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Trasduzione del segnaleBase per lo studio della neuroimmunologia
Informazioni
Lo scambio di informazioni tra cellule è alla base del funzionamento di organi e apparati. Il segnale inviato da una cellula, mediante una molecola denominata 1°messaggero, è recepito dalla cellula bersaglio con un recettore esterno.
Una volta attivato, il recettore invia una risposta, all’interno della membrana, chiamata “trasduzione”. Nonostante l’elevata varietà di segnali, le risposte si realizzano con processi relativamente poco numerosi.
1° messaggero
Le molecole che funzionano da 1° messaggero sono molteplici, quali ormoni, neurotrasmettitori e sostanze paracrine.
La risposta, indotta dal legame tra 1° messaggero e recettore, permette di trasferire (trasdurre) il segnale dall’esterno all’interno della membrana, il cui risultato finale è spesso rappresentato dalla fosforilazione di una proteina, specifica per una specifica funzione, mediante un enzima denominato proteinchinasi. Le proteinfosfatasi, invece, catalizzano la perdita di fosforo dalle proteine.
Diversi 1° messaggeri
Sono i molteplici ligandi naturali extracellulari, che attivano i recettori di membrana, cui si legano, all’esterno della cellula.
Possono avere molteplici funzioni: ormoni, neurotrasmettitori, neuropeptidi, fattori di crescita, mediatori dell’infiammazione, sostanze vasoattive, etc.
Esempi
la somatostatina, identificata dapprima come agente ipotalamico, che sopprime la secrezione di ormone della crescita, da parte dell’ipofisi, agisce nel sistema nervoso centrale come neurotrasmettitore, oltre a essere un agente paracrino del pancreas e un ormone per il fegato;
il coenzima ATP e il metabolita cellulare del glutammato sono neurotrasmettitori, quando secreti a livello delle sinapsi;
gli ormoni gastrina, colecistochinina e secretina, prodotti dall’intestino, sono presenti anche nel sistema nervoso centrale, agendo come modulatori di vari neurotrasmettitori;
la trombina è un fattore di crescita, ma è coinvolta anche nella coagulazione e nella attivazione delle piastrine.
Trasduzione diretta
Una classe a parte di 1° messaggeri è rappresentata da alcuni ormoni, tiroidei e steroidei, i quali, per la componente idrofobica, sono in grado di passare la membrana e legarsi a recettori intracellulari.
Tale legame permette la trascrizione di particolari segmenti di Dna, che si esprime con produzione di enzimi. In questi casi, il processo è lento e richiede ore, per avere un effetto.
Questo paradigma è valido anche per altre sostanze, come l’acido retinoico e la vitamina D, proprio per le loro caratteristiche lipofiliche.
Legami deboli
Il legame del 1° messaggero con il recettore non è mai covalente e, per questo, è sempre reversibile.
Ciò si realizza per concentrazioni estremamente basse, dell’ordine di 1x10-12/litro e anche più.
Trasduzione del segnale
È il passaggio di informazione dall’esterno all’interno di una cellula.
Nel caso dell’immunità innata, la trasduzione si verifica, ad esempio, quando i fagociti entrano in contatto con i batteri, coinvolgendo aree distinte della membrana plasmatica, denominate microdomini lipidi o lipid rafts (zattere lipidiche).
Queste zone sono ricche in sfingolipidi e colesterolo e hanno la funzione di concentrare le molecole coinvolte nella trasduzione del segnale.
Molecole coinvolte
Le molecole coinvolte sono, in genere, proteine che contengono residui di tirosina, treonina, serina e istidina, i quali possono essere fosforilati o defosforilati.
L’aggiunta o la perdita di fosforo inducono diverse attivitàenzimatiche e permettono il legame della proteina coinvolta con altre proteine.
Le molecole proteiche in grado di fosforilare altre proteine sono chiamate chinasi (ad esempio: tirosin-chinasi), mentre quelle che permettono la defosforilazione sono definite fosfatasi. Di conseguenza, si determina un processo a cascata all’interno della cellula, che permette al segnale di propagare ulteriormente.
I sensori
È di fondamentale importanza la possibilità, che le cellule coinvolte nella immunità innata siano dotate di sensori.
Oltre al complemento, che permette la fagocitosi e l’attivazione della immunità acquisita, è stato recentemente scoperto un sistema di riconoscimento immediato, costituito da una famiglia di recettori, chiamato toll-like, il quale identifica molecole microbiche non espresse (o solo raramente espresse) dalle cellule e dai tessuti dell’organismo ospite.
I recettori toll-like sono denominati, genericamente, PAMP(pathogen-associated molecular pattern).
I sensori di membrana
Membrana citoplasmatica
Sensori
PAMP
Il legame di alcuni PAMP (il più conosciuto è il TLR4) alle cellule richiede la partecipazione di un co-recettore, il più noto dei quali è il CD14, che lega i
lipopolisaccaridi dei batteri gram- e gli acidi lipoteicoici dei gram+.
Membrana citoplasmatica
TLR4 CD14
LPS
Recettore Ligando Adattatore Localizzazione
TLR 1 triacyl lipoproteine MyD88/MAL Superficie cellulare
TLR 2lipoproteine; peptidoglicani di gram+; acidi lipoteicoici; funghi; glicoproteine virali
MyD88/MAL Superficie cellulare
TLR 3 Doppia elica RNA (come in alcuni virus), poli I:C TRIFCompartimento cellulare
TLR 4 Lipopolisaccaridi; glicoproteine viraliMyD88/MAL/TRIF/TRAM
Superficie cellulare
TLR 5 flagellina MyD88 Superficie cellulare
TLR 6 diacil lipoproteine MyD88/MAL Superficie cellulare
TLR 7 Piccoli composti sintetici; Rna a singola catena MyD88Compartimento cellulare
TLR 8 Piccoli composti sintetici; Rna a singola catena MyD88Compartimento cellulare
TLR 9 CpG Dna non metilato MyD88Compartimento cellulare
TLR 10 sconosciuto sconosciuto Superficie cellulare
TLR 11 Profillina MyD88 Superficie cellulare
TLR 12 sconosciuto sconosciuto ?
TLR 13 sconosciuto sconosciuto ?
In questo caso, il legame tra LPS e CD14 è potenziato da altre due proteine: LBP (proteina legante i lipopolisaccaridi) e CD55 (DAF). LBP e CD55 legano i LPS e li
trasferiscono al CD14, che poi si associa al TLR4. I toll-like receptors (TLRs) fanno parte di un gruppo di recettori denominati PRR (pattern recognition receptor).
TLR4
CD14 LPS
CD55
LPB
Trasduzione del segnale
Il riconoscimento di un TLR con un ligando determina la trasmissione di un segnale di attivazione all’interno della cellula, il quale può seguire vie diverse.
