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Introduzione di Massimo Intropido 7

Leonardo Gioacchini 11

Igor Boggio 55

Pasquale Carbone 71

Nicola Assiso 83

Alberto Ravina e Marco Lascala 105

SOMMARIO

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Esistono (non molti a dire la veri-tà) in commercio libri scritti datop trader italiani che illustrano latecnica dell’autore in maniera piùo meno esaustiva e compiuta. Nonesisteva però un unico testo cheracchiudesse l’esperienza di ben seitop trader italiani. E che trader!Igor Boggio il cui metodo unisce,in maniera mai vista prima d’ora,efficacia e semplicità. Pier NicolaAssiso, un trader la cui capacitàoperativa ed espositiva vannomeravigliosamente a pari passo. Pasquale Carbone, affer-matosi in breve tempo ed estremamente eclettico. AlbertoRavina e Marco Lascala, un’accoppiata esplosiva, i cuiprofitti ultimamente sono decollati vertiginosamente. Edinfine Leonardo Gioacchini, lo scalper più famosod’Italia, l’inventore del celeberrimo ScalpingDinamico. Operare con i Trader Master è dunque un’ope-ra unica e, probabilmente, anche irripetibile, poiché nasceda una squadra di trader estremamente affiatata, da seiuomini ai quali vige un grande rispetto ad una grandestima. È noto, infatti, quanti trader soffrano del comples-so della primadonna. Ma questo male non affligge certo imagnifici sei di Operare con i Trader Master.

Operare con i Trader Master è dunque qualcosa in piùdi un semplice libro di trading, è un vero e proprio circo-

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INTRODUZIONEdi Massimo Intropido*

*> Classe 1967.Fondatoredi Ricerca Finanza.Nel 2003ha fondatoRicerca Finanza,per portareal mercato finanziarioitaliano un metodoed una competenzanuovi, affidabili edaccessibili.E’ ospite ed ideatoredi importantitrasmissionifinanziarieradiofonichee televisive

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lo del trading in cui sei maestri svelano in maniera sempli-ce i propri segreti a chi voglia davvero imparare quest’artenon facile, ma estremamente affascinante ed appagante.Sono certo che il libro avrà grande successo e che moltirisparmiatori ed aspiranti trader saranno felici averlo lettoma, soprattutto, saranno grati ad Igor Boggio, Pier NicolaAssiso, Pasquale Carbone, Alberto Ravina, Marco Lascala eLeonardo Gioacchini per aver avuto il desiderio di aprirsi atutti coloro che amano e che sono fortemente interessati aimercati finanziari.

Chi poi avesse desiderio di approfondire ulteriormen-te le tematiche qui trattate, potrà rivolgersi agli autori,scrivendo su:

[email protected] imparare direttamente da loro, frequentando

una delle trading room dove, ogni giorno, aiutano altriaspiranti trader a diventare dei professionisti dei mercati.

Introduzione

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1.1 PREMESSADopo oltre 8 anni di insegnamen-to, una delle mie più grandi soddi-sfazioni è senz’altro avere riscon-tro del successo professionale dialcuni dei miei allievi, come adesempio Alberto Ravina e MarcoLascala, ora diventati trader pro-fessionisti, come Nicola Monti,che ha perfezionato da solo alcuniaspetti della tecnica, rendendomipartecipe delle conclusioni opera-tive raggiunte.Certo, i primi due hanno un meri-to maggiore, non avendo benefi-ciato di un corso vero e proprio:nel loro caso è bastato solo seguir-li nella mia chat (www.scalpingweb.it)per qualche mese ed instradarlinella giusta direzione, ed alla fineil loro talento è venuto fuori; inol-tre, risalendo il loro “apprendista-to” ad oltre 6 anni fa, non hannopotuto beneficiare dei migliora-menti che ho apportato ai metodidi insegnamento della tecnica (edalla tecnica stessa), e se oggi sonocosì virtuosi lo si deve soprattutto

Leonardo Gioacchini è stato ilprimo teorizzatore in Italiadello Scalping Dinamico,metodologia innovativa che sicontraddistingue per l'elevatonumero di operazioni giorna-liere e per la stabilità dei risul-tati che essa consente di otte-nere. All'età di soli 23 anni(2001) viene notato da.Eptatrading (una delle S.I.M.più attive nel trading online inquel periodo) dove, nonostan-te ancora giovanissimo, gliviene offerto di insegnare.

I suoi corsi si distinguono subi-to da quelli degli altri colleghi,svolgendosi tutti a mercatiaperti e con denaro reale, ediventa sempre più conosciutograzie all'elevata percentualedi operazioni positive intradayche la sua tecnica gli consentedi conseguire.Incoraggiato dagli ottimi risul-tati di alcuni allievi, decide discrivere il suo primo libro(Scalping Dinamico) che verrà

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LEONARDO GIOACCHINI

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alle capacità oggettive che possie-dono. Nicola Monti è invecematurato attraverso un percorsoformativo mirato, che ne hapotenziato le capacità di base (giàsopra la media) in modo esponen-ziale, e che gli ha consentito diottenere dei risultati impensabilifino a poco tempo fa: non solo haimpiegato appena 4 mesi adapprendere pienamente la meto-dologia da me insegnata, ma addi-rittura è riuscito a traslarla effica-cemente su titoli meno liquidi(prima di lui lo ScalpingDinamico poteva essere applicatosolo al paniere principale).

Nonostante tali soddisfazioniprofessionali, non posso sottrarmidal fare un bilancio più generalesulla riuscita della mia attività diinsegnante che, nello specifico, sipuò tradurre in quanti di quelliche hanno partecipato ad un miocorso sono poi effettivamentediventati scalper professionisti.

Se da un lato devo ammettereche solo una piccola parte(rapporto indicativo di 3 a 10) hasuccessivamente sviluppato unacorretta metodologia operativa,

Premessa

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pubblicato da Trading Libraryl'anno seguente: il successo dellibro è immediato in quanto è ilprimo testo in italia ad approc-ciare seriamente lo scalping.Insieme al collega ed amico Federico Conte ipotizza perprimo la realizzazione di unaserie di trading room, sumodello americano, dirette damaster di sala da lui stesso for-mati.

Seguono numerose collabora-zioni con S.I.M. ed altre istitu-zioni del settore, tra cui la piùimportante è senz'altro quellacon Intesatrade, che organizzaper lui in italia una serie diseminari e Master volti a farconoscere a tutti i clienti la suametodologia vincente: impor-tante il suo contributo allo svi-luppo della piattaforma pro-prietaria T3 ( a lui si deve l'in-troduzione del time and salecomposto in alternativa a quel-lo semplice, inutile nello scal-ping).Insieme ad Intesatrade realizzaanche il primo DVD sulloScaping Dinamico, che graziead animazioni in computergrafica e all'inserimento dioperazioni reali sul mercatomira a formare a distanza iltrader sia dal punto di vistateorico che pratico.

In seguito, insieme alla suacommunity , inizia a collabora-re con due importanti SoftwareHouse per lo sviluppo di piat-taforme idonee allo scalping(rispettivamente Easytradedella It Software, e Sphera

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dall’altro non posso non rifletteresul fatto che diversi fattori hannoconcorso alla determinazione ditale risultato:

1. Impossibilità di applicarepreventivamente criteri di ido-neità

Il fatto di non potere sele-zionare a priori gli allievi primadella loro effettiva partecipazio-ne al corso, ha permesso di iscri-versi anche a persone non pret-tamente idonee, ovvero conun’età superiore ai 50-55 anni, omagari anche giovani ma conpoco tempo a disposizione perimparare la tecnica.

2. Difficoltà oggettiva dellatecnica

Il fatto che lo ScalpingDinamico sia una metodologiache consente di guadagnarecostantemente sul mercato,indipendentemente dall’anda-mento di quest’ultimo, e che lasua applicazione, una voltaappresa avvenga quasi incon-sciamente (quindi senza eccessi-vo sforzo), non significa che siaanche facile da imparare.

3. Durata del master

LeonardoGioacchini

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della Kline Consulting).Nel2004 entra a far parte delcorpo docente di ScalpingSchool insieme ad AngeloCiavarella e Stefano Fantom,instaurando un confronto pro-duttivo che lo porterà rifletteresulla possibilità di sviluppareuna tecnica di scalping menofrenetica e più ragionata.Iniziaanche una collaborazione conNuovi Investimenti, una S.I.M.che si distingue per offrire ser-vizi avanzati sia a professionistiche a trader retail.

L'anno seguente lascia ScalpingSchool e fonda TradeMagazine (www.tmagazine.it), ilprimo mensile di speculazionefinanziaria in italia, alla cui rea-lizzazione concorrono i miglioritrader in Italia : grazie alla qua-lità dei contenuti ed a collabo-razioni importanti (MilanoFinanza,Il Sole 24 Ore, TradingLibrary etc etc) la rivista rag-giunge velocemente una diffu-sione massiva, potendo conta-re dopo appena pochi mesi dallancio su oltre 50.000 lettori.

Prosegue inoltre nella forma-zione affinando le tecnichedidattiche al fine di migliorarele tempistiche di apprendimen-to basandosi soprattutto sul-l'esperienza maturata (in 5 anniha formato più di 850 trader):di questi non tutti però riesconoa raggiungere risultati apprez-zabili, evidenziando la necessi-tà di una nuova metodologiaoperativa da affiancare alloScalping Dinamico, che, puressendo una tecnica ormai

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Per apprendere una professio-ne che produce uno stipendiocomunque inferiore ai 5000 euro,servono (e spesso non basta) diver-si anni di università, mentre iodevo riuscire in meno di una setti-mana a gettare le basi di una pro-fessione (lo scalper), il cui espo-nente meno medio guadagna perlo meno 10.000 euro al mese

4. Impegno insufficienteLa maggior parte delle perso-

ne che si iscrive ad un corso discalping, ritiene probabilmenteche il solo fatto di aver pagato, glida diritto ad acquisire automatica-mente tutte le nozioni, e questosenza prendere appunti, senzainteragire con il docente, e talvol-ta pure dormendo.

Per ovviare agli ultimi tre deipunti descritti sopra (o comunqueper limitarne l’incidenza), da unpo’ di tempo metto a disposizionedegli allievi un periodo post corso(del tutto gratuito), durante ilquale continuo a seguirli (attraver-so successivi incontri, o utilizzan-do tecnologie innovative come lavideoconferenza): ciò è utile siaperchè non fa sentire l’allievo

Premessa

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affinatissima e collaudata, nonsi rivela adatta a tutti , richie-dendo riflessi pronti e predi-sposizione mentale.Nel 2006 nasce finalmente ilSoft Scalping (in realtà speri-mentato e perfezionato nei dueanni precedenti ma presentatoalla stampa del settore solodopo la buona riuscita delprimo corso sperimentale,svoltosi nel Luglio 2006).

Nel 2007 viene eletto presidente dell'Assotrader( w w w. a s s o t r a d e r. c o m ) , la prima associazione in Italiache difende i diritti dei trader edei risparmiatori on-line. cari-ca che ancora detiene.

Nello stesso anno diventaTrader Master nella tradingroom milanese di NuoviInvestimenti: per la stessa SIMsvolge anche attività di inse-gnamento nella TradingAccademy, e di dimostratorenegli eventu pubblici.Nel 2009 linterrompe la colla-borazione con N.I. SIM e sidedica allo sviluppo di unametodologia ibrida che grazieall'utilizzo coniugato dell'analisidel book (utilizzata nelloScalping Dinamico), e del-l'analisi reattivo-qualitativa(propria dell Soft Scalping ),consente di isolare ed identifi-care finalmente le fasi dimacro-accumulazione e macro-distribuzione ad opera deigradi operatori e degli istituzio-nali: nasce il TradingArmonico.

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solo, sia perchè il più delle volte contribuisce a recuperare tuttele lacune nozionistiche che si accumulano durante lo svolgi-mento del master. Inoltre, tutti i partecipanti vengono dotati diuna particolare piattaforma (DEMO), uguale a quelle reali inogni funzionalità, che riesce a simulare perfettamente il merca-to, integrandosi passivamente con esso e ricreando così virtual-mente la possibilità di operare: in questo modo l’allievo nondovrà scontrarsi sin da subito con il mercato reale e con l’og-gettivo problema delle commissioni, ma potrà preventivamen-te allenarsi.

Nonostante tali accorgimenti hanno sensibilmente incre-mentato il numero di neo scalper che raggiungono poi la neces-saria stabilità operativa, rimane il problema che non tutti sonoadatti a questa tecnica.

Proprio per consentire a chiunque di beneficiare dei van-taggi dello scalping, ho sviluppato negli ultimi 2 anni una tec-nica completamente nuova e complementare, denominataSoft Scalping.

Il suffisso “soft” non deve assolutamente far pensare peròad una metodologia di serie b, poichè sta solo ad indicare unapproccio meno aggressivo e frenetico al mercato: i risultatioperativi sono solo leggermente al di sotto a quelli ottenutidallo Scalping Dinamico, ma visto il numero estremamenteinferiore di eseguiti necessari (in media 15, contro un minimodi 50 dello scalping dinamico), e tenuto conto che il soft scal-ping può essere imparato praticamente da chiunque, essi assu-mono senz’altro maggior rilievo.

Il corso di Soft scalping mi è utile inoltre nella selezione deipartecipanti l’unico master in scalping dinamico che svolgo ognianno (per 10 persone), a cui ora ha accesso solo chi possiede giàuna discreta esperienza di scalping classico o di soft scalping.

LeonardoGioacchini

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In questo libro purtroppo parlerò principalmente diScalping Dinamico, dando solo alla fine una descrizione som-maria del Soft Scalping: in realtà difficilmente pubblicherò infuturo un testo su quest’ultima metodologia, preferendo tra-smettere di persona i suoi fondamenti, durante uno dei 4 corsiche svolgo ogni anno.

Tale scelta è dovuta proprio all’efficacia della tecnica edalla sua assoluta replicabilità da parte di sistemi automatici: untesto che ne rivelasse i “segreti”, sarebbe una guida perfetta pertutti quei programmatori che si dilettano a sviluppare tradingsystem.

Purtroppo quando una certa tecnica è applicata contem-poraneamente ed in modo sistematico da una moltitudine dioperatori (automaticamente o manualmente a seconda deicasi), essa con il tempo cessa di funzionare: con lo scalping dina-mico invece non corro questo pericolo, visto che la sua auto-matizzazione è praticamente impossibile, e che il numero dipersone che possono apprenderne i fondamenti da questo capi-tolo (che presenta un riassunto della tecnica), o dal prossimovolume che pubblicherò, per quanto relativamente elevatopossa essere, non sarà mai tale da poter incidere sensibilmentesu titoli liquidi.

Uno dei vantaggi del Soft Scalping, è che rispetto allo scal-ping dinamico consente di operare anche su titoli sottili, oltreche su quelli dell’SPmib40 (unico “terreno” in Italia dove sipuò muovere lo scalper dinamico).

Le nozioni di Scalping Dinamico fornite di seguito, costi-tuiscono comunque una base nozionistica necessaria al SoftScalping, rendendo così utile la lettura di questo capitolo anchea chi desiderasse in futuro approfondire tale metodologia.

Premessa

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1.2 PERCHÈ LO SCALPINGL’estrema volatilità dei mercati finanziari, unita alla oggettivaimprevedibilità che essi manifestano, rende la gestione dei pro-prio portafoglio (temine con il quale viene indicato l’insiemedegli strumenti finanziari acquistati) estremamente difficile, ecomunque nella maggior parte dei casi con risultati altalenanti.

Ecco perchè la maggior parte dei risparmiatori preferisceaffidarsi ad istituzioni come banche o Sim per farsi consigliarein merito: purtroppo anche qui risultati sono nella maggioran-za dei casi discutibili, in quanto o non allineati con le aspettati-ve, o addirittura inferiori ali benchmark di mercato.

D’altronde, una gestione autonoma degli investimenti,anche se portata avanti con conoscenze adeguate, può rivelarsiestremamente rischiosa: i mercati finanziari (vedi crollo del2000) hanno già dimostrato di essere assolutamente imprevedi-bili, e anche i titoli con i migliori fondamentali possono cede-re sotto il peso di un crollo generalizzato.

Risulta quindi evidente che l’unico approccio possibilerimane quello speculativo, attuato tramite l’acquisizione di unatecnica di trading efficace.

Esistono numerose metodologie operative (ovvero delletecniche) che consentono ai privati di approcciare il mercatoper cercare di trarne profitto, ma quelle che hanno dimostratodi ottenere i risultati più stabili e sistematici, tanto da poteressere praticate in sostituzione di una vera e propria professio-ne, sono quelle basate su una drastica riduzione del time frameoperativo. Per “ridurre il timeframe operativo” si intendeessenzialmente diminuire la durata di ogni singola operazionedi compravendita, così da aumentare le probabilità che la pro-pria previsione sul mercato si riveli esatta. Proprio come èimpossibile sapere con esattezza che tempo farà fra 3 giorni ,

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IL BOOK

Per lo scalper l’analisi del book (vedere box) rimane un’attività imprescindibile al fine di:> individuare con precisione i punti di ingresso ed uscita> definire il timing operativo> definire la probabilità che la prossima micro-oscillazione avvenga in un

verso o nell’altro> decidere se un dato livello di supporto o resistenza sia sfruttabile preferibil-

mente come punto di appoggio per un’entrata a ridosso in direzione contraria adesso (il livello probabilmente reggerà), o come punto di break- out (il livello proba-bilmente cederà)

> Individuare inefficienze (livelli non ancora consumati e gap non ancoracolmati) che possono essere sfruttati per operazioni veloci e sicure

> (solo nello Scalping Dinamico): individuare se sul titolo è in atto una fasecomulativa, distributiva, o è semplicemente in balia degli speculatori intraday: taleconsapevolezza risulta utile sia per adottare la giusta strategia operativa, ma ancheper anticipare da che parte il titolo romperà la congestione sfruttando il movimen-to esplosivo con un’importante operazione multiday.

Nonostante sia uno strumento ormai conosciuto da molti, di seguito ne ripor-terò una descrizione sommaria, utile a chi ancora non lo avesse ancora utilizzato:Il book è una maschera che presenta una matrice numerica che rappresenta ogniistante la distribuzione della domanda e dell’offerta sui 5 livelli più prossimi a quel-lo di mercato (ovvero a quello a cui è avvento l’ultimo scambio).Purtroppo i trader retail non possono visualizzare l’entità di ogni singolo ordine pre-sente su questi 5 livelli, ma solo l’entità complessiva ed il numero di proposte chela vanno a formare.

L’ immagine seguente aiuterà a comprendere meglio la disposizione dellesuddette informazioni:

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Perchè lo scalping

12.901 14,95 14,97 3.200nBid qBid Bid Ask qAsk nAsk3 14.901 14,95 14,97 3.200 11 300 14,94 14,98 9.400 11 500 14,93 14,99 18.000 21 3.938 14,92 15,00 21.684 65 24.000 14,90 15,02 513 1

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Nel book rappresentato nell’immagine troviamo:

A SINISTRAI°Livello denaro

3 persone (nBid) che vogliono comprare un totale di 14.901 pezzi(qBid) alprezzo di 14,95 (Bid) (sarebbe più corretto chiamarle proposte anzichè per-sone in quanto ogni operatore può immettere più ordini e per di più anche

al medesimo prezzo)II livello denaro

1 proposta di acquisto di 300 pezzi a 14,94III° livello denaro

1 proposta di acquisto di 500 pezzi a 14,93IV° livello denaro

1 proposta di acquisto di 3938 pezzi a 14,92V° livello denaro

5 proposte di acquisto per un totale di 24000 a 14,90

A DESTRA I livello lettera

1 proposta di vendita di 3200 pezziII livello lettera

1 proposta di vendita di 9400 pezzi a 14,98III° livello lettera

2 proposte di vendita per un totale di 18.000 pezzi a 14,99IV° livello lettera

6 proposte di vendita per un totale di 21.684 pezzi a 15,00V° livello lettera

1 proposta di vendita di 15,02 a 15,02

Noteremo subito sopra il primo livello di lettera e denaro un livello aggiunti-vo che riporta il medesimo prezzo (14,95 per il denaro e 14,96 per la lettera) mache si differenzia da esso(12901 invece che 14901) per lo meno nel denaro.

