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GIUGNO 2016 Numero 4 Rassegna informativa dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Roma Concorso, il pasticcio delle sedi di Latina: il Tar Lazio presenta il conto alla Regione a pagina 28 Poste Italiane spa spedizione in a.p. 70% Roma – DCB Roma Nuova Edizione a pagina 6 Tirocini, stage e co.co.co. CONTRASTI Antitrust: “La concorrenza riduce le disuguaglianze, abolire i privilegi” a pagina 12 CONTRATTI Errori terapeutici e eventi avversi, l’infermiere a casa non elimina i rischi a pagina 26 Concorrenza, per capitale tetto del 20% al possesso di farmacie a pagina 10 senza Intervenire sulla regolazione regionale dei contratti di lavoro atipici per chiarire se e quali possono essere applicati in farmacia. È l'impegno pubblico assunto dai rappresentanti della Regione nel convegno organizzato a Roma dagli Ordini del Lazio, con l’obiettivo di eliminare quelle zone d'ombra dove, per l’eccesso di “disinvoltura” di qualche furbetto, si cominciavano a registrare situazioni poco rispettose di leggi e deontologia. Le soluzioni, individuate in un tavolo tra Regione e farmacisti, saranno un’utile indicazione per fare chiarezza sul problema su scala nazionale

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GIUGNO2016

Numero 4

Rassegna informativa dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Roma

Concorso, il pasticcio delle sedi di Latina: il Tar Lazio presenta il conto alla Regione

a pagina 28

Poste Italiane spa spedizione in a.p. 70%

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Tirocini, stage e co.co.co.

CONTRASTI

Antitrust: “La concorrenza riduce le disuguaglianze, abolire i privilegi”

a pagina 12

CONTRATTI

Errori terapeutici e eventi avversi, l’infermiere a casa non elimina i rischia pagina 26

Concorrenza, per capitale tetto del 20% al possesso di farmacie a pagina 10

senza Intervenire sulla regolazione regionale dei contratti di lavoro atipici per chiarire se e quali possono essere applicati in farmacia. È l'impegno pubblico assunto dai rappresentanti della Regione nel convegno organizzato a Roma dagli Ordini del Lazio, con l’obiettivo di eliminare quelle zone d'ombra dove, per l’eccesso di “disinvoltura” di qualche furbetto, si cominciavano a registrare situazioni poco rispettose di leggi e deontologia. Le soluzioni, individuate in un tavolo tra Regione e farmacisti, saranno un’utile indicazione per fare chiarezza sul problema su scala nazionale

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Rassegna Informativa del farmacista

dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Roma

Anno XLII N.4 – Giugno 2016

EditoreOrdine dei Farmacisti della Provincia di Roma

DirezioneVia A. Torlonia‚ 15 – 00161 Roma

Direttore responsabileEmilio Croce

CondirettoreGiorgio Flavio Pintus

Redazione, pubblicità, coordinamento stampaArt Director Design Strategy srl

immagine di copertina:Kzenon, Dolgachov, ADDS

impaginazione e grafica:Vincenzo Furiati

RegistrazioneTribunale di Roma n° 11959

del 25/1/1968

StampaAbilgraph srl

Spedizioneabb. post – D.L.353/2003

(conv. in L. 27.02.2004 n. 46) art.1 comma 1 DCB Roma

Finito di stampareGiugno 2016

IN QUESTO NUMEROPrimo piano Lazio, sui contratti atipici in farmacia Regione pronta a risolvere il problema 6

Fatti & personeDdl Concorrenza, per il capitale un tettoregionale del 20% al possesso di farmacie 10

Antitrust: “La concorrenza riduce le disuguaglianze, privilegi da abolire” 12

Farmindustria: “Subito nuova governance”Lorenzin: “Arriverà con la Legge stabilità” 14

Tar Latina, “congelata” l’aperturadi otto nuove farmacie a concorso 15

Assofarm: “Aperta una farmacia su 10,il concorsone è un autentico flop” 16

Rapina in farmacia con conflitto a fuoco, feriti un carabiniere e il rapinatore 18

Farmaci, arriva la guida dell’Aifasu come si conservano d’estate 19

Federfarma Roma, pieno successoper l’iniziativa solidale Farma&Friends 20

Farmaci, crescono gli acquisti illegalisul web, sequestrate 80 mila confezioni 20

Corte dei Conti, ok a gestione Enpaf,la disoccupazione passa da 5 a 7 anni 23

Contraccezione d’emergenza, corsoFad dedicato al ruolo del farmacista 24

Walgreens Boots Alliance, nuoveresponsabilità alla vicepresidente Barra 25

FocusErrori terapeutici e eventi avversi, l’assistenza infermieristica a casa non elimina i rischi 26

Codici e codicilliConcorso, il pasticciaccio delle sedi di Latina: il Tar Lazio presenta il conto alla Regione 28

Duplice assegnazione, un’ordinanzadel Tar Puglia apre nuove questioni 29

Farmaci omeopatici, la venditaon line è consentita o vietata? 30

Centro storico, le “mappe shopping” che non includono (tutte) le farmacie 30

Ordine per te

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“Se davvero vogliamo difendere e sostenere la legittimità di una “riserva” dell’esercizio farmaceutico alprofessionista farmacista in farmacia, chiudendolo quindi a possibili attacchi provenienti dall’esterno, dobbiamo“aprire” il settore dall’interno, per assicurare dinamiche che in piena trasparenza favoriscano una sempre piùmarcata affermazione di quei valori professionali che – sarà il caso di ripeterlo – sono l’unica moneta chepossiamo spendere per assicurare alla nostra professione di rimanere tale anche in futuro (e vista l’imponenzadegli attacchi di cui siamo oggetto, non è neppure detto che sia moneta sufficiente).Se non sapremo, o peggio non vorremo, operare questo tentativo di cambiamento dall’interno, ostinandoci adifendere con le unghie e con i denti quanto più possibile dell’attuale sistema, dimostreremo che, più che lesorti della Farmacia (bene collettivo), ci interessa in via esclusiva la salute della farmacia (bottega privata). In talcaso, però, per il settore farmaceutico la deriva liberista sarà inevitabile e a prevalere saranno altri portatoridel verbo bottegaio, più capaci di noi – per consuetudine, storia e possibilità economiche – di maneggiare lagrammatica del business.”Confesso subito: le poche righe appena riportate sono il bottino di un furto. Le ho infatti rubate (meglio, presein prestito) dal presidente per antonomasia della nostra professione, Giacomo Leopardi. Mi rendo conto che, lette oggi, possano apparire considerazioni per qualche verso banali. Ma sono righe cherisalgono a quasi vent’anni fa, ad aprile del 1998: Leopardi le aveva scritte in uno dei suoi editoriali su Ilfarmacista quando la riforma del Titolo V della Costituzione era ancora di là da venire, così come la legge405/01, gli sconti di Storace, le lenzuolate di Bersani, il Cresci Italia di Monti e, infine, l’apertura della proprietàdelle farmacie alle società di capitale, che andrà definitivamente in porto forse già a settembre, con la terzalettura del ddl concorrenza a Montecitorio.Per la maggior parte dei farmacisti, molti dei provvedimenti appena citati erano a quell’epoca assolutamenteinimmaginabili, nonostante fossero già leggibili i segni di fenomeni e tendenze che – inevitabilmente –avrebbero finito per produrre ricadute sull’assetto del servizio farmaceutico, sulla natura e struttura dellafarmacia e sulla dimensione professionale del farmacista. La categoria, però, sembrava non preoccuparsene più di tanto, anche se nelle stanze di Parlamento e Governoavevano cominciato ad affacciarsi ipotesi strutturate di interventi radicali sulla sanità che riguardavano anche lefarmacie. Solo un anno prima, nel febbraio 1997, una commissione insediata dall’allora capo del GovernoRomano Prodi per occuparsi della riforma del welfare (Commissione Onofri, si chiamava) aveva prodotto, tragli altri, un documento dove l’economista cattolico Stefano Zamagni, che lo aveva redatto, formulava nero subianco sia l’ipotesi di breve periodo di vendere i farmaci da banco al di fuori delle farmacie, sia quella di lungoperiodo di vendere le specialità medicinali in esercizi commerciali diversi dalla farmacia.Ce n’era abbastanza, insomma, per capire che le cose non potevano più rimanere le stesse. “L’attuale sistemadi regolamentazione del servizio farmaceutico presenta aspetti e prerogative oggettivamente non più difendibilie, quindi, da cambiare. E resto anche convinto che una riforma del sistema non è più differibile” scriveva non acaso Leopardi in quel suo editoriale di aprile 1998. “Allo stesso modo, però, mantengo il convincimento che ladirezione verso la quale muovere (per riformare il settore, NdR) è quella della farmacia professionale, sottrattaagli appetiti speculativi di chi spinge verso una deregolamentazione solo perché intravvede nel mercatofarmaceutico molte possibilità di realizzare lucrosi business.” Come e perché analisi così lucide non siano riuscite a diventare proposte concrete avanzate e perseguite conforza dalla stessa professione, è questione controversa assai, anche se è certamente meno controverso ilfatto che l’inerzia della categoria ha inevitabilmente finito per essere interpretata all’esterno come una forma diirriducibile resistenza al cambiamento.E proprio favorite (anche) da quell’inerzia, con l’inizio del nuovo millennio hanno cominciato ad arrivare, in rapidasuccessione, tutte le misure prima ricordate, segnando quella “svolta epocale” di cui tanto parliamo, senza peròsapere bene dove ci porterà e soprattutto senza essere ancora riusciti, almeno fin qui, a tracciare strategie eprogrammi concreti e condivisi che permettano di determinare “la direzione verso la quale muovere”.Voglio subito dire, però, che se torno indietro di quasi due decenni non è perché sia affetto dalla sindrome del“passato che non passa”, ma perché – al contrario – so che per superare il passato bisogna far tesoro di quelche ci ha insegnato. E la lezione, nel caso di specie, è che a stare fermi non si va avanti. Anzi, si finisce peressere travolti da cambiamenti voluti e determinati da altri. Per irriducibile ottimismo della volontà e del cuore, se non della ragione, credo che ci siano ancora spazi per la“farmacia professionale, sottratta agli appetiti speculativi” di cui scriveva Leopardi venti anni fa. Ma nonriusciremo mai a percorrerli, quegli spazi, se non avremo il coraggio di uscire dai vecchi schemi. Uno su tutti,per esemplificare: il tabù delle liberalizzazioni.

E se finalmente prendessimo il coraggio a quattro mani?

in fondo

di Emilio Croce

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GIUGNO 2016 5RIF

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GIUGNO 20166 RIF

Massima disponibilità della Regione La-zio a individuare in tempi brevissimi unpercorso che porti a risolvere in radicela controversa questione dei contrattidi lavoro con configurazione atipiche(a partire dal cosiddetto tirocinio di for-mazione e orientamento), applicati an-che in farmacia a giovani laureati iscrit-ti all’Albo. L’obiettivo – del tutto in linea con le ri-chieste avanzate dall’Ordine professio-nale – è quello di rendere esplicito, in-dividuando lo strumento normativo oregolamentare più opportuno ed effica-ce, il divieto per le farmacie di avvaler-si di istituti contrattuali nati per altriambiti e finalità, per impedire che di-ventino la scorciatoia per avvalersi di

prestazioni professionali a basso co-sto, con tutte le criticità e conseguen-ze del caso.Questo l’esito – pienamente soddisfa-cente – del convegno che gli Ordini deiFarmacisti del Lazio hanno organizzatoil 22 giugno al Nobile Collegio ChimicoFarmaceutico di Roma, proprio per ac-cendere un riflettore su una questionesorta a seguito degli importanti prov-vedimenti legislativi in materia di lavo-ro, non sempre precisi e coerenti, suc-cedutisi negli ultimi anni. L’introduzione di nuovi strumenti con-trattuali – tutti puntualmente ricordatidalla relazione con la quale EmilioCroce, presidente dell’Ordine di Ro-ma, ha aperto il convegno – ha infatti

determinato anche alcune zone d’om-bra nelle quali si sono subito inseriti gliimmancabili furbetti, fattispecie che al-ligna purtroppo in ogni ambito, farma-cia inclusa, e che tende a moltiplicarsiin situazioni di crisi quale l’attuale. Asollevare il problema, dandogli la visibi-lità che merita, è stato come si ricor-derà proprio questo giornale, dedican-dogli la copertina del numero delloscorso aprile.Soprattutto negli ultimi mesi si sonocosì succedute le segnalazioni sull’in-serimento in farmacia di laureati (in lar-ghissima prevalenza giovani) “assunti”per un massimo di sei mesi con con-tratti di “tirocinio di formazione e orien-tamento” a bassissimo costo (non più

