi-cante, anche consolatorio, ma nonsarebbe un annuncio di speranza.

Ma i Vangeli non si chiudono colvenerdì santo, vanno oltre; ed è pro-prio questo frammento ulteriore a tra-sformare le nostre vite. I discepoli diGesù erano abbattuti in quel sabatodopo la sua crocifissione; quella pietrarotolata sulla porta del sepolcro avevachiuso anche i tre anni entusiasmantivissuti da loro col Maestro diNazareth. Sembrava che tutto fossefinito, e alcuni, delusi e impauriti, sta-

vano già lasciando Gerusalemme.

Ma Gesù risorge! Questo fatto inaspet-tato rovescia e sovverte la mente e ilcuore dei discepoli. Perché Gesù nonrisorge solo per sé stesso, come se lasua rinascita fosse una prerogativa dicui essere geloso: se ascende verso ilPadre è perché vuole che la sua risur-

rezione sia partecipata ad ogni essereumano, e trascini in alto ogni creatura.E nel giorno di Pentecoste i discepolisono trasformati dal soffio dello SpiritoSanto. Non avranno solamente unabella notizia da portare a tutti, masaranno loro stessi diversi da prima,come rinati a vita nuova. La risurrezio-ne di Gesù ci trasforma con la forzadello Spirito Santo. Gesù è vivo, è vivofra noi, è vivente e ha quella forza ditrasformare.

Com’è bello pensare che si è annuncia-tori della risurrezione di Gesù nonsolamente a parole, ma con i fatti e conla testimonianza della vita! Gesù non

MISSIONARI DI SPERANZAOGGI

di Papa Francesco

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PAPA FRANCESCO

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vuole discepoli capaci solo di ripetereformule imparate a memoria. Vuoletestimoni: persone che propagano spe-ranza con il loro modo di accogliere, disorridere, di amare. Soprattutto diamare: perché la forza della risurrezio-ne rende i cristiani capaci di amareanche quando l’amore pare aver smar-rito le sue ragioni. C’è un “di più” cheabita l’esistenza cristiana, e che non sispiega semplicemente con la forza d’a-nimo o un maggiore ottimismo. Lafede, la speranza nostra non è solo unottimismo; è qualche altracosa, di più! È come se i cre-denti fossero persone conun “pezzo di cielo” in piùsopra la testa. È bello que-sto: noi siamo persone conun pezzo di cielo in piùsopra la testa, accompagna-ti da una presenza che qual-cuno non riesce nemmenoad intuire.

Così il compito dei cristianiin questo mondo è quello di aprirespazi di salvezza, come cellule di rige-nerazione capaci di restituire linfa a ciòche sembrava perduto per sempre.Quando il cielo è tutto nuvoloso, è unabenedizione chi sa parlare del sole.Ecco, il vero cristiano è così: nonlamentoso e arrabbiato, ma convinto,per la forza della risurrezione, che nes-sun male è infinito, nessuna notte èsenza termine, nessun uomo è definiti-vamente sbagliato, nessun odio èinvincibile dall’amore.

Certo, qualche volta i discepoli paghe-ranno a caro prezzo questa speranzadonata loro da Gesù. Pensiamo a tanticristiani che non hanno abbandonato illoro popolo, quando è venuto il tempodella persecuzione. Sono rimasti lì,dove si era incerti anche del domani,dove non si potevano fare progetti dinessun tipo, sono rimasti sperando in

Dio. E pensiamo ai nostri fratelli, allenostre sorelle del Medio Oriente chedanno testimonianza di speranza eanche offrono la vita per questa testi-monianza. Questi sono veri cristiani!Questi portano il cielo nel cuore,guardano oltre, sempre oltre. Chi haavuto la grazia di abbracciare la risur-rezione di Gesù può ancora sperarenell’insperato. I martiri di ognitempo, con la loro fedeltà a Cristo,raccontano che l’ingiustizia non è l’ul-tima parola nella vita. In Cristo risor-

to possiamo continuare a sperare. Gliuomini e le donne che hanno un “per-ché” vivere resistono più degli altrinei tempi di sventura. Ma chi haCristo al proprio fianco davvero nonteme più nulla. E per questo i cristia-ni, i veri cristiani, non sono mai uomi-ni facili e accomodanti. La loro mitez-za non va confusa con un senso diinsicurezza e di remissività. San Paolosprona Timoteo a soffrire per il van-gelo, e dice così: «Dio non ci ha datouno spirito di timidezza, ma di forza,di carità e di prudenza» (2 Tm 1,7).Caduti, si rialzano sempre.

Ecco, cari fratelli e sorelle, perché ilcristiano è un missionario di speran-za. Non per suo merito, ma grazie aGesù, il chicco di grano che, cadutonella terra, è morto e ha portato moltofrutto (cfr Gv 12,24).

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PADRI MARISTI

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Si è tenuto presso il Centro Ad Gentes,dei Missionari del Verbo Divino, aNemi, vicino Roma, il 29° Capitologenerale della Società di Maria.Ogni congregazione religiosa vive ilVangelo secondo il proprio carisma.Questo carisma è quello di un fonda-tore o di una fondatrice, ed è stato

ricevuto e assunto da un gruppo didiscepoli che hanno formato le primecomunità. In seguito è stato conti-nuamente re-interpretato attraversogli anni (o anche i secoli), in funzionedei nuovi bisogni della Chiesa e dellasocietà e delle nuove situazioni cultu-rali che via via emergono. Questocarisma iniziale è il fondamento sulquale poggia una congregazione edogni sforzo di rinnovamento non puòessere che un ritorno a questo fonda-mento - dunque, una ri-fondazione.

