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STORIE PER FARE AMICIZIA La scuola è il luogo dove il bambino prende coscienza delle sue abilità e dove stabilisce molteplici relazioni sociali con adulti e coetanei. Accogliere non significa solo “invitare a entrare”, ma mettere il più possibile a proprio agio i nuovi arrivati, creando nell’ambiente scolastico un’atmosfera piacevole. Le finalità che ci proponiamo sono legate al bisogno dei bambini, che arrivano o tornano a frequentare la scuola, di percepire attorno a sé un clima positivo e accogliente che: 1. consenta di superare i timori verso un’esperienza nuova e il disorientamento iniziale o verso il dover riallacciare rapporti; 2. contribuisca ad attivare i processi di relazione con i pari, con l’ambiente e con le persone adulte; 3. aiuti il distacco dal genitore, la capacità di orientarsi nel nuovo ambiente e l’accettazione progressiva di alcune norme comportamentali relative all’organizzazione sociale. Identikit del percorso Obiettivi per il bambino Superare il distacco dai genitori e accettare serenamente la scuola. Esplorare e interagire positivamente con un ambiente diverso dal contesto familiare. Costruire il senso di appartenenza a un gruppo affettivamente si- gnificativo. Stabilire una relazione affettiva e di fiducia con le figure di riferimento a scuola. Esprimersi e comunicare in modo ludico, nei diversi contesti. Accettare il fare con le mani e con il corpo. Riconoscere e condividere le differenze e le somiglianze presenti nel gruppo. Obiettivi per gli insegnanti e i genitori Conoscersi e avviare una relazione fondata sulla fiducia e sulla col- laborazione. Condividere la storia del bambino, i bisogni, le aspettative reciproche. Rassicurare e far sentire accolti i bambini. Tempi Il primo periodo di scuola, al mattino. Metodologia Accogliamo i bambini con un atteggiamento di ascol- to, di dialogo, di cura. Organizziamo le giornate in modo tale da permettere, nel rispetto dei loro tempi e delle loro reazioni, un inserimento graduale e il più possibile rassicurante. Accompagniamo, con l’aiuto delle famiglie, con delicatezza ed entusiasmo, cia- scun bambino nella “conquista” di questo nuovo ambiente, che diventerà per lui un contesto familiare, dove giocare e divertirsi insieme ad altri bambini, dove partecipare a esperienze nuove. Osserviamo e rileviamo i bisogni manifestati, i sentimenti e gli approcci, durante i giochi liberi e guidati, valoriz- ziamo ogni piccola o nuova autonomia, accogliamo proposte e desideri. di Anna Angeli

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STORIE PER FARE AMICIZIALa scuola è il luogo dove il bambino prende coscienza delle sue abilità e dove stabilisce molteplici relazioni sociali con adulti e coetanei. Accogliere non signi� ca solo “invitare a entrare”, ma mettere il più possibile a proprio agio i nuovi arrivati, creando nell’ambiente scolastico un’atmosfera piacevole. Le � nalità che ci proponiamo sono legate al bisogno dei bambini, che arrivano o tornano a frequentare la scuola, di percepire attorno a sé un clima positivo e accogliente che: 1. consenta di superare i timori verso un’esperienza nuova e il disorientamento iniziale o verso il dover riallacciare rapporti; 2. contribuisca ad attivare i processi di relazione con i pari, con l’ambiente e con le persone adulte; 3. aiuti il distacco dal genitore, la capacità di orientarsi nel nuovo ambiente e l’accettazione progressiva di alcune norme comportamentali relative all’organizzazione sociale.

Identikit del percorso Obiettivi per il bambino• Superare il distacco dai genitori e accettare serenamente la scuola.• Esplorare e interagire positivamente con un ambiente diverso dal contesto familiare.• Costruire il senso di appartenenza a un gruppo affettivamente si-gni� cativo.• Stabilire una relazione affettiva e di � ducia con le � gure di riferimento a scuola.• Esprimersi e comunicare in modo ludico, nei diversi contesti.• Accettare il fare con le mani e con il corpo.• Riconoscere e condividere le differenze e le somiglianze presenti nel gruppo.

