TORINO- Neiprimi4mesi del2018la FINANZA La cultura vale ... · dal rettore Federico Visconti, da...

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8 8 GIOVEDÌ 12 LUGLIO 2018 E C O N O M I A & FINANZA TORINO - Nei primi 4 mesi del 2018 la spesa dei turisti stranieri in Italia è au- mentata del 4% rispetto all’anno pre- cedente e la bilancia commerciale ri- sulta in attivo dell’11%. Il dato, regi- strato da Bankitalia, è stato annuncia- to da Francesco Palumbo, direttore generale Turismo del Mibac. A evi- denziare l’importanza per il territorio torinese e piemontese del connubio turismo-enogastronomia, l’assesso- re comunale Alberto Sacco. Turisti stranieri, balzo della spesa La cultura vale più di un miliardo È il valore economico generato dalle 4.800 imprese creative del territorio «Dalla bellezza nasce anche la ricchezza» L’assessore Cecchi: il più grande tesoro del nostro Paese resta quello simbolico VARESE - Il dilemma è antico: con la cultura si mangia oppure no? Una domanda che può suonare volgare e persino fuori posto, pen- sando ai dati che arrivano dalla Camera di commercio. E che dimostrano l’immenso va- lore economico della creatività: un sistema produttivo che nella sola provincia supera il miliardo di euro. L’analisi condotta dall’Uf- ficio Studi della Camera di Commercio - di- sponibile sul portale statistico www.osser- va-varese.it - parte dal rapporto di Unionca- mere che ricostruisce la filiera del comparto per tutte le province italiane. E ciò in rife- rimento al numero delle imprese, agli occupati e al valore aggiunto prodotto. Sommando sul nostro territorio circa 4.800 imprese, pari al 7,8% del totale di quelle attive al Registro camerale, il sistema Cultu- ra&Creatività varesino ha un’incidenza mag- giore rispetto al valore italiano, che è del 6,7%. «Se nel nostro Paese il valore aggiunto pro- dotto dalla filiera delle imprese della cultura raggiunge i 90 miliardi di euro, a Varese toc- chiamo 1 miliardo e 184 milioni - si legge nella nota -. Una cifra pari al 5% del valore aggiunto creato dalle 62mila imprese che ope- rano sul nostro territorio. Questo colloca la provincia di Varese al 33° posto nella relativa classifica italiana». La tendenza è anche in crescita: in Italia, l’e- spansione del valore aggiunto è dello 0,8% tra il 2011 e il 2016, a Varese del 3%. Non meno importanti i dati sull’occupazione: la provincia si posiziona al 30° posto nazio- nale con 20.500 occupati, pari al 5,8% del to- tale provinciale. In Italia invece le persone im- piegate nelle imprese culturali sono 1.495.000, corrispondenti al 6%. Nel rapporto, occorre precisarlo, sono state prese in considerazione imprese appartenenti a diversi ambiti. Il primo è quello delle in- dustrie culturali in senso stretto, comprendenti il cinema, la televisione, l’editoria e l’area musicale. Il secondo è quello delle industrie creative come l’architettura, l’alimentazione, la comunicazione oltre alle attività collegate al made in Italy che puntano sul design e lo stile e vengono svolte anche in forma artigia- nale, come nel caso dell’artigianato artistico. Il terzo ambito è quello della conservazione e fruizione del patrimonio storico-artistico-ar- chitettonico. Sono poi state prese in conside- razione le “performing arts” e le arti visive, cui s’aggiunge la dimensione “creative dri- ven”. In quest’ultima confluiscono le attività economiche non appartenenti al “core cultu- rale”, ma soggette a processi di culturalizza- zione: dalla moda fino alla manifattura evo- luta. Insomma, un universo molto ampio che va dal palco di un teatro all’artigiano-artista: una ricca filiera che alimenta la ricchezza e anche l’occupazione. Elisa Polveroni Visitatori in coda a Villa Panza, a sinistra dall’alto l’assessore alla Cultura di Varese Roberto Cecchi e il direttore del teatro Filippo De Sanctis (foto Archivio) VARESE - (e.p.) «Ora ne abbiamo la certezza: la cultura porta ricchez- za». Parole cariche di entusiasmo dall’assessore alla partita Roberto Cecchi, “acquisto” fio- rentino della giunta Galimberti. «Da diver- si anni queste indagini danno un’importante conferma in chiave na- zionale - commenta -. Il settore cresce anche in Italia, forse meno che in altri Paesi, ma in maniera costante, con- tro molti luoghi comuni, come la famosa frase dichiarata in Parla- mento: con la cultura non si man- gia. C’è la prova del contrario, a fa- vore di un mondo che è stato per troppo tempo sottostimato». Uno strano paradosso per un Paese con un patrimonio unico. Ma pro- prio su questo filone l’assessore spinge ol- tre il suo ragionamen- to: «In questo caso parliamo di valore strettamente economi- co, contabile, eppure è ancora più importante quello simbolico che fa dell’Italia il luogo più conosciuto al mon- do. Come si può quantificare il pe- so dei nostri beni culturali? Eppure generano un indotto enorme nella produzione culturale e portano per- sone da tutto il pianeta». Ma c’è consapevolezza di questo tesoro? «Sempre di più - conclude Cecchi -. Basti guardare il successo del fe- stival Nature urbane, o gli accessi crescenti al- l’Isolino Virginia, scri- gno della civiltà pri- mordiale dove la pala- fitte erano costruite co- me a Venezia. Le per- sone si muovono, san- no apprezzare e svilup- pano un aspetto di identificazione». Insomma, Varese risponde e lo sot- tolinea anche il direttore del Teatro Openjobmetis Filippo De Sanctis: «Un settore sempre tenuto in poca considerazione dimostra tutta la sua forza economica anche nel ter- ritorio - commenta -. Pensiamo alle tante ricadute sull’indotto, per esempio sui fornitori di un teatro, e all’im- portanza per l’occupa- zione. Tutto questo, tra l’al- tro, è il frutto di un la- voro che si fa qui, che non si importa da fuori ma contribuisce alla vitalità sociale del ter- ritorio e potenzia an- che il turismo, e che dovrebbe es- sere sempre più professionale e avere in cambio la garanzia di mag- gior stabilità e sicurezza». CASTELLANZA - (e.p.) Per ogni rivoluzione bisogna avere le armi giuste, anche per quella digitale che chiama le aziende a un salto di qualità entusiasman- te ma anche difficile. A spiegar- lo sono stati gli imprenditori stessi, protagonisti dell’incon- tro “Siamo pronti per la sfida In- dustry 4.0?” proposto all’uni- versità Cattaneo per la presenta- zione della ricerca sulla digita- lizzazione nelle imprese. Uno studio svolto dai ricercatori del- la Liuc Business School in col- laborazione con Spi-Servizi & Promozioni Industriali Srl (so- cietà di servizi dell’Unione in- dustriali) ed Enfapi Como, e fi- nanziato da Fondirigenti. Ebbe- ne siamo pronti? “Nì”, verrebbe da rispondere. «Esiste un gap e dovrà essere colmato - ammette Michela Conterno, amministra- tore delegato della Lati-Indu- stria Termoplastici Spa di Veda- no Olona, terza generazione con la novità della leadership in rosa -. Abbiamo oltre 70 anni di sto- ria, siamo nati nel 1945 e ora stiamo per aprire la seconda se- de a Gornate Olona vicino al Monastero di Torba, con un ma- gazzino tecnologico e rispettoso dell’ambiente che incarna pro- prio l’evoluzione 4.0. Abbiamo utilizzato il superammortamen- to per i macchinari studiando un piano decennale che ci porterà nel futuro: il fatturato è di 150 milioni di euro e l’1% viene in- vestito in formazione per i 300 dipendenti. L’età media in azienda è piuttosto alta, 45 anni: c’è poco turnover e molti inizia- no e finiscono la loro carriera da noi. Per questo è essenziale ag- giornarsi. I robot? Sono sempre più importanti, non tolgono la- voro, anzi riducono le attività faticose e rischiose. Ma visto che tutti i cambiamenti genera- no stress, prevediamo anche dei corsi di yoga e pilates». Anche questa è una forma di innovazio- ne mirata al benessere delle per- sone: «Il capitale umano resta l’elemento centrale anche nel- l’industria alimentare - ha riba- dito un altro protagonista della ricerca, Francesco Pizzagalli, Ad della Fumagalli Industrie Alimentari Spa di Tavernerio, nel Comasco, 65 milioni di fat- turato -. Non è facile convincere un lavoratore che, invece di guardare la pulizia di un coltello o la bontà dell’impasto per il sa- lame, come ha fatto per una vita, debba oggi controllare il moni- tor di un computer e preparare le vaschette da supermercato, or- mai il 70% della produzione. Noi abbiamo dovuto cambiare il nostro Dna, ma i lavoratori ritro- vano la passione quando sento- no di essere parte del successo». Preziose testimonianze raccolte dal rettore Federico Visconti, da Marco De Battista, coordinatore aree economiche Univa e da Do- menico Barone, vicedirettore Fondirigenti, che hanno aperto il convegno. Dalla ricerca, ha spiegato Eliana Minelli, profes- sore associato Liuc, emerge «la necessità di un cambiamento prima di tutto culturale: devono mutare i rapporti sul lavoro, an- che se non sappiamo ancora co- me si evolveranno i tanti settori coinvolti. Questa è una rivolu- zione in fase di studio, eppure le aziende devono avere una stra- tegia di lunga durata alleandosi con il mondo universitario che si gioca la sua credibilità proprio in questo campo». Andrea Urbinati e Niccolò Co- merio della Liuc Business School hanno presentato i dati dell’indagine: le imprese del campione, tra Varese e Como, dimostrano di avere conoscenza del piano ma anche difficoltà a rinnovare il management. Aziende pronte alla rivoluzione digitale: «Gap da superare» Ieri alla Liuc la presentazione della ricerca De Sanctis: «Occupazione e indotto preziosissimi» «Il settore cresce a livello nazionale e locale» VoK+I7WF/TMtV4sr57DPl0+Gx5s3hhtm3Eo6h0lU5xk=

