TRANSFERT E CONTROTRANSFERT

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Due concetti cardine della psicologia dinamica: Transfert e Controtransfert. Cosa sono e come agiscono in seduta.

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"sviluppo di un atteggiamento emotivo da parte delpaziente verso l'analista, sotto forma sia di una

reazione affettuosa (positiva) sia d'una reazione ostile(negativa); tale atteggiamento deriva in un caso

enell'altro dalle relazioni anteriori del paziente verso

unodei genitori, e non dalla situazione analitica attuale"

(Warren)

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meccanismo per il quale ogni individuo tende a spostare schemi di sentimenti e pensieri relativi a una relazione significativa passata su una persona coinvolta in una relazione interpersonale attuale;

variazione della proiezione, con una vastita’ maggiore;

presente in ogni tipo di relazione interpersonale, ma il trattamento analitico è la sede elitaria per il dispiegarsi di questo, dato che in tale contesto prevede una sua elaborazione.

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processo inconscio: il soggetto non comprende completamente da dove originino tali emozioni, sentimenti e pensieri (processo regressivo);

utilizzato a fini terapeutici: comprendere il mondo interno, i vissuti del pz ed elaborarli nel percorso terapeutico;

reciprocita’: in questo gioco di forze emotive ed affettive anche l'analista è pienamente coinvolto (v. controtransfert);

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All’inizio Freud era convinto che l’analista fosse una sorta di scienziato che doveva prendere distacco dai pz per comprendere cosa accadeva dentro di loro stanza di analisi come stanza di laboratorio in cui l’analista seziona ciò che il pz porta.

neutralità dell’analista

Freud elaborò gradatamente il concetto di transfert partendo dalla nozione di spostamento dato che il paziente sposta sul terapeuta i propri conflitti intrasoggettivi, residui delle relazioni vissute nell‘infanzia (transfert come conseguenza della rimozione).

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1895 descrive il transfert come una resistenza: un ostacolo responsabile di intralciare lo stabilirsi della relazione di confidenzialità necessaria al trattamento

“tra gli ostacoli che possono incontrarsi nel trattamento non ci sono solo quelli relativi al contenuto della seduta ma anche quando è turbato il rapporto tra pz e medico e questo è l’ostacolo peggiore che si possa incontrare.

Tuttavia si avrà a che fare con esso in ogni analisi piuttosto seria”Freud, 1895

1905, attraverso il caso Dora scopre il carattere ripetitivo del transfert;

A partire dal 1912 inizia ad essere considerato un fenomeno clinico e ad essere interpretato e utilizzato come un indispensabile strumento terapeutico che permette di eliminare la resistenza scoprendola e mostrandola al pz e di effettuare quella sostituzione dell’inconscio con il conscio che per Freud è il fondamentale obiettivo terapeutico;

transfert positivo o negativo in base alla qualità del sentimento prevalente che può essere affettuoso od ostile.

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In ogni trattamento analitico si stabilisce, senza alcun intervento del medico, una intensa relazione emotiva del paziente nei confronti dell’analista, relazione che i dati di fatto reali non giustificano in alcun modo. Questa relazione, che per brevità chiameremo “traslazione”, prende ben presto nel paziente il posto del desiderio di guarire, e finché è affettuosa e misurata, essa rappresenta un sostegno per il comune lavoro analitico. In seguito, quando assume le caratteristiche della passione o si converte in ostilità, diventa il principale strumento della resistenza. Può accadere allora che il paziente cessi di produrre associazioni mettendo in pericolo il risultato del trattamento. Voler eludere questo fenomeno sarebbe comunque insensato: non c’è analisi senza traslazione. Tuttavia non si deve neppure credere che l’analisi crei la traslazione e che questa compaia solo in essa. L’analisi non fa altro che rendere palese e isolare la traslazione, la quale è un fenomeno universalmente umano, che decide delle sorti di qualsiasi influsso medico e addirittura stabilisce il suo dominio su tutte le relazioni che gli individui hanno con i loro simili. Ad opera dell’analista la traslazione viene resa cosciente al malato, e viene risolta quando si è riusciti a persuadere quest’ultimo che nel suo comportamento, determinato dalla traslazione, egli riesperimenta relazioni emotive che derivano dai suoi investimenti oggettuali più remoti e appartenenti al periodo rimosso della sua infanzia.