Obiettivi per gli insegnanti e i genitori• Conoscersi e avviare una relazione fondata sulla � ducia e sulla col-laborazione.• Condividere la storia del bambino, i bisogni, le aspettative reciproche.• Rassicurare e far sentire accolti i bambini.

TempiIl primo periodo di scuola, al mattino.

MetodologiaAccogliamo i bambini con un atteggiamento di ascol-to, di dialogo, di cura. Organizziamo le giornate in modo tale da permettere, nel rispetto dei loro tempi e delle loro reazioni, un inserimento graduale e il più possibile rassicurante. Accompagniamo, con l’aiuto delle famiglie, con delicatezza ed entusiasmo, cia-scun bambino nella “conquista” di questo nuovo ambiente, che diventerà per lui un contesto familiare, dove giocare e divertirsi insieme ad altri bambini, dove partecipare a esperienze nuove. Osserviamo e rileviamo i bisogni manifestati, i sentimenti e gli approcci, durante i giochi liberi e guidati, valoriz-ziamo ogni piccola o nuova autonomia, accogliamo proposte e desideri.

di Anna Angeli

STORIE PER FARE AMICIZIALa scuola è il luogo dove il bambino prende coscienza delle sue abilità e dove stabilisce molteplici relazioni sociali con adulti e coetanei. Accogliere non signi� ca solo “invitare a entrare”, ma mettere il più possibile a proprio

bambini, che arrivano o tornano a frequentare la scuola, di percepire consenta di superare i

timori verso un’esperienza nuova e il disorientamento iniziale o verso il contribuisca ad attivare i processi di relazione con i

aiuti il distacco dal genitore, la capacità di orientarsi nel nuovo ambiente e l’accettazione progressiva di alcune

di Anna Angeli

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Vado a scuola, vedo amici, gioco, parlo, imparo, rido, più si è, più si è felici: degli amici io mi � do. La maestra ha bei capelli, è un’amica un po’ più grande: lei ci insegna ritornelli, lei risponde alle domande. Vado a scuola, vedo cose, le disegno con colori, sento storie misteriose, e alla � ne torno fuori.

(R. Piumini, B. Tognolini, Rimelandia: il giardino delle � lastrocche, Mondadori

New Media, Milano 1997)

La scuola

PROPOSTE ACCOGLIENTI Prevediamo alcune attività preparatorie al percorso di-

dattico, tra cui: un’assemblea con i genitori dei nuovi iscrit-ti; i colloqui individuali e la compilazione di un questionario per approfondire la conoscenza dei bambini; l’allestimento degli angoli-gioco del salone, delle sezioni e di altri spazi scolastici.

Nei primi giorni di scuola dedichiamoci alla conoscenza reciproca (soprattutto mediante giochi per imparare i nomi dei compagni e degli insegnanti e per presentarci), all’e-splorazione dell’ambiente interno ed esterno, al riconosci-mento degli spazi a uso personale (armadietto-spogliato-io), al gioco libero e guidato (giochi mimici, canzoncine, � lastrocche...) e alle prime esperienze di routine (appello, calendario, conta dei presenti, riordino, conversazioni gui-date ecc.).

UNA POESIA PER AMICA La scuola, all’inizio di settembre, riapre solo per gli in-

segnanti: appro� ttiamo di questi giorni per preparare l’am-biente.

Per i primi giorni di scuola predisponiamo una piccola poesia da leggere e disegnare con mamma e papà, da portarsi dietro come un prolungamento del loro affetto. Prepariamo delle buste-sorpresa contenenti un biglietto su cui scriviamo da un lato in stampato maiuscolo la poesia e dall’altro lasciamo una pagina per il disegno che il bambino creerà dopo la lettura della poesia da parte di mamma e papà.