Il Concilio Vaticano II ha invitatotutti gli ordini religiosi a intraprende-re uno sforzo di rinnovamento, indi-cando l’istituzione del Capitologenerale come strumento privilegia-to per realizzare questo compito. Nelcorso di un Capitolo generale unacongregazione assume nuovamente

il suo carisma, ne fa una rilettura infunzione del contesto ecclesiale e cul-turale di oggi e prende le decisioniche si impongono per il suo inseri-mento rinnovato nella vita umana edecclesiale contemporanea.I capitolari sono delegati che esercita-no la loro funzione in nome di tutti imembri dell’Istituto. Il Capitolo è unatto collegiale e comunitario, cheinteressa tutta la congregazione.È un evento che diventa un momentodi discernimento. In ascolto della

19 SETTEMBRE - 11 OTTOBRE 2017CAPITOLO GENERALEDEI PADRI MARISTI

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PADRI MARISTI

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Parola e del proprio carisma, i mem-bri entrano in dialogo poiché è attra-verso la parola degli altri che è tra-smessa la parola di Dio.I capitolari venuti dall’Ocenia nonavranno necessariamente le stesseprospettive di quelli venutidall’Europa... Questa diversità e que-sta complementarità delle letture faprecisamente la ricchezza di una taleassemblea.Un capitolo resta senza effetti se nonviene recepito dalle diverse comuni-tà e dai singoli confratelli sparsinelle diverse parti del mondo.Le Costituzioni dei Padri Maristi pro-spettano nei compiti di un Capitolo di:• Verificare la fedeltà della Società alproprio spirito e alla propria missione;• Risolvere le questioni importantiche la riguardano nel suo insieme;• Decidere le direttive da seguire infuturo;• Eleggere il Superiore generale e ilsuo consiglio;• Assicurare la salvaguardia delpatrimonio comune e favorire la cre-scita e lo sviluppo;• Proporre modifiche alle Costituzionie alla legislazione particolare.

È stato questo il filo conduttore cheha visto impegnati i confratelli mari-sti delegati. Nell’attesa dei documen-ti ufficiali, prossimi ad essere pubbli-cati, ecco il commento di uno dei par-tecipanti: «È stato meravigliosoincontrare maristi di tutto il mondo,non solo perché tutti sono personeformidabili, ma perché questo mi hadato la sensazione di appartenere

veramente ad una Società mondiale. Èstato davvero interessante ascoltarli men-tre parlavano della loro situazione, dellesfide e delle soddisfazioni di ciascunaunità...Unanotaparticolaredisperanzaciè stata data quando i Maristi in formazio-ne del teologato sono venuti a pranzo connoi. Che gruppo formidabile!» (IvanVodopivec).

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PADRI MARISTI

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P. John Larsen, membro del Distretto diAsia, è nato nel 1955 ed è entrato nellaSocietà di Maria in Nuova Zelanda nel1976.Ha insegnato per cinque anni al St.Patrick’s College, Silvestream, prima diimpegnarsi nella missione più ampiadella Società. Nel 1985 inizia il suo mini-stero nelle Filippine, Myanmar eTailandia. Lavora nel ministero parroc-chiale, come cappellano di carcere, pre-dicatore di ritiri e nell’educazione (forma-le e informale); collabora in programmiper la cura dei malati di Aids. Esercita ilsuo ministero anche presso i migranti,nella leadrship e nella formazione.Possiede una lunga esperienza comemaestro dei novizi e formatore (teologiae filosofia) nelle Filippine e in Tailandia e,in questi ultimi anni, presso il teologatomarista internazionale a RomaOltre a p. John, sono stati nominati iquattro confratelli che lo affiancherannonel Consiglio Generale:* P. John Harhager (Vicario Generale -USA). Era preside della Marist School diAtlanta. In passato è stato impegnato inparrocchie, nella formazione iniziale enell’amministrazione Generale comeassistente generale ed economo gene-rale, nell’amministrazione USA comeeconomo e direttore dell’Ufficio Missioni;* P. Bernard (Ben) McKenna (Oceania),entrato nella Società in Australia e dal1981 ha svolto il suo ministero inOceania. Negli ultimi anni ha lavoratosoprattutto in parrocchia nelle IsoleSalomoni. E’ stato anche formatore,prima in Australia e poi di nuovo in

Oceania. Dal 2013 era provincialedell’Oceania.* P. Juan Carlos Piña (Messico), vicarioprovinciale del Messico e direttore del‘Centro de Proyección Universitaria’.Precedentemente ha lavorato soprattut-to in parrocchia e nell’insegnamento.* P. Paul Walsh (Europa), consigliereprovinciale d’Europa, responsabile dellaformazione in provincia. Ha lavoratoalcuni anni nel campo dell’educazioneed è stato 4 anni in Norvegia. Ha lavo-rato come formatore in Irlanda e neldistretto d’Africa, di cui è diventatoSuperiore. E’ stato rettore della comuni-tà internazionale di Notre Dame deFrance a Londra.

