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Progetto Inserimento Lavorativo 1/33 Trieste - Ruolo del Dipartimento di salute mentale nell'integrazione lavorativa: una ricerca italiana Merano 6 ottobre 2011 Pina Ridente Dipartimento di Salute Mentale Trieste

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Progetto Inserimento Lavorativo 1/33

Trieste - Ruolo del Dipartimento di salute mentale nell'integrazione lavorativa: una

ricerca italiana

Merano 6 ottobre 2011Pina Ridente

Dipartimento di Salute Mentale Trieste

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Lavoro e percorsi di ripresa (recovery), la fuoriuscita dallo statuto di malato.

Lavoro come fuoriuscita reale dal circuito – verso la realtàNon conseguenza di un percorso ordinato di pedagogia del soggetto, ma chance immediata

Risposta ai bisogni della persona, la ricerca di opportunità d'inserimento sociale effettivo, l'enfasi sui diritti, sul 'contratto sociale'.

Ciò non è legato ad una progressione lineare o causale; meglio vederlo come uno strumento, un’opportunità lungo il percorso di recovery ed emancipazione

Altrove il lavoro resta spesso incluso nel registro della riabilitazione psicosociale: arriva a un certo punto del percorso terapeutico, come tappa di una pedagogia dell'adattamento. Formazione come scoperta di sé, autoesplorazione o esplorazione di un campo sociale di esperienza

m

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Dimensioni della recovery correlate al ruolo lavorativo

• Ruolo valido /attività significative

• Successo / Soddisfazione

• Efficacia personale / Un inserimento riuscito ripara i fallimenti

precedenti, esperienza di successo e di valore / autostima

• Scelta e iniziativa / Lavoro che sia di propria scelta e inerente alla

propria qualificazione

• Prcezione di avere un futuro

• Stigma / Ambiente non stigmatizzante

• Tentativi ripetuti possibili, per vincere lo stress legato alla

responsabilità

• Consapevolezza del vantaggio comportato dall'esercizio di un ruolo

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Formazione-Inserimento Lavorativo

Caratteristiche del lavoro in senso ri-abilitativo

• Inserimento in contesti reali di lavoro

• Produzione merci e Capitale Sociale

• Lavoro come “Facilitatore di comunità”

.

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L’inserimento lavorativo nel DSM di Trieste

• Dal 1995: Ufficio Formazione Lavoro (gruppo di lavoro coord. dal SAR)• Budget DSM dedicato di circa 400.000 euro, gestito per UO• Strumenti operativi: AARS / AARSS / AFL • Contratto: obiettivi e tempi, sottoscritto da utente, azienda e

referente/responsabile servizio• 2 referenti per CSM: autorevolezza, costanza, concretezza• Lavora con l’équipe e conosce gli utenti almeno indirettamente• Conosce il territorio e le imprese, dà un riferimento costante e tempestivo;

contatta la cooperazione ma anche gli imprenditori “giusti” – impresa picolo-media, solida; offre informazioni sul quadro legislativo

• Incontro esplorativo con utente ed operatore-chiave: desideri, aspettative e possibilità; visita successiva e presentazione all’impresa

• Lavora con la famiglia• Lavora contro lo stigma

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PRINCIPI CHIAVE DELLA FORMAZIONE AL LAVORO

Coincidenza fra il luogo di formazion ed il luogo di lavoro

Qualificazione delle attività lavorative e del luogo di formazione

Maggiore differenziazione possibile delle attività

Gruppi di piccole dimensioni

Referente della formazione

Rapporto fra impresa e Centro di salute mentale

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Cooperative sociali tipo B

Le cooperative sociali sono imprese che hanno due tipi di produzione:

• Una merce per il mercato• Una merce di carattere sociale, di formazione e

acculturazione

Doppia finalità:

• Reinserimento sociale e lavorativo• Coinvolgimento del territorio contro la

stigmatizzazione e moltiplicazione degli scambi sociali Le politiche del lavoro non possono essere disgiunte dalle politiche di protezione sociale che hanno impatto sul lavoro e viceversa.

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EMPLOYMENT AREAS 2009EMPLOYMENT AREAS 2009

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OCCUPATIONAL TRAINING AREAS 2009OCCUPATIONAL TRAINING AREAS 2009

Associazioni; 30; 14%

Cooperative; 96; 47%

Aziende; 40; 19%Corsi; 11; 5%

Enti; 31; 15%

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Punti di criticità

• Formazione come luogo di “parcheggio”

• Strumento utilizzato a volte in maniera poco dinamica e come risposta standard

• Maggiore e miglior collegamento tra imprese e servizi territoriali

• Sviluppo delle coop/sviluppo sociale: come i servizi possono intervenire?

