PROMETEOInforma N20 - Dicembre 2011

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PROMETEO DICEMBRE 2011 Anno 10 – N° 20 – Dicembre 2011 - Periodico d’Informazione e di Cultura Registrazione del Tribunale di Milano n° 591 del 21 Ottobre 2002 Sede: Via Venezian, 1 - 20133 Milano - Tel. 02 2390.2878 Fax 02 2390.3257 - e-mail: [email protected] - www.onlusprometeo.org INFORMA

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Magazine Onlus PROMETEO

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INFORMA

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EDITORIALEpag. 03 Una Medicina per la crescita.

GIORNO PER GIORNOpag. 04 Il piacere di essere riconosciuti

e il senso di responsabilità.

pag. 06 Premio “Sodalitas Social Innovation”.

pag. 08 La vita è un viaggio e chi viaggia vive due volte.

pag. 09 Anche PROMETEO partecipa ai giorni del volontariato.

pag. 10 L’importanza di chiamarsi PROMETEO.

pag. 12 Adotta un progetto.

CONOSCENZApag. 14 Il paziente oncologico extracomunitario.

pag. 16 Anche PROMETEO protagonista della notte dei trapianti record.

LA VOCE DI TUTTIpag. 18 L’avvocato delle cause vinte.

pag. 20 Il Burraco del cuore.

CURIOSANDOpag. 22 L’acquerello che mi scorre nelle vene.

pag. 24 Ri-Pensare l’abitare.

POST-IT PROMETEOpag. 24 Appuntamenti e cose da non dimenticare.

Consiglio direttivoPresidente Laura Gangeri

Vice Presidente Marco ArnoneSegretario Generale Guido Arrigoni

Consigliere Carlo BattistonConsigliere Giuse Dellavesa

Consigliere Giancarlo EspostiConsigliere Francesca Riontino

Consigliere Patrizia Sassoon  

Comitato scientifico 

PresidenteDott. Vincenzo Mazzaferro

Direttore S. C. Chirurgia Generale 1 (Apparato Digerente e Trapianto di Fegato)

Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano

MembriProf. Massimo Colombo

Dipartimento Gastroenterologia ed EndocrinologiaUniversità degli Studi di Milano IRCSS

Ospedale Maggiore di MilanoDott. Pietro Majno

Dipartimento di Chirurgia Ospedale Universitario di Ginevra

Dott. Marco PierottiDirettore Scientifico

Fondazione Istituto Nazionale dei Tumori di Milano Dott. Enrico Regalia

Dirigente Medico S. C. Chirurgia Generale 1 (Apparato Digerente e Trapianto di Fegato)

Fondazione Istituto Nazionale dei TumoriProf. Alessandro Tagger

Istituto di Virologia Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Milano

 Redazione PrometeoInforma

Direttore - Vincenzo MazzaferroVice Direttore - Laura Gangeri

 Comitato di redazione

Laura Gangeri - Paola E. Rossi - Chiara Castellini

Coordinamento redazionale Identico Comunicazione

Progetto graficoStefano Piccardo

 Segreteria

Chiara Castellini 

Redazione Via Venezian 1 - 20133 Milano

Tel. 02.2390.28.78 - Fax 02.2390.32.57e-mail [email protected]

www.onlusprometeo.org

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Sempre più forte si afferma in questo tempo di crisi la domanda di crescita: la r i c h i e s t a d i v ede r e soddisfatto un andamento stabilmente positivo della produzione e del reddito delle famiglie. Al forte richiamo al rigore e all’equità nella distribuzione di diritti e doveri tra generazioni, è doveroso però associare la richiesta di un investimento sulla crescita, senza la quale ogni sacrificio pubblico o privato non avrebbe senso.Per chi si occupa di salute, di ospedali, di ricerca medica, la questione della crescita crea ancora più imbarazzi. Come fare infatti a conciliare l’esponenziale aumento dei costi della sanità e della ricerca, l’aumento della vita media, la competitività al rialzo delle alternative di cura con un orizzonte di ristrettezze, risparmio e rigore dei conti?Economisti di valore e tecnici della gestione del capitale ipotizzano da molto tempo un cambiamento di passo che trasformi la medicina, soprattutto quella fatta da buoni medici, in un “asset” delle società evolute, in un bene da porre sul mercato globale. Accanto a molte voci autorevoli, molte e davvero improprie sono però le semplificazioni di chi dimentica che un Ospedale è molto difficilmente riducibile ad una “azienda” e che il bene della salute, sebbene universalmente riconosciuto come il più prezioso, è di fatto largamente misconosciuto e immensamente sottovalutato.In attesa di una difficile, molto difficile, mediazione con le scienze economiche è però necessario e urgente che la classe medica si attivi per trovare al suo interno

risposte adeguate, cambiando passo prima che sia tardi, autosomministrandosi –memore di tanti illustri suoi membri– la medicina per la sua stessa salvezza.Certamente una risposta possibile è quella di una medicina più inclusiva e disposta a rispondere prontamente alla globalità dei bisogni dei pazienti per mezzo di gruppi organizzati di medici dove le tradizionali divisioni tra specialità diverse sfumano in competenze comuni orientate ad un obiettivo di salute ottenibile a costi inferiori e in tempi più brevi.

Si provi a pensare a che succederebbe in un Centro avanzato - proprio dove il cambiamento deve iniziare: altrimenti che Centro avanzato sarebbe? - se ad esempio per una malattia cardiaca o oncologica o degenerativa non ci fossero più reparti divisi per competenze (come oggi) ma solo poche aree omogenee di professionisti coordinati tutti alla soluzione delle principali problematiche che il paziente porta con sè, riferibili ad un organo interno o a un apparato o a una alterazione molecolare. Come si svolgerebbe ad esempio in uno di questi reparti unificati un ricovero per un tumore – la tipica malattia dove tanti e spesso

contraddittori sono oggi i passaggi da uno Specialista all’altro – senza più passaggi e peregrinazioni, dove interventi chirurgici, trattamenti con farmaci, gestione delle complicanze, competenze tecniche, assistenziali, di supporto psicologico e sociale potessero tutte essere riunificate? Non sarebbe facile per molti medici ma l’obiettivo raggiunto di una cura davvero completa sarebbe molto più apprezzato dai pazienti.Per poter crescere non sembra quindi solo una provocazione ipotizzare la fine delle divisioni (e dei privilegi) di medici e ricercatori insieme, disegnando Centri di eccellenza che sappiano abbracciare l’interezza del processo di cura, in forma di “units” omnicomprensive mono e multi-disciplinari al contempo. È noto che il buon risultato di un intervento chirurgico o in ogni altra procedura medica complessa non è mai merito di un solo pur bravo medico, ma di uno sforzo di gruppo.

Allo stesso modo l’intera presa in carico del bisogno dei pazienti deve trovare strade di semplificazione e di

condivisione delle responsabilità mediche, quindi di risparmio, di efficacia

e di maggiore umanizzazione.

In una parola: di crescita.

Alla fine di un altro anno di lavoro e di condivisione di gioie e di difficoltà, di speranze e di fiducia nel miglioramento tangibile dei nostri risultati, desidero fare a tutte le persone vicine alla Associazione PROMETEO e a tutte le loro famiglie e amici i più sentiti auguri di Buone Feste. A nome di tutti i medici, infermieri e personale del Reparto di Chirurgia dell’Apparato Digerente e Trapianto di Fegato desidero esprimere un sentito grazie a tutti. Nulla del nostro operato sarebbe lo stesso senza il formidabile e continuo supporto di Prometeo.Buon Natale e Felice anno nuovo!

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Una Medicina per la crescita.Editoriale Vincenzo Mazzaferro

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"La società non è una semplice somma di individui; al contrario, il sistema formato dalla loro associazione rappresenta una realtà specifica dotata di caratteri propri. Indubbiamente nulla di collettivo può prodursi se non sono date le coscienze particolari: ma questa condizione necessaria non è sufficiente. Occorre pure che queste coscienze siano associate e

combinate in una certa maniera; da questa combinazione risulta la vita sociale, e di conseguenza è questa che la spiega. Aggregandosi, penetrandosi, fondendosi, le anime individuali danno vita ad un essere (psichico, se vogliamo) che però costituisce un’individualità psichica di nuovo genere". (Emile Durkheim- Le regole del metodo sociologico 1895)

Questo è per PROMETEO un momento molto importante.Ci rende orgogl ios i e f ier i i l riconoscimento del lavoro svolto, soprattutto quando questo riconoscimento arriva dal mondo esterno a noi.

È il mondo più lontano affettivamente, che non necessariamente condivide i nostri valori e i nostri sentimenti, ma che comunque osserva con sguardo critico e costruttivo le realtà che hanno il compito di produrre azioni di solidarietà in modo organizzato e continuativo.

È lo sguardo critico costruttivo che non fa sconti sulle imprecisioni e non

Il comune di Milano consegna a PROMETEO l’Attestato di Civica Benemerenza dell’AMBROGINO D’ORO.Il piacere di essere riconosciuti e il senso di responsabilità.Laura Gangeri - Presidente Associazione PROMETEO

GIORNO PER GIORNO

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ammette pause, ma chiede piuttosto di vedere sempre ciò che ha riconosciuto un tempo.

Essere visti, apprezzati e riconosciuti dall’esterno significa quindi, per tutti noi, aumentare il senso di responsabilità su ciò che si fa o si decide di non fare.Mi piacerebbe che questo momento ricco di riconoscimenti importanti per PROMETEO fosse per tutti noi, soci, amici, volontari e organizzatori, un appello alla personale motivazione a esserci. Esserci perché ci siamo presi un impegno.

L’impegno verso il mondo fragile emotivamente, economicamente e socialmente, richiede il doppio della serietà e della responsabilità.Questo vuol dire che se l’Associazione PROMETEO viene riconosciuta per la sua attività di aiuto a una parte di questo mondo fragile che è quella dei malati, l’impegno non può essere occasionale. La credibilità di PROMETEO verso il Comune di Milano, la Provincia, il mondo delle aziende rappresentato da Sodalitas e verso tutti coloro che la sostengono, d i v e n t a s e m p r e p i ù f o r t e proporzionalmente all’impegno che l’Associazione è in grado di mantenere e sviluppare nel tempo.

