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La strana vita di Ivan Osokin

Questo romanzo breve una delle tante sorprese che possono emergere da quella ter ra letteraria incantata che fu la belle poque russa. Ptr Demianovic Uspenskij nacq ue a Mosca nel 1878; nel 1909 aveva scritto il volume sulla teoria matematica de lla quarta dimensione, che influ sulla teoria dell arte e accese la vena speculativ a di Pavel Florenskij. Nel 1912 compose una somma della sua filosofia, Tertium Organon, e part, come a c oncludere un tempo della sua vita, per l Egitto e l India. Aprendo le prospettive de lla quarta dimensione egli aveva spalancato su quegli spazi la segreta in cui il positivismo voleva rinchiudere l uomo. Ora cercava la guida che lo conducesse per quelle terre incognite. Tornato in Ru ssia, attraeva folle alle sue conferenze: la sua chiarezza matematica era animat a dall estro del favolista e del narratore; ma ancora cercava una guida ulteriore. Si aggiravano in quegli anni a S. Pietroburgo Grigorij Rasputin. Il santo sibe riano, e il dottor Badmaiev, il terapeuta mongolo; ma il suo maestro Gurjeev, te rzo tra costoro, Uspenskij lo incontr nel 1915 a un tavolino d un caff sulla Neva: v eniva dal Caucaso, era greco, aveva avuto iniziazioni sufi(forse zoroastriane) n el Pamir. Come lo vide, di schianto Uspenskij gli offr la propria mente colta e d elicata da plasmare, le proprie energie da dirigere, tutto se stesso. La guerra civile li cacci dalla Russia. Per sua fortuna, Uspenskij trov che nel frattempo i suoi libri erano stati tradotti in Inghilterra, procurandogli una cerchia di dev oti; cos pot impiantarsi a Londra, mentre Gurjeev teneva scuola di danza e trasmu tazione vicino Parigi. A poco a poco Uspenskij si rifece una persona letteraria in inglese, riscrivendo e rivivendo per la seconda volta tutto ci che aveva scritto e vissuto nell antegue rra sanpietroburghese. Questo romanzo fu ripreso dall originale russo, apparso col titolo di Kinemadrama, e fu approntato per il 1947; in quell anno esso appariva e Uspenskij moriva. A V.S. Pritchett parve che il nucleo dell opera fosse il sentimento di sospensione del momento presente, simile ad una stilla di pioggia in bilico sul vetro, la qu ale racchiude in se stessa un intero mondo . Vi si osa porre la domanda se l arbitri o umano sia libero o servo. Inesauribile, perenne e futile domanda, salvo che la si sappia scavalcare. Le dottrine sapienziali prescrivono di farla scoppiare po rtando alle estreme conseguenze sia l una che l altra delle opposte soluzioni possib ili. Ritenersi liberi al punto di aver scelto tutto ci che accade. Ritenere di non pot er deliberare niente in un mondo in cui non cade foglia che il Cielo non voglia. Si scoprir, per le conseguenze pratiche che ne risultano, che le due soluzioni s ono equivalenti. La vita di Ivan Osokin dimostra che l umano arbitrio servo, e lo fa in modo infles sibile, commosso, veristico, facendo ripercorrere a un uomo la sua vita. Egli si accorge cos che, pur essendo, in questa sua seconda, reiterata esistenza, del tutto lucido e preveggente, non pu non ripetere inesorabilmente ogni passo. Ma proprio la scoperta tremenda di come egli sia legato, gli fa balenare l intuizi one di come si potrebbe slegare. Ellmire Zolla

1. LA SEPARAZIONE

Sullo schermo cinematografico, una scena che si svolge alla stazione di Kursk a Mosca. Una luminosa giornata dell aprile 1902. Sulla piattaforma, presso il vagone -letto, un gruppo di amici venuti a salutare Zinaida Krutitskij e sua madre, in partenza per la Crimea. Tra loro c Ivan Osokin, un giovane di circa ventisei anni. Osokin visibilmente agitato, sebbene cerchi di non darlo a vedere. Zinaida sta p arlando con suo fratello Michail, amico di Osokin, un giovane ufficiale con la d ivisa di un reggimento di granatieri di Mosca, e con due ragazze. Poi si volge v erso Osokin, e insieme si allontanano di qualche passo. Mi mancherai moltissimo , gli dice. E un peccato che tu non possa venire con noi. A me, per, sembra che non ne abbia troppa voglia, altrimenti verresti. Tu non vuo i fare nulla per me. Il fatto che tu rimanga qui, adesso, rende ridicolo e futil e tutto ci che ci siamo detti. Ma sono stanca di discutere con te. Devi fare come vuoi . Ivan Osokin sempre pi turbato, ma cerca di controllarsi e si sforza di risponderl e: Non posso venire subito, ma ti raggiunger pi tardi, lo prometto. Non immagini quant o mi sia penoso rimanere qui . No, non lo immagino, e non ci credo , dice in fretta Zinaida. Un uomo, quando vuole una cosa con forza, come tu dici di volere, agisce. Sono si curissima che sei innamorato di qualcuna delle tue alunne di qui qualche fanciulla soave e poetica che studia scherma. Confessa! . Ride. Le parole e il tono di Zinaida feriscono Osokin molto profondamente. Inizia a pa rlare, ma si arresta; poi dice: Sai che non vero; sai che sono tutto per te . E come faccio a saperlo? , risponde Zinaida con aria sorpresa. Sei sempre occupato. Ti rifiuti sempre di venire a trovarci. Non hai mai tempo per me. E ora vorrei t anto che venissi con noi. Staremmo insieme per due giorni interi. Pensa che viag gio piacevole sarebbe! . Getta una rapida occhiata ad Osokin. E poi laggi, in Crimea, andremmo a cavallo e faremmo gite in barca insieme. Mi leg geresti le tue poesie .cos, invece, mi annoier . Aggrotta le sopracciglia e volge altro ve lo sguardo. Osokin vorrebbe rispondere, ma non trovando nulla da dire rimane li, in piedi, a mordersi le labbra. Verr pi tardi , ripete. Vieni quando ti pare , risponde Zinaida indifferente, tanto ormai quest occasione perd uta. Mi annoier a viaggiare da sola. Mamma una compagna di viaggio piacevolissima , ma non questo che voglio. Grazie al cielo ho visto un signore che conosco: evi dentemente prende anche lui questo treno. Forse mi distrarr lui durante il viaggi o . Osokin prende nuovamente a parlare, ma Zinaida continua: A me interessa soltanto il presente. Che mi importa di quel che pu succedere in futuro? Tu questo non lo capisci. Nel futuro puoi viverci tu, non io . Io capisco tutto , dice Osokin, ed molto penoso per me; ma non posso farci nulla. Ma ti rammenterai di quello che ti ho chiesto? . Si, me ne rammenter e ti scriver. Ma scrivere lettere non mi piace. Non aspettarten e molte; spicciati a raggiungermi, invece. Ti aspetter un mese, due mesi; poi per non aspetter pi. Be , andiamo. La mamma sta cercandomi . Insieme raggiungono il gruppo in attesa presso il vagone-letto. Osokin va verso l uscita della stazione insieme al fratello Zinaida. Che cosa c . Vanja? , domanda Michail Krutitskij. Non mi sembri molto allegro . Osokin non di umore loquace. Sto benone , risponde, ma sono stufo di Mosca. Anche a me piacerebbe andare da qualc he parte . Escono sul vasto piazzale asfaltato antistante la stazione. Krutitskij stringe l a mano ad Osokin,scende i gradini, ferma una vettura e se ne va. Osokin rimane a lungo in piedi a seguirlo con lo sguardo. Certe volte ho l impressione di ricordare qualcosa , dice lentamente fra s, altre volte mi sembra di aver dimenticato qualcosa di molto importante. Ho la sensazione ch

e tutto questo sia gi accaduto in passato. Ma quando? Non saprei. Che strano! . Poi si guarda intorno come un uomo al momento del risveglio. Ora lei partita e io sono qui da solo. E pensare che in questo stesso istante pot rei essere in viaggio con lei! Non potrei desiderare nient altro, in questo moment o. Andare al sud, verso il sole, e stare insieme a lei per due giorni interi. E poi, una volta arrivati in Crimea, vederla tutti i giorni vedere il mare, e le mont agne Ma invece eccomi qui. E Zinaida non capisce neppure perch non sono partito con lei. Non si rende conto che in questo momento ho in tasca esattamente trenta cop echi. E quand anche se ne rendesse conto, questo non mi faciliterebbe di certo le cose . Si gira ancora una volta a guardare l ingresso dell atrio della stazione; poi, a tes ta china, scende la scalinata che porta al piazzale.