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88 GIOVEDÌ 12 LUGLIO 2018

EC O N O M I A&FINANZATORINO - Nei primi 4 mesi del 2018 laspesa dei turisti stranieri in Italia è au-mentata del 4% rispetto all’anno pre-cedente e la bilancia commerciale ri-sulta in attivo dell’11%. Il dato, regi-strato da Bankitalia, è stato annuncia-

to da Francesco Palumbo, direttoregenerale Turismo del Mibac. A evi-denziare l’importanza per il territoriotorinese e piemontese del connubioturismo-enogastronomia, l’assesso-re comunale Alberto Sacco.

Turisti stranieri, balzo della spesa

La cultura vale più di un miliardoÈ il valore economico generato dalle 4.800 imprese creative del territorio

«Dalla bellezza nasce anche la ricchezza»L’assessore Cecchi: il più grande tesoro del nostro Paese resta quello simbolico

VARESE - Il dilemma è antico: con la culturasi mangia oppure no? Una domanda che puòsuonare volgare e persino fuori posto, pen-sando ai dati che arrivano dalla Camera dicommercio. E che dimostrano l’immenso va-lore economico della creatività: un sistemaproduttivo che nella sola provincia supera ilmiliardo di euro. L’analisi condotta dall’U f-ficio Studi della Camera di Commercio - di-sponibile sul portale statistico www.osser-va-varese.it - parte dal rapporto di Unionca-mere che ricostruisce la filiera del compartoper tutte le province italiane. E ciò in rife-rimento al numero delle imprese, agli occupatie al valore aggiunto prodotto.Sommando sul nostro territorio circa 4.800imprese, pari al 7,8% del totale di quelle attiveal Registro camerale, il sistema Cultu-ra&Creatività varesino ha un’incidenza mag-giore rispetto al valore italiano, che è del6,7%.«Se nel nostro Paese il valore aggiunto pro-dotto dalla filiera delle imprese della culturaraggiunge i 90 miliardi di euro, a Varese toc-chiamo 1 miliardo e 184 milioni - si leggenella nota -. Una cifra pari al 5% del valoreaggiunto creato dalle 62mila imprese che ope-rano sul nostro territorio. Questo colloca laprovincia di Varese al 33° posto nella relativaclassifica italiana».La tendenza è anche in crescita: in Italia, l’e-spansione del valore aggiunto è dello 0,8% trail 2011 e il 2016, a Varese del 3%.Non meno importanti i dati sull’occupazione:la provincia si posiziona al 30° posto nazio-nale con 20.500 occupati, pari al 5,8% del to-tale provinciale. In Italia invece le persone im-piegate nelle imprese culturali sono1.495.000, corrispondenti al 6%.Nel rapporto, occorre precisarlo, sono stateprese in considerazione imprese appartenentia diversi ambiti. Il primo è quello delle in-dustrie culturali in senso stretto, comprendentiil cinema, la televisione, l’editoria e l’areamusicale. Il secondo è quello delle industriecreative come l’architettura, l’alimentazione,la comunicazione oltre alle attività collegateal made in Italy che puntano sul design e lostile e vengono svolte anche in forma artigia-nale, come nel caso dell’artigianato artistico.Il terzo ambito è quello della conservazione efruizione del patrimonio storico-artistico-ar-chitettonico. Sono poi state prese in conside-razione le “performing arts” e le arti visive,cui s’aggiunge la dimensione “creative dri-ven”. In quest’ultima confluiscono le attivitàeconomiche non appartenenti al “core cultu-rale”, ma soggette a processi di culturalizza-zione: dalla moda fino alla manifattura evo-luta. Insomma, un universo molto ampio cheva dal palco di un teatro all’artigiano-artista:una ricca filiera che alimenta la ricchezza eanche l’occupazione.