Quanto succede in seguito all’interno della cellula èdovuto al coinvolgimento di numerose proteine ed enzimi, che conducono alla entrata nel nucleo di fattori di trascrizione, quali NF-kB, i quali permettono la trascrizione genica delle citochine.
Dalla produzione di citochine dipende l’attivazione dei meccanismi di flogosi.
Trasduzione del segnale
TLR4 TLR4
Trasduzione del
segnale
Nucleo
NF-kB
Citochine
infiammatorie
NF-kB
Fattore di trascrizione ubiquitario conservato nelle cellule eucariotiche.
Attivato da numerosi stimoli compresi prodotti virali e batterici, radiazioni ultraviolette, radicali ossidanti, citochine, sostanze chimiche varie.
Una volta attivato controlla direttamente l'attività di oltre 100 geni che generano citochine, fattori di crescita, chemochine, molecole di adesione, proteine della fase acuta.
La prolungata attivazione di NFkB può causare gravi condizioni infiammatorie e persino la morte da eccessiva produzione di citochine.
La molecola di membrana CD14
L’aspetto cruciale della immunità innata risiede nella capacità di riconoscimento del materiale estraneo.
Il ruolo di tale riconoscimento è svolto dalle cellule mieloidi, principalmente monociti/macrofagi, ma anche neutrofili, ben prima della risposta adattativa dei linfociti.
La molecola fondamentale, in questa funzione, è il CD14, il quale è considerato il più importante tra i recettori di ricognizione.
sCD14
Anche le cellule che non esprimono la molecola, come gli epiteli e gli endoteli, diventano sensibili ai batteri, in presenza della forma solubile, sCD14, prodotta dai monociti e dagli epatociti.
Ambedue le forme, quella di membrana e quella solubile, legano una grande varietà di prodotti batterici, non solo il lipide A dei gram-, ma anche gli acidi teicoici dei gram+, i glicolipidi dei micobatteri, i diversi mannani dei funghi e anche molecole virali.
Riconoscimento
Il CD14, a differenza di tante altre molecole, che intervengono nella risposta immunitaria, è una proteina che non ha una localizzazione transmembrana (ossia, non attraversa il doppio strato lipidico dall’interno all’esterno, o viceversa), bensì si lega esternamente alla cellula, mediante un legame glicosil-fosfatidil-inositolo.
Il CD14, inoltre, interagisce con diversi TLRs (non solo TLR4), nella induzione di citochine, a seguito di una infezione virale e batterica.
Tra i virus implicati nella risposta CD14-mediata, sono citati il cytomegalovirus, il virus respiratorio sinciziale e quello influenzale.
Alcool e CD14
A seguito della ingestione cronica di alcool, si liberano endotossine da parte di batteri intestinali gram-, le quali oltrepassano l’intestino e, tramite la circolazione sanguigna, arrivano al fegato.
A questo livello, le endotossine attivano le cellule di Kupffer, mediante l’interazione con il CD14 localizzato alla superficie.
Il legame tra endotossina e CD14 induce, mediante i TLRs, la produzione di citochine infiammatorie (tramite NFkB) e radicali liberi, che determinano un danno epatico
Tassolo
il tassolo mima i LPS batterici,
attivando i macrofagi e i monociti,
coinvolgendo il TRL4 nella traduzione del segnale,
inducendo la trascrizione di NFkB per la produzione di citochine
RECETTORI AGENTI RECETTORI AGENTI
INFETTIVIINFETTIVI
CD14Monociti/ macrofagi
Gram-
LPS
RECETTORI AGENTI RECETTORI AGENTI
INFETTIVIINFETTIVI
CD14Monociti/ macrofagi
Gram+
Acidi teicoici
ANTI-RECETTORI
recettorecellula
bersaglioAnticorpo anti-
recettore
SIMILITUDINE MOLECOLARE
Gram-
LPS Anti-CD14
SIMILITUDINE MOLECOLARESIMILITUDINE MOLECOLARE
Gram+
peptidoglicani Anti-CD14
Anti-CD14 (T-3)
Simile di LPS e LTA
Simile di Toll-like receptor 4
Simile molecolare di batteri Gram-positivi e Gram-negativi; malattia di Kawasaki.
Forte indicazione clinica per le flogosi acute
Uso della potenza 06 e 030LM in cps o gtt
Uso delle fiale potenziate granulari o liquide 06-018-030LM
Anti-CD14
Molecola polivalente negli stati infiammatori delle mucose, della cute e del SNC
Uso cronico con potenziate granulari o liquide (idro-alcooliche o glucosate) 06-018-030LM
Possibile associazione con antipsorici o altri farmaci
Ricadute terapeutiche
Il CD14 rappresenta il fulcro essenziale di tutto il processo di attivazione della immunità innata, che si compie ad opera delle cellule coinvolte (monociti/macrofagi, cellule dendritiche).
Una volta trasdotto il segnale all’interno della cellula, il meccanismo di produzione delle citochine infiammatorie diventa irreversibile.
Gli interventi terapeutici anti-infiammatori della medicina convenzionale, per tale motivo, convergono in punto troppo a valle dell’intero processo, poiché non impediscono l’azione di NF-kB all’interno del nucleo.
Anti-CD14
L’azione farmacologica degli anticorpi monoclonali anti-CD14 è conosciuta dal 1996, con i primi esperimenti condotti sui primati, i quali misero in evidenza il loro ruolo protettivo, in caso di shock indotto dalla somministrazione di LPS.
Infatti, il pre-trattamento con anti-CD14, seguito dalla infusione venosa di endotossina (375 microgr/kg/h per 8 ore), impediva l’aumento delle citochine infiammatorie responsabili dello shock (TNFα, IL-1β, IL-6, IL-8)
Incredibile…ma vero
È solo nel 2001, che compare il primo lavoro su volontari umani. In un esperimento eticamente discutibile, condotto su 16 individui sani, vennero somministrati 4 ng/kg di LPS, preceduti (2 ore prima) dalla infusione venosa di anti-CD14 (1 mg/kg) o placebo (!). I risultati furono eclatanti, per la totale mancanza di sintomi infiammatori nei soggetti trattati.
Verbon A, et al. IC14, an anti-CD14 antibody, inhibits endotoxin-mediated symptoms and inflammatory responses in humans. J Immunol 2001 Mar 1; (166(5): 3599-605.
Anti-CD14 e NF-kB
Nello stesso periodo si individua il punto cruciale dell’azione farmacologica di anti-CD14, il quale è in grado di impedire l’attivazione del fattore NF-kB, inibendo la trasduzione di segnale sul legame TLR/CD14. Ciò ha permesso di utilizzare il farmaco, con esperimenti clinici in fase I, su pazienti critici settici, in reparti di terapia intensiva, con ottimi risultati
Ulevitch RJ. New therapeutic targets revealed through investigations of innate immunity. Crit Care Med 2001 Jul; 29(7 Suppl): S8-12.
