Trekkenfild-N20-2014dicembre

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Yeman Crippa l’oro nel fango n. 20

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Periodico sportivo dedicato all'atletica leggera a cura di Walter Brambilla e Daniele Perboni

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YemanCrippal’oro nel fango

n. 20

N. 20 dicembre_Layout 1 21/12/14 15:08 Pagina 1

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offesa per nessuno naturalmente.Ultimo spunto di carattere giornalistico riguarda la Gaz-zetta dello Sport. Grafica nuova, lancio in grande stile.Piacerà forse ai più giovani. Se tralasciate il calcio trove-rete spazi relativi a molte storie, faccio un esempio:Laure Manadou nuotatrice francese rivale della Pelle-grini, viene beccata in fallo a compiere un furto. Untempo la notizia era una breve nel “Tuttonotizie” oraviene trattata addirittura con una pagina di testo concasi analoghi e via dicendo, un servizio da rivista e nonda quotidiano. Non parliamo poi della Gazzetta dellaLombardia che in alcune occasioni ha trattato l’adunatadegli alpini a Monza, la storia Radio Popolare o dell’anni-versario dell’inaugurazione della Metropolitana mila-nese, argomenti che nella logica delle cose dovrebberoessere pane per consorella “Corriere della Sera”. Gior-nalismo moderno, mi sono sentito dire, meno paludato.Tutto quello che volete, ma qualche anno fa una vittoriacome quella di Yema Crippa nel cross anche a livello ju-nior si sarebbe salutata con un articolo degno e non condue righe più i risultati…

Walter Brambilla

A volte ritrovare vecchi ordini di arrivo tra le scartof-fie può lasciare il segno nel cuore di appassionaticome il sottoscritto. Il manoscritto in oggetto è da-tato 6 marzo 1988. Località è Monza, la gara: mezzamaratona classica, nulla a che vedere con quella cheviene allestita negli ultimi anni nella città brianzola.Nel 1988 a Monza si presentavano in un migliaio ogiù di lì e sotto l’egida del Road Runners Club Milanobattagliavano su di un percorso che si dipanava prin-cipalmente all’interno del Parco per poi arrivare da-vanti al Municipio. Inutile stare a farla troppo lunga,vi riporto l’ordine d’arrivo dei primi cinque classifi-cati, poi farò qualche altra considerazione: 1. LorisPimazzoni 1:03:37; 2. Alberto Cova 1.03:39; 3.Osvaldo Faustini 1:04:13; 4. Mauro Griggio 1:04.29; 5.Stefano Di Martino 1.04:33.Loris Pimazzoni chiese tramite il suo sodalizio, la Pafdi Verona (la stessa squadra di Bordin) del com-pianto Sergio Pennacchioni, l’importo del premio indenaro che veniva elargito al vincitore. Null’altro.Iscrizione gratuita, nessun ingaggio. Era consciodelle sue possibilità. Stette tutta la gara alle spalle diAlberto, che non era più quel mostro capace di vin-cere qualsivoglia manifestazione, ma era sempre l’Al-berto nazionale, per poi infilarlo nella diritturad’arrivo. Molti gli inviati per seguire Cova, Giulio Si-gnori Il giornalista de “Il Giorno” scrisse che Pimaz-zoni aveva lo stesso sguardo di Richard Widmark nelfilm la Conquista del West mentre si appresta a spa-rare al rivale. Lo stesso giochetto era riuscito al fon-dista veneto, sempre ai danni di Cova e Panetta inoccasione di un titolo italiano dei 10.000 all’Olimpicodi Roma, tra le imprecazioni di Giorgio Rondelli cheprobabilmente salirono sino in cielo.Proseguo nell’illustrare l’ordine d’arrivo: Il decimo(Stefano Mainetti) chiude in 1:06:03; il ventesimo(Franco Borelli) in 1:06:36, il trentesimo (FrancoClima) in 1:08:06. Sotto l’ora e 10 minuti finiscono lamezza monzese in 44. Non c’erano stranieri, se nonRocco Taminelli svizzero (29º) in 1:07:50. Africani,neppure l’ombra. Nei primi 50 atleti tesserati in so-cietà lombarde. Conclusioni amare, visto che ora èassai difficile trovare simili riscontri cronometricinella miriade sterminata di corse italiche piene zeppedi africani di livello certamente non eccelso. Si vincecon 1:07/1:08, risultati meno che modesti che since-