Elisa Polveroni

Visitatori in coda a Villa Panza,a sinistra dall’altol’assessore allaCultura di VareseRoberto Cecchie il direttoredel teatroFilippo De Sanctis(foto Archivio)

VARESE - (e.p.) «Ora ne abbiamola certezza: la cultura porta ricchez-za». Parole cariche di entusiasmodall’assessore alla partita RobertoCecchi, “acquisto” fio-rentino della giuntaGalimberti. «Da diver-si anni queste indaginidanno un’importanteconferma in chiave na-zionale - commenta -.Il settore cresce anchein Italia, forse menoche in altri Paesi, ma inmaniera costante, con-tro molti luoghi comuni, come lafamosa frase dichiarata in Parla-mento: con la cultura non si man-gia. C’è la prova del contrario, a fa-

vore di un mondo che è stato pertroppo tempo sottostimato».Uno strano paradosso per un Paesecon un patrimonio unico. Ma pro-

prio su questo filonel’assessore spinge ol-tre il suo ragionamen-to: «In questo casoparliamo di valorestrettamente economi-co, contabile, eppure èancora più importantequello simbolico chefa dell’Italia il luogopiù conosciuto al mon-

do. Come si può quantificare il pe-so dei nostri beni culturali? Eppuregenerano un indotto enorme nellaproduzione culturale e portano per-

sone da tutto il pianeta». Ma c’èconsapevolezza di questo tesoro?«Sempre di più - conclude Cecchi-. Basti guardare il successo del fe-stival Nature urbane, ogli accessi crescenti al-l’Isolino Virginia, scri-gno della civiltà pri-mordiale dove la pala-fitte erano costruite co-me a Venezia. Le per-sone si muovono, san-no apprezzare e svilup-pano un aspetto diidentificazione».Insomma, Varese risponde e lo sot-tolinea anche il direttore del TeatroOpenjobmetis Filippo De Sanctis:«Un settore sempre tenuto in poca

considerazione dimostra tutta lasua forza economica anche nel ter-ritorio - commenta -. Pensiamo alletante ricadute sull’indotto, per

esempio sui fornitoridi un teatro, e all’im-portanza per l’occupa-zione.Tutto questo, tra l’al-tro, è il frutto di un la-voro che si fa qui, chenon si importa da fuorima contribuisce allavitalità sociale del ter-ritorio e potenzia an-

che il turismo, e che dovrebbe es-sere sempre più professionale eavere in cambio la garanzia di mag-gior stabilità e sicurezza».

CASTELLANZA - (e.p.) Perogni rivoluzione bisogna averele armi giuste, anche per quelladigitale che chiama le aziende aun salto di qualità entusiasman-te ma anche difficile. A spiegar-lo sono stati gli imprenditoristessi, protagonisti dell’incon -tro “Siamo pronti per la sfida In-dustry 4.0?” proposto all’uni -versità Cattaneo per la presenta-zione della ricerca sulla digita-lizzazione nelle imprese. Unostudio svolto dai ricercatori del-la Liuc Business School in col-laborazione con Spi-Servizi &Promozioni Industriali Srl (so-cietà di servizi dell’Unione in-dustriali) ed Enfapi Como, e fi-nanziato da Fondirigenti. Ebbe-ne siamo pronti? “Nì”, verrebbeda rispondere. «Esiste un gap e

dovrà essere colmato - ammetteMichela Conterno, amministra-tore delegato della Lati-Indu-stria Termoplastici Spa di Veda-no Olona, terza generazione conla novità della leadership in rosa-. Abbiamo oltre 70 anni di sto-ria, siamo nati nel 1945 e orastiamo per aprire la seconda se-de a Gornate Olona vicino alMonastero di Torba, con un ma-gazzino tecnologico e rispettosodell’ambiente che incarna pro-prio l’evoluzione 4.0. Abbiamoutilizzato il superammortamen-to per i macchinari studiando unpiano decennale che ci porterànel futuro: il fatturato è di 150milioni di euro e l’1% viene in-vestito in formazione per i 300dipendenti. L’età media inazienda è piuttosto alta, 45 anni:

c’è poco turnover e molti inizia-no e finiscono la loro carriera danoi. Per questo è essenziale ag-giornarsi. I robot? Sono semprepiù importanti, non tolgono la-voro, anzi riducono le attivitàfaticose e rischiose. Ma vistoche tutti i cambiamenti genera-no stress, prevediamo anche dei

corsi di yoga e pilates». Anchequesta è una forma di innovazio-ne mirata al benessere delle per-sone: «Il capitale umano restal’elemento centrale anche nel-l’industria alimentare - ha riba-dito un altro protagonista dellaricerca, Francesco Pizzagalli,Ad della Fumagalli Industrie

Alimentari Spa di Tavernerio,nel Comasco, 65 milioni di fat-turato -. Non è facile convincereun lavoratore che, invece diguardare la pulizia di un coltelloo la bontà dell’impasto per il sa-lame, come ha fatto per una vita,debba oggi controllare il moni-tor di un computer e preparare levaschette da supermercato, or-mai il 70% della produzione.Noi abbiamo dovuto cambiare ilnostro Dna, ma i lavoratori ritro-vano la passione quando sento-no di essere parte del successo».Preziose testimonianze raccoltedal rettore Federico Visconti, daMarco De Battista, coordinatorearee economiche Univa e da Do-menico Barone, vicedirettoreFondirigenti, che hanno apertoil convegno. Dalla ricerca, ha

spiegato Eliana Minelli, profes-sore associato Liuc, emerge «lanecessità di un cambiamentoprima di tutto culturale: devonomutare i rapporti sul lavoro, an-che se non sappiamo ancora co-me si evolveranno i tanti settoricoinvolti. Questa è una rivolu-zione in fase di studio, eppure leaziende devono avere una stra-tegia di lunga durata alleandosicon il mondo universitario che sigioca la sua credibilità proprioin questo campo».Andrea Urbinati e Niccolò Co-merio della Liuc BusinessSchool hanno presentato i datidell’indagine: le imprese delcampione, tra Varese e Como,dimostrano di avere conoscenzadel piano ma anche difficoltà arinnovare il management.

Aziende pronte alla rivoluzione digitale: «Gap da superare»

Ieri alla Liuc lapresentazione

della ricerca

De Sanctis:«Occupazione

e indottop re z i o s i s s i m i »

«Il settorecresce a livello

nazionalee locale»

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LA PROVINCIA

Economia 11GIOVEDÌ 12 LUGLIO 2018

Il sistema di confezionamento degli affettati

ria del prodotto. Quindi investi-re sulla sicurezza e sull’aspettonutrizionale attraverso ricercae sviluppo. Dopo di che si pre-sentava un’altra svolta: quelladella confezione. Il prodotto vanelle vaschette per il 60%, men-tre prima si vendeva intero.