Primo Piano

Mi chiedo a cosa sia servito resistere fino all’inverosimile su alcune trincee, alla luce di quel che è successo. Prendiamo la piantaorganica, solo per far un esempio, rispetto alla quale sono peraltro il primo a ritenere che esistano molte e validissime ragioni agiustificarne l’esistenza. Ma dopo l’esito clamorosamente infelice del concorso straordinario che avrebbe dovuto portareall’apertura di almeno un paio di migliaia di farmacie con un semplice schiocco di dita e invece è riuscito a farne aprire appena300 in quattro anni, non v’è alcun dubbio che converrà riconsiderare l’intera questione. Perché se anche un concorso per soli titoli che avrebbe dovuto procedere come Speedy Gonzales finisce poi per produrrerisultati così manifestamente insufficienti (a dire poco) rispetto agli obiettivi, alle aspettative e alle speranze e finisce perprecipitare nella sgradevole palude dei ricorsi, controricorsi e contenziosi vari dalla quale si corre il rischio di uscire dopo anni eanni, è chiaro che c’è un problema di sistema, che va definitivamente eliminato. E sicuramente ci sarà chi proverà a farlo usandocome grimaldello (o piede di porco, se preferite) proprio l’esito infelice del concorsone: se non è ancora scritto nelle carte, èscritto negli astri. Trovare argomentazioni, alla luce di quanto è successo negli ultimi quattro anni, per opporsi a chi vasostenendo che l’attuale sistema di pianificazione e assegnazione delle sedi in tutta evidenza non funziona e va gettato a mare,è ormai un’impresa ai confini della realtà, una sorta di mission impossible. Mi chiedo allora perché, prendendo il coraggio a quattro mani, una proposta in direzione di un superamento della piantaorganica e di nuove modalità per pianificare e distribuire le farmacie nell’interesse della salute del Paese non venga da noi stessi,prima che da altri. In questo modo, oltre ad assestare un calcio definitivo al cliché della corporazione chiusa a difesa dei suoiprivilegi, potremmo proporci con pieno diritto e assoluta credibilità come ispiratori e suggeritori di una nuova disciplina delleaperture e della distribuzione degli esercizi sul territorio che sia capace di contemperare esigenze dell’assistenza, garanzie ditutela della salute dei cittadini grazie alla primazia delle dimensione professionale e sostenibilità del servizio.A qualcuno la proposta potrà anche suonare provocatoria. Forse lo è, almeno nel senso che, in effetti, vorrebbe provocare unsussulto, una reazione che si traduca rapidamente in azione. Sul tema specifico della pianificazione e assegnazione delle sedi(così come su altri temi fondamentali per la professione, a partire da quello fondamentale della natura del rapporto con il Ssn,che va rivisitato di sana pianta) non ho soluzioni pret–à–porter da suggerire, ma tutta la disponibilità a collaborare per cercarle:l’importante è farlo subito e andare avanti.Servirà juicio, non lo nego. Ma la priorità, adesso, è l’adelante. Bisogna muoversi, e con urgenza, tirando fuori quel coraggio equella determinazione che finora sono mancati e che, invece, dobbiamo mettere in gioco, se vogliamo dire la nostra e noncorrere il rischio di lasciare i farmacisti che verranno orfani di futuro.

in fondo8 segue da pag. 5

Accolta l'istanza degli Ordini dei farmacisti del Lazio per soluzioni condivise

Lazio, sui contratti atipici in farmacia Regione pronta a risolvere il problema

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GIUGNO 2016 7RIF

dell’Inps, Ada Centonze, responsabiledell’Area Vigilanza 5 della Direzioneterritoriale del Lavoro di Roma, purpartendo da premesse diverse, sonotutti confluiti nella medesima conclu-sione: il “combinato disposto” dellenorme stratificatesi in materia dilavoro a livello nazionale e nellasuccessiva declinazione dalle Re-gioni è tale da precludere alle far-macie l’utilizzo di forme contrat-tuali come i tirocini di orientamen-to per “assumere” – verbo nella circo-stanza improprio – giovani laureatiiscritti all’Albo. Non sarà un punto fer-missimo, dal momento che, nel coa-cervo di norme, ne manca una chepreveda espressamente un divieto inquesto senso, ma è comunque un pun-to assolutamente e innegabilmente so-lido, più che sufficiente a sconsigliarela scelta di imboccare scorciatoie peri-colose in materia di contrattualizzazio-ne dei collaboratori delle farmacie. Su questo, tutte le relatrici sono stateestremamente chiare, fino al punto diesplicitare l’orientamento delle istitu-zioni competenti a intervenire per san-

zionare – in modosevero e senzasconti – tuttequelle situazionicontrattuali pocochiare che, sottola maschera difattispecie cometirocini e stageformativi, dissi-mulano quelli chein realtà sono la-vori di rapportodipendente.Va registrato co-me tutti i relatori, nei loro interventi,abbiano manifestato molto stupore(autentico, a giudicare dagli accenti)per l’iniziativa assunta dagli Ordini deifarmacisti del Lazio: “In genere, suquesta materia abbiamo a che farecon rappresentanti di categorie che iproblemi cercano di nasconderli emantenerli nell’ombra” ha detto adesempio Tessaroli, ma analoghe sotto-lineature sono venute dal presidentedell’ordine dei Commercialisti, MarioCivetta e dal segretario confedera-8

di 500 euro al mese, più della metàdei quali a carico della Regione).Prima che il fenomeno corra il rischiodi allargarsi e prendere piede all’inter-no della categoria, arrivando a sostan-ziare nei fatti forme molto vicine allosfruttamento dei colleghi gli Ordini delLazio (con quello di Roma in testa)hanno voluto vederci chiaro, soprattut-to per verificare se e quanto sia lecitoe consentito impiegare in farmacia,come “tirocinanti” ancora in cerca diorientamento, giovani farmacisti che inrealtà sono a tutti gli effetti professio-nisti abilitati e iscritti all’Albo. Da qui l’idea di affrontare subito e inmodo netto la questione, pubblicamen-te e con gli interlocutori direttamentecoinvolti e interessati: Regione Lazio(che ha la responsabilità istituzionaledi governare, sulla base dei principistabiliti dalle norme e dalle linee guidanazionali stabilite da un accordo stipu-lato in Conferenza Stato–Regioni),ispettorato del Lavoro, Inps, sindacatidei lavoratori, rappresentanti delle far-macie private e di chi (come ad esem-pio i commercialisti) le affianca nellescelte e decisioni di gestione.Un’idea che ha pagato: gli interventi diLiliana Tessaroli, dell’Assessorato alLavoro della Regione Lazio, MariaSandra Petrotta, direttore regionale

In alto a partire da sinistra: Ada Centonze, responsabile dell’Area Vigilanza 5 della Direzioneterritoriale del Lavoro di Roma, Liliana Tessaroli, dell’Assessorato al Lavoro della Regione

Lazio, Emilio Croce, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Roma, Maria Sandra Petrotta, direttrice regionale dell’Inps, Michele Baldi, consigliere regionale.

A lato: Mario Civetta, presidente dell’ordine dei Commercialisti.Sotto: Guglielmo Loy, segretario confederale Uil.

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Primo Piano

le Uil Guglielmo Loy. “Siamo sin-ceramente e molto positivamente sor-presi dalla responsabilità, dal coraggioe dalla voglia di chiarezza dell’Ordinedei farmacisti su una questione delica-ta e importante qual è quella dei rap-porti di lavoro all’interno delle farma-cie” ha osservato ancora l’esponentedell’assessorato al Lavoro del Lazio,che ha poi garantito la massima atten-zione alle istanze espresse dagli Ordinidei farmacisti laziali: “Le norme, in re-altà, nella nostra Regione già ci sono,ma se, per il caso delle farmacie, sidovessero rendere necessarie, comesembra, ulteriori e più specifiche indi-cazioni c’è la massima disponibilità aindividuarle insieme e attendiamo vo-stre proposte al riguardo” ha dettoTessaroli, ricordando anche che la Re-gione Lazio, in seno alla Conferenzadelle Regioni, è il coordinatore vicariodella IX Commissione Istruzione, Lavo-ro, Innovazione e Ricerca, che si occu-pa appunto della materia.“In Conferenza Regioni ci stiamo occu-pando proprio di questi temi” ha spie-gato la dirigente dell’Assessorato “ed èevidente che se in tempi brevi riuscire-mo a individuare una buona soluzioneper eliminare in radice i problemi solle-vati dagli Ordini dei farmacisti del Lazioin questo convegno, la condivideremo

con le altre Regioni e cercheremo difarla diventare un’indicazione comunesu tutto il territorio nazionale.”Si tratterà, dunque, di dare subito se-guito in sede operativa al confronto,Michele Baldi, consigliere regionaleintervenuto in apertura su delega del-l’assessore al Lavoro Lucia Valente,ha assicurato la massima disponibilitàdella Regione ad affrontare e risolvere,“nel segno della trasparenza e dellamassima chiarezza, per spazzare viatutte le situazioni anomale in materia dilavoro”, i problemi sollevati dagli Ordinidei farmacisti, anche in un tavolo co-mune. Sulla base di questo impegnoassunto pubblicamente e poi subitoconfermata dalla dirigente dell’asses-sorato, gli organismi professionali delLazio si muoveranno fin da subito perarrivare a un risultato concreto, indica-to con molta chiarezza da Croce al ter-mine della sua relazione introduttiva:“Siamo convinti che, anche ai sensi delcodice deontologico della nostra pro-fessione, avvalersi in farmacia del lavo-ro di colleghi laureati utilizzando formecontrattuali atipiche come tirocinio for-mativo, lavoro accessorio con voucher,collaborazioni coordinate e continuati-ve, costituisce un’anomalia che va oltreil limite franco della legalità” ha infattiribadito Croce.

“Proprio per questo bisognafare in modo di impedire cheesse vengano utilizzate. Il fe-nomeno dell’impiego in far-macia di contratti che, in re-altà, alla fine si sostanzianoin forme di sfruttamento econcorrenza sleale contrariaa tutti i valori e principi dellaprofessione deve esserestroncato” ha sostenuto sen-za lasciare spazio al benchéminimo equivoco il presiden-te dell’Ordine professionale.Una conclusione sulla qualeha convenuto il presidente diFederfarma Lazio, OsvaldoMoltedo: “Il fenomeno del ri-

corso improprio, in farmacia, a formecontrattuali atipiche non sembra esse-re molto ampio” ha detto il rappresen-tante dei titolari “ma non v’è dubbioche sia bene intervenire subito, perchiarire immediatamente le cose e im-pedire che abbia spazi per crescere.Federfarma Lazio, dunque, non puòche essere d’accordo sulla linea di tro-vare gli strumenti, sotto forma di nor-me e paletti più precisi, utili a impedireogni anomalia”.A restituire il senso complessivo del-l’iniziativa ha provveduto RobertoPennacchio, delegato regionale Fofie presidente dell’ordine di Latina, pre-sente ai lavori insieme ai colleghi pre-sidenti di Frosinone (Lucio Pantano),Rieti (Pierluigi Cortellini) e Viterbo(Salvatore Menditto).“Se c’è un denominatore comune cheunisce i farmacisti, è la loro capacitàdi riuscire a farsi male da soli” ha det-to Pennacchio “ponendo in esserecomportamenti poco ortodossi che,alla fine, comunque li si voglia giudica-re finiscono sempre per essere privi disenno, oltre che di senso. Non è faci-le, ma bisogna avere il coraggio del-l’autodenuncia, un coraggio che gli Or-dini del Lazio oggi hanno dimostrato diavere, anche per ricordare a tutti chegli Ordini servono, in primo luogo, a tu-telare i cittadini, prima ancora degliiscritti. Per questo il convegno di oggiè anche un’occasione per un invito ac-corato a tutti i colleghi per stroncaretutti quei comportamenti contrari nonsolo alle leggi e ai principi della nostraprofessione, ma anche alle sue conve-nienze. Perché anche pochi farmacisti“furbetti” finiscono per macchiare inde-lebilmente l’immagine, il decoro e la ri-spettabilità dell’intera professione. Enon possiamo né dobbiamo permetter-lo, anche per non dare spazio e prete-sti ai molti che aspettano solo i nostripassi falsi per farne il grimaldello di li-beralizzazioni e quant’altro.”Intanto, dopo le denunce degli ordiniprovinciali, con Roma, Napoli e Rimini intesta, le distorsioni del mercato del la-voro prodotte da un’applicazione “disin-volta” e di comodo delle norme sul tiro-cinio formativo extra curricolare sem-

Osvaldo Moltedo, presidente di Federfarma Lazio.

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GIUGNO 2016 9RIF

brano essere entrate anche nell’agendadei lavori della Fofi, che in una nota di-ramata l’8 giugno scorso ha espressole sue preoccupazioni al riguardo.“Il fatto di poter contare su uno stagi-sta in farmacia, retribuito per lo piùcon 400 euro al mese, in alcuni casicon un contributo della Regione, puòsottrarre posti di lavoro regolari in unmomento in cui anche la nostra pro-fessione è nel pieno di una stagione dicrisi” spiega il presidente della Federa-zione Andrea Mandelli. “Nel corsodell’ultimo Consiglio nazionale mi eroimpegnato ad affrontare la questionenel primo Comitato centrale raggiungi-bile e in quello svoltosi ieri abbiamoavviato il confronto, anche avvalendocidegli importanti contributi dei presi-denti degli Ordini provinciali che perprimi hanno segnalato la situazione”.“Ovviamente condividiamo lo spirito al-la base del concetto di tirocinio” sotto-

l inea il vicepresidente Fofi, LuigiD’Ambrosio Lettieri.“Formare nel-l’ambiente di lavoro i giovani laureati èfondamentale, così come farli parteci-pi delle reali condizioni in cui si svolgela professione, ma questo non devetrasformarsi in una forma di precariatosovvenzionato che peggiori livelli occu-pazionali già preoccupanti, come piùvolte denunciato dalla Federazione”.Il Comitato centrale della Fofi ha deci-so di dedicare al tema la prossima as-semblea dei delegati regionali, cheverrà appunto convocata per definire ilquadro nazionale dell’effettiva applica-zione di questo istituto che assumeaspetti, anche normativi, differenti sulterritorio nazionale.Una scelta accolta ovviamente conmolto favore da Croce, presidente del-l’Ordine di Roma:“La decisione del-l’esecutivo federale, che segue gli al-larmi già lanciati da tempo da alcuni

Ordini provinciali come il nostro e quel-li di Napoli e Rimini, è non solo oppor-tuna ma necessaria” spiega Croce.“La questione dell’abuso dei tirocininon può essere risolta solo a colpi didivieti e sanzioni, per quanto necessa-ri, ma anche attivando e responsabiliz-zando tutti i protagonisti in campo, far-macisti titolari e colleghi, soprattutto ipiù giovani, che vivono sulla loro pellele difficoltà occupazionali legate al pe-riodo di crisi. Ben venga, dunque, l’ini-ziativa federale.”

Roberto Pennacchio, presidente dell’ordine di Latina.