P. JOHN LARSENXIV° SUPERIORE GENERALEDELLA SOCIETÀ DI MARIA

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S. FRANCESCA CABRINI

Laprimadomandachepensiamosorgaspon-tanea e a cui vogliamo rispondere è: cos’è la“SantaFrancescaCabrini ’98asd”.Anoi piacedire che è un Oratorio travestito da Associa-zione Sportiva dilettantistica. L’AssociazioneSanta Francesca Cabrini ’98 ASD è attivacome organo che cura l’ambiente oratorianodal 1998, anche se la storia dello sport comeparte integrante della pastorale della parroc-chia di S. Fran-cesca Cabriniin Roma ha radici molto lonta-ne.Per tutti noi formatori e per iPadri Maristi gli spazi che ven-gono utilizzati per le attivitàsportive vogliono essere unluogo di aggregazione e for-mazione, sia religiosa cheumana, essere e diventare unspazio educativo, cioè unluogo dove al centro delleattenzioni sta la crescita umana-cristiana diogni singolo ragazzo e ragazza, favorendocon proposte concrete, ben strutturate e pro-gressive il cammino di fede.Nel nostro nuovo statuto abbiamo voluto cita-re una frase di Papa Francesco perché ilnostro progetto educativo per i ragazzi si è for-temente riconosciuto nelle sue parole pronun-ciate ai giovani sportivi:“È importante, cari ragazzi, che lo sport riman-ga un gioco! Solo se rimane un gioco fa beneal corpo e allo spirito. E proprio perché sietesportivi, vi invito non solo a giocare, come giàfate, ma anche a mettervi in gioco, nella vitacome nello sport. Mettervi in gioco nella ricer-

ca del bene, nella Chiesa e nella società,senza paura, con coraggio ed entusiasmo”.Questo è il nostro obiettivo, ma realizzarlo èmolto complicato: trovare il giusto punto diequilibrio tra l’agonismo che stimola e incita iragazzi e la consapevolezza che un giocorimane pur sempre un gioco e come tale vaconsiderato. Noi crediamo fermamente chelo sport costituisce una dimensione fonda-

mentale nella vita di un bambino, di un ragaz-zo e di un uomo poiché è da sempre para-bola dell'esistenza con tutte le sue dimensio-ni: fatica, sana competizione, collaborazione,rispetto degli altri, perseveranza, accettazio-ne di sé, capacità di vivere in modo corretto lavittoriae lasconfittaechesuuncampodipal-lone è possibile accettare anche l’ingiustizia.Per queste ragioni, in comunione con il par-roco p. Franco Messori che ci ha sempresostenuto, abbiamo scelto di mettere a dis-posizione del nostro territorio parrocchialequesti spazi – che sono stati ristrutturati nel2010 – per accogliere i bambini dai 6/7 annifino ai ragazzi di oltre 20 anni. Quest’anno

S. FRANCESCA CABRINI‘98 ADS

di Alessandro Tramontano

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S. FRANCESCA CABRINI

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abbiamo oltre 250 tra bambini e ragazzi suddi-visi in 14 squadre che partecipano a vari cam-pionati di calcio, dai campionati organizzati dalCSI – Centro Sportivo Italiano – ai campionatiFIGC – Federazione Italiana Gioco Calcio.I bambinie ragazzi sonoseguiti daoltre40ani-

matori volontari e qua già si realizza un picco-lo miracolo perché le loro età vanno da circa18 anni fino a padri e madri di famiglia nonsempre giovanissimi. Inutile dire che non sem-pre le idee, gli atteggiamenti, le esperienzecoincidono ma di una realtà siamo tutti consa-pevoli che il fine ultimo e il bene dei ragazzi eche la vita è sempre più grande di un campoda gioco.Noi riteniamo che lo sport in un ambiente“sano” come la parrocchia possa oggi aiutaremolto i giovani che hanno paura della vita esentono parlare solo di crisi economica, di dis-occupazione, di opportunità inesistenti e dovespesso la tentazione di perdere ogni speranzae abbandonarsi ad una facile rassegnazione èpiù forte del desiderio innato in ognuno di lorodi costruirsi un futuro nel quale realizzare i pro-pri sogni. Questo luogo dove giocare, confron-tarsi, crescere per non stare sempre a prote-stare e a lamentarsi, ma essere felici e ringra-ziare Dio e cercare proprio in Lui quella sicu-rezza,quella ricercadelsensodellavitaequel-

la speranza che ogni giovane desidera.Abbiamo sempre pensato che lo sport potes-se insegnare ai ragazzi una cosa importantis-sima o perlomeno ricordargli una frase cherisuona spesso nel vangelo “non temete”. Dionon vuole che abbiamo paura perché la paura

ci fa stare fermi e ci impedisce dicombattere per quello a cui aspi-riamo, di impegnarci veramente,di faticare. E forse quello di cui igiovani ora hanno più di tuttobisogno è riscoprire questa faticache è necessaria e a cui siamotutti chiamati per rendere miglio-re il nostro futuro. La verità è cheabbiamo avuto tutto e tutto trop-po facilmente, a portata di mano,senza che sia stato necessariosforzarsi. Per raggiungere le

cose più importanti e che contano è necessa-rio che mescoliamo il nostro impegno e leenergie che ci spendiamo con la fiducia nellaprovvidenza.In questo percorso che cerchiamo di realizza-re con i ragazzi molto importante è l’educazio-ne alla sconfitta, impresa ardua in un mondoche considera solo i vincitori. È difficile perderesenza considerarsi perdente, senza trovaresempre scuse o il capro espiatorio, ma impa-rare a riconoscere i propri limiti le proprie debo-lezze capire che si può cadere e rialzarsi cheesiste la solidarietà dei compagni e che insie-mesipuòsempremigliorare.Cosìcomemoltoimportante è far capire ai ragazzi che una vit-toria non deve mai sfociare nell’arroganza.Il nostro campo da calciotto, i due campi dacalcetto e i piccoli locali al coperto costituisco-no il perimetro del mai tramontato “cortile dellaparrocchia” luogo di accoglienza, di amiciziadove poter vivere in allegria e dove è possibileavere dei rapporti di confidenza, familiari edove è possibile ricevere anche un invito ad

