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THE DRESS

L'ABITO DA SPOSA PERFETTOI consigli dal primo blog italiano per vestire il tuo giorno speciale

di Elisa Scarcella

www.thedress.it

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Copyright © 2012 Elisa Scarcella – www.thedress.it

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senza autorizzazione.

Questo ebook non può essere copiato,

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In copertina: Abito da sposa Claire Pettibone

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CHI SONO

Elisa Scarcella, giornalista, professionista nel settore della comunicazione, nutre fin

dall’infanzia una smisurata passione per l’abito da sposa e tutto ciò che esso significa.

Una passione che la accompagna da allora e si fa sempre più dirompente via via che

esplora ogni aspetto di questo mondo, attraverso riviste, siti, trasmissioni televisive,

perlustrazioni di atelier e sfilate.

Da questa immensa passione nasce The Dress, uno sguardo approfondito sull’abito quale

tratto distintivo di ogni designer, ultimo capo ad uscire in passerella a coronare una nuova

collezione – e quindi i modelli, i tessuti, i grandi classici e l’evoluzione dello stile – e su

tutto l’insieme di aspetti emozionali che porta con sé l’abito più importante per ogni donna.

IL BLOG

The Dress (www.thedress.it) è il blog creato sulla spinta di una profonda passione per

l'abito da sposa, cioè l'Abito con la maiuscola, The Dress. Uno spazio dove condividere

pareri, sensazioni e riflessioni sui modelli di sempre, le ultime collezioni e tutto ciò che è e

rappresenta l'Abito da sposa.

The Dress nasce come spazio personale, perché rispecchia necessariamente il punto di

vista ed il gusto di Elisa, ma mira ad essere un’agorà, una grande piazza virtuale dove

possa trascorrere del tempo, e confrontarsi con gli altri, chiunque – la neo sposa come

l’operatore di settore o il semplice curioso – sia interessato ad ogni aspetto dell’abito da

sposa.

Un luogo di incontro e confronto alla continua scoperta di ogni sorpresa che l’Abito potrà

riservarci.

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“La sposa è il bianco, la luce, il femminino, generatrice di vita, quindi di pace,

amore e purezza”

Pippa Bacca*

L'artista Pippa Bacca, pseudonimo di Giuseppina Pasqualino di Marineo, nipote di Piero Manzoni, fu

protagonista della performance itinerante “Brides On Tour, Spose in Viaggio”, un viaggio cominciato l'8

Marzo 2008 in compagnia dell'artista Silvia Moro durante il quale le due amiche, indossando solo abiti da

sposa, si prefiggevano di percorrere in autostop i paesi del Mediterraneo sconvolti da recenti guerre e

portare loro un messaggio di pace, speranza e solidarietà.

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INDICE

Premessa

1. CHI SONOLa mia storia, la storia della nostra coppiaI tipi di sposa, i modelli e i tessuti

2. IL MIO CORPOCome arrivare al meglio al giorno delle nozzeAspetto generalePesoTagliaTipi di corpo e abiti adatti

3. I DETTAGLI DEL MATRIMONIOLo stile e il tema delle nozzeIl budgetLa dataLa locationIl diario

4. SCEGLIERE L'ABITO DA SPOSAConsultazione di testate di settorePartecipazione a fiere e sfilateAnalisi e consigli dai matrimoni dei parenti ed amici più cariL'appuntamento in atelierL'acquisto dell'abito

5. DOMANDE E DUBBI POST ACQUISTOModifiche e aggiustamenti Forse ho comprato l'abito sbagliatoQuesto non è l'abito che avevo chiesto

6. IL GIORNO DELLE NOZZEPrepararsi al meglioL'imprevisto dell'ultimo minuto

7. L'ABITO DOPO LE NOZZE

Conclusioni

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Premessa

Qual'è l'unico oggetto che, almeno nelle intenzioni, si compra una volta sola

nella vita?

Senza dubbio: l'abito da sposa.

E' quindi comprensibile quanto alte siano le aspettative, le difficoltà, le

necessità da soddisfare in un unico acquisto, che non può essere sbagliato

perché unico.

Credo che il matrimonio sia uno dei passi più importanti nella vita di una

persona, punto di arrivo e di partenza, sfida quotidiana, fonte delle più grandi

gioie e, si spera, di pochi dolori.

Arrivare al grande giorno non sarà una passeggiata, sarà un cammino fatto di

tanti passi, che, nell'arco di alcuni mesi, metteranno a dura prova il nostro

carattere e il nostro fisico.

In questo cammino fortunatamente non saremo sole: avremo accanto a noi la

famiglia, il fidanzato, gli amici, e la nuova famiglia.

Per la scelta dell'abito da sposa uno dei passi più importanti (per alcune, il più

importante) nel cammino che porta al giorno delle nozze – avremo accanto

questo libro, una guida che ci porterà a conoscere l'abito da sposa ed

individuare quello perfetto per noi.

I diversi modelli di abito da sposa non saranno passati in rassegna, come

spesso si usa, in modo “asettico”, ma correlati ai diversi caratteri e stili

ricorrenti in una sposa, perché l'abito, come vedremo, è espressione di noi,

della nostra storia, della storia della nostra coppia e dello stile delle nozze.

Il libro si compone di 7 capitoli, 7 passi che percorreremo insieme per arrivare

ad essere noi stesse, al meglio, in abito da sposa.

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1. CHI SONO

Per arrivare a scegliere l'abito da sposa perfetto, dobbiamo innanzitutto

guardarci dentro: chi sono? Qual'è la mia storia? Qual'è la storia della coppia

che formo con il mio compagno?

Una volta definita la nostra storia, andremo a vedere che tipo di sposa sono e

quali abiti da sposa possono adattarsi ai miei gusti, stile, personalità e

obiettivi.

La mia storia, la storia della nostra coppia

Cercare l'abito da sposa è, per certi versi, come cercare casa.

La casa dovrà avere caratteristiche che rispondono non solo ad esigenze di

carattere pratico ma sicuramente al carattere e ai gusti personali di chi

l'acquista.

Se poi si tratta della casa di una coppia, la sua individuazione diventa ancor

più simile alla difficile ricerca dell'abito da sposa.

L'abito da sposa viene indossato da una donna.

Quella donna ha la sua storia, un passato fatto di ricordi, di esperienze, di

affetti.

La stessa donna ha un presente, fatto, nel momento dell'acquisto dell'abito,

anche di un insieme di compiti e passi impegnativi da svolgere per mettere a

punto ogni dettaglio del giorno delle nozze; dettaglio che la sposa vorrà

seguire e monitorare in prima persona, anche quando avrà parenti, amici o

consulenti ad aiutarla.

La sposa ha anche un futuro, perché, come ho detto nella premessa, le

nozze sono un ponte, un punto di arrivo ma anche di partenza verso una

nuova vita: la vita di coppia.

Ecco allora evidente come sia importante definire la storia della sposa ma

anche la storia della coppia, fatta di elementi del passato e del futuro.

Arrivare pronte al momento della visione degli abiti e all'acquisto dell'abito

perfetto significa anche, prima di tutto, arrivare ad avere chiaro chi siamo e

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cosa vogliamo per il nostro futuro di coppia.

In alcune famiglie le madri delle spose definiscono le caratteristiche che

l'abito da sposa della propria figlia deve avere, in base a tradizioni famigliari

oppure tendendo, anche inconsciamente, a duplicare il proprio abito.

Ma abbiamo detto che le nozze devono raccontare la storia della sposa e

della coppia che costituisce con il compagno, non la storia di nostra madre e

delle sue nozze.

Diciamo quindi NO ad eventuali diktat delle madri, ma ascoltiamo con cura i

suggerimenti che vorranno darci, insieme a quelli dei pochi parenti ed amici

davvero importanti per noi.

Se vogliamo portare con noi un pezzo di storia delle nozze di nostra madre,

possiamo indossare un accessorio dalle sue nozze, come il velo o i guanti.

In conclusione: una volta definita la storia della nostra coppia riusciremo a

capire che look vogliamo avere nel giorno delle nozze, come vogliamo che

l'abito ci faccia sentire e cosa deve comunicare.

I tipi di spose, i modelli e i tessuti

“Immagina tutta la complessità dell'emozione umana e le aspettative al bivio

delle fantasia e della realtà. Poi considera tradizione, decenza, sensualità e

moda e cattura tutto questo in un abito. Non è facile”. E se lo dice Vera

Wang, la stilista USA delle spose VIP, c'è da crederci..

Fino ad ora siamo arrivati a definire la nostra storia, che è personale ed

unica.

In questo capitolo passiamo in rassegna diverse tipologie di sposa, non certo

seguendo l'idea o la pretesa che una donna debba o possa riconoscersi in

uno di essi.

L'obiettivo è piuttosto quello di prendere in considerazione alcune tra le mille

sfaccettature di cui sono fatti l'animo ed il carattere femminile e, in particolar

modo, quelle che possono caratterizzare una sposa.

Non preoccupiamoci quindi se ci riconosciamo in più tipologie di sposa o se,

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al contrario, non ci riconosciamo in alcun modello tra quelli qui esposti. Anche

questo sarebbe un importante punto di partenza per arrivare più vicini alla

definizione del nostro abito da sposa perfetto.

Carolina Herrera Spring 2013 - Foto Carolina Herrera

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La sposa tradizionalista

Questa sposa mette in primo piano lo stile, a cui è assolutamente devota.

I modelli di riferimento sono icone dello stile, esempi di bellezza senza tempo,

donne che hanno segnato la propria epoca e le epoche successive grazie ad

una confidenza e padronanza di sé e ad un'eleganza innata, a volte mostrata

con semplicità, più spesso – è giusto dirlo - valorizzata da grandi stilisti (vedi

ad esempio il fondamentale apporto di Oleg Cassini nella creazione del mito

di Jackie Kennedy e Grace Kelly).

Tra i modelli di riferimento della sposa tradizionalista: Jacqueline Kennedy,

Anna Maria di Danimarca, Elisabetta II d'Inghilterra, la Principessa Sofia di

Grecia e, in tempi più recenti, la Principessa Tatiana di Grecia e Danimarca,

la Principessa Letizia delle Asturie, la regina del pop Madonna in abito da

sposa Stella McCartney alle nozze con Guy Ritchie nel 2000.

La sposa tradizionalista sa riconoscere eventuali difetti o imperfezioni e

valorizzare i propri punti di forza con grazia e nonchalance e con una forte

affermazione di stile e unicità.

Attenzione: essere tradizionale non significa per questa sposa rinunciare ad

essere femminile e sensuale, ma sempre con eleganza.

In sintesi: riesce ad essere se stessa, senza sforzo.

Questa padronanza di sé verrà comunicata con un messaggio forte il giorno

delle nozze attraverso l'abito da sposa e gli accessori scelti.

L'abito è elegante, quasi solenne, e rifinito da pochi, importanti dettagli come

fiocchi, bottoni ricoperti in tessuto, ricami e finiture in pizzo.

I tessuti scelti sono naturali e preziosi, come il duchesse di seta e il satin,

perfetti per gli abiti A-line, dalle gonne ampie o raccolte, per le forme a sirena

o i bustier strutturati.

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La sposa assertiva

Questa sposa, vicina alla tradizionalista, prende il matrimonio molto sul serio

ed aspetta con ansia i solenni momenti che segnano le nozze, come il primo

ballo o il bacio fuori dalla chiesa.