DSM TRIESTE

Progetto PIL «Per l’Inserimento Lavorativo»

Per una valutazione dei modelliin uso nei DSM per l’inserimento lavorativo

dell’utenza

Merano 6 ottobre 2011

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Progetto di Ricerca Sanitaria Finalizzata

Partecipano 21 UO Unità Operative tutte le Regioni e Province Autonome

Finanziato con Ricerca Sanitaria Finalizzata Anno 2005 € 215.000

Coordinato da DSM Azienda per i Servizi Sanitari n. 1 “Triestina” (Regione FVG capofila)Responsabile Scientifico: Giuseppe Dell’AcquaCoordinamento Scientifico:Roberto Mezzina, Pina Ridente

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Referenti e CollaboratoriPer le Unità Operative: Alfonsi Emilia, Aprea Benedetta, Bressaglia Gabriella, Castronuovo Domenico, Casula Ignazia, Cecchetti Patrizia, Colotto Antonio, Conca Rosa, Condino Sara, Dallapé Antonella, De Ruggieri Edoardo, De Stefani Renzo, Defendi Stefano, Ferrannini Luigi, Fioramanti Fabio, Franchi Camilla, Gaddini Andrea, Lanteri Antonello, Lezzi Roberto, Massara Graziella, Materzanini Andrea, Michelis Fabrizio, Motta Gaspare, Norbiato Milva, Palermo Sara, Pederzolli Roberta, Pillo Giuseppe, Pirro Elvira, Porzio Clementina, Recchi Katja, Rossi Elisabetta, Sala Gabriella, Serrano Mario, Sirolli Alessandro, Spiniello Patrizia, Starace Fabrizio, Tagliabue Luigi, Toresini Lorenzo, Trono Vincenzo, Vellico Daniela, Veltro Franco, Per il Coordinamento: Bracco Renata, Candotto Renato, Chiarandà Claudia, Di Bella Aldo, Marin Izabel, Rossi Maurizio, Strain Raffaella, Zanello Elisa

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Obiettivi

1. raccogliere informazioni sulle modalità con cui i DSM promuovono l’inserimento lavorativo dell’utenza in 19 Regioni e 2 Province Autonome

2. avviare un confronto con gli stakeholder (es. associazionismo, cooperazione sociale, persone inserite, ecc.) per la valutazione delle prassi in uso

3. stilare l’elenco delle buone prassi e delle raccomandazioni per l’inserimento lavorativo

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Disegno della ricerca PIL

Fase 1 definizione / discussione della metodologia con il gruppo di lavoro

ricerca quantitativa: raccolta dati nei DSM italiani

Fase 1

ricerca qualitativa: individuazione dei requisiti di buona pratica tramite il

confronto con gli stakeholder

Fase 2

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Obiettivi intermedi

Set di strumenti standardizzati per la rilevazione ed il monitoraggio dell'inserimento lavorativo

Disponibilità di un'ampia e dettagliata serie di informazioni su come i DSM promuovono l'inserimento lavorativo

Disponibilità di dati confrontabili e comparabili per tutte le Regioni e P.A.

Raccolta normative regionali a sostegno dei programmi per l'inserimento lavorativo

Censimento aggiornato dei DSM italiani

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Strumenti della ricerca PIL

Fase 1 Raccolta dati con 4 Schede: 1. Normative regionali sul tema2. PilDSM: programmi per l’inserimento in percorsi formativi e/o lavorativi delle persone con disturbo psichico in contatto con il DSM3. Esperienze esemplari di PilDSM4. Risorse generali del DSM

Confronto sui requisiti di buona pratica:1. Focus group con gli stakeholder su un’esperienza esemplare di PilDSM (1 o 2 per Regione)2. Compilazione scheda sui criteri di buona pratica

Fase 2

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Risultati attesi (1)

• Scheda standardizzata per monitoraggio PilDSM

• Costituzione banca-dati sui PilDSM • Scheda per raccolta di informazioni

sui PilDSM e di metodologia per monitoraggio costante di PilDSM

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Risultati attesi (2)

• Valutazione dei risultati con gli stakeholder per la diffusione delle buone pratiche e dei modelli efficaci

• Stesura di un glossario sull’inserimento lavorativo

• Diffusione dei principali risultati del progetto

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FASE 1Raccolta di un’ampia e dettagliata serie di informazioni sulle modalità con cui il DSM promuove l’inserimento lavorativo dell’utenza. La scheda PILDSM rileva dati relativi a:

(a) strutture (servizi, risorse umane e finanziarie, partner coinvolti, strumenti gestionali ed operativi),

(b) processi (metodologia del processo di formazione einserimento, della partnership, dei progetti, fasi di svolgimento e relativi obiettivi,monitoraggio e indicatori di processo),

(c) esiti (individuali, di salute e di inclusione sociale, produttivi ed economici).