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S. FRANCESCA CABRINI

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una vita cristiana più coinvolgentenella nostra storia di tutti i giorni.Fondamentale è stato nella realizza-zione di tutto questo avere a disposi-zione un luogo accogliente, bello, puli-to, luminoso e in questo l’aiuto mag-giore lo abbiamo avuto dal parrocoche mai ha mancato di aiutarci in tuttii modi. Il secondo pilastro su cui que-sto si mantiene è la disponibilità di tuttii volontari che ci aiutano, quelli chequalcuno ama definire “alleducatori”,però proprio perché sempre la nostra vita èsegnata da incontri con delle persone reali chein qualche modo entrano e contribuiscono ascrivere la nostra storia vorrei nominare alcuniche in modo particolare identificano la nostraAssociazione.Giuseppe,dettoPepponenonperchéricordiilmiti-copersonaggiodiGuareschimaper lasuamole,lui è certamente un’insostituibile presenza il puntodi riferimentopergli educatorieper i ragazzi.Assunta, la nostra economa che riesce sem-pre a tenere il timone della borsa della “spesa”riuscendo, ancora non abbiamo capito come,a coniugare la rigida logica dei numeri con ilsuo grande cuore e la capacità di venire sem-pre incontro alle necessità di tutte le famiglie.Lorenzo, direttore sportivo che forse sarebbemeglio chiamare “parafulmine”. È lui che ognigiorno oltre ad organizzare allenamenti, parti-te, tornei per 14 squadre di inesperti aspirantiSpalletti, deve rispondere a disguidi, incom-prensioni e cambi di programma.

Annalisa, se non ci fosse bisognerebbeinventarla, per la sua disponibilità e la capaci-tà di capire gli stati d’animo e le aspettative digenitori e ragazzi, tutto questo con la sensibi-lità di una mamma che vuole sempre il benedi tutti i ragazzi come fossero suoi figli.Andrea, basterebbe definirlo l’ingegnere, nonsolo perché sa come mantenere una struttu-ra come questa, ma perché la sua razionali-tà, non sterile, aiuta tutti nei loro compiti e poiuno spirito di servizio come il suo è difficile daincontrare.Gino, il desiderio di vincere, la tenacia, il suoelevato agonismo… ma anche un esempioper i ragazzi che lo hanno visto arrabbiato,infuriato ma poi sempre pronto a ricomincia-re e a rimettersi in gioco.E come direbbero gli anglosassoni ultima manon ultima Carmela, la presenza costante, lamemoria storica di mille volti e mille ragazziche hanno frequentato questo luogo, l’arci-gna custode dei palloni ma allo stesso tempouna figura rassicurante e protettiva per tutti.Tanti tornei importanti, tante coppe vinte,tante sconfitte dolorose ma lo spirito della“parrocchietta” è sempre lo stesso, quandoCarmela intima lo spegnimento dei fari chiperde alza il grido “avanti ragazzi chi fa que-sto goal vince”.

Il Presidente –Alessandro Tramontano

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PADRI MARISTI - RIVAIO

Anche se la macchina parrocchialeera ancora in fase di rodaggio primadi iniziare il nuovo anno pasto-rale, la comunità del Rivaio havissuto un bel momento dicelebrazione e di festa acco-gliendo il caro p. Lorenzo Curtiche lo scorso mese di marzoaveva festeggiato il suo 50° disacerdozio.Sabato 9 settembre si è pre-sentata l'occasione per unabbraccio tra p. Lorenzo e laparrocchia da lui retta dal 1995 al1998 e dal 2005 al 2012, con un'in-terruzione dovuta all'elezione a

Provinciale dei Padri MaristiItaliani.Nella s. Messa concelebratacon i confratelli p. SergioVilucchi, p. Egidio Buccelletti ep. Emanuele di Mare e conl'arciprete della Collegiata donMarcello Colcelli, p. Lorenzoha ripercorso i momenti piùintensi del suo ministerosacerdotale e in particolare

degli anni trascorsi al Rivaio, chie-dendo soprattutto preghiere per con-

tinuare a servire degnamente laChiesa. Al termine della celebrazioneil saluto dell'attuale parroco, che più

volte ha intrecciato il suo percor-so con quello del suo predeces-sore e "maestro" e il dono di uncamice da parte della comunità.Poi tutti a festeggiare nel saloneColin (la realizzazione materialedi questo spazio polivalente siconcretizzò proprio negli ultimianni del mandato di p. Lorenzo)con un lauto buffet.

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50° DI ORDINAZIONEDI P. LORENZO CURTI

di Paolo Serafini

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PADRI MARISTI - RIVAIO

Meritata e sentitafesta per il 25 anni-versario di sacerdo-zio dell'attuale èarro-co, p. Emanuele diMare. Alla presenzadei familiari venutidalla terra di origine,la comunita' delRivaio insieme allaFamiglia Marista, sie' stretta attorno alsuo Parroco, primacon una concelebra-zione nel santuariodel Rivaio e poi con

un momento conviviale nel nuovo saloneColin. Il risultato...una splendida sera-ta!!!!"Ci e’ scappato anche un attesissimoritorno sul palco di Paolo e Fabio checon le loro cantanti chitarre, hanno

festeggiato il parroco alla loro maniera,strappando sorrisi e applausi.

