Ticino Business

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nr. 5 / Giu. 2011 Il Ticino tra Nord e Sud

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n. 05 - Giugno 2011

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nr. 5 / Giu. 2011

Il Ticino tra Nord e Sud

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Giugno 2011Strong opinion 4 Alla ricerca del liberalismo perduto

Editoriale 5 È possibile una politica estera cantonale?Contromano 6 Alle radici della crisi dei partiti storici

Il Tema 8 Milano-Roma-Berna: nodi e snodi per il futuro del TicinoOspite 11 Nell’era della globalizzazione un dialogo costruttivo per rapporti

stabili e franchiOspite 14 Anticipare i tempi e ampie vedute d’orizzonte:

ecco i segreti del lavoro verso la CapitaleBiblioteca liberale 16 Media, sondaggi, politica e potere dell’opinione pubblica

Diritto 17 Giurisprudenza sul contratto di lavoro: menù estivoAttualità 20 Quelle imprese davvero troppo grandiAttualità 21 Liberalismo: vivo, morto o X?Attualità 21 Numerose novità per il programma fedeltà arcobalenoAttualità 22 Per l'aggiudicazione di contratti pubblici in Italia lo Stato elvetico

non è più soggetto al nulla osta preventivoAttualità 24 Successione aziendale interna alla famiglia: il passaggio generazionaleAttualità 26 Comitato per il completamento del GottardoAttualità 27 “Impresa, innovazione, imprenditorialità”: costituito il nuovo centro

di Competenze della SUPSIAttualità 28 Casse pensioni: Siete pronti per il 2012?Attualità 30 Mobilità aziendale sostenibile in attivo con ampi margini di crescita

Eventi 31 America Latina: trend e opportunitàFormazione 39 Corsi proposti dalla Cc-Ti

Osec 40 Commercio esteroFiere internazionali 44 I prossimi appuntamenti

Vita dei Soci 46 AIETVita dei Soci 48 Hotel Internazionale BellinzonaVita dei Soci 50 Inner Web SaglVita dei Soci 53 Gruppo Sicurezza Servizi SAVita dei Soci 54 MaffeisNetwork SAVita dei Soci 56 WTC LuganoVita dei Soci 58 LT3 Suisse SaglVita dei Soci 60 Gemana Consulting SAVita dei Soci 62 Luisoni ConsulenzeVita dei Soci 63 VISMARA GREEN TECHNOLOGYVita dei Soci 64 La MobiliareVita dei Soci 65 ÖKKVita dei Soci 66 Svega

Sommario

Editore: Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino, Lugano

Redattrice responsabile: Lisa Pantini

Comitato redazionale:Franco Ambrosetti, Luca Albertoni, Rinaldo Gobbi, Lisa Pantini, Simona Morosini Marconi e Marco Passalia

Foto di copertina: ©iStockphoto.com/HadelProductions

Redazione:Cc-Ti, Corso Elvezia 16, 6900 LuganoTel. +41 91 911 51 11Fax +41 91 911 51 [email protected] www.cc-ti.ch

Pubblicità: Pubblicità Sacchi, C.P. 5586928 MannoTel. +41 91 600 20 [email protected] www.pubblicitasacchi.ch

Stampa: TBS, La Buona Stampa savia Fola 11, Pregassona (Lugano)

Diffusione: Tiratura: 2’500 copieAbbonamento gratuito per i soci Cc-TiAbbonamento supplementare: - CHF 50.- annuo- per i non soci CHF 70.- annuo (+ IVA)

Frequenza: Ticino Business è pubblicato in 10 numeri annuali

I m p r e s s u mnr. 5 / Giu. 2011

Il Ticino tra Nord e Sud

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Per molti concittadini il risultato delle recenti elezioni cantonali è stato un vero e proprio ciclone. In realtà, a mio modo di vedere è stata solo la famosa rottura della fune strapazzata oltre i limiti di tenuta per troppo tempo. Da ormai un trentennio si constata un lento ma inesorabile declino del partito liberale radicale in termini di voti. E se a noi imprenditori spetta il compito di pro-durre ricchezza, un insuccesso di tale portata del partito dell’e-conomia, ci preoccupa e costringe inevitabilmente a qualche considerazione. A noi pare che il partito liberale radicale si sia, negli anni, svuotato dei contenuti che ne hanno fatto il primo partito del Cantone, perdendo per strada alcune dei principi fondamentali del liberalismo. A cominciare dal ruolo dello Stato che si è allargato troppo sorpassando il concetto liberale per cui lo Stato deve garantire al cittadino sicurezza, legalità, giustizia e istruzione. Certo oggi liberalismo e socialità non si possono disgiungere. Ma il liberalismo è fautore dello Stato leggero. La dilatazione della sfera pubblica che supera ormai il 40% della ricchezza prodotta, poco ha di liberale e rischia di farci tornare alla società chiusa di un tempo quando non avevamo responsa-bilità e ci sentivamo al sicuro dall’instabilità e dal cambiamento. Ma soffocando la società aperta ove vige una pluralità di valori, di conoscenze, di opinioni per cui i cittadini sono liberi di sce-gliere, si rischia di risvegliare quell’idealismo hegeliano causa dei totalitarismi del ‘900. Da anni ormai insistiamo per una revisio-ne dei compiti dello Stato perché siamo convinti che il Pubblico si sia fortemente ingigantito a scapito del Privato. Ma di questo fondamentale pilastro del liberalismo, il meno Stato, il partito liberale se n’è fino ad oggi altamente infischiato. Il principio di sussidiarietà che vorrebbe che al privato fosse lasciato ciò che sa far meglio è totalmente ignorato dai nostri liberali che spes-so si sono opposti fermamente a proposte di liberalizzazione e privatizzazione. Questa Camera è stata spesso accusata da forze liberali, di ab-bracciare tesi liberiste. Orbene la parola liberismo esiste solo in italiano a sottolineare la differenza fra liberalismo economico e quello politico. Come se l’uno non fosse figlio dell’altro! Preoc-cupa che esponenti liberali di alto prestigio accusino un’istitu-zione economica di fare il proprio lavoro dimostrandosi nemici della libertà di mercato che altro non è che una delle libertà individuali come quella di espressione odi religione. Nel ‘96 l’antipatia per il mercato, latente all’interno delle istanze liberali si concretizza in modo quasi violento con la pubblicazione del “Iibro bianco” del Prof. Pelanda, a proposito del rischio (reale!) di un declino dell’economia cantonale. Il testo crea enormi dissensi nella dirigenza del partitone nonostante, come tutto, contenesse elementi validi assieme ad altri di spessore minore. Come scrive il Prof. Angelo Rossi, nonostante i tempi lunghi per l’introduzione delle misure proposte, “all’autore del libro bianco non si può addebitare di non aver visto il problema”. Un fatto positivo di enorme importanza per il Cantone in cui

il partito liberale è stato determinante, in parte proprio nella direzione auspicata da Pelanda, va comunque riconosciuto, con la creazione dell’USI voluta però soprattutto da persone che oggi poco condividerebbero del modo di comportarsi dei loro colleghi di partito. Con l’avvento del periodo masoniano che adotta una politica economica in totale sintonia con quel liberalismo economico che da sempre costituisce la base di dottrinale della Camera, il Cantone arriva laddove non era mai stato, ai vertici della graduatoria delle regioni fiscalmente più competitive della Svizzera, creando le condizioni quadro per una crescita duratura. Sennonché, questo indiscutibile suc-cesso invece del plauso liberale ottiene una condanna che si concretizza in una vera e propria guerra di fazioni, lunga e senza esclusione di colpi, infarcita di tradimenti, ricatti, in-trighi di palazzo e veleni con campagna mediatica militante e inquisitoria impostata dai colleghi di partito a riprova che il giustizialismo e l’uso della libertà come mezzo, con un fine etico, sono metodi ben radicati tra chi, nel partito, detiene il potere. Ma lo Stato liberale non ha finalità etiche, esso crea un sistema giuridico in cui il cittadino può agire. Non serve andare in Iran per capire cosa succede quando l’etica sostitu-isce la legge. Purtroppo tra i nostri liberali alcuni non hanno ancora deciso se la libertà sia un fine o un mezzo. Sappiamo come è andata a finire. Il potere, quello vero, è sempre nelle stesse mani e il cittadino si è stufato di assistere a una ge-stione arrogante, cieca e sorda al dissenso che considera con pruriginoso fastidio. Bel liberalismo! Da un insuccesso all’altro ma sempre al comando. Per un imprenditore abituato a dover rendere conto agli stakeholders (azionisti, banche, ecc.) dei propri risultati e a pagare di persona se necessario, è incom-prensibile. Noi osserviamo che: lo Stato si allarga sempre più, la burocrazia, potente serbatoio di voti idem; la politica fiscale nonostante i ripetuti tentativi della Signora Sadis di far passare gli sgravifiscali necessari per rimettere il Ticino in zona com-petitiva, ottiene dai suoi consensi così tiepidi che la questione passa alla Lega; il segreto bancario viene fortemente messo in discussione intermini non pragmatici ma ideologici; di libera-lizzazioni e privatizzazioni no se habla; la socialità è un diritto ex ante, cioè indipendentemente dalla creazione di ricchezza, i dritti individuali vengono spesso calpestati (diritto di proprietà garantito ma fortemente relativizzato da un’infinità di norme e leggi che ne limitano l’uso). E sopratutto: le RIFORME, quelle strutturali e liberali necessarie ad esempio per ottenere un pareggio di bilancio, che sia duraturo, CHI LE FA? QUANDO? Un vecchio detto dice che ogni rivoluzione divora i propri figli. Forse questa è l’unica spiegazione all’affermazione di un alto notabile del partito quando, recentemente, scrisse che due leghisti in Consiglio di Stato era meglio di una vittoria del signor Morisoli. È stato esaudito. E quel poco dei Lumi che sopravvi-veva nei corridoi bui del partitone si è definitivamente spento.

Strong Opiniondi Franco Ambrosetti, Presidente della Cc-Ti

ALLA RICERCA DEL LIBERALISMO PERDUTO

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Editorialedi Luca Albertoni, Direttore della Cc-Ti

È POSSIBILE UnA POLITICA ESTERA CAnTOnALE?

Negli scorsi mesi siamo riusciti a dare dignità al tema della politica estera cantonale, dapprima con la nomina di Michele Rossi a Delegato delle associazioni economiche per le relazio-ni esterne e poi facendone un tema della campagna politica delle elezioni cantonali 2011. Si tratta di un riconoscimento importante verso un tema per troppo tempo negletto. Come ho già avuto modo di sottolineare a più riprese, non si tratta di ignorare le competenze date dalla Costituzione federale, che limita ad solo ad alcuni temi ben precisi le possibilità per i Cantoni di muoversi nel contesto internazionale. Qui il discorso è fondamentalmente diverso. Occorre creare una sensibilità politica cantonale per tutti i rapporti con l’ester-no, siano essi legati alle tematiche dell’Unione Europea, alle questioni federali e a quelle dei rapporto con gli altri Cantoni. Nessuna rivendicazione di nuove norme quindi (almeno per il momento), bensì una presa di coscienza di quanto avviene attorno a noi, perché oggi fare politica solo tenendo conto delle dinamiche “cantonalticinesi” non ha più alcuna ragione di essere, perché impedisce di anticipare i problemi e di partecipare in maniera costruttiva e propositiva alla loro so-luzione. Continuando a guardarci l’ombelico e a considerarci il centro del mondo, potremo solo continuare a subire quanto viene deciso altrove, È vero che i tempi della politica sono più lunghi e complessi di quelli dell’economia, eppure buona parte dei settori economici è già abituata a fare i conti con il contesto nazionale ed internazionale, perché indispensabile. Mal si capisce quindi come la politica non potrebbe adottare una simile sensibilità, che sicuramente ci permetterebbe di acquisire maggiore peso anche a livello federale. La scarsa conoscenza del Ticino a Nord delle Alpi è emblematica del fatto che vi è molto lavoro da fare. Un primo segnale impor-tante da parte dell’autorità cantonale è stata la nomina di Jörg De Bernardi quale rappresentante del Cantone a Berna. Egli, evidentemente nel rispetto dei differenti ruoli, collabora stret-tamente con Michele Rossi, il che costituisce un importante arricchimento per tutto il Cantone. È auspicabile che anche chi siede in Gran Consiglio sappia agire con cognizione di causa quando si tratta di affrontare temi, sempre più nume-rosi, che non sono solo legati alla realtà cantonale. Si critica molto chi opera a colpi di slogan, ma va detto che dall’altra parte non ci si sforza più di tanto per controbattere con ar-gomenti fondati, magari portatori di qualche rischio, ma che comunque devono essere sottolineati in un dibattito politico che si voglia costruttivo ed efficace.Un esempio su tutti: i ristorni all’Italia per l’imposta alla fonte pagata dai lavoratori frontalieri. La discussione attorno a que-sta tematica è inevitabilmente molto ideologizzata e questo fa parte del gioco politico, che è fatto di emozioni e parole for-ti. Rimasi però perplesso quando proponemmo alcuni spunti giuridici per dare un quadro credibile alle rivendicazioni di sospendere i pagamenti (non entro qui nel merito della legit-timità politica di una tale misura). Ebbene, l’indifferenza fu quasi totale. Solo il nostro Rinaldo Gobbi con Lorenzo Quadri

(Lega dei Ticinesi) a livello cantonale e Ignazio Cassis (PLRT) e Norman Gobbi (Lega dei Ticinesi) nel contesto federale eb-bero il coraggio di portare avanti un’argomentazione giuridica poco spettacolare ma sicuramente ben fondata ed utilizzabi-le per costruire una strategia di comportamento alternativo al semplice subire le esternazioni del Ministro italiano delle finanze Giulio Tremonti. È vero che il Consiglio federale ha recentemente risposto di voler evitare la menzionata sospen-sione. Tuttavia, egli ha pure affermato che, nel caso in cui con l’Italia non si dovesse trovare una soluzione consensuale e negoziata e se la parte italiana dovesse declinare l’offerta di dialogo, sarebbe comunque disposto ad esaminare tutte le misure che siano compatibili con il diritto internazionale pubblico. È già uno spiraglio interessante, che non sarebbe stato ottenuto facendo capo solo a semplici rivendicazioni generiche. È infatti indubbio che l’attuazione di una misu-ra concreta e coraggiosa come questa imponga al Consiglio federale, oltre alla prudente valutazione delle conseguenze politiche sui nostri rapporti con l’Italia, anche una seria e approfondita analisi dell’ammissibilità giuridica della propo-sta, che costituisce la premessa inderogabile di ogni azione politica. In generale comunque, ritengo che sia necessario superare una certa timidezza nel proporre soluzioni giuridi-che, comunque magari sempre opinabili, ma che permettono una discussione su basi serie e non solo ideologiche fra fronte del sì e fronte del no.L’apparente intricata matassa della misura di sospensione dei ristorni fiscali, non è poi così complicata valutando il diritto internazionale pubblico, ma ovviamente ci vuole la voglia e il coraggio di portare avanti un’analisi tecnica. Basta infatti ricordare che la Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati del 23 maggio 1969 e l’Accordo sui frontalieri concluso nel 1974 lasciano margini di manovra. Un fondamentale muta-mento di circostanze rispetto al momento della conclusione del trattato può, a determinate condizioni, portare alla so-spensione di un trattato. Nello specifico, le condizioni sono innegabilmente mutate con l’entrata in vigore degli Accordi bilaterali fra Svizzera ed Unione Europea, che non prevedono più il rientro giornaliero dei frontalieri, elemento alla base dei ristorni a favore dei Comuni italiani di frontiera. In altre parole, i ristorni rispettivamente la loro entità sono meno giu-stificati oggi che i frontalieri (o almeno parte di essi) possono restare tutta la settimana in Svizzera, utilizzando le strutture elvetiche e non quelle italiane e generando quindi costi qui e non nei Comuni di residenza italiani. Perché nessuno lo dice in questi termini? Paura, scarso interesse? Si tratta in fon-do solo di un ragionamento giuridico che dovrebbe facilitare l’azione politica. Penso che il nostro compito, nell’interesse del Cantone, sia quello di attirare l’attenzione della politica su questi importanti risvolti e contribuire quindi allo sviluppo di quella sensibilità verso l’esterno che è ormai un fattore imprescindibile per la crescita del territorio.

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Contromanodi Alessio Del Grande

ALLE RADICI DELLA CRISI DEI PARTITI STORICI

Sui risultati delle ultime elezioni cantonali, il crollo dei partiti storici, e in particolare del PLR, si è detto e scritto di tutto. Se per il PLR la sconfitta è in gran parte ricon-ducibile anche ai velenosi dissidi interni che ne hanno minato la credibilità, secondo tutti i tre partiti, libera-li radicali, popolari democratici e socialisti, la déblâche sarebbe soprattutto riconducibile ad una scarsa o nulla efficacia nella loro comunicazione. Un deficit di comu-nicazione che pare penalizzare il PLR e il PPD anche sul piano politico nazionale. E in parte questo è vero. La Lega ha vinto le elezioni perché, come è stato giustamen-te notato, sa parlare direttamente alla gente, sebbene lo faccia soprattutto usando e abusando dei codici di una demagogia populista oggi trionfante, ossia cavalcandone ed esasperandone risentimenti e paure della popolazio-ne. Paure e risentimenti non sempre giustificati. Gli altri partiti invece si parlano addosso o tra di loro, racchiusi nella torre d’avorio della “complessità dei problemi e delle difficoltà nelle soluzioni”. Ovviamente altrettanto difficili da comunicare e spiegare alla gente comune. Dunque, un difetto di comunicazione c’è. Ma c’è soprattutto un deficit di contenuti della comunicazione. Di fronte al dilagare delle tesi populiste, sia a livello can-tonale che nazionale, nessuno dei tre partiti ha saputo controbattere con la semplice verità che tutto sommato la Svizzera è un Paese ancora felice. Che nonostante tanti problemi, può vantare al confronto degli altri Stati, non solo europei, un benessere economico e sociale più che invidiabile, finanze statali sane, le prime posizioni nelle classifiche mondiali della competitività e dell’innovazio-ne, uno dei più bassi tassi di disoccupazione, un’ottima tenuta della coesione sociale, un Welfare State che ormai nemmeno le socialdemocrazie nordeuropee si possono più permettere, stabilità politica, servizi pubblici efficienti, una democrazia diretta che altre Nazioni si sognano, una rete universitaria all’avanguardia, un sistema sanitario, pubblico e privato, certamente costoso ma a sette stelle, una solida legislazione a garanzia delle libertà economi-che. Senza dimenticare, infine, sicurezza e ordine interno di cui non si può che essere orgogliosi. Un benessere di cui beneficia pure il Ticino, grazie ad un federalismo che, a parte talune storpiature, funziona tuttora egregiamente. Indubbiamente l’onda montante di un populismo, con in-quietanti tratti xenofobi, che ha investito il Cantone arriva da lontano e ha già investito in pieno parecchi altri Paesi del vecchio continente. Ma qui da noi sarebbe stata po-

liticamente meno devastante se i partiti storici avessero saputo capitalizzare il successo di un modello economico e sociale che ha retto più che bene alle crisi internazionali che si sono succedute negli ultimi decenni. Se avessero saputo opporre alla cupa e allarmante narrazione politica leghista, la visione ottimista di un Paese che ha voglia di fare e che guarda sempre con intraprendenza al futuro.Al di là di questa insufficienza di fondo che accomuna i tre partiti, ci sono poi dei fattori interni, e d’immagine, che hanno acuito una crisi che si trascina ormai da anni, pregiudicando anche questo ultimo risultato elettorale. Per il PS il discorso è presto fatto. Il partito socialista, prigioniero com’è di un vetero marxismo che non ha più riscontro in nessun Paese europeo, in tutti questi anni non ha saputo rimodellarsi sulle linee di un moderno ri-formismo. La gente comune lo identifica ormai nel partito delle tasse e dell’impiego pubblico, senza più un’autentica rappresentatività delle classi popolari. Scontato, dunque, il fatto che il PS continuerà a perdere terreno a tutto vantaggio dei Verdi che, con Sergio Savoia, si muovono pragmaticamente, o spregiudicatamente, a tutto campo intercettando anche l’interesse di una consistente fetta di elettorato socialista. Il PPD, in caduta libera da anni, sta invece pagando il prezzo di una scarsa riconoscibilità politica agli occhi degli elettori, penalizzato da una linea altalenante tra socialità, difesa dell’economia e valori cri-stiani, che non riesce ancora a ricondurre ad un’identità politica forte. Più complesso il caso del PLR corroso dai dissidi interni e anche per questo privo di una progettualità politica ca-pace di riaffermare la sua leadership sul Paese. Proprio in queste elezioni il partito ha perso un’occasione storica per avviare un vero confronto politico interno grazie alla candidatura al Governo di Sergio Morsoli. Il programma di Morsoli all’insegna di “competitività e solidarietà” era, difatti, la migliore traccia per riannodare i fili del dibattito tra istanze sociali e istanze economiche nella rappresen-tanza politica, tra liberalismo classico, liberalismo sociale e liberalismo cattolico. Un dibattito invece abortito sul nascere, soffocato da personalismi e ottocentesche di-scussioni sulla laicità dello Stato, che hanno finito anche con l’allontanare il partito dal Paese reale. Oggi il PLR è davanti alla grande sfida di trovare una nuova ragione sociale, in grado di prefigurare una rinnovata capacità di rappresentanza politica. Una sfida che si giocherà anche su scala nazionale.

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8 Ticino Business

Il tema

di Alessio Del Grande

MILAnO-ROMA-BERnA: nODI E SnODI PER IL fUTURO DEL TICInO

Milano, Roma, Berna. Nodi e snodi per la politica e l’eco-nomia ticinese. A Sud si gioca la partita più importante per le relazioni con l’Italia, a Nord quella dei rapporti con Palazzo federale. Una partita che dal primo gennaio scorso vede in campo anche Michele Rossi, nominato De-legato dell’economia ticinese nel capoluogo lombardo e Berna. Non si tratta però di una funzione semplicemente rappresentativa. A Rossi è stata, difatti, affidata la non facile missione di difendere gli interessi dell’economia cantonale, in tempi in cui i rapporti sia con l’Italia (basti pensare alla questione delle bkack list), ma anche con la nostra Capitale non sono dei migliori. Le tensioni su en-trambi i versanti ultimamente non sono mancate. Deve, inoltre, muoversi su un terreno difficile, dove gli interessi economici regionali non sempre ben si conciliano con quelli nazionali e, per di più, in un sovrapporsi continuo di competenze amministrative e politiche che investono più livelli istituzionali. Rossi dovrà, quindi, far uso delle sue ottime qualità diplomatiche, acquisite grazie alle passate esperienze professionali al Dipartimento federale degli esteri e come membro della delegazione svizzera che ha negoziato gli Accordi bilaterali con l’Unione Europea. Es-sendo stato, inoltre, relatore dei seminari di promozione economica promossi in Italia con il programma “Location Switzerland”, conosce a fondo i problemi e le difficoltà che il nostro Cantone incontra a Sud come a Nord. Due fronti di un lavoro da sviluppare in parallelo, visto che per affrontare e risolvere le questioni aperte con l’Italia è necessario anche discutere con Berna per quei problemi che sono di competenza federale. In questi primi mesi del suo delicato mandato, Rossi si è mosso stringendo tutta una serie di contatti necessari per proporre alle con-troparti la voce diretta degli ambienti economici ticinesi e, dunque, la conoscenza concreta, non filtrata da istanze burocratiche-amministrative, dei problemi sul tappeto. I contenziosi con l’Italia sono soprattutto due: la clausola della reciprocità prevista dai trattati bilaterali e le black list del Ministro Tremonti.Per quel che riguarda la clausola della reciprocità, da tempo si lamenta giustamente che da parte italiana è applicata all’ingrosso, tanto per usare un eufemismo. Per cui le nostre imprese che vogliono lavorare oltre frontiera si scontrano con non poche difficoltà, restando impa-stoiate spesso in procedure burocratiche che funzionano

da vero e proprio deterrente, rasentando a volte delle discriminazioni che sembrano finalizzate, e il sospetto è legittimo, a proteggere il mercato locale da intrusioni esterne. Per contro le aziende italiane non incontrano ostacolo alcuno per lavorare in Ticino. È chiaro che questo squilibrio, oltre al giusto malcon-tento di molti nostri imprenditori, sta pure creando non poche tensioni sul mercato del lavoro cantonale. Offren-do così un’ottima sponda a quanti vorrebbero addirittura cancellare gli Accordi bilaterali o, quantomeno, rimetterli radicalmente in discussione con una nuova negoziazio-ne. Una posizione di pericoloso isolazionismo che sta prendendo piede non solo da noi, ma anche in altri Can-toni di frontiera. Sfruttando spregiudicatamente paure e risentimenti popolari, e svalorizzando invece, i vantaggi originati dai bilaterali, sia per l’economia nazionale che per le economie regionali. Se in questi anni di crisi l’a-zienda svizzera, orientata soprattutto sull’export, ha po-tuto reggere bene all’impatto della cattiva congiuntura, registrando anzi invidiabili tassi di crescita, secondi solo a quelli della Germania, ciò lo si deve anche agli Accordi bilaterali che hanno facilitato le nostre esportazioni. Ecco perché il contenzioso sulla clausola della reciprocità è un dossier di interesse nazionale. E i suoi risvolti sul piano della politica interna non sono affatto indifferenti.Non meno delicata è la questione delle black list che ostacolano le imprese ticinesi che lavorano con l’Italia. Liste nere usate dal Ministro italiano Giulio Tremonti come un’arma impropria per ottenere dalla Svizzera lo scambio automatico delle informazioni in materia fisca-le. Scambio per nulla contemplato negli standard OCSE già sottoscritti dalla Svizzera con grande soddisfazione di molti altri Governi europei. L’impressione è che Tremonti usi le black list, non soltanto per accentuare il pressing su Berna per il fisco, ma soprattutto come contromisura per proteggere il mercato del Nord Italia. Del resto, il Ministro non ha mai nascosto il suo orientamento protezionista, lo ha anzi teorizzato e ribadito in più occasioni. Reciprocità e liste nere, considerate la valenza nazionale e la com-petenza federale in sede di negoziazione, sono per Rossi due nodi da affrontare lavorando di concerto con Jörg De Bernardi, il Delegato cantonale a Berna.Nel vuoto creato dall’empasse della Regio Insubrica, a Rossi toccherà pure il compito di rilanciare e fluidificare

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le relazioni con il Nord Italia, in particolare con la Lom-bardia. Una regione con oltre 800 mila imprese e che vanta pure uno di più alti tassi di produttività e di crescita in Europa. Quindi un mercato con grandi potenzialità per il nostro Cantone, che dovrà aumentare la sua visibili-tà con un’offerta di beni e servizi che possono spaziare dai prodotti industriali all’edilizia e all’artigianato di alta qualità, dalle consulenze finanziarie a quelle assicurative. Restando in Lombardia, non si può dimenticare Expo 2015 che potrebbe essere l’occasione d’oro del Ticino per rinsaldare scambi e relazioni con la regione.Anche in questo caso la partita non si gioca esclusiva-mente a Sud. Serve, difatti, un grande lavoro di sensibi-lizzazione e convincimento a Berna, dove c’è una scarsa conoscenza e consapevolezza dell’importanza economica del Nord Italia per il nostro Cantone e per tutta la Confe-derazione. A questo proposito Rossi e De Bernardi hanno un comune impegno da svolgere. In sintonia dovranno pure muoversi nel difendere e promuovere gli interessi del Cantone a Palazzo federale, con i politici e con i qua-dri che contano dell’amministrazione federale. Missione non facile visto anche il prossimo ricambio delle Camere federali con le elezioni di ottobre.

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Tra i tanti problemi aperti sull’asse Bellinzona-Berna, pri-mo fra tutti c’è indubbiamente il risanamento del tunnel autostradale del San Gottardo che, secondo il rapporto del Consiglio federale, potrebbe restare chiuso per 900 giorni. Il che significa l’isolamento del Ticino. Un rischio che bisogna assolutamente scongiurare.Rilanciare più proficui rapporti con Berna, far pesare di più la voce e gli interessi del Cantone, non è però compito soltanto di Rossi e De Bernardi. Bensì di tutta la nostra classe politica. Sino a quando dal Ticino si leveranno solo lamenti, risentimenti e rancorose rivendicazioni locali, a Palazzo federale non saremo mai presi sul serio. La clas-se politica ticinese deve essere compatta e autorevole proponendo soluzioni costruttive nel presentare i nostri bisogni non come rivendicazioni locali, ma come scelte necessarie nell’interesse nazionale, perché ha da guada-gnarci tutta la Svizzera. Rossi e De Bernardi possono, dunque, fare un buon lavo-ro nel tessere contatti e relazioni tra i parlamentari e gli alti funzionari dei vari Dipartimenti, possono anche dare un contributo importante nel proiettare un’altra immagi-ne del Ticino, ma il pallino resta poi in mano ai nostri politici.

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Ospite

Intervista di Lisa Pantini all’Avv. Michele Rossi, Contitolare dello studio legale Respini Rossi Beretta Piccoli & Jelmini e Delegato delle associazioni economiche a Berna e Milano

nELL’ERA DELLA GLOBALIzzAzIOnE Un DIALOGO COSTRUTTIvO PER RAPPORTI STABILI E fRAnChI

Quali sono i passi intrapresi sinora sul fronte italiano?“Come avevo preannunciato in occasione della mia no-mina, ho proceduto a tessere ed a riallacciare una rete di contatti per poter disporre di interlocutori sui temi che ci interessano. Ringrazio a tal riguardo l'Ambasciatore svizzero a Roma Bernardino Regazzoni ed il Console Generale svizzero a Milano Massimo Baggi, che mi han-no davvero assistito in questo mio inizio. Si è inoltre proceduto, assieme a tutte le associazioni economiche che mi hanno incaricato, a sottolineare sistematicamen-te come il trattamento riservato dalle note black list italiane alla Svizzera sia inaccettabile e, a volte, pure illegale. Queste voci, sommate a quelle di altre istanze federali e cantonali, hanno avuto un primo effetto molto concreto. La Commissione europea è infatti intervenuta nei confronti di Roma per il trattamento discriminatorio riservato alle aziende svizzere nel campo degli appalti pubblici. L'Italia, messa di fronte alle proprie responsa-bilità internazionali, ha dovuto togliere la Svizzera dalla relativa black list”.

I rapporti con l'Italia restano ancora tesi, basta pensare alla spinosa questione per il Ticino della black list. Come muoversi per risolvere questo problema che investe i rapporti tra Italia e Svizzera? “Il nodo della questione è lo scambio di informazioni in materia fiscale. Da questo problema dipende la soluzio-ne degli altri diverbi. Purtroppo proprio su tale questione non è chiaro quello che l'Italia vuole davvero. Infatti Roma, unico Paese al mondo, chiede che lo scambio sia automatico e non su richiesta. Ora, va ricordato che lo standard OCSE, accettato con soddisfazione dalla co-munità internazionale, prevede unicamente uno scam-bio su richiesta e che su questo sistema la Svizzera ha negoziato già una trentina di convenzioni internazionali. Ma perché Tremonti chiede alla Svizzera qualcosa di impossibile, che già sa che Berna non concederà mai? Forse proprio per avere il pretesto per mantenere lo status quo e le black list, che tutelano per l'appunto l'economia italiana. Se l'Italia non è nemmeno disposta a sedersi ad un tavolo per trattare con la Svizzera, è ve-rosimilmente inutile continuare a ripetere le medesime

cose. In tal caso occorre intervenire con altri modi, più concreti, al fine di risvegliare un interesse reale per una trattativa con il nostro Paese. Approfondire la proposta di sospendere i pagamenti verso l'Italia delle imposte pagate in Ticino dai frontalieri potrebbe essere un primo passo. Anche perché una tale sospensione non sarebbe sprovvista di basi legali”.

