to mag134 156 167.qxp Layout 1 - torinomagazine.it · gary 1988: anche Massimo Ranieri, che stava...

6
Partenza da Venaria Reale del Giro d’Italia 2018 Piemonte terra di ciclismo di PAOLO VIBERTI foto TONI FARINA, ARCHIVIO FOTOGRAFICO AMICI DEL FIUME DI VILLAFRANCA PIEMONTE, ATL BIELLA, ATL DEL CUNEESE, ATL NOVARA, ENTE TURISMO ALBA BRA LANGHE ROERO e ARCHIVIO LAPRESSE © LaPresse PEDALANDO TRA I TORNANTI E I PROTAGONISTI CHE HANNO FATTO GRANDE LA STORIA DELLO SPORT , SCOPRIAMO LE NUOVE FRONTIERE DEL CICLOTURISMO ACCOMPAGNATI DA UN BIKER DECCEZIONE, L ASSESSORE GIOVANNI MARIA FERRARIS, PER SCOPRIRE QUANTO HA DA OFFRIRE LA NOSTRA REGIONE

Transcript of to mag134 156 167.qxp Layout 1 - torinomagazine.it · gary 1988: anche Massimo Ranieri, che stava...

Partenza da Venaria Reale del Giro d’Italia 2018

Piemonte terra di ciclismo di PAOLO VIBERTI foto TONI FARINA, ARCHIVIO FOTOGRAFICO AMICI DEL FIUME DI VILLAFRANCA PIEMONTE, ATL BIELLA, ATL DEL CUNEESE,

ATL NOVARA, ENTE TURISMO ALBA BRA LANGHE ROERO e ARCHIVIO LAPRESSE

© L

aPre

sse

PEDALANDO TRA I TORNANTI E I PROTAGONISTI CHE HANNO FATTO GRANDE LA STORIADELLO SPORT, SCOPRIAMO LE NUOVE FRONTIERE DEL CICLOTURISMO ACCOMPAGNATI

DA UN BIKER D’ECCEZIONE, L’ASSESSORE GIOVANNI MARIA FERRARIS, PER SCOPRIRE QUANTO HA DA OFFRIRE LA NOSTRA REGIONE

nostri eroi del tennis, i Panatta-Barazzutti-Berto-lucci-Zugarelli, che conquistarono la Coppa Daviscontro il Cile, in una sfida dai risvolti politici dopo ilgolpe attuato dal generale Augusto Pinochet e la mortedi Salvador Allende: e tutta la Penisola si mise a gio-care a tennis. Negli anni Ottanta, uno sconosciutoemiliano dal cognome sinistro propose un modo rivo-luzionario di praticare lo sci, diventando il primo cam-pione delle nevi a imporsi come personaggio da roto-calco: si chiamava Alberto Tomba. Fu lui a indurre ilpopolo italico a riversarsi sulle montagne per emulare‘La Bomba’, personaggio capace di interrompere unaserata del Festival di Sanremo per dare spazio su Rai1alla seconda manche del gigante alle Olimpiadi di Cal-gary 1988: anche Massimo Ranieri, che stava per vin-cere quell’edizione con ‘Perdere l’Amore’ rimase adapplaudire quel ragazzo di 22 anni di San Lazzaro diSavena che stava per compiere il suo capolavorosportivo e mediatico. E dieci anni dopo, l’Italia ancora si fermò per trepidareper l’incredibile accoppiata di Marco Pantani, capacedi vincere il Tour de France dopo aver conquistato ilGiro d’Italia, primo italiano dopo Fausto Coppi e

159

torino magazine cicloturismo in piemontev

Sport come svago,come benessere,come cura del corpoe della mente; comedivertimento, comegioco, anche come

agonismo, ma non necessaria-mente: anche soltanto qualchevolta. E ad aleggiare su ognunadi queste connotazioni c’è quasisempre lo sport come emula-zione, come sogno, come desi-