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Molto si era discusso e almanaccato,in ordine alle misure da inserire nelddl Concorrenza finalizzate a limitarepossibili e facilmente prevedibili “ec-cessi di invasività” delle società di ca-pitale nella proprietà delle farmacie,oggetto di non poche discussioni tragli addetti ai lavori e tra le stesse for-ze politiche. Sostanzialmente divisi,come sempre, sul consueto crinaledegli opposti interessi: da una parte isostenitori di correzioni al testo ingrado di subordinare gli interessi del-le società di capitale alla primaziadella componente professionale e dal-l’altra quelli ostili, invece, a toccare iltesto introducendo limitazioni in que-sto senso. Alla fine, però, un paletto è comunque

arrivato, grazie aun emendamentopresentato nellaseduta della Com-missione Industriadel Senato del 21giugno a firma deidue relatori LuigiMarino e Salva-tore Tomaselli.La misura corretti-va fissa nella per-centuale del 20%del numero totaledi farmacie pre-senti in una Regio-

ne o Provincia autonoma la quantitàmassima di esercizi che ciascuna so-cietà potrà possedere e controllare“direttamente o indirettamente”, preve-dendo anche che l’Antitrust provveda avigilare sul rispetto del tetto “attraver-so l’esercizio dei poteri di indagine, diistruttoria e di diffida” attribuitigli dalleleggi.Sarà dunque questa la “diga” che do-vrebbe impedire al capitale di “traci-mare” nel retail farmaceutico del no-stro Paese, con il rischio di dare vita aoligopoli di fatto.In verità, la formulazione di quello chevorrebbe essere una sorta di “barra-ge” al capitale in farmacia sembra sol-levare perplessità all’interno della stes-sa Commissione, come testimonia lasecca osservazione formulata dallostesso presidente Massimo Muc-chetti, ancora una volta non del tuttoin linea con le scelte di maggioranza egoverno sui contenuti del ddl Concor-renza (fu proprio lui, giusto per ricor-dare, a definire il provvedimento cosìcome si è andato configurando un “to-polino partorito dalla montagna”). Dopo aver ricordato il numero com-plessivo delle farmacie che operanoin Italia, escludendo dal mazzo quellerurali, in quanto “poco appetibili dalpunto di vista degli investimenti socie-tari”, Mucchetti ha infatti evidenziatocome la fissazione di un tetto del 20%

su base regionale con-senta a un numero estre-mamente ridotto di socie-tà (basterebbero quattro,in ipotesi), di “controllareil complesso delle farma-cie italiane commercial-mente appetibili”. La preoccupazione delpresidente del la 10a

Commissione, peraltro,ha subito trovato confer-ma ed eco in una succes-siva notazione del relato-re Marino, che ha in effet-ti riconosciuto come, nel-la mole degli emenda-

Ddl Concorrenza, per il capitale un tettoregionale del 20% al possesso di farmacie

menti presentati all’art. 48 in materiadi “paletti” al capitale, ve ne fossero al-cuni che proponevano “un limite più ri-goroso”.La sensazione, insomma, è che l’emen -damento, così come formulato, nonserva a scongiurare del tutto la preoc-cupazione che all’interno del serviziofarmaceutico italiano il capitale possarecitare un ruolo preponderante, mate-rializzando quel “rischio oligopolio” te-muto e preconizzato da molte sigle dicategoria, non solo quelle dei non tito-lari e delle parafarmacie (che agitanoquesto spauracchio ormai da più di unanno).Riserve sono state infatti espresse an-che dai titolari di farmacia, dove c’èchi – come il presidente di FederfarmaRoma, Vittorio Contarina – è arrivatoa definire il paletto del 20% su base re-gionale “una presa per i fondelli”.“La quota del 20% sarebbe utile lad-dove rappresentasse il tetto per l’inte-ra totalità delle società di capitali pre-senti in un determinato territorio, chenon dovrebbe peraltro essere la Re-gione, ma il singolo comune o in alcu-ni casi la singola Asl” afferma Contari-na. “È infatti di tutta evidenza che serimanesse su base regionale, la sud-detta quota di farmacie in mano a unasola società si andrebbe preferibil-mente a concentrare nelle grandi cit-tà. Un ‘paletto’ così formulato non so-lo sarebbe totalmente inutile, ma an-che molto pericoloso in quanto la sa-lute degli italiani verrebbe potenzial-mente messa nelle mani di soli cinquesoggetti, con conseguenze facilmen-te immaginabili.”Il “paletto”, però, sembra essere pro-prio questo, almeno a leggere l’emen-damento 48.100 proposto dai relatoridel quale, per comodità dei lettori,pubblichiamo integralmente il testo inuna scheda a parte. Dove riportiamoanche un’altra misura correttiva di inte-resse diretto per la farmacia rispunta-ta nel mazzo degli emendamenti al ddlConcorrenza. Si tratta, riformulato inun testo 3, dell’emendamento rubrica-

Fatti & persone

In alto: Salvatore Tomaselli, senatore del PD e capogruppo Commissione Industria.A lato: Luigi Marino, senatore dell’Area Popolare.Sotto: Massimo Mucchetti, presidente della Commissione Industria del Senato.

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to con il n. 48.79, firmato dai senatoriBerger, Zeller e Laniece (tutti del Grup-po per le Autonomie–Psi–Maie), Mari-nello (Ncd–Udc) e Munerato (Misto),che innalza le soglie di fatturato Ssnsotto le quali scattano gli sconti leagevolazioni previsti per le farmacierurali, fissate come è noto in 750 mi-lioni di lire (387.342,68 euro) per lerurali sussidiate e in 500 milioni di lire(258.228,46 euro) per le rurali nonsussidiate e urbane. L’emendamentoin parola propone di innalzarle, rispetti-

vamente, a 450 mila euro e 300 milaeuro.Intanto, confidando nella conclusionee approvazione della Commissione dimerito in tempo utile (auspicabilmen-te negli ultimissimi giorni di giugno),l’Aula del Senato ha già inserito in ca-lendario il ddl Concorrenza, collegato(è bene ricordarlo) alla manovra di fi-nanza pubblica: l’assemblea se ne oc-cuperà il 12 luglio, data prevista peril finale con la presenza del numerolegale.

I testi degli emendamenti

Emendamento n. 48.100Relatori

Dopo il comma 1, inserire i seguenti:

“1–bis. I soggetti di cui al comma 1, lett. a), possono controllare, direttamente o indirettamente, ai sensi de-gli articoli 2359 e seguenti del codice civile, non più del venti per cento delle farmacie della medesi-ma regione o provincia autonoma.”

“1–ter. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato provvede ad assicurare il rispetto delle disposizio-ni del comma precedente attraverso l’esercizio dei poteri di indagine, di istruttoria e di diffida ad essaattribuita dalla legge 10 ottobre 1990, n. 287”.

Emendamento n. 48.79 (testo 3)Berger, Zeller, Laniece, Marinello, Munerato

Dopo il comma 3 aggiungere i seguenti:

4. All’articolo 1, comma 40 della legge 23 dicembre 1996, n. 662 e successive modificazioni, sono appor-tate le seguenti modificazioni:a) al quarto periodo le parole: «non superiore a lire 750 milioni» sono sostituite dalle seguenti: «non supe-

riore a euro 450.000»;b) al quinto periodo le parole: «non superiore a lire 500 milioni» sono sostituite dalle seguenti: «non supe-

riore a euro 300.000»

5. Ai maggiori oneri derivanti dal comma 4, valutati in 10 milioni di euro annui a decorrere dal 2016, si prov-vede mediante corrispondente riduzione proporzionale di tutti gli stanziamenti di parte corrente della tabel-la A allegata alla legge n. 28 dicembre 2015, n. 209 (legge di stabilità 2016).

Vittorio Contarina, presidente di Federfarma Roma.

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Per ridurre le disuguagliane e rilancia-re l’economia del Paese, la ricetta, al-meno in termini di enunciato, è chiara:occorrono più concorrenza e innova-zione, soprattutto al fine di ridurre lediseguaglianze, ed è fondamentale ri-durre il debito pubblico (salito ad apri-le a 2230 miliardi), un macigno chefrena troppo la crescita.È tutto quello che serve per affrontarela “grande trasformazione” e superarela crisi economica che attanaglia l’Ita-lia e l’Europa, almeno secondo il presi-dente dell’Antitrust Giovanni Pitruz-zella (nella foto), che ha illustrato lesue proposte nel corso della presenta-zione della Relazione annuale del-l’Agcm che ha avuto luogo nella SalaKoch del Senato.Un intervento ampio e a tutto tondo,quello del presidente dell’Agcm, co-minciato con il puntuale e dettagliatoresoconto di tutte le attività condottedall’autorità di garanzia nel corso del2015 e nei primi cinque mesi di que-st’anno. Sono state irrogate sanzionipari a 433 milioni di euro in difesadella concorrenza, mentre quelle inmateria di tutela del consumatore am-

montano a 71 milioni. Nel periodogennaio 2014–giugno 2015, eranostate rispettivamente di 266 e di 30milioni, registrando quindi un incre-mento del 63% per cento e del137%.Sono stati chiusi 19 procedimenti perintese restrittive della concorrenza,quattro per abuso di posizione domi-nante, nove per concentrazioni. Traquesti, l’Agcm ha trattato il progetto diacquisizione delle Torri di RaiWay daparte di EI Towers (ritirato dalle partidopo la comunicazione delle risultanzeistruttorie da parte dell’Autorità), l’ac-quisizione di Rizzoli da parte di Monda-dori, l’operazione RTI/Finelco nel set-tore delle radio, la concentrazione traSeat Pagine Gialle e Libero.I procedimenti con l’accertamentodell’illecito antitrust e l’irrogazione disanzione risultano 18 e cinque sonostati chiusi con impegni delle parti. Inun caso, il procedimento s’è conclusocon l’accertamento dell’insussistenzadell’illecito. La durata media dei proce-dimenti risulta di un anno e mezzo,considerevolmente inferiore – secondoPitruzzella – a quella dei procedimenti

davanti al la Com-missione europea.Cinque le indaginiconoscitive conclu-se nel corso del pe-riodo di riferimento,tra cui di particolareri l ievo quel la sulmercato dei rifiuti,quella sui vacciniper uso umano equella sul trasportopubblico locale.Numerosi anche ipareri resi alle pub-bliche amministra-zioni, per indurle arimuovere compor-

tamenti lesivi della concorrenza. Nel60% dei casi, le amministrazioni sisono adeguate al parere dell’Agcm. In10 casi, perdurando il comportamen-to lesivo della concorrenza, è statoproposto ricorso al Tar. Gli altri pareririlasciati, a volte su richiesta dellepubbliche amministrazioni, sono stati87. Di questi, 16 riguardano la Con-sip e 18 la Presidenza del Consiglionell’ambito del controllo sulle leggi re-gionali.Per quanto riguarda l’attività di advo-cacy, sono state emanate 21 segna-lazioni, dirette a organi politici e am-ministrativi per rimuovere la regola-zione anticoncorrenziale. Quanto allecosiddette “competenze residue”, iprocedimenti sui conflitti d’interessesono stati 51 e 1.843 quelli in mate-ria di rilascio o rinnovo del rating dilegalità. Tutti i dettagli dell’attività Agcm nell’ul-timo anno e mezzo sono in ogni casoconsultabili nel testo completo dellaRelazione annuale dell’Autorità, pubbli-cato sul sito Agcm insieme alla pre-sentazione del presidente Pitruzzella aPalazzo Madama. Qui è sufficiente segnalare le conside-razioni riservate ai temi di maggiore in-teresse della professione farmaceuti-ca, a partire dal ddl Concorrenza. Al ri-guardo, il presidente dell’Antitrust haribadito il suo auspico affinché il prov-vedimento venga “approvato il primapossibile”, ricordando che è stata pro-prio l’Autorità a fornire la base per lapresentazione del disegno di legge an-nuale sulla concorrenza e che, nel di-battito pubblico che ha accompagnatoil provvedimento, “non sono mancatele voci critiche per un certo svuota-mento che ha subito il testo parlamen-tare rispetto alle originarie indicazionidell’Antitrust.”“Vorrei vedere il bicchiere mezzo pie-no” ha però affermato Pitruzzella. “Iltesto infatti contiene ancora rilevantinorme pro–concorrenziali, come quel-la che riguarda la piena liberalizzazio-ne del mercato retail dell’energia. Altriimportanti settori, come le assicura-zioni, i servizi professionali, il settoredelle farmacie sono interessati dal

Fatti & persone

8Giovanni Pitruzzella, presidente dell’Antitrust.

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Antitrust: “La concorrenza riduce le disuguaglianze, privilegi da abolire”

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Fatti & persone

processo di liberalizzazione. Una ra-pida approvazione della legge consen-tirebbe di avviare il processo per lapresentazione di un nuovo disegno dilegge in modo da dare attuazione allaperiodicità annuale prevista dal legisla-tore per gli interventi di promozionedella concorrenza.”Questo processo deve infatti continua-re, ha detto ancora i l presidenteAgcm, “eliminando quei privilegi nor-mativi che ancora esistono e che in al-cuni settori – dalle farmacie, alle con-cessioni, ai trasporti, al commercio aldettaglio, alle professioni regolamen-tate – bloccano la concorrenza ecreano intollerabili forme di disugua-

glianza.”Quest’u lt imadichiarazione,in particolare,è stata subitaripresa dallesigle del setto-re farmaceuti-co più diretta-mente interes-sate a mag-giori liberaliz-zazioni. Per ilMovimento na-zionale dei li-beri farmaci-

Farmindustria: “Subito nuova governance”Lorenzin: “Arriverà con la Legge stabilità”“Chiedo che quel miliardo e mezzo dieuro che le aziende devono restituirecon il sistema del pay–back in casodi eccedenze rispetto al tetto sui far-maci, che è peraltro palesemente ina-deguato, sia destinato alle impreseaffinché lo investano in ricerca e pro-duzione”.