II. LE TRE LETTERE

Tre mesi pi tardi, nell alloggio di Ivan Osokin. Un ampia stanza ammobiliata, in affi tto. L ambiente piuttosto spoglio. Un letto di ferro con una coperta grigia, un la vabo con catino, un cassettone, una piccola scrivania, una cassa di libri aperta ; al muto, ritratti di Shakespeare e di Puskin, dei fioretti e alcune maschere. Osokin, con aria molto turbata e irritata, cammina su e gi per la stanza. Scansa bruscamente una sedia che lo intralcia. Poi va alla scrivania, estrae dal cassetto tre lettere dalle buste grigie, lunghe e strette una dopo l altra e le r imette dentro. Prima lettera. Grazie per le lettere e per i tuoi versi. Sono deliziosi. Mi piac erebbe soltanto sapere a chi si riferiscono: di certo non a me, altrimenti sares ti qui. Seconda lettera. Ti ricordi ancora di me? Davvero A volte mi sembra che tu mi sc riva per pura abitudine, o per curioso senso del dovere che ti sei inventato tut to da solo. Terza lettera. Mi rammento tutto quello che ho detto. I due mesi volgono al term ine. Non cercare di giustificarti o di dare spiegazioni. So bene che non hai den

aro, ma io non ti ho mai chiesto di averne. C gente che vive pur essendo molto pi p overa di te. Osokin cammina per la stanza, si ferma accanto alla scrivania e a voce alta dice : E non ha pi scritto. L ultima lettera arrivata un mese fa. E io che le scrivo ogni giorno! . Qualcuno bussa alla porta. Entra Stupitsin, un giovane medico amico di Osokin. G li stringe la mano e si siede alla scrivania senza togliersi il soprabito. Che cos hai? Sembri ammalato . Si avvicina rapido ad Osokin e con finta seriet cerca di tastargli il polso. Osokin sorride e fa un gesto per allontanarlo, ma un ista nte dopo sul suo volto passa un ombra. Va tutto a rotoli, Volodia , dice. Non riesco ad esprimermi con chiarezza, ma ho la sensazione di essermi tagliato fuori dalla vita. Voialtri continuate tutti a muo vervi, mentre io sto fermo. E come se avessi voluto plasmare la mia vita a modo m io, ma fossi riuscito soltanto a mandarla i pezzi. Voialtri andate avanti per le vie normali. Oggi avete la vostra vita e un futuro davanti. Io ho tentato di sc avalcare tutti gli ostacoli, e il risultato che non ho niente adesso e niente in serbo per il futuro. Se solo potessi ricominciare tutto daccapo! Ora sono certo che agirei in tutt altro modo. Non mi ribellerei cos alla vita e a tutto quello ch e mi ha offerto. Ora so che bisogna sottomettersi alla vita, prima di vincerla. Io ho avuto tante occasioni, e le circostanze mi sono state favorevoli tante e t ante volte. Ma ora non rimane nulla . Stai esagerando , gli dice Stupitsin. Che differenza c fra te e il resto di noi? La v ita non particolarmente piacevole per nessuno. Ma perch, ti forse successo qualco sa di sgradevole? . Non mi successo niente .Solo che mi sento tagliato fuori dalla vita . Ancora un colpo alla porta. Entra il padrone di casa di Osokin, un impiegato sta tale in pensione. E un po alticcio, ed estremamente affabile e loquace, ma Osokin, temendo che stia per chiedergli il denaro dell affitto, fa in modo di liberarsi d i lui. Quando il padrone di casa esce, Osokin con un aria disgustata in volto, f a un cenno di saluto verso la porta. Lo vedi, la vita intera non che una lotta meschina contro difficolt meschine come questa , dice Che cosa fai stasera? . Vado dai Samojlov, Parlano di formare un circolo di studi spiritistici, medianici e cose del genere .. una societ di ricerca psich ica a Hamovniki. Ci sarai anche tu? Credo che queste cose possano interessarti, no? . Si m interessavano, anche se vedo sempre meglio che sono tutte sciocchezze. Ma non sono invitato. Vedi, te l ho gi detto che mi sono allontanato dal branco. Quella tu tta gente che con l Universit ha rapporti vaghi ma non fa che vantarli di continuo . Che cosa sono io per loro? Sono un estraneo e un escluso; ed cos dovunque. Tre quarti dei loro interessi e delle loro conversazioni mi sono completamente indif ferenti, e se ne rendono tutti conto. Qualche volta mi invitano per pura cortesi a, ma sento che l abisso si fa ogni giorno pi profondo. Le persone con me parlano i n modo diverso da come parlano tra di loro. La settimana scorsa, tre studentesse mi hanno stupidamente consigliato di leggere Karl Marx, e quando ho risposto ch e preferivo la zuppa di latte*1 non hanno nemmeno capito. Comprendi cosa intendo dire? Certo, sono tutte sciocchezze, ma queste sciocchezze cominciano a stancar mi . Be , non posso discutere con te , risponde Stupitsin, ma sono certo che tutto frutto d ella tua immaginazione . Si alza in piedi, d una pacca sulla spalla ad Osikin, prende il libro che era ven uto a cercare ed esce. Anche Osokin si prepara per uscire. Poi si avvicina alla scrivania e si ferma, c on indosso cappotto e cappello, perso nei suoi pensieri. Tutto sarebbe stato diverso , dice, se avessi potuto andare in Crimea. Dopotutt o, perch non sono partito? Avrei potuto almeno arrivarci, e una volta che ci foss i stato, che importanza avrebbe avuto tutto questo? Forse avrei potuto trovarmi un lavoro. Ma come si fa a vivere a Yalta senza denaro? Cavalli, battelli, caff, mance tutte cose che significano denaro. E uno deve vestirsi decentemente. Non pote vo andarci con gli abiti che porto qui. Tutte queste sono solo sciocchezze, ma s

ommate assieme E lei non capisce che non avrei potuto vivere laggi. Pensa che io n on voglia andarci, o che qualcosa mi trattenga qui in citt ..Rimarr senza lettere an che oggi? .

III .

L UOMO COL SOPRABITO BLU SCURO

Ivan Osokin va a domandare se ci sono lettere per lui alla Posta Centrale, dove ha chiesto a Zinaida di scrivergli in fermo posta. Nessuna lettera. All uscita si imbatte in un uomo con indosso un soprabito blu scuro. Osokin si arresta e segue con lo sguardo l uomo. Chi quell uomo? Dove l ho veduto? Il suo volto non mi nuovo. Conosco quel soprabito . Perso nei suoi pensieri, riprende il cammino. All angolo della via si ferma per la sciar passare una carrozza scoperta tirata da due cavalli. Nella carrozza ci son o un uomo e due signore che ha conosciuto in casa Krutitskij. Osokin fa per togl iersi il cappello, ma quelli non lo vedono. Egli ride e prosegue. All angolo successivo incontra il fratello di Zinaida. Questi lo ferma e, prendend ogli il braccio, si incammina accanto a lui dicendo: Hai saputo la notizia? Mia sorella sta per sposare il colonnello Minskij. Il m atrimonio sar celebrato a Yalta, e dopo pensano di andare a Costantinopoli, e di li in Grecia. Io parto fra qualche giorno per la Crimea. Hai qualche messaggio? . Osokin ride e gli stringe la mano, rispondendo in tono allegro: Si, portale i miei saluti e le mie felicitazioni . Krutiskij dice ancora qualche frase, ride e se ne va. Osokin lo saluta con volto sorridente. Ma una volta separatisi, la sua espressio ne cambia. Continua a camminare per un poco, poi si ferma e resta l a guardare in terra, senza curarsi dei passanti. Ebbene, ecco che cosa significa , dice fra s e s. Ora tutto mi chiaro. Che cosa debbo fare? Andare fin laggi e sfidare Minskij a duello? Ma perch, poi? Tutto er a evidentemente gi deciso in partenza e io le sono servito soltanto per divertirs i. E un bene che non sia partito insieme a lei. No, questo vile da parte mia! Non ho il diritto di pensarlo, e non vero. Tutto questo successo perch non sono part ito con lei. Ora, poi, non partir davvero . E non far proprio niente. Ha scelto. Che diritto ho io di essere scontento? Dopotutto che posso offrirle? Potrei forse p

ortarla in Grecia? . Riprende il cammino, poi si ferma ancora una volta e continua a parlare fra s. Eppure mi sembrava che provasse davvero qualcosa per me. E come parlavamo insieme ! Non c era nessun altro al mondo con cui potessi discorrere a quel modo .E cos straor dinaria! E Minskij il pi comune degli uomini: un colonnello di Stato maggiore che legge Novoe Vremya. Per tra non molto sar un uomo in vista .quanto a me, gli amici di lei non mi riconoscono neppure per la strada. No, non posso .Debbo andare da qualche altra parte, altrimenti .Non posso rimanere q ui .

III. FINE DELL

IDILLIO

Sera. Osokin nella sua camera. Sta scrivendo una lettera a Zinaida Krutiskij, ma strappa un foglio dopo l altro e ricomincia daccapo ogni volta. A tratti salta su e cammina per la stanza, poi riprende a scrivere. Infine getta la penna e si la scia andare nella poltrona esausto. Non riesco pi a scrivere , dice fra s. Le ho scritto per giornate intere e intere nott ate. Ora ho la sensazione che qualcosa dentro me si sia spezzato. Se nessuna del le mie lettere le ha detto nulla, neanche questa potr comunicarle qualcosa. Non c i riesco . . Si alza lentamente e, con le movenze di un cieco, prende dal cassetto della scri vania un revolver con alcune cartucce, lo carica e se lo mette in tasca. Poi pre nde cappotto e cappello, spegne il lume ed esce.

V.

