Trilli nell'azzurro | Marzo Aprile 2013

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L a Lega del Filo d’Oro ha fatto da sempre una scelta di metodo ben precisa: lavorare con i ragazzi e sui ragazzi, ma insieme alle famiglie. Questa scelta ha due motivazioni: perché la famiglia è un supporto importante per la riuscita del percorso educativo-riabi- litativo e perché il coinvolgimento della famiglia agevola notevolmente il reinse- rimento nel proprio ambiente di vita. Non si tratta però solo di “istruire” le fa- miglie di nozioni e competenze, quanto soprattutto di accompagnare i genitori in un percorso di crescita, partendo dal passaggio obbligato di “fare i conti” con quell’evento imprevisto e complesso che è l’avere un figlio con disabilità grave. Fin dalla metà degli anni ’80 viene offerto alle famiglie un supporto psicologico, dentro un progetto che oggi si chiama appunto “Insieme per crescere”. Dal 1990 lo conduce la dottoressa Arianna Archibugi, psicologa e psicoterapeuta. > A PAGINA 2 Marzo - Aprile n.2/2013 Notiziario ufficiale della LEGA DEL FILO D’ORO Lega del Filo d’Oro - ONLUS via Montecerno, 1 - 60027 Osimo (AN) Dal 1964 Una lunga storia di solidarietà per i sordociechi Cari amici, quello che caratterizza l’attività della Lega del Filo d’Oro e in tanti ci dite “fare la differenza” è il forte coinvolgimento del per- sonale e dei volontari che vi operano. Si tratta di un patrimo- nio prezioso, che si aggiunge alla professionalità con cui essi svolgono il loro compito deli- cato: un filo diretto con l’iniziale motivazione della “Lega”, che vive anche dopo tanti anni. Ci fa piacere constatare che continua a crescere il numero di quanti vogliono dare il loro contributo di volontariato, portando fre- schezza ed entusiasmo: apprez- zamento per l’impegno generoso dei volontari è espresso in que- sto numero anche da Maurizio Costanzo, che da molto tempo segue la nostra attività. Ancora una volta, in prossimità della scadenza della dichiarazione dei redditi, facciamo appello ai no- stri sostenitori perché destinino il 5 per mille a favore della Lega del Filo d’Oro, promuovendolo anche presso amici e conoscenti. L’auspicio è che lo Stato stabi- lizzi questa misura e le tolga il tetto, così da erogare effettiva- mente tutte le somme destinate al non profit dai contribuenti. di Rossano Bartoli L’editoriale I gruppi di Arianna, dove i genitori si danno la carica TESTIMONIANZE SULL’IMPORTANZA DI UN AIUTO PSICOLOGICO PER LE FAMIGLIE La fiducia nelle proprie competenze educative rafforza anche il percorso riabilitativo dei figli PRIMO PIANO Maurizio Costanzo è uno degli uomini che hanno fatto la storia della televi- sione italiana. Il suo primo incontro con la Lega del Filo d’Oro risale agli anni ‘80. La sua disponibilità a dare spazio alla “Lega” nelle sue trasmissioni tv non si è mai interrotta. Da grande esperto di comunicazione, la condizione di chi non vede e non sente lo colpisce in modo particolare e ancora ri- corda i suoi primi incontri con i bambini sordociechi. Tanto che, confessa, ci fu un momento in cui pensò addirittura di diventare volontario. «Rinunciai per palese impossibilità», dice, «ma la tentazione, credetemi, fu molto forte». Così oggi il suo personale grazie va ai tanti che dedicano parte della loro vita ad aiutare chi è più sfortunato. > A PAGINA 7 Grande partecipazione ai corsi per formare nuovi volontari della Lega del Filo d’Oro, che si stanno svolgendo presso tutte le sedi. Grazie alle nuove disponibilità, nel 2013 verrà superato un traguardo di tutto rispetto: 500 volon- tari. Si tratta di persone che si adoperano per migliorare la qualità della vita dei sordociechi e pluriminorati psico- sensoriali, nei modi più diversi. La caratteristica più im- portante? È la voglia di mettersi in gioco ed entrare in relazione. > A PAGINA 3 Ho pensato anche io di diventare volontario Obiettivo cinquecento UN DIALOGO CON MAURIZIO COSTANZO VISTI DA VICINO DALL’ASSOCIAZIONE Lisa ha sei anni e una cascata di riccioli biondi. È nata molto prematura, come le sue due gemelle. Le piace nuotare e non si perde una puntata di Peppa Pig, il suo cartone preferito. Sta imparando i rudimenti del Braille, così domani potrà leg- gere e scrivere in autonomia. Per mamma Sandra, le sue tre figlie sono «tre miracoli». Si appoggiano alla Lega del Filo d’Oro per dei trattamenti a termine: «questo posto è il top. Nessun altro offre così tanto. E da nessuna parte, come accade qui, ad essere accolta è tutta la famiglia. > A PAGINA 5 La combattente che dice sempre no STORIE DI VITA NESSUNO È AUTORIZZATO A RISCUOTERE CONTRIBUTI in nome o per conto della Lega del Filo d’Oro. Chi intende effettuare donazioni può farlo mediante il c/c postale 358606 intestato a: Lega del Filo d’Oro - Osimo (AN) Crescere insieme. Facilitare una buona relazione di attaccamento è un obiettivo primario

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Magazine bimestrale della Lega del Filo d'Oro

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L a Lega del Filo d’Oro ha fatto dasempre una scelta di metodo benprecisa: lavorare con i ragazzi e

sui ragazzi, ma insieme alle famiglie.Questa scelta ha due motivazioni: perchéla famiglia è un supporto importante perla riuscita del percorso educativo-riabi-litativo e perché il coinvolgimento dellafamiglia agevola notevolmente il reinse-rimento nel proprio ambiente di vita.Non si tratta però solo di “istruire” le fa-miglie di nozioni e competenze, quantosoprattutto di accompagnare i genitoriin un percorso di crescita, partendo dalpassaggio obbligato di “fare i conti” conquell’evento imprevisto e complesso cheè l’avere un figlio con disabilità grave.Fin dalla metà degli anni ’80 viene offertoalle famiglie un supporto psicologico,dentro un progetto che oggi si chiamaappunto “Insieme per crescere”. Dal1990 lo conduce la dottoressa AriannaArchibugi, psicologa e psicoterapeuta.