Questo è un importante invito a essere sempre presenti con responsabilità alla vita dell’Associazione, ai progetti e ai

servizi che rendono PROMETEO una realtà credibile sul territorio milanese e non solo.

Sempre di più le associazioni di volontariato, come PROMETEO, sono invitate dal mondo politico, economico e sociale, a promuovere la coesione sociale, intendendo con questo termine (cohaesus = essere strettamente unito) quell'insieme di comportamenti e legami di affinità e solidarietà tra individui, volti ad attenuare, in senso costruttivo, disparità sociali, economiche, culturali ed etniche ed oggi particolarmente presenti nella società nella quale viviamo.Le organizzazioni di volontariato che hanno acquisito, nel tempo, l’abilità di avvicinare a sé un esercito di volontari e collaboratori che quotidianamente realizzano una missione di grande valore, rappresentano quindi sull’obiettivo della coesione sociale una ricchezza per la comunità.Anche PROMETEO vuole essere un esempio di coesione sociale partendo dalla forza dei legami tra i suoi componenti. Uno dei principali indicatori di coesione sociale è, infatti, il senso di appartenenza verso il proprio gruppo di riferimento, considerando il desiderio di restare nel gruppo, il grado di identificazione e la partecipazione.La coesione sociale sembra quindi la premessa ma anche il risultato di legami positivi, efficaci e significativi che

coinvolgono tutti gli abitanti e si traducono in forme diverse, informali e formalizzate, di mutua appartenenza e solidarietà, di cura e corresponsabilità.Il Comune di Milano, ogni anno, nel ruolo di interprete dei desideri e dei sentimenti della cittadinanza, riconosce e premia tutti coloro che, con opere concrete nel campo delle scienze, delle lettere, delle arti, dell’industria, del lavoro, della scuola, dello sport, con iniziative di carattere sociale, assistenziale e f i l an t r op i c o , con pa r t i c o l a r e collaborazione alle attività della pubblica amministrazione, con atti di coraggio e di abnegazione civica, abbiano in qualsiasi modo giovato a Milano, sia rendendone più alto il prestigio attraverso la loro personale virtù, sia servendone con disinteressata dedizione le singole istituzioni.Le benemerenze sono conferite con provvedimento del Sindaco su parere conforme dell’Ufficio di Presidenza.

Quest’anno il Comune di Milano ha riconosciuto l’Associazione PROMETEO meritevole di attestato di civica benemerenza nella giornata di consegna degli Ambrogini d’Oro.

Grazie di cuore.

Nella giornata di massimo riconoscimento cittadino milanese, anche PROMETEO Onlus si è aggiunta all’onorata lista di “premiati”. Quest’anno, infatti, la giunta Pisapia ha deciso di annoverare tra i 28 attestati di Civica Benemerenza anche l’Associazione PROMETEO che da oltre 10 anni è impegnata nel sostegno dei malati e dei loro familiari prima e dopo il trapianto di fegato, con l’obiettivo di migliorarne la qualità della vita anche attraverso l’aiuto di psicologi e volontari. Nella motivazione del riconoscimento si legge “...Come nel mito greco Prometeo viene graziato dagli dèi diventando simbolo di speranza, così

migliaia di persone rinascono ogni anno con l’aiuto di psicologi e volontari, trovando risposte adeguate al loro disagio e alla loro sofferenza. L’Associazione sensibilizza cittadini e istituzioni nella cura dei tumori, sostiene la ricerca scientifica, diffonde la cultura della donazione degli organi, l’organizzazione dei trapianti, lo sviluppo delle nuove tecniche chirurgiche e mediche”.A ritirare l’attestato di civica benemerenza Laura Gangeri, Presidente dell’Associazione, Vincenzo Mazzaferro, Direttore del Reparto di Chirurgia Addominale e Trapianto di Fegato della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Tumori e Guido Arrigoni,

Segretario Generale di PROMETEO.Laura Gangeri si è espressa così: “Questo è per PROMETEO un momento molto importante. Il riconoscimento cittadino ci rende particolarmente orgogliosi e fieri del lavoro che abbiamo svolto, soprattutto perché si tratta di un riconoscimento che arriva dal mondo esterno al nostro. Essere visti, apprezzati e riconosciuti dall’esterno significa, per tutti noi, aumentare il senso di responsabilità su ciò che si fa o si decide di non fare”. PROMETEO nei suoi anni di attività ha seguito oltre 5.000 malati e familiari.

AMBROGINO D’ORO: all’Associazione PROMETEO il massimo riconoscimento della città di Milano.

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Premio “Sodalitas Social Innovation”.Guido Arrigoni - Segretario generale Associazione PROMETEO

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Conferito all’Associazione PROMETEO per il progetto “A casa lontani da casa” valutato come l’iniziativa più meri tevole del la categoria di appartenenza.

Da tempo PROMETEO sta portando avanti un progetto molto innovativo. Non è solo, ha compagni di strada molto forti nella realtà del Volontariato milanese.LILT, Lega Tumori sezione di Milano, AVO Associazione Volontari Ospedalieri di Milano, CasAmica, Associazione Marta Nurizzo. Il progetto si occupa di accoglienza della migrazione sanitaria. In estrema sintesi studia la domanda di alloggio temporaneo di malati o parenti e l’offerta di case di accoglienza sul territorio. La migrazione sanitaria è un fenomeno impressionante. Un numero enorme di persone (oltre 100.000) ogni anno convergono su Milano da regioni diverse dalla Lombardia per farsi curare.Tramite gli esperti delle associazioni coinvolte si sono costruiti modelli di accoglienza da verificare con questionari da distribuire negli ospedali e da portare nelle case. A questo punto il progetto cercherà di attivare alcuni strumenti perché la domanda più povera di accoglienza sanitaria riesca, da lontano, a raggiungere la disponibilità di posti letto nelle strutture risultate valide nel rispetto dei modelli prima verificati. Il progetto si intitola “A casa lontani da casa”.

Il progetto è stato presentato a Fondazione Sodalitas, importante fondazione sociale nel panorama milanese che cerca di fare da ponte tra mondo no profit e mondo profit. Per realizzare lo scopo, ha annoverato tra i soci sia volontari che il “Gotha” delle aziende italiane. È una vetrina tra le più importanti sul territorio nazionale: all’inizio dell’anno Sodalitas ha indetto un concorso, Sodalitas Social Innovation, con l’obiettivo di aiutare il modo del volontariato a presentare progetti innovativi al mondo delle aziende. Sono stati presentati circa 250 progetti da organizzazioni di tutta Italia.

Siamo orgogliosi di poter dire che il progetto di PROMETEO e dei suoi partner LILT, AVO, CasAmica e Associazione

Marta Nurizzo è stato premiato, da una giuria di aziende, per la sua originalità e il suo importante impatto sociale. Sul palco, la nostra presidente Laura Gangeri ha potuto sottol ineare l'importanza di un progetto che coinvolge partner di tale livello e ha potuto chiamare a condividere la gioia e la ribalta i presidenti delle associazioni nostre alleate. A mia volta, ho chiamato le aziende di Sodalitas a un impegno tecnologico sulle piattaforme di comunicazione che permetteranno a tutti gli italiani lontani di accedere alla conoscenza delle case di accoglienza sul territorio della nostra città.In una intervista per Rai 3 Laura ha sottolineato, inoltre, l’impostazione valida dei piani economici del progetto che potranno permettere l'autosostentamento a regime.

Questo risultato entra in una importante strategia a lungo termine della nostra associazione. È fondamentale aumentare la visibilità di PROMETEO con programmi che permettano l'ampliamento della nostra presenza sul territorio e che possano poi ammettere ricadute su tutti i fronti delle nostre attività, che talvolta sono di nicchia.In effetti questo risultato è il frutto di anni di un percorso intenso ma affascinante ed entusiasmante, che ho avuto la possibilità di svolgere affiancando Laura. Abbiamo bussato a decine di porte. Molte non si sono aperte, altre si sono subito richiuse. Ma in tante occasioni abbiamo avuto ascolto. Talvolta abbiamo trovato grandi amici di PROMETEO, come Sergio Urbani o Anna Meschiari. Amici che spesso, quando andiamo da loro con alcune domande in testa, piuttosto che freddi suggerimenti ci restituiscono consigli di cuore. In Istituto abbiamo trovato l'attenzione del Direttore Generale Gerolamo Corno sulle ipotesi del progetto di accoglienza di via Venezian 8, in cui PROMETEO ha messo a disposizione le sue competenze sul dare alloggio ai malati. Tra di noi, tra i soci, ci sono stati preziosi e sempre attenti contributi da Maria Grazia Mazzocchi.

Questo percorso pluriennale ha fruttato varie iniziative come il Protocollo d'Intesa con ALER e l'aumento delle nostre case (anche qui con un alleato fondamentale nel Geom. Ambrosi), il progetto di via

Rombon, di via Venezian, il progetto “Adotta una casa”, quello di “Cento notti in casa PROMETEO” che per altro, a dispetto del nome, stanno diventando molte di più. Ci ha procurato collegamenti costruttivi con enti di peso nel panorama milanese come Fondazione CARIPLO e Fondazione Oltre. Siamo in un fiume che rende PROMETEO un interlocutore valido sul problema della accoglienza ai malati e loro parenti provenienti da fuori città. Ci siamo procurati contatti col Politecnico, l’Università Bocconi, la Domus Academy che danno anche una dimensione competenziale interessante per la nostra associazione.