Questa la proposta lanciata dalpresidente di Farmindustria,Massimo Scaccabarozzi, inoccasione dell’assemblea pub-blica dell’associazione svoltasiil 23 giugno scorso a Roma alTeatro Argentina, alla presenzadi 750 rappresentanti delle isti-tuzioni, dell’industria e del set-tore farmaceutico e sanitario. Per il presidente della sigla del-le aziende del farmaco, i fondidel payback non possono finire“nel calderone della sanità, do-ve alcuni settori funzionano ealtri no.

“Tutto non può essere visto sempre esolo nell’ottica dei bilanci regionali” hadetto Scaccabarozzi, che poi – rife-rendosi al decreto Enti locali, approva-to pochi giorni fa nel Consiglio dei Mi-nistri con la riproposizione del pay-back e la definizione del meccanismodi ripiano sull’anno 2016, ha volutosottolineare che il provvedimento (alcontrario di quanto sostenuto dai de-putati di M5S) “non fa alcun regalo al-l’industria del farmaco. Noi non voglia-mo sconti ma rispettiamo la legge evogliamo pagare il giusto. Il vero pro-blema, e lo dimostrano le sentenzedel Tar, è che le Regioni non hanno inumeri corretti. Si sta cercando unamodalità per mettere a posto la conta-bilità dello Stato”.Scaccabarozzi ha quindi posto l’ac-cento sulla necessità prioritaria diuna nuova governance del settore delfarmaco: “Facciamo presente cherendere il sistema del payback strut-turale non funziona ed è negativo siaper il Paese sia per l’industria. Noi citroviamo di nuovo di fronte a un prov-vedimento che ci farà pagare il pay-back degli anni passati, ma chiedia-mo che tale sistema sia inserito in

sti, ad esempio, le riforme a costozero per le casse pubbliche in gradodi far ripartire occupazione e investi-menti nell’interesse dei consumatori,se si volesse davvero, “potrebberoessere messe in campo fin da subito,a partire da quella della liberalizzazio-ne dei farmaci di fascia C.” Il proble-ma, secondo Mnlf, è che “la concor-renza in Italia è fatta solo a parole,pochi hanno avuto il coraggio di farladiventare politica concreta, perchépochi, compreso il governo, hanno ilcoraggio di mettersi contro i poteriforti”.Anche dalla Federazione delle parafar-macie è arrivato un endorsement alledichiarazioni di di Pitruzzella: “ Noi sia-

mo con l’Autority” ha subito dichiaratoil presidente di Fnpi Davide Gullotta.“Pitruzzella è stato chiaro: la mancan-za di innovazione nel settore delle far-macie alimenta i ritardi economici delnostro Paese, laddove chi detiene unaquota di ricchezza, invece di innovare,si preoccupa esclusivamente di mante-nere inalterata la propria porzione dimondo”. “L’esempio delle parafarmacie è damanuale” conclude Gullotta. “Troppe leingiustizie e i privilegi nel sistema diaccesso alla professione. È un bracciodi ferro tra i privilegi di pochi da unaparte e sviluppo economico, innovazio-ne e concorrenza dall’altra”.

In alto: Davide Gullotta, presidente di Fnpi.A lato: Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria.

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una nuova cornice di governance.Siamo a un bivio, la nostra industriavuole essere responsabilmente partedi soluzione per la sostenibilità e vuo-le continuare a credere nel Paese,ma bisogna cambiare al più presto leregole. Al riguardo il Tavolo della far-maceutica ha prodotto una proposta,perfettibile, che si può provare ad at-tuare anche in via sperimentale. Sonopassati tre anni, il lavoro è concluso:attuiamolo”. E sempre a proposito digovernance, Scaccabarozzi non hafatto davvero mistero di vedere comefumo negli occhi il principio dell’equi-valenza terapeutica sostenuto dalleRegioni, che lo ritengono il cardinedelle gare centralizzate di acquistodei farmaci e uno dei capisaldi dellaloro proposta di una nuova regolazio-ne del governo del settore. “È una vi-sione anti–modernista” l’ha liquidataScaccabarozzi “la stessa che con-traddistingue i detrattori di vaccini efarmaci di sintesi: in entrambi i casi,c’è il rifiutodi capire che negli anni laricerca scientifica è cambiata tantis-simo.”Ampie rassicurazioni sulla riforma del-la governance del sistema farmaceuti-co sono subito arrivate dalla ministradella salute Beatrice Lorenzin: “Sia-mo pronti a vararla, così come siamopronti a riorganizzare l’Aifa, per la qua-le sono già programmati i concorsiper l’assunzione di centinaia di perso-ne” ha detto la titolare del dicastero,nel suo intervento all’evento di Farmin-dustria. “L’obiettivo è avere un’agenzia più effi-ciente, che sia in grado di correre co-me una Ferrari. In merito invece alla ri-forma della governance del sistemafarmaceutico, veniamo da un periodomolto lungo di tavolo di confronto, do-ve ormai abbiamo tirato le fila. Mancasolo l’articolato finale, ma abbiamotutti le idee chiare e quindi ci siamo esarà varato tutto da qui alla prossimalegge di Stabilità”.In questo ambito, ha aggiunto Loren-zin, saranno affrontati i temi della spe-sa ospedaliera, “che è fuori controllo”,del potenziamento dei farmaci innova-tivi, sia quelli per l’epatite che quelli

oncologici, e, in pro-spettiva, “il tema diun sistema di conta-bilizzazione del pa-gamento che sia di-verso da quello at-tuale del pay–back”. Sulla questione–go-vernance è interve-nuto anche il sotto-segretario alla Presi-denza del Consiglio,Claudio De Vincenti, precisandoche l’obiettivo è “arrivare alla riformadella governance del sistema farma-ceutico entro il 31 dicembre, in modoche dal 2017 si cominci con un nuovosistema”. “Il governo ha intenzione di arrivare adefinire le nuove regole in modo checon la prossima legge di Stabilità di-ventino norma” ha quindi aggiunto DeVincenti. “Nelle prossime settimaneavanzeremo delle proposte, partendoda quattro punti chiave: il fatto che laspesa territoriale è sotto controllo; ildato positivo relativo al fondo per ifarmaci innovativi, che va confermato;il dato sulla spesa ospedaliera per laquale ha funzionato il sistema dei regi-stri e dei rimborsi condizionati; infine,il dato positivo sul pagamento con ilsistema a tariffa Drg degli ospedali,con cui si costruisce un vincolo di bi-lancio”.Il sottosegretario di Palazzo Chigi haquindi ricordato che “nella legge distabilità 2016 abbiamo introdotto unpercorso per le aziende ospedalierepubbliche che porta a generalizzare ilvincolo di bilancio forte” e ha fatto ri-ferimento alle misure sul payback in-

ser i te nel de-creto Enti localiapprovato il 20giugno scorsodal Consigl iodei Ministr i .“L’obiett ivo –ha spiegato – èquello di sanareuna situazioneche si trascinada tre anni eche vede, daun lato, le im-prese che han-no fatto ricorsoottenendo ra-gione dal Tar e, dall’altro, la necessitàper lo Stato di rientrare da un ecces-so di spesa farmaceutica”.Le norme varate, ha quindi precisatoDe Vincenti, “consentono di sanare ta-le contrasto in modo serio per la fi-nanza pubblica, ma anche in modo ri-spettoso per i problemi che le impre-se ci hanno posto. L’obiettivo non èavere un sistema di payback sempreattivo ma ricorrervi solo come ultimaistanza”.

Tar Latina, “congelata” l’aperturadi otto nuove farmacie a concorsoSlitta, almeno per ora, l’apertura disette nuove sedi farmaceutiche nelcapoluogo pontino. Il Tar Lazio, sezio-ne di Latina ha infatti accolto il ricorsoavanzato da Amelia Fontana, titola-re di una farmacia della città, contro

la determina regionale dello scorso26 febbraio (n. G01640) relativa all’in-terpello e assegnazione delle nuovesedi farmaceutiche oggetto del con-corso straordinario. Determina che, inallegato, riportava anche le sedi8

A lato: Beatrice Lorenzin, ministro della salute.In basso: Claudio De Vincenti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.

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Finito recentemente anche sulle pagi-ne dei grandi quotidiani di informazio-ne, il fallimento del concorso straordi-nario che avrebbe dovuto consentirel’apertura di (almeno) 2500–3000 far-

macie sul territorio nazionale continuaa tenere banco anche nel dibattito dicategoria. A rilanciare le polemiche, sorte fin dalvaro delle norme del Cresci Italia del2012 che, limando il quorum, si pro-ponevano di istituire e assegnare mi-gliaia di nuovi esercizi attraverso unconcorso per soli titoli contestato findalla sua nascita era contenuta, èstata Assofarm, la sigla delle farma-cie comunali, che definisce espressa-mente il “concorsone” un autenticoflop su scala nazionale, con l’apertura(dopo quattro anni) di sole 300 nuovefarmacie, ovvero circa una ogni diecipreviste. Il fallimento, a giudizio della sigla dellefarmacie a proprietà pubblica, è “tut-t’altro che una buona notizia”, perchédi fatto rappresenta un freno “a ogni

processo di liberalizzazione del setto-re”. Un processo al quale, “purché fat-to in rispetto ad un principio di sosteni-bilità economica e sanitaria del siste-ma già oggi in essere”, la federazionedelle farmacie riconducibili alla proprie-tà di Comuni e aziende municipalizzateafferma di essere “da sempre favore-vole”.“Noi ci dichiarammo subito d’accordocon gli obiettivi del decreto” afferma ilpresidente di Assofarm Venanzio Giz-zi “ma al tempo stesso rilevammo limi-ti che avrebbero causato problemi diattuazione. Primo fra tutti quello dellapossibilità di aprire nuove farmacie al-l’interno di centri commerciali ad unadistanza minima di 1.500 metri da pre-sidi già esistenti. Un aspetto che ren-deva il progetto praticamente inutiliz-zabile per i comuni italiani. Ricordo in-fatti che lo stesso decreto fissava lapossibilità di nuove farmacie comunalioltreché nei grandi magazzini anche incontesti particolari quali stazioni ferro-viarie, aeroporti a traffico internaziona-le, stazioni marittime e aree di servizioautostradale ad alta intensità di traffi-co. Difficile immaginare che in questiluoghi ci siano le condizioni di redditivi-tà per giustificare la presenza di unafarmacia”.Una ricerca realizzata per conto diAssofarm nel 2015 ha rilevato comeil 90% delle farmacie comunali pre-senta bilanci in attivo e negli ultimi treesercizi hanno fruttato 160 milioni dieuro netti alle casse dei Comuni loroproprietari. “Nonostante la crisi eco-nomica e il costante calo di redditivitàdel settore, le nostre farmacie conti-nuano a essere aziende in salute” af-ferma ancora Gizzi. “Se avessimoconcrete possibilità di ampliare la no-stra presenza sul territorio di certonon ce la faremmo sfuggire. È assolu-tamente necessario rivedere alcuniparametri definiti dalla legge Montidel 2012”� conclude quindi il presi-dente di Assofarm “e procedere conmaggiore celerità a un processo di ri-forma certo della distribuzione farma-ceutica italiana”.

Fatti & persone

farmaceutiche oggetto di impugna-zione e contestazione davanti all’auto-rità giurisdizionale ma non investite daprovvedimenti di annullamento né disospensione cautelare degli atti, tra lequali anche le nuove sedi istituite ap-punto a Latina.Il 14 giugno 2013 proprio i giudiciamministrativi di Latina avevano an-nullato la delibera di giunta comunale,impugnata dai titolari di quattro far-macie, con cui era stato deciso dovefar aprire le sette nuove attività previ-ste dalla Pisana. Il Tar, ritenendo tali decisioni di com-petenza del consiglio comunale e nondell’organo esecutivo (la giunta), ave-va cestinato quell’atto e, nonostantesu tale sentenza penda ancora appel-lo al Consiglio di Stato, la Regionenon ne ha neppure chiesta la sospen-sione.

Nel frattempo, la Pisana è andataavanti con il concorso, ha stilato lagraduatoria e, a febbraio, dato il via al-l’interpello per assegnare le sedi, com-prese quelle di Latina, specificandosoltanto che se il Consiglio di Statoavesse avallato la decisione di primogrado l’assegnazione sarebbe stata re-vocata. La farmacista Fontana ha impugnato ladetermina e i giudici amministrativi diLatina, ritenendo quel provvedimento“elusivo del giudicato”, lo hanno perora messo in freezer. L’udienza per di-scutere la questione nel merito è fissa-ta per il 23 febbraio. Sull’argomento, ilnostro giornale riferisce anche a pag.28, nella sezione Codici e codicilli, conun commento dell’avv. Gustavo Baci-galupo.

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Assofarm: “Aperta una farmacia su 10,il concorsone è un autentico flop”

Venanzio Gizzi, presidente di Assofarm.