> A PAGINA 2

Marzo - Aprile

n.2/2013

Notiziario ufficialedella LEGA DEL FILO D’ORO

Lega del Filo d’Oro - ONLUSvia Montecerno, 1 - 60027 Osimo (AN)

Dal 1964Una lunga storiadi solidarietà

per i sordociechi

Cari amici,quello che caratterizza l’attivitàdella Lega del Filo d’Oro e intanti ci dite “fare la differenza” èil forte coinvolgimento del per-sonale e dei volontari che vioperano. Si tratta di un patrimo-nio prezioso, che si aggiungealla professionalità con cui essisvolgono il loro compito deli-cato: un filo diretto con l’inizialemotivazione della “Lega”, chevive anche dopo tanti anni. Ci fapiacere constatare che continuaa crescere il numero di quantivogliono dare il loro contributodi volontariato, portando fre-schezza ed entusiasmo: apprez-zamento per l’impegno generosodei volontari è espresso in que-sto numero anche da MaurizioCostanzo, che da molto temposegue la nostra attività. Ancorauna volta, in prossimità dellascadenza della dichiarazione deiredditi, facciamo appello ai no-stri sostenitori perché destininoil 5 per mille a favore della Legadel Filo d’Oro, promuovendoloanche presso amici e conoscenti.L’auspicio è che lo Stato stabi-lizzi questa misura e le tolga iltetto, così da erogare effettiva-mente tutte le somme destinateal non profit dai contribuenti.

di Rossano BartoliL’editoriale

I gruppi di Arianna,dove i genitori si danno la carica

TESTIMONIANZE SULL’IMPORTANZA DI UN AIUTO PSICOLOGICO PER LE FAMIGLIE

La fiducia nelle proprie competenze educative rafforza anche il percorso riabilitativo dei figli

PRIMO PIANO

Maurizio Costanzo è unodegli uomini che hannofatto la storia della televi-sione italiana. Il suo primoincontro con la Lega delFilo d’Oro risale agli anni‘80. La sua disponibilità adare spazio alla “Lega” nellesue trasmissioni tv non si èmai interrotta. Da grandeesperto di comunicazione,la condizione di chi non

vede e non sente lo colpisce in modo particolare e ancora ri-corda i suoi primi incontri con i bambini sordociechi. Tantoche, confessa, ci fu un momento in cui pensò addirittura didiventare volontario. «Rinunciai per palese impossibilità»,dice, «ma la tentazione, credetemi, fu molto forte». Così oggiil suo personale grazie va ai tanti che dedicano parte dellaloro vita ad aiutare chi è più sfortunato. > A PAGINA 7

Grande partecipazione ai corsi per formare nuovi volontaridella Lega del Filo d’Oro, che si stanno svolgendo pressotutte le sedi. Grazie alle nuove disponibilità, nel 2013verrà superato un traguardo di tutto rispetto: 500 volon-tari. Si tratta di persone che si adoperano per migliorarela qualità della vita dei sordociechi e pluriminorati psico-sensoriali, nei modi più diversi. La caratteristica più im-portante? È la voglia di mettersi in gioco ed entrare inrelazione. > A PAGINA 3

Ho pensato anche iodi diventare volontario

Obiettivo cinquecentoUN DIALOGO CON MAURIZIO COSTANZO

VISTI DA VICINO DALL’ASSOCIAZIONE

Lisa ha sei anni e una cascata di riccioli biondi. È nata moltoprematura, come le sue due gemelle. Le piace nuotare e nonsi perde una puntata di Peppa Pig, il suo cartone preferito.Sta imparando i rudimenti del Braille, così domani potrà leg-gere e scrivere in autonomia. Per mamma Sandra, le sue trefiglie sono «tre miracoli». Si appoggiano alla Lega del Filod’Oro per dei trattamenti a termine: «questo posto è il top.Nessun altro offre così tanto. E da nessuna parte, come accadequi, ad essere accolta è tutta la famiglia. > A PAGINA 5

La combattente che dice sempre noSTORIE DI VITA

NESSUNO È AUTORIZZATO A RISCUOTERE CONTRIBUTI in nome o per conto della Lega del Filo d’Oro. Chi intende effettuare donazioni può farlo mediante il c/c postale 358606 intestato a: Lega del Filo d’Oro - Osimo (AN)

Crescere insieme. Facilitare una buona relazione di attaccamento è un obiettivo primario

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PAGINA 2

PRIMO PIANO

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«L e famiglie escono dal partoo dalla diagnosi con vissutiemotivi molto forti e aspet-

tative deluse, con la necessità di darescansioni temporali nuove e imprevistealla propria quotidianità», racconta Ar-chibugi. «Un figlio con disabilità, daun punto di vista psicologico, è unevento traumatico per ogni genitore.Nascono sensi di colpa e di inadegua-tezza, c’è rabbia, impotenza, fatica fi-sica, esperienza dei propri limiti…Spesso poi nelle coppie si accentuanoi conflitti latenti e vengono a galla letensioni irrisolte. Tutto ciò mina la pro-pria autostima e c’è bisogno di unaiuto». La proposta della Lega del Filod’Oro lavora su più piani. Per i genitoriche arrivano al Centro diagnostico c’èla possibilità di avere colloqui psicolo-gici, per i genitori con i figli ricoveratiper un trattamento di breve durata cisono degli incontri di gruppo, incen-trati ogni volta su un argomento speci-fico, mentre per chi ha i figli che fre-quentano stabilmente l’istituto diOsimo, sia in residenziale sia in diurno,c’è la proposta di un lavoro di gruppoche continua nel tempo, con un ap-puntamento al mese. «Sono una doz-zina di coppie, alcune frequentano que-sti incontri da tantissimi anni»,prosegue la psicologa. «L’obiettivo èquello di restituire ai genitori la fiducianelle proprie capacità genitoriali e fa-cilitare un buon rapporto con i figli».

Il contratto dei comportamentiUn figlio con cui è difficile comunicareè innanzitutto un enigma. Poi c’è ilfatto che nulla è scontato, nemmenocose naturali come il passaggio dai cibiliquidi ai cibi solidi: «i nostri genitoridevono apprendere tutto, imparareogni competenza, e questo manda incrisi». All’interno del gruppo si lavorasu questo. È uno spazio per parlaredelle proprie emozioni e confrontarsi,per riconoscere i propri punti di forzae le proprie debolezze, accorgersi dellediscrepanze e ambivalenze che ognunodi noi ha (diciamo di pensare una cosa,ma da come ci comportiamo riveliamoche in verità ne pensiamo un’altra),maturare la consapevolezza che le emo-zioni danno forma alla propria rela-zione con i figli e che si rischiano errorieducativi per via di una valutazionenon corretta (per eccesso o per difetto)delle proprie forze. Si cresce anche fa-cendo un lavoro con il corpo e il mo-vimento, che consente di ridurre le “ri-sposte automatiche”. Archibugi spiega

che «al termine di ogni incontro deci-diamo dei “contratti di comportamentida cambiare”. Una cosa fondamentaleda capire è che una buona relazione diattaccamento con il figlio non è la sim-biosi o la dipendenza eccessiva e che igenitori devono innanzitutto recupe-rarsi come persone, con il diritto digioire e di riposarsi». Un altro pezzetto del lavoro è quellocon i fratelli e le sorelle. Per Archibugi«è importante dare loro spazi per espri-mere le loro emozioni e per recuperareparti di sé a cui si dà poca visibilità,concentrati come si è sul ragazzo indifficoltà». Né la prematura ed eccessivaresponsabilizzazione del fratello né latotale esenzione dal coinvolgimentonella presa in carico sono strade posi-tive: «ci deve essere una vicinanza allapari, da compagno, senza assumereruoli genitoriali», spiega Arianna. Farefinta di nulla non serve, tant’è che - ri-corda - «quando abbiamo iniziato, pro-prio i ragazzi ci hanno detto “era ora!”».

