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Anno VL TORINO, 6 ottobre 19'H. • • N 40, LA STA/A P A Ippiea - Htlstien » Seherro» « BBU U H « C i M i t - T!vi - Podismo USHbl Sportivi . Varietà Automobilismo - Cieli* mo Alpi talamo - ttreoetatlea paolo - Canottaggio - Yaehttnf SPORTIVA , . . , .. ... . . (Conto corrente colla posta). gìet ogni Domenica in 20 pagine illustrate. ^ 5 DIRETTORE: G U S T A V O V E R O N A « irisHf*ziorti Per trattative rivolgerei presso rummlnlstraslone del alortaala SUI LAGHI Marchese di Soriano. Marchesa di Soriano. Un ricordo dell'ultimo meeting d'Evian. - I l c a n o t t o - c r u i s e r Sigma, dol ld.se di Soriano, che ha ottenuto la migliore " performance,,. RSBormiiHj'm ^ t i n o B - E s t e r o Tv 0* * » » « « \ ^"tom®" 1 - \ì i » 9 DILEZIONE E ft]B3«lHlSTRflZI0SE Topino » Vier pavide Dertolottl, 3 - Topino nmmrono n-s6 P*j|lprduui L E C O R S E D I C A N O T T I

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Anno VL TORINO, 6 ottobre 19'H. • • N 40,

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(25 Km. con pendenza massima del 18-20 % Categoria lq4 di litro - Tempo massimo 90 minuti)

11 M o t o s a c o c h e partito. Il arrivate, ba t tendo tutte le altre m a c c h i n e 1° Balieggi in 32' 22" - 2° Minonzio in 33''46"

3° Lucchini in 38' 46" Gran Gara " Coppa della Stampa Sportiva „

(Sul percorso Susa-Moncenisio Km. 24,100 di continua e durissima salita)

1° Borgotti in 36' 49" 4p5 - 2° Lorini in 41' 37" 3° Pinna in 44' 5" - 4° Nero in 46' 57" 4j5

Corsa Motociclistica al Velodromo delle Cascine • Firenze 20 Settembre - Corsa 5 Km. 1° Calanti in 5' 10" 22 Settembre - Corsa 5 Km. 1° Calanti in 5' 8"

battendo motori di HP 3 Ij2 In. Germania

Corsa di Velocità (6 Km.) a ForstenriederparK - Monaco (in occasione del passaggio dei concorrenti della Coppa Herkomer)

P r i m o P r e m i o i n 6 ' 6 " Corsa in Salita del Kesselberg Bl Kochel

(in occasione del passaggio dei concorrenti alla Coppa Herkomer Km. 75 - Pendenza 7 %)

P r i m o P r e m i o i n 7 ' 7 99

" Tannus „ - Fahrt-Monaco-Francoforte - 600 Km. T e r z o P r e m i o

Corsa detta " Giro di Berlino „ 250 Km. In questa corsa, fra 35 grosse Motociclette, le due

D E L I f MIT : Motosacoche prendono in velocità il 2° e 4° posto, ed il 2° ed il 3° posto nel Concorso di consumo.

Media oraria, malgrado la pioggia ed il passaggio di 56 paesi a velocità rallentata; 36 Km. all'ora, ciò che non hanno potuto ottenere i motori di 3 1[2 e di 5 HP.

In Francia Concorso " Touriste-Automobile „ - 70 Km. (terreno assai accidentato)

1° Premio in 2 ore e 4' e 2° Premio in 2 ore e 6' Meeting del Mont-Ventoux

1° Gauthier motocicletta 8 HP Indi 2°, 3°, 4° e 5° posto

Corsa in Salita " Des platrieres „ - Aix (500 motri in salita partenza da ferino)

P r i m o P r e m i o in 54 secondi Stade Catfaillonnais - Circuito di 30 Km.

P r i m o P r e m i o battendo le grosse Motociclette Corsa in Salita di Val Suzon - Costa d'Oro

(4 Km. pendenza 8 % senza catena)

La Motosacoche guadagna i 4 Primi Fremi della sua categoria. 1° arrivato Jacquemod in 5' e 37".

In Svizzera Coppa Monod - Altstaeten, presso San Gallo

1° Audemars in 14 minuti, battendo tutte le grosse Motociclette (2° tempo di tutta la corsa alla quale parteciparono 30 vetture).

(orsa delta Faucille • Ginevra 1° Borgotti - 2° Jacquemod - 3° Pelissier.

In A u s t r i a Salita del Semmering - Km. 10

Categoria Motociclette leggere: 1° Audemars in 12' 11", battendo le primarie marche austriache.

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3° Montecucco - 4° Borgarello - 6° Libero, la Corsa Boscomarengo-Novi Ligure-Boseomarengo (Km. 9 0 ) 1° Mori.

tecucco - 2° Borgarello - 3° Zuccotti, i l Campionato Mandam. Chierese (Km. 85 - La Moltiplica-CMeri) 1° Borgarello. i l Gran Premio di Cassine, 1° Bovone. i l Campionato Italiano di Resistenza su Strada (Km. 185 - Unione-Yelocipj .

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l ^ o o t = b a l l ra Stampa Sportiva fu la prima rivista spor-

p Italia che iniziò Vanno scorso una completa ^ica del foot-ball, dandone la direzione alVe-Lio collaboratore G. 0. Oorradini. Da oggi indiamo a trattare la questione dei giuochi irtivi e preghiamo "tutte le società di volerci ntire notizie e fotografie inerenti al foot-ball.

(N. (1. D.) .

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La corsa automobil ist ica Chateau -Tìerry Si è svolta domenica 29 la corsa in salita sul mi-

glio inglese a Chateau-Thierry. Molta folla. Velocità. — Motociclette. — E. Verner (Contant),

Capeaumont (Luquin-Coudert). Vetture. — Nelle diverse categorie da tipi Crite-

rium di Francia, Coppa Imperatole, Targa Florio, Coppa Commissione Sportiva e senza limitazione arrivano: Blaizot (Martin-Lethimonnier), X (Pipe) (La Fiat, inscritta, non ha pai tecipato), Metarcy (Darracq), De Langhe (Darracq), Rigai (Darracq).

Automobilisti / Se volete viaggiare senza pericoli nè

Pawnea, adottate sulle vostre macchine, come già adottano le primarie Case co-rruttrici:

/ palloni concorrenti domenica 29 settembre al Grand f r a n g e r - Parigi).

lespers, tu vetluia Pipe, vincitore al meeting di Chaleau-Titny. (Fot. Branger - Parigi).

gioni — ban creduto bene di far... lo gnorri ; noi lasciamo libero campo agli elementi esteri di as-sociarsi e di giuocare nei nostri Glubs, perchè qualcosa o molto potranno ancora insegnarci, ma non vogliamo che in omaggio ad ogni piò vieta negazione del buon senso il Campionato italiano (questo solo, intendiamoci una buona volta!) sia disputato da elementi stranieri.

Mi ripeto per la ennesima volta: noi abbiamo pressoché una decina di Coppe, trofei importan-tissimi, che si disputano ogni anno. A queste par-tecipi chi voglia. Se una Società non potrà far sufficiente affidamento su elementi nostiani si ap-poggi ai giuocatori d 'oltr 'Alpe.

Ma intanto noi avremo una gara nostra, esclu-sivamente nostra, come lo imporrebbe logicamente il nome che porta; apriremo la via, invoglieremo i nostri giuocatori che si daranno ad un allena-mento appassionato ed indefesso pur di riuscire a far parte degli undici eletti.

Ma se noi di questi undici posti ne lascieremo, come si fece per lo passato, solo tre o quattro agli italiani, poveretti noi che : facendo la parte di Cenerentola, ci disgusteremo (come molte volte è avvenuto !) abbandonando con disappunto questo sport tanto belio.

Il concetto è poi giusto anche da questo lato: v 'è differenza integrale fra Club e Club. L 'uno ha mezzi, ha aderenza, ha già una fama e perciò gli riesce più facile trovare il bel nome esotico, il campione straniero, onde la Società sorta da poco, con grandi sacrifici, e molta buona volontà, non trovandosi a condizioni pari con le sorelle mag-giori, tralascierà (per forza di cose) d'iscriversi al Campionato, oppure si iscriverà a quello di cate-goria inferiore... mordendosi le labbra perchè a totalità di elementi nostrani la sua squadra avrebbe potuto aspirare a maggiori competizioni.

Epoi , a parte tutto, compresa l 'abilità indiscussa dei foot-baller8 esteri, non abbiamo oggimai ot-timi elementi italiani nei nostri teams1

Una volta, forse, che le Società non raggiunge; vano la mezza dozzina in tutta Italia, ma oggi che passano la cinquantina ?

Abbiamo visto la Pro Vercelli e VAndrea Boria che, quantunque composte nella totalità da ita-liani, pure seppero portarsi onorevolmente e vin-cere contro squadre fortissime internazionali.