Tale livello viene in gergo chiamato “primo del primo” ed è l’unica conces-sione fatta al trader retail, che grazie ad esso potrà visualizzare in modo chiaro la

LeonardoGioacchini

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prima proposta in ordine cronologico di quelle presenti sul primo livel-lo (nell’immagine essendo il primo livello di lettera formato da un’uni-ca proposta essa viene riportata per intero nel “primo del primo”).

Conoscere la prima proposta è utile per due principali ragioni:

1. Fornisce informazioni utili alla gestione del proprio posiziona-mento all’interno del primo livello, evitando al trader di distogliere l’at-tenzione dal book quando ha un eseguito parziale per monitoraresullo stato ordini la quantità restata insoddisfatta (si potrà ricavare lastessa informazione semplicemente osservando la prima proposta delprimo livello dove è stato in parte eseguito)

2. Se un livello particolarmente carico è formato prevalentemen-te da un’unica grande proposta e questa è posizionata davanti allealtre la stessa, sarà visibile e quindi si eviterà di fidarsi del livello in que-stione (basterebbe infatti la revoca di quel singolo ordine perchè illivello perda completamente di consistenza).

Perchè lo scalping

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ma è facile prevederlo fra qualche minuto od ora, allo stessomodo sarà molto più facile fare ipotesi a breve termine sullafutura direzione di un titolo.

Nello Scalping, metodologia caratterizzata da molte ope-razioni intraday con timeframe strettissimo, tale concetto èportato all’estremo: il trader ripartirà il rischio complessivo suuna serie di operazioni, ognuna della durata massima di qual-che minuto. In Italia esistono oggi ufficialmente tre tipologiedifferenti di scalping: lo scalping classico, lo Scalping Dinamico

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LeonardoGioacchini

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ed il Soft Scalping (vedi box a pag. 50).A queste bisogna aggiungere alcune tecniche minori basa-

te su stratagemmi come il multi-posizionamento, l’operativitàbasata su spread (applicabile sui titoli sottili) e lo sfruttamentodelle sospensioni forzate (attività quest’ultima considerata ille-cita, per quanto fruttuosa).

Il problema principale quando si parla di scalping, è chespesso non si ha ben chiara la sua distinzione dal day trading:ciò è dovuto probabilmente anche al fatto che è abitudinecomune di molti, pubblicizzare i loro corsi utilizzando tale ter-minologia (che probabilmente ha un grande impatto da puntodi vista di marketing), nonostante il contenuto didattico deglistessi è talvolta ben lontano dai principi basilari insiti nello stes-so termine.

Scalping, deriva infatti dal verbo to scalp, ovvero scalpare,attività riferita allegoricamente all’usanza indiana di tagliare dinetto il cuoio capelluto del nemico sconfitto, per rubargli l’ani-ma: allo stesso modo scalpare un’azione dovrebbe significareaccontentarsi solo di raccogliere una parte dei profitti potenzia-li di un movimento.

Al di la della derivazione etimologica, fare scalping signifi-ca soprattutto trarre profitto dalle micro - oscillazioni che com-pongono ogni macromovimento del titolo .

Se vi iscrivete quindi ad un seminario di Scalping e poi viillustrano tecniche basate invece su pattern di prezzo o sumedie mobili, che vi portano a fare massimo 6 - 7 operazioni algiorno di media, e dove magari vi dicono addirittura che unavolta impostata l’operazione e messo lo stop in macchina pote-te alzarvi dalla poltrona e rilassarvi…beh, forse vi stanno inse-gnando delle tecniche valide di day trading, ma non certo loscalping!!!

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IL BOOK VERTICALE Il book verticale, come indica lo stesso aggettivo,presenta i vari livelli di prezzo, sia del denaro chedella lettera, disposti su una scala crescente, alcontrario del book orizzontale dove ciò avvienesolo scorrendo il denaro dal basso verso l’alto (lalettera invece analizzata con lo stesso sistema pre-senta valori decrescenti).

E’ curioso notare come il book verticale siaper i neofiti del trading molto più facile da appren-dere rispetto al book orizzontale, mentre presenta sempre delle difficoltà, alme-no inizialmente, per chi ha già esperienza dell’altro tipo: ciò dimostra che è solouna questione di abitudine e che quindi l’iniziale ed apparente ostilità di questonuovo strumento non deve assolutamente scoraggiare i trader dall’abituarsi adutilizzarlo in modo preferenziale. In fondo è facile notare come la linea dei prez-zi che nel book verticale segue un’innaturale “u“ rovesciata, assume nel bookverticale un’unica e più ovvia direzione. Il primo e più evidente vantaggio deri-vante dall’utilizzo del book verticale è che i livelli di prezzo mancanti (cioè queilivelli dove momentaneamente non vi sono proposte di acquisto e di vendita),saltano immediatamente ed inequivocabilmente all’occhio e questo perchè talilivelli sono riportati egualmente; sul book orizzontale invece si possono evince-re solo da un’analisi indiretta e non sempre facile.

Altro risvolto importante è che se ci si vuole posizionare su uno di questilivelli mancanti in un book orizzontale, non comparendo questi, è impossibilefarlo senza riempire manualmente la maschera di inserimento ordine, mentre inun book verticale basterà selezionare il livello di prezzo vuoto con un click edistantaneamente la nostra proposta verrà proiettata sul mercato. Nello scalpingsono praticamente innumerabili i casi dove si ha la necessità di inserirsi convelocità in un livello mancante e quindi il book verticale rappresenta un impor-tante passo avanti nell’incremento dell’efficienza operativa dello stesso scalper.

Poter vedere chiaramente ed in modo diretto i livelli mancanti sul book for-

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nisce a volte una prospettiva operativa completamente differente evitando alloscalper di interpretare il book in modo errato. L’unica oggettiva mancanza delbook verticale è il time and sales che non è integrato come nel book orizzonta-le: la maggior parte delle piattaforme consente però di accostare sulla sinistraun time and sales separato risolvendo così il problema. Alcune Software househanno poi aggiunto al book verticale delle funzionalità esclusive e proprietarie:interessante l’EasyScalp della It Software (Easytrade), che oltre ad avere unavelocità di immissione ordine praticamente non misurabile (si parla di alcunicentesimi si secondo) consente di visualizzare una speciedi book infinito: il siste-ma memorizza e riporta sul book verticale l’ ultima quantità apparsa su un datolivello di mercato quando questo rientrava ancora nei 5 visibili (da un’analisiincrociata effettuata da Tmagazine è risultato che nell’85% dei casi le quantitàriportate dall’easyscalp erano le stesse che sarebbero apparse su un book infinito).

Impossibile non menzionare il sistema sviluppato dalla Kline consulting(Sphera, Antana) che vicino ad ogni livello di prezzo del book verticale ripor-ta le quantità scambiate durante l ‘intera giornata a quel prezzo (funzionali-tà importante anche al fine di individuare i possibili livelli di supporto e resi-stenza intraday).

Al di la della tipologia, lo scalping è infatti un vero e pro-prio modus operandi, basato su operazioni di breve durata econ obbiettivi relativamente ridotti (si va dal singolo tick dialcune operazioni di scalping ai 7-8 tick del Soft Scalping).

Lo scalping, necessita inoltre della presenza continua del-l’operatore davanti al monitor, che deve essere pronto a trarreprofitto dall’operazione in qualsiasi istante (anche se il targetnon è stato ancora raggiunto) se le condizioni iniziali mutanoa sfavore, o ad applicare manualmente lo stop quando il livelloprestabilito (il motivo per il quale lo stop non può essere auto-matizzato verrà spiegato in seguito)

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Il fatto che lo scalping sia normalmente caratterizzato daun numero elevato di operazioni veloci con piccoli target nondeve però intimorire il lettore che si sentirà inizialmente piùpropenso ad approcciare metodologie meno “estreme”: unadelle caratteristiche dello scalping è che una volta acquisita latecnica, l’operatività si attua in modo naturale e quasi incon-scio, arrivando a fine giornata più riposati di chi magari hadovuto gestire un’unica grossa posizione di trading.

Inoltre, soprattutto nello Scalping Dinamico, il numero dioperazioni giornaliere e l’applicazione della tecnica stessa sonoaspetti assolutamente soggettivi: alcuni miei allievi infatti sisono attestati su una media dei 20-30 eseguiti/giorno, mentrealtri non faticano a superare la soglia dei 200: se è indicativa-mente vero che i più bravi (e la bravura nel trading si misurada quanto si guadagna) tendono naturalmente a fare molti ese-guiti, chi rimane sotto il limite dei 30 eseguiti riesce comunquead ottenere un guadagno medio sufficiente (quantificabile nelloscalping in 250-300 euro al giorno).

A chi poi voglia comunque beneficiare dei vantaggi delloscalping (costanza dei risultati, indipendenza dal trend,rischioridottissimo, etc, etc) ma desideri un’operatività più tranquilla,basata su un approccio più grafico che numerico (dove il bookriveste un’importanza minore), consiglio sin da subito di rivol-gersi direttamente al Soft Scalping.

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(IRONICAMENTE) DIAMO A CESAREQUEL CHE È DI CESARE…Quando affermo che in Italia esistono tre correnti ufficiali di scal-ping, faccio ovviamente riferimento solo alle tecniche principali,ovvero quelle che hanno dimostrato di possedere caratteristichetali da distinguersi nettamente una dall’altra: esistono ovviamen-te in circolazione docenti, che pur nelle intenzioni desiderosi dispacciare la propria metodologia di scalping come innovativa,non fanno altro che dare nomi diversi a ciò che è stato già inpassato codificato da me o da altri colleghi in testi specifici.

Ciò che biasimo è solo il tentativo, pur dal punto di vistacommerciale comprensibile, di far passare queste metodologiecome nuove o complementari, cosa che può generare confu-sione nella persone: ricordo ancora quando un mio collabora-tore mi raccontò che ad una conferenza, ascoltando due scal-per illustrare al pubblico la loro tecnica, Igor Boggio gli disseperplesso “ ma io queste cose le ho già lette da qualche parte“ e poi, poco dopo, “ma si, era nel capitolo dei Box sul libro diGioacchini!” E pensare che una delle tante rivoluzioni apporta-te dallo Scalping Dinamico è stata proprio quella di identifica-re delle bande di oscillazione all’interno della stessa giornata,riuscendo a distinguere in esse addirittura la funzione che essesvolgevano per i grossi operatori (box di accumulazione, didistribuzione, di trading): prima del 2002, data in cui è statopubblicato il libro, suddividere graficamente i movimenti intra-day in fasce, ed operare sfruttandone gli estremi per operazio-ni concatenate in sequenza (con gain di appena due o tre tickciascuna) era un concetto del tutto nuovo e futuribile in Italia.

Altre innovazioni apportate dal libro sono state:

> lo stop dinamico (una specie di trailing stop posto sulbook invece che sul grafico che consente di massimizzare ilprofitto senza aumentare il rischio di ciascuna operazione)

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> la definizione della quantità di pezzi massima e diquella ideale con la quale si può operare in un dato momen-to su un dato book in relazione al comportamento del titolo edalla composizione degli altri livelli

> l’importanza di identificare sul book i “pesci grossi”,detti altresì “Shark”,e di relazionare il proprio comportamentooperativo alle manovre istituite da essi (volte ad accumulare eda distribuire)

> lo studio del comportamento del titolo in relazione aquello del SPmib40 o dell’indice di riferimento, e l’integrazio-ne in esso del posizionamento degli ordini asteriscati e deiTON da parte degli Shark, che in casi specifici fornisce chiareindicazioni sulla loro vera intenzione e quindi sui futuri movi-menti del titolo

> l’attenzione posta su alcuni numeri che transitano sulTime and Sale e sul book in generale, riconosciuti comesegnali scambiati dai professionisti per coordinarsi fra loro.

Etc etc.Come io stesso riconosco il merito assoluto a Vernaleone

per avere, se non altro, per primo in Italia, posto l’attenzionesul book e sul fatto che esso poteva fornire informazioni impor-tanti ai fini di un’operatività di brevissimo termine, mi farebbepiacere che chi si accinge oggi ad insegnare lo scalping o ascrivere su di esso, rispetti e faccia riferimento al lavoro di ricercaed ai risultati nozionistici ottenuti da me e da altri miei colleghi.

Con questo non voglio dire che tutti questi nuovi scalpernon hanno nulla da insegnare: anzi, è possibile che alcuni diessi abbiano perfezionato ulteriormente le tecniche suddettearricchendole, personalizzandole ed aggiornandole in relazio-ne ai mutamenti del mercato.

Tale lavoro di aggiornamento è stato ovviamente in que-sti anni portato avanti anche da me e dai miei collaboratori,ed il suo frutto verrà pubblicato a brevissimo in un libro di oltre400 pagine che cercherà di codificare definitivamente ed inmodo completo l’arte dello scalping.

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1.3 LA LETTURA LINEARE DEL BOOKOriginariamente la principale differenza tra lo scalping classi-co e quello dinamico risiedeva nella modalità di lettura delbook: lineare nel primo caso, dinamica nel secondo (ho parla-to al passato in quanto ultimamente anche gli scalper classici sisono “evoluti” abbandonato la lettura lineare a favore di unametodologia ibrida, per alcuni versi simile all’approccio dina-mico).

Voglio subito premettere che se in molte mie pubbli-cazioni è abitudine fare cenno alla diversa modalità di let-tura del book attuata dalla mia scuola rispetto a quelladello scalping classico, non è certo per la mera esigenza didifferenziare formalmente le due tecniche: ciò che micostringe a questa “ridondanza informativa” è il fatto cheè proprio il tipo differente di lettura del book adottatodallo scalper dinamico, l’aspetto rivoluzionario che negarantisce il successo operativo.

Vorrei quindi che il lettore si concentrasse su questoaspetto prima di affrontare il resto, perchè è solo dalla comple-ta comprensione dell’utilità di stravolgere il modo di interpre-tare il book, che lo scalper riesce non solo ad evitare le trappo-le che quotidianamente vengono congegnate dai grossi specu-latori, ma anche di sfruttarle a proprio vantaggio.

Ma cosa significa esattamente “lettura lineare”?Come illustrato nel box a pag 18, il book è una maschera

informativa che visualizza in tempo reale la distribuzione delladomanda e dell’offerta sui 5 livelli più prossimi al prezzo discambio attuale: leggere lo strumento in modo lineare signifi-ca attribuire una valenza direttamente proporzionale a questadomanda ed a questa offerta, deducendo la futura direzione deltitolo dall’equilibrio di questi due fattori.

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Osservando il book della fig. sopra ad esempio, uno scalperclassico di vecchia scuola probabilmente comprerebbe, notandoche sul denaro vi è un livello particolarmente carico che fungeda supporto (in realtà prima di considerarlo valido osservereb-be il numero di proposte, come vedremo più avanti).

Purtroppo uno scalper cha ragionasse così attualmente,con tutta probabilità perderebbe.

Vi chiedo infatti: quante volte vi è capitato di affidarvi adun grosso supporto sul denaro, formato da diverse centinaia dipezzi e poi vederlo svanire in attimi, come se fosse fatto carta-pesta?

Ed ancora. Quante volte avete notato un titolo che,nonostante presentasse tutti i livelli di denaro estremamentecarichi(domanda elevata) e la lettera praticamente vuota (offer-ta scarsa), invece di schizzare verso l’alto come logica farebbesupporre, rimaneva inspiegabilmente immobile, ed in alcunicasi addirittura scendeva..???

Eppure concettualmente tale metodo di analisi non fa unapiega, anche perchè è risaputo che il prezzo è determinato dal-l’incrocio della domanda con l’offerta: il difetto risiede pro-prio in una disattenta lettura della famosa legge macroecono-mica da parte dello scalper classico.

Ciò che in ultima istanza fa muovere i prezzi non sonogli ordini posizionati sui vari livelli ma piuttosto quelli cheincrociano il prezzo (della domanda e dell’offerta).

La letturalineare

del Book

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15.904 8,090 8,095 237nBid qBid Bid Ask qAsk nAsk4 25.459 8,090 8,095 237 14 142.559 8,085 8,100 5.945 44 12.096 8,080 8,105 56.164 65 18.776 8,075 8,110 56.290 67 20.474 8,070 8,115 23.520 2

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Se infatti nessuno avesse la facoltà di incrociare (ovvero dicomprare direttamente dalla lettera o di vendere direttamentesul denaro), dopo un po’ di tempo ci ritroveremo con unbook estremamente carico (milioni di pezzi accumulati suivari livelli) , ma senza alcuna oscillazione di prezzo : il titoloin questione sarebbe destinato ad un’eterna immobilità.

Purtroppo, per quanto gli incroci siano importanti (nelsenso che sono la causa meccanica dell’oscillazione dei prezzi)non bisogna pensare che il time and sale (lo strumento checonsente di visualizzare gli incroci in real time) ci forniscanecessariamente indicazioni certe sulle future oscillazioni deititoli, e questo per varie ragioni, tra cui:

1. Molti degli incroci sono spesso finti: chiunque puòposizionarsi con un grosso ordine sulla lettera e poi auto-ese-guirsi, per far figurare uno scambio che in realtà non è avve-nuto (influenzando così i volumi)

2. Affermare che il prezzo è meccanicamente ed in ultimaistanza determinato dagli incroci, non significa affermare cheè chi incrocia che sa già dove andrà il mercato.

3. La maggior parte dei trader retail incrocia, e ciò di fattorende inverosimile riuscire a riconoscere se un determinatoincrocio e ad opera di una mano forte o del parco buoi…

L’unico momento in cui l’incrocio ci fornisce un’indica-zione univoca è quando si verifica il cosiddetto movimentofinale reale, ovvero quando esce da una fase di congestione (chenascondeva accumulazione o distribuzione) con un movimen-to esplosivo (le mani forti avendo esaurito le necessità cumu-lative o distributive lasciano andare il titolo nella direzione aloro favorevole, catalizzando ulteriori acquisti , non più peròposizionandosi con grossi ordini, ma incrociando loro stessi ilivelli).

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Se anche l’incrocio, che dovrebbe essere per sua stessanatura genuino(è un qualcosa di “avvenuto”) può essere falsa-to (con finti incroci), figuriamoci il book stesso, dove bastaposizionarsi con grossi ordini per far crescere apparentementela domanda e l’offerta.

Per poter distinguere i livelli veri da quelli falsi, alcuniscalper avevano pensato di affidarsi al numero di proposte pervalutare l’affidabilità di ciascun livello (un numero elevato eraper loro garanzia che il livello era formato da più persone eche quindi era reale).

