Tu accompagnasti la vita mia … Ti amo in tutto, o di ...

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Ti amo, o mio Dio, nei doni Tuoi, ti amo nella mia nullità, ché anche in questo comprendo la tua infinita sapienza: ti amo nelle vicende molteplici, svariate o straordinarie con le quali Tu accompagnasti la vita mia … Ti amo in tutto, o di travaglio o di pace, perché non cerco, né mai cercai le consolazioni di Te, ma Te, Dio delle consolazioni. perciò mai mi gloriai, né mi compiacqui di quello che mi donasti nel tuo Divino amore per sola grazia gratuita, né mi angustiai e turbai, se rilasciata nell’aridità e pochezza. Beata Maria Teresa di Gesù Per informazioni, richieste, attestazioni di grazie ricevute, rivolgersi a: POSTULAZIONE ISTITUTO DI NOSTRA SIGNORA DEL CARMELO Casa Generalizia - Via dei Baglioni, 10 00164 Roma - tel. 06 66153752 Poste Italiane - Poste Italiane S.p.A. - Sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Roma - TAXE PERÇUE - TASSA RISCOSSA - ROMA - ITALY - Contiene I.R. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date (Mt 10,8) LA FIAMMELLA Periodico dell’Istituto Nostra Signora del Carmelo Numero 3 - Anno 2015

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Ti amo, o mio Dio, nei doni Tuoi,

ti amo nella mia nullità,

ché anche in questo comprendo la

tua infinita sapienza:

ti amo nelle vicende molteplici,

svariate o straordinarie con le quali

Tu accompagnasti la vita mia …

Ti amo in tutto,

o di travaglio o di pace,

perché non cerco,

né mai cercai le

consolazioni di Te,

ma Te,

Dio delle consolazioni.

perciò mai mi gloriai,

né mi compiacqui

di quello

che mi donasti nel tuo

Divino amore

per sola

grazia gratuita,

né mi angustiai

e turbai,

se rilasciata

nell’aridità

e pochezza.

Beata Maria Teresa di Gesù

Per informazioni, richieste, attestazioni di grazie ricevute, rivolgersi a:

POSTULAZIONE ISTITUTO DI

NOSTRA SIGNORA DEL CARMELO

Casa Generalizia - Via dei Baglioni, 1000164 Roma - tel. 06 66153752

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LA FIAMMELLAPeriodico dell’Istituto Nostra Signora del Carmelo Numero 3 - Anno 2015

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La FIAMMELLA 3

Sommario

EDITORIALE 3

Natale 4

Nulla è impossibile a Dio! 5

Maternità e grazia 8

Gratis siete salvi 11

Fiamma a cielo aperto 13

Natale: Dio è passato dalle parole

alla parola fatta carne 16

Professioni religiose

Il giorno tanto atteso è arrivato! 19

The Delegation day 22

Il laboratorio dell’amore di Dio 23

L’incontro con i Giovani carmelitani

Il progetto Awakening 25

Maria di Nazareth e il dono di sé 28

La gioia della missione 30

Credo in un mondo migliore 32

Una grande sorpresa 34

Preghiera 36

La FiammellaNumero 3Anno 2015

Periodico quadrimestrale di proprietà dellaCongregazione delle Suore Carmelitane Istituto di N.S. del CarmeloVia dei Baglioni, 1000164 ROMA

Direttore Responsabile:

Filomena Fina

Direzione Redazione:

Suore CarmelitaneVia dei Baglioni, 1000164 ROMATel. 06 [email protected]

Abbonamento Annuo:

Ordinario: € 10,00Sostenitore: € 20,00CCP 31320005 intestato a:Istituto di N.S. del CarmeloVia dei Baglioni, 1000164 ROMA

Registrato alla Cancelleria del Tribunale di RomaDecreto 301/96 dell’11.06.1996

Finito di stampare nel mese di Novembre 2015presso:Tipografia Cardoni s.a.s. - [email protected]

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Gratuitamente avete ricevuto,gratuitamente date (Mt 10,8)

LA FIAMMELLAPeriodico dell’Istituto Nostra Signora del Carmelo Numero 3 - Anno 2015

EDitoriale

Al centro della storia della salvezza c`èl`iniziativa gratuita di Dio che chiamal`uomo all`esistenza e lo salva

quando cade nel peccato mandando il suofiglio, Gesù Cristo: il dono più grandeche riceviamo da Dio e che celebriamonell’imminente Natale.Credo che tutti noi possiamoquotidianamente osservare come moltospesso le nostre relazioni manchino delsenso della gratitudine. Noi riceviamosempre di più di quello che doniamo eppurespesso l`indifferenza domina gran partedella nostra esistenza. Si dà tutto per scontato,tutto è ovvio e dovuto. La gratitudine invece è unsentimento di affetto e di riconoscenza. Esso trasparesoprattutto nelle così dette “piccole cose” della vita quotidiana. È unatteggiamento che si manifesta in tanti modi, dal dire grazie per unaseppur piccola cosa ricevuta, al saluto, alla disponibilità, alla riconoscenzavera e propria. La vita consacrata testimonia la gratuità dell`amore di Dio che si traducenel dono di sé per il Regno di Dio.La gratitudine è un formidabile veicolo di benessere sociale. Le personeinclini alla gratitudine si distinguono per un maggiore senso di vicinanzaagli altri, ciò le aiuta a costruire solide reti sociali che sono un fattoreessenziale per il benessere individuale. Sentirsi riconoscenti non basta ènecessario esprimerlo. Se tutti coltivassimo il senso di gratitudine la nostra vita sarebbe molto piùrosea, perché sarebbe costituita da relazioni sociali molto piùsoddisfacenti: si diffonderebbe la gioia interiore, il senso di gratificazione,il rispetto per gli altri, per l`ambiente. La gratitudine, dobbiamoammetterlo … è davvero l`inizio della grandezza per ognuno di noi. TantiAuguri di Buon Natale!