Però, per proseguire sull'ala dei successi, occorre che i soci si mettano a sognare con la loro associazione. Abbiamo bisogno di lavoro e di contributi. Per il lavoro, chi volesse spendersi in PROMETEO si faccia avanti. Laura ed io troveremo la formula adatta. Servono tanti contributi, anche piccoli, se vogliamo far delle azioni positive sostanziose e non velleitarie.Il premio ci mette davanti agli occhi di tutti e in importante compagnia. Dobbiamo sfruttare questo momento. Ma questo sarà solo possibile se gli amici sosterranno fattivamente con donazioni, o mettendoci in contatto con donatori privati. Altrimenti tutto resterà una fatica di pochi e sarà purtroppo una fatica sprecata, un sogno che si appassirà, invece di render più grande la nostra PROMETEO.

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La vita è un viaggio e chi viaggia vive due volte.Intervista a Luciana Murru collaboratore professionale della struttura semplice di Psicologia dell’IRCCS Milano.

La redazione

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Ci può raccontare un po’ il senso del progetto che avete in corso? Rispondere a questa domanda significa allargare il discorso e part i re dal la seguente questione: “che cosa significa da un punto di vista esistenziale fare i conti con la malattia oncologica e che cosa possono fare gli operatori sanitari non solo per aiutare i pazienti a superare questo momento ma per stimolare una crescita della coscienza?”. La diagnosi di tumore è per la maggioranza delle persone coinvolte un trauma. D’altra parte non può che essere cosi; il tema della finitudine, l’imprevedibilità degl i event i , i l senso d’incertezza, la perdita del controllo, la paura delle conseguenze, i percorsi terapeutici lunghi e difficili, gli effetti collaterali delle terapie, le implicazioni sulle relazioni familiari ed extrafamliari fanno in modo che questa esperienza sia accompagnata da stress molto profondi che si man i fes tano a l i ve l l o psicologico, sociale, finanziario e anche spirituale. I dati di letteratura ci suggeriscono che, anche alla fine delle terapie, molte persone rimangono in una condizione psicologica ch i ama ta s t r e s s -pos t -traumatico. La questione che si pone per gli operatori sanitari e in particolare che chi si occupa di psicologia è: “in che modo i malati possono essere aiutati non solo ad essere resilienti ma addirittura ad entrare in quella fase che la letteratura chiama crescita post traumatica?”. La cosiddetta psicologia positiva e/o del benessere ci dice che la crescita post traumatica si manifesta attraverso cambiamenti nelle relazioni, nella percezione di

sé e nella filosofia di vita. Ecco, tutto l’intervento psicologico su cui sta lavorando il reparto di Psicologia Clinica dell’Istituto sta attuando dei programmi che vanno in questa direzione e i viaggi rappresentano una parte di questo grande progetto. Il viaggio non è viaggio in senso turistico (o meglio non è solo questo) ma è un viaggio in senso t e r apeu t i co ed esistenziale.

Da quanto tempo lei è coinvolta su questa iniziativa?La prima esperienza l’abbiamo fatto cinque anni fa. Insieme a Roberto Mazza dell’U. R. P., abbiamo portato i malati nel golfo di La Spezia per un giro in barca a vela. C’erano mariti, mogli, due bambine, figlie di una paziente. Ogni paziente ha scritto di quella giornata in modo molto creativo: piccoli racconti, lettere. Poesie, disegni. Un partecipante ha composto anche un brano musicale. Quando le persone sono libere di esprimere le loro emozioni in modo diretto vengono fuori delle cose sorprendenti. Per tre anni non abbiamo fatto nulla. Poi ci sono stati due viaggi in Sardegna.

Quali gli obiettivi dell’iniziativa?Viaggiare significa soddisfare la propria curiosità, divertirsi, socializzare, conoscere, ascoltare, muoversi, aprirsi al mondo. In poche parole vivere. Continuare a vivere in modo divertente e stimolante anche in presenza di una malattia. Anche quando c’è una ripresa di malattia. Fino a prova contraria siamo morti soltanto quando c’è il rigor mortis. Prima di quel momento la vita è vibrazione e movimento. Eros nel senso più ampio del termine. Due anni fa siamo andate in Sardegna in

coincidenza di una delle feste più spettacolari di tutto il bacino del mediterraneo. È una festa di ringraziamento (ed era proprio questo il tema del viaggio) che ruota attorno alla figura di un martire cristiano ma che si perde nei riti pagani. Da tutte le parti della Sardegna arrivano migliaia di persone che sfilano con i costumi tradizionali, a piedi, a cavallo, sui carri. Durante i vari percorsi del corteo abbiamo incontrato due magnifici buoi che si chiamavano: uno “finché vivo” (in sardo finzas a candu bivu) e l’altro “io ti onoro” (deu te onoru). Dopo quel viaggio una paziente ha scritto: “i nomi di questi buoi che abbiamo incontrato mi hanno colpito molto. È stato come se ci dicessero di onorare la vita. Tutti i momenti che la vita può offrire, fino alla fine”. Sento che c’é qualche cosa di profondamente vero nelle parole di questa paziente. Nella vita ciascuno di noi incontra il dolore e sicuramente lo incontrano i nostri malati. Tuttavia la sofferenza può essere feconda se permette una cognizione delle possibilità. Esplorare le possibilità nonostante la malattia, questo è sicuramente uno degli obiettivi che ci poniamo come psicologi. Il viaggio come momento di esplorazione dentro e fuori di se. Per tale ragione i nostri viaggi coniugano la conoscenza dei luoghi con un lavoro interiore e psicologico.

Quali sono le sue eventuali difficoltà?Organizzare esperienze di questo tipo significa fare i conti con di f f ico l tà d i t ipo organizzativo, economico, gestionale, relazionale. Tuttavia le esperienze fatte sono

talmente belle e piene di energia vitale che la fatica dopo un po’ scompare e rimane soltanto la ricchezza della condivisione umana. Durante il primo viaggio in Sardegna (Santa Margherita di Pula) abbiamo fatto un giro in canoa. Il nostro obiettivo era vedere il gabbiano corso (che è in via di es t inz ione ) che s tava nidificando. C’erano pazienti anziani, alcuni in ripresa di malattia. Quasi nessuno era mai salito su una canoa e tuttavia quasi t u t t e / i h anno v o l u t o sperimentarsi. È s ta ta un’esper ienza bellissima. In silenzio, con le guide del parco abbiamo spinto le nostre canoe fino ad incontrare un piccolissimo uccellino che aveva pochi giorni di vita e che c i n g u e t t a v a a l s o l e . Nell’immaginario collettivo la malattia oncologica è associata alla morte ma noi eravamo lì a celebrare la vita. La stavamo celebrando nel senso più sacro del temine: con rispetto, silenzio, coraggio, divertimento e meraviglia.

Ci può fornire dei dati sul progetto?Fino ad oggi abbiamo organizzato tre viaggi. Uno in Liguria e due n Sardegna. Quest’anno abbiamo proposto l’iniziativa chiamata “9+1”. Sono nove viaggi in vari luoghi di Milano e uno lo faremmo ancora n Sardegna sulle tracce di un personaggio molto interessante della storia sarda. Fino a questo momento sono stati coinvolti circa 40 pazienti e un gruppo di volontarie della Lega Tumori.

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A conclusione del 2011, anno europeo delle attività volontarie che promuovono la cittadinanza attiva, AIM (Associazione interessi metropolitani) e Ciessevi (Centro Servizi per il Volontariato) hanno invitato le associazioni milanesi a incontrare la città di Milano al Palazzo delle Stelline in Corso Magenta.Sono stati allestiti stand informativi, organizzati dibattiti, incontri, proiezioni di filmati e piccoli concerti. Un’occasione facile e diretta per conoscere chi lavora a Milano, in oltre 200 associazioni, con l’obiettivo di far crescere i valori della solidarietà, della non violenza, del rispetto dell’altro e della cittadinanza responsabile.Ciò che ci ha colpiti passeggiando per i corridoi fra uno stand e l’altro è stato il clima di appartenenza. L’”appartenenza”, in primo luogo, di tutti gli operatori presenti che con passione, slancio e interesse profondi, hanno cercato di comunicare e trasmettere il proprio impegno e allo stesso tempo comprendere quello dell’altro.La “buona causa comune” è stato il vero protagonista della manifestazione a prescindere da quale fosse l’associazione presso la quale si presta servizio di volontariato.La cittadinanza milanese è stata avvolta,

accolta, assorbita da questa disponibilità, dalla voglia tangibile di “poter fare qualcosa” e le giornate si sono tradotte in contatti, scambi, canali che si sono aperti e rafforzati.PROMETEO, in seguito ai giorni del volontariato, ha già ricevuto qualche chiamata di nuovi aspiranti volontari e ci auguriamo sia cosÏ anche per ogni altra associazione che ha partecipato all’evento per promuovere l’importanza del proprio lavoro.Abbiamo conosciuto molte associazioni e scoperto la possibilità di far rete per offrire un servizio sempre più mirato a chi ne ha bisogno. Spesso i problemi si sommano e lo spirito del volontariato è quello di condivisone, raccolta del bisogno e tentativo di risolverlo nel miglior modo possibile.Perché tutto ciò accada è essenziale conoscere, condividere e appartenere con entusiasmo, sensibilità e organizzazione.

La testimonianza“La manifestazione I giorni del volontariato è stata un’occasione per realizzare il senso di ciò che ogni giorno ci impegniamo a fare per la nostra Associazione PROMETEO e per comprendere che esistono molte altre realtà di volontariato, anche diverse,

ma accomunate dallo stesso scopo: la conoscenza, la comprensione e la condivisione con l’altro.“L’uomo è un animale sociale; le persone non sono fatte per vivere da sole” sosteneva il filosofo Seneca; durante l’incontro con in vari stand italiani del volontariato si poteva percepire la verità di questa considerazione. Conoscere l’altro porta a comprendere anche se stessi, a essere meno egoisti, a capire che, nonostante le differenze, ogni persona è simile all’altra nel percorso della vita: si vivono le medesime situazioni, gli stessi problemi, gioie e dolori. Tutti abbiamo bisogno delle stesse cose, magari in modo diverso.È proprio la diversità degli enti associativi presenti all’incontro che rende vivo e unico il nostro impegno di volontari, un impegno che è svolto singolarmente e diversamente ma che ha lo stesso scopo.Antoine de Saint-Exupèry sosteneva che “Amare non significa guardarsi negli occhi, ma guardare insieme verso una stessa meta”. È l’amore che ci spinge a lavorare insieme, un amore che doniamo ma che ogni giorno riceviamo di ritorno in misura superiore”.