Appuntamento fisso da vent’anniSilvana R. ai gruppi dei genitori parte-cipa da vent’anni. Lei chiama la dotto-ressa Archibugi «la nostra Arianna» ele altre mamme del gruppo «le mieamiche». Silvana è mamma di France-sco, che oggi ha 39 anni e che da 27anni è ricoverato a Osimo. Vivevano aNew York per via del lavoro di papàGuido e rientrarono in Italia proprio

per i problemi di Francesco: «la Legadel Filo d’Oro ce la consigliarono inospedale a Manhattan», ricorda. «Rien-trammo, ma ci ho messo otto anni adecidermi a lasciarlo in istituto. All’i-nizio pensavo “è solo per un periodo,quando gli altri due figli sono cresciutime lo riporto a casa”. Poi ho capito chequello che trova alla “Lega” io non po-trei mai darglielo». Ai primi incontri di quel gruppo di ge-nitori, Silvana e il marito Guido ci an-darono un po’ diffidenti: «c’era la sen-sazione bellissima di essere entrati inun mondo che parlava la tua lingua,

ma mi sembrava anche il solito sfogodi mamme disperate», racconta. «In-vece mi sono accorta che ogni volta neuscivo contenta, arricchita, con tantavoglia di fare. Io e mio marito facevamotutto il viaggio da Osimo a Roma a par-lare dell’incontro. Mi sentivo come unorologio a molla, andavo lì e trovavo lacarica». Per Silvana è ancora così, dopovent’anni. Dice che in quegli incontriha trovato tranquillità, la serenità «pernon riempirci di sensi di colpa e ri-nunciare a vivere», la «fiducia per an-dare avanti», la certezza di avere qual-cuno su cui poter contare. Addirittura,dice, lì «ho trovato una famiglia».

Un aiuto per tuttiNei gruppi si condividono le difficoltà,ma anche le gioie. È capitato proprio aSilvana e Guido. Quando, cinque annifa, il loro Francesco iniziò a parlare.Aveva 34 anni. «Era una sera di fineestate, saranno state le 19, eravamo ap-pena partiti per riportare Francesco aOsimo dopo le vacanze», racconta. «Inmacchina c’era la musica, mio maritoguidava e io ero seduta dietro, accantoa Francesco. Che a un certo punto hadetto “Io sto bene così”. Non aveva maidetto una parola. Quando lo abbiamoraccontato nel gruppo è stato uno aiutoin più per tutti, si è accesa una speranzaper tutti gli altri, sembrava impossibilee invece... Può cambiarti il mondo, an-che dopo 34 anni». Vi immaginate,quella volta, che carica? •

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ATTUALITÀ

Obiettivo 500. È l’ambizioso traguardo che laLega del Filo d’Oro punta a tagliare nel 2013:superare i cinquecento volontari sull’intero

territorio nazionale. I volontari sono una componentefondamentale della Lega del Filo d’Oro, fin dalla suaorigine. Il nome stesso dell’Associazione - spiegava Sa-bina Santilli quando la fondò, nel 1964 - indica «ilfilo d’oro del buon cuore e dell’amicizia, quell’amiciziache a noi sordociechi serve prima di ogni altra cosa esenza la quale nessuno di noi può quasi muovere undito». Duecento persone hanno appena partecipato aicorsi formativi che si sono svolti a Osimo, Molfetta,

Napoli e Roma; altri seguiranno nei prossimi mesiquelli di Modena, Lesmo e Termini Imerese: «Circa lametà di chi segue i corsi decide di impegnarsi comevolontario», spiega Francesco Pastore, responsabiledelle attività associative e volontariato della Lega delFilo d’Oro. «Chiediamo una disponibilità di due volteal mese e abilità nello stabilire relazioni. Serve impararealtri sistemi di comunicazione e sapere come si ac-compagna una persona sordocieca, ma questo puòvenire anche dopo: ciò che davvero conta è da un latol’approccio, la volontà di entrare in relazioni spontanee,di autentica amicizia, dall’altro l’equilibrio e la capacitàdi sapersi orientare in situazioni complesse».

Nel tempo il ruolo dei volontari è rimasto centralenei soggiorni estivi delle persone sordocieche (que-st’anno i soggiorni saranno quattro, tra mari e monti,con circa 130 iscritti, che significa avere almeno al-trettanti volontari), ma si è anche molto diversificato.«Oggi i volontari rappresentano una risorsa preziosis-sima per realizzare molte attività ricreative e di tempolibero insieme ai nostri utenti», conferma Erika Marra,referente dei volontari di Osimo. Passeggiate, gite,visite culturali, serate in compagnia sono tutte attivitàche creano importantissime occasioni di socializzazionee fanno la differenza in termini di “qualità della vita”.«Abbiamo formato piccoli gruppi di volontari, gio-cando con la parola “oro” del nostro nome: i volontaridi Oro Smile si dedicano alle attività ludiche, quelli di

Oro Band fanno musica, quelli di Oro Swim entranoin piscina…», racconta Pastore. Non mancano però ivolontari che si dedicano a un rapporto uno a uno,supportando gli operatori nelle attività della vita quo-tidiana (ad esempio per i pasti), o andando in famiglia,a domicilio. Altri ancora preferiscono forme di volon-tariato indiretto: sono presenti ai banchetti informatividella Lega del Filo d’Oro nelle varie manifestazioni,guidano auto per conto dell’Associazione, promuovonoattività di raccolta fondi: «si tratta di un volontariatoaltrettanto importante, da valorizzare sempre di più»,conclude Pastore. •

Obiettivo cinquecento volontariIL VOLONTARIATO STA ASSUMENDO UN RUOLO SEMPRE PIÙ IMPORTANTE ALL’INTERNO DELL’ASSOCIAZIONE

Grande partecipazione ai corsi formativi in atto in tutta Italia. Dai soggiorni estivi al fundraising, tanti compiti per un solo obiettivo

Forse qualcuno l’avrà vista in tvdurante la campagna per l’smssolidale dello scorso febbraio.

Ospite da Massimiliano Ossini su Rai3a Cose dell’altro Geo insieme a AngelaTomasso, mamma di Andrea, e a Ros-sano Bartoli, segretario generale dellaLega del Filo d’Oro, Maria AssuntaBianchi (nella foto, a sinistra) ha com-mosso il pubblico raccontando la bel-lezza di quella relazione fatta di movi-menti degli occhi o di piccoli gesti chegli operatori sono capaci di accendereanche nei ragazzi più gravi. Maria As-sunta lavora alla Lega del Filo d’Orodal 1977, nel settore scolare. Ecco lasua testimonianza.

Come si costruisce una relazionecon chi non vede e non sente?

La prima cosa è il contatto umano, an-che corporeo, se prima non c’è quellonon si può lavorare. Poi mi inserisconei giochi del bambino, così lui senteche c’è una condivisione. Quando captoqualcosa che a lui piace, magari un“mmm” che piace perché dà una vibra-zione, cerco di inserire un gesto che si-gnifica “ancora” e così si costruisce unacomunicazione, perché lui impara a

chiedere qualcosa. Occorre accorgersianche dei minimi dettagli: abbiamo ra-gazzi molto gravi, ma in tutti è possibilevedere cose positive.

Quali sono le parole chiave del suolavoro?