Il fatto (potete sperimentarlo voi stessi) è che con unapiattaforma retail evoluta ci vogliono pochi istanti per creareun livello artificiale molto carico formato da una moltitudinedi proposte, ed ancora meno per revocarle tutte: si pensi allo-ra cosa si può fare con una piattaforma professionale

Ma se neanche il numero di proposte ci può dare indica-zioni utili operativamente, che tipo di analisi consente alloscalper dinamico di prevedere e quindi sfruttare le microoscil-lazioni prossime di un dato titolo?

1.4 LA LETTURA DINAMICA DEL BOOKUna volta compreso ed accettato che, essendo il book unostrumento facilmente alterabile, spesso ciò che vi appare è soloquello che alcuni grossi operatori hanno interesse a mostrare,diventa possibile attuare una strategia del tutto inversa: cerca-re di individuare tali strumentalizzazioni per sfruttare il movi-mento che ne scaturirà.

Lo scalper dinamico è paragonabile quindi alla remora,quel pesce che rimane attaccato agli squali accontentandosi diraccogliere i rimasugli del loro pasto.

Riuscire a distinguere in ogni istante il posizionamento

La letturalineare

del Book

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ESEMPIO DI LETTURA DINAMICADEL BOOK (SEMPLIFICATA)Come si può vedere nella figura seguente il denaro e la letterasono più o meno equilibrati a parte il 4 livello in lettera che sipresenta molto più pieno.

Per lo scalper classico ciò esprime una maggiore offerta equindi una volontà preponderante di vendita. E QUINDI UNADISCESA DELLO STRUMENTO AZIONARIO.

Lo scalper dinamico invece si chiede come mai chi vole-va vendere un numero così grande di azioni si dispone in modocosì visibile sul book, andando a creare una resistenza visiva equindi catalizzando una potenziale discesa e quindi allontanan-do contemporaneamente la possibilità di essere soddisfatto!!Non è più verosimile ,riflette lo scalper dinamico, che chi si èposizionato sul quarto livello di lettera voglia invece compraresul denaro e quindi catalizza le vendite che gli sono necessarieper essere soddisfatto gonfiando la lettera???

Al contrario dello scalper classico allora, lo scalper dinami-co nell’esempio tipo sopra non venderebbe ed anzi rimarrebbeflat, aspettando che moltedelle quantità sul quarto livello di lette-ra vengano revocate per poi entrare long (ovvero comprare):

quando infatti il grosso operatore riuscirà a soddisfare isuoi ordini di acquisto nascosti sul denaro, svuoterà probabil-mente la lettera catalizzando una violenta salita (tutti coloro cheerano andati short basandosi sulla resistenza visiva si dovrannodi colpo ricoprire…).

# 1 nBid qBid Bid Ask qAsk nAsk1 2 2.420 10,46 10,47 15.000 32 1 10.000 10,45 10,48 35.500 33 6 69.298 10,44 10,49 24.865 74 3 17.000 10,43 10,50 177.276 105 3 16.000 10,42 10,51 42.400 4

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La letturadinamicadel Book

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degli shark sul book e comprendere al contempo il tipo distrumentalizzazione che stanno attuando è praticamenteimpossibile, ma fortunatamente non necessario: basterà infat-ti riconoscere solo alcune delle loro manovre, quelle più evi-denti, e solo quando si è sicuri di aver compreso le loro inten-zioni , prendere posizione.

In realtà l’esigenza che hanno gli shark di strumentalizza-re il book deriva principalmente da una problematica oggetti-va, ovvero riuscire ad accumulare o vendere grosse quantità diun titolo, senza però causare un forte scostamento di prezzo.Mi spiego meglio.

Ipotizziamo per un attimo di essere un grosso operatoreche ha necessità di comprare 100.000 Mediobanca che quota16,80 Euro. Ora ho davanti a me due possibilità per farlo inmodo lecito:

1. Al meglio: ovvero incrociando direttamente tutti i livellidi lettera disponibile

2. Posizionandomi in primo denaro con i 100.000 pezzi. Nel primo caso, provocherò una fortissima salita del titolo (su

Mediobanca un ordine di 100.000 al meglio può provocare unoscillazione superiore anche al 4-5%) ottenendo un prezzo mediodi acquisto molto elevato (comunque superiore a 17 euro).

Nel secondo caso invece correrò il rischio addirittura di nonvedere soddisfatta la mia proposta di acquisto, in quanto il mioordine ingente avrà gonfiato il denaro e spinto altri operatori acomprare direttamente dalla lettera , causando una salita del prez-zo che si allontanerà velocemente dal livello al quale io volevoacquistare.

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NB:

L’operatività basata

sui box è fondamen-

tale per lo scalper

dinamico e richiede-

rebbe pertanto una

trattazione vasta e

accurata: non dispo-

nendo qui dello spa-

zio necessario, ho

preferito pertanto

limitare le nozioni

fornite a quelle utiliz-

zabili praticamente

dal neofita

Fatte queste considerazioni, risulta ovvio che gli Sharkdebbano forzatamente aver sviluppato delle strategie che gliconsentano di smaltire in modo più efficiente le grosse quan-tità da loro utilizzate.

Ritornando all’esempio di Mediobanca. Per ottenere unrisultato migliore dei punti 1 e 2, adotterò una terza via:

Facendo leva sulla mia grande disponibilità economica,potrei alterare la morfologia del book , gonfiando sproposita-tamente dei livelli di lettera e posizionandomi sul denaro conun ordine asteriscato con base 3000: alcuni operatori crede-ranno in un aumento dell’offerta ed incominceranno a ven-dere direttamente sul denaro, fornendomi pian piano la con-troparte necessaria a soddisfare il mio ordine. Non appenasarò riuscito a comprare i 100.000 pezzi revocherò istantanea-mente i livelli artificiali sulla lettera , con ovvie conseguenze(il titolo schizzerà verso l’alto).

Quella descritta sopra è una delle strategie più sempli-ci tra quelle adottate degli shark (ne esistono alcune tal-mente complesse da risultare irriconoscibili anche all’oc-chio del più esperto scalper) ma risulta essere, una voltaidentificata, tra quelle più facilmente sfruttabili dal neofitaper un’operazione di qualche tick.(vedere box lettura sem-plificata del book a pag. 35).

Con il tempo comunque lo scalper praticante imparerà ariconoscere sempre più facilmente i grossi operatori e le lorointenzioni, trovando volta per volta il modo di trarne benefi-cio operativo.

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1.5 I BOXNel paragrafo precedente abbiamo visto che se un livello dibook viene improvvisamente interessato da una proposta digrande entità è probabile che chi l’ha immessa tragga un bene-ficio, più o meno diretto, dalle oscillazioni che tale ordine puòpotenzialmente causare per il solo fatto di essere stato colloca-to su tale livello.

Abbiamo anche visto come questo sistema sia spesso uti-lizzato dai grossi operatori per accumulare o distribuire senzainfluenzare momentaneamente il prezzo: se però le quantitàda dover smaltire sono eccessivamente elevate rispetto allamedia delle quantità contenute nei singoli livelli, gli sharksaranno costretti ad istituire strategie più complesse, chegarantiscano una maggiore efficienza nel fornire controparti.

Tali configurazioni, proprio per la loro capacità di bloc-care il titolo entro un ambito di oscillazione predefinito, ven-gono denominate Box.

Di seguito una classificazione in base allo scopo che si pre-figgono:

Box di accumulazione: configurazioni volte a trattenereil titolo entro un limite di oscillazione e che permettono dicomprare grossi quantitativi senza provocare la salita repenti-na delle quotazioni.

Box range di distribuzione: simili alle precedenti macon l’obiettivo di vendere grossi quantitativi senza provocareeccessivi ribassi.

Box speculativi: configurazioni che hanno il semplicescopo di permettere l’ingresso e l’uscita con grosse quantitàall’interno dello stesso ambito di oscillazione.

Box di scambio: configurazioni volte a consentire il passag-gio controllato di azioni tra investitori di rilevanti dimensioni.

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Mentre lo sfruttamento di quest’ultima tipologia è estre-mamente difficile da parte dello scalper dinamico, le prime trecategorie consentono di improntare un’operatività basata suipunti di inversione costituiti principalmente dagli stessi estre-mi di questi box. L’identificazione dei box sarà attuata princi-palmente tramite l’ausilio di grafici lineari o a candele a 3 - 5minuti (è importante poter visualizzare esattamente gli estremidi oscillazione e se essi vengono temporaneamente sporcati).

L’utilizzo del book, e della lettura dinamica dello stesso,può essere di grande supporto nell’identificazione e nella veri-fica di queste particolari configurazioni (essendo esse istituitedagli shark proprio per accumulare e distribuire) ma non risul-ta il più delle volte è indispensabile, se l’analisi grafica vienefatta correttamente.

La determinazione dei box, ovviamente, potrà avveniresolo dopo che il titolo abbia effettuato ameno un’escursionecompleta tra i due estremi ed una rispettiva inversione su cia-scuno di essi: anche se una successiva conferma (un’ulterioreinversione) spesso risulta necessaria per essere sicuri di averindividuato gli estremi esatti, si badi bene a non attenderetroppo nel prendere posizione, in quanto solitamente la quo-tazione oscilla in modo abbastanza pulito dalle 3 alle 6 volteprima di fuoriuscire dal box o comunque di iniziare un movi-mento disordinato.

Se il box in questione appartiene al 1° o al 2° tipo (di accu-mulazione o di distribuzione) è molto facile che nella stessagiornata o comunque il giorno seguente, il titolo rientri nuo-vamente all’interno del range, rendendo il suo sfruttamentooperativo estremamente facile da parte dello scalper (visto chedispone graficamente già degli estremi ).

Questo significa che lo scalper neofita non dovrà preoc-

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cuparsi eccessivamente di identificare e conseguentementesfruttare un box sin dalla sua formazione: piuttosto sarà con-centrato a cercare sui grafici, anche dei giorni passati (massimo3), dei trading range con prerogative dei box, così da essere giàpronto a sfruttarli se la quotazione vi rimarrà nuovamenteintrappolata.

II modo più semplice in cui uno scalper può sfruttare unbox è abbastanza ovvio: si aspetterà che la quotazione siapprossimi a uno dei due estremi e quindi si aprirà una posi-zione contraria per sfruttare il movimento seguente (fig.1.1):l’ordine non andrà però posizionato sullo stesso estremo, spes-so carico di pezzi, ma sul livello contigui (precedenti).

Ovviamente più vicino all’estremo si riesce ad entrare, emaggiore sarà il profitto potenziale: inoltre siccome lo stop

I Box

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1.1 SFRUTTAMENTO DEI BOX

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va posizionato esattamente sull’estremo stesso (o al massimosul livello successivo), aprire una posizione troppo distanteda quest’ultimo significa dover accettare uno stop maggiore.(fig 1.2).

Solitamente i box hanno un’escursione che oscilla tra unminimo di quatto tick ad un massimo di 9 nel caso di configu-razioni semplici, ma può superare i 15 tick nel caso di box aconfigurazione doppia: in questi ultimi il trading range risultadiviso in due sezioni distinte e ognuna di queste funzionaquasi come un sistema chiuso.

Ciò rende più difficile la determinazione del punto diuscita che in una configurazione classica sarebbe stato specula-

re al punto dì entrata, ovvero in prossimità dell’estremo oppo-sto al punto di apertura posizione: è bene quindi che almeno

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1.2 AUMENTO DELLO STOP

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inizialmente il neofita cerchi di sfruttare solo trading rangecon movimenti molto chiari e puliti, che contrsaddistinguonoi box a configurazione semplice.

Come accennato precedentemente i box vanno sfruttatiprevalentemente con operazioni di inversione e non di break-out (visto che spesso la fuoriuscita della quotazione dal rangeè solo momentanea), ma se il future di riferimento prende unadirezione decisa proprio mentre si sta verificando la rottura diuno dei due estremi, allora si potrà incrociare l’estremo, o illivello successivo per tentare un’operazione trend follower.

1.6 STOP LOSS E TAKE PROFIT, R.O.P.In generale, per “individuare il livello di stop”, si intende la determina-zione della massima perdita accettabile oltre la quale l’operazione verràchiusa (in gergo, stoppata): solitamente esso viene posto preferibilmen-

I Box

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1.3 STOP NEI BOX

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te in concomitanza di un livello grafico importante (oltre il quale il tito-lo potrebbe accelerare, aumentando esponenzialmente la perdita).

Nello scalping dinamico questa definizione è rispettata rigorosa-mente ed anzi portata all’estremo: sarà il punto di ingresso ad esseredeciso proprio in base alla presenza nelle vicinanze di un livello chiave,che ha dimostrato in precedenza capacità di respingere il mercato.

Una volta identificato graficamente tale livello (nel caso dei boxabbiamo visto corrispondente ad uno dei due estremi) si provvederà adentrare nelle vicinanze e ci si chiuderà eventualmente in perdita nel casoquesto venga poi attaccato (solitamente la definizione di “attaccato”,equivale a vederlo consumato per la metà delle quantità presenti).Insieme allo stop va fissato a priori anche il target, ovvero il prezzo alquale si prenderà profitto. Un esempio chiarirà meglio il concetto.

Nella figura 1.3 vediamo come dopo le prime due oscillazioni chedefiniscono il box, si procede all’identificazione del punto di ingresso(1), del livello di stop(1) e del target (2): successivamente si apre una posi-zione long quando la quotazione raggiunge il livello prestabilito(3), e sichiude in gain raggiunto il target(4).Si tenta un secondo ingresso sem-pre sullo stesso livello di prima (5), ma questa volta la quotazione nonraggiunge il l’obbiettivo(6) e ripiega velocemente infrangendo il livellodi stop(7), dove ci si chiuderà tempestivamente.

Questi tipi di stop e target sono definiti statici (ma non per questonon utilizzati dallo scalper dinamico), e si contrappongono agli stop edai target dinamici proprio per il fatto di essere fissati a priori, rimanen-do tali per tutta la durata dell’operazione: essi sono utili se si ritiene cheil titolo possa muoversi in direzione favorevole alla propria posizionedi molti tick, e si voglia quindi puntare a prendere l’intera “torta”.

Purtroppo l’esperienza insegna che anche se si “indovina” lacorretta direzione del mercato (nello scalping, la corretta oscilla-zione) non tutti target vengono raggiunti, ed il titolo rintracciafino al livello di entrata, spesso infrangendo lo stop (proprio

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come accade nella parte finale del box della figura 1.3).Proprio per evitare di chiudere la maggior parte delle ope-

razioni in perdita, o comunque in pari, è utile utilizzare unostop dinamico, ovvero un speciale trailing stop sul book che ciaccompagni durante tutta la salita, e ci garantisca di massimiz-zare il profitto evitando di “doverci pentire” perchè non cisiamo accontentati del profitto conseguito.

Lo stop dinamico avrà un livello variabile, da - 3 (conside-rando che per lo scalper dinamico il massimo livello di stop èdi 3 tick) a + x a seconda del suo collocamento iniziale in rela-zione al nostro punto di ingresso.

Se ad esempio decidiamo di chiuderci con un livello distop massimo di 2 tick, esso sarà posto due livelli sotto alnostro livello di ingresso e poi, sempre se decideremo di por-tare avanti l’operazione con livello di stop dinamico di - 2, ciseguirà per tutta la durata dell’operazione, che si concluderàsolo quando esso sarà attaccato: non ci si dovrà quindi più pre-occupare a priori del target, perchè esso corrisponderà al livel-lo in cui il mercato deciderà di attaccare (consumare per lametà delle quantità presenti) il nostro livello di stop. (l’esem-pio del box 1 chiarirà ulteriormente le idee al lettore)

La denominazione (livello di stop - 2 ad esempio) è defi-nita in base alla sua distanza dal nostro punto di ingresso: unavolta che il titolo incomincerà ad avanzare nella direzioneauspicata si potrà decidere di mantenere la stessa distanza (oranon più relazionata al punto di ingresso, ma ad ogni nuovolivello guadagnato dal titolo), oppure di avvicinarlo, portando-lo al livello -1 ad esempio, detto altresì stop a ridosso: ovvia-mente lo stop dinamico sarà applicato sul primo denaro sesiamo long, e sulla prima lettera se siamo short.

Come accennato, lo stop dinamico può anche presentare

Stop losse take profit,

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un grado positivo: ciò accade quando in un’operazione inizia-ta con uno stop statico, si decide di inserire successivamenteuno stop dinamico, quando il titolo abbia già raggiunto uncerto target (momento in cui non si chiuderà l’operazione mala si porterà avanti appunto con uno stop dinamico a ridosso).

Ipotizziamo infatti di aver operato in modo classico nel boxdella figura seguente, ovvero entrando long nelle prossimità del-l’estremo inferiore, con stop su quest’ultimo e ponendo un targetnelle prossimità di quello superiore: questa volta non raggiungen-do le successive oscillazioni il livello di target prescelto, saremmocostretti a chiuderci in perdita sul livello di stop.

Supponendo invece di partire sin da subito con uno stopdinamico di livello - 1, la situazione miglior ebbe un poco,chiudendoci solo quando il denaro viene attaccato preannun-ciando il rintracciamento del titolo(punto 4), ma perderemo il

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1.4 STOP NEI BOX

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guadagno ulteriore che ci avrebbe offerto l’oscillazioneseguente.

E’ solo utilizzando contemporaneamente uno stop stati-co (posto sull’estremo) e contemporaneamente uno stop dina-mico di livello positivo più alto dell’oscillazione al punto 4 cheriusciremo a sfruttare tutto il movimento positivo prima dellarottura dello stop.

Ovviamente qui abbiamo ragionato con il senno del poi,ma il punto è che se ci troviamo in una situazione in cui rite-niamo che il titolo possa raggiungere un’ obbiettivo relativa-mente distante, ma vogliamo contemporaneamente filtrare lapossibilità che effettui qualche finta (sempre nel territoriodella nostra positività) prima di raggiungerlo, l’unica soluzio-ne possibile è appunto quella di accoppiare ad uno stop stati-

Stop losse take profit,

R.O.P.

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1.5 STOP NEI BOX

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co, uno stop dinamico di livello positivo (solitamente ugualeo superiore al 3°).

Uno stop statico di livello - 1 accoppiato ad uno stop dina-mico di livello + 4 è in pratica è come dire:

io credo che il titolo possa arrivare “lontano”, ma siccome soche difficilmente ci riuscirà in un’unica oscillazione, non mi chiu-derò finchè non mi darà almeno 4 tick o finchè non me ne faràperdere 1 (in pratica sto scommettendo un tick per prenderne 4):se poi raggiungerò i 4 tick di guadagno porterò avanti l’operazio-ne con uno stop dinamico, chiudendomi non appena il denarosarà attaccato e quindi assicurandomi dai 4 tick in su.

La possibilità di poter attuare strategie che contemplino

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1.6 STOP NEI BOX

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l’uso contemporaneo di stop statici e dinamici di vari livelli, ciconsente quindi di affrontare con efficienza qualsiasi tipo disituazione operativa, traendone il massimo beneficio.

A volte può capitare però che livello dove dobbiamoapplicare lo stop (sia che si tratti di statico che di dinamico)venga consumato per intero (in gergo, salti), prima che ci si rie-sca a chiudere: in questo caso bisogna tempestivamente (esenza esitazioni) spostare lo stop sul livello contiguo ancoradisponibile (fig 1.7)

E’ importante ricordare che gli stop vanno “manovrati”(ovvero collocati, spostati, eliminati) solo mentalmente e noninserendoli automaticamente in macchina: questo sia perchèbisogna applicare lo stop solo quando l’attacco al livello doveè stato collocato sembra stia avendo successo (cosa che difficil-

Stop losse take profit,

R.O.P.