Le polemiche su frontalieri non hanno di certo giovato a rasserenare le relazioni con l'Italia, come giudica le conseguenze di queste campagne? “Sui frontalieri bisogna stare molto attenti. L'ho già det-to più volte e lo ripeto. La nostra economia ha bisogno dei frontalieri. Senza di loro interi settori economici si fermerebbero. Rappresentarli come ratti approfittatori è indegno e non facilita di certo il lavoro diplomatico verso l'Italia. Quello che invece va verificato e tenuto sotto controllo è che i frontalieri non abbiano quale effetto un dumping salariale, ossia una pressione al ribasso sui salari nel nostro Cantone. Proprio per questo ci sono le misure di accompagnamento agli Accordi bilaterali e le relative commissioni tripartite. Un loro corretto impiego serve proprio ad evitare questo fenomeno. E i casi di abusi vanno sanzionati severamente”.

Rapporti non facili a Sud, una certa incomprensione a Nord, nella Berna federale. Cosa può fare il Ticino per superare questa impasse? Quali sono invece le priorità nel ricucire i rapporti con l'Italia?“Il Ticino deve agire in modo compatto. È ora di rendersi conto che il nostro benessere non è scontato, come for-se poteva sembrare nel recente passato. La creazione di ricchezza deve ridiventare la priorità, per troppo tempo dimenticata, della nostra azione e su questo punto deve esserci unità di intenti. Nel dialogo con Berna il Ticino deve essere presente con proposte di soluzioni condivi-se, internamente e, se possibile, anche da altri Cantoni, come ad esempio sta facendo sul tema del San Gottar-do. Una presenza costante, a tutti i livelli, può inoltre favorire una comunicazione più fluida ed instaurare una maggior conoscenza reciproca. A volte i problemi na-scono anche da una comunicazione non ottimale che va quindi messa a punto. Inoltre, da quest'anno anche il

Michele Rossi

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Ospite

Intervista di Lisa Pantini all’Avv. Michele Rossi, Contitolare dello studio legale Respini Rossi Beretta Piccoli & Jelmini e Delegato delle associazioni economiche a Berna e Milano

Cantone ha nominato un suo delegato per i rapporti con Berna, Jörg De Bernardi, con il quale sono in costante contatto su temi di interesse comune. Anche grazie al suo impegno sono sicuro che la voce del Ticino sarà più ascoltata oltre Gottardo. Verso l'Italia, come già in-dicato, il problema attuale è la manifesta mancanza di volontà di Roma di sedersi a discutere con la Svizzera il tema dal quale apparentemente dipende la soluzione di quasi tutti i problemi: lo scambio di informazioni in materia fiscale, da rivedere nell'ambito della Convenzio-ne bilaterale volta ad evitare la doppia imposizione. Lo ripeto, se dall'altra parte non vi è disponibilità a sedersi ad un tavolo di trattative, spetta alla nostra politica at-tivarsi, con misure concrete, affinché Roma sia interes-sata ad ascoltarci. Come già hanno fatto gli altri Stati, mettendo in atto misure concrete (spesso aggressive) a difesa delle proprie economie, è indispensabile che anche tutto il nostro mondo politico prenda coscienza della necessità di agire (e reagire) a difesa della propria in modo attivo e anche coraggioso, nonché di prestare la massima attenzione ai problemi attuali di politica estera, dalla cui soluzione dipende sempre più quella dei problemi interni dell’economia ticinese”.

Quanto sono importanti per la nostra economia relazioni armoniose e dinamiche con il Nord Italia? E quelle con Berna?“La nostra economia è, di fatto, integrata con quella del Nord Italia. Misure artificiose ed arbitrarie come le note black list italiane interferiscono quindi in modo negativo in situazioni già consolidate da molto tempo. Si tratta di ostacoli creati ad arte che danneggiano l'economia reale, creando problemi sui due lati della frontiera. Non solo. Rappresentano un non senso storico, in un epoca in cui si parla di strutture in rete e di globalizzazione, poiché mira-no a sfaldare un'unità già funzionale e funzionante (l'eco-nomia transfrontaliera) che potrebbe costituire proprio un punto di forza nel contesto internazionale. Queste misure adottate dalla vicina Italia disturbano quindi, per tornare al termine utilizzato nella domanda, l'armonia dei recipro-ci rapporti, a tutti livelli. Per quanto concerne la capitale federale ribadisco che un dialogo franco e costruttivo deve rappresentare la base dei reciproci rapporti. Oggi spesso il territorio non può più essere gestito dalle sole autorità lo-cali. Decisioni prese altrove hanno impatti diretti sul nostro Cantone. Il Ticino deve quindi serrare i ranghi e presentarsi compatto in difesa dei propri interessi, se possibile in mo-do armonioso ma comunque fermo e deciso”.

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Quale è stato il suo primo impatto a Berna con il nuovo incarico? In autunno poi ci saranno le elezioni federali, l'esito del voto influirà sul suo lavoro?“Il mio primo impatto a Berna? Sono sorpreso in posi-tivo. Il Ticino gode di parecchia simpatia e benevolenza a Berna. Concretamente questo vuol dire, per esempio, che fino ad ora tutte le mie richieste d’appuntamenti, anche con alti funzionari, hanno avuto un riscontro po-sitivo. Questo ci ha permesso di avviare rapidamente il lavoro tecnico su una serie di incarti. Simpatia non vuol però necessariamente dire conoscenza: la realtà del nostro Cantone è complessa, ed è in continua evoluzio-ne, va spiegata, anche in controcorrente ai facili cliché e al saltuario pregiudizio che pure si può osservare. Non credo invece che le elezioni federali influiranno sul mio lavoro. Le potenzialità del Ticino ed i suoi inte-ressi non cambieranno da un giorno all’altro. I rapporti istituzionali tra il livello cantonale e il livello federale neanche. Il 24 ottobre (il lunedì dopo le elezioni, ndr.) continuerò dunque con ogni probabilità il lavoro gli dove l’ho lasciato il venerdì prima delle elezioni”. Quali sono le priorità per rendere più dinamiche e produttive le relazioni con Berna?“La parola chiave è «anticipare». Bisogna sempre stare allerta per vedere «che aria tira» e saper identificare con tempestività sviluppi importanti a livello federale. È necessario poi definire le posizioni del Cantone con largo anticipo per cercare di influire sugli incarti ancora al loro stato embrionale, quando sono a livello tecnico e malleabile. Se faccio bene il mio lavoro, in altre parole, i ticinesi e le ticinesi non sentiranno spesso parlare di me. Se si arriva al punto di dover picchiare i pugni sul tavolo e di far leva politica, non è un buon segno, vuol dire che questo lavoro d’anticipo non è stato fatto, o non ha dato gli esiti sperati. Un altro fattore determi-nante per una difesa d’interesse efficace è la capacità di pensare ad una problematica non solo in riferimento alla realtà cantonale, ma anche in termini nazionali. Le nostre proposte e le nostre rivendicazioni si inserisco-no nel contesto di un campo di forza più ampio, teso dagli interessi variegati dei molti attori che a Berna cercano di far sentire la loro voce. Conoscendo questi interessi nonché le regole procedurali che reggono il

gioco politico a livello nazionale, si possono tessere delle alleanze, ripartirsi i compiti, calibrare la tempi-stica e darsi un piano d’azione. Queste sono possibilità precluse a chi si limita a portare le proprie rivendica-zioni a livello federale in maniera puntuale, senza co-gnizione del contesto nel quale vengono ricevute. Non bisogna infine dimenticare che il federalismo elvetico non è a senso unico: la buona coabitazione federale è retta da un dare e un ricevere tra il Governo federale ed i Cantoni. Non siamo dunque solo noi che abbiamo in-teresse a collaborare con Berna, ma è anche Berna che desidera la collaborazione del Cantone. Più riusciamo a capire e a soddisfare le richieste di Berna, meglio siamo posizionati per difendere i nostri interessi”. Spesso ci si lamenta del fatto che nella Capitale ci sia una scarsa considerazione per gli interessi e i problemi del Ticino. È un'insoddisfazione giustificata? Non crede che piagnistei e lamenti o, peggio, rivendicazioni demagogiche possano danneggiare, se non peggiorare, le relazioni con il potere centrale?“L’insoddisfazione è sì e no giustificata. Sì, nel senso che in Svizzera ogni Cantone oggettivamente costitui-sce una realtà particolare e unica a suo modo, che non sempre la Capitale conosce. Il Ticino, Cantone perife-rico per tanti versi, tende a soffrire particolarmente a causa di questa ignoranza, dovuta ad una tripla distan-za - geografica, linguistica e culturale - che ci allon-tana forse più di altri Cantoni dalla capitale federale. Bisogna dunque lavorare attivamente per informare e sensibilizzare Berna sulle realtà del nostro Cantone, ma anche sulle opportunità che presenta, e sui progetti innovativi che ha saputo portare a termine, anche di valenza nazionale. No, nel senso che a Berna fino ad ora ho riscontrato una disponibilità al dialogo e una apertura tutto sommato ragionevole ai nostri argomenti e alle nostre richieste. Per quel che concerne la secon-da domanda, fino ad ora, nessuno dei miei interlocutori in seno all’Amministrazione cantonale, e ancora me-no in Consiglio di Stato, ha anche solo accennato un piagnisteo, lamento o una rivendicazione demagogica. Ben al contrario, sulla base di questi primi due mesi di lavoro constato con grande soddisfazione che posso contare sul sostegno di colleghe e colleghi di grande

Ospite

Intervista di Lisa Pantini con Jörg De Bernardi, Delegato del Cantone Ticino per i rapporti confederali

AnTICIPARE I TEMPI E AMPIE vEDUTE D’ORIzzOnTE: ECCO I SEGRETI DEL LAvORO vERSO LA CAPITALE

Jörg De Bernardi

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professionalità, competenti e precisi, che spesso già vantano una fitta rete di contatti in Svizzera interna e in Svizzera romanda e sono dunque perfettamente a conoscenza della posta in palio. Gli obiettivi che ci sia-mo posti negli incarti dei quali mi occupo attualmente sono ambiziosi, ma realistici. È così che ci si guadagna il rispetto e l’attenzione della Berna federale: con un lavoro di dettaglio, spesso tecnico e poco visibile, ma assiduo, tenace e propositivo. Oltre a ciò, aiuta sicura-mente anche il fatto che con la mia figura il Consiglio di Stato ha voluto creare una specie di mediatore tra il livello politico – incluso a livello delle Camere federali, attraverso la collaborazione con la Deputazione ticine-se alle Camere - ed il livello tecnico, dell’Amministra-zione cantonale. Questa soluzione organizzativa ci dà parecchia flessibilità e un’agilità di manovra che ci è peraltro invidiata da altri Cantoni”.

Niente piagnistei e lamenti, dunque. Ma è pur vero che le relazioni tra il Ticino e Berna sono spesso e volentieri tematizzate ed analizzate nel nostro Cantone.“Sì, in effetti mi capita ogni tanto di restare un po’ sconcertato dall’importanza che si può attribuire all’a-spetto simbolico delle relazioni con Berna. Constato che vi è una certa sensibilità e una suscettibilità ad atti (o mancanze) della Berna federale percepite co-me espressioni di una mancanza di rispetto, se non di sufficienza o addirittura di arroganza. Non posso né voglio esprimere un giudizio su questa sensibilità. Noto però che non sempre una tale lettura in chiave «personale» o «identitaria» degli atti e gesti della Ber-na federale è proficua in termini di difesa d’interessi del nostro Cantone, difesa di interessi che richiede di mantenere gli occhi puntati sul puck, senza farsi

distrarre da body check irregolari o presunti tali. Ag-giungo un’osservazione, se permette: il Ticino gode di una densità mediatica altissima, probabilmente unica al mondo. Tre giornali quotidiani, due reti televisive e tre reti radiofoniche pubbliche, per solo citare le fonti d’informazione più importanti – e questo per poche centinaia di migliaia di abitanti. Questi spazi mediatici devono essere riempiti ogni giorno; sembra quasi es-serci una specie di «vacuum della notizia», una richie-sta smisurata di novità, analisi, approfondimenti, un vuoto che va sfamato in un qualche modo. Le relazioni del Cantone con Berna diventa allora un «Leitmotiv», un tema ricorrente e sempre riproponibile, ma anche una chiave di lettura rapida, facile e universalmente capita, applicata ad altri fatti di cronaca”. Tra le richieste poste a Berna c'è il raddoppio del tunnel autostradale del San Gottardo, rispetto anche alla prospettiva della chiusura della galleria per 900 giorni per i lavori di ristrutturazione. C'è motivo di sperare in un ripensamento del Governo sul raddoppio del tunnel?“Ricordo che nessuna decisione formale è stata presa fino ad ora. Il Consiglio federale si chinerà sull’incarto verosimilmente in autunno, il Parlamento nel primo semestre 2012. Gli approfondimenti voluti dal Consi-glio di Stato tenderebbero a privilegiare per ragioni di sicurezza, di economicità, di gestione della mobilità nel periodo di chiusura e di costi la soluzione di un secondo tubo. Valutiamo però con cura anche altre varianti avanzate negli ultimi mesi, come quelle pro-poste dall'Iniziativa delle Alpi. L'obiettivo del Consiglio di Stato è doppio: evitare un isolamento del Ticino e proseguire con la politica del trasferimento del traffico merci dalla strada alla rotaia”.

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Biblioteca liberaledi Alessio del Grande

Titolo: La regina del mondo.Il potere dell’opinione pubblica

Autore: Jacques Julliard

Editore: Marsilio

MEDIA, SOnDAGGI, POLITICA E POTERE DELL’OPInIOnE PUBBLICA

Un libro di cui si consiglia vivamente la lettura ai politi-ci ticinesi: “La regina del mondo. Il potere dell’opinione pubblica” di Jacques Julliard, editore Marsilio. Leggere tenendo ben in mente la massima di Saint Simon, in epigrafe al saggio, secondo cui “in tutti i Paesi esiste una forza superiore a quella dei Governi, quella dell’opinione pubblica”.Julliard, storico, Direttore dell’École des hautes études in Scienze sociali ed editorialista del Nouvel Observa-teur, si sofferma innanzitutto su uno dei passaggi cruciali della contemporaneità che ha visto l’opinione pubblica trasformarsi progressivamente in doxocrazia, ossia l’uso massivo dei sondaggi per tastare il polso dei sentimenti della Nazione e orientare l’azione della politica e dei Go-verni. L’irrompere sulla scena istituzionale e sociale della sondocrazia o doxocrazia che dir si voglia, rimanda ad un altro grande interrogativo di oggi: il rapporto tra poli-tica e media, ossia i mezzi di comunicazione di massa, che se da un lato sono lo specchio della società, dall’al-tro attraverso la produzione d’informazione plasmano e orientano la pubblica opinione, e ne titillano di continuo la reattività. Soprattutto in tempi in cui la politica pare rinchiusa in un circuito autoreferenziale e priva di presa diretta sulla popolazione.“Ciò che caratterizza i nuovi movimenti d’opinione - scri-ve Julliard - è il fatto di essere irriducibili alla sociologia marxista delle classi e di avere un fondamento cuturale più che economico: sono figli di Internet e del mondo dei blog”. Secondo lo studioso è la rivoluzione dell’in-formazione e della comunicazione a mettere oggi in di-scussione la vecchia democrazia rappresentativa sin dalle fondamenta: “Quest’ultima, giustificata dall’impossibilità tecnica di dare la parola a tutti, poggia dunque in ultima analisi su una divisione sociale del lavoro tra chi parla e chi ascolta”. Per Julliard la crisi della democrazia rappre-sentativa è cominciata negli anni ‘30, si è acuita negli anni ‘50 col diffondersi della televisione e la moltiplica-zione dei sondaggi e ha raggiunto il culmine nel 2005 con Internet e la blogsfera. Ripercorrendo le tesi del sociologo Gabriel de Tarde, lo studioso francese si domanda: “Cos’è il pubblico? È la folla a distanza, quella che, nonostante l’isolamento di ogni suo membro, continua a produrre quegli effetti collettivi che chiamiamo opinione. Il giornale ha preso il posto degli oratori pubblici. All’auditorio è subentrata l’audience. È un progresso; poiché la folla è unica, essa ha inevitabilmente pulsioni totalitarie. Al contrario, ogni individuo appartiene necessariamente a diversi pubblici, che sono gruppi di ap-partenenza o d’interesse. Il sesso, l’età, la religione deter-minano gruppi a distanza che i media moderni conoscono bene. Ogni giornale ha il suo pubblico”.Contestando le conclusioni di Pierre Bourdieu sulla discu-

tibilità dei sondaggi e a chi li accusa di fare solo confu-sione, soprattutto di ‘confondere la verità’, Julliard replica che i sondaggi hanno, invece, permesso di ristabilire la verità. “Prima della loro comparsa - nota - l’espressione favorita degli uomini politici era ‘Il Paese pensa che…’. Cosa ne sapevano? Il Paese era un pretesto. Impossibile oggi contrabbandare le proprie opinioni sotto la bandiera di comodo del ‘Paese’. Perché sappiamo in ogni momento quel che pensa il Paese. Esso non è unanime, non è mai unanime. Questa è la verità: la pratica dei sondaggi di opinione ha radicalmente abolito la finzione della volontà generale. Rousseau e i suoi predecessori, come Hobbes e Locke, sono le grandi vittime di Gorge Gallup. Grazie a lui la volontà generale ha cessato di essere totalitaria”. Se prima questa volontà generale era frutto della libera ed esclusiva interpretazione dei governanti, oggi grazie ai sondaggi è il risultato di opinioni che si oppongono e si controbilanciano. Insomma, la volontà generale, conclu-de Julliard non è più quel concetto metafisico analogo al diritto divino dell’Ancien Régime.La doxocrazia, fondata sull’intervento permanente dell’o-pinione negli affari pubblici che si va ormai profilando un po’ ovunque, è la chiave di volta della democrazia d’opinione, che per lo studioso francese, si caratterizza come: democrazia mediatica, in quanto deve il suo pro-gresso alla moltiplicazione dei mezzi d’espressione, dalla stampa scritta ad Internet; democrazia diretta, perché diffida degli intermediari; democrazia permanente, poi-ché a differenza di quella rappresentativa - parlamentare che si esercita ogni cinque anni (una volta che ha eletto i suoi rappresentanti, il popolo deve poi tacere) essa si esercita di continuo. In conclusione per Julliard l’ascesa dell’opinione pubblica nella sfera politica “non è che un caso particolare di un problema assai più ampio, quello della crescente acquisi-zione di autonomia degli individui nelle società moderne”.

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Diritto

di Simona Morosini Marconi, Responsabile Servizio giuridico Cc-Ti

GIURISPRUDEnzA SUL COnTRATTO DI LAvORO: MEnù ESTIvO Nel corso del 2010 sono state pubblicate una serie di sentenze interessanti relative al contratto di lavoro. Di seguito ne riassumiamo quattro particolarmente evocative ed appetitose per i datori di lavoro

Hors d’oeuvre Valore del certificato medico in caso di impedimen-to al lavoro; dipendente guida l’auto durante un’ina-bilità lavorativaDopo essere stata licenziata il 18 febbraio 2008 (con effetto al 30 aprile 2008), una venditrice alle dipen-denze di un’azienda di produzione e vendita di prodotti cosmetici, aveva esibito, il pomeriggio del 19 febbraio, un certificato medico rilasciato il medesimo giorno e attestante un’incapacità totale al lavoro dal 16 febbraio sino al 27 febbraio 2008. Tale incapacità derivava da una caduta su una lastra di ghiaccio avvenuta il 16 febbraio con conseguente ferimento ad un ginocchio e ad una spalla. Il certificato è stato in seguito rinnovato a più riprese, attestando un’incapacità del 50% dal 13 marzo al 21 aprile, data in cui la lavoratrice ha ritrovato la piena capacità lavorativa. Il licenziamento, sospeso dall’incapacità, è stato poi confermato dal datore di lavoro per il 30 giugno 2008.Fra le questioni oggetto di contestazione figurava quella relativa al valore probatorio del certificato medico. Il datore di lavoro lo ha infatti contestato, allegando in particolare che la dipendente non poteva ritenersi in incapacità lavorativa dal momento che, dieci giorni do-po l’infortunio, aveva percorso 340 km in automobile nonostante il certificato medico la dichiarasse inabile. L’automobile utilizzata dalla dipendente per gli sposta-menti lavorativi, per i quali percepiva un’indennità di fr. 2'000 mensili, era automatica e dotata di un siste-ma “tip tronic”. Secondo il datore di lavoro tale vei-colo implicava però l’utilizzo della gamba destra, che la ricorrente affermava, certificato alla mano, essere infortunata.Il Tribunale federale ha respinto tale contestazione. Il fatto che la dipendente avesse guidato il veicolo tra Gi-nevra e Berna non significava, secondo il TF, che fosse abile al lavoro e che potesse quindi garantire gli spo-stamenti necessari all’espletamento dell’attività di ven-ditrice, tanto più che lo spostamento era avvenuto per restituire del materiale appartenente al datore di lavoro e non per visitare clienti e che, in base alla testimonian-za del medico, “appariva” che tale spostamento fosse stato possibile grazie all’assunzione di analgesici…Per inciso: è andata altrettanto bene ad un operaio di un’impresa edile che, nonostante si trovasse in abilità lavorativa per un infortunio alla schiena, era stato foto-grafato dal datore di lavoro mentre spostava materiale edile in giardino con una carriola per dare supporto agli

operai che lavoravano al rinnovo della sua casa… Il TF ha ritenuto che ciò non significava che potesse svolgere la propria attività lavorativa. Viene da chiedersi: nemme-no per dare una mano ai colleghi di lavoro…?

Primo Remunerazione dei giorni festivi per i lavoratori con contratti a ore: sì o no? Finalmente il Tribunale federale fa chiarezzaLa dibattuta questione del pagamento o meno dei giorni festivi dei dipendenti remunerati a ore ha dato adito in passato a divergenti giurisprudenze cantonali e pareri dottrinali di principio favorevoli a tale remunerazione. Statuendo sul ricorso di una insegnante remunerata ad ore, il Tribunale federale si è per la prima volta espresso su tale questione. Ha sottolineato che non esiste alcun obbligo legale di indennizzare i giorni festivi dei lavo-ratori remunerati ad ore, eccetto il 1° di agosto (giorno di festa nazionale parificato per legge alla domenica), a condizione che tale giorno cada su un giorno durante il quale il dipendente avrebbe dovuto lavorare. Al principio del non pagamento dei giorni festivi può però comunque essere derogato per contratto individuale o collettivo di lavoro, che stabiliscano un ordinamento diverso.

Secondo Divieto di concorrenza: chi ha detto che tale divie-to sia del tutto inutile o inefficace?Sono pochi i casi relativi alle clausole di divieto di con-correnza che approdano innanzi ai tribunali. Se questo sia buon o cattivo segno per i datori di lavoro, è difficile dire. Ad ogni buon conto, il tentativo di un ex consulente del personale di una ditta di prestito e collocamento del personale, di veder dichiarato nullo un divieto di concor-renza pattuito con l’ex datore di lavoro, è fallito. L’agen-zia per la quale lavorava aveva sede a Zugo e succursali a San Gallo, Zurigo ed Aarau. Dopo la disdetta inoltrata dal dipendente, questi era entrato alle dipendenze di un’altra ditta di prestito e collocamento di personale. Il divieto di concorrenza sottoscritto fra le parti prevedeva un divieto di concorrenza della durata di due anni, este-so ai Cantoni Zurigo, Argovia, Zugo, Lucerna e nel raggio di 50 km dalla stazione del Canton Zugo.Lo sforzo profuso dall’ex datrice di lavoro che, rivolgendosi ai tribunali per chiedere che fosse ingiunto all’ex dipendente l’immediata cessazione dell’attività concorrente a titolo di misura cautelare, è stato coronato da pieno successo, pur avendo dovuto interporre ricorso contro una prima decisione

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Diritto

di Simona Morosini Marconi, Responsabile Servizio giuridico Cc-Ti

negativa. All’ex dipendente è stato quindi vietato per due anni, in via cautelare, l’esercizio dell’attività concorrente alle dipendenze della nuova datrice di lavoro. Il ricorso di quest’ultimo sino al Tribunale federale è stato vano. Resta comunque da sapere se il divieto pronunciato in via cautelare (leggi: provvisoria) verrà poi confermato an-che nella causa ordinaria eventualmente avviata dalla ex datrice di lavoro.

Dessert Assicurazione per perdita di guadagno del datore di lavoro e dovere di informazione: la dimenticanza può costare caraClassico caso con il quale nessun datore di lavoro vorreb-be vedersi confrontato…Il datore di lavoro conclude un’assicurazione di indennità per perdita di guadagno in caso di malattia per il persona-le (ivi compreso quello ausiliario) secondo la LCA (Legge sul contratto d’assicurazione). Le condizioni generali di tale contratto prevedevano (come è spesso il caso, se non la regola!) che l’assicurato avesse diritto a continuare l’assicurazione a titolo individuale qualora il contratto di lavoro fosse stato rescisso. Tale diritto andava esercitato per iscritto entro 30 giorni dalla fine dei rapporti di lavoro o dalla data di uscita dalla cerchia delle persone assicu-rate, pena l’estinzione del diritto stesso.

Il dipendente X si trovava in incapacità lavorativa dal 31 ottobre 2003. Il 28 aprile 2004 il suo contratto veniva disdetto con effetto al 30 giugno. Il dipendente non contestava la disdetta e percepiva il salario nonché le indennità giornaliere sino al 30 giugno.Il 29 aprile il datore di lavoro informava il dipendente in merito al diritto di passare all’assicurazione individuale. La lettera veniva intimata con l’invito a controfirmare ed il dipendente vi dava seguito. Sennonché, il datore di lavoro ometteva di specificare che tale diritto si sarebbe estinto nei 30 giorni dalla fine del rapporto di lavoro. Il 27 agosto, ossia oltre un mese dopo la fine del rapporto di lavoro, l’ex dipendente comunicava di voler passare all’assicurazione individuale. Purtroppo, l’assicuratore rifiutava la richiesta, poiché tardiva. Il dipendente in-tentava dunque una causa contro l’ex datore di lavo-ro, vincendola. Infatti, secondo il Tribunale federale, il datore di lavoro aveva violato il dovere di informazione sancito all’art. 331 cpv. 4 del codice delle obbligazioni, causando un danno all’ex dipendente che si è ritrovato senza copertura, in piena incapacità lavorativa. Costo della mancata informazione, a carico del datore di lavoro: 44'482 franchi, oltre interessi e spese legali e giudiziarie.

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Attualita`di Angelo Geninazzi, Responsabile di economiesuisse per la Svizzera italiana, Federazione delle imprese svizzere

A dominare i titoli dell‘attualità ormai da tempo sono le notizie riguardanti la ripresa congiunturale, l’aumento delle ordinazioni e dei fatturati nonché il calo lento ma progressivo della disoccupazione. La crisi finanziaria che fino a qualche mese fa imper-versava su tutti i fronti sembra per certi versi un ricordo, un periodo difficile da cui trarre qualche lezione per il futuro. Qualche lezione? Eh sì, per-ché se c`è qualcosa che la crisi ha fatto emergere allora è proprio la problematica relativa agli istituti finanziari che – in balìa dei mercati – presentano un rischio per l’intero sistema. Oggi tutti i Governi si sono resi conto che il falli-mento di una grande banca può avere gravi conse-guenze per tutta l’economia. In caso di una stretta creditizia o di difficoltà nel traffico dei pagamenti, le reazioni a catena possono provocare uno choc economico. Per ovviare a questo pericolo numerosi Paesi sono intervenuti durante la crisi a sostegno dei propri istituti finanziari che dunque hanno be-neficiato di una garanzia implicita da parte della mano pubblica. Non fa eccezione la Svizzera, anda-ta in soccorso all’UBS con un impegno finanziario che non ha mancato di dividere le opinioni a livello politico. Oggi però vi è l’unanimità sul fatto che una seconda azione di salvataggio da parte dello Stato deve essere evitata. A questo scopo approda in Parlamento durante le prossime sessioni la revisione della legge sulle banche intitolata “Too big to fail” che ambisce ad evitare che un’impresa privata possa contare su una garanzia implicita dello Stato.

Un dispositivo equilibratoLa nuova legge per il rafforzamento della stabilità nel settore finanziario si basa su quattro pilastri (Cfr. figura) indipendenti e complementari tra loro. Le misure principali comprendono un rafforzamen-to delle riserve di fondi propri, un inasprimento delle esigenze in materia di liquidità, una migliore diversificazione dei rischi e misure organizzative per garantire il mantenimento delle funzioni d’im-

portanza sistemica in caso di liquidità. Il grande punto interrogativo dietro la proposta di revisione è costituito dalle ripercussioni che le mi-sure hanno sull’attrattività della piazza finanziaria – caratteristica primordiale per l’economia svizze-ra. Una regolamentazione troppo incisiva rispetto a quella estera penalizzerebbe eccessivamente le banche elvetiche che vedrebbero perdere la pro-pria competitività. Si tratta dunque, attraverso uno “swiss finish” di tenere conto della dinamica evoluzione internazionale – soprattutto per quanto riguarda le esigenze imposte in materia di fondi propri – e adattare il dispositivo elvetico a tutela dell’economia nazionale. Il progetto presentato tiene conto delle esigenze dell’economia. Occorre ora garantire che il Parla-mento non pecchi di un eccesso di zelo e trasformi una revisione necessaria e a beneficio di tutti in una riforma deleteria.

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Attualita` di Daniela Lepori, Avenir Suisse

LIBERALISMO: vIvO, MORTO O X?