Anti-CD14 06-018-030LM
Una volta affermata la decisiva azione di anti-CD14, mediante il supporto della letteratura accreditata, possiamo sostenere l’uso omeopatico del farmaco.
Seguendo un criterio di similitudine molecolare, anti-CD14 riproduce l’immagine interna degli stimoli infettivi, responsabili del meccanismo infiammatorio, mimando una somiglianza patogenetica molto utile ai fini omeopatici.
L’indicazione clinica, pertanto, è rappresentata dalla sua complessiva azione anti-infiammatoria.
Effect of Anti-CD14 Antibody on Experimental Periodontitis Induced by Porphyromonas gingivalis
Lipopolysaccharide Pao-Li Wang1), et al
LPS rilasciati da Porphyromonas gingivalis, un Gram-negative presente nelle tasche periodontali infiammate, inducono riassorbimento osseo in vivo, mediante legame con CD14.
Nei topi, tale fenomeno è inibito da un pre-trattamento con anti-CD14, nelle 5 settimane presedenti l’esposizione ai LPS.
Questo lavoro ipotizza l’uso di anti-CD14 nel controllo delle parodontopatie anche nell’uomo.
Ann Periodontol. 2002 Dec;7(1):72-8. Interactions of oral pathogens with toll-like receptors: possible role in
atherosclerosis. Hajishengallis G, et al
Nelle lesioni aterosclerotiche si evidenzia una maggiore espressione di TLR, a livello di endotelio e macrofagi, in conseguenza del legame con batteri gram-, come Porphyromonas gingivalis.
L’induzione di questo processo è inibito da anti-CD14.
Analoghe considerazioni sono fatte per la stimolazione di LPS da chlamydia pneumoniae
Arthritis Res Ther. 2004;6(3):R273-81. Epub 2004 Apr 27. CD14 mediates the innate immune responses to arthritopathogenic
peptidoglycan-polysaccharide complexes of Gram-positive bacterial cell walls. Li X, et al.
I complessi peptidoglicano-polisaccaride (PG-PS), compongono le pareti dei gram+ e utilizzano il CD14, come recettore.
Nei topi privi di CD14 le risposte innate dei fagociti mancano, a seguito della induzione infiammatoria di PG-PS, con conseguente infiltrazione infiammatoria e iperplasia della sinovia, come si verifica nei modelli sperimentali delle artropatie
J Immunol. 2001 Dec 15;167(12):7069-76. Novel engagement of CD14 and multiple toll-like receptors by group B streptococci.
Henneke P, et al.
Group B streptococcus (GBS) imposes a major health threat to newborn infants. Little is known about the molecular basis of GBS-induced sepsis. Both heat-inactivated whole GBS bacteria and a heat-labile soluble factor released by GBS during growth (GBS-F) induce nuclear translocation of NF-kappaB, the secretion of TNF-alpha, and the formation of NO in mouse macrophages. Macrophages from mice with a targeted disruption of MyD88 failed to secrete TNF-alpha in response to both heat-inactivated whole bacteria and GBS-F, suggesting that Toll-like receptors (TLRs) are involved in different aspects of GBS recognition. Immune cell activation by whole bacteria differed profoundly from that by secreted GBS-F. Whole GBS activated macrophages independently of TLR2 and TLR6, whereas a response to the secreted GBS-F was not observed in macrophages from TLR2-deficient animals. In addition to TLR2, TLR6 and CD14 expression were essential for GBS-F responses, whereas TLR1 and TLR4 or MD-2 did not appear to be involved. Heat lability distinguished GBS-F from peptidoglycan and lipoproteins. GBS mutants deficient in capsular polysaccharide or beta-hemolysin had GBS-F activity comparable to that of wild-type streptococci. We suggest that CD14 and TLR2 and TLR6 function as coreceptors for secreted microbial products derived from GBS and that cell wall components of GBS are recognized by TLRs distinct from TLR1, 2, 4, or 6.
Anti-CD14
Molecola polivalente negli stati infiammatori delle mucose, della cute e del SNC
Uso cronico con potenziate granulari o liquide (idro-alcooliche o glucosate) 06-018-030LM
Possibile associazione con antipsorici o altri farmaci
Cellula dendritica
Arnica
L’arnica fa parte della famiglia delle Compositae (Asteraceae), le quali mostrano la comune caratteristica di provocare allergie da contatto, anche mediante reazione crociata tra piante diverse.
Con gli estratti della pianta, sono stati recentemente individuati, mediante spettroscopia a risonanza magnetica, dei nuovi costituenti, che contribuiscono a indurre le manifestazioni allergiche. Tra questi sono menzionati i sesquiterpeni e i polichetidi.
Effetto anti-infiammatorio
Le preparazioni farmaceutiche dell ’ arnica montana sono state studiate per la loro capacità di inibire la trascrizione di due proteine, NF-kappa B e NF-AT, responsabili della espressione di vari geni, che codificano per i mediatori dell’infiammazione.
Tale inibizione è correlata al contenuto qualitativo e quantitativo dei lattoni sesquiperteni, i quali sono in grado di influenzare negativamente il rilascio di citochine infiammatorie della fase acuta, quali IL-1 e TNFα.
NF-kB
I lattoni sesquiterpeni sono metaboliti secondari di Arnica ed esercitano un’azione anti-infiammatoria, prevenendo l ’ attivazione del fattore NF-kB, mediante l’alchilazione della sub unità p65.
Tale effetto immunosoppressivo contrasta con la importante capacità della pianta di indurre una dermatite da contatto.
Effetto duplice
Per studiare meglio questa duplice attività èusato un modello di ipersensibilità su topi.
Si è anche osservato il comportamento delle cellule dendritiche, in presenza di diverse concentrazioni di lattoni sesquiterpeni in vitro: le forti dosi mostravano una azione inibente l’attivazione di NF-kB e la produzione di IL-12, mentre le piccole dosi determinavano una stimolazione di tali cellule.
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2° messaggero
La trasduzione del segnale comporta, subito all’interno della membrana, l’attivazione dei cosiddetti 2°messaggeri, quali AMPc, GMPc, GTP, Ca++, inositolo trifosfato, calmodulina (lega 4 ioni C) e alcuni di-gliceridi.
I 2° messaggeri attivano, a loro volta, le proteinchinasi, mediante una serie di passaggi successivi. Ad esempio: le proteinchinasi C sono attivate dal carbonio (C, appunto), dai di-gliceridi e dai prodotti di degradazione di alcuni fosfolipidi.
Proteine G
Le proteine G, invece, legano GTP come 2°messaggero, a seguito della trasduzione dovuta a gran parte degli ormoni e dei neurotrasmettitori.
I sistemi di trasduzione possono essere integrati fra loro, ricevendo segnali molteplici, pur producendo una risposta univoca.
Recettori
Sono proteine di membrana, in grado di legare selettivamente i 1° messaggeri, con interazioni chimiche deboli, ma con alta affinità di legame, la quale permette di trasdurre il segnale anche con una concentrazione di ligando molto bassa.