«Nel giro di due anni – osser-va Pizzagalli – il 30-40% dei di-pendenti si trova a lavorare suimpianti di confezionamento. Ilnostro collaboratore storico, ec’è gente che ha cominciato a 15anni e tra poco va in pensione,era un artigiano entrato nell’in-dustria, che si sentiva arteficedel prodotto». Non solo, arriva-va la terza rivoluzione con Expo:ecco il benessere dell’animale,l’ambiente, il legame con il terri-torio al centro. Il maiale ha tantodi carta identità, con la traccia-bilità elemento fondamentaleper i mercati esteri. «A noi la

versità di Castellanza, con datie testimonianze. Tra queste ulti-me, quella di Francesco Pizza-galli, da professore di filosofia adamministratore delegato dellaFumagalli, con più rivoluzioniattraversate, anzi anticipate nelsettore alimentare. «Oggi – haspiegato l’ad – siamo alla quartagenerazione in azienda. Ci occu-piamo della materia prima deinostri prodotti. Inoltre andiamoal consumatore finale, quindialla grande distribuzione».

Dal salumificio all’impresa4.0 dei tempi odierni, il salto èstato notevole. Oggi si esportaper il 72%, in 23 Paesi, compresoil Giappone.

In vent’anni sono stati supe-rati tre passaggi fondamentali.Primo, esportando all’estero giàtra gli anni Novanta e il 2000, siè capito come il consumatorevolesse conoscere anche la sto-

CASTELLANZA

MARILENA LUALDI

Pronti, anzi già immer-si nella sfida industria 4.0? AllaFumagalli di Tavernerio la rivo-luzione tecnologica viaggia, mal’azienda sta lavorando sul capi-tale umano.

Studio e caso

L’impresa comasca (110 dipen-denti, 200 con l’indotto, 38 mi-lioni il fatturato 2016) ha parte-cipato alla ricerca “Analisi delfabbisogno manageriale delleimprese dei territori di Varesee Como rispetto alla digitalizza-zione”, svolta dalla Liuc Busi-ness School con Spi – Servizi &Promozioni Industriali srl (so-cietà di servizi alle imprese del-l’Univa), Enfapi Como e Fondi-rigenti, che ha finanziato il pro-getto.

Ieri la presentazione all’uni-

Fumagalli, l’industria 4.0nel settore dei salumi«Il nodo vero è culturale»

tecnologia è servita molto, ma ciha creato un problema. Il perso-nale poteva sentirsi demotivato,trovandosi a guardare un pc. Eraconvinto che il suo valore fossela capacità, ora si trova a far an-dare uno strumento».

Etichetta etica

Ecco perché si è ridisegnato ilmanagement e si è dovuto rive-dere il futuro. Puntando sull’eti-chetta etica, su cui formare ilpersonale, che si è trovato dinuovo protagonista. Anche at-traverso una comunicazione in-terna trasparente, ad esempioattraverso un giornale mensileinterno. Cambia poi l’approcciodella ricerca dei collaboratori:«Non passa più solo da capacitàe professionalità, un elementofondamentale è la capacità difare squadra, da chi segue la ge-netica degli animali, a chi si oc-cupa del benessere animale, finoa chi vende».

Resta quella convinzione:«Bisogna vivere la trasformazio-ne tecnologica come una grandeopportunità non solo per dotarsidi strumenti». Non ultimo, unpiccolo segreto: «Quando eroprofessore, avevo l’ora di ricevi-mento dei parenti. Oggi tutti ilunedì dalle 17 in poi ascolto icollaboratori che vogliono par-larmi, da 27 anni a questa parte».

Al timonedell’aziendaNon c’è solola produzione

Quando Pizzagalli en-trò alle Fumagalli Industrie Ali-mentari, ha deciso di fare anche un’altra “ricerca”. Ha guardato alcuni concorrenti e ha notato un elemento: erano dediti solo all’aspetto produttivo. Non si poteva, non più. Produrre è sol-tanto una missione, guidare un’azienda significa coglierne l’identità e gestire l’intero pro-cesso, comunicazione (dentro e fuori) compresa.

Questo elemento offerto dal-l’imprenditore comasco, è stato uno di quelli centrali nella ricer-ca e nella discussione, portata avanti dal professore associato Liuc Eliana Minelli nell’incon-tro aperto dal rettore Federico Visconti , Marco De Battista, co-ordinatore Aree economiche Univa e Domenico Barone, vice-direttore di Fondirigenti.

Fondamentale anche nelconfronto con le due testimo-nianze appunto: assieme alla Fumagalli, si è illustrato alla Liuc il caso della Lati, industria termoplastici di Vedano Olona, con l’amministratore delegato Michela Conterno. Sull’inter-vento di quest’ultima, la profes-soressa Minelli ha evidenziato «come emerga la capacità di cambiare ed elaborare una vi-sione dell’industria 4.0 non solo sulle tecnologie, bensì sulle competenze hard e soft». Come messo a fuoco poi da Pizzagalli, ha continuato la docente: «Lui ha parlato di come ripensare il Dna dell’azienda, i pilastri su cuisi fonda l’azione manageriale, i concetti che guidano quella quotidiana». Un percorso ne-cessario, tanto più valutando le caratteristiche delle dieci azien-de su cui si è operato uno zoom. Una lunga storia imprenditoria-le alle spalle, la maggior parte di modello familiare e con già la terza generazione dentro. Tutte con più di 50 dipendenti, la cui età media è di 40 anni.

AutomazioneNon bastanole competenzetecniche

Quali sono le compe-tenze 4.0 più necessarie alleimprese comasche e varesinein questa fase? Ecco il centrodel quesito della ricerca illu-strata ieri. Ed ecco cosa èemerso: quelle tecniche ser-vono, ma non bastano. Ci vo-gliono pensiero critico, pro-blem solving, creatività, colla-borazione. E ancora l’uso sem-pre più intensivo dei big data,dell’Internet of Things, dei cy-ber-physical systems dell’arti-ficial intelligence, del cloudcomputing e dell’additive ma-nufacturing.

Nel sondaggio, emerge undivario, tra l’importanza per-cepita e gli investimenti pro-grammati: un delta del 36%.Con sfumature differenti. In-fatti per quanto riguardacloud e robot autonomi, scen-de al 20%, per risalire al 58%sul fronte Internet of Things oal 53% per i sistemi di simula-zione. Eppure questi due – ri-levano i ricercatori – sono i pi-lastri dell’industria 4.0 e glistessi intervistati per il 70% loriconoscono. «Le competenzepiù critiche secondo le azien-de – sostiene ancora il sondag-gio - riguardano la capacità diraccogliere ed elaborare in-formazioni (il cosiddetto cri-tical thinking) e il problem so-ling. Emerge la necessità di unrafforzamento mirato ancherispetto alle altre competen-ze, in particolare la capacità disviluppare idee creative».

Visto che siamo in clima diMondiali, non manca una me-tafora calcistica per definire lasituazione: «Potremmo direche le imprese di Varese e Co-mo, per affrontare la partitacon l’industria 4.0, così comeavvenuto in passato con altribig match della storia indu-striale di questi territori, pun-tano più che sul modulo, sullacapacità dei propri fantasisti».