ramente trovano poco spazio su quotidiani e riviste.Adesso faccio un salto di 25 e passa anni, arrivo a do-menica 25 novembre. Guardando Sky Sport 24 nei ti-toli che scorrono in basso sul teleschermo si leggeche nella maratona di Firenze un partecipante èmorto, non viene dato il nome del vincitore o dellavincitrice della maratona gigliata, è un surplus. Ilgiorno successivo anche i quotidiani sportivi insi-stono principalmente su questa notizia. Come sia an-data (la gara) non interessa nulla a nessuno Il perchèè presto detto: in Italia le maratone non sono ormaipiù un fatto puramente agonistico, ma una sorta dihappening festoso al quale tutti possono partecipare,basta guardare i tempi degli ultimi che a volte supe-rano le sei ore, il che significa che con la corsa questihanno sinceramente poco a che fare.Per le prossime 42 km e rotti si deve attendere la pri-mavera, con Roma che ha beneficiato, secondo LaGazzetta dello Sport, lo scorso anno dell’effetto dipapa Bergoglio, della maratona di Firenze che ha go-duto, forse, dell’effetto Matteo Renzi. Adesso tocca aMilano. Effetto Expo? Speriamo, tutto dipende comeverrà allestita la gara. Intanto si lascia finalmenteRho-Pero (luogo di partenza più triste non l’ho maivisto in analoghe manifestazioni) per approdare incentro. Incrociamo le dita, speriamo solo che la ma-ratona meneghina, mai entrata nel novero delle gareche contano, non finisca con l’effetto Salvini… senza

Spigolature di fine anno

In copertina: lo junior Yemaneberham Crippa, oroai campionati europei di cross tenutisi a Borovets(Bulgaria). (Foto di FIDAL COLOMBO/FIDAL)

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Ci risiamo. Il bel paese si vuole candidare per l’organizzazionedei Giochi Olimpici 2014. Non è una novità. Già in passato ciavevamo provato. Chi si ricorda la candidatura di Milano perl’edizione del 2000? Alla fine la metropoli lombarda fu clamo-rosamente bocciata. E, più recentemente, la stroncatura avve-nuta per mano di Mario Monti? Ora il leit motiv si ripresentapuntuale. Personalmente ritengo questa proposta una scia-gura e i motivi sono molteplici. Ma su tutto metterei un titoloapparso sul New York Times (non riguardava le olimpiadi ro-mane ma rispecchia in pieno il mio parere): “Virtually no cor-ner of Italy is immune to criminal penetration” (Non c’èangolo d’Italia immune dal crimine la traduzione). I costi?Circa sei, sette miliardi di euro la stima. E, con la possibilitàdi delocalizzare diverse discipline si potrebbe anche rispar-miare qualcosa. Dallo studio emergerebbe anche la possibilitàdi creare quasi trentamila nuovi posti di lavoro. Ma, perquanto riguarda il nostro disastrato Paese, il condizionale èsempre d’obbligo. Nei decenni passati e in questi ultimi tempiabbiamo avuto troppi esempi negativi di corruzione e sfrutta-mento criminale delle risorse messe in campo. Perché si do-vrebbe cambiare verso all’improvviso? Certo, i Giochi (seRoma sarà prescelta) si avranno fra dieci anni, ma nel frat-tempo? Le risorse economiche da mettere sul piatto sono no-tevoli e con le leggi attuali non abbiamo molte possibilità difermarne il saccheggio. Non basta la volontà, la voglia di ri-scatto. Servono strumenti seri, precisi. Servono certezze, leggiche colpiscano duramente chi sgarra. Allo stato attuale nonvediamo nulla o quasi di tutto ciò. L’esperienza di grandi ma-nifestazioni precedenti e su cui è calata vorace la criminalitàorganizzata e la corruzione di grandi e piccoli squali non ci hainsegnato nulla? Mondiali di calcio 1990, Colombiadi 1992,mondiali di nuoto 2009, Giochi del Mediterraneo 2013, tantoper citarne alcuni, sono stati pozzi perdenti per le finanzepubbliche (quindi di tutti noi) e fonte di guadagni illeciti peraltri. I costi sono pazzeschi e le Olimpiadi bisogna anche me-ritarsele. Quindi dico no grazie. Roma sarà anche la cittàeterna (come sostiene il Sindaco Marino) ma la capitale el’Italia sono bravissimi a far sparire capitali enormi.