Anche PROMETEO partecipa ai giorni del volontariato.Una splendida esperienza di crescita e condivisione.Francesca Bonvissuto - Responsabile settore volontariato Associazione PROMETEO

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L’importanza di chiamarsi PROMETEO.Marcello e Noriko, ospiti in Casa PROMETEO da un mese, raccontano la loro storia.

La redazione

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Marcello e Noriko Pucci, marito e moglie, vivono in via A m a d e o 2 7 , i n u n appartamento messo a disposizione da PROMETEO che sta consentendo loro di attraversare la convalescenza di Marcel lo , paz iente dell’Istituto dei Tumori, a due passi dalla struttura. Lui di Urbino, lei giapponese, sono una coppia affiatata e molto

unita, capace di strappare sorrisi anche quando parlano della situazione che stanno attraversando e delle difficoltà con cui quotidianamente hanno a che fare.Siamo andati a trovarli in Casa PROMETEO, un appartamento accogliente in cui spiccano numerose sculture.

“Sono le mie opere”, ci dice Marcello, “sono uno scultore. Più che altro realizzo prototipi. Faccio disegni e questo mi distrae dall’idea del dolore che arriverà. Prototipi di ciò che poi realizzerò in altre dimensioni, che al lestiranno o abbelliranno luoghi pubblici. Utilizzo prevalentemente ceramica, bronzo, marmo e legno”.Marcello spiega di essersi formato a tutto tondo, e di non essere cresciuto con la mentalità dell’artista. Piuttosto con quella dello stipendio fisso da portare a casa a fine mese. “Ma sono stato caparbio e la caparbietà mi ha portato a licenziarmi sistematicamente ogni volta che ne ho

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sentito l’esigenza. Una persona deve fare il mestiere che gli piace altrimenti genera stress e una catena di violenza: se tu hai un lavoro che ti appassiona puoi fare a meno del denaro e l’assenza di denaro evita lo scatenarsi della violenza. Io non ho un soldo ma faccio un lavoro che mi piace... Non ho una macchina da 100.000 euro, ma faccio un lavoro che amo”. La moglie di Marcello è giapponese e ha una grande passione per la cucina. È in Italia da dieci anni e ha lavorato come cuoca sia qui che in Giappone. “Mi piace la cucina tradizionale, paesana”, dice aprendosi in un sorriso. “E io mi curo con rimedi naturali che mi faccio arrivare dal Giappone!”, le fa eco lui.Tre volte al giorno Noriko prepara al marito un centrifugato di frutta e verdura, rigorosamente crude, ottimi rimedi naturali, dice, contro il male che ha aggredito Marcello. La cucina, pur piccola, è il luogo in cui Noriko sfoga la sua creatività. Notiamo un mattarello e una tavola di legno per stendere la pasta fatta in casa e Noriko ci spiega che hanno smesso di mangiare pasta di farina

bianca, a vantaggio di altre più salutari, come quella di farro, con cui fa l’impasto per i ravioli. “Ho iniziato mangiare la pasta di farro quando ho scoperto che quella tradizionale non è tanto salutare”, dice Marcello, “poi ho scoperto la linea di prodotti Prometeo e quando sono venuto qui per la prima visita mi sono accorto della coincidenza...”.Marcello ha iniziato a stare poco bene a Marzo 2011: dolori insistenti alla gola che fino a quel momento erano stati curati con gli antibiotici e catalogati come tonsillite. Quando decidono di approfondire da un otorino, scoprono che le cose sono diverse e c’è un tumore alla gola. Il reparto di oncologia di Urbino li mette in contatto con Milano: arrivano e incontrano il dottor Bossi, “in un ufficio sotterraneo e piccolissimo che ci ha molto colpiti”, ma in Istituto non c’è posto per il ricovero. Marcello inizia così cicli intensivi di chemioterapia e radioterapia, in attesa di poter essere operato. Ed è proprio durante uno di questi cicli che, al settimo piano dell’Istituto, nota il nome PROMETEO, lo stesso della sua

amata pasta al farro, e decide di curiosare. Contestualmente iniziano le trafile per l’operazione e Marcello e Noriko hanno bisogno di trovare un alloggio per il periodo di convalescenza. “Ci siamo interessati in questo modo buffo alle vostre attività, ma a dire il vero ci aveva parlato bene di voi anche la moglie di un amico pittore, che conosceva una vostra volontaria”, spiega Noriko. “Il problema dell’alloggio si è rivelato subito un problema importante e così ci siamo rivolti a PROMETEO e insomma, eccoci qua”.Guardandoci intorno, notiamo qualcosa di molto colorato appeso al muro e chiediamo a Marcello di cosa si tratta. “Origami”, dice orgoglioso, “mille origami insieme, mille cigni per la mia guarigione. Mille preghiere che mi ha mandato la sorellina di mia moglie dal Giappone, è da luglio che piega origami! Ognuno è una preghiera e in fondo sono appese alcune monete bucate che portano fortuna. Tutte quelle preghiere basteranno per questa e un’altra vita!”, dice sorridendo. Marcello e Noriko sono così.

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COME NASCE IL PROGETTO:

I BISOGNIL’Associazione PROMETEO nasce all’interno del reparto di Chirurgia Apparato Digerente Trapianto di Fegato della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori.Alcuni dei pazienti in cura in questo repar to devono sospendere l’alimentazione per bocca per un periodo da 20 giorni a 60 giorni assumendo cibo per via artificiale (digiunostomia nutr iz ionale) tra cui quella “enterale”, attraverso una sonda nello stomaco del paziente.

La ASL Città di Milano non garantisce più la gestione a domicilio di questi pazienti non residenti o domiciliati a Milano, costringendoli al ricovero per un lungo periodo di tempo.

La nutrizione artificiale “enterale” consente, invece, di proseguire la terapia iniziata in ospedale a domicilio migliorando così la salute e della qualità di vita del paziente.

OBIETTIVIL’Associazione PROMETEO intende prendersi carico di gestione e costi del progetto Nutrizione Enterale Domiciliare offrendo:• alloggio per il paziente e un

familiare• organizzazione del servizio di

nutrizione entrale• educazione-istruzione del paziente

e della famiglia• garanzia di prodotti e materiali

adeguati• assistenza tecnica 24 ore su 24• supporto medico, ove necessario

IMPEGNO ECONOMICOPer garantire 4 trattamenti (1 mese pari a 3.500,00 euro) con alloggio presso CasaPrometeo (30 gg pari a 1.200,00 euro), il costo totale è di 18.800,00 euro.

COSA CHIEDIAMOFondi per il finanziamento dei trattamenti a copertura di:• noleggio delle apparecchiature• acquisto dei prodotti• notti di alloggio in CasaPrometeo

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UN GESTO CHE CAMBIA LA QUOTIDIANITÀ NEL NOSTRO REPARTOAvete mai pensato a cosa vuol dire passare 24 ore su 24 in una stanza di un ospedale senza avere la possibilità di distrarsi? Vi siete mai trovati in questa situazione? Chi ci è passato sa come, guardare la tv, gesto quotidiano che molti di noi fanno in maniera distratta e “da sottofondo”, possa in realtà diventare un surrogato di compagnia, per trascorrere le ore e pensare ad altro.

Da quando anche la Regione Lombardia è passata al digitale terrestre tutte tv del nostro piano sono diventate obsolete e di difficile gestione. Ecco dunque arrivare una donazione da parte di un privato che ha regalato a PROMETEO i fondi per rinnovare il parco televisivo: 12 tv piccole per le stanze e una grande per la sala pranzo. Oltre ad essere stato un gesto generoso è stato anche un importante segnale per i pazienti, per aiutarli a non sentirsi soli, perché anche loro si sentano sempre e comunque circondati da attenzione e riguardo.

NUTRIZIONE ENTERALE DOMICILIARENel 2009 PROMETEO ha potuto finanziare

2 trattamenti di nutrizione artificiale (Nutrizione Enterale Domiciliare)

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COME NASCE IL PROGETTO:

I BISOGNIL’Associazione PROMETEO ha constatato in taluni casi l’impossibilità o l’estrema difficoltà di alcune famiglie nel sostenere le spese di alloggio.E le richieste di aiuto sono in costante aumento.

Da qui l’esigenza di raccogliere fondi da utilizzare per ospitare pazienti e familiari indigenti a titolo gratuito o agevolato.

OBIETTIVI• Garantire alle famiglie a basso reddito l’accoglienza in CasaPrometeo • Consentire ai familiari la vicinanza ed il sostegno affettivo al paziente per tutto il tempo necessario alle cure

IMPEGNO ECONOMICOIl costo complessivo del progetto è di 10.000,00 euro.

COSA CHIEDIAMOContributi per la costituzione permanente del Fondo di Solidarietà Cento Notti.

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A partire da giugno 2011 è presente sul sito di PROMETEO un link per scaricare gli audiolibri. Per ogni audiolibro comprato tramite questo canale verrà donato a PROMETEO il 30% dell’importo pagato.

Sostieni anche tu PROMETEO scaricando un audiolibro dal sito

www.onlusprometeo.org!

Tra i tanti progetti che continuano nel 2012, quest’anno abbiamo deciso di sostenere fortemente questi due: Cento Notti in CasaPrometeo e Nutrizione Enterale Domiciliare. Si tratta di due progetti che richiedono un impegno finanziario particolarmente oneroso e che vogliamo continuare ad offrire ai nostri pazienti. Aiutateci anche voi!

CENTO NOTTI IN CasaPrometeoDal 2006 l’Associazione copre le spese di permanenza in CasaPrometeo in casi di accertato stato di bisogno

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Il paziente oncologico extracomunitario.Silvia Bettega - Assistente Sociale Fondazione IRCCS Istituto dei Tumori di Milano

CONOSCENZA

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Da quasi 10 anni lavoro come Assistente Sociale presso la Fondazione IRCCS Istituto Tumori di Milano. In questo periodo ho incontrato moltissimi malati e preso in carico circa 1200 persone e in realtà solo una piccola percentuale è rappresentata da pazienti di nazionalità diversa da quella italiana.