Osservazione, è fondamentale. Devi ca-pire che se il bambino gira gli occhi inun certo modo vuol dire che ha sonno.È l’osservazione che permette di defi-nire gli obiettivi giusti per ogni bam-bino. Poi costanza e coerenza, perché itempi del nostro lavoro sono molto lun-ghi, bisogna insistere ogni giorno, unpassetto dopo l’altro, senza mai smet-tere. E farlo con coerenza, cioè in modoche tutti gli operatori che hanno a chefare con un bambino facciano le stessecose. Infine aggiungerei l’onestà, che èautocritica: perché se un bambino nonriesce a raggiungere un obiettivo, sonoio che ho sbagliato qualcosa.

Si riesce a creare anche una rela-zione fra i ragazzi stessi?

Non con tutti allo stesso modo, ma inbase alle abilità. Alcuni ragazzi impa-rano ad apparecchiare la tavola per glialtri, perché in classe non si è soli. Per

altri l’obiettivo è solo la condivisionedel divano, che però è una cosa im-portante, soprattutto se pensiamo allacasa, dove è bello e utile saper condi-videre il divano con un fratellino.

In tv lei si è commossa. Qual è ilbello del suo lavoro?

Mi commuovo anche adesso, perché aquesti ragazzi non ci fai mai l’abitu-

dine… Il bello è proprio vedere quellascintilla di relazione che si accende ognivolta, anche se con tempi e modi chesono diversi per ognuno, quando perla prima volta vedi che un bambino ac-cetta che tu stia vicino a lui, ti accoglie,si fida di te. Ho un ricordo per ognibambino che ho seguito in questi anni,che sono tanti. Ma ho ancora tanta pas-sione e tanto affetto da dare. •

Il nostro lavoro è far accendere una scintilla in ogni bambino

COMUNICARE ED ENTRARE IN RELAZIONE SONO I PRESUPPOSTI PER IL PROGRAMMA EDUCATIVO-RIABILITATIVO

La passione di chi lavora con persone con disabilità psicosensoriali ha commosso anche la tv

In televisione. L’esperienza della Lega del Filo d’Oro raccontata su Rai3

Guida. Per accompagnare un sordocieco ci vuole tecnica

Traduzione Malossi. Una lettera su ogni dito, per parlarsi

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DAI CENTRI E DALLE SEDI

Centri e sedi della Lega del Filod’Oro hanno iniziato con entu-siasmo il 2013. Dal teatro alla

musica, dalla raccolta dei mandarini allagita sulla neve, sono tante le attivitàsvolte. L’esperienza di socializzazionepiù forte è quella di Giuseppe, 8 anni,che a gennaio ha iniziato un progettodi inserimento nella scuola dell’infanziadi Osimo. Una meravigliosa avventuraper lui e per i suoi piccoli amici.

OSIMOGiuseppe e i suoi amicibattono i piedi La scuola dell’infanzia di Borgo San Gia-como, a Osimo, da gennaio ha un amicoin più. È Giuseppe, un bambino di 8anni seguito dai servizi territoriali della“Lega”, che è stato inserito nel progetto«Guarda che faccia». Tutti i venerdì Giu-seppe va a scuola e fa delle attività in-sieme ai bimbi di 4 e 5 anni. «Siamostati noi a cercare la Lega del Filo d’Oroperché volevamo dare ai nostri bambinil’occasione di confrontarsi con la diver-sità, con molta naturalezza. Il progettosta andando oltre le nostre aspettative,i bambini sono entusiasti», spiega Sa-

brina, una delle insegnanti. I bambinisono stati preparati ad accogliere Giu-seppe dalle operatrici della “Lega”, cheattraverso dei giochi sensoriali hannofatto loro capire come Giuseppe vedele cose. E quando arriva l’ora di salutarsi,tutti i bimbi battono i piedi, per far sen-tire a Giuseppe le vibrazioni, in un ter-remoto di affetto e di simpatia.

ROMAQuattro “promesse”per il teatro dei mimiQuattro promettenti attori sono statiscoperti fra le persone sordocieche chefrequentano la sede territoriale di Roma.I quattro hanno preso parte al progetto“Teatro dei Mimi”, realizzato dall’Asso-ciazione Museum in collaborazione conla Lega del Filo d’Oro e l’Istituto S. Ales-sio. Si tratta di uno spettacolo teatraleispirato alla vita popolana della Napolidel Seicento, da narrare attraverso lamimica del viso e del corpo. Protagonistidello spettacolo erano persone sordo-cieche, non vedenti, non udenti e nor-modotate, fatto che ha consentito di uti-lizzare un bel mix di linguaggi. Lospettacolo è stato rappresentato in di-

cembre, fra l’entusiasmodel pubblico.

MOLFETTAOmaggio a Modugnoper un nuovo pulminoHa fatto tappa alla sededi Molfetta lo spettacoloin omaggio a DomenicoModugno del maestroCiccio Regina. Il musici-sta aveva già seguito ilneonato coro Gold WireEnsemble, formato daglioperatori del centro diMolfetta. L’idea è nata

dopo il furto del pulmino della Legadel Filo d’Oro, avvenuto a fine gennaio,per contribuire all’acquisto di un nuovomezzo. La sera del 9 marzo, 150 ospiti,operatori, amici e parenti della Lega delFilo d’Oro si sono emozionati sulle notedi Volare e delle canzoni del “grandeMimmo”.

NAPOLICandeline per dueal laboratorio di midollinoContinua con successo il laboratoriosettimanale di midollino presso la sedeterritoriale di Napoli. Ogni mercoledìuna decina di utenti si ritrovano per in-trecciare cesti che sono vere opere d’arte.Il 6 marzo il consueto laboratorio si ètrasformato in una grande festa, conben due compleanni da celebrare:quello di Danilo (36 anni) e quello diAntonio (63). Tutti i presenti hanno par-tecipato attivamente alla preparazionedel buffet e quando è stato il momentodi spegnere le candeline… è bastatosolo invertire i numeri!

TERMINI IMERESE Dalla raccolta dei mandarinialla gita sulla neveIl profumo dei mandarini ha inebriatoper giorni i sensi dei ragazzi di TerminiImerese. Otto di loro, accompagnati daeducatrici, Oss e volontari, hanno par-tecipato alla raccolta dei mandarini nelgiardino privato di una sostenitrice dellaLega del Filo d’Oro, la signora Scico-lone. Per i ragazzi è stata una ricchissimaesperienza sensoriale: hanno potuto se-dersi sulla terra, cogliere i frutti diretta-mente dagli alberi, toccare e sentire l’o-dore dei mandarini maturi della Sicilia,sbucciarli e ovviamente… gustarli! Alrientro, il percorso gustativo è conti-nuato per giorni: i mandarini sono statiutilizzati per farcire crostate e prepararedeliziose macedonie. E se lì sembravagià primavera, agli ospiti di TerminiImerese non è mancato nemmeno il di-vertimento sulla neve: cinque ragazzihanno vissuto due entusiasmanti giornial rifugio Marini di Piano Battaglia, nelcuore delle Madonie. •

Il corpo, una lingua comune UN COLLAGE DELLE INIZIATIVE SUL TERRITORIO ALL’INSEGNA DELLA COMUNICAZIONE

Tante le attività che valorizzano la mimica, la gestualità, l’espressione delle emozioni

Profumi. La raccolta dei mandarini che ha visto coinvolti i ragazzi di Termini Imerese