Dap

I Giochi a Roma?

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Gran Bretagna con 9 medaglie dicui 4 ori, il più fulgido quello diGemma Steel in volata sulla conna-zionale Avery. Ottimi risultatianche dal team turco rinforzato daanni da ex keniani. La gara ma-schile ha vissuto tra un lunghis-simo duello tra Arikan PolatKemboi e Ali Kaya con l’aggiuntadel campione uscente l’iberico Be-zabeh. I primi due capaci di cor-rere in 27’30” sui 10.000 hanno

scavato letteralmente un solco contutto il resto della truppa. Beneanche i russi con sei allori, formi-dabile la tripletta negli under 23,oltre allo squadrone turco. Gli az-zurri di Magnani/Baldini nel meda-gliere sono quarti, per una buonavolta possiamo metterci alle spallesquadre come Spagna, Svezia, Ir-landa, Germania, Bulgaria e Fran-cia che torna a casa con un miseroargento. Il prossimo anno il tutto

sarà allestito in Francia, mentrenel 2016 il cross torna in Italia aChia non lontano da Cagliari. InSardegna venderemo ancor piùcara la pelle, come accadde nel2006 a Legnano.

Puntura di spilloAi campionati Europei bulgari eraassente il presidente federale AlfioGiomi, non c’erano neppure i due

vice Parrinello e Na-sciuti, la Fidal erarappresentata dall’exmaratoneta GiacomoLeone. E pensare chea Budapest (vittoriadi Lalli) Giomi appenaeletto, non mancòl’appuntamento eneppure lo scorsoanno a Belgrado. Ladomanda è questaavrà esultato davantialle riprese in strea-ming per la vittoria diCrippa, tanto quantoquella di Libania Gre-not a Zurigo? Ai po-steri la sentenza….

W. B.

Cominciamo a segnarci questonome: Yemaneberhane Crippa. Di-ciotto anni e due mesi: è nato il 15ottobre del 1996 in Etiopia ed èstato adottato dall’età di 5 anni daRoberto Crippa, milanese purosan-gue che vive in Trentino. Yema,così è comunemente chiamato è ilnuovo campione europeo junior dicorsa campestre, ama portare i ca-pelli con tanto di cresta come moltialtri suoi coetanei, da quando hainiziato a correre ha fatto sfracellitra i ragazzi della sua età. Ieri sa-peva di essere tra i favoriti nell’Eu-ropeo di cross che si è disputato aBorovets (località montana bul-gara) forte del fatto di avere giàcorso questa manifestazione bendue volte da allievo (la prima a Bu-dapest (2012) 32º, la seconda loscorso anno a Belgrado 7º). Yema èallenato da Massimo Pegoretti, exmiler da 3’35” nei 1500, dopo undecimo posto ai mondiali giovanilinei 1500 (certamente non graditodal ragazzo), ha iniziato la stagionedi campestre specialità nella qualecertamente dove eccelle, conqui-stando il titolo europeo. Era dal2006 che un azzurro (Andrea Lalli)non arrivava a tanto. Crippa ha gio-strato nella prima parte di garanelle primissime posizioni, poi hapreso la testa portandosi appressolo spagnolo Mayo e il russo Novi-kov, quest’ultimo commetteva unerrore fatale, lanciando la volata aun giro prima della conclusione.Via libera pertanto a Crippa per ar-rivare solo soletto sul traguardo elasciarsi andare a una sorta digesto liberatorio: mimando lo sparodi un fucile. Yema è un tipo come sidice in gergo che bucano il video,guascone, simpatico con la battutapronta, sempre pronto alloscherzo. Non è finita nel baillame