Sr Annie Petta

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Nulla è impossibile a

L’altra mattina lalettura dellamessa era dal II

libro dei Re. Naaman sipresentò al re peressere guarito dallalebbra. Eliseo mandò adire al re di mandarloda lui che lo mandò alavarsi sette volte nelGiordano per guarire. La cosa sembròtalmente semplice chenon fu neppurecreduta. Il sacerdotecelebrante commentò:“Dio non ha bisogno difare cose strepitose per le sue opere, fa le sue opere nella semplicità, tuttofa nella semplicità perché è Dio”. Non so perché, ma durante la lettura enella spiegazione, mi venne da pensare a “dona Deusita”. Era unpomeriggio e le signore del Club das Maes, nel Centro Sociale di S. Josèin Manaus erano in silenzio, quando entrò una mamma che subito scoppiòa piangere e gridò: “Non voglio morire, non posso morire, ho tanti figli etanti nipoti che devo allevare!” Poi a singhiozzi spiegò che quella stessamattina la dottoressa dell’Istituto di Oncologia, dopo la visita e il controllodegli esami le aveva detto “di tornare a casa e di stare tranquilla, mangiaree darsi pace, perché i medici non potevano più fare niente per lei”. Infattiaveva già fatto diverse cure e ultimamente anche un intervento per untumore che si era riformato … stare tranquilla, mangiare e darsi pace …quando in casa non c’era niente se non un nugolo di ragazzi chereclamavano.Tutte le mamme si alzarono, parlavano, chiedevano, gridavano. Io mitrovavo da poco in Brasile, non capivo niente, si rivolsero a me dicendo

Dio!NATALE

Viene per chi sta dietro la porta chiusa“Ecco sto alla porta e busso …”

Egli non viene né per onorare il suo nomené per salvare la sua dignità:

viene per chi sta dietro la porta chiusa.E chi ci sta dietro la porta chiusa?

Io ci sto: in tanti ci stanno; ci sta il mondo.Il quale mi sembra ancora più sprangato

in questo Natale …Da secoli, non da decenni, Egli attende …ma anche se tardasse un po’…, aspettatelo:

Egli verrà e lo vedrete tutti e ne godrà il vostro cuorepoiché Egli viene a portare la pace al suo popolo

e a restituirgli la Vita.

Don Primo Mazzolari

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“Bisogna fare qualcosasuora, qualcosa!” e una disse“Una novena tutte insieme!”“Ma a chi?”. Tornai a casa,chiamai la consorella eritornammo a S. Josè con leimmaginette della MadreFondatrice, che da pochigiorni avevamo ricevuto daRoma in portoghese.Tutte in ginocchio per terrarecitavamo la preghiera, poitutte abbiamo pregatoindividualmente e ci siamoimpegnate a continuare lapreghiera a casa nei giorni incui non ci si riuniva al CentroSociale. Anche le suore siimpegnarono, facevamo lanovena 3 volte al giorno.Tutte volevamo la guarigionedi dona Deusita.Passarono alcuni giorni e nonsapemmo più niente. Dopouna settimana o più vidi la

figlia dell’ammalata e chiesi notizie della mamma. “Sta bene – mi rispose– è andata a lavorare” “A lavorare? Ma come? Non capisco” pensai. In unmomento mi passarono per la mente mille pensieri. La bambina spiegò“La mattina si sentiva bene, non aveva più male (quale mattina?) è andatadove davano lavoro e adesso lavora con i muratori a pulire le case incostruzione”. È così, i poveri e i semplici vedono tutto normale. Voleva laguarigione e l’aveva ottenuta, non ha fatto rumore, non ha avvisatonessuno, è andata a lavorare. Quando riuscii a parlare con dona Deusita,dopo un mese o più, chiesi spiegazioni e mi raccontò “Ho visto, o sognato,una suorina che mi ha detto: Vuoi guarire? Risposi di si. Mi disse – facuocere da tuo marito 1 Kg di riso, non buttare via l’acqua, bevita tutta, tifarà bene”. Così fece e la mattina si alzò, era guarita. Aveva creduto.Semplice, più facile che lavarsi sette volte nel Giordano. Noi, le suore,restammo dubbiose, ma lei era guarita e ci credevo come non ci credevo.

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Tutte le signore del Club dos Maes invece erano sicure fin dal primomomento, avevano fede, la fede dei poveri, dei bisognosi, la quale allevolte fa difetto a noi.Poi ci consigliarono di andare all’Istituto Oncologico per i dovuti controllie accertamenti, era un po’ lontano e scomodo da raggiungere, ma andai.Subito mi chiesero se era per il certificato di morte e avendo parecchi figlici fosse necessità di qualche aiuto. Quando seppero quel che volevo fucome muovere un vespaio. Tutti volevano sapere come, perché … manessuno disse mai “Non è vero, non può essere”, ci fu anzi molto interesseper la Madre Fondatrice – la suorina – e per la sua vita, anzi mivergognavo di non conoscerla meglio. Durante le ricerche dei documentie le svariate visite fra i medici e le infermiere non abbiamo mai avuto un“no”, ma curiosità e stupore. Ad un certo punto c’era da guardare i vetriniper l’esame istologico, per fare il confronto, ma qualche giorno primaun’inondazione aveva allagato l’archivio, spazzato via i cassetti e tutti ivetrini sparsi nell’acqua. Furono raccolti e messi tutti in un catino … pocasperanza di ritrovare quello che si cercava. Furono ritrovati tre, di cui duein buone condizioni. Ancora una volta il Signore fece vedere che a Luinulla è impossibile; c’è la fede dei semplici, degli ignoranti, di quelledonne, molte delle quali analfabete, che trasporta le montagne. Tuttoavveniva secondo lo stile della Fondatrice che non voleva pubblicità enascondeva i doni di Dio su di lei e la sua santità. Quella guarigione furiconosciuta miracolosa dalla Congregazione dei Santi, valida per labeatificazione. Quei giorni e le feste in rendimento di grazie celebrate inparrocchia e in cattedrale a Manaus furono un bel riconoscimento dellasantità della Madre Scrilli, quando tutta Manaus si mosse, ne parlò latelevisione, i giornali, anche oltre Manaus. Una giornalista alla fine diun’intervista sorrise e disse “Come è facile per Dio e bello per noi vedereche Dio ci segue, ci ama e ci aiuta quando ci si mette nelle sue mani”.