Al momento del colloquio iniziale o dell’assemblea fac-

ciamo partecipi i genitori di questa nostra iniziativa, invi-tandoli a scegliere una busta da portare a casa; raccoman-diamo di leggere e colorare insieme il disegno ispirato al testo che i bambini faranno, creando in loro attesa e coin-volgimento emotivo. Se nella nostra scuola ci sono bambini non italofoni, pre-pariamo la poesia tradotta in più lingue, con l’aiuto di qual-che genitore o di un mediatore linguistico, in modo da fa-vorire la partecipazione di tutti.

Prevediamo alcune attività preparatorie al percorso di-dattico, tra cui: un’assemblea con i genitori dei nuovi iscrit-ti; i colloqui individuali e la compilazione di un questionario per approfondire la conoscenza dei bambini; l’allestimento degli angoli-gioco del salone, delle sezioni e di altri spazi

Nei primi giorni di scuola dedichiamoci alla conoscenza reciproca (soprattutto mediante giochi per imparare i nomi dei compagni e degli insegnanti e per presentarci), all’e-splorazione dell’ambiente interno ed esterno, al riconosci-mento degli spazi a uso personale (armadietto-spogliato-io), al gioco libero e guidato (giochi mimici, canzoncine, � lastrocche...) e alle prime esperienze di routine (appello, calendario, conta dei presenti, riordino, conversazioni gui-

La scuola, all’inizio di settembre, riapre solo per gli in-segnanti: appro� ttiamo di questi giorni per preparare l’am-

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za Leggiamola ai bambini e invitiamoli a disegnare il loro

autoritratto, tagliarlo e incollarlo su un altro cartellone che andiamo ad attaccare accanto al precedente.

Prepariamo su dei cartoncini il contorno di una mano, invitiamo i bambini a colorare ogni dito di colore diverso, a colorare e “animare” il palmo. Una volta pronte, ritaglia-mo le mani e, se è possibile, plasti� chiamole e applichia-mo sul retro un pezzetto di velcro. L’altra parte del velcro incolliamola sul cartellone della poesia.

Ogni mattina, per il mese di settembre, chiediamo ai bambini al loro ingresso in sezione di attaccare la loro manina sul cartellone. Finito l’appello, sinceriamoci che tutti abbiano sistemato la loro “presenza” e leggiamo, recitandola tutti insieme, la poesia “Giuramento dell’a-micizia”.

Ecco alcuni libri dove viene proposto il tema dell’amicizia e approfondita la bellezza dello stare insieme per affrontare e superare le dif� coltà della crescita: • A. Lay, P. Turini, No, no, no, l’asino no! Giunti Kids, Firenze 2009.• L. Pazienti, A. Bottan, Davanti al mare blu, Giunti Kids, Firenze 2006.• E. Carle, Vuoi essere mio amico?, La Margherita, Cornaredo (MI) 2010.

LIBRI&SITI

UNA BACHECA PER ACCOGLIERE I GENITORI Prepariamo all’ingresso una sorta di leggio dove posi-

zionare un quaderno su cui scriviamo una frase per ri� ette-re sui bambini, sul rapporto tra genitori e � gli, sui diritti dei bambini, per un sereno inizio di giornata. Ogni giorno sfo-gliamo il quaderno e lasciamolo aperto sulla frase che ab-biamo preparato per “regalare” il buongiorno ai genitori. Lasciamo una pagina bianca per chi volesse lasciare, a sua volta, un messaggio agli insegnanti o ai bambini.

Vicino prepariamo anche un libro di � lastrocche per i bambini, per esempio Millanta la gallina canta (N. Codi-gnola, illustrazioni di A. Papini, Fatatrac, Firenze 2008), che contiene 366 � lastrocche. Ne possiamo leggere una pagi-na ogni mattina, in sezione, seguendo l’ordine di un calen-dario perenne che riporta per ogni giorno una � lastrocca su un animale diverso.

I MIEI AMICI Nella sezione dei grandi prepariamo un cartellone con

questa poesia scritta in stampato maiuscolo colorato.