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prognosi riservata, anche se fortunata-mente non in pericolo di vita. Anche ilrapinatore, un pregiudicato quaranta-duenne scarcerato da poco dopo averscontato una pena per un’altra rapina,è stato ricoverato con ferite molto se-rie all’ospedale Sant’Andrea, dov’è ov-viamente piantonato in stato di arrestodalle forze dell’ordine.La terza persona rimasta ferita, ovve-ro il cliente ottantenne, è stato accom-pagnato invece per accertamenti al-l’ospedale Sandro Pertini. Immediate le manifestazioni di solida-rietà della professione ai colleghi dellafarmacia romana.A raggiungere telefonicamente la tito-lare dell’esercizio Maria Assunta Flo-rio, subito dopo il drammatico evento,è stato il presidente dell’Ordine EmilioCroce, per sincerarsi della situazioneed esprimere i sentimenti di vicinanzadi tutti i farmacisti di Roma.La Florio, che a causa di una lieve in-disposizione non era in farmacia almomento della rapina, era comprensi-bilmente scossa soprattutto dalle di-namiche della vicenda, che avrebberopotuto avere conseguenze ancora piùdrammatiche. La farmacia di via Radi-cofani, già vittima di attenzioni crimi-nali (solo nell’ultimo mese aveva subi-

to ben quattro ra-pine), non avevainfatti mai regi-strato modalitàviolente comequelle.“Nella col legaFlorio, che quan-do ci siamo senti-ti non era ancoradel tutto informa-ta sull’esatta di-namica dei fatti,ho colto senti -menti del tuttocomprensibil i econdivisibi l i distanchezza e pre-

occupazione” racconta Croce. “Sonola stanchezza e la preoccupazione dichi ogni giorno assicura il suo essen-ziale servizio sanitario alla comunità inun esercizio aperto sulla strada, ber-saglio facile per la microcriminalità edesposto a rischi che il grandissimo im-pegno delle forze dell’ordine, davveromeritorio – come peraltro testimonial’immediato intervento a Fidene – nonpuò ovviamente arginare e contrastaredel tutto.”Croce, insieme alla solidarietà alladottoressa Florio e a tutti i colleghi eil personale della farmacia, si è subitopreoccupato di esprimere la sinceragratitudine della professione e i piùsentiti auguri di pronta e completaguarigione al maresciallo Catena, ri-masto ferito al fianco, alle gambe e almento nel conflitto a fuoco con il rapi-natore. “Con Carabinieri e Polizia, l’Ordine deiFarmacisti e l’Associazione dei titolaridi Roma sono ormai da anni impegnatiin una continua attività di interlocuzio-ne, scambio e collaborazione” ricordaCroce “anche se ciò, ovviamente, nonpuò eliminare del tutto il fenomeno diuna microcriminalità che, purtroppo,sta diventando sempre più aggressiva,come dimostra la vicenda di Fidene.Intensificheremo gli sforzi e la collabo-razione, per quanto sarà possibile, atutela di un servizio fondamentale perla comunità, dei professionisti che loassicurano a ogni ora del giorno e del-la notte e dei cittadini che entrano confiducia in farmacia e devono poterlofare in tutta sicurezza secondo quantoho appreso, in farmacia al momentodell’irruzione del rapinatore tra i diversiclienti c’era anche una mamma con unbimbo piccolo.”Anche il presidente della Fofi, AndreaMandelli, ha voluto esprimere il rin-graziamento della categoria “alle forzedi polizia per il loro impegno quotidia-no e per la grande attenzione che han-no sempre mostrato verso i nostri pre-sidi, una preda facile della criminalità,come peraltro testimoniato propriodalla farmacia Florio di Borgata Fide-ne, vittima di quattro rapine nell’ultimomese.”

Fatti & persone

Un carabiniere e un rapinatore sono ri-masti gravemente feriti durante unconflitto a fuoco durante una rapina inuna farmacia a Fidene, borgata perife-rica nel quadrante nord–orientale dellaCapitale. Ferito di striscio a un piedeanche un cliente della farmacia, un uo-mo di 80 anni, medicato sul posto.Il fatto è avvenuto nella mattinata del13 giugno, quando un rapinatore ar-mato di pistola, che secondo quantoriferito dalle cronache aveva già mes-so a segno poco prima un colpo inun’altra farmacia della zona, è entratoall’interno della farmacia Florio in viaRadicofani.L’allarme collegato con la sala operati-va dei carabinieri sarebbe partito im-mediatamente, allertando una pattu-glia di carabinieri in borghese in servi-zio antirapina, arrivata poco dopo. È

partito un conflit-to a fuoco in cuiun militare, il ma-rescial lo Ales-sandro Catena,è rimasto seria-mente ferito. Ilcarabiniere è sta-to portato al Poli-clinico Umberto Ie ricoverato in

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Rapina in farmacia con conflitto a fuoco, feriti un carabiniere e il rapinatore

A lato: Andrea Mandelli, presidente della Fofi.Sotto: la farmacia Florio a Fidene dopo la rapina.

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Farmaci, arriva la guida dell’Aifasu come si conservano d’estateConservare e trasportare i medicinaliin modo corretto è fondamentale pergarantirne l’integrità e quindi l’efficaciae la sicurezza. Questa buona prassivale in special modo nella stagioneestiva, quando le alte temperature,l’umidità, l’escursione termica possonodeteriorare il principio attivo, alterarnele proprietà o favorire la crescita mi-crobica nei contenitori in caso diesposizione prolungata a fonti di ca-lore e irradiazione solare diretta (es.gli antibiotici, i farmaci adrenergici,l’insulina, gli analgesici, i sedativi). Alcuni farmaci inoltre, per via del lo-ro meccanismo d’azione, possonointerferire con la termoregolazioneo alterare lo stato di idratazionedell’organismo, amplificando gli ef-fetti del caldo (anticolinergici, an-tipsicotici, antistaminici, antide-pressivi, ansiolitici, antiadrenergi-ci e beta–bloccanti, antipertensi-vi e diuretici, antiepilettici ecc.).Per queste ragioni, l’Agenziaitaliana del farmaco ha realiz-zato il pratico opuscolo Farmaci &estate, disponibile online (anche per lastampa) sul sito istituzionale, che sug-gerisce alcuni semplici ma utili accor-gimenti che possono tenere a riparoda spiacevoli inconvenienti legati allacattiva conservazione (o trasporto) deimedicinali in presenza di temperatureelevate. “È noto che i medicinali vanno in gene-re conservati in luogo fresco e asciut-to e non a diretto contatto con fonti di

calore” afferma il direttore generale-dell’Agenzia, Luca Pani. “In estate,però, occorre maggiore attenzione equalche accortezza in più per non ri-schiare di ritrovarsi ad assumere far-maci inefficaci o peggio dannosi per lasalute. L’Aifa suggerisce alcune buonepratiche e raccomanda di leggere

sempre con attenzione

i l fogl io i l lu -strativo e consultare il medico o ilfarmacista in caso di dubbi sull’integri-tà di un prodotto”.“Gli effetti del caldo sull’organismo”aggiunge il presidente dell’Agenzia,Mario Melazzini “possono essereacuiti dall’assunzione di farmaci che in-terferiscono con alcuni processi qualila termoregolazione, causando, spe-cie in soggetti più a rischio, come chi

soffre di problemi cardiaci, circolatorie respiratori, conseguenze a volte an-che gravi. Inoltre va posta particolareattenzione ad alcuni medicinali, comequelli a base di ketoprofene, che in ca-so di esposizione diretta al sole posso-no provocare reazioni da fotosensibiliz-zazione. Per questo è opportuno esse-re ben informati su come comportarsinella stagione calda, quando si assu-mono farmaci”.L’opuscolo potrà essere condiviso ediffuso dagli operatori sanitari, cheavranno a disposizione uno strumentoin più per sensibilizzare il paziente suqueste buone pratica a tutela della sa-lute.L’obiettivo è ricordare ai cittadini, con

l’approssimarsi dell’estate, quan-to sia importante preservare dalcalore eccessivo e dall’irradiazio-ne diretta i farmaci per garantirnel’integrità, e, se si è in cura conmedicinali che possono interagirecon gli effetti del caldo, chiedereconsiglio al proprio medico, che po-trà valutare, se necessario, una ri-modulazione della terapia.Ulteriori approfondimenti sul tema so-no disponbili, sempre sul sito del-l’Agenzia, in un apposito dossier in cuisono elencati i medicinali che possonofavorire disturbi causati dal caldo equelli che potrebbero maggiormente ri-sentire, in termini di efficacia ma an-che di sicurezza, di una esposizione al-le alte temperature o all’azione direttadei raggi solari. Il dossier contiene inoltre alcune infor-mazioni generali sulle corrette modalitàdi conservazione dei farmaci: un’utilefonte di preziose informazioni certifica-te e già “sistematizzate” alla quale i far-mcisti possono accedere per la loro at-tività di counselling nei mesi più caldi.

“Tutti i farmacisti italiani si uniscononella riconoscenza e nell’augurio diuna pronta guarigione al maresciallodei carabinieri rimasto ferito dopo es-sere intervenuto durante la rapina allafarmacia di Fidene” scrive Mandelli inuna nota, nella quale afferma anche dicomprendere lo scoramento della col-lega Florio “quando dice che non è piùpossibile continuare a lavorare guar-

dando continuamente la porta nel timo-re che possa accadere il peggio.”“Credo che le autorità debbano faretutto quanto possibile per favorire il la-voro delle forze dell’ordine” concludeMandelli “e anche per far sì che pro-fessionisti come la dottoressa Floriopossano continuare a lavorare per lacollettività sentendosi tutelati”.

Mario Melazzini, presidente dell’Aifa

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Una serata affollata, allegra e riuscita,quella tenutasi il 5 giugno scorso all’-hotel Hilton Roma Cavalieri, a suggellodel successo di un’iniziativa (Farma &Friends, campagna solidale promossada Federfarma Roma e l’editore Edraspa) che ha prodotto una raccolta dioltre 65mila euro, ulteriormente rim-pinguati dai proventi di donazioni emerchandising.Una somma importante, superiore al-le previsioni più ottimistiche, che ol-tre alla culla termica ipertecnologicaper l’elisoccorso neonatale già rega-lata al Policlinico Umberto I nelloscorso mese di maggio, consentiràa Farma&Friends di fornire a due al-tre strutture della Capitale, il Policlini-co Gemelli e una casa di accoglienzache ospita i genitori dei piccoli degentidell’ospedale Bambin Gesù malati dicancro o leucemia, rispettivamenteun’apparecchiatura per bagni caldi de-

stinata agli anzianiallettati e una nuovacucina industriale. La finalità è quellache Farma&Friends

si è data fin dalla nascita: esplicitare lavocazione e dedizione di farmacia efarmacisti ai temi sociali ed etici.Alla cena di beneficenza hanno presoparte circa 1.200 persone, allietate (edivertite) dalle battute del testimonialdi Farma&Friends, il comico e cabaret-tista Maurizio Battista. Presenti anche rappresentanti dellapolitica e delle istituzioni, con in testala ministra della Salute Beatrice Lo-renzin, il presidente della Regione La-zio, Nicola Zingaretti e il direttoregenerale dell’Aifa Luca Pani.

Soddisfatto per l’esito dell’iniziativa ilpresidente di Federfarma Roma, Vitto-rio Contarina: “Grazie ai proventi arri-vati ieri dal merchandising, grazie allagenerosità dimostrata dagli oltre 1200partecipanti alla cena” dichiara Conta-rina “con ogni probabilità riusciremo arealizzare anche un’altra e inizialmentenon prevista donazione, che definire-mo nei prossimi giorni. L’iniziativa èandata ben oltre le nostre miglioriaspettative e questo vuol dire chel’obiettivo di Farma&Friends è statoampiamente centrato: dimostrare cheil farmacista sa fare del bene anche ol-tre le mura della propria farmacia, per-ché la nostra non è una professionema una missione.”

nel nostro Paese a rivolgersi per l’ac-quisto di farmaci a canali non ufficiali,in particolare siti web non autorizzati. Nel “bottino” sequestrato dalle forzed’ordine, a fare la parte del leone sonoancora una volta i farmaci per il tratta-mento delle disfunzioni erettili, cherappresentano oltre il 60% dei farmacisequestrati. Il fenomeno non è tuttaviacircoscritto unicamente a questa parti-colare categoria di prodotto, ma è benpiù ampio. Tra gli altri farmaci illegali ofalsificati fermati figurano infatti anal-gesici (3,9%), antivirali (2,4%), anores-sizzanti (2,3%) e antinfiammatori(1,9%).

Sono oltre 80 mila le unità di farmacotra capsule, compresse e fiale, illegalio falsificate, sequestrate nella primasettimana di giugno a seguito dei con-trolli effettuati presso alcuni dei mag-giori siti aeroportuali del nostro Paesesu migliaia di spedizioni dirette in Italia. La notizia, se da un lato rassicura in

ordine all’efficacia delleazioni di contrasto con-tro il commercio illegaledi farmaci, dall’altra con-ferma la tendenza anche

Fatti & persone

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Federfarma Roma, pieno successoper l’iniziativa solidale Farma&Friends

Farmaci, crescono gli acquisti illegalisul web, sequestrate 80 mila confezioni

A lato: Beatrice Lorenzin, ministro della Salute.In basso da destra: Vittorio Contarina, presidente di Federfarma Roma e Nicola Zingaretti,presidente della Regione Lazio.In basso: Maurizio Battista, comico e cabarettista.

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sa percezione dei pericoli gravi e con-creti che si corrono acquistando far-maci sul web, dove – come ricordaDomenico Di Giorgio, direttore del-l’ufficio Qualità dei prodotti e contraffa-zione dell’Aifa, “il 99,4% dell’offerta èillegale e rappresenta un potenziale ri-schio per la salute.” Un dato evidentemente poco conside-rato da chi cerca medicine online: co-me conferma anche la recente indagi-ne condotta da Aifa in collaborazionecon l’università Sapienza di Roma, rea-lizzata su un campione di mille webuser che si connettono a internet piùdi una volta alla settimana, continua in-fatti a crescere il numero dei clientidelle “farmacie pirata” del web. Il 25%degli italiani (dato corrispondente al 2–4% della popolazione generale) ha di-chiarato di aver acquistato almeno unfarmaco online, mentre il 44% ha di-chiarato di vedere positivamente lapossibilità di acquistare sul web. Fondamentale, dunque, aumentare ilgrado di avvertimento e consapevolez-za degli utenti, mantenendo al contem-po sotto stretto controllo e monitorag-gio la continua evoluzione dei canali dicommercio illegale di farmaci, rispettoai quali la fantasia dei criminali sembraessere inesauribile. Sempre Di Giorgio,in occasione della presentazione dellacampagna Aifa, il 23 maggio scorso,aveva raccontato di offerte di venditadi Viagra illegale nascosti tra gli annun-ci di musica e di soggetti capaci divendere flaconi vuoti di Viagra allostesso prezzo del Viagra, proprio a si-gnificare le difficoltà delle autorità acontrastare il commercio illecito dellemedicine. “I dati dell’operazione Pangea aumen-tano a ogni edizione” ha affermato congrande realismo Di Giorgio “e ogni an-no scopriamo nuovi canali e nuove mo-dalità di commercio illegale. Il fattostesso che una operazione ormai con-solidata qual è Pangea non registri unadiminuzione ma anzi un aumento deisequestri è in sé preoccupante.“La sensazione, insomma, è che la“guerra” sia appena cominciata e il ri-schio è che possa fare non poche vitti-me. Per combatterla e vincerla, non

Fatti & persone

Tipologie diverse dunque, che han-no in comune un aspetto critico essen-ziale, ovvero la pericolosità per la salu-te, pubblica e del singolo, riconducibi-le tanto alle condizioni non controllatein cui vengono prodotti, che a l’utilizzoimproprio, che avviene solitamentesenza la supervisione del medico. I farmaci sono stati sequestrati nell’am-bito dell’operazione internazionale dicontrasto denominata Pangea, giuntaalla nona edizione, alla quale anche que-st’anno hanno aderito, per l’Italia, le for-ze di polizia, l’Agenzia delle Dogane edei Monopoli, il ministero della Salute,l’Agenzia italiana del farmaco e l’Istitutosuperiore di sanità, con il coordinamen-to del Servizio per la Cooperazione in-ternazionale di polizia della Criminalpol,

punto di contattonazionale.I controlli sonostati effettuati dal30 maggio al 7giugno sulle spe-dizioni contenentifarmaci, prove-nienti dall’esteroe dirette in Italia.