Questo perché il binomio paziente straniero e problematiche sociali non è così scontato; sono infatti moltissimi gli stranieri che accedono al nostro Istituto e non hanno altri problemi che quelli strettamente legati alle cure oncologiche, questo perché sono ben inseriti nel tessuto sociale, con una solida rete familiare/amicale e con situazioni socio-economiche più che adeguate.

Gli stranieri extra comunitari che accedono all’Istituto Tumori rientrano in una delle seguenti categorie:

Esistono delle problematiche sociali che possono tagliare orizzontalmente le tre categorie, altre invece sono prettamente legate all’aspetto amministravo di presenza in Italia.

Di particolare rilevanza sociale sono le situazioni in cui ad ammalarsi sono, in prevalenza, donne che arrivano in Italia per svolgere il ruolo di “badante” e che con la scoperta del problema oncologico perdono contemporaneamente il posto di lavoro e il posto in cui vivono.Di particolare rilevanza sono anche gli accessi di cittadini stranieri non in regola con le norme di soggiorno, che rappresentano un problema sommerso che non può essere condiviso con altri colleghi sanitari o sociali rendendo, di fatto, queste persone in totale carico all’Istituto Tumori.

Oltre però alle problematiche sociali, in questi anni mi sono resa conto di quanto il contatto con persone di nazionalità e culture diverse sia sempre stato momento di crescita e di arricchimento professionale e personale. Ed è con profondo orgoglio che lavoro per una struttura che ha, da sempre, la capacità di accogliere e di curare persone così diversificate tra loro, riuscendo sempre a legare le loro vite, con il filo indissolubile della speranza.

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Straniero con permesso di soggiornoSono iscritti al Servizio Sanitario Regionale e accedono alle cure come gli italiani.

Straniero senza permesso di soggiornoNon sono iscritti al Servizio Sanitario Regionale ma sono tutelati attraverso l’assegnazione di un codice denominato STP (Straniero Temporaneamente Presente) che garantisce la gratuità delle cure urgenti ed essenziali.

Straniero in Italia con visto per cure medicheSono persone che arrivano in Italia da un paese estero, per farsi curare; non possono iscriversi al Servizio Sanitario Regionale e sostengono interamente il costo delle cure.

• perdita del lavoro• assenza del diritto alle prestazioni

economiche derivanti dall’invalidità civile

• problema abitativo per quelle persone che lavorano come colf/badanti e che vivono insieme all’assistito.

• mancanza del Medico di Famiglia• impossibilità d’accesso ai servizi sociali

territoriali

• costi delle cure troppo elevati• problema abitativo

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Nella notte record dei 28 trapianti in Italia, un paziente egiziano residente in Italia ha beneficiato della donazione di un nuovo fegato: tra i 600 chirurghi coinvolti, anche l’équipe del Professor Mazzaferro dell’Istituto del Tumori di Milano. El Dog Dog, questo il nome del paziente trapiantato al settimo piano, ci racconta la sua storia.

Ci racconta la sua storia? Com’è arrivato da noi, e cosa è successo dopo?Sono arrivato in Italia nel 1990, per cercare lavoro. Ho iniziato a curarmi all’Istituto dei Tumori nell’agosto del 2011, dopo essere stato in cura per lungo tempo presso l’ospedale di Melegnano per un’epatite C, curata però senza successo. Nell’agosto del 2011 è iniziato il mio percorso con l’équipe del professor Mazzaferro: avevo bisogno di un trapianto di fegato e sono stato messo in lista qui.

È a conoscenza del fatto che la notte del suo trapianto (18 Ottobre 2011, ndr) si è verificato un vero e proprio record? 28 trapianti in una sola notte...Sì, ero a conoscenza di questo evento eccezionale, me l’ha spiegato la dottoressa Bhoori, una gastroenterologa dell’équipe del professor Mazzaeferro. Ho avuto, a livello personale, una grande fortuna, perché ho ricevuto in dono un organo grazie al qualche oggi vivo. E so quanto sia importante diffondere la cultura della donazione degli organi, affinché questi miracoli possano accadere più spesso.

Lei ha potuto beneficiare del Fondo di solidarietà PROMETEO. Ci racconta il percorso che l’ha portata qui? Sono stato seguito dalla dottoressa Silvia Bettega, l’assistente sociale, che mi è stata vicino da subito e insieme al dottor Marco Bosisio, psicologo, al dottor Regalia e al dottor Cotsoglou, tutti inseriti nell’équipe del professor Mazzaferro, mi ha accompagnato passo dopo passo nel mio percorso e mi ha fatto conoscere PROMETEO. Grazie all’Associazione e al progetto “Cento notti in CasaPrometeo” ho potuto usufruire di un alloggio vicino all’ospedale: sono stato accolto in CasaPrometeo insieme a mio fratello, e ci siamo trovati bene, come fossimo a casa nostra.

Lei vive in Italia. La sua famiglia le è stata vicino?Mio fratello ha vissuto in Italia fino a qualche anno fa. Poi, a causa della disoccupazione, è tornato in Egitto. Attualmente vivo in Italia da solo, ma mio fratello mi ha raggiunto e sarà per sei mesi accanto a me, durante tutto il periodo di riabilitazione. La mia famiglia mi è stata vicino, c’è un altro fratello che è arrivato pochi giorni fa dall’Egitto. In Egitto ho anche quattro figli e uno arriveràfra poco a trovarmi. I miei figli

Anche PROMETEO protagonista della notte dei trapianti record.La redazione

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È successo martedì 18 ottobre. Ventotto trapianti in un giorno, un numero mai realizzato in Italia. Ventotto pazienti tornati a vivere con gli organi di nove donatori. Nello specifico: dodici reni, 4 cuori, 4 polmoni, 8 fegati trapiantati in bambini, uomini e donne tra i pochi mesi di vita e gli 84 anni. Sono state al lavoro giorno e notte le sale operatorie di 17 ospedali (tra questi l’Istituto dei Tumori di Milano) quasi 600 i chirurghi, anestesisti, perfusionisti, infermieri e operatori vari delle équipe sanitarie coinvolti.

Si tratta di numeri destinati a rimanere nella storia dei trapianti in Italia, anche perché nella straordinarietà generale dell'evento si sono susseguiti altre singolari coincidenze. Su tutti i possibili donatori, il 18 ottobre non c'è stato quasi miracolosamente neppure un rifiuto da parte delle famiglie coinvolte: sono stati prelevati gli organi a nove persone su nove. C'è da sperare che il 18 ottobre possa rappresentare la ripresa definitiva del trend positivo di donazioni in Lombardia. Bisogna insistere nella sensibilizzazione al tema della donazione degli organi.

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Giornata record: 28 trapianti in un giorno, 28 pazienti tornati a vivere.

stanno tutti studiando, devono finire l’università. In Italia lavoro in un’azienda che produce stampi per il cemento, mail lavoro purtroppo non basta mai e so che non ci sarà la possibilità che mi rinnovino il contratto di lavoro di un anno, che è già scaduto. In più il tipo di lavoro che facevo non è adatto alla mia nuova condizione di salute, perché mi costringerebbe a un contatto continuo con agenti chimici dannosi per chiunque, a maggior ragione per un trapiantato come me. Spero di trovare presto un altro lavoro. La dottoressa Silvia Bettega sta cercando di aiutarmi: è in contatto con il Comune presso il quale risiedo (Albuzzano, Pavia, ndr) e si sta impegnando per darmi una nuova opportunità professionale. Un lavoro che sia più leggero e che possa svolgere senza problemi. Il Comune purtroppo non ha grandi risorse, così attualmente l’unica fonte di reddito è il

sostegno economico mensile che mi viene dato dalla Lilt (Lega Italiana Lotta Tumori, ndr).

Cosa faceva in Egitto?Io sono laureato, al mio Paese facevo l’assistente sociale presso il Governo, al Ministero dello Sport e dei Giovani: il governo in Egitto ha grossi problemi e il mio lavoro non mi dava abbastanza per mantenere tutta la mia famiglia. Ecco allora la ragione del mio arrivo in Italia.

Il fatto di essere straniero le ha creato impedimenti o difficoltà particolari, lungo il suo percorso? Come ha vissuto l’esperienza di convivenza con gli altri ospiti?L’essere straniero non mi ha creato nessuna difficoltà nell’affrontare l’esperienza del trapianto. Nemmeno l’aspetto della lingua mi ha

creato problemi, perché sono anni che vivo qui e non ho alcuna difficoltà di comprensione. In CasaPrometeo ci siamo trovati a nostro agio: non c’è stato alcun problema di convivenza e ho fatto amicizia con i miei coinquilini, coi quali ho vissuto in armonia e nel rispetto reciproco degli spazi.

Come sta adesso, e come è stato il rientro a casa? Come si è organizzato per il futuro? Il rientro è andato bene, anche se sono molto preoccupato per il mio futuro: temo la disoccupazione. Per questo prego tutti coloro che leggeranno questo articolo di aiutarmi, se sarà possibile.

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Curiosando curiosando nella “Milano che conta”, nell'Anno Europeo delle attività di volontariato noi di PROMETEO non potevamo esimerci dal riscontrare pensieri e azioni di persone esterne al nostro Istituto, molto impegnate nel sociale.

Avevamo diverse possibilità, ma siamo stati attratti dalle informazioni riguardanti una giovane “Principessa del Foro” che quando smette la toga dedica molte delle sue energie agli ultimi, ai più bisognosi, a coloro di cui le istituzioni, in Italia e all'estero, non si curano più di tanto.

Chi scrive è entrato in uno studio molto austero, assai noto a Milano, e ha incontrato una persona ben disposta a raccontare fatti e circostanze che rappresentano una parte significativa della sua vita.

