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TRIBUNALE ORDINARIO DI ROMA

SEZIONE ………CIVILE

RG N. …………

§ § § § §

GIUDICE RELATORE

DOTT. …………

§ § § § §

…………………

CONTRO

………………….

§ § § § §

RELAZIONE DI CONSULENZA TECNICA

1. PREMESSA

Il giorno 19 novembre 2013, il Giudice del Tribunale di Roma, Sezione

……… Civile, Dott. ……….., mi conferiva l’incarico di Consulente

Tecnico di Ufficio per il ricorso RG N. ……… promosso dalla Sig.ra

………., più altri, nei confronti della ………….., per veder riconosciuto il

risarcimento per la morte del Sig. ………… nell’incidente stradale del

………. avvenuto in un tratto del così detto “viadotto della Magliana”.

Al momento del conferimento dell’incarico il Giudice mi assegnava i

seguenti quesiti:

“Insiste affinché l’ausiliario, esaminata la documentazione prodotta dalle

parti, accerti se le lesioni riportate dal trasportato ………., considerate le

modalità e la dinamica del sinistro, siano o meno compatibili con il

corretto uso delle cinture di sicurezza”

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Nel prosieguo, in alcuni passi indicherò con “ricorrenti” la Sig.ra

………….più altri e con “resistente” la …………………..

2. ESAME DEGLI ATTI

Prima di effettuare gli incontri con i Consulenti tecnici di parte (CTP) ho

esaminato i fascicoli di parte che mi sono stati consegnati durante

l’udienza per il conferimento dell’incarico, all’interno dei quali ho

riscontrato sia il referto del medico legale, sia il verbale dei Vigili Urbani

intervenuti sul posto subito dopo il sinistro.

2.1. ESAME DEGLI ATTI

La Sig.ra ………., madre convivente del passeggero trasportato Sig.

…………, unitamente alla Sig.ra ………, nonna materna convivente, al

Sig. ………, nonno materno convivente, al Sig. ………, zio convivente, al

Sig. …….., zio convivente, al Sig. ……, cugino convivente, e al Sig.

………., cugino convivente, ciascuno per proprio conto ed in qualità di

eredi del Sig. ………., nato a …….. il …….., e deceduto il ………. a

seguito di un incidente stradale avvenuto sul viadotto della Magliana

mentre lo stesso era a bordo dell’autovettura ……….. targata ………., di

proprietà del Sig. ………., condotta dalla Sig.ra ………., citava in

giudizio la Compagnia di assicurazioni “………..” presso la quale era

assicurata l’autovettura, il Sig. …….. quale proprietario dell’autovettura e

la Sig.ra ……….. quale conducente l’autovettura al momento del sinistro.

In particolare la Sig.ra …….. e gli altri, citavano la Compagnia ……….. in

quanto questa avrebbe sollevato l’eccezione, per negare il risarcimento

(ndr: punto 20 della citazione), di un “presunto omesso utilizzo delle

cinture di sicurezza” da parte del trasportato Sig. ………………..

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In breve, secondo i ricorrenti, la ………… vorrebbe riconoscere solo una

parte del risarcimento al trasportato deceduto in quanto questi non avrebbe

avuto la cintura di sicurezza allacciata al momento dell’incidente.

Secondo il ricorso della Sig.ra ……….., l’incidente è avvenuto la mattina

del ……….. (ndr: nel ricorso è indicato più volte il giorno …..), alle ore

4,30 circa, in condizioni di pioggia, al buio, e con la conducente Sig.ra

………. stanca, ubriaca (tasso alcolemico 1,21 riscontrato poco dopo dalla

SAL del San Camillo), che viaggiava a forte velocità in direzione

Fiumicino. All’altezza dell’Hotel Sheraton (ndr: ma come vedremo, in

zona più avanzata in direzione Fiumicino), la Sig.ra …….. andava ad

urtare il guard-rail e nell’urto il Sig. ………. sbatteva la testa contro la

parte laterale del veicolo riportando lo sfondamento del cranio, per il quale

perdeva la vita nonostante il tempestivo trasporto in ospedale.

Da parte sua, la Compagnia …………….nella comparsa e costituzione

smentisce di aver negato il risarcimento disconoscendo la responsabilità

della Sig.ra ………., cioè la responsabilità del sinistro, mentre afferma che

è altra questione la responsabilità della morte del Sig. ……….. che

sarebbe imputabile a lui stesso per non aver indossato le cinture di

sicurezza, la cui omissione ha causato il tragico epilogo.

In breve, la difesa della ………. afferma che il trasportato non aveva

allacciato la cintura di sicurezza e quindi esisteva la responsabilità a suo

carico. In base a tale considerazione il risarcimento andrebbe ridotto in

maniera proporzionale alla responsabilità del trasportato.

Per entrambe le parti in causa, ma ovviamente su posizioni opposte, si

tratta di stabilire se il passeggero trasportato avesse o meno indossato la

cintura di sicurezza; ed proprio in tale senso è stato posto il quesito da

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parte dell’Ill.mo Sig. Giudice Istruttore, con la precisazione di accertare

“se le lesioni riportate dal trasportato ……….., considerate le modalità e

la dinamica del sinistro, siano o meno compatibili con il corretto uso delle

cinture di sicurezza”.

In pratica il quesito chiede di accertare se le lesioni riportate dal

trasportato, sulla base dello sviluppo del sinistro, siano compatibili in

presenza dell’utilizzo della cintura di sicurezza, oppure se tali lesioni siano

compatibili con l’assenza della cintura di sicurezza.

Per rispondere al quesito è quindi necessario capire bene quali siano state

le lesioni subite dal trasportato, che poi avrebbero causato il suo decesso

durante l’arrivo in ospedale, e quale sia stata l’azione che ha determinato

tali lesioni.