La trasduzione si interrompe per desensibilizzazione del recettore, la quale èprovocata dalla inibizione retroattiva (feedback) di un enzima della cascata.
Fasi della trasduzione
il 1° messaggero lega lo specifico recettore;
il recettore attivato invia il segnale all’interno della cellula, che modifica la sua attività;
il segnale termina quando il recettore non risponde più al 1° messaggero;
la cellula torna alle condizioni precedenti il segnale.
3 famiglie di trasduttori
recettori canale (anche chiamati ionotropi);
recettori accoppiati a proteine G;
recettori della tirosinchinasi.
Recettori adrenergici
L’adrenalina è un ormone secreto dalla midollare surrenalica, per anticipare o contrastare un pericolo, aumentando il tono vascolare, la contrazione cardiaca e la forza muscolare, mediante la mobilizzazione dello zucchero nel fegato.
Sintomi da stimolazione
Sudorazione; orripilazione;
Midriasi;
broncodilatazione (aumenta il fabbisogno di ossigeno); effetto cronotropo e inotropo positivo;
mobilizzazione del sangue nei muscoli scheletrici (riduzione negli organi viscerali e nella cute);
mobilizzazione di glicogeno nel fegato e nei muscoli (riserva e produzione di energia);
catabolismo dei grassi (riserve energetiche).
Catecolamine
L’adrenalina, insieme alla dopamina e alla noradrenalina (prodotta dalla midollare surrenalica e dai neuroni simpatici), è inserita nel contesto di ormoni e neurotrasmettitori, denominato, nel suo insieme: catecolamine.
I recettori che rispondono alla adrenalina e noradrenalina sono denominati adrenergici e suddivisi in due classi maggiori: α(1-2)-adrenergici e β (1-2)-adrenergici.
Effetti α-adrenergicivasocostrizione negli organi viscerali (ad eccezione del fegato);
contrazione del miometrio (α1);
midriasi (α1);
glicogenolisi nel fegato (α1);
inibizione della lipolisi nel tessuto adiposo (α2);
inibizione della secrezione di insulina (α2);
inibizione dell’aggregazione piastrinica (α2).
Effetti β-adrenergicivasodilatazione nei muscoli scheletrici e nel fegato (β2)
broncodilatazione (β2);
rilassamento del miometrio (β2);
effetto inotropo e cronotropo positivo (β1);
diminuzione della pressione intraoculare (β2);
glicogenolisi nei muscoli scheletrici e nel fegato (β2);
lipolisi nel tessuto adiposo (β1);
secrezione di insulina (β2).
Diversità dei recettori
Ciò che caratterizza i differenti recettori è la differenza nella struttura molecolare.
La maggior parte delle informazioni, in questo senso, deriva dallo studio di sostanze agoniste e antagoniste delle catecolamine, le quali hanno permesso di suddividere i recettori in sub-tipi: α1 e α2, β1 e β2.
Recettori β-3In realtà, la biologia molecolare ha confermato l’esistenza di recettori adrenergici β3, i quali sono legati alla adenil-ciclasi, tramite la proteina G, anche se non sono soggetti a fosforilazione dalla protein-chinasi o dalla chinasi del recettore di proteina G.
I β3 sono espressi prevalentemente nel tessuto adiposo, ove regolano il metabolismo dei grassi.
Agonisti adrenergici
Gli agonisti adrenergici sono numerosi e specifici per i singoli recettori.
Tra gli altri consideriamo alcune molecole, che non specificano i sub-tipi, come isoprenalina (vasocostrittore α), fenilefrina (vasodilatatore β), adrenalina (stimola vasocostrizione o vasodilatazione).
Altre, invece, hanno una maggiore specificità, quali clonidina (α2) e salbutabolo (β2).
Antagonisti adrenergici
Uno degli antagonisti più conosciuti è il propanololo, il quale inibisce i β-recettori, soprattutto a livello renale, impedendo la secrezione di renina dalle cellule iuxta-glomerulari e, quindi, la formazione di angiotensina dall’angiotensinogeno.
Altri β-bloccanti, quali practololo e metoprolo, mostrano un’azione diversa a seconda del dosaggio.
A basse concentrazioni, infatti, antagonizzano in modo specifico i recettori β1, mentre ad alte dosi tale selettività non è così perfetta, impedendone l’uso terapeutico.
ANTAGONISTI ADRENERGICIANTAGONISTI ADRENERGICIANTAGONISTI ADRENERGICI
ANTAGONISTI ANTAGONISTI ADRENERGICIADRENERGICI
EpinephrineEpinephrine
norepinephrinenorepinephrine
ANTAGONISTI ANTAGONISTI ADRENERGICIADRENERGICI
DIRETTI: DIRETTI:
αα ANTAGONISTIANTAGONISTI
ββ ANTAGONISTIANTAGONISTI
INDIRETTI:INDIRETTI:
INIBITORI DELLA SINTESI INIBITORI DELLA SINTESI DELLE CATECOLAMINEDELLE CATECOLAMINE
BLOCCANTI DEL BLOCCANTI DEL TRASPORTO DELLE TRASPORTO DELLE CATECOLAMINECATECOLAMINE
BLOCCANTI DEL RILASCIO BLOCCANTI DEL RILASCIO DELLE CATECOLAMINEDELLE CATECOLAMINE
αα--ANTAGONISTIANTAGONISTI
Sulla base della categoria Sulla base della categoria
recettorialerecettoriale
Non selettiviNon selettivi
αα11-- selettiviselettivi
αα22-- selettiviselettivi
Sulla base del legame col recettoreSulla base del legame col recettore
CompetitiviCompetitivi
Non competitiviNon competitivi
αα11 or or αα22 receptorsreceptors
αα -- ANTAGONISTI: effetti farmacologiciANTAGONISTI: effetti farmacologici
CardiovascolariCardiovascolari
• GastrointestinaliGastrointestinali•• MetaboliciMetabolici•• GenitourinariGenitourinari
Sistema cardiovascolareSistema cardiovascolare: : bloccoblocco αα11
Rilassamento muscolatura liscia vascolare Rilassamento muscolatura liscia vascolare
Diminuzione resistenze perifericheDiminuzione resistenze periferiche
Diminuzione pressione arteriosaDiminuzione pressione arteriosa
�� Gittata cardiaca riflessa aumentataGittata cardiaca riflessa aumentata
�� Frequenza cardiaca aumentataFrequenza cardiaca aumentata
�� Ritenzione dei fluidiRitenzione dei fluidi
Sistema cardiovascolare: blocco Sistema cardiovascolare: blocco αα11
Riflesso barocettorialeRiflesso barocettoriale
Sistema reninaSistema renina--angiotensinaangiotensina
Aldosteron
Sistema cardiovascolare: Sistema cardiovascolare: αα22
Inibizione del rilascio di NAInibizione del rilascio di NA
Regolazione simpatica a Regolazione simpatica a livello centralelivello centrale