Complessiva men te, le attività di con-trollo effettuate nei 103 paesi parteci-panti, hanno invece portato al seque-stro di oltre 12 milioni di farmaci falsio illegali. Quello del counterfeiting farmaceuticoe del commercio illegale di farmaci èun fenomeno di dimensione mondiale,sebbene con caratteristiche e inciden-ze diverse da Paese a Paese, caratte-rizzato purtroppo da una tendenza allacrescita dovuta alle sempre maggiori“attenzioni” che le organizzazioni crimi-nali dimostrano verso un mercato ingrado di assicurare proventi ricchissi-mi correndo rischi inferiori a quelli con-nessi ad altre attività illecite. Al riguar-do, resta molto indicativo l’esempiofatto da Luca Pani, direttore generaledell’Aifa, per illustrare le ragioni dell’in-teresse criminale: un chilo di oro costa45 mila euro, un chilo di anticorpo mo-noclonale costa 8 milioni di euro.Per quanto riguarda l’Italia, le attività dicontrasto seguono un binario duplice:da una parte c’è il massimo impegno agarantire la continuità delle iniziative dicontrollo e di contrasto, in una neces-saria dimensione di collaborazione in-ternazionale (dove il nostro Paese, è il

caso di sottolinearlo, re-cita per una volta il ruolodi capofila). Dall’altra, sipersegue l’obiettivo di au-mentare le iniziative disensibilizzazione sui ri-schi legati all’acquisto difarmaci da fonti non con-trollate, allo scopo di ren-dere ogni cittadino più in-formato. É di poche setti-mane fa, ad esempio,l’avvio della campagnapromossa dall’Aifa Farma-ci online: e tu, ne sai ab-bastanza per non corrererischi?, promossa e rea-l izzata nell ’ambito delprogetto europeo di coo-perazione e intelligenceFakeshare. Obiettivo della campagnaè appunto quello di con-trastare il più insidiosodei rischi, ovvero la scar-

A lato: Domenico Di Giorgio, responsabile dell’Ufficio Qualità dei prodotti e Contraffazione dell’Aifa.Sotto: Luca Pani, direttore generale dell’Aifa.

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Corte dei Conti, ok a gestione Enpaf,la disoccupazione passa da 5 a 7 anniUn avanzo di esercizio pari a 139,340milioni (149,614 milioni nel 2014) e unvalore del patrimonio netto attestatosu 2.087 milioni (1.947 milioni nel2014), ampiamente superiore alle cin-que annualità delle prestazioni corren-ti, il tutto con un incremento del nume-ro degli iscritti (1.721 unità in più ri-spetto al precedente esercizio) e unrapporto tra gli stessi iscritti e i tratta-menti pensionistici erogati pari a 2,73(in leggero aumento rispetto al 2,68nel 2014).Sono i numeri più rilevanti che emergo-no dall’analisi condotta dalla Sezionedi controllo sugli Enti della Corte deiConti sulla gestione finanziaria dell’En-paf, dalla quale la cassa di previdenza

ni rispetto al 2014. I ricavi lordi deri-vanti dagli investimenti mobiliari sonopari a 52 milioni, con un decrementodi oltre 4 milioni sul 2014. In flessione,però, i rendimenti medi netti della ge-stione mobiliare e immobiliare, pari a46,754 milioni, contro i 52,411 milionidel 2014. “Come nei precedenti esercizi, ancheper il 2015 i risultati della gestionedell’Enpaf non evidenziano profili di cri-ticità, ancorché il risultato di eserciziomostri una flessione del 6,9 per centosul 2014” scrivono i magistrati conta-bili nelle loro considerazioni finali, chedi fatto suonano come una promozio-ne della gestione della cassa profes-sionale.Il rilievo di maggiore consistenza deimagistrati contabili è rivolto alla “signi-ficativa consistenza” della massa deicrediti che l’Enpaf vanta nei confrontidi iscritti e terzi contribuenti, che nel2015 si attesta a 64,582 milioni(57,771 nel 2014), di cui 20,561 mi-lioni (20,655 nel 2014) afferenti al de-bito delle Asl per il contributo dello0,90%.“I crediti lordi per contributi ordinariraggiungono nel 2015 i 41,728 milioni(34,930 nel 2014), rappresentati peroltre 26,7 milioni da crediti pregressi.Nel 2015, l’Enpaf ha costituito e iscrit-to in bilancio un fondo di svalutazionedei crediti da contribuzione soggettivaper un valore di 7,871 milioni, di tal-ché il totale dei crediti verso iscritti eterzi contribuenti si attesta sul minore– ma sempre assai rilevante – importodi 56,711 milioni” si legge nella rela-zione della Corte dei Conti. “Si torna,pertanto, a ribadire l’esigenza – sottoli-neata anche dal collegio dei sindaci –che l’ente ponga in essere ogni utileiniziativa ai fini della loro riscossione,specialmente di quelli risalenti a eser-cizi remoti e comunque a verificarnel’esigibilità.”

basta l’impegno di autorità sanitarie,agenzia regolatoria e forze dell’ordine,ma serve la collaborazione di tutti isoggetti interessati: medici, farmacisti,associazioni di pazienti e di consuma-tori. Che, intanto, possono attivamentecollaborare alla diffusione della campa-gna di sensibilizzazione Aifa, avvalen-dosi anche di un video (efficace, nonsolo eloquente) che l’Agenzia ha realiz-zato per mettere in guardia contro i ri-schi che derivano dall’acquisto incautodi farmaci su canali non certificati. Il maxi–sequestro di medicinali di pro-venienza illecita operato dalle forzedell’ordine, intanto, ha registrato l’im-mediato e incondizionato apprezza-mento, tra gli altri, di Federfarma, ilsindacato delle farmacie private. “I risultati delle indagini confermano chepurtroppo è ancora elevato il numero dicittadini che si rivolgono a canali non uf-ficiali, soprattutto a siti internet illegaliper acquistare farmaci. Sono comporta-menti che mettono gravemente a ri-schio la salute” ha detto al riguardo lapresidente Annarosa Racca. “Il proble-ma della contraffazione dei farmaci èun grave problema a livello mondiale e,ancora una volta, il sistema dei controlli

in atto nel nostroPaese ha funzionatoin modo efficace, atutto vantaggio deicittadini.”“Ricordiamo checomprare farmacion line da siti non autorizzati è perico-losissimo: i farmaci possono essereprivi di principi attivi, con principi attividiversi da quelli dichiarati e sono sem-pre mal conservati. Proprio per tutela-re i cittadini – ha detto ancora Racca –la legge italiana permette l’acquistoonline solamente di medicinali senzaobbligo di ricetta medica e da siti chefanno capo a farmacie reali, autorizzatidal Ministero della salute e dalle Regio-ni e riconoscibili da un apposito logo. Ilfarmaco non è un prodotto qualsiasima è un bene delicato, frutto della ri-cerca scientifica, che va acquistato eutilizzato con cautela, seguendo le in-dicazioni del medico e avvalendosi del-la consulenza professionale del farma-cista. Ricordiamo, inoltre, che in Italiala farmacia è presente in modo capilla-re su tutto il territorio ed è sempreraggiungibile in pochi minuti.”

dei farmacisti italiani esce promossa apieni voti.Il saldo della gestione previdenziale eassistenziale si mantiene infatti ampia-mente in terreno posit ivo, con107,133 milioni, in aumento di 4,7 mi-lioni rispetto al 2014, anche in ragionedell’effetto sempre determinante delleentrate da contributo oggettivo corri-sposto dagli enti del Servizio sanitarionazionale, il cui gettito (circa 91,306milioni), pur connotato dal 2010 da untrend in diminuzione, evidenzia mag-giori entrate sul 2014 per circa 0,322milioni.Segna un incremento anche il portafo-glio titoli mobiliari (1.403,1 milioni nel2015) in crescita di circa 185,4 milio- 8

Annarosa Racca, presidente di Federfarma.

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Piena conferma, invece, del giudiziopositivo in ordine alla sostenibilità dellagestione nel tempo: “Nelle scorse rela-zioni si ebbe occasione di sottolineare,come a giudizio dell’attuario, la situa-zione dell’ente non destasse preoccu-pazioni per l’intero arco temporale2011–2060” scrivono al riguardo i giu-dici contabili. “Valutazione, questa, chetrova sostanziale conferma nei risultatidel nuovo documento attuariale di cuil’Enpaf si è dotato, relativo all’arcotemporale 2015–2064.” Sempre a proposito di Enpaf, arrivaanche un’altra notizia attesa da nonpochi iscritti, ovvero l’approvazione daparte dei ministeri vigilanti della modifi-ca al Regolamento che consente di be-neficiare del prolungamento della ridu-zione contributiva o di solidarietà per idisoccupati temporanei e involontari.Il ministero del Lavoro, di concertocon il ministero dell’Economia ha infat-ti approvato, lo scorso 14 giugno, ladeliberazione del Consiglio nazionaledell’Enpaf che prevede il prolungamen-to da 5 a 7 anni del periodo massimodi contribuzione ridotta o di solidarietàper gli iscritti che si trovano in stato didisoccupazione temporanea e involon-taria.La modifica, introdotta con effetto dal1° gennaio 2016, esclude la possibili-tà di un’applicazione retroattiva e, suespressa richiesta dei ministeri vigilan-ti, ha un’efficacia limitata per il periodo1° gennaio 2016 – 31 dicembre2018.Per il presidente dell’Enpaf, EmilioCroce, “gli interventi del Consiglio diamministrazione, approvati dal Consi-glio Nazionale rappresentano un im-

portante tassello nell’ambito delle ini-ziative proposte a sostegno della Cate-goria in questo particolare momento didifficoltà. Ora aspettiamo gli esiti del-l’istruttoria ministeriale in merito alloschema di Regolamento di assistenzagià approvato”.“L’Enpaf – continua Croce – non può

risolvere le criticità che oggi sono pre-senti nella Categoria ma sicuramenteè pronto, come ha dimostrato, ad in-tervenire con le misure necessarie.Personalmente, e a nome del Consi-glio di amministrazione, ritengo che la

misura assunta, pur se doverosa, nonsia la soluzione. È necessario, oggi piùche mai, creare le premesse affinché ilivelli di occupazione nel nostro settoretornino a crescere”.“Riconoscere, sia pure agli effetti con-tributivi – conclude Croce– l’esistenzadi un periodo di disoccupazione cosìprolungato per un professionista, lau-reato dopo un corso di studio quin-quennale e abilitato all’esercizio dell’at-tività, pone interrogativi sui quali noitutti abbiamo il dovere di riflettere”.

Essere pronti a offrire il massimo con-siglio e supporto alle donne che entra-no in farmacia per acquistare farmacidestinati alla contraccezione d’emer-genza, richiesta che può indurre inqualunque donna un comprensibile sta-to d’ansia o preoccupazione e chedunque il farmacista deve saper fron-teggiare con la massima responsabili-tà, offrendo tutti i chiarimenti necessa-ri, per far sì che la paziente sia piena-mente consapevole e correttamenteinformata.Con questo scopo, il sito www.con-traccezione–emergenza.it ha realizza-to per i farmacisti italiani (in collabora-zione con la Fondazione Cannavò econ il patrocinio della Fofi) un corsoEcm intitolato appunto “Contraccezio-ne d’emergenza: il farmacista informasul corretto utilizzo”.

Il corso, facilmente raggiungibile dal si-to www.contraccezione–emer gen za.it,viene erogato in modalità Fad, è gra-tuito e consente ai partecipanti di ac-quisire 5 crediti Ecm.Il programma del corso Fad è struttu-rato in tre moduli (per un totale di 5ore), introdotti da una premessa dedi-cata alla storia della contraccezione edella contraccezione d’emergenza: ilprimo sviluppa il tema delle gravidanzeindesiderate, il secondo approfondiscela contraccezione d’emergenza e il ter-zo, infine, è dedicato all’accesso diret-to in farmacia e al ruolo del farmacistanella dispensazione.L’auspicio è che l’iniziativa formativa edi aggiornamento possa utilmente con-correre a portare chiarezza su un te-ma che – dopo le determinazioni del-l’Aifa che hanno affrancato dall’obbligodi ricetta (in caso di maggiore età) far-maci come ellaOne e Norlevo – in ra-gione delle sue implicazioni etiche haprodotto anche nel recente passatonon infrequenti episodi di “resistenza”tra i farmacisti, favoriti probabilmenteanche dalle dichiarazioni di alcuni diri-genti di categoria, nonostante le chia-re prese di posizione di Fofi e di Feder-farma. Inevitabili le polemiche, puntual-mente (e rumorosamente) rimbalzatesui mass media.