Il referto medico dell’Ospedale S. Eugenio del ……….., allegato ai

fascicoli di parte, così riporta il trauma subito dal Sig. …………:

“paziente in midriasi fissa in arresto cardiorespiratorio, con vasta FLC

del cuoio capelluto con sfondamento della scatola cranica ed esposizione

dell’encefalo. Presenza di FLC gomito dx con sospetta frattura, presenza

di tatuaggio a forma di geco fie fianco dx e tatuaggio floreale fianco sin.

rachide cervicale”.

Il referto non spiega bene quale parte della scatola cranica abbia subito lo

sfondamento e quale zona abbia avuto l’encefalo esposto.

Dagli accertamenti medico-legali eseguiti sul cadavere del Sig. …………

da parte del medico legale Dott. ……… su incarico del Sostituto

Procuratore della Repubblica Dott. ………., il quale aveva chiesto di

effettuare l’esame esterno/autopsia per accertare le cause e i mezzi che

avevano indotto la morte del Sig. ……………., risulta che:

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“ In regione temporo-parietale destra, si osserva ferita lacero-contusa del

cuoio capelluto, da margini irregolari e lievemente distasi (sup>inf), con

esposizione del tessuto osseo sottostante che appare fratturato. Alla

palpazione, reperto di frattura dell’osso frontale e dei parietali

bilateralmente. Ecchimosi periorbitaria bilaterale”.

Relativamente al gomito destro il referto del medico incaricato riporta:

“ Il gomito destro, sulla superficie dorsale, presenta imbrattamento

nerastro, mentre livello della piega presenta ferita lacero-contusa, dai

margini diastasati e con esposizione dei tessuti molli sottostanti”.

Altre ferite vengono rilevate sulla mano destra e precisamente:

“Sull’avambraccio destro, lungo la superficie dorsale, ampia area

escoriata che termina in prossimità del polso, di colorito rosso-brunastro

con presenza di lembi epidermici che si aprono dal basso verso l’alto e da

destra verso sinistra”.

La relazione termina con le considerazioni e conclusioni medico legali in

base alle quali:

“Quanto alla causa ed ai mezzi della morte, le informazioni emerse

dall’esame esterno, convergono verso una interpretazione della dinamica

letale riferibile a trauma contusivo-frattuativo cranio-encefalico, da

incidente stradale. Difatti l’esame esterno della salma ha evidenziato la

presenza di ampia ferita lacero-contusa del cuoio capelluto, in regione

temporo-parietale destra, con esposizione e frattura del tessuto osseo

sottostante ed ecchimosi periorbitaria bilaterale nonché, ferita lacero-

contusa della piega del gomito destro; il tutto, in un contesto di multiple

lesioni contusive, a carattere ecchimotico escoriativo, su tutta la superficie

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corporea. Tale quadro lesivo è compatibile per caratteristiche quali-

quantitative con un grande traumatismo quale l’incidente stradale”.

Devo mettere in evidenza quanto il medico legale ha riscontrato in merito

all’abbigliamento che il Sig. ……… indossava al momento dell’incidente,

soprattutto l’indumento del busto.

Il referto al primo punto della descrizione di ciò che la salma indossava,

riporta:

− maglietta modello polo, di cotone, a righe trasversali, di colore viola,

bianche e grigie, imbrattata di sangue, inferiormente sia sul versante

anteriore che posteriore;

nessun altro indumento viene rilevato sul busto del trasportato.

Inoltre nella conclusione del medico legale non si fa riferimento ad alcuna

traccia di ecchimosi sul petto o sul bacino che possa essere stata lasciata

dalla cintura di sicurezza in fase di trattenuta, anche se lo stesso referto

riporta “ ... il tutto, in un contesto di multiple lesioni contusive, a carattere

ecchimotico escoriativo, su tutta la superficie corporea”, per cui non è ben

chiara l’origine di queste lesioni.

Infatti questa ultima affermazione del medico legale incaricato non

chiarisce se le lesioni contusive, a carattere ecchimotico escoriativo

possano comprendere o meno anche le possibili tracce dovute al tiro della

cintura di sicurezza, i cui effetti difficilmente potevano essere assorbiti da

una maglietta leggera come la sola polo di cotone indossata dal trasportato.

Dai fascicoli di parte ………… risulta che la conducente Sig.ra ………..,

nel verbale di interrogatorio delegato del ……… (ndr: circa quattro mesi

dopo l’incidente), reso davanti alla Polizia Giudiziaria del Gruppo ….. dei

Vigili Urbani di Roma, Sezione Polizia Stradale, abbia dichiarato che solo

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lei indossava la cintura di sicurezza, e quindi che il Sig. ……….. non la

indossava allacciata, ed inoltre abbia dichiarato che al momento

dell’incidente il trasportato stesse inviando un sms.

2.2. VERBALE E RILIEVO DEI VIGILI URBANI

Poco dopo l’incidente, sul posto sono intervenuti i Vigili Urbani (VVUU)

del Gruppo ….. (ora Gruppo …. del Municipio …..), Sezione Polizia

Stradale, Reparto Infortunistica Stradale - Polizia Giudiziaria, con sede in

Via Aldo Ballarin 102, Roma, che hanno redatto il verbale di accertamento

urgente sullo stato dei luoghi e delle cose, rif. I.S. prot……… /PG, pos

……...

Il verbale riporta le seguenti annotazioni:

1. CAMPO DEL SINISTRO

1.1. Tipologia della strada

Nella descrizione della strada risulta importante la zona che i VVUU

individuano come inizio dell’incidente:

“ Il campo del sinistro è costituito da un’ampia curva sul terzo finale della

quale si rilevano scheggiature del jersey che indicano l’impatto con la

parte laterale sinistra del veicolo. All’uscita della curva due elementi del

jersey sono mancanti precipitati nello spazio sottostante a seguito

dell’urto. I due jersey precedenti sono spostati verso l’esterno di alcuni cm

(ndr: centimetri) e risultano leggermente sollevati e inclinati verso

l’esterno come pure i 3 elementi jersey successivi”.