Preferenza verso le Preferenza verso le catecolamine circolanticatecolamine circolanti
Vasodilatazione indirettaVasodilatazione indiretta
Sistema cardiovascolare: blocco Sistema cardiovascolare: blocco αα22
Aumento del rilascio di NAAumento del rilascio di NA
Attivazione Attivazione αα1 1 Attivazione Attivazione ββ11Aumento della pressioneAumento della pressione
Effetti gastrointestinali:Effetti gastrointestinali:
Rilassamento muscolatura Rilassamento muscolatura liscialiscia
Diminuzione peristalsiDiminuzione peristalsi
Diminuzione secrezione acida Diminuzione secrezione acida gastricagastrica
Diminuzione secrezione Diminuzione secrezione enzimatica GI enzimatica GI
Stipsi e alterazioni digestiveStipsi e alterazioni digestive
Nausea e vomitoNausea e vomito
Dolori addominaliDolori addominali
Effetti genitourinari:Effetti genitourinari:
Rilassamento muscolatura Rilassamento muscolatura liscia liscia
Ritenzione urinaria nel Ritenzione urinaria nel soggetto normalesoggetto normale
Inibizione dellInibizione dell’’eiaculazioneeiaculazione
AspermiaAspermia
Rilassamento muscolatura Rilassamento muscolatura trigono vescicaletrigono vescicale
Rilassamento muscolatura Rilassamento muscolatura uretra prostaticauretra prostatica
Priapismo Priapismo
αα--ANTAGONISTI NON SELETTIVIANTAGONISTI NON SELETTIVI
IRREVERSIBILI NON COMPETITIVIIRREVERSIBILI NON COMPETITIVI
Aloalchilamine: FenossibenzaminaAloalchilamine: Fenossibenzamina
affinitaffinitàà per per αα1> 1> αα22lunga durata dlunga durata d’’azioneazione
legame covalente anche con altri recettorilegame covalente anche con altri recettori
Effetti farmacologiciEffetti farmacologici
Calo delle resistenze perifericheCalo delle resistenze periferiche
Aumento gittata cardiacaAumento gittata cardiaca
Inibisce il reaptake di catecolamineInibisce il reaptake di catecolamine
Blocco dei recettori 5HT, Istamina, AchBlocco dei recettori 5HT, Istamina, Ach
Ipotensione posturale secondariaIpotensione posturale secondaria
αα--ANTAGONISTI NON SELETTIVIANTAGONISTI NON SELETTIVI
COMPETITIVICOMPETITIVI
Imidazoline: Fentolamina e TolazolinaImidazoline: Fentolamina e Tolazolina
affinitaffinitàà per per αα1 = 1 = αα22durata ddurata d’’azione molto inferiore rispetto alle azione molto inferiore rispetto alle aloalchilaminealoalchilamine
legame al recettore di natura non covalente legame al recettore di natura non covalente
Azione su altri sistemi (serotonina; rilascio H da Azione su altri sistemi (serotonina; rilascio H da Mz)Mz)
Aritmie riflesseAritmie riflesse
Alcaloidi della segale cornutaAlcaloidi della segale cornuta
Alcaloidi della segale cornutaAlcaloidi della segale cornuta
Claviceps purpurea
Azioni simpaticolitiche
Alcaloidi della segale cornutaAlcaloidi della segale cornuta
Usi terapeuticiUsi terapeutici
emicraniaemicrania
stimolazione contrazione della stimolazione contrazione della muscolatura dellmuscolatura dell’’utero postutero post--partoparto
ergotaminaergotamina
�� ergotossinaergotossina
RauwolfiaRauwolfia Pausinystalia yohimbePausinystalia yohimbe
YOHIMBINAYOHIMBINA
YOHIMBINAYOHIMBINA
Antagonista Antagonista competitivo competitivo αα22ProprietProprietààallucinatorieallucinatorieAumenta la Aumenta la frequenza cardiacafrequenza cardiacaAumenta lAumenta l’’attivitattivitààmotoriamotoriaTremoriTremoriStimola lStimola l’’attivitattivitààsessuale nei ratti sessuale nei ratti maschimaschi
RECETTORI β
Tutti accoppiati a proteina Gs
Si dividono in:
β1
A=NA
β2
A>NA
β3
NA>A
Distribuzione e caratteristiche funzionali dei recettori Distribuzione e caratteristiche funzionali dei recettori ββ--adrenergiciadrenergici
ββββ1111
Cuore Aumento frequenzaAumento contrattilitàAumento velocità di conduzioneAumento automatismo
Rene Aumento secrezione renina
Occhio Produzione umor acqueo
ββββ2222
Apparato respiratorio Rilassamento muscolatura liscia bronchiale
Muscolatura liscia vascolare Rilassamento arteriolare
Muscolatura liscia stomaco Rilassamento
Muscolatura liscia intestino Rilassamento
Muscolatura liscia tratto GU Rilassamento muscolo detrusore vescicaRilassamento muscolatura uterina
Apparato endocrino Aumento secrezione di insulinaEsaltazione dei sintomi dell’ipertiroidismo
Fegato GlicogenolisiGluconeogenesi
Muscolatura scheletrica Glicogenolisi
ββββ3333Tessuto adiposo Lipolisi
ββ--BLOCCANTI: proprietBLOCCANTI: proprietàà recettorialirecettoriali
XXBeta receptorBeta receptor
Effetti farmacologiciEffetti farmacologici
•• CardiocircolatorioCardiocircolatorio
•• RespiratorioRespiratorio
•• RenaleRenaleββ11
ββ--ANTAGONISTIANTAGONISTI: : effetti clinicieffetti clinici
Effetti cardiovascolari:Effetti cardiovascolari:
Riduzione della frequenza Riduzione della frequenza cardiacacardiaca
Riduzione della gittata Riduzione della gittata cardiacacardiaca
Riduzione del lavoro e del Riduzione del lavoro e del consumo di O2 cardiaciconsumo di O2 cardiaci
Diminuzione pressione Diminuzione pressione sanguignasanguigna
ββ--ANTAGONISTIANTAGONISTI: : effetti clinicieffetti clinici
Effetti broncopolmonari:Effetti broncopolmonari:BroncocostrizioneBroncocostrizione
ββ--ANTAGONISTIANTAGONISTI: : effetti clinicieffetti clinici
• Effetti metabolici:Effetti metabolici:•• Interferenza col metabolismo Interferenza col metabolismo delle lipoproteinedelle lipoproteine
�� Attenuazione dei sintomi da Attenuazione dei sintomi da ipertiroidismoipertiroidismo
Effetti renali:Effetti renali:
Inibizione liberazione di reninaInibizione liberazione di renina
�� Interferenza con la risposta Interferenza con la risposta metabolica allmetabolica all’’ipoglicemiaipoglicemia
ββ--ANTAGONISTI: effetti cliniciANTAGONISTI: effetti clinici
�� Effetti oculari:Effetti oculari:Diminuzione della produzione di umor acqueoDiminuzione della produzione di umor acqueo
ββ--ANTAGONISTIANTAGONISTI: EFFETTI CLINICI: EFFETTI CLINICI