Alessandro
Evidenziato
Alessandro
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12/7/2018 Notizie Radiocor - Finanza - Borsa Italiana

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NOTIZIE RADIOCOR - FINANZA

ECONOMIA E FINANZA: GLI AVVENIMENTI DI MERCOLEDI' 11 LUGLIO -3-

ECONOMIA - Milano: incontro organizzato da Linkedin '#DayIN'

All'evento saranno presenti SNAM e Amplifon. Piazza Sigmund Freud, 1

- Milano: 35 aziende lombarde del settore cosmetica che hanno aderito alla tappa milanesedell'iniziativa "InBuyer, la maratona del business della cosmetica", realizzata da Promos, AziendaSpeciale per le attivita' internazionali della Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi,incontrano 9 buyer provenienti da Kuwait, Bahrain, Emirati Arabi, Cina, Norveglia, Russia. Ore 9,00.Piazza Giureconsulti, Via Mercanti, 2

- Milano: forum EY Manufacturing Lab "La rivoluzione digitale della manifattura italiana". Ore 9,30

Partecipano, tra gli altri, Eugenio Sidoli, a.d. Philip Morris; Paolo Ramadori, a.d. Gruppo IndustrialeMaccaferri

UniCredit Pavilion

- Milano: incontro "Organizzare e gestire la presa in carico della cronicita'. Le attivita' dell'Osservatorionazionale cure primarie" organizzato da SDA Bocconi School of Management con FIASO e incollaborazione con Bayer. Ore 9,30. Universita' Bocconi, via Sarfatti, 25

- Milano: conferenza stampa Masi Agricola di presentazione della mostra "Luxus - Lo stupore dellabellezza". Ore 12,00. Partecipa, tra gli altri, Federico Sella, a.d. e d.g. Banca Patrimoni Sella & C..Palazzo Reale, piazza Duomo, 14

- Milano: conferenza stampa di Satispay "Questa volta ci siamo spinti oltre". Ore 12,00. Via FilippoSassetti, 32

- Milano: convegno Unioncamere Lombardia "Crisi da sovraindebitamento: le soluzioni attuali e leprospettive"

Ore 14,15. Via Meravigli, 9/b

- Milano: evento di Fondazione Italia Cina "Sicurezza e difesa in Cina, fra politica estera edeconomia", organizzato in collaborazione con ISPI. Ore 18,00. Palazzo Clerici, via Clerici, 5

- Milano: presentazione di "Le forme della vitalita'", il Bilancio di Sostenibilita' di Ferrarelle. Ore 18,00

Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, viale Pasubio, 5

- Castellanza (Va): incontro organizzato da LIUC Business School in collaborazione con SPI - Servizi& Promozioni Industrial Srl, Enfapi Comi e Fondirigenti "Siamo pronti per la sfida Industry 4.0?". Ore9,30. Auditorium della LIUC - Universita' Cattaneo, Piazza Soldini, 5

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12/7/2018 Notizie Radiocor - Finanza - Borsa Italiana

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Nome Prezzo Ultimo Contratto Var % Ora Min oggi Max oggi Apertura

Enel 4,828 +0,35 9.34.22 4,819 4,84 4,834

Amplifon 17,26 +1,59 9.31.58 16,91 17,28 16,91

Masi Agricola

Snam 3,58 +0,22 9.32.21 3,571 3,587 3,581

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Comunita' San Patrignano

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Auditorium Biagio D'Alba, Ministero della Salute. I lavori terminano domani

- Roma: il "Premio Socrate 2018", il movimento di opinione a sostegno del merito contro larassegnazione, favoritismi e pregiudizi, viene assegnato a Gianni Letta, politico e giornalista; PatriziaGrieco, Presidente Enel; Massimo Moratti, ex presidente Inter; Fabio Cairoli, a.d

Lottomatica. Residenza di Ripetta, via Ripetta, 231

- Roma: "Incontro al futuro", Assemblea Farmindustria. Ore 10,30. Auditorium Conciliazione, via dellaConciliazione, 4

- Roma: Assemblea Federconfidi. Ore 10,30. Partecipa, fra gli altri, Vincenzo Boccia, presidenteConfindustria (videomessaggio); Carlo Robiglio, vice presidente di Confindustria e Presidente P.I. diConfindustria. Viale dell'Astronomia, 30.

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12/7/2018 Notizie Radiocor - Finanza - Borsa Italiana

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12/7/2018 Skill industria 4.0: lo spread da colmare per le imprese di Varese e Como | Sempione News

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ECONOMIA, TERRITORIO | 11 LUGLIO 2018

Skill industria 4.0: lo spread da colmareper le imprese di Varese e Como

In uno scenario industriale in forte cambiamento “il capitaleumano, quindi le capacità e le competenze di ogni individuo,dall’operatore con le più semplici mansioni no al managerchiamato a coordinare l’azienda, assumono un’importanzacruciale”.

Castellanza –  Ma quali sono gli skill necessari alle imprese per a rontare la navigazione nel mare aperto che lesta traghettando verso i porti dell’industria 4.0? A cercare di dare una risposta, quanto più scienti ca, alladomanda è la recente ricerca “Analisi del fabbisogno manageriale delle imprese dei territori di Varese e Comorispetto alla digitalizzazione”. Uno studio svolto dai ricercatori della LIUC Business School in collaborazionecon SPI – Servizi & Promozioni Industriali Srl (la società di servizi alle imprese dell’Unione degli Industriali dellaProvincia di Varese), ed Enfapi Como.

La ricerca è stata nanziata da Fondirigenti il più grande Fondo per la formazione dei dirigenti in Italia con

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12/7/2018 Skill industria 4.0: lo spread da colmare per le imprese di Varese e Como | Sempione News

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La ricerca è stata  nanziata da Fondirigenti, il più grande Fondo per la formazione dei dirigenti in Italia, con14mila imprese aderenti per 80mila manager, nell’ambito delle iniziative strategiche promosse ogni anno sutemi più rilevanti per l’innovazione e lo sviluppo.  Nel solo 2017 Fondirigenti ha stanziato complessivamentecirca 2.7 milioni di euro, per la realizzazione di oltre venti progetti di ricerca e sperimentazione, che hannocoinvolto 9 regioni italiane, sui temi delle competenze manageriali per Industria 4.0, della modellizzazione deiDigital Innovation Hub, dell’educazione professionalizzante di alto livello, delle politiche attive necessarie allosviluppo.

Nello speci co i risultati dell’indagine realizzata dalla LIUC Business School, sulle imprese dei territori di Varesee Como, hanno individuato quelli che potremmo de nire gli “skill 4.0” necessari alle imprese di due territori trai più manifatturieri d’Italia.

Critical thinking, problem solving and decision making, creativity, comunication and collaboration, technical,information management: ecco le capacità e le competenze di cui ha bisogno il capitale umano in tempi diindustria 4.0, il nuovo paradigma organizzativo, e non solo tecnologico, che mira a trasformare i sistemi di

produzione ricorrendo al digitale attraverso l’utilizzo sempre più intensivo dei big data, dell’Internet of Things,dei cyber-physical systems, dell’arti cial intelligence, del cloud computing e dell’additive manufacturing.