1.2. Conformazione planimetrica ed altimetrica

La descrizione della conformazione della strada mette in evidenza che:

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“ Il jersey mostra diversi segni d’impatto per circa mt 200 causati dalla

vettura curva destrorsa. I jersey abbattuti si trovano a pochi mt

dall’incrocio della carreggiata opposta con Via del …………….”.

1.3. Descrizione delle adiacenze della strada

La descrizione riguarda i guard rail e i jersey ai lati della carreggiata.

1.4. Condizioni della sede stradale

Non sono riscontrati elementi di rilievo da menzionare e le condizioni del

manto stradale sono descritte in buone condizioni.

1.5. Condizioni meteorologiche e di visibilità

Viene descritta “pioggia in atto, nuvoloso, asfalto umido e bagnato.

Visibilità buona”.

1.6. Condizioni della pubblica illuminazione

L’illuminazione è così descritta: “Il campo del sinistro è ben illuminato da

pali ACEA regolarmente funzionanti”.

1.7. Condizioni di traffico

“Al momento del sinistro quasi nullo”.

1.8. Segnaletica verticale ed orizzontale

“Presente segnaletica orizzontale: striscia longitudinale continua a dx e sx

delimitante la semicarreggiata ove è accaduto il sinistro. Linea di

mezzeria scolorita. E’ presente anche segnaletica verticale”.

Faccio presente che sul new jersey centrale sono presenti lampeggiatori

(giallo) per indicare la presenza della curva a chi procede in direzione

Fiumicino, come procedeva l’autovettura ………, e sono presenti sul

guard rail metallico della carreggiata opposta per segnalare la curva per chi

procede in direzione Roma.

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Con il veicolo “A” è indicata l’autovettura ……… targata …….,

immatricolata nell’anno 2007, assicurata con la ……. con polizza valida

fino al dicembre 2010, condotta dalla Sig.ra ………, di proprietà del Sig.

…….

I trasportati erano il Sig. ………, e sui sedili posteriori la Sig.ra ……. ., e

il Sig. …………..

Il veicolo, in totale, aveva percorso 34.690 km.

Posizione statica del veicolo

“ Il veicolo è stato trovato accostato al new jersey sul margine sx della

semicarreggiata direzione RM-Fiumicino”.

Danni riportati dal veicolo

“Rottura del parabrezza; rottura finestrini lato sx; rottura e tagli in più

punti pneumatico ant. sx. Rottura portiere ant. e post. sinistro.

Accartocciamento con estroflessione degli sportelli lato sx. Rottura e

perdita dello specchietto sx. Entroflessione paraf. posteriore con

abrasioni. Abrasioni su paraurti ant. e post. Abrasioni e scalfitture su

parafango ant. e post. sx. Incisioni su sportelli lato sx (ant. e post.).

Rottura e perdita borchia ant. sx”.

Ulteriori tracce

Sono importanti le risultanze relative alle eventuali tracce lasciate dal

veicolo, in merito alle quali il verbale riferisce:

“Sul manto stradale, visto l’asfalto bagnato da pioggia in atto, non sono

state rilevate tracce né di scalfitture né di scarrocciamento né tanto meno

di frenata. Mentre sono state rilevate sul new jersey centrale vari punti di

scalfittura come riportato nello schizzo di campagna. Inoltre è stato

rilevato l’abbattimento di n. 2 elementi del new jersey di lunghezza mt 4.

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Dal primo punto di contatto con il new jersey rilevato alla posizione finale

del veicolo si è misurata una distanza di 140 metri. Lo stesso veicolo

veniva rinvenuto in posizione parallela al new jersey centrale e nel suo

senso di marcia”.

Al verbale di accertamento veniva allegato lo schizzo di campagna nel

quale veniva riportata la posizione del veicolo con le distanze rispetto al

punto 1A (palo di illuminazione dell’ACEA) individuato sul parapetto del

viadotto sopra il fiume Tevere, posto ad una distanza di 13,25 m dal punto

di separazione tra il parapetto in travertino e il parapetto in ferro (zona

centrale del ponte). Inoltre venivano individuati i punti di urto con il new

jersey e la posizione della borchia della ruota anteriore sinistra. Veniva

anche riportata in maniera approssimativa la posizione della Via del

Cappellaccio situata dall’altra parte delle due carreggiate.

Lo schizzo di campagna aveva allegato anche il brogliaccio delle misure

rilevate sul posto dai VVUU intervenuti.

Dalla descrizione dello stato dei luoghi che i verbalizzanti hanno redatto

emergono alcuni elementi degni di considerazione, e sui quali è necessario

soffermarsi.

Tali elementi sono:

a) all’ora dell’incidente (circa le 4,15 del 25 settembre 2010) l’asfalto era

bagnato per la pioggia in atto;

b) sull’asfalto bagnato non sono state trovate tracce di frenata e tracce di

scarrocciamento;

c) nel primo urto (ndr: punto 9 del rilievo dei VVUU) la …… ha colpito il

new jersey senza provocare su di esso particolari danni;

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d) nel secondo urto (ndr: punto 7-7bis del rilievo dei VVUU) la …… ha

fatto ribaltare due elementi di new jersey (All’uscita della curva due

elementi del jersey sono mancanti precipitati nello spazio sottostante a

seguito dell’urto); e due elementi precedenti risultano spostati e

sollevati così come pure elementi successivi;

e) ci sono stati altri due urti sul new jersey (ndr: punti 6 e 5) con i quali la

…….. ha lasciato abrasioni;

f) la ……… è stata trovata in posizione statica a circa 140 metri dal primo

punto d’impatto con il new jersey;

g) i danni sulla …….sono localizzati sulla parte laterale sinistra del

veicolo, mentre sul frontale e sulla destra non è stato rilevato alcun

danno.