Alle nostre latitudini se si parla di “liberale” o “liberalismo” si pensa subito, senza indugio, ad un partito specifico. Ma in fondo questa è una corrente di pensiero che soprattutto oggigiorno non sembra poter venire racchiusa in una sola forza partitica. Allora cosa vuol dire attualmente essere liberali? Il concetto in sé è senza tempo: oggi come ieri significa in due parole credere fermamente nei diritti di libertà e cercare di limitare il potere dello Stato per poter promuovere l’iniziativa individuale. La musica quindi non cambia. È quindi mutato chi fino a ieri vi credeva e si sentiva rappresentato dal liberalismo? Sì. Se gettiamo uno sguardo indietro, la storia ci insegna che questa corrente di pensiero nasce come ideale della borghesia che combatteva le monarchie assolute e i privilegi dell’aristo-crazia. Quindi un classico appartenente al ceto medio di oggi, cioè chi allora aveva una piccola attività, un commercio proprio oltre che i liberi professionisti era un classico sostenitore del liberalismo. Oggi la classe media si è, a detta degli indivi-dui stessi espansa, nel senso che tutti credono di far parte di questa fascia di popolazione “bistrattata” che si trova nel bel mezzo del “sandwich” che così appetitoso non sembra essere. D’altro canto, a detta degli studiosi il ceto medio va via via assottigliandosi, perdendo anche lo slancio verso la parte alta della scala sociale che lo contraddistingueva. La classe media

finora rappresentata dai partiti borghesi “classici” sembra de-siderare sempre e ancora la protezione da un eccessivo peso statale e vedere tutelata la proprietà privata, ma questo pare non bastare più. Mentre spuntano al centro dell’asse politico svizzero (e nei suoi dintorni) il Partito Verde Liberale e il Partito Borghese Democratico e aumentano i consensi ai movimenti di destra, i partiti borghesi originariamente ben ancorati al centro-centrodestra sembrano perdere costantemente terreno. Cosa sta succedendo? Forse il ceto medio non si sente più rappresentato da queste formazioni politiche? I partiti borghesi non sono abbastanza liberali? Oppure lo sono troppo, troppo persi nelle loro elucubrazioni filosofiche da aver perduto di vista le preoccupazioni e i reali problemi che deve affrontare quotidianamente la gente? Credo entrambi gli aspetti. Occorre ritrovare da una parte le proprie origini e le proprie convinzioni, tornare ad avere una visione liberale del mondo solida e coeren-te ma anche moderna e non essere liberali solo a parole, o ad interim interpretando questo concetto in modo arbitrariamente individuale. E dall’altra parte si deve rendere il liberalismo più applicabile alle mutate sensibilità e alle nuove esigenze della popolazione, facendo capire che esso è più vicino alla gente di quanto si creda. Il liberalismo ha un futuro, lo deve avere. E i partiti borghesi classici, con un po’ di impegno, pure.

nUMEROSE nOvITà PER IL PROGRAMMA fEDELTà ARCOBALEnOIl 1° giugno è partita la terza edizione del programma fedeltà, l’iniziativa della Comunità tariffale Ticino e Moesano dedicata agli abbonati annuali arcobaleno. Sono diverse le nuove collaborazioni che arricchiscono l’offerta di partner, sconti e premi, tutti da scoprire visitando il sito www.arcobalenopremia.ch. Senza dimenticare la nuova mascotte Fides che d’ora in poi accompagnerà l’iniziativa arcobaleno, rendendo il programma fedeltà immediatamente identificabile su tutti i materiali di comunicazione come pure presso tutti i partner

Il successo del programma fedeltà arcobaleno è in costante crescita: sono sempre di più, infatti, gli abbonati annuali che approfittano delle offerte e degli sconti proposti dai partner in esclusiva. Per la terza edizione è stato possibile arricchire l’of-ferta con quattro nuovi partner: la cassa malati CPT, la disco-teca Vanilla Club di Riazzino, il Parco delle Gole della Breggia e il club di basket Lugano Tigers. I partner riconfermati per la terza edizione sono: per l’area Viaggi e tempo libero AutoPostale Viaggi e Vacanze, Autolinee Bleniesi Viaggi, Società Navigazione del Lago di Lugano, Funicolare Mon-te Bré, RailAway FFS; nell’area Sport il Lido Locarno, FC Lugano, FC Chiasso, FC Locarno e 17 centri fitness convenzionati alla SFGV; per l’ambito Servizi gli sportelli cambio FFS in Ticino ed il Fondo Clima Lugano Sud; per Formazione e cultura le librerie

Melisa, la libreria Casagrande, i Corsi per adulti del DECS, il Cinema Teatro Chiasso e il cinema Rialto di Locarno - Muralto.Tra le principali convenzioni vi sono tariffe ridotte su biglietti d’entrata ed abbonamenti annuali come pure sconti fino al 50% su prestazioni varie. Senza dimenticare le offerte stagio-nali: quella estiva è appena partita e, oltre ad un concorso con ricchi premi aperto a tutti, propone idee per il tempo libero a prezzi speciali.Tutte le informazioni e maggiori dettagli sono disponibili sul sito www.arcobalenopremia.ch, interamente dedicato al pro-gramma fedeltà. Oltre ad offrire una panoramica completa dei partner e delle offerte annuali e stagionali, permette di iscri-versi alla newsletter e partecipare al concorso.

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Attualita`

PER L'AGGIUDICAzIOnE DI COnTRATTI PUBBLICI In ITALIA LO STATO ELvETICO nOn È PIù SOGGETTO AL nULLA OSTA PREvEnTIvO

Le imprese elvetiche che intendono

partecipare alle gare di appalto in Italia non

sono più tenute a richiedere l'autorizzazione

al ministero dell'Economia e delle finanze

(introdotta con il decreto Mef del 14

dicembre 2010)

La Svizzera, infatti, è esclusa dall'obbligo adottato per le società residenti nei Paesi black list, e finalizzato alla prevenzione delle frodi fiscali, di chiedere al Mef il rilascio del nulla osta per partecipare alle procedure di aggiudicazione dei contratti pubblici di servizi e forni-ture. A stabilirlo il decreto del ministero dell'Economia e delle Finanze del 5 aprile 2011, pubblicato l'altro ieri in Gazzetta. La norma ha origine dalle disposizioni antiriciclaggio, introdotte con la cosiddetta "manovra correttiva 2010" (articolo 37 del Dl 78/2010) Le aziende dei Paesi che non garantiscono adeguata trasparenza societaria, per poter partecipare alle gare per l'aggiudicazione di appal-ti pubblici in Italia, devono fornire una documentazione integrativa.Le società residenti nei Paesi black list, in sostanza, sono tenute a presentare una domanda al ministero dell'Economia e delle Finanze, alla quale vanno allegati i documenti contenenti i seguenti dati: l'atto costitutivo, le autorizzazioni, le generalità e la ragione sociale, le se-di, il tenutario delle scritture contabili, l'oggetto sociale, il capitale sociale sottoscritto e versato, il rappresentan-te legale, i titolari delle quote di partecipazione (anche attraverso controllanti), il sistema di amministrazione, i requisiti di eleggibilità degli amministratori, le gene-ralità dei sindaci e, infine, la data di approvazione del bilancio.Informazioni capillari, dunque, per non discriminare quelle imprese che, provenendo da Paesi cosiddetti "white list", hanno già adottato una condotta basata su criteri di trasparenza integrale.Il Ministero, verificata la completezza della documen-tazione prodotta, rilascia l'autorizzazione. In caso di diniego la società può presentare una nuova istanza.Il nulla osta, eventualmente rilasciato, ha validità an-nuale.La norma, dunque, esonera la Svizzera dall'obbligo di

presentazione del fascicolo integrativo per accedere alle gare d'appalto in Italia. Secondo il decreto, infatti, per le procedure di aggiudicazione dei contratti pubblici re-lativi a lavori, servizi e forniture si applica "l'Accordo relativo agli appalti pubblici concluso a Marrakech il 15 aprile 1994 e l'Accordo tra la Comunità Europea e la Confederazione Svizzera su alcuni aspetti relativi agli appalti pubblici firmato il 21 giugno 1999".Soddisfazione per il Governo elvetico che, proprio in base alle convenzioni richiamate dalla norma, ha com-mentato: "In tal modo l'Italia ottempera ai propri ob-blighi internazionali che scaturiscono dall'accordo OMC nonché dagli accordi bilaterali tra la Svizzera e l'Unione Europea sugli appalti pubblici".

Fonte dell'articolo: Rivista telematica dell'Agenzia delle Entrate “Fisco oggi”, www.nuovofiscooggi.it

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Attualita` Intervista con Gianluca Olivieri, Managing Partner di Financial Technologies SA

SUCCESSIOnE AzIEnDALE InTERnA ALLA fAMIGLIA: IL PASSAGGIO GEnERAzIOnALE

In quali situazioni un passaggio di testimone tra genitori e figli nella conduzione dell’impresa può creare criticità?Le criticità sono tanto maggiori quanto maggiore è la so-vrapposizione tra famiglia e impresa. Vi sono molte pic-cole imprese nelle quali, di fatto, la dirigenza è costitu-ita esclusivamente o quasi esclusivamente da esponenti famigliari. In questi casi, ancorché involontariamente, l’impresa si trova a dover fungere da «ammortizzatore» delle tensioni famigliari. Il modello della piccola impresa è quasi sempre improntato ad uno schema di questo tipo, prettamente famigliare.

Quali sono le problematiche che si riscontrano con maggior frequenza?“Una delle difficoltà maggiori per l'imprenditore «an-ziano» è quello di verificare che i figli siano realmente motivati a portare avanti il suo lavoro, e che abbiano sufficiente carattere per farlo. È difficile capire quanto i figli scelgano di seguire le orme paterne (o materne) per convinzione, e quanto per opportunismo. Senza contare le difficoltà relazionali e le dinamiche spesso tortuose suscettibili di creare fratture generazionali. Quelle più frequenti sono l'emulazione virtuosa e l'antagonismo polemico. Nel primo caso il figlio subentrante ammira il lavoro del padre, ma questa ammirazione si traduce poi in devianza, inducendo il figlio ad avere come unico obiettivo quello di superare il genitore in bravura. Nel secondo caso, all'ammirazione del figlio subentra invece il timore che l'attitudine del genitore, con uno stile di conduzione giudicato anacronistico, possa portare alla rovina dell'impresa, ciò che di fatto porta a gravi con-flitti generazionali. Inoltre, è opportuno considerare che un passaggio di testimone in azienda è un fenomeno complesso e articolato, che generalmente si manifesta a stadi successivi. Dapprima con l’inserimento operativo dei figli nei gangli dell’impresa, ciò che spesso gene-ra un forte stress nei soggetti interessati, soprattutto quando questo avvicinamento è effettuato con modalità sbagliate e secondo premesse inadeguate”.

Cosa intende per «premesse inadeguate»?“Intendo dire che la vera carriera si fa soltanto con il cuore, e che i padri migliori, sotto il profilo imprendito-riale, sono spesso quelli che danno ai figli le certezze minori, e che da loro non si aspettano alcuna emulazione in termini di stile di conduzione. Per condurre un’impresa servono ottime competenze (capacità di lettura strategica dell’attività) e un grande senso di responsabilità. Le com-petenze difficilmente emergono senza la giusta gavetta. E per il senso di responsabilità serve l’esempio negli anni. Ma anche con esempio e gavetta, nessuno può assicurare che gli eredi siano all’altezza del compito”.

E gli altri stadi a cui faceva riferimento prima, quali sono?“Non tutti i discendenti hanno la possibilità, o la capa-cità, di ritagliarsi in azienda uno spazio confacente alle proprie attitudini personali. Per crescere ci vuole l’op-portunità di sperimentare in prima persona le varie parti di cui si compone l’attività di un’impresa, e di metterle insieme in modo ragionato. Chi riesce ad avviare un processo di passaggio generazionale in maniera equili-brata arriva a scindere la figura dell’imprenditore in due sottofigure distinte, temporaneamente o definitivamen-te, fintanto che la posizione di leader non si ricomporrà eventualmente in capo ad un’unica persona: un rappre-sentante della Proprietà ed un capo azienda. Ma può be-nissimo darsi che la vecchia generazione continui ad oc-cupare il ruolo della Proprietà indefinitamente. In questi casi l’imprenditore, ormai scaricato delle responsabilità operative, può dedicarsi a ruoli decisamente piacevoli, ritagliandosi ad esempio il ruolo di stratega, oppure di testimonial di prodotto, o soltanto quello più prettamen-te onorifico della Presidenza dell’impresa. L'imprendi-tore generoso e intelligente comprende che arriva una fase in cui è auspicabile godersi la vita, e dove l’impresa necessita di altri e nuovi punti di vista. Piuttosto che aspettarsi di essere ringraziato dai suoi eredi, egli stesso ringrazia gli eredi per essergli subentrati a responsabi-lità e doveri, e per consentirgli di raccogliere, almeno

Gianluca Olivieri

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in parte, i frutti di quanto seminato in lunghi anni di attività. Quel padre dice «adesso andate avanti voi» e lo fa con convinzione. Ma passare davvero il testimone, dire «adesso andate avanti voi», implica un atto di gran-de generosità da parte dell’imprenditore. Nelle famiglie più unite è bello notare come non esiste successione, ma solo convivenza pacifica e continuità d'impegno, nel rispetto di valori condivisi «a prescindere»”.

Ma non sarà certamente sempre così…

“Purtroppo no. Il legame padre-figlio dovrebbe valere più di qualsiasi accordo scritto, ma si tratta di un rap-porto al contempo forte e fragile. Il modello della «bot-tega artigiana» comporta un forte elemento di rischio, perché incentrato sul predominio interno piuttosto che sul confronto col mercato. Se vi è più di un successore, questi verosimilmente si concentreranno a competere per il predominio interno alla «bottega», anziché com-petere con l’ambiente esterno, con i nuovi produttori di un mercato globale. Se il successore è unico, notiamo come spesso il testimone offerto non possa di fatto

essere rilevato, perché dall’altra parte c’è una mano che ancora non si sente pronta a mollarlo, e forse mai lo farà. Tutte queste difficoltà sono ulteriormente acuite dalle altre numerose criticità che attanagliano molte piccole imprese a conduzione famigliare e che derivano dal con-testo ambientale in cui esse si trovano ad operare: sot-tocapitalizzazione, necessità di recupero di efficienza interna, dinamiche aggregative (fusione tra concorrenti) ed internazionalizzazione (adattare il proprio prodotto o servizio a nuovi mercati, in modo da cogliere le oppor-tunità che provengono dai Paesi a maggiore potenzia-le di crescita). Un po’ come avviene anche nei crediti bancari, i passaggi generazionali andrebbero program-mati quando non servono. Ma si sa, le cose importanti spesso devono cedere il passo a quelle più urgenti… Molte imprese vengono vendute a soggetti terzi perché hanno di fatto mancato l’appuntamento con un corretto passaggio generazionale”.Nel prossimo numero ci concentreremo sulla vendita d’impresa quale possibile alternativa al passaggio gene-razionale, evidenziando le principali criticità nel dialogo con potenziali acquirenti esterni alla famiglia.

Il cosiddetto Downshifting è il desiderio di smantellare il proprio impegno personale nella conduzione dell’impresa, passando il testimone operativo ai discendenti o, eventualmente, cedendone (anche progressivamente nel tempo) le quote di proprietà. Molto spesso la molla alla base di una decisione di disimpegno personale è da ricercarsi in un malessere personale, oppure nell’accresciuta propensione a stendere un bilancio sul passato, oppure ancora nella presenza di criticità connesse al contesto famigliare. L’imprenditore medita sul “dopo” e su quello che egli potrà fare con la libertà conquistata. Cambiare stile di vita significa affrontare un percorso di maturazione profon-da, che richiede un forte equilibrio (soprattutto per quel che concerne gli “effetti collaterali” di una decisione così importante come cedere tutto o parte della propria impresa). Nei casi di più evoluta maturazione, se qualcosa “non torna”, spesso si rivede il progetto, ma non l’idea in sé. Gli imprenditori sono persone come tutte le altre, soggette a frequenti collegamenti, anche involontari, tra i loro atteggiamenti mentali e gli avvenimenti esterni a cui sono confrontati. Si tratta del cosiddetto “sincronismo mentale”, di cui molto si occupa la psicologia contemporanea. Riconoscere i soggetti imprenditori disponibili ad un reale cambiamento e saper manifestare loro in maniera cor-retta ed aggiornata le opportunità strategiche disponibili oggi sul mercato sono attività ad alto valore aggiunto che possono contribuire in maniera concreta e decisiva a favorire questo sincronismo.

Riprendendo dall’articolo introduttivo dell’ultimo numero, proseguiamo il discorso con lo specialista di corporate finance su quel che riguarda la successione d’impresa interna alla famiglia. Il passaggio generazionale rappresenta un tema di grande attualità, che in questo numero andremo ad indagare soprattutto nel suo ambito più soft, definito dagli aspetti relazionali tra le persone coinvolte

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PresentazioneIl Forum della mobilità – che raccoglie 17 importanti associazioni economiche e di categoria, più di 100’000 posti di lavoro per un fatturato che supera i 15 miliardi di franchi – ha deciso di farsi promotore di un comitato ad hoc che potesse concentrarsi esclusivamente sulla que-stione del completamento e del risanamento del Gottar-do. Lo scopo dichiarato è di puntare ad un collegamento sicuro, stabile e rispettoso della volontà costituzionale di non aumentare la capacità di transito, attraverso un completamento dell’opera del Gottardo che necessita di un secondo tunnel.Il Comitato per il completamento del Gottardo – NO all’i-solamento del Ticino raccoglie le adesioni di rappresen-tanti del mondo economico, politici e personalità della società civile che intendono impegnarsi attivamente per evitare la chiusura del Gottardo per necessità di risana-

Attualita`

COMITATO PER IL COMPLETAMEnTO DEL GOTTARDO NO all’isolamento del Ticino

Comitato

Co-Presidenza Membri dell’Ufficio PresidenzialeFabio Abate, Consigliere nazionale, PLRT Luca Albertoni, Cc-TiMarco Chiesa, Deputato in Gran Consiglio, UDC Waldo Bernasconi, ASTAGFilippo Lombardi, Consigliere agli Stati, PPD Edo Bobbià, SSIC-TiLorenzo Quadri, Consigliere nazionale, Lega Tiziano Gagliardi, TicinoTurismoFabio Regazzi, Deputato in Gran Consiglio, PPD Renato Gazzola, TCS Stefano Modenini, AITI Gianluigi Piazzini, CATEFCoordinatoriAngelo Geninazzi, AITIMarco Passalia, Cc-Ti

mento che porterebbe conseguenze economiche e sociali gravissime per tutta la Svizzera.Questo comitato è appositamente co-presieduto da par-lamentari ticinesi a Berna ed a Bellinzona nonché dal Presidente del Forum della mobilità con l’obbiettivo a brevissimo termine di allargare a tutta la Svizzera il coin-volgimento a questa iniziativa che riguarda direttamente e indirettamente l’intero Paese.Come detto, l’adesione a questo comitato è estesa a tutta la Svizzera con l’impegno di comunicare in italiano, tede-sco e francese. Infatti, è on-line il sito web www.2tunnel.ch in lingua italiana e nei prossimi giorni saranno pronte anche le versioni in tedesco ed in francese. In questo modo, tutti i politici confederati, i rappresentanti di asso-ciazioni svizzere o di altri cantoni, le personalità di tutta la società civile elvetica nonché i singoli cittadini svizzeri potranno aderire liberamente a questo comitato.

ArgomentarioIl neo-costituito comitato ha elaborato un documento de-nominato “Argomentario del comitato per il completamen-to del Gottardo” di cui riportiamo brevemente i principali argomenti a favore del completamento dell’opera:

•AffidabilitàdelcollegamentoNord-SudOggi l’affidabilità del collegamento nord-sud non è ga-rantito ed è in balia di eventi imprevedibili (incidenti stradali, disastri naturali, incendi e congestionamenti sempre più frequenti) che limitano l’attrattività com-merciale, finanziaria e turistica dei cantoni lungo l’asse del San Gottardo.

•SicurezzaUn secondo traforo, senza un aumento di capacità come previsto dalla Costituzione federale, non solo ridurrebbe i congestionamenti ai portali sud e nord della galleria del S. Gottardo, ma contribuirebbe ad aumentare massic-ciamente la sicurezza degli oltre 6 milioni di utenti che annualmente vi transitano.

•ImpossibilitàditrasferireiltrafficoOggi considerando i risultati fallimentari raggiunti dal-la politica di trasferimento del traffico dalla strada alla ferrovia negli ultimi 10 anni, si può affermare che non è possibile trasferire una quota di merci maggiore sulla ferrovia senza recare serio pregiudizio alla competitività delle aziende svizzere. Il collegamento su strada resta un elemento imprescindibile per il trasporto di merci riguardanti le aziende svizzere.

•IsolamentodelCantonTicinoedellaSvizzeraL’isolamento ferroviario della Svizzera – che già oggi è una realtà – verrebbe ulteriormente aggravato da un isolamento stradale che andrebbe a scapito non solo di alcuni cantoni bensì della Svizzera intera i cui principali partner commerciali sono l’Italia e la Germania.

Comitato per il completamento del Gottardoc/o Cc-Ti, All’att. M. Passalia e A. GeninazziCorso Elvezia 16, CP 5399, 6900 LuganoTel. +41 91 911 51 11 Fax +41 91 911 51 [email protected]

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Attualita` Comunicato stampa

“IMPRESA, InnOvAzIOnE, IMPREnDITORIALITà”: COSTITUITO IL nUOvO CEnTRO DI COMPETEnzE DELLA SUPSI

Siegfried Alberton

In data 19 aprile la Direzione della SUPSI, ha ap-provato la costituzione di un centro di Competenze denominato Impresa, innovazione, imprenditorialità. Il centro di competenza, che trova collocazione all’inter-no del Dipartimento scienze aziendali e sociali DSAS sarà diretto, a tempo pieno, dal professore Siegfried Alberton.Con questa scelta la SUPSI vuole strategicamente intensificare e rafforzare ulteriormente i rapporti e le collaborazioni con il territorio e in particolare con il mondo delle imprese che, a fronte di un mercato glo-balizzato, necessita di approcci integrati per gestire in modo performante e sostenibile i processi innova-tivi che si sviluppano nell’intreccio di fattori tecnici, sociali, culturali ed economico gestionali. Il Centro si prefigge di affrontare tematiche quali la gestione stra-tegica d’impresa, con accento particolare sulla gestio-ne del cambiamento, l’innovazione nelle sue molteplici declinazioni, l’imprenditorialità e i relativi impatti sui meccanismi di sviluppo regionale. In questo senso l’istituzione del Centro si inserisce all’interno della strategia SUPSI volta a costruire con e sul territorio conoscenze e competenze in grado di so-stenerne lo sviluppo economico, tecnologico e socio-culturale. Questa iniziativa si colloca anche, in modo coerente e complementare, in un contesto più ampio di politica nazionale e cantonale in favore dell’innova-zione e dell’imprenditorialità che sono da annoverare tra i principali fattori su cui Confederazione e Cantoni

investono da anni nell’ambito delle politiche di cresci-ta economica e di competitività territoriale. La formalizzazione del nuovo Centro Impresa, inno-vazione, imprenditorialità testimonia la volontà del Dipartimento di scienze aziendali e sociali di consoli-dare, dal punto di vista scientifico e professionale, le attuali offerte formative, tra le quali citiamo in parti-colare il Master in Business Administation con indiriz-zo nella gestione dell’innovazione, l’executive master EMBA e le iniziative VentureLab, legate al program-ma promosso dall’Agenzia federale per la promozione dell’innovazione, gestite in collaborazione tra SUPSI, USI e il centro CP Start Up, come pure le attività di ricerca e servizio in stretta connessione con le impre-se e le istituzioni del territorioGli obiettivi affidati al Centro sono quelli di diventare in breve termine un punto di riferimento regionale sui temi citati nel campo della formazione, della ricerca e dei servizi, che sappia costruire una forte rete di collaborazioni su scala regionale, nazionale e inter-nazionale in modo da acquisire visibilità e notorietà a sostegno dello sviluppo dell’intero Cantone.

Per maggiori informazioniProf. Siegfried AlbertonSUPSI - Dipartimento scienze aziendali e sociali 6928 MannoTel. +41 58 666 61 [email protected]

Il Centro di Studi Bancari organizza il prossimo 15 giugno un seminario dedicato al tema: "La sorveglianza della navigazione internet e della posta elettronica in azienda. Dalla teoria alla pratica"Relatori: M. Albertini, G. Costa, E. VitaleModeratore: G. GuglielminiPartecipa alla tavola rotonda: P. BolgianiData e orario: 15 giugno 2011 dalle 13.30 alle 17.00Prezzo scontato per i soci Cc-TiMaggiori informazioni e iscrizione: http://www.csbancari.ch/Moduli/Q6UJ9A00EUOB.asp

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Il concetto di sistema di controllo interno è stato intro-dotto nella legislazione della previdenza professionale nel 2005 tramite l’art. 6d OPP1, che prevede che tutti gli istituti di previdenza iscritti nel registro dispongano di un sistema di controllo interno. Secondo il progetto di legge del 24 novembre 2010 (art. 35 OPP2), l’obbligo di verifica dovrebbe entrare in vigore a partire dall’esercizio 2012. Gli istituti di previdenza hanno dunque due anni di tempo per disporre di un sistema di controllo interno documentato. “Questa nuova normativa si inserisce nel quadro di una maggiore trasparenza a tutela dei consu-matori e del mercato. D’altro canto, questo trend non è una novità, essendo in atto già da diversi anni” spiega Lu-ciano Monga, Partner in Deloitte Lugano. L’ambiente legi-slativo nel quale operano gli istituti di previdenza è infatti fortemente regolamentato. Il mancato adeguamento alle esigenze legali e regolamentari rappresenta un rischio talvolta significativo che può impattare la responsabilità degli organi direttivi e influenzare l’opinione pubblica. I mezzi di controllo di tali rischi regolamentari sono sotto la responsabilità dell’organo supremo e degli specialisti in-terni o esterni preposti per seguire tali aspetti (giuridico, contabile, fiscale, ecc.). “Al di là dell’aspetto formale – che va a ottemperare quanto previsto dalla legge – questa disposizione rappresenta una vera e propria opportunità per gli istituti di previdenza. Dalla verifica dell’ambiente di controllo e dell’insieme delle procedure derivano infatti svariati benefici” continua Monga.

Quali i benefici per gli istitutiQuali sono i benefici da cui potrebbero trarre vantaggio gli istituti di previdenza a seguito della revisione del sistema di controllo interno?“Un ambiente gestionale sotto controllo è una buona pre-

messa affinché l’organo supremo possa condurre l’istituto con successo nel raggiungimento degli obiettivi. Rappre-senta inoltre uno strumento per identificare eventuali irre-golarità, ridurre il margine di errore ed evitarne il reiterarsi” dichiara Alessandro Regogliosi, Senior Manager di Deloitte a Lugano. “Volendo poi considerare l’aspetto più pretta-mente finanziario, un sistema controllato è garanzia di rap-porti affidabili e della conservazione del patrimonio. Agli occhi dei portatori di interesse, questo significa maggiore affidabilità dell’istituzione” continua Regogliosi.

Cosa fare“Come già avvenuto nel 2008 per le imprese, anche per gli istituti di previdenza, confrontati con rischi di mercato sempre maggiori, la legge esige che l’ufficio di controllo verifichi l’esistenza di un sistema di controllo interno e rediga un rapporto da presentarsi all’organo supremo che ne mantiene la responsabilità” prosegue Monga.Deloitte fornisce in tal senso tutti gli strumenti per poter analizzare e qualificare il sistema di controllo interno, fornendo una soluzione applicabile alla singola istituzio-ne. “Al cliente sottoponiamo una descrizione del progetto unitamente alla stima delle risorse necessarie per la sua realizzazione” indicano gli esperti. Deloitte ha sviluppato tecniche e pratiche di alto livello in base a pratiche deri-vate da standard internazionali riconosciuti, quali il CO-SO (Committee Of Sponsoring Organizations) e il CoBIT (Control Objectives for Information and related Techno-logy). “Per garantire il successo dei nostri progetti, inol-tre, lavoriamo a stretto contatto con i collaboratori del cliente, passando loro il know-how necessario affinché i controlli, una volta attivati, siano eseguiti nella maniera corretta” continua Regogliosi.

Un sistema di controllo interno efficienteIl sistema di controllo interno può essere definito come l’insieme delle procedure di controllo che, a tutti i livelli, favorisce il buon funzionamento di un istituto e il raggiun-gimento degli obiettivi.“Per essere efficiente, deve essere proporzionato alla di-mensione dell’istituto, tenendo in conto i rischi specifici; deve essere documentato, noto a tutte le persone che ne sono coinvolte e «vissuto» dall’organizzazione, ovvero reso parte fondamentale della gestione; deve essere veri-ficabile e deve ricadere sotto la responsabilità dell’organo supremo” aggiunge Monga.Nello schema seguente vengono identificati gli elementi di un sistema di controllo interno efficiente.

Attualita`

CASSE PEnSIOnI: SIETE PROnTI PER IL 2012?Nell’ambito della riforma strutturale della previdenza professionale, il Consiglio federale ha codificato l’anello mancante sulla governance: l’obbligo di verifica del sistema di controllo interno da parte dell’ufficio di controllo

Luciano Monga e Alessandro Regogliosi, Partner e Senior Manager di Deloitte Lugano

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L’ambiente di controllo costituisce il quadro generale in cui sono definiti, descritti e ripartiti, secondo le com-petenze di ciascuno, i compiti e le responsabilità degli organi dell’istituto. All’interno di questo contesto, in cui operano quotidianamente i collaboratori, si ritrovano an-che tutte le componenti del sistema di controllo interno. Il primo passo verso l’elaborazione di un sistema di con-trollo interno efficiente consiste nell’identificazione dei rischi, interni ed esterni, relativa valutazione per impor-tanza e probabilità di accadimento, ai fini della succes-siva determinazione delle attività di controllo. Uno dei maggiori rischi è rappresentato dal rispetto di leggi e regolamenti, la cui responsabilità ricade sull’organo su-premo. Considerata l’elevata regolamentazione a cui sono sottoposti gli istituti di previdenza, diventa di primaria importanza rispettare la conformità alle leggi, al fine di evitare situazioni che possano pregiudicare la credibilità dell’organo supremo e dell’istituto stesso. Sulla scorta della valutazione dei rischi, vengono determinate le atti-vità di controllo, che, integrate nell’operatività corrente, permettono di mantenere il livello dei rischi a un grado accettabile. Tra le attività di controllo, spiccano in modo particolare i controlli informatici generali, grazie ai quali vengono garantite l’integrità dei sistemi e la sicurezza dei dati processati.

Presso la maggior parte degli istituti di previdenza, vi sono già numerosi controlli. È dunque opportuno partire da un’analisi della situazione esistente e porsi le seguenti domande:

• Le procedure e i controlli sono adeguatamente docu-mentati in maniera sufficiente da poterli esibire nel caso di un’eventuale procedura giudiziaria e sono tali da permettere all’ufficio di controllo di attestarne l’e-sistenza?

• I membri dell’organo supremo sono sufficientemente salvaguardati rispetto alle loro responsabilità da misure

di controllo interne esistenti a tutti i livelli dell’organiz-zazione?

• Esiste una visione di insieme di tutti i rischi corsi dall’i-stituto di previdenza?

• Esiste un monitoraggio regolare di questi rischi e qua-li strumenti sono implementati per gestirli, mitigarli o azzerarli?

• Le riflessioni circa la qualità e l’adeguatezza dei control-li e delle misure per mitigare i rischi includono anche quelle attività che sono state esternalizzate?

Si può dunque concludere che il processo di implemen-tazione non è un atto banale, richiede uno studio attento e professionale e un lavoro interno agli istituti che porti a una vera e propria presa di coscienza dei nuovi obblighi, obblighi che, al tempo stesso, rappresentano delle vere e proprie opportunità.Deloitte fornisce tutti i suggerimenti e gli strumenti per-ché il sistema di controllo interno sia adeguatamente im-plementato e verificato.“Nessuna preoccupazione: questi controlli rappresenta-no una chance per ottimizzare l’attività quotidiana” con-clude Monga.