S. Freud, Autobiografia, 1924 (vol. 10 pagg.109-110)

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… questo strano amore prescinde da tutti i fattori della realtà ed è indipendente dall’aspetto, dall’età, dal sesso e dallo stato civile dello psicoanalista … nella situazione analitica si verifica regolarmente senza che sia dato trovarne una spiegazione razionale.La nostra tesi, che alla base della nevrosi stia una parte di vita amorosa deviata in modo anormale, viene confermata in modo inequivocabile da una tale esperienza.Il paziente ripete, sotto forma di innamoramento per l’analista, accadimenti psichici che ha già vissuto una volta nel passato; ha trasferito sull’analista atteggiamenti già latenti in lui, e che sono intimamente connessi con l’origine della sua nevrosi. Ripete sotto i nostri occhi anche le sue passate reazioni di difesa, e tenderebbe a riprodurre, nei suoi rapporti con l’analista, tutte le vicende di quel dimenticato periodo della sua vita. Ciò che in tal modo egli ci rivela è il nocciolo della sua storia intima; egli dunque riproduce, in una forma intuibile, attuale, in luogo di ricordare.[Il nevrotico ha vissuto il modello originario del suo amore di traslazione] nell’infanzia, e in genere nei suoi rapporti con uno dei genitori.

S. Freud, Il problema dell’analisi condotta da non medici, 1926 (vol. 10 pagg. 392-394)

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Si passa da …una concezione iniziale del transfert che lo

considerava come un qualsiasi altro sintomo che si frapponeva come un ostacolo alla normale relazione terapeutica;

A … una concezione che, senza smentire la prima,

ne coglie l‘aspetto positivo ai fini della terapia:

“… è il più potente ausilio del trattamento e sostiene, nella dinamica del processo di

guarigione, una parte cui non sarà mai dato troppo rilievo.“

(1922a, p.450)

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a. T come conseguenza della rimozione: la situazione analitica fornisce alle tendenze e alle fantasie rimosse un materiale sul quale può attualizzarsi.

(Freud, "Dinamica del transfert“)

b. T come automatismo di ripetizione: ripetizione di modalita’ relazionali legate

alle prime esperienze di vita.(Freud,"Al di là del principio del piacere“)

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Per Freud la situazione psicoanalitica pone le premesse per il sorgere della “nevrosi di transfert”

La nevrosi di transfert si presenta come lo specifico terreno della cura analitica e la sua interpretazione costituisce l’arma decisiva di cui l’analista dispone nella battaglia contro la nevrosi.

“Il transfert fa si che il pz scorga nel medico il ritorno di una persona importante del suo passato e

trasferisca quindi su di lui sentimenti e reazioni derivanti dagli antichi impulsi amorosi”.

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Il transfert rappresenta un ponte tra l’inconscio che abita in ciascuno di noi e l’inconscio che abita nell’altro.

In Osservazioni sull’amore di traslazione (1914) Freud sostiene che il transfert opera in analisi un trasloco: dalle indagini del passato alla diretta del presente. Il presente dell’analisi chiama in causa la relazione tra persone.

Sempre nel 1914, nel saggio Sull’amore di transfert emerge prepotentemente il problema della personalità dell’analista nel coinvolgimento con il pz …

Che fare?Corrispondere? No, si butterebbe via tutto.

Glissare? No, sarebbe come evocare uno spirito per lasciarlo ritornare nell’aldilà senza neppure interrogarlo.

Offrire un’interpretazione storica del transfert? Inutile, in certe circostanze il pz non ci sente.

Per Freud la cornice dell’analisi, l’arredo della cura, produce transfert;

Ammonisce gli analisti più giovani a non scambiare per farina del loro sacco ciò che spetta di diritto al

transfert, alla riedizione di un mondo emotivo scomparso

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Transfert come “rivelatore” delle relazioni oggettuali dei primissimi anni di vita che il paziente non può ricordare, ma che possono essere ricostruite proprio a partire dalle relazioni di transfert del paziente.

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espressione di tendenze psichiche che chiedono di essere analizzate.

“l‘intensità della relazione transferale corrisponde sempre all‘importanza dei suoi contenuti per il soggetto …“ (1935a, p.134).

proiezione che ha la sua radice “… in un inconscio attivato che ha bisogno di esprimersi. L‘intensità del transfert corrisponde alla significatività del contenuto proiettato …“ (1935a, p.142-143).

Importanza della restituzione del contenuto trasferito sul terapeuta

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FUNZIONE tentativo di capire l‘esperienza attuale del paziente in rapporto allo psicoterapeuta (comprese le sue fonti verosimili nel qui ed ora), così che le fonti dell‘esperienza passata, i desideri e i conflitti possano essere chiariti e resi più consci e si arrivi ad un‘integrazione flessibile del passato e del presente.

Le ripetizioni di esperienze emotive passate che si attivano nel transfert possono diventare un elemento terapeutico grazie all‘atteggiamento del terapeuta stesso, che aiuta a prendere coscienza del meccanismo di ripetizione.

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Dal punto di vista tecnico possiamo distinguere due

momenti nell'interpretazione del transfert:

a) il momento dinamico che mette in evidenza quello che succede attualmente nella situazione analitica; cioè la natura e la motivazione degli atteggiamenti nella situazione analitica

Interpretazione nel transfert

a) il momento genetico, nel quale l’interpretazione può mostrare quale passato si attualizza nella situazione analitica (predire il passato dal presente)

Interpretazioni di transfert

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La parte dinamica dell'interpretazione permette spesso

l'affiorare di ricordi sulla base dei quali è possibileformulare l'interpretazione genetica.