DAL MAGO

Ivan Osokin va a trovare un mago che conosce da qualche tempo. E un buon mago e i n casa ha sempre ottimi sigari e un brandy squisito. Osokin e il mago siedono insieme vicino al fuoco. La stanza spaziosa, riccamente arredata in stile vagamente orientale. Il pavimen to ricoperto di preziosi tappeti antichi, persiani, cinesi, buchara. Le alte fi nestre sono nascoste da antichi broccati dagli splendidi disegni. Tavoli e sedie di ebano scolpito. Statuette in bronzo che raffigurano divinit indiane. Libri in diani di foglia di palma. In una nicchia, una statua a grandezza naturale, di fa ttura aggraziata, che raffigura Kwan Yin seduto. Una grande sfera celeste su di un piedistallo di lacca cinese. Su un tavolino d avorio, scolpito presso la poltro na del mago, c una clessidra. Sullo schienale della poltrona seduto un gatto siber iano nero, intento a guardare il fuoco. Anche il mago, un vecchio curvo dallo sguardo acuto e penetrante, tutto vestito di nero, e in capo ha un piccolo berretto piatto anch esso nero. Nella mano tiene un sottile bastone persiano intarsiato di turchesi. Osokin cupo. Fuma un sigaro senza dir nulla. Proprio mentre egli tutto assorto nei suoi pensieri, il mago prende a parlare. Mio caro amico, tu lo sapevi . Osokin trasalisce e lo guarda. Come fai a sapere cosa sto pensando? . Io so sempre cosa stai pensando . Il giovane china il capo. Si lo so che adesso non ci si pu fare nulla , dice. Ma se solo potessi tornare indiet ro di qualche anno, in questa vita infelice che, come dici sempre, non esiste ne mmeno . Se solo potessi riavere tutte le occasioni che la vita mi ha offerto e che ho sempre gettato via . Se solo potessi agire diversamente . Il vecchio prende dal tavolino la clessidra, la agita, la capovolge e osserva la sabbia che scorre. Si pu sempre tornare indietro , dice, sempre. Ma nemmeno questo ti servir . Osokin senza ascoltarlo, completamente immerso nelle sue riflessioni, continua: Se soltanto avessi saputo a che cosa andavo incontro. Ma io credevo talmente in me stesso, credevo nella mia forza. Volevo seguire la mia strada. Non avevo paura di nulla. Ho gettato via tutto ci che la gente considera prezioso senza mai volta rmi a guardare indietro e diventare come gli altri . Si alza e percorre la stanza a grandi passi. Il vecchio siede e lo osserva, crollando il capo con un sorriso. Il suo sguardo divertito e colmo d ironia: un ironia non priva di simpatia, anzi piena di comprensi one e di compassione, come se volesse aiutarlo, ma non potesse. Io ho sempre riso di tutto , continua Osokin, e ho persino provato piacere a ridurre in pezzi la mia vita. Mi sentivo pi forte degli altri. Nulla poteva piegarmi, nu lla poteva fare di me un vinto. Ma non riesco pi a combattere. Mi sono cacciato i n una specie di palude. Non riesco a fare neanche una mossa. Mi capisci? Debbo s tar fermo a guardare mentre vengo inghiottito . Il vecchio siede e lo guarda. Come potuto succedere? , dice.

Come? Tu mi conosci tanto bene, che dovresti saperlo perfettamente. Mi sono perdu to quando sono stato espulso dalla scuola. Questo solo bastato a cambiare tutta la mia vita. Per via di quel fatto ho perso contatto con ogni cosa. Prendiamo i miei compagni di scuola: alcuni sono ancora all Universit, altri si sono laureati; ma tutti hanno i piedi saldamente piantati sulla terra. Io ho vissuto dieci volte pi di loro, so di pi, ho visto e letto cent o volte pi di loro ..eppure sono un uomo che la gente tratta con degnazione . E questo tutto? , chiede il vecchio. Si tutto ..No, non proprio. Ho avuto altre occasioni, ma mi sono sfuggite una dopo l altra. La pi importante fu la prima. Che cosa terribile, quando, senza capire e s enza volere, ancora troppo giovani per renderci conto di quali possano essere le conseguenze, compiamo azioni che influenzano tutta la nostra vita e cambiano ra dicalmente il nostro futuro. Quello che feci io a scuola era soltanto uno scherz o: mi annoiavo. Se avessi saputo e compreso a che cosa avrebbe condotto, pensi f orse che l avrei fatto? . Il vecchio annuisce col capo. Si, l avresti fatto , dice. Mai! . Il mago ride. Osokin continua a passeggiare su e gi per la stanza, poi si arresta e riprende a parlare. E, in seguito, perch ho litigato con mio zio? Il vecchio era assai ben disposto ne i miei confronti, eppure io l ho provocato quasi intenzionalmente, scomparendo per intere giornate nel bosco con quella ragazza, la sua governante. E vero, T anecka era straordinariamente dolce, io avevo soltanto sedici anni, e i nostri b aci erano cos piacevoli! Ma il vecchio si offese a morte quando ci sorprese a bac iarci nella stanza da pranzo. Che cosa sciocca stata! Se avessi saputo a che cos a avrebbe portato, non credi forse che mi sarei fermato? . Il mago ride di nuovo. Tu lo sapevi , risponde. Osokin, in piedi, sorride come se vedesse e ricordasse qualcosa di remoto. Forse vero, lo sapevo , dice. Solo che in quel momento era tanto emozionante. Ma cer to, non avrei dovuto farlo. Se avessi saputo chiaramente che cosa sarebbe accadu to, mi sarei certamente tenuto alla larga da Tanecka . Ma tu lo sapevi benissimo , risponde il vecchio. Pensaci bene e vedrai . No che non lo sapevo ,dice Osokin. Il guaio proprio che non si sa mai di certo che c osa accadr. Se sapessimo con sicurezza quale sar il risultato delle nostre azioni, credi forse che faremmo tutto ci che facciamo? . Si sa sempre , risponde il vecchio, guardando in faccia Osokin. Un uomo pu non sapere quale sar il risultato delle azioni altrui, o di cause sconosciute, ma conoscer s empre tutte le possibili conseguenze delle proprie azioni . Osokin si perde nella riflessione e un ombra gli passa sul volto. E possibile , dice, che certe volte abbia previsto gli eventi .Ma questo non si pu prend ere come una regola .E poi, io ho sempre affrontato la vita in modo diverso da com e l affrontavano gli altri . Il mago sorride. Non ho ancora incontrato un uomo , sono le sue parole, che non fosse convinto di affrontare la vita in modo diverso dagli altri . Ma persino io , continua Osokin senza dargli ascolto, se sapevo con certezza ci che s arebbe accaduto, perch avrei fatto tutte quelle cose? Prendiamo quello che succes so alla Scuola Militare. Mi rendo conto che per me la vita l dentro era dura perc h non ero avvezzo alla disciplina, ma dopotutto un assurdit. Avrei potuto indurmi a sopportare. All inizio tutto and liscio, e mancava solo poco tempo. Poi, all improvvi so, quasi intenzionalmente, cominciai a rientrare in ritardo dalle licenze. Una domenica dopo l altra .finch mi dissero che mi avrebbero espulso, se avessi tardato u n altra volta. Dopo di allora, per due volte rientrai in orario, e poi, quella ser a, da Leontjev la ragazza con il vestito nero .e io non mi feci vedere a scuola. Ma a che serve tornare su tutto questo? Il risultato fu che mi espulsero. Ma io non sapevo in partenza che sarebbe finita cos! . Si che lo sapevi , ripet il mago. Osokin ride. Be , poniamo pure che in quel caso lo sapessi; ma tutte quelle sciocch ezze mi annoiavano, e poi, uno spera sempre nel meglio. Vorrei che tu capissi ch e, quando parlo di sapere, non intendo quel genere di conoscenza che in realt sol

tanto supposizione. Voglio dire che se conoscessimo con assoluta certezza ci che accadr, allora si che agiremmo diversamente . Mio caro amico, non ti rendi conto di quel che stai dicendo. Se tu sapessi una co sa con certezza assoluta, vorrebbe dire che quella cosa inevitabile. In tal caso , nessuna delle tue azioni potrebbe mutare nulla. Qualche volta, si sanno cose d i questo genere: ad esempio, tu sai che se tocchi il fuoco ti brucerai. Ma non d i questo che sto parlando. Io voglio dire che si sa sempre quale sar il risultato di questa o di quella nostra azione; ma curiosamente vogliamo fare una cosa e o ttenere il risultato che si potrebbe ottenere soltanto facendone un altra . Non sempre sappiamo tutti i risultati che otterremo , dice Osokin. Sempre . Aspetta un momento:forse che io sapevo gi tutto, quando facevo il soldato in Turke stan? Io non avevo proprio nessuna speranza. Eppure aspettavo qualcosa . Il mago sorride di nuovo, Non c era niente che tu potessi fare , dice. Nulla dipendeva da te, e tu non facevi nulla . Improvvisamente ricevetti un eredit da una zia , continua Osokin. Trentamila rubli. Quella fu la mia salvezza. Dapprincipio mi misi a comportarmi da persona sensat a. Andai all estero:viaggiai per qualche tempo. Poi cominciai a seguire certe lezi oni alla Sorbona. Di nuovo tutto era possibile ..Molte cose andavano addirittura m eglio di prima, ma poi, in un momento d incoscienza, come uno stupido, come un ins ensato, persi tutto quello che mi rimaneva alla roulette, in compagnia di ricchi studenti inglesi e americani che non se ne accorsero neppure. Forse allora sape vo quel che stavo facendo? Eppure, in quel momento stavo perdendo ogni cosa. Son o certo che se sapessimo dove stiamo andando, molto spesso ci fermeremmo . Il vecchio si alza in piedi appoggiandosi al bastone: ora ritto di fronte ad Oso kin. Ma tu avevi gi perduto somme di denaro ragguardevoli alle carte e alla roulette pr ima di allora , gli dice. Me l hai detto tu stesso. Perch ti era rimasto solo un terz o della tua eredit? . Oh, ma non avevo perso tutto giocando a carte. Vivevo all estero ormai da quattro a nni , risponde Osokin. E in ogni modo, non potevo certo vivere della mia rendita. M i restava appena a sufficienza per laurearmi e trovare un lavoro . Si , ribatte il mago, sar pure come dici, ma stavi gi perdendo il tuo denaro, ed era in evitabile che lo perdessi tutto. E sapevi che l avresti perduto. Si sa sempre tutt o, ma non ci si ferma mai . Osokin scuote il capo con impazienza. Ma no! Nient affatto! , esclama. Se soltanto potessimo saperlo ! La nostra disgrazia che brancoliamo come gattini ciechi su un tavolo, senza mai sapere dov il bordo. Facc iamo cose assurde perch non sappiamo nulla di quel che abbiamo davanti. Se soltan to potessimo saperlo! Se potessimo vedere un poco pi lontano! . Cammina su e gi per la stanza, poi va a fermarsi di fronte al vecchio. Ascolta: la tua magia non potrebbe fare questo per me? Non puoi farmi tornare ind ietro? E da molto che ci penso, e oggi, quando ho ricevuto la notizia di Zinaida, ho sentito che l unica cosa che mi rimane. Non posso continuare a vivere. Ho rovi nato tutto. Fammi tornare indietro se possibile. Agir in modo completamente diver so. Vivr in un modo nuovo, e quando arriver il momento sar pronto per incontrare Zi naida. Voglio tornare indietro di circa dieci anni, al momento in cui ero ancora uno scolaro. Dimmi, possibile questo? Il vecchio annuisce. E possibile , risponde. Osokin si ferma stupefatto. Puoi farlo? , chiede. Il vecchio fa ancora cenno di si, dice: Posso, ma questo non ti servir a migliorare le cose . Ebbene, questo affar mio , dice Osokin. Fammi soltanto tornare indietro di dieci ann i; anzi, di dodici anni: ma a condizione che io ricordi tutto, capisci?, tutto, compresi i minimi dettagli. Tutto ci che ho acquisito durante questi dodici anni deve restare in me, tutto ci che so, ogni mia esperienza, ogni mia conoscenza del la vita. Allora si che potrei fare qualsiasi cosa! . Io posso farti tornare indietro di quanto vuoi, e tu ricorderai tutto, ma non ti servir a nulla , dice il vecchio.