In scena. Lo spettacolo del Teatro dei Mimi, a Roma

«Non vediamo l’ora»: a RoccoFortugno, il papà di Sa-muele, bastano pochissime

parole per far capire con quanta speranzale famiglie guardino al cantiere dellaLinguetta, che nei prossimi anni daràalla Lega del Filo d’Oro di Osimo unanuova, grande, unica sede. La burocraziaha fatto il suo corso, i lavori stanno periniziare. La famiglia Fortugno, cometante altre, si è trasferita a Osimo perdare più opportunità al proprio figlio.«Negli anni abbiamo visto nascere sedi della “Lega”in altre città», racconta Fortugno. «È una cosabellissima, però qui a Osimo i posti residenziali pergli adulti scarseggiano. Quando l’ipotesi sull’ex ospedaleMuzio Gallo è naufragata io sono andato di persona aprotestare con il presidente della Regione Marche»,ricorda. Il sogno delle famiglie è quello di «unastruttura che accolga tutte le attività, oggi i ragazzidevono spostarsi continuamente con i pulmini»,spiega Fortugno. Ma soprattutto, il pensiero è per il“dopo di noi”: quella «sarà la casa di Samuele quandonoi saremo troppo vecchi per occuparci di lui».

Anche Gianfranco Vegliò (in foto conil figlio Alberto) è un osimano di adozione.Faceva il marittimo, si imbarcava unavolta dall’Adriatico e una volta dal Tir-reno. Suo figlio Alberto lo aspettavaspostando barchette su un calendariodi compensato, ideato apposta per lui.«Siamo stati pionieri, ma trapiantareuna famiglia non è semplice», spiega.Alberto oggi ha 39 anni, frequenta la“Lega” in diurno e svolge attività occu-pazionale in una ditta che assembla

penne e gadget. Pure i Vegliò aspettano con ansia lanuova struttura: «sarà meraviglioso, continuare agirare da un posto all’altro non è comodo per i ragazzied è un costo. Ho visto il progetto, è straordinariamentecurato: una struttura che nasce pensata apposta perquesti ragazzi non è mai come una riadattata. E ci sa-ranno più posti, cosa fondamentale». Da buon padredi famiglia, Vegliò ha un’unica preoccupazione: «lecifre che ho sentito sono enormi, speriamo vada tuttoin porto». Vegliò ha ragione, ma sa anche ci sonotanti sostenitori generosi che camminano insieme alui, ad Alberto e alla Lega del Filo d’Oro. •

Dal progetto Linguettaci aspettiamo

una casa per il “dopo di noi”

LA PAROLA ALLE FAMIGLIE

Una struttura progettata ad hoc risponderà meglio ai bisogni

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STORIE DI VITA

Stradina stradina stradi-na… eccolo! Il viso diLisa si illumina in un

sorriso. Le sue dita corrono at-tente sulle pagine di un qua-dernone dove sono incisi i suoiprimi segni in braille. Imparaad esplorare la pagina, a se-guire la linea dove poggiano isegni, a distinguere con atten-zione quei puntini - che leichiama “stradine” - in rilievosulla carta, che domani le con-sentiranno di comunicare, leg-gere, studiare in autonomia.Per imparare, ogni fila è fattada segni ripetuti, tutti ugualitranne uno: l’indice di Lisa in-daga attento, scova l’intruso enon sbaglia un colpo.

Lisa ha sei anni e abita inprovincia di Perugia. La suafamiglia è piuttosto numerosa:mamma Sandra, papà Federi-co, le gemelle Denise e Jenni-fer, un cane e un gatto. Sei an-ni fa, nel gennaio 2007, Lisafu la prima delle tre a nascere,a sole 23 settimane di gesta-zione. Denise e Jennifer resi-stettero nella pancia dellamamma altri quindici giorni.

Mezzo kg di bimbaOggi sono tutti a Osimo per

una settimana di trattamentodi Lisa: è la sua seconda voltaqui, «ma la Asl ha già dettoche sarà l’ultima. Speriamo dino», sospira la mamma. Deni-se e Jennifer siedono accantoa lei, curiose. Mamma Sandrale guarda, sorride e dice: «Ab-biamo ricevuto tre miracoli».E si commuove.

Quando sono nate, Lisa e lesue sorelle pesavano rispetti-vamente 480, 620 e 780 gram-mi. Hanno fatto quattro mesidi terapia intensiva, ma oggisono tutte pronte per l’esordioin prima elementare, a settem-bre. La storia di Lisa è la più

complicata: a undici giorni haavuto una perforazione del co-lon. Poi un’infezione al sangue.Poi la retinopatia del prema-turo: «a tre mesi io e lei siamostati per un mese a Milano, pertentare di riattaccare la retina»,ricorda Sandra.

L’unica per la famigliaÈ così che inizia la scoperta

dei problemi sensoriali di Lisa:«Lisa non distingue nulla,nemmeno la luce o le ombre.Siamo andati fino a Detroit,niente da fare. Quando lei ave-va un anno hanno riscontratoanche una sordità medio gra-ve: siamo stati fortunati, hannoazzeccato le protesi, abbiamotrovato una bravissima logo-pedista e Lisa ha imparato aparlare. In quel momento èstato definitivamente chiaroche non c’erano altri deficit, eabbiamo tirato un sospiro disollievo». Sandra è contentadelle tante esperienze fatte con

Lisa. «Quando siamo arrivatialla Lega del Filo d’Oro, però,abbiamo capito subito chequesto è il top», dice.

La loro prima volta a Osimoè stata nell’agosto del 2010:«Da nessuna altra parte fanno

così tante ore di terapia, ognigiorno, come qui. Né ci sonocosì tanti specialisti che ti vi-sitano. E soprattutto questa èl’unica struttura che accoglietutta la famiglia», spiega lamamma.

Tre sorelleJennifer e Denise, per Lisa,

sono sempre state un enormestimolo. «Fin da quando sta-vano sdraiate sul tappeto, il fat-to che lei percepisse le altredue muoversi la spronava aimitarle. Certo Lisa non si èfatta mancare nulla: sa quantevolte l’ho vista arrampicarsi suimobili?». In casa, spiega San-dra, «non abbiamo mai messotroppe protezioni, perché eragiusto che Lisa sperimentassetutto. Certo, una persona eracostantemente di guardia».Delle due sorelle, oggi, unacontinua ad essere una mam-mina. L’altra ha sempre vistoLisa come una concorrente acui rubare i giochi. «Ma è giu-sto così. Un esempio? Lisa fanuoto, le sorelle ginnastica ar-tistica, un giorno mi ha accom-pagnato a prenderle. Una le hadato la mano, “vieni, ti accom-pagno io”. L’altra le fa: “guardache il bagno per i disabili c’è”».Delle tre, però, è Lisa che co-manda: «dovrebbe vederlaquando assegna i ruoli per gio-care a Peppa Pig e i suoi amici,il suo cartone preferito».

