Torino Novosibirsk Philharmonic Auditorium Orchestra ... · Pëtr Il’ič Čajkovskij (1840-1893)...

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Novosibirsk Philharmonic Orchestra Gintaras Rinkevičius direttore Itamar Zorman violino Čajkovskij Torino Auditorium Giovanni Agnelli Lingotto Giovedì 10.IX.2015 ore 21

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Novosibirsk Philharmonic Orchestra Gintaras Rinkevičius direttoreItamar Zorman violino

Čajkovskij

TorinoAuditorium Giovanni AgnelliLingotto

Giovedì 10.IX.2015ore 21

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Pëtr Il’ič Čajkovskij (1840-1893)

Concerto in re maggiore per violino e orchestra op. 35Allegro moderato Canzonetta. Andante Finale. Allegro vivacissimo

Sesta Sinfonia in si minore op. 74 “Patetica”Adagio – Allegro non troppoAllegro con graziaAllegro molto vivaceFinale. Adagio lamentoso – Andante

Novosibirsk Philharmonic Orchestra Gintaras Rinkevičius, direttoreItamar Zorman, violino

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Čajkovskij: raccontare la bellezza dell’amore senza conoscerla

In un momento in cui, con Berlioz, Liszt e Wagner, la musica am-biva a farsi portavoce di principi ideologici e filosofici, Čajkovskij credette per tutta la vita in una musica basata sull’immagine uni-ca del Fato che si accanisce sul destino umano: nella fattispecie del compositore, la necessità di occultare la sua omosessualità gene-rava in lui di una sorta di nevrosi persecutoria. Diversamente dai poeti del pessimismo cosmico, Čajkovskij disponeva attraverso le note (ne era consapevole lui stesso), di «mezzi infinitamente più ricchi e [di] una lingua più delicata per parlare di questa molti-tudine di istanti attraverso i quali passa l’anima». Eppure, anche quando ricorre alle parole, il compositore annienta l’interlocutore per una profonda quanto sincera sensibilità. Nadežda Filaretovna von Meck, la vedova del magnate russo delle ferrovie che fu sua mecenate per quasi quindici anni, gli chiese nel 1877 se egli avesse conosciuto altro rispetto al solo amore platonico. Čajkovskij non rispose direttamente alla questione. Anzi ribatté: «Bisognerebbe piuttosto chiedermi se ho conosciuto la pienezza della felicità in amore. Allora le risponderei no, no e no… Penso anche che la mia musica risponda a questa domanda. Ma se lei mi chiede se comprendo tutta la forza, tutta la terribile violenza di questo sen-timento, allora le rispondo sì, sì e sì. E le dirò pure che nella mia musica ho tante volte cercato di esprimere i tormenti e le delizie dell’amore». Consapevole di esserci riuscito o meno Čajkovskij non lo fu mai. Preferì lasciare la risposta agli altri.Gli altri siamo tutti noi, vittime consapevoli della foga di dispe-razione amorosa con cui il compositore russo ci inonda ad ogni ascolto. Noi, comuni mortali, a cui è dato di godere, ciascuno a suo modo (come scrisse Nina Berberova nel romanzo-biografia sul compositore russo che lei conobbe indirettamente attraverso importanti testimoni), di «ciò che c’è di più bello e misterioso al mondo, ma che lui non conosceva». Che siano le sinfonie, i balletti, i concerti, è impossibile sfuggire a quel senso di pienezza dell’amore, della felicità condivisa di cui è impregnata la musica di Čajkovskij, pur non avendo questi, paradossalmente, mai pro-vato tali sentimenti. Piuttosto, la vita del compositore fu costante-mente segnata dalla tristezza per un amore privo di una direzione precisa, perché disordinatamente rivolto a quanti popolavano i suoi sogni di passione, e da una tempesta di infernale desiderio che trascinò la sua esistenza in un vortice. Il 1878, anno in cui vide la luce il Concerto per violino e orchestra (ma soprattutto la Quarta Sinfonia) succedeva a uno tra i periodi più brutti della vita del compositore. Illusosi che un matrimonio