finale è spuntato al terzo posto iltoscano Said Ettaqy che con gli ot-timi piazzamenti di MohammedChiappinelli (quinto) e AlessandroGiacobazzi (nono) ha permessoalla formazioneazzurra guidatada Stefano Bal-dini di salire sulgradino più altodel podio. Lagiornata final-mente favore-vole a unmezzofondoprolungato assaiasfittico negliultimi anni sichiudeva con uninsperato terzoposto a squadreper i senior az-zurri, guidati daquello sgobbonemai domo diStefano La Rosache ha preso igradi di capi-tano, lasciati dal“vecio” De Nard.Il toscanoeterno rivale di Meucci (livorneseil campione d’Europa) grossetanoStefano, già ottavo nei 10.000 diZurigo, ha condotto dacapitano/giocatore gli altri ragazzi(quattro nei primi venti). Bene Ra-zine (14º), Nasti (17º) e El Ma-zoury (20º). Discreta anche laprova a squadre del team senior inrosa: quinte. La capitana Elena Ro-magnolo (16ª), Valeria Roffino(21ª). Prova incolore per la tantoattesa Nicole Reina (juniores) maivista nelle prime posizioni a batta-gliare come suo costume. Hachiuso 18ª a quasi un minuto dallavincitrice.

MedagliereQuanto mai interessante osservareil medagliere dove, come nelle pre-visioni al primo posto si piazza la

Il sigillo di Yeman

Sopra: il podio a squadredegli Europei juniores, vintidall’Italia. A sinistra glispagnoli (secondi) e adestra i turchi (terzi)Nella pagina accanto Crippain azione.A sinistra l’azzurrino SaidEttaqy, terzo nella provavinta da CrippaA destra Elena Romagnolo,prima delle azzurre(sedicesima) nella garaseniores.(Foto di FIDALCOLOMBO/FIDAL)

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Fuori ha ripreso a piovere. È il pomeriggio del 17 no-vembre 2014 ed è un pomeriggio intriso di pozzan-ghere, di freddo, di umido. Si temono altreinondazioni. Ma in via Piranesi a Milano nell'ufficio diPresidenza del Comitato Regionale Fidal Lombardiasplendono luci che rasserenano: quelle del sorrisodella presidente, Grazia Maria Vanni, e quelle, va be'solo in versione metaforica, di due candeline accesesu una piccola torta con accanto due bicchieri di spu-mante. È giorno di compleanno. La nostra ospite, in-fatti, compie due anni... di presidenza del CRL. Era il17 novembre 2012 quando, contemporaneamente aConcetta Balsorio eletta presidente del Comitato Re-gionale Fidal Abruzzo, venne prescelta per ricoprirel'importante carica. Erano le prime due donne in tuttala storia dell'atletica italiana ad assurgere a tale ruolo.Un evento non da poco, ricco di significati, si potrebbedefinirlo epocale, quale segno dei tempi che (final-mente) stavano cambiando.Un impegno non da poco specie per la lombarda chia-mata a presiedere il più importante Comitato Regio-nale di tutta la Fidal. Come dire, anche se a lei ilparagone non piace, una sorta di Roberto Maroni, at-tuale presidente della Regione Lombardia, o unasorta, e questo paragone le piace di più, di Laura Bol-drini, presidente della Camera dei deputati. La Vanni due anni fa venne eletta in virtù dei 7920voti (56,1%) ottenuti contro i 6199 (43,9%) andati aVincenzo Mauro Gerola. Fu prescelta per più motivi:per i suoi precedenti di atleta, di tecnico e di dirigentesportivo; per l'enorme passione e per il contagioso en-tusiasmo; per la disponibilità a dedicarsi all'incarico atempo pieno – tale incarico è di puro volontariato nonprevedendo compensi di sorta – avendo da poco ces-sato il pluridecennale incarico con la scuola in veste diinsegnante tecnico; per il programma articolato indieci punti; per la qualità della squadra che presen-tava e non ultimo per il suo essere donna.Come giudica la Vanni – 61 anni portati magnifica-mente – questi primi due anni di presidenza? Li giu-dica assolutamente positivi, specie per quantoriguarda il settore tecnico, perché, assicura, moltecose sono cambiate e molte altre sono state intro-dotte.«C'è – dice – aria nuova ed è un'aria fresca. Questo midà molta soddisfazione ed è una continua molla a im-pegnarmi sempre di più. Certo – puntualizza – sono