Sr Amabile Dalla Valle

Dona Deusita

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Maternità e

La Grazia è il dono gratuito e inatteso che ricevo ogni giorno senzasapere il perché e quando arriverà. Per Grazia del Signore vivo, compio scelte e azioni, ma sempre

nel quotidiano dipanarsi della vita, comprendo che nulla viene da me senon per la Grazia che ricevo.Sono la moglie di Paolo e la mamma di Chiara, Livia e Lucia, trascorrole giornate ad occuparmi di loro.Quando sono arrivati nella mia vita, per primo Paolo, il marito, mi sonosubito sentita impegnata a costruire la relazione e il legame di sentimentie vincoli che caratterizza il fidanzamento e poi il matrimonio, e sempre,credendo di fare il compito che mi era assegnato, ho accolto quel vorticedi entusiasmo, gioia e fatica della costruzione di una vita in coppia,insieme; successivamente com’è nella natura delle relazioni familiari,sono arrivate le figlie e l’esperienza di dare la vita, nutrirla, accudirla,crescerla ha pervaso i miei pensieri, i progetti del futuro, le giornate dalmattino al tramonto.L’esperienza di vivere con loro, come moglie e madre, di accompagnarela loro vita, ha sviluppato in me la riconoscenza verso il Signore per ildono di avermeli donati, il marito e le figlie, mi sono sentita onorata diaver ricevuto queste loro vite in carico, da portare avanti, da accudireaccompagnare, proteggere, ed è stata la più grande sorpresa per mescoprire man mano, a piccoli passi, tra sensazioni, non detti eoccasionali episodi fugaci, che io sono la grazia per loro, che lorosentono e vivono questo dono riconoscente di avere me, e noi tuttireciprocamente. Alle volte capitava quando le figlie erano piccole chemi sentivo stanca e appesantita dal tran tra quotidiano e mentre leaccudivo tra un bagnetto e una merenda, tra una febbre e un compitoscolastico, mentre io vedevo la mia fatica e spossatezza loro mielogiavano per la bellezza e la presenza accudente; come era possibilepensavo che la stessa persona potesse essere vista da angolature cosìdifferenti!!

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Certo con il passare del tempo e la trasformazione dei legami ècomprensibile che loro mi percepiscono dal punto di vista del“prendere” e io da quello del “dare”, così come io li vedo “perfetti” nelloro entusiasmo del crescere, del realizzarsi come persone, sonoorgogliosa dei loro successi, contenta delle loro cose, mentre loromettono in evidenza le fatiche, le mancanze che vivonoquotidianamente.Nessuno di noi ha messo a disposizione dell’altro se non il proprioesserci e ciascuno non ha piena consapevolezza della grande importanzache ha per gli altri, in questo è la gratuità con cui Dio ci ha legatiinsieme, ed è difficile comprendere la portata di tale valore se non ci simette nei panni dell’altro. Solo l’immaginare quanto io sono importante per le mie figlie e per miomarito mi può vagamente avvicinare alla sensazione di amore cheprovano loro nei miei riguardi, e viceversa.

Ho scoperto quant’è inesauribile la forza che mi permette di“sopportare”, che mi permette il “sacrificio” (nel senso esatto deltermine, ossia del “render sacro”) per amore, che consente il donarmiall’altro e lo scoprire che donandomi all’altro faccio il più bel dono a mestessa.Ho ringraziato Il Signore perché mi ha dato un ventre che può generare,accogliere, nutrire e partorire, un ventre caldo e accogliente che Dio hascelto per deporre il seme della vita.Come donna so. Se solo voglio sapere, so. Come ogni donna, ho in mequel germe sapienziale che è della femminilità. Ho cominciato e stoimparando a nutrirlo, amarlo e cercarlo in ogni momento, in ogniesperienza, per fare di ogni esperienza un tesoro di conoscenza per ilfine ultimo che è l’amore incondizionato. Fare di ogni esperienza un tesoro vuol dire lasciarsi andare alla vita conlo stesso totale abbandono che mi hanno insegnato le bimbe che sislanciano tra le braccia della mamma.La femminilità materna per me è la continua richiesta di trasformare,lasciarmi andare e trasformare, morire e rinascere, morire e rinascereancora e ancora e sempre. Così sarò per la vita dei miei familiari, ildono che la vita stessa mi ha chiesto di essere.Io e mio marito stiamo accompagnando le figlie all’esperienza che lebraccia che le accolgono le confortano le proteggono (le nostre) sono le

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grazia

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braccia di Dio, che la nostra voce è il suono liquido di Dio, che il latte èil nettare dell’amore di Dio. Poiché Dio vive nel profondo del cuore enon può essere scoperto se non attraverso la madre, il padre. Rimarrebbe là, nascosto, se una madre non lo rendesse visibile, tantocome noi non possiamo guardare il Sole perché è troppo visibile, mapossiamo guardare la Luna, che accoglie amorevolmente la luce del solee ce la riconsegna affinché noi la possiamo conoscere. Questo è quantoio come mamma posso fare: rendere visibile il nascosto, manifestare ilDivino che soggiace dietro alle persone e alle occasioni che incontrano,Divino che rimane nascosto nel cuore perché troppo assoluto e insiemetroppo semplice per essere colto.Diventare ciò che si è, è il compito di ogni mia figlia, diventare ciò chesono per la grazia che ricevo dalle mie creature e al tempo stesso esserenoi ( io e Paolo) lo strumento che Dio ha dato loro per diventare ciò chesono attraverso di noi.

Francesca Militello

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siete salvi

La salvezza non sembra oggi in cima agli interessi correnti. Altresembrano le priorità. Tuttavia non mancano esperienze personali esociali che ci fanno avvertire un bisogno di salvezza. Di fronte alla

eventuale diagnosi di una grave malattia per me o per una persona a mecara ho sperimentato il bisogno di un intervento salvifico. Lungo il cammino della vita non mancano circostanze in cui siamosollecitati a porci domande sul nostro futuro e sulle speranze cheriponiamo in esso. La serie delle “speranze” s’imbatte necessariamentenel limite invalicabile della morte. Essa relativizza tutto il resto. Di frontealla morte l’uomo vive la sua assoluta impotenza di salvarsi con le suestesse forze e abdica alla sua autosufficienza. Allo stesso tempo in essascopre l’insopprimibile aspirazione a vivere per sempre. E’ possibile chetutto finisca nella morte? Che senso ha allora la vita? C’è la possibilità di