Nel fascicolo della ……….. è contenuta anche la relazione di perizia

tecnica redatta dal P.I. ……… su incarico del Sostituto Procuratore della

Repubblica Dott. ………., depositata in Cancelleria il ………, con la

quale il tecnico incaricato ha risposto ai quesiti:

“ ricostruisca il ct, presa visione del veicolo in sequestro, dello stato dei

luoghi e degli atti, la dinamica del sinistro per cui si procede, in ogni suo

elemento utile ai fini di giustizia, riferendo con relazione scritta; in

particolare riferisca se la velocità del veicolo condotto dalla persona

indagata fosse rispettosa dei limiti imposti ed adeguata ai tempi e luoghi”.

In sostanza il quesito voleva accertare quale fosse la velocità del veicolo al

momento dell’incidente e se questa fosse adeguata ai limiti imposti in

quella zona ed adeguata alle circostanze del momento e dello stato dei

luoghi.

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Della relazione tecnica del CT, ci sono due aspetti assai importanti che

riguardano la descrizione dei danni subiti dal veicolo e la velocità che

questo avrebbe avuto al momento dell’incidente.

In particolare la velocità è stata stimata in circa 120 km/h, anche se ritengo

che la velocità della ……….fosse minore perché l’asfalto era bagnato e

quindi l’attrito era minore e il raggio di curvatura era minore di quello

ipotizzato dal CT del PM.

Ritengo che in quelle condizioni la velocità massima che si potesse tenere

in quella curva, mantenendo i margini di sicurezza, doveva essere assai

minore di 100 km/h quale è quella calcolata dal CT ……….

Detto questo, è interessante vedere i danni riportati dal veicolo, anche sulla

base della descrizione fatta dai VVUU, in quanto il CT non descrive

minuziosamente i danni che il veicolo ha subito, ma lascia parlare le

immagini delle foto.

Devo comunque rilevare che nei grafici riportati a pag. 8 della relazione

tecnica del CT ci sono le misure che ritengo siano state tratte dal

brogliaccio dei VVUU e probabilmente prese dallo stesso CT sui luoghi.

Ho effettuato anch’io un rilievo dello stato dei luoghi, ed ho riscontrato le

misure riportate sul parapetto (spalline) del viadotto ed in particolare il

punto di partenza delle misure dei VVUU corrispondente al punto “1”,

spigolo sul parapetto in travertino subito dopo il parapetto in ferro (foto 1,

2), la distanza del punto 1A (palo dell’ACEA) (foto 2, 3), il secondo palo

ACEA (foto 4) e la distanza di quest’ultimo dalla risega finale del

parapetto in travertino (punto 3A) (foto 5), che grosso modo si trova

all’altezza delle “abrasioni” sul new jersey, e che il CT …………posiziona

ad una distanza dal punto “1A” di 73 metri; nella realtà questa risega del

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parapetto è distante dal primo palo dell’ACEA (1A) circa 90 metri e il

punto “3A” si trova a circa 18 metri dalla risega del parapetto; così pure il

punto “6” (traccia abrasione sul new jersey) (foto 6), che nei grafici del CT

………… risulta grosso modo all’altezza della risega del parapetto e

comunque alla fine della curva, in realtà, prendendo per buona la posizione

del punto “1A” e le distanze del veicolo (punti 4, 2, 3 del veicolo fermo)

da tale punto “1A”, il punto “6” si trova già sul tratto del rettilineo (foto 6)

che poi scavalca il Tevere, cioè circa 20 metri oltre l’altezza della risega

del parapetto del viadotto (foto 5)

Le misure che ho rilevato sul posto e le posizioni dei vari punti di

abrasione sul new jersey, con gli allineamenti tra alcuni lampeggiatori

esistenti sul new jersey centrale e i punti di abrasione, mi hanno permesso

di ricostruire la curvatura della strada, anche con il supporto di Google

Earth che pur avendo una certa prospettiva che non fornisce la curvatura

esatta, mi ha dato le indicazioni per apportare le dovute correzioni.

Ho così riportato su autocad lo sviluppo della parte di viadotto interessato

dallo scenario dell’incidente, ed il raggio di curvatura del tratto percorso

dalla ………. mi risulta essere di circa 85 m, quindi inferiore al raggio di

100 metri stimato dal CT …….. (All. 1).

Questo non fa che ridurre ulteriormente la velocità massima di sicurezza

con la quale si poteva, e si può, percorrere quella curva, che a mio avviso,

in condizioni di bagnato, è ancora inferiore rispetto a quella determinata

dal CT, il quale assume come coefficiente di attrito il valore 0,8 che, in

presenza di asfalto bagnato, come era appunto alle ore 4,15 del ……….., è

troppo alto.

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E’ anche vero che la velocità massima di 100 km/h è stata calcolata dal CT

……….per condizioni ottimali, ma quel giorno le condizioni dell’asfalto

probabilmente richiedevano un coefficiente di attrito almeno dell’ordine di

0,5-0,6, se non addirittura ancora più basso.

Con il raggio di curvatura di 85 m e con un coefficiente di aderenza

(attrito) di almeno 0,5, la velocità massima che quella curva poteva

consentire era di:

Vmax = √ (g x f x r)

dove g = 9,8 m/s2

f = 0,5

r = 85 m

Vmax = √ (9,8 x 0,5 x 85) = 20,41 m/s = 74 km/h.

E’ quindi chiaro che, andando ad una velocità di oltre 100 km/h, come

peraltro ha dichiarato la stessa conducente nella sua dichiarazione alla

Polizia Giudiziaria, e come ha calcolato il CT …………., per il quale la

velocità determinata in base all’energia dissipata durante l’urto e durante il

percorso di 140 m era dell’ordine di 110-120 km/h, il veicolo non poteva

che sbandare verso sinistra ed urtare lo spartitraffico costituito dal new

jersey, per continuarlo ad urtare in altri punti fino a fermarsi dopo circa

140 metri dal primo punto d’impatto (punto 9 del grafico dei VVUU) (foto

7, 8).