derio di ‘imitare i campioni’, di sentirsi uniciper un giorno o soltanto per poche ore. In questoambito, non c’è disciplina più immediata e popolaredel ciclismo, perché lo sport del pedale è l’unico cheti accolga sulla sede di gara rendendola accessibilesenza il minimo sforzo.Il ciclismo non agisce in palazzetti dello sport, autodromi,impianti esclusivi di tennis, stadi con l’erba curatissima,pendii sciistici ‘barrati’ e dunque resi ghiacciati percreare selezione tra i fuoriclasse e per questo vietati aicomuni mortali della domenica, che manco starebberoin piedi in quelle condizioni. Nel ciclismo c’è soltantola strada, perché la strada è l’unico teatro di gara,il più autentico e raggiungibile da chiunque vogliasentirsi un campione. Pedali in via Roma a Sanremo eper un attimo ti vesti da eroe della Classicissima diPrimavera; sali lungo i 48 tornanti del versante classico

dello Stelvio e ti pare di essere Fausto Coppi chebeffa Hugo Koblet nel Giro d’Italia del 1952, il quintoconquistato dal Campionissimo di Castellania; arranchisull’infinito Passo Rolle dal versante di Predazzo e tiviene in mente ‘Ginettaccio’ Bartali in quei fantasiosiGiri d’Italia dell’immediato Secondo Dopoguerra; poi tispingi sino al mostruoso Zoncolan per immaginarti eredenon troppo degno di Gilberto Simoni, Ivan Basso oChris Froome; o scegli di alzarti sulla sella verso lavetta del transalpino Galibier per ripercorrere le gesta diMarco Pantani nel Tour de France del 1998. La strada è lì ad aspettarti, è pronta ad accoglierti, adavvolgerti con le sue suggestioni, a inebriarti con i suoiprofumi, ad accompagnarti con le sue verità. È unmagico transfert che diventa la metafora della vita, ilviaggio come conoscenza e come pratica della fatica,quella sana, quella che restituisce noi a noi stessi. Nonci sono biglietti da pagare per essere ammessi, comecapita per poter vedere lo stadio di Wembley o il Madi-son Square Garden di New York; il campo centrale diWimbledon, tempio del tennis, o le verdi erbe dell’ip-podromo di Ascot; il diamante del Fenway Park diBoston, che ha scritto la storia del baseball, o l’auto-dromo di Monza, il teatro della velocità delle monopostodi Formula Uno. La strada è lì ad attenderti, a ricordartie a farti ricordare. «La strada è l’unica salvezza»,cantava Giorgio Gaber nel suo Teatro Canzone.Lo sport come emulazione, dicevamo. A metà deglianni Settanta, gli sportivi italiani impazzirono per i

158

...Nel ciclismo

c’è soltanto la strada,perché la strada è

l’unico teatro di gara, il più autentico e raggiungibile

da chiunque vogliasentirsi un campione...

© Stefania Spadoni – Archivio fotografico Ente Turismo Alba Bra Langhe Roero

Cicloturismo a Cavour Ciclisti in salita a Exilles

Piemonte Outdoor - La Monsterrato - Da Camagna verso Valenza

Giro d’Italia 2018 - La salita al Colle del Lys

© A

rchi

vio

Turi

smo

Tori

no e

Pro

vinc

ia

© G

ian

Spag

nolo

Arch

ivio

Tur

ism

o To

rino

e P

rovi

ncia

appassionati le stigmate della trascendenza, gli orga-nizzatori hanno dedicato ciascuno dei tredici tor-nanti che portano al traguardo a un grande per-sonaggio del ciclismo italiano e mondiale, contanto di pannello illustrativo affinché la fatica di noicomuni mortali nel raggiungere la sommità sia arricchitadal ricordo, consegnando così quella montagna allastoria dello sport. Si pensi un po’: dopo aver lasciatoFrabosa Sottana e aver svoltato a sinistra versoPrato Nevoso al bivio per Artesina, ecco succedersinel corso degli ultimi sei chilometri i nostri compagni difatica, ricordati in cartelli dall’ordine numerico decre-scente: c’è subito Fausto Coppi, il più grande di tutti,che entrò nel mito andando in fuga solitaria per 192chilometri nella Cuneo-Pinerolo del Giro d’Italia 1949,