Fatti & persone

Contraccezione d’emergenza, corsoFad dedicato al ruolo del farmacista

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Ornella Barra, già executive vice pre-sidente di Walgreens Boots Alliance, èstata promossa alla carica di co–chiefoperating officer del gruppo, che con-dividerà con Alex Gourlay, presidentedi Walgreens e anch’egli vice presiden-te esecutivo di WBA. A comunicare i nuovi assetti dei verticidel gigante mondiale della distribuzio-ne farmaceutica è stata la stessa so-cietà, con una nota ufficiale dove siprecisa che Barra avrà responsabilitàsu un ampio e importante ventaglio dicompetenze: International Retail (busi-ness di vendita al dettaglio in Asia, Eu-ropa e America Latina oltre che in ulte-riori sei Paesi del Golfo Persico), Glo-bal Brands (ampio portafoglio di pro-dotti a marchio, tra cui No7, la gammaBotanics, Almus, Boots Pharmaceuti-cals, Soap & Glory e Liz Earle), marke-ting retail e commerciali, Pharmaceuti-cal Wholesale (uno dei più grandi net-work globali di vendita all’ingrosso edistribuzione farmaceutica, con oltre350 centri di distribuzione che ognianno consegnano a più di 200 milafarmacie, medici, centri per la salute eospedali in 19 Paesi) e infine GlobalHuman Resources, Business Services(tra cui supply chain nel Regno Unito eservizi a valore aggiunto), CorporateSocial Responsability, Global Commu-nications and Corporate Affairs (comu-nicazione a livello di divisione, busi-ness e brand, oltre a comunicazione fi-nanziaria, gestione di crisi, filantropiae relazioni governative) e Funzione IT. “Accetto questa nuova sfida e questenuove responsabilità con spirito di pas-sione e con grande determinazione,come fatto finora per contribuire allosviluppo della società” ha detto Barraa commento della sua “promozione”.“In questo modo lavoreremo, penso,con ancora maggior efficacia per mi-gliorare la performance operativa diWalgreens Boots Alliance, mentre il no-stro Ceo Stefano Pessina potrà foca-lizzarsi ulteriormente sulla strategia di

crescita aziendale. Sono particolar-mente entusiasta di assumere nuoveresponsabil ità per le aree GlobalBrands, Human Resources e BusinessServices, tra cui la “supply chain” nelRegno Unito, in aggiunta alle mie dele-ghe attuali. Siamo una realtà globalee, in quanto tale, stiamo attraversandoun periodo di grandi cambiamenti, dicui l’annuncio odierno rappresenta so-lo l’ultima fase. Negli ultimi anni la no-stra azienda e la nostra strategia han-no dimostrato pieno successo e siamoquindi pronti per una nuova fase dellanostra evoluzione, forti di una maggio-re integrazione”.

Walgreens Boots Alliance, nuoveresponsabilità alla vicepresidente Barra

A lato Ornella Barra, sotto Stefano Pessina,rispettivamente vice presidente e CEO di Walgreens Boots Alliance.

Sul n. 2 di RIF dello scorso marzo/aprile, nell’articolo pubblicato a pag. 22intitolato Roma, farmacie del centro in crisi, relativo alle dichiarazioni delpresidente di Federfarma Roma Vittorio Contarina sulla situazione digrave difficoltà economica di numerosi esercizi farmaceutici della Capita-le, si fa riferimento a 10 farmacie “in agonia” e – analogamente a quantopubblicato da altri organi di stampa di settore – si cita il presidio di PiazzaBarberini come “già fallito”. In realtà, la farmacia andata purtroppo incontro a fallimento è un’altra, si-tuata in via Barberini e non nella piazza con lo stesso nome. La circostan-za della (quasi) coincidenza degli indirizzi è stata all’origine dell’errore nelquale è involontariamente incorso anche il nostro giornale, così come altriche hanno riportato le dichiarazioni del presidente Contarina. Ce ne scusiamo ovviamente molto con i titolari della farmacia di PiazzaBarberini, con l’auspicio che l’equivoco (in accordo con le arcane leggidella scaramanzia) porti benissimo e sia quindi un benaugurante viatico disuccesso e prosperità: ad maiora! Altrettanto ovviamente, chiediamo scusa ai lettori per la non voluta impre-cisione.

Farmacia fallita a Roma, non è quella di p. Barberini

ERRATA CORRIGE

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Focus Dalla newsletter “SIF – Farmaci in evidenza”, n. 189 del 15 maggio 2016 Per gentile concessione della Società Italiana di Farmacologia

Negli ultimi 20 anni la popolazione an-ziana è aumentata notevolmente (il tas-so registrato in Australia è pari al56%). Parallelamente si è osservatauna tendenza verso la gestione domici-liare del paziente anziano insieme al-l’aumentata necessità di politerapie edi regimi terapeutici complessi richie-sti per il trattamento delle patologie,per la gran parte croniche, che comu-nemente colpiscono tale popolazione(malattie cardiovascolari, diabete,osteoporosi). Tali fattori hanno portatoa un aumento della richiesta dell’assi-stenza infermieristica locale a domici-lio. Il supporto maggiormente richiestoè proprio quello legato alla gestionedelle terapie farmacologiche. Evidenze scientifiche suggerisco-no che, nell’ambito della popola-zione anziana, quella che ricevel’assistenza infermieristica a domi-cilio è a maggior rischio di proble-mi farmaco–correlati ed eventi av-versi; ciò probabilmente a causa siadell’ambiente non strutturato sia di dif-ficoltà di comunicazione tra le parti(paziente, caregiver, medico e farma-cista) che si realizza in un contesto

quale quel lodomiciliare.Per tale moti-vo, scopo diquesto studio èstato descrive-re le caratteri-stiche dei pa-zienti anzianiche usufruisco-no dei servizidell’assistenzainfermieristicalocale australia-na per la ge-stione domici-liare delle tera-pie farmacolo-giche e sul tipo

di supporto che viene loro fornito. Inol-tre, è stata valutata l’incidenza di erroriterapeutici ed eventi avversi da farma-ci in tale sottopopolazione.Lo studio è stato condotto presso duesiti di un’associazione no–profit di assi-stenza infermieristica domicil iare(Community nurding services, Cns) diMelbourne presso cui afferiscono 120infermieri registrati, 9 infermieri arruo-lati e 8 volontari. Sono stati selezionati, in maniera ca-suale, 100 assistiti di età ≥ 50 anni,che hanno usufruito, dal 16 luglio al 12ottobre 2012, dei servizi assistenzialiper la gestione delle terapie farmacolo-giche. I dati sono stati raccolti retro-spettivamente dai registri degli assistitidella Cns e attraverso contatto telefoni-co con i medici di base (MG) e le farma-cie, utilizzando un questionario di rac-colta dati. I dati clinici sono stati raccol-ti dal modulo di presa in carico del pa-ziente da parte della Cns. I farmaci uti-lizzati dagli assistiti sono stati ottenutidalle prescrizioni mediche. Le visite do-miciliari da parte della Cns, gli errori te-rapeutici e gli eventi avversi sono statiidentificati mediante la revisione dei dia-

ri clinici e dai registri di dimissione. Perl’analisi dei dati sono stati calcolati gliindici di co–morbilità di Charlson adatta-ti all’età (punteggi≥ di 5 indicano un altorischio di mortalità). L’uso di farmaci associati a un elevatorischio di eventi avversi è stato deter-minato da un farmacista ricercatoreche ha confrontato i farmaci assuntidagli assistiti con una lista predefinitadi farmaci definiti “rischiosi”. Gli eventiavversi sono stati revisionati da un pa-nel di esperti (composto da tre farma-cisti clinici e due infermieri con oltre15 anni di esperienza ospedaliera e diassistenza alla popolazione anziana) alfine di determinare la relazione causa-le, la prevenibilità e il contributo deglistessi al ricovero ospedaliero, utiliz-zando i criteri–Hallas adattati. La gravità degli eventi avversi è statavalutata usando i criteri di Pearson e lacausa principale degli stessi è statadefinita mediante la classificazione diHepler e Strand. I dati sono stati ana-lizzati usando SPSS (versione 21, IBMCorporation, USA). L’analisi è stata ef-fettuata usando test descrittivi, con ri-sultati riportati come frequenza e per-centuale per le variabili categoriche,mediana e lo scarto interquartile (IQR)per quelle continue.Dai dati raccolti è emerso che gli assi-stiti afferenti alla Cns sono stati visitatia domicilio 4–5 giorni in mediana allasettimana. Nella prima settimana ilmotivo più frequente per cui veni-va richiesta la visita a domicilioera la dispensazione di farmaci.Nell’ultima settimana, invece, ilmotivo più comune è risultato ilmonitoraggio dell’assunzione deifarmaci.Una minor parte degli assistiti (n=16)era in possesso dello schema terapeu-tico cartaceo relativo ai farmaci pre-scritti durante la prima settimana dallapresa in carico da parte della Cns; 14

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Farmaci, studio retrospettivo australiano sulle cure domiciliari dei pazienti anziani

Errori terapeutici e eventi avversi, l’assistenza infermieristica a casa non elimina i rischia cura di Concetta Rafaniello*

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Riferimento BibliograficoRohan A. Elliott, Cik Yin Lee, Christine Beanland, Krishna Vakil, Dianne Goeman.Medicine management, medication errors and adversemedication events in older people referred to a community nursing service: a retrospective observational study, Drugs – Real WorldOutcomes (2016) 3:13–24.

di questi erano scritti a mano da unmedico ospedaliero e 2 erano stampa-ti o scritti a mano da un medico di ba-se. I restanti 84 assistiti avevano la ri-cetta stampata o scritta a mano dalmedico di base (n=48), dal medicoospedaliero (n=27), da specialisti(n=1) o da fonti sconosciute (n=8). Dai risultati è emerso uno scarso utiliz-zo dello schema terapeutico cartaceo,con soli 15 assistiti che ne avevano unoal momento della dimissione. Ventidueassistiti avevano più di una ricetta, utiliz-zate contemporaneamente. Tale dato èstato riscontrato sia nel corso della pri-ma settimana che nell’ultima a ridossodella dimissione dalla Cns. Le ricette di85 assistiti sono risultate complete, ov-vero riportavano tutti i farmaci assuntidai pazienti. Per 15 assistiti, invece, lericette includevano solo una parte deifarmaci assunti, in genere solo quellisomministrati per via parenterale. Gli 85 pazienti che avevano la ricettacompleta assumevano una mediana di10 farmaci (IQR 6–13, range 2–26) edil 66% ne usavano 5 o più. La medianadei farmaci utilizzati regolarmente per

terapia cronica, escludendo dunque ifarmaci da utilizzare “al bisogno” o perbreve tempo, era 8 (IQR 4–11, range1–21). Quarantotto assistiti usavano 1o più farmaci ad alto rischio, più comu-nemente si trattava di oppiacei (28%),anticoagulanti (17%) e insulina (14%).In generale, per 41 pazienti (41%) so-no stati identificati 137 errori terapeu-tici. Ventitré assistiti (23%) hanno avu-to un ricovero ospedaliero non pianifi-cato e di questi, dopo la revisione daparte del panel di esperti, 9 (39,1%)sono risultati possibilmente farmaco–correlati. Cinque pazienti hanno mani-festato una reazione avversa da farma-co (Adr) con conseguente consultospecialistico. Un paziente ha avuto siaun ricovero ospedaliero farmaco–cor-relato che un Adr senza ricovero. In to-tale, quindi, 13 pazienti (13%) hannomanifestato uno o più eventi avversiche hanno determinato o il ricoveroospedaliero o un consulto medico; diquesti, 9 (64%) sono stati consideratipotenzialmente prevenibili. Gli infermie-ri della Cns hanno preso contatti con iMG degli assistiti o con la farmacia,

per 8 pazienti nella prima settimana digestione e per un solo paziente nell’ul-tima settimana. I risultati ottenuti dallo studio indicanoche i soggetti anziani che usufrui-scono dell’assistenza infermieristi-ca domiciliare locale per la gestio-ne delle terapie farmacologicherappresentano una sottopopolazio-ne fragile con diversi fattori di ri-schio per eventi avversi da farma-ci. Sono state identificate diversecarenze nella gestione della tera-pie farmacologiche, inclusi lo scar-so utilizzo di schemi terapeutici e po-sologici cartacei nonché l’assenzadella multidisciplinarietà nella ge-stione del paziente. Al fine di miglio-rare la gestione del paziente anzianoambulatoriale e, al contempo, garanti-re la sicurezza dei trattamenti farma-cologici occorre approntare strategieterapeutiche mirate.

*Sezione Farmacologia, Dipartimento Medicina sperimentale,

Università Federico II, Napoli

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* Indice di solidità patrimoniale al 31.12.2015.