Effetti neuropsichici:Effetti neuropsichici:Attenuazione del tremore essenzialeAttenuazione del tremore essenziale
Miglioramento della sintomatologia ansiosaMiglioramento della sintomatologia ansiosa
Aumento dellAumento dell’’incidenza di sogniincidenza di sogni
Diminuzione delle ore di sonnoDiminuzione delle ore di sonno
Diminuzione dellDiminuzione dell’’incidenza di attacchi emicraniciincidenza di attacchi emicranici
Effetti genitoEffetti genito--urinari:urinari:Disfunzioni erettiliDisfunzioni erettili
EFFETTI COLLATERALI E TOSSICIEFFETTI COLLATERALI E TOSSICI
Disturbi dellDisturbi dell’’eccitoeccito--conduzione cardiacaconduzione cardiaca
Precipitazione Precipitazione delldell’’insufficienza insufficienza cardiacacardiaca
�� Aumento delle resistenze Aumento delle resistenze vascolari periferichevascolari periferiche
EFFETTI COLLATERALI E TOSSICIEFFETTI COLLATERALI E TOSSICI
Crisi broncoostruttiveCrisi broncoostruttive
Alterazioni metabolicheAlterazioni metaboliche
Insonnia, allucinazioni, aggravamento Insonnia, allucinazioni, aggravamento della depressionedella depressione
Impotenza sessualeImpotenza sessuale
Withdrawal syndromeWithdrawal syndrome
��Diminuzione della tolleranza allo sforzoDiminuzione della tolleranza allo sforzo
Inibitori della sintesi delle catecolamineInibitori della sintesi delle catecolamine
METIROSINAMETIROSINA
Inibitore della tirosinaInibitore della tirosina--idrossilasiidrossilasiModifica la liberazione di NAModifica la liberazione di NAcoadiuvante della coadiuvante della fenossibenzamina e di altri fenossibenzamina e di altri αα--bloccanti nella terapia del bloccanti nella terapia del feocromocitomafeocromocitoma
Inibitori della sintesi delle catecolamineInibitori della sintesi delle catecolamine
�� ALFAALFA--METILDOPAMINAMETILDOPAMINA
�� ALFAALFA--METILNORMETILNOR
ALFAALFA--METILNORMETILNOR
ALFAALFA--METILNORMETILNOR
METILDOPAMETILDOPA
αα1 αα1
NANA
αα2
ALFAALFA--METILNORMETILNOR ALFAALFA--METILNORMETILNOR ALFAALFA--METILNORMETILNOR
Metildopa: effetti farmacologiciMetildopa: effetti farmacologici
Riduzione delle resistenze vascolari
Agisce sui recettori presinaptici nel tronco celebrale
Sedazione, depressione
Riduzione della libido
Sintomi parkinsoniani
Epatotossicità
anemie
Farmaci inducenti deplezione di catecolamineFarmaci inducenti deplezione di catecolamine
GUANETIDINA, BETANIDINA GUANETIDINA, BETANIDINA
E GUANADREL:E GUANADREL:
““falsi neurotrasmettitorifalsi neurotrasmettitori””: : rimpiazzano la rimpiazzano la noradrenalina nelle vescicolenoradrenalina nelle vescicole
Inizialmente provocano rilascio di Inizialmente provocano rilascio di noradrenalina dalle vescicole di deposito noradrenalina dalle vescicole di deposito (transitorio aumento della pressione (transitorio aumento della pressione sanguigna)sanguigna)
Successivamente mediano il Successivamente mediano il disaccoppiamento eccitazionedisaccoppiamento eccitazione--liberazione liberazione del mediatore, impedendo la trasmissione del mediatore, impedendo la trasmissione delldell’’impulsoimpulso
Hanno solo attivitHanno solo attivitàà perifericaperiferica
Utilizzati nel trattamento dellUtilizzati nel trattamento dell’’ipertensione ipertensione resistenteresistente
Causano ipotensione ortostaticaCausano ipotensione ortostatica
Farmaci inducenti deplezione di catecolamineFarmaci inducenti deplezione di catecolamine
GUANETIDINA, BETANIDINA GUANETIDINA, BETANIDINA
E GUANADREL:E GUANADREL:
““falsi neurotrasmettitorifalsi neurotrasmettitori””: : rimpiazzano la rimpiazzano la noradrenalina nelle vescicolenoradrenalina nelle vescicole
Inizialmente provocano rilascio di Inizialmente provocano rilascio di noradrenalina dalle vescicole di deposito noradrenalina dalle vescicole di deposito (transitorio aumento della pressione (transitorio aumento della pressione sanguigna)sanguigna)
Successivamente mediano il Successivamente mediano il disaccoppiamento eccitazionedisaccoppiamento eccitazione--liberazione liberazione del mediatore, impedendo la trasmissione del mediatore, impedendo la trasmissione delldell’’impulsoimpulso
Hanno solo attivitHanno solo attivitàà perifericaperiferica
Utilizzati nel trattamento dellUtilizzati nel trattamento dell’’ipertensione ipertensione resistenteresistente
Causano ipotensione ortostaticaCausano ipotensione ortostatica
guanetidina
guanetidina
guanetidina
guanetidina guanetidina
guanetidina
Bloccanti del trasporto di catecolamineBloccanti del trasporto di catecolamine
RESERPINARESERPINA
Si lega irreversibilmente al VMATSi lega irreversibilmente al VMAT
Inibisce la ricaptazione di NA dal Inibisce la ricaptazione di NA dal terminale presinaptico, esponendola terminale presinaptico, esponendola allall’’azione delle COMTazione delle COMT
Aumenta lAumenta l’’attivitattivitàà delle MAOdelle MAO
Determina ipotensione, bradicardia, Determina ipotensione, bradicardia, iporeflessia, depressione, astenia, iporeflessia, depressione, astenia, letargia e ipotermialetargia e ipotermia
Utilizzata nel trattamento delle Utilizzata nel trattamento delle ipertensioni resistenti (in associazione ipertensioni resistenti (in associazione con diuretici)con diuretici)
reserpinereserpine
reserpinereserpine
Interventi farmacologici Interventi farmacologici sulsul sistema adrenergicosistema adrenergico
Metirosina
Metirosina
Metildopa
Metildopa
CocainaCocaina
AmfetaminaAmfetamina
imipraminaimipramina
catecolaminecatecolamine propanololopropanololo
prazosinprazosin
fenossibenzaminafenossibenzamina
yohimbinayohimbina
reserpinareserpina
guanetidinaguanetidina
Struttura dei recettori
Molti effetti delle catecolamine, inclusa la dopamina, sono mediati dal legame con una famiglia di recettori, che attraversano 7 volte la membrana cellulare (7TM, Times Membrane), il cui risultato finale èrappresentato dalla attivazione o dalla inibizione del 2° messaggero, quale l’adenilciclasi o la fosfolipasi C.