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1.7 STOP NEI BOX

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mente la macchina può valutare), sia perchè in un’operazionedi scalping il più delle volte non ci sarebbe il tempo di impo-stare ordini automatici.(esistono ulteriori ragioni che qui nonho lo spazio di illustrare)

Fatta eccezione per il take profit di livello statico, cheeffettivamente può essere automatizzato, lo scalper dovràquindi impostare la propria strategia esclusivamente in modo“virtuale” ed essere davanti al monitor pronto ad applicarla inrelazione all’evolversi degli eventi.

Nello scalping è necessario mantenere il R.O.P. (risultatooperativo potenziale), ovvero la differenza tra il massimo pro-fitto e la massima perdita potenziale di ogni singola operazio-ne, sempre e comunque positivo: anzi, per quanto semplicepossa sembrare, per incrementare il guadagno giornalierobasterà scegliere solo quelle operazioni con il R.O.P. più ele-vato.

1.7 CONCLUSIONICome abbiamo visto lo scalping dinamico si differenzia da altretecniche soprattutto per il fatto di essere una tecnica aperta: ciòsignifica che rispettando alcuni principi di base, una volta impa-rato ad applicare con successo la tecnica in un tipo di mercato, èpossibile traslarla a quasi tutti gli altri (esistono delle limitazioniche l’attuale studio condotto dalla mia squadra sta cercando dirisolvere). Questa elasticità non va intesa solo in termini di tipo-logia di mercati (ovvero il poter operare con efficienza sia in ame-rica che Italia, sia sul Cash che sui derivati) ma anche e soprattut-to di riuscire a prescindere quasi completamente dal trend.

Il “quasi” sta ad indicare che in mercati laterali, ma con scar-si volumi e bassa volatilità intraday, anche lo scalper professioni-sta otterrà una drastica riduzione degli utili, che in alcune gior-

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nate possono essere anche pari a 0.In mercati tanto rialzisti che ribassisti, con sufficiente vola-

tilità intraday, lo scalping dinamico consente invece di ottenererisultati molto buoni, anche se mai eccellenti in termini di gua-dagno assoluto.

La caratteristica principale dello scalping dinamico è infattila stabilità operativa, solitamente sempre positiva, ma conpochissimi picchi maggiori in termini di utili: raramente infattiuno scalper dinamico, anche professionista, chiuderà la giornatacon utili netti superiori ai 1500-2000 euro.

Se facciamo riferimento al mercato cash Italiano ad esem-pio, il guadagno medio di uno scalper oscillerà intorno ai 600-700 euro al giorno (cifra calcolata in riferimento ad un’operativi-tà su almeno 2 titoli liquidi utilizzando su ciascuno per lo meno4000 pezzi), che può salire o scendere in base all’esperienza edalle capacità personali di chi applica la tecnica.

In compenso uno scalper professionista non chiuderà quasimai una giornata in perdita, questo grazie ad un’attentissimagestione del rischio, attuata con stop strettissimi e talvolta conoperazioni incrociate su diversi titoli, al fine di coprire eventualimovimenti negativi.

Il numero delle operazioni intraday chiuse in guadagnorispetto a quelle chiuse in perdita è ovviamente in favore delleprime con un rapporto medio di 8 a 1, efficienza che in alcuniscalper raggiunge il rapporto di 20 a 1: risulta essenziale ottenerecomunque un rapporto di 4 a 1 per raggiungere un’operativitàstabile (sotto questa soglia, le commissioni, che nello scalpingincidono in misura maggiore rispetto alle altre tecniche, pesanoeccessivamente sull’utile netto).

Attualmente in Italia coloro che praticano lo scalping dina-mico sono in netta minoranza rispetto a chi ancora cerca di trar-

Conclusioni

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DOMANDE & RISPOSTE SULLO SCALPING DINAMICO&

re utile dallo scalping classico (rapporto di 7 a 1), che almenonella sua forma più semplice, non riesce a mio parere più ad adat-tarsi alla continua variabilità del mercato.

Nell’immaginario collettivo, fare scalping significa specula-re facendo molte operazioni all’interno di una giornata; per loscalper dinamico significa invece fare le operazioni che servono,quando servono, e nel modo corretto.

DOMANDE & RISPOSTE SULLO SCALPING DINAMICO

1. Cosa è lo Scalping Dinamico?

E’ una tecnica operativa di brevissimo termine che consente diottenere risultati stabili attraverso l’analisi comparata di booke grafici.

2. Chi ha inventato lo Scalping Dinamico?

Lo Scalping Dinamico è stato teorizzato per la prima volta daLeonardo Gioacchini nel 2002 nel libro omonimo pubblicatoda Trading Library.

3. Quale sono le differenze tra lo scalping classico e quello dinamico?

Lo scalping Dinamico è l’evoluzione estrema dello scalping clas-sico, che si differenzia dal trading per la velocità con la quale ven-gono chiuse le operazioni (a volte pochi istanti).

Mentre per lo scalper classico i livelli del book hanno unavalenza oggettiva, solitamente direttamente proporzionale alnumero di pezzi e di proposte, per lo scalper classico è tutto rela-tivo, partendo quest’ultimo dal presupposto che tutto ciò che cimostra il book è verità apparente (spesso i grossi operatori modi-ficano le quantità al fine di influenzare il comportamento deipesci piccoli). La bravura dello scalper dinamico sta appunto nelsaper riconoscere questi trucchetti e girarli a proprio vantaggio.

Per ulteriori

approfondimenti

visitare il sito

www.scalpingweb.it

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4. Qual è l’iter formativo ideale necessario per divenire scalper dinamico?

Oltre alla necessaria teoria, che si può apprendere nel libroScalping Dinamico e nel Dvd omonimo, è utile frequentareun master durante il quale si potranno vedere applicate nellapratica le nozioni apprese.

Il passaggio successivo è però quello di registrare il booked eventualmente la propria operatività, grazie a programmiappositi scaricabili dal web: sarà così possibile non rivedere alrallentatore le dinamiche precise dei prezzi ma anche le pro-prie operazioni, valutando eventuali errori.

5. Qual è il tempo medio che hanno impiegato gli allievi dopo il master prima di rag-

giungere risultati degli di nota e soprattutto costanti?

Il tempo di delay tra il master e lo sviluppo di capacità adegua-te per fare scalping èdi circa 2 mesi , anche se può variare aseconda della naturale predisposizione dell’allievo e della suaesperienza in materia di mercati prima di essere iniziato alloscalping dinamico.

Vi sono anche persone che senza frequentare il master, oaver letto il libro, ma con la sola osservazione del book sonogiunte alle medesime conclusioni sviluppando una capacitàoperativa simile a quella dello scalper dinamico: certamente illoro tempo di apprendimento è stato di gran lunga maggiore.

6. Il cosiddetto Paper Trading, ovvero la simulazione dell’operatività attuata scrivendo

su carta le proprie intenzioni operative ed i risultati conseguiti può essere utile a ridurre il

tempo di apprendimento?

Se il paper trading si rivela a volte inefficacie e contro produt-tivo nell’allenamento del trader in quanto elimina la compo-nente emotiva che è parte integrante dell’operatività reale,nello scalping è assolutamente da evitare, sia perchè le opera-zioni spesso così veloci che sarebbe impossibile appuntarlementre si è attenti ad osservare il book, sia perchè è necessario

Domande& risposte

sullo scalpingdinamico

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un riscontro effettivo dell’operazione (se mi posiziono in let-tera, e questa viene battuta come ultimo prezzo questo nonsignifica necessariamente che la controparte avrebbe soddisfat-to anche me). Dopo il master ogni allievo viene però fornitodi un vero e proprio simulatore di scalping che consente in unmercato vero di effettuare operazioni velocissime con unconto però virtuale: il livello di realtà che si riesce a raggiunge-re è tale che neanche uno scalper professionista potrebbeaccorgersi della differenza.

7. A chi è adatto lo Scalping? Vi è un’età limite?

Come in ogni attività che richiede riflessi pronti e capacità diapprendimento l’età risulta essere un fattore inversamenteproporzionale alla probabilità di riuscire a divenire scalperprofessionista: c’è però da dire che esistono delle persone di 50,60 anni che riescono a fare scalping in modo eccellente.

8. Quanto capitale bisogna impiegare per iniziare a fare Scalping Dinamico?

Il capitale ideale è di circa 150.000 euro, anche se si può benis-simo iniziare con 50-60.000. Ovviamente è possibile deposita-re molto meno grazie alla marginazione offerta da tutte le ban-chge o S.I.M.

9. Quanto si può guadagnare con lo Scalping Dinamico?

Il guadagno oscilla dai 150 - 200 euro al giorno di media deiprincipianti ai 1000 -1500 al giorno dei professionisti: ciò si tra-duce in uno stipendio mensile che varia dai 3.000 euro al meseagli oltre 25.000.

10. Quali sono i 3 vantaggi oggettivi dello Scalping Dinamico?

Indipendenza dal trend, costanza dei risultati e libertà tempo-rale di gestione della propria operatività.

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SOFT SCALPING Esistono differenti tipi di approcci al mercato, che si differenziano per variaspetti, prima fra tutti il timeframe operativo (ovvero la durata media di ognioperazione): a seconda della metodologia utilizzata infatti cambierà anchel’orizzonte temporale relativo all’operatività.

Nel caso specifico dello scalping, tecnica speculativa di brevissimo ter-mine, l’intuizione è che tanto più breve sarà il timeframe operativo, tanto piùfacilmente si riuscirà ad ipotizzare i futuri movimenti dello strumento.

Purtroppo nell’avere come obbiettivo singole microovimenti ci si deverelazionare con il disordine generato dall’imprevedibilità di ogni singola con-trattazione (in ogni istante può arrivare un ordine contrario al movimentoauspicato, annullandolo): per questo lo Scalping non è adatto a tutti, ma soloa persone con doti particolari (riflessi pronti, velocità di pensiero,etc etc),capaci di percepire e conseguentemente interpretare tutte le variazioni nume-riche che si susseguono sui 5 livelli del book (determinate dall’inserimento o

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dalla revoca di ordini da parte di altri operatori). Al contrario, nel SoftScalping, si rinuncia a prevedere e sfruttare le singole microoscillazioni, perpuntare a movimenti leggermene più ampi, chiamati “onde”. Un’onda è unoscillazione compresa all’interno della fascia del movimento di reazione,ovvero quel movimento conseguente alla rottura di un livello chiave, o ad unrimbalzo dallo stesso: risulta quindi ovvio che l’obbiettivo che il Soft Scalpingsi pone è l’individuazione dei di questi livelli particolari.

Per individuarli purtroppo non si possono applicare le regole dell’anali-si tecnica poichè pur essendo, di fatto, dei supporti o delle resistenze, vengo-no essi definiti nell’ambito di oscillazioni di pochi minuti e la loro valenza èrelativa al tipo di movimento che si sviluppa all’interno della fascia. Detto inparole povere, non possono essere individuati avvalendosi unicamente dellostudio dei grafici, perchè questi ultimi saranno sporcati da tutte le singolemicrooscillazioni che caratterizzano i timeframe strettissimi: ecco allora che ilsoft scalper ricorre al book, per verificare quali tra i livelli individuati nel gra-fico possono essere considerati come validi. Grazie all’utilizzo combinato dibook e grafici il soft scalper riesce ad individuare con esattezza i livelli chiaveda cui poi si genererà un movimento veloce ed ampio (che nell’ottica di unoscalper può essere quantificato nell’ordine dei 7-8 tick): la percentuale di suc-cesso di un’operazione fatta con questo metodo è molto elevata ( in media80-85%), e visto che in media non si superano le 10 operazioni al giornosignifica che almeno 8 di queste saranno in utile, mentre solo 2 in perdita (ilpari nel Soft Scaping è rarissimo ,visto che la posizione si chiuderà solo al rag-giungimento del profit o dello stop loss).

Il vantaggio principale di riuscire ad individuare con precisione i livellichiave è che lo stop loss può essere posto in prossimità del livello di entrata(solitamente 1 o 2 tick da quest’ultimo): questo dimostra che all’aumentaredel timeframe operativo e quindi del profit prefissato, non corrisponde neces-sariamente un aumento dello stop loss che si deve sopportare.( se nell’anali-si tecnica ciò è vero si deve solo al fatto che i livelli di entrata vengono indi-viduati solo con approssimazione). Dal punto di vista dell’apprendimento il

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&DOMANDE & RISPOSTE SUL SOFT SCALPING

Soft Scalping è notevolmente più leggero dello ScalpingDinamico, e può essere approcciato anche da chi non ha pre-cedenti esperienze di trading stretto. La minore freneticità ope-rativa insieme alla modulabilità della stessa tecnica (che siadatta a chi la sta applicando), rendono infatti il Soft Scalpinguna tecnica adatta a chi vuole trarre beneficio dalla specula-zione di brevissimo termine senza essere costretto ad insegui-re tutte le microoscillazioni del mercato, ma cogliendo solo imovimenti più interessanti. Il numero di eseguiti che uno scal-per dinamico effettua in media al giorno varia da 40 a oltre300: nel Soft Scalping è possibile ottenere comunque ottimirisultati n termini di gain giornaliero mantenendosi al di sottodelle 10 operazioni. Maggiore efficienza dunque, che unita-mente alla minore pressione operativa consente guadagnaresenza dover necessariamente fare i conti con lo stress.

Se per lo scalper dinamico si deve “saper operare sem-pre e comunque, in qualsiasi condizione di mercato”, allora loslogan per lo soft scalper è sez’altro “operare sul titolo gustoal momento giusto”.

DOMANDE & RISPOSTE SUL SOFT SCALPING

1. Cosa è lo Soft Scalping?

È una una versione più leggera dello scalping che consente comunque di conseguire risultati costanti sul mercato .

2. Quali vantaggi ha?

Per ulteriori

approfondimenti

visitare il sito

www.softscalping.it

Il Soft Scalping riunisce l’analisi grafica e la lettura del book in una metodologia assolutamente innovativa ed effi-cace ottenendo il basso rischio proprio di un’operazione di scalping, ma con un profit notevolmente maggiore.

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3. Qual è l’iter formativo più efficace per impararlo?

Non essendo previsto alcun testo specifico sull’argomento(proprio per evitare che una larga diffusione possa inficia-re la validità della tecnica), l’unico modo per apprendere latecnica è frequentare uno dei 4 corsi che si svolgono ognianno.

4. A chi è adatto il corso?

Non sono richieste delle nozioni particolari per partecipa-re, ne delle limitazioni specifiche relative all’età.Può essereutile avere un’esperienza (anche limitata) nell’analisi grafi-ca, e l’aver già fatto riferimento (anche se con criteri erra-ti) al book nella propria operatività.

5. E’ difficile da imparare?

Il Soft Scalping è più facile da imparare rispetto alloScalping Dinamico, ed anche le tempistiche di apprendi-mento sono sensibilmente inferiori: la maggior parte degliallievi assume una piena padronanza della tecnica dopopoco più di un mese. Il continuo supporto fornito daldocente contribuisce attivamente a ridurre ulteriormentetale periodo.

6. Quanto si può guadagnare?

Al contrario dello Scalping Dinamico, è consentita una parziale ricapitalizzazione, e quindi il guadagno massimo giornaliero è in funzione del capiale impiegato. Utilizzando 2-3000 Euro in leva il guadagno oscilla tra i 200 ed 800 euro al giorno (a seconda della bravura del-l’operatore e della volatilità della giornata).

7. Quanto si può perdere?

Il principale obbiettivo del Soft Scalping è di ampliare ilprofit potenziale di ogni operazione, mantenendo però lostop strettissimo (1, max 2): ciò riduce drasticamente il

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Domande& risposte

sul soft scalping

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rischio complessivo. Anche chiudendo tutte le operazioni in loss (cosa peraltro impossibile) la massima perdita a fine giornata non potrebbe superare i 200 euro (sempre ipotiz-zando un capitale di 3000 euro in leva 10).Essendo il pro-fit sensibilmente superiore allo stop loss, basta una sola operazione in guadagno per recuperare la perdita relativa a più di 5 operazioni sbagliate. Un Soft Scalper mediamente bravo chiude 7 operazioni su 10 in guadagno.

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2.1 APPLICARE LE STRATEGIE VINCENTISpesso quando si inizia ad operaresi è alla affannosa ricerca di unastrategia che ci permetta di lavora-re sul mercato e sui titoli inmaniera più professionale, secon-do delle logiche di mercato e nonsoltanto all’intuizione del momen-to, giudizio spesso troppo irri-petibile.

Per fare diventare questa pas-sione sempre più una attività pro-fittevole occorre, quindi, acquisi-re dei metodi che ben si adattinoalla personale gestione del rischioe successivamente automatizzaretale procedimento in modo danon farvi sfuggire le occasioni piùghiotte.

Perciò i passaggi sono due:acquisire una metodologia e auto-matizzare i parametri in manierada rendere più agevole la ricercadelle opportunità in borsa.

Inizierei, quindi, dai primipassi delineando gli strumentiessenziali per cercare di costruireil proprio modus operandi.

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IGOR BOGGIO*

* Igor Boggio si è laureato inEconomia e Commercio aTorino nel 1999 e ha iniziatoda subito ad operare nel set-tore degli investimenti finan-ziari, passione nata propriodurante gli anni universitari. Siè trasferito a Londra dove hainiziato a fare i primi passiprima in una società inglese equindi americana.

Nel 2001 la grandedecisione, quella di diventaretrader privato. La collabora-zione con Giovanni Borsi gli hapermesso di crescere rapida-

mente nel mondo dei cw e dipartecipare al CampionatoTopTrader con una strabilianteperformance del 7000% in unmese e mezzo. Ma questo erasolo l’inizio, infatti ha amplia-to la sua esperienza anchealle azioni e ai derivati met-tendo a punto strategie abasso rischio abbinate ad unacostante percentuale di rendi-mento. Dal 2006 collaboraattivamente con la NuoviInvestimenti come TraderMaster nella trading roomdi Ivrea.

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2.2 GLI INDICATORI Fin dagli albori dell’analisi tecnica è stata presente la necessitàdi integrare i segnali da essa generati con ulteriori filtri peraumentarne l’affidabilità di riuscita.

Da questa esigenza nacquero gli indicatori e gli oscillato-ri, algoritmi matematici derivati dai prezzi, che furono accol-ti subito come strumenti quasi “divini”, quasi infallibili perriuscire a comprare sui minimi e vendere sui massimi. Ben pre-sto, però, queste illusioni svanirono e questi strumenti furonoriportati al loro giusto utilizzo: fare parte di una strategia ope-rativa, ma senza essere esenti da falsi segnali.

Quindi non sono strumenti indipendenti e in grado digenerare segnali autonomamente ma complementari ad unaanalisi grafica.

Non solo: spesso la complessità della formula matematicanon è direttamente proporzionale al risultato, infatti non sem-pre quelle più complesse portano ai migliori risultati. Anzi. La

semplicità porta ad una piùfacile comprensione delsegnale e anche maggiore affi-dabilità.

Lo scopo degli indicatorie oscillatori è quello di cerca-

re di anticipare l’andamento e le inversioni dei prezzi, di con-fermare i segnali operativi dell’analisi grafica, di misurare laforza e la direzione di un movimento. E per farlo occorre capi-re le formule che li compongono in maniera da avere una ideadel pensiero strutturante.