Giuramento dell’amiciziaTutti per uno, uno per tuttiè questo il patto che noi giuriamonei giorni belli, negli anni bruttitutte le foglie da un unico ramoe tutti i � umi in un solo maretutte le forze in un solo braccioe questo braccio ce la può farevoi ce la fate se io ce la faccioperché non resti più indietro nessuno:uno per tutti, tutti per uno.

(M. Cecchi, B. Tognolini, Filastrocche e canzoni della Melevisione,

Rai-Eri, Roma 1999)

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LIBRI&SITI• M. Rinck, M. van der Linden, Di chi è questa zampa?, Il Castello, Milano 2008.• F. Silei, L’invenzione dell’ornitorinco, Artebambini, Bologna 2011.• L. Lionni, Pezzettino, Babalibri, Milano 2006.• L. Lionni, Piccolo blu e piccolo giallo, Babalibri, Milano 2002.• L. Child, Sono assolutamente troppo piccola per andare a scuola con Charlie e Lola, Ape junior, Milano 2004.Una bella animazione video in inglese per Guizzino:• http://www.youtube.com/watch?v=442ie2qFANQ

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LA STORIA DI PICO ROTONDO Partendo dalla necessità di “ri-trovare” l’identità del

gruppo sezione, di riprendere con� denza con gli amici, con gli spazi della scuola in parte cambiati e di accogliere nuovi compagni e insegnanti, accogliamo i bambini con due libri e quindi due storie. Possiamo, all’interno dello stesso plesso, far sì che ogni sezione scelga di lavorare su una o sull’altra storia, in modo da scambiarsi le esperienze.

Iniziamo con il primo libro: Pico Rotondo. Se non abbia-mo la possibilità di avere il libro ecco un estratto.

Pico Rotondo[…] A Pico Rotondo piaceva… rotolare. Rotolando sui suoi piedi vedeva scivolare il mondo e, � nalmente, poteva andare molto, molto lontano. Scivolando nel mondo lontano incontrò una talpa di nome Berta. […] Proseguendo a scivolare nel mondo lontano Pico Ro-tondo incontrò un grosso elefante di nome Bongo […]

(A. Gozzi, S. Dimitri, Pico Rotondo, Giunti Kids, Firenze 2006)

SEMPRE IN MOVIMENTO COME PICO Trasformiamoci in Pico e come lui rotoliamo per vedere

scivolare il mondo. Lasciamo andare i bambini all’emozione del momento, invitandoli a coprire un lenzuolo bianco (in al-ternativa un foglio di carta da pacchi) con tracce, impronte, linee e macchie di colore. Per dipingere il mondo visto da Pico ci vogliono, oltre a un grande lenzuolo bianco, tempe-re, pennelli, uno spazio grande (magari all’aperto così pos-siamo “pasticciare” quanto si vuole) e una musica allegra. Stendiamo il lenzuolo per terra, diluiamo i colori con poca acqua, dotiamo il gruppo di bambini di un grembiule usa e getta (lo possiamo fare con i sacchi di plastica), invitiamoli a intingere il pennello e sperimentare tutti i movimenti possi-bili: lanciare il colore, lasciarlo colare, ballando, cantando, “pattinando”, lasciandosi guidare dal ritmo della musica…

DRAMMATIZZIAMO LA STORIA Appendiamo alla parete il lenzuolo colorato e invitiamo

i bambini a trasformarsi nei protagonisti della storia (➞ “box nella pagina a � anco”): alcuni indossano gli occhiali della talpa, altri si mettono le orecchie della topolina, altri ancora prendono in mano Pico Rotondo, un altro gruppetto indos-sa la maschera dell’elefante, qualcuno si mette la collana “serpente”. Se qualche bambino non vuole partecipare attivamente lasciamogli un posto in prima � la per assistere allo spettacolo.

Ascoltiamo il brano Il Carnevale degli animali di Camil-le Saint-Saëns e invitiamo i bambini-animali a camminare seguendo la musica. Stimoliamoli a mimare gli animali con differenti camminate: strisciare, camminare lentamente in modo pesante, camminare a tastoni, camminare roteando… tutti insieme come un’allegra brigata di amici!