La sposa assertiva vuole essere sicura di piacere a tutti, famiglia e società;

per questo spesso sceglie un abito in pizzo, il più tradizionale dei tessuti per

la sposa, o in satin o mikado, più strutturato e sempre perfetto.

Alle volte corre il rischio di appesantire la figura ed aggiungersi qualche anno,

specialmente quando si sceglie un abito in pizzo, come è successo alla

splendida Camila Alves quando ha indossato un abito da sposa dello stilista

Ducarno Catelo Branco per le nozze con Matthew McConaughey.

Nozze tra John Fitzgerald Kennedy e Jacqueline Bouvier - foto Life

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Generalmente il pizzo è utilizzato per il corpetto e/o per alcuni dettagli

applicati all'abito, ma negli ultimi anni vengono proposti anche alle spose

giovani abiti interamente in pizzo, dai modelli più giovanili, oppure accessori

di trendenza come, per le collezioni 2013, la mantella.

Nelle famiglie reali, l'abito in pizzo, meglio se di famiglia, è quasi un obbligo.

Uno splendido esempio di abito “total lace”, tradizionale eppure molto

moderno, è quello disegnato da Angel Sanchez per la Principessa Tatiana di

Grecia e Danimarca con il Principe Nikolaos di Grecia e Danimarca, celebrate

nel 2010.

Andando indietro nel tempo, nella stessa casata, da non dimenticare anche

l'abito da sposa interamente in pizzo realizzato per la Principessa Sofia di

Grecia in occasione delle nozze con il Principe Juan Carlos di Spagna

celebrate nel 1962.

Ma la sposa assertiva per eccellenza, negli ultimi tempi, è sicuramente Kate

Middleton, che, per non deludere la casa reale inglese e milioni di visitatori e

telespetattori, ha commissionato a Sarah Burton, nuovo direttore creativo

della maison Alexander McQueen, una copia moderna dell'abito da sposa di

Grace Kelly per le nozze nel 2011 con il Principe William d'Inghilterra; un

modello diventato richiestissimo tra le spose.

Altro illustre esempio recente è l'abito da sposa a firma Giorgio Armani

realizzato per Charlene Wittstock in occasione delle nozze, sempre nel 2011,

con il Principe Alberto II di Monaco, un abito che ha risposto allo stesso

obiettivo (andare sul sicuro) ma senza fare uso del pizzo.

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La sposa romantica

La sposa romantica è guidata dalla passione e dal sentimento e considera la

vita una meravigliosa avventura.

Spesso sceglie un abito che combini fantasia e realtà, nel suo insieme

oppure attraverso particolari dettagli come un lungo strascico, ricche balze o

maniche a palloncino.

Alcune spose si lasciano andare all'uso di accessori insoliti, abbinati ad un

abito più tradizionale, come l'applicazione di ali da farfalla ad un ball-gown o

un abito A-line, per dare vita ad un matrimonio stile “fantasy”, che porti nella

realtà immagini da sogno.

L'abito può esprimere anche incanto, fragilità e femminilità.

La sposa romantica cerca comunque sempre la bellezza, che risponde alla

sua vera natura, e ama flirtare con essa sempre mettendo in primo piano lo

stile e rendendolo funzionale al proprio animo, ad esempio scegliendo il

fiocco come dettaglio caratterizzante.

Pizzo e tulle sono tessuti molto amati da questa categoria di sposa, anche

Kate Middleton sposa il Principe William d'Inghilterra Foto dressonline.us

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applicati ad accessori come il velo o a copricapo originali ed applicazioni a

fiore.

Variegata è la scelta del pizzo, dal più grosso al più fine: point d'espirit,

guipure, Alençon, Chantilly.

Molte spose romantiche amano il volume, e in questo caso è utile scegliere il

taffetà (molto lussuoso in off-white) o l'organza.

La sposa principessa

Moltissime donne vogliono indossare i panni della principessa nel giorno delle

nozze, e, in fondo, ogni figlia è la principessa di casa. Scegliere un abito da

sposa in questo stile darà sicuramente contente anche le mamme.

Nozze Grace Kelly con Principe Ranieri III di Monaco – Foto Getty

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La sposa principessa sa esattamente ciò che vuole: vivere una favola e unirsi

al proprio Principe Azzurro, trasformando in realtà la fantasia coltivata fin da

bambina.

Un abito da favola assicurerà alla sposa di essere al centro dell'attenzione

delle nozze. Importante però è essere se stesse e non rimanere nascoste

sotto questo sogno ma, anzi, dargli una dimensione adatta alla personalità

della sposa e far emergere quanto di meglio si ha in sé, evitando di cadere

nel ridicolo.

Molte star non hanno avuto questo accorgimento ed hanno calcato un po' la

mano nel rendere realtà il sogno di principessa: pensiamo ad esempio alla

giovane Victoria Adams che nel 1999 sposa il principe del calcio David

Beckham in un sontuoso abito da sposa Vera Wang ed in un contesto fuori

misura, oppure a Kim Kardashian che, scegliendo la stessa designer, ha

portato in scena le nozze più sontuose e più brevi della storia con il cestista

NBA Kris Humphries, indossando nel 2011 ben 3 abiti da sposa.

Alcune spose appartenenti a questa categoria sono così trasportate dal fatto

di essere una principessa al punto che l'abito diventa più grande del

matrimonio stesso.

Il modello di abito da sposa preferito dalla sposa principessa è sicuramente il

ball-gown, l'abito con corpetto senza maniche e gonna davvero molto ampia,

lungo strascico, molti ricami e/o applicazioni in pizzo e cristalli; elementi che

permettono di interpretare la principessa tradizionale in chiave moderna.

Ogni elemento utile ad arricchire l'outfit è lecito. Alle volte si sceglie un

modello sontuoso realizzato in unico tessuto come il taffetà o il satin, per un

effetto lucido che non fa passare la sposa inosservata.

Il modello di riferimento della sposa principessa è senza dubbio Lady Diana,

che con il suo ricchissimo abito da sposa stile neo vittoriano, sposa il Principe

Carlo nel 1981 in mondovisione; un abito sfarzoso passato alla storia e

copiato anche da alcune star come Mariah Carey alle nozze con Tommy

Mottola nel 1993.

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In tempi recenti abbiamo visto stilisti come Ian Stuart e Vivienne Westwood

riprendere e rivisitare in chiave new romantic/rock lo stile sfarzoso

edwardiano e vittoriano, presentando abiti da sposa davvero notevoli e fuori

dal comune.

La sposa individualista

La sposa individualista mette al primo posto il suo desiderio di auto-

espressione personale. Non le interessa indossare un abito convenzionale e

in grado di acontentare tutti, ma preferisce seguire il proprio stile, nei modelli

e nei dettagli.

Questa sposa può scegliere un abito in un colore inaspettato, in una

silhouette inusuale e con dettagli originali: l'abito con le tasche, il modello

monospalla, il completo pantalone, l'abito corto o lungo-corto, l'abito unico su

misura.

La sposa individualista non detta la moda, ma nemmeno la segue e non si

ritrova in alcuna definizione di sposa ma, a volte, in più definizioni

Lady Diana. Foto ufficiale delle nozze.

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contemporaneamente.

Tutti i tessuti potranno essere scelti, anche quelli più particolari: mikado,

gazar, shantung, faille, tessuti a stampa floreale, e lo stesso si può dire per i

colori, tutti inclusi, nero compreso.

Questa sposa spesso ha uno stile modernista, teso ad osare e a cambiare

contesto in continuazione, a sfidare la convenzione fino a raggiungere livelli

estremi.

Per i look strutturati è perfetto il tulle, non più relegato alle parti sotto all'abito,

ed in grado di esprimere un senso di giovinezza e femminilità.

Pensiamo ad esempio all'abito da sposa rosso a fiori bianchi scelto dall'allora

sessantatreene contessa Raine Spencer, matrigna di Lady Diana, alle terze

nozze nel 1993 con Jean-Francois de Chambrun o a Gwen Stefani in abito

da sposa bianco e rosa fucsia disegnato da John Galliano per le nozze nel

2002 con Gavin Rossdale.

Icona della sposa individualista rimane Mabel Wisse Smit che sposa nel 2004

il principe Johan Frisodi Orange-Nassau con un eccentrico abito disegnato

dal famoso duo di designerViktor & Rolf cui sono stati applicati 248 fiocchi di

dimensioni diverse: 128 per la gonna, 85 per il corpetto e 35 sullo strascico,

che termina con fiocchi enormi.

Un concept simile – ma modulato sul fiore - a quello alla base dell'abito

indossato dalla top model Karolina Kurkova al termine della sfilata delle

collezioni Pronovias 2013 alla Barcelona Bridal Week 2012.

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La sposa passionale

Estremamente sicura di sè e schietta, la sposa passionale sa perfettamente

com'è, dentro e fuori, ha padronanza del proprio corpo e dei propri sentimenti

e vuole mostrare entrambi gli aspetti al mondo.

Questa sposa cerca un abito femminile e seducente, che metta in risalto le

curve e i risultati ottenuti grazie ad un intenso programma di fitness cui si è

sottoposta in preparazione delle nozze

Proprio come ha fatto Hillar Duff che, mentre si avvicinavano le nozze nel

2010 con il giocatore di hockey Mike Comrie, si è impegnata strenuamente in

palestra per scivolare dentro all'abito a sirena disegnato da Vera Wang.

Non da meno il look sexy e sofisticato di Fergie dei Black Eyed Peas in abito

da sposa a sirena Dolce & Gabbana per le nozze nel 2009 con l'attore Josh

Duhamel.

Questi modelli, generalmente a sirena, o con corpetto trasparente in tulle e

applicazioni in pizzo e/o cristalli abbinato a gonna sparata (corta o lunga)

trasudano davvero sex appeal, e occorre portarli con grazie ed eleganza, per

conservare stile.

Mabel Wisse Smit sposa il principe Johan Friso di Orange-Nassau Foto Life

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In questo senso l'esempio eccellente di abito da sposa passionale rimane

senza dubbio quello indossato da Madonna sulla copertina dell'album “Like a

Virgin” (1984) e nel successivo tour mondiale, composto da un corpetto in

rete doppiata da tulle, gonna in tulle con pois a cuore e la famosissima

cintura con la scritta “boy toy”, il tutto abbinato a lunghi guanti in pizzo e

delicato bouquet. Forse non eccelleva in stile, ma erano gli anni Ottanta e su

quel gioco costruito su innocenza e trasgressione la pop star ha costruito

un'intera carriera.

Madonna cover “Like a Virgin” 1984 Foto Steven Meisel

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La sposa glamour e fashionista

Questa sposa appassionata di moda per le nozze vuole un abito da diva, che

segua le tendenze della passerelle e sia decisamente glamorous.

Che siano i cristalli (tendenza 2011), le piume (tendenza 2012) o la mantella

e il peplo (tendenza 2013), la sposa fashionista vuole mostrare a tutti di

essere “up to date” e far sì che si parli a lungo dell'abito come “fashion

statement”.

La sposa glamour non vorrà mai indossare un modello assertivo o da

principessa, ma preferirà un modello che catturi l'attenzione, riveli la sua

personalità e il suo stile e denoti la sua attenzione al mondo della moda. Un

abito teatrale, da mostrare come si fosse sotto i riflettori.