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Gratis

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una “salvezza” dalla morte, o di una vita oltre la morte? Di fronteall’insopprimibile aspirazione a vivere e alla costatazionedell’inevitabilità della morte l’uomo sperimenta la sua assoluta impotenzadi salvarsi con le sue sole forze e svanisce in lui l’illusione dell’autosufficienza. In questa fragilità appare l’iniziativa di Dio «amantedella vita». L’Antico Testamento narra la storia degli interventi salvifici di Dio checoglie il grido del suo popolo e lo conduce dalla schiavitù alla libertàattraverso l’esodo dall’Egitto verso la Terra Promessa. Nel NuovoTestamento Gesù è il Salvatore che salva il suo popolo dai propri peccati(Mt 1,21;). Egli, inviato del Padre, è «disceso dal cielo per noi e per lanostra salvezza» e percorse le nostre strade «beneficando e risanando tuttigli oppressi» (Atti 10, 38; Mt 4,23; ), e infine per la nostra salvezzaaccettò la Passione e morte uscendone vittorioso con la sua Risurrezione.La salvezza infatti è iniziativa gratuita (è dono, grazia) del Padre che ciha tanto amati «da dare il suo Figlio Unigenito perché chiunque crede inlui non vada perduto, ma abbia la vita eterna» cioè la «vita beata», la vitache è «semplicemente vita, semplicemente felicità» (Benedetto XVI, Spesalvi, 11) e nulla e nessuno potrà più insidiare.Il dono di Dio raggiunse l’uomo che era «senza speranza e senza Dio nelmondo» (Ef 2,12). E perciò senza futuro. La salvezza, frutto dellamisericordia di Dio che cancella i peccati, perciò da una parte è riscatto,liberazione: la grazia rende l’uomo libero di amare e perciò responsabile.Dall’altra è comunione con Dio, comunicazione della vita stessa di Dio,«vita eterna» in noi già in questo mondo. Siamo già «salvi», ma solonella speranza di restare ancorati nella fede e nell’amore a Colui che ci hachiamati. Qui sta la nostra responsabilità: rispondere all’amore. Dio non ci salva isolatamente, ma come membri del suo popolo, la Chiesa,Corpo Mistico di Gesù Cristo, che prolunga in essa la sua azione salvifica.

P. Carlo Cicconetti O. Carm.

Fiamma a cielo apertoONLUS

www.fiammaacieloaperto.org

Carissimi,a noi estranei dalla globalizzazionedell’indifferenza e dell’individualismo,

Gesù, nel Vangelo di Luca, dice:“Date e vi sarà dato”. Ciascuno di noi avràsperimentato nella propria vita quanto sianovere queste parole. Il Signore non si lascia maivincere in generosità; oltrepassa ogni misuranel concederci i suoi doni. Papa Francesco ci chiama alla solidarietà concoloro che vivono nella povertà, privi delnecessario. In varie parti della terra non mancasolo il pane, ma ogni altro aiuto per condurreuna vita dignitosa, socialmente integrata nelmondo di oggi. Noi Suore dell’Istituto diNostra Signora del Carmelo abbiamo colto

INSIEME PER L’INDONESIA 2015-2016

Il tuo contributo andrà a sostegno di questo progetto

Scuola dell’Infanzia a Maumere (Indonesia)

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l’invito della Chiesa. Abbiamo udito il grido dei poveri di terre lontanee depresse, abbiamo accolto in apposite strutture bimbi destinati avagare soli per le strade malsane della “periferia” privi non solo del panequotidiano ma di ogni altro aiuto socio-culturale.Con il contributo di persone generose, che non sempre danno ilsuperfluo, ma anche parte del loro necessario, abbiamo aperto scuole inBrasile, India, Filippine, Indonesia; in quest’ultima nazione a Maumere-Flores, a luglio, verrà inaugurata una scuola costruita per i bambinipoveri del villaggio.Alla beata Teresa di Calcutta che si lamentava col Signore perché nonfaceva niente per quelli che muorivano di fame...il Signore rispose: “Ioho fatto tanto; io ho fatto tutto quel che potevo fare: HO FATTO TE!”.Da più di trent’anni siamo presenti in terra di missione, ed è bello vederecome tanti bimbi, grazie anche al vostro aiuto, crescono inseriticulturalmente nella società pieni di speranza verso un futuro diverso, più

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sereno e promettente. C’é davvero più gioia nel dare che nel ricevere. IlSignore ci aiuti ad essere le sue mani protese verso il mondo che soffre.Ringrazio quanti aderiscono a questo progetto di amore, di solidarietà,di carità.

Madre Angelisa Spirandelli

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L’Associazione Fiamma a cielo aperto – ONLUS ha lo scopo dicoinvolgere TANTI in un’opera di solidarietà verso l’attivitàmissionaria delle Suore Carmelitane dell’Istituto Nostra Signoradel Carmelo in INDIA, FILIPPINE e INDONESIA, dove le Suoreaccolgono bambini bisognosi di tutto.I beneficiari sono i bambini delle missioni delle Suore Carmelitane.Il contributo economico è interamente devoluto al sostegnoscolastico, all’assistenza sanitaria e ad altri beni primari di cui ilbambino e la sua famiglia hanno bisogno.

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Dio realizza le sue promesse - “Dio che aveva già parlato neitempi antichi in molti modi ai Padri e per mezzo dei Profeti,ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del

Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale hafatto anche il mondo”(Eb 1,1-2). Dio ha parlato in maniera definitivanon attraverso la Legge o i Profeti, ma attraverso se stesso, il Cristo, ilVerbo di Dio fatto uomo. Nella notte di Natale avviene proprio questo:quel Bambino è il segno del nuovo agire di Dio nella storia. Tutta lastoria dell’Antica Alleanza, cioè la storia del popolo scelto, è inprospettiva dell’attesa di un Messia, il Salvatore che realizza le antichepromesse, dice san Gregorio di Nazianzo. I giorni dell’attesa sonopassati e Colui che era promesso è venuto. Il Logos incarnato apparvesulla terra come uomo tra gli uomini.

Dio viene per dimorare con il suo popolo - Dio non viene per farci unavisita di cortesia ma per dimorare con il suo popolo. Se nell’AnticoTestamento il luogo ideale della presenza vivente di Dio era il tempio ola tenda, ora la sua presenza è nella vita stessa dell’uomo e nella carnevisibile di Gesù che la comunità dei discepoli ha contemplato e toccato(1Gv1,1-4).

Il Figlio di Dio è diventato figlio dell’uomo, perché quest’ultimo diventasse figlio di Dio S. Ireneo

Natale:dio è passato dalle parole

alla Parola fatta carneE il Verbo si fece carne e venne

ad abitare in mezzo a noi (Gv 1, 14)

Gesù esprime l’amore diDio per tutti gli uomini -Il Natale è manifestazionedi Cristo che pur essendodi natura divina, nonconsiderò un tesorogeloso la sua uguaglianzacon Dio; ma spogliò sestesso, assumendo lacondizione di servo ediventando simile agliuomini» (Fl 2,6). Leparole di S. Paoloesprimono tutto il misterodel Figlio di Dioincarnato. L’uomo colpeccato si era umiliato eperduto; Cristo “discesodal cielo” con la suaKenosis (abbassamento,umiliazione) o condizionedi servo fino alla morte dicroce, salva l’uomogratuitamente. Adamovoleva diventare comeDio e sconvolse e traviòl’umanità, Dio facendosiuomo, la salveràassumendo su di sé tuttele realtà umane e diciascuno. Perciò ogniazione, ogni gesto è ormaisegnato dalla presenza diDio, è carico di questasalvezza. Quindi, ognicreatura umana è segnoche Dio si è incarnato ediventa luogo della suapresenza e strumento

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Professioni religioseIl giorno tanto atteso è arrivato!