Dopo la drammatizzazione lasciamo a disposizione dei bambini le cose costruite in modo che possano giocare da soli. Osserviamo come giocano e si accordano sui ruoli.

ANCHE NOI SIAMO AMICI Riprendiamo la storia per ri� ettere: “Chi ha trovato Pico,

muovendosi nel mondo? Poteva incontrare nuovi amici re-stando a casa? E noi, dove incontriamo nuovi amici? Che cosa ci vuole dire questa storia?”. Condividiamo che la scuo-la è un mondo nel quale possiamo incontrare tanti amici, che vengono da vicino o da lontano… e che incontrandoci ci conosciamo.

Facciamo una foto di gruppo che ci rappresenti, stampia-mo un ingrandimento e appendiamola in sezione.

L’ELEFANTE PRESENTE Su un grande cartellone disegniamo un enorme elefante,

visto di pro� lo. Sulla testa e sul corpo disegniamo un man-tello diviso in tanti quadratini quanti sono i bambini della sezione e incolliamoci un pezzetto di velcro. Prepariamo altrettanti quadratini di cartoncino delle stesse dimensioni e in ognuno disegniamo da una parte un simbolo (scegliamo

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“pattinando”, lasciandosi guidare dal ritmo della musica… in ognuno disegniamo da una parte un simbolo (scegliamo

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Pico Rotondo Distribuiamo a tutti i bambini un cartoncino a forma di cerchio stimolandoli a riempire la forma disegnando ciò che vogliono. Mano a mano che � niscono distribuiamo un altro cerchio, più piccolo, e invitiamoli a dipingere un viso, come vogliono. Fissiamo il cerchio più grosso e quello piccolo con un fermacampione. Aiutiamo i bam-bini, soprattutto i più piccoli, a creare due “molle” con due strisce di carta di colore contrastante, che � ssiamo nella parte inferiore del cerchio grosso: ecco le gambe lunghe di Pico. Per le braccia disegniamo dei rettangoli stretti e lunghi che i bambini colorano a strisce. Non ci resta che dotare Pico di pattini: procuriamoci dei tappi colorati (quelli delle bottiglie dell’acqua o delle bibite) e � ssiamoli su un cartone rigido che incolliamo all’estre-mità delle gambe.

Gli occhiali della talpa Berta Fotocopiamo il modello di occhiali della talpa Berta, distribuiamoli ai bambini perché li decorino come la loro creatività suggerisce. Una volta decorati, ritagliamo l’in-terno e � ssiamo le stanghette.

I protagonisti della storiaAttenti all’elefante BongoFotocopiamo la ma-schera, distribuiamola ai bambini per colorar-la. Ritagliamo la sago-ma e pratichiamo due fori ai lati per fissarvi l’elastico (o la corda).

Il serpente BebeDistribuiamo ai bambini una pallina di Das e invitiamoli a trasformarla in un lungo serpente. Prima che asciughi pratichiamo un forellino sulla testa e sulla coda dove facciamo passare, una volta asciugato, un nastrino. In-� ne chiediamo ai bambini di dipingere il serpente con la tempera.

Le orecchie della topolina MarinaDisegniamo una striscia sul cartoncino nero e due forme ovali per le orecchie della topolina. Invitiamo a incollare nella parte centrale delle orecchie due cerchi rosa e applichiamo le orecchie alla striscia di cartoncino. Ri-tagliamo il cartoncino in base alla circonferenza della testa di ogni bambino.

simboli tutti diversi, ma della stessa “famiglia”, cioè o tutti � ori o tutte forme…), dall’altra parte una doccia pronta per fare il bagno all’elefante che non si lavava mai (e incolliamoci l’altra parte del velcro).

