tina modotti

2
Sebbene gli esordi, come assistente- apprendista di Edward Weston, suo compagno, la vedano cimentarsi tenacemente, in studio ed in camera oscura, con la sperimentazione di tecniche di doppia esposizione, che danno alle sue immagini una particolare, dirà Alvárez Bravo, “impressione di cristallo”, ben presto diventa in lei viva l’esigenza di “produrre soltanto buone fotografie, senza ricorrere a manipolazioni”, come la maggior parte dei fotografi succubi di un senso d’inferiorità nei confronti dell’arte. I primi riconoscimenti come fotografa le arrivano dagli esponenti dell’Estridentismo, un movimento affine al Futurismo per la sua lotta al “passatismo”: “Pali del telegrafo”, una sua foto del 1925, con una dinamica fuga prospettica di pali sovrapposti e di cavi contro il cielo, richiama alla mente le “scariche elettropoetiche” estridentiste; e un ritratto di Germán List Arzubide, capo di questo movimento e suo amico, trasmette appieno la carica eversiva dei suoi ideali.Tina è acclamata e le sue immagini sono pubblicate dalle riviste estridentiste. Negli anni recenti si è molto discusso se la fotografia possa o non possa essere un lavoro artistico comparabile alle altre creazioni plastiche. Naturalmente ci sono molte opinioni diverse. Ci sono quelli che accettano veramente la fotografia come mezzo d'espressione alla pari con qualsiasi altro, e altri che continuano a guardare in modo miope al ventesimo secolo con gli occhi del diciottesimo, incapaci di accettare le manifestazioni della nostra civiltà meccanica. Ma per noi che usiamo la macchina fotografica come uno strumento, proprio come il pittore usa il pennello, queste diverse opinioni non hanno importanza. Noi abbiamo l'approvazione di coloro che riconoscono i meriti della fotografia nei suoi aspetti multipli e l'accettano come il più eloquente,il più diretto mezzo

description

tina modotti

Transcript of tina modotti

Page 1: tina modotti

Sebbene gli esordi, come assistente-apprendista di Edward Weston, suo compagno, la vedano cimentarsi tenacemente, in studio ed in camera oscura, con la sperimentazione di tecniche di doppia esposizione, che danno alle sue immagini una particolare, dirà Alvárez Bravo, “impressione di cristallo”, ben presto diventa in lei viva l’esigenza di “produrre soltanto buone fotografie, senza ricorrere a manipolazioni”, come la maggior parte dei fotografi succubi di un senso d’inferiorità nei confronti dell’arte.

I primi riconoscimenti come fotografa le arrivano dagli esponenti dell’Estridentismo, un movimento affine al Futurismo per la sua lotta al “passatismo”: “Pali del telegrafo”, una sua foto del 1925, con una dinamica fuga prospettica di pali sovrapposti e di cavi contro il cielo, richiama alla mente le “scariche elettropoetiche” estridentiste; e un ritratto di Germán List Arzubide, capo di questo movimento e suo amico, trasmette appieno la carica eversiva dei suoi ideali.Tina è acclamata e le sue immagini sono pubblicate dalle riviste estridentiste.

Negli anni recenti si è molto discusso se la fotografia possa o non possa essere un lavoro artisticocomparabile alle altre creazioni plastiche. Naturalmente ci sono molte opinioni diverse.Ci sono quelli che accettano veramente la fotografia come mezzo d'espressione alla pari con qualsiasi altro, e altri che continuano a guardare in modo miope al ventesimo secolo con gli occhi del diciottesimo, incapaci di accettare le manifestazioni della nostra civiltà meccanica.Ma per noi che usiamo la macchina fotografica come uno strumento, proprio come il pittore usa il pennello, queste diverse opinioni non hanno importanza.Noi abbiamo l'approvazione di coloro che riconoscono i meriti della fotografia nei suoi aspetti multipli e l'accettano come il più eloquente,il più diretto mezzo

Page 2: tina modotti

per fissare, per registrare l'epoca presente”.

Testo tratto da "Mexican Folkways",ottobre-dicembre 1929