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25° DI ORDINAZIONEDI P. EMAUELE DI MARE

di Fabio Luconi

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LAICI MARISTI

INCONTRO DEL COORDINAMENTODEL LAICATO MARISTA EUROPEO

di Paolo Serafini

Lo scorso luglio (dal 4 al 6) si è tento aLione l’annuale incontro del coordina-mento del laicato marista europeo(EMLC) al quale ho partecipato in quali-tà di delegato perl’Italia. Per ragioni divolo sono arrivatoall’aeroporto Saint-E-xupery con un giorno dianticipo. Un cambio diterminal e problemi ditelefono hanno resorocambolesco l’incon-tro con il corrispettivofrancese, Georges La-jara, che era venuto aprelevarmi. Affrontandocode degne del raccor-do anulare all’ora di punta, mi ha con-dotto in auto alla sede che ci ha ospita-to: la casa marista di Sainte-Foi, dive-nuta luogo di accoglienza per i padrimaristi francesi più anziani o con diffi-coltà di salute.Il mattino seguente, in attesa dell’arrivodegli altri e nonostante il gran caldo cheho trovato anche lì, mi sono concessouna lunga passeggiata in città, conimmancabile tappa a Fourvière, doveho depositato un’intenzione di preghieraper tutti i maristi italiani. Quindi il gruppodei delegati EMLC si è composto nelprimo pomeriggio. Oltre a me eGeorges sono arrivati Elisabeth Neitzel(Germania), Anne Sophie Torp (Nor-vegia), Maureen Meatcher (Inghilterra),

Nuala Fox (Irlanda) e il coordinatoreDavid Sanz de Diego (Spagna).L’Olanda non è riuscita ad essere pre-sente.

Abbiamo cominciato riportando le prin-cipali novità dai rispettivi paesi di prove-nienza, quindi ci siamo uniti ai padri perla preghiera serale e per la cena. Dopocena l’incontro è proseguito con la revi-sione finale dello statuto del LaicatoMarista Europeo, al quale siamo giuntidopo, al termine di un percorso di scam-bio. David ci ha informato sulla parteci-pazione di due delegati laici al prossimoCapitolo dei Padri Maristi e sull’invitogiunto dalle Suore Mariste per le cele-brazioni che si terranno a Coutouvre inottobre per il bicentenario dell’iniziodella Società della Sainte Vierge.Mercoledì al mattino è toccato a mepresentare il rendiconto finanziario; diseguito abbiamo proseguito con l’argo-

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LAICI MARISTI

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mento principale, il prossimo MeetingEuropeo in programma per il 2019 inIrlanda. Alla luce dei risultati dell’ultimomeeting di Los Negrales, si sono indivi-duati i punti da migliorare soprattutto pergarantire un programma interessante,ma che non tiri il collo ai partecipanticonsentendo momenti di riflessione e discambio anche informale. Il gruppoirlandese, nonostante l’età media avan-zata, ha già organizzato dei team dilavoro e un piano di azione ben definito.Individuata anche la data e la sede delMeeting: An Grianan, sulla costa orien-

tale, a nord di Dublino, il 28 luglio – 2agosto 2019.A fine mattinata abbiamo partecipatoalla S. Messa con i padri, quindi nelpomeriggio ci siamo confrontati sui temida proporre. Concordemente abbiamoritenuto di proseguire il percorso iniziatonel 2017: scoperta la gioia di esseremaristi (Torino 2007), tornati ad attinge-re alle sorgenti (Francheville 2011), sin-tonizzati con la chiesa sognata da papaFrancesco (Los Negrales 2015), voglia-mo confrontarci adesso con l’attualità

della spiritualità marista per il tempo eper il mondo in cui siamo chiamati avivere. Il prossimo anno l’EMLC si riuni-rà nuovamente in Irlanda e questo tematroverà il suo titolo definito e sarà decli-nato in conferenze e lavori di gruppo.Terminati i lavori siamo tornati insiemein città salendo ancora a Fourvière.Dopo cena, un momento di ricreazionecon i padri. Tutti sono stati molto acco-glienti, alcuni molto brillanti, nonostantel’età, come il padre novantasettenneche accompagna premurosamente glialtri in carrozzella; qualcun altro, appa-

rentemente piùspento, riac-cende la suavitalità cantan-do in coro oraccontandoqualche mo-mento dellasua ricca espe-rienza sacerdo-tale o missiona-ria. Hanno mo-strato interessee curiosità perl ’esper ienzache il ramo

laico della Società di Maria sta vivendoin questi anni.Giovedì doveva essere il giorno dellapartenza per tutti, o quasi… infatti lapovera Maureen ha dovuto trattenersiforzatamente poiché un guasto ai com-puter ha costretto la British Airways allacancellazione di tutti i voli. L’appun-tamento è al prossimo mese di luglio inIrlanda per la messa a punto delMeeting e la visita alla casa che lo ospi-terà.