La questione sta tutta qui : evolviamoci e bat-tiamo via nuova. Bisogna pur avere il coraggio delle proprie forze, come quello delle... proprie opinioui !

Comprendano e giustifichino i giuocatori stra-nieri i nostri desiderata. Mettiamoci d'accordo. A noi le varie categorie di Campionato nazionale. A noi e a loro tutte le altre gare, e son moltis-sime, che completano il calendario sportivo della Federazione Italiana di foot-ball.

Il quesito è poi tanto delicato e di difficile ri-soluzione? (L C. Corradini.

ju di un giornale sportivo milanese lessi giorni jo un articoletto che così cominciava: « L'annunzio della Coppa Bunì, riservata esclu-lamente ai giuocatori di nazionalità italiana, oette sul tappeto un quesito delicato e di dif-ile risoluzione >>. go piacere che questo quesito delicato e di diffi-i risoluzione sia stato rimesso sui tappeto da collega e non dal sottoscritto che, se avesse

ttaecata pel primo la questione in questo prin-,io di stagione sportiva del nostro giuoco, rebbe potuto essere tacciato di una combatti-à troppo feroce ed instancabile per la cam-bia intrapresa e condotta da molto tempo su esto stesse colonne contro la preponderanza ll'eìemento straniero nelle nostre squadre... liane di foot-ball. No la mia non è ferocità, come altri credette ncl'udere, il mio non è che il riverbero del )do di pensare di molti e molti giuocatori no-•ani non è che il relata refero del loro buon nso'e delle loro giuste esigenze. E se non avessi letto l'articolo... incriminato, n sarei stato io il primo a scagliare la prima stra... Ne ho tanti dei peccati io pure, compreso elio... dell 'intemperanza! Così almeno mi fu idato in faccia da parte interessata! Ma veniamo al nocciolo della questione. Si deve ntinuare a far disputare il Campionato italiano squadre internazionali, o lo si deve far dispu-

re esclusivamente da squadre pure, di elementi zionali od almeno nazionalizzati? Se io ponessi il quesito ad un ben pensante alunque, non dubito punto che mi risponde-r e : « Sta a vedere che il Campionato italiano deve far giuocare da stranieri » . E mi darebbe r lo meno... dell 'originale per la domanda mos-gli. Ma no invece ! Y i sono degli improvvisati cri-:i di foot-ball che si credono in dovere di dimo-rare il contrario o, non riuscendovi con argo-Snti solidi, si barcamenano, e finiscono per astrarsi: fra il sì e il no di parer contrario... Quando poi mi vengono fuori con le frasi gene-se: gli italiani non devono venir meno al costume d'ospitalità ed ai doveri della riconoscenza, fran-mente mi commuovo, e penso: 0 Francia tur-lenta, o Austria ineffabile, perchè le nostre rre non sono più da voi governate e rette ?

Come fummo poco ospitali e riconoscenti a cac-ciarvi v ia !

Sciocchezze, voi direte ! Eppure con la teoria dell ' immobilismo perpetuo patrocinata dall'arti-colista che mi prende vaghezza di voler confa-tare, noi dovremo pensarla così !

Si è che un bel giorno un certo Cavour, in una certa sedata del Parlamento Subalpino, uscì fuori con la frase spudorata: L'Italia farà da sè.

E così fu. A tal punto ammetto e premetto che lo sport

non vuol avere e non ha nulla a che fare con la politica, perchè è un campo troppo ideale, troppo simpatico dell'attività umana per avervi le acre-tidi ed i tossici della politica.

E ciò sia detto con... sopportazione delle squadre ginnastiche cattoliche, sorte in contrapposizione, e con congressi a sè, contro... non si sa chi ! Contro le semitiche forse?

Ma — seguendo il tracciato del nostro argomento — perchè non si può trovare un'uscita anche nel nostro giuoco del calcio dal vassallaggio straniero ?

Noi non ci appiglieremo esclusivamente al fatto che questo sport fu creazione nostra, delle repub-bliche fiorentine, perchè — peggio per noi ! - se perdendone le tradizioni lo lasciammo, per lungo lasso di tempo, esulare completamente, e — meglio per tutti — se ci ritornò più semplicizzato e pra-ticamente attuabile.

Nè, come alcuno mal comprese, vogtiamo cacciar lo straniero!

No, buon Dio, lo comprendano una buona volta anche coloro che finora — chissà per quali ra-

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Congratulazioni con i forti giovani di Terni c| incitiamo a perseverare e con quel valore d'inÈ( gnante che è il prof. Sereno Sereni, simpay, conoscenza dei ginnasti italiani. (A. M.J

L'alunno Cittadini sale una fune di m. 5 di lunghezza.

Concorso ginnastico sezionale federalo a M e s s i n a (8-9 ottobre).

E' bandito dalla Società Garibaldi di Messij Vi hanno già aderito le squadre maschili

Teramo, Roma, Napoli, Reggio Calabria, Calati, Palermo, Messina; le squadre femminili di Me sina, Roma, Reggio Calabria ; i pompieri di Me sina e Reggio Calabria.

Oltre i premi federali hanno inviati 2 medaglj argento e 2 di bronzo il Ministero dell'istruzioni una medaglia grande argento il Ministero dell'i dustria e commercio, tre medaglie grandi d'ai gento la Camera di commercio di Messina, nt coppa d'argento il Sindaco di Messina, una copj d'argento e maiolica il presidente del Con sigi provinciale. T- 8.

I ciechi fanno ginnastica. (Una visita all'Istituto dei ciechi di Sant'Alessio di Roma). - In alto: il m.o Seganti Giuseppe Romeo. In basso: Cit-tadini nell'atto di prendere lo slancio per sal-tare il metro al cordino.

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C'ultima parola nell'educazione fisica L'ult ima parola dello sviluppo dell 'educazione

fisica è detta. I ciechi fanno ginnastica ! e la loro ginnastica

non varia in nulla da quella eseguita dai nostri ragazzi nelle palestre, poiché il cieco corre, salta, si arrampica alle pertiche e alle funi, lotta e marcia con una disinvoltura da strabiliare.

E se c iò si è fin qui ottenuto lo dobbiamo alla valentia e alla pazienza di un maestro di Roma, il signor Seganti Giuseppe, che da qualche anno si è proposto la soluzione completa dell 'arduo problema insegnando nell'Istituto dei Ciechi Santo Alessio di Roma. Con degli attrezzi speciali, da lui genialmente ideati, conduce il cieco alla pe-dana, finché egli da solo stacca la rincorsa, con una sicurezza straordinaria, tocca la pedana, si solleva e passando il cordino, cade corretto e com-posto nell 'ampio pagliericcio che l 'accoglie.

Chi osserva l 'allievo in questo audace esercizio, dimentica che egli sia cieco, che dinanzi a sè abbia le tenebre più. profonde, la notte più oscura.

Assistendo ad una lezione o ad un saggio dato da questi moderni e forti ginnasti, si ha la più completa illusione di trovarsi dinanzi a dei veg-genti per la disinvolta energia con la quale ese-guono i più variati esercizi, dal bastone Jàger all 'appoggio Baumann, dalla clava al manubrio di ferro.

Egli lancia a distanza e con tutto lo sforzo dei suoi muscoli d'acciaio una palla di ferro di chilogram-mi 7 ,800, egli gareggia nell'alzar pesi, nel tenere a braccio teso pesanti ma-nubri di ferro, egli insom-ma trova nella ginnastica, oltre che ad un geniale sollevamento dello spirito, uno sviluppo grandissimo del suo sistema muscolare.

Non è più il cieco che langue della sua infelicità, della sua ignoranza, egli non chiederà più al veg-gente altezzoso il sostegno e l'aiuto, poiché anche lui lotterà con noi, con tutta la sua potenza, con tutta la sua forza nella titanica lotta per l 'esistenza. Pos-siamo quasi dire con con-vinzione : Il cieco vede ! E questo per merito della ginnastica che toglie alle

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Medaglia d'Oro Ricordo del Concorso Ginnastico di Perugia. - La squadra della palestra marziale Garibaldi di Terni.

L'alunno Cittadini, il più forte della squadra, tiene a braccio teso un manubrio di ferro di kg. 16.500.

sue membra ed ai suoi sensi sviluppatissimi quell'atrofizzazione prodotta dalla vita continua-mente sedentaria.

I ginnasti di Terni al Concorso di Perugia Col solito successo i ginnasti di Terni parteci-

parono al riuscito concorso della capitale del-l 'Umbria. La vecchia, gloriosa Palestra Garibaldi e la giovane Gioventù Sportiva inviarono le loro squadre, delle quali riportiamo le fotografie, a conquistare nuovi allori sul campo della forza e del coraggio.

A seguito dei risultati già pubblicati non sarà male far rilevare come la squadra della Garibaldi, della quale per dimenticanza forse sino ad ora non si fece menzione, sia stata l'unica a farsi ammirare veramente in tutto lo svolgimento della gara A.