stati due anni molto impegnativi. Praticamente svolgoun nuovo mestiere quasi a tempo pieno ma di tuttoquesto sono felicissima perché mi sono buttata a ca-pofitto a studiare i vari aspetti, a parte quello tecnicoche conoscevo bene, della carica presidenziale e credo

in questi due anni di essermi fatta un bagaglio cultu-rale specifico di un certo spessore». Giunti a questo punto va precisato che la “festeggiata”del giorno, tre mattine della settimana le dedica, purnon essendo più di ruolo, ancora all'insegnamento tec-nico-atletico alla Facoltà di Scienze Motorie dell'Uni-versità degli Studi di Milano; che nei pomeriggi chevanno dal lunedì al giovedì è regolarmente negli uffici

del Comitato dove lavora in collaborazione con tre im-piegate a tempo pieno e con una part-time; che unavolta fuori dal Comitato si precipita al campo di atle-tica del suo paese di nascita e di residenza, Cernuscosul Naviglio, dove della gloriosa Pro Sesto è tuttora di-rettore tecnico e membro del Consiglio Direttivo, edove elargisce a destra e a manca i suoi preziosi con-tributi tecnici collaborando col marito, Giorgio Cortel-lazzo, ex saltatore di triplo e di lungo. Attualmente idue allenano, tra tanti altri, due autentiche promesse:le velociste Caterina Dell'Orto e Sofia Bonincalza dalei stessa definite «due diamanti da sgrezzare».Se a tutto questo si aggiunge l'impegno delle riunionidi Consiglio; l'impegno della presenza alle varie mani-festazioni – gare istituzionali, presentazioni, premia-zioni, eventi ecc. –; l'impegno di correre lungo ilNaviglio tre volte la settimana, si può ben capire comemomenti vuoti nella sua giornata non ce ne siano pro-prio. Il sabato e la domenica, poi, tanto per riposarsiun po'... o segue le gare o la trovi al campo di Cernu-sco ad allenare. E qui si può ben capire anche che ca-rica di entusiasmo e di operatività ha addosso questadonna che in tutto quello che fa trova modo di diver-tirsi e di realizzarsi come forse mai prima perché finoal 2012 praticamente era sempre in tuta mentreadesso può finalmente tirar fuori dall'armadio e indos-sare una serie di abiti, di borse, di scarpe che tenevain naftalina. «Amo la moda – dice – e mi piace vestirbene e calzare scarpe con tacco alto, anche di ottocentimetri».In quanto donna assicura di non aver trovato né parti-colari prevenzioni o diffidenze, se non qualcuna ini-ziale, ormai del tutto superata, né particolari ostacolida parte maschile o da parte delle istituzioni laddoveda entrambe ha trovato anzi una disponibilità ancheoltre le più rosee previsioni. «Anche se, in generale –puntualizza – un certo maschilismo permane». Dicerto Grazia Maria è un vessillifero per le rivendica-zioni femminili.Questa impavida donna dirige un'orchestra che al 15novembre 2014 nelle sue nove province risulta cosìcomposta: 40626 atleti tesserati (15445 nella sola Mi-lano); 494 società; 1035 tecnici; 2293 dirigenti; 478giudici; 399 medici. Nemmeno il grande von Karajandirisse mai una simile orchestra! Da notare che ammi-nistra un budget che si aggira attorno al milione dieuro, oltre ai 18 membri del Consiglio. «Ma di questi –precisa – proprio attivamente operanti sono solo unadecina». Si avvale molto della collaborazione di Ame-deo Merighi che stila regolamenti e calendari, di Cor-rado Tani che si occupa prevalentemente della parteamministrativa e di Bruno Pinzin, il fiduciario tecnico.Sono stati due anni davvero positivi, quelli della Vannigrazie ai quali non solo tutti i numeri sono cresciutima durante i quali sono cresciute anche le cose. Lad-