Pensiamo ad esempio all'abito da sposa viola, modello ball-gown, disegnato

da Vivienne Westwood per le nozze di Dita von Teese con Marilyn Manson

celebrate nel 2005 in nel contesto gotico e dark di un castello irlandese e

immortalate da Vogue.

Nozze glamour ritratte nuovamente da Vogue nel 2011 anche per Lauren

Bush con David Lauren, figlio di Ralph Lauren, in un abito da sposa in pizzo

disegnato dal suocero, tradizionale e moderno al tempo stesso; una chiave di

lettura comune anche all'abito da sposa di Nicole Richie realizzato da

Marchesa, brand preferito delle star per i red carpet, per le nozze con Joel

Madden.

Sul grande schermo rimane insuperato l'abito da sposa, disegnato sempre da

Vivienne Westwood, indossato da Sarah Jessica Parker alias Carrie

Bradshaw nel film del 2008 “Sex and the city - The Movie”, abito riprodotto

anche per essere venduto ai comuni mortali.

La vera sfida per la sposa fashionista è condividere i riflettori il giorno delle

nozze e nei giorni a venire, mantendo un senso di leggerezza e divertimento.

I riferimenti di questa sposa sono le grandi dive di Hollywood come Rita

Hayworth e Jean Harlow. Tra i tessuti preferiti, la seta charmeuse così come

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il jersey e lo chiffon, in grado di risaltare le forme, ma anche il satin e il taffetà

che donano lecentezza e comunicano lusso.

In ogni caso, per questa sposa, un po' come per quella individualista (ma

spinte da motivazioni diverse), ogni tessuto, silhouette e dettaglio è lecito

purchè si presti a raggiungere lo scopo.

La sposa minimalista

“Less is more” (Meno, è sempre di più): questo è il motto della sposa

minimalista.

Questa sposa ha una personalità molto forte e ritiene di non aver alcunchè

da dimostrare con l'abito da sposa, che avrà un design molto semplice e

Dita von Teese nozze con Marilyn Manson Foto Steven Klein

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pulito, in grado di rispondere ai canoni di perfezione assoluta di chi lo

indossa.

Nessun eccesso è permesso, ma attenzione, come sottolinea Vera Wang

“Mentre gli abiti della sposa minimalista possono apparire ingannevolmente

semplici, spesso sono tutto tranne che quello. Il vero Minimalismo richiede

una certa complessità nel design e nei dettagli. Richiede ad un individuo

sicuro di sé di apparire minimal nella sua celebrazione.”

Il modello sarà leggero e puro, senza tempo, disciplinato ed etereo (basti

pensare alla collezione sposa 2013 by David Fielden), anche dal taglio corto.

Tra i tessuti preferiti, la crepe di seta perfetta per i drappeggi, o lo chiffon,

leggerissimo e perfetto per silhouette semplici, ma anche il satin, molto

prezioso e perfetto da abbinare ad un modello lineare.

L'abito da sposa mininalista permette di sbizzarrirsi con gli accessori (gioielli,

copricapo, scarpe) e può essere abbinato ad un bolero o ad un giacchino su

cui si può anche applicare un fiore in tessuto, una spilla, una composizione in

cristalli o un piccolo fiocco, purchè ognuno di essi (uno solo, ovviamente!) sia

coordinato all'abito ed armonioso nell'insieme.

Numerosi sono gli esempi celebri di spose dallo spirito indipendente e libero

che hanno scelto un abito in questo stile: Mia Farrow alle nozze con Frank

Sinatra, Jerry Hall e Bianca Pérez alle nozze con Mick Jagger, Yoko Ono alle

nozze con John Lennon, Sharon Tate sposa di Roman Polanski, Audrey

Hepburn sposa di Andrea Dotti, e, in tempi più recenti, Renee Zellweger

sposa di Kenny Chesney e Denise Richards sposa di Charlie Sheen.

L'abito da sposa minimalista per eccellenza degli ultimi tempi rimane quello di

Carolyn Bessette alle nozze nel 1996 con John John Kennedy, disegnato

dallo stilista di origine cubane Narciso Rodriguez, amico della sposa,

realizzato in seta pura su una silhouette semplicissima e accompagnato da

pochi – ma molto glamour - accessori.

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La sposa vintage

Questa può essere appassionata di moda vintage ma anche voler scegliere

un abito che riprenda un personaggio del passato (celebre o non) o un'epoca

precisa.

Ecco la sposa che vuole indossare l'abito della madre o della donna, ed ecco

la sposa che vuole apparire come una sirena hollywoodiana anni Trenta o

come le icone anni Cinquanta (da Grace Kelly a Jackie Onassis) o Sessanta

(ad esempio per l'abito da sposa corto).

La sposa vintage ha in genere un look sofisticato, curato nei dettagli e sceglie

di indossare un abito vintage autentico o di un marchio che segua questo

stile.

Fondamentale importanza hano gli accessori: guanti, velo, fermagli per i

Carolyn Bessette nozze con John John Kennedy

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capelli, gioielli, scarpe.

Tra i tessuti preferiti il pizzo e la seta, perfetti per dare una certa decadenza

ed un tocco glamour all'abito.

Vediamo ad esempio il pizzo nell'abito da sposa di Claire Pettibone scelto da

Priscilla Chan per le nozze nel 2012 con Mark Zuckerberg e la seta,

impreziosita da ricami in oro, dell'abito da sposa realizzato da John Galliano

per Kate Moss alle nozze country-chic nel 2011 con Jamie Hince.

Il riferimento è sicuramente la seta charmeuse, resa popolare dalla sirena

dello schermo Jean Harlow negli anni '30, un tessuto che abbraccia la figura

e non perdona, adatta alla sposa che vuole osare.

La sposa minimlalista sa che è meglio indossare un abito dalla silhouette

semplice realizzato in un tessuto naturale piuttosto che un abito elaborato e

molto ornato realizzato in un tessuto sintetico.

John Galliano con Kate Moss sposa Foto stylemefrizz.com

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2. IL MIO CORPO

Come arrivare al meglio al giorno delle nozze

Possiamo tranquillamete dire che 9 spose su 10 arrivano al giorno delle

nozze in un discreto stato di stress psico-fisico.

Per quanto si abbia organizzato ogni minimo dettaglio, e lo si sia fatto con

largo anticipo, per quanto si abbia potuto contare sull'aiuto di parenti, amici,

consulenti, persone e personale vario, è normale che l'aspettativa e

l'esigenza di perfezione per il giorno più importante della vita (almeno nella

stragrande maggioranza dei casi) lascino traccia sulla sposa.

E' quasi impossibile arrivare a indossare per la prima volta la fede fresche

come una rosa e a mente sgombra.

Una volta che ce ne siamo fatte una ragione, vediamo come è possibile

limitare le conseguenze di questo stress sul nostro animo e sul nostro corpo.

Anne Hathaway e Kate Hudson spose in Vera Wang nel film Bride Wars 2009

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Aspetto generale

Qualunque peso e taglia si abbia, per valorizzarsi al meglio la cosa

importante è che tutte le parti del corpo siano bilanciate e in armoniosa

simmetria.

Per raggiungere questo obiettivo, occorre innanzitutto conoscere la forma del

proprio corpo, per vedere come valorizzare l'insieme del nostro aspetto, al

meglio.

Questo non significa recarsi in atelier, o in qualunque altro negozio, armate di

tabelle che ci identificano in una pera o mela o nel tale fiore, ma avere piena

coscienza delle nostre proporzioni.

Si, perché “proporzioni” è la parola magica.

Le parti e gli accessori che compongono l'abito da sposa devono essere

proporzionate tra loro ed al corpo.

In particolare: il busto, la vita e i fianchi dovrebbero essere proporzionati tra

loro.

Il nostro corpo è comunque unico, e l'abito da sposa dovrà evidenziarne

l'unicità, valorizzandola al meglio.

Per aiutare questo processo, possiamo prendere in considerazione qual'è la

parte chiave del nostro corpo protagonista dell'abito da sposa; in base a

questo, sarò proporzionato il resto del corpo e modulato l'abito, sempre in

armonia con gli accessori che lo integrano (velo, scarpe, etc.).

In generale: l'abito da sposa non deve tagliare il corpo in due. Meglio la

divisione un terzo/ due terzi.

Un terzo può essere dedicato alla parte superiore, abbinato ai due terzi per la

gonna, per un abito da sposa dal modello più classico, l'A-line, oppure dal

romantico ball-gown.

Due terzi possono essere dedicati al tronco e un terzo alla parte finale

dell'abito ad esempio in un abito a sirena.

No anche ad abiti che tagliano la figura in 3 o più sezioni, altrimenti si

perdono le proporzioni, il senso dell'abito e del look che si vuole avere.

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Ancora: l'abito non deve sopprimere, sopraffare la sposa, che rimane la vera

protagonista. Un rischio che si può correre specialmente scegliendo un

modello romantico o da principessa.

Infine: occhio agli accessori (orecchini, copricapo, gioielli): ricordiamoci che

tutto deve essere proporzionato. Un abito ricco sarà abbinato a pochi,

preziosi accessori, e magari ad un velo contenuto, e viceversa.

Lo stile dev'essere il punto fermo.

Peso

Questo è un punto che merita particolare attenzione, essendo l'argomento

delicato e, a volte, un tasto dolente per la sposa.

Qualunque donna, anche quella conscia di non avere particolari problemi di

taglia e peso, tende a mettere in discussione queste certezze quando decide

di sposarsi.

Dando per certo che l'abito da sposa sia l'abito più importante nella sua vita e

che il giorno delle nozze sarà più impegnativo del red carpet della notte degli

Oscar, la sposa tenderà a guardare con un occhio diverso il proprio corpo e

valutarne ogni singolo aspetto.

Ora, seguendo quanto già detto in riferimento al nostro carattere e alla nostra

storia, vorrei mettere un punto fermo: il giorno delle nozze, così come nei

giorni precedenti e successivi: dobbiamo solo essere noi stesse. Al meglio,

certo, ma quello – nel senso del dare il meglio di sé – è un obiettivo che

perseguiamo sempre.

Non siamo la Barbie: sorridente, impassibile, perfetta in tutto.

Il giorno delle nozze avremo un abito bellissimo, un trucco perfetto,

un'acconciatura unica, uno splendido bouquet; questi elementi adorneranno

una donna naturale, vera, che valorizzerà i propri punti forti, rimanendo

sempre se stessa.

Il percorso che porta alle nozze è lungo e molto articolato, come abbiamo

detto, e pieno di sfide e traguardi da raggiungere, passo dopo passo, per fare

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sì che tutto sia perfetto.

Se vogliamo aggiungere ad una di queste sfide la perdita di peso, va bene,

purché sia sana e graduale, e finalizzata non allo “show”, al “red carpet” del

singolo giorno delle nozze, ma ad un miglioramento personale globale.

Pensiamo ad esempio a Kate Middleton o a Letizia Ortiz, due ”commoners”

già filiformi che, per diventare spose di Altezze Reali, arrivano al giorno delle

nozze in uno stato di magrezza esasperata, lasciando particamente vuoti i

preziosi abiti da sposa.

Quindi: se da tempo si desiderava perdere peso, ma per mille motivi non ci si

riusciva appieno, farlo per il giorno delle nozze può essere un obiettivo, ma

solo se a lungo termine.