Paolo Serafini

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LAICI MARISTI

Lo scorso 17 Giugno, alla vigilia dellafesta patronale della Madon-na delleGrazie, Annunziata, Elena e Luigi hannocelebrato nel santuario del Rivaio la loroadesione alla famiglia marista come laici.Nel percorso di formazione sono statiaccompagnati da Ginetta Angori, laicadel gruppo di Castiglion Fiorentino

Alla celebrazione, presieduta da p.Antonio Airò, incaricato per il laicato inItalia, e concelebrata con il parroco p.Emanuele di Mare, hanno partecipatoanche Giusi, Paola, Sandra, MariaAssunta e Luigi, del gruppo di laici dPratola Peligna, ormai prossimo a com-pletare il percorso di formazione.

Nel prossimonumero di Ma-ria ci sarà spazioper la celebra-zione che si ètenuta a Pra-tolail 5 novembrecon l’adesione di17 fratelli e sorel-le laici alla Fa-miglia Marista

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ADESIONI ALLA FAMIGLIA MARISTAdi Paolo Serafini

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PUBBLICAZIONI

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Pietro Barbieri èstato un prota-gonisti della vitasociale, politica,culturale ed ec-clesiale italiana.A lui è dedicatoil recente volu-me di PaoloRizzi, dal titoloUn italiano mon-signore. PietroBarbieri il primo

cappellano di Montecitorio. Il libro, con laprefazione del card. Gianfranco Ravasi,raccoglie testimonianze e fonti di archivioLo chiamavano don falsario. Lavorava inVaticano e le sue contraffazioni di docu-menti, tra 1943 e 1944, hanno salvato lavita a decine di ebrei e antifascisti. Di mon-signor Barbieri, morto nel 1963 a Roma enato a Valle Lomellina nel 1893, esiste unavastissima aneddotica.Notizie che presentano questo prete al cen-tro delle più svariate azioni, degno protago-nista di un romanzo: fondatore di ospedali eimprese, fabbricatore di passaporti falsi,editore, commentatore del Vangelo radiofo-nico domenicale, cappellano di Montecito-rio, consolatore di Sacco e Vanzetti primadell’esecuzione…Dopo l’8 settembre 1943 fece fabbricarecarte d’identità e passaporti, i lasciapassareverso la salvezza dei conventi per chi eraperseguitato dai nazifascisti. Faceva regi-strare queste persone con nomi di santi opseudonimi. In un caso lui stesso arrivò aingoiare il materiale per evitare la fucilazione.

Viveva allora a Roma, in via Cernaia 14,ospite presso i Padri Maristi. Ed in quellacasa si tennero in segreto le prime riunionidel Comitato Nazionale di Liberazione.Conosceva vari leader politici, tra cui ilsocialista Pietro Nenni (di cui celebrò ilmatrimonio della figlia) che fece nasconde-re a lungo, proprio nella comunità marista divia Cernaia, vestito da prete e grazie a undocumento falso che gli aveva preparato.La sua azione è ricordata anche in unatarga posta sulla facciata dell’abitazione divia Cernaia: «In questa casa visse e soffer-se il sacerdote di Cristo, monsignor PietroBarbieri. Nei tristi giorni della occupazionenazista fraternamente accolse senza distin-zione di fede e di opinione quanti persegui-

tati cercavano asilo». L’abitazione avevadue ingressi: uno ufficiale e uno segreto,che consentiva l’accesso a tutte le personeche lui proteggeva, con il beneplacito delVaticano.Per chi volesse saperne di più si consiglia:Paolo Rizzi, Un italiano monsignore. PietroBarbieri, Il primo cappellano diMontecitorio,Effatà Editrice, 2017, pp. 176, € 12.

DON FALSARIOL’AVVENTUROSA VITA DI UN PRETE

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PADRI MARISTI - RIVAIO

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Ancora insieme….sì!!! Dopo un lungo annodi appuntamenti del lunedi in parrocchia,ecco l’atteso campo estivo dei nostriragazzi del 2001 e 2002 a fine luglio 2017.Anche stavolta a Corezzo, ma mai idea piùazzeccata a causa della calura esti-va di quest’anno: a Corezzo infatti cisi attestava a meno 5 gradi circadella temperatura di Castiglioni!Dopo una scoppiettante partenzacon un bel gioco “giallo”, venivaaffrontato il tema di quest’anno:“Insieme …nella giusta direzione”incentrato nell’”ascoltare”.Ascoltare chi ci parla, negli insegna-menti; riflettere su cio’ che ci capita,sul vissuto, sui movimenti dellanostra vita che sono lezioni dalle quali pos-siamo imparare sempre qualcosa.Ascoltare gli amici, il prossimo; affidarsi enon pensare mai di non aver bisogno deglialtri. Ospite speciale in una delle nostreserate, il prof. Beppe Piegai che avevamogia’ conosciuto al Rivaio in sue precedentivisite e che è venuto molto gentilmente afarci riflettere su questi temi anche lassù, incima al Casentino.Simpatiche e formative le gite infrasettima-nali: Camaldoli, con la visita all’Eremo e al

Monastero più in basso, con traversata delbosco in discesa e successiva risalita….Che fatica…!Altra camminata a Frassineta, ove unachiesa romanica e una buona ombra, ciattendevano per mangiare al sacco e ripo-sare prima di finire il giro a piedi dell’interavallata ove è posto Corezzo.Oltre ai giochi nel campo sportivo di matti-na e pomeriggio, diversi intrattenimentiserali hanno occupato i nostri “dopo-cena”:il “Pirenigma” dove i nostri ragazzi si sonocimentati nel risolvere enigmi a ciclo conti-nuo, in un conto alla rovescia che non per-donava; “Avanti un altro” con domande biz-zarre almeno quanto i presentatori!