Sorprese, con Lisa, ce ne so-no tutti i giorni. «È vero, noile chiediamo sempre di più,perché sappiamo che ha lepossibilità. Ogni volta lei dice“no”, e poi si mette d’impe-gno», racconta la mamma.L’insegnante intanto tira fuoriuna dattilobraille: «Lisa, pro-viamo a schiacciare i tasti conla dattilobraille?». «No!», fa lei,buttando indietro i ricciolibiondi. Poi si siede al tavolo ecomincia a picchiettare. Un di-tino a sinistra, due ditini a si-nistra, tre ditini a sinistra. Evia, si ricomincia. «Vedrai chediventerà la sua attività prefe-rita!», scommette Sandra. Esorride. •

La piccola combattenteche inizia tutto con un no

L’ESPERIENZA DI UNA FAMIGLIA CON TRE BIMBE PICCOLE, SEGUITA IN TRATTAMENTO A TERMINE

Lisa è nata molto prematura e fin dai primi giorni di vita ha affrontato tante difficoltà. Con successo e tanta grinta

Piccole donne. Oggi Lisa impara a vestire una bambola, così domani saprà vestire se stessa da sola

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DALL’ASSOCIAZIONE

AGENDA

Due ruote Attesa per il Giro d’Italiae successo per la Corsa dei due mari Per la prima volta la Legadel Filo d’Oro ha seguitopasso a passo i 1.060 kmdella Tirreno-Adriatico,la “corsa dei due mari”.Oltre a essere presentecon un pulmino attrezzatoin tutte le tappe della cor-sa, la Lega del Filo d’Oroha preso parte al progetto“Biciscuola”, che ha coin-volto più di mille alunnidelle scuole elementaridei territori toccati dallagara ciclistica, con l’obiet-tivo di avvicinare i bam-bini alla realtà di chi nonvede e non sente. Grandel’entusiasmo dei bimbi edelle insegnanti per i gio-chi sensoriali, in partico-lare per la “Casetta deltatto” e per la propostadi riconoscere i compagnisolo toccandone il voltocon le mani. La collabo-razione fra la Lega delFilo d’Oro e il ciclismoproseguirà dal 4 al 26maggio con l’ormai tra-dizionale appuntamentodel Giro d’Italia. •

Corsa La Maratona di Milanoha fatto il pienodi solidarietàUn grande grazie ai tantirunner che hanno corsola Milano City Marathoncon il pettorale della Legadel Filo d’Oro, aderendoal Charity Program dellagara e scegliendoci tra letante associazioni propo-ste. I fondi donati dai ma-ratoneti attraverso la loroiscrizione, andranno a so-stenere le attività che quo-tidianamente facciamocon gli utenti dei nostricentri. Ci vediamo l’annoprossimo! •

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Firma e inserisciil codice fiscale 80003150424

Nel Suo testamento si ricordidelle persone sordociecheIl Suo testamento può diventare qualcosadi molto importante. Attraverso un lascitoalla Lega del Filo d’Oro Lei assicura unfuturo migliore a tante persone sordociecheche possono contare solo sul nostro aiuto.Per ricevere maggiori informazioni richiedail nostro opuscolo telefonando a:

UfficioComunicazionee Raccolta Fondi071 7231763

I nuovi progetti hanno bisogno di aiuto

LA CRISI METTE IN DIFFICOLTÀ ANCHE IL NON PROFIT

Il 5 per mille e il RID sono strumenti importantissimi per esserci accanto, ogni giorno

Secondo indagini pubbli-cate di recente, nel corsodel 2012 una organizza-

zione non profit su tre ha vistocalare le donazioni ricevute. Lacrisi ha colpito persino il pe-riodo natalizio, che è tradizio-nalmente il momento in cuisiamo tutti più disponibili neiconfronti degli altri. La crisieconomica fa sentire il suomorso, benché gli italiani re-stino sempre un popolo moltogeneroso nei confronti del nonprofit, e anche molto fedele: lasfida più complessa, stando aquesti rapporti, è quella dicoinvolgere nuovi donatori,perché chi già ha scelto un’as-sociazione tende poi ad accom-pagnarla negli anni.

In questo contesto, la Legadel Filo d’Oro ha aperto il2013 con nuove importantisfide, che necessitano un so-stegno significativo anche intermini economici e di dona-zioni: l’avvio delle attività delcentro socio riabilitativo di Mo-dena; l’inizio del cantiere dellaLinguetta, a Osimo, per realiz-zare una nuova grande unicasede; l’idea di aprire altri servizisul territorio nazionale…

Per la Lega del Filo d’Orol’aiuto dei sostenitori in questomomento è decisivo come nonmai. «Quello che noi abbiamovisto in realtà non è un calo,ma una crescita più conte-nuta», spiega Gianluca de Tol-lis, responsabile comunica-zione e raccolta fondi alla Legadel Filo d’Oro. È dimunuitol’importo medio della dona-zione, ma sono aumentati i do-

natori: «il momento è difficile,inutile negarlo, ma la vicinanzadei nostri sostenitori, che ci re-stano accanto, ci dà grande fi-ducia e speranza», dice de Tol-lis.

Le ragioni di una sceltaLe prossime settimane sa-

ranno molto importanti per laraccolta fondi della Lega delFilo d’Oro: è tempo infatti didichiarazioni dei redditi. Dal2006 è possibile destinare unaparte delle proprie tasse allaLega del Filo d’Oro, attraversoil 5 per mille (in allegato a que-sto numero di Trilli trovatetutte le informazioni necesa-rie). Basta mettere una firmasulla dichiarazione dei redditi,inserendo il codice fiscale del-l’Ente (80003150424): un ge-sto che non costa nulla, ma divalore inestimabile per garan-tire un aiuto alla Lega del Filod’Oro, sia nei nuovi progettisia nelle attività che tutti i

giorni accompagnano le per-sone sordocieche e plurimino-rate psicosensoriali che se-guiamo. «Il 5 per mille èun’occasione che il cittadinodeve cogliere», spiega de Tollis.«Gli italiani ne hanno capitosubito le potenzialità, ci hannogià scelto in tanti e grazie al 5per mille sono già arrivate allaLega del Filo d’Oro risorse ag-giuntive che sono state decisivesia per dare continuità al nostrolavoro di tutti i giorni sia peravviare nuovi centri, come èstato per Modena».

Il 5 per mille, però, non èl’unico modo per aiutare laLega del Filo d’Oro. «Io direi,

anzi, che è uno strumento inpiù. Un’opportunità straordi-naria che si affianca al sostegnoordinario». Nei centri dellaLega del Filo d’Oro ogni gionoc’è chi lavora insieme a chi nonvede e non sente, in un per-corso riabilitativo che porta,per tutti, piccole ma continueconquiste. In media ogniutente è seguito da due opera-tori, in ogni momento dellagiornata. Ogni mattina c’èqualcuno che insegna ad An-tonella a pettinarsi e lavarsi identi, per acquisire pià auto-nomia nella vita quotidiana.Ogni pomeriggio operatorispecializzati insegnano ad An-tonio altri modi per comuni-care, al di là delle parole. Ogninotte c’è chi garantisce assi-stenza a Rocco e agli altri ospiti,anche mentre dormono.