Come non pu servire a nulla?, esclama Osokin eccitato. La cosa pi orribile proprio che non conosciamo la strada. Se io la conoscer, se ricorder, far tutto in modo di verso. Avr una meta, sar consapevole dell utilit e della necessit di tutte le cose che dovr fare. Che cosa dici? Ma certo che trasformer la mia vita per intero. Incontr er Zinaida mentre sono ancora a scuola. Lei non sapr nulla, ma io gi sapr che dovrem o incontrarci ancora in seguito, e far ogni cosa con questa prospettiva. Pensi fo rse che far di nuovo della mia vita tutto ci che stupidamente ne ho fatto? No, inv ece! . Il vecchio si risiede lentamente e continua ad osservarlo. Fallo, se ci riesci , gli dice. Tornerai indietro di dodici anni cos come desideri. E ricorderai tutto, sempre che tu non voglia dimenticartene. Sei pronto? . Prontissimo , risponde Osokin. Tanto non posso davvero ritornare a casa. Questo, lo sento, proprio impossibile . servitore del mago. Ha un lungo codino, vestito di una tunica di seta blu orlata di pelliccia e ai piedi porta pantofole dalla spessa suola di feltro. Il mago g li parla a bassa voce. Il cinese, movendosi senza far rumore, prende un piccolo braciere colmo di carboni accesi e un altro vaso, e li posa di fronte al mago. I l gatto salta gi dallo schienale della poltrona ed esce dietro al cinese. Il mago immerge allora una mano nel vaso e con l altra fa cenno ad Osokin di sedersi. Oso kin obbedisce. Guardando fisso il fuoco, il vecchio pronuncia lentamente alcune parole incompre nsibili e poi con la mano estrae dal vaso un pugno di cenere grigioverde e la ge tta nel braciere. Contemporaneamente prende dal tavolino la clessidra, la agita e la capovolge. Dal braciere si leva una nube di fumo dall aroma pungente. La stanza invasa da quel fumo in cui si scorgono forme in movimento come se essa , d un colpo, si fosse riempita di gente. Quando il fumo si disperde, il vecchio seduto nella sua poltrona e tiene in mano la clessidra. Osokin scomparso.

VI. MATTINO

Ottobre 1890.Una mattina presto. Il dormitorio di una scuola maschile. File di letti. Figure dormienti avvolte ne lle coperte. Al di l di un arcata, si scorge un altra parte del dormitorio. I lumi so no accesi. Di fuori ancora buio. Un orologio batte le sei. L inserviente della scu ola, un veterano delle guerre caucasiche soprannominato Ranocchio , compare all estre mit pi lontana del dormitorio e comincia a suonare una grossa campana, mentre avan za lungo l ampio corridoio che separa le file di letti. Il dormitorio si risveglia immediatamente. Agitazione e rumore. Qualche ragazzo salta su gettando di lato le coperte, altri cercano di rubare un altro mezzo min uto di sonno. Un ragazzo di circa tredici anni salta sul letto e si mette a ball are. Qualcuno, dall altra estremit del dormitorio, gli tira addosso un guanciale

. Il preside, un tedesco allampanato dalla barba rossa, che indossa una giacca b lu a code dai bottoni d ottone, passa da un letto all altro dando una tirata alle co perte di quelli che non sono ancora alzati. In un letto presso la parete seduto Ivan Osokin: egli guarda fisso intorno a s co n aria meravigliata. Ha l aspetto di un ragazzo quattordicenne. Che sia stato tutto un sogno? E cosa significa? , si domanda. E quello che vedo ade sso, un sogno anche questo? Sono andato dal mago a chiedergli di farmi tornare indietro. Ha detto che mi avr ebbe riportato indietro di dodici anni. E mai possibile che questo sia vero? Ho p reso un revolver e sono uscito. Non potevo rimanere in casa. Ma proprio vero che Zinaida sta per sposare Minskij? Che strano sogno! Il dormitorio sembra un dorm itorio vero. Non sono tanto sicuro di volere realmente essere qui: anche qui a s cuola, la vita era piuttosto bestiale. Ma come potrei continuare a vivere? Per m e Zinaida non esiste pi. Io questo non posso accettarlo; non lo accetter mai. Ho d etto al mago che volevo cambiare vita per intero e che dovevo ricominciare da mo lto tempo addietro. E se davvero mi avesse fatto ritornare indietro? E impossibil e! Sono certo che si tratta di un sogno. Ora provo a immaginare di essere a scuo la .Va meglio o peggio, cos? Non so neanch io cosa dire. Perch tutto questo mi spaven ta tanto, e mi rende cos triste? In fondo, non pu esser vero Ma Zinaida No, proprio un circolo vizioso, e io sono davvero un collegiale, quindi stato tutto un sogno, Zinaida e il resto. Ma pu essere vero, o no? Be ci sono migliaia di cose che quand e ro in collegio non sapevo e non potevo sapere. Far subito la prova. Che cosa poss o cercare di ricordare? Ah ecco! A quel tempo non sapevo l inglese. Lo imparai pi t ardi. Se adesso lo so, vuol dire che tutto vero, che sono stato all estero, eccete ra. Come incomincia quel racconto di Stevenson che parla della figlia del re che non aveva potere sul domani. La canzone del domani ? Si, proprio cos. Il re di Duntrine ebbe una figlia da vecchio, ed essa era la pi bella figlia di re tra due mari . Allora tutto vero. Lo so, l inglese. Ricordo anche come continua: le sue chiome erano come oro filato, e i suoi occhi come acque in un fiume; e il r e le diede un castello sulla spiaggia del mare, con una terrazza, e un cortile d i pietra tagliata, e quattro torri ai quatto angoli . Ma allora, vuol dire che tutto quanto un sogno Osokin, Osokin , chiama il suo amico Memorskij. Perch te ne stai li appollaiato come una civetta? Ti sei addormentato? Non senti, il tedesco sta prendendo i nomi di quelli che non sono ancora vestiti. Svegliati, che il diavolo ti porti! . Osokin a fferra il guanciale e, rabbioso, lo scaglia addosso a Memorskij, che lo schiva a gilmente con una risata. Proprio in quell istante, da dietro l arcata, entra il preside tedesco, e il guancia le, passando sopra la testa di Memorskij, va a colpirlo in pieno viso. Egli vaci lla sotto quel colpo inatteso, poi si avventa furioso su Osokin. Il tedesco ha l abitudine di acchiapparli con le sue proprie mani e trascinarli in q ualche posto dove li costringe a rimanere in castigo: sotto l orologio a muro , oppure sotto la lampada vicino allo scaffale ,o semplicemente al muro . I ragazzi non consider ano vergognosa la punizione, ma farsi acchiappare dal tedesco ritenuto ridicolo e umiliante. Dapprima, Osokin guarda il tedesco con aria sperduta, vorrebbe spiegargli l accadu to, ma alla vista di quella faccia infuriata, e comprendendo le sue intenzioni, impallidisce e mette le mani avanti per difendersi. Il tedesco, accortosi in tem po della mossa e dell espressione del viso di Osokin, si ferma. Per qualche istant e, rimangono l uno di fronte all altro. Intorno si forma rapidamente un capannello d i spettatori incuriositi. Il preside soffoca la rabbia, ma si controlla e decide di fare in modo che la cosa sia il pi possibile spiacevole per Osokin. Perch non sei vestito? , gli urla. Per quanto ancora dovr continuare questa condotta s candalosa? Ti azzuffi fin dal primo mattino! Stai facendo aspettare tutti. Dir ag li inservienti che ti lavino loro, visto che non vuoi lavarti da solo. Fa in fret ta a vestirti, e va sotto l orologio a pendolo. Resterai senza colazione, e durante la lezione starai in piedi vicino allo scaffale. Dopo parler con Gustav Lukic. A