La dieta sarà sensata e graduale ed inserita in un percorso salutare, magari

da compiere con il fidanzato o con un'amica o parente.

Una dieta drastica, cominciata magari a poche settimane dalle nozze, porterà

a un solo risultato: farci stramazzare al suolo davanti a sposo e invitati nei

casi più gravi, nell'ipotesi migliore, arrivare al giorno fatidico con il viso

scavato e affaticato, la pelle asciugata e opaca, il passo incerto e, non ultimo,

l'abito che fa difetto (ricordiamoci che l'ultima prova abito si fa in atelier

generalmente 5 giorni/una settimana prima delle nozze).

Chi ha una taglia forte e non programma di perdere peso non deve

preoccuparsi, perché esistono molte case di moda che realizzano abiti

perfetti in queste taglie.

Infine: si può anche scegliere di farsi confezionare un abito su misura.

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Taglia

Come dicevamo, la taglia in sé non ha molta importanza; l'importante è la

forma del corpo, la silhouette, e le sue proporzioni.

E' bene qui fornire alcune informazioni di carattere squisitamente pratico, che

permetteranno di arrivare preparate in atelier per la prova e l'acquisto

dell'abito da sposa.

Intanto, occorre sapere che le taglie dell'abito da sposa non corrispondo a

quelle di un abito normale, “ready to wear”; in più, le taglie cambiano da

designer a designer.

Generalmente un abito da sposa veste due taglie di più di un abito ”ready to

wear” (pronto moda); per cui, se normalmente compro un tailleur o un abito

taglia 42, è molto probabile che mi troverò bene in un abito da sposa taglia

38, il che, anche psicologicamente, non dispiace!

Seconda informazione importante: in genere il campione di abito da sposa a

disposizione per la prova in atelier è taglia 40 (la 44 “normale”), una taglia in

cui in genere si ritrova la maggior parte delle donne italiane.

Per esperienza posso dire che 9 abiti su 10 saranno larghi nel corpetto,

mentre i modelli più fascianti sembreranno stretti sui fianchi, ma occorre

Letizia Ortiz sposa il Principe Felipe di Spagna 2004 Foto Reuters

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tenere conto che l'abito da sposa deve essere indossato stretto, non deve

cadere e deve rimanere perfetto in tutte le fasi cruciali della giornata, dalla

camminata all'altare o scalinata del municipio, fino ai balli più scatenati della

festa nuziale.

Molto importante: possiamo comprare l'abito da sposa solo quando pensiamo

di aver raggiunto il nostro peso forma. Comprare un abito nella taglia che si

spera eventualmente di raggiungere per le nozze, è una perdita di tempo –

per noi e per chi ci segue in atelier – e di denaro.

Si, perché non solo è bene ricordare quanto detto prima (rimaniamo noi

stesse), ma tenere conto che ordinare un abito della taglia sbagliata significa

rischiare di non entrarci dentro nel giorno fatidico, e magari non avere il

tempo di farne confezionare un altro, con grande mortificazione per il nostro

spirito e portafogli (vedremo infatti nel capitolo dedicato alle modifiche che i

miracoli non sempre si possono fare).

Randy Fenoli della trasmissione TLC “Say yes to the dress”

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Tipi di corpo e abiti adatti

Abbiamo detto come sia importante fare una valutazione generale del proprio

corpo, con l'obiettivo di farlo apparire armonioso e proporzionato nell'abito da

sposa.

Prendiamo ora in considerazione i punti chiave del nostro corpo e i modi per

valorizzarli o minimizzarli, a seconda delle necessità.

Se alla fine della lettura analitica siete ancora indecise su quale modello

possa fare al caso vostro, non disperate: per una donna di tipo mediterraneo,

quasi sempre un modello dalla linea ad A (A-line) andrà sicuramente bene.

Potete quindi iniziare a provarne uno e vedere come sta.

Ma ricordate: mai precludere un modello a priori, senza provarlo, perché le

sorprese potrebbero non tardare ad arrivare.

Abito Celebration Collezione Reasons and Sentiments Peter Langner 2013 Foto Peter Langner

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Busto e spalle

Partendo dall'alto, analizziamo subito il busto, la parte più vicina al viso,

biglietto da visita della figura.

Sicuramente il busto deve essere proporzionato ai fianchi e deve avere una

scollatura funzionale a valorizzare il viso.

Chi ha busto piccolo può indossare un abito dallo scollo a cuore o a V (anche

profondo) o un abito stile impero.

Si anche ad abiti con il busto abbellito da rouche e ornamenti che lo

attraversano.

Un piccolo trucco: per dare maggiore volume, si possono aggiungere

coppette interne all'abito.

Chi ha busto largo può indossare un abito senza spalline con scollo dritto,

che fa sembrare le spalle più larghe, mentre si sconsiglia lo scollo a cuore.

Evitare gli abiti attillati (ad esempio a sirena), perché enfatizzano il busto, e

scegliere invece abiti A-line o dalla gonna ampia.

Passiamo poi alle spalle.

In linea generale, bisognerebbe fare in modo che le spalle appaiano

proporzionate della stessa larghezza dei fianchi.

Chi ha spalle strette può scegliere abiti con scollo a barchetta o scollo dritto,

mentre è meglio evitare abiti con scollo a canotta o a top.

Chi ha spalle ampie può indossare abiti da sposa A-line o con gonna ampia

perché la sua ampiezza potrà andare a bilanciare la larghezza delle spalle.

Meglio invece evitare abiti con scollo a canotta o scollo dritto, per non

assomigliare alla lettera T.

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Braccia

Le braccia sono spesso un punto dolente per la sposa e causa di grande

preoccupazione, e su questo punto mi sento di approfondire alcuni aspetti nel

dettaglio.

Nel valutare se e quanto mostrare le braccia durante il giorno delle nozze,

ogni sposa tiene in considerazione motivazioni etiche/religiose/di stile e

motivazioni fisiche.

Chi sceglie un matrimonio in chiesa, specialmente con rito cattolico, si sentirà

dire dalla propria madre in primis e dal sacerdote - o i sacerdoti - in secundis:

“Mi raccomando: le braccia coperte!”.

Questa raccomandazione, che spesso si trasforma in diktat, può essere

seguita o non seguita.

Pnina Tornai 2012 Foto fashionstyleforu.com

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Se si decide di non seguirla, bisogna prepararsi alle conseguenze del caso, il

che significa, come minimo, una lotta per mesi con chi si è tanto

raccomandato e magari anche una sceneggiata nel giorno delle nozze.

Ognuno fa come crede, ma aggiungere stress a quello già esistente per altri

fattori, non credo sia una buona idea.

Chi invece sceglie di seguire questa raccomandazione non deve disperare,

perché, con abilità ed un tocco di glamour, coprire le braccia può anche

trasformarsi in un'opportunità.

Intanto, se le braccia non sono molto toniche (per l'età o mille altri motivi),

coprirle in modo sapiente può migliorare il nostro aspetto generale e

aumentare la nostra sicurezza proprio nel momento in cui è più bassa (la

cerimonia).

Inoltre, dover rispondere a questa necessità ci permette di introdurre alcuni

elementi ed accessori che possono dare un tocco particolare all'insieme: si

può indossare un lungo e ampio velo da tenere sulle braccia durante la

funzione, e poi lasciar cadere dietro le spalle all'uscita dalla chiesa; si può

scegliere di abbinare all'abito un bolero o un giacchino nello stesso tessuto

dell'abito, oppure a contrasto, in un tessuto diverso, come il pizzo, per un

effetto finale alla Grace Kelly; si può anche scegliere un capo molto di moda

nelle collezioni sposa 2012 e, ancor più, 2013: la mantellina e la cappa.

Coprire le braccia permette anche di aumentarne il volume a chi le ha troppo

sottili. In questo caso, oltre alle soluzioni già dette, la sposa può scegliere,

specialmente per nozze in orario pomeridiano o serale, di indossare lunghi

guanti, una stola dello stesso tessuto dell'abito, oppure uno scialle abbinato.

Chi invece ha braccia piene può coprirle con tessuti naturali e leggeri, per

evitare di aggiungere mole. Ad esempio si possono scegliere maniche in tulle

o in pizzo leggero.

Si possono anche indossare piccole maniche a coppetta, mentre sono da

evitare maniche troppo attillate che strizzano le braccia facendole

assomigliare a salsicce.

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Vita

Attraversando i decenni e le mode, una costante resta immutata: tutte le

spose - e le donne in generale si potrebbe dire - vogliono avere un abito che

renda piccola la vita.

Modelli di riferimento possono essere le spose Jacqueline Kennedy e Liz

Taylor (alle prime nozze con Nicky Hilton) e, in tempi più recenti, Dita Von

Teese.

La vita dovrebbe apparire come la parte più piccola del tronco e sembrare

sottile.

Questo non significa per forza dover ottenere l'effetto “vitino da vespa”

indossando un abito da sposa con corpetto strettissimo, che toglie il fiato e

può creare l'effetto seno (o ciccia) che esplode.

In base al tipo di vita, si può ottenere l'effetto desiderato con diversi modelli di

abito, concedendosi anche il lusso di respirare.

Chi ha vita corta può indossare un abito dalla linea naturale, che scivoli

Pronovias 2013 alla Barcelona Bridal Week 2012 Foto Pronovias

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morbido ed aiuti ad allungare la figura.

Chi ha vita lunga può indossare un abito a vita bassa. E qui mi sento di

suonare un campanello di allarme: spesso vengono proposti abiti da sposa a

vita bassa abbinati a cintura o fascia ricamata, in strass o cristalli. Se si

sceglie questa opzione, occhio all'effetto “campione di boxe, peso piuma”.

Evitiamo di cadere nel ridicolo o, come minimo, di allargare i fianchi.

Chi ha vita piccola può indossare ciò che vuole, e, se ha piacere, anche

aggiungere una fascia ricamata in vita e può indossare modelli come lo stile

impero, molto rischiosi per altri tipi di spose.

Chi ha vita pesante e un po' di pancia, può evitare modelli dritti e indossare

abiti con elementi mirati a mascherare questa rotondità, come pieghe,

specialmente in senso diagonale.

Può essere risolutivo anche un modello A-line abbinato a scollo dritto, che fa

sembrare le spalle più larghe e quindi la vita più stretta.

Chi non ha problemi a trattenere il fiato può scegliere un abito a corsetto, con

lacci dietro da stringere fino a quando si è ottenuto l'effetto vita stretta

desiderato.

Abito Nigella Carlo Pignatelli Couture 2013 Foto The Dress

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Fianchi

I fianchi sono uno dei punti dolenti delle donne mediterranee, fonte di gioia e

di dolori.

L'obiettivo generale è di renderli proporzionati al busto.

Chi ha fianchi larghi trova conforto, ancora una volta, in un abito A-line o dalla

gonna ampia.

Sono adatti a smorzarne l'effetto anche gli abiti dalla linea svasata e quelli

con maniche a coppetta, che aiutano a fare apparire le spalle più larghe.

Ovviamente sono da evitare abiti con ricami o cuciture orizzontali, ma è

meglio stare alla larga anche da gonne molto voluminose, con plissettature o

arricciature, sottogonne etc.