dove per cose s'intendono soprattutto nuovo entusia-smo, nuovi propositi, nuove competenze generali non-ché investimenti in uomini, attrezzature e quant'altro. Tutto questo anche se i problemi da affrontare, irri-solti e nuovi, sono indubbiamente tanti, in primis, asuo dire, quello della scuola ben lontano, per esempio,dal modello francese che dedica tre o quattro ore disport la settimana nelle scuole elementari, tre nellemedie, due nelle superiori e che remunera adeguata-mente una schiera di tecnici, mentre da noi non si fache tagliare e togliere.«Il maggior problema – sottolinea la Vanni – rimanecomunque quello della mancanza di fondi. Quantecose si potrebbero fare e invece non si possono fare!».Eppure sotto la sua gestione il Comitato Lombardo èriuscito ad allestire, tra le tante in calendario, duegrandi manifestazioni all'Arena di Milano, due auten-tici fiori all'occhiello: nel 2013 gli Assoluti e nel 2014la Finale Oro di Società. In occasione dell'Expo 2015in giugno organizzerà all'Arena i campionati italiani al-lievi «Perché – dice la presidentessa – Milano, conbuona pace per la Notturna, non può prescindere daalmeno una grande manifestazione di atletica. Ma nonsarà la sola iniziativa: ne abbiamo in canna tante altree sarà un autentico boom». Nel rispetto dei punti programmati, dal bilancio 2013si può estrapolare che il Comitato ha presieduto 623manifestazioni, ha promosso 9 rappresentative, 14 ra-duni per atleti e tecnici, 2 raduni invernali. 4 riunionidi aggiornamento per tecnici, 4 convegni tecnici, 3corsi di formazione per aspiranti tecnici. Inoltre haerogato 12 borse di studio nell'ambito del “ProgettoTalento Regionale” di 1500 euro ciascuna da dividereequamente tra atleta e tecnico; 2 borse di studio di3000 euro ciascuna (per i tre anni universitari) a dueatleti lombardi di interesse nazionale, per far viverel'esperienza del College dell'Università Insubria di Va-rese (Mezzofondo) in aggiunta alle 6 erogate dallastessa Università per il progetto Campus Universita-rio. Per una maggior valutazione è stato acquistato unnuovo Opto Jump e un gruppo fotocellule tweety perla rilevazione dei test sugli atleti; è stato rinnovato ilsito con la sua strumentazione; per un miglioramentodella Comunicazione s'è inaugurata una WEB TV perla ripresa televisiva di dieci manifestazioni scelte fra lepiù importanti nelle varie categorie e si sono concor-date due pagine sul mensile “Correre”; parecchie altreattrezzature sono state sostituite e ammodernate.Al termine del mandato (2016), la Vanni assicura chenon intende ricandidarsi perché considererà portatafelicemente a termine questa esperienza che lei stessadefinisce di tipo intellettuale e che tanto meno si can-diderebbe per una successione a Giomi. Che intendadedicarsi al mondo della moda?...