impresa ancora oggi considerata leggendaria. Il secondomito è ancora un piemontese, Franco Balmamionda Nole Canavese: vinse il suo primo Giro d’Italia nel1962, che prevedeva un arrivo a Frabosa Soprana ilgiorno successivo del grande blitz che il canavesanoaveva attuato a Casale, diventando leader. Avanti, avanti ancora, perché al tornante 11 ci aspettaItalo Zilioli, torinese di nascita ma cuneese di adozione,che fu tre volte secondo al Giro d’Italia negli anni 1964,1965 e 1966, dietro tre avversari diversi! Stiamoparlando di uno dei più grandi discesisti della storiadel ciclismo. Eccoci ora al cospetto di FrancescoMoser, vincitore della prima edizione della GranfondoFausto Coppi, nel 1987, quando era aperta anche aiprofessionisti. Lo ‘Sceriffo’ è ancora oggi il corridoreprofessionista italiano più vincente di sempre. Tornante9 con Claudio Chiappucci, El Diablo: sua l’impresaal Tour 1992 nella tappa del Sestriere. Eterno rivale inbici e vicino al Diablo anche verso in questa ascesacuneese, ecco sopraggiungere proprio Gianni Bugno,protagonista nelle tappe cuneesi del Giro d’Italia ‘90,allorquando vestì la Maglia Rosa dalprimo giorno all’ultimo. Il pannello 7è invece dedicato a un australiano diMelbourne, Simon Gerrans, primoa Prato Nevoso nella tappa del Tourde France 2008, a conferma dellacaratura internazionale delle salitecuneesi. Siamo a metà salita: troviamoPavel Tonkov, il russo vincitore delGiro d’Italia 1996, nel corso del quales’impose anche su questo traguardo.Subito dopo c’è lui, il mito Marco Pan-tani, uno dei più grandi scalatori ditutti i tempi, ricordato anche in vetta alColle della Fauniera, dove un monu-

161

torino magazine cicloturismo in piemontev

centrare il doppio successo nella stessa stagione! Etutti si misero a pedalare, tutti comprarono le biciBianchi, il merchandising della Mercatone Uno feceregistrare picchi inauditi e le bandane con l’effigie delPirata andarono a ruba.

Se dunque lo sport è anche emulazione, quanto acca-duto in Piemonte nelle giornate di giovedì 24 e venerdì25 maggio scorsi, durante l’ultimo Giro d’Italia, èdestinato a entrare non soltanto nella storia del ciclismoma anche nel costume e nel turismo della nostra regio-ne. Nel giorno che ricorda lo storico passaggio delPiave dei nostri fanti durante la Prima Guerra Mondiale,i Girini della Corsa Rosa sono saliti sino a Prato Nevo-so, ascesa della Provincia Granda. E per offrire agli

160

...E se giovedì 24 maggio

scorso abbiamo sognato in territorio

cuneese, il giorno dopoil Giro d’Italia

ha scritto ancora in Piemonte una dellepagine più memorabili

del ciclismo lungo un tracciato che è una specie di

sussidiario della storiae dello sport della

nostra Penisola...

L’assessore regionale Ferraris con Froome e Viviani

Simon Yates a Venaria Reale - Giro d’Italia 2018

Giro d’Italia 2018 - La firma alla partenza da Susa

© LaPresse

© LaPresse

© LaPresse

© LaPresse

Passaggio Valli di Lanzo del Giro d’Italia 2018

monte e patrocinatori dell’Unità d’Italia; poi via verso ilColle del Lys, ricordando con il monumento posto invetta le vittime partigiane dell’eccidio nazista durantela Seconda Guerra Mondiale; discesa a perdifiato versoRubiana e poi Almese, quindi curva verso destra perinfilarci nella Val di Susa, corridoio scelto e percorsoda invasori di ogni secolo, da Annibale ai barbari, daCarlo Magno a Napoleone. Arrivati a Meana di Susa sitorna a salire verso il Colle delle Finestre con il suosterrato, a ricordare che il ciclismo è disciplina radicataalle tradizioni, l’ultima delle follie sportive; dalla vettadenominata Cima Coppi perché punto più alto delpercorso rosa di quest’anno in giù verso i siti olimpicidei Giochi Invernali di Torino 2006, da Pragelato