Essa compì esecuzione perfettissima e superiore a quella di tutte le altre, guadagnando il primis-simo premio. Nelle gare individuali i concorrenti della Garibaldi ottennero ben trenta premi, un bottino completo.

Anche la squadra della Gioventù Sportivacon-corrente al campionato di palla vibrata, si fece assai ammirare e ottenne ottimo premio.

ioni

A Milano regna entusiasmo per le continue vitto di Casa Bianchi e C.

Le corse Milano-Firenze, la XX Settembre (ti _ Napoli e ritorno), la Nazionale di 340 km., il Gì delle Antiche Provincie, ove riuscì vincitore Giovai Gerbi, se fanno risaltare le doti eccezionali di que formidabile routier, che è considerato anche da sportsmen d'oltre Alpi uno dei corridori principi, n bisogna dimenticare che egli, da uomo ohe sa va tare tutti gli elementi che possono assicurare la i toria, ha sempre riposto la sua fiducia nella bicicli Bianchi, sapendo per prova come essa può rispoiid a quegli sforzi eccezionali che all'occorrenza le si ; domandare. Anche Zanzottera, nella Coppa del 1 Petit Breton nella corsa Milano-San Remo, nutren la medesima fiducia di Gerbi, montarono in que corse biciclette Bianchi, ed anch'essi riportarono taf vittoria. . . . ,

D'altronde chi deve costruire una buona bicicle se non la fabbrica milanese Edoardo Bianchi e che dall'inizio del ciclismo si è dedicata con am e con studio alla perfezione della bicicletta? E non sa come la sua produzione sia reputata ali est fra le migliori nel mercato mondiale ciclistico?

E la Società E. Bianchi e C., pur dedicandosi seri mente all'automobilismo, fa bene a portare ogni si cura alla costruzione delle sue biciclette, che le hati1

assicurato una invidiabile rinomanza. L. C, *** Il Consiglio d'Amministrazione della Socetà A

nima Cantieri Gallinari, con sede a Livorno Toscan con sua deliberazione in data 20 agosto 1907, omol gata dal R. Tribunale di Livorno, determinava 1 » mento del capitale sociale da L. 1.500.000 a L. 1.750.» mediante l'emissione di N. 10.000 azioni, del vaio nominativo di L. 25 cadauna, con godimento dal costituzione della Società.

Il Consiglio stesso, con successiva deliberazione,! stabilito di dare in opzione ai portatori delle azio precedentemente emesse un'azione nuova ogni dil azioni vecchie, al prezzo di L. 50 per Azione.

Il premio netto ricavato dalla emissione sarà dei luto per intero al fondo di riserva.

I signori azionisti sono avvertiti che il diritto opzione potrà essere esercitato presso l'Ammimstr zione della Società (Cantiere, Molo Mediceo) conti presentazione dei titoli posseduti dal giorno 2o co rente a tutto il 5 ottobre p. v., dalle ore 10 alle e dalle ore 15 alle 17.

Dopo tale epoca le azioni restanti saranno po« in vendita al pubblico al medesimo prezzo.

II ritiro delle azioni ed il relativo pagamento effettuato dal giorno 15 al giorno 25 ottobre p. v. n luogo e nelle ore sopra indicate.

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Un ricordo delle corse di Deauoìlle. - L'arrivo del Premio Hocquart (3000 m., 20.000 fr.).

" The Pearl „ ra » Vendita esclusiva: B o ^ ^ l , D u r a n d o & O . - M i l a n o - Corso Genova, 9.

ti scuderie italiane in Francia

* L'ing. La Manna-Guidotti, il rappresentante per 'Lombardia della gran Fabbrica Genovese d'Auto-

1 bili La San Giorgio ci scrive il seguente : i Inter-nato ' a suddetta Casa mi risponde quanto segue: ,e ^sposta a pregiata vostra 4 corr. relativa alle 1 I che circolano sulla nostra società che si dice hbandoni la costruzione delle automobili, vi comu-•ehiamo che la voce è assolutamente falsa, perchè " nostre officine di Sestri, attualmente in stato di ® r a ndimento, sono esclusivamente dedicate a questa "«truzioue. Stiamo esaminando, è vero, l'eventualità pila costruzione di materiale ferroviario, ma questa -ebbe da farsi in stabilimenti affatto diversi ed in-

cendenti da quelli attualmente in funzione».

I cavalli del conte Scheibler hanno partecipato Ha recente riunione di Maison Lafitte, di fendendo 0n onore i colori italiani. Così ci descrive la orsa dell ' « Handicap de la Tamise » il corri-pondente del Corriere della Sera: « Non meno di 24 cavalli parteciparono al-

i « Handicap de la Tamise » (lire 25.000, m. 1800 „ linea retta), in cui corsero i due cavalli di cuderie italiane Chiaramonte e Telamon. Quando ii dato il segnale di partenza, Ben, della sell-eria Ephrussi, che si trovava in una posizione ivorevole, si slanciò innanzi e guadagnò subito arecehie lunghezze sui numerosi concorrenti,

Chiaramonte, della Scuderia Scheibler. a San Siro. (Fot. A. Foli - Milano)

he formavano un magnifico gruppo compatto. Isso riuscì a conservare il suo vantaggio fino al ragnardo, procedendo baldanzoso nel bel mezzo ella pista. Più che a raggiungere il primo, gli ltri cavalli cercavano di districarsi dal gruppo er c o n q u i s t e il secondo posto. Innanzi alle •ibune i due cavalli italiani si misero risoluta-

—ìente in testa del plotone e per tutto l 'ultimo lezzo chilometro essi conservarono il loro posto ietro Ben, di cui era già assicurata la vittoria,

resistendo agli attacchi di formi-dabili concorrenti. I risultati della corsa furono i seguenti :

« 1. per quattro lunghezze Ben (kg. 51) di Michele Ephrussi, mon-tato da Bellhonse; 2. per una lun-ghezza Telamon (40) di Sir Elio-land , montato da Crickmere; 3. Chiaramonte (47) di Bocconi, montato da Spears.

« Il totalizzatore nel pesage diede sul vincente 314 franchi per ogni dieci e 90 come piazzato; nel prato 116,50 come vincente e 45 come piazzato. Telamon fruttò 40 franchi e mezzo nel pesage e 24 nel prato. Chiaramonte fruttò 24 franchi nel pesage e 12,50 nel prato.

« Ben, il vincitore della corsa, è un tre anni tenuto in grande considerazione dal silo proprie-tario e dal suo allenatore, l 'ame-ricano Reiff, fratello del celebre fantino e già allenatore della scu-deria italiana di Sir Rholand lo scorso anno. Il puledro, che por-tava un peso abbastanza grave rispetto ai due cavalli italiani, ai

quali cedeva oltre l'annata parecchi chili, è apparso in una condizione eccellente, per quanto apparisse abbastanza irrequieto prima di presentarsi in pista. La sua corsa, anche a voler considerare l'ottima partenza presa, ò veramente notevole; anzi alcuni competenti non esitavano ad affermare che è stata la migliore della sua carriera. Puledro di classe, ma sin qui non molto fortunato, Ben era rimasto al palo nell ' « Omnium », che fu vinto da un peso leggero, Giraldo, sulla distanza di 2400 metri.

Ma quelVhandicap non era dei più indicati per Ben, il quale è più fatto per le distanze che non superino di troppo il miglio.

« Detto del vincitore, occorre anche aggiungere qualche parola sui due cavalli italiani, che hanno qui fatta ottima impressione.

« Sulla carta, mi diceva dopo la corsa uno sportsman italiano, Chiaramonte s ' imponeva net-tamente. Per quanto non vi fosse alcuna linea diretta con i cavalli francesi, le sue performances erano tali, da dargli una chance di pr im'ordine , superiore a quella di Telamon. Questo cavallo, acquistato da Sir Rholand in Inghilterra a un prezzo relativamente mite, data la sua classe e il complesso delle prove fornite, aveva è vero bat-tuto a Milano Chiaramonte nel « Premio Paullo >> — metri 1400 — per una corta testa e a 7 chili di differenza; ma tutti ricordano che il fantino del cavallo di Bocconi credendo di aver corsa vinta, fermava all 'arrivo e si lasciò sorprendere proprio sul traguardo. Ad ogni modo, Telamon e Chiaramonte, rispetto alla forma italiana, erano tra loro esattamente handicappati; e non può recar grande meraviglia se il primo abbia prece-duto il secondo, anche considerato che Telamon aveva l 'eccellente monta dell ' inglese Crickmere, e si trovava sulla sua distanza esatta, mentre forse per Chiaramonte v 'erano un duecento metri di più, rispetto ai suoi mezzi. Comunque, trovo che la corsa dei due cavalli italiani è stata delle più onorevoli, a tutta lode dei loro proprietari e dei loro allenatori.