Conosco da molti anni Chiara e la sua famiglia ma, avendola un po' persa di vista negli ultimi tempi, sapevo poco delle sue propensioni e delle sue attività prima di rivederla in questa occasione.

Mi ha fatto un certo effetto ritrovarla, dopo averla vista crescere, dietro un'importante scrivania ma sono rimasto colpito, soprattutto, dalle risposte, compendiose ed esaustive, che ha dato alle mie domande, formulate per voi lettori di Prometeo Informa.

Quando è nata e come si è sviluppata in te l'idea di dedicarti al prossimo? Ci racconti le tue prime esperienze? Nell'estate del 2002 ho sentito la necessità di vivere un’esperienza diversa, che mi arricchisse e mi permettesse di conoscere realtà altrimenti sconosciute.Ho scelto, fra tutte le opzioni possibili, il progetto Terre e Libertà di IPSIA per le zone nelle quali operava (ai tempi, i soli martoriati Balcani) e soprattutto perché i suoi obiettivi erano rivolti ai bambini, con una attenzione non volta alle prime esigenze, quali l’alimentazione o il vestiario, bensì a un

aspetto molto più delicato: il loro divertimento e la loro socializzazione attraverso il gioco.Trattandosi di luoghi nei quali la convivenza e le relazioni umane erano sconvolte da un recente conflitto, l’idea di aiutare - per quanto possibile - un processo di riavvicinamento e risocializzazione attraverso il gioco, mi è parsa una proposta molto valida.Dopo essere partita per la prima volta, la grandezza e l’importanza di tale esperienza soprattutto per la mia crescita personale mi hanno motivato a tale punto da non potere fare a meno di partire per tutti gli anni successivi, fino al 2008.

Hai fatto riferimento a IPSIA, Istituto Pace Sviluppo Innovazione ACLI. Ci vuoi presentare questa Organizzazione Non Governativa?IPSIA, Istituto Pace Sviluppo Innovazione ACLI, nata nel 1984, è l'ONG (Organizzazione Non Governativa) delle ACLI ed è attualmente composta da 18 sedi locali in Italia e opera con diversi progetti di cooperazione nei Balcani, in Africa e in America Latina. Dal 2005 IPSIA ha scelto di identificarsi come Associazione di Promozione e di Cooperazione Comunitaria allo Sviluppo per sottolineare l'identità associativa, per porre l'accento sulla promozione di relazioni, di cooperazione e di cambiamento e non sulla semplice realizzazione di progetti e per collocarsi all'interno del panorama della società civile italiana e internazionale.IPSIA ha come mission il promuovere processi di cooperazione comunitaria internazionale per lo sviluppo e si avvale della collaborazione di un rilevante numero di volontari. Il volontariato internazionale è uno dei tre ambiti di intervento di IPSIA, insieme a Educazione alle Relazioni Giuste e Cooperazione allo Sviluppo.

Nell'ambito di IPSIA ti dedichi al progetto Terre e Libertà: ce lo spieghi in sintesi e ci illustri il tuo ruolo?Terre e Libertà, nello specifico, è una proposta di volontariato internazionale che vede impegnati gruppi di 10/12 volontari in campi di animazione giovanile e di lavoro in varie parti del mondo durante il periodo estivo. Io sono all'interno del progetto da nove anni. Nei primi quattro sono partita come volontaria. Successivamente sono diventata

L’avvocato delle cause vinte.Fulvio Campagnano intervista l'avvocato Chiara Cozzi nell'Anno Europeo del Volontariato.

Fulvio Campagnano - Socio e collaboratore Associazione PROMETEO

LA VOCE DI TUTTI

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Responsabile d'équipe, con il ruolo di accompagnatrice e coordinatrice dei volontari che partivano per fare il campo. È in questi ruoli che ho capito sempre meglio il contesto in cui ero chiamata a operare. Ho fatto parte per due anni anche del Comitato di Progetto, che ne è l'organo decisionale. Dal 2009 ho smesso di partire, pur rimanendo nel progetto stesso con altri ruoli. Attualmente, infatti, mi occupo esclusivamente di organizzazione di eventi e di raccolta fondi. Non ho timore di affermare che tale esperienza ha cambiato la mia sensibilità e il mio modo di vedere e interpretare la realtà: un’esperienza che rimarrà in me per sempre.

Ci risulta anche il tuo impegno nelle carceri. A chi ti sei dedicata in particolare e con quali finalità?In realtà, al momento ho interrotto questa attività a causa di impegni professionali che mi assorbono più tempo che in passato. A parte il mio interesse sui problemi delle carceri che c'è sempre stato, quando ho fatto questo tipo di volontariato mi sono dedicata agli adolescenti, nel senso che prestavo la mia attività nel Centro di Prima Accoglienza del Carcere Minorile Beccaria di Milano ove ero stata destinata dalla Associazione Sesta Opera San Fedele di Milano, organizzazione solidale della Compagnia di Gesù. Quando i ragazzi venivano arrestati, dovevo riceverli dedicando loro un paio d'ore perché i giovani rimangono nel Centro per sole quarantotto ore. Ogni volta i ragazzi erano diversi e il mio impegno consisteva nel cercare di attutire il loro trauma conseguente all'arresto. Ma ne traevo anch'io un beneficio professionale come giovane avvocato, perché, nella fattispecie, dovevo cercare di capire il loro disagio sociale e le motivazioni che li avevano indotti a delinquere.

Anche questa esperienza mi ha segnato molto e mi è sinceramente spiaciuto doverla abbandonare.

Ci sono altri ambiti in cui operi o iniziative a cui vorresti partecipare?Come dicevo prima, i miei crescenti impegni professionali non mi lasciano margini di tempo per dedicarmi ad altri progetti, anche se mi piacerebbe molto, per esempio, dedicarmi ai problemi che gli immigrati incontrano sul territorio italiano, con particolare riferimento alla vita sociale delle comunità rom. Mi auguro di potermene occupare in un prossimo futuro e avrei già diverse idee in proposito.

La tua esperienza, ormai consolidata in ambito sociale, ti fa intravvedere eventuali lacune da colmare?Sì, la grande lacuna che mi è parso di intravedere sulla base della mia esperienza è la difficoltà di sensibilizzare le persone, nel senso che si tende sempre e comunque a parlarne tra chi già se ne occupa. Si incontrano molte difficoltà nel coinvolgere quanti non si avvicinano a queste tematiche per disinteresse o indifferenza. Il mio sogno nel cassetto consiste nel cercare un percorso, studiando progetti di comunicazione con gli addetti ai lavori e con chiunque altro intenda farsene carico.

Amici lettori, credo sinceramente che questo incontro con l'avvocato Chiara Cozzi mi abbia arricchito moralmente.

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Chiara Cozzi nasce a Milano il 21 Dicembre 1980Dopo studi classici si laurea in Giurisprudenza con una tesi in Criminologia dal titolo: “Lavoro e finalità rieducativa della pena”.Abilitata alla professione e iscritta all'Albo degli Avvocati di Milano, attualmente svolge l'attività forense in proprio occupandosi principalmente di diritto civile e di diritto societario, sia giudiziale che stragiudiziale.Ha maturato precedenti significative esperienze, occupandosi - tra l'altro - di diritto dell'immigrazione seguendo l'iter di ottenimento dei permessi di soggiorno dei cittadini extracomunitari.

L´Anno europeo delle attività di volontariato 2011 è un´iniziativa del Parlamento e del Consiglio che ha in Italia come autorità di riferimento il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. L'Anno europeo mira a promuovere e a rafforzare la cittadinanza attiva, la coesione sociale e lo sviluppo della democrazia, dando cosi una forma concreta ai valori europei della solidarietà, della non discriminazione e dello sviluppo armonioso delle società dell'Unione.   L'anno 2011 è coinciso anche con il decimo anniversario dell´Anno internazionale dei volontari che è stato promosso dalle Nazioni Unite nel 2001.

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Il treno parte in perfetto orario. Sono le 10 del 20 Agosto scorso.

Porta, oltre a me, la nostra presidente con ancora negli occhi i parchi dell’ovest degli Stati Uniti, ma stanca del viaggio di ritorno del giorno prima e dei problemi di fuso orario. Ci aspetta Ischia dove gli amici di PROMETEO hanno organizzato la terza edizione del “Burraco del Cuore”. È ormai una manifestazione che sta diventando una bella tradizione e un importante sostegno alla ricerca sui tumori al fegato.Quando arriviamo a Napoli siamo presi da un’organizzazione perfetta e gentile. In quelle terre quando si impegnano sono unici. Inizia ad apparire la regia di Loredana Leonessa. Taxi, traghetto, macchina fino alle piscine termali dell’Hotel Continental. Crogiolarsi nelle vasche a temperature diverse è uno spasso. Lì troviamo Enrico Regalia, il nostro medico testimonial, che ci aveva preceduti di qualche ora.La sera il torneo di beneficenza! Io sono un bridgista, ma sono rimasto impressionato dalla professionalità che viene espressa anche nei tornei di burraco. Giudice arbitro, computer per i punteggi e classifiche: tutto molto, molto serio.I discorsi. Apre Laura Gangeri, con alcune slide che appoggiano un’esposizione entusiasta dei progetti di PROMETEO. Applausi. Poi il nostro ottimo testimonial tecnico Enrico Regalia parla con competenza di alcuni aspetti di PROMETEO, ma fa capire che ci troviamo di fronte a un’ottima occasione che il progetto Adotta un ricercatore mette davanti a tutti: utilizzare al meglio due giovani

ricercatori già ottimamente operanti nel contesto delle attività avanzate del settimo piano dell’Istituto Tumori.Io invece ho raccontato una mia bella esperienza lavorativa da quelle parti e mi sono lasciato andare a una promessa: l’anno prossimo la coppia Gangeri-Arrigoni darà del filo da torcere al tavolo di gioco agli isolani.Poi il torneo. Vinto da Silvana Baiocco e Marisa Banfi. Ma Loredana e suo marito Mario avevano preparato tanti premi che hanno sommerso di regali i presenti. Anche la missione di PROMETEO. Ma sopratutto è stata notevole la generosità delle offerte all’Associazione: molto più che le quote di iscrizione al torneo, sono state importanti le offerte individuali. Gli amici di Ischia hanno surclassato con il loro cuore le raccolte che avvengono qui da noi, anche nelle manifestazioni annuali della Giornata PROMETEO. Il giorno dopo, Loredana ha chiamato a raccolta tutte le qualità di Ischia: sole, mare, luce, acqua, colori, paesaggi, amici splendidi per farci innamorare dell’isola. Ho capito perché nell’antichità i Greci l’avevano scelta come loro base in Italia. Ci ha fatto fare un periplo in barca. Un bagno con vista sui fondali. Un giro in un paesino incantato. E per finire una serata nel “paseo” d’Ischia con tanto di balli. Ho visto la nostra Presidente scatenarsi nel rock. Proposta: la prossima manifestazione a Milano potremmo farla in discoteca.