Inoltre la serata finale ove le quattro squa-dre dovevano sceneggiare la canzone“Hanno ucciso l’uomo ragno”… e vi lascioimmaginare lo spettacolo che è venuto fuori☺ ☺ ☺!La s. Messa finale con il rinfresco e il rega-lino del campo hanno concluso la settima-na in quota. Benissimo ragazzi e ragazze…tutto per il meglio questa estate e abbiamogia’ ricominciato a trovarsi i lunedi e quin-di… alla prossima!

Fabio e gli animatori

CAMPO ESTIVO GIOVANISSIMICorezzo 2017

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PADRI MARISTI

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Si è tenuto presso l’Eremo di Bienno(Valle Camonica) il ritiro annuale deimaristi italiani. Le meditazioni sono statecondotte da Mons. Luigi Bettazzi, vesco-

vo emerito di Ivrea e unico padre conci-liare italiano ancora in vita. Nonostante isuoi quasi novantaquattro anni, personavivacissima ed esuberante. Ha parlatoproprio del Concilio Vaticano II, da luivissuto in prima persona, soffermandosiin particolare sulle quattro costituzioni ecitando anche aneddoti e fatti pococonosciuti. In modo parallelo ai temi con-ciliari, ha condotto una presentazionedel libro dell’Apocalisse. Tra i parteci-panti, si sono uniti ai maristi anche quat-tro preti provenienti da alcune diocesi delnord Italia.

I 175 anni di presenza marista a Tongasono stati celebrato a Pangaimotu Islandcon una Messa presieduta dal Card.Soane Patita Paini Mafi. In questo sito, il2 luglio 1842 fu posta una croce biancache segna il luogo dove fu celebrata laprima Messa in Tonga. Pangaimotu èuna piccola isola nel gruppo Tongatapusituata vicino alla capitale. È raggiungibi-le da Nuku’alofa con un viaggio in battel-

lo di una decina di minuti. Alla Messa delmattino hanno partecipato più di millecattolici da tutta Tongatapu e da ‘Euache hanno raggiunto l’isola in battello.Una targa celebrativa dell’anniversario èstata scoperta dal Card. Mafi. In conco-mitanza con le celebrazioni, il Card. Mafiha ordinato prete Lutoviko ‘Olie, il 29 giu-gno a Pea. Pea è stato il primo villaggioa ricevere la fede cattolica. P. JosephChevron della Società di Maria raggiun-se Tongatapu, accompagnato da Fr.Altaic, su invito del Vescovo Pompallier.Chevron e Altaic risposero all’invitoinviato loro mentre erano a Lakeba, Figi,attraverso i parenti del capo di Pea,Moeaki.

Così l’ordinazione di p. Lutoviko 'Olie (28anni) si è legata all’anniversario dellaChiesa Cattolica in Tonga. Lutoviko èentrato nel Marist College di Suva nel2008 e in novembre dello scorso annoha conseguita il Baccalaureato inTeologia - Magna cum Laude - presso ilSeminario Regionale del Pacifico,eattualmente insegna all’ Apif'ou College.

Professione perpetua. Il 14 luglio, a con-clusione del ritiro organizzato dalla

Not iz ie in breve

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PADRI MARISTI

Provincia d’Europa, Tom Kouijzer ha fatto laprofessione perpetua nella cappella de LaNeylière. Tom viene dalla regione dei Paesi

Bassi. Dopo la fine degli studi teologici aRoma, è membro della nuova comunità diformazione An Turas, Dublino.

Costruzione di una nuova scuola aDakar (Senegal). Lunedì 9 ottobre è statauna giornata importante per il Distrettodell’Africa: la scuola marista di Dakar haaperto le sue porte a 300 bambini. Il pro-getto era iniziato diversi anni fa, con il desi-derio del distretto di elaborare un progettofedele alla vocazione originale della Societàsull’educazione, e incoraggiato dagli orien-tamenti dell’ultimo Capitolo Generaleriguardo alla missione educativa in tutte le

sue forme. Sostenuti dall’AmministrazioneGenera-le, i confratelli del Distrettodell’Africa si sono impegnati ad aprire uncampus scolastico nella periferia di Dakar.In quest’area c’è attualmente un “boom dirichieste di acquisto” che attrae famiglie chehanno bisogno di scuole e di strutture didat-tiche. Il progetto è iniziato con l’acquisto diun annesso già esistente del Cours Sainte

Marie de Hann e con la costruzione di unnuovo plesso a Ndiakhirate, nella periferiadi Dakar. Quest’anno il Cours Sainte Mariede Ndiakhirate accoglie bambini in scuolematerne e primarie, con 14 tra insegnanti edirezione. L’obiettivo è di sviluppare ulterior-mente la scuola e includere anche l’istru-zione secondaria. Gli alunni sono ragazzi eragazze e appartengono a tutte le religioni,cattolica e musulmana.