« All ' « Handicap della Senna » — lire 25.000, metri 3200 — hanno partecipato dieci cavalli, fra cui Pioniere (45) che era uno dei favoriti.

« La lotta è stata vivissima, specialmente nel-l 'ultimo tratto. Roncai (49), Pain d'Epice (43), Pioniere e Benanche (42 1]2) formarono un gruppo compatto per due terzi della corsa. Merci (47) e

Telamon, alle corse dì San Siro, vincitore del Premio Paullo. (Fot. A. Foli - Milano).

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SOCIETÀ TORINESE AUTOMOBILI ELETTRICI c o n c e s s i o n a r i a . <3.ei B r e - w e t t i T K i r i e g - e r

Vetture e. Vetturette Eiettriohe ad aooumulatorl. V E T T U R E A BENZINA CON T R A S M I S S I O N E E L E T T R I C A

Omnibus e> Camion» dei due sistemi.

La Giurìa della Gara. - Il terzo, da sinistra a destra, è il sig. Ettore Florio, benemerito pres. della Società ciclistica La Tonno. (Fol. Scaglietta, Tonno).

lotto. Prendono subito la testa i numeri 27, 24, 8, 10, 2, X, ed a velocità impressionante dànno la scalata alia collina. Seguono gli altri in fila indiana, lasciandosi a poco a poco distaccare. Tro-viamo infatti nelle vicinanze di Reaglie il n. 11; più in là il n. 18; poi il n. 14; il n. 15; nn. 4, 16, 27, 9, 19, 25, 7, 26 e 6. Gli ulti-mi quattro li troviamo sulla som-mità del Pino, e compongono il gruppo secondo. Gli altri corri-dori sono già nella discesa verso Chieri. Il loro passaggio pel Pino è stato controllato in minuti 16. Il miglior tempo precedente appar-teneva all'awdox avv. Negro in minuti 16, 50. Seguitiamo per Chieri. Il primo gruppo è passato di volata, lasciando indietro soia-mente il n. 26. Tutta Chieri fa-ceva ala a questo passaggio, e carabinieri e guardie di città mantennero un ordine perfetto. A bordo dell'automobile del cavalier Grosso - Campana attraversiamo noi pure questa siepe umana, se-guìtia breve distanza dal secondo gruppo composto dei numeri 6, 7, 25, 22. Dopo Chieri ci portiamo a Riva e qui il gruppo secondo è raggiunto dal favorito della cor-sa, il torinese Granaglia (n. 9),

come un sol uomo sulle sue piste, in volata addili tura, sicché dopo un 500 metri Granaglia è r»| giunto. Il tentativo è fallito. Granaglia è nuovan.etì sulla banchina ohe guida il plotone calmo, cali» Siamo in breve a Poirino. Guida Granaglia con ruota Gobbi e Azzini Ernesto. Più indietro Panni Gambato.

Granaglia dà un'occhiata furba, accelera a poco poco, ed in breve sono una ventina di metri che sci presi a Parini e Gambato.

Passiamo Moncalieri con andatura veloce, fl avviciniamo al passaggio a livello della ferrov a Pinerolo. Disgraziatamente il passaggio è chiuio, a poche centinaia di metri si avanza lentamente i treno merci. . ,

Coll'occhio degli sperimentati corridori Granagli Gobbi e Azzini saltano a terra, e in men che si ili sono al cancello. Il custode non vuol dare loro passo, ma finalmente cede alle preghiere e li Usi passare.

Qualche secondo dopo sono Parini e Gambate c ripetono la preghiera mordendosi i pugni, ni» treno è ormai vicino ed il custode irremovibile, finito per loro; la corsa è ormai proprietà dei pr' tre fortunati.

A bordo dell'automobile del cav. Grosso-Camp» passiamo innanzi a tutti, e ci precipitiamo verso traguardo, dove sta raccolto un pubblico enorme-

Il servizio d'ordine, ben disposto dalla Società Torino, merita una parola di plauso.

Troviamo al traguardo il presidente della Tori signor Ettore Florio, il cronometrista signor Anto' Scagliotti, il cav. rag. Luigi Derossi, il dott. De lai?1

i signori Balloira padre e figlio, il dott. Morelli,

coni, montato da Spears e col peso di 56 chili, partecipa alla corsa per il premio del « Tago » , 10 mila fran-chi, 1600 metri; ma non riesce a piaz-zarsi. La corsa è vinta da Ógler (48 1]2) di Ribacourt, per una testa; secondo Vincent (57) di Lieux per 3j4 di lunghezza; terzo Ma Grand (491(2) di Jahn ».

AZZINI VINCE IL PREMIO PEUGEOT

(Da sinistra a destra): Azzini Ernesto (1° arr), Granaglia Agostino (2'arr.), Gobbi Belcredi (3° arr.), Parini (4° arr.).

(Fot. Ditta Ambrosio - Torino).

Saint-Léonard (58) seguivano molto da vicino. Al rettilineo finale Roncai e Pain d'Epice occupa-vano i primi posti, ma furono subito sorpassati da Merci e Pioniere, ebe iniziarono una lotta ac-canita, alle quale si unì poco dopo anche Saint-Léonard. Merci giunse primo, seguito ad una testa da Pioniere. Anche Saint-Léonard perdeva il se-condo posto per una soia testa.

« Merci della scuderia di Madame Cheremeteff, era montato da Barat, uno dei migliori pesi leg-geri francesi, attualmente in un periodo di grande fortuna. Pioniere di Sir Rholand da Spears, il fantino che aveva montato Ohiaramonte nella « Tamise ». Saint-Léonard di Murat da O'Connor.

<, U totalizzatore ha dato nel pesage per Merci vincente 83,50 e 23 pel piazzato: nel prato vin-cente 48,50 e piazzato 12,50. Pioniere ha frut-tato 15,50 nel pesage e 9 nel prato ; Saint-Léonard 17 nel pesage e 8 nel prato.

« II « Premio de l'Escaut » (terza giornata) — lire 15.000, metri 2100, handicap — è stato gua-dagnato brillantemente da Telamon. Sin dal prin-cipio Telamon si trova nel gruppo di testa; al-l ' ingresso del rettifilo la corsa appare circoscritta fra Telamon e Mordienne. Telamon di Scheibler (44, Crickemere) giunge primo per due lunghezze; secondo Mordienne di De Prelle (53, Heapy) per mezza lunghezza; terzo Oythère (49 1)2) di Ganay.

« Per Telamon il totalizzatore del pesage dà 47,50 vincente e 19,50 piazzato. Il vincitore era giunto secondo nell ' « Handicap della Tamise » , vinto da Ben.

« Un altro cavallo italiano, Ohiaramonte di Hoc-

La grandiosa corsa su strada che, con intendimenti veramente moderni, i simpatici industriali fratelli Picena hanno bandito, per la seconda volta, è riuscita in modo perfetto, suscitando grande interesse. Su tutto il percorso infatti stavano numerosi ispettori, per il controllo fisso, mentre parecchi auto-mobili disimpegnavano un prezioso ser-vizio di controllo volante. Si nota-vano una Itala, del cav. Grosso-Cam-pana, guidata maestrevolmente da Giu-seppe Macocco, una Fiat, guidata dal noto corridore Boschis; un'altra Itala, gentilmente concessa dal signor Ca-renzi, condotta dal motociclista Riva; una Rapid, condotta da Gallina; ed in-fine uno stock di vetturette Peugeot-Oroizat, che compirono ottimamente il lungo percorso.

Contro la corsa hanno congiurato le strade orribili, veri pantani, che furono la causa di innumerevoli cadute, fortu-natamente senza gravi conseguenze.

Alle ore 7,80, fuori della Madonna del Pilone, il lotto formidabile di corridori si allinea, sotto la direzione dello starter dottor Delaude e del cronometrista signor Scagliotti. Al via, dato alle 7,40, partono i seguenti ' corridori: N. 1. Barnaba Attilio, Udine; 2. Libero Giovanni, Torino; 4. Mon-tecucco, Torino ; 6. Miran-celli, Genova ; 7. Bulgarel-lo, Torino; 8. Gobbi Bei-credi, Pavia ; 9. Granaglia, Torino ; 10. Micheletto , Udine; i l . Neri, Ravenna ; 14. Messeri, Bologna ; 15. Miglio, Torino; 16. Astori, Milano ; 18. Ambri, Parma; 19. Azzini Luigi, Milano; 21. Lanza, Roma; 22. Pari-ni, Milano; 23. Soave, Ve-rona; 24. Gambato, Vero-na ; 25. Azzini Emilio , Milano; 26. Jacchino, Ge-nova; 27. Matteoni, Napoli.

Non si presentano i nu-meri: 3. Cappelletti di Bo-logna; 5. Villani di Parma; 12. Rossi di Torino; 13. Lofio di Roma ; 17. Ventu-rini di Ravenna; 20. Gar-giuolo di Napoli. Totale 21 partenti.