Ennio Buongiovanni

Maria Grazia Vanni,il von Karajan lombardo

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Dall’anello rosso al…”Laghetto Az-zurro”. Più di una ventina di specia-listi, atleti, dirigenti o tecnici, delnostro mezzofondo, come diventatatradizione, si sono ritrovati ai primidi novembre attorno alla tavola ric-camente imbandita del ristoranteLaghetto Azzurro di Peschiera Bor-romeo. Abbracci, pacche sullespalle, “lui chi è?” detto sottovoce alvicino di posto per poi esplodere inun “ma no!” e scoppiare a ridere in-sieme: “ti ricordi? Quella nazionale,quel raduno, quella finale dei CdSdel 1900 e tantianni fa, e le gym-nasiadi? Quantoeravamo gio-vani…” Il climasi scalda, il vinocala nei bicchieri,i volti prendonocolore, la linguasi scioglie e…giùgli aneddoti! Ilpiù simpatico?Adolfo Rotta,anima della ProSesto, raccontadell’azzurro Ser-gio Ottolina (ve-locista e dunque“giustamente” non invitato…) che aFormia una notte scardinò il can-cello del cimitero, lo impacchettò elo trasportò alla stazione per farlospedire a casa dove avrebbe fatto lasua bella figura.E poi i ricordi del presidente dellagloriosa Pro Patria Milano, BeppeMastropasqua (circondato dai suoiex alfieri presenti), rinforzati dal-l’arte narrativa del suo “figlioccio”Giorgio Rondelli, sul carisma dellosplendido fondista Steve Prefon-taine che, troppo giovane, morì lanotte del 30 maggio 1975 con la suaMgm d’oro; e poi come non ricor-dare le cene al Cestino di Milano, ilristorante nel cuore di Brera a pochi

passi dall’Arena o le gioie e le dispe-razioni che i suoi ragazzi gli hannoregalato nei tanti anni di attività?Sguardo attento per l’olimpionicoAlberto Cova e per il grande talentodelle siepi Gaetano Erba, sedutisull’angolo del tavolo: sembrano nonperdersi una parola di chi per anni,sotto la pioggia o la neve o nel caldotorrido li ha seguiti, cronometro allamano, talvolta in bici, talvolta scar-dinando le sospensioni dell’auto su egiù per i vialetti dell’Ippodromo. Un quadretto che fa riflettere ora

che, sempre dipiù, il nostromondo va difretta tra mano-vre politiche, ri-cerca di fondi edi sponsor, pole-miche sui con-trolli di certegare su strada che mal sopportano iregolamenti Fidal, variazioni di sta-tuto, l’innovativa Runcard che finan-zierà l’attività sportiva scolastica epoi quote per affiliazioni e tessera-menti, ecc. ecc. In mezzo a tuttoquesto “correre”, purtroppo, ci ca-pita di dimenticarci dell’anniversariodi qualche vittoria olimpica o di ce-

lebrare il ricordo di qualche nostragloria azzurra mancata nel silenzio.Ma, grazie anche a facebook e what-sapp che facilitano la comunicazionecon i vecchi amici, atleti, dirigenti etecnici sono pronti a fare di nuovosquadra e a festeggiare in nomedella propria maglia, del proprio piùo meno glorioso passato atletico, diun’amicizia sempreverde di chi hasudato insieme per raggiungere (maanche no…) un risultato. Ed eccol’esplosione di feste con gli ever-green della Riccardi, i pranzi del

Coach Carlo Ve-nini con la suaPro Sesto sullesplendide collineastigiane, gli anni-versari della ProPatria, le cenettee le foto di Quellidella Snia e chissàquanti altri ritroviatletico-gastrono-mici sul territorionazionale. Sequalcuno dice chel’atletica del“pane e salame”

non esiste più si faccia avanti, è invi-tato e non si stupisca: qualche chi-letto, qualche capello bianco lopotrà notare ma nello spirito chi, aqualunque livello, è stato capace diassaporare le emozioni tra pista, pe-dane, strade e fango resta incredi-bilmente…giovane!

Giuliana Cassani

Ricordi la vecchia atletica?

I presenti alla serata: il presidente GiuseppeMastropasqua, i tecnici Giorgio Rondelli e AdolfoRotta, gli atleti Alberto Cova, Giancarlo Arisi, MarioZoppi, Roberto Toschi, Franco Musiari, RaimondoPetrone, Claudio Alberghini, Salvatore Leggeri, Ro-berto Bertini, Enzo Venneri, Ruggero Bianchini,Fulvio Boy, Gabriele Bettati, Alessandra Corti, Ser-gio Spagnulo, Leo Bignamini, Marco Fiorina, Gae-tano Erba, Gabriella Buizza, Massimo Berghi.