Valutazione dei rischi

Ambiente di controllo

Conformità all’ambiente legislativo

Cicli operativiAttivitàdi controllo

Controlli informatici

generali

L'approccio di Deloitte combina esperienza pratica e teorie riconosciute, ottimizzando l’impiego degli strumenti.

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Attualita`

MOBILITà AzIEnDALE SOSTEnIBILE In ATTIvO COn AMPI MARGInI DI CRESCITA

Promosso dal Dipartimento del territorio in partenariato con l’AITI e la Camera di commercio, dell’industria, dell’ar-tigianato e dei servizi del Cantone Ticino, il progetto “Mo-bilità aziendale” registra un ottimo bilancio a quattro anni dal suo varo e, al tempo stesso, mostra un interessante potenziale per un’ulteriore crescita. È quanto emerge dal rapporto sul primo quadriennio del progetto, che promuove il passaggio dal traffico individuale motorizzato (TIM) a forme di mobilità più sostenibili per gli spostamenti pen-dolari e professionali dei dipendenti di aziende e pubbliche amministrazioni con almeno 50 addetti. Il progetto è svolto in stretta collaborazione con l’analogo programma federale di SvizzeraEnergia: ebbene anche sul piano nazionale le aziende del nostro Cantone si sono dimostrate particolarmente ricettive, basti dire che su 235 ditte che hanno aderito al programma ben 81, più di un terzo dunque!, sono ubicate in Ticino.Concretamente col progetto si fornisce consulenza ad aziende e amministrazioni affinché si dotino di un Piano di mobilità aziendale. In base alla specifica situazione e a un sondaggio tra i dipendenti, il piano propone una serie di obiettivi e le conseguenti misure da attuare per offrire un’alternativa al TIM. Queste misure possono es-sere interne (ad esempio navetta aziendale, posteggi per biciclette, ecc.) o far capo a mezzi e servizi predisposti dall’ente pubblico, cioè l’abbonamento Arcobaleno azien-dale e il car pooling. E proprio queste ultime due sono state le misure più adottate. La prima tramite la sotto-scrizione di contratti tra le aziende e la Comunità tariffale Ticino e Moesano, che in un solo anno sono raddoppiati e si traducono in 2'249 abbonamenti aziendali personali, per i quali i dipendenti beneficiano dello sconto di base della CTM e di un ulteriore sostegno finanziario (media-mente del 22%) fornito dalla ditta presso la quale sono impiegati; la seconda attraverso la messa a disposizione di specifici spazi per le aziende sul sito www.liberalauto.ch creato dalla RSI. La terza misura rivelatasi più utile è stata una riorganizzazione della politica aziendale in tema di posteggio. Tornando al positivo bilancio d’assieme, sono soprattutto i dati dell’ultimo biennio (quello seguente la fase d’avvio) a evidenziare la crescita avvenuta. Da un lato infatti le aziende coinvolte sono passate da 50 a 105 (su 128 contattate), dall’altro la quota di quelle già impegnate in una delle fasi di attuazione è salita dal 44% di fine 2008 (22 ditte su 50) all’87% (91 ditte su 105) di fine 2010. La grande maggioranza di queste aziende è ubicata nel-le regioni più confrontate col traffico pendolare, ossia il Luganese (51 ditte) e il Mendrisiotto (26). Ciò significa che v’è spazio per diffondere ulteriormente il progetto in altre aree cantonali ad alta densità di posti di lavoro oggi toccate solo parzialmente dall’iniziativa (Piano di Magadi-

no, Castione, Vedeggio). Ma il potenziale di crescita non è situato solo in queste aree: nel Cantone vi sono 493 aziende (amministrazioni comunali incluse) con oltre 50 addetti, di queste il progetto ne ha coinvolte un quinto (quota che sale ad oltre un quarto nei Comuni più toccati dal traffico pendolare). Se è vero che un tale risultato in soli 4 anni (fase di avvio inclusa) è notevole, è anche vero che resta un ampio margine per una maggior diffu-sione dei piani di mobilità aziendale, ad esempio tramite l’organizzazione di workshop dove le aziende possono scambiarsi informazioni sulle rispettive esperienze e sui benefici ottenuti per la ditta e per i lavoratori con l’adozio-ne delle misure previste dal Piano di mobilità aziendale.Che vi sia un potenziale di crescita non risulta però solo dal numero di ditte ancora da contattare, ma anche dai risultati di un ampio sondaggio (quasi 10'000 risposte) svolto tra i lavoratori di 45 aziende già coinvolte. In par-ticolare è molto interessante la quota attorno al 60% di chi è disponibile (con o senza condizioni) a passare dal veicolo a motore privato ad altra forma di trasporto più sostenibile, in particolare il trasporto pubblico (TP), il car pooling e la navetta aziendale. Nel primo caso (passaggio dal TIM al TP) il 57,5% degli interpellati è disposto a effettuare questa scelta, anche se la maggioranza a determinate condizioni, quali buone coincidenze con l’orario lavorativo e un contributo finan-ziario dell’azienda per l’acquisto di un abbonamento. A livello di car pooling la percentuale è del 60,7%: il 34% non pone condizioni particolari, il 26,7% sì, ad esempio la garanzia del rientro a domicilio in caso di necessi-tà urgente. Per la navetta aziendale la percentuale di chi è disposto a utilizzarla al posto del mezzo privato è del 60,5%: anche in quest’ultimo caso la maggioranza è pronta a compiere questo passo solo a determinate condizioni, quali orari combinati con quelli lavorativi e puntualità. Significativa anche la disponibilità (16.8%) a recarsi al lavoro, con o senza condizioni, in bicicletta. Per incentivare questo mezzo di trasporto sostenibile se-gnaliamo l’iniziativa nazionale “Bike to work” che si terrà dal 1° al 30 giugno 2011.Sulla base di tutti questi elementi, il progetto sarà dun-que ulteriormente promosso a vantaggio di una mobilità e di un ambiente migliore per tutti.

Per informazioni sul progetto di Mobilità aziendale:Sezione della mobilitàTel. +41 91 814 49 01www.ti.ch/mobilita-aziendale

Per informazioni sull’iniziativa Bike to work:www.biketowork.ch

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Eventi

AMERICA LATInA: TREnD E OPPORTUnITà

Cari lettori,vi proponiamo di seguito un dossier che tocca le tematiche emerse nell’incontro organizzato dalla Cc-Ti in collaborazio-ne con Osec, Credit Suisse e Euler Hermes intitolato “Dove sta andando l’America Latina? Tendenze e prospettive di business”, tenutosi lo scorso 9 maggio all’Hotel Parco Pa-radiso di Lugano. Il ricco programma della giornata ha visto susseguirsi brillanti relatori che hanno intrattenuto con dati, spiegazioni ed aneddoti il folto pubblico presente.L’America Latina è un’area geografica dalle notevoli dif-ferenze sotto diversi punti di vista: estensione territoriale, numero di abitanti e densità della popolazione nei centri urbani, livello di sviluppo economico, presenza o meno di risorse naturali, infrastrutture più o meno moderne, ecc.. Molteplici sono gli accordi commerciali in vigore, si pensi ad esempio alla Comunità Andina, al Mercosur, al NAFTA e ai vari accordi con l’UE. Di particolare importanza per la Svizzera sono però gli accordi di libero scambio che taluni Paesi dell’America Latina hanno concluso con l’AELS: con Messico e Cile tali accordi sono già in vigore, mentre con Colombia e Perù lo saranno entro l’anno. Brasile, Messico e Argentina sono i partner principali del nostro Paese in quest’area. Tra i prodotti maggiormente esportati dalla

Svizzera nel continente sudamericano figurano i prodotti chimico-farmaceutici, i macchinari e le apparecchiature elettroniche, come pure gli strumenti di precisione, gli orologi e la bigiotteria. Le importazioni, invece, riguarda-no principalmente i prodotti dell’agricoltura e i prodot-ti chimici. Vi ricordiamo infine che sul sito della Cc-Ti (www.cc-ti.ch) è possibile scaricare tutte le presentazioni dell’evento. Inoltre vi segnaliamo un blog dedicato all’ar-gomento, sviluppato da Osec: si tratta di una pagina web appositamente dedicata all’evento, creata a complemento di quanto già messo a disposizione dalla Cc-Ti sul suo stesso sito. Alle varie presentazioni si aggiungono quindi anche delle schede informative sui Paesi trattati nel corso dell’incontro. L’export blog si trova all’indirizzo: www.exportblog.ch/it/go/k7iFo.Per potere accedere al blog è richiesta una password, che vi invitiamo a voler richiedere scrivendo un’e-mail a Monica Zurfluh, Responsabile Osec Ticino all'indirizzo: [email protected] oppure telefonando allo +41 91 911 51 35.Nei prossimi numeri di Ticino Business continueremo a riportarvi i migliori spunti di riflessione che emergono da-gli eventi che organizziamo.

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L’ARGEnTInAIntervista con Norma Alemann, Direttrice della Cámara de Comercio Suizo Argentina

Norma Alemann

Nel 2010, l’Argentina è cresciuta del 9,2%, ossia a uno dei ritmi più rapidi della regione. Quali sono i fattori che hanno determinato questa espansione?“L’Argentina, la seconda economia dell’America Latina, nel 2010 è cresciuta per l’ottavo anno consecutivo, rag-giungendo il 9,2%. La ripresa del Paese, che nel 2009 registrava una crescita di soli 0,9%, è dovuta ai prezzi delle materie prime e alla domanda estera, soprattut-to quella brasiliana, di prodotti finiti e industriali. Le principali materie prime sono i semi di soia, i derivati (olio e farina di soia) e i prodotti dell’industria mineraria (rame, oro, litio e argento). Quale terzo produttore al mondo di semi di soia, l’Argentina ha beneficiato di una raccolta da record l’anno scorso e di un incremento del 55% dei prezzi per i semi oleosi nel secondo seme-stre del 2010. Il Paese è in procinto di diventare uno dei maggiori esportatori di biodiesel al mondo. Come in Europa, la miscela di diesel contenente il 5% di biodiesel è obbligatoria, ma con percentuali diverse. Inoltre, il forte apprezzamento della valuta brasiliana (real), il principale partner commerciale dell’Argentina,

ha contribuito a migliorare la competitività dell’indu-stria locale”.

L’economia argentina dipende dalla disponibilità di risor-se naturali, da un settore agricolo orientato all’esporta-zione e da un ramo industriale diversificato. Rappresenta il terzo mercato dell’export svizzero nell’America latina. Quali sono i prodotti svizzeri più richiesti?“I principali prodotti svizzeri esportati verso l’Argentina sono:Prodotti farmaceutici 35%Prodotti chimici 5%Pigmenti e inchiostri 2%Alluminio e prodotti derivati 2%Orologi 2%”

Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito della Cámara de Comercio Suizo Argentina: www.suiza.org.ar (sito in spagnolo e inglese), oppure il sito istituzionale del Governo argentino, all’indirizzo www.argentina.gov.ar (sito in spagnolo, portoghese e inglese).

I relatori dell'evento

Eventi

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IL BRASILEIntervista con Stephan Buser, Direttore della Câmara de Comércio Suíço-Brasileira

Stephan Buser

L’Economist Intelligence Unit prevede che il Brasile sor-passerà l’Italia e diventerà la settima economia mondiale nel 2011, con un PIL di 2 miliardi di dollari. Quali sono i fattori che hanno contribuito a rafforzare la situazione economica del Brasile?“In primis, il piano REAL (nuova valuta introdotta dal Presidente Fernando Henrique Cardoso nel 1994) ha creato stabilità finanziaria, allontanando l’iperinflazione. Grazie alla crescente domanda di materie prime (minerali di ferro, semi di soia e altri) dall’inizio del 20° secolo, il Brasile è diventato un importante esportatore di questi prodotti, facendo affluire molti capitali nel Paese. Inol-tre, si può affermare che gli «sforzi di marketing» del Presidente Lula hanno attirato l’attenzione del mondo sull’economia brasiliana, portando ulteriori investimenti e rafforzando quindi la crescita. Il Brasile non ha sentito gli effetti della crisi economica nel 2008/2009, che ha colpito duramente altre nazioni del mondo. Una misura intrapresa per promuovere l’economia è stata la sospen-sione temporanea della tassa sui prodotti industriali quali i veicoli a motore, grandi elettrodomestici come i frigori-feri e i materiali edili. Un ulteriore progetto lanciato dal Governo brasiliano è il piano «my house, my life» volto a facilitare l’accesso della popolazione con reddito basso ai mutui ipotecari. Questo incentivo statale promuove con-testualmente l’industria edile. Infine, gli importanti eventi

sportivi del prossimo futuro, come i Campionati mondiali di calcio nel 2014 e le Olimpiadi, generano nuovi progetti infrastrutturali”.

Dal 1° gennaio 2011, Dilma Rousseff è la prima donna Presidente del Brasile, succedendo al più popolare leader nella storia del Paese, il Presidente Lula. Cosa ci si può attendere dal suo Governo?“Benché la Signora Rousseff sia alla guida del Brasile da oltre 100 giorni, non si delinea ancora una sua direzione politica. In linea di massima, ci si attende che segua la li-nea politica del suo predecessore Lula (che proviene dallo stesso partito). Constatiamo che adotta qualche nuova idea e direzione, pensiamo, per esempio, alla posizione del Brasile nei confronti dell’Iran. Ha saputo riscuotere un primo successo di politica interna in occasione dei ne-goziati sul salario minimo. Grazie al sostegno di cui gode nel parlamento, ha stabilito un salario minimo di 545 real invece degli 560 o 580 previsti dall’opposizione. Questa ritenuta era necessaria poiché ogni real supplementa-re crea ulteriori spese statali di 286 milioni (http://veja.abril.com.br/tema/salario-minimo)”.

Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito della SWISSCAM – Câmara de Comércio Suíço-Brasileira: www.swisscam.com.br (sito in portoghese, inglese e tedesco), oppure il sito istituzionale del Governo brasiliano, all’in-dirizzo www.brasil.gov.br (sito in portoghese, inglese e spagnolo).

Un momento delle presentazioni con alcuni dei relatori

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Eventi

IL CILEIntervista con Ladina Baniclès, Direttrice della Cámara Chileno-Suiza de Comercio A.G.

Ladina Baniclès

L’economia cilena è aperta, dinamica e molto dipendente dal commercio internazionale. Questo fatto è confermato dai numerosi accordi commerciali stipulati (non tutti sono effettivamente accordi di libero scambio) con partner qua-li USA, UE, Mercosur, Cina, India, Corea del Sud, Messico e AELS, quindi anche con la Svizzera. Quali vantaggi può trarre il «piccolo topolino» Svizzera da questa convenzio-ne rispetto ai sopra citati «grandi elefanti»?“Sono del parere che le Nazioni piccole costruiscono buo-ne piattaforme per sviluppare e produrre prodotti di otti-ma qualità, che possono essere proposti esentasse e con un alto valore aggiunto nei mercati dei «grandi elefanti». Contestualmente, gli accordi di libero scambio offrono condizioni interessanti per il trasferimento di capitali e di moneta, che permettono al settore finanziario – soprat-tutto in Paesi quali la Svizzera e il Cile – di beneficiare di crediti supplementari e tassi d’interesse attrattivi. Inoltre, il ramo industriale e produttivo può disporre di ulteriori possibilità di finanziamento a condizioni più interessanti sul mercato dei capitali. Le Nazioni piccole, che vantano una buona infrastruttura, offrono una piattaforma eccel-lente in cui costituire uffici per operazioni transnazionali volte a entrare sui grandi mercati. In altre parole, si può accedere a un mercato di 4-5 miliardi di consumato-ri attraverso questi piccoli Paesi hub. Altri esempi di questo fenomeno sono Singapore, Taiwan, Dubai, ecc.. Un ulteriore aspetto interessante di questo sviluppo è la possibilità offerta alla popolazione di piccole Nazioni di accedere a prodotti high-tech e di punta, alzando il loro status sociale e il know-how. Infine, occorre citare le pos-sibilità educative e formative che questi accordi offrono a tecnici, studenti e personale laureato”.

Il «Global Competitiveness Report 2010-2011» pubblicato dal Foro economico mondiale situa il Cile al 30° posto dei Paesi più competitivi al mondo e alla 1° posizione in America Latina, ben prima di Brasile (58°), Messico (66°), Colombia (68°) Perù (73°) e Argentina (87°). Oltre all’a-pertura del mercato e alla rete di accordi commerciali, su quali altri pilastri si fonda l’economia cilena?“Da quasi 100 anni, la fonte principale di reddito rima-ne la produzione di rame. L’industria mineraria in genere costituisce un pilastro essenziale e sembra che si possa rafforzare nei prossimi decenni, diventando ancora più redditizia. Il Nord del Paese vanta enormi riserve e i prez-zi alti in continua crescita non sono destinati a diminuire a breve. Ulteriori importanti investimenti sono quindi già previsti per i prossimi anni. Inoltre, i guadagni miliardari conseguiti in questo ambito da molte imprese cilene hanno

permesso loro di attivarsi a livello transnazionali in altri Pa-esi asiatici e africani, che risultano interessanti dal punto di vista minerario. Le aziende minerarie cilene sono diventate attori globali. Inoltre, il Paese ha un potenziale enorme nell’industria agricola. Il suo ampio paesaggio e la terra fertile gli permetterebbero di diventare uno dei maggiori produttori di frutta, verdura e prodotti alimentari. Il clima privilegiato consente di sviluppare e produrre importanti quantità di alimentari. Infine, il Cile offre una struttura con bassi costi di produzione, che serve da ampia piattaforma, da cui vendere nelle zone coperte dagli accordi di libero scambio a prezzi attrattivi, con un’alta qualità e margini interessanti. Sappiamo che alcune multinazionali hanno in-stallato in Cile capacità produttive da 2 a 10 volte superiori alle capacità del Paese per poter esportare i prodotti verso grandi mercati senza gravarli di tasse all’importazione. Un altro pilastro emergente è il settore finanziario e dei servizi, con modelli d’investimento e tassi d’interesse vantaggiosi. Sappiamo che il settore del private banking svizzero ha av-viato nuove attività e operazioni in Cile poiché le condizioni sono migliori e più sicure che in altre Nazioni della regione quali Argentina, Bolivia, Venezuela, Ecuador, ecc.. Il Cile è un Paese emergente, che agisce velocemente e in modo professionale, prendendosi cura della popolazione e miglio-rando il livello dei più poveri. Pare che i politici e i «gruppi finanziari» storicamente dominanti abbiano capito che sono i lavoratori e la classe media a costituire il settore di consu-matori più ampio e interessante, permettendo all’industria e ai servizi di conseguire profitti constanti e crescenti”.

Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito della Cámara Chileno-Suiza de Comercio A.G.: www.swisschile.cl (sito in spagnolo e tedesco), oppure il sito istituzionale del Governo cileno, all’indirizzo www.gob.cl (sito in spa-gnolo e inglese).

Da sinistra: N. Alemann, T. Foerst, S. Gutiérrez Díaz, L. Baniclès e C. Schirmer

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LA COLOMBIAIntervista con Silvia Gutiérrez Díaz, Direttrice della Cámara de Comercio Colombo Suiza

Silvia Gutiérrez Díaz

L’attuale indice «Ease of Doing Business Index» stilato dal-la Banca mondiale cita la Colombia quale 39° economia mondiale e seconda migliore piazza commerciale dell’A-merica Latina (dopo il Messico). Quali riforme sono state attuate negli ultimi anni per raggiungere questo risultato?“Le principali misure sono la protezione degli investito-ri (nuovo regime per gli investimenti esteri dal 2008), l’implementazione tecnologica per creare un’impresa (camere di commercio), per dichiarare e pagare le impo-ste (sistema Muisca) nonché per versare gli oneri sociali (sistema unificato, Planilla Integrada de Liquidación de Aportes PILA). Inoltre, è stata migliorata la prassi per il commercio transfrontaliero, riducendola a una sola fine-stra per snellire le procedure”.

La Svizzera è il quarto partner commerciale della Colom-bia, mentre la Colombia è la quarta destinazione delle esportazioni svizzere. Quali sono i prodotti scambiati tra i due Paesi e quali benefici porterà l’imminente accordo di libero scambio?“Beni scambiati: le esportazioni della Svizzera verso la Co-lombia ammontano a oltre 409 milioni di dollari e consisto-no principalmente in prodotti chimici e i loro derivati, stru-menti di precisione e apparecchiature. I prodotti importati in Svizzera dalla Colombia raggiungono gli 854 milioni di dollari e sono soprattutto i prodotti dell’industria mineraria (oro, smeraldi, carbone), il caffè e la frutta.

Benefici dell’accordo:• l’abolizione di barriere che limitano la partecipazione

svizzera in Colombia quale mercato emergente;• l’eliminazione di tariffe sulle esportazioni svizzere per

rendere più attrattivi i prodotti;• la par condicio per il commercio svizzero rispetto ai

competitori che beneficiano di condizioni preferenziali (accesso migliore rispetto agli Stati dell’UE/USA);

• entrata sul mercato facilitata per i prestatori di servizi svizzeri in ambito finanziario (ingegneria), ambientale, minerario, dell’olio e del gas, nei servizi infrastrutturali ed edili;

• condizioni sicure e affidabili per gli investitori;• prezzi più bassi e maggior offerta;• vantaggi per tutti: nuove possibilità d’affari, di par-

tenariati, di clienti, di investitori, di anelli della cate-na d’approvvigionamento e produttiva nonché miglior scelta per i consumatori”.

Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito della Cámara de Comercio Colombo Suiza: www.colsuizacam.com (sito in spagnolo), oppure il sito istituzionale del Governo colombiano, all’indirizzo www.presidencia.gov.co (sito in spagnolo e inglese).

IL PERùIntervista con Corinne Schirmer, Direttrice della Cámara de Comercio Suiza en el Perú

Corinne Schirmer

L’economia del Perù è aumentata dell’8,8% nel 2010 e ci si attende un incremento del 7% nel 2011. Tuttavia, nell’anno corrente si svolgono le elezioni, il Presidente García non può ricandidarsi e dopo il primo turno del 10 aprile, un se-condo si terrà il prossimo 5 giugno. Quale effetto può avere questa incertezza sulla crescita economica?“La basi macroeconomiche del Perù sono molto solide. Le stime per l’anno corrente rimangono alte grazie alla forte influenza del settore esterno e ai prezzi alti dei

prodotti d’esportazione nonché alla loro diversificazione. Rame, piombo, acciaio, zinco e soprattutto oro e argento manterranno l’attuale valore elevato. L’export di derivati di pesci, tessili e dall’industria agricola sono risorse posi-tive. La domanda internazionale rimane forte, particolar-mente negli ambiti commerciale, dei servizi e dell’edilizia. Se Keiko Fujimori fosse eletto, le tendenze favorevoli al mercato e la crescita continuerebbero sulle stesse basi. Benché Ollanta Humala non sia pro-mercato, il suo orien-

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tamento populista contribuirebbe a sostenere l’attività economica interna a breve e medio termine poiché è piuttosto incline alle spese”.

Il commercio tra Svizzera e Perù è aumentato molto negli ultimi anni. Un accordo di libero scambio tra l’AELS e il Perù entrerà in vigore prossimamente. Cosa possiamo attenderci da questo accordo?“Questo accordo è una premessa necessaria per raf-forzare le relazioni economiche bilaterali; tuttavia, non basta solo l’entrata in vigore di un tale accordo. Esso apre le porte a nuove opportunità, ma occorre che i Pa-esi ne sappiano trarre vantaggio. Il Perù vanta molteplici

Eventi

possibilità produttive e d’investimento di cui la Svizze-ra potrebbe beneficiare, soprattutto quelle derivanti da questo accordo. Inoltre, tale convenzione permette alle imprese svizzere e peruviane di creare joint venture, che beneficerebbero dell’accesso peruviano ai mercati asiatici e del bacino del Pacifico”.

Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito della Cámara de Comercio Suiza en el Perú: www.swisscham-peru.org (sito in spagnolo ed inglese), oppure il sito isti-tuzionale del Governo peruviano, all’indirizzo www.peru.gob.pe (sito in spagnolo).

Nora Wassermann

GLI ASPETTI MACROECOnOMICI DEL COnTInEnTE LATInOAMERICAnOIntervista con Nora Wassermann, Analyst Global Economics Research Emerging Markets, Credit Suisse

Quali sono i punti chiave della situazione economica in America Latina? “L'America Latina ha visto un moderato tasso di crescita dopo un forte rimbalzo post-crisi. Nel 2010 l'attività eco-nomica ha recuperato da un calo del 2,1% del PIL regio-nale nel 2009 ad una crescita del 6,2% sostenuta da un forte progresso delle esportazioni (risultato dall'aumento dei prezzi delle materie prime e dalla ripresa economica mondiale), dal solido consumo interno così come dalle politiche monetarie e fiscali. Allo stesso tempo, l'aumen-to dei prezzi delle materie prime (il cibo in particolare, con un incremento medio del 30% negli indici dei prezzi al consumo) ha spinto l'inflazione vicino se non addi-rittura sopra il limite dei parametri target dettati dalle banche centrali. Il Messico è un’eccezione dato il suo stretto legame con l'economia statunitense (il 75% delle esportazioni messicane è verso gli Stati Uniti). Rispetto ad altri Paesi il Messico ha visto un calo del PIL seguito da un lento recupero. Se da un lato gli effetti di base dovrebbero contribuire a ridurre l'inflazione in America Latina entro il quarto trimestre di quest'anno, in quanto i prezzi delle materie prime dovrebbero aumentare meno rapidamente, dall’altro le strozzature nell'economia (ad esempio un basso tasso di disoccupazione) mantengono i rischi di inflazione più elevati rispetto alla maggior par-te delle economie avanzate. Di conseguenza le banche centrali hanno iniziato ad elevare i tassi ufficiali e alcuni

Governi (per esempio Cile e Brasile) hanno annunciato tagli alla spesa pubblica per quest'anno. Ci aspettiamo che la combinazione tra il rallentamento della crescita della produzione industriale (dovuta al rafforzamento del-la moneta in termini reali) e il consumo domestico ten-dente al rialzo continui fintanto che i prezzi delle materie prime rimarranno elevati. Nel contempo, l'inasprimento delle politiche fiscali e monetarie dovrebbero contribuire alla decelerazione dei tassi di crescita del PIL nel 2011 e 2012”.

Quali sono gli elementi comuni alle economie dei Paesi dell'America Latina?“Le esportazioni e in particolare quelle di materie prime continuano a giocare un ruolo predominante in America Latina, ciò è in parte dovuto alla crescente domanda di risorse naturali dall'Asia. Eccezion fatta per il Messico, le materie prime costituiscono oltre il 50% delle esportazio-ni totali nei Paesi dell'America Latina. Migliorare la com-petitività delle industrie non collegate alle materie prime sarà quindi un passo cruciale per queste Nazioni. Le vie da perseguire per raggiungere tale risultato includono lo sviluppo delle infrastrutture, l’innovazione e il progresso tecnologico, la riforma del sistema fiscale o del diritto del lavoro. Queste ed altre misure dovrebbero contribuire a diversificare le loro economie, così da ridurre la dipen-denza dalle materie prime. Per attuare una tale strategia,

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Signor Schulz, può darci qualche informazioni sul mer-cato dell’America Latina, in merito al rating?“Da un punto di vista europeo, l’America Latina viene vista come una regione piuttosto omogenea, con Pae-si che condividono la stessa lingua (ad eccezione del Brasile ovviamente), cultura e religione. Questo però non è totalmente corretto, visto che in verità le Nazioni del Sud America si differenziano parecchio per quanto concerne lo stato economico dei vari Paesi. Euler Her-mes, quale leader mondiale dell’assicurazione crediti, analizza anche il rischio Paese e stabilisce i cosiddetti «country grades». I nostri «grades» non riflettono solo la solvibilità di uno Stato, ma anche la sua stabilità econo-mica e politica. Attualmente, i Paesi del Sud America con i migliori grading sono Cile, Brasile, Messico ed è in questi Paesi dove si sviluppano le maggiori attività commerciali dei nostri clienti. L’America del Sud, assie-me all’Asia, è considerata da Euler Hermes il mercato del futuro”.

Quali sono le principali difficoltà di un’azienda svizzera esportatrice in America Latina?“A mio avviso sono tre le sfide principali che carat-terizzano il rischio dell’esportazione, non solo per gli esportatori svizzeri, ma per aziende europee in generale:1. Stabilire la qualità delle aziende del Sud America

è spesso molto complesso. In alcuni Paesi è molto

difficile avere informazioni affidabili, come pure dati finanziari.

2. Il rischio politico è sempre presente ed è una minac-cia per gli esportatori. L’ultima crisi che ha subito l’Argentina non è ancora stata dimenticata. La si-tuazione di Paesi come il Venezuela è imprevedibile.

3. Molti Paesi non dispongono di un sistema legale fun-zionante, soprattutto se paragonato con gli standard svizzeri. Le procedure di incasso esistono ma non sempre vengono rispettate ed eseguite”.

Che genere di supporto può offrire un’assicurazione cre-diti? E in che modo l’assicurazione crediti diventa un partner per le aziende svizzere esportatrici in America Latina?“L’analisi del rischio e la sua prevenzione sono il compito giornaliero di un’assicurazione crediti. Operare su mer-cati esteri comporta rischi maggiori, anche a causa di sistemi legislativi poco familiari e abitudini commerciali diverse. Grazie alla nostra presenza mondiale disponia-mo di un’ottima conoscenza dei diversi mercati e siamo in grado di valutare e assicurare correttamente i vostri rischi. Ci occupiamo di analizzare la solvibilità di milioni di aziende in tutto il mondo e indennizziamo il cliente in caso di mancato pagamento o fallimento. L’assicura-zione crediti non solo copre i rischi derivanti da perdite sui debitori, ma è anche possibile proteggersi dai rischi

CREDIT RISk MAnAGEMEnT In AMERICA LATInAIntervista con Mark Schulz, Direttore Risk, Claims & Collection, Euler Hermes Zurigo

Mark Schulz

i Paesi potrebbero anche usare fondi sovrani. L’America Latina nel suo complesso ha visto alcuni importanti mi-glioramenti in termini di stabilità politica e finanziaria negli ultimi anni. La maggior parte di questi Paesi (esclu-dendo il Venezuela e l’Argentina) si sono relativamente aperti in termini di commercio e investimenti, hanno un minor rapporto debito pubblico/PIL rispetto alla maggior parte delle Nazioni sviluppate e grazie a regimi di politica monetaria hanno beneficiato di una bassa inflazione negli anni passati (rispetto all’esperienza storica). La stabilità riacquisita non solo ha creato un ambiente favorevole alla crescita dei consumi, ma è stata ancora più importan-te per gli investimenti nazionali ed esteri. L'integrazione delle borse cilena, colombiana e peruviana nella seconda borsa più grande del Continente latinoamericano (dopo il Brasile) è un esempio recente del progresso della regione in termini di sviluppo finanziario”.