vanti, vstiti! . Il tedesco si gira di scatto ed esce. I ragazzi si disperdono:alcuni ridono, alt ri prendono le parti di Osokin con grida d incoraggiamento. Osokin comincia nervos amente a vestirsi. Che cosa completamente assurda , il pensiero che gli attraversa la mente. Che idiota! Pensa un po dover rivedere quel brutto ceffo. Ma perch mi sto vestendo? O ra mi rimetto a letto e ci resto. Tanto un sogno . Ma in quell istante si ricorda del mago, ed tale la meraviglia che a stento si tra ttiene dal ridere forte. Mi figuro che cosa direbbe il mago! Questo proprio un bel modo d incominciare una uova vita. E, curiosamente, la stessa cosa che mi accadde l altra volta. Ricordo b enissimo quella faccenda del guanciale. Ma come facevo a sapere che cosa sarebbe successo oggi? Di certo il mago direbbe: Lo sapevi . Effettivamente, mi passa to per la testa qualcosa del genere, proprio mentre stavo per tirare il guancial e. Avrei potuto fermarmi, volevo fermarmi, eppure l ho tirato. Accidenti al tedes co! Proprio lui doveva arrivare. Adesso si lamenter con Gustav e sar proprio un br utto pasticcio. Vorr dire che mi ritireranno la licenza e forse mi abbasseranno i l voto di condotta. Ma perch sto a pensarci? Per me non ha importanza n in un caso n nell altro. Ora mi sveglio subito. Devo fare uno sforzo; non c niente di reale tutto ci. Voglio svegliarmi. Ma . Da dietro l arcata ricompare il tedesco. Non sei ancora pronto? , grida ad Osokin, Prokofij, portalo sotto l orologio . Un altro inserviente della scuola. Prokofij, anche lui veterano e grande amico d i Osokin i ragazzi lo chiamano Patata si dirige a malincuore verso di lui dall capo del dormitorio. Rendendosi conto che tra due mali conviene scegliere il mi nore, Osokin afferra un asciugamano e, senza guardare il tedesco, esce a passi r apidi dal dormitorio.

sogno

n

in

altro

Il pianerottolo che divide il dormitorio dei piccoli da quello dei grandi. Un ampi a scalinata in ferro battuto conduce al piano inferiore. Alla parete, una vecchi a pendola rotonda di legno giallo. Sotto l orologio c Osokin ritto in piedi con un ari a agitata e sconvolta. Davanti a lui i ragazzi passano avanti e indietro. Nessuno gli fa caso. Sto impazzendo, o sono gi pazzo? , si chiede Osokin. Sogni del genere non esistono. E ppure non riesco a svegliarmi. E impossibile che sia davvero ritornato in collegi o. E tutto troppo stupido. Sento che se soltanto mi metto a pensare alla mia vita , a Zinaida . Mi sveglier; ma non riesco a smettere di pensare a quell idiota di un t edesco e al fatto che sabato mi toccher restare dentro. Ecco perch continuo a dorm ire. Sarebbe davvero buffo tornare a scuola per farsi tenere dentro senza licenz a come al solito. No, assurdo. Se ritornassi indietro davvero, in ogni caso, dov rei cavarne tutti i vantaggi possibili: e debbo dire che sarebbe proprio interes sante vedere Zinaida da bambina. So persino a che scuola andava. Ma pu essere ver o che sta per sposare Minskij, e che diventer una completa estranea per me? E all ora, perch ho voglia di vederla? Ma c una cosa che non capisco: perch questo stupido sogno continua? In genere, nel sonno, appena comincio a rendermi conto che sto sognando, mi sveglio subito. Adesso, per chiss quale motivo, o non ci riesco. Lo so, quello che far. Scavalcher la ringhiera e salter di sotto. Se galleggio in aria , significa che si tratta di un sogno. In fondo, non pu essere la realt, quindi no n posso cadere . Con un lungo passo Osokin attraversa decisamente il pianerottolo, si appoggia al la balaustra di ferro e guarda in basso, In quell istante, alcuni ragazzi pi o meno della sua et escono di corsa dal dormitorio. Alla vista di Osokin che si sporge dalla balaustra si precipitano verso di lui sorprendendolo alle spalle. Ridono t utti. Osokin tenta di divincolarsi e involontariamente colpisce in viso con il gomito uno dei suoi assalitori. Il ragazzo prova evidentemente un forte dolore: caccia uno strillo e si porta la mano al viso. Il sangue gli gocciola tra le dita. Gli altri ragazzi lasciano andare Osokin e rimangono in attesa di vedere che succede r. Il tedesco esce dal dormitorio degli anziani e capisce la situazione al primo sguardo. Osokin, che gi si trovava in castigo, in piedi sotto l orologio questa vo

lta, e che non aveva il diritto di spostarsi senza permesso, ha lasciato il suo posto e ha preso parte ad una zuffa rompendo il naso a Klementjev. Osokin, consapevole che tutto depone in suo sfavore, tenta di dire qualcosa ma i l tedesco non lo lascia parlare. Un altra zuffa, e ancora una volta si tratta di Osokin , urla Tanto per cominciare chi ti ha dato il permesso di muoverti dal tuo posto? No, questo troppo! . Il tedesco si sta scaldando sempre pi. Dobbiamo forse incatenarti, o metterti in gabbia? Oppu re metterti la camicia di forza? Non ti si pu lasciar solo un istante! Basta! Qui non ci sono infermieri per te. Quando gli altri vanno in refettorio, tu restera i in castigo, in piedi sotto l orologio per tutta la durata delle lezioni fin quan do arriva Gustav Lukic. Faccia lui quel che vuole di te. Io ci rinuncio. E se ti sposti un altra volta di qui, ti spedisco in sanatorio . Osokin infastidito e disgustato da tutto quel che sta succedendo; al tempo stess o, per, la vista del tedesco lo diverte immensamente. Ha voglia di dirgli qualcos a per fargli capire che lui, Osokin, non un collegiale e che questo solo un sogn o, ma non gli viene in mente nulla. E, ci nonostante, si sente turbato per le min acce del preside, come se ci fosse in agguato qualcosa di terribilmente spiacevo le. Ora Osokin di nuovo in castigo sotto l orologio. All altra estremit del pianerottolo, gli altri alunni stanno mettendosi in fila per due: i pi piccoli davanti, gli anziani dietro. In tutto sono circa un centinaio. Prokofij , strilla il tedesco. Osokin deve restare li in piedi sotto l orologio. Se si muove dal suo posto, vieni a riferirmelo . Il tedesco lancia ad Osokin un occhiata colma di disprezzo, poi scende lentamente la scala in testa alla fila dei ragazzi: questi lo seguono a due a due senza far e attenzione ad Osokin Verr a rifornirti, Osokin! , gli grida Memorskij. Nel gergo del collegiale, questo significa che pi tardi porter un panino o almeno un boccone ad Osokin che altrimenti resterebbe senza colazione.

VII. PENSIERI

Osokin rimane solo. Contro la sua volont, si va impadronendo di lui l agitazione ti pica dello scolaro che ha fatto qualcosa di male e si aspetta la punizione: una sensazione di cui il giovane non riesce a liberarsi. Rimanere solo nel dormitorio e stare in piedi sotto l orologio durante la colazione e per tutte le lezioni non una punizione qualsiasi che si possa trascurare. Esse re spedito in sanatorio, poi, la cosa peggiore che un preside possa minacciare, dall alto della sua autorit. Il sanatorio, di per s, non ha nulla di spaventoso. Anz i, un luogo assai piacevole; ma farcisi spedire quando non si ha nulla significa essere separati dagli altri, e generalmente il passo che precede l espulsione dal la scuola. Gli inservienti del collegio, tutti vecchi soldati, stanno pulendo i dormitori. Dal pianerottolo si scorge sia quello dei piccoli che quello dei pi grandi. Prima di tutto, io a questa storia non ci credo affatto , dice Osokin fra s, e poi, h o voglia di fumare , conclude inaspettatamente. Chiss se ho qualche sigaretta . Si fru ga nelle tasche. Neanche una. L orologio, una moneta d argento da venti copechi, un t emperino, una candela, una lente d ingrandimento, un pettine, una matita e basta . Osokin non pu trattenere un sorriso, alla vista del contenuto delle sue tasche di scolaro. Solo il diavolo sa che strani sogni si possono fare! , pensa. Per stupefacente; sta r itornando tutto quanto, pezzo per pezzo. E esattamente lo stesso che accadde allora: colpii il tedesco con il guanciale, s paccai il naso a Klementijev, e credo persino che cercai una sigaretta, mentre s tavo in piedi sotto l orologio. Ma ieri non avrei saputo ricordare tutte queste co se n esporle nei minimi dettagli come adesso. Ora invece ricordo persino quel che accadde dopo: Gustav venne a farmi la lezione, poi mi abbassarono il voto di co ndotta e in seguito rimasi senza licenza per tre domeniche. La cosa mi fece infu riare, e perci smisi del tutto di studiare. Fu l inizio di tutta una serie di piace voli eventi che mi hanno portato a ripetere la quarta per due anni di seguito. S e sono tornato indietro per rifare tutto per bene, non avrei potuto davvero sceg liere un inizio migliore. Ma sono tutte sciocchezze. Che me ne importa della scu ola? Ora mi sveglio e tutto finir. E soltanto un ricordo che tornato a galla per c hiss quale motivo .meglio pensare al presente . Cerca di pensare a Zinaida, ma prova una stretta al cuore che gli fa scuotere il capo, e dice fra s: No, qualsiasi cosa ma questo no; proprio da questo che ho voluto fuggire. Non mi importa se questo un sogno o no; ma il pensiero di Zinaida non lo sopport o! E a che cos altro potrei pensare, allora? Va tutto cos male .sia qui che l. Non po ssibile. Devo trovare qualcosa su cui fissare la mente, altrimenti insopportabil e Chi era che ieri venuto trovarmi? Ma certo Stupitsin! M immagino quanto riderebbe se gli dicessi che il mago mi ha fatto ritornare a scuola. Credo che non potreb