Sparpagliamo i cartoncini sul pavimento, con la doccia bene in vista, e invitiamo i bambini a turno a raccogliere un cartoncino: quello sarà il loro simbolo, che colorano e ogni mattina posano sul cartellone, in un quadratino. Ogni giorno, poco a poco, l’elefante si “veste” dei bambini pre-senti, colorandosi il mantello di magici colori.Se qualche bambino ha dif� coltà a rispettare le regole e aspettare il proprio turno, mettiamoci vicino per conte-nerlo e dargli � ducia, sottolineiamo le cose positive che fa. Se qualcuno non partecipa ai giochi, rispettiamo i suoi tempi rassicurandolo con lo sguardo e con il sorriso. Fac-ciamo sentire accolta evidenziando, in modo calmo e con-tenuto, ogni sua piccola conquista.

l’altra parte del velcro).

Gli occhiali della talpa Berta Fotocopiamo il modello di occhiali della talpa Berta,

Le orecchie della topolina MarinaDisegniamo una striscia sul cartoncino nero e due forme ovali per le orecchie della topolina. Invitiamo a incollare

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tagliamo il cartoncino in base alla circonferenza della testa di ogni bambino.

Scarica e stampa in A4 i modelli degli occhiali della talpa, della maschera dell’elefante e delle orecchie della topolina su didattica.scuoladellinfanzia.it

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LA STORIA DI GUIZZINO Prima di passare al secondo libro e quindi alla seconda

storia, facciamo trovare l’angolo biblioteca decorato con tanti pesciolini rossi. Prepariamo anche un segnalibro a forma di pesciolino nero e mettiamolo nel libro in modo che spunti fuori dalle pagine. Lasciamo che i bambini fac-ciano le domande e le considerazioni su questo evento “straordinario”. Noi sorridiamo e sediamoci con loro e iniziamo a leggere il libro o a raccontare la storia: Guizzino è un pesciolino nero che convince i suoi amici, tanti piccoli pesci rossi, a mettersi in branco contro i grandi predatori del mare. Guizzino ci fa capire che è possibile reagire alla paura e trovare una soluzione; per riuscire ad attuare il suo piano ha però bisogno dell’aiuto di tutti. In-segna così ai bambini, con legge-rezza, che l’unione dei deboli fa la forza contro i prepotenti e che in-sieme molto è possibile (la storia completa in L. Lionni, Guizzino, Ba-balibri, Milano 2010).

UN PESCE PER OGNI BAMBINO Creiamo il personaggio principale della storia in modo

che tutti i bambini entrino subito nei panni di Guizzino. Per ogni pesce servono: due piatti di carta o cartoncino della medesima grandezza; colori a tempera; carta per collage; colla vinilica; cartoncino; sottobicchieri di cartone (quelli che danno al bar per la birra); � lo.

Chiediamo ai bambini di dipingere i piatti sul retro con la tempera (il corpo del pesce) e di incollarci alcuni pezzetti

di carta colorata (le scaglie). Tagliamo il sottobicchiere in quarti (le pinne) e il cartoncino per la bocca e la coda. Com-poniamo il pesce incastrando bocca, pinne e coda tra i due piatti, e � ssiamo il tutto con la cucitrice. Non dimentichia-mo di fare gli occhi. Chiediamo ai bam-bini di portare a scuola una loro foto dove si vede bene il viso e incolliamola sul piatto. Per � nire facciamo un buco nella pinna dorsale e mettiamo il � lo per appendere in un secondo momento i “pesci” sul grande cartellone del mare di Guizzino.

di carta colorata (le scaglie). Tagliamo il sottobicchiere in quarti (le pinne) e il cartoncino per la bocca e la coda. Com-poniamo il pesce incastrando bocca, pinne e coda tra i due piatti, e � ssiamo il tutto con la cucitrice. Non dimentichia-mo di fare gli occhi. Chiediamo ai bam-bini di portare a scuola una loro foto dove si vede bene il viso e incolliamola sul piatto. Per � nire facciamo un buco nella pinna dorsale e mettiamo il � lo per appendere in un secondo momento i “pesci” sul grande cartellone del mare di Guizzino.