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Primi dati di fase 1

Le analisi riguardano 179 DSM che hanno fornito dati, sui 198 complessivi, pari al 90.4%.

L’anno di riferimento è il 2008

173 DSM hanno promosso percorsi di inserimento lavorativo delle persone con disturbi psichici, di cui 141 hanno formalizzato queste attività.

L’adesione allo studio è stata buona in tutte le regioni italiane, non completa per la Lombardia, la Basilicata e la PA di Bolzano.

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I Dipartimenti di Salute Mentale (N=190)

53

95

42

-

25

50

75

100

Italiasettentrionale

Italia centrale Italia meridionaleed insulare

27 milionidi abitanti

21 milioni di abitanti

12 milioni di abitanti

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Azione politiche di promozione dei percorsi lavorativi

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Organizzazioni coinvolte nel PILDSM

I DSM hanno promosso i PILDSM attraverso articolazioni organizzative interne (N=6), esterne (N=27), o entrambe (N=142). Nei 169 DSM in cui sono state promosse articolazioni organizzative esterne, le organizzazioni coinvolte sono descritte nella figura 2.

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Personale dedicato all'inserimento lavorativo

Per quanto riguarda le risorse umane interne, nel 93.5% dei DSM il personale dedica parte o tutta la propria quota oraria al PILDSM. In particolare, 13.6% dei DSM ha personale dedicato a tempo pieno e 89.9% personale part-time.

Il profilo professionale del personale dedicato mostra una grande variabilità tra DSM, ma comunque l’assistente sociale è in generale la persona che piu’ frequentemente funge da referente per il PIL.

Di rado i referenti interni del PIL sono psichiatri, sociologi, pedagogisti, psicologi o sociologi.

Con riferimento al personale esterno uno dei profili professionali più frequenti è l'educatore

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La provenienza del personale dedicato esterno è la seguente, con una predominanza delle cooperative di tipo B

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Frequenza delle attività svolte dal personale esterno al DSM dedicato al PIL, confrontata con quella del personale interno.

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Organizzazioni che hanno collaborato con il DSM per favorire l'incontro tra domanda e offerta: predomina il Comune come

organizzazione che favorisce la mediazione

Coll x Mediaz con

Comune

Coll x Mediaz con

Ag Coll pubbliche

Coll x Mediaz con

Ag Coll private

Coll x Mediaz con

Enti altri

Coll x Mediaz con Cooperativ

e

Coll x Mediaz con Associazion

i

Coll x Mediaz con

Enti formativi

Coll x Mediaz con Altra Org

Mean 6,67 1,17 ,16 1,04 3,06 ,98 ,70 ,36

Median

1,00 1,00 ,00 ,00 1,00 ,00 ,00 ,00

Minimum

0 0 0 0 0 0 0 0

Maximum

57 6 2 21 24 10 6 5

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Organizzazioni che hanno collaborato con il DSM come contesto di inserimento per il PIL

Ass Fam

Ass Utenti

ONLUS

Coop Soc A

Coop Soc B

Coop Soc AB

Consorzi Coop

Enti formati

vi

Enti pubbli

ci

PMImpr

Grande Impr

Ass Categori

a

Altra Org

Mean

,24 ,13 2,09 1,01 3,82 1,17 ,43 ,83 6,85 9,39 1,32 ,35 ,72

Median

,00 ,00 1,00 ,00 3,00 ,00 ,00 ,00 3,00 3,00 ,00 ,00 ,00

Min 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Max 4 4 46 14 33 34 3 10 66 88 29 5 19

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Contesti di inserimento

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Tra gli elementi di supporto individuati e mobilizzati, predominano gli incontri con i formatori e/o datori di

lavoro.

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Tra i criteri per valutare il successo di un PILDSM prevalgono il miglioramento della qualità della vita, la soddisfazione dell’utente e il

miglioramento clinico.

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Il coordinamento tra il personale referente avviene con modalità formali e informali

Nel 48% dei casi il DSM ha promosso la costituzione di un coordinamento dipartimentale sul tema del PIL

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Coordinamento con altre agenzie

Nell'82% dei casi, il DSM ha formalizzato la collaborazione con uffici e agenzie del sistema pubblico per il PILDSM, in particolare nel 62%% con il Comune, nel 62% con la Provincia, nel 18% con la Regione, nel 22% con altre agenzie.

La collaborazione verte nel 54% dei casi sulla progettazione per l'accesso alle opportunità formative e lavorative.

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CONTESTI DI INSERIMENTO SENZA POSSIBILITA’ DI ASSUNZIONE

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Tassi di assunzione su 100.000 abitanti nel 2008. Il riferimento dell’Italia è indicato in rosso. Il valore particolarmente elevato della PA di Trento deriva

dalla quota elevata di assuzioni in val di Fiemme per effetto della legge 381/199.