Un giorno bello, da ricordare per tutta la vita! Il giorno in cuiabbiamo detto fortemente il nostro SI offrendo al Signore lanostra vita; come ha scritto la Madre Fondatrice Maria Teresa

Scrilli “Sono tua Signore, nacqui per te, che vuoi da me?”Queste parole della Fondatrice ci incoraggiano e ci ispirano a conformarela nostra vita in Cristo attraverso la consacrazione. Nei quattro anni disalita al Monte Carmelo il cammino non è stato sempre facile, sulla stradac’erano pietre e fango che ci hanno fatto cadere ma questo ci ha reso piùforti perché Dio era sempre con noi come ha promesso “ Non abbiatepaura, Io sono sempre con voi” (Mt 28,20). La celebrazione eucaristica è stata presieduta da P. Jim Lava, il nostroparroco, hanno concelebrato P. Ireneo O. Carm., P. Jorg O.M.V., P. Vincente P. Xyrel M.H.F.. I nostri cuori erano pieni di gioia perché toccati dalla

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della sua azione. Nel Concilio Ecumenico Vaticano II si afferma che «inrealtà solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce ilmistero dell’uomo … Cristo, nuovo Adamo, manifesta pienamentel’uomo all’uomo e gli svela la sua altissima vocazione» (Gaudum etSpes 22.a). L’incarnazione di Dio è certezza che la nostra carne, inqualche sua radice, è santa e che la nostra storia, in qualche sua pagina,è sacra. Per dirla con le parole del Concilio: «Il Figlio di Dio si è unitoin un certo modo ad ogni uomo. Ha lavorato con mani d’uomo, hapensato con mente d’uomo, ha agito con volontà d’uomo, ha amato concuore d’uomo. Nascendo da Maria Vergine, egli si è fatto veramente unodi noi»(Gaudum et Spes 22.b). Dio ci indica la via per essere veramenteumani. Infatti, Cristo, pur essendo di natura divina, non ha voluto trarreprofitto da questa condizione, ma ha assunto volontariamente lacondizione di uomo povero, umile, scomunicato, condannato, crocifisso.Il Natale ci dà questo annuncio: l’umanità del Figlio di Dio è la viamediante la quale egli ci ha salvato gratuitamente, per cui chi lo accogliee lo segue si fa egli pure più umano e capace di vivere al meglio lapropria realtà di sofferenza, di speranza, di amore e di relazione con glialtri. Non bisogna avere paura di assumere fino in fondo la nostraumanità, con tutte le sue carenze e risorse, perché è la stessa che haassunto Lui incarnandosi, riconoscendole un altissimo valore.Il Vangelo, però, richiede concretezza: bisogna passare dalla parola allapratica, dalle idee ai fatti, dai buoni propositi all’impegno concreto diogni giorno; è questo il cuore del messaggio del Natale. Siamo chiamatiad accogliere la Sua presenza in noi e a testimoniare questo mistero aglialtri incarnando il Vangelo, cioè Gesù, nella nostra vita, così che gli altripossano vederlo, toccarlo, riconoscere l’amore di Dio. Affidiamoci allaMadonna che per prima ha accolto il Verbo nella sua vita e lo ha donatoal mondo con la sua vita.

Sr Elsy Vaimelil

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Salmo 15Ho detto al Signore: “Il mio Signore sei tu,

solo in te è il mio bene”.

Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita.

Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi: la mia eredità è stupenda.

Benedico il Signore che mi ha dato consiglio; anche di notte il mio animo mi istruisce.

Io pongo sempre davanti a me il Signore,sta alla mia destra, non potrò vacillare.

Per questo gioisce il mio cuore ed esulta la mia anima;

anche il mio corpo riposa al sicuro,

Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza,

dolcezza senza fine alla tua destra.

ROMA 25 luglio 2015

Sr Agatha Pantola, Sr Yuliana B. Ena FaloSr Hernalyn Rebuton, Sr Estelle AmetepeSr Patrisia Abi, Sr M. Anthoinette TorresSr Marissa Arellano

bontà infinita di Dio, i nostri occhi pieni di lacrime di felicità chescorrevano nei nostri visi. Nel suo amore Dio ci ha fatto capire che ognunadi noi ha una vocazione e una missione nella famiglia religiosa fondatadalla Madre Scrilli. Vogliamo esprimere il nostro grazie a tutte le persone che ci hannoaccompagnate nel cammino di formazione e alle nostre Superiore per lafiducia riposta in noi accogliendoci in questa bella Famiglia religiosa.GRAZIE !

MANILA 9 maggio 2015Sr Yosefina Taeki

Sr Demetriana OeleuSr Mary Ann Enage

Sr Janah Estrella

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il laboratorio

“Amare una persona significa: accettare di non capire tutto di lei,essere disposti a cambiare cioè a soffrire, rinunciare a qualcosa perlei.” Dagli appunti di Chiara Corbella, una paziente del reparto di

oncologia, cosi come tanti atri: Laura, Patrizia, Marco, Andrea, Giulioecc….La stanza del paziente è il laboratorio dove ogni giorno sperimentol’amore di Dio. Ogni mattina quando entro con il mio Buongiorno! e miricambiano con un sorriso che riempie la giornata, anzi nel buio dellamattina, la stanza improvvisamente si illumina. Quando prendiamo iparametri vitali chiediamo anche il livello di dolore, la maggior parterisponde “non c’è una parte del corpo che non mi faccia male”. Sembra ilcorpo martoriato di Gesù, ma la cosa più bella è che riescono a sorridere.Anche durante la somministrazione delle terapie o durante le cureigieniche penso sempre ai fatti di Gesù che percorreva tutte le città e ivillaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo delRegno e curando ogni malattia e infermità. Vedendo le folle ne sentìcompassione, perché erano stanche e sfinite….(Mt 9,35-36), e mi dice“gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”(Mt 10,8). Quei malatipotrebbero essere mio padre, mia madre, mia zia … non vorrei vedere illoro volto triste, allora per sollevarli cerco di scherzare, oppureraccontiamo cose che ci fanno ridere, o rimango qualche minuto con loroe cerco di guardarli negli occhi e capisco la loro voglia di vivere, le tantedomande a cui non c’è risposta, allora prego, prendo le loro mani e misembra che le mie preghiere arrivino al loro cuore. Loro, i malati, miinsegnano il valore dell’amore e della vita, e questa per me è veraricchezza. Il loro dolore e la loro sofferenza sicuramente guadagnano loroil Paradiso. Dopo le mie ore di lavoro vado via ma loro restano a “lottareper la vita”.Noi infermieri e medici siamo chiamati a dare cura, conforto e speranza aipiù sofferenti, ma più di tutto a dare un valore alla loro vita e per farequesto dobbiamo sacrificare la vita come ha fatto Gesù. Nel reparto dioncologia, certe volte, sembra che ci sia solo il buio, a volte è difficile dare