be esistere punizione peggiore. A proposito, anche Stupitsin dovrebbe essere qui , solo che lui non frequenta da pensionante. Sarebbe interessante incontrarlo. C omunque, devo cercare di far qualcosa, sogno o non sogno. Non voglio restare in piedi sotto l orologio. Non certo per questo che sono tornato a scuola. Ma un sogn o maledettamente strano; una specie di incubo o di delirio.Forse sono malato, fo rse ho il tifo. E strano che riesca a ragionare in modo cos coerente; per dicono ch e a volte succede proprio cos. Se questo vero, debbo ritrovare l inizio. Quando pot rebbe essere cominciato questo delirio? Ricordo che ieri Stupitsin mi ha detto c he non avevo un bell aspetto. Poi sono andato alla posta e ho incontrato Krutiskij che mi ha detto di Zinaida. E stato quello l inizio di tutta questa storia Ma in fon do pu darsi che non sia successo proprio niente; forse alla posta non ci sono mai andato e Krutiskij non l ho incontrato; forse anche questa storia di Zinaida che si sposa delirio. E possibile che mi sia ammalato subito dopo che Stupitsin se n a ndato ed ora sono nella mia camera, delirante o all ospedale .e non riesco a svegliarm i. Questa la cosa pi probabile. Be allora, appena sar guarito, partir per la Crimea an che senza biglietto, se necessario, magari seduto sui respingenti del treno, ma ci andr Forse per non ho il tifo ma una di quelle febbri che mi venivano quando ero in Turkestan . Intanto ecco Prokofij, che in ottimi rapporti con gli allievi, venirgli incontro sorridente, facendogli un cenno col capo. Be te la sei meritata, Osokin! Per cosa vi azzuffavate? . Osokin dapprima non capisc e, poi, senza volere, gli risponde con le parole di uno scolaro: Ma non stavamo mica azzuffandoci. L ho solo colpito per sbaglio col gomito . Prokofij scuote il capo. Be , l hai preso in pieno. Come gli sanguinava il naso!Non si riusciva a fermarlo. E tutti a dirgli:"Tieni su la testa!". E adesso ha il n aso tutto pesto e gonfio cos . E mostra quanto diventato grosso il naso di Klementj ev. Ma stato un incidente , dice Osokin bilanciandosi prima su un piede poi sull altro. Eh gi, e anche il guanciale che hai tirato in testa a Wilhelm Petrovic stato un in cidente? Aspetta un po e vedrai che a te ci penser Gustav Lukic! . Prokofij lo saluta con la mano ed entra nel dormitorio. Il filo dei pensieri di Osokin si spezzato. Non riesco a capire , dice. Che cosa sono adesso, uno scolaro o un uomo adulto? Si, questa la ripetizione di tutto quello che accaduto prima, fin nei minimi partic olari. Ma allora, se sono tornato indietro, non stato certo perch questo accadess e. E se un sogno,perch dura tanto? Quanto spesso sognavo la scuola, prima! Ed era sempre buffo da morire. Ricordo che quando ero a Parigi sognavo di essere di nu ovo a scuola. Tutto era esattamente come adesso. E ricordo che volevo uscire per andare da qualche parte, e domandavo il permesso a Gustav, e lui non voleva las ciarmi andare.Io gli dicevo: Debbo andare a trovare certa gente. Gustav Lukic, per via di un affare importante.". E lui, col suo buffo accento ceco, mi rispondeva : Questo non m interessa. Se ti sei iscritto a questa scuola, devi accettarne tutte le regole . Be , questo significa che ora dovr avere un altra spiegazione con Gustav Lu kic. Per, maledizione!, debbo ammettere, che tutto molto strano: debbo proprio cercare di non dimenticare questo sogno. Uno si scorda sempre le parti pi interessanti. Ecco un buon soggetto per una poesia: dove finisce il sogno e dove incomincia la realt? E impossibile stabilirlo. Quello che vediamo ci sembra realt, ma poi chiami amo sogno la stessa identica cosa. Per mi domando se questo sogno continuer ancora a lungo. Se sapesso per certo che durer, potrei farlo andare come voglio. Potrei vedere tante cose! Vediamo un po chi vorrei vedere? Mai madre? Osokin si arresta nel mezzo delle sue riflessioni con un senso di spavento. Ma morta , dice tra s e s, mi rammento il suo funerale. Come la vedr adesso? Non potr i dimenticare di averla vista morta. Mi ricordo: anche allora, a scuola, pensavo che sarebbe venuto il momento in cui lei sarebbe morta, e mi domandavo che cosa avrei dovuto fare. E poi, morta davvero e io non ho fatto nulla, ho continuato a vivere. La cosa pi tremenda che ci si rassegna a tutto. Ma adesso, quanto vorrei vederla! Perch questo sogno cos stupido? Perch sogno il tedesco, Prokofij, e non la mamma? Che strana sensazione! E esattamente la stessa cosa che mi succedeva di c

ontinuo a scuola. Ricordo che a volte mi veniva da pensare che la mamma avrebbe potuto morire, e mi veniva un desiderio disperato di vederla subito, di essere a casa in quello stesso istante, seduto accanto a lei, e di parlarle. Ed ora la stessa cosa. Non so che cosa darei per poterla soltanto vedere, adesso. Ma tanto penso che sabato mi faranno restare dentro. Che cosa stupida! Perch sto a pensar ci? Questi sogni non possono impedirmi di fare quello che desidero. Voglio veder la, debbo vederla! E tutto come prima un altra volta. Quanto mi annoiavo quando non mi lasciavano uscire per la fine di settimana! Queste creature ottuse non posso no capire che significa stare qui dentro per una settimana senza poter andare a casa il sabato. E l unica cosa che rende possibile vivere qui dentro. Ma che posso fare per vedere la mamma? E necessario, ma al tempo stesso mi spaventa. Come far a guardarla e a parlarle, ora, con in mente il ricordo del suo funerale?Ora capis co perch sentivo sempre quel senso di compassione per lei. Era un presentimento . Osokin rimane a lungo immerso nei suoi pensieri. Non riesco proprio a venire a capo di questa storia , dice, guardandosi intorno. Vogl io capire se questo un sogno o no .

VIII. IL PASSATO

Sullo schermo cinematografico scorre una serie di immagini della vita di collegi

o. La mattinata continua. Prima delle lezioni Osokin chiamato al cospetto del vicep reside, un grasso ceco di nome Gustav Lukic, che gli impartisce una lunga ramanz ina. Osokin tenta di spiegargli l accaduto, ma quello si rifiuta di ascoltarlo e l o minaccia di ogni sorta di terribili punizioni. Alla fine, per tutte le mancanz e commesse durante la mattinata, Osokin si vede sospendere la licenza per tre do meniche. Le lezioni hanno inizio. Osokin non sa neppure quali fossero le materie da prepa rare. Pessimo voto in greco. Le altre lezioni trascorrono senza incidenti: Osoki n non viene interrogato. Lo scolaro rimane seduto al suo posto per tutta la durata delle lezioni, e duran te l intervallo si muove come avvolto da una specie di nebbia. Gli risulta penoso pensare di essere un uomo adulto, perch allora i suoi pensieri vengono occupati d a Zinaida; ma altrettanto penoso pensare di essere uno scolaro, perch allora gli viene in mente sua madre e sente che presto ella dovr morire. Alla fine delle lezioni i collegiali si cambiano, indossano camiciotti di tela e scendono al piano inferiore. Non escono perch brutto tempo. In autunno accade ta lvolta che i ragazzi non escano per tre settimane di fila. Che piacere sarebbe p er il maestro affondare nel fango o camminare sotto la pioggia? E poich i maestri sono cinque, e ogni giorno ne in servizio uno diverso, ciascuno immagina che a portar fuori gli alunni provvederanno gli altri. E in fondo che cosa importa se i ragazzi restano dentro per un paio di giorni? Nessuno pensa mai che in questo modo passano le settimane, una dopo l altra. E pre side e vicepreside non vogliono saperne nulla. Tanto vengono a scuola soltanto l a sera. I ragazzi si sparpagliano per tutto il vasto edificio del collegio. I pi piccoli corrono al piano di sotto, in palestra. Osokin seduto su un davanzale al primo piano e il suo sguardo si posa sulla stra da. Tutto esattamente lo stesso. C l insegna che dice Salumi e formaggi e, pi in l, q la delle Carni e pesci . Fango, pioggia, uno scorcio dell odioso autunno moscovita. Passano tram a cavalli con le bestie sfiancate, grondanti di pioggia, e carrozze con le capotes rialzat e. Osokin si sente triste e infelice. Vorrebbe essere a casa con sua madre, a le ggere, o ad ascoltarla leggere a voce alta. Oppure, sarebbe bello andare da qual che parte, in giro per le strade sotto la pioggia; a volte anche questo molto pi acevole. Forse potrebbe addirittura vedere Zinaida! Ecco, di nuovo gli stessi pens ieri! Ma insomma, in fin dei conti, un sogno o realt? , si domanda. Che cosa dimostra che s i tratta d un sogno? L inglese? Si, perch non avrei potuto saperlo, prima. Ho iniziat o a studiarlo a Pietroburgo. Come incomincia quel racconto? Il re di Duntrine ebb e una figlia da vecchio, ed essa era la pi bella figlia di re tra due mari . Gli tornano alla mente, a frasi spezzate, altre parole della favola di Stevenson . Non riesco a ricordarla per intero , dice Osokin fra s. Debbo trovare quel libro. Ma curioso davvero: se sono uno scolaro, come faccio a conoscerlo? E so benissimo d i essere stato a Londra e di aver vissuto in una pensione nei pressi del British Museum; e di Parigi, poi, conosco ogni strada e ogni angolo di Montmartre e del la Rive Gauche. No, prover a far finta che non sto dormendo, e che il mago mi ha davvero fatto tornare indietro, cos come volevo, perch possa rivivere la mia vita in modo nuovo. Quindi, che debbo fare? Tutto dev essere diverso. Debbo terminare l a scuola, e per questo occorre lavorare sodo ed evitare avventure come quella di stamattina. Naturalmente sar difficile, all inizio, ma dopo un paio di giorni mi c i abituer. Ora sono in quarta; ci significa che quando terminer la scuola avr diciot t anni e andr all Universit. Quando incontrer Zinaida sar gi laureato. Tutto sar di nte. Ma quanto tempo ci vorr E che noia, qui dentro: una noia semplicemente mortale . Si, capisco perfettamente perch non riuscivo a studiare, e perch non ho mai term inato la scuola. Come posso sopportare questa noia? Debbo pensare a quando andr i n Crimea con Zinaida. Che cosa meravigliosa sar! La sera, in treno, siederemo fia nco a fianco e guarderemo passare i campi poi comincer la steppa, e poi le colline di gesso, e poi ancora steppa. Forse riuscir a conoscerla prima .Effettivamente, do