«La continuità del sostegnoè fondamentale per garantirela continuità delle attività einoltre ci consente una migliorepianificazione e più efficienza».Alla Lega del Filo d’Oro i so-stenitori che hanno scelto dicamminare con continuità alnostro fianco si chiamano“amici d’oro”, a sottolineare illegame che li unisce, quel «filod’oro della buona amicizia» dicui parlava Sabina Santilli fon-dando l’Associazione. «Per di-ventarlo basta scegliere di fareuna donazione periodica, dicui ciascuno può decidere l’im-porto e la frequenza. Si puòfare con il RID, cioè la domici-liarizzazione bancaria, o conun addebito automatico sucarta di credito». •

Amici d’oro. Operatorispecializzati seguono in ognimomento della giornata lepersone sordocieche. Anche tupuoi stargli accanto, con unadonazione periodica

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DALL’ASSOCIAZIONE

VISTI DA VICINO

Maurizio Costanzo è uno degli uo-mini che hanno fatto la storiadella televisione italiana. Il suo

primo incontro con la Lega del Filo d’Ororisale agli anni ’80. Da allora la sua dispo-nibilità nei confronti dell’Associazione nonsi è mai interrotta. Addirittura ci fu unmomento in cui si pensò di realizzare aOsimo, alla “Lega”, una puntata del Mauri-zio Costanzo Show. Oggi, per la prima vol-ta, racconta questa amicizia.

Da quando conosce la Lega del Filod’Oro? Ricorda come è avvenuto l’in-contro e quale è stata la sua primaimpressione?

È successo molti anni fa. Non ricordo seprima o poco dopo l’inizio della campagnadi Renzo Arbore. Sta di fatto che conobbiRossano Bartoli, mi spiegò cosa faceva laLega del Filo d’Oro e mi colpì la condizio-ne di questi bambini sordociechi. Nonpenso possa esserci una sfortuna maggioree più devastante.

In questi anni come ha visto cambiarela Lega del Filo d’Oro?

In questi anni, per merito evidentementedi chi se ne è occupato con grande inten-sità, ho scoperto che via via non c’era piùbisogno di spiegare cos’era la Lega del Filod’Oro, cosa significava e perché era impor-tante contribuire alle campagne proposteda questa Associazione. I primissimi tem-pi, quando nominavo la Lega del Filo d’O-ro, dovevo poi spiegare esattamente dicosa si trattasse. Via via mi sono accortoche, almeno le persone alle quali mi rivol-gevo, sapevano di cosa parlavo.

Da uomo della comunicazione, quan-to la colpisce personalmente entrare

in contatto con persone che hannocosì grandi difficoltà di comunicazio-ne?

Mi colpisce moltissimo. Non potrò mai di-menticare l’incontro con alcuni di questisfortunati ragazzini - che oggi hanno am-piamente superato i trent’anni - e la com-mozione quando mi veniva raccontato unsistema, che era stato inventato alla “Lega”,perché il bambino sordocieco capissequanto tempo passava tra una visita e l’al-tra del padre. Ripeto: non si può nemme-no immaginare che qualcuno non rimangacolpito da queste storie, da questa terribiledisabilità. Voglio confessare, in questa cir-costanza, che proprio dopo aver parlatocon alcuni piccoli ospiti della Lega del Filod’Oro, cercai di vedere, nell’arco della miavita abbastanza congestionata, se c’eramodo di ritagliare uno spazio per fare delvolontariato. Poi rinunciai per palese im-possibilità, però, credetemi, la tentazionefu molto forte.

Come è cambiata, in base alla suaesperienza, la sensibilità e la disponi-bilità del pubblico ad incontrare, an-che solo in tv, queste esperienze divita?

Sicuramente sia le associazioni come chi fatelevisione, negli anni sono state in gradodi costruire credibilità e memoria e non misembra che oggi ci sia qualcuno che nonsappia di cosa si parla quando si cita laLega del Filo d’Oro o altre analoghe asso-ciazioni. Vorrei, con l’occasione, ringrazia-re ancora una volta la sensibilità dei volon-tari e di quanti lavorano in queste associa-zioni e di quanti dedicano la loro vita, oparte di essa, ad aiutare persone più sfor-tunate. •

Mi avete così colpito,che ho pensato anch’iodi fare il volontarioLa testimonianza di Maurizio Costanzo, chefin dagli anni ‘80 conosce l’Associazione.E il suo grazie personale a chi fa volontariato

L’incontro emozionantecon gli alunni di Molfetta

Il 14 febbraio scorso è statoun san Valentino davvero spe-ciale. Quel giorno siamo statiinvitati alla scuola “Manzoni-Poli” di Molfetta, per ritirareuna donazione in favore dellaLega del Filo d’Oro, promossadagli stessi alunni. Appena ar-rivati ci siamo resi conto checi aspettava una giornata me-ravigliosamente emozionante.Siamo stati accolti con calore,i bambini che ci guardavanocon occhi pieni di curiosità.Abbiamo fatto sedere i nostri

ragazzi in cattedra, ci siamopresentati, abbiamo raccon-tato come comunicano i no-stri bambini, insomma siamo

semplicemente stati noi stessi.Il sorriso di Nico non si è maispento, Roberta si è presentatacon la Lis tattile, Domenico hamostrato con orgoglio l’a-genda delle sue attività. Con lo stesso entusiasmo glialunni della Manzoni-Polihanno voluto leggere i loropensieri. Al momento deicanti finali nessuno ha rettoall’emozione. Grazie a questiragazzi che ci hanno inse-gnato che donarsi agli altri eli-mina ogni diversità. •

UN FILO D’ORO CON I GIOVANISSIMI

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Come comunicanole persone sordocieche

Le persone sordocieche, che non possono avvalersi del linguaggioverbale, utilizzano sistemi di comunicazione alternativi, sfruttandole proprie capacità residue per interagire con gli altri, capire e farsicapire. In ogni numero di Trilli nell’Azzurro approfondiamo uno traquesti sistemi.

Le persone con seri problemidi vista e difficoltà di

apprendimento possonoutilizzare un sistema dicomunicazione legato alle loroabilità tattili e basato pertantosulla rappresentazione diazioni o di situazioniattraverso gli oggetti. Questidevono essere riconoscibili esignificativi, cioè mantenereuna buona somiglianza tattilecon l’oggetto/situazioneoriginale. Ad esempio, unpiccolo piatto e un piccolobicchiere possono essereutilizzati per insegnare albambino ad esprimere ilbisogno di mangiare o di bere.

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SISTEMI DI COMUNICAZIONE/2

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Per maggiori informazionisu come sostenere le nostre attività

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DIARIO

Egregio signor Presidente, La ringrazio di cuore per l’attestato di 25anni di amicizia con la Lega del Filod’Oro che ho ricevuto recentemente. Gra-zie per le belle parole con cui ha volutoaccompagnarlo, le merito solo in parte.Le confesso che leggendole mi sono com-mossa profondamente. E vi ringrazio an-che della bella penna: i miei complimentiad Alberto e a voi, che con le vostre cureavete permesso il raggiungimento di un’a-bilità non da poco. La penna è semprecon me e mi tiene ancora più legata a voi.Per quanto potrò, continuerò a stare alvostro fianco. Vi stringo tutti in un ab-braccio, vi sono vicina e vi voglio bene.

Bianca C., Genova

Cara Bianca, è una gioia e un onore pernoi avere sostenitori che, come lei, ciaccompagnano da tanti anni. Per noi èimportante, per due ragioni. La prima èche se un sostenitore continua a sce-glierci nel tempo, è certo che i suoi soldivadano a buon fine. La seconda è cheavere sostenitori fedeli è fondamentaleper garantire continuità al servizio chediamo ai nostri ragazzi. Resti con noi!