Da evitare, nella maggior parte dei casi, anche abiti dalla linea a sirena,

anche se in questo caso non escluderei a priori di provarne uno perché è un

modello che può riservare anche sorprese positive.

Chi ha fianchi stretti può anche indossare un romantico ball gown, abiti con

dettagli orizzontali che conferiscono ampiezza all'aspetto, cinture o fasce in

vita e persino abiti aderenti come i modelli a sirena o tubino.

Oscar de la Renta 2013 Foto Oscar de la Renta

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Gambe

Generalmente una sposa non sente la necessità di mostrare le gambe,

questo perché la maggior parte delle spose ha un'immagine molto romantica

delle proprie nozze e, per una questione di stile, sceglie un abito lungo.

C'è anche poi da tenere in considerazione il tipo di cerimonia e la location: è

quasi prassi che alle nozze civili si indossi un tailleur (specialmente la sposa

non più giovanissima, o alle seconde nozze), oppure un abito al ginocchio,

mentre per le nozze in chiesa è prassi l'abito lungo.

In ogni caso, a mio paere occorre soprattutto chiedersi: abbiamo davvero

gambe che necessitano di essere mostrate? E, in ogni caso, vogliamo

davvero farne il punto forte del nostro outfit da sposa?

Se si, le ultime collezioni offrono grande scelta alla sposa, con deliziosi

modelli anni '50 stile Dior (corpetto senza spalline, vita stretta e ampia gonna

al ginocchio), modelli stile ballerina con gonna in tulle (spesso abbinati a

bolero o giacchine dello stesso tessuto), proposte di abito da sposa lungo-

corto ma anche abito da sposa componibile, cioè corto ma con gonna lunga

sovrapposta, che potrà essere rimossa dopo la cerimonia.

A onor del vero occorre riconoscere che l'abito corto ha anche un altro

vantaggio: permette di mostrare al meglio le scarpe della sposa.

Le scarpe infatti, scelte con cura dalla sposa e parte importante del suo outfit,

rimangono di fatto quasi sempre semi nascoste, e, anche nelle foto di nozze,

potranno essere viste solo se il fotografo vorrà fare uno scatto mentre la

sposa scende dalla macchina, sale/scende scalinate, oppure se le chiederà

di sollevare un pochino l'abito in un momento della giornata per immortalarle.

Scegliendo un abito corto, o lungo-corto, le scarpe avranno il ruolo che

meritano.

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Lato B

Croce e delizia della donna italiana, insieme ai fianchi, è sicuramente il

posteriore.

Su questo aspetto occorre fare le stesse valutazioni riferite alle gambe, e poi

moltiplicare per 10!

Mi sento veramente di dire che anche se si ha un lato B da top model

brasiliana, non è detto sia il caso di metterlo al centro del nostro look da

sposa.

Se durante le prove dell'abito ci accorgiamo che il posteriore rischia di

diventare il punto dove si focalizzerà lo sguardo di tutti, consideriamo

Reem Acra 2013 Abito componibile Foto Reem Acra

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seriamente di cambiare modello, oppure chiediamo se è possibile adattare

l'abito affinché l'insieme, davanti e dietro, sia armonioso.

Il retro della sposa sarà la parte più vista – specialmente durante la cerimonia

tradizionale - e credo nessuna vorrebbe sentire per oltre un'ora brusii,

commenti sgradevoli o apprezzamenti pesanti sul proprio posteriore.

Avremo sicuramente altre occasioni per metterlo in mostra al meglio, ad

esempio se decideremo di acquistare un secondo abito da indossare per il

ricevimento nuziale.

Detto questo, massimo rispetto per la sposa che vuole valorizzare questa

parte del corpo. In questo caso si può scegliere un modello scivolato

leggerissimo in seta oppure il calssico abito a sirena, perfetto per valorizzare

ogni singolo centimetro della silhouette, proposto dagli stilisti bridal in mille

varianti, dalla più semplice a quella he prevede l'applicazione di elmenti

aggiuntivi come fiori e fiocchi.

Abito Waikiki Collezione Killer Queen 2012 Ian Stuart

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3. I DETTAGLI DEL MATRIMONIO

Lo stile/il tema delle nozze

Abbiamo definito la nostra storia, capito chi siamo e che tipo di sposa siamo.

Bene: adesso definiamo lo stile e il tema delle nozze.

Questo è il momento per discutere e confrontare le idee della sposa con

quelle dello sposo e... sperare che coincidano!

Se lo sposo, come ci si augura, è quello giusto, trovare un fil rouge comune

sarà semplice e verrà naturale e spontaneo.

Difficilmente ad es. una sposa romanticissima, che sogna nozze in chiesa

seguite dal ricevimento in un castello, ha scelto come futuro sposo un uomo

che le dice “a me basta che si mangi bene/che finisca presto/che alla festa ci

sia la playstation/che ci sia vicino un campetto”.

Attenzione però, anche prima di esultare davanti allo sposo che dice “decidi

tu, per me va bene tutto”, per diversi motivi: intanto, il rischio che, una volta

imbastite le nozze, venga fuori che allo sposo le nostre scelte non vadano

bene, è altissimo e, in quel caso, le conseguenze sul fronte emotivo ed

economico saranno molto pesanti.

Poi, non dimentichiamo che se lo sposo può essere super democratico (o

poco interessato), la sua famiglia molto probabilmente manifesterà invece

interesse a mettere voce nello stile delle nozze. E consideriamo che,

specialmente se contribuirà alle spese, avrà pieno diritto di farlo.

Lo stesso discorso vale riferito alla famiglia della sposa, ovviamente, i cui

gusti si spera coincidano con quelli della fortunata, anche se non sempre è

così.

In merito poi al budget: che la famiglia della sposa contribuisca o meno alle

spese, o alla maggior parte di esse, quale sposa realmente, sinceramente

(pensiamoci bene) può (far finta di) non tenere in considerazione i consigli e

le aspettative della mamma e del papà in merito allo stile e al tema del

matrimonio, proprio nel giorno più importante della sua vita?

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Questo tasto, spesso dolente, lo ritroveremo nel capitolo dedicato alla visita

in atelier ed alla scelta dell'abito da sposa.

In ogni caso: ad un certo punto, fatte tutte le valutazioni del caso, si deve

arrivare a decidere lo stile e il tema delle nozze.

Per chi è indeciso, forse può essere utile sapere che negli ultimi tempi vanno

molto di moda le nozze “country-chic” alla Kate Moss, con cerimonia in

campagna (chiesetta o municipio), magari nel paese natio di uno degli sposi,

seguita da ricevimento agreste molto curato, in apposita location.

Ma non mancano gli sposi “urbani”, che scelgono magari le nozze civili

seguite da ricevimento in hotel di grido.

Per gli sposi che vogliono lasciarsi andare alla fantasia, le possibilità non

mancano (pensiamo che alcuni si sposano addirittura in strutture di ghiaccio

o sott'acqua).

Qualunque sia il vostro stile e il tema scelto per le nozze, definitelo con largo

anticipo sul giorno fatidico (l'ideale sarebbe un anno prima), perché tutto – si,

anche l'abito! - dipende da questo.

Lo stile e il tema delle nozze saranno la più chiara espressione della vostra

coppia.

Nozze Principe Nikolaos di Grecia con Tatiana Blanik 2010 Foto nightatvogue.com

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Il budget

Quanto pensiamo di spendere per l’abito da sposa?

Prima di rispondere, diamo un'occhiata alle statistiche e, in particolare ad

un'indagine pubblicata nello speciale Bridal Days allegato a Vogue Sposa del

Giugno 2011, svolta su un campione di 4.000 donne residenti in Italia,

Spagna, Gran Bretagna e Stati Uniti, di età compresa tra 20 e i 35 anni, con

nozze in programma nei successivi 12 mesi.

A sposarsi sono soprattutto donne di età compresa tra i 25 e i 28 anni, con un

budget complessivo per il matrimonio di poco inferiore a 40.000 euro (43.000

in Gran Bretagna e 35.000 euro in USA). In Italia il budget complessivo dei

futuri sposi si concentra per il 50% su 3 voci: abito da sposa, viaggio di nozze

e bomboniere.

Secondo l’indagine, la spesa media per un abito da sposa in Italia è di circa

2.400 euro, con una punta massima di 6.000 euro. Un dato importante,

sicuramente significativo viste anche la generale crisi economica su scala

globale.

Superano le spose italiane solo quelle inglesi, con una spesa media di 3.200

euro ed una disponibilità massima di spesa dichiarata di quasi 8.000 euro.

Si può obiettare che questa indagine dia un ordine di grandezza per alcune

spose sopra alla media.

La maggior parte degli atelier di diversi livelli che ho conosciuto mi ha

indicato in 2.000 euro la cifra che generalmente le spose si prefiggono di

spendere per l'abito.

Ovviamente, il budget destinato all'abito varia in base alle proprie possibilità e

priorità, e, a proposito di questo, teniamo conto che per la maggior parte delle

spose l’abito costituisce l’elemento portante del matrimonio.

Le altre spese (partecipazioni, fiori, musica, catering etc.) sono considerate in

genere meno prioritarie.

Se avete acquistato questo libro sono sicura che anche per voi l'abito da

sposa sia in cima alle priorità delle voci e spese nuziali.

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Per questo è bene, fin dalla prima definizione dello stile e del tema delle

nozze, decidere quanto inciderà questa spesa nel budget totale, dandosi un

range entro cui orientarsi, che si aggiungerà allo stile come elemento

discriminante.

In questo modo potremo selezionare prima alcuni stilisti, collezioni (molte

case di moda bridal hanno al proprio interno diverse collezioni, modulate in

base allo stile e alle fasce di prezzo) ed atelier.

Lo stesso discorso vale per chi vorrà farsi confezionare l'abito da sposa in

sartoria: è bene mettere in chiaro fin dal primo appuntamento lo stile e il

budget di riferimento.

In linea generale il mio consiglio è: se l'abito da sposa è per voi elemento

prioritario del matrimonio, non vergognatevi di investire la cifra che potete

permettervi ed eventualmente farvi sostenere finanziariamente (senza fare

debiti, se possibile), perché l'abito scelto vi accompagnerà (scelta giusta) o

perseguiterà (scelta sbagliata) tutta la vita.

La mia ferma raccomandazione è di non indebitarsi, perché indossare un

abito che non possiamo permetterci non solo ci darà molti pensieri, ma non

rispetterà una delle regole fondamentali del matrimonio: essere se stessi.

Infine, non date a retta a chi vi dice “Ma l'abito lo metti solo per qualche ora,

non è meglio destinare quella somma alla casa/ricevimento/viaggio di

nozze?”.

L'abito da sposa non è un capriccio. E' un punto fermo nella vita di una

donna.

Se poi siete fortunati come lo furono Liz Taylor e Nicky Hilton, oppure Vicoria

Admasm o Kim Kardashian o altri VIP ed Altezze Reali, questa voce non vi

preoccuperà più di tanto.

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La data

Una delle domande che le spose più frequentemente mi rivolgono è: “Andrà

bene questo abito per le mie nozze in estate”?

La domanda è lecita e viene posta da chi ha non ha mai acquistato un abito

da sposa e pensa, come si fa per un un normale capo di abbigliamento, che

la stagione costituisca certamente un elemento discriminante.

L'abito da sposa, come sappiamo, è un capo completamente diverso dagli

altri, e lo è anche in questo.