torino magazine cicloturismo in piemontev

mento ricorda la sua incredibile ascesa durante il Girod’Italia del 1999. Lo segue al tornante 4 colui chevinse la tappa del Giro ‘99 a Borgo San Dalmazzo,ossia Paolo Savoldelli, due Giri d’Italia nel palmares,soprannominato ‘Il Falco’ dopo aver affrontato quelgiorno in modo acrobatico e temerario proprio ladiscesa della Fauniera. Il finale di salita è scoppiettante:tornante 3 per Fabio Aru, vincitore di un’edizione delGiro delle Valli Cuneesi, quella del 2011, quandocorreva dilettante con la Palazzago. Penultimo pannelloper lo Squalo dello Stretto, Vincenzo Nibali, campionepolivalente, vincitore dei tre Grandi Giri ma anche diuna classica come il Lombardia: il messinese costruì ilsuo secondo successo al Giro d’Italia, quello del 2016,sulle rampe del Colle dell’Agnello. Infine in vettasorride Stefano Garzelli, che nel Giro d’Italia nel2000, vinto proprio all’epilogo grazie alla cronometrodel Sestriere, si era aggiudicato anche la tappa che daGenova portava i corridori sino a Prato Nevoso.

E se giovedì 24 maggio scorso abbiamo sognato interritorio cuneese, il giorno dopo il Giro d’Italia hascritto ancora in Piemonte una delle pagine più memo-rabili del ciclismo lungo un tracciato che è una speciedi sussidiario della storia e dello sport della nostraPenisola: la partenza è stata data davanti alla Reggiadi Venaria, uno dei simboli dei Savoia, signori del Pie-

risalendo verso il Sestriere, sede di epiche impresecome quella di Fausto Coppi al Tour del ’52 o quellagià accennata di Claudio Chiappucci quarant’annidopo, sempre alla Grande Boucle; di nuovo velocitàvertiginosa verso Cesana, sulla strada costruita daNapoleone, quindi pronti a pedalare controvento indirezione di Bardonecchia e da lì di nuovo fuori sellaper raggiungere lo Jafferau, teatro di un epico duello

Chris Froome

© Am

ici del Fiume di Villafranca Piem

onte

La Coppa del Giro d’Italia 2018

© LaPresse

© LaPresse © LaPresse

© L

aPre

sse

San Francesco al Campo - Velodromo Francone

Giro d’Italia 2018 - La salita verso lo Jafferau

Giro d’Italia 2018L’arrivo a Bardonecchia (Jafferau)

pagina indelebile e accostabile ad altre giornate leg-gendarie nella storia del Giro d’Italia. Come la fugasolitaria di 192 chilometri di Fausto Coppi durante laCuneo-Pinerolo del Giro ‘49 o l’improba impresa cheMarco Pantani portò a termine nel 1999 salendo versoOropa, allorquando appiedato da un incidente mec-canico recuperò tra il delirio dei tifosi sorpassando 49avversari prima di tagliare solitario il traguardo, senzasapere di avere vinto. Il Piemonte è anche questo,è pratica nobile di un esercizio antico, è recuperodel sogno, è palestra naturale, perché sul territorio

della Regione ci sono salite sulle quali sono statescritte pagine memorabili: dalla Fauniera all’Agnel-lo, dal Sampeyre a Pian de Re, laddove nasce il Po;dal Sestriere allo Jafferau; da Limone Piemonte alMottarone; da Oropa alle Cascate del Toce; dalColle della Maddalena alla Lombarda; da Sant’Annadi Vinadio al Colle delle Finestre; dal Nivolet all’As-sietta; dai territori ‘coppiani’ dell’Alessandrino al Museodei Campionissimi di Novi Ligure; dalla colinatorinese che decise tante edizioni del Giro del Piemontealle colline dell’Astigiano e del Roero.

165

tra il più grande di tutti i tempi, il Cannibale EddyMerckx, e il camoscio spagnolo Juan Manuel Fuente,nella Corsa Rosa del 1972.Su questo tracciato, venerdì 25 maggio gli eroi delpedale si sono trasformati in guerrieri omerici, con-