Qual è la differenza tra oscillatori e indicatori? I primioscillano all’interno di uno spazio prefissato o una linea diequilibrio, mentre i secondi indicano semplicemente i movi-

Gli indicatori

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Fin dagli albori dell’analisi tecnica è statapresente la necessità di integrare i segnali da essa

generati con ulteriori filtri per aumentarne l’affi-dabilità di riuscita

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menti dei prezzi. Un RSI è un oscillatore mentre la mediamobile un indicatore.

La principale classificazione li distingue in almeno trecategorie: lagging indicators, leading indicators e directionalmovement indicators.

I primi hanno la funzione di cercare di cavalcare dei trendben definiti, escludendo i rumori di fondo come i falsi segnalidi inversione. Non hanno la pretesa di individuare i massimio i minimi. Questa tipologia di indicatori è affidabile ovvia-mente solo nei mercati a forte trend, sia al rialzo che al ribas-so, mentre durante i movimenti laterali fornisce falsi segnali.

Il difetto principale risiede perciò proprio nei segnali chevengono generati con un certo ritardo e quindi poco tempesti-vi: essi ci indicano per lo più se siamo in sintonia con il mer-cato e di operare dove la tendenza è prevalente.

La media mobile, come accennato precedentemente, èottima rappresentatrice di questi segnali.

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I leading indicators hanno invece lo scopo opposto, quel-lo di anticipare le inversioni e gli sviluppi futuri dei prezzi.Sono molto reattivi, spesso anche troppo, e quindi se non ci sitrova in un mercato in congestione o laterale a volte i segnali

anticipano troppo l’entrata posi-zionandoci contro di esso e lasua tendenza. Questi strumentisi muovono all’interno di unindice fisso, compreso tra livelliestremi di mercato (ipervenduto

e ipercomprato), oppure oscillando intorno alla linea di equi-librio. I più conosciuti sono lo Stocastico, l’RSI, il ROC.

Ovviamente in mercati trending sarebbe più idoneo uti-lizzare gli indicatori lagging mentre in quelli di congestione gliindicatori leading: non sempre però è facile sapere in qualimercati ci troviamo.

In questo caso ci vengono in aiuto altri indicatori comequelli di directional movement che cercano di quantificare la

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Il difetto principale dei laggingindicator risiede proprio nei segnali

che vengono generati con un certo ritardoe quindi poco tempestivi

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stabilità e la tendenza in atto sul mercato. I più conosciutisono l’Aroon, il Directional Movement e il Mesa Sine Wave.

Quali possono essere i modi per utilizzare questi indica-tori? Un primo modo, quello classico, è di utilizzare i livelliestremi di ipercomprato e ipervenduto (indicatori leading),incrocio della linea dello zero, divergenze, analisi grafica.

Prendiamo in considerazione l’RSI dove le zone estremerappresentano i valori di ipervenduto e ipercomprato, zone dieccesso che riproducono livelli di probabile inversione. Perl’RSI i livelli sono tra 70 e 100 per l’ipercomprato e tra 0 e 30per l’ipervenduto. Su livelli di ipercomprato si aspetta una cor-rezione e viceversa per livelli di ipervenduto si aspetta un rim-balzo. Il suo utilizzo è ben rappresentato in figura.

Ciò non toglie che l’oscillatore funziona molto bene perpredire inversioni ma molte volte lascia per strada grandeparte del trend se questo si manifesta in maniera forte.

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Un altro metodo è quello di aspettare che oscilli vicino lalinea dello zero, quello di equilibrio, che rappresenta il puntoin cui i valori dell’indicatori sono coincidenti.

Per esempio consideriamo un MACD (Moving AverageConvergence Divergence) che viene costruito sottraendo lamedia mobile a 26 giorni dalla sua media mobile a 12. Il risul-tato è un valore che oscilla attorno alla linea dello zero.Quando il Macd è sopra lo zero, significa che la media mobi-le a 12 giorni è superiore alla media mobile a 26 giorni. Questopotrebbe essere un buon motivo per comprare poichè le aspet-tative più recenti sono più alte rispetto a quelle precedenti.

Le divergenze invece si manifestano quando il trend diuno strumento finanziario non è concorde con il trend dell’in-dicatore. Quando si verificano queste divergenze i prezzi spes-so cambiano direzione, confermando in seguito il trend dell’in-dicatore. Ciò avviene perchè nella misurazione reale del trendgli indicatori sono più affidabili che non il prezzo stesso.

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In ultima analisi molti indicatori hanno un andamentografico assimilabile a quello dei prezzi di una attività finanzia-ria. In questi casi è possibile utilizzare le regole dell’analisi tec-nica e quindi tracciare linee di tendenza unendo massimi eminimi, individuare resistenze e supporti e ricercare figure

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grafiche d’inversione. Generalmente poi i segnali emersi sulgrafico dell’indicatore si delineano contemporaneamente o inleggero ritardo anche sui prezzi del titolo.

Abbiamo approfondito l’argomento sugli indicatori, rag-gruppandoli per categorie: i lagging indicators, i leading indi-cators e i directional movements. I primi cercano di cavalcarei trend ben definiti, e la media mobile ne è un buon esempioin quanto cerca di indicare la tendenza senza avere la pretesadi individuare nuovi massimi o minimi. I secondi hanno loscopo opposto, quello di anticipare le probabili inversioni e sidimostrano molto reattivi, a volte anche troppo in quantoprendono posizione velocemente e contro la tendenza del

mercato. Questi strumentispesso si muovono all’inter-no di un indice, compresotra livelli estremi di mercato(ipervenduto e ipercompra-to), oppure oscillano intorno

alla linea di equilibrio. I più conosciuti sono lo Stocastico,l’RSI, il Money Flow, il Roc, etc. Come facciamo, però, asapere in quale mercato ci troviamo? Laterale? Di tendenza? Inquesto caso ci vengono in aiuto altri indicatori come quelli didirectional movement che cercano di quantificare la stabilità ela tendenza in atto sul mercato. I più conosciuti sono l’Aroon,il Directional Movement e il Mesa Sine Wave.

L’introduzione ci aiuta ad avere una sintesi dei possibiliutilizzi di questi indicatori. Prendiamo ad esempio l’RSI comeindicatore di momentum e analizziamo più in profondità lasua formula.

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molti indicatori hanno un andamentografico assimilabile a quello dei prezzi di

una attività finanziaria. In questi casi è possibileutilizzare le regole dell’analisi tecnica

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Introdotto da Wilder Welles è un oscillatore estremamen-te utilizzato e costruito calcolando il rapporto tra le chiusureal rialzo e quelle al ribasso in un determinato periodo (14 gg.).

e fornisce impor-tanti informazio-ni sulla forzainterna del titolo.La sua linea oscil-la tra 0 e 100 evengono definitedue aree, rispetti-

vamente di ipercomprato e ipervenduto (70/30), si agisce infunzione dell’intersezione dell’RSI con tali linee. Spesso riescead identificare i minimi e i massimi.

Non soltanto, utilizzando le Bande di Bollinger si riesco-no a definire le zone di contenimento dei prezzi visto che sitratta di un indicatore auto adattante ai movimenti dei prezzisu un valore medio che spesso è la media a 20. La deviazionestandard è la misura della volatilità, calcolata come la sommadegli scarti rispetto la media, elevata al quadrato.

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Ora, seguendo i consigli del mio collega GabrieleDurante per le implementazioni su Excel forniti nei numeriscorsi di Tmagazine (per approfondimenti consiglio il dow-nload gratuito dal sito www.tmagazine.it) si riesce in manieradiretta a calcolare questi due indicatori, senza nemmeno averebisogno di un’altra piattaforma.

Per esempio, ecco due immagini chiarificatrici sul calcolo.

L’RSI

E le Bande di Bollinger

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Ora abbiamo praticamente quasi tutti gli ingredientinecessari per la nostra strategia: manca solamente un patterndi fine corsa. Il top spin up e down potrebbero fare proprio alcaso nostro.

Ricordo che sono due tipologie di candele giapponesi incui l’apertura e la chiusura rimangono allo stesso livello sullaparte bassa della candela peril top spin up e sulla partealta della candela per il topspin down. La upper e lowershadow devono essere lun-ghe almeno 2-3 volte la distanza del corpo centrale. Sono for-mazioni a forte contenuto di esaurimento: infatti i comprato-ri dopo un inizio brillante, non hanno mantenuto le promes-se e la chiusura si riporta nuovamente sui minimi.

Per una strategia vincente, consideriamo le seguentiregole.

Al ribasso:RSI>70, la configurazione del top spin up con il massi-

mo che taglia al rialzo la Banda di Bollinger superiore mentre

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La deviazione standard è la misura della volatilità,calcolata come la somma degliscarti rispetto la media, elevata al quadrato

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apertura e chiusura rimangono sotto.Strategia operativa:andare al ribasso il giorno seguente sul minimo della barra

per un target pari ad 1/1,5 volte il rischio preso (entry point -stop loss).

Graficamente:Al rialzo si opera esattamente al contrario, ossia:RSI<30, top spin down che forma un minimo inferiore

alla Banda di Bollinger inferiore mentre l’apertura e la chiusu-ra stanno sopra.

Strategia operativa:comprare il giorno dopo alla rottura del massimo della

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barra precedente per un target pari ad 1/1,5 volte il rischio(entry price - stop loss).

Graficamente:

Questa strategia è di provata facilità ed efficacia, a dimo-strazione che le cose semplici funzionano davvero. Non solo,implementando con Excel gli indicatori, la ricerca del patterne con il flusso dati DDE, si riesce a monitorare in realtime laconfigurazione dei grafici su diversi time frame e ottenere allostesso tempo segnali operativi apprezzabili.

In questa maniera passerete dalla conoscenza di una stra-tegia e lo sviluppo annesso fino ad automatizzare il procedi-mento per sfruttare le occasioni migliori che si presenterannodurante la giornata.

Ma cosa succederebbe se non si fosse così esperti dacostruirsi un riferimento in DDE con Excel?

Niente paura, ormai i migliori software hanno pensatoanche a questo. Nella trading room ad Ivrea utilizziamoRealtick, sviluppato appositamente per trovare e filtrare i titolidel SpMib40 e Midex secondo le strategie che più ci convincono.

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In questo caso sarebbe bastato programmare le condizio-ni come richiesto:

1. Top spin up2. RSI>703. Massimo sopra alla Banda superiore di Bollinger

Il sistema ci avrebbe immediatamente avvertiti con unsegnale True su Banca Popolare Milano per prendere posizio-ne al ribasso.

Viceversa le condizioni da programmare sul software perprendere una posizione long sarebbero state:

1. Top spin down2. RSI<303. Minimo sotto la Banda inferiore di Bollinger

Per esempio, il sistema ci avrebbe immediatamente avver-

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titi con un segnale True su Fiat per prendere posizione long.

2.3 CONCLUSIONIAbbiamo visto che nella realtà non conta soltanto avere unastrategia chiara e replicabile ma bisogna sempre di più svilup-pare dei sistemi di controllo e filtraggio sui titoli in realtime inmaniera da entrare sul mercato chirurgicamente, con la certez-za di rispettare delle regole esatte.

La differenza sta proprio nel secondo passaggio: una stra-tegia con il tempo viene acquisita da tutti ma spesso sono inpochi a monitorare e tenere sotto controllo un centinaio dititoli ed aspettare l’entrata giusta. Non solo, in ogni momen-to in cui vi collegherete al mercato non sarete in balia dei tito-li in quanto ordinandoli per strategie avrete da subito la situa-zione in pugno.

Il grande passaggio per diventare trader di professionerisiede in questo punto: automatizzando le vostre strategie ovia Excel (flusso dati DDE) o via software programmati adhoc come Realtick che noi utilizziamo nella trading room adIvrea si potrà toccare con mano l’efficacia dei set up e la quali-

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tà del tempo inoperoso se non ci fossero segnali puliti.Il trading, infatti, è nella qualità dei segnali e non nella

quantità delle operazioni.

Conclusioni

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non conta soltanto avere una strategia chiara e replicabile ma bisogna

sempre di più sviluppare dei sistemi di controllo e filtraggio sui titoli in

realtime in maniera da entrare sul mercato chirurgicamente, con la cer-

tezza di rispettare delle regole esatte

NON CONTA SOLTANTO AVERE UNA STRA-

TEGIA CHIARA E REPLICABILE MA BISO-

GNA SEMPRE DI PIÞ SVILUPPARE DEI

SISTEMI DI CONTROLLO E FILTRAGGIO

SUI TITOLI IN REALTIME IN MANIERA DA

ENTRARE SUL MERCATO CHIRURGICA-

MENTE, CON LA CERTEZZA DI RISPETTARE

DELLE REGOLE ESATTE

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3.1 PRESENTAZIONEIl mio approccio con la “Borsa” fu quan-do avevo appena 18 anni ed entrai per laprima volta in un piccolo ufficio dellamia banca, che a quel tempo era chiama-to “borsino” e per telefono acquistai lamia prima azione: la mitica Comit(Banca commerciale Italiana), in sotto-scrizione, al prezzo, se non ricordo male,di 5400 lire ad azione.

Erano tutti i mie risparmi: riuscii acomprare ben 1000 azioni. Dopo alti ebassi, passando da grandi gioie ad altret-tanto grandi mal di cuore, riuscii dopoalcuni anni a rivendere tutto al prezzo di10.500 lire. Nessuno mi aiutò e l’espe-rienza finì lì ben presto.

A 24 anni rimisi piede questa volta,in un antico ufficio di un agente di Cambio di Genova. Lì alcontrario l’ambiente era totalmente diverso: molti ragazzi,tanta gente che si ammassava davanti pochi monitors, unavera “bolgia”, ma la struttura girava intorno a dei bravi opera-tori che, per conto dei clienti, immettevano i vari ordini.

Qui ,in questo ambiente, si può dire che iniziò la mia storia.L’anno seguente, era l’ormai famoso anno 2000, grazie alle pos-sibilità offerte da internet, pensai insieme ad un paio di amici, diaprire uno ufficio dove, connessi ed informati da tutto il mondo,poter operare con grande velocità, sul mercato domestico.

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PASQUALE CARBONE

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Mettemmo su l’ufficio, i mobili, i primi pc e le linee velo-ci per internet.

Ci mancava solo un nome per la targa d’ottone sul porto-ne d’ingresso: decidemmo per “The trading room”.

Da allora, il termine del tutto o quasi sconosciuto è diven-tato di uso comune sui giornali e nelle varie trasmissioni tele-visive che hanno addirittura rubriche così chiamate.

Con orgoglio possiamo dire che nasceva la prima tradingroom in Ialia, aperta tutti.

Come Vi raccontavo, eravamo in tre, pieni di speranze edi voglia di fare: il ns. sogno, oltre che ovviamente di fare tradevincenti e di conseguenza guadagnare, era quello di creare unatrading room piena di ragazzi/amici con cui condividere ope-razioni, emozioni, gioie e anche, se volete, delusioni.

Questo è il modello, l’idea che avevamo in mente: troppevolte eravamo rimasti soli, in balia del mercato, senza nessunoche, con maggior esperienza, ci guidasse.

Presentazione

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Possibile non poter creare un clima, un ambiente, dovepoter condividere, crescere insieme ai compagni; trasmettere ericevere esperienze?

Da allora, sono passati tantissimi - come li chiamiamoNoi “enter”.

La trading room oggi è frequentata da numerosi ragazziche hanno creduto ad un sogno, e con il ns. aiuto, sono diven-tati, come Noi traders professionisti: da 3 che eravamo, oggisiamo tutte la mattine piu’ di 20 e tutti in costante crescita pro-fessionale.

Ma questo però non ci bastava. Il desiderio, il piacere sevolete, di creare un modello di riferimento che potesse esserericonosciuto, non solo nell’ambito territoriale dove viviamo -ormai in Rapallo e nelle zona limitrofe, ci conoscono piu’ omeno tutti, o quanto meno sanno di Noi, di cosa ci occupia-mo - ci ha portato nell’ inverno del 2006 ha pensare e proget-tare “Thetradingroom.it”.

Di cosa si tratta? E’ un portale internet dove “apriamo”per così dire all’occhio di chi naviga , la nostra trading room.

Nella sostanza, la voglia di metterci sempre in gioco, ildesiderio di cui sopra di comunicare con un sempre più vastopubblico ci ha condotto dopo aver creato una delle prime tra-ding room in Italia, anche e sicuramente la prima tradingroom virtuale su internet dove gli utenti possono vedere indiretta le ns. operazioni, leggere i ns. personali commenti,vedere come ci muoviamo, le tecniche che utilizziamo, le nsconvinzioni, le ns. paure nell’ immediatezza dell’ “enter”, deloperazione appena eseguita.

Pasquale Carbone

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3.2 I CORSI

3.2.1 I nostri Special Days

Il rapporto che ho maturato nel corso degli anni - dal 1999ad oggi - tanto come esperienza personale di trading, quantonella relazione e nella formazione - all’interno della sala tra-ding di Rapallo - con tutti i ragazzi, e da ultimo l’ esperienzavirtuale con la thetradingroom.it, mi porta ad avere quellaconsapevolezza di potermi presentare a Voi con un bagagliodi formazione che mi fa esser sicuro di ciò che posso dare.

Io ho una forte convinzione: ognuno di Voi, che sta leg-gendo queste righe, e tutti coloro che mi vengono a trovarenella mia trading room di Rapallo, ha dentro sè tutte le energie

I corsi

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e le capacità per diventare un trader di successo.Occorre solo farle emergere, dargli la possibilità di matu-

rare quelle sicurezze per farlo “venire a galla.” Questo è quello che ho fatto negli ultimi 7 anni, con i

ragazzi nella mia trading room.Ho avuto a che fare, con personalità di tutti i tipi: dal

ragazzino al primo anno di università, all’ avvocato in pensio-ne. Bene, in tutti loro c’era un sogno: cercare di cambiare lapropria vita e trovare maggiori soddisfazioni.

Questo è il mio compito: aiutarLi a tirar fuori il sognonascosto in loro. Proprio per questo motivo i corsi di tradingda me sviluppati, non si basano su formule magiche, su tradingsystem miracolosi, ma partono dalla persona, dal futuro tra-

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der, o se volete, dal trader che opera già da tempo ma che nonha ancora sviluppato una personale consapevolezza delle pro-prie capacità e potenzialità.

3.3 IL METODOSi parte, da quello che Noi chiamiamo la costruzione di un“trader vincente”.

Come tutte le grandi opere dell’ ingegno umano, anche itrade non nascono dal caso, ma hanno dietro un percorso dicostruzione, di formazione: niente e nulla è lasciato al caso ma,anzi, si sviluppa attraverso un piano ben preciso ed articolato.

3.3.1 Titoli Caldi

Il primo passo che compio nei miei corsi assieme ai parte-cipanti è l’individuazione, lo studio, di quelli che definia-mo come i “Titoli caldi”: quei titoli che per svariati moti-vi, sono o saranno nell’ottica dei grandi investitori, dei“grandi soldi”, che ci permetteranno di accodarci a loro etrarne profitto, guadagno.

Ma come trovarli? Come individuarli? E soprattuttocome trarne un vantaggio operativo?

Nella prima fase del corso insegno proprio questo: ci sonoquelli che definisco “temi”, i titoli che per particolari movi-menti di prezzi o di volumi trattati mi danno la quasi certez-za che siano soggetti all’interesse, tanto di investitori di lungoperiodo, quanto di puri speculatori.