“Per tutti i pilastri dell’industria 4.0 – si legge nelle conclusioni della ricerca – emerge una buonaconsapevolezza da parte delle imprese sulla necessità di piani care e programmare investimenti con unorizzonte di medio periodo”. Tuttavia, dal sondaggio svolto su un campione composto per il 64% da impresedella provincia di Varese e per il 16% da aziende della provincia di Como, emerge una sorta di divario, tral’importanza percepita e gli investimenti già programmati per centrare questo obiettivo. Il risultato, secondo iricercatori della LIUC Business School, è un delta medio del 36%. Un dato che però ha varie sfumature.

Sul fronte del cloud e dei robot autonomi, ad esempio, lo spread è più ridotto, pari al 20%. Più marcato ildivario alle voci Internet of Things (che registra un divario del 58%) e sistemi di simulazione (che registra undivario del 53%). “Complessivamente – si legge nello studio – questi due risultano essere, tra i pilastri su cui sifonda l’industria 4.0, quelli più critici, con investimenti al di sotto della media, nonostante la loro rilevanza siapercepita da più del 70% delle imprese del campione”. Le competenze più critiche secondo le azienderiguardano la capacità di raccogliere ed elaborare informazioni (il cosiddetto critical thinking) e di problemsolving. Secondo i ricercatori, emerge inoltre la necessità “di un ra orzamento mirato anche rispetto alle altrecompetenze, in particolare la capacità di sviluppare idee creative”.

I ricercatori della LIUC Business School hanno anche svolto delle interviste vis-à-vis e telefoniche per indagare,insieme a imprenditori e top manager, su quali leve le imprese stiano facendo forza nei loro processi ditrasformazione digitale. “Il quadro complessivo che ne emerge rivela un campione variegato caratterizzato damodelli gestionali tipici della piccola e media impresa, il cui fulcro è la gura dell’imprenditore e nei quali lecompetenze individuali, la professionalità e il senso di responsabilità dei collaboratori sono ancora ilfondamento del successo, prevalendo su strumenti più formalizzati”.

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12/7/2018 Skill industria 4.0: lo spread da colmare per le imprese di Varese e Como | Sempione News

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Usando una metafora calcistica potremmo dire che le imprese di Varese e Como, per a rontare la partita conl’industria 4.0, così come avvenuto in passato con altri big match della storia industriale di questi territori,puntano più che sul modulo, sulla capacità dei propri fantasisti.

La ricerca di LIUC Business School non o re solo la fotogra a dell’esistente. Avanza anche la proposta di unmodello formativo in grado di sostenere le aziende nello sviluppo delle competenze per l’implementazionedell’industria 4.0. Un modello che faccia ampio uso dello strumento degli i-FAB. “Quest’ultimo – spiegano iricercatori – simula il funzionamento di una fabbrica organizzata secondo logiche lean e utilizza molti deglistrumenti propri del paradigma industria 4-0”. Un dispositivo formativo che nasce dalla convinzione chel’imparare facendo sia l’unica strada da intraprendere per innovare i modelli organizzativi delle aziende. Unostrumento quello proposto dalla ricerca, ampiamente sperimentato sul territorio, proprio attraverso l’i-FABdella LIUC – Università Cattaneo. “Questo modello di formazione esperenziale – spiegano dalla LIUC BusinessSchool – consente di stimolare la ri essione cristica e il raggiungimento di livelli più elevati di consapevolezzaper attivare processi di change management e caci”.

Ai temi dell’innovazione 4.0 e alle competenze manageriali necessarie per a rontare il cambiamento, saràanche dedicato il grande evento che Fondirigenti sta organizzando per la ne del mese di ottobre 2018, percelebrare il ventennale della Fondazione Giuseppe Taliercio, da cui ha avuto origine.  Il focus della giornatasarà infatti rappresentato dal manager del futuro e dalle competenze distintive che lo caratterizzeranno,coinvolgendo su questi temi, in un confronto attivo e dinamico, manager, imprenditori, rappresentanti delleParti sociali, opinion leader, giovani, in uencer, in sintesi tutti i possibili protagonisti del nuovo scenarioeconomico-industriale.

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12/7/2018 Siamo pronti per la sfida Industry 4.0?

http://www.varesenews.it/2018/07/pronti-la-sfida-industry-4-0/733931/ 1/4

Economia

Siamo pronti per la sfidaIndustry 4.0? Mercoledì 11 luglio alla Liuc-Università Cattaneo presentazione dellaricerca “Analisi del fabbisogno manageriale delle imprese dei territori diVarese e Como rispetto alla digitalizzazione” 

“Siamo pronti per la s�da Industry 4.0?”. Questo il quesito che farà da titolo allapresentazione della ricerca “Analisi del fabbisogno manageriale delle imprese deiterritori di Varese e Como rispetto alla digitalizzazione”. Uno studio svolto dairicercatori della Liuc Business School in collaborazione con Spi – Servizi &Promozioni Industriali srl (società di servizi alle imprese dell’Unione degliIndustriali della Provincia di Varese) ed Enfapi Como, e �nanziato da Fondirigenti.

L’evento si terrà mercoledì 11 luglio, alle ore 9.30, nell’Auditorium della Liuc–Università Cattaneo (piazza Soldini, 5 – Castellanza).

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12/7/2018 Siamo pronti per la sfida Industry 4.0?

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di [email protected]

Pubblicato il 10 luglio 2018

Questo il programma dell’evento: ore 9.15 welcome coffee e registrazione. ore 9.30 saluti e apertura dei lavori: Federico Visconti, Rettore LIUC – UniversitàCattaneo; Marco De Battista, Coordinatore AreeEconomiche Unione Industriali Varese; Domenico Barone, Vicedirettore Fondirigenti. ore 9.45 Gli obiettivi della ricerca: Eliana

Minelli, Professore Associato LIUC. ore 10.15 I risultati della ricerca: Andrea Urbinati e Niccolò Comerio, LIUCBusiness School; ore 11.00 Lo stato dell’arte dell’Industry 4.0, testimonianze aziendali: Michela Conterno, AD della LATI – Industria Termoplastici Spa di Vedano Olona(VA); Francesco Pizzagalli, AD della Fumagalli Industrie Alimentari Spa di Tavernerio(CO). ore 11.30 Il progetto formativo i-Fab: Giovanni Pirovano e Rossella Pozzi, LIUCBusiness School. ore 12.00 Gli scenari futuri dell’Industry 4.0: Raffaele Secchi, Dean LIUC BusinessSchool. ore 12.30 Chiusura dei lavori.

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12/7/2018 Presentazione della ricerca "Analisi del fabbisogno manageriale" | Sempione News

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ECONOMIA, TERRITORIO | 10 LUGLIO 2018

Presentazione della ricerca “Analisi delfabbisogno manageriale”

Presentazione della ricerca “Analisi del fabbisogno managerialedelle imprese dei territori di Varese e Como rispetto alladigitalizzazione”.

Castellanza – Siamo pronti per la s da Industry 4.0?