L’Ing. ………., Consulente della Compagnia ………….., nella sua

memoria tecnica del …….., fa principalmente riferimento alla relazione

del CT ………., riportando la sequenza degli urti della …….. così come

da questi descritta e le perdite della velocità così come sono state calcolate

dallo stesso CT del PM.

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In base agli urti della …… sui new jersey, e quindi in base alle

decelerazioni subite dal veicolo, l’Ing. ………. conclude che i danni

provocati al passeggero non potevano avvenire se questi avesse indossato

la cintura di sicurezza; infatti, sempre secondo l’Ing. ………, le

decelerazioni sono state graduali e il corretto uso della cintura di sicurezza

avrebbe impedito al passeggero trasportato sul sedile anteriore di sollevarsi

e colpire l’abitacolo con la parte anteriore destra della testa.

L’Ing. ……..conclude affermando che “il passeggero ……….non

utilizzava la cintura di sicurezza all’interno della …….. violando l’art. 172

del CdS subendo gravi lesioni che non sarebbero avvenute in caso di uso

delle cinture”.

Il Prof. ………., Consulente della Sig.ra ………., come appresso riportato,

durante il primo incontro mi ha consegnato una sua memoria datata

……….. (All. 2), nella quale ha evidenziato che il trasportato indossava la

cintura di sicurezza in base al mancato urto della testa contro il parabrezza

della ………….

3. INCONTRI E SOPRALLUOGHI

3.1. INCONTRI

Il giorno 10 dicembre 2013, alle ore 15,30, effettuavo il primo incontro

presso il mio studio alla presenza dell’Avv. …….. legale della Sig.ra

…….., madre di ………., del Prof. ……….., CTP della Sig.ra …….., e

dell’Arch. ………., per delega del CTP incaricato Ing. …….., per conto

della Compagnia V…………….. (All. 3).

Ho letto il quesito posto dal Giudice Istruttore Dott. ……… che fa

riferimento al quesito proposto dal legale della ……….. che

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sostanzialmente chiede di verificare se durante l’urto il passeggero faceva

un corretto uso della cintura di sicurezza.

Il Prof. ………. ha consegnato a me e al CTP ………., una copia della

propria relazione di consulenza, datata …….., sull’incidente avvenuto il

……., soprattutto in merito all’uso della cintura di sicurezza.

Il Prof. …….. ha fatto una breve esposizione su quella che potrebbe essere

stata la meccanica dell’incidente e il comportamento che il passeggero

potrebbe aver avuto.

L’Arch. ……… ha altresì esposto la possibilità che il passeggero non

facesse uso della cintura di sicurezza.

Con le parti ho convenuto di effettuare un nuovo incontro per verificare

insieme tutte le possibili situazioni condivise in modo da lasciare poi a

ciascuno di esprimere le proprie conclusioni.

Il giorno 08 febbraio 2014 alle ore 10,10 ho ripreso l’incontro con i CTP.

Il giorno dell’incontro era stato spostato di più giorni a causa di una

indisposizione del prof. ………, CTP della Sig.ra ……, che ha delegato

poi per questo incontro il P.I. …………. (All. 4).

Sono presenti il P.I. ………., CTP della Sig.ra ….., e l’Ing. …….., CTP

della …………., assistito dall’Arch. …………….

Con gli intervenuti abbiamo cercato di ricostruire lo sviluppo dell’evento

dal momento del primo urto contro il new jersey fino al momento statico

assunto dall’autovettura ……….condotta dalla Sig.ra ……., con il

supporto del rilievo fatto sul posto dai Vigili Urbani, e con il supporto

della relazione con grafico e foto del P.I. ………, CT del PM nel

procedimento penale istaurato per la morte del Sig. …………..

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Abbiamo esaminato il grafico di ricostruzione della scena dell’evento

desunta dai rilievi dei VVUU e riportata sia dal CT del PM, P.I. ……, sia

dall’Ing. ……. nella sua relazione di parte.

Sono state ipotizzate alcune possibilità di comportamento del passeggero

deceduto, in relazione alle ferite riportate e descritte nel referto medico in

atti.

L’Ing. ……. ha evidenziato l’entità del danno fisico (frattura del cranio)

che lascia presupporre l’assenza della cintura di sicurezza.

Il P.I. …….. ha ritenuto che si debba verificare meglio l’entità della

velocità avuta dall’autoveicolo e che il colpo ricevuto dal passeggero

potrebbe aver causato la frattura anche con la presenza della cintura di

sicurezza allacciata.

Per avere una visione completa di quanto rilevato dai VVUU, ho

ricostruito il grafico e posizionato i punti di impatto sul new jersey e la

posizione finale dell’autoveicolo sulla base di un rilievo eseguito sul posto.

Per questo motivo ho effettuato un sopralluogo sul viadotto della Magliana

nella zona in cui si è verificato l’incidente riprendendo le misure dei punti

fermi rilevati dai VVUU e ricostruendo su autocad, con l’ausilio della foto

satellitare tratta da Google Earth, il tracciato del viadotto stesso (All. 1).

3. CONSIDERAZIONI SU QUANTO ESAMINATO E RILEVATO

In base a quanto riportato nei fascicoli di parte, e soprattutto in base al

rilievo eseguito dai VVUU e al rilievo da me eseguito sul posto, ho potuto

ricostruire lo scenario dell’incidente.

Per chiarezza ho riportato sul grafico le stesse lettere e le stesse indicazioni

riportate dai VVUU nel loro rilievo.

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Appare pacifico che la ……., condotta dalla Sig.ra ………., la mattina

(circa ore 4,15) del ………… viaggiasse sul viadotto della Magliana a

velocità sostenuta, maggiore del limite di 50 km/h indicato sul posto,

nell’ordine di 100-120 km/h (affermazione della stessa conducente e

valutazione incontrastata sia del CT …….. sia dei due CTP).