Chi ha già comprato a anche solo provato uno o più abiti da sposa sa per

esperienza che si tratta di un capo non leggerissimo nell'insieme e in

particolare in alcune parti, gonna in primis.

Anche se si evita di scegliere un modello “ball gown” dalla gonna ampia e

strutturata magari anche grazie a sottogonna, e si sceglie piuttosto un abito

leggero in chiffon o crepe di seta, nella grande maggioranza dei casi non

avremo problemi ad indossarlo in qualunque momento dell'anno scegliamo

per le nozze.

Consideriamo infatti che anche un abito in chiffon ha, per lo meno, una

fodera, cui magari aggiungeremo una sottoveste, e già questo dato aiuta a

capire quanto non sia necessario più di tanto preoccuparsi se si scelgono

nozze con clima fresco o rigido.

Alcune case di moda poi creano piccole collezioni per l'inverno, con modelli

dai tessuti più pesanti.

In ogni caso, se le temperature lo richiedono, ad un abito senza spalline o

scollato potrà essere aggiunto un accessorio coprispalle in pelliccia (mi

raccomando, ecologica!) come una stola o un giacchino.

In casi di freddo davvero estremo, la sposa che vuole dare un tocco glamour

può scegliere un abito come quello Chanel Haute Couture Autunno/Inverno

2012/2013 visto sulle passerelle di AltaRomAltaModa.

Se le nozze invece sono nei mesi più caldi si possono scegliere abiti in

tessuti più leggeri, ad es. in seta pura, crepe o chiffon, ma solo se sono

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perfetti per il modello che desideriamo.

Non sottovalutiamo comunque il fattore emotivo: l'agitazione sarà tantissima

nel giorno fatidico, quindi suderemo le proverbiali sette camicie anche con un

abito leggerissimo.

La location

Definire la location è davvero fondamentale ai fini di un'ottimale scelta

dell'abito da sposa e, possiamo sicuramente dire, anche ai fini di una

soddisfacente riuscita dell'intera giornata di nozze.

Attenzione: tranne nel caso in cui vi sposiate nello stesso luogo dove terrete il

ricevimento (ad esempio in USA le star non si spostano dalla propria

magione, specialmente per motivi di privacy): parlando di location dobbiamo

Chanel Haute Couture Fall Winter 2012-2013 Foto Vogue

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pensare per due.

Dobbiamo valutare il luogo e il tipo di cerimonia e dobbiamo valutare la sede

e il tema della festa nuziale.

Tutto deve essere in armonia, altrimenti si rischia di combinare qualche

pasticcio.

Proviamo ad esempio ad immaginare una sposa che sceglie il classico abito

ampio da principessa, perfetto per il rito in chiesa, e poi si ritrova impacciata

durante i festeggiamenti in riva al mare, con il rischio di annegare l'abito

nell'immancabile foto di rito con i piedi nella sabbia.

Un disastro, a meno che si scelga prima deliberatamente di buttare via l'abito

a fine giornata.

Il problema può essere risolto se si è scelto con cura il tema delle nozze.

Questo tema sarà il filo conduttore che porterà gli sposi e gli invitati dall'inizio

alla fine della giornata, garantendo una soluzione di continuità anche se la

location della cerimonia e quella della festa non saranno attigue o

esattamente complementari.

Individuare un abito da sposa appropriato per tutti i momenti del giorno

fatidico è senza dubbio impegnativo ma si rivela, alla fine, la soluzione più

semplice e meno faticosa.

Teniamo poi conto che con una cifra contenuta e un piccolo sforzo, possiamo

cercare accessori da cambiare durante il giorno.

Mi riferisco in particolare alle scarpe, nota dolente (nel vero senso della

parola) delle nozze.

Non occorre rinunciare ad un magnifico paio di scarpe con fiocco e tacchi alti,

perfette per la cerimonia, se poi siamo libere, magari per il ricevimento sul

prato, di indossarne un altro paio sfizioso ma più comodo.

Ad onor di cronaca, segnalo un'altra soluzione, un po' più impegnativa in

termini di tempo e denaro: l'acquisto di un secondo abito da sposa.

Si tratta di una tendenza molto diffusa (direi, la prassi) tra le spose VIP, che

arrivano addirittura a farsi confezionare 3 abiti da sposa (come Kim

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Kardashian) per i diversi momenti della giornata: la cerimonia, il banchetto, le

danze scatenate dopo il banchetto.

Mi confermano molti atelier che anche in Italia questo fenomeno è sempre

più diffuso e diverse spose acquistano un abito, spesso molto classico e

romantico, per la cerimonia, ed un secondo abito più leggero, spesso

scollato, simile ad un abito da sera, per il ricevimento.

Attenzione: anche se si opta per la soluzione “multi abito” la regola rimane la

stessa: gli abiti devono essere coerenti con il carattere degli sposi, la loro

storia, il tema e la location (ho tolto il budget perché in questo caso deduco

che non sia un elemento chiave).

Nozze Lauren Bush e David Lauren 2011- Foto Vogue

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Il diario

Consiglio vivamente di tenere un diario dove annotare:

Idee e proposte relative alle varie voci del matrimonio (foto, ritagli, indirizzi e

siti internet etc.);

consigli utili;

contatti dei fornitori;

materiale informativo inerente l'abito da sposa e visita agli atelier (contatti,

modelli visionati, prezzi etc.);

voci del budget;

preventivi;

lista invitati;

elenco regali di nozze;

Il diario, oltre a rimanere come ricordo delle nozze, si rivelerà utilissimo per

mettere ordine nelle idee, nelle informazioni raccolte e ricostruire ex post, in

caso di bisogno (ad es. problemi con fornitori, querelle con parenti & affini

etc.) tutti gli step che hanno portato al giorno delle matrimonio.

Audrey Hepburn in abito da sposa Sorelle Fontana. Foto weddingbellsblog.com

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4. SCEGLIERE L'ABITO DA SPOSA

Consultazione di testate di settore

Consiglio vivamente a tutte le spose di acquistare un anno prima delle nozze

(o almeno 6 mesi prima) - cioè quando è indicato l'acquisto dell'abito da

sposa - almeno un numero di ogni rivista di settore, così come consiglio la

navigazione di portali specializzati nella presentazione di diversi abiti e di siti

internet dedicati a singole marche.

Il consiglio vale innanzitutto per chi non ha le idee chiare in merito alla

silhouette, al tessuto, allo stile e/o stilista preferito, ma vale anche per la

sposa che ha o pensa di avere le idee chiarissime su cosa cerca, magari

addirittura su un modello preciso.

Infatti, a meno di fare come Margherita Moccapani Missoni (sposa con un

abito realizzato dalla sarte della maison di famiglia, sotto la supervisione di

Giambattista Valli, modelo che la giovane aveva in mente da 15 anni), anche

alla sposa più sicura delle proprie idee in merito all'abito è consigliabile

provare e valutare qualche modello, soprattutto quelli non considerati e

scartati a priori, perché, come abbiamo detto, spesso le sorprese in questo

senso non tardano ad arrivare e molte spose si scoprono perfette e

valorizzate in un modello che non avrebbero mai immaginato adatto a loro.

Quindi una panoramica su riviste, siti, trasmissioni televisive ed altri prodotti

editoriali o pubblicitari (brochure, cataloghi etc.) costituisce non solo una

delizia per gli occhi ma un valido supporto nella scelta, o nella conferma della

scelta, dell'abito da sposa perfetto.

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Partecipazione a fiere e sfilate

Un altro valido supporto nella scelta dell'abito da sposa è la partecipazione a

fiere per gli sposi.

In questi spazi è possibile visionare in una volta sola una grande quantità e

varietà di abiti che richiederebbe molto tempo e spostamenti per essere

visionata nei singoli atelier.

Inoltre, in occasione delle fiere vengono sempre organizzate sfilate che

permettono di valutare da vicino la qualità degli abiti indossati e

comprenderne la reale vestibilità in movimento.

Esistono moltissime fiere organizzate in tutta Italia (sul mio blog

www . thedress . it , sezione “Eventi” è sempre presente un elenco aggiornato

delle principali fiere in Italia e all'estero, con i relativi contatti), forse fin troppe

e alle volte non di alta qualità.

Per godere appieno di questa esperienza ed evitare di perdere tempo e

Margherita Missoni sposa di Eugenio Amos 2012. Foto da modaonlive.it

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magari rimanere delusi, il mio consiglio è di prendere parte a poche fiere di

qualità, non necessariamente a quelle più vicine a casa o promosse solo per

dare spazio a qualche atelier di zona.

Un'attenta navigazione dei siti internet con i brand di riferimento, unita alla

serietà degli organizzatori, permetterà di scegliere la fiera migliore per noi.

Le sfilate sono organizzate anche da molti atelier, mono o pluri-marca, che

presentano una volta all'anno le nuove collezioni.

Anche in questo caso si tratta di un'occasione preziosa per farsi un'idea dei

modelli, in un contesto ancora più esclusivo e privato rispetto a quello della

fiera, dove a volte si fatica a trovare un posto a sedere che permetta una

visione ottimale degli abiti o si è disturbati da altri fattori (fotografi e ospiti

invadenti, musica troppo alta etc.).

La sfilata rimane peraltro un momento molto piacevole ed un'occasione di

fare un tuffo nella moda bridal ammirando gli abiti al meglio.

Marchesa 2013 a New York Bridal Week 2012. Foto Colinwedings on Instagram

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Analisi e consigli dai matrimoni dei parenti ed amici più cari

Come abbiamo visto nella parte iniziale del libro, il primo passo per arrivare a

capire quale potrebbe essere l'abito da sposa perfetto è definire la nostra

storia e la nostra identità.

Questo comprende, che ne siamo consapevoli o meno, la nostra famiglia e la

cerchia degli amici più cari.

Può essere utile andare a sfogliare gli album di nozze dei genitori, dei nonni,

di altri parenti o amici stretti, non solo per rievocare ricordi piacevoli ma per

analizzare quale stile le spose avevano scelto in base al tema delle nozze, al

carattere, alla vita di famiglia, all'epoca vissuta e ai progetti per il futuro e

tracciare un filo nel tempo con il nostro matrimonio, un po' come è stato fatto

nel 2011 grazie ad alcuni scatti che hanno messo a confronto le nozze rock

tra Kate Moss e Jamie Hince con quelle tra Mick e Bianca Jagger del 1971.

Da questa analisi possono venire fuori spunti molto interessanti e utili,

ispirazioni o moniti (“questo sta malissimo e non lo indosserò mai!”) e a volte

si può creare una sorta di continuità se si decide di prendere a prestito un

singolo elemento (ad es. il velo o i guantini) che renderà ancora più speciale

e personale l'outfit da sposa.

Addirittura in alcuni casi si sceglie di indossare, riadattandolo alle proprie

forme e gusti, l'abito da sposa della mamma o di una parente o amica a noi

legatissima.

In quest'ultimo caso, non molto frequente, consiglio di fare moltissima

attenzione e di valutare con calma se sia la cosa migliore per noi; a volte si

opera questa scelta come atto di amore/amicizia/riconoscimento verso una

particolare persona, ma può capitare che questo gesto non venga compreso

appieno e che abbiamo poi a pentirci, oppure che venga compreso ma che

comunque ce ne pentiremo successivamente.