Poi il treno del ritorno. Ma questa volta negli occhi della Presidente Laura c’erano i colori d’Ischia.Grazie, amici ischitani. Arrivederci alla prossima edizione.

Il Burraco del cuore.Racconto dell’incredibile esperienza ischitana: tanto calore e sostegno in questa manifestazione diventata ormai un appuntamento imperdibile per PROMETEO.

Guido Arrigoni - Segretario generale Associazione PROMETEO

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DACCI UNA

MANO

Consolo 10 euro aiuti

l’AssociazionePROMETEO Onlusad aprire una nuovaCasa Accoglienza

per ospitarei malati di fegatoed i loro familiariin cura presso la

Fondazione IRCCSIstituto Nazionale

dei Tumori di Milano

Per conoscere il progetto CasaPrometeo e fare subito la tua donazionewww.onlusprometeo.orgIBAN IT 68 H 0845301600 000000730192

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L’acquerello che mi scorre nelle vene.Fulvio Campagnano intervista la pittrice Paola Musajo Somma.

Fulvio Campagnano socio e collaboratore Associazione PROMETEO

CURIOSANDO

Nella stagione estiva anche i “curiosi” di Prometeo Informa vanno in ferie. In vacanza, com'è noto, succede di tutto.

In una calda sera dello scorso Agosto mi sono trovato a gironzolare negli antichi “carrugi” di Pietra Ligure, famosa località balneare in provincia di Savona, e la mia attenzione è stata attratta da un'antica bottega, molto luminosa e caratteristica, con le pareti e gli scaffali ricoperti di quadri ad acquerello. Una policromia molto attraente in cui spiccavano alcune vedute di Milano.Sono stato accolto con cordialità dalla proprietaria, un'artista che mi ha illustrato le sue opere soffermandosi con particolare enfasi sulle vedute meneghine, a lei particolarmente care in quanto residente nel capoluogo lombardo. Così non ho potuto esimermi dal pensare: vuoi vedere che, ancora una volta, mi sto confrontando con la “Milano che conta”? A questo punto ho fatto le seguenti domande alla signora per conoscere la sua storia, le sue motivazioni artistiche e professionali, le sue inclinazioni.

Secondo lei, artisti si nasce o si diventa? Quanto è dono di natura e quanto invece è frutto di studio e di applicazione?Sono nata in una famiglia di pittori. Avevo in casa un acquerello del mio bisnonno, e mio padre dipingeva spesso davanti a me. A scuola i professori delle medie mi inquadrarono subito come "nata in una famiglia di artisti" e quindi spinta a proseguire con studi utili a sviluppare una dote naturale. Ma le doti naturali vanno educate e sviluppate. Ho dovuto frequentare molti corsi sia di disegno che di acquerello, di figura e di nudo. Credo che non si finisca mai d’imparare e continuo a studiare.Perché ha una così particolare vocazione per l'acquerello?Non so se chiamarla vocazione: forse è attrazione per il colore sciolto, mescolato con l'acqua. L'acqua è per noi esseri umani una sostanza indispensabile. Ne siamo formati. È un elemento

estremamente variabile nelle sue forme... liquida, solida e gassosa. Per gli acquerellisti è fonte di emozioni e sorprese. Quando alla sua trasparenza si uniscono i pigmenti colorati, le mescolanze sono infinite. A volte lievi, altre intense... la magia dell'acqua ha inizio. Sullo splendore della carta bianca appare il segno, la goccia, la forma. E ci si lascia trasportare dall'entusiasmo della creazione, dall'ispirazione di quell'attimo. E l'incertezza del risultato è costante ed emozionante. Così a volte si è delusi, a volte soddisfatti... qualche volta si va al settimo cielo.

Cosa la ispira quando dipinge?La creazione di un acquerello nasce da un insieme di cose. Può capitare di essere colpiti da una luce che cade, da uno spettacolo naturale, da immagini intrinseche della nostra memoria. Da nuove tecniche che chiedono di essere sperimentate, dall'incontro con altri pittori, con nuovi soggetti. Anche una foglia richiama nel mio cervello l'immagine del pennello che scorre, o il profilo di un tetto al tramonto, la risacca di un'onda sulla riva, il gioco di bambini felici, la tristezza della sofferenza. Direi che è la vita che mi ispira, in ogni sua forma.

Guardando le sue opere sembra di poter cogliere una propensione per la figura, in particolare per il ritratto. Se è così, perché questo orientamento?Ho sempre studiato i volti delle persone vicine. Da piccola tentavo di fare il ritratto alle mie compagne di banco, e qualcuna conserva ancora i miei primi tentativi. Avevo i quaderni pieni di scarabocchi: nasi, occhi e bocche. Mi esercitavo ogni giorno. Ho continuato a ritrarre chiunque potessi come sapevo, fino a quando, un fortunato giorno, ho iniziato a farmi correggere dal professor Aldo Fornoni, grande maestro, che mi ha trasmesso buona parte delle sue capacità. Ho eseguito tantissimi ritratti, molti a carboncino, alcuni a pastello, altri ad acquerello, con risultati soddisfacenti. Qui a Pietra Ligure mi capita spesso che vengano persone a

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ricordarmi che le avevo ritratte e magari ora mi portano i loro figli. Per me è una grande soddisfazione. Nel momento della posa spesso riesco a stabilire un contatto piacevole con le persone che ho davanti, e loro si sentono più a loro agio di quanto pensassero. È un momento particolare, gratificato dal risultato e dalla gioia della persona quando si scopre vista da me.

Stati d'animo differenti possono influenzare la sua vena creativa?Certamente, a seconda dello stato d'animo e dello slancio con cui mi accingo all'opera il risultato può variare. Mi è capitato di essere in uno stato di serenità e di realizzare un'opera tiepida, magari piacevole, ma con poca grinta. I lavori che mi fanno emozionare di più nascono solitamente in momenti per me difficili, di stress, quando è la furia che detta legge. Quando il pennello scorre senza freni o paure. Libero di esagerare. E l'acqua corre libera, i colori si fondono a loro piacimento, incontrollati.

È felice quando dipinge?Credo sia una delle cose che in assoluto amo fare di più. Potrei dipingere giornate intere. Potrei far ruotare tutto il mio mondo intorno ai miei fogli e ai miei acquerelli. Però soffro anche così. Continuo a cercare la pace, ma non viene: un attimo sono appagata, l'attimo dopo vorrei strappare tutto. Vorrei andarmene, ma torno. Vorrei il plauso di chi osserva, e poi mi domando: ma cosa ne sa? Magari mi fa un complimento, e io non sento di meritarlo. Disapprova, e io mi inalbero. Sono felice? Sì, perché la passione che provo è una ragione di vita.

Lei che certamente è stata formata da bravi maestri, riesce a sua volta a trasmettere ad altri le sue tecniche artistiche?Ho voluto cimentarmi nell'insegnamento proprio per mettermi alla prova. Credo che trasmettere ad altri quello che si sa, sia il nostro compito più importante. Quando muore un grande io penso

alle sue capacità andate distrutte e l'unica possibilità di sopravvivenza è il passaggio di informazioni. Quello che io conosco mi è stato donato da altri che lo hanno sperimentato prima di me. La mia vita non avrà valore se sarà fine a se stessa. Forse non ho molto da insegnare, ma anche quel poco sarà utile e farà bene. Le persone che frequentano i miei corsi sono adulti che, dopo una vita di lavoro, si dedicano finalmente alle attività sognate per molto tempo. Alcuni mi dicono che le ore trascorse ad acquerellare con me li ritemprano dal logorio di una vita piena di doveri e compiti noiosi. Le lezioni sono momenti lievi e io sollecito tutti a divertirsi, a non prendersi troppo sul serio, a godere di questi attimi di libertà. Sarà difficile che a questa età si possa diventare grandi artisti, quindi vale la pena rilassarsi e trascorrere qualche ora serena. E di solito così succede. Siamo tutti allegri e alla fine torniamo a casa ricaricati.

Secondo lei un artista ha sempre la propensione a insegnare o può capitare di essere gelosi delle proprie doti?La gelosia fa parte della natura umana e molte volte l'ho vista in azione tra gli artisti. Ci sono persone più generose e altre meno. Io vengo da una famiglia numerosa, sono stata abituata a spartire tutto con gli altri, e penso che anche l'arte vada spartita. Non ci sono grandi trucchi: bisogna avere qualche dono di natura, tanta voglia di imparare, di fare e di condividere. Non posso essere gelosa di niente, perché non me ne sento proprietaria. Certo la mia mano si muove diversamente da quella di un altro pittore, perché è collegata a un cervello diverso. Se ci mettessimo in dieci persone a dipingere lo stesso soggetto otterremmo dieci opere differenti. E poi sto meglio se sono serena e disponibile: non saprei calcolare quanto dare e quanto tenere per me. Senza dire che in cambio ricevo tantissimo in termini di affetto e riconoscenza. Quindi, per me, ne vale la pena.Come dicevo sopra, in vacanza può succedere di tutto: in una sera d'estate io ho scoperto un nuovo mondo.