Parasimpaticomimetici
Ephedra +++
Ginkgo biloba +++
Allium sativa +
Coffea +
Gelsemium +
Simpaticomimetici
Ephedra +++
Angostura +
Chamomilla +
materiale didattico riservato
105
Aconitum
Tachiaritmia e BAV di II e III grado
Tropismo nervoso degli alcaloidi
Legame sito 2 α-unità dei canali proteici con inattivazione (inibizione del riassorbimento di noradrenalina)
Attività modulatoria dei canali Na+ voltaggio-dipendenti
Morte per tachicardia ventricolare e paralisi respiratoria
Gli alcaloidi sono: aconitina, isoaconitina, lycaconitina e napellina
PubmedDall’avvelenamento dell’aconitum napellus si possono ricavare molte informazioni, circa gli effetti primari della sostanza. Molte di queste osservazioni sono tratte dalla letteratura moderna accreditata.
Sono soprattutto le radici della pianta (i tuberi) a illustrare i casi più frequenti di ingestione accidentale, i cui effetti si manifestano sul sistema nervoso centrale, sul cuore e sui tessuti muscolari in genere.
Tali effetti sono dovuti alla presenza, nella pianta, di particolari alcaloidi, i quali agiscono sui canali voltaggio-dipendenti del Na+, sul rilascio di alcuni neurotrasmettitori e sulla per ossidazione lipidica delle cellule (muscolari ed epatiche, essenzialmente), inducendone apoptosi
materiale didattico riservato
106
Tossicologia
Uno studio condotto in Svizzera (la pianta cresce anche sulle Alpi), durato 29 anni, ha permesso di osservare diversi casi di avvelenamento.
I sintomi fondamentali sono stati: tachiaritmia e blocco atrio-ventricolare di II/III grado
materiale didattico riservato
107
Alcaloidi di aconitum
La maggior parte dei fenomeni descritti in letteratura, conseguenti alla ingestione di aconitum, riguardano piante della stessa famiglia, cinesi e giapponesi, non sempre giustamente accostati al napellus, per la presenza di alcaloidi simili
materiale didattico riservato
108
Canali del Na+
Tali componenti (aconitina e diterpenoidi) mostrano un notevole tropismo per il sistema nervoso centrale, a livello del quale si legano nel sito 2 delle α-unità dei canali proteici, inattivandoli e inibendo il riassorbimento della noradrenalina.
La conseguenza di questo meccanismo sarebbe la eccessiva depolarizzazione dei canali del Na+, la quale sopprimerebbe la trasmissione del dolore.
materiale didattico riservato
109
Analgesia omeopatica
Famoso è rimasto l ’ avvelenamento dell’imperatore Claudio, ad opera della sposa Agrippina, la cui conseguenza èdescritta come un insulto apoplettico, accompagnato da dolori veementi.
Un episodio analogo è menzionato nel Septauginta, culminato con la morte del gran Sacerdote Alkimos nel 159 a.c., a seguito di collasso e perdita della parola.
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110
Osservazioni pure
Questi esempi sono indicativi della azione omeopatica dell ’ aconito nei confronti del dolore, in quanto è stata osservata una sindrome dolorifica, a seguito della somministrazione intraperitoneale dell’aconitina.
Considerazioni analoghe sono state riportate con la iniezione intramuscolare di 0,2 mg di bulleyaconitina A, in singola dose, su volontari sani, anche se in questo caso il dolore si manifestava nel punto di inoculazione, aveva una durata breve (2-6 ore) ed era abbastanza tollerabile
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111
Le aconitine
le radici e i semi dell’aconito (napellus) contengono alcaloidi con attivitàmodulatoria dei canali di Na+ voltaggio-dipendenti.
Molti casi accidentali sono risultati fatali, a causa della tachicardia ventricolare e della paralisi respiratoria.
I più importanti alcaloidi conosciuti sono: aconitina, isoaconitina, lycaconitina e napellina.
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112
Studi su animalinegli animali, si è visto che l’effetto aritmico decresce con la ripetizione delle dosi (1 mg/kg di aconitina al giorno).
si è anche visto che la temperatura rettale tende ad aumentare, dopo una breve ipotermia, che dura 30 minuti dalla somministrazione dell’alcaloide.
i disturbi visivi, riportati da numerose osservazioni, sono stati dimostrati dalla somministrazione intraperitoneale della tintura madre nel peritoneo dei conigli.
Oltre alla alterazione dei potenziali evocati, sono stati descritti danni della mielina nelle vie ottiche, nel midollo spinale e nei nervi periferici (neuropatia mielo-ottica)
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113
Caso accidentale
Unacoppia di sposi ingerisce aconitum napellus, confondendolo con la cicoria di montagna.
Entrambi svilupparono tachiaritmia e disturbi respiratori, che nella donna si accompagnarono a paralisi respiratoria, tanto da dover ricorrere a ventilazione meccanica
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114
Un altro caso
una persona ingerì tre capsule di aconito, contenenti ciascuna 19 µg di aconitina;
i primi sintomi comparvero dopo 5 ore, con parestesia, nausea, diarrea, vertigine, dolore toracico, dispnea e discromatopsia.
Dopo 7 ore comparvero alterazioni elettrocardiografiche, con bradicardia sinusale ed extrasistolia ventricolare polimorfa e bigemina.
I sintomi scomparvero dopo circa 13 ore
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115
Aconitum ed epilessia
non va dimenticata la prolungata azione epilettogena dell’aconitina, per interessamento diretto della corteccia cerebrale.
Tale azione è calcio-dipendente, ma coinvolge anche i canali ionici del sodio e i canali NMDA (N-methyl-D-aspartate).
Anche in questo caso dobbiamo menzionare l ’ effetto omeopatico dell ’ aconito, come dimostrato dalla sua azione anti-epilettogena, quando le crisi convulsive siano indotte, su topi, dalla bicucullina
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116
SINDROMI TOSSICOLOGICHE
SINDROME ANTICOLINERGICA
SINDROME COLINERGICA
SINDROME SIMPATICOMIMETICA
SINDROME ANTICOLINERGICA
Dovuta all’antagonismo competitivo con lAcetilcolina, il mediatore chimico necessario alla trasmissione dell’impulso nervoso nel sistema nervoso parasimpatico. Tale azione viene inibita.