vrei averla gi c conosciuta. E qui a Mosca. Lei non lo sapr, ma io la vedr, ogni ta nto. Ma come ha potuto accettare di sposare Minskij? E stata colpa mia. Deve aver pensato veramente che non sono partito perch m interessava un altra donna; ma adesso , sar tutto differente . Gli si avvicina il suo amico Sokolov. E un poco pi giovane di Osikin, ed una class e indietro rispetto a lui, ma per qualche strana ragione l unico con cui Osokin s ente di poter parlare. Che cosa sogni Osokin? . Sai, Sokolov , risponde egli, tu diventerai avvocato . Che sciocchezza!Io andr alla facolt d ingegneria . Ma nient affatto, tu studierai legge. E ora, indovina che cosa far Se passi il tempo a far quello che hai fatto oggi, a tirare guanciali in faccia a Wilhelm e a pren dere almeno un brutto voto al giorno, la cosa pi probabile che diventi un vagabon do o un mendicante. Be , forse, in nome della vecchia amicizia, ti trover un posto di segnalatore . Be lo vedremo , risponde Osokin. Non c proprio niente da vedere. E? chiaro come il sole che non terminerai mai la sc uola . Come puoi parlare con tanta sicurezza? . Perch non fai niente . Ma qui una noia terribile , ribatte Osokin. Comunque ho preso la decisione di darmi da fare. Non voglio ripetere la quarta un altra volta per tutto l oro del mondo . Sokolov ride. Quante volte l ho sentita!Sono mesi, ormai, che dici che ti metterai al lavoro! Be , dimmi un po , che cosa c di greco per domani? . Uh secchione! , ride Osokin. E, sai? , avrai la barba rossa . Dai, dimmi ancora un po di bugie. Perch dovrei avere la barba rossa? Ho i capelli n eri! . Si, avrai la barba rossa e farai l avvocato. L ho sognato . Andiamo di sotto dice Sokolov. E i due ragazzi escono insieme. Qualche giorno pi tardi. La lezione serale. File di banchi. Attraverso la porta a perta si scorge la classe dei pi piccoli. I lumi sono accesi. I ragazzi stanno pr eparando la lezione. Osokin, deciso a mettersi a studiare, si fatto un programma e sta ripassando la grammatica latina. Dopo aver letto una pagina, chiude il li bro e guardando fisso davanti a s ripete mentalmente; Cupio, desidero, opto, volo, appeto Maledizione! Che diavolo significa appeto? . Guarda nel libro di grammatica. Ah, si Allora: volo, nolo,appeto, expecto, possum, postulo, impetro, sdipiscor, exp erior,praestolor praestolor .L ho dimenticato un altra volta! . Consulta il libro, poi sbadiglia e si guarda intorno. Ma che noia infernale. Si, ora capisco perch prima non riuscivo ma i a studiare. M a pensa un po , inventarsi un assurdit come questa per farci imparare la grammatica l atina nuda e cruda! Eppure, anche il latino potrebb essere interessantissimo. Ric ordo quelle lezioni, alla Sorbona. Ci andai per studiare psicologia e mi prese u n grande amore per la poesia latina E ora questo latino scolastico dieci volte pi n oioso di prima. Be devo dire che mi sono cacciato in un pasticcio. E debbo cavarn e tutto il possibile. Ma che cosa nauseante, dover stare seduto qui dentro per t re settimane! Sarebbe tanto interessante vedere Mosca. Strano che non mi sia re so conto di quanto sarebbe stato noioso e insopportabile qui. Sembra proprio che io non possa farci nulla. Ma gi prima era altrettanto noioso e insopportabile . Nella classe dei piccoli, dove si trova il maestro, si odono rumori: tutti si al zano. La prima lezione terminata. Due amici di Osokin, Telehov e un polacco di n ome Brahovskij, gli si avvicinano. Hai preparato la lezione? , chiede Brahovskij con una risata. Si . Stai mentendo. E mezz ora che ti osservo. Non riesco a capire che cosa stai facendo. Se stessi leggendo si vedrebbe, ma tu ti limiti a fissare il libro: ovvio che n on impari un bel niente. Stai li seduto a fissare il vuoto . Sta a sentire, Brahovskij , dice Osokin: conosci la storia del polacco e del khokhol*2

? Il polacco disse al khokhol: Sei un fannullone: da tre ore sto seduto a guardar ti, e non hai fatto un bel niente! . E il khokhol rispose: E tu, che cos hai fatto pe r tutto quel tempo, panie ? . Tutti ridono, eccetto Osokin, che guarda Brahoskij perplesso mentre nella sua me nte si fa strada un nuovo turbine di pensieri. Non sente neppure il resto della risposta di Brahovskij. Ricordo benissimo , dice tra s e s. Eravamo qui in piedi, esattamente come adesso, e B rahovskij disse la stessa cosa: che non riusciva a capire come facevo a star sed uto a fissare il libro, e io gli raccontai la stessa storiella. Il che dimostra quant facile ricadere nel solito solco. Ma no, tutto questo deve cambiare . A queste parole; si ferma. Mi sembra che anche allora ripetevo a me stesso che tutto doveva cambiare . Alcuni giorni dopo. Di nuovo la lezione della sera; Osokin molto annoiato e si s ente lacerare interiormente. Debbo uscirne fuori , si dice. In fondo, in una giornata vi sono tanti momenti in cu i uno potrebbe semplicemente prendere e uscire dal collegio. Perch non l ho fatto s ubito? Tutta questa storia del tornare indietro assurda. Proprio non ne posso pi di stare qua dentro. Non capisco questa situazione e non ci credo neanche un po , ma, anche se sono stato tanto stupido da ritornare, prima riesco ad andarmene, e meglio ; se la possibilit di cambiare esiste, il cambiamento pu cominciare soltant o se riesco ad andar via dal collegio, a qualsiasi costo. Non debbo far altro ch e scappare . Ma, mentre pensa tutto questo. Osokin sa bene che non lo far mai. Sarebbe troppo facile se potessimo fare cose del genere , dice ancora fra s. C in noi q ualcosa che ci trattiene qui dove siamo. E questa, credo, la cosa pi terribile . Ma non ha voglia di pensare. Rimane per un po seduto con la mente vuota, poi sciv ola impercettibilmente in una di quelle fantasie ad occhi aperti che in passato sono state causa di molte lezioni non preparate e di tanti brutti voti. Questi s ogni si chiamano Viaggio in Oceanine . Sono il metodo migliore per sfuggire alla re alt. Osokin naviga sul Pacifico. Durante una tempesta la nave urta contro uno scoglio e cola a picco. Un onda lo scaglia mezzo morto sulla costa di un paese ignoto. Vi ene trovato, portato in una casa, rianimato e nutrito dagli abitanti. Una volta pienamente ristabilito, Osokin comincia a interessarsi molto a questa gente. Presto si rende conto che non si tratta di uomini come tutti gli altri ch e abitano il resto del mondo. Sono una razza molto colta e civile. Hanno fondato uno Stato ideale in cui la miseria, i delitti, la stupidit e la crudelt non esist ono. Tutti sono felici, tutti si godono la vita: il sole, la natura, l arte. Via ggio in Oceanine un miscuglio di elementi tratti da una mezza dozzina di libri ch e ha letto, ma per Osokin c qualcosa di molto personale e di molto emozionante, ne ll Oceanide. Laggi gli accadono mille cose interessanti. Uno o due abitanti di Oceanine a volte si tratta di una ragazza dal viso allegro e gaio gli fanno da guida, mostrandogli le istituzioni del Paese e spiegandogli ene l organizzazione sociale. Scendono insieme nel cratere di un vulcano spento; s calano le vette innevate delle montagne; vivono dozzine di avventure strane ed i nconsuete. A volte, quando la ragazza dal viso allegro a fargli da guida. Osokin si trova in situazioni assai complicate: o debbono passare la notte nella stess a stanza in una locanda disabitata; oppure, in montagna, la pioggia e il tempora le li costringono a rifugiarsi in una caverna; oppure ancora, la barca a bordo d ella quale attraversano il fiume si capovolge, ed essi raggiungono a nuoto un isol etta dive fanno asciugare i vestiti davanti al fuoco. In molte di queste occasio ni, la compagna di Osokin si veste e si spoglia davanti a lui senza il minimo im barazzo: e tanta naturalezza e libert dalle inibizioni gli danno un piacere parti colare, ed eccitano la sua immaginazione. Mentre sta vivendo qualcuna di queste avventure in Oceanine, Osokin incapace di interessarsi a qualunque altra cosa. Ma perch sto pensando un altra volta a tutte queste sciocchezze? , si domanda indeciso . Perch non ho nient altro cui pensare , si risponde. In fondo, tutto ugualmente assurd o .