Mercoledì 11 luglio, ore 9.30, alla LIUC – Università Cattaneo

“Siamo pronti per la s da Industry 4.0?”. Questo il quesito che farà da titolo alla presentazione della ricerca“Analisi del fabbisogno manageriale delle imprese dei territori di Varese e Como rispetto alla digitalizzazione”.Uno studio svolto dai ricercatori della LIUC Business School in collaborazione con SPI – Servizi & PromozioniIndustriali Srl(società di servizi alle imprese dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese), EnfapiComo e Fondirigenti, che ha nanziato il progetto.

L’evento si terrà mercoledì 11 luglio alle ore 9 30 nell’Auditorium della LIUC – Università

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L evento si terrà mercoledì 11 luglio, alle ore 9.30, nell Auditorium della LIUC UniversitàCattaneo (piazza Soldini, 5 – Castellanza).

Questo il programma dell’evento:

ore 9.15 welcome co ee e registrazione.Ore 9.30 saluti e apertura dei lavori:

Federico Visconti, Rettore LIUC – Università Cattaneo;Marco De Battista, Coordinatore Aree Economiche Unione Industriali VareseDomenico Barone, Vicedirettore di Fondirigenti.

Ore 9.45 Gli obiettivi della ricerca: Eliana Minelli, professore associato LIUC.Ore 10.15 I risultati della ricerca: Andrea Urbinati e Niccolò Comerio, LIUC Business School;Ore 11.00 Lo stato dell’arte dell’Industry 4.0, testimonianze aziendali:

Michela Conterno, AD della LATI – Industria Termoplastici Spa di Vedano Olona (VA);Francesco Pizzagalli, AD della Fumagalli Industrie Alimentari Spa di Tavernerio (CO).

    Ore 11.30 Il progetto formativo i-Fab: Giovanni Pirovano e Rossella Pozzi, LIUC Business School.    Ore 12.00 Gli scenari futuri dell’Industry 4.0: Ra aele Secchi, Dean LIUC Business School.

    Ore 12.30 Chiusura dei lavori.

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12/7/2018 La tecnologia è solo un mezzo, le imprese devono decidere dove andare

http://www.varesenews.it/2018/07/la-tecnologia-solo-un-mezzo-le-imprese-devono-decidere-andare/734545/ 1/5

Economia

La tecnologia è solo un mezzo,le imprese devono decideredove andarePresentata la ricerca “Analisi del fabbisogno manageriale delle impresedei territori di Varese e Como rispetto alla digitalizzazione” �nanziata daFondirigenti e realizzata dai ricercatori della Liuc business school

Quando un’università come la Liuc, nata per supportare le imprese del territorio,si interroga sull’industria 4.0, è come se si interrogasse sul proprio destino. Laricerca “Analisi del fabbisogno manageriale delle imprese dei territori di Varese eComo rispetto alla digitalizzazione”, �nanziata da Fondirigenti e realizzata dairicercatori della Liuc business school, aiuta infatti a capire anche la direzionepresa dall’ateneo di Castellanza e del ruolo che vuole esercitare in questa fase dicambio epocale. Il rettore, Federico Visconti, parla esplicitamente di university 4.0dove si fa «ricerca applicata rigorosa e vicina alle imprese». Un luogo dovel’attenzione al metodo e alle partnership sono la via per governare un

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cambiamento che, secondo Marco De Battista, dell’Unione industriali èprincipalmente «un problema culturale». (In primo piano nella foto RaffaeleSecchi, direttore della Liuc business school)

Il mondo accademico deve dunque guidare la comprensione di un fenomeno che èsolo all’inizio e su cui non c’è univocità, né sul termine usato per identi�carlo nésul suo signi�cato. Secondo la docente della Liuc Eliana Minelli, è su questocompito cruciale, cioè la produzione della cultura necessaria per sostenere ilPaese nel cambio di passo, che «l’università si gioca la propria rilevanza».

I RISULTATI DELLA RICERCA L’indagine realizzata dai ricercatori della Liuc business school, Andrea Urbinati eNiccolò Comerio, su un gruppo campione costituito per il 64% da imprese dellaprovincia di Varese e per il 16% da aziende della provincia di Como, tutte con piùdi 50 dipendenti, ha individuato 6 capacità (skills) necessarie nei prossimi diecianni per affrontare la s�da della digitalizzazione. Il capitale umano avrà bisogno alivello individuale di critical thinking, technical e creativity, mentre a livello diteam di problem solving and decision making, comunication and collaboration,information management. Le maggiori criticità, a sentire le aziende, riguardano lacapacità di raccogliere ed elaborare informazioni, il cosiddetto critical thinking, edi trovare soluzioni adeguate alle condizioni di partenza (problem solving).Secondo i ricercatori, emerge inoltre la necessità «di un rafforzamento miratoanche rispetto alle altre competenze, in particolare la capacità di sviluppare ideecreative».

C’è dunque un grande lavoro di training da fare anche perché le impreseintervistate in questa fase hanno investito più in innovation technology eautomazione (3,20% del fatturato) piuttosto che in formazione (2,15% del fatturato),nonostante l’elevata consapevolezza da parte delle stesse rispetto ai nove pilastridell’industria 4.0, ovvero big data, robot autonomi, sistemi di simulazione, internetdelle cose, cybersecurity, cloud, integrazione dei sistemi informativi, additivemanufacturing e realtà aumentata. La quasi totalità del campione conosce infatti itemi della cybersecurity, cloud e additive manufacturing, mentre supera il 70% laconoscenza dei sistemi di simulazione e di realtà aumentata. «Il fatto che ci siauna conoscenza del fenomeno – hanno spiegato i ricercatori – non è però indicedel suo livello di rilevanza».

Gli imprenditori conoscono bene gli strumenti dell’industria 4.0, ma solo un terzodel campione di riferimento ritiene l’additive manufacturing e la realtà aumentatastrategici, dando invece maggiore rilevanza alla simulazione, integrazione deisistemi informativi, internet delle cose e cybersecurity. La conoscenza unita allarilevanza può tradursi in un’adozione futura da parte delle imprese di alcune diqueste tecnologie, sta di fatto che c’è un gap tra la rilevanza percepita e gliinvestimenti già fatti e quelli piani�cati per il futuro. Differenza che si attesta su

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di Michele [email protected]

Pubblicato il 12 luglio 2018

una media del 36%, ma che si riduce sensibilmente quando si parla di cloud erobot autonomi (20%) per aumentare con internet delle cose (58%) e sistemi disimulazione (53%). Nonostante questo gap la propensione media al cambiamento,cioè la differenza tra investimenti futuri e quelli attuali, è signi�cativa (21%).

LA FORMAZIONE DELLA LIUC BUSINESS SCHOOL Se il ruolo dell’università è produrre cultura digitale a sostegno dello sviluppodelle imprese, alla Liuc, spiegano i ricercatori Rossella Pozzi e GiovanniPirovano, si impara facendo grazie all’’I-Fab, un laboratorio che simula ilfunzionamento di una fabbrica organizzata secondo logiche lean e utilizza moltidegli strumenti propri dell’industria 4-0.