Paola Musajo Somma di Galesano, nata a Bari, vive e lavora a Milano come pittrice e insegnante di acquerello.Ha ricevuto le prime nozioni di pittura e grafica dal padre. Trasferitasi da bambina con la famiglia a Milano, giovanissima dipinge ad olio con colori vivi e caldi che rivelano il suo temperamento e la sua origine meridionale. Da adulta decide di provare l'acquerello e segue i corsi di noti acquerellisti milanesi. Molto interessata al ritratto, frequenta studi di importanti maestri che la educano anche al nudo.Nelle recensioni delle sue opere si legge che i suoi soggetti sono carichi di espressione, i paesaggi e le nature morte vibrano di una di vitalità che deriva dal suo carattere forte e solare.Dal 1997 partecipa regolarmente a mostre ed esposizioni, ottenendo molti riconoscimenti.Nel 2003 entra a far parte dell'Associazione Italiana Acquerellisti e dall'anno seguente, tiene corsi monografici annuali presso importanti istituzioni milanesi.Apre al pubblico uno studio a Milano ed un atélier a Pietra Ligure, in provincia di Savona.

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Ri-Pensare l’abitare.Politiche, progetti e tecnologie verso l’housing sociale. A cura di Anna Delera, edito da Hoepli (2009).

Chiara Castellini - Segreteria organizzativa Associazione PROMETEO

I temi proposti in q u e s t o v o l u m e contribuiscono al d i b a t t i t o s u l l a questione abitativa che sembra avere trovato un nuovo interesse anche nel n o s t r o P a e s e attraverso l'attuazione

di politiche di housing sociale, una rinnovata ricerca progettuale e l'innovazione tecnologica indirizzata alla sostenibilità ambientale.

Il testo è suddiviso in tre sezioni (le politiche, il progetto, le tecnologie) che riportano i contributi di protagonisti delle politiche in atto e di ricercatori che si interessano delle nuove tendenze abitative nonché delle questioni legate alla sostenibilità ambientale, illustrando alcune esperienze e sperimentazioni significative che si stanno attuando in Europa.La nostra attenzione si concentra sulla questione abitativa in Italia che vede tutt’altro che risolto il problema della casa in questo momento di crisi che pare non essere ancora in fase di recessione.Le risposte, sulla spinta di un movimento prima di tutto europeo, sono state diverse e fondamentale in questo senso è il contributo delle fondazioni bancarie a partire dalla definizione stessa dell’espressione.Le Fondazioni di origine bancaria sono tra i protagonisti impegnati nella promozione di progetti di edilizia residenziale con particolare riferimento agli interventi di housing sociale, rivolti a un bisogno di casa variegato per coloro che, senza rappresentare l’utenza più debole, hanno difficoltà di accesso all’affitto ai prezzi del libero mercato.

Sono soggetti privati, non-profit, autonomi dal punto di vista statutario e gestionale rispetto alle banche di riferimento e svolgono attività sociali e di promozione dello sviluppo economico delle proprie comunità: operano prevalentemente al centro nord Italia con esperienze e approcci differenti sui territori in base alla loro presenza e al loro radicamento.

Il decreto del Ministero delle Infrastrutture del 22 aprile del 2008 definisce l’alloggio sociale come “servizio di interesse economico generale” e “l’unità” immobiliare adibita ad uso residenziale in locazione permanente che svolge la funzione di interesse generale, nella salvaguardia della coesione sociale, per ridurre il disagio abitativo di individui e nuclei famigliari svantaggiati, che non sono in grado di accedere alla locazione di alloggi nel libero mercato. L’alloggio sociale si configura come elemento essenziale del sistema di edilizia residenziale sociale costituito dall’insieme dei servizi abitativi finalizzati al soddisfacimento delle esigenze primarie.”

La FHS (Fondazione Housing Sociale) attivata da Fondazione Cariplo nel 2004, ridefinisce l’housing sociale come insieme di alloggi e di servizi, di azioni e di strumenti, finalizzati a rispondere al disagio abitativo ma anche a favorire relazioni umane ricche e significative, rivolti a tutti coloro che, per ragioni economiche o per l’assenza di un’offerta adeguata, non riescono a soddisfare sul mercato il proprio bisogno.

È in questo panorama che si inseriscono associazioni, come PROMETEO, cooperative e realtà simili che costituiscono il cosiddetto “Terzo settore abitativo” e che dovrebbero integrare le scarse politiche pubbliche.In una fase di risorse pubbliche fortemente insufficienti per la casa è evidente che queste siano soprattutto indirizzate alla copertura della domanda più “debole” (“molto sociale”) destinata a crescere ancora.

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Quest’anno, un grande contributo alla realizzazione del Progetto Tè con PROMETEO ci è stato dato da Ki GROUP, l'azienda leader in Italia nella distribuzioni di alimenti biologici e naturali. Dall’inizio del 2011 infatti, Ki GROUP ha deciso di sostenere questa attività donando il tè e i diversi tipi di biscotti che accompagnano la merenda.Ki GROUP distribuisce i propri prodotti e un’ampia scelta di brand internazionali in oltre 3000 punti vendita in tutta Italia: negozi di alimentazione naturale, erboristerie e farmacie. Ki GROUP offre una gamma di oltre 2000 prodotti freschi, a lunga conservazione e anche non alimentari, per venire incontro alle esigenze ed ai gusti di tutti i bio-consumatori.

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TARIFFE POSTALI, NON CI RESTA CHE IL WEB.

La soppressione delle tariffe agevolate postali ha

fatto lievitare i costi di spedizione per le organizzazioni

non profit. Per seguire e comunicare meglio con te,

quindi, è sempre più decisivo l’utilizzo di mezzi

digitali. Se non lo hai ancora fatto, INVIACI IL TUO INDIRIZZO

E-MAIL scrivendo a [email protected]

A.A.A. VOLONTARI CERCASI.

Abbiamo bisogno di supporto per lavori d’ufficio Se

anche tu hai voglia di entrare a far parte della grande

famiglia PROMETEO donandoci un po’ del tuo tempo

libero, telefona in segreteria 02.23.90.28.78 o

inviaci una mail [email protected]

UN PICCOLO GESTO CHE PUÒ FARE MOLTO.

Dona anche tu il tuo 5XMILLE all’Associazione

PROMETEO, servirà per offrire nuovi servizi e

migliorare quelli già esistenti.

Codice: 97243270150. Negli ultimi due anni

grazie agli oltre 20 mila euro donati abbiamo potuto

ampliare Casa Prometeo.

Grazie a tutti quelli che ci hanno scelto!

FOREST. Il Mago Forest continua a sostenere le attività di PROMETEO prestando gratuitamente la sua notorietà a favore dei nostri progetti. Un ringraziamento di cuore da parte di tutti noi!

TÈ con PROMETEO. Dal lunedì al venerdì a metà pomeriggio i volontari

di PROMETEO preparano e servono il tè.

Partecipano i malati, i loro familiari e tutto il

personale del reparto.

AUDIOTECA PROMETEO.Oltre 100 titoli (dalla grande lettura ai romanzi contemporanei). Il catalogo completo si trova presso la segreteria PROMETEO. Insieme all’audiolibro verrà fornito in prestito anche il lettore CD con cuffie.

SPONSOR Anche per quest'anno un grande grazie ai due sponsor che continueranno ad affiancarci nella riuscita di due importanti progetti; AEDA ed i suoi associati che assicurano l'aggiornamento dell'Audioteca e KiGROUP  protagonista di "Té con PROMETEO".

UN LIBRO TI PRENDE IN PRESTITO.

La lettura di un buon libro può aiutare i pazienti

a vivere un’esperienza di arricchimento interiore e

crescita intellettuale. Per questo, nella libreria di

PROMETE (accanto alla sala mensa) si trovano libri

a disposizione di tutti. La biblioteca è aperta e i

libri possono seguire il lettore ovunque, anche a

casa senza dover essere poi restituiti.

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PUNTO DI ACCOGLIENZA. Dal lunedì al venerdì i volontari di PROMETEO sono presenti al punto di accoglienza per fornire informazioni pratiche, aiuto ai malati e ai loro familiari attraverso l’ascolto e la vicinanza umana.

GIORNATA PROMETEO.

Come ogni anno ritorna la giornata dedicata a tutti

noi. Iniziate a segnarvi in agenda che l’appuntamento

si terrà a fine maggio. La data vi sarà presto

comunicata insieme a tutti gli altri dettagli.

POST-IT DA PROMETEO

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COME PUOI AIUTARE PROMETEOCon soli 10 euro puoi sostenere i progetti dell’Associazione. Puoi inviare il sostegno economico intestato a Onlus PROMETEO tramite:

• bollettino postale C/C n°13956214 • bonifico bancario o versamento IBAN: IT68H0845301600000000730192 • carta di credito dal nostro sito www.onlusprometeo.org sezione ASSOCIARSI o DONAZIONI• 5XMILLE C.F. 97243270150

CAMPAGNA RINNOVO SOCI 2012.Se non l’hai già fatto ti invitiamo a rinnovare la tua TESSERA PROMETEO. Anche per il 2012, la quota è di 50,00 euro che potrai versare direttamente in Segreteria Associazione PROMETEO oppure tramite:• bollettino postale C/C n°13956214• bonifico bancario IBAN: IT68H0845301600000000730192 • carta di credito dal nostro sito www.onlusprometeo.org nella sezione ASSOCIARSICome Socio continuerai a ricevere la rivista PrometeoInforma che ti terrà aggiornato sulle attività dell’Associazione.Sapere di poter contare su una base associativa solida e costante ci permette di programmare con anticipo le attività, offrendo un servizio sempre migliore a tutte le persone che ne hanno bisogno.

www.onlusprometeo.org

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www.onlusprometeo.org

Grazie a coloro che hanno scelto, o che lo faranno,

PROMETEO Onlus, per la destinazione

del proprio 5 x mille.Un piccolo gesto

per un grande dono.

Ricordati di PROMETEO quando compilerai o farai compilare la tua dichiarazione dei redditiCUD, 730, Modello Unico.

1.Firma nello spazio “Sostegno del volontariato...”

2.Scrivi il codice fiscale97243270150