3.3.2 Alla ricerca dei "magici" compratori/venditori

Una volta messi sotto la lente i titoli più interessanti, attivitàche si svolge in una fase di pre-borsa, non ancora operativa, sipassa poi al vero mercato, al suono della campanella di avvio

I corsi

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delle contrattazioni: ecco, qui occorre, attendere ed andare allaricerca di quelli che Noi chiamiamo i Magici Compratori/Venditori: coloro che ci permetteranno di fare gain.

Per quanto possiamo essere convinti della bontà di untitolo (ad esempio Generali), anche se noi investissimo sullostesso tutti i ns. averi, quelli dei ns. genitori, dei ns. parentitutti e di tutti i ns. amici, ben poco incideremmo sull’anda-mento del prezzo del titolo.

Di chi abbiamo bisogno? Delle mani forti del mercato: quelli che Noi abbiamo

definito come i Magici Compratori e/o Venditori.Come trovarli? Come individuarli?E soprattutto, come comprendere da che parte stanno (se

comprano o vendono) e quindi, come trarne vantaggio?In questa fase diventa importantissimo, fra gli altri

elementi:a. l’analisi del BOOK,b. l’utilizzo del balance/inbalance c. l’individuazione “corretta” di resistenze e supporti

statici e dinamici attraverso il giusto approccio allo studiodel grafico.

a. Il Book“Croce e delizia” di ogni traders! Fonte di inesauribile

emozione e di profondo scoraggiamento: di fronte al Book, aquelli che in stanza chiamiamo “gabbie” ossia immaginariecredenze sulla forza irresistibile di un titolo o al contrario sullasua debolezza, tutti gli scalpers nella loro esperienza di tradingsi sono dovuto prima o poi confrontare.

Anche in questo caso, ho sviluppato alcune tecniche che

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ci permetto di “interpretare” al meglio i dati del book.

b. Balance/ imbalnceE’ dal 2000 che tutti in stanza la mattina stiamo attenti a

questo elemento presente sulle migliori piattaforme operativedi trading: ed a Noi è sempre sembrata “cosa” naturale, dasempre utilizzata.

Alcuni anni fa all’Italian trading forum alcuni “specia-listi” spiegavano, ad alcuni appassionati, questo strumentoinnovativo: una “novità” che per Noi , appunto, è semprestata consuetudine.

c. L’individuazione “corretta” di resistenze e supporti.Tutti i manuali di analisi tecnica parlano e spiegano cosa

siano supporti e resistenze: ma come mai a volte quando untitolo sale, la famosa ed importante resistenza viene tagliata erotta come “burro”?

Eppure era resistenza importantissima? Beh, fra le coseche ho imparato in questi anni è che il mercato quando sale oquando scende non sa cosa siamo i supporti e le resistenze: èLui l’unico giudice.

Quindi supporti e resistenze in “realtà” non esistono, senon nella ns. mente, e devono essere utilizzate da Noi comestrumento di analisi del ns. personale modo di fare trading.

3.3.3 Il "box dei trade vincenti"

L’esperianza di quasi 10 anni di trading/scalping, mi dà sem-pre conferma che il titolo preso di mira dal mercato(Titolocaldo), ed individuato anche dai magici compratori/venditori,sviluppa molto spesso delle figura tecniche che sono ripetitivedel comportamento degli operatori del mercato.

Alla ricercadei magici

compratori/venditori

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Infatti, il “grosso” compratore o venditore è anch’esso unindividuo con una sua personalità: quindi ho visto negli anni,che tende sempre, o perlomeno molto spesso, a comportarsiin un certo modo, a ripetere un costante “modus operandi”,questo perchè così ha imparato, così gli è stato insegnato dacoloro che lavoravano prima di lui nella broker house, e per-chè è così che si libera da ogni responsabilità nei confronti deisuperiori: deve pertanto solo comprare e vendere quel datoquantitativo di azioni entro le 17,25.

Tutto ciò provoca il costruirsi all’interno della giornata diborsa, di un movimento tecnico del prezzo che è ripetitivo neltempo.

Questa è una delle mie più importati scoperte di questianni di trading: il Box dei trade vincenti, le sue varie configura-zioni, rialziste e/o ribassiste, in rapporto con i volumi ed iltempo trascorso, è elemento fondamentale della maggior partedelle mie operazioni di borsa.

3.3.4 L’ "incantesimo dell’oro e del tempo"

A questo punto, all’interno dei miei corsi, l’attività di insegna-mento di quello che abbiamo definito “la costruzione di untrade vincente”, non è ancora terminata.

Abbiamo individuato i titoli caldi, abbiamo compresoche ci sono degli operatori interessati al titolo o ai titoliche stiamo monitorando, abbiamo visto il “formarsi” dialcune figure tecniche che ci confermano la presenza deglielementi di cui sopra, e che tali figura sono ripetitive nelcorso del tempo: ebbene tutto ciò - sebbene importantissi-mo - a Noi ancor non basta.

Il ns. personale obiettivo è guadagnare, e per farlo voglia-mo avere tutte le carte o il maggior numero di esse, a ns. favo-

Pasquale Carbone

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re: non cerchiamo, anche se in realtà la proviamo comunquetutti i giorni, l’emozione , l’adrenalina del gioco: a Noi inte-ressa fare gain.

In poche parole desideriamo veder crescere la ns. “situa-zione patrimoniale”.

Non voglio fare ricco l’intermediario con cui lavoro con1000 e più operazioni che non mi portano alcun profitto: ilgioco, il casinò, la ruolette la lasciamo ad altri.

Pertanto, se in molti casi e per molti traders, tuttoquanto sopra, costituirebbe materiale più che sufficienteper decidersi a comprare o a vendere, per Noi invece, nonl’ho è ancora.

Manca l’ultima analisi legata al tempo e al quel oro, chestiamo cercando. Si tratta di un passaggio, ultimo, ma fonda-mentale, irrinunciabile.

Qualora, pertanto, se anche, quello che ho chiamato mec-canismo del “tempo” fosse presente e a ns. vantaggio, ecco che,possiamo finalmente entrare in azione e fare quello che noinella ns. sala trading chiamiamo “fare enter!”.

Questo è tutto quanto nel corso degli anni ho insegnatoed insegno nella sala trading di Rapallo.

Quello che tutti i ragazzi, oggi traders, hanno profonda-mente compreso è che l’attività di trading mai è frutto del-l’emozione, del caso, o del gioco: hanno appreso un vero eproprio percorso di costruzione del trading: non ci sono alchi-mie strane, ne formule segrete: occorre, lavoro, impegno,attenzione e sopratutto metodo.

Regole chiare e ben precise da seguire sempre e comun-que. Questo è quanto. Permettetemi, alcune personali righeconclusive.

La mia ambizione è certo “guadagnare” da questi corsi;

L’incantesimodell’oro e del

tempo

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ma credetemi, la vera molla che mi spinge è la personale sod-disfazione di vedere tutti i volti di quei compagni di strada che,conosciuti anche per caso, sono diventati uomini, traders libe-ri, indipendenti; hanno costruito il loro destino.

Ed io so, che la mia mano tesa, il mio suggerimento delmetodo di cui sopra, ha permesso - a chi per il 90%, a chi persolo il 5% - di essere oggi quello che sono.

Vorrei che lo stesso fosse per voi che leggete queste righe. Pasquale Carbone

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NICOLA ASSISO

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4.1 LA MIA STORIA DI TRADERE’ iniziato tutto per caso, comemolte delle tante cose che sono capi-tate a ciascuno di noi nella propriavita. Avevo quindici anni quandoiniziai a cercare qualche lavorettoestivo per togliermi qualche soddi-sfazione e non dover sempre chiede-re ai miei genitori. Decisi di andare alavorare come caddie in un campoda golf in quel di Courmayeur ma, durante una partita, ebbiun brutto incidente e l’assicurazione mi coprì i danni con cin-que milioni di vecchie lire.

Correva l’anno 1995 ed ero alla fine del mio primo annodi Università alla Facoltà di Economia e Commerciodell’Università degli Studi di Pavia, quando, per caso, mi iscris-si in una associazione di studenti universitari che si occupavadi organizzare convegni di carattere finanziario (AIESEC).Per l’occasione decidemmo di organizzare un business game,affidando un capitale virtuale di qualche centinaio di milionida investire in titoli azionari. Alla fine dei tre mesi di garasarebbe stata fatta una graduatoria e sarebbe stato proclamatoil vincitore. Io non partecipai, ma ebbi il compito di organiz-zare delle visite guidate in società di gestione e fondi di investi-mento, allo scopo di far capire ai partecipanti le “tecniche ope-rative” di chi muove il mercato. Fu proprio in una di quellevisite che il gestore col quale parlavamo dovette assentarsi e,quando tornò, disse che era stato costretto a muovere qualche

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migliaio di miliardi dalla Russia in non so quale altro paesed’Europa a causa del malessere del presidente russo del tempo.La cosa iniziò a stuzzicarmi e mi incuriosì a tal punto che ini-ziai a chiedere a mio nonno di tenere da parte tutte le copie deigiornali finanziari che era solito leggere durante la settimanaed iniziai così a passare i fine settimana a cercare di capire ilfunzionamento di tutti quei numeri a fin di pagina. L’impresasi rivelò subito ardua, per lo meno ad un novello studente uni-versitario, ma la voglia di imparare era più forte di qualunquedifficoltà.

In quel periodo iniziai a sentire la pubblicità relativa allaprivatizzazione dell’ENI (Ente Nazionale Idrocarburi) ed ungiovedì chiamai mio padre dal collegio in cui mi trovavo per

dirgli di investire”i vecchi cinquemilioni dell’incidente” di qualcheanno prima proprio in azioniENI: “comprami 1000 azioni a5.250 lire l’una”. Dopo un meset-

to circa quei 5 milioni mi avevano prodotto ben 250 mila liredi guadagno. Se annualizzato, il rendimento risultava di granlunga maggiore. Pur non avendo alcuna conoscenza in ambi-to finanziario, subodorai velocemente il business. Ecco chequella che fino a quel momento era stata una semplice curio-sità, diventò sempre di più una passione viscerale. Non per ildenaro in sè (un trader deve essere staccato dai soldi ed accet-tare anche la sconfitta nel trade) ma per la materia, per le rego-le del “gioco”.

Iniziai dunque a studiare e, complice una borsa di studioeuropea vinta nel 1997, andai in Danimarca ed ebbi la possibi-lità di “entrare” in internet per la prima volta, di cercare soft-ware gratuiti di analisi tecnica e di studiare sempre più. Al mio

La mia storia

di Trader

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Lavorando ben presto constatai che spessole idee (buone o cattive) si scontrano con

la burocrazia, con la paura di “innovare”

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ritorno trovai lavoro presso una primaria banca italiana inLussemburgo, dove iniziai a reperire materiale utile per la tesiin “Tecniche di trading ed uso degli oscillatori nell’analisi tecnicadei titoli azionari” che avevo chiesto poco tempo prima allaprofessoressa Maria Rosa Meriggi (che ancora ricordo)dell’Università degli Studi di Pavia. Lavorando, però, ben pre-sto constatai che spesso le idee (buone o cattive) si scontranocon la burocrazia, con la paura di “innovare”. E nei mercatifinanziari si deve essere duttili, usare la testa ma non pensare,adattarsi al divenire delle circostanze. Non solo per essere pro-fittevoli, ma per crescere professionalmente. Per questo cercailavoro in una struttura italiana ben più piccola ma più flessibi-le, dove potevo mettere in pratica ciò che avevo in testa.Grazie ad un periodo di trading in Spagna a fianco di ex gesto-ri di un hedge fund americano allievi di uno dei più importan-ti trader statunitensi (J.Bernstein), iniziai ad avvicinarmi aldaytrading ed allo scalping. Insomma: passai da un’utilitaria aduna Porsche, con tutti i rischi del caso. Proprio questa espe-rienza mi permise di trovare lavoro in una piccola societàfinanziaria presso la quale lavorai per un paio di anni sotto lasupervisione dell’ing. Gianluca Landi che mi mise a disposi-zione le migliori tecnologie e software che tuttora utilizzonella mia operatività quotidiana. Per un trader, infatti, l’effi-cienza nell’esecuzione degli ordini è di fondamentale impor-tanza.

Dal 2004 svolgo l’attività di trader privato, dapprimapresso la sala trading Denaro - Lettera e poi presso la sede diNuovi Investimenti SIM a Biella. Oltre a questa attività, colla-boro con il quotidiano economico MF e in trasmissioni tele-visive di CFN-CNBC (Linea mercati-trading room e CaffèAffari).

Nicola Assiso

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4.2 LE MIE TECNICHE OPERATIVESapere individuare un titolo che presenta un’impostazione tec-nica di lungo periodo ci permette di ridurre notevolmente irischi nel momento in cui andremo a fare trading di brevissi-mo. Essendo io avverso al rischio, prediligo il day trading e loscalping. Perchè? Facciamo un semplice esempio. Se noi gui-dassimo ai 100 km orari un’automobile in autostrada e deci-dessimo in qualunque istante di lasciare il pedale dell’accelera-tore, togliessimo le mani dal volante e mettessimo in folle,potremmo dire, con elevata probabilità, che continueremo adandare diritto nei prossimi venti metri senza sbandare.

Ma potremmo dire la stessa cosa nel chilometro successi-vo? La risposta è naturalmente NO! Questo banale esempio

mette in evidenza come sia più“semplice” prevedere il breve ter-mine che non il lungo termine.Per questo personalmente diffidodi chiunque faccia previsioni (peg-gio ancora promesse) con oriz-zonti temporali troppo ampi. Nel

mondo non esistono certezze di alcun tipo: siamo forse sicuriche sorgerà il sole domani? No! E la stessa cosa capita tutti igiorni anche sui mercati finanziari.

Prima di entrare nel merito delle tecniche operative,ritengo importante fare una premessa relativa all’ambiente incui si svolge l’operatività, vale a dire il mercato.

Che cos’è? Il mercato è fatto di operatori e gli operatorisono persone che, come tali, sono soggette a sbalzi di umoree, più generalmente, a due “sentimenti” antitetici: la paura(quando si scende) e l’euforia (quando si sale). Naturalmente laprima componente è più forte della seconda: la paura ci bloc-

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sapere individuare un titolo che presentaun’impostazione tecnica di lungo periodo

ci permette di ridurre notevolmentei rischi nel momento in cui andremo

a fare trading di brevissimo

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ca nelle decisioni e nelle scelte della vita e questo capita anchein borsa. Se un titolo vale 100 euro e perde il 50% in una sedu-ta, il nuovo valore sarà di 50 euro. Se domani lo stesso titolorecupera il 50%, non tornerà più a 100 euro, ma a 75. Questoesempio ci fa capire come il ribasso sia più lungo e difficile darecuperare del rialzo, o, se preferite, come la paura sia più fortedell’euforia appunto. Bisogna capire quando c’è un eccesso diuna di queste due componenti e saperla affrontare e/o sfrutta-re. Ricordiamo infatti che il mercato non crea mai ricchezzama si limita a ridistribuirla tra i partecipanti al gioco (per usareun termine derivante dalla teoria economica dei giochi).

Quando leggiamo sui giornali che in borsa sono stati“bruciati” centinaia di miliardi di euro in poche ore (e questosempre quando il mercato scen-de), in realtà c’è semplicementestata una redistribuzione dellaricchezza fra i partecipanti.Ricordiamo infatti che l’85%della gente che opera perdesistematicamente soldi. Questo mette in luce come ci sia soloun 15% che riesce a sopravvivere! O, se preferite, il 15% vivealle spalle di chi perde e sfrutta le loro emozioni, le loro pauree, soprattutto, la loro mancanza di disciplina.

Proprio per questi motivi,adotto diversi modi operare o,meglio, tendo ad usare più tecniche a seconda di come simuove il mercato. Per questo occorre essere mentalmenteaperti ai cambiamenti. Il grosso problema dello scalping (ecomunque anche del trading in generale) è che bisogna spessoentrare con cifre consistenti ed anche una minima oscillazionea noi sfavorevole può comportare una oscillazione negativa diportafoglio di diverse centinaia di euro ed il tutto avviene in

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Se un titolo vale 100 euro e perde il 50%in una seduta, il nuovo valore sarà di 50 euro.Se domani lo stesso titolo recupera il 50%,non tornerà più a 100 euro, ma a 75

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pochi secondi. Quando l’operazione si rivela sbagliata è neces-sario saper accettare la perdita con sangue freddo e senza ragio-nare troppo: è meglio che una perdita sia di cento euro chenon di mille! Questo aspetto mette naturalmente in evidenzacome nel trading sia importantissimo l’aspetto psicologico, laforza emotiva, il distacco dal denaro. A mio avviso non avreimai potuto svolgere questo mestiere (che è assimilabile a qua-lunque altra attività imprenditoriale) se non avessi lavorato sulmio carattere, sulle mie paure e sulle mie emozioni. E di que-sto devo ancor oggi ringraziare non solo Alessandro Tenti,Pasquale Torcolacci ed Alessandro Cominelli (autore de“Strategie di successo per il trader privato”) che sento quotidia-namente quando opero, ma anche Claudio, Roberto eLeandro che da anni mi conoscono e che mi hanno aiutato atrasformare quella che è sempre stata una passione in una vera

e propria attività imprendi-toriale.

A prescindere da qualun-que tecnica, il lavoro è SEM-PRE prima di tutto su noistessi. Fin dall’inizio infatti ilmio obiettivo è stato quello dinon perdere, in modo da pre-

servare inalterato il capitale di partenza, facendo pochissime ope-razioni che fossero però estremamente mirate (bassissimo profilodi rischio). Una volta ottenuti un po’ di utili a copertura del capi-tale investito, però, ho cercato di fare più operazioni ed una voltaraddoppiato il capitale di partenza ho bonificato in uscita, in mododa non rischiare più un euro di quanto avessi messo inizialmentee sono così ripartito da zero, capitalizzando però i nuovi gain (gua-dagni) che si sarebbero generati.

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il grosso problema dello scalpingè che bisogna spesso entrare con cifre consistenti ed

anche una minima oscillazione a noi sfavorevolepuò comportare una oscillazione negativa

di portafoglio di diverse centinaia di euro ed il tuttoavviene in pochi secondi

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Ho appena scritto che mano a mano che ho iniziato a farepiccoli utili, ho incrementato anche gli eseguiti. Per qualemotivo? Nello scalping la statistica gioca a nostro favore:facendo diversi trades, infatti, è come se lanciassimo la mone-ta diverse volte. Secondo la statistica frequenzista, avremo il50% di probabilità di guadagnare ed il 50% di probabilità diperdere. Se però tutte le volte che esce testa il guadagno è dicinquanta euro e tutte le volte che esce croce la perdita (chenoi fissiamo a priori, per questo dobbiamo lavorare su noistessi) è di venticinque euro, allora ecco che saremo “matema-ticamente” in guadagno. E questo a prescindere dalla tecnica!

Cosa capiterebbe se alla statistica (che, come appenadimostrato, è a nostro favore, per questo la borsa non è assi-milabile ai casinò) aggiungessimo una tecnica? Teoricamente ilrisultato dovrebbe migliorare sensibilmente (se si rispettano leregole che la tecnica stessa ciimpone naturalmente). Comeselezionare dunque i titoli (siain ottica multiday che in otticadi daytrading)?

Questo è uno dei punti più delicati nell’attività di trading.A ben vedere, però, questo costituisce parte del problema, inquanto, dopo migliaia di operazioni, ritengo che la parte piùdelicata non sia tanto l’entrata, quanto l’uscita dalla posizione,sia che essa sia di tipo intraday che di tipo multiday. Andiamoper punti.