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Anche quest’annotutte le suore dellaD e l e g a z i o n e

indiana, si sono riunite aKalamassery per celebrareIl Giorno dellaDelegazione. Abbiamocominciato con la SantaMessa celebrata da P.Joseph Prasad Rettore del Seminario Carmeligiri. Commentando ilvangelo di San Giovanni 1, 35-42 ha detto che solo se le nostrafondamenta sono sulla preghiera possiamo dare una vera testimonianza.Dove noi lavoriamo: nelle scuola, negli ospedali, nel servizio pastorale,con la nostra testimonianza e l’atteggiamento del “vieni e vedi” suscitanonuove vocazioni. Ci siamo riunite per rivedere la nostra vita di consacratenell’Istituto. Hanno iniziato l’incontro le Aspiranti con una preghiera-danza. Ci siamo chieste: stiamo testimoniando i consigli evangelici nellanostra comunità? Abbiamo lo spirito di famiglia con atteggiamenti diamore reciproco, confidenza, sincerità, generosità? Stiamo testimoniandolo spirito e il carisma della Fondatrice nella nostra vita? E altro. Dopo, leorganizzatrici ci hanno proposto un concorso a quiz sull’Autobiografiadella Fondatrice. È stata una bella esperienza: rivedere il passato dellanostra vita, ringraziare Dio pertutto quello che ha fatto per noi,ritornare nelle nostre comunitàancora più motivate per vivere etestimoniare il carisma dellaFondatrice nell’ Anno dellaMisericordia.

Sr Mercy Thachetpakambil

india

the Delegation day dell’amore di Dio

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spiegazioni della malattia e rispondere alle loro domande. Il nostro starecon Gesù ci dà la forza di ascoltare e infondere in loro il suo Amore.Ognuno di noi è “strumento” nelle mani del Signore. È infatti nel mettermial servizio di Dio e dei fratelli che trovo il senso della mia vita.Papa Francesco ha ripetuto tante volte “la gratuità della salvezza in GesùCristo … un amore senza limiti” e afferma che “noi siamo all’altezza dellagratuità della salvezza, perché l’amore è gratuito”. Allora facciamociquesta domanda: è vero che il Signore ci ha donato gratuitamente lasalvezza, ma noi siamo fedeli a questo amore tanto misericordioso?Sappiamo amare e donare la vita senza limiti ai fratelli bisognosi? DiceMadre Teresa di Calcutta “ama senza aspettative, fai qualcosa per amorefine a se stesso, non per quello che ne potrai ricevere in cambio. Se tiattendi qualche forma di ricompensa, non è amore: l’amore vero è amaresenza condizioni e senza aspettative”. Maria, Madre del Signore,immagine e modello della gratuità, ti prego di illuminare con i tuoi Donidi scienza e di intelletto tutti i medici, gli infermieri e quanti hanno curadei malati, affinché questi ritrovino la salute, la speranza, la gioia. A Teaffido questa mia umile preghiera.

Sr Germeena Naduvathezhathu

Equipe sanitaria di Fatebene Fratelli, Roma

l’incontro con i

il progettoSan Felice del Benaco, 18 – 22 Agosto 2015

IPadri Carmelitani hannoformato un Comitato per igiovani dell’Europa, per

introdurli alla spiritualitàcarmelitana. Questo Comitato,che è formato da Padri, Frati eLaici carmelitani, ogni annoorganizza diverse attività con igiovani. L’anno scorso sonoandati per un pellegrinaggio aFatima. Quest’anno si è svolto ilprogetto “AWAKENING”(RISVEGLIO) nel Santuariodella Madonna del Carmine aSan Felice del Benaco (Brescia,Italia) dal 18 al 22 Agosto 2015.I giovani partecipanti sonovenuti da vari paesi d’Europa:Italia, Polonia, Romania eMalta. Sono stati giorni pieni di attività sulla spiritualità carmelitana.Il primo giorno abbiamo guardato un film sulla vita dei giovani checercano il senso della vita. Su questo tema abbiamo poi discusso neigruppi. Sono stati presentati vari problemi, il maggiore è la mancanzadella presenza dei religiosi carmelitani per formare alla spiritualitàcarmelitana.Nel pomeriggio, dopo la presentazione del tema “Cercatori di Dio”,

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AwakeningGiovani carmelitani

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abbiamo continuato con la Lectio Divina sulla Regola Carmelitana;meditando sul Profeta Elia.Il secondo giorno aveva come temi: “Chi siamo?”, “Come vedo mestesso/a?”, “Come credi che ti veda Dio?”, “Come ci vede il mondo?”.Abbiamo lavorato individualmente con l’aiuto della Bibbia e delleimmagini da soli e nei gruppi per la condivisione. Nel pomeriggio PadreMiceal O’Neill ci ha parlato di due grandi donne dell’Ordine Carmelitano:Santa Teresa di Gesù e Santa Maria Maddalena de’ Pazzi. Come hannoscoperto la loro vita spirituale e come ne hanno vissuto i grandi valori. Lavita di queste donne ci ha aiutato a rispondere alle domande: “Come hoscoperto la mia vita spirituale e come la sviluppo ? A fine giornata c’è stato un bellissimo momento in cui abbiamopasseggiato in silenzio, preghiera ispirata alle parole di San Giovannidella Croce : “Notte oscura dell’anima”, conclusasi con un momento diadorazione.Il terzo giorno era dedicato alla Madonna. La mattina abbiamo sentito latestimonianza di Sabrina Pirez, laica Carmelitana. Come ha scoperto, stasperimentando e camminando con La Madonna.