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qualsiasi avrebbe potuto restituirgli serenità e dignità persona-le e sociale insieme, egli aveva sposato nel luglio 1877 Antonina Ivanovna Milioukova, una giovane ammiratrice che gli si era di-chiarata per lettera. Il fallimento, seppure di una casta convivenza a due («Dal punto di vista fisico, mi è diventata assolutamente ripugnante», avrebbe confessato Čajkovskij), ispirò un tentativo di suicidio. Il matrimonio durò tre mesi, uno dei quali trascorso lontano dalla donna. Nel 1878 Čajkovskij si rifugiò a Clarens, in Svizzera, dove in compagnia del violinista Iosif Kotek lavorò al Concerto per violino; se non glielo dedicò, fu per prevenire i pet-tegolezzi sulla natura del loro rapporto. Egli dedicò invece il suo lavoro al virtuoso Leopold Auer, il quale, notoriamente, giudicò il Concerto insuonabile. Il compositore era purtroppo avvezzo a tali reazioni: nel 1875, Rubinstein aveva trovato il Concerto n. 1 per pianoforte «banale, rozzo e mal scritto», e il debutto dell’opera fu affidato a Hans von Bülow. Nel caso del Concerto per violino, la vicenda fu ulteriormente complicata; il debutto avvenne solo nel 1881, ad opera di Adol’f Brodskij (cui Čajkovskij dedicò il lavoro), a Vienna, dove Eduard Hanslick stroncò peraltro la partitura de-finendola «musica puzzolente». Il critico, conservatore e strenuo difensore della musica di Brahms, aveva idee musicali agli anti-podi rispetto a Čajkovskij; e questo Concerto, in cui la poesia e il lirismo strappano spesso il primato a un virtuosismo decisamente spiccato, veniva accusato di maltrattare il violino, di farlo raglia-re, ruggire, stridere, riducendolo infine «nero di botte». Al di là delle mille trappole tese al solista (nel primo movimento, dalla cadenza in poi, il violinista suona senza sosta per quindici minu-ti), la mitezza del tema delle prime battute dell’orchestra (affidate ai soli violini primi), i dialoghi tra il violino e il clarinetto, e la reincarnazione del primo tema al flauto, dopo la cadenza, ci dico-no tutto quello che il virtuosismo del solista sembrerebbe esclu-dere. Diversamente dalle celebri citazioni cinematografiche (per esempio Le concert di Radu Mihăileanu) il Concerto per violino di Čajkovskij non si esaurisce per fortuna col primo movimento. Musica, passione e poesia continuano sino alla fine del terzo, a dispetto di Hanslick che trovava invece insopportabile l’atmosfera gipsy, i ritmi cosacchi e gli odori russi del finale.Nel 1893, quindici anni dopo aver enunciato il famoso programma del Fato della Quarta Sinfonia («[…] il Fato, forza nefasta che impedisce al nostro slancio verso la felicità di raggiungere il suo scopo, che veglia gelosamente affinché il benessere e la tranquillità non siano totali e privi di impedimenti»), nulla era cambiato nell’animo di Čajkovskij. La rottura con Nadežda von Meck, probabilmente infastidita dall’omosessualità del suo musicista

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prediletto, oscurò ulteriormente il pessimismo del compositore. La Sesta Sinfonia, con il suo Adagio lamentoso in guisa di finale, che muta in delusione il falso trionfo del terzo movimento, rende inutile ogni sospetto sulla sua misteriosa morte. Forse un giorno nuovi documenti saranno in grado di chiarire le due opposte ipotesi di avvelenamento accidentale o suicidio indotto (per mettere a tacere un ennesimo scandalo a sfondo sessuale), ma la progressiva erosione dell’organico orchestrale, con le voci ultime affidate a fagotti, violoncelli e contrabbassi, sono l’espressione più naturale di una vita che si spegne poco a poco. L’autore diresse la sua Sinfonia nella Sala delle riunioni dei nobili a San Pietroburgo il 28 ottobre 1893, la sera stessa partecipò a una cena di gala, due giorni dopo spedì la partitura all’editore per la pubblicazione e la notte del 6 novembre morì. Una folla incontenibile seguì i funerali di stato, celebrati il 9 novembre nella Cattedrale di San Pietroburgo, e fin lì riservati solo a uno storico, Zaramžin, e a un poeta, Puškin.