Seguendo la corsa.

La salita del Pino, fati-cosissima (chilometri 7), è quasi divorata dal forte

stato staccato sulla salita di Pino per moltiplica trop, forte. Controlliamo che da Torino a Riva i corrida hanno impiegato soli 49 minuti. Uscendo da Riva, Gq naglia si porta in testa aumentando di velocità per r»! giungere il primo gruppo. Azzini si porta presso la8l: ruota e cosi continuano alternandosi da buoni atei, sino a che, presso il viadotto ferroviario di Asti rj, giungono i fuggitivi, e così poco dopo, il gruppo J testa entra in Asti e si ferma al controllo compoj, dei seguenti numeri: 1, 9, 10, 25, 24, 8, 6.

Da Torino a Asti (km. 50) i corridori hanno 16. piegato ore 1,20. Tempo straordinario. Sono molto 4 faticati. Si firma in fretta ed in furia, si beve e p, via di nuovo sulla strada di ritorno verso Torio, Giungono a varii minuti di distanza i numeri 8 2, 14, 15, 22, 4, 27, 26, 7.

Ad Asti funziona un ottimo controllo tenuto ( signor Bucchetti, e vi sono anche guardie di citi per mantenere l'ordine nel pubblico numeroso ci vi assiste.

Dopo un quarto d'ora di fermata noi pure riiao( tiamo in automobile per fare ritorno a Torino sul piste dei corridori di testa. Ormai la corsa si disj accanita fra il gruppo di testa, che precede qualche vantaggio gli altri concorrenti.

Nel ritorno noi ripassiamo avanti a tutti i riti datari, ammirando in modo speciale le corse j, numeri 2, 22 , 26, 8, 4, 7, che alquanto staccati principio, guadagnano terreno a vista d'occhio, primi sono però molto avanti, ancora non li abbiau raggiunti, e benché il loro passo sia rallentato, te tavia essi non hanno poco da temere dal secorj gruppo.

Prima di Cambiano fi raggiungiamo. Il numero in testa, il 9 sulla ruota, poi il 25, il numero 1, Tutti si osservano. I tentativi di fuga sono quenti. . .

Granaglia ne ha provati parecchi, Azzini lo stesi e così Barnaba.

Passiamo Cambiano, pieno di gente festante; presi siamo sul ponte della ferrovia, poi la discesa,, e q per l'ultima volta Granaglia con uno scatto impra sionante, sceso in mezzo alla strada, stacca di col; tutto il gruppo e prende qualche diecina di metr

Allora assistiamo ad un magnifico spettacolo. Tot

Al traguardo finale di Torino, fatori della corsa-

li pubblico accorre numeroso al passaggio dei tri« (Fot. Ditta Ambrosio - Torino).

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Carlo Salengo e il giudice d'arrivo signor En-

elto 'metri dal traguardo i tre corridori scat-C nasi assieme, e la linea d'arrivo è passata prima

i \ i n i Luigi, di Milano, in ore 3,44, che vince la bella vetturetta Lion-Peugeot; 2. vicinissimo, caglia (La Torino, di Torino); buonissimo terzo

, Gobbi Belcredi, di Pavia, che fece una corsa

' 'nonoSpoi nell'ordine: 4. Parini, 5. Gambato, richini, 7. Libero, 8. Borgarello, 9. Barnaba, gontecucco, 11. Matteoni.

* * * fratelli G. e C. Picena subito dopo la corsa invi-

corridori ed amici ad una colazione al Ristorante Parco- I commensali raggiungono il centinaio,

tutti, vincitori e vinti, regna la massima cor-ìlo champagne il presidente della Torino, signor 'Iorio, prende la parola per ringraziare'tutti co-; nuàli vollero cooperare alla riuscita della prova

le del Gran Premio Peugeot (km. 100). Quindi v rag. Luigi Derossi, a nome della Giuria, ri-lati i meriti dei vincitori e dei vinti, ricordato c o p 0 della gara, fa la consegna al signor Azzini L. „ vetturetta che la Casa Pengeot aveva stabilito U trionfatore della gara. L'Azzini ha percorso i ita. in ore 8 34' 7" .

terzo oratore è il rappresentante dell'Untone rtiva Astigiana, il quale si unisce ai colleglli per utare una lode all'iniziativa dei fratelli Picena, ringraziare tutti gli intervenuti si alza quindi il

10r Giovanni Picena ; egli beve ai trionfi futuri ciclismo e si congratula vivamente con l'odierno nfatore.

ricordo della festa il nostro fotografo Ambrosio raisce un gruppo di tutti gli intervenuti.

i S S i i

DOPO il banchetto al Ristorante del Parco offerto con signorilità dagli":industriali Giovanni e Cesare Picena a tutti i corridori, alla Giuria e alla stampa^ Uopo ^ ^ . f r a M . p.eena SuWautomobilet al volantei u vincitore Azzini. (Fot. Ditta Ambrosio - Torino).

L A NOSTRA OPINIONE Ila direzione del « roseo » giornale « nnionista » gazzetta dello Sport di Milano, non hanno piaciuto, cauto pare, le ultime nostre espressioni in fatto iport ciclistico. n < novellino » dirigente del succitato giornale rebbe dettar consigli a due fra i più vecchi ed assonati rappresentanti del giornalismo sportivo jano, reclamando da loro un completo accordo a questione. Il nostro giornale, avvezzo a dire pre la verità, disinteressato in ogni avvenimento rtivo, accoglie in ogni numero l'opinione sulle erse questioni trattate dai più noti scrittori. Il tra collaboratore Raffaele Perrone, senza preoccu-si di fare della letteratura sportiva, ha esposto ìe sempre in forma brillante e seria la sua opi-ce sullo svilupparsi del ciclismo in Italia. Egli ha ,o un inno allo sport popolare, rallegrandosi del nuovo indirizzo. oi, dal canto nostro, dopo esserci allietati di io ' ciò, ci siamo permessi di fare rilevare agli anizzatori come la frequenza delle gare, e la orga-sazione poco regolare di alcune, potesse nuocere , causa ciclistica in genere. Non sappiamo se il rone sia con noi d'accordo sull'ammissione di tali

Il gruppo di testa nella discesa di Cambiano. Granoglia tenta, in questo ^^^^^^roB^-^òrirLo).

mali e sulla ricerca dei relativi rimedi. Un fatto solo ripeteremo per la verità, e cioè che non è dall'ac-cordo fra due collaboratori dello stesso giornale^che possa dipendere la risoluzione di una questione. L'opi-nione nostra è che troppe corse ed alcune male orga-nizzate si sono svolte nel 1907. Per quel disinteres-sato amore allo sport, cui ci siamo dedicati da più di dieci anni, ripetiamo che reclamiamo dall'Unione Velocipedistica Italiana un più severo controllo sulla regolarità dello svolgimento di ogni programma da essa approvato, e che, come sempre, combatteremo tutto ciò che può tornare a danno del dilettantismo.

Lo sport ciclistico attuale, per progredire sempre di pari passo, necessita di purificarsi alquanto.

Del resto, questa è l'opinione del sottoscritto e, senza errare, di tutti coloro che vorrebbero escludere dal campo sportivo ogni forma di professionismo.

V. G.

li trionfo della vetturetta Dal Monceiitsio alla Sicilia.

Una coppa della " Stampa Sportiva „.

Una corsa di vetturette è indetta dallo Sporting-Club di Palermo per il 20 ottobre. La partenza alle ore 7 del mattino sarà da Bonfornello. Con percorso di due giri del circuito della Targa Florio. L'iscrizione è aperta a qualsiasi tipo di vetturetta monocilindrica

con alesaggio non superiore a 120 millimetri; ed a due cilindri con alesaggio non superiore a 90 milli-metri. Il posto di rifornimento sarà nei locali delle tribune e solo iu esso sarà permesso che personale estraneo al guidatore ed al meccanico della vettu-retta partecipi alle operazioni di rifornimento. Le iscrizioni sono aperte nella sede dello Sport-Club sino alla mezzanotte del 15 ottobre e dovranno essere ac-compagnate da un diiitto di entrata di lire 150.

La Coppa dello Sport-Club (del valore di lire due-mila) sarà detenuta dal primo arrivato, essa sarà disputata due volte l'anno e resterà definitiva pro-prietà di chi la vince tre volte.

Altri premi saranno dati in ordine di classibca. Il regolamento della Corsa e quello della Coppa

sono esposti nei locali dello Sport-Club. 11 cav. Vincenzo Florio, sempre pronto ad incorag-

giare le belle ed utili iniziative, offre a tutti i par-tecipanti il trasporto gratuito da Genova a Palermo e ritorno.

Chi vorrà dunque mancare al Convegno autunnale siciliano?