Cari amici, sono stata maestra elementare per 39anni e 3 mesi, ho vissuto a lungo tra ibambini, a cui ho dato tutto ciò che po-tevo. Loro mi hanno ricambiato con af-fetto e grandi soddisfazioni. Quando si ètrattato di bambini sordi e ciechi, vi assi-curo che avrei fatto qualsiasi cosa peraiutarli. Anche ora avrei desiderio di faredi più, ma c’è di mezzo un affitto, bol-lette ecc. Però spero vivamente di potercontinuare a dare il mio aiuto. Vi ammiroper quello che fate per quei bambini e leloro famiglie e vi auguro un mondo dibene.

Liliana Z., Bologna

Cara Liliana, i nostri ragazzi sono come i suoi alunni:anche loro ricambiano con grande af-fetto il lavoro e le attenzioni delle nostreinsegnanti, regalando loro enormi sod-disfazioni. È il rapporto personale chesi crea con i ragazzi a far sì che le nostreoperatrici vivano con passione un lavoroche, come immaginerà, presenta anchetante fatiche. Ha letto la storia di MariaAssunta? Ci si sarà un po’ ritrovata. È

soprattutto grazie alle vostre donazioniche possiamo mantenere uno standardcosì alto nel nostro personale.

Carissimi, ho 89 anni e ho letto con grande com-mozione Le mie dita ti hanno detto, sullavita e le innumerevoli cose belle che Sa-bina Santilli è riuscita a realizzare con lasua tenacia e il suo amore per chi, comelei, è privo della vista e dell’udito. Mi hacolpito ancora di più perché sono stata laprima insegnante di bimbi sordi in etàscolare a Reggio Emilia. Ricordo unbimbo sordo della materna, quando glivenne individuata anche una grave per-dita della vista lo indirizzammo proprioal vostro centro di Osimo, dove poi èstato accolto. Vi ringrazio perciò per avervoluto ricambiare la mia modesta offertacon un dono così bello.

Maria Liliana R., Reggio Emilia

Cara Maria Liliana, è la sua lettera checommuove noi! Grazie per il lavoro cheanche lei ha fatto con i bambini sordi,per la passione che continua ad avere eper la sua vicinanza in questi anni.

La solidarietà volasugli snowboardÈ stata dedicata alla Lega delFilo d’Oro la due giorni or-ganizzata il 23-24 febbraiodall’associazione Hot IceSnowboard a Sarnano (MC),sui monti Sibillini. Gli ap-passionati di snowboard,dopo un pomeriggio di di-vertimento e gare, hanno or-ganizzato una piccola lotte-ria, il cui ricavato è statodevoluto alla Lega del Filod’Oro. I nostri volontarihanno poi fatto conoscerel’associazione all’interno delvillaggio commerciale realiz-zato per l’occasione.

Stanza 236,si replica per noiDieci sere a teatro con laLega del Filo d’Oro. L’occa-sione di incontrare tantispettatori ci è stata regalatadalla Compagnia Teatrale“Stanza 236” di Roma, che

dal 6 al 17 marzo, al teatroLa Casa delle Culture, hamesso in scena lo spettacolo“Ricette per unioni felici… oquasi”, ispirato a testi diAchille Campanile e AntonChecov. Fra gli attori, anchePaolo Graziosi. L’incassodelle repliche è stato donatoalla Lega del Filo d’Oro.

Sul palco per sostenerciDomenica 10 marzo a Sca-fati (NA) la compagnia tea-trale “Scacciapensieri” hapresentato la commedia“Arezzo 29 in tre minuti”.Tra gli interpreti c’erano unutente della Lega del Filod’Oro, Salvatore Raffone, neipanni di “Don Luberto”, euna volontaria, Mena Am-bruoso, nei panni di “Mata-lena”. La presentazione delleattività della Lega del Filod’Oro ha aperto la serata, ilcui ricavato è stato donatoall’associazione.

Tutto il gustodel made in MarcheL’A.P.A. - Associazione pro-vinciale panificatori artigianidi Ascoli Piceno e Fermo ciha scelti ancora una voltacome beneficiari di unaparte dell’incasso realizzatocon la manifestazione Tipi-cità 2013, che si è svolta aFermo dal 16 al 18 marzo.Alla fiera che raduna le ec-cellenze enogastronomichedel territorio marchigianoerano presenti anche i nostrivolontari, per far conoscerele attività dell’associazione.

Il Rotary Club per l’ippoterapiaIl Rotary Club di Molfetta eUniCredit hanno sostenutoil centro di Molfetta dellaLega del Filo d’Oro, contri-buendo a garantire a suoiutenti dei corsi di ippotera-pia. Il Rotary ha messo a di-sposizione una quota, a cui

si è poi aggiunta la disponi-bilità dei dipendenti Uni-Credit delle agenzie del di-stretto di Molfetta, che dal18 al 31 marzo hanno pro-mosso la raccolta fondi nelleloro agenzie.

La moda lega Italia e ScoziaAppuntamento internazio-nale e modaiolo per la soli-darietà in favore della Legadel Filo d’Oro. La sera del21 marzo, a Edimburgo, laGosford House ha ospitatouna “fashion extravaganza”per presentare le collezionidi stilisti emergenti italiani escozzesi. Dopo la sfilata dimoda, la serata organizzatadal Consolato italiano è pro-seguita con una cena italianae una lotteria. Quanto rac-colto per partecipare è statodonato alla Lega del Filod’Oro e a Sense, l’associa-zione che in Scozia segue lepersone sordocieche.

A Osimo i partnerdel progetto teatro Continua il progetto euro-peo sul teatro, IMAGINEMDVI, cui aderisce la Legadel Filo d’Oro. I referentidei paesi coinvolti (Italia,Germania, Scozia e Francia)si sono ritrovati a Osimo dal5 al 7 marzo. Ogni Paese stalavorando sulla commediaLa tempesta di Shakespeare.Il progetto terminerà nelmaggio 2014 e vuole crearedelle “raccomandazioni in-ternazionali” per dare consi-gli, risorse e materiali utili aquanti lavorano con i gruppiMDVI nel teatro.

IN BREVE

Notiziario ufficialedella Lega del Filo d’Oro ONLUSAssociazione Nazionale riconosciutacon D.P.R. n. 516 del 19.5.1967

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Questo numero è stato chiuso in redazione il 29/03/2013 ed è stato tirato in 408.000copie. Autorizzazione del Tribunale di Ancona29.7.1981 n.15. Bimestrale - Poste Italiane SpA -Spedizione in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n°46) art.1, comma 2 - DCB Milano

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CI HANNO AIUTATO

LA POSTA

Enzo Morganti - Ascoli Piceno (AP), che harealizzato un calendario fotografico per noi

Joe Valeriano - Molfetta, per il suo concertoin memoria di Vito Cirilli

Rotary Club di Roma Parioli Roma

Amici del Comune di Marino Marino (RM)

Scuola Elementare Maria Ausiliatrice Cusano Milanino (MI)

Istituto Comprensivo MameliMacerata

Associazione Edirespa - L’altra Molfetta -Molfetta (BA), che ha devoluto a noi il ricavatodella vendita del libro “Molfetta in tribunale”

Alunni della Scuola Bambi - Ercolano (NA)

...e tantissimi altri che hanno organizzatomanifestazioni in nostro favoregrazie!