Ciò che metto in pratica quotidianamente è un attentoscreening (selezione) dei titoli sulla base di un metodo che hoappreso nella società spagnola presso la quale ho operato e dicui ho fatto cenno precedentemente. Molto spesso si sente direche, per il trader, trend is your friend. Abbiamo scoperto l’ac-

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nello scalping la statistica gioca a nostrofavore: facendo diversi trades, infatti, è comese lanciassimo la moneta diverse volte.

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qua calda, penserete. In realtà il discorso non è poi così ovvio,in quanto non ci siamo mai posti la domanda di cosa sia untrend, di come lo si possa individuare e di come lo si possa“cavalcare”. Brevemente, come scritto in qualunque manualedi analisi tecnica, il trend è costituito da una serie di massimi edi minimi crescenti. Per il mio tipo di operatività, tuttavia,questa è condizione necessaria ma non sufficiente. Spessoinfatti una serie storica di questo tipo può farci entrare in posi-zione a livelli di prezzo massimi.

Per qualunque tipo di trade e su qualunque time frame(scala temporale) adotto sempre la stessa tecnica: cercare deipunti in corrispondenza dei quali la tensione dei prezzi puòessere esplosiva. E questo si verifica quando si crea un punto

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1.1 FIAT

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in corrispondenza del quale c’è lotta tra compratori e vendito-ri (vedere il grafico 1.1 di Fiat).

Come si può ben vedere, la condizione di massimi e mini-mi crescenti è soddisfatta. Aspettiamo una rottura data da unabarra di volatilità e successivamente una stabilizzazione deiprezzi.

Ma se la volatilità spesso funge da conferma di un poten-ziale trend, personalmente adotto un metodo che può antici-pare la direzione che ci verrà data dalla barra di volatilità.Questa tecnica è stata collaudata e studiata durante il periodotrascorso in Spagna.

Vediamo quali risultati avrebbe potuto produrre caval-cando il rialzo del titolo (ho preso in esame proprio il 2007perchè solo nella prima metà positivo). Come ho già detto,anni fa ho scritto una tesi sull’uso degli oscillatori e mi sonoaccorto che tutti hanno al loro interno una media (semplice,ponderata, esponenziale, etc.).

Le medie per definizione sono indicatori piuttosto lentiche mal si adattano ad anticipare un potenziale inizio di trend.Ma non sempre è così, come si può vedere nel grafico succes-

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1.2 FIAT

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sivo (grafico 1.2).In breve: il metodo consiste nell’avere un potenziale

segnale di entrata long (short) su qualunque titolo o indice nelmomento in cui si verificano almeno due chiusure consecuti-ve sopra entrambe le medie. Il segnale effettivo lo si avrà nelmomento in cui ci sarà una terza barra che “rompe” al rialzoil massimo più alto di una delle due barre che precedentemen-te avevano chiuso sopra il canale (grafico 1.3).

Ma come è stato creato questo canale? Come è possibileche le medie non si incontrino mai? Semplice: sono statecostruite su intervalli temporali differenti e tarate sui massimie minimi delle barre. Ex post, questo canale è particolarmen-te utile per seguire il trend. Benchè spesso anticipi l’inizio deltrend stesso, può essere appunto un ottimo metodo per riusci-re a mantenere la posizione, sfruttando ogni ritracciamentoall’interno delle due medie come punto per incrementare laposizione (naturalmente dopo che si è avuto il segnale di

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1.3 FIAT

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ingresso). Per l’uscita, invece, è a mio avviso importante darsiuno stoploss percentuale dal punto di ingresso. A rigore nondovremmo uscire finchè si verifica un segnale contrario (duechiusure consecutive SOTTO entrambe le medie). Ma questamodalità, seppur valida, ha il grosso difetto di rischiare di ero-dere gran parte del profitto accumulato. Per questo motivoritengo utili tecniche di money management volte a smezzarela posizione in guadagno portando, ad esempio, lo stoploss sullivello di ingresso. Nel mese di Marzo di quest’anno, ad esem-pio, il titolo ha subito un forte ritracciamento da 18.50 eurocirca fino a 16.50. Pur essendo entrati a Gennaio (momento incui si è verificata la rottura della seconda barra che aveva chiu-so sopra il canale a Dicembre) a 15 euro circa, avremmo subi-to un ritracciamento veramente consistente.

Se il trend è forte sarà anche caratterizzato da una sequen-za di barre in cui le chiusuresi collocheranno nella partealta del range. Un aspettoche spesso viene sottovaluta-to è che molti indicatori dimomentum (forza) vengonoanalizzati ricercando l’iper-comprato e l’ipervenduto,senza però notare che se un trend è veramente forte (e questoè quello che cerchiamo se vogliamo guadagnare in fretta esenza troppi pericoli), l’indicatore stesso continuerà a stazio-nare nella parte alta del range. In altri termini, le soglie “stan-dard” di ipercomprato e di ipervenduto andrebbero di volta involta ottimizzate, traslandole verso l’alto in caso di deciso uptrend e verso il basso in caso di down trend.

Tornando all’esempio, nel momento in cui si uscirà dal-

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un aspetto che spesso viene sottovalutatoè che molti indicatori di momentum vengonoanalizzati ricercando l’ipercomprato e l’ipervenduto,senza però notare che se un trend è veramente forte,l’indicatore stesso continuerà a stazionarenella parte alta del range.

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l’alto verso il basso dovremo chiudere la posizione long, inquanto la spinta propulsiva verrà meno. In figura 1.3 ho uti-lizzato il %K a 21 periodi. La sua uscita dall’area di ipercom-prato (attorno a 75) segnala infatti una perdita di momentum.Mi rendo conto di stravolgere un po’ quello che generalmen-te si legge sugli indicatori, ma il mio obiettivo è proprio quel-lo di andare alla ricerca di ipercomprato (ipervenduto in casodi short) perchè in queste situazioni c’è euforia (paura) e laforza del trend è maggiore! Questo metodo è molto affidabilese la scala temporale che si utilizza è daily, ma mano a manoche si scende (grafici orari, a 30 minuti e a 5 minuti) i falsisegnali possono essere frequenti in quanto siamo soggetti, adesempio, ai gap di apertura.

Questo canale è molto utile per chi decidesse di adottareun’operatività di tipo multi-day, ma lo è altrettanto per chiopera su intervalli temporaliridotti e in intraday. Per qualemotivo? Come ho accennatoin precedenza, la mia operati-vità preferita è quella dell’hit

& run (colpisci e scappa) ed è tipica dello scalping. Una volta che abbiamo ottenuto un segnale di acquisto,

abbiamo svolto gran parte del lavoro. Abbiamo infatti utiliz-zato una scala temporale giornaliera che naturalmente ci for-nisce segnali più affidabili di qualunque altro time frame piùridotto. Per operazioni mordi e fuggi siamo interessati allavolatilità che ci fornirà la direzione futura del trend e ci per-metterà di guadagnare in poco tempo. La volatilità si genera sulivelli di mercato dove la lotta fra compratori e venditori èmassima e l’eventuale “vittoria” degli uni sugli altri costringe-

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uno degli aspetti dell’analisi tecnicache vengono spesso messi in discussione riguarda

il fatto che questa non sia assimilabilenè alle regole della statistica nè a quelle

di qualunque scienza

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rà chi si trova dalla parte sbagliata a dover chiudere in fretta edin perdita le proprie posizioni. Questo fornirà ulteriore forzapropulsiva al nuovo trend (ma anche liquidità al mercato). Ilcalcolo dei livelli (long e short) che faccio alla fine di ogni sedu-ta, viene svolto a seconda della forza relativa dei titoli rispettoal proprio settore e solo successivamente sui grafici.

Uno degli aspetti dell’analisi tecnica che vengono spessomessi in discussione riguarda il fatto che questa non sia assimi-labile nè alle regole della statistica nè a quelle di qualunquescienza. E questo è sicuramente vero: c’è un detto a WallStreet secondo cui There is no rich chartist in Wall Street (nonc’è alcun ricco analista tecnico a Wall Street). Se noi prendes-simo dieci persone e facessimo tracciare loro delle trend linedinamiche, ad esempio, molto probabilmente (si spera) tuttesarebbero in grado di individuare una tendenza a salire o ascendere, ma le dieci linee sarebbero tracciate in modo diver-so: alcuni filtrerebbero le code di volatilità, altri farebberol’esatto contrario, altri ancora userebbero grafici lineari maga-ri. Per questo si dice che chi applica l’analisi tecnica non vedemai i grafici in modo univoco. Questo è vero ma non deltutto. Ad oggettivizzare il concetto, a mio avviso, ci sono letrendline statiche (che corrispondono sempre ai punti di lottamaggiore fra compratori e venditori) e la cui rottura provocasistematicamente l’accelerazione dei prezzi e questo ci permet-te di guadagnare velocemente.

Mantenendo l’esempio fatto precedentemente su Fiat,l’effettivo segnale long sul titolo si è verificato il 15 gennaiodello stesso anno. Il livello di 14.99 e quindi la sua rottura risul-tava un segnale di accelerazione in ottica multiday, ma ancorpiù in ottica intraday. Nel grafico 1.4 è riportata la seduta suun time frame a 5 minuti. Possiamo notare come il titolo

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abbia aperto un tick sopra il livello (a 15 euro) già nella primabarra e si sia spinto fino ad un massimo a 15.17 per poi retro-cedere. Il canale di media si era girato a nostro favore già nellaseduta precedente. Naturalmente notiamo anche come i falsisegnali del canale siano frequenti nel momento in cui il titolomostra un andamento laterale.

Dobbiamo anche specificare che l’operatività di brevissi-mo presenta delle differenza rispetto all’operatività a mediotermine. Nel breve infatti puntiamo a ricercare l’aumentodella volatilità e quindi opereremo in corrispondenza di puntiove la stessa potrà raggiungere valori particolarmente elevati:andremo quindi a comprare le rotture di resistenze. Nelmedio termine, invece, cercheremo di comprare i supporti(andando ad esempio ad accumulare posizioni long in tutti ipunti in cui i prezzi “sfiorano” il canale di media, come dafigura 1.3).

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1.4 FIAT

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Proviamo a fare un secondo esempio. In figura 1.5 è rap-presentato il titolo Seat Pagine Gialle. Anche in questo casosiamo in presenza di un buon trend rialzista su un grafico dailye possiamo notare come il canale di media sia stato un ottimopunto di appoggio per accumulare posizioni long di medioperiodo fin dalla fine del 2006. Ci sono stati dei momenti incui si sono verificate chiusure al di sotto del canale, con conse-guente perdita di spinta rialzista (evidenziata dalla perdita dimomentum del %K a 21 periodi e dal suo momentaneo allon-tanamento dalla soglia di ipercomprato),ma il titolo mantienecomunque una buona impostazione grafica. Inoltre ricordia-mo che la presenza di due chiusure consecutive sopra o sotto ilcanale è condizione necessaria ma non sufficiente per entrare inposizione, poichè è necessaria la formazione di una congestio-ne e la successiva rottura dei massimi (minimi) delle due barre.Questo, ad esempio, si verifica ad inizio 2007. Abbiamo infat-

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1.5 SEAT PAGINE GIALLE

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ti diverse chiusure sopra il canale e solo nella seduta del 15 gen-naio si assiste ad una prima rottura del (nuovo) massimo del-l’anno ed alla formazione di una congestione poco sopra talelivello.

Il nostro scopo è quello di lucrare nel brevissimo. La for-mazione di una congestione con massimi allineati a 0.4815(quindi a livelli di prezzo superiori al precedente massimo del-l’anno) è una condizione ottimale per entrare in acquisto sulmercato in seguito ad una sua rottura.

Prendiamo ora il microscopio e vediamo cosa è successoin un grafico a 5 minuti nella seduta del 19 Gennaio 2007 (gra-fico 1.6).

Come si può facilmente notare, la rottura del livello a0.4815 è stata caratterizzata da una compressione di volatilitàpoco sotto a 0.480. La sua rottura ha prodotto l’esplosione deivolumi ed un rialzo molto veloce, con un guadagno percen-

Le mietecniche

operative

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1.6 SEAT PAGINE GIALLE

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tuale dello 0.90 % circa (che,se annualizzato, porterebbe ad unrendimento superiore al 300 % in pochi minuti!).Naturalmente notiamo anche che il segnale è stato negatonella seduta successiva (22 Gennaio), ma come ho più voltedetto nella vita e nel trading non avremo mai delle certezze,ma solo delle probabilità di successo che saranno tanto più ele-vate quanto più l’accelerazione delle quotazioni (volatilità)sarà maggiore. Un aspetto importante da non sottovalutareconsiste nel vedere come il titolo si avvicina al livello, qualorasi decidesse di adottare un’operatività di questo tipo.

Fermo restando che le analisi (ed il conseguente calcolodei punti critici) vengono fatte precedentemente, è basilarecercare di capire se prima del raggiungimento del suddettolivello il titolo in questione è già comprato (possibilmente conbuoni volumi). Oltre ai banali ordini asteriscati (che però spes-so vengono messi non solo sul denaro ma anche sulla lettera,magari con quantità più grosse in modo da invogliare i tradera vendere, facendosi servire comunque sui vari astericati piùpiccoli posti in denaro), è importante studiare anche la forzarelativa del titolo rispetto al future.

Non dimentichiamo infatti che tutti coloro che vendonoun titolo ben comprato quando il mercato tende a scendere,dovranno ricoprire le proprie posizioni (sbagliate) nelmomento in cui il mercato stesso inizierà a rimbalzare. E que-sto sarà tanto più importante quanto più il titolo sarà grande,in quanto entreranno sul mercato anche gli arbitraggisti.Sappiamo infatti che esiste una correlazione tra indice e futu-re: il secondo non è altro che una capitalizzazione del primo.A livello puramente didattico, potremmo infatti dire che:

Future S&PMIB40 = Indice S&PMIB40 x i*,

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Avendo indicato con i* un tasso privo di rischio.Sappiamo che il primo membro dell’equazione deve essereuguale al secondo (lo dice la matematica).

Nel momento in cui il future sale (scende), allora anchel’indice (ponderato per il peso che ciascun titolo ha al suointerno) dovrà salire (scendere). Questo allineamento avvienecon un minimo di ritardo che spesso costituisce un vantaggiocompetitivo.

Proviamo a chiarire con un secondo esempio quantoappena scritto. Nel grafico 1.7, è riportato il trend giornalierodel titolo Mediolanum (che comunque ha un peso estrema-mente basso nella composizione dell’ S&PMIB40).

Come si può ben vedere il canale di medie ha prodotto un

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1.7 MEDIOLANUM

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segnale long già da diverse sedute (per chi decidesse di operarein ottica multiday), essendoci state due chiusure sopra lo stes-so confermate in seguito dalla rottura del massimi delle stesse.Abbiamo più volte parlato dell’importanza (per un trader dibrevissimo) di ridurre al minimo i rischi, aspettando la forma-zione di livelli la cui rottura potrebbe essere foriera di accele-razioni in favore dell’operatore stesso. Questo si verifica conla formazione di aree grafiche di congestione (su diversi timeframe). In figura 1.7 è indicata una possibile area di breakoutsu Mediolanum, collocata a 6.21, come potenziale anticipo di6.23.

Individuato il livello, studiamo ora il comportamento deltitolo rapportato a quello dell’indice (o del future, se preferi-te). In figura 1.8. notiamo come alle ore 9.35 dell’ 11 Aprile

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1.8 S&P MIB

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2007 il future abbia in un primo momento cercato di rompe-re al rialzo i massimi battuti in fase di apertura, ma, fallito taletentativo, è subito retrocesso all’interno del lato inferiore delcanale di media.

Di contro, analizziamo il comportamento del titoloMediolanum, utilizzando un grafico a cinque minuti (grafico 1.9).

In questo esempio si può facilmente notare come, rotto illivello di 6.21 nei primissimi minuti di contrattazione, e suc-cessivamente anche il 6.23, Mediolanum abbia congestionatocirca 15 minuti in area massimi di giornata, benchè il mercatonon fosse particolarmente rialzista in quel momento (figura1.8). Gli alti volumi, però, indicano che c’è interesse sul titolo.Effettivamente, nel momento in cui il future si riprende, eccoche la rottura si rivela un buon trade.

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1.9 MEDIOLANUM

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Certamente uno scalper è in grado di sfruttare tutte lemicro oscillazioni che si producono nel corso della seduta. Adogni modo questa operazione avrebbe portato ad un guada-gno dello 0.4% circa in pochi secondi (a prescindere da quelliche potevano essere i veri target del rialzo stesso).

Naturalmente il fatto che la forza relativa del titolo fossemaggiore all’inizio non implica che potesse esserlo nel corsodi tutta la seduta ! In orario di pranzo, ad esempio, il mercatoè molto sottile e facilmente manipolabile, quindi anche il con-cetto di forza rispetto all’indice sarà molto “relativo”.

Detto questo, vorrei riassumere brevemente i concetti piùimportanti per quanti vorrebbero fare del trading la propriaprofessione o, più semplicemente, una “seconda attività”.

Il trading è una delle attività più belle per chi decide diintraprenderla. Ci fa sentire liberi, totalmente padroni di noistessi. Possiamo farlo dovevogliamo e quando voglia-mo. Non abbiamo contatticon le persone, con clienti,discussioni inutili con inostri superiori sul posto dilavoro. Possiamo guadagnarein un giorno o poco più quel-lo che magari le persone guadagnano in un mese di lavoro.Sembra facile, ma. Chi è sul mercato è soggetto quotidiana-mente ad un fortissimo stress emotivo dato dalle cifre con lequali si opera (specialmente se si è trader intraday o scalper).

L’85 % della gente perde sistematicamente soldi. Chi liguadagna, li sottrae sistematicamente ai perdenti.

Il trader deve avere un’ottima capacità di mantenere laconcentrazione (per questo alla sera si è spesso fisicamente

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L’85 % della gente perde sistematicamente soldi.Chi li guadagna, li sottrae sistematicamenteai perdenti. Non cerco mai l’operazione giustama più operazioni con le più alte probabilitàdi successo.

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distrutti).Il trader deve essere distaccato dal denaro e considerare i

profitti una logica conseguenza di una operazione che è statapianificata e gestita bene. Il mio obiettivo è quello di guadagna-re l’1% al giorno di quanto ho in portafoglio. Così facendo inbreve tempo potremo raddoppiare il nostro capitale od otte-nere guadagni via via più consistenti.

Non cerco mai l’operazione giusta (da +10% per inten-derci), ma più operazioni con le più alte probabilità di succes-so.

Poichè questa attività ci sottopone ad una concentrazioneesasperata ed è una delle più stressanti emotivamente (gli scal-per americani iniziano a venti anni e a 28 sono considerati vec-chi), è necessario dedicare a noi stessi i momenti di svago, fre-quentando altre persone, facendo attività fisica e scaricandotutta la nostra tensione.

Pianifichiamo sempre tutte le nostre operazioni, non ope-riamo mai d’istinto e rispettiamo sempre le regole che ci siamodati e soprattutto gli stoploss!

Enjoy the game!

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5.1 SCALPING E ANALISI GRAFICA

5.1.1 Chi siamo

Chi trova un amico trova un tesoro: è questa la frase chemeglio racchiude le nostre esperienze. Noi siamo AlbertoRavina e Marco Lascala, due ex compagni di superiori chehanno affrontato l’università insieme (ingegneria x l’ambientee il territorio). Verso la fine dell’università (anno 2000) abbia-mo iniziato ad interessarci di borsa in maniera indipendente einconsapevole. Abbiamo così iniziato a studiare parecchi librie a fare le prime operazioni, ma visti i risultati deludenti abbia-mo abbandonato la borsa. Il pallino però è rimasto e a confer-ma di ciò la nostra tesi si è basata sullo studio delle reti neura-li applicate ai fenomeni atmosferici (ma perfettamente replica-bili in ambito finanziario).