I tassi di cambio hanno un’influenza sull'economia di ogni Paese? “La maggior parte delle valute dell’America Latina (ad eccezione di quelle di Messico, Argentina e Venezuela) hanno guadagnato rispetto al dollaro e alle altre valute dei principali partner commerciali dal 2003. La valuta-zione post-crisi è più evidente in Brasile: il real brasiliano è attualmente più forte del 30% rispetto a una media pluriennale (prima della crisi) nei confronti del dollaro americano e il 25% superiore a tale media se misurato rispetto alle divise dei principali partner commerciali. La conseguenza di questa situazione è che i produttori locali lottano con una domanda dei loro prodotti che risulta debole, in quanto i beni importati diventano più abborda-bili e anche la competitività sui mercati esteri ne risulta intaccata. L'aspetto positivo delle valute forti è il loro effetto frenante sull'inflazione”.

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38 Ticino Business

Eventi

politici. L’assicurazione crediti diventa una parte cru-ciale della gestione del rischio, in particolare quando i fornitori esigono condizioni di pagamento più flessibili e si vogliono sviluppare nuovi mercati. Le aziende espor-tatrici possono esternalizzare la gestione del rischio a partner specializzati che sono, a differenza delle azien-de che forniscono informazioni, responsabili per le loro opinioni e decisioni. L’assicurazione crediti infatti paga

in caso di mancato pagamento. Inoltre, è una questione di intelligenza di mercato! Euler Hermes ad esempio è presente nei principali Paesi dell’America Latina con analisiti dei crediti locali e risk underwriters. Crediamo che queste decisioni debbano essere prese localmente, cosi come locali devono essere le informazioni di analisi; questo aspetto è fondamentale per un risk management al di fuori della Svizzera”.

GINSANA, operativa dal gennaio 2009, ha raccolto l’ere-dità di know-how e risorse di Pharmaton, azienda fondata nel 1942 e, nel 1991 acquisita dal gruppo Boehringer In-gelheim. Pharmaton, inizialmente produttrice di anesteti-ci locali per uso odontoiatrico, dagli anni ‘60 ricerca e svi-luppa prodotti a base di Ginseng, riuscendo a raggiungere ottimi successi in molti Paesi del mondo, in particolare in America Latina, ma non solo. Negli anni ‘70 viene lancia-ta la linea GINSANA a cui si aggiungono negli anni suc-cessivi altri prodotti quali Prostatonin, Songha, Seresis e Pronatal. GINSANA resta parte del gruppo Boehringer Ingelheim, ma dal 2009 con una completa autonomia ad operare nei campi della ricerca, sviluppo e produzione di prodotti farmaceutici a base di estratti naturali ed ad offrire il proprio know-how a clienti industriali interessati a servizi scientifici o di produzione. Il modello di business adottato in tutto il mondo da GINSANA è quello di una rete di Agenti locali, primarie aziende operanti nel campo della distribuzione farmaceutica, in grado di interagire con le Autorità Sanitarie del Paese e di assicurare una adeguata copertura del mercato con la loro forza vendita. In America Latina i prodotti GINSANA vengono introdotti negli anni ‘70, dal Messico all’Argentina, dall’Ecuador al Brasile. Anno dopo anno la diffusione si estende anche in Venezuela, Perù, Cile, Colombia, Uruguay, Paraguay ed i Paesi del Centro America e dei Caraibi.L’esperienza fin qui sviluppata può essere sintetizzata in alcuni messaggi chiave:

•Gliaccordidiliberoscambio sono uno strumento che amplifica le possibilità commerciali: il supporto della nostra Direzione Dogane di Lugano consente di risolve-re gli eventuali problemi che saltuariamente occorrono, quali imposizioni di dazi improprie.

•Lapraticadellacontraffazione è purtroppo diffusa in Sudamerica: i nostri prodotti vengono sistematicamen-te copiati impropriamente e messi in commercio in ca-

nali “alternativi” e le vie legali di ottenere il loro ritiro dal commercio sono lunghe e difficili.Le Autorità Sanitarie locali sono sempre più sensibili al problema e richiedono alle aziende di mettere in atto soluzioni tecniche che rendano facile l’identificazione del prodotto contraffatto (vedi ologramma in Brasile).

•I furti dimerce sono ancora una pratica diffusa: dai pochi cartoni fino al container completo. Pertanto, ol-tre alle doverose coperture assicurative, è bene consi-derare quelle soluzioni logistiche che possano evitare l’assenza del prodotto nel mercato e la conseguente perdita di vendite. Affidare le proprie merci ad aziende di logistica con una solida ed ampia rete operativa, nonché individuare partner locali in grado di pondera-re il rischio ed adeguare anche localmente le pratiche operative, quali scorte armate e/o incremento della fre-quenza delle forniture.

•Valuta: i rischi di svalutazione delle valute locali persi-stono, la pratica di fissare le condizioni in US $ viene ritenuta ancora la soluzione più idonea.

•AutoritàSanitarie locali sempre più esigenti ed ormai allineate con le richieste di sicurezza ed efficacia dei prodotti farmaceutici dei Paesi Occidentali.

Non è semplice intrattenere relazioni commerciali con Paesi così distanti, tuttavia l’esperienza maturata da GIN-SANA è sicuramente positiva: in particolare negli ultimi anni la crescita di valore del business sviluppato nell’area ha ripagato gli sforzi. Grande soddisfazione deriva inoltre dal riconoscimento dei clienti/consumatori sudamericani di un particolare valore aggiunto per il marchio svizzero, tuttora sinonimo di qualità e valore.

DALLE ALPI ALLE AnDE: L’ESPERIEnzA GInSAnA In AMERICA LATInALa testimonianza di Maurizio Nardi, Head of Supply Chain Ginsana SA, Bioggio

Maurizio Nardi

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Formazione

CORSI DI fORMAzIOnE PROPOSTI DALLA CC-TI

INTRODUzIONE ALLE CESSIONI COMUNITARIE IN MATERIA D’IVA

Mercoledì 8 giugno 2011, dalle 14.00 alle 17.00 Lugano, Sala dott. G. Papa, presso la Cc-Ti

Programma• Esportazione di beni dalla Svizzera collegate a cessioni comunitarie• Cessioni e operazioni triangolari / a catena in ambito comunitario• Le principali regole che l’operatore svizzero deve conoscere

CORSO BASE PER NUOVI IMPRENDITORI 2011 - 2012

Sono aperte le iscrizioni al corso base per nuovi imprenditori 2011 – 2012. La Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino organizza, sotto l’egida dell’IFCAM - Istituto svizzero per la formazione di capi-azienda nelle arti e mestieri di Berna, corsi per nuovi imprenditori. Lo scopo di questo corso consiste, in primo luogo, nel fornire le basi per una for-mazione generale del futuro imprenditore e in secondo luogo è volto ad applicare con il maggior profitto possibile le nuove nozioni acquisite all’interno dell’azienda. La scuola inizierà sabato 3 settembre 2011. Il corso comprende 104 ore di insegnamento. Le lezioni si terranno ogni due settimane il sabato mattina a Lugano presso la Camera di commercio, nel periodo 3 settembre 2011 – 23 giugno 2012. Alla fine del corso sono previsti degli esami. Sistema d'insegnamento: nella misura massima possibile l'insegnamento è attivo. Ciò richiede una costante partecipazione degli iscritti. Tutti possono formulare domande o sottoporre all'attenzione del docente e dei propri colleghi casi pratici provenienti dalla loro esperienza quotidiana. Alla presentazione della materia da parte del docente fanno seguito una discussione e un esame di casi pratici.

Docenti: possiamo contare sulla collaborazione di docenti qualificati, molto vicini alla pratica, ma nello stesso tempo dotati di una solida formazione nella loro materia. È così possibile garantire un apprendimento aderente alla struttura delle aziende ticinesi di piccola e media dimensione e, nello stesso tempo, è reso più facile e proficuo il colloquio con i partecipanti.

Esami e Diploma: coloro che hanno una frequenza alle lezioni di almeno il 75%, se lo desiderano possono sostenere degli esami finali al termine del corso. Gli esami, interamente scritti, comprendono – secondo la materia – una parte di risposte a domande o dei casi pratici da risolvere, destinati a verificare le cono-scenze del candidato. Gli esami, se superati, permetteranno al candidato di ricevere un diploma (rilasciato dall’IFCAM – Istituto svizzero per la formazione di capi-azienda di Berna, dal quale dipende il corso del Cantone Ticino). Gli interessati sono invitati a richiedere il regolamento alla direzione del corso. Le iscrizioni vanno effettuate alla metà del primo anno. Il diploma di futuro imprenditore permette di accedere al corso di capo-azienda nelle arti e mestieri.

Materie principali d’insegnamento: contabilità, principi fondamentali della gestione aziendale, gestione del personale, marketing, questioni giuridiche, corrispondenza. Il numero dei partecipanti è limitato. Le iscrizioni saranno accolte nell’ordine in cui perverranno alla segre-teria. Chi desiderasse ricevere il programma e il formulario d’iscrizione è invitato a rivolgersi alla Cc-Ti, Tel. +41 91 911 51 18, [email protected], www.cc-ti.ch

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Commercio estero

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• riduzione delle deduzioni fiscali per gli acquisti di beni d’investimento: la partecipazione ai costi computabile sarà ridotta dal 20% al 18%, l’importo massimo ammonterà a 25’000 sterline annuali;

• costituzione di zone economiche speciali: il governo britan-nico intende costituire 21 “enterprise zones”. Le imprese, che vi si insedieranno durante la legislatura corrente, be-neficeranno di una riduzione del 100% dell’imposta sulla proprietà commerciale (fino a un massimo di 275’000 sterline);

• creazione di una banca ecologica: una “green investment bank” fortemente capitalizzata dovrà permettere di incen-tivare i progetti d’investimento nel settore delle energie rinnovabili. Gli esperti prevedono che il Regno Unito inve-stirà 75 miliardi di sterline nelle energie alternative;

• aumento dal 20% al 32% dell’imposta complementare sulla produzione di petrolio e di gas.BBC News Business: “Budget 2011 – Corporation Tax to

be cut to 23% by 2014” www.bbc.co.uk/news/business-12828434

Gran Bretagna: programma di incentivi per i sistemi di riscaldamento alternativiLa Gran Bretagna intende lanciare un programma di incen-tivi per l’installazione di sistemi di riscaldamento ecologici negli edifici pubblici, nelle imprese private e nelle economie domestiche. Il programma è stato dotato di 860 milioni di

Pagine a cura di Osec Ticino

Gran Bretagna: calo dell’imposta sulle societàIl bilancio dello Stato presentato recentemente in Gran Bre-tagna prevede un progressivo calo dell’imposta sulle società. Secondo il governo Cameron, la Gran Bretagna dovrà diventa-re la piazza economica più attrattiva del G7. Di conseguenza, il bilancio prevede numerose misure fiscali, tra cui:• calo dell’imposta sulla società. Ad aprile, l’aliquota è stata

abbassata al 26%. Sarà diminuita di un punto percentuale ogni anno fino ad attestarsi al 23% nel 2014;

• riforma dell’imposta per le imprese straniere site in Gran Bretagna (“controlled foreign companies”): dal 2014, gli utili conseguiti al di fuori del Regno Unito dalle CFC sa-ranno tassati solo a un quarto del valore totale. Il carico fiscale sugli utili delle CFC calerà dunque al 5,75%;

• sgravi per le PMI: ulteriori fondi per un totale di 10 milioni di sterline saranno destinati al cosiddetto “entrepreneurs relief scheme”. La “small business rate relief holiday” (sgravi dell’imposta sulla proprietà commerciale) rimarrà in vigore fino a ottobre 2012;

• miglioramento delle condizioni quadro per gli investimen-ti nelle PMI: lo sgravio massimo previsto dal cosiddetto “enterprise investment scheme” sarà portato dagli attuali 20% al 30%; l’importo massimo investito annualmente passerà da 500’000 sterline a 1 milione;

• promozione della ricerca e dello sviluppo nelle PMI: lo sgravio per le spese sostenute nell’ambito delle attività di R&S sarà portato al 200% e ulteriormente incrementato al 225% a partire dall’aprile 2012;

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Turchia: la Svizzera è il 6° partner per l’import e il 17° partner per l’export della TurchiaLugano, 10 giugno 2011• crescita del PIL nel 2011 stimata al 4,0%;• nel 2009, la Svizzera vi ha esportato principalmente prodotti chimici, macchinari, orologi, abbigliamento e strumenti

di precisione, per un totale di 1,803 miliardi di franchi.

Russia: il Paese si prepara ad accogliere i Campionati di calcio nel 2018Lugano, 20 giugno 2011• numerose opportunità d’affari grazie al potenziamento dell’infrastruttura (p.es. ampliamento della rete ferroviaria);• negoziati avviati in vista di un ampio accordo di libero scambio AELS-Unione doganale Russia-Bielorussia-Kazakistan;• le esportazioni svizzere verso la Russia ammontavano a 2,688 miliardi di franchi nel 2010 (soprattutto prodotti far-

maceutici, metalmeccanica e strumenti di precisione).

Nel corso delle giornate di consulenza proposte alle aziende, avrete l’occasione di fissare un incontro individuale con i consulenti dell’Osec e con gli specialisti provenienti direttamente dal paese di riferimento. Le aziende intenzionate ad espandere le loro attività nei mercati sopra citati o che hanno esigenze concrete non esitino a mettersi in contatto con l’Osec e a fissare un appuntamento con i suoi esperti!

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sterline e durerà fino al 2020. Il governo britannico prevede che oltre 100’000 nuovi impianti di calore rinnovabile sa-ranno installati grazie al programma: 13’000 nell’industria e 110’000 negli edifici pubblici, nel settore dei servizi e nelle economie private, generando investimenti totali stimati in 4,5 miliardi di sterline.La prima fase del programma “Renewable Heat Incenti-ve” (RHI) durerà da luglio 2011 a settembre 2012 e ver-serà fondi a 25’000 economie domestiche, che desidera-no produrre calore con le energie rinnovabili. Gli incentivi del RHI variano a seconda della tecnologia scelta: 300 sterline saranno versate per gli impianti solari, 850 sterli-ne per le pompe di calore aria-aria, 950 per le caldaie a biomassa e 1’250 per le pompe di calore geotermiche. Gli altri beneficiari (imprese private ed edifici pubblici) po-tranno ricevere i fondi del RHI a partire dal mese di settembre 2012. Gli incentivi saranno assegnati sulla base della quan-tità di calore generato grazie alle energie alternative e della tecnologia di riscaldamento impiegata.Nell’autunno 2012, il governo lancerà l’ulteriore iniziativa “Green Deal” per promuovere le misure di isolamento termi-co negli edifici britannici, che sono tra i più vecchi e peggio isolati al mondo. Infatti, i lavori saranno da intraprendere in 14 milioni dei complessivi 26 milioni di edifici dell’isola.

Department of Energy and Climate Change: “Renewable Heat Incentive (RHI) Scheme” www.decc.gov.uk/en/content/cms/what_we_do/uk_supply/energy_mix/renewable/policy/incentive/incentive.aspx

Department of Energy and Climate Change: “Green Deal” www.decc.gov.uk/en/content/cms/what_we_do/consumers/green_deal/green_deal.aspx

Impianto antincendio sprinkler obbligatorio nel GallesIl Galles è il primo paese al mondo ad aver reso obbligatoria l’introduzione di un sistema antincendio automatico di estin-zione a pioggia sprinkler nei nuovi edifici.Il 7 aprile 2011, il Parlamento gallese ha approvato una modifi-ca della legge antincendio. Voce principale dei vigili del fuoco e dei servizi di soccorso in Gran Bretagna, la Chief Fire Officers’ Association CFOA ha annunciato che farà di tutto affinché que-sta misura antincendio sia trasposta in tutto il Regno Unito.

Proposed Domestic Fire Safety (Wales) Measure 2011www.assemblywales.org/proposed_dfs__wales__measure_passed_v2.pdf

Fire Sprinkler Times: “Wales Becomes First Country to Require Fire Sprinklers in New Homes”www.firesprinklerassocnewsletters.org/?p=508

Portogallo: avvio d’attività con “zero License”In Portogallo, dal 1° aprile 2011 è stata introdotta una pro-cedura semplificata per l’avvio di nuove attività basate sul sistema “Zero License”.D’ora innanzi esercenti, albergatori e macellai non dovran-no più richiedere permessi e licenze: basterà loro notificare l’attività al Balcão do Empreendedor (Entrepreneurs Service Desk, ossia il punto unico di contatto), compilando nel con-tempo una dichiarazione di rispetto della normativa in vigore per l’attività in questione.

Diário da República: “Zero License”www.dre.pt /sug /1s /diplomas_resumo.asp?id=201 10615&lang=en

Balcão do Empreendedorwww.portaldaempresa.pt/CVE/pt/bde/BdE_1

Cina: la nuova legge sull’assicurazione sociale aumenta i costi degli oneri complementariLa legge sull’assicurazione sociale, che entra in vigore il 1° luglio 2011, porta a un aumento degli oneri complementari.Le aliquote per le assicurazioni sociali (pensione, infortunio sul lavoro, malattia, congedo maternità e disoccupazione) continueranno a essere determinate dalle singole città e pro-vince, così come l’applicazione pratica della legge. Di conse-guenza, le quote possono variare molto a livello regionale. Le differenze tra le metropoli di Shanghai, Pechino e Guangzhou, invece, sono minime.Le aliquote per le pensioni dipendono dalla provenienza e dal tipo di società: sono generalmente pari al 20% per le im-prese estere, al 18% per le aziende pubbliche e al 12 % per le società private cinesi. Per quanto riguarda l’infortunio sul lavoro, le quote sono determinate a seconda del settore: am-montano allo 0,5% (valore indicativo) nell’agricoltura, all’1% nell’industria e al 2% nei servizi.

China Briefing: “New Social Insurance Law Aims to Impro-ve Social Welfare System in China” www.china-briefing.com/news/2011/03/08/new-social-insurance-law-aims-for-an-all-round-social-welfare-system-in-china.html

PWC Hong Kong: “A new era of the PRC social security system” www.pwchk.com/home/eng/ias_prc_social_security_feb2011.html

Ernst & Young: “Potential Impact that the New PRC Social Security Law may bring on Foreign Nationals Working in China” www.ey.com/Publication/vwLUAssets/HR_Tax_alert_Jan2011en/$FILE/HR_Tax_alert_Jan2011en.pdf

La Cina intende raddoppiare le importazioniPechino intende raddoppiare entro cinque anni il volume del-le importazioni volte a coprire la domanda dei consumatori cinesi di prodotti esteri. Contestualmente, la promozione del consumo nazionale sarà rafforzata. Con questo cambiamento di rotta nella politica di sviluppo economico, il governo cinese mira a bilanciare l’evoluzione macroeconomica e a pareggiare la bilancia commerciale. Sembra che si vedano già i primi frutti: almeno nel primo trimestre 2011, la bilancia commerciale cinese ha chiuso in negativo per la prima volta in sette anni (-1,02 miliardi di dollari).La Cina intende attivarsi anche a favore degli investimenti all’estero e fornire maggiore assistenza alle imprese interne nelle loro operazioni internazionali.

MarketWatch: “Hu Looks to Boost China’s Consumption, Imports” www.marketwatch.com/story/hu-looks-to-boost-chinas-con-sumption-imports-2011-04-15

Corea del Sud investe miliardi in cleantech e hightechIl governo coreano ha deciso recentemente di stanziare 6 mi-liardi di dollari nel corso dell’anno corrente per promuovere 17 settori cleantech e hightech. I fondi saranno messi a dispo-sizione dalla “Small and Medium Business Administration” e dalle organizzazioni statali di finanziamento “Korea Finance Corp.” e “Korea Technology Guarantee Corp.”.Gli investimenti saranno assegnati ai seguenti settori, che sono destinati a diventare i pilastri portanti della crescita economica coreana:• energie rinnovabili;

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Commercio estero

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Pagine a cura di Osec Ticino

• tecnologie LED;• robotica;• nanotecnologia;• biotecnologia;• sanità;• industria software.Inoltre, Seul ha definito 10 tecnologie chiave da promuovere e sostenere a lungo termine mediante lo stanziamento di fondi destinati a ricerca e sviluppo nonché all’ottimizzazione del quadro giuridico.Le tecnologie chiave da sviluppare comprendono:• i veicoli elettrici;• i system-on-chip;• le comunicazioni mobili;• gli ospedali intelligenti (con tecnologie d’informazione di

punta);• la biotecnologia in ambito medico;• il software;• l’efficienza energetica degli edifici;• le celle fotovoltaiche (sole e vento);• la gestione delle risorse idriche.Le misure progettate comprendono un ampliamento del pro-gramma per promuovere le nuove industrie in crescita, lan-ciato nel 2009 e dotato di 8,1 miliardi di dollari.Inoltre, il governo sudcoreano metterà a disposizione 1,5 mi-liardi di dollari per progetti di ricerca e sviluppo in sei tecno-logie del futuro promettenti, tra cui:• le neuro tool (applicazioni IT per la neurologia);• i reattori modulari universali;• gli impianti per la produzione di energia marittima;• la produzione di grafene universale.

The Korea Herald: “Korea to provide W6.5tr support for key sectors”www.koreaherald.com/business /Detail.jsp?news MLId=20110414000923

Corea del Sud: nuovo sistema di indirizzi su modello europeoLa Corea del Sud introduce un nuovo sistema di indirizzi, la cui struttura corrisponde al modello europeo.Come in Svizzera, il sistema coreano includerà i nomi e i numeri delle strade. Il vecchio sistema, ereditato dall’occu-pazione giapponese e spesso sconcertante per gli Europei, continuerà a essere usato in modo parallelo fino a fine anno.Per reperire il nuovo indirizzo basterà inserire il vecchio in un motore di ricerca appositamente allestito dal Ministry of Public Administration and Security, MOPAS.

New Address Informationwww.juso.go.kr/eng/about/ProjectJustification.htm

L’India toglie le limitazioni alla concorrenza per le joint-venture straniereDal 1° aprile 2011, le imprese straniere sono autorizzate a investire in India senza il consenso dei loro partner in joint-venture e a costituire delle succursali proprie nel loro settore d’attività.Questa misura di liberalizzazione adottata dal Governo in-diano nell’ambito della revisione della normativa in materia di investimenti diretti esteri conduce a un sensibile migliora-mento delle condizioni quadro relative agli investimenti diretti e al trasferimento di tecnologie. Infatti, con la soppressione della “Press Note 1 Rule”, le aziende straniere possono ora ritirarsi da una joint-venture o da qualsiasi altra cooperazione

tecnica anche senza l’accordo del partner indiano e prose-guire da sole o con un altro partner nel loro settore d’attività. Finora questo era praticamente impossibile, salvo pagamento di premi di riscatto importanti.Si raccomanda di verificare l’eventuale adattamento dei contratti in essere alla nuova normativa. Secondo la revisio-nata “FDI Policy”, le regole sono valide per l’insieme delle joint-venture e altre cooperazioni tecniche, in particolare quelle concluse prime del regime della “Press Note 1 Rule” del 1999.

Government of India / Ministry of Commerce and Industry: “Consolidated FDI Policy” http://dipp.nic.in/Fdi_Circular/FDI_Circular_012011_ 31March2011.pdf

MyDigitalFinancialChronicel: “Centre removes NOC hurdle for foreign partners” www.mydigitalfc.com/news/centre-removes-noc-hurdle-fo-reign-partners-599

L’economia giapponese spera in una ripresa a partire da ottobre 2011La crescita congiunturale, già rallentata l’anno scorso, ha subito un’ulteriore battuta d’arresto in seguito alla calamità naturale e nucleare. Le autorità monetarie giapponesi hanno recentemente comunicato di non attendersi una ripresa eco-nomica prima del mese di ottobre.L’industria risulta particolarmente colpita, con un calo del-la produzione del 15,3% a marzo. Il consumo è diminuito dell’8,5% nello stesso mese. La Bank of Japan prevede una crescita di soli 0,6% per l’intero anno fiscale (fino a marzo 2012). Le previsioni per il 2012 sono state riviste al rialzo (+2,9%), grazie soprattutto ai lavori di ricostruzione che sa-ranno intrapresi nei prossimi mesi.

Reuters: “Erdbeben bremst Japans Wirtschaft aus- Null-zins bleibt” ht tp: //de.reuters.com/ar ticle / topNews / idDEBE73 R0FJ20110428

USA: obbligo di notifica per la reimportazione di resti e residui in containerA partire dal 17 luglio 2011, la merce e i residui rimasti nei contai-ner dovranno essere dichiarati alla reimportazione negli USA.Per motivi tecnici o di costi, i container contenenti merce alla rinfusa o raggruppata spesso non sono svuotati comple-tamente alla destinazione, lasciando residui nei contenitori che devono essere esportati nuovamente nel paese d’origine.Negli USA, questi residui d’invio dovranno essere notificati alla reimportazione e dichiarati come merci in reintroduzio-ne. La nuova regolamentazione riguarda ogni tipo di residuo nei container o in altri contenitori impiegati per il trasporto internazionale di merce (p.es. le cisterne per i liquidi).Gli spedizionieri incaricati del trasporto e le imprese sta-tunitensi che intendono reimportare i container vuoti, sono responsabili della dichiarazione in dogana. La nuova norma riguarda anche le aziende rifornite, seppur indirettamente, poiché dovranno prestare maggior attenzione nello svuotare completamente e ripulire con attenzione i contenitori prima di rispedirli negli USA per evitare di incorrere in spese do-ganali supplementari.

Barnes/Richardson Global Trade Law: “CBP to Begin En-forcing HQ Ruling H026715 July 17, 2011” www.barnesrichardson.com/news/overview.aspx?News ID=326311805

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OsecCorso Elvezia 16Casella postale 5399 - CH-6901 LuganoTel. +41 91 911 51 35/37 Fax +41 91 911 51 [email protected] www.osec.ch

Appalti pubblici in RussiaIn Russia vengono pubblicati quotidianamente ben 8’000 bandi di gara. Gli enti appaltanti sono i ministeri e i servi-zi governativi nonché le organizzazioni sostenute dai poteri pubblici, istituti medici, cooperative immobiliari, istituti di formazione e di ricerca. Nel suo rapporto “The Russian State Procurement System”, lo Swiss Business Hub Russia illustra tutto quello che c’è da sapere sugli appalti pubblici in Russia allo scopo di aiutare le aziende svizzere a ottenere contratti interessanti.

Rapporto settoriale: “The Russian State Procurement Sy-stem” (74 KB)www.exportblog.ch/sites/default /files/PublicProcure-ment040411.pdf

La Russia promuove le nanotecnologieEntro i prossimi 5 anni, la Russia intende diventare leader nel settore delle nanotecnologie. La Russian Corporation of Nanotechnologies (RUSNANO) è stata costituita nel 2007 al fine di attuare la politica del governo in questo settore e in particolare creare dei partenariati con l’estero. RUSNANO offre alle aziende interessate varie modalità di cooperazione, che vanno dal cofinanziamento di progetti alla costruzione di siti produttivi comuni. Nel rapporto settoriale “Russia Nano-technology”, lo Swiss Business Hub Russia illustra tendenze e prospettive dell’industria nanotech russa.

Rapporto settoriale “Russia Nanotechnology” (89 KB)www.exportblog.ch/sites/default/files/BB_Russia_Commer-cial_Nanotechnologies_2011.pdf

La Svizzera partecipa al programma sanitario in Lituania Nell’ambito del contributo all’allargamento dell’UE, la Sviz-zera parteciperà con 45,6 milioni di franchi a un programma volto a migliorare i servizi per la salute materna e infantile in Lituania. La Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) met-terà a disposizione 26,6 milioni di franchi per la formazione del personale medico e per modernizzare le apparecchiature di 22 ospedali, mentre la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) stanzierà 19 milioni per aumentare l’efficienza ener-getica di 16 nosocomi.

Comunicato stampa del Dipartimento federale dell’econo-mia e del Dipartimento federale degli affari esteri: “Il Consiglio federale approva un contributo per un programma di salute in Lituania”www.news.admin.ch/message/index.html?lang=it&msg-id=38709

Inchiesta del KOF: le industrie dell’esportazione e del turismo subiscono la forza del franco Il franco forte mette a dura prova l’economia svizzera, soprat-tutto le industrie dei metalli e dei macchinari nonché il turismo. Secondo un’inchiesta svolta dal Centro di ricerche congiuntu-rali del Politecnico di Zurigo KOF, 15’000 posti di lavoro sono stati sacrificati in questi settori a causa del cambio sfavorevole. Il KOF stima che, senza contromisure, le perdite occupazionali dell’intera economia potrebbero ammontare al 2,7% nei pros-simi due anni, mettendo a rischio 120’000 posti di lavoro.Lo studio evidenzia le reazioni divergenti dei clienti esteri al franco forte. Nel ramo del turismo, il numero di visitatori pro-venienti dai paesi vicini ha subito un forte calo, seppur con

un certo ritardo, mentre gli ospiti provenienti da paesi lontani, soprattutto dagli USA, non si sono fatti scoraggiare dalla forza del franco. I clienti esteri dell’industria svizzera dei metalli e dei macchina-ri reagiscono in modo simile. Più sono vicini alla Svizzera, più risultano suscettibili alla forza del franco. I clienti della zona euro, soprattutto quelli tedeschi, si lasciano influenzare molto dal tasso di cambio. Inoltre, diversamente dai turisti, reagi-scono immediatamente a ogni evoluzione del corso valutario.

Inchiesta del KOF: “Die Wechselkursabhängigkeit der Schweizer Wirtschaft” www.kof.ethz.ch/publikationen/p/kof-studien/2080/

“Duty free” anche per i passeggeri in arrivo in SvizzeraI negozi duty free negli aeroporti svizzeri saranno a disposizione anche dei passeggeri in arrivo in Svizzera. La relativa legge federale entra in vigore il 1° giugno 2011. I passeggeri in arrivo dall’estero potranno fare acquisti esentasse agli aeroporti di Zurigo, Ginevra, Basilea, Lugano e Berna. Le quantità in franchigia all’importazione rimangono invariate: 2 litri di alcool fino al 15% vol. e 1 litro oltre il 15% vol.; 200 sigarette, 50 sigari oppure 250 grammi di tabacco trinciato. Gli altri prodotti possono essere importati in franchigia fino a un importo massimo di 300 franchi.Oltre alla Svizzera, solo cinque altri paesi europei permettono gli acquisti in esenzione da tributi all’arrivo: Gibilterra, Islanda, Norvegia, Serbia e Turchia. A livello mondiale, questa possibi-lità esiste in 58 nazioni.

Comunicato stampa della Direzione generale delle dogane: “Duty free per i passeggeri in arrivo: la legge federale entra in vigore il 1° giugno 2011”www.news.admin.ch/message/index.html?lang=it&msg-id=38702

Creare la propria impresa online: ora più semplice e veloceIl 15 aprile 2011, la Segreteria di Stato dell’economia ha lanciato una nuova versione dello sportello online per la cre-azione d’imprese: www.StartBiz.ch.www.StartBiz.ch sostituisce www.KMUadmin.ch, che dalla sua attivazione nel 2004 ha consentito la creazione online di ben 27’000 ditte. Secondo uno studio condotto dalla Scuola universitaria professionale di Winterthur, questo servizio per-mette di risparmiare la metà del tempo rispetto a chi segue la via ordinaria. La nuova versione www.StartBiz.ch, grazie ad una guida dell’utente facile e chiara e ad un miglioramento dell’iscrizione all’AVS, consente una costituzione molto più semplice e veloce della propria azienda.