segnandosi all’immortalità dell’epica. E il pubblicopiemontese ha sconfessato le tendenze separa-tiste di un’epoca rattristata da populistiche omofobiee da facili razzismi per offrire una lezione di universalitàche soltanto il ciclismo sa garantire. Lungo le strade diquesta tappa leggendaria abbiamo visto tifosi italianie francesi applaudire ammirati un keniano di pas-saporto britannico (Froome), oppure un olandesedal nome transalpino (Dumoulin) o ancora un giovanecolombiano re dei giovani (Lopez) o un ecuadoregnodi cui all’inizio del Giro nessuno sapeva alcunché (Cara-paz). E quando tutti si stavano domandando che fineavesse fatto il leader provvisorio della corsa (Yates),eccola procedere arrancando, la maglia rosa, simboloper la prima volta gravoso e pesante sulle spalle di unpiccolo e impaurito gemello del Regno Unito che altermine di quella terribile tappa avrebbe concesso 38’51”al vincitore e nuovo leader della corsa, sua maestà ChrisFroome, capace di rifilare ai rivali distacchi antichi invo-landosi solitario a 80 chilometri dal traguardo.

Sulle montagne torinesi, che da quel giorno sonodiventate terreno di emulazione da parte di migliaia diappassionati, il ciclismo ha saputo scrivere un’altra

164

© Archivio fotografico ATL del CuneeseValle Grana e Gardetta

Campionato Italiano di ciclismo femminile - Gran Premio Residenze Reali 2018 - Agliè

© Archivio fotografico ATL Biella

Oasi Zegna

© G

ian

Spag

nolo

- A

rchi

vio

Turi

smo

Tori

no e

Pro

vinc

ia

Tour dell’Assietta. Gara mountain bikein Val Chisone e Valsusa

La partenza dal Castello di Rivoli - Gran Premio Residenze Reali 2018

Campionati Italiani di paraciclismo2017 - Cuorgnè - L’assessore regionale Ferraris e il presidente della FCI Di Rocco premiano Alex Zanardi

non finirei più di elencare una varietà di soluzioni asso-lutamente debordante».Che cosa manca?«Siamo in itinere per quel che riguarda i cosiddetti‘bike point’, perché lì la situazione può migliorare. Èuna questione di mentalità. Ci servono più punti di‘rifornimento’ ma anche di manutenzione, per offrire apiemontesi e turisti la massima assistenza sotto ognipunto di vista. Mi spiego meglio: che si possa andarea mangiare tranquillamente dopo aver lasciato la biciin un luogo sicuro presso la stessa struttura che offrele proposte culinarie. Stiamo lavorando in tal senso.Posso dire però che esistono già delle realtà chestanno promuovendo un turismo intelligente in bicicletta,penso ad esempio all’albergo Lo Scoiattolo di Pralormolegato a un network italiano, Bikehotel, che in Piemontepromuove il brand PiedmontBike».Se da un lato infatti il ciclismo professionisticosembra avere problemi per i costi sempre piùalti, dall’altro, invece, il movimento dei ciclo-ama-tori e dei ciclo-turisti è in costante crescita. Cheeffetto le fa?«Me ne rallegro. Incontro sempre molti appassionatiquando esco in bici, e questo mi mette di buon umore.Ma mi preoccupano i pericoli cui va incontro il ciclista:c’è poca sicurezza e uno scarso rispetto nei confrontidi chi pedala. Anche qui urge intervenire: chi va in bicifa turismo ed è un bene prezioso, al di là del suovalore umano».Soddisfatto per le due tappe piemontesi dell’ultimoGiro d’Italia, con arrivo a Prato Nevoso e poisullo Jafferau?«Molto sotto il profilo dell’interesse, un po’ meno neiconfronti di chi, per precisi accordi, doveva pubblicizzarei nostri territori con riprese televisive e invece ha ‘saltato’alcune zone come la Valle di Lanzo e la Val di Susa,che hanno accolto il Giro come meglio non avrebberopotuto, vestendosi completamente di rosa. E ancheun simbolo piemontese come la Sacra di San Micheleè stato trascurato. Non voglio fare polemiche, ma ci siè concentrati troppo sul Colle delle Finestre e non sualtri tratti ugualmente affascinanti. Peccato, perché ilPiemonte è una regione da proporre e conoscere. Èmancato un servizio pubblico televisivo all’altezza e gliorganizzatori del Giro d’Italia hanno dimenticato il verosignificato e senso della gara: agonismo sì, ma ancheterritorio, bellezza e un patrimonio composto da storiae persone vive e appassionate».Bellezze del territorio ma anche situazione allar-mante delle strade, ormai costellate da buche eda una copertura in asfalto spesso irregolare emalconcia...«Concordo. La manutenzione è di competenza delleamministrazioni pubbliche. Si deve capire che la bici èveicolo importante per la valorizzazione del territorio. Inun Paese moderno la cura delle strade dovrebbe essere