Dopo la laurea abbiamo iniziato a lavorare in due postidiversi, ma dopo un anno, delusi dai nostri lavori, abbiamodeciso di licenziarci per poter operare in borsa.Importantissimo nel nostro cammino è stato l’incontro conStefano Fanton ad un meeting che ci ha fatto scattare lavoglia di provarci. Dopo un periodo di prove e tentativi dicirca sei mesi abbiamo conosciuto Leonardo Gioacchini checi ha spiegato le regole dello scalping dinamico e seguito nelnostro percorso attraverso una chat. Per i primi tre mesi irisultati non erano assolutamente soddisfacenti, anzi: le perdi-te erano piccole ma costanti. Spesso chiudevamo in guadagnoma le commissioni incidevano a tal punto da farci chiudere inperdita.Proprio quando sembrava tutto perduto e stavamo per

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ALBERTO RAVINA E MARCO LASCALA

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mollare è successo l’incredibile: il primo mese finito in gain!Da quel momento la strada è stata sempre più in discesa: abbia-mo affiancato Leonardo in alcuni dei suoi master e iniziato apartecipare ad eventi sul trading non più come spettatori macome docenti. A coronamento del nostro lavoro la sim con laquale lavoriamo, Nuovi Investimenti, ha aperto una sala tra-ding a Torino per i suoi clienti nella quale noi siamo i tradermaster. Siamo sempre alla ricerca di persone che intendonofare del trading la propria professione, per riuscire a creare unteam di lavoro nel quale scambiarsi idee, tecniche operative eopinioni. Se il trading è la vostra passione venite a trovarci. Viaspettiamo!

Quando si parla di borsa si pensa ad un mondo comples-so, di difficile interpretazione e soprattutto di quasi totaleimprevedibilità. Chi si avvicina a questo mondo si accorge benpresto che in realtà; è proprio così!!!!

Facciamo una piccola intervista.Lettore: Come fanno i trader professionisti a guadagnare?Trader: Semplice: hanno letto e studiato tanti libri e

passato moltissime ore davanti al monitor a vedere quota-zioni e grafici.

Lettore: Come faccio io a raggiungere gli stessi risul-tati? Dovrò anch’io studiare libri e passare ore davanti aimonitor?

Trader: NI (avete letto bene: ni, mezzo no e mezzo si).Lettore: ???

Vediamo di chiarire un po’ le cose. Quando abbiamo ini-ziato ad occuparci di borsa non conoscevamo nulla. Comemolti di voi ci siamo avvicinati allo studio dell’analisi tecnicaper iniziare a capire e decifrare i movimenti degli strumentifinanziari. Abbiamo letto molti libri e studiato molte tecniche

Scalping e analisi grafica

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e siamo passati brillantemente dalla fase “non capisco niente”alla fase “ho una confusione in testa”. In effetti in ogni graficoche vedevamo, individuavamo supporti, testa e spalle, flag,ipercomprato e chi più ne ha più ne metta. Chiunque in que-sto grafico riconoscerà almeno una decina di diverse figure dianalisi grafica.

Abbiamo così iniziato ad operare e man mano che passa-va il tempo ci siamo resi conto di una cosa importantissima:alla fine ciò che conta è avere una strategia semplice e soprat-tutto ripetibile nel tempo.

Il fatto che una tecnica sia ripetibile nel tempo non è cosìscontato: proviamo a pensare agli anni 2000 e 2001. Il merca-to era molto volatile e liquido e le esplosioni di volatilità eranoall’ordine del giorno. Oggi tali esplosioni non sono così fre-quenti e soprattutto sono molto più limitate nel tempo.Quest’esempio ci fa capire l’importanza della reiterabilità dellatecnica che vogliamo adottare.

Alberto Ravina eMarco Lascala

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Ora possiamo spiegare perchè alla domanda precedenteabbiamo risposto ni: non serve conoscere migliaia di tecniche,basta semplicemente impadronirsi di due o tre. Dunque nonsarà necessario studiare molti libri. Sarà invece importanteosservare il mercato nei suoi movimenti giornalieri in manie-ra critica. Questo vuol dire che non dobbiamo stare come deipesci lessi davanti al monitor vedendo le azioni Mediobancasalire di quattro punti percentuali pensando “Le volevo com-prare ieri” oppure “L’avevo detto che salivano” (in realtàabbiamo pensato la stessa cosa di altri dieci titoli ma ci arrab-biamo solo per l’unico che sale), ma sarà nostro compito ado-perarci nel guardare il grafico antecedente alla salita per capirese esisteva o no un segnale operativo che ci avrebbe permessodi intervenire.

Per fortuna vostra questo lavo-ro è stato già fatto da molte altrepersone, in svariate forme e tecni-che differenti. Qui presenteremoquelle che noi utilizziamo giornal-mente per cercare di guadagnarci la

pagnotta.Noi ci occupiamo principalmente di scalping, operatività

che ci consente di ridurre al minimo i rischi (come vedremolo stop loss è rigorosamente di un tick) e di avere un elevatorapporto di operazioni in guadagno o in pari rispetto a quellein perdita.

Questo tipo di operatività è molto legata alle configura-zioni di book che si presentano sul titolo osservato, cionono-stante riusciamo ad integrare allo scalping puro, operazioniderivanti da considerazioni grafiche che tra poco andremo adanalizzare.

Scalping e analisi grafica

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alla fine ciò che conta è avereuna strategia semplice

e soprattutto ripetibile nel tempo

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Rimangono comunque valide le regole basilari dello scal-ping che consistono nell’entrare in posizione sul titolo soloquando si hanno convergenze con gli indici di riferimento(S&Pmib, Dax, S&P, Nasdaq). Non ci troveremo quindi maiin posizione corta mentre gli indici rompono al rialzo e vice-versa.

Più legata con la psicologia è invece capire la giusta quan-tità di pezzi con cui entrare nel mercato. E’ infatti possibilefare un’operazione corretta ma con quantità che non riuscia-mo a gestire. Questo ci porta a sbagliare la chiusura dell’ope-razione, ovvero anticiparla troppo nel caso di un guadagno, eritardarla nel caso di una perdita. Ne consegue che le operazio-ni in perdita saranno monetariamente superiori a quelle inguadagno. Questa strada porta alla rovina!

E’ importante partire con quantità esigue per cercare difar correre al massimo le operazioni ed essere estremamenterigorosi nel rispetto dello stop loss.

Acquisita sicurezza sulla tecnica possiamo gradualmenteaumentare le quantità fino quando siamo in grado di gestirepsicologicamente l’operatività. Esiste anche un’altra soglia daconsiderare, legata alla liquidità del titolo. Cercheremo di nontrovarci mai in mano una quantità di azioni che sia superiorealle quantità mediamente presenti sui livelli del book del tito-lo osservato.

5.2 TREND O CONGESTIONE, QUESTO È IL PROBLEMAForse non è necessario scomodare il grande Shakespeare per inostri problemi di grafici ma la domanda che ci poniamo nonè così banale e scontata e ci sono voluti parecchi mesi (e sva-riati stop loss!!!) per riuscire ad ottenere una risposta.Osserviamo i due grafici seguenti.

Alberto Ravina eMarco Lascala

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Entrambesi riferisconoallo stesso tito-lo ma in duegiornate diffe-r e n t i .Entrambe legiornate sonostate piuttostovolatili condiscreti movi-menti, mamentre nellaprima il titolosi è mossoall’interno di

un range, e quindi in congestione, nella seconda è stato instaura-to un trend deciso e per tutta la giornata. Sapere se un titolo è inuna giornata di trend o di congestione è molto importante per-chè in situazioni analoghe opereremo in modo totalmente oppo-sto. Infatti, se la giornata è di congestione e il titolo arriverà suuna resistenza, apriremo una posizione short (o vendita allo sco-perto); nel caso opposto se la giornata è di trend (in questo casorialzista) e il titolo raggiunge una resistenza, apriremo una posi-zione long (o acquisto) nell’eventualità di una rottura.

Ma come facciamo a capire in quale dei due casi siamo?Come detto prima la risposta sta nella parte antecedente del gra-fico ed in particolare nella giornata precedente. Rivediamo diseguito i due grafici con l’aggiunta dei dati del giorno prima.

Come si può notare nella prima figura le quotazioni del tito-lo si sono mosse sempre all’interno del range della giornata pre-

Trend o congestione,

questoè il problema

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cedente, ossiatra il massimoe il minimo,mentre nellaseconda figura,dopo averrotto il massi-mo della gior-nata preceden-te, il titolo èsalito fino allachiusura delm e r c a t o .Questa rivela-zione aurea(?!?!?) ci portaad una fondamentale conclusione: se ci moviamo all’interno delrange del giorno prima dovrò utilizzare solo segnali operativi diinversione o di rimbalzo, se siamo fuori da tale range useremotecniche ed approcci da trend follower, ossia assecondiamo l’an-damento del titolo osservato.

Va fatta però subito una precisazione: la rottura degli estre-mi della giornata precedente non va letta come segnale operati-vo, o quantomeno non implica obbligatoriamente un’aperturadi posizione (non sempre), ma ci serve per indicare chiaramenteche il titolo può avere una ben precisa tendenza. Quindi riassu-mendo:

> se le quotazioni sono al di sopra del massimo della gior-nata precedente non apriremo in nessun caso posizioni short

> se le quotazioni sono al di sotto del minimo della gior-nata precedente non apriremo nessuna posizione long

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> se le quotazioni stanno all’interno del range della gior-nata precedente non apriremo posizioni in caso di rottura dilivelli

Avere ben chiaro in testa cosa non fare in certe situazioni èmolto più importante che sapere cosa fare. Questo tipo di tecni-ca che noi utilizziamo per l’intraday va benissimo su qualunquetimeframe. Se preferite usare le candele daily al posto di quelle a5 minuti basterà applicare le stesse regole rispetto alla candela set-timanale o mensile precedente.

Naturalmente, a questo punto il lettore si chiederà: e alloracosa devo fare? La risposa sta nei prossimi due capitoli.

5.3 LA MEDICINA PER LA CONGESTIONEPer operare nelle congestioni dovremo utilizzare tutte le tecni-che e figure grafiche che più ci piacciono a condizione che sianodi inversione. Personalmente adottiamo in prevalenza l’utilizzodelle linee orizzontali in corrispondenza di livelli grafici: i cosid-detti supporti (sui minimi) o resistenze (sui massimi). Rivediamo

il grafico di prima e proviamo a tracciare delle linee orizzontali. Dopo l’apertura il titolo si muove lateralmente fino ad arri-

Trend o congestione,

questoè il problema

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vare verso metà mattinata sul minimo di giornata fino ad alloraregistrato (1). Questa zona di prezzi è stata importante anchenella giornata prima perchè proprio in quel punto si hannoavute frequenti inversioni di andamento. Ciò è un ulteriore con-ferma della validità del supporto e quindi intraprenderemo unaoperazione long nonostante il titolo stia scendendo (inversione).In effetti il titolo rimbalza fino ad un massimo di 5 tick. Entroquesto range chiuderemo l’operazione in un qualsiasi punto.

Poco dopo il titolo accelera verso il basso e, rispettando rigo-rosamente le regole imposte, attenderemo l’arrivo sul nuovosupporto che risulta essere la chiusura del giorno precedente (2).Nuovamente apriremo una posizione long che frutterà anch’es-sa (massimo escursus 7 tick).

Ora il titolo è tornato nella zona dei prezzi dove avevamofatto il primo long ma adesso risulta essere una resistenza (3).Come ormai abbiamo imparato, apriremo una posizione inver-sionista (in questo caso short) che frutterà anch’essa.

Sul grafico non abbiamo segnato la rottura sotto il suppor-to perchè in quel momento sono arrivati dei dati macroecono-mici che condizionano pesantemente l’andamento del titolo.Infatti dopo questa discesa, una brusca risalita e una nuova disce-sa, si torna nella zona supportava precedente (4). A questo puntola burrasca innescata dai dati macroeconomici e dall’apertura deimercati americani si è placata e ci permette di aprire nuovamen-te una posizione long che chiuderemo anche questa volta in pro-fitto.

Per tutte le operazioni fatte non dobbiamo dimenticare chevale sempre la regola:

livello grafico + coerenza nel book + movimentocorretto del future = entrata nel mercato

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Se lo desideriamo possiamo anche aiutarci con degli indi-catori di momentum che ci permettano di fare ingressi piùsicuri e più filtrati (ma anche molti di meno). Va bene anchel’analisi delle candlestick, in particolare la figura denominata“hammer” (martello) o “hangin man” (impiccato), ossia corpo

piccolo e una pro-nunciata lower sha-dow (indica unminimo) o uppershadow (indica unm a s s i m o ) .Naturalmente nonsono sempre rose efiori come in questagiornata. Spessoaccade che dopo

l’apertura il titolo rompa al rialzo o al ribasso il range dellagiornata precedente per poi rientraci poco dopo. In questi casimanteniamo valide sempre le stesse regole, ossia quando iltitolo torna nel range, cercheremo di fare operazioni inversio-niste, non curandoci della falsa rottura avvenuta.

5.4 PER ESSERE TREND(Y)Quante volte è capitato di trovarci contromercato e di nonessere riusciti a chiudere la posizione perchè i livelli sul booksaltavano troppo rapidamente? In questi casi inseguire il titolocercando di chiudere ogni volta la posizione sul livello chesalta è controproducente perchè verremo eseguiti solo duran-te una pausa del titolo, e questo può succedere anche dopomolti tick di loss. Questo ci espone ad un rischio troppo ele-vato! Per evitare di trovarci in questa situazione la nostra ope-

La medicinaper la congestione

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ratività verrà limitata ai long al di sopra del massimo della gior-nata precedente ed agli short al di sotto del minimo della gior-nata precedente.5.4.1 Sopra i massimi del giorno prima

Oltre a sapere cosa non bisogna fare (ovvero entrare short),bisogna avere delle valide tecniche di ingresso e di uscita dalmercato.

Di seguito descriveremo quelle che usiamo più frequente-mente:

> Rottura di una resistenzaDurante la giornata operativa il titolo sarà caratterizzato dalivelli di prezzo che verranno abbattuti con relativa facilità edaltri che il titolo farà più difficoltà a superare. Verranno creati in questo modo supporti e resistenze intradaycome ad esempio massimi e minimi di giornata, doppi massi-mi e doppi minimi di brevissimo, e livelli sui quali sono pre-senti ordini nascosti. Vediamo un esempio:

La linea indicata dalla freccia rappresenta una resistenza intra-

Alberto Ravina eMarco Lascala

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day. Il segnale di ingresso long scatta in quanto siamo oltre imassimi della giornata precedente e il titolo rompe la sua resi-stenza intraday.

Il target è dinamico, quindi osserveremo la rottura e usci-remo sul primo livello in denaro che verrà aggredito. In que-sto modo se il mio livello di ingresso viene subito aggredito indenaro, mi chiuderò in pari. Se il livello di ingresso non passain denaro oppure viene subito fatto sparire dal denaro e rimes-so in lettera (falsa rottura) il mio stop loss scatterà all’aggres-sione del livello in denaro sottostante (stop loss di 1 tick).

Vantaggiospesso i target di queste operazioni sono più di un tick inquanto se la rottura è buona il titolo tenderà a prendereulteriore forza spinto dagli operatori che non sono riusci-ti ad entrare sul primo livello di rottura e non voglionocomunque perdersi il movimentoSvantaggiosiamo soggetti a false rotture, soprattutto se il titolo arri-va sul livello di ingresso già in forte spinta

> RitracciamentoUn’altra possibilità è quella di entrare long dove i primi ope-ratori (generalmente quelli di più breve termine) terminano lapresa di beneficio dell’acquisto effettuato in precedenza (peresempio sulla rottura della resistenza).

La presa di beneficio porta a una prima ondata di venditeche spinge il titolo ad un ritracciamento. Vediamo di nuovol’esempio precedente. Il segnale di ingresso long scatta quandoil ritracciamento porta la quotazione a ridosso di un supportodi breve (per esempio il precedente massimo di giornata rottoche ora è divenuto supporto) o di un doppio minimo di bre-

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Per essere trend(y)

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vissimo (per esempio due candele a 5 minuti consecutive congli stessi minimi). Nella figura vediamo che il titolo dopo unprimo ritracciamento si riporta a ridosso del precedente mas-simo di giornata (punto 1). Ogni volta che si appoggia su que-sto livello si entra long. Nel caso specifico avremo fatto 3 voltel’operazione di acquisto sullo stesso livello.

La seconda operazione viene effettuata dopo il secondopiccolo ritracciamento che porta alla formazione di un sup-porto di brevissimo formato da 3 minimi consecutivi appenaal di sotto del massimo di giornata precedente (punto 2). Inquesto caso l’operazione si fa sul livello di prezzo del punto 2.Se il livello che sta al di sotto viene aggredito ci stopperemouna prima volta in perdita di 1 tick per poi rientrare nel punto3. Nel caso non venga aggredito (dalla figura non si può vede-re, bisognerebbe analizzare il book) mantengo la posizionefino a target. Molto probabilmente in un caso simile si chiudeinizialmente l’operazione in pari per ridurre il rischio per poirientrare sul livello sopra (punto 3). Anche in questo caso iltarget è dinamico. Lo stop loss è rigorosamente di 1 tick.

Alberto Ravina eMarco Lascala

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Vantaggioci consente di entrare in una fase di mercato in cui i movi-menti sono meno violenti, sarà meno probabile che ilivelli saltino velocemente e quindi sarà più semplice gesti-re la chiusura dell’operazioneSvantaggioil ritracciamento potrebbe continuare

> Ross HookPer definizione l’uncino di Ross viene creato al primo falli-mento di una candela nel tentativo di creare nuovi massimi o

quando due candeleconsecutive hannomassimi uguali.

Normalmentenoi lo utilizziamoavvalendoci del “truc-co del trader” per anti-cipare l’ingresso amercato. La tecnicaconsiste nell’anticiparel’ingresso al supera-mento del massimodella candela prece-dente (sempre a 5

minuti) durante la fase di formazione dell’uncino, anzichèattendere il massimo dell’uncino. Guardando il grafico a pagi-na seguente posso anticipare l’ingresso alla rottura del livello 1anzichè attendere la rottura del punto 2

Vantaggiopossibilità di intervenire su un movimento che può diven-

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tare esplosivo, riportando il titolo su nuovi massimi digiornataSvantaggioanticipare porta a maggiore probabilità di incappare infalsi segnali

Il target naturale è il livello al di sotto del massimo del-l’uncino, in questo modo anche se il segnale è falso riescocomunque ad effettuare un’ operazione in guadagno. Se il tito-lo durante l’ascesa verso il massimo dell’uncino acquisisceforza si attende la rottura dell’uncino prima di uscire dal mer-cato.

Nel caso della figura il target è sopra il livello di rotturadell’uncino in quanto il livello di ingresso corrisponde al ilprimo livello al di sotto del massimo dell’uncino.

Lo stop loss è sempre rigorosamente di un tick.Tutto il discorso fatto va ribaltato nel caso di giornate in

cui ci troviamo al di sotto del minimo del giorno precedente.

Alberto Ravina eMarco Lascala

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