Comunicato stampa della Segreteria di Stato dell’economia SECO: “Creare la propria impresa in rete grazie a www.StartBiz.ch” www.news.admin.ch/message/index.html?lang=it&msg-id=38629

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Fiere internazionali

Il Big 5 rappresenta l’occasione ideale per presentare i propri prodotti e novità a un pubblico esigente. Osec, Swiss Business Hub Dubai e Swiss Business Council Dubai vi allestiranno uno SWISS Pavilion nella Hall 1 (Zabeel Hall). Non perdete quest’oc-casione unica per presentare i vostri prodotti e servizi ai profes-sionisti e ai poteri decisionali del GCC!Informazioni generali sulla fiera:www.thebig5exhibition.com Informazioni sullo SWISS Pavilion:www.osec.ch/fiere > The Big 5 Show 2011

Arab Health Dubai, 23 - 26 gennaio 2012La fiera annuale è uno dei saloni più rinomati nei settori tecniche e tecnologie medicali, salute, farmaceutica e tecnica dentale. Da quasi 40 anni, è il punto d’accesso ideale a un mercato lucrativo e in rapida crescita. Uno studio allestito recentemente da KFH Research Limited stima che il mercato sanitario negli Stati del Golfo triplicherà il proprio volume nei prossimi anni, fino a raggiungere i 55 miliardi di dollari nel 2020, con una crescita annuale del 9%. I progetti in ambito sanitario sono valutati in 10 miliardi di dollari. Il prospettato raddoppiamento della popolazione nei prossimi 20 anni (80 milioni di persone) e l’aumento delle spese pro capita ai fini sanitari sono considerati fattori determinanti per questa crescita, che portano i governi locali a progettare la costruzione di 200 ospedali e a riformare le norme vigenti nell’industria sanitaria al fine di attirare maggiori investimenti. L’edizione precedente del salone ha visto affluire 2’814 espo-sitori provenienti da 61 paesi e 66’175 visitatori (+8% rispetto al 2010). Approfittate di questo importante evento per presentare i vostri prodotti e servizi allo SWISS Pavilion allestito dall’Osec in colla-borazione con Medtech Switzerland, lo Swiss Business Hub GCC e lo Swiss Business Council Dubai.Informazioni generali sul salone:www.arabhealthonline.comInformazioni sullo SWISS Pavilion:www.osec.ch/fiere > Fiere all’estero > Arab Health 2012

InfORMAzIOnI SUGLI “SwISS PAvILIOn”: www.OSEC.Ch/fIERE

SWISS Pavilion: raggruppa l’eccellenza dello “Swiss Made”

Cosmoprof Asia Hong Kong, 9 - 11 novembre 2011Cosmoprof Asia è il principale salone dell’estetica, della bellezza e della cosmesi nella zona Asia Pacifico. Gli attori del settore vi si ritrovano per presentare e scoprire le nuove tendenze e i prodotti innovativi. La Cina rappresenta oggi il secondo mercato cosmetico nella regione e l’ottavo a livello mondiale. Alla fine del 2010, la ri-chiesta ha raggiunto l’ammontare di 190 miliardi di dollari, con una crescita annuale del 5%. I cosmetici sono il quinto mercato di consumo in Cina dopo l’immobiliare, l’automobile, i prodotti delle telecomunicazioni, la formazione e il turismo. A Hong Kong, i maggiori consumatori di prodotti cosmetici im-portati hanno tra i 30-39 anni. Questa fascia d’età rappresenta il 36% della popolazione complessiva (di 2,5 milioni) e dispone del maggior reddito. La maggioranza degli altri consumatori ha tra i 15-19 anni (17,5% della popolazione) e tra i 20-29 anni (37%). Il ventaglio dei prodotti cosmetici presentati ai saloni Cosmoprof fornisce una visione globale del ramo: prodotti professionali per capelli; attrezzature, apparecchiature e prodotti cosmetici per l’estetica; prodotti e attrezzature per ricostruzione unghie; at-trezzature e arredamenti per acconciatori; arredamenti per pro-fumerie; prodotti cosmetici e profumi; accessori per l’igiene e articoli da regalo; bigiotteria; cosmetici per erboristerie; articoli e novità per acconciatori; packaging; materie prime; tecnologie e servizi per l’industria cosmetica; prodotti farmaceutici e mac-chinari vari. Nel 2010, Cosmoprof Asia ha accolto 1’633 espositori prove-nienti da 34 paesi, 18 padiglioni nazionali e 45’100 visitatori provenienti da 100 paesi (+10% rispetto al 2009) su una super-ficie fieristica di 57’400 m².Osec vi allestisce lo SWISS Pavilion in collaborazione con l’As-sociazione svizzera dei cosmetici e dei detergenti SKW/SCD, lo Swiss Business Hub China e il Consolato generale di Svizzera a Hong Kong. Il padiglione ufficiale svizzero si troverà nella Hall 1, vicino a una delle entrate principali alla fiera.Informazioni generali sulla fiera:www.cosmoprof.comInformazioni sullo SWISS Pavilion:www.osec.ch/fiere > Fiere all’estero > Cosmoprof Asia 2011

The Big 5 Show Dubai, 21 - 24 novembre 2011La fiera annuale Big 5 Show è il più grande evento della costruzione e dei rami affini nella regione del Golfo (tecnica edile, macchinari, arredamento d’interni, climatizzazione, pulizia e manutenzione, gestione delle risorse idriche e naturali, bagni e ceramica, vetro, metallo, marmo e pietra). Il settore della costruzione continua a crescere negli Emirati Ara-bi Uniti e nei paesi limitrofi: attualmente, vi sono 4’773 progetti edili in fase di realizzazione per un totale di 1’700 miliardi di dollari. A loro soli, gli Emirati Arabi Uniti contano 1’300 progetti (418 miliardi di dollari), con altri 303 in fase di design, pianifica-zione o appalto. I governi locali sono ora particolarmente disposti a reinvestire i ricavi conseguiti con il petrolio in progetti infra-strutturali volti a migliorare la qualità di vita della popolazione: di conseguenza, le opportunità d’affari per le imprese esportatrici svizzere si moltiplicano.L’edizione precedente ha visto partecipare 2’150 espositori pro-venienti da 75 paesi e affluire 48’000 visitatori su una superficie fieristica di 40’000 m².

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Pubbliredazionale

L’ECCELLEnzA È DI CASA ALLA RIvABELLA DI MAGLIASOResidenza privata di riposo, convalescenza e cura all’insegna del “Vivere con servizi”. Entrando si è accolti da tanta luce che plana dall’alto sull’ampio, verde giardino interno e si diffonde negli spazi comuni, nelle camere, nelle suites, negli appartamenti

La Rivabella a Magliaso è una residenza privata di riposo, con-valescenza e cura ormai abituata a sfatare molti miti sulla terza e quarta età. Che debba essere noiosa, che le giornate si trasci-nino stancamente, che per forza età si coniughi con malattia e progressivo disamore dalla vita, che l’assistenza bisogni stare ad aspettarla e che la struttura sia grigia, che il Direttore sia irrag-giungibile… Niente di tutto ciò. Entrando al Rivabella si è accolti da tanta luce che plana dall’alto sull’ampio, verde giardino interno e si diffonde negli spazi comuni, nelle camere, nelle suites, negli appartamenti. Altra luce entra dal prato, dalle aiuole, dallo stagno con i pesci, dalla riva, dalla passeggiata a lago e forse anche per questo l’atmosfera è serena e gioiosa. Sanno i residenti di godere del raro privilegio di vivere in un luogo molto bello e tranquillo, ai piedi delle colline e con davanti la distesa rasserenante del lago. Può succedere di essere accolti dalla musica che ritma le settima-ne e le stagioni lungo un’attività concordata con il Conservatorio della Svizzera Italiana. Oppure da una mostra d’arte in quello che ormai, come Art Gallery Rivabella, è diventato il vero Centro espo-sitivo della regione. Musica ed arte sono ulteriori motivi per aprire la residenza anche all’esterno, a parenti ed amici dei residenti ma anche ai luganesi che apprezzano il richiamo, lo stile ed anche la gastronomia cinque stelle.I protagonisti sono naturalmente i residenti che abitano il corpo centrale, dove sono concentrati tutti i servizi e l’accogliente pa-lazzina di 8 appartamenti inaugurata nel 2010. Nel grande prato verso la riva del lago sorgerà entro il 2013 un’altra struttura con un centro wellness, piscina, 12 nuovi appartamenti di 60 mq. tutti vista lago. Sempre mantenendo, anzi potenziando le qualità di struttura autosufficiente con un alto livello di tutti i servizi: dall’ec-cellenza medica e infermieristica all’assistenza 24 ore su 24, dalle terapie complementari alla dimensione del benessere lungo un programma che continua a raffinarsi e ad ampliarsi. Adesso anche con il thai e l’ayurveda, corsi di tango e programmi di animazione volti a tenere vivace l’attività fisica e psichica. Risultato? Rivabella ha un aspetto dolcemente attivo e una qualità di vita che colpisce chi viene dall’esterno e magari si immagina… Poi succede di inter-loquire con l’ingegnere che ha diretto e sviluppato un’importante ditta internazionale o con la nobildonna estremamente affabile

e… democratica accanto ad altri personaggi internazionali o ad ospiti svizzeri che in questa parte del “loro” territorio scoprono una socialità attraente.Il segreto del successo? L’interesse verso i residenti, il piacere di tutto il personale di stare con loro (l’esempio viene dall’alto, dal Direttor Alexandre Aleman), il desiderio di creare un alto grado di qualità di vita con un’organizzazione competente, dove ogni possibile bisogno trova la soluzione più opportuna. La prima rispo-sta è quella dell’affetto, del sorriso, della disponibilità, associata alla funzionalità di tutti i servizi, nelle grandi come nelle piccole cose, dalle cure dei medici specialisti alla raffinata “carta” del “restaurant Rivabella”, scritta e quasi disegnata su carte raffinate, come succede solo nei migliori ristoranti. Quel tocco in più che è sinonimo di classe autentica.

Residenza RivabellaVia Ressiga 176983 MagliasoTel. +41 91 612 96 96Fax +41 91 606 60 [email protected]

UN’ATMOSFERA SERENA CON LE MIGLIORI CURE MEDICHE E SPECIALISTICHEIl Direttore Aleman spiega il segreto del successo

La foto ritrae Alex Aleman, Direttore di Rivabella, con un’affascinante Doris Leuthard, Presidente della Confederazione fino al 31.12.2010: interesse per la politica?“L’interesse è tutto per Rivabella. Per la visita della Presidente della Confederazione a Caslano il 1° agosto 2010 ci hanno chiesto di preparare aperitivo e banchetto. Abbiamo una perfetta squadra di cucina, è stato fatto con soddisfazione di tutti, ad iniziare dalla Signora Leuthard”.

Il riconoscimento che la Residenza Rivabella è una realtà che dialoga con il territorio.“Siamo su questo magnifico territorio che si specchia nel lago e rimaniamo una Residenza privata di riposo, convalescenza e cura con uno standing molto alto, dove la gastronomia è un marchio di qualità su una serie di servizi. Intendo cure mediche e infermieristiche anche le più speciali-stiche, grazie alla collaborazione con strutture sanitarie di prim’ordine; riabilitazioni anche di lunga durata con una squadra di fisioterapisti, ergoterapeuti e neuropsicologi; attività fisiche individuali e di gruppo; personale ben aggiornato e confrontato con i più recenti sviluppi del settore e, soprattutto, un’atmosfera vivibile e per quanto possibile gioiosa”.

L’accento dove viene posto?“Sul funzionamento ben organizzato e coordinato della struttura. Su un’offerta molto ampia nel campo della cura e della riabilitazione con terapie complementari molto richieste e gradite: fisioterapia, ergoterapia, movimento, ginnastica fino a ballo, il tango, per mantenere l'armonia tra corpo e mente. Non dimenticando un accompagnamento culturale molto attento”.

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Vita dei Soci di Lisa Pantini

vIA LIBERA ALLA SICUREzzAIl 19 aprile scorso è stato presentato in conferenza stampa il concetto di sicurezza, fondamentale per AIET – Associazione Installatori Elettricisti, che prevede controlli mirati degli impianti agli stabili, una sorveglianza del mercato del lavoro in collaborazione con l’Associazione Interprofessionale di controllo e un impegno costante nella formazione: sia per gli apprendisti che con dei corsi di formazione continua. Sono intervenuti: il Presidente Gianni Albertoni, Giorgio De Lorenzi, Responsabile del Corso NIBT e Carlo Molteni, Responsabile della Commissione Promozione e Partner

La sicurezza è di primaria impor-tanza in tutti gli ambiti della nostra vita. Adulti e bambini. Casa e lavo-ro. Tempo libero, sport e in ufficio.Per questo anche gli ambienti in cui viviamo, lavoriamo e ci rilassia-mo devono essere a norma. Vanno dunque fatti controllare da esperti in materia, che potranno certificarne la conformità o valutare i passi da in-traprenderne per rimetterli a norma. È quello che fa AIET con i suoi pro-fessionisti: controlli periodici degli impianti elettrici a bassa tensione.

L’Ordinanza sugli impianti elettrici a bassa tensioneSecondo l’Ordinanza sugli impian-ti elettrici a bassa tensione (OIBT) tutte le installazioni devono essere controllate ogni:• 20 anni: per le abitazioni;• 10 anni: per le officine, uffici, aziende agricole, chiese;• 5 anni: per teatri, officine riparazione auto, nei labo-

ratori e locali di prova di aziende industriali ed artigia-nali, scuole, grandi magazzini, cinema, sale da ballo, alberghi, ostelli, asili, ospedali, caserme;

• 1 anno: per cantieri e mercati.Il proprietario di uno stabile è responsabile dello stato dell’impianto elettrico. È dunque tenuto a far costruire, modificare e mantenere l’impiantistica secondo le regole della tecnica (NIBT 2010).Se si riscontrano dei difetti si devono far eliminare al più presto. Per non incorrere in spiacevoli sorprese (impianti non conformi o pericolosi) si consiglia sempre di rivolgersi a dei seri professionisti (membri AIET che sono ricono-sciuti come installatori autorizzati).Di fatto, per appartenere all’AIET, secondo gli statuti, le ditte devono essere in regola con le autorizzazioni a in-stallare, rilasciate dall’Ispettorato Federale degli Impianti Elettrici. Solo rivolgendosi ad un associato AIET si ha la

garanzia che l’installatore scelto, a fine lavori, rilascerà un “RASI” (rapporto di sicurezza) e un “PPM” (protocollo di prova e di misura).Per cui non esitate, già in fase di richiesta d’offerte o di preventivi, a richiedere al vostro installatore copia del cer-tificato rilasciato dall’Ispettorato Federale degli Impianti Elettrici che attesta l’autorizzazione dell’installatore da voi scelto a operare. Solo così avrete la certezza che i lavori siano eseguiti da ditte in regola con l’OIBT. Diffidate di chi temporeggia nel rilasciarvi quanto richiesto.Utile ricordare a questo punto che le ditte estere non pos-sono installare sul territorio elvetico se non sono in pos-sesso di una regolare autorizzazione rilasciata dall’Ispetto-rato Federale. E anche per le ditte “nostrane”, per essere autorizzate ad installare, sono obbligate ad impiegare una persona che abbia:• il diploma di maestro installatore elettricista, oppure un• ingegnere in elettrotecnica che ha superato l'esame

pratico.

AIET Associazione Installatori Elettricisti Ticinesi

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AIET copertina_-template AIET 24.05.11 11.28 Pagina 1

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I controlli per gli eventuali abusiDurante la conferenza stampa sono emersi degli interes-santi dati sul numero di ditte estere che sono entrate in Svizzera per eseguire dei lavori su territorio ticinese. Que-sti sono stati forniti dall’Associazione Interprofessionale di controllo. Numeri a parte, si evince come siano in au-mento queste ultime e come occorra vigilare affinché tut-to sia in regola. A fronte di circa 12’400 notifiche ricevute nel 2010, 350 riguardavano il settore degli elettricisti. Di queste sono poche quelle che realmente posseggono l’autorizzazione ad installare. Per ogni notifica che viene effettuata, ad esempio da parte di una ditta italiana, vie-ne inviata, da parte della CPC, una lettera in cui si ricorda a queste imprese che per poter eseguire lavori In Svizzera è necessaria un’autorizzazione. Una copia della stessa viene inoltrata sia all’Ispettorato Federale, come pure ai gestori di rete, così che siano le aziende elettriche locali ad effettuare i controlli del caso. E in caso di violazioni? Sanzioni salate con cifre fino a 4 zeri per le infrazioni.Prassi macchinosa? Forse. Ma la sicurezza è di prima-ria importanza, e non bisogna mai abbassare la guardia quando c’è di mezzo la vita.

L’importanza della formazioneL’entrata in vigore di nuove leggi e ordinanze porta AIET ad un costante aggiornamento dei programmi dei corsi interaziendali (nuove ordinanze). Il lavoro di preparazio-ne è molto importante, onde poter offrire corsi sempre all’avanguardia e al passo con i tempi. Per questo AIET segue passo per passo la formazione sia degli apprendi-sti, sia per ciò che riguarda i corsi di formazione continua. Attualmente sono impiegati tre istruttori qualificati che seguono la formazione per tutta la durata del tirocinio degli apprendisti, suddivisi nelle seguenti quattro forma-zioni professionali di base:• Installatore elettricista con attestato federale di capa-

cità (AFC),• Elettricista di montaggio AFC,• Pianificatore elettricista AFC,• Telematico AFC.Ogni apprendistato dura 4 anni, con l’eccezione di quello

per elettricista di montaggio che è di 3 anni. Il profi-lo professionale più “gettonato” è quello di installatore elettricista AFC.

AIET è attivamente impegnata nel campo della formazio-ne professionale. Unitamente ad altre due associazioni del settore, Associazione Controllori Ticinesi Impianti Elettrici (ACTIE) e Associazione Maestri Elettricisti della Svizzera italiana (AMESI), ha costituito l’organizzazione denominata Formazione Professionale Continua nel ramo delle installazioni Elettriche (FPCE), che organizza e pro-pone corsi e seminari diversi.Per quanto concerne la sicurezza, già lo scorso anno è stato organizzato un corso “Nibt 2010”, che si ripeterà ancora quest’anno, dato il successo riscontrato. La ne-cessità di un corso di aggiornamento per le maestranze era diventata di attualità, dati i continui mutamenti nelle installazioni elettriche, il crescente aumento dei pericoli nei cantieri, e le responsabilità che devono assumersi gli imprenditori.La scelta del tema “sicurezza” è stata anche dettata dalla continua evoluzione tecnologica delle installazione elet-triche ed alla loro complessità, ciò che necessita sempre più di impiego di personale aggiornato e qualificato. Il corso è stato strutturato su tre pilastri fondamentali: le norme sugli impianti elettrici, la sicurezza sui cantieri, e i primi soccorsi. Finora sono state effettuate 6 edizioni del corso, con un totale di 355 partecipanti.Un successo oltre le aspettative iniziali, che conferma la dinamicità dell’Associazione e le sue importanti attività, con il risultato di avere a disposizione delle maestranze aggiornate sulle norme e sulla sicurezza.

I prossimi corsi NIBT 2010 si terranno nel mese di set-tembre ed ottobre 2011. La durata prevista è di un giorno.Per maggiori informazioni:AIETCorso Elvezia 16, 6900 LuganoTel. +41 91 911 51 14Fax +41 91 911 51 [email protected]

Carlo MolteniGiorgio De LorenziGianni Albertoni

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Vita dei Soci di Lisa Pantini

hOTEL InTERnAzIOnALE BELLInzOnA: TRADIzIOnE E MODERnITà AL CEnTRO DEL TICInO

Si trova a pochi passi dalla stazione

ferroviaria di Bellinzona, vicino al centro

storico. Inaugurato nell’autunno 2010,

è stato completamente rinnovato e

ristrutturato, mantenendone le primarie

caratteristiche storiche dello stabile, che si

coniugano con le ultime novità tecniche e

all’avanguardia per i servizi

Stiamo per narrarvi una favola. Una bella storia dove si vede la voglia di rinnovarsi e la creatività che si mescolano al territorio, dove il finale è un lieto fine pieno di successi. Il complesso dell’Hotel Internazionale, stabile storico di Bellin-zona, rinomato per la sua architettura e le sue facciate eleganti il 31 dicembre 2008 è stato chiuso, e già dal 1° gennaio 2009 sono cominciati i lavori di ristrutturazione, che hanno visto uno sventramento parziale interno dell’edificio per poi farlo risorgere eccellentemente ricostruito.Acquistato da due investitori stranieri, attratti dalla stabilità economica e sociale del Canton Ticino, che ancora una volta si dimostra un terreno fertile per la nascita e la crescita di nuovi business, il progetto è cominciato a fine 2007, con l’acquisto del palazzo. Dall’inizio del 2008, si sono poi mossi i primi passi per le diverse domande di costruzione e rimodernamento con le autorità comunali e cantonali. Il complesso si componeva dell’albergo, che aveva circa 25 camere da letto, da un risto-rante, una pasticceria ed un parrucchiere.I lavori prevedevano il mantenimento e la valorizzazione dello stabile che risale agli inizi del ‘900, e che secondo il Piano Regolatore particolareggiato andava mantenuto, poiché è con-siderato uno degli edifici storici più eleganti della Capitale. Le facciate ed il tetto sono dunque state protette e portate agli antichi splendori. Il palazzo è stato svuotato, e parzialmente sventrato, messo completamente in sicurezza, secondo i rigidi standard inter-nazionali e le più moderne tecniche antincendio. I lavori si sono protratti per un anno e mezzo, e nell’autunno del 2010, l’Hotel Internazionale ha riaperto i battenti e si è ripresentato al

pubblico. L’investimento complessivo è stato di circa 13 milioni di franchi.Oggi l’Hotel si presenta ai clienti con 60 camere e 3 suites completamente rinnovate e dotate di numerosi comfort. La struttura è stata alzata di 2 piani, senza intaccare l’ossatura del complesso: dalla soffitta è stato creato il quarto piano, ora adibito a camere, mantenendo le particolari travi a vista, valo-rizzandone l’aspetto e l’atmosfera, per camere uniche nel loro genere; in più è stato innalzata una piccola parte centrale dove ora sono poste le suites. Oggi conta dunque 7 piani. Dal piano terra al quarto, sono posizionate le 58 camere, mentre il quin-to piano è occupato esclusivamente dalle 3 suites, di cui una su due livelli. Al primo piano seminterrato ci sono due alloggi comunicanti tra loro, allestiti per persone diversamente abili. Il secondo piano seminterrato è in fase di ultimazione. Ogni camera gode di una vista impareggiabile sui castelli medioevali o sulle vallate adiacenti.Durante la ristrutturazione non è stato trascurato l’aspetto am-bientale ed ecologico: oggi infatti l’Hotel Internazionale è un complesso eco-friendly: questo aspetto è anche stato mantenu-to nel “credo” dei valori dell’azienda, in quanto si è cercato di fare il meglio per garantire agli ospiti una sistemazione con gli standard più elevati in materia di qualità di vita, di soggiorno e di tutti quegli aspetti che vanno a formare la peculiarità della visita, con un occhio di riguardo all’ambiente. Come?Innanzitutto sono state posizionate due termopompe , che pom-pano l'acqua della falda freatica sottostante, permettendo che l'intera struttura venga riscaldata e raffreddata ad emissioni zero tramite energia rinnovabile. Le diverse camere sono state

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tutte equipaggiate con finestre insonorizzate e con biancheria antiallergica. Infine è utile sottolineare che la struttura è com-pletamente per non fumatori e non sono ammessi animali. Alfine di garantire un servizio di prima qualità l’accoglienza è attiva 24 ore su 24 ; il servizio di ristorazione è garantito 7 giorni su 7, in collaborazione con il Ristorante Internaziona-le, anch'esso completamente ristrutturato e ubicato all'interno dello stabile. Facciamo una panoramica sulle possibilità di soggiorno nelle diverse camere:• Singola: le camere singole si trovano ai primi tre piani della

struttura, con un letto di 160 cm di larghezza e la vista sui castelli medioevali, in quanto sono sul lato est verso la stazione ferroviaria. Questa camera è particolarmente adatta a viaggiatori che cercano un alloggio confortevole con un’ot-timo rapporto qualità/prezzo.

• Singola Comfort: le camere sono ubicate al quarto piano, quello più caratteristico, con travi in legno a vista, finestra ad oblò e velux. Dotate di un letto di 160 cm di larghezza, sono particolarmente adatte a chi cerca un alloggio confortevole in un ambiente tipico situato nel centro cittadino.

• Doppia queen: questa tipologia di camera si trova unica-mente al quarto piano, con travi in legno a vista, finestra ad oblò e velux. Sono ideali per persone alla ricerca di un alloggio confortevole ad un prezzo interessante. Il letto ha una larghezza di 160 cm.

• Doppia – Twin: le camere doppie sono dislocate su tutti i piani dell’hotel, quelle a est con vista sui castelli medioevali e sulla stazione, quelle a ovest con vista sulle montagne. L'allestimento base è matrimoniale composto da due letti di 90 cm uniti per poter essere trasformate in doppia con letti separati qualora ci fosse richiesta.

• Superior: oltre a una grandezza superiore di quasi 3 m2 rispetto alle camere doppie, dispongono di un minibar che permette al cliente più esigente di avere tutto a portata di mano. Questa tipologia di camera si trova sul lato ovest con vista sulle montagne. Vi è la possibilità di aggiungere un letto supplementare e/o la culla per bambini.

• Tripla: le camere triple si trovano sul lato ovest, sono dotate di un letto di 160 cm e di un letto di 90 cm di larghezza. Queste camere sono adatte a famiglie o persone che viag-giano in gruppo che desiderano un alloggio di qualità. Vi è la possibilità di aggiungere un letto supplementare e/o la culla per bambini.

• Junior Suite: collocata al quinto piano questa camera ha una vista a 270° sulle montagne e i castelli medioevali ed è do-tata di un soppalco adibito a zona relax. È la camera ideale per persone alla ricerca di un’esperienza affascinante. La camera è dotata di minibar.

• Suite: situata al quinto piano è composta da due locali - una zona giorno e una zona notte - e due bagni, uno con doccia e l’altro con vasca da bagno. La camera è dotata di minibar.

• Suite Deluxe: disposta su due livelli vi si accede dal quarto piano dove si trova una zona giorno e un bagno con doccia. Al piano superiore troviamo un angolo con scrittoio e la camera da letto. Il letto ha una grandezza di 160 cm. Fantastica è la vista che si può godere dal balcone. La camera è dotata di minibar.

• Camere per diversamente abili: utile rimarcare che l’albergo dispone di due camere allestite per diversamente abili e dotate di attrezzature che rendono più agevole la loro perma-nenza. Una delle quali comunicante con una camera doppia.

Ogni camera dispone di una stanza da bagno, con un arreda-mento essenziale dai colori caldi ed è dotata di comfort qua-li: aria condizionata o riscaldamento, finestre insonorizzate, connessione wi-fi gratuita e TV a schermo piatto con oltre 30 canali.Il Ristorante Internazionale è stato anche esso rinnovato del tutto ed è comunicante con l'Hotel. Offre piatti della cucina mediterranea e specialità locali. Per gli ospiti dell’Hotel è pos-sibile alloggiare in mezza pensione o completa, grazie alla col-laborazione tra Hotel e Ristorante. Dispone di 80 coperti all' interno e 60 in terrazza. La conduzione familiare garantisce che lo chef prepari quotidianamente pasta, pane e torte e che alcuni prodotti come olio di oliva, olive e spezie vengano forniti direttamente dai proprietari del ristorante. Gli spazi interni sono arredati in stile moderno e sono completamente climatizzati. Il locale è ideale per pranzi d'affari e per banchetti. Il ristorante, aperto 7 giorni su 7 dalle 6.30 alle 24.00, propone giornalmen-te 4 business lunch oltre che una vasta scelta di piatti à la carte.È in programma una seconda fase di lavori di ampliamento del complesso, che inizieranno entro la fine del 2011, e ter-mineranno nell’estate del 2012. Questo progetto prevede il potenziamento della struttura con la costruzione di uno stabile posto dietro il palazzo attuale, che conterrà ancora una decina di camere, un’autorimessa per i clienti, delle aree comuni per gli ospiti quali un’area fitness e benessere e degli spazi per riu-nioni e meeting. Infine con questo ampliamento sarà possibile ingrandire il ristorante con una seconda terrazza. Dalla sua inaugurazione la struttura ha accolto più di 6'000 clienti per la maggior parte in viaggio d’affari. La posizione pri-vilegiata lo rende un'ottima base di partenza per viaggi d'affari e turistici. La prima tappa di questa avventura è stata comple-tata con successo, ora per l’Hotel Internazionale comincerà la seconda fase dei lavori di ristrutturazione e un grosso lavoro di management per far rivivere alla struttura e a Bellinzona i fasti della prima metà del ‘900.

Hotel Internazionale BellinzonaViale Stazione 35, 6500 BellinzonaTel. +41 91 825 43 33, Fax +41 91 825 46 [email protected], www.hotel-internazionale.chL'Hotel Internazionale è presente anche su Facebook

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Vita dei Socidi Lisa Pantini

INNER WEB SAGL: COME FARE BUSINESS AI TEMPI DI INTERNET

Inner Web Sagl è una società di consulenza e servizi per applicazioni web che ha la sua sede a Stabio, attiva in Ticino dal 2008, nata dall’esperienza ma-turata in Italia dai suoi fondatori risalente alla metà degli anni ‘90.Un’azienda dinamica ed in evoluzione, come in evo-luzione è il settore in cui opera: Internet. Inner Web è nata parallelamente con lo sviluppo del web e di tutte le sue attività, ed ha saputo evolversi pari pas-so con la rete, portando avanti nuove idee, svilup-pando e testando con successo nuove tecnologie ed implementando servizi all’avanguardia. Prima di fare “il salto di qualità” unendo i propri profili, diversi ma complementari per dare il via alla società Inner Web, i fondatori della società hanno maturato anni d’esperienza nello sviluppo informa-tico per sistemi di business in rete (B2B), in aziende leader nel settore della grande distribuzione su tutto il territorio italiano.Oggi la società si occupa di e-business B2B e B2C, sistemi informativi e Web Marketing. La capacità di gestire le nuove tecnologie si è rivelata vincente sui mercati globali, poiché solo chi conosce il potenzia-le di tali ambiti può cogliere le opportunità che si presentano.