assai più efficiente. Nella Provincia di Cuneo si è lavoratobenissimo, in quella di Torino in modo meno efficace.Ci si è preoccupati solo di quei tratti percorsi dai pro-fessionisti. Si tratta comunque di un problema nazionale,e le polemiche sorte a Roma lo confermano. Sarebbeora di mettere mano al portafoglio».C’è un percorso ciclabile che le sta particolar-mente a cuore?«Sì, quello inaugurato un anno fa da Acqui Terme aOropa, lungo un tratto di circa 320 chilometri che passatra l’altro da Castellania per arrivare al Santuario biellese.È molto suggestivo e unisce due grandi campioni delnostro sport come Fausto Coppi e Marco Pantani, cheproprio a Oropa vinse la tappa del Giro 1999».Un’ultima domanda: anche il Giro 2018, come idue precedenti, si è deciso in Piemonte con lagrande impresa di Chris Froome nella tappa delColle delle Finestre. Inorgoglito?«Sì, lo confesso. Anche perché al direttore della corsaMauro Vegni ho proposto un percorso unico e innovativoche si è poi rivelato decisivo. Il Giro d’Italia 2018 nonl’ha vinto solo Froome, ma anche il Piemonte: me lolasci dire senza presunzione». wwI

167

wcicloturismo in piemonte torino magazine

Il Piemonte è sport abbinato alla cultura e all’arte culi-naria. Il Piemonte è fatica ma anche godimento, èstoria ma anche infinita letteratura, è attitudine ascoprire le bellezze di un territorio di versatilitàunica. Si pensi un po’: sono addirittura più di 1.500 ipercorsi regionali ufficialmente catalogati per chi amipedalare con le bici da corsa su strade asfaltate!

Chi ha contribuito a estendere questa invidiabile retestradale per tutto il territorio è senza dubbio GiovanniMaria Ferraris, 51 anni il prossimo 19 novembre,

laureato in Ingegneria Chimica, già presidente del Con-siglio comunale di Torino, e dal 16 giugno 2014 asses-sore regionale allo Sport della Regione Piemonte,Polizia Locale, Personale e Organizzazione. Maoltre a essere un politico iperattivo, Ferraris è ancheun volonteroso ciclo-amatore che ama spesso inforcarela bici da corsa per spaziare nel ‘suo’ Piemonte. Assessore, quali obiettivi si pone quando pedala? «Cerco innanzitutto un percorso che sia consono almio grado di preparazione, per vivere la fatica ma nelcontempo avere anche fiato e lucidità per ammirare ipaesaggi, fermandomi per ristorarmi e per godere lebellezze del nostro territorio. Cerco di non superare i60 chilometri per non esagerare e opto spesso perpercorsi circolari così da ritornare al punto di partenzascegliendo una strada diversa da quella affrontataall’andata. In questo modo mi godo tutti i paesaggi adisposizione».Qual è la peculiarità del Piemonte sotto il profilodella poliedricità del territorio?«C’è davvero di tutto: pianure affascinanti, colline moltoverdi adatte anche per coloro che non sono allenatissimi,salite mitiche lungo le quali si sogna di essere un cam-pione e poi laghi, fiumi, tanti piccoli centri densi distoria, punti di ristoro che soddisfano qualsiasi esigenza.E parlo soltanto delle strade asfaltate, perché se midovessi addentrare nell’offerta delle strade sterrate

“Si deve capire che la bici è veicolo

importante per la valorizzazione

del territorio. In un Paese modernola cura delle strade

dovrebbe essere assaipiù efficiente

”Ciclabile Bellinzago Parco Ticino

Mountain bike nell’Alessandrino

Giro d’Italia 2018 - Partenza da Susa

© LaPresse

© L

aPre

sse

© A

rchi

o AT

L N

ovar

a

L’assessore regionale Ferraris e il direttore di RCS Sport Bellinoconsegnano la maglia rosa a Chris Froome