La Stampa Sportiva, come abbiamo già annunziato, bandisce per il 1908 una grande prova di vetturette sulla salita dello storico colle del Moncemsio. Di questi giorni appunto la Direzione del nostro gior-nale ha ufficialmente offerto &\VAutomobile-Club di Torino una ricca Coppa per tale gara la cui orga-nizzazione dovrà svolgersi di pieno accordo fra l'A. C. e la Stampa Sportiva.

Speriamo di potere nel prossimo numero dare mag-giori particolari in proposito.

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L'ETICA DEI CANILI La continua e intima convivenza con l 'uomo —

scrive F. T. Date nel Blackwood's Magazine — apre al cane domestico nuovi orizzonti mentali e lo allon-tana dal carattere, dai costumi della sua razza, mentre gli fa adottare, nei limiti della sua capacità, le usanze del suo amico e padrone. Esso perde, quindi, mólte

risorse della razza canina, per condividere con l'uma-nità gioie e dolori, ma più dolori che gioie.

Il solo luogo in cui possiamo osservare le naturali tendenze del cane in condizioni non molto dissimili da quelle del suo stato primitivo, è un canile di cani da caccia. E' qui che possiamo rintracciare i principii della sua speciale intelligenza, delia sua etica indi-viduale e sociale; è qui che possiamo vedere come fra i cani dello stesso gruppo esistano la subordiua-

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sè il proprio cibo. Nè essi po-sono, come i cani gelvaggi. cadere sotto il ferreo giogo dei più forti fra loro, giacché sempre è pronto qualche custode a in-tervenire per far cessare i conflitti che scoppiano veementi fra il cane as| irante al dominio assoluto e j suoi non troppo fedeli vassalli. Tuttavia, nei canili g e mpre sono rispettate la vecchiaia, la forza, la sag-gezza; e i cani più forti e più anziani riscuotono non dubbie prove di rispetto e di sottomissione dagli

altri Presso i cani di una stessa muta non trova per-dono quello di essi che durante una caccia o una corsa si sia allontanato dai compagni. Ciò senza dubbio de-riva dal fatto che allo stato selvaggio non vi sarebbe salvezza nè per l 'indivìduo nè per il gruppo senza l'usanza di mantenersi uniti e compatti contro gli eventuali attacchi nemici. La prima legge di una muta è l'unità di azione. E il cane da caccia, che per una qualsiasi ragione si allontani dal gruppo, al suo

ritorno viene accolto da brontolii, ululati e altri segni di collera e di rimprovero.

Talvolta la collera collettiva entro il canile prende la violenza di un tumulto, come spesso accade quando un cane cade dormendo dalla sua panca a terra: l'istinto dei suoi compagni li porterebbe allora a gettarsi sul caduto e a sbranarlo, in pena, della sua caduta. Ma la disciplina ristabilisce subito la calma, quando interviene o il padrone o un custode. Si rac-

io Internazionale di Parigi. La scalata di una palizzata di m. 2,60.

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Echi della Riunione Automobilist. di H r V T L E Y W A L K E I t , Sw arrivato nel la t o p p a di

Veloci tà , scrive alla Compagnia D i J A L O P quanto segue:

« Mi pregio darvi il ragguaglio dei Pneus DUNIOP montati sulla mia vettura Darracq 120 HP per la Corsa di Brescia. , . •

« Avevo degli antisdrucciolevoli 895x135 sulle ruote posteriori e scannellate 815x105 sulle ruote anteriori, e non ostante che la corsa venisse effettuata durante una pioggia torrenziale che aveva ridotto il Circuito m cat-tive condizioni, non ebbi bisogno di cambiare i Pneus, anzi alla tine della corsa quelli anteriori erano ancora quasi nuovi e gli antisdrucciolevoli avevano perso un solo chiodo.

« Io ho assistito, in questi anni quasi a tutte le principali Corse Internazionali ed ho sempre voluto, alia fine della corsa, esaminare più Pneumatici che mi era possibile e posso assicurarvi che non ho mai visto un Pneu in condizioni così perfette come i P n e u s DUNtOP montati sulla mia vettura a Brescia. Sono arrivato 2 a soli 3 minuti dal vincitore compiendo una velocità media di 107 Km. all'ora; ed è rimarchevole la resistenza dei P n e u s DUNLO - che vennero sottoposti più del necessario a soventissinn e repentini colpi di treni, non avendo io potuto provare il Circuito prima della corsa. Ho frenato due volte tanto repentinamente che la vettura ha girato su se stessa senza che i Pneus ne soffrissero. Malgrado ciò credo che solo la vettura vincitrice e la mia non hanno cambiate le gomme mentre le altre cambiarono più d'una volta. _

« Cagno guidatore della vincitrice, Duray, Gabriel e Rougier, guidatori delle De-Dietricli son venuti, dopo la corsa, ad esaminare i Pneus DUNLOP della mia vettura, e dichiararono che non avevano mas Visio Pneumatici in così ottime condizioni dopo una gran corsa.

« La questione dei Pneumatici ha una importanza principale nella decisione di una corsa e mi compiaccio vivamente della bontà e perfezione dei Pneus DUNLOP. lo, che ho adoperato tanti altri Pneus di fabbriche ben conosciute, non esito ad attestarvi che è mia opinione che, al presente, non ci sia altro Pneumatico oHe possa reggere il confronto coi DUNLOP per una corsa di lunga distanza ». HUNTLEY WALKER «

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•onta, a questo proposito, che un cacciatore aveva fatto sospendere sopra i giacigli dei suoi cani una caropana congiunta da una corda al suo letto e, ogni volta che sorgeva nel canile un minaccioso tumulto, li bastava tirare la corda per far tornare la quiete. Spesso avviene che i cani di una muta prendano an-

tipatia e odio per un compagno, e che il perseguitato corra continuo pericolo per la sua vita, se non viene allontanato dal gruppo. Quando ciò si verifica, si può essere certi che l'animale odiato è un poltrone, senza voglia nè abilità al lavoro. I cani da caccia che non lavorano sono sempre mal visti e boicottati lai propri compagni, anche se il loro aspetto può farli credere all' uomo altrettanto abili quanto belli.

Il signor Dale aveva comprato un magnifico cane Ja caccia chiamato Champion, e se ne rallegrava come di un fortunato acquisto. Ma i cani della sua muta fecero accoglienza tutt'altro che cordiale al nuovo arrivato: tutti lo sfuggivano o brontolavano uel passargli accanto. Dapprima il Dale non seppe immaginare il perchè. Un giorno egli potè a stento alzarlo dalle zanne dei compagni, che volevano

finirlo; gli mutò allora canile, mandandolo insieme Ile femmine, ma anche queste, sebbene meno ag-gressive , si mostravano diffidenti e ostili verso 'ospite. Finalmente, il primo giorno di caccia, il Dale dovette convincersi che il Champion era un fan-nullone senza pudore e senza alcun trasporto per il suo mestiere. Ed ecco spiegata l'avversione nutrita per lui dai compagni.

La condotta dei cani odierni fa credere che in altri tempi i loro predecessori allo stato selvaggio usassero sopprimere i membri inutili della comunità per man-tenere questa sempre forte nella sua attività.

In ogni canile v'è un cane dominatore ; ma se il suo dominio si fa troppo pesante, non è raro il ve-dere i suoi sudditi congiurare contro di lui, finché giano in grado di sbarazzarsi del tiranno con un si-multaneo attacco che ponga fine ai suoi giorni. Ap-pena scoppiata la ribellione, i congiurati, che non amano le mezze misure, dimostrano tutta la ferocia latente della razza canina, e si spingono fino a mas-sacrare e divorare il tiranno soppresso.

Usciti dal canile in campo aperto per la caccia, i cani prima si dividono e corrono qua e là in cerca di selvaggina; quando uno di essi ha scovato una pista, chiama a raccolta i suoi compagni, e questi accorrono istantaneamente. Poi tutti, disposti in una fila compatta, corrono sulla traccia lasciata nel suo jassaggio dalla bestia cui viene data la caccia, e con e loro voci suscettibili di accenti ed espressioni di-verse si scambiano intanto le loro impressioni sulle vicende della caccia: i dubbi, i comandi, la gioia del trionfo.

Ed ecco un effetto della civiltà sui cani da caccia. Come l'uomo indubbiamente prese dapprima l'abitu-dine della caccia per soddisfare i suoi bisogni, e ora la conserva per suo piacere soltanto, cosi il cane in essa non cerca più il soddisfacimento della sua fame, bensì esclusivamente o principalmente quello del suo odorato, che si delizia all'odore della selvaggina. In

tempi primitivi il daino era il cibo preferito dei cani, ed è senza dubbio per questa ra-gione che l'odore del cervo è oggi quello preferito dai no-stri cani da caccia.

Gl'istinti meravigliosi dei cani sono il risultato della memoria di tutta la razza, ossia di una memoria comune a tutte le generazioni e a tutti gl'individui della razza canina. Ma che vi sia un sub-strato di ragione al disotto delle loro azioni istintive è provato dal fatto che queste possono sempre venir mode-rate e regolate dalla disci-plina.