E’ altrettanto indiscusso che la …….., per l’asfalto bagnato e per l’elevata

velocità, perdeva aderenza ed urtava “quattro volte” con la fiancata sinistra

lo spartitraffico in new jersey presente sulla sinistra della carreggiata in

direzione Fiumicino.

E’ decisamente importante il fatto che la …… abbia urtato i new jersey

sempre con la fiancata sinistra e mai con alcuna sua parte anteriore:

“Accartocciamento con estroflessione degli sportelli lato sx. Rottura e

perdita dello specchietto sx. Entroflessione paraf. posteriore con

abrasioni”.

Questa circostanza dimostra due cose, la prima che la …….si trovava a

percorrere la curva in prossimità del lato sinistro della carreggiata, cioè

molto vicina alla fila di new jersey e il secondo che la perdita di aderenza è

rimasta anche dopo il primo urto, con il veicolo leggermente ruotato sia

per il primo impatto sia per il probabile tentativo della conducente di

rientrare in traiettoria, per poi procedere verso la zona dei punti 7-7bis

dove di nuovo urtava i new jersey sempre con la fiancata sinistra, tanto da

provocare le deformazioni sopra ricordate.

Il primo urto (punto 9 del grafico dei VVUU e del mio grafico) avveniva

nella parte terminale della curva destrorsa che immette nel rettifilo del

viadotto che scavalca il fiume Tevere, in corrispondenza di un

lampeggiante situato sul terzultimo new jersey basso con le frecce

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verniciate bianco e nero (foto 7, 8). La causa dello sbandamento verso il

new jersey era dovuta alla forte velocità e alla perdita di aderenza

sull’asfalto. I new jersey interessati in quel punto (punto 9) (foto 7, 8) non

riportavano particolari deformazioni (i VVUU descrivono solo l’urto)

proprio perché la ……… viaggiava a poca distanza da loro e l’effetto era

di una strusciata che provocava abrasioni e/o scalfitture.

Non è possibile stabilire se le attuali deformazioni presenti sui new jersey

(foto 7, 8), che hanno interessato parzialmente anche il successivo new

jersey di forma più alta, siano quelle provocate dal sinistro in questione,

oppure se siano state provocate successivamente da altri sinistri.

L’unico punto certo è la descrizione dei VVUU che non da particolare

rilievo a questo primo urto.

Presumibilmente questo primo urto avveniva con la parte esterna del

parafango anteriore sinistro e con la corrispondente ruota, la quale perdeva

la borchia che si fermava leggermente più avanti nel punto 8 (grafico dei

VVUU e del mio grafico) prima del successivo secondo urto.

In base a queste semplici constatazioni il primo urto non dovrebbe essere

stato particolarmente violento.

Nel secondo urto (punto 7-7bis del grafico dei VVUU e del mio grafico)

(foto 9, 10) la ……. ha fatto ribaltare due elementi di new jersey

(All’uscita della curva due elementi del jersey sono mancanti precipitati

nello spazio sottostante a seguito dell’urto) ed ha spostato e sollevato i due

elementi precedenti e i due elementi successivi. Quindi in totale sei.

Sul posto, in base alle misure dei VVUU che prendono come base il punto

1A e i punti 2, 3, 4 dell’autoveicolo fermo, l’urto 7-7bis sarebbe avvenuto

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sugli attuali new jersey alti, cioè quelli grigi di dimensioni più grandi (più

alti e più lunghi) (foto 9, 10) nella parte terminale della curva destrorsa.

Non è dato di sapere se i new jersey ora presenti siano quelli che c’erano

sul posto il giorno dell’incidente o se siano stati successivamente sostituiti.

Infatti in quella zona si alternano tratti di new jersey piccoli con le frecce

bianche e nere ad altri new jersey più alti, più lunghi e di colore grigio

cemento.

Evidentemente il tentativo della conducente di allontanarsi dal new jersey

dopo il primo urto, e l’avvertenza della “sbandata”, ha fatto spostare il

veicolo verso il centro della carreggiata modificando la traiettoria, e poi,

sempre in assenza di aderenza ma con la forza inerziale dovuta alla

velocità che era di poco diminuita, il veicolo è andato di nuovo a sbattere

contro i new jersey nei punti 7-7bis con un urto violento della fiancata

sinistra interessando anche il parafango posteriore sinistro.

Solo in questo modo si può spiegare la completa assenza di urti, e quindi

di danni, su tutta la parte anteriore del veicolo.

La ……. ha quindi interessato una notevole massa di materiale

coinvolgendo nel movimento almeno sei elementi di new jersey (ricordo

che gli elementi di new jersey sono collegati tra di loro con elementi

metallici che funzionano prevalentemente da cerniere).

Per quel che ho rilevato sul posto, su quel lato sinistro di carreggiata ci

sono diversi tipi di new jersey: alcuni sono più corti e più bassi con frecce

bianche e nere pitturate sui laterali più lunghi, come quelli che ci sono

dove è avvenuto il primo urto (foto 7, 8) e quelli successivi al secondo urto

(foto 11) nella zona antistante la Via del ……….., altri sono più lunghi e

più alti e di colore grigio (foto 12) come quelli che ci sono durante la fine

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della curva destrorsa dove è avvenuto l’urto 7-7bis (foto 10, 12) e quelli

che ci sono nel rettilineo che scavalca il fiume dove sono avvenute le

ultime due abrasioni (punto 6 e 5 del grafico) (foto 6).

Gli effetti del secondo urto su ben sei new jersey (due ribaltati più quattro

spostati) inducono a ritenere che questo sia stato l’urto più violento che la

……. ha esercitato su tale barriera, e probabilmente immediatamente dopo

quell’istante è avvenuto l’urto della testa del trasportato sulle parti rigide

dell’abitacolo della ………..

