Trâba-Kölos

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UNIVERSI PARALLELI “TRÂBA – KÖLOS Aldo Tognon

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Attila e Grado

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UNIVERSI PARALLELI

“TRÂBA – KÖLOS ”

Aldo Tognon

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Nell’aria si respirava intenso ed acre l’odore del fumo degli incendi e molte fiamme ardevano ancora tra le rovine di Aquileja… La città era stata completamente rasa al suolo, ma Attila aveva lo sguardo puntato da un’altra parte… verso quella piccolo isola laddove, col favore delle tenebre, erano riusciti a fuggire ed a prendere riparo il Patriarca con le sue autorità religiose, assieme a molte famiglie di nobili, donne e bambini.

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Non sarebbe stato facile conquistare quell’isola in quanto non c’era strada alcuna per poterla avvicinare, era circondata da acque molto basse e torbide che non permettevano la navigazione ai barchi di guerra ed i fondali di fango molle e nero inghiottivano inesorabilmente uomini e cavalli… ma un modo, un espediente certamente Attila lo avrebbe trovato. Doveva vedere da vicino quel minuscolo paese e così aveva fatto costruire rapidamente una piccolo zattera fatta di leggeri tronchi d’albero legati assieme e quindi con i suoi comandanti-capi tribù si era diretto verso Gradus, o almeno così veniva chiamata quella piccola isoletta di sabbia posta sul mare proprio al limite di quella immensa laguna.

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Dopo molti sforzi e diverse ore perse nel cercare un passaggio trà quell’intricato labirinto di canali e di molte secche, finalmente la zattera giunse in vista del piccolo abitato costituito da poche case di grigia pietra e difeso da modeste mura.

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Era impossibile avvicinarsi di più, però riuscivano chiaramente a vedere che su di un torrione stavano schierati degli uomini armati dall’aspetto imponente, ferreo, ed uno di loro teneva saldamente in mano uno stendardo che la fresca brezza di mare faceva sventolare lentamente.

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Nel vedere quello stendardo Attila improvvisamente diventò pensieroso, mentre subito i suoi comandanti iniziarono a confabulare trà di loro ripetendo più volte una strana parola: “Trâba-Kölos”… ”Trâba-Kölos”… Attila diede l’ordine di tornare subito indietro, all’accampamento, dove avrebbe immediatamente tenuto un consiglio di guerra e discusso sul da farsi. Sotto una grande tenda, seduto sul suo trono dorato, Attila interrogava i suoi comandanti-capi tribù su quanto avevano visto durante quella escursione in laguna e su cosa pensassero di un eventuale attacco alla piccolo roccaforte dell’isola di Gradus.

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“… mio signore, lo sai che abbiamo combattuto ai tuoi ordini ed al tuo fianco mille e mille battaglie e mai non abbiamo indietreggiato, niente ci ha mai fatto paura… ma però vogliamo solo dirti che lo stemma su quello stendardo che abbiamo visto sventolare sul torrione di Gradus appartiene alla tribù dei Pinati, grandi navigatori e soprattutto grandi guerrieri di mare… chi ha osato affrontarli è perito miseramente nella battaglia e le sue navi sono state incendiate ed affondate; perfino i feroci pirati Saraceni ne hanno timore ed evitano accuratamente ogni possible incontro con loro.

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Noi suggeriamo di tenere in giusta considerazione questi fatti prima di prendere ogni decisione in merito alla battaglia…” Attila rimase silenzioso; anche lui aveva avuto uno strano turbamento nel vedere quello stemma, quasi un presentimento… poi si alzò e disse: “…il tempo è propizio per grandi conquiste in altre terre… date disposizioni di levare l’accampamento, domattina all’alba ci muoveremo verso ovest…” Era l’alba di una bellissima giornata ed Attila, alla testa del suo grandioso esercito, dette un ultimo sguardo verso il mare, verso quella piccolo isola che adesso il sole appena nato colorava di un giallo-arancione intenso e splendente: “…mia bella Gradus, sei bella come la più preziosa delle pietre della mia terra, sei un’ambra tra le più belle e così ti ricorderò: mia ambra bella…”

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Mentre cavalcava tra le ancora fumanti rovine di Aquileja, Attila ripensava nuovamente a quello strano stemma dello stendardo… Comunque era sicuro, la decisione presa era quella giusta: meglio non affrontare la battaglia, in fin dei conti ci sarebbero state molte altre città da conquistare prima di arrivare a Roma …

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… In uno degli infiniti numeri di Universi Paralleli, sui libri di storia si legge così: “…Attila fù sconfitto ed ucciso nella battaglia di Gradus e l’esercito delle tribù degli Unni non proseguì la sua marcia verso Roma ma ritornò subito nelle sue lontane terre senza farsi mai più rivedere.

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Su quanto rimane di un piccolo torrione delle antiche mura di Grado, si può ancora vedere scolpito uno stemma nel quale c’è uno stendardo con il disegno di una possente barca dalle forme rotonde e con sulla alta prora come due grandi occhi. Incisa sotto lo stemma si può leggere una parola in Greco molto antico:

TRTRTRTRÂBA ÂBA ÂBA ÂBA ––––---- KÖLOSKÖLOSKÖLOSKÖLOS

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