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zasciolone grande. Invitiamo i bambini a muoversi nello spazio liberamente e a un comando sonoro devono riunirsi tutti vicini con i loro pesciolini stretti stretti… altrimenti il pesce mangione ne divora qualcuno. I bambini stretti l’uno agli altri si muovono poi come se nuotassero nel mare, piano piano. Sperimentiamo col corpo molti modi di stare vicini; formiamo un girotondo, una spirale, sediamoci in cerchio in modo da toccarci con i piedi oppure al contrario, sdraia-moci sulla pancia e allunghiamo le braccia e le mani � no a toccarci; nascondiamoci tutti sotto un grande telo…

Parliamo con i bambini, dopo l’esperienza: “Come si sta a giocare tutti insieme? Che cosa ci fa divertire? Che cosa hanno fatto i pesciolini mettendosi vicini vicini? E noi?”. Aiu-tiamo i bambini a capire che ognuno è importante perché tutti insieme possiamo affrontare tutto quello che succede. E a scuola succedono tante cose belle! Da fare assieme.

ANCH’IO COME GUIZZINO Una volta che i bambini si sono divertiti e hanno capito

che è bello essere insieme, disegniamo la sagoma di un pe-sce grande e aiutiamo i bambini a incollare i loro pesci rossi dentro la sagoma. Incolliamo un pezzetto di velcro dove va attaccato l’occhio. Posizioniamo il cartellone in una parete dell’aula e distribuiamo a ogni bambino una piccola sago-ma di pesce nero, poi con il pennarello bianco scriviamoci il nome del bambino e dietro al pesce applichiamo l’altra parte del velcro. Ogni giorno un bambino sarà l’occhio di tutti e per un giorno sarà molto speciale, sarà Guizzino, il pesce coraggioso.

UNA FESTA SPECIALE Addobbiamo il salone con i disegni delle mani dei

bambini più grandi che dicono “Ciao”. Poi invitiamo ogni bambino grande a prendersi cura di uno piccolo (a seconda del numero) prendendolo per mano e accompagnandolo a disporsi in cerchio seduti.

IL GIOCO DEI PESCI Una volta pronti tutti i pesci-fotografia, prima di at-

taccarli al cartellone del mare, giochiamo a conoscerci. Invitiamo i bambini a sedere in cerchio, prepariamo il � lo che tiene il pesce come fosse una collana e chiediamo ai bambini di indossarla e dire il proprio nome ad alta voce. Ogni nome viene ripetuto in coro dagli altri bambini. Ac-compagniamo il gioco con questa � lastrocca.

Un mare di… bambiniNel mare ci sono tanti pescisono tutti colorati e belli, saltano allegri tra le onde del maree insieme non hanno paura.Chi conosce il nome dei pesciolini,di quelli grandi e di quelli piccini?

Invitiamo i bambini a togliersi le collane e posizioniamole al centro del cerchio, chiamiamo un bambino alla volta a prendere una collana per portarla al suo proprietario e tutti insieme diciamo il suo nome.

TUTTI INSIEME Distribuiamo a ogni bambino un pesce di cartoncino

rosso. Nel salone o in palestra giochiamo a creare un pe-

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Dieci dita piccoleQueste sono le mie dita le mie dieci dita piccoleche con l’aria divertitaposson farti mille coccole. I bambini e l’insegnante fanno vedere i palmi delle mani, poi si fanno il solletico.

Posso farle traballare stare curve o stare dritteposso farle stiracchiare o nel pugno averle strette. Muovere le dita come “farfalle”, stirarle una a una, fare i pugni e batterli uno con l’altro.

Posso alzarle una alla voltaraggrupparle tutte insiemeintrecciarle in giravoltao posarle qui per bene. Intrecciare le dita delle due mani e allungare le braccia in avanti. Scioglierle e posarle, ferme, sulle ginocchia. Queste sono le mie dita le mie dieci dita piccolefanno lieve neve a � occhisulla bocca fanno schiocchi. Muovere le mani come � occhi che scendono lungo il corpo. Con le mani sulla bocca tirare i baci ai bambini.