Eppure, quantunque la di-sciplina dei canili sia press'a poco sempre e dovunque là stessa, i caratteri individuali non vengono da essa soffo-cati. In un solo canile si potrà vedere r i u n i t i un cane di buona bocca e di cuore, ma che non sopporta ingiurie, nemmeno dal suo padrone, sebbene gli sia sinceramente affezionato ; un cane di ca-rattere mite e affettuoso, co-scienzioso nell'adempimento dei suoi doveri e sicuro, perciò, di non ricevere offese; una bella cagna, insi-nuante e vezzosa, ma divorata dalla gelosia per le finezze fatte ai compagni, o per i trionfi riportati da questi; il veterano che spontaneamente abbandonò il servizio attivo e rinunciò alle caccie, quando s'ac-corse di non poter correre di pari passo con gli altri; il fannullone ohe non scova mai una pista, nè mai raggiunge la preda, ma che al meet è sempre in prima, fila e si mostra impaziente d'indugi, o si compiace di nascondersi qualche osso in bocca e di lasciarlo ca-dere nel canile per suscitare discordie e battaglie.

A dimostrare che anche nei canili sono apprezzate le virtù morali, sta il fatto che i cani più sincera-mente buoni sono quelli che riscuotono maggiore fiducia dall'intera muta: il cane fannullone, più sopra descritto, inutilmente griderebbe ai compagni di avere scovato una pista, se la sua affermazione non venisse confermata da qualche compagno più degno di fede.

Vi è, dunque, un'etica dei canili, giacché in questi le qualità morali non vengono tenute in minor conto della forza bruta. Di fatti, mai si potrebbe ottenere in essi una disciplina efficace senza fare appello ai sentimenti di bene e di male ereditari nella razza. Non meno forte di questi sentimenti è nei cani da caccia l'amore della lode: se questa non viene loro tributata quando sentono di meritarla, ne restano offesi. Per un padrone silenzioso, parco di lodi, in-grato, essi non si curano affatto di lavorare.

Il buon cacciatore, quindi, dovrebbe essere anche buon osservatore e interessarsi a ciascuno dei suoi cani, sì da studiarne il carattere, incoraggiarne le buone qualità e renderselo un amico veramente pre-

Kiuniont ciclistiche i tal iane »** A Firenze, indette dall 'U. S. F., ebbero luogo

il 22 scorso alcune importanti corse, fra le quali il campionato toscano di resistenza.

Corsa Incoraggiamento. — Inscritti 6. Arrivano : 1. Leoni ; 2. Musini; 3. Ristori ; 4. Maino.

Corsa Scratch. - l a batteria: 1. Pierazzoli; 2. Del Rosso; 3. Silvestri. 2a batteria: 1. Dani ; 2. Boc-chino; 3. Pecchioii ; 4. Cavini. 3"batteria: 1. N e n o ; 2. Serri; 3. Fiaschi; 4. Parigi. Eépéclwge: 1. Boc-chino; 2. Serri; 3. Del Rosso. F ina le : 1. N e n o ; 2. Bocchino; 3. Pierazzoli; 4. Dani.

Il convegno ciclistico di Borgo San Salvarlo (Torino). La squadra della Robur. (Fot. Ditta Ambrosio - Torino).

Oorsa Motociclette. — 1. Galante; 2. Signorini'. 3. Castellani; 4. Fenci .

Corsa all' americana. — Partenti 11. 1. Neno ; 2. Del Rosso; 3. Dani; 4. Serri.

Campionato Toscano di resistenza. — Percorso km. 50 (150 giri di pista), t. m. 1,30. Corrono in 14; arrivano : 1. Serri, della Forza e Coraggio di Pisa ; 2. Dani ; 3. Pecchioii ; 4. Fiaschi; 5. Parigi.

A Cremona ebbero lnogo parecchie gare : Campionato Cremonese. — 1. Mascotti,facilmente;

2. Pagani; 3. Bouzini. Gran Premio Professionisti. — 1. Verri, molto

facilmente; 2. Mori; 3. Mascotti. Corsa della mezz'ora. — 1. Mascotti, che compie

km. 26,700 ; 2. Taylor, a tre giri. Coppa della Città di Cremona. — Motociclette,

km. 20. 1. Bellorini, in 1 7 ' 4 5 " ; 2. Tonett i ; 3. Mi-lioli ; 4. Manerini; 5. Magnoli.

Il Campionato italiano su strada si è svolto da Alessandria a Parma. Nella categoria dilet-tanti riuscì primo Ferrari di Mantova, ed in quella professionisti Cuniolo di Tortona.

G0RRISP0NDENZA.

Pisa. — V. Bei. Grazie. Spediamovi le copie di lusso Passano. — Bordin Leonida. Obbligatissime. Se fos

sero più chiare ne pubblicheremmo di più. Stìenta (Veneto). Stefani. Saluti. Premeno. — Società Tennis. Grazie delle cartoline

illustrate che non servono però per i clichés. Forlì. — A Spallico. Grazie dell'attenzione. Asti. — D. Remondino. Non perchè i suoi versi non

meritino, ma perchè proprio ci limitiamo alla prosa. Già altre volte con altri ci esprimemmo in questo senso.

Torino. — Avv. Negro II cronometrista ci ha co-municata la notizia, e quindi tutt'altro che da noi inventata.

Bassano. — Burdin. Grazie. Pubblichiamo.

Serri, di Pisa, vincitore del Campionato Toscano. Veduta del campo delle corse ciclistiche di Padova. (Fot. Bordin Leonida - Bassano).

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LA IS TA M 1JA SFUMJ-i Y A.

Il canotto « rccer » Lorraine Diótrioh (scafo Pérignon), il pA veloce del mondo. Ha coperto il miglio marino (m. 1852) in V 59" 3t5 (velocità 65 km. all'ora).

£c corse di canotti sui laghi I l meeting d'Evian. 11 record del mondo.

Oggi un altro campo, assai vasto, riprendiamo i considerare : ii campo della regata dove canotti, muniti di forti motori azionati pure dalla benzina, :ompiono veri tours de force. Vela e motore sono

E nemici che combatton sull'acqua. Il nuovo campione del mare, il canotto auto-

mobile, ha dichiarato guerra aperta alla barca a rela, e mentre gli uni perfezionano i canotti au-tomobili, gli altri preparano leggeri velieri coi pali sfidano le onde marine. Il motore applicato dia barca, ad una piccola barca costrutta con 'oggia speciale, fa raggiungere al nuovo veicolo iel mare una velocità sorprendente.

E' oggi appunto che la lotta si accentua fra il :anotto a motore e il veliero. Mentre si prepara a gran corsa di velieri attraverso l 'Atlantico, ina importantissima e pratica gara riunisce i più potenti canotti snl lago Leman.

Il meeting annuale di Evians-les-Bains ha rac-

colto il solito successo di inscrizioni e di pubblico elegantissimo.

Il lago melanconico di Bourget pareva avesse perso qualche poco della sua rude maestà alpina e le leggiere navicelle furono costantemente am-mirate.

I risultati furono del seguente tenore: Prima serie : cruisers di m. 6,50 ; percorso

20 km. — 1. Nautilus Mutel in 4 0 ' 4 " ; 2. Oa-poulou III in 45' 55".

Seconda serie : cruisers fino a 8 metri ; percorso 20 km. — 1. Exetlsior-Buire in 38' 1 6 " ; 2. Mais-je-vais-piquer in 38' 16" ; 3. Gholabi in 41 '50" ; 4. Rebus in 55' 38" ; 5. Mont jouse in 1 7' 17».

Terza serie: cruisers fino a 12 metr i ; percorso 20 km. — 1. Sigma in 34 ' ; 2. Nautilus Mutel IV in 35' 55" ; 3. Martini II in 42' 10".

Quarta serie : cruisers fino a 18 metri. — 1. Lor-raine II in 35 '18 " ; 2. Martini IV in L I O ' 4 4 " .

Vedette di squadra, percorso 20 km. — 1. Jac-queline II in 1° 12' 27".

Idroplani, percorso 20 km. — 1. Ricochet Nau-tilus in 26' 46" ; 2. Ricochet X in 33' 53".

Il record della velocità spettò casi al minuscolo e ormai glorioso Ricochet Nautilus.

Nella seconda giornata corsero i racers divisi in due serie.

Prima serie, al disotto di m. 8. Percorso 20 km. — 1. Mais-je-vais-piquer in 35' 47" ; 2. Excelsior-Buire in 3 7 ' 6 " ; 3. Nautilus Mutel I in 38' 55 ; 4. Capoulou III in 42' 32".

Seconda serie, al disotto di m. 12. Per-c o r s o 20 k m . —• 1. Lorraine Diétrich in 24' 14" ; 2. Sigma in 31' 37" ; 3. Nauti-lus Mutel VI in 34' 5 " ; 4. Lorraine II in 3 9 ' 5 " ; 5. Martini II in 40 '5" .