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Padre Luca Sciarelli, ci ha parlato del: MAGNIFICAT che è il modo diMaria per insegnarci a scoprire Dio nella nostra vita. P. Fernando MillánRomeral, Priore Generale O. Carm., ci ha presentato tre testimoni dellacarità: il Beato Angelo Paoli, il Beato Tito Brandsma e Santa TeresaBenedetta della Croce (Edith Stein). Nel pomeriggio siamo andati per unagita sul lago di Garda. Abbiamo visitato la città di Sirmione. Lì abbiamopartecipato alla Santa Messa nella Parrocchia di Santa Maria Maggiore,celebrata dal Padre Generale.Il quarto giorno era di valutazione sui temi trattati. Il Comitato hapresentato una breve valutazione, seguita dalla discussione nei gruppi perdefinire i progetti che seguiranno a questo incontro. I giovani dellaprovincia italiana hanno proposto:la formazione continua sulla spiritualitàcarmelitana nelle comunità religiose, la conoscenza reciproca tra le varierealtà carmelitane, un incontro al mese per pregare insieme per levocazioni sacerdotali e religiose.Il gruppo della Polonia ha presentato il programma sulla GiornataMondiale delle Gioventù che si svolgerà a Cracovia (Polonia) dal 26 al 31Luglio 2016, e il 27 ci sarà anche la Giornata Mondiale della GioventùCarmelitana.Abbiamo concluso il Convegno con la S. Messa finale presenti tutti ifedeli di San Felice del Benaco, presieduta dal Padre Generale aconcelebrata da tutti i Padri che hanno partecipato a questo incontro. IlPadre Generale ha sottolineato che la ricchezza della spiritualitàcarmelitana ricevuta in questi giorni dobbiamo portarla e comunicarla aglialtri nella vita quotidiana. Dopo la benedizione finale è stata consegnata aigiovani la Regola Carmelitana.Questo convegno per me ha costituito un’ esperienza stupenda, perchécome carmelitana in formazione, sono juniora, ho avuto un arricchimentosulla spiritualità dell’Ordine e mi ha fatto capire di più la vita dei giovanidi oggi. Mi ha fatto impressione che in questo tempo ci siano ancoragiovani che vogliono avvicinarsi al Signore e lavorare per la Chiesaattraverso il Carmelo. Preghiamo che per intercessione dei nostri Santi Carmelitani il Signorecontinua a benedirci nella nostra missione.

Sr Rofina Lasena

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Maria di Nazarethe il dono di sé

“Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente” sono le parole che Mariapronuncia nel “Magnificat” nell’ incontro con Elisabetta. Si, Maria èdavvero il capolavoro di Dio, questa creatura che si dichiara “serva del

Signore” ha conquistato il cuore di Dio con la sua profonda umiltà, con laconsegna di se stessa perché la volontà di Dio si compia in Lei.Maria ha fatto della sua vita un dono totale al Signore senza dubbi, nétentennamenti e né riserve con il cuore libero di esprimere il suo FIAT,incondizionato. Dio si dona totalmente a noi, nella misura in cui noi cidoniamo totalmente a Lui.È vero che il nostro Dio è un Dio esigente, tuttavia non si impone, fa solodelle proposte ed ognuno è libero della risposta e, come dice De Fiores:“Dio crea magnifiche complicità nell’uomo, nell’ umanità, per portareavanti la storia della salvezza.” Maria è appunto questa umanità complicedi Dio. La liberta è il dono più grande e prezioso che possiamo offrire alSignore perché Lui possa operare anche in noi “grandi cose” come inMaria.“L’Eccomi” della vergine è la risposta generosa e indispensabile perché sipossa attuare il piano della salvezza; Dio s’incarna e si abbassa prendendola nostra natura umana proprio attraverso questo dono totale di Maria chesi fa collaboratrice della redenzione.Dio, per realizzare il suo progetto d’amore, non sceglie i potenti o iprepotenti, ma gli umili, i semplici, coloro che hanno il cuore aperto allacarità gratuita e “senza frontiere”.Alla proposta di Dio, deve corrispondere il consenso dell’uomo.Noi, come religiose, dobbiamo avere Maria come modello. Anche noi, ungiorno, abbiamo avuto la nostra “Annunciazione” ed anche noi abbiamorisposto generosamente senza sapere dove ci avrebbe portato questo Dio“dalle imprevedibili sorprese”. Anche noi, come Maria, facciamo dellanostra vita un cantico di lode, un gioioso “Magnificat” nonostante leburrasche della vita.

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Termino con le parole diPadre Luigi Faccenda,fondatore della Miliziadell’Immacolata: “L’animaconsacrata a Dio trova inMaria il modello di unrespiro universale, la forzaper non tradire la propriaVocazione, il coraggio perrialzarsi nelle sue cadute,la fedeltà nei misticisponsali”.

Sr M. Gianfranca Faraci

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la della

Queste cose vi scriviamo perché la nostra gioia sia piena. 1Gv1,4

Più che un semplice viaggio il mio è stato un cammino di spiritualitàe di servizio ai sofferenti nel corpo e nello spirito. Un’esperienzaunica per riscoprire e vivere le bellezza della fede, che non basta

avere, ma bisogna concretizzare. La gioia della missione in questopellegrinaggio a Lourdes è stata quella di mettersi al servizio di chi èmeno fortunato, col desiderio di donarsi gratuitamente, di donare un po’del proprio tempo. Ho fatto quest’esperienza con l’UNITALSI. Quanti

cristiani testimoniano oggi noncon le parole ma con la loro vitaradicata in una fede genuina,diventando occhi per il cieco,piedi per lo zoppo (cfr.Gb29,15)! Alla grotta si trovauna folla di ogni razza ed etàche prega e invita, conl’atteggiamento, a pregare condevozione Maria Immacolatache ci guarda dall’alto. Anche igiovani restano tante ore inginocchio di fronte allaMadonna con fede.Alla piscina invece ho potutofare l’esperienza di servizio peralcune ore. La piscina è unluogo di preghiera e silenzio,non si parla, si prega soltanto.

Preghiamo per ognipersona la madonna diLourdes prima di immergerle e quando le togliamo dall’acqua. Ilmio primo pensiero è stato quello della piscina di Betesda delvangelo dove molti malati si immergevano quando l’acqua siagitava, eccetto un povero paralitico che non aveva nessuno chelo immergesse (cfr. Gv5,1-9). Ad un certo punto è arrivato unmalato barellato, l’abbiamo immerso, io ero lì che aiutavoquell’anima assetata che si immerge col desiderio dellaguarigione! La serenità dei pellegrini che escono dalla piscina èimpressionante.I malati che vanno a Lourdes per condividere e fortificare la lorofede e speranza, il loro radicamento nella vita di grazia mi hannodato tanto! Ringrazio il Signore per questa opportunità ricca dipreghiera e di condivisione che resta nel mio cuore comeesperienza di grazia.