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L'appuntamento in atelier

Sembra banale dirlo ma la prima cosa da ricordarsi è: prendere

appuntamento.

Chi non ha mai acquistato un abito da sposa spesso dimentica questo

dettaglio e, come farebbe per qualsiasi altro abito, varca la soglia di un atelier

senza aver fissato prima un appuntamento, col risultato che, nella maggior

parte dei casi, si vedrà respingere con cortesia.

Questo perché in genere la visita all'atelier ha la durata di circa 2 ore se non

più e si rende quindi necessario, per la sposa e il personale,

un'organizzazione precisa del tempo.

Non spaventiamoci: due ore, che sembra un tempo infinito, sono necessarie

Corsa in macchina per gli sposi Mick e Bianca Jagger rievocata da Mario Testino per la foto a Kate Moss e Jamie

Hince nel 2011

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per provare e valutare con attenzione circa 4 abiti.

La seconda cosa da ricordarsi è: indossiamo biancheria intima adeguata.

A questo proposito mi sentirei di dire: pensiamo a quando eravamo bambine

e, per andare ad una visita dal medico, la mamma si premurava che

avessimo la biancheria migliore e fossimo in linea generale davvero “in

ordine”.

Per la visita in atelier userei la stessa accortezza, con un dettaglio in più:

indossare – o portare in borsa – un reggiseno senza spalline, possibilmente

strutturato, che si rivelerà fondamentale per permettere di provare abiti con

ogni tipo di scollatura.

La terza regola d'oro: portare con sé un numero molto ristretto di parenti,

amici, testimoni o altre persone considerate da noi importanti per la scelta

dell'abito.

Chi portare? Sembra cinico dirlo, ma la prima persona da portare con sé è

sicuramente chi pagherà l'abito, chiunque sia, perché, volenti o nolenti,

questa persona ha diritto ad avere voce in capitolo.

Se dovessimo essere noi stesse ad affrontare la spesa, consiglio vivamente

di essere comunque accompagnati dal genitore o genitori o persona che

riteniamo a noi più cara e il cui parere ci sta particolarmente a cuore. Sono

numerosi infatti, come vedremo nel capitolo successivo, i casi in cui una

sposa si pente – anche solo momentaneamente - dell'abito acquistato e

spesso questo dipende dall'aver escluso il parere di chi è a noi più vicino,

conosce i nostri gusti e, con il giusto distacco, sa come possiamo valorizzarci

al meglio.

Infine, la domanda da 100 milioni di dollari: posso portare con me il mio

fidanzato?

La tradizione lo vieta, e, a mio parere, anche il buon senso.

Ma come? Ho appena consigliato di portare con noi la persona che ci è più

vicina e il fidanzato non va bene?

Confermo.

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Innanzitutto, perché rovinargli la sorpresa?

Poi, abbiamo visto come dietro alla scelta dell'abito ci sia la nostra storia e

l'identità della nostra coppia. Quindi saremo noi per prime così abili da

individuare un abito che dia espressione anche alla personalità del nostro

futuro sposo.

Portare con noi il fidanzato – che si aggiungerà ai parenti ed eventualmente

altre persone - potrebbe invece creare un ulteriore elemento di criticità sul

momento, fuorviare la selezione dei modelli papabili e rendere vani i preziosi

consigli - pratici e di stile - che ci vengono forniti dal personale specializzato

in atelier.

L'acquisto dell'abito

Dopo aver tenuto in considerazione tutti gli elementi fin qui considerati,

veniamo al fatidico momento della scelta finale dell'abito.

Queste sono le mie regole d'oro:

Prima: seguire gli step fin qui esposti.

Seconda: non provare, e tanto meno scegliere, un abito da sposa fuori dal

nostro budget perché si creerebbe una grande frustrazione (per non averlo

potuto acquistare) o un grande debito (per averlo acquistato), con spiacevoli

Boutique Organza in Monaco Foto Organza-monaco.com

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conseguenze per il singolo, la coppia, la famiglia.

Terza: lasciarsi guidare dal buon senso ma anche dall'istinto e dal cuore.

Si, confermiamo la leggenda: quando si indossa l'abito “giusto”- individuato

tra una rosa di candidati scelti dopo il lungo lavoro svolto - il cuore si ferma, si

trattiene il fiato e, a volte, ci si scioglie in un pianto liberatorio.

Quarta: l'ultima parola spetta a noi.

Ascoltare i consigli e pareri di persone care e di professionisti è, come detto,

molto importante, ma teniamo conto che non siamo modelle ad una sfilata,

che devono solo pensare a valorizzare l'idea di uno stilista; siamo persone in

uno dei momenti più importanti ed unici (si spera) della nostra vita.

Quindi scegliamo non tanto l'abito che secondo il parere di tutti è – per mille

motivi - il migliore per noi, ma quello in cui noi ci sentiamo noi stesse, al

meglio.

Un abito perfetto ma indossato senza sentirlo davvero nostro ridurrà

l'emozione di quel giorno e questo trasparirà nel corso della cerimonia, dei

festeggiamenti e nelle testimonianze foto e video.

Quinta: se si pensa di aver trovato l'abito da sposa perfetto, terminare la

ricerca ed evitare di provare “per sicurezza” altri modelli. Si rischia infatti di

vanificare il lavoro di ricerca, creare confusione e ripensamenti inutili.

Sesta: al momento dell'ordine e del versamento della caparra, farsi mettere

sempre per iscritto: nome/sigla riferiti all'abito, sue caratteristiche, colore,

tempi e modi di consegna, policy ed eventuali penali previste nel caso si

cambi idea sull'abito o si voglia restituirlo.

Renée Strauss, “Brides of Beverly Hills” - TLC.

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5. DOMANDE E DUBBI POST ACQUISTO

Modifiche e aggiustamenti

Se l'ordine del modello è stato fatto correttamente, non ci sarà bisogno di

particolari modifiche all'abito da sposa.

Ricordiamoci che alcune modifiche sono comprese generalmente nel prezzo

dell'abito (ad es. l'orlo o la riduzione in alcuni punti), mentre altre richiedono

una spesa aggiuntiva.

In ogni caso: ogni modifica richiede ulteriore tempo.

Ma vediamo quali sono le principali modifiche richieste:

- Stringere:

La modifica più consueta è la riduzione all'altezza di fianchi, punto vita o seno

nel caso in cui la sposa abbia perso peso nel periodo prima del giorno del

matrimonio.

Questa modifica sarà facilmente svolta dalle sarte dell'atelier.

Il mio consiglio è quello di non far stringere mai troppo l'abito, altrimenti si

rimarrà impediti nei movimenti (la giornata sarà lunga e le cose da fare

molte!) e si rischierà il terribile “effetto salsiccia”, specialmente se l'abito è a

sirena o prevede comunque un corpetto stretto.

- Allargare:

Nel caso, meno consueto, in cui la sposa prenda peso, è possibile solo fino

ad un certo punto modificare l'abito ordinato, che riporta le misure prese al

momento della prima prova.

- Aggiungere forma e volume:

Spesso la sposa chiede di avere forme più generose nel seno. E' possibile

inserire all'interno dell'abito coppette che aggiungeranno forma e volume, ma

consiglio di utilizzarle solo se utili a valorizzare la figura (ricordiamoci che non

siamo conigliette di Playboy).

Parliamo poi del volume. Se si sceglia un abito principesco, o comunque

dalla gonna ampia e si ritiene non sufficientemente vaporoso, si potrà

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aggiungere una sottogonna o crinolina.

Non lo consiglio, perché credo sia meglio, piuttosto, scegliere un modello che

abbia intrinsecamente volume, cioè che sia ampio grazie alla lavorazione (ad

es. con alcuni strati di tulle).

- Ops, aspetto un bambino!

Se si arriva alla prova finale con una dolce e ingombrante sorpresa, sarà

probabile dover sostituire, cioè riacquistare, l'abito. E' infatti impossibile

trasformare “per magia” un abito confezionato sulle nostre misure in un abito

premamàn e, tanto meno, pretendere che l'atelier cambi il nostro abito

confezionato appositamente sulle nostre esigenze e misure, con un altro

abito adatto a rispondere a questa nuova, voluminosa, necessità.

- Lunghezza dell'abito:

Un altro elemento importante è l'orlo dell'abito. Durante la prima prova è

importante portare con sé le scarpe che si indosseranno alle nozze o almeno

un modello simile e, soprattutto, della stessa altezza di quelle del giorno del

Si'.

L'abito infatti avrà orlo calibrato su quelle scarpe e sarebbe davvero brutto

fare l'ingresso alla cerimonia inciampando in un orlo troppo lungo oppure

dando l'idea di “avere l'acqua in casa”.

- La scollatura:

Un dubbio assale a volte le spose solo all'ultimo momento: l'abito non sarà

troppo scollato?

Intanto, accertiamoci che questo dubbio sia fondato. In caso positivo, se non

è possibile agire sartorialmente (ad esempio sollevare il bordo del bustino),

possiamo pensare di fare aggiungere una velatura in tulle e/o pizzo, oppure

aggiungere un bolero o una stola coordinati (se lo vogliamo nella stessa

stoffa, andrà ordinato per tempo), oppure, infine, optare per un velo più

abbondante, che andrà a velare le parti che ci sembrano troppo esposte.

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Forse ho comprato l'abito sbagliato

Questo dubbio può assalire una sposa subito dopo aver acquistato l'abito o in

qualunque altro momento preceda il giorno delle nozze e può colpire la sposa

insicura, la sposa perfezionista, o quella appassionata di abiti da sposa,

indecisa tra più modelli, tutti perfetti.

E che dire di una povera sposa a cui un parente o una persona cara mette la

pulce nell'orecchio, instillando il fatidico dubbio (“Lo dico per il tuo bene, sei

sicura che sia l'abito giusto?”).

Se questo dubbio assale anche voi, occorre tenere i nervi saldi e fare alcune

considerazioni di ordine materiale e spirituale.

Le prime: se il ripensamento viene a breve termine dall'acquisto, è

consigliabile avvisare subito l'atelier, far tenere in sospeso l'ordine e tornare

per una nuova visita di chiarimento, in cui proveremo nuovamente l'abito e lo

compareremo agli altri modelli che ci hanno tenuto sveglie alla notte perché

altrettanto papabili.

Molto spesso ci si accorge che il modello già scelto era quello perfetto per noi

e quindi potremo confermare l'ordine e ricominciare a dormire sonni tranquilli.

Potremo invece decidere di cambiare abito, e, in quel caso, è molto probabile

Fergie dei Black Eyed Peas con Dolce & Gabbana Foto Dipdive

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che l'atelier accetti il cambio, mantenendo valida la caparra lasciata – che

potrà essere destinata all'acquisto di un capo per un altro membro della

famiglia (ad es. l'outfit della mamma o del papà) oppure in accessori come le

scarpe o il velo - e “liberando” l'abito precedentemente scelto. Ma tutto

dipende dalle policy dell'atelier e dei brand che rappresenta, variabili di caso

in caso.

A questo proposito occorre tenere conto di un elemento: gli atelier hanno

regole ben precise e assolutamente variabili in merito a quanti abiti realizzare

per ogni modello campione. Alcuni fanno confezionare un solo abito per

modello, altri 3 o 5, altri ancora vogliono prima accertare in quale area

verranno celebrate le nozze. A qual fine? Per essere certi che non ci siano

troppe copie dello stesso abito e, tanto meno, che vengano alla luce nella

stessa area. Ciò danneggerebbe l'atelier, il brand, e le spose coinvolte, che

potrebbero vedere il proprio abito indossato dall'amica o dalla conoscente.