Evidentemente, il primo urto è stato di poco conto ed ha ridotto di

pochissimo la velocità, e la conducente ha tentato di riprendere il controllo

del veicolo, ma oramai l’energia cinetica che la spingeva in senso

tangenziale alla curva ha riportato il veicolo verso sinistra provocando il

secondo urto più violento la cui forza, alla velocità di circa 100 km/h

(27,78 m/s), con la massa complessiva di m = 1.000 kg (massa della

……800 kg più quella dei quattro occupanti), e con il raggio di curvatura

di 85 m, era assai elevata con un valore probabilmente prossimo a:

f = m * v2 / r = 1000 * 27,782 / 85 = 9.079 kg * m /s2 = 9.079 KN

La maggior parte di questa energia è stata dissipata per modificare le

posizioni dei sei new jersey, il resto di questa energia è stato dissipato nei

successivi due urti e nello spazio fino alla posizione di quiete.

Il tipo di urto: laterale e non frontale, il tipo di lesione subita dal

passeggero: parte anteriore destra della testa, l’assenza di danni sul

parabrezza anteriore della ……..: c’è solo sulla parte laterale sinistra in

corrispondenza del montante anteriore laterale sinistro, lasciano intendere

che all’interno dell’abitacolo si siano sviluppate prevalentemente forze

ortogonali alla direzione del moto (forza centrifuga verso l’esterno della

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curva e reazione all’urto con forza opposta e quindi in direzione interna

alla curva).

D’altronde i danni riportati dalla ………non sono di particolare entità se si

pensa che la velocità in quei momenti era dell’ordine di poco più 100 km/h

che tendeva gradatamente a diminuire a causa delle abrasioni sui new

jersey (solo laterali, a terra non è stato rilevato alcun scarrocciamento).

Mi corre l’obbligo di far presente che quella curva durante la giornata è in

genere percorsa a velocità contenuta, o comunque vicina al limite imposto

dalla palina verticale di 50 km/h, in quanto il traffico sul viadotto della

Magliana è molto intenso e non si possono attuare velocità maggiori; ma

quando il traffico diminuisce, come nelle tarde ore serali e notturne, come

appunto quelle del giorno dell’incidente, le velocità tendono ad aumentare

provocando spesso molte “strusciate” sui new jersey, rilevabili anche sui

guard rail dei metallici nel tratto terminale della curva opposta (direzione

Roma).

Pertanto, qualche abrasione delle molte già presenti sui new jersey

potrebbe essere stata ritenuta dai verbalizzanti provocata dalla …….

Ritornando ai movimenti che sono avvenuti all’interno dell’abitacolo, è

altrettanto vero quello che riporta l’Ing. …… in merito al presunto

mancato uso della cintura di sicurezza da parte del passeggero, laddove

afferma che la riduzione della velocità conseguente alle deformazioni della

vettura e alle abrasioni sul new jersey non avrebbe provocato le lesioni

sulla testa del Sig. …….. se questo avesse avuto la cintura di sicurezza, ma

è anche vero che l’impatto nel secondo urto (punti 7-7bis) è stato assai

violento ed improvviso e non graduale come è avvenuto durante il resto

del tracciato fino alla posizione di quiete. E’ in quel momento che il capo

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del Sig. ……. ha subito prima lo spostamento verso sinistra a causa della

forza centrifuga che agiva in quei momenti sui passeggeri e poi ha subito

improvvisamente la forza opposta, impropriamente centripeta, verso destra

che ha fatto battere la testa contro l’abitacolo ed ha interessato anche

l’avambraccio destro e il polso destro.

Si tratta ora di stabilire se in quel momento il passeggero indossasse o

meno la cintura di sicurezza.

La ……. condotta dalla Sig.ra …… è stata immatricolata nel 2007

(verbale dei VVUU) e a quella data il modello non aveva gli airbag laterali

che in qualche modo avrebbero potuto attutire l’urto della testa del

passeggero contro l’abitacolo.

Non credo che la velocità del veicolo, senza dubbio elevata sia perché

superiore al limite imposto in quel tratto, sia per le caratteristiche della

strada in quel momento (asfalto bagnato), dimostri o meno la possibilità

che il passeggero indossasse la cintura di sicurezza. Infatti la modalità

d’urto contro i new jersey e i danni riportati dal veicolo dimostrano

soltanto che non c’è stato un urto frontale del veicolo e questo giustifica

l’assenza di danni sulla parte destra del parabrezza anteriore

indipendentemente dall’uso della cintura di sicurezza.

La dinamica descritta dal Prof. ……., secondo il quale il passeggero

indossava la cintura che gli ha impedito di andare in avanti, non trova

riscontro perché non c’è stata alcuna forza che abbia spinto in avanti il

passeggero, in quanto non c’è stato alcun tipo di urto più o meno frontale.

C’è poi l’affermazione, sempre del Prof. ………, secondo il quale la

cintura, seppure indossata non ha impedito al passeggero lo spostamento

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laterale verso destra con il successivo urto contro l’abitacolo, che non

trova conferma nell’integrità del finestrino laterale anteriore destro che è

rimasto completamente integro. Il finestrino sarebbe stato quello

maggiormente interessato dal movimento della testa con il corpo trattenuto

dalla cintura di sicurezza se indossata.

Fatte queste considerazioni che nascono direttamente dall’esame degli urti

sui new jersey e dei danni sul veicolo, posso trarre alcune possibili

conclusioni che si basano comunque su ipotesi e quindi presentano tutte le

incertezze del caso.

Infatti, l’assenza di elementi più certi e più accurati che dovevano essere

rilevati immediatamente dopo l’incidente, non permettono di accertare con

sicurezza se il passeggero indossasse o meno la cintura di sicurezza.

Gli elementi che avrebbero permesso di rilevare con maggior precisione la

sequenza di ciò che è accaduto, e quindi l’uso o meno della cintura di

sicurezza, potevano essere:

a) tracce sulla pelle del busto del passeggero esercitate dall’azione dalla

cintura;

b) le condizioni in cui si trovava la cintura immediatamente dopo

l’estrazione del corpo del passeggero, cioè se era stata tesa o meno;

c) presenza all’interno dell’abitacolo delle tracce di urto della testa del

passeggero e loro posizione.