Lo scopo dell'interpretazione di transfert è che il paziente

passi dalla ripetizione di atteggiamenti e sentimenti dei

quali non avverte l'inadeguatezza, a prendere coscienza

del loro ripetersi, fino al ricordo di quello che è avvenuto nel passato, ed era stato

rimosso.

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Nella reazione terapeutica negativa, alla ripetizione del passato traumatico non segue alcuna elaborazione (come accade nell’evoluzione normale del transfert): solo ripetizione dopo ripetizione, nessun tentativo di legare i pezzi.

Costringe l’analista a interpretare un determinato ruolo, ad assumere un contro atteggiamento rifiutante.

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Pz: giovane donna di 30 anni.

“La notte scorsa ho sognato che suo marito mi apriva la porta.

Aveva un viso terribile, come se avesse bevuto; era vecchio e brutto …“.

Trasferimento sulla terapeuta del rapporto simbiotico con la

madre.

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CONTROTRANSFERT

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Reazione del terapeuta al transfert del paziente.

"l’esperienza che l’analista ha del paziente" (Rocchi).

Cosa distingue il CT dal transfert?

consapevolezza da parte del terapeuta, delle implicazioni soggettive,

proiettive, dei sentimenti attivati nei confronti del paziente nel rapporto psicoterapeutico.

Controtransfert

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Consapevole delle dinamiche trasferali e controtrasferali;

Sensibile al racconto del paziente, al suo vissuto emotivo, capace di instaurare con lui una buona relazione di fiducia e scambio reciproco;

Empatico consente al paziente di sentirsi compreso e accolto e allo psicoterapeuta di comprendere lo stato d’animo del paziente.(Il mio inconscio risuona ai contenuti dell‘inconscio del paziente).

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Sperimentare i sentimenti di un‘altra persona;

Partecipazione rispetto alla qualità, non all‘intensità dei sentimenti, alla loro natura;

Diverso da simpatia perché non contiene l‘elemento del dolersi insieme o dell‘essere d‘accordo.

Cercare di capire per mezzo del sentimento;

Diverso dalla proiezione, cioe’ un processo psichico che consiste nell‘attribuire ad altri alcuni sentimenti che sono propri.

L‘empatia si fonda sull‘introspezione che permette di percepire se stessi, di tracciare i confini della propria personalità e riflettervi criticamente (importanza dell’analisi personale).

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1909: prima definizione di "controtransfert" ("Gegenubertragung"): «insorge nel medico per l’influsso del paziente sui suoi

sentimenti inconsci» (Freud)

Origine di questa controtraslazione rintracciabile in qualche conflitto inconscio non risolto. “Controtransfert" come una lacuna ("macchia cieca") da parte dell'analista, che ostacola l'analisi (Freud).

1937, Freud, Analisi terminabile e interminabile: non solo il pz pone ostacoli alla guarigione ma anche l’analista; ci sono caratteristiche della personalità dell’analista che interferiscono negativamente.

Grazie ad una corretta interpretazione del sentimento di "controtransfert" è possibile recuperare informazioni sulle dinamiche profonde del paziente, altrimenti, difficilmente reperibili (Jung).

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Heimann: l'analista non deve difendersi dai sentimenti che prova nei confronti del paziente e quindi deve instaurare una libertà interiore, controllandosi solamente nelle comunicazioni effettuate con l'analizzando, dato che si tratta di una situazione asimmetrica;

Racker: fenomeno controtransferale come interprete ed oggetto dei processi inconsci, tramite i quali sia l'analista sia il paziente divengono un oggetto interno al loro interlocutore.

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Baranger: terapia come campo bipersonale, sede delle proiezioni e introiezioni incrociate e delle controidentificazioni fra analista e paziente. Il paziente tende a regredire e l'analista assume il ruolo genitoriale mediando i bisogni del malato.

Winnicott: per fornire un ambiente sicuro al pz e svolgere al meglio il lavoro interpretativo, il terapeuta deve analizzare le sue emozioni, sfruttare fino in fondo il "controtransfert" per rendere unica e originale ogni analisi e migliorare la comprensione del paziente.

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Il CT è spesso dovuto all’azione di parti scisse e proiettate della personalità del pz, successivamente operanti attraverso i sentimenti e le fantasie dell’analista

Dapprima ostacolo, e comunque reazione, il CT diventa poi una confugurazione relazionale creata in modo congiunto e persino uno strumento clinico.

Bollas, 1983.

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Racconto dell’ideazione suicidaria del paziente in seduta

Il terapeuta si sente molto colpito (sogni) e percepisce una sensazione di eccessivo allarme rispetto al racconto del paziente

In supervisione, emerge dall’esperienza personale del terapeuta un nodo irrisolto rispetto alla perdita di un suo caro (morto suicida).

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