SINDROME ANTICOLINERGICA
SEGNI
SINTOMI
Midriasi
Cute asciutta e arrossata
Ipertermia
Ritenzione urinaria
Tachicardia
Agitazione
Mioclonie e tremori
Convulsioni
Blocco periferico
Blocco centrale
SINDROMI ANTICOLINERGICHE
promemoria…
La filastrocca inglese
HOT as a hare
BLIND as a bat
DRY as a bone
RED as a beet
MAD as a hen
SINDROME ANTICOLINERGICA
ATROPINA
ANTISTAMINICI
ANTIPARKINSONIANI
ANTIPSICOTICI
ANTISPASTICI
ANTIDEPRESSIVI TRICLICI
Amanita Muscaria
SINDROME COLINERGICA
Dovuta all ’ azione di blocco dell’Acetilcolinesterasi, l’enzima che metabolizza l’Acetilcolina, sia nelle sinapsi periferiche che centrali; il blocco può essere reversibile o irreversibile. L’accumulo dell’Acetilcolina prima stimola il parasimpatico (recettori muscarinici), poi i gangli vegetativi (recettori nicotinici) e infine il SNC.
SINDROME COLINERGICASEGNI
SINTOMI
Miosi e Lacrimazione
Scialorrea
Sudorazione
Vomito e Dolori addominali
Incontinenza urinaria e fecale
Bradicardia
Pallore
Fascicolazioni muscolari
Depressione respiratoria
Tachicardia – ipertensione
Convulsioni
muscarinici
nicotinici
SINDROMI COLINERGICHEpromemoria…
S ALIVATION
L ACRIMATION
U RINATION
D EFECATION
G ASTROINTESTINAL
E YE FINDINGS
SINDROMI COLINERGICHE
INSETTICIDI ORGANOFOSFORICI
FUNGHI (a breve incubazione)
FARMACI PER MIASTENIA
GAS NERVINO
LYCOPODIUM
SINDROME SIMPATICOMIMETICA
Dovuta alla stimolazione del sistema nervoso autonomo simpatico, analoga a quella delle catecolamine
SINDROME SIMPATICOMIMETICA
SEGNI
SINTOMI
Iperreflessia
Allucinazioni
Convulsioni - Coma
Midriasi
Orripilazione; Sudorazione
Iperpiressia
Ipertensione; Tachicardia
SINDROME SIMPATICOMIMETICA
CAUSE
COCAINA
AMFETAMINE
ECSTASY
DECONGESTIONANTIEFEDRINA
PSEUDOEFEDRINA
INTOSSICAZIONE DA FUNGHI
SINDROMI A BREVEINCUBAZIONE
Sindrome neurotossica Anticolinergica
Sindrome neurotossica Colinergica
Sindrome enterotossica
SINDROMI A BREVEINCUBAZIONE
Sindrome neurotossica
anticolinergica
Sintomi
1. Fase di latenza (30’ - 4 ore)
2. nausea–vomito-agitazione – midriasi-delirio-convulsioni-coma
Terapia Gastrolusi+CVA+purgante
Benzodiazepine – Fisostigmina (?)
SINDROMI A BREVEINCUBAZIONE
Sindrome Neurotossica Colinergica
Sintomi
1. Fase di latenza (30’ – 2 ore)
2. scialorrea-sudorazione-lacrimazione-miosi-diarrea
Terapia decontaminazione
eventualmente Atropina 0,01 mg/kg
ATROPA BELLADONNA
Sindrome anti-colinergica e altro
materiale didattico riservato 132
Alcaloidi
Atropina Hyoscyamina Scopolamina
C17H23NO3 C17H23NO3 C17H21NO4
Componenti attive
Neurologia
Tra i molti sintomi che, nel tempo, sono stati descritti, occorre evidenziare l’azione diretta sul sistema nervoso centrale.
In un caso di ingestione accidentale della pianta, peraltro su un soggetto in buona salute, si manifestò un quadro clinico molto simile al delirium tremens, accompagnato a contrazioni miocloniche e segni di coinvolgimento extrapiramidale, che suggerivano l’inizio di una demenza subacuta
materiale didattico riservato
Psichiatria
In una intossicazione collettiva di 9 ragazzi, che avevano ingerito un infuso di belladonna, oltre ai ben conosciuti sintomi anticolinergici, si manifestarono stati di delirio e allucinazioni visive, per una dose stimata intorno ai 3 mg/persona di atropina.
In effetti, i seri avvelenamenti con la pianta determinano conseguenze, che possono facilmente essere confuse con una psicosi delirante acuta, o addirittura con il quadro clinico di un danno cerebrale post-traumatico.
materiale didattico riservato
Un caso
Un uomo di 36 anni si presentò al pronto soccorso oftalmico per offuscamento della vista, scotomi, disorientamento, perdita dell’equilibrio e agitazione, che duravano da 24 ore.
Alla visita si riscontrò midriasi e paresi dell’accomodazione.
Sospettando una intossicazione anticolinergica, i medici appresero dal paziente, che aveva assunto delle bacche di mirtillo, le quali, in realtà, altro non erano che atropa belladonna, come ebbe modo di constatare, mediante fotografie della pianta e dei suoi frutti.
materiale didattico riservato
Altri casi
• Una donna di 52 anni, dopo un ingestione accidentale di bacche della pianta, manifestò, oltre al ben noto stato confusionale, anche difficoltà nel deambulare, disfagia e disartria.
• Un bambino di 3 anni, invece, manifestò vomito, difficoltà a deambulare e temperatura corporea elevata (39°), con agitazione, cute calda e arrossata e pupille dilatate.
• Il quadro classico, è evidente, di una forma molto simile alla scarlattina.
materiale didattico riservato
Goodman & Gilman
Antagonista competitivo di acetilcolina e agonisti muscarinici (blocco secrezioni di ghiandole esocrine, ms, liscia e cardiaca, gangli e neuroni intramurali)
Dosi subterapeutiche: forte eccitazione del vago
Dosi terapeutiche: effetto vagolitico (tachicardia, per M2 blocco, secchezza mucose, per M1)
Dosi tossiche: irrequietezza, disorientamento, irritabilità, allucinazioni, delirio
Dosi eccessive: depressione, collasso, arresto della respirazione
materiale didattico riservato
Farmacodinamica
5 sottotipi muscarinici
Differenti distribuzioni tissutali, associati a:
M1 recettori: CNS
M2 recettori: CNS e cuore
M3 recettori: ghiandole salivari
M4 recettori: cervello e polmoni
Differente affinità per differenti recettori
Recettori Ach
Sindrome anti-colinergica
Sindrome anti-colinergica centrale
Delirium (iperattivo o ipoattivo)
Convulsioni
Sindrome anti-colinergica periferica
sete, bocca secca, pupille dilatate, tachicardia, flusso al volto, svuotamento gastrico rallentato e diminuita peristalsi, secchezza della pelle, ipertermia, ritenzione urinaria.
Delirium anti-colinergico
Stato confusionale acuto
Blocco dei recettori muscariniciFarmaciallucinogeniPiante
Fisostigmina antidoto