(C. Carminati, G. Pezzetta, S. Mulazzani, Rime per le mani, Franco Panini Editore, Modena 2009)

Chiamiamo un bambino (uno tra quelli più disinvolti) e iniziamo a recitare e mimare (se abbiamo il libro dal quale è tratta anche cantare) una � lastrocca (➞ “Dieci dita piccole”).

Terminata la canzone, il bambino chiama un compagno, i due insieme si mettono in � la e mimano la canzone mentre camminano. Di volta in volta i bambini si accodano all’ulti-mo della � la, che diviene sempre più lunga.

Con la stessa canzone e con gli stessi gesti possiamo creare una variante se i bambini della scuola fossero tanti: due bambini sono al centro di un cerchio di compagni e quando parte la musica mimano i gesti, mentre gli altri

fanno il girotondo, al termine i due bambini vanno a chia-mare due compagni che entreranno con loro nel cerchio, ripetendo le stesse azioni in quattro. Si prosegue � nché il cerchio si chiude con mille baci a tutti i bambini!

UN REGALO Alla � ne della festa regaliamo a ogni bambino un se-

gnalibro: un cartoncino color del mare sul quale abbiamo incollato la sagoma di un pesce decorato con la porporina per renderlo luminoso o di diversi colori con gli animali protagonisti della storia di Pico.

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Dieci dita piccoleQueste sono le mie dita le mie dieci dita piccoleche con l’aria divertitaposson farti mille coccole. I bambini e l’insegnante fanno vedere i palmi delle mani, poi si fanno il solletico.

Posso farle traballare stare curve o stare dritteposso farle stiracchiare o nel pugno averle strette. Muovere le dita come “farfalle”, stirarle una a una, fare i pugni e batterli uno con l’altro.

Posso alzarle una alla voltaraggrupparle tutte insiemeintrecciarle in giravoltao posarle qui per bene. Intrecciare le dita delle due mani e allungare le braccia in avanti. Scioglierle e posarle, ferme, sulle ginocchia. Queste sono le mie dita le mie dieci dita piccolefanno lieve neve a � occhisulla bocca fanno schiocchi. Muovere le mani come � occhi che scendono lungo il corpo.

Con le mani sulla bocca tirare i baci ai bambini.

(C. Carminati, G. Pezzetta, S. Mulazzani, Rime per le mani, Franco Panini Editore, Modena 2009)

Chiamiamo un bambino (uno tra quelli più disinvolti) e Chiamiamo un bambino (uno tra quelli più disinvolti) e iniziamo a recitare e mimare (se abbiamo il libro dal quale è tratta anche cantare) una � lastrocca (➞ “Dieci dita piccole”).

Terminata la canzone, il bambino chiama un compagno, i Terminata la canzone, il bambino chiama un compagno, i due insieme si mettono in � la e mimano la canzone mentre camminano. Di volta in volta i bambini si accodano all’ulti-mo della � la, che diviene sempre più lunga.

Con la stessa canzone e con gli stessi gesti possiamo Con la stessa canzone e con gli stessi gesti possiamo creare una variante se i bambini della scuola fossero tanti: due bambini sono al centro di un cerchio di compagni e quando parte la musica mimano i gesti, mentre gli altri

fanno il girotondo, al termine i due bambini vanno a chia-mare due compagni che entreranno con loro nel cerchio, ripetendo le stesse azioni in quattro. Si prosegue � nché il cerchio si chiude con mille baci a tutti i bambini!

UN REGALO Alla � ne della festa regaliamo a ogni bambino un se-

gnalibro: un cartoncino color del mare sul quale abbiamo incollato la sagoma di un pesce decorato con la porporina per renderlo luminoso o di diversi colori con gli animali protagonisti della storia di Pico.

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Scuola dell’infanzia n. 1 – settembre 2012Scuola dell’infanzia n. 1 – settembre 2012

LA MASCHERA DELL’ELEFANTE

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GLI OCCHIALI DELLA TALPA

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LE ORECCHIE DELLA TOPOLINA