Sr Aleykutty Sauriankuzhy

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gioiamissione

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in un mondomigliore

Scrivo per questa nuova avventura, che comincerà nonappena si varcherà quella soglia, per la prima ol’ennesima volta, della scuola. Vorrei pregarvi di

ricordare, di dedicare qualche minuto del vostro tempoa tutti i ragazzi e le ragazze che resteranno ai margini,nascosti e visibili, isolati o autoesclusi. Sorrisi, unsaluto giocoso e non derisorio, scambi di battutebanali ma sincere, possono fare la differenza.Perché, del resto, i rapporti si costruiscono conla ‘banalità’ del quotidiano, dal vivo interessee la voglia di stare insieme. Nessuno dovrebbestare da solo e se fosse per scelta, si dovrebbetrattare di un periodo limitato di tempo.Perché ci sono persone lasciate da sole?Perché alcune persone decidono di stare dasole, autoescludendosi? L’ambiente scolasticonon sempre è favorevole alla crescita nellacondivisione. A volte non ci si sente accettati.Spesso diversità è sinonimo di solitudine. Se nonsi può essere in un certo modo, se non si vuoleessere in un certo modo, se non si viene accettati perquello che si è, difficilmente ci sarà relazione ocomunicazione reciproca. Per appartenere ad un gruppobisogna aderire ai suoi principi ed essere, più o meno,conformi ai suoi elementi, altrimenti non se ne è parte. Il fattoperò è che quando si parla di scuola, il gruppo classe, volenti o nolenti,racchiude tutti: diversi, colorati, simpatici, snob, pigri e ligi al dovere.Ogni singolo elemento, con la sua unicità, arricchisce l’ambiente con un“sé” diverso da quello di chiunque altro. Vita, interessi, tutto in costruzioneo in completamento. Non si può andare d’accordo con tutti, purtroppo. Nonci si può affezionare a chiunque, fortunatamente. Ma si può creare un

ambiente favorevole e positivo nel quale, anche se si ha la propria cerchiadi amici, non ci si dimentica dell’esistenza degli altri né, tanto meno, sirespingono solo perché ne sono ‘fuori’. È normale amare, come lo èpreferire. È stupido e disumano escludere e respingere. Se qualcuno si fada parte o si nasconde, tolta la possibilità del carattere, potrebbe celarsi unamaschera fatta “paura” di essere nuovamente rifiutato. In questo modo

quella di non stare con gli altri diventa una scelta che più passa iltempo, più brucia e graffia l’anima.Senza la paura di apparire

imbecilli, ma con la consapevolezza di esserlo se non si fanulla, trovate nuove strategie. Cercate semplici modi per

approcciarvi a chi non ha la vostra fortuna di averedegli amici vicino. Non deve diventare il vostro

migliore amico, potrebbe, ma non è per questo cheproverete ad essere gentili con lui. Anche a noipuò toccare di essere quelli che nessuno vuoleper compagni di banco, giocatori nella propriasquadra, collaboratori nella ricerca di storia. Sipuò davvero cambiare il mondo, iniziando conle persone più vicine alle quali non pensiamo,ma in realtà sono accanto a noi.Non è perdere,è investire sul nostro cuore e nel futuro.Auguro a tutti i bambini e ragazzi speciali, chequest’anno trovino degli amici altrettanto

speciali. Auguro a tutti gli educatori, i genitori egli adulti, un piccolo ma grande quotidiano da

plasmare, contribuendo a migliorarlo in positivo,in modo che possano essere anche un bellissimo

esempio per tutti i bambini\ragazzi con cui avranno ache fare. Spero e mi auguro che i banchi vuoti siano

sempre di meno, che i ragazzi con problemi, di qualunquegenere, non vengano lasciati a loro stessi o in un’aula a parte,

ma sommersi da vero calore umano e risate condivise. Vogliocredere nel futuro che comincia oggi. Voglio impegnarmi, perché so che

anche voi lo farete.

È possibile, facciamolo. Giulia Moscatelli

Credo

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una sorpresa

Con alcune consorelle ci siamo proposte di far conoscere, o meglio,far rivivere la memoria della nostra Madre Confondatrice MariaMosca nei posti dove lei ha fondato le comunità. Sono state 41

fondazioni in 36 anni del suo incarico di Madre Generale (12.01.1898 –22.07.1934). Abbiamo cominciato dal luogo della sua nascita: Osimo. Lagente ha accolto molto volentieri questo ricordo della loro concittadina.Siamo andate nella parrocchia di S. Marco (Osimo). Dopo la Messavespertina due signore, per farci piacere, ci hanno portato in una chiesavicina dedicata alla Madonna del Carmelo. La chiesa all’interno è moltobella. Al centro c’è il quadro di Gesù Flagellato, a destra la statua dellaMadonna del Carmine e a sinistra l’altare con Santa Teresa di Gesù

Bambino. E qui una grandesorpresa! Sull’altare c’è unafotografia incorniciatasottoscritta Sr Graziana

Serloni - Carmelitana,

morta il 2 luglio 1944.

Ma questa è la nostraConsorella! Abbiamoconfrontato il suo vestitocon quello della MadreFondatrice e della MadreMaria Mosca dalleimmaginette cheavevamo con noi.Tornate a casa a OsimoStazione, abbiamo subitoguardato l’elenco dellesuore defunte e infatti SrGraziana è la nostraConsorella, morta aCastelfidardo sotto ibombardamenti della II GuerraMondiale, mentre prodigava la suaopera di carità nell’ospedale diCastelfidardo. È morta eroicamenteperché sebbene la Madre avesserichiamato le suore per i pericoli deibombardamenti lei non se la sentì di lasciare quei feritigià abbandonati da tutti.

Abbiamo fatto una riflessione su questo avvenimento nel nostroapostolato: è bello ritornare alle radici della vita dell’Istituto perché cosìsi arriva alla vita delle Consorelle che ci hanno precedute e che sapevanodare la propria vita nel servizio al prossimo secondo il carisma che hannovissuto la nostra Madre Maria Teresa Scrilli e la Madre Maria Mosca.

Sr Walentyna Wylotek

grande

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