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Origine delle risorse finanziarie per i PilDSM

Regione 1 Regione 2

Friuli Venezia Giulia Liguria

Regione - ASL Comune - Comunità montana

LR 32 (L. 180/78) Regione - Provincia

Lazio Marche

Regione - ASL Comuni – Ambiti - PdZ

Comuni - Municipio Comunità Montana

Calabria CampaniaFondi POR Fondi CIPE 2002 - FSE

1° semestre 2008 Comuni – Ambiti - PdZ

CIPE sta per Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica con sede presso la Presidenza del ConsiglioIl POR (Programma Operativo Regionale) è il documento di programmazione per l’utilizzo dei Fondi Strutturali Europei integrati da quelli del Ministero dell’Economia e delle Finanze e da quelli della Regione Calabria.

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€ 70€ 20€ 50

€ 200

€ 100€ 40

€ -

€ 700

€ 650

€ 450

€ 400

€ 500

€ 400

€ -

€ 200

€ 400

€ 600

€ 800

FVG Liguria Lazio Marche Campania Calabria Italia

Variabilità regionale (range) degli importi erogati ai fruitori dei PilDSM

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Variabilità regionale (range) della quota oraria settimanale

42

9

4 1 3

40

30

-

30

36

15

25

-

10

20

30

40

FVG Liguria Lazio Marche Campania Calabria Italia

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Progetto Inserimento Lavorativo 47/33

Progetto Inserimento Lavorativo 48/33

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Totale complessivo (6 regioni) = 3.273 persone inserite

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Totale complessivo (6 regioni) = 3.629 persone sostenute

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4.294 persone sostenute nei PilDSM

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3.629 persone sostenute nei PilDSM delle quali conosciamo la distribuzione di genere

Progetto Inserimento Lavorativo 53/33

3.576 persone sostenute nei PilDSM delle quali conosciamo l’età

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3.081 persone sostenute nei PilDSM delle quali conosciamo la diagnosi

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Fase 2La Fase 2 del progetto di ricerca PIL è focalizzata su:•rilevazione delle esperienze esemplari, attraverso la compilazione della relativa Scheda PIL (v. Fase 1)

Per esperienze esemplari si intendono quelle esperienze ritenute esemplari, eccellenti o particolarmente innovative tra i programmi, le attività ed i contesti di inserimento lavorativo delle persone con disturbo psichico in cui è coinvolto il DSM

•individuazione dei criteri per l’identificazione delle buone pratiche di inserimento lavorativo, tramite:

– analisi della letteratura,– esercizio “Delphi” sui requisiti di buona pratica (cioè

valutazione dell’importanza di una lista dei requisiti da parte degli addetti ai lavori coinvolti nell’incontro nazionale di gennaio 2009),

– organizzazione di 1 o 2 focus group per Regione o Provincia Autonoma sull’esperienza esemplare scelta.

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Criteri rilevanti per identificare le “buone pratiche”

• Criteri attinenti alla persona inserita• Criteri attinenti al contesto di

inserimento • Criteri attinenti agli aspetti economici • Criteri attinenti al programma e/o

all’attività lavorativa • Criteri attinenti al supporto per

l’inserimento

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Esperienze esemplari

• 86 esperienze esemplari presentate da 17 regioni • 20 focus group presentati da 15 regioni • Marche: 13 esperienze 4 cooperative sociali; 3 agenzie per il collocamento mirato(equipe

trasversale per l’inserimento lavorativo) con accordo di programma tra SIL, Comuni, Azienda Sanitaria, Centro per l’impiego e Cooperative; 2 inserimenti in ditta profit L.68; 2 progetti formativi

• Campania: 9 esperienze 1 cooperativa A+B; 1 Cooperativa B; 3 percorsi formativi; 3 progetti

riabilitazione cognitiva; 1 assunzione da privato

• FVG: 11 esperienze 5 Cooperative Sociali B; 3 Consorzio cooperative A+B; 2 inserimenti L68;1

percorso di formazione

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Risultati preliminari

• Scarsa presenza di sistemi di dati a fini informativi relativi anche al segmento PilDSM (banche dati esterne al DSM)

• Ampia variabilità regionale nei modelli organizzativi

• La presenza delle imprese sociali sembra aumentare le possibilità di ingresso nei PilDSM

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Come coniugare l’assistenza territoriale con la ricerca?

• Implementando un sistema informativo nazionale che consenta un utilizzo dei dati di routine anche a fini di ricerca (esiti qualitativi)

• Creando una rete collaborativa di servizi funzionale alla conduzione di studi multicentrici

• Superando gli studi descrittivi a favore di studi valutativi di efficacia