InnerStore: la piattaforma modulare di Inner Web ideata per erogare i servizi B2B/B2CInner Web ha maturato una grande competenza nella gestione di portali web B2B, riuscendo a tra-sformare semplici siti aziendali di informazione in vere e proprie piattaforme di lavoro, perfettamente integrate con il sistema gestionale aziendale.In pratica l’azienda che si dota di un sito web di B2B può ridurre i costi di gestione aziendale, permetten-do ai propri clienti di consultare il catalogo prodotti, vedere le disponibilità di magazzino ed in pochi e semplici click fare ordini direttamente su Internet; ordini che saranno caricati automaticamente sul ge-stionale dell’azienda.La piattaforma InnerStore può essere integrata con qualsiasi tipo di sistema gestionale, e grazie a que-sta capacità di plasmarsi ai dati fornitele dalle azien-de per la messa in linea, numerosi sono i vantaggi offerti alle imprese che decidono di adottare una tale soluzione: una fidelizzazione del proprio parco clienti e un risparmio concreto sulle risorse interne, che invece di leggere l’ordine da un fax possono regolarsi in base ai click fatti dall’acquirente, e so-no pronti in poco tempo ad evadere la comanda, a rifornire il magazzino se necessario, ad avere un controllo dell’inventario della merce stoccata, ecc..

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Lo studio di una soluzione B2B o B2C richiede una analisi attenta del modello di business dell’azienda coinvolta per poterne massimizzare il risultato con l’uso di Internet, senza tralasciare le peculiarità di ciascun mercato. Sono molteplici e differenziate le soluzioni che l’azienda propone ai propri clienti. Inner Web affianca il cliente in questo percorso di sviluppo del mercato attraverso la consulenza e la piattaforma proprietaria InnerStore, in grado di gestire i flussi ti-pici di un B2B e B2C e di interfacciare sistemi gestio-nali interni (logistica, magazzino, post-vendita, …) ed esterni (servizi di transazione, delivery, …). Questo prodotto è valido per aziende che commer-cializzano sia beni durevoli che non durevoli, e ben si adatta a tutti i settori di vendita. InnerStore è la soluzione Internet ideata per gestire il business aziendale in modalità scalabile (costo/ef-ficacia), focalizzato in particolare per le esigenze tipi-che delle imprese medio-piccole della distribuzione e manifatturiere. Gestisce in modalità bidirezionale la comunicazione tra l’azienda e gli utenti (clienti e for-nitori) rendendo fruibili in modalità 24 ore x 7 giorni x 365 giorni l’anno le informazioni e i servizi del core business aziendale.

Siti webInnerStore è anche la piattaforma Internet ideata per la realizzazione di siti web dinamici. Il cuore della piattaforma è il modulo CMS (Content Management System) che consente al cliente il controllo completo della pubblicazione delle proprie informazioni, sen-za dover dipendere da tecnici interni o di terze par-ti. Si presta particolare attenzione alla grafica, con l’ideazione del layout grafico personalizzato ad uso esclusivo del cliente. InnerStore lato utente è funzio-nante su tutti i browser di nuova generazione sia su piattaforma MAC che Windows. Per quanto concerne il CMS, le opzioni che sono presenti permettono una

completa gestione dei contenuti, con una consulta-zione profilata, a seconda dell‘utente connesso, una ricerca mirata grazie ad un motore integrato nel sito, ed un’interfaccia multi lingua.Grazie al CMS è anche possibile gestire tutte le opera-zioni di pre e post vendita e di vendita diretta, nonché servizi di mailing e generazione di forms dinamici, per fare data base building.

Web MarketingLe persone in rete interrogano, cercano, creano, condividono, partecipano. Internet è comunicazione, coinvolgimento, libertà di scelta. Internet è visibili-tà. E dalla visibilità nascono relazioni. Per questo è fondamentale, non solo possedere un sito web che soddisfi le aspettative degli utenti, ma anche essere ben posizionato sulla rete per farsi trovare facilmente. Inner Web, grazie all’esperienza maturata, saprà an-che consigliarvi al meglio, proponendovi delle strate-gie per il posizionamento, la permanenza e il successo della vostra impresa su Internet, sui social networks e blogs. Una strategia che si basa su obiettivi concreti, misurabili, tempificati. Sarete affiancati da professio-nisti nel campo come un Internet Strategist.

Innerweb non si può riassumere in un articolo…

Vi invitiamo a contattare: Inner Web SaglVia Giulia 436855 StabioTel. +41 91 857 53 91Fax +41 91 857 55 [email protected]

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InfORMATICA A 360°

Alberto Pizzera

Pubbliredazionale

di Alberto Pizzera – Direttore commerciale APC-Pro SA

Partendo dalla forte esperienza maturata fin dagli anni ‘80 dai quadri direttivi e dai tecnici qualificati della Oli-vetti Svizzera nel 1996 viene fondata la APC-Pro SA. Una società che nel tempo, avvalendosi di professionisti di alto livello e delle tecnologie più avanzate, offre alla clientela soluzioni globali ad alto valore aggiunto fino a di-ventare un consolidato leader nel settore dell’informatica.A seguito dei riconosciuti standard di qualità dei servizi forniti, negli anni APC-Pro SA viene ripetutamente scelta per fornire le sue prestazioni nei vari settori: pubblico, della sanità, bancario, istruzione, farmaceutico, indu-striale, ecc..APC-Pro SA nasce fornendo servizi quali: installazione delle migliori marche hardware e software di cui è partner certificato, e manutenzione di reti.A seguito del suo obbiettivo di porsi come punto di rife-rimento nel soddisfare le necessità informatiche dei suoi clienti, nel 2000 decide di acquistare la società partner “Linea Informatica SA” con competenze ed esperienza nel settore della formazione informatica, ricoprendo così anche i bisogni di continuo aggiornamento resosi neces-sario nelle moderne aziende.Grazie ai risultati raggiunti ed al costante impegno profu-so nel cercare di avvicinarsi il più possibile alle esigenze e necessità del cliente, negli anni APC-Pro SA cresce ed instaura saldi e duraturi rapporti di collaborazione con importanti aziende del Ticino.Per essere ancora più vicino ed efficiente nel soddisfare i propri clienti, dal 2002 ha trasferito la propria sede ope-rativa in un prestigioso stabile a Lugano-Noranco, nelle immediate vicinanze dell’imbocco autostradale del prin-cipale asse di comunicazione del Cantone, questo rende la sede facilmente raggiungibile dai clienti e fa in modo da poter assicurare ancora più velocemente interventi in tutto il Ticino.Nel 2003, per soddisfare ancora meglio la propria clien-tela, assorbe una prestigiosa e rinomata società specia-lizzata nel settore delle fotocopiatrici, imbustatrici, ecc.. Con il continuo evolversi dell’informatizzazione e della digitalizzazione nei diversi settori tecnologici, la società espande la sua offerta e competenza specializzandosi nei nuovi settori coinvolti: VoIP, gestione documentale, videosorveglianza, ecc..

Per far fronte alle sfide dei nuovi settori APC-Pro SA si avvale di rinomati professionisti con decennale espe-rienza, attraverso partnership che annoverano addirittura fornitori di enti governativi Europei.A conferma della competenza e dell’affidabilità dei suoi servizi, APC-Pro SA è stata scelta per fornire assistenza tecnica e picchetti di pronto intervento per sportelli Ban-comat in Ticino.APC-Pro SA, per risponde al bisogno di un’azienda di non subire stop alla propria attività, fornisce garanzie e servizi 7 giorni su 7 con la soluzione in loco del problema o la sostituzione del materiale difettato.Per assicurare questa qualità di servizio APC-Pro SA met-te a disposizione un personale tecnico costantemente ag-giornato e formato, ed un parco automezzi appositamente attrezzati per eseguire interventi sul posto.Il risultato dell’impegno profuso da APC-Pro SA nel segui-re la filosofia “customer oriented” ha permesso di amplia-re la propria gamma di prodotti e servizi permettendo così alla vostra azienda di lavorare con efficienza in sicurezza.

APC-Pro SAVia Pian Scairolo 34a6915 Pambio-NorancoTel +41 91 986 50 90Fax +41 91 986 50 99www.apc-pro.ch

APC-Pro sacomputer service

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Vita dei Soci di Lorenza Bernasconi, Marketing Manager Gruppo Sicurezza SA

La sicurezza deve essere – oltre che senza preoccupazione – senza compromessi. È un settore nel quale il compromes-so non può esistere.Per questo motivo, in seno alla nostra holding, abbiamo co-stituito Gruppo Sicurezza Servizi SA società finalizzata alla sicurezza personale, industriale, istituzionale e aziendale tramite servizi di sicurezza corrispondenti alle aspettative, garantendo tuttavia un’ottima competitività di mercato. Gruppo Sicurezza Servizi è una società dedicata a fornire prestazioni di alto livello qualitativo in particolare nella pre-venzione e nella protezione.Dalla nostra trentennale esperienza nel settore, abbiamo assistito nella nostra regione ad una comparsa rilevante di aziende e agenzie di sicurezza. Sta dunque a significare che la richiesta sussiste e che, seguendo le leggi basilari del mercato, va soddisfatta. Il problema sorge allorquando il cliente nutre delle aspettative e quest’ultime non sono soddisfatte o soddisfatte solo parzialmente.Con questa consapevolezza Gruppo Sicurezza Servizi si pro-fila nel rispondere alle necessità di una clientela esigente, desiderosa di una discrezione assoluta, alla ricerca di una sicurezza ad ampio raggio munita di agenti di sicurezza altamente qualificati, con formazione che spazia dall’ana-lisi del rischio, alla gestione dei conflitti, alla formazione paramedica, all’uso ed alla gestione delle armi, ai servizi di protezione e accompagnamento di cose e persone, fino al coaching aziendale. Agenti di sicurezza selezionati e sotto-posti a formazioni teoriche e fisiche continue e vidimate da certificazioni interne ed esterne. L’azienda riserva ampio spazio e crede fortemente nella formazione continua, sia essa fisica e/o mentale, in perfetto equilibrio ed in costante simbiosi.Ampio spazio è stato dato anche agli investimenti nell’ac-quisto di mezzi, materiali e tecnologie di punta che per-mettono a Gruppo Sicurezza Servizi di intervenire in tempi decisamente interessanti su tutto il territorio cantonale, mettendo in condizione gli agenti di sicurezza coinvolti ne-gli interventi, di lavorare in massima sicurezza e di offrire all’utenza delle tariffe decisamente interessanti.Gruppo Sicurezza Servizi è specializzata per rispondere alle richieste principalmente nei seguenti settori: bancario, in-dustriale, farmaceutico, istituzionale, privato.Quali sono le attività di punta che il nostro Gruppo propone:Servizi di controlli (aperture-chiusure) in abbonamento, mo-dulabili e concepibili secondo le prescrizioni, permettendo così al Cliente di non doversi preoccupare di chiudere o aprire il proprio oggetto, sia esso stabile abitativo, ammini-strativo, industriale o bancario. Servizi svolti con personale caratterizzato da profili altamente specialistici ed apposita-mente formati che si muovono e operano in modo discreto e anonimo, tutelando le sensibilità dei nostri Clienti.

LA SICUREzzA SENzA COMPROMESSI

Interventi su Allarmi 24h/24h, 365 giorni all’anno con un’e-levata prontezza di reazione. Personale specificatamente formato e armato, con una gestione dell’evento a completa soddisfazione dei nostri Clienti. Le pattuglie d’intervento so-no equipaggiate con i migliori prodotti esistenti attualmente sul mercato e sono caratterizzate da un comportamento ir-reprensibile durante e fuori servizio, trasmettendo un chiaro sentimento di fiducia, competenza e affidabilità in tutti gli ambiti e situazioni.Servizi di Protezione Persone, caratterizzati da elevata fles-sibilità e prontezza d’impiego. Il nostro personale è allenato a fronteggiare situazioni ad alto rischio, secondo la filoso-fia del “rischio zero”. Servizi armati in uniforme, in tenuta civile, a dipendenza della situazione e dell’esigenza. Sem-pre pronti a raccogliere le richieste e le esigenze dei nostri Clienti. Tutto ciò che è considerato un bene da trasportare con discrezione è per noi un valore che va protetto da un punto di partenza a uno di arrivo.Servizio di osservazione e di verifica di vulnerabilità; iden-tifichiamo indizi o sintomi di attività non conformi in pre-parazione e riconosciamo lacune in dispositivi di sicurezza esistenti. Specialisti capaci di osservare e documentare in modo anonimo e discreto qualsiasi fattore indicante la pre-parazione di attività non conformi. L’utilizzo di sinergie e di competenze tattiche e tecniche interne per effettuare degli esami di vulnerabilità nelle misure protettive di un oggetto specifico, quali: vulnerabilità all’intrusione fisica in dispositivi di sicurezza; vulnerabilità della rete informatica; vulnerabilità nell’ambito della selezione e gestione del per-sonale; vulnerabilità nella protezione ed archiviazione fisica di documenti.Analisi rischio a 360°, dall’intrusione alla prevenzione di atti vandalici, furti, al rischio fuoco, per non dimenticare gli audit di conformità. Dall’abitazione primaria allo stabile pubblico o industriale, disponiamo di una soluzione modu-labile secondo le esigenze e le aspettative, implementando i nostri elevati standard qualitativi e particolarmente severi.Formazioni con corsi di gruppo o individuali per chi desi-dera beneficiare di formazioni personalizzate in ambito di sicurezza personale.La nostra visione è proteggere la libertà d’azione, non co-stringere a rinunciare per proteggersi.

Gruppo Sicurezza Servizi SAVia Cantonale 206942 Savosa – LuganoTel. +41 91 935 51 99Fax +41 91 935 90 [email protected]/gss

Lorenza Bernasconi

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La globalizzazione che è in atto rende la società odierna sempre più multiculturale e ricca di usi e costumi di ogni genere. Questo nuovo sistema sociale inizia a rispecchiarsi anche nelle aziende di oggi che, accogliendo al suo interno persone di diverse culture, riflette ciò che sta accadendo nel nostro Paese. Le aziende seguono l'evoluzione della società e dunque sono destinate a divenire sempre più multicultu-rali, sia a livello dirigenziale che a livello del personale. Per tale motivo devono quindi impegnarsi ad attuare e promuo-vere politiche di dialogo e di interazione tra le diverse cultu-re al fine di creare una piattaforma comune di conoscenze e di scambio. Questo tipo di evoluzione porta ad un arricchi-mento delle aziende stesse che in questo modo aprono i loro orizzonti acquisendo conoscenze e know how proveniente da altri Paesi. Un altro argomento di grande attualità a livello aziendale è la salvaguardia dell'ambiente, ormai diventata una componente essenziale nella gestione dei processi pro-duttivi. Sempre più aziende si preoccupano dello sviluppo sostenibile e di ridurre l’impatto delle attività sul sistema ambiente attivando delle politiche ambientali “green”, cioè delle misure economiche, legislative, tecnologiche e di edu-cazione in grado ad esempio di ridurre il consumo d’energia, di risorse naturali (acqua, cibo, combustibili, metalli, ecc.) e i danni ambientali promuovendo al contempo un modello di sviluppo sostenibile attraverso l’aumento dell’efficien-za energetica dell'azienda stessa. Vi sono aziende che attuano cicli produttivi volti all'abbattimento delle emissioni di gas serra, alla riduzione dell’inquinamento lo-cale e globale fino all’istituzione di una vera e propria economia sostenibile duratura servendosi prevalentemente di risorse rinno-vabili (come le biomasse, l’ener-gia eolica, l’energia solare, l’ener-gia idraulica) e procedendo al più profondo riciclaggio di ogni tipo di scarto industriale evitando il più

Vita dei Soci

1° fORUM InTERnAzIOnALE “GEnERAzIOnI nEL CUORE DELLA PACE”L’evento si terrà dal 30 settembre al 2 ottobre presso il Palazzo dei Congressi di Lugano. Una piattaforma di conoscenza, dialogo, sensibilizzazione sull’economia, le tecnologie e l’interculturalità

possibile sprechi di risorse. Avere attenzione verso l'ambiente conviene alle aziende.Infatti le imprese “green” vengono percepite positivamente dal sistema in cui operano e incrementano così i loro affari. Le imprese più dinamiche, quelle che puntano sull'innova-zione per affermarsi sul mercato, hanno chiaro che miglio-rare le prestazioni ambientali fa accrescere la competitivi-tà, qualifica l'azienda nei mercati e migliora la capacità di attivare partnership; in definitiva rafforza la vocazione al business. Ma l’impegno alla tutela dell’ambiente ha anche riflessi interni alle imprese; razionalizzare le procedure di gestione ambientale implica un miglioramento complessivo dell’organizzazione, riducendo i costi gestionali. La cosa più importante è che il mercato tende a premiare imprese che

garantiscono in ogni fase del ciclo di produzione la migliore qualità ambientale. Tutte queste consi-derazioni fanno dire che merca-to e tutela dell'ambiente si sono alleati per un obiettivo comune: lo sviluppo sostenibile. La qualità ambientale smette così di essere esclusivamente un obbligo nor-mativo e diventa parte integrante delle strategie di sviluppo e mar-keting delle imprese.La pace è fondamentale in questi ambiti, sembra una parola astrat-

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ta ma in realtà è un concet-to concreto e fondamentale anche nelle realtà azienda-li. Contrasti interni e frattu-re a livello di management e non solo, non possono che essere un deterrente per lavorare in un ambiente stimolante e di sostegno re-ciproco per avere il miglior team possibile. Spesso il

vantaggio competitivo aziendale risiede nelle risorse umane.Per parlare di questo e di altro vi segnaliamo il 1°Forum internazionale rivolto a tutte le generazioni dal titolo “Ge-nerazioni nel cuore della pace” che si terrà da venerdì 30 settembre a domenica 2 ottobre 2011 presso il Palazzo dei Congressi di Lugano.L’obiettivo di questa importante manifestazione è la soli-darietà e la divulgazione della cultura della pace a tutte le generazioni. Si tratta di un forum con concerti, tavole rotonde, spettacoli, momenti culturali e tanto altro in cui il filo conduttore è il tema della pace e della cultura, e che vedranno la partecipazione di illustri personaggi del mondo ticinese, nazionale ed internazionale, tra i quali anche am-basciatori UNESCO e UNICEF. Il Forum è promosso dall’As-sociazione “Culture-Ti.Net”, di cui fanno parte personaggi noti alla piazza ticinese del mondo dell’arte, cultura, media e altro. Nel progetto collaborano anche la Fondazione Da-miano Tamagni, la Scuola Tasis e molte altre associazioni e fondazioni. L’evento ha ottenuto l’importante patrocinio della prestigiosa Associazione “Assisi Pax International” e sarà inoltre affiancato da un Comitato d’Onore composto da illustri membri.

Sono previsti due grandi concerti: il primo del noto cantau-tore italiano Angelo Branduardi, il secondo vedrà l’esclusiva esibizione di quattro virtuosi di fama mondiale: i pianisti Cyprien Katsaris, Janis Vakarelis e le sorelle Ferzan e Ferhan Onder, i quali presenteranno brani di alcuni dei più grandi compositori di sempre, con quattro pianoforti contempora-neamente sul palco per la prima volta in Ticino. Due impor-tanti spettacoli da non perdere. I biglietti sono già disponi-bili in prevendita presso la MaffeisNetwork SA.

In occasione della manifestazione si intende iniziare un cammino coinvolgendo tutte le generazioni, per creare una piattaforma di dialogo, sensibilizzazione e non violenza, in cui verranno divulgati messaggi culturali costruttivi per tutte le generazioni.

Vi segnaliamo il sito internet ufficiale del Forum:www.generazioninelcuoredellapace.ch

Offerte per le aziende:

• Possibilità di partecipare al Forum divulgando me-diante un video, un relatore, una mostra o altro, un messaggio/un progetto importante in tema con la manifestazione. Ad esempio progetti etici, progetti rivolti alla salvaguardia dell'ambiente, progetti ri-volti all'interculturalità nelle aziende e altro.

• Possibilità di partecipare alle tavole rotonde con un proprio relatore per approfondire un determinato argomento.

• Possibilità di iscriversi alle tavole rotonde come par-tecipanti.

• Biglietti d’entrata al concerto di Angelo Branduardi e al concerto di Gala dei 4 virtuosi del pianoforte a prezzi agevolati da offrire ai vostri stimati clienti e collaboratori.

• Possibilità di partecipare al Forum con uno spazio interamente dedicato alla vostra azienda. Il regola-mento e le modalità di adesione sono visibili sul sito Internet ufficiale dell'evento nella rubrica “esposi-tori”.

Non perdetevi queste offerte, sarà un'ottima occasione di networking per la vostra società!

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Media Partner

Per maggiori informazioni e per iscrizioni:

MaffeisNetwork SAMarketing and CommunicationVia Massagno 32, Casa Belinda - Parco Maraini6900 LuganoTel. +41 91 922 95 18, Fax +41 91 922 95 [email protected], www.maffeisnetwork.ch

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Vita dei Soci di Lisa Pantini

RELOCATIOn E InTERnAzIOnALIzzAzIOnE, ECCO I PUnTI ChIAvE DEL wORLD TRADE CEnTER LUGAnOAbbiamo intervistato la Dottoressa Véronique Larssen, Responsabile della Comunicazione per il World Trade Center Lugano, che ci ha parlato delle novità tra i servizi di punta del business centerVéronique Larssen

Dottoressa Larssen il World Trade Center Lugano è, sempre più, un punto di riferimento internazionale per i professionisti, i consulenti e gli Amministratori delegati di imprese, che hanno interesse a localizzarsi nel nostro territorio. Una realtà vantaggiosa anche per le nuove aziende ticinesi. Come spiega le ragioni del vostro successo?“Il WTC, dopo vent’anni di provata e attiva esperienza, è perfettamente in grado di interpretare, con immediata effi-cienza, sia le esigenze di aziende che desiderano continuare nello sviluppo, ma anche, le necessità di investitori privati, intenzionati a cautelarsi, stabilendosi nel nostro Cantone. Con le difficoltà oggettive, che assillano le economie nei Paesi che lo circondano, il Ticino si propone come un’isola rassicurante e organizzata. Un’oasi dove il consulente finan-ziario, l’imprenditore o chi lo assiste, può ancora concentra-re le proprie forze sulla crescita dinamica e sulla redditività. Riferendomi alle difficoltà oggettive, posso confermarle che negli ultimi periodi, abbiamo assistito operatori di nazionali-tà greca, spagnola, portoghese e, naturalmente, italiana. Se nel passato le realtà che intendevano rilocalizzare potevano essere attirate da Zurigo, Zugo o Ginevra, oggi possiamo affermare, con avveduta cognizione, che le opportunità, of-ferte dal nostro territorio, sono particolarmente calamitanti. Un’autorevole conferma è testimoniata dai grandi gruppi della moda, che l’hanno scelto come base operativa!”

Le imprese che si trasferiscono in Ticino necessitano però di particolari supporti per trasferire il centro dei loro interessi da uno Stato estero al nostro Cantone. Altri problemi possono essere originati dal loro staff e dalla famiglia. Questi casi vengono normalmente definiti con il termine: «Relocation».“Con la sua osservazione lei sta investigando sul nostro core-business. Confesso, orgogliosamente, di far parte di una struttura professionalmente preparatissima e dalla mentalità internazionale. Posso tranquillamente affermare che, le approfondite conoscenze del WTC sul territorio,

sommate alle consolidate relazioni con gli enti governativi e le associazioni economiche, come la Cc-Ti, ci permetto-no di risolvere, in tempi celeri, le principali problematiche sulle quali, l’investitore e la famiglia che lo accompagna, temono d’ inciampare. Rendere agevole il loro inserimento nella nuova realtà è il nostro obiettivo. Nonostante una burocrazia particolarmente snella rispetto ad altri Paesi, l’imprenditore e o il professionista, deve essere supportato nell’esperire rapidamente le pratiche amministrative. La nostra competenza è particolarmente efficiente nel rispon-dere alle concrete necessità di operatività positiva: come il costituire in tempi brevi una società, reperire un ufficio, un terreno o una sede produttiva, e l’eventuale ricerca, selettiva, di una nuova casa per la famiglia. Con il WTC, come solo interlocutore, tutti questi processi, ed altri, so-no presi in carico o coadiuvati da personale specializzato. L’esperienza e filosofia di Relocation del nostro staff of-fre un’ampia gamma di servizi, capaci di soddisfare ogni cliente: dalle start-up alle società consolidate, dal manager di un gruppo al singolo imprenditore, dal consulente fidu-ciario all’accreditato professionista, sino al singolo ope-ratore finanziario. Nel World Trade Center è ottenibile un recapito postale professionale o l’usufruire di un servizio

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più ampio, come l’ufficio virtuale: in questo caso il cliente potrà beneficiare di una linea telefonica personalizzata e gestita da una segretaria multilingue. È inoltre possi-bile controllare la propria efficienza operativa attraverso i servizi di contabilità e amministrazione ordinaria e, se necessario, organizziamo consulenze in ambito fiscale e fiduciario. Questo grazie alla collaborazione di esperti dal-la collaudata professionalità, partner attivi all’interno del WTC Lugano”.

Oltre questi servizi è anche possibile «affittare» un ufficio o una sala riunioni, è così?“Esattamente! È importante avere la disponibilità di spazi modulari per poter fornire ai nostri clienti anche l’opportu-nità di poter utilizzare un ufficio autentico e non più solo virtuale. Disponiamo di 2’200 mq di uffici elegantemente arredati e suddivisi da 18 fino a 380mq. Sono spazi cabla-ti e pronti all’uso: dotati di tutte le infrastrutture tecniche e di telecomunicazione d’avanguardia. Inoltre per meeting, riunioni importanti o altro, il cliente potrà disporre delle nostre sale riunioni”.

Come si caratterizzano questi spazi?“Per soddisfare qual-siasi richiesta, le sale sono arredate e attrez-zate per lo svolgimen-to di eventi d’affari. Possono accogliere fino a 16 persone, le quali avranno la pos-sibilità d’usufruire di tutti i supporti tecnici necessari per effet-tuare compiutamente una presentazione o

illustrare progetti. Inoltre il WTC mette a disposizione il proprio personale, esperto nell’affiancare il fruitore per una miglior gestione degli incontri”.

Poco prima ha accennato alla «famiglia». Il servizio Relocation è dedicato dunque anche ai privati? “Sì, perché la decisione di trasferirsi in un Paese straniero incide anche sulla famiglia, comporta un grande cambia-mento alla moglie e eventuali figli. Ecco la ragione per la quale la Relocation opera a 360°. Desideriamo che ognuno si senta qui «a casa» e assistito in tutto, iniziando dalla ricerca della casa ideale o di un terreno; la successiva organizzazione del trasloco e assistenza nella stipulazione dei contratti di utenza; la scelta della scuola ideale per i figli; provvederemo all’adempimento delle pratiche ammi-nistrative e di residenza come per esempio i permessi di soggiorno, di lavoro e l’importazione dell’autovettura ecc.. Infine, concluderemo dando supporto a fine locazione provvedendo alle varie notifiche e trasloco”.

Recentemente avete introdotto anche un corso che punta all’internazionalizzazione. Quali sono gli obiettivi e a chi è rivolto?“Il corso, che si svolge in un’unica giornata, è tenuto da

un grande esperto in materia. Possiede 30 anni di espe-rienza in campo, essendo stato presente operativamente in 41 Paesi di 5 continenti. Questa figura è rappresentata nella persona dell’Ing. Ettore Accenti. Questo corso è stato ideato soprattutto per i titolari d’azienda, gli imprenditori, Amministratori Delegati, Direttori generali e Responsabili marketing svizzeri e non. L’obiettivo dell’Ing. Accenti, as-sociato al pensiero del WTC, è quello di risvegliare nelle menti imprenditoriali il concetto di Internazionalizzazione. Un «concetto» che potrà diventare realtà, nel corso di una giornata intensa, svolta a far capire ai partecipan-ti come approcciare il business nei nuovi e profittevoli mercati infondendo loro la dimensione internazionale e interculturale. Si tratta di una visione panoramica sulle problematiche che l’alta direzione di un’azienda, presente o che vuol essere presente sul mercato internazionale, deve conoscere per poter dirigere, pianificare e controllare la propria internazionalizzazione con cognizione di causa”.

Per qualsiasi informazione in merito ai servizi e al corso di internazionalizzazione è possibile contattare:

WTC LuganoVia Lugano 136982 AgnoTel. +41 91 610 21 11Fax +41 91 610 21 [email protected]

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Vita dei Soci di Lisa Pantini

LT3 SUISSE: EvEnTS InDUSTRyL’azienda, situata a Chiasso, ha una solida esperienza alle spalle nella gestione ed organizzazione di eventi

Paola Solari e Marco Adriani

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Regalare emozioni. Far sì che il vostro evento sia, per tutti i partecipanti, un momento indescrivibile, un evento da ricordare, sia per lavoro come pure per le occasioni più festose, come un anniversario, un traguardo importante.Al contempo, rendere l’organizzazione dell’evento e di tutte le attività correlate nella sua gestione un lavoro non oneroso dal punto di vista gestionale per l’impresa: ci sono i professionisti, che una volta sentita la ricor-renza ed aver analizzato i punti chiave dei vostri desid-eri, si occupano di tutto, dalla A alla Z. E voi potete tor-nare a concentrarvi su quello che sapete fare meglio: il vostro lavoro. Potete stare tranquilli, vi siete affidati ai giusti specialisti, l’azienda saprà gestire tutto quanto, dall’organizzazione alla pianificazione, dalla logistica alla realizzazione del vostro evento.Professionalità, rigore, cura ed attenzione, certo, ma anche simpatia, allegria, divertimento e un pizzico di magia: ecco gli ingredienti con cui LT3 Suisse lavora; che sono le basi con cui comunica, in cui crede e su cui è fondata.

LT3 Suisse nasce alla fine del 2009, quando si in-stalla a Chiasso pronta ad operare sul territorio tici-nese, con una grande esperienza alle spalle, derivata dall’azienda fondatrice, LT3 Incentive S.r.l., esistente in Italia dal 1996. LT3 Suisse ha infatti già realizzato

eventi in tutte le categorie in cui opera: congressi, meeting, corsi di formazione, convention aziendali, eventi speciali, incentive, incontri B2B.Non vi sono frontiere e limiti alla fantasia ed alla creatività. In solo un anno di attività LT3 Suisse ha già saputo farsi conoscere ed apprezzare da numerose realtà radicate in Ticino.

Ecco qualche esempio.• Un viaggio incentive per una fiduciaria che ha rag-

giunto nel 2010 il traguardo dei 10 anni: LT3 Suisse è stata incaricata di organizzare la celebrazione, e ha proposto Tozeur, alle porte del Sahara, in un’atmosfe-ra da mille e una notte, allestendo anche un campo beduino dove trascorrere la notte.

• Una convention: un importante evento commissio-nato da un’azienda farmaceutica ticinese per 200 dipendenti, in una splendida villa d’epoca a Varese.

• Diversi corsi di formazione nazionali e internazionali riferiti a diversi settori, che hanno visto coinvolti partecipanti provenienti da tutto il mondo.

• Congressi, di cui LT3 Suisse, oltre che incaricarsi dell'organizzazione a 360°, è anche segreteria orga-nizzativa.

• Eventi B2B, come un incontro per conto di 8 azien-de dell’alta filiera mobiliare italiana con architetti ticinesi per creare nuove sinergie e networking.

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• Eventi speciali tra i quali si possono citare una festa “di famiglia” in stile anni ‘30, dove grazie ad attori, musicisti e ballerini si sono rievocati le atmosfere, i suoni e le magie degli anni Trenta: gangster, auto d’epoca, charleston; o delle cene di Natale partico-lari con locations speciali.