Fiorella Sassanelli

Domenica 13 settembre ore 11 - Auditorium Rai Arturo Toscanini

Concerto straordinario seguito da aperitivo

Orchestra Sinfonica Nazionale della RaiJuraj Valčuha, direttore

Bedřich Smetana: La Moldava, poema sinfonico

Nino Rota: La strada, suite dal balletto

Johann Strauss figlio: Valzer e polke

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La Novosibirsk Philharmonic Orchestra è stata fondata nel 1956 ed è stata diretta da Arnold Kats fino alla sua morte avvenuta nel 2007. La Novosibirsk Philharmonic è considerata una delle mi-gliori orchestre russe insieme a quelle di Mosca e San Pietroburgo. L’Orchestra è stata invitata da numerosi festival internazionali tra cui Le Notti Bianche di San Pietroburgo, Russian Winter Festival a Mosca, March Music Days International Festival in Bulgaria, Leonard Bernstein Festival of the Creative Arts, Spivakov Festival a Colmar. Nel 2006 la Novosibirsk Philharmonic ha vinto il Premio Lomonosov per meriti artistici in occasione del suo 50º anniversa-rio. Nel giugno del 2006, sotto la direzione di Arnold Kats, ha avuto l’onore di partecipare al primo Festival delle Orchestre Sinfoniche del Mondo, in occasione della festa nazionale russa: il presidente Putin era presente al concerto. Dal settembre del 2007 Gintaras Rinkevičius è diventato direttore artistico e direttore principale della Novosibirsk Philharmonic Orchestra; i direttori principali ospiti sono Thomas Sanderling e Fabio Mastrangelo. Nell’ottobre 2012 l’Orchestra si è esibita in tournée in Germania, Polonia, Lituania, Estonia, San Pietroburgo, Mosca, sotto la bacchetta di Thomas Sanderling e Gintaras Rinkevičius, nel febbraio 2014 è stata in Spagna con Ekaterina Mechetina e Denis Matsuev come solisti, diretti da César Álvarez e Gintaras Rinkevičius. Sempre nel 2014 si è svolto il primo Trans-Siberian Art Festival, direttore ar-tistico Vadim Repin: la seconda edizione si è tenuta nella prima-vera 2015 e ha visto la partecipazione di musicisti da ogni parte del mondo del calibro di Kent Nagano, Dmitry Yurovsky, Leonard Slatkin, Mario Brunello, Didier Lockwood, Aleksei Igudesman, Svetlana Zakharova, Alexander Knyazev, Olga Borodina, Nikolai Lugansky, Alexander Sladkovsky, Andrey Korobeynikov, Michael Guttman, Benjamin Yusupov. L’Orchestra si è esibita nelle più pre-stigiose sale europee e in svariati paesi europei, collaborando con artisti come Yuri Bashmet, David Geringas, Emil Gilels, Natalia Gutman, Oleg Kagan, Leonid Kogan, Gidon Kremer, Sergej Krylov, Nicolai Lugansky, Mischa Maisky, Denis Matsuev, David e Igor Ojstrach, Vladimir Spivakov, Viktor Tretiakov, Maxim Vengerov, Elisso Virsaladze.