Quanto al punto a) si potrebbe dire che proprio l’assenza di rilievi precisi

in questo senso da parte del medico legale lascia intendere che la cintura

non fosse indossata; ma è altrettanto vero che il referto dell’esame esterno

fa riferimento a “un contesto di multiple lesioni contusive, a carattere

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ecchimotico escoriativo, su tutta la superficie corporea” che potrebbero

corrispondere anche alle tracce lasciate dalla cintura; come detto, una

precisazione in questo senso avrebbe tolto ogni dubbio; ma è anche vero

che in assenza di un urto più o meno frontale non c’è stata una tensione

della cintura che potesse lasciare tracce sul busto del passeggero.

Quanto al punto b) forse era un accertamento che i verbalizzanti non hanno

pensato di eseguire proprio per come si era sviluppato l’incidente in

assenza anche di tracce di danni sul parabrezza anteriore.

Quanto al punto c) sarebbe stato davvero utile capire bene su quale parte

dell’abitacolo il passeggero aveva battuto la testa; ritengo che siano state

lasciate evidenti tracce ematiche o cerebrali nel punto in cui la testa ha

sbattuto sull’abitacolo.

Il quadro complessivo dello scenario non permette di dare una risposta

certa e sicura al quesito posto dal G.I., ma gli elementi che sono a

disposizione consentono di ipotizzare che il passeggero sul sedile

anteriore, cioè il Sig. …………, al momento dell’incidente non avesse la

cintura di sicurezza indossata che avrebbe quanto meno ridotto lo

spostamento del busto da sinistra verso destra. La testa avrebbe

egualmente urtato contro qualche parte dell’abitacolo ma non avrebbe

subito il colpo così forte come invece lo ha ricevuto.

C’è da ricordare che la cintura del passeggero laterale al guidatore parte

dall’alto della spalla destra e attraversa in senso diagonale il busto per

scendere verso in basso a sinistra dove si innesta con l’occhiello mobile

nella femmina fissa posta alla sinistra del sedile. L’occhiello che si fissa

nella femmina contiene la stessa cintura che gira davanti al bacino del

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passeggero e termina nell’altra parte fissa in basso alla destra del

passeggero stesso.

In questa situazione, se la cintura fosse stata indossata, lo spostamento

improvviso del busto da sinistra verso destra non avrebbe messo in

tensione la fascia della cintura e quindi non avrebbe ridotto lo spostamento

del busto verso lo sportello destro, ma certamente la parte di cintura bassa,

quella davanti al bacino, avrebbe impedito qualsiasi spostamento verso

l’alto.

La conformazione del new jersey, che ha le pareti laterali leggermente

inclinate come a formare una sorta di cono, nel momento dell’urto nei

punti 7-7bis può ragionevolmente aver provocato un rimbalzo verso l’alto

dell’autoveicolo con il conseguente “lancio” del passeggero verso la parte

alta dell’abitacolo. La presenza della cintura avrebbe impedito tale

“lancio” del passeggero verso l’alto e la sua testa avrebbe battuto contro il

finestrino laterale destro provocandone la rottura e probabilmente

riducendo di molto le lesioni al cranio.

Invece il finestrino laterale destro è rimasto integro e la testa del

passeggero ha urtato contro qualche parte rigida dell’abitacolo,

probabilmente in alto.

In sostanza la presenza della cintura di sicurezza avrebbe fatto oscillare

come un pendolo il corpo del passeggero, e la sua testa, oscillando da

sinistra verso destra, avrebbe inevitabilmente colpito il finestrino alla sua

destra.

Invece, il rimbalzo dal new jersey e l’assenza della cintura di sicurezza

hanno fatto sobbalzare il passeggero facendogli sbattere la testa sulla parte

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superiore dell’abitacolo procurando, come riporta il medico legale, una “

ampia ferita lacero-contusa del cuoio capelluto, in regione temporo-

parietale destra, con esposizione e frattura del tessuto osseo sottostante ed

ecchimosi periorbitaria bilaterale”.

Pur in presenza di carenza di informazioni che non permette una

ricostruzione certa del sinistro, sulla base di quanto è stato possibile

accertare, tra le varie ipotesi possibili, ritengo che la più verosimile sia

quella dell’assenza della cintura di sicurezza sul passeggero anteriore

trasportato.

Pertanto, in risposta al quesito posto dal G.I., posso concludere che le

lesioni mortali, rinvenute dal medico legale sulla testa del Sig. ……, non

sono compatibili con l’uso corretto della cintura di sicurezza, e per essere

più chiaro, sulla base di quanto potuto esaminare, e sempre con il dubbio

dovuto alla carenza di informazioni, posso affermare che il Sig.

…………al momento dell’incidente sul viadotto della Magliana non

indossava la cintura di sicurezza.

Con la presente relazione, pur con gli elementi dubitativi che ho ritenuto

necessario mettere in evidenza, ritengo di aver risposto al quesito posto dal

Giudice, con il solo scopo del raggiungimento della verità.

Ringrazio Il. Giudice, Dott. ……… per la fiducia concessami e, nel

considerarmi a disposizione per ogni eventuale chiarimento, porgo i miei

doverosi ossequi.

ALLEGATI:

- All. 1: grafico in autocad del luogo dell’incidente;

- All. 2: relazione tecnica del Prof. …………..;

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- All. 3: delega per l’Arch. …………;

- All. 4: delega per il p.i. …………..;

- All. 5: n. 12 foto stampate al computer;

- All. 6: n. 4 pagine di verbale di sopralluogo;

- All.7: ricevute invio bozza relazione CTU alle parti, e-mail

dell’11 marzo 2014.

Roma, lì 11 marzo 2014

Il Consulente tecnico d’Ufficio

Ing. Paolo Morelli