Concentrarsi però troppo sulle tecnologie può creare confusione tra il tema del�ne e quello dei mezzi. «In questi ultimi anni – conclude Raffaele Secchi, direttoredella Liuc business school -, dimenticando che è solo un mezzo, si è lavoratomolto sulla tecnologia senza capire dove le imprese dovevano andare. Prima dilavorare sulle tecnologie, bisogna lavorare sui processi perché inserire unatecnologia nuda in un processo già di per sé caotico più che vantaggi può creareulteriori danni. In questa fase l’industria 4.0 ha bisogno di tanta contaminazione».

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12/7/2018 Skill industria 4.0: lo spread da colmare per imprese di Varese e Como

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Il quotidiano online dell’Alto Varesotto

CASTELLANZA | 11 LUGLIO 2018 Redazione

Skill industria 4.0: lo spread dacolmare per imprese di Varese eComoPresentata oggi la ricerca "Analisi del fabbisogno managerialerispetto alla digitalizzazione". L'importanza del modello formativo i-FAB

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In uno scenario industriale inforte cambiamento, il capitaleumano, quindi le capacità e lecompetenze di ogni individuo,dall’operatore con le piùsemplici mansioni fino almanager chiamato acoordinare l’azienda,assumono un’importanza cruciale.

Ma quali sono gli skill necessari alle imprese per a�rontare la navigazione nel mareaperto che le sta traghettando verso i porti dell’industria 4.0? A cercare di dareuna risposta, quanto più scientifica alla domanda, è la recente ricerca “Analisi delfabbisogno manageriale delle imprese dei territori di Varese e Como rispetto alladigitalizzazione“.

Uno studio svolto dai ricercatori della LIUC Business School in collaborazione conSPI – Servizi & Promozioni Industriali Srl, la società di servizi alle impresedell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, ed Enfapi Como.

La ricerca è stata finanziata da Fondirigenti il più grande fondo per la formazione

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12/7/2018 Skill industria 4.0: lo spread da colmare per imprese di Varese e Como

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La ricerca è stata finanziata da Fondirigenti, il più grande fondo per la formazionedei dirigenti in Italia, con 14mila imprese aderenti per 80mila manager, nell’ambitodelle iniziative strategiche promosse ogni anno su temi più rilevanti perl’innovazione e lo sviluppo. Nel solo 2017 Fondirigenti ha stanziatocomplessivamente circa 2.7 milioni di euro per la realizzazione di oltre ventiprogetti di ricerca e sperimentazione, che hanno coinvolto nove regioni italiane suitemi delle competenze manageriali per Industria 4.0, della modellizzazione deiDigital Innovation Hub, dell’educazione professionalizzante di alto livello, dellepolitiche attive necessarie allo sviluppo.

Nello specifico i risultati dell’indagine realizzata dalla LIUC Business School, sulleimprese dei territori di Varese e Como, hanno individuato quelli che potremmodefinire gli “skill 4.0” necessari alle imprese di due territori tra i più manifatturierid’Italia.

Critical thinking, problem solving and decision making, creativity, communicationand collaboration, technical, information management: ecco le capacità e lecompetenze di cui ha bisogno il capitale umano in tempi di industria 4.0. Il nuovoparadigma organizzativo, e non solo tecnologico, che mira a trasformare i sistemidi produzione ricorrendo al digitale attraverso l’utilizzo sempre intensivo dei bigdata, dell’Internet of Things, dei cyber-physical systems, dell’artificial intelligence,del cloud computing e dell’additive manufacturing.

“Per tutti i pilastri dell’industria 4.0 – si legge nelle conclusioni della ricerca -,emerge una buona consapevolezza da parte delle imprese sulla necessità dipianificare e programmare investimenti con un orizzonte di medio periodo“.Tuttavia, dal sondaggio svolto su un campione composto per il 64% da impresedella provincia di Varese, e per il 16% da aziende della provincia di Como, emergeuna sorta di divario tra l’importanza percepita e gli investimenti già programmatiper centrare questo obiettivo.

Il risultato, secondo i ricercatori della LIUC Business School, è un delta medio del36%. Un dato che però ha varie sfumature. Sul fronte dei cloud e dei robotautonomi, ad esempio, lo spread è più ridotto, pari al 20%. Più marcato il divarioalle voci Internet of Things, che registra un divario del 58%, e sistemi disimulazione, che registra un divario del 53%. Le competenze più critiche, secondole aziende, riguardano la capacità di raccogliere ed elaborare informazioni, ilcosiddetto critical thinking, e di problem solving.

I ricercatori della LIUC Business School hanno anche svolto delle interviste vis-à-

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I ricercatori della LIUC Business School hanno anche svolto delle interviste vis àvis e telefoniche per indagare, insieme ad imprenditori e top manager, su quali levele imprese stiano facendo forza nei loro processi di trasformazione digitale. “Ilquadro complessivo che ne emerge rivela un campione variegato, caratterizzato damodelli gestionali tipici della piccola e media impresa, il cui fulcro è la figuradell’imprenditore, e nei quali le competenze individuali, la professionalità e ilsenso di responsabilità dei collaboratori sono ancora il fondamento del successo,prevalendo su strumenti più formalizzati”.

Usando una metafora calcistica potremmo dire che le imprese di Varese e Como,per a�rontare la partita con l’industria 4.0, così come avvenuto in passato con altribig match della storia industriale di questi territori, puntano più che sul modulosulla capacità dei propri fantasisti.

La ricerca di LIUC Business School non o�re solo la fotografia dell’esistente. Avanzaanche la proposta di un modello formativo in grado di sostenere le aziende nellosviluppo delle competenze per l’implementazione dell’industria 4.0. Un modelloche faccia ampio uso dello strumento degli i-FAB. “Quest’ultimo – illustrano iricercatori -, simula il funzionamento di una fabbrica organizzata secondo logichelean e utilizza molti degli strumenti propri del paradigma industria 4.0″. Undispositivo formativo che nasce dalla convinzione che l’imparare facendo sial’unica strada da intraprendere per innovare i modelli organizzativi delle aziende.Uno strumento, quello proposto dalla ricerca, ampiamente sperimentato sulterritorio, proprio attraverso l’i-FAB della LIUC. “Questo modello di formazioneesperienziale – concludono dalla LIUC -, consente di stimolare la riflessione criticae il raggiungimento di livelli più elevati di consapevolezza per attivare processi dichange management e�icaci”.

Ai temi dell’innovazione 4.0, e alle competenze manageriali necessarie pera�rontare il cambiamento, sarà anche dedicato il grande evento che Fondirigentista organizzando per la fine del mese di ottobre 2018, allo scopo di celebrare ilventennale della Fondazione Giuseppe Taliercio da cui ha avuto origine.

 

Argomenti: COMO, FONDIRIGENTI, IMPRESE, INDUSTRIA 4.0, LIUC BUSINESS SCHOOL, RICERCA, UNIONE DEGLIINDUSTRIALI, VARESE

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