Se invece il ripensamento avviene dopo che è già stato evaso l'ordine

dell'abito con le nostre misure ed eventuali modifiche, occorre andare a

vedere cosa è specificato sul documento che ci siamo fatti lasciare al

momento del versamento della caparra (vedi regola Sesta capitolo 4.5) e

decidere il da farsi. E' bene sapere che generalmente l'atelier accetta di

prendere indietro l'abito a fronte del pagamento dell'intera somma.

Passando alle motivazioni immateriali, è utile chiedersi: davvero l'abito che

abbiamo acquistato non è quello perfetto?

Andiamo indietro nel tempo, analizziamo tutti i passi che hanno portato alla

scelta di questo abito, anche sfogliando il diario delle nozze.

Se abbiamo seguito il nostro istinto, l'abito ci ha emozionato e risponde a tutti

i criteri che abbiamo fin qui definito, è molto probabile che il nostro

ripensamento sia immotivato.

Se invece abbiamo acquistato l'abito per fare felice qualcuno è probabile che

ci assalga, magari a poche ore dalle nozze, il dubbio di non aver fatto la cosa

giusta (magari non solo in merito all'abito, che è simbolo di un atto).

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Per questo, ancora una volta, mi sento di dire: teniamo a mente che queste

sono le nostre nozze, l'evento che segna l'inizio di un nuovo cammino, e

dovremmo percorrerne i passi solo se convinti che tutto sia come vogliamo.

Questo non è l'abito che avevo chiesto

A volte capita che alla prima prova qualcosa non torni: l'abito può sembrare

non più corrispondente al campione provato mesi prima per uno o più dettagli

come il colore, il tessuto, una modifica richiesta.

Questo è il momento giusto per tirare fuori il documento d'ordine compilato

insieme al negozio e controllare che ogni caratteristica dell'abito corrisponda

a quanto specificato mesi prima.

Se qualcosa non corrisponde, deve essere cura dell'atelier rimediare al

problema nel minor tempo possibile e fare ogni cosa necessaria affinché la

sposa abbia l'abito che ha ordinato.

Se così non fosse purtroppo saremo costrette a dar vita ad un contenzioso

che potrebbe sfociare anche nella richiesta di un rimborso di quanto già

versato e obbligarci a trovare un'altra soluzione per l'abito.

Può anche essere però che l'abito ci sembri diverso dal campione provato,

Nozze Charlene Wittstock con Principe Alberto II di Monaco - Foto Reuters

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anche se non lo è, perché è passato molto tempo dall'ordine e noi ci

ricordiamo un particolare diverso.

Per fugare ogni dubbio chiediamo all'atelier di rivedere il campione provato e

compariamolo al nostro abito. Se qualcosa non corrisponde, il problema

diventa dell'atelier, oltre che nostro.

Abito Mimosa Collezione Jenny Packham 2013 Foto Brides

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6. IL GIORNO DELLE NOZZE

Prepararsi al meglio

Il giorno delle nozze non sarà semplice da affrontare perché le

preoccupazioni per ogni dettaglio si sommeranno all'emozione fortissima di

quel giorno. Questo sarà valido per la sposa che tiene le fila

dell'organizzazione delle nozze come per quella che non dovrà alzare un dito

perché supportata da altri.

Tutti vi consiglieranno di fare una buona dormita la sera prima, cosa

pressoché impossibile. Le poche che ci riusciranno avranno la fortuna di

avere un visto fresco e riposato; per le altre provvederà un buon trucco.

L'abito da sposa sarà pronto e in ordine da qualche giorno e verrà indossato

solo all'ultimo, al massimo 20 minuti prima di uscire per recarsi alla

cerimonia.

Occorre fare molta attenzione al trucco nell'indossare l'abito: non possiamo

permetterci una macchia di rossetto o fondotinta dell'ultimo minuto.

Indossiamo le scarpe che, con brevi passeggiate in casa, avremo

ammorbidito nelle settimane precedenti.

Non lasciamoci prendere da crisi isteriche nostre o altrui e cerchiamo di

avere vicino poche persone care in questo momento così intimo e privato che

precede la cerimonia.

L'entrata in scena – in Chiesa o in altra sede – deve essere ferma, decisa,

trionfale ma understated. Non lasciamoci intimidire dai numerosi sguardi che

punteranno verso di noi: è normale che la sposa sia la protagonista di questo

momento.

Mi sento di fare alcune raccomandazioni di stile.

Cerchiamo di non avere fretta di liberarci di coprispalla, bolero, velo o altri

elementi indossati principalmente per coprire spalle e scollatura durante la

cerimonia; godiamoci l'intero outfit il più possibile (anche con il velo, se non

troppo lungo, che comunque potremo togliere un volta raggiunta la location

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del banchetto nuziale).

Un altro consiglio di stile è evitare di tenere lo strascico dell'abito alzato

utilizzando l'anello di stoffa applicato al termine dalla coda; l'anello ha il solo

scopo di aiutare l'atelier e la sposa a riporre facilmente l'abito.

Se lo strascico troppo lungo può essere un problema ed un impaccio nei

movimenti durante la giornata, scegliamo un abito dallo strascico più corto.

Se invece pensiamo di tenere lo strascico sollevato per non sporcare l'abito,

si tratta di uno sforzo inutile perché l'abito inevitabilmente si sporcherà lo

stesso, per quanta attenzione potremmo porre a questo aspetto. Ma credo

che in quel giorno varrà la pena lasciarsi andare e pensare a divertirci!

Kim Kardashian sposa Foto Startracks-Rex Features

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L'imprevisto dell'ultimo minuto

Il giorno delle nozze può succedere qualunque cosa: un parente a cui

offriamo il caffè prima della cerimonia può rovesciarlo sul nostro amato abito

da sposa; qualcuno può pestarci lo strascico e strapparlo, la cerniera può

bloccarsi...

Insomma, a causa dell'agitazione di tutti e delle numerose persone che

girano intorno alla sposa, l'incidente è dietro l'angolo.

Per questo, ancora una volta, mi sento di raccomandare: nei momenti della

preparazione alla cerimonia, circondiamoci di poche persone care e, in ogni

caso, indossiamo abito e accessori solo all'ultimo minuto, in modo da

attenuare l'eventualità di ogni incidente.

Se proprio qualcosa deve accadere, manteniamo la calma; a tutto, o quasi, si

rimedia.

Importante ricordarsi di portare con sé “Il kit della sposa”, cioè il necessario

per ogni eventualità nel corso della giornata: kit da cucito, spray

smacchiatore, deodorante, trucco, spazzola, scarpe di ricambio.

Atelier Aimée spose da red carpet 2012 collezione Diva Foto Atelier Aimée

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7. L'ABITO DOPO LE NOZZE

Rassegnarsi a dover indossare una sola volta l'abito più importante della

nostra vita, quello che abbiamo cercato con tanto impegno e ci ha fatto

emozionare così profondamente, non è facile ma inevitabile.

Non prendiamocela se l'abito ha subìto qualche danno durante le nozze,

perché, anche questo, è inevitabile.

Piuttosto, prendiamocene cura e portiamolo subito in lavanderia, cercando di

rimuovere prima ogni applicazione come fiori o fiocchi in tessuto ed altri

elementi che potrebbero essere danneggiati da un trattamento che non sarà

“soft”.

Una volta ritirato l'abito, possiamo, come si fa generalmente, riporlo al sicuro

in un armadio, ma possiamo anche, se abbiamo lo spazio sufficiente,

acquistare un manichino (splendidi quelli imbottiti in stoffa) ed appenderlo ad

esso, in modo da poterlo ammirare ogni volta che vogliamo.

Ci sono casi in cui l'abito da sposa può essere destibato a fin di bene:

pensiamo a Jerry Hall, separata da Mick Jagger nel 1999, che nel 2008 mette

all'asta a favore della charity per senza tetto Emmaus il suo abito da sposa

disegnato da Antony price per le nozze con il leader degli Stones.

Se avete acquistato questo libro, dubito vorrete vendere o regalare il vostro

abito dopo le nozze, ma, se così fosse, consiglio di ponderare bene questa

scelta, perché potrebbe causare ripensamenti futuri, magari tra qualche

decennio quando vostra figlia vi chiederà di vedere l'abito che ha segnato

l'inizio di una nuova storia: la storia della vostra famiglia.

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Jerry Hall con il suo abito da sposa all'asta benefica del 2008

Foto Osoblog.tv

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Conclusioni

Dopo un percorso articolato siamo arrivati ad acquistare l'abito da sposa

perfetto, guidati da valutazioni ponderate così come dai sentimenti e

dall'istinto.

Siamo riusciti ad affrontare gli imprevisti del giorno delle nozze e a vivere

questo importante momento al meglio.

La vera avventura comincia adesso, con una nuova famiglia che compie i

suoi passi.

Qualunque cosa succeda, il nostro abito da sposa sarà sempre con noi, a

ricordarci quel momento e a tenere vivi quei ricordi per il resto dei nostri

giorni.

Se qualcosa dovesse andare storto, non prendiamocela con lui! L'abito è un

simbolo, cristallizza la gioia e le speranze di giorni in cui si progettava il

nostro futuro di coppia.

E se dovessimo ritentare, un altro abito da sposa segnerà l'inizio di un nuovo

cammino.

In tutti gli altri casi, che fortunatamente sono la maggior parte, l'abito rimarrà

un compagno unico, presente ma discreto, per tutta la vita.

Brides on Tour Foto Sirio Magnabosco

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CHI SONO

Elisa Scarcella, giornalista, professionista nel settore della comunicazione, nutre fin

dall’infanzia una smisurata passione per l’abito da sposa e tutto ciò che esso significa.

Una passione che la accompagna da allora e si fa sempre più dirompente via via che

esplora ogni aspetto di questo mondo, attraverso riviste, siti, trasmissioni televisive,

perlustrazioni di atelier e sfilate.

Da questa immensa passione nasce The Dress, uno sguardo approfondito sull’abito quale

tratto distintivo di ogni designer, ultimo capo ad uscire in passerella a coronare una nuova

collezione – e quindi i modelli, i tessuti, i grandi classici e l’evoluzione dello stile – e su

tutto l’insieme di aspetti emozionali che porta con sé l’abito più importante per ogni donna.

IL BLOG

The Dress (www.thedress.it) è il blog creato sulla spinta di una profonda passione per

l'abito da sposa, cioè l'Abito con la maiuscola, The Dress. Uno spazio dove condividere

pareri, sensazioni e riflessioni sui modelli di sempre, le ultime collezioni e tutto ciò che è e

rappresenta l'Abito da sposa.

The Dress nasce come spazio personale, perché rispecchia necessariamente il punto di

vista ed il gusto di Elisa, ma mira ad essere un’agorà, una grande piazza virtuale dove

possa trascorrere del tempo, e confrontarsi con gli altri, chiunque – la neo sposa come

l’operatore di settore o il semplice curioso – sia interessato ad ogni aspetto dell’abito da

sposa.

Un luogo di incontro e confronto alla continua scoperta di ogni sorpresa che l’Abito potrà

riservarci.

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