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Codici e codicilli In collaborazione e per gentile concessione di Studio Associato Bacigalupo–Lucidi e Sediva

Concorso, il pasticciaccio delle sedi di Latina: il Tar Lazio presenta il conto alla RegioneSu ricorso di un titolare di farmacia diLatina (che peraltro non aveva impu-gnato il provvedimento di revisionestraordinaria della pianta organica del2012), il Tar Lazio – Sezione di Latina,con ordinanza n. 168 del 9 giugnoscorso, ha sospeso l’efficacia dellaDeterminazione della Regione Lazioprot. G01640 del 26 febbraio 2016, ilcui allegato B) contiene l’elenco e ladescrizione delle 274 sedi farmaceuti-che laziali complessivamente messe aconcorso e l’allegato A) l’elenco diquelle sub judice, in cui figurano/figu-ravano anche le 7 istituite a Latina.Già nello scorso febbraio, analizzandobrevemente la “determina” regionalein parola, avevamo avuto occasione disostenere e scrivere, sottolineandolo,che le 7 sedi neo–istituite nel comunedi Latina non possono minimamente fi-gurare nell’elenco di quelle da offrireai primi interpellati neppure tra le sedisub judice, dal momento che provvedi-mento che le ha istituite è stato annul-lato dal Tar Lazio con una sentenzache è stata bensì appellata al Consi-glio di Stato, senza tuttavia richiestadi sospensiva. Si tratta quindi di unasentenza pienamente esecutiva, pereffetto della quale le 7 sedi in questio-ne al momento sono giuridicamentenon più esistenti nella pianta organicadel capoluogo pontino e per ciò stes-so non assegnabili a nessun concor-rente. Da qui la nostra conclusione,sostenuta nero su bianco: “la Regione

dovrà provvedere immediatamente al-la rettifica”.Ben diversamente, la Regione non sol-tanto non ha “rettificato” alcunché, maha proceduto quasi con arroganza perla sua strada, dichiarando anzi – nellacorrispondenza intercorsa con alcunivincitori e i loro legali – che le 7 sedidi Latina sarebbero state senz’altro og-getto anch’esse di assegnazione, siapure sub judice, assumendo che ilConsiglio di Stato avrebbe ben prestoannullato la sentenza del Tar di Latina.Come vediamo, invece, i giudici pontinihanno ora giustiziato una scelta tantodisgraziata, scatenando conseguenzeche al momento è persino difficile in-quadrare adeguatamente.Intanto, nonostante l’ordinanza del Tarabbia tout court sospeso “anche la de-termina impugnata”, dobbiamo crede-re che la sospensione debba intender-si operare “in parte qua” (perché cosìgravata di ricorso), dunque circoscrittaappunto alle sole 7 sedi, anche se al-meno qualche fievolissimo dubbio èpurtroppo lecito.In ogni caso, ed eccoci al punto, an-ch’esse sono state (tutte?) assegnate aiprimi interpellati e (tutte?) da loro accet-tate, e quindi oggi la domanda é: la Re-gione può/deve procedere all’assegna-zione definitiva di tutte le altre sedi,escluse pertanto quelle di Latina, atten-dendo per queste l’ipotetico repechageda parte del Consiglio di Stato in rifor-ma dell’originaria sentenza del Tar?

o può/deve annullare l’intera faseespletata finora e riavviare immediata-mente i primi interpelli sempre esclu-dendo le 7 sedi, così ripartendo in pra-tica da zero?o, infine, può/deve arrestare allo sta-tus quo la procedura senza provvede-re ad alcuna assegnazione definitiva,anche qui in attesa di un provvedimen-to salvifico del Supremo Consesso am-ministrativo?Qualunque soluzione presceglierà peròla Regione (ma potrebbe anche esser-ne configurabile una quarta o una quin-ta, che in questo momento potremmonon riuscire a cogliere), i funzionari la-ziali rischiano di dover fronteggiare ini-ziative giudiziarie non da poco.Si può forse pensare che la secondadelle tre soluzioni indicate sia magariquella tecnicamente meno eretica, maanch’essa si rivelerebbe certamente fo-riera di scenari difficili da gestire sottoparecchi profili, perché riporterebbe tut-ti gli interpellati (che di numero scende-rebbero evidentemente da 274 a 267)sulla linea di partenza, ma al tempo per-metterebbe loro una “rivisitazione”dell’originario proprio ordine delle prefe-renze che nel concreto potrà però con-sentire ai vincitori di tener conto nonsoltanto della soppressione dall’elencodelle sedi di Latina, ma anche diun’eventuale diversa valutazione (alla lu-ce di alcuni riscontri sullo “stato dei luo-ghi”) delle sedi assegnate e accettate aseguito dell’interpello già espletato.

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La terza avrebbe il pregio, posto chesia un pregio, di lasciare le cose comestanno fino all’auspicata (dalla Regio-ne) sentenza di annullamento [ma, piùragionevolmente, sarà semmai un’ordi-nanza di sospensione, semprechéqualcuno ne faccia istanza al CdS] del-la decisione del Tar di Latina; maavrebbe il grave difetto di prolungarel’agonia per almeno altri 7/8 mesi, conl’inevitabile ulteriore perdita di chancesper i tanti assegnatari/accettanti (che,se non sbagliamo, dovrebbero esserepiù di 200).Quanto, infine, alla prima soluzione,certo non metterebbe del tutto al ripa-ro la Regione dalle conseguenze chel’attendono, ma perlomeno dovrebbevedersela solo con i 7 assegnatari del-le sedi di Latina, specie nel caso in cuifinissero per essere catapultati nel se-condo interpello per aver indicato, inrisposta al primo, una o più delle sedicolpevolmente inserite tra quelle subjudice invece che escluse ab originedall’elenco delle sedi oggetto di prefe-renze.

Indubbiamente, anche se soltanto in 7,costoro potrebbero – e sarebbe com-prensibile – sollevare un polverone gi-gantesco, a meno che in un temponon lontanissimo si risolvesse la vicen-da al Consiglio di Stato “restituendo”loro le 7 sedi; in tale evenienza, infatti,ferma anche qui per le sette compagi-ni vincitrici una qualche perdita dichances, alla fine del calvario tutti gliodierni assegnatari avrebbero raccoltoquanto seminato in questo primo inter-pello appena perfezionato.Come si vede, in definitiva, potrannoessere in molti – concorrenti e funzio-nari laziali – a dover pagare per questasciagurata scelta regionale, che d’altraparte anche un giovane laureato in leg-ge avrebbe probabilmente evitato, rin-viando comunque (piaccia o non piac-cia un tale rimedio) l’assegnazione del-le 7 sedi “trasferendole”, sempreché aquel momento ne ricorrano i presuppo-sti, al secondo interpello.

Gustavo Bacigalupo

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Come però rilevato in numerose circo-stanze, l’ostacolo alla “duplice asse-gnazione” non può seriamente esserené la “contitolarità” ministeriale e né la“titolarità pro quota” emiliana, ma puòdiventarlo la “ratio” dell’art. 11 del de-creto legge Cresci Italia di “favorirel’accesso alla titolarità delle farmacieda parte di un più ampio numero diaspiranti”, anche se abbiamo già spie-gato come tale finalità possa ritenersiadeguatamente soddisfatta dallo stes-so art. 11 quando ha ammesso ecce-zionalmente a partecipare ai concorsistraordinari anche farmacisti in formaassociata e quando ha circoscritto adue concorsi la partecipazione, senzain ogni caso far neppure intravedereun implicito (?) impedimento all’asse-gnazione di due diverse sedi da partedi una stessa compagine o di unostesso concorrente. A questo punto, dunque, il Consiglio diStato sarà chiamato in tempi brevi obrevissimi a risolvere – almeno in sedecautelare – sia il problema emilianoche questo neo–problema pugliese, einoltre il primo dei due lo affronterà an-che sul piano consultivo nella fase de-cisoria di un ricorso straordinario pro-posto contro la delibera della Giuntaregionale emiliana. Naturalmente è molto difficile soltantoimmaginare che possano aver ragionesia l’Emilia come la Puglia, anche sel’ipotetico trionfo della “titolarità proquota” – che non riusciamo proprio aconcepire – comporterebbe conse-guenze dirompenti sul sistema in gene-rale e su tutti i concorrenti in particola-re, emiliani e non emiliani, mentre lavittoria della tesi del Tar pugliese per-lomeno permetterebbe ai partecipi allesocietà, riconosciute come tali titolaridi farmacia, di acquisire liberamentequote di qualsiasi altra società di far-macisti, senza inoltre essere costrettia cedere le eventuali loro odierne par-tecipazioni sociali (quel che invece im-porrebbe loro la costruzione emiliana).Tra breve, comunque, sapremo tutto(o quasi) dal Consiglio di Stato.

Gustavo Bacigalupo

Duplice assegnazione, un’ordinanzadel Tar Puglia apre nuove questioniCon ordinanza n. 282 del 25 maggio2016, il Tar barese ha rigettato l’istan-za di sospensione del provvedimentoregionale che ha escluso dalla gradua-toria due farmacisti vincitori in formaassociata, assumendo che costoro –per effetto del rilascio della titolaritàdella farmacia, conseguita nel concor-so straordinario piemontese, a nomee favore di una snc tra gli stessi costi-tuita – avrebbero perduto cammin fa-cendo il requisito (di ammissione epartecipazione al concorso) di “nonessere titolari di farmacia”.Il ricorso presentato dai due farmaci-sti aveva censurato tale provvedimen-to soltanto con riguardo al motivo ad-dotto dalla Regione per escluderli dal-la graduatoria, senza quindi il minimocenno alla questione della “duplice as-segnazione”.

Invece, il Tar se ne va per conto suo econ una “ordinanza–provvedimento”,quindi sostituendosi in pratica all’Am-ministrazione, si disinteressa dellecensure proposte e rigetta l’istanza disospensione perché “l’interpretazionesistematica della normativa di riferi-mento, nonché dei principi ad essasottesi pare precludere la possibilità,auspicata invece dalle parti, di ottene-re la titolarità di due farmacie, sia purea nome di due diverse società”.Non è certo il primo caso in cui il giu-dice amministrativo – che per lo più in-vece, almeno in principio, non ama in-vadere le potestà amministrative – fini-sce per integrare un provvedimentoamministrativo con assunti propri e di-versi da quelli addotti dalla p.a., e que-sto purtroppo sembrerebbe propriouno di quei casi.

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o ci siamo già trasferiti con laconseguenza di un ulteriore calodel nostro fatturato.Preciso infine che sia in sede diprogetto che di esecuzione diquesta “mappa” non siamo maistati interpellati per adesioni omeno. È lecita questa esclusionedella mia farmacia? (lettera firmata)

Quella che descrive il lettore non èuna vicenda infrequente, perché que-ste sono “aggregazioni commerciali”che si formano abbastanza spesso emirano evidentemente a rafforzare la“visibilità” degli esercizi che vi aderi-scono ma non di tutte le attività com-merciali della città o (come in questocaso) del suo centro storico.Anche a Roma, ad esempio, “girano”sui tavoli dei bar, ristoranti e simili, pub-blicazioni che quotidianamente indica-no le attività del giorno in un certoquartiere, ma al tempo stesso conten-gono “locandine” sostanzialmente pub-blicitarie di alcuni esercizi (pizzerie, ci-nema, ecc.) e si tratta sempre, almenoper un certo periodo, degli stessi eser-cizi, ma non di tutti quelli del quartiere.Verosimilmente gli esercizi coinvolticorrispondono periodicamente dellequote di partecipazione alle spese ge-nerali della pubblicazione ma, questoè il punto, l’“aggregazione commercia-le” opera soltanto a favore dei propriaderenti, e può quindi capitare chesiano pubblicizzati tre bar ma non tuttii bar della zona, e non ci pare chequelli esclusi possano vantare ragionirisarcitorie nei confronti delle pubbli-cazioni e/o dell’“aggregazione” inquanto tale.L’unico aspetto che potrebbe astratta-mente assumere una qualche rilevanzaè quello della concorrenza sleale (disci-plinata anche dal codice civile), ma ri-terremmo molto complicato agire sottoquesto profilo nei confronti – per resta-re al caso prospettato dal lettore – del-le farmacie “pubblicizzate” (perché ade-renti all’“aggregazione”), neppure, s’in-tende, sul versante deontologico.

Gustavo Bacigalupo

Sono titolare di una farmacia situa-ta nel centro storico. Da qualchegiorno ho visto distribuire da alcu-ne attività commerciali vicine allamia farmacia una piantina/mappadel centro con inserita nell’intesta-zione “Piccola mappa dello shop-ping a…”, ovvero dove comprare,dove mangiare e come perdersi trale viuzze del centro. Chiarisco che nella “mappa” nonc’è un’indicazione che i negozisegnalati rientrano tra quelliassociati a questaaggregazione checomprende oltre120 tra bar, botte-ghe storiche, ri-

storanti e pubblici esercizi che sitrovano nel nostro splendido cen-tro storico e che hanno deciso disviluppare strategie comuni al finedi garantire una miglior vivibilitàdella città stessa.Ora, la mia farmacia a causa dellaviabilità ha subito gravi perdite esta meditando un prossimo trasfe-rimento; nella “mappa” sono ripor-tate le altre farmacie del centro e

questo sta facen-do credere agliabitanti che noiabbiamo chiuso

Farmaci omeopatici, la venditaon line è consentita o vietata?

Codici e codicilli

Alle farmacie è stata inviata unacircolare che riepiloga ciò che èvendibile on–line. Contrariamenteal parere da voi sostenuto in passa-to riguardo ai farmaci omeopatici,secondo la circolare possono esse-re venduti on–line, ai sensi dell’arti-colo 112–quater, in assenza dellaclassificazione da parte dell’Aifa,anche se c’è da capire come si puòsapere quali sono gli omeopaticiper i quali ancora non è stata rila-sciata l’autorizzazione in formasemplificata dall’Aifa (lettera firmata).

La nota del Ministero della Salute in or-dine alla vendita online dei medicinaliomeopatici conferma quanto preceden-temente da noi indicato circa la sua im-possibilità, fatta eccezione per quelliprivi della classificazione da parte del-l’Aifa e che possono quindi essere ac-quistati senza prescrizione medica.In sostanza, possono essere venduti iSOP omeopatici, al pari dei SOP allo-

patici, e dunque permane il divietonell’ipotesi in cui il produttore abbiaindicato in etichetta che il medicinalepuò essere venduto solo dietro pre-sentazione di ricetta medica, fermaevidentemente la difficoltà di riscon-trare quali siano gli omeopatici per iquali non sia stata ancora rilasciatadall’Aifa l’autorizzazione in forma sem -plificata.Quanto all’autorizzazione richiesta allaRegione Abruzzo, non può applicarsi ilprincipio del “silenzio–assenso”, tenu-to conto che si verte in materia di “tu-tela della salute”, ed è quindi necessa-rio attendere il relativo provvedimento,salva comunque la facoltà di agire giu-dizialmente per il risarcimento del dan-no per il mancato guadagno (il c.d. “lu-cro cessante”), laddove il ritardo siprotragga – senza impedimenti ogget-tivi – per un periodo irragionevole.

Stefano Lucidi

Centro storico, le “mappe shopping” che non includono (tutte) le farmacie

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GIUGNO 2016 31RIF

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