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Gintaras Rinkevičius (nato nel 1960) è ad oggi uno dei più importanti direttori lituani, fondatore della Latvian State Symphony Orchestra nonché direttore artistico e direttore principale. È regolarmente invitato a dirigere al Teatro Bol’šoj di Mosca e a dirigere opere presso la Latvian National Opera e la Scottish Opera. Nel 1999 è stato votato come direttore lituano dell’anno. Rinkevičius ha vinto l’Herbert von Karajan Fund International Competition per direttori, tenutosi a Berlino Ovest nel 1985. Ha collaborato con alcune tra le più importanti orchestre al mondo come Berliner Symphoniker, Weimar Staatskapelle, Frankfurter Symphoniker, Tampere Philharmonic, Tivoli Symphony di Copenhagen, Filarmonica di San Pietroburgo, Orchestra Nazionale Russa e Odense Symfoniorkester. Ha eseguito concerti in sale prestigiose come Kölner Philharmonie, Salzburg Grosses Festspielhaus, Royal Albert Hall di Londra, Tampere Hall, Théâtre des Champs-Elysées di Parigi, Palau de la Música di Barcellona, Sala Grande del Conservatorio di Stato di Mosca. Rinkevičius ha diretto in tutta Europa, Taiwan e Hong Kong. Ha partecipato a festival come Nyon in Svizzera, Costa de Estoril in Portogallo, Autunno di Varsavia, Europamusicale di Monaco, Chichester in Gran Bretagna e Pontivy in Francia. È stato premiato dalla National M.K. Čiurlionis School of Arts e dal Conservatorio di San Pietroburgo. Ha vinto la quinta edizione della Confederate Conductors’ Competition di Mosca ed è stato premiato in occasione dell’evento In Memoriam János Ferencsik tenutosi a Budapest.Nel 1997 è stato insignito del Fourth Class Order of Lithuanian Grand Duke Gediminas e del Grand Latvian Music Award nel 1997 e nel 2000 per i grandi meriti nei confronti della cultura musicale lituana. Il suo repertorio con la Novosibirsk Philharmonic Orchestra include le sinfonie di Čajkovskij, Mahler, Šostakovič, musiche di Richard Strauss e Wagner, oltre a opere mai eseguite prima, come The Queen Symphony di Tolga Kashif. Nel settembre del 2010 Gintaras Rinkevičius è stato insignito dell’Ordine dell’Amicizia in Russia.

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Nato a Tel Aviv nel 1985 da una famiglia di musicisti, Itamar Zorman ha iniziato gli studi di violino all’età di sei anni con Saly Bockel presso il Conservatorio della sua città. Recentemente premiato con il Borletti-Buitoni Trust Award e con l’Avery Fisher Career Grant, Zorman è anche vincitore dell’International Čajkovskij Competition. Si è esibito come solista con la Israel Philharmonic Orchestra, la American Symphony Orchestra alla Carnegie Hall, la Het Gelders Orkest al Concertgebouw di Amsterdam, la Tokyo Symphony alla Suntory Hall, la Utah Symphony, la Polish National Radio Chamber Orchestra, la Südwestdeutsches Kammerorchester Pforzheim e l’Orquesta Filarmónica de Cali, solo per citarne alcune. Fra gli eventi di rilievo della stagione 2013 si annoverano gli impegni estivi al Marlboro Music Festival, al Great Lakes Chamber Music Festival, il debutto al Verbier Festival (trasmesso in diretta dalla principa-le stazione radio di musica classica svizzera) e un tour sulla Costa Orientale con i “Musicians from Marlboro”. Itamar Zorman ha poi intrapreso una tournée di nove concerti in Israele con la Israel Philharmonic Orchestra e David Robertson; sempre nel 2013 si è esibito in recital alla Laeiszhalle Hamburg e alla HR-Sendesaal Frankfurt e ha partecipato al Kronberg Academy Festival, che comprendeva un concerto con i Solisti di Mosca e Yuri Bashmet. Nel 2014 ha debuttato a Parigi con una serie di recital al Louvre, inoltre si è esibito al Teatro Massimo di Palermo con Daniel Oren. Come musicista da camera ha suo-nato al Lincoln Center, alla Carnegie Hall e al Kennedy Center a Washington. Membro fondatore dell’Israeli Chamber Project, Zorman ha intrapreso tour in Israele e in Nord America nel-le ultime cinque stagioni. È anche membro del Lysander Piano Trio, con il quale ha vinto il Concert Artists Guild Competition nel 2012, il Grand Prize nel 2011 al Coleman Chamber Music Competition, il primo premio nel 2011 all’Arriaga Competition e una medaglia di bronzo al Fischoff National Chamber Music Competition nel 2010.

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