Una vasta esperienza, un successo consolidato, pro-fessionisti in azione: LT3 Suisse è pronta ad accoglie-re nuove sfide. Un global player che offre un global service.

Il Majusardu, un workshop in SardegnaAl fine di farsi conoscere ulteriormente sul territorio ticinese, LT3 Suisse ha in programma di organizza-re un evento all’Isola della Maddalena in Sardegna, presso il Maddalena Hotel & Yacht Club, destinato ai Marketing manager, Dirigenti ed Events manager delle diverse PMI ticinesi. Un week end in Sardegna, in una magnifica cornice sul mare, per conoscere e conoscersi. Workshop e tavole rotonde saranno alter-nati da momenti di svago. Dal 16 al 18 settembre prossimi un gruppo di circa 20 manager decollerà da Malpensa alla volta di Olbia, dove dopo circa un’ora di volo atterrerà per poi venir accompagnato allo Yacht Club. Un week end di emozioni, di apprendimento e di confronto, immersi in un’atmosfera suggestiva alla

quale il mare fa da ambientazione, in un isola ricca di storia e pregna di cultura.Questo tipo di eventi (Majusardu viene da “maggio sardo”, periodo in cui si è svolta la prima edizione) viene organizzato circa ogni 1-2 anni, per far entra-re in contatto le aziende indigene con la realtà LT3: le due società infatti, pur attualmente indipenden-ti, conservano una stretta collaborazione, e uno stile operativo comune. Giunto alla 4° edizione (le prime tre organizzate in Italia dalla “casa madre”, la prima per il Ticino), il Majusardu, che quest'anno tratterà del giusto mix tra marketing, eventi, new media, si appresta ad essere un momento di legami e conoscen-za applicati al business, che si inanella con poesia e sapienza a gratificanti momenti di svago.

Maggiori informazioni possono essere richieste aLT3 Suisse SaglVia Bossi 506830 ChiassoTel. +41 91 682 67 88Fax +41 91 695 50 [email protected]

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Vita dei Soci Intervista con Matteo Michele Albera, Responsabile servizi fiduciari Gemana Group

GEMAnA COnSULTInG SA: Un GRUPPO vIvO A LIvELLO CULTURALE ED IMPREnDITORIALENell’intervista Matteo Michele Albera spiega il successo del gruppo Gemana che da vent’anni cavalca l’onda del successo sulla piazza luganese e internazionale

Vent'anni e non dimostrarli, qual è il segreto di Gemana?“Vent'anni possono non sembrare un’eternità in termi-ni aziendali, ma sono molto per una società che svolge un’attività delicata come quella fiduciaria e della con-sulenza fiscale, tanto più se si considerano le continue evoluzioni delle normative nazionali ed internazionali e della tipologia di mercato che questo tipo di attività ha avuto negli anni. Forse il segreto che ha permesso di affermarsi, non come realtà di un momento ma come realtà aziendale durevole, è stato quello di aver sempre considerato il nostro gruppo come un organismo vivo a livello culturale ed imprenditoriale”.

Lei parla di attività culturale, perché Gemana ha voluto impegnarsi, in particolare, in questa attività?“A livello culturale, in quanto spinti e motivati da globa-lizzazione, interazione e integrazione normativa, siamo chiamati in qualità di consulenti a riscoprire e rafforzare le nostre competenze, andando oltre lo scenario normati-vo nazionale, cercando di realizzare l'obiettivo di costruire un terreno di conoscenze integrate. Sotto questo spinta, infatti, fanno oggi parte della grande «famiglia» Gemana avvocati, fiscalisti, consulenti e commercialisti svizzeri ed esteri con diversi profili che ben si integrano in un «puzzle» dove ogni pezzo ha un ruolo fondamentale per la buona riuscita del progetto cliente. Peraltro, il cliente Gemana, pur interfacciandosi con un unico interlocutore, ovvero la nostra entità fiduciaria svizzera, può accedere a tutti i servizi in modo integrato. Un importante beneficio di questa integrazione di servizi e competenze è che la riservatezza e la confidenzialità sono tanto più garantite quando tutte le aree delle esigenze e del progetto del cliente vengono curate e pianificate nella consulenza. Ma non ci si è limitati a questo. Per ottenere il mas-simo del risultato abbiamo non solo promosso incontri e manifestazioni culturali formative interne ed esterne partecipando a convegni e redigendo libri in materia, ma

anche realizzato investimenti diretti e mirati, in modo da avere risposte pronte ed informazioni direttamente dalla fonte; ecco perché dopo una Gemana a Lugano, abbiamo attivato sedi in altri Paesi quali Inghilterra e Monaco, e strutturato un network mondiale con partnerships in Lus-semburgo, Malta, Emirati Arabi, Stati Uniti, per citarne alcune”.

Parliamo dei servizi fiduciari. Secondo lei qual è il presente e quale sarà il futuro di questi servizi?“Anzitutto una precisazione: nel grande «calderone» dei servizi fiduciari, Gemana ha da sempre concentrato la sua attività nel settore dell'International Tax Services, quindi nell'offerta del servizio «fiduciario - societario», e mai in quello della gestione finanziaria. Come per il passato ed il presente, il futuro dell'attività fiduciaria non potrà prescin-dere da due componenti fondamentali: la sostenibilità della consulenza, che deve sempre tutelare e preservare l’attività imprenditoriale del cliente, e ovviamente la fiducia verso chi amministra e gestisce le società del cliente, e questa la si guadagna sul campo. Il fatto di essere qui, dopo vent'anni, ed aver prestato i nostri servizi con eguale dedizione e pro-fessionalità tanto a piccoli imprenditori quanto a gruppi in-ternazionali e che questi siano ancora nostri clienti, è una bella sensazione e un grande segnale di fiducia”.

Le relazioni internazionali tra i Paesi cambiano in continuazione, come affrontate queste evoluzioni?“Diciamo che la base normativa che a questo tipo di servizio e professione viene e verrà data nei prossimi anni, sia dal punto di vista del diritto interno, sia dal-la Convenzione Contro le Doppie Imposizioni, sia dagli accordi internazionali, renderà sempre più importante il rapporto di collaborazione con i Clienti. Se consideriamo gli ultimi due anni, ci siamo trovati in pieno «tsunami mediatico», in apparenza a supporto di una dichiarata lotta all’evasione fiscale, giustificata, ma anche esaspe-rata, da una crescente esigenza da parte di alcuni Paesi

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di reperire finanza, cosa che ha fatto sì che alcuni Stati ritenessero legittimo reperire dati, anche con sistemi po-co «ortodossi», per non dire illegali, e generare campagne mediatiche di disinformazione, non solo sulla professio-ne fiduciaria e bancaria e sulla gestione del segreto ma sull'intero sistema Paese svizzero. La correttezza profes-sionale e la gestione oculata del rapporto fiduciario ci hanno permesso di superare questa impasse”.

Come è cambiata, se è cambiata, la domanda del mercato?“Direi che è ormai evidente come la domanda di carattere finanziario o di private banking sia di molto diminuita la-sciando ampi spazi ad una nuova forma di richiesta, quel-la di carattere consulenziale fiscale specialistico. Si sente poi la necessità di fare un distinguo fra le società fiducia-rie che hanno investito in cultura e strutture e quelle che non lo hanno fatto. Le prime, che hanno avuto il corag-gio di investire da tempo, attraverso la strutturazione di una serie di uffici e risorse interne, reagiscono alla crisi fornendo una pluralità di servizi, come ha fatto Gemana; quelle invece sempre legate al settore dell'investimento stanno purtroppo vivendo un momento di stallo in quanto l'attuale scenario economico sta mettendo a dura prova il settore del private banking. Per vero la mia visione è che certamente stia riprendendo un flusso di capitali non tan-to per motivi fiscali ma per l'inesperienza del settore del private banking italiano, fatto questo che sta riportando nuova linfa ai «cugini» fiduciari finanziari.

Qual è l'approccio di Gemana verso il cliente?“Come consulenti, dobbiamo innanzitutto tener presente che i clienti, oggi, sono sempre più esposti ad un sov-raccarico di informazioni mediatiche, di sentito dire, di timori e di dubbi. Il cliente oggi non è più informato che in passato, ha solo accesso ad un maggiore numero di informazioni delle quali diviene sempre più complesso identificare utilità, benefici e rischi e la nostra primaria

preoccupazione deve essere quella di far chiarezza sul nostro ruolo ed i limiti della nostra attività in tema di antiriciclaggio. Non solo, importante è far capir loro che la fiducia non è solo quella del cliente verso di noi ma anche, e soprattutto, la nostra verso il cliente. In qualità di amministratori e soci fiduciari di una o più iniziative del cliente, il nostro obbligo al rispetto delle istruzioni che cliente ci impartisce deve essere sempre commisurato alla certezza che il cliente ci metta a disposizione i mezzi giuridici (ovvero le idonee spiegazioni sulla transazioni che pone in essere) ed economici per poter adempiere, in ultima istanza, alle obbligazioni che noi andiamo a sottoscrivere in suo nome e conto. Dal punto di vista meramente del metodo, come consulenti, oggi dobbiamo capire che la tipologia di relazione con le autorità fiscali a cui siamo abituati in Svizzera, ma anche in altri Paesi co-me Inghilterra ed in molte altre giurisdizioni, non è quella dello Stato di riferimento del nostro cliente - mandante e della sua iniziativa imprenditoriale. S’impone, infatti, uno sforzo ulteriore non solo di conoscenza normativa ma di immedesimazione nella realtà del nostro cliente. Dal pun-to di vista tecnico e di contenuto, bisogna essere aperti e relegare la variabile fiscale a uno dei tanti elementi che compongono un progetto, puntando sempre più sulla de-localizzazione concreta di funzioni o processi aziendali”.

Per chiudere, due parole sul futuro di Gemana.“Direi che il segreto per affrontare il futuro è nel nostro passato, e nelle due parole che fanno da accompagna-mento al nostro logo dei 20 anni. Cultura ed eccellenza, sempre e comunque, perché filosofia che vince non si cambia”.

Gemana Consulting SAvia Balestra 22 A, 6901 LuganoTel. +41 91 911 00 11Fax +41 91 911 00 28www.gemanagroup.com

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IL TALEnT MAnAGEMEnT

Vita dei Soci di Simona Mazzuchelli, Senior Consultant Luisoni SA

Simona Mazzuchelli

Le aziende e le organizzazioni sono confrontate con un mer-cato in costante evoluzione. Ma i loro dirigenti e collaboratori hanno tutte le credenziali per affrontare le sfide di oggi e di domani? La qualità della gestione del personale è all'altezza dei requisiti necessari?

Una diagnosi integrale della situazione attuale, è la base ideale per la selezione del personale, lo sviluppo profes-sionale e personale dei collaboratori nonché la creazione di team. Oltre a mettere in luce potenzialità di miglioramento, indica i correttivi da adottare e fornisce piani d'azione concreti. Inoltre, supporta l'adeguamento della politica del personale alle nuove condizioni, elaborando strategie di gestione delle risorse umane che si integrano in modo ottimale a quelle aziendali.

Con la gestione dei talenti si cerca di allineare le strategie del personale con le esigenze organizzative, portando ad at-tirare e selezionare le persone giuste, facendo crescere il lo-ro potenziale e alimentando il loro entusiasmo ed impegno.

Il talent management ossia la gestione dei talenti è andata assumendo, negli ultimi anni, un’importanza crescente. Re-perire e trattenere i migliori talenti è diventata una necessità sempre più urgente da soddisfare, al fine di affrontare le sfide ed entrare in nuovi mercati, come pure garantirsi un solido vantaggio competitivo nei confronti dei propri con-correnti.

Oggi le organizzazioni hanno bisogno di selezionare e pre-parare i loro dipendenti più capaci ad un ambiente sempre più complesso. Le aziende che riconoscono il valore dei propri talenti avranno più chances di superare condizioni economiche difficili.

Anche se il tema della gestione dei talenti è stato finora un argomento da tempi di crescita e sviluppo, la questione su come trattenere in azienda le persone che maggiormente contribuiscono alla competitività della società non è da sot-tovalutare.

In un periodo di sconvolgimenti economici come quello che stiamo vivendo, molti managers si trovano costretti a dover ridimensionare e a tagliare i costi a tutti i livelli per mante-nere il grado di solvibilità dell’azienda.

Per contro, i dipendenti devono affrontare una sfida di in-tensità elevata che rischia di tradursi in un crollo morale ed un’ulteriore perdita di profitti. E le aziende perdono i talenti migliori perché i cosiddetti “fuoriclasse” hanno quasi sem-pre nuove opzioni da valutare.

Per non rischiare di farseli portar via, si dovrebbe prestare particolare attenzione al loro sviluppo professionale, alla ge-stione delle carriere e alla politica salariale. L’obiettivo prin-cipale è quello di coltivare questi individui con programmi di sviluppo strutturati e creare leader attraverso una pianifi-cazione successoria ben organizzata.

Trovare i collaboratori giusti è una delle funzioni chiave delle HR, ma per un'efficace gestione del personale è altrettanto importante saper mantenere e sviluppare i team esistenti. Infatti un'azienda può ambire a un successo a lungo termine solo se anche i suoi dipendenti sanno tenere il passo con l'evoluzione del mercato.

Se per la retention dei talenti è necessario uno sviluppo di carriera ma il percorso verso l'alto è bloccato, le aziende possono implementare i trasferimenti, i programmi di rota-zione di posti di lavoro, gli spostamenti orizzontali. La mobi-lità interna potrebbe garantire una maggior soddisfazione e motivazione nel personale e, visto il periodo, è spesso meno costosa di una promozione.

Chiaramente ogni azienda è chiamata ad individuare quali siano i talenti utili alla propria realtà, muovendosi verso una scelta coerente agli obiettivi aziendali stabiliti.

Con l'attuale situazione di mercato, chi assume può permet-tersi di essere particolarmente selettivo, orientandosi verso persone dotate delle migliori competenze. È quindi questo il periodo giusto per “fare scorta” di talenti e preparare la società in vista della ripresa economica.

Non tralasciamo il fatto che chi promuove la gestione dei talenti ha un riscontro d’immagine che attira i potenziali candidati, stimolati ad operare per una società che valorizza le risorse e offre loro opportunità di continuo sviluppo.

Luisoni Consulenze SAvia Balestra 9, 6900 LuganoTel. + 41 91 911 30 00, Fax + 41 91 923 55 43www.luisoni.ch

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Vita dei Soci

vISMARA GREEn TEChnOLOGy: PROPOSTE ECO-COMPATIBILI D’AvAnGUARDIAPensare al futuro, con intelligenza

Il nostro futuro è sempre più legato alle questioni am-bientali e alla possibilità di garantire ed aumentare la qualità della vita. L'ambiente in cui noi viviamo e in cui un domani vivranno i nostri figli è oggi una delle principali emergenze da affrontare per permettere all'umanità una crescita sostenibile.Sono finiti i tempi in cui l'unico obiettivo era quello di aumentare le proprie quote di mercato, quello di produrre prestando poca attenzione alle regole etiche che impor-rebbero un'attenzione alle nostre risorse e al nostro clima.La famiglia Vismara è da sempre molto attenta alle con-dizioni di lavoro e nell'azienda di famiglia - CAMILLO VISMARA SA - da anni si sono impostate condizioni di lavoro incentrate sulla sicurezza.Se la sicurezza, per l'azienda, è da sempre un tema prin-cipale, quella legata al rispetto del nostro ambiente non lo è da meno. Con ancor maggiore sensibilità verso l'am-biente che ci circonda e nel quale ci troviamo a lavorare e a vivere, nasce VISMARA GREEN TECHNOLOGY, una nuova, avvincente, sfida professionale.Collocata all'interno del GRUPPO VISMARA, questa nuo-va attività si presenta in qualità di azienda all'avanguardia nella capacità di risolvere le questioni legate ad una ge-stione ecologica di svariate situazioni lavorative, selezio-nando e proponendo le migliori soluzioni per contenere al massimo le emissioni nocive nell'ambiente.Il primo, importante e significativo accordo è stato quello di assumere l'importazione e la distribuzione, in esclusiva per il mercato elvetico, del prestigioso marchio PIRELLI ECO TECHNOLOGY. L'azienda, facente capo al GRUPPO PIRELLI, è oggi leader nel controllo delle emissioni no-cive e grazie alla capacità di ricerca dei suoi laboratori e alle grandi competenze tecniche, propone al mercato dal 2004, FEELPURE™, sistema antiparticolato. Si trat-ta di un rivoluzionario sistema filtrante sostitutivo della tradizionale marmitta installata d'origine allo scarico dei motori diesel. La sua applicazione permette di abbat-tere di oltre il 90% il particolato emesso dai motori di veicoli commerciali leggeri, camion, autobus, macchine da cantiere e applicazioni navali. La tecnica sviluppata si basa sull'applicazione di un filtro antiparticolato (noto anche come FAP o DPF) ad un concetto di rigenerazione basato sull'utilizzo di un additivo catalizzante specifico (denominato CAM FBC).L'interesse per questo sistema è molto elevato e gli in-terlocutori di VISMARA GREEN TECHNOLOGY stanno dimostrando una grande sensibilità e un'attenzione parti-colare per le problematiche ecologiche: questo permette di comprendere con soddisfazione che un futuro migliore è possibile e molto vicino.VISMARA GREEN TECHNOLOGY ha già iniziato l'equi-paggiamento dei sistemi antiparticolato sul parco veicoli

delle navicelle della CAMILLO VISMARA SA che potrà co-sì, prima in tutto il Ticino, offrire ai propri clienti un'intera flotta di Piattaforme di Lavoro Elevabili autocarrate dav-vero eco-compatibili. Inoltre ha equipaggiato due autobus della VIAGGI MANTEGAZZI SA; l'azienda vuole, grazie alla particolare sensibilità del signor Mantegazzi, titola-re, non solamente offrire il miglior servizio di trasporto alla clientela, ma anche rispettarla prestando attenzione all'aria che respirano durante i viaggi.

L'impegno di VISMARA GREEN TECHNOLOGY è quello di poter davvero migliorare il nostro mondo contribuendo ad abbattere significativamente le emissioni, senza mai dimenticare, naturalmente, anche l'affidabilità e la red-ditività nella gestione dei processi di lavoro delle aziende sue clienti.Ognuno di noi, singolarmente, come pure a livello azien-dale, di associazione, ecc. può decidere del nostro futuro e con piccole attenzioni quotidiane e grazie alla moderna tecnologia oggi a disposizione, contribuire per lasciare un mondo migliore a chi verrà dopo. Proprio come stanno facendo la VISMARA GREEN TECHNOLOGY, la CAMILLO VISMARA e la VIAGGI MANTEGAZZI, e come domani potranno fare altri.VISMARA GREEN TECHNOLOGY è gestita da Paolo, Ro-berto e Mauro Vismara e diretta da Rudy Tenca, profes-sionista competente e disponibile che, forte della sua esperienza nel settore, sarà un valido interlocutore per ogni necessità o informazione.

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Un EnORME PACCO REGALO In PIAzzA CIOCCAROLa Mobiliare annuncia così la distribuzione di oltre CHF 125'000'000 d’utili ai suoi clienti

Vita dei Soci Intervista a Marco Ferrari

Buongiorno signor Ferrari. C’era, ai piedi della funicolare della Piazza Cioccaro, in centro a Lugano, una pubblicità che annunciava un regalo di ben CHF 125'000'000.- ai clienti; di cosa si trattava? “La Mobiliare Assicurazioni funziona sul principio della cooperativa. Il cliente della Mobiliare è anche cooperatore e partecipa così regolarmente agli utili realizzati dalla società. Per esempio, quest’anno tutti gli assicurati con polizze responsabilità civile privata, economia domestica, stabili privati e oggetti di valore beneficiano nuovamente di un ribasso del 20% sul premio annuo! Questa distri-buzione di utili tra i clienti è unica in Svizzera e ci rende fieri!”

Che risultati d’esercizio ha ottenuto la Mobiliare nel 2010?“Nel 2010 volume lordo dei premi della Mobiliare ha superato i 3 miliardi di franchi. Con una crescita del 3,2 % nel settore non-vita e negli affari vita con il 4,9%, su-periamo largamente il ritmo di un mercato praticamente stagnante. La dotazione di mezzi propri (Solvency I, come la chiamano tecnicamente) ammonta al 515%, ben al di sopra del 100% richiesto per legge, per darle un’idea della nostra solidità finanziaria, la media dei nostri con-correnti è di circa 193%”.

Come definisce la vostra gestione dei sinistri?“Il sinistro è «il momento della verità». Per noi è impor-tante che il cliente percepisca che ci siamo, che lo aiu-tiamo velocemente e senza troppe complicazioni. Siamo vicini ai clienti e abbiamo una gestione decentralizzata dei sinistri che liquidiamo direttamente presso le agen-zie. Solo a Lugano l’anno scorso abbiamo liquidato oltre 10'000 casi”.

Signor Ferrari, lei è l’agente generale della Mobiliare a Lugano dal 1997, ma la vostra compagnia da quando è presente nella nostra zona?“La Mobiliare ha aperto la sua prima agenzia a Lugano nel lontano 1876. La nostra casa madre era già attiva

a Berna dal 1826, per cui è attualmente la più antica assicurazione privata svizzera”.

La Mobiliare offre anche assicurazioni nell’ambito del così detto terzo pilastro?“Certamente! La Mobiliare è riuscita non solo a difen-dere, ma anche ad ampliare la posizione di leader del mercato come specialista nelle assicurazioni di rischio sulla vita e come riassicuratore delle istituzioni di previ-denza nel campo della LPP. Anche le assicurazioni per l'incapacità lavorativa hanno visto ancora una volta una forte crescita”.

Come si profila la Mobiliare come datore di lavoro? “La Mobiliare offre a livello nazionale oltre 3’600 posti di lavoro. Interessante è sapere che nel settore assicu-rativo gli apprendisti sono in media l’8% degli effettivi, allorché la Mobiliare conta la maggior percentuale con circa il 17%. Nel Sottoceneri siamo in poco più di 40 collaboratrici e collaboratori con uffici a Lugano, Agno e Mendrisio. Per avvicinarci ancor di più alla nostra fedele clientela apriremo entro pochi mesi una nuova agenzia a Viganello”.

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Vita dei Soci di Claudio Vital, Responsabile Gestione della salute in ÖKK

ERGOnOMIA DEL LAvORO: MEnO fA MEGLIO In Svizzera un lavoratore su tre lamenta dolori alla schiena e alla nuca. Questi disturbi sono spesso in correlazione con una postura errata o uno sforzo eccessivo sul posto di lavoro. Nell’organizzare il posto di lavoro il datore di lavoro dovrebbe prestare attenzione all’ergonomia. Infatti anche il datore di lavoro può con poco fare molto contro i ben noti «mali da ufficio»

Sempre più aziende promuovono la salute dei propri collaboratori puntando su una promozione professionale della salute nell’azienda. Di conseguenza il tema «ergo-nomia nel posto di lavoro» entra automaticamente nella quotidianità degli affari. Dai cuscini ai poggiapiedi, dalle tastiere fino agli scrivimpiedi tutto è reperibile. Tuttavia non tutto mantiene la promessa di utilità per l’utilizza-tore. Spesso dopo un paio di settimane questi ausili so-no lasciati a impolverarsi e i disturbi rimangono. Perché l’ergonomia non è qualcosa di passivo che si può affida-re (solamente) a uno strumento ausiliario. Per ottenere un’ergonomia ottimale è richiesto l’impegno non solo dei datori di lavoro ma anche dei lavoratori.

Armonizzare uomo, macchina e mondo del lavoro Il corpo umano deve sopportare un forte carico dovuto al lavoro. Le posture monotone in ufficio, ma anche le inten-se attività fisiche in cantiere o nei lavori da artigiani por-tano a disturbi, di cui da un lato è responsabile il nostro stile di vita, perché il fisico è troppo debole per pretese troppo alte, e dall’altro il fatto che l’intensità e la mole di lavoro sono aumentate. Le conseguenze sono che più del 30% delle svizzere e svizzeri che lavorano lamentano dolori alla schiena e alla nuca. Con l’ergonomia si vogliono creare condizioni di lavoro idonee, al fine di diminuire le tensioni a carico dell’apparato motorio. Inoltre si armo-nizzano tra loro uomo, macchina e mondo del lavoro. Per un adattamento ottimale bisogna «lavorare» su tutti e tre gli attori, vale a dire che si richiamano al dovere anche le persone interessate. Non ci vogliono grandi sforzi per ottenere già molto.

Tonificare la muscolaturaÈ importante che ognuno si assuma la responsabilità del proprio posto di lavoro o delle proprie condizioni di lavoro. Spesso è sufficiente adattare leggermente la situazione reale e ottimizzare il proprio comportamento. Perché an-che i mobili migliori non servono a nulla se la muscolatura della persona interessata è troppo debole. I muscoli infat-ti cominciano a far male perché non riescono a svolgere tanto a lungo il lavoro di sostegno. Si prende una postura sbagliata per non caricare la parte dolente e si arriva alle contratture. I dolori cronici portano a posture errate che hanno effetti dannosi sul corpo. Una schiena robusta abbinata a mobili con il corretto adattamento sono la migliore prevenzione contro i disturbi posturali.Le seguenti importanti regole Do’s e Don’ts applicate con costanza possono fare molto senza strumenti ausiliari.

ÖKK è un’impresa di assicurazioni che opera in tutta la Svizzera. Circa 162’000 persone private e 13’600 azien-de e istituzioni pubbliche si fidano di ÖKK. L’impresa di assicurazione offre workshop e relazioni in azienda, per promuovere un comportamento sano. I clienti ricevono assistenza nel dare un fondamento strutturale comples-sivo e duraturo alla promozione della salute nella propria azienda. Più informazioni su: www.oekk.ch/gestionedellasalute

Don’ts Do’s

Spalle alzate men-tre si lavora alla scrivania o al com-puter

Rilassare le spalle e fare attenzione a tenerle verso il basso. Per il lavoro al com-puter i gomiti appoggiati dovrebbero avere un angolo di 90° rispetto al tavolo. Lo stesso vale per le ginocchia con i piedi sul pavimento

Posizione curva, passiva del corpo mantenuta a lungo

Cambiare spesso la posizio-ne seduta. Cambiare tra la posizione attiva seduti sul bordo della sedia in avanti e la posizione seduta passiva con braccioli. Nella vita di tutti i giorni muoversi il più possibile. Alzarsi in piedi per telefonare e di tanto in tanto fare un paio di passi a piedi. Allentare ogni tanto l’irrigidi-mento con un po’ di movi-mento o semplici esercizi

Lo schermo davanti a una fonte di luce

Collocare lo schermo a 90° rispetto alla fonte di luce

Compensare la muscolatura debo-le con strumenti ausiliari passivi

Tonificare la muscolatura. I muscoli cominciano a dolere perché sono troppo deboli; per scansare il dolore si ri-piega su posture errate che a lungo andare possono es-sere dannose per il corpo.

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66 Ticino Business

Vita dei Soci

COnvERTIRE InTERESSATI In CLIEnTI Le opportunità del web sono molteplici, tutti ne parlano, ma ancora poche aziende in Ticino ne sfruttano le enormi potenzialità

TYPO3 – CMS Content Management System

Un sito web di successo ha bisogno di un CMS (siste-ma di gestione dei contenuti) di successo. TYPO3 è il CMS utilizzato per la realizzazione di siti web pro-fessionali e dinamici, portali web e intranet aziendali.

È un software rilasciato gratuitamente sotto licenza GPL open source, è costantemente aggiornato ed è imbattibile nella gestione dei contenuti. Viene svilup-pato e supportato da una comunità di oltre 60’000 sviluppatori in 80 Paesi.

Svega Consulting Web promuove la diffusio-ne del CMS TYPO3 ed è in grado di offrire i seguenti servizi:

■ consulenza per la realizzazione di un sito web

■ supporto nella migrazione da CMS proprie-tari a TYPO3

■ sviluppo di nuovi progetti / siti web / e-commerce / portali / intranet

■ consulenza e formazione personalizzata■ hosting

Principali Vantaggi di TYPO3:

■ Ottimo rapporto prezzo-capacità■ Tempi ridotti di sviluppo■ Flessibilità e aggiornamento continuo■ Sistema stabile e sicuro■ No costi di licenza■ Gestisce gruppi, utenti e relativi per-

messi■ Ideale per imprese, enti pubblici, as-

sociazioni, ecc.Informazioni su www.svega.ch

E-Commerce – Nel prossimo numero parleremo di e-commerce. La nostra teoria è che tutti i settori hanno la possibilità di vende-re online. Curiosità: determinante non è il prezzo, ma bensì il servizio. Argomenteremo la nostra teoria attraverso esempi pratici

La prima impressione è quella che conta

Non appena un utente entra nel suo sito aziendale o e-com-merce, deve trovarsi a suo agio e capire in 7 secondi quali sono i servizi e prodotti che offre. Per questo motivo è importante affidarsi ad un agenzia web professionale e qualificata in grado di poter strutturare in modo chiaro e semplice il Vostro sito web.

Il web ha cambiato il modo di entrare in contatto con nuovi e potenziali clienti. Oggi è il cliente che cerca il fornitore e chi non sfrutta questa occasione è destinato a farsi superare dalla concorrenza.

Quindi 3 consigli fondamentali per rimanere in gioco:

■ essere in possesso di un sito web dinamico capace di co-municare e vendere

■ migliorare costantemente la presenza online con nuovi con-tenuti

■ essere presenti in google tra le prime posizioni con parole chiavi mirate

Il sito web deve trasmettere emozioni e dare utilità, come un vero negozio con belle decorazioni, illuminazione calda, com-messe gentili e disponibili, merce interessante in vetrina, e molto altro ancora. Nel web questo si traduce in: banner pro-mozionali e immagini di qualità, testi coinvolgenti e persuasivi che invitano a fare determinate azioni e dare la possibilità di mettersi in contatto con Voi su qualsiasi pagina tramite “quick form”, “richiesta preventivo”, “richiesta consulenza”, ecc..

Consigli pratici

Abbiamo preparato per Voi dei consigli pratici per il settore Giardinaggio, Arredamenti e Consulenza: visitate ancora oggi www.svega.ch/consigli

Non possiamo elencare tutti i settori, ma vogliamo precisare che per tutti i settori esistono delle opportunità per strutturare al 110% un sito web di successo.ConclusioneChiaro è, che un sito web con una semplice presentazione dell’azienda, dei servizi e dei prodotti che offre non attirerà l’attenzione quanto un sito web interattivo.

Il nostro Profilo

Siamo una web agency che lavora con grande passione nella re-alizzazione e nello sviluppo strategico di un sito web aziendale. Non ci fermiamo ad essere “soltanto” esecutori, anzi, proprio dalla convinzione che il web porta business, ci siamo specializ-zati nel trovare soluzioni mirate per convertire utenti in clienti.

La nostra presentazione è un invito a tutti gli imprenditori e responsabili marketing, un invito a ripensare a tutto quello che ormai sembrava ovvio.

Per Svega Consulting Web ogni progetto è una sfida. Non esitate a chiederci di ottenere il massimo per trovare risultati dove altri si arrendono.

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