Nella terza giornata si corse una corsa di crui-sers entra regolamentari, che diede il seguente risultato :

Il canotto Sigma, del marchese di Soriano, il più veloce « cruiser » del meeting dì Evian.

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L'équipe tedesca vittoriosa Il match di canottaggio Parigi-Franco forte.

•„ Dopo l'ultimo colpo di vogata.

triarca, Podio, Bobiolio, Dotto, Pasta e Draglia. Ecco i risultati: , ...

Gara Veneta a 4 (m. 1800). - Giungono: 1. l'im-barcazione Arno della « Caprera » (poppiere Corte); 2. « Ginnastica » (imbarcazione Mimi)-, d. « Ginna-stica (imbarcazione Feluca).

Gara Skiff, Coppa dell'Ergano (m 1800). - Giun-gono: 1. Sacchini, della « Milano » di Milano; 2. Mi-netto, della « Caprera » di Torino ; 3. Cartasegna, della « Cerea » di Torino. Quest'ultimo appare dan-neggiato nella prima metà del percorso dal suo col-lega Rominger, il quale poi si ritira quasi subito.

Gara Sandolini (m. 1800). - 1. Vinco, della « Ca-prera » ; 2. Ribotti, della « Ginnastica » ; 8. Lova-dini, della « Caprera -•>; 4. Sospiro, della « Gmna-stica ». ,,

Gara Double-Sculls (m. 1800). - 1. l' equipaggio Mascotte, dell' « Armida », di Tonno (signor. Sca-lerò e Fea); 2. l'equipaggio Buona Voglia, dell «Ar -mida », di Torino (signori Martin e Cerutti).

Corsa Skiffs Veterani (metri 1800). - Vi partecipa il solo Lange della « Cerea », di Torino che finisce, come sempre, in ottimo stile. Peccato che da questa gara si assentassero i valorosi skifisti di una volta: Masera, Dotto, Pasta ed altri. Avremmo assistito ad una lotta emozionante, ciò che appunto si desiderava.

Corsa gole di mare a quattro vogatori (metri 18UU).

Ciclisti !

La gondola bisogna lasciarla percorrere soltanto i canali veneziani, lasciarla riposare soltanto alle nostre rive, sotto i ponti, in fianco alle fondamente ed ai palazzi nostri sontuosi. Soltanto qui rifulge tutta la sua caratteristica bellezza, sia che maestoso splenda il sole, sia che esso tramonti, sia che 1 ar-genteo chiarore della luna illumini ogni cosa.

L'epoca della sua comparsa al mondo è ignorata; però in alcuni documenti scritti dell'anno 1094 si

legge il suo nome, i n f a t t i fino da quei tempi si im-poneva 1' obbligo alle Comunità di Venezia di appre-stare la gondola per accogliere il Principe. Il Doge dispensa da tale obbligo la Comu-nità di Loreo. Sul-l'origine del nome molti se ne occu-parono, ma l'opi-nionecomunemen-te accettata si è che la parola gon-

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le pezze da barca lavorate, li cerchi, tressi, bastoni et mazze delli felzi che fussero dorate over dipinte e tintagliate.

E nel 1606, sempre il Senato, stabili che il vestire di servitori che vagano in esse (gondole) sia di panno schiettissimo overo di altra cosa di minor valore, pena de ducati 50 per cadauna delle sopradette trasgressioni ; e ancora nel 1609 ripeteva la proibizione dei felzi da barca di seda, di sagia, di panno, li cordoni e li fiocchi.

Ma l'idea del fasto, lungi dal sentire il freno della voce del legislatore, tentava invece ogni mezzo di addimostrarsi. Anche i fanali divennero da ultimo oggetto del lusso patrizio, e se ne ricercò ogni ele-ganza, tanto che nel 1749 furono vietati.

La gondola odierna, sebbene spoglia dell'antico splendore, non ha perduto il fascino della sua bel; lezza. Non vi sono più i superbi intagli e trofei, ì pnttini, i remi dorati, le ricche stoffe, i felzi di vel-luto con frangie e bordure d'oro e d'argento, ì bian-chi tappeti ; ma sebbene ammantata di gramaglia, quasi piangente il tramonto dell'aristocratica Signo-ria, è ancora bella nella sua seducente semplicità la gondola veneziana, e qui da ogni parte del mondo vengono ad ammirarla e a goderla.

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1. Mieusset in 50 '59 " ; 2. ExcelsiorVI in 5 2 ' 5 " ; Q Marie Madaleine in 1" 13". ' feconda serie, idem. — 1. Alessandra in 47' 56";

O Sirius in 48' 43" ; 3. Eolla in 52' 31" ; 4. Pha-trope in 1° 6' 50".

Durante lo svolgersi di queste prove il Lorraine piétrich, scafo ex Dubonnet, fornito di 3 motori ]20 H P Diétrioh Isotta Fraschini ha fatto una piova sul miglio lanciato percorrendolo in 1°59"1 / t , pjoè ad una velocità di km. 55,816 all'ora.

— 1 l 'equipaggio Improvvisato dell' « Armida », di Tonno (signori Camusso, Marchisio, Fagliano, Za-nella, timoniere Delodi); 2. l'equipaggio Alla Buona, dell' « Armida » (signori Scalerò, Fea, Odarda, Ba-sile).

LA GONDOLA

dola derivi dalla voce cymbula (barchetta), e che pronunciandosi anticamente la y come la u, e bene spesso cangiandosi dai veneziani la c in g, sia nata la voce qundula, poi gondola.

I primi lineamenti della gondola li scorgiamo ri-prodotti nelle tele preziose di Gentile Belimi e del Carpaccio. La gondola la vediamo nel quadro di G. B. Moro, quadro che si ritiene dipinto alla meta del secolo xvt. La prima fisionomia della gondola era di una modesta barchetta con una forma di Pelze, o copertino, consistente ili un panno di vario colore, sostenuto da assicelle piegate in arco.

Tanto il Carpaccio quanto il Bellini si studiano di offrire la riproduzione dell'antica gondola con vario genere di tetto e tutti e due non posero alla parte anteriore che un piccolissimo ferro , quasi senza curva, eguale a quello della parte posteriore, il nome di questo ferro lo si rinviene in un registro di opere di un anonimo, che visse fra il 14dU e 14/u. Trovasi infatti annotato, all'anno 1462, il restauro fatto eseguire nel « ferrum delphini cymbae », Cloe al ferro del delfino, o parte anteriore della gondola, cne potevasi appellare delfino perchè formava una curva molto somigliante a quella particolare ad un tale animale. ,, ,• „

E l'antico ferrum ddphini è durato n e l l a identica foggia fino alla metà del xvi secolo, dopo la quale epoca subì diverse trasformazioni fino a diventare quale adesso lo si scorge.

E colle modificazioni al ferro, dalla predetta epoca (epoca di gran lusso e pompa), cominciarono le mo-dificazioni anche alla gondola, che come dissi, non era altro che una modesta barchetta.

Le quali andarono tanto innanzi,che fu necessario l'intervento del governo. Infatti il Senato della r e -pubblica Veneta, addi 8 ottobre 1562, ordinò che: siano prohibiti i ferri de ditte barche che non siano schietti (semplici). E nell'anno medesimo lo stesso Senato proibì : li felzi da barca di seda et di panno, e

Regate regionali sul Po a Torino La riunione di chiusura dell'anno sportivo 1907 e

nello stesso tempo d'inauguri zione al nuovo campo di regata in linea retta (m. 2000) si è svolta dome-nica 29, con tempo favorevole e pubblico discreto. Le gare erano indette parte dalla Sezione Eridanea del R- R- O- e parte da un benemerito Comitato fa-vorevole allo sviluppo del canottaggio torinese. Nella Giurìa trovammo il presidente cav. avv. Marchetti, il cavaliere rag. Luigi Torretta, i signori Clerici, Pa-

L'origine della gondola — La gondola attraverso i secoli — 11 ferro della gondola. Pochi sono quelli che visitando Venezia non si

procurino il piacere di percorrere, sia pur per breve ora, i nostri canali in gondola; anzi, 1 più, e parlo sempre dei non veneziani, prendono la gondola collo stesso entusiasmo che noi prendiamo la carrozza ogni qualvolta ci è possibile toccare la terraferma. La gondola, è inutile dirlo, è... una specialità tutta veneziana; in nessun paese del mondo vi è dato trovare un tipo di imbarcazione che anche lontana-mente l'assomigli. In questi ultimi tempi la gon-dola (portata in ferrovia da Venezia) fece qualche breve comparsa anche in lontani lidi, come alle Esposizioni di Chicago e St-Louis, ma senza tutte

quel 1 e attratti ve seducenti che qui la circondano e la fanno desiderare, si è

riscontrata pro-prio un pescioli-no fuori d'acqua.

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