Coutouvre, 3 ottobre, festa del bicentena-rio delle Suore Mariste. Le Suore Maristehanno invitato un’assemblea impressionan-te a festeggiare con loro il bicentenariodella loro fondazione. Sono passati 200anni da quando Jeanne-Marie Chavoin e lasua amica Marie Jotillon lasciaronoCoutouvre, caratteristico paesino rurale neipressi di Roanne, per recarsi a Cerdon suinvito di Pierre Colin, parroco e fratello diJean-Claude. Queste donne erano piene difiducia nella Vergine Maria che, pensavano,contava su di loro per iniziare un’opera condelle religiose. Suor Teri O’Brian sm aveva

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PADRI MARISTI

preparato la celebrazione con cura ed entu-siasmo, per ricevere un buon numero disuore, venute da Roma, Canada, Irlanda,Australia, Figi, Filippine, Senegal... C’eranoanche diversi Padri Maristi provenienti daTolone, Lione e La Neylière, P. Paul Walshche rappresentava il Provinciale d’Europa,trattenuto a Roma per il capitolo generale,alcuni Fratelli Maristi e Suore SMSM; eranopresenti anche dei laici maristi e soprattuttomolti abitanti di Coutouvre: la Signora sin-daco, l’attuale proprietario della casa diJean-Marie, la corale locale... e molti altri.La messa, momento centrale della giorna-ta, è stata seguita dal pranzo in una gene-rale atmosfera di amicizia e di festa.

Due ordinazioni diaconali in Oceania.

Domenica 21 maggio due confratelli, PeterPumae e Mika Tuilau, originari il primo delleIsole Salomoni e il secondo delle Isole Figi,sono stati ordinati diaconi nella cattedraledel Sacro Cuore di Suva dall’arcivescovoMons. Peter Loy Chong. Ambedue sonoall’ultimo anno di formazione iniziale alMarist College di Suva.

Spagna: una nuova comunità marista aSahagún (Progetto “Camino”) e l’addio aMalgrat. Mentre sta prendendo forma l’av-vio della nuova comunità di Sahagún (dellaquale farà parte anche p. Andrea Volonni-no), i maristi hanno terminato la loro pre-senza a Malgrat. Il 30 giugno e il 1 luglio siè tenuta la festa di addio, con il passaggio

della direzione della scuola ai FratelliMaristi. È stata una celebrazione piena digioia, ricca di emozioni, intitolata GRÀCIES(Grazie). Molte parole di gratitudine pronun-ciate nell’occasione: ecco la testimonianzadi Maria Antonia, attuale preside dell’IstitutoSan Pietro Chanel di Malgrat: «È difficilemettere per scritto i sentimenti che mi per-vadono pensando a ciò che la scuola e i

padri maristi rappresentano per me. Mauna cosa è chiarissima al mio cuore: tuttopuò riassumersi in una parola: GRAZIE.Per me, i padri maristi sono stati – e, nesono certa, resteranno – famiglia, compa-gni, amici, consiglieri e, in più occasioni,confidente di coscienza. Fin dai primi giorni,fin dal mio arrivo alla scuola, ho provatoun’accoglienza calorosa e, ben presto, lascuola è diventata la mia casa. Per oltretrent’anni, ho condiviso numerosi momenti,soprattutto momenti felici. Alcuni sono statidifficili e anche complicati, ma grazie alvostro esempio e al vostro sostegno sonoriuscita a superarli. Vi ringrazio per avermipermesso di svolgere il mio compito secon-do le mie inclinazioni, per avermi permessodi ricevere una formazione come insegnan-te, di crescere vicino a voi come persona;grazie soprattutto per la genuina fiducia chemi avete manifestato. Non potrei conclude-re senza ringraziarvi per l’immensa genero-sità e il senso di responsabilità che avetemanifestato prendendo la difficile decisionedi lasciare la comunità di Malgrat trasferen-do la scuola ai Fratelli Maristi... Graziemolte e a presto!».

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INDICE

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MARIA

Mensile sulle operee sulle missioni

dei Padri Maristi italiani

Direzione e Amministrazionevia Livorno 91 - 00162 Roma

tel. 06/ 860.45.22fax 06/86205535

e-mail:[email protected] page: www.padrimaristi.it

Direttore responsabileD. Giuseppe Mensi

Quote di abbonamentoOrdinario 15,00Sostenitore 25,00Benemerito 35,00

C.C.P. n.29159001 intestato aCentro Propaganda Opere Mariste

via Livorno - 00162 Roma

Autorizzazione Tribunale di Romadel 23.12.94

con approvazione ecclesiastica

Sped. Abb. Post. 27,2,549/95Taxe perçue

Roma

StampaGrafica Artigiana Ruffini

via Piave, 36 - 25030 Castrezzato (Bs)tel. 030.714.027fax 030.7040991

e-mail: [email protected]

2 Spiritualità mariana

6 Papa Francesco

8 Padri Maristi

11 S. Francesca Cabrini

14 Castiglion Fiorentino

16 Laici Maristi

19 Pubblicazioni

20 Castiglion Fiorentino

21 Notizie in breve

n. 4-6

Per chiedere il dono della speranza

O Padre, come il sole illumina laterra e le dà calore e vita, così il tuoamore ravviva in noi la tua presenza,nella quale noi viviamo, ci muoviamoed esistiamo. Come nel passato seistato fra noi nel momento della diffi-coltà, ora continua a beneficarci conil tuo santo aiuto. Ora ti prego,Signore, guarda con bontà quelloche si sta compiendo per il mio bene.Guida con sapienza i medici e tutticoloro che si prendono cura di me.Infondi, con la tua grazia, la tua forzaguaritrice, perchè ritornino in me lasalute e la forza. Ed io innalzerò unrendimento di grazie per la tua mise-ricordia senza limiti. Amen.