Dopo un po , per, con una curiosa sensazione d interesse, nota una differenza marcata fra i suoi sogni. Gli sembra di essere diviso. Una parte di lui continua a lasciarsi trasportare, a inventare avventure sempre pi stravaganti e nuovi argomenti di conversazione con gli abitanti di Oceanine, m entre l altra parte osserva il formarsi dei sogni e ne trae le sue conclusioni. I sogni stessi subiscono un cambiamento percettibile. Prima di tutto, le avventure con le fanciulle di Oceanine si fanno meno innocenti e acquistano il sapore di un esperienza pi adulta; e in secondo luogo, Osokin ha l impressione che il suo atte ggiamento nei confronti dell Oceanine stessa e dei suoi abitanti sia completament e mutato. In passato o, come dice lui quando parla a se stesso, allora il suo atteggiament o era pieno di curiosit e di ammirazione; adesso si fatto ironico, incredulo e cr itico; Osokin si rende conto non solo di aver perso la capacit di credere nelle U topie e di trovarle piacevoli, ma di aver decisamente acquisito una sorta di dif fidenza nei loro confronti, un sospetto che si tratti di menzogne deliberate, o almeno di un camuffamento intenzionale della verit. Le sue conversazioni con quell i del partito , in Svizzera, a Parigi, a Mosca, e le sgradevoli sensazioni che gli hanno sempre lasciato dentro, ormai si riflettono in modo deciso su tutto ci che accade in Oceanide. Ha un involontario sorriso quando si rende conto che sta cercando, adesso, di di mostrare agli abitanti di Oceanine che non possono essere ci che pretendono di es sere. Siete degli impostori , dice loro. Non potete esistere nella realt. E persino nella i mmaginazione, siete concepibili soltanto in circostanze che non possono avverars i . Ma noi siamo soltanto la dimostrazione di quello che tutti i popoli, di tutti i P aesi, possono fare , replica l abitante di Oceanine con cui Osokin immagina di discu tere in quel momento. E invece dimostrate proprio ci che impossibile per tutti i popoli, di tutti i Paes i , dice Osokin. Perch voi esistiate, occorre che ogni logica sia mandata all aria, e che si creino condizioni artificiali che nella vita reale non possono verificars i; e chiunque tenti di realizzare un organizzazione sociale simile alla vostra no n otterr altro risultato che distruggere quel po che resta di passabile, e far solt anto l infelicit di tutti . Osokin si ferma di colpo, e il suo volto cambia espressione. Eppure, questa proprio la dimostrazione che io ho lasciato una vita completamente diversa per ritornare indietro , riflette. Non ci avevo mai pensato. Ero tutt o preso dalle Utopie. Adesso so che sono soltanto un impostura, e di bassa lega. Molto interessante. Ho cercato di dimostrarlo: ebbene, questa una prova certa. N on avrei mai potuto pensarla cos, prima . Fine delle lezioni. Osokin esce mescolandosi alla folla chiassosa dei ragazzi, t utto preso dalle sue nuove riflessioni e dalla sua scoperta inattesa. Si sente m olto triste: Oceanine non gli sembrer pi bella come prima. Probabilmente, scompari r del tutto, come altri suoi sogni in cui immaginava di essere un famoso generale , un celebre poeta i un grande pittore. Alcuni giorni pi tardi. E notte. Il dormitorio del collegio. Osokin sdraiato su un letto duro, sotto una coperta rossa. Dall altra estremit del dormitorio proviene l a fioca luce di un lume mezzo consumato. Non capisco niente , pensa fra s il ragazzo. Adesso sembra tutto un sogno, sia il pre sente che il passato. Vorrei tanto svegliarmi da tutt e due. Vorrei poter essere n el sud da qualche parte dove ci siano sole, mare e libert. Vorrei non pensare a n ulla, non aspettarmi nulla, non ricordare nulla. Ma che strano! Il mago diceva c he avrei ricordato tutto, a meno che non avessi voluto dimenticare: ed ecco che ho voglia proprio di dimenticare. Mi sembra di aver dimenticato molte cose, in q uesti ultimi giorni. Non lo sopporto. E troppo penoso per me pensare a Ainaida. Forse questo un sogno. Ma no, non pu essere: io ci sono stato davvero Dunque, tutto ci che succede adesso. Quel che pi mi stupisce che prendo tutto con questa calma, senza neanche meravigliarmi troppo: come se tutto fosse esattamente quel che de v essere. Ma che cos altro potrei fare? Forse, tutti gli eventi fuori dell ordinari

o li accettiamo in questo modo. Per quanto possiamo stupirci, non cambia niente, e allora cominciamo a far finta che nulla ci sembri stupefacente. Quando mor mia nonna, pensai: Che cosa inspiegabile, straordinaria, la morte! . Ma tutti la danno per scontata. E che cos altro possono fare? Mi ricordo che duran te il funerale mi venne da pensare che se tutti gli uomini scomparissero improvv isamente, e ne restasse uno solo, la cosa gli sembrerebbe tremenda e sconvolgent e magari per un giorno ma l indomani, probabilmente, la troverebbe del tutto normale e inevitabile. Che strano, ritrovarmi a scuola! Ricordo il suono del respiro dei compagni, dive rso per ciascuno, simile al ticchettio degli orologi nella bottega dell orologiai o. Ricordo di essere rimasto spesso sveglio di notte, ad ascoltarlo. Che cosa si gnifica tutto questo? Come vorrei poter capire! .

IX.

UN

SOGNO

Osokin sogna che, mentre dopo le lezioni passeggia in palestra con Sokolov, conv ersando del pi e del meno, qualcuno viene inaspettatamente e convocarlo nella sta nza dei ricevimenti. Capita a volte che sua madre venga a trovarlo verso quest ora , cosicch Osokin sale le scale e attraversa i lunghi corridoi senza aspettarsi nu lla d insolito. Nel salotto dei ricevimenti c invece una giovane donna elegantissima il cui aspett o gli del tutto sconosciuto. Egli si arresta confuso, terribilmente imbarazzato a causa del suo camiciotto di tela macchiato d inchiostro, dei ciuffi di capelli spettinati, di tutto il suo aspetto di scolaro. E chiaro che l hanno chiamato per sbaglio, confondendolo con qualcun altro; ma la g iovane signora lo guarda, ride e gli tende una piccola mano guantata di camoscio giallo. Cielo, quanto sei cresciuto! ,esclama. Si direbbe proprio che tu non mi riconosca . Osokin la guarda e non sa che dire. E molto bella, i suoi occhi sono grandi e lum inosi. Si sente sempre pi impacciato. Vorrebbe dire qualche parola cortese, ma pr onto a scommettere di non aver mai incontrato quella donna in vita sua. Per qual che motivo ha l impressione che ella si prenda gioco di lui, dicendogli quanto cre sciuto come se lo conoscesse da un pezzo. Non riesce a capire per quale ragione lo faccia. Ebbene, non mi riconosci? , dice la signora con una voce straordinariamente piacevo le, limpida, una voce da fanciulla. Pensaci e ti rammenterai . Lo guarda ridendo. Per un breve istante un ricordo attraversa veloce, pi veloce del pensiero, la men te di Osokin. Si, la conosce. Perch non l ha capito subito? Ma quando pu averla cono sciuta? Egli fruga in fretta nella memoria e ripercorre tutta la sua vita fino al moment o in cui andato a trovare il mago: potrebbe affermare con certezza che quella do nna nella sua vita non mai esistita. Oh, come sei buffo! , esclama lei. Insomma, tu sei proprio dimenticato di me. Non ti ricordi, a Zvenigorod? Io ero pi grande di te; rammenti? Portavo un nastro rosso nella treccia. Hai dimenticato le volte che andavamo al mulino, e quel giorno c he andammo a cercare Jucka? . Osokin ricorda di aver abitato a Zvenigorod da piccolo, con sua madre e suo padr e; ricorda il mulino ad acqua nel bosco e l odore della farina, l aroma di catrame d elle barche presso il traghetto, il monastero tutto bianco sulla collina e la fo resta con le sorgenti d acqua ghiacciata, proprio sopra la strada; ricorda Jucka, il cagnolino nero che un giorno spar e non si trov pi per un pezzo. Ma la ragazza c on il nastro rosso nella treccia con c era: ne assolutamente convinto. Di nuovo, h a l impressione che la donna si stia prendendo gioco di lui. Ma perch? Chi ? Come fa a sapere di Zvenigorod e di Jucka? Osokin tace mentre alla continua a ridere della sua risata contagiosa. Lo prende per la mano e lo fa sedere accanto a s. Osikin avverte il profumo di lei: un pro fumo lieve, ma stranamente penetrante. Ma si, certo che la conosce. Ma quando, d ove l ha incontrata? Forse fa parte di qualche altro sogno. Questa sensazione non gli nuova: nel sogno egli ricorda un altro sogno. Perch sei cos taciturno? ,domanda la donna. Di qualcosa. Sei contento di vedermi? Sono contento , risponde Osokin arrossendo penosamente, incapace di smettere di ess ere un semplice collegiale. E perch sei contento? . Perch ti amo , risponde lui senza sapere da dove gli venga il coraggio di dirlo, e i ntanto brucia per la vergogna insopportabile di essere uno scolaro, mentre lei u na donna adulta.

Ormai ella ride apertamente, risono i suoi occhi, e ride persino la fossetta che ha nella guancia. Da quando mi ami? , domanda. Ti ho sempre amata , la risposta. Anche quella volta, a Zvenigorod . Egli sente che qu esta bugia necessaria. La donna gli lancia una rapida occhiata, e d improvviso tra loro c qualcosa che vie ne compreso ed accettato. E come se avessero deciso qualcosa di comune accordo. Benissimo , dice lei, ma adesso che cosa facciamo? Sono venuta qui perch non ti trova vo da nessuna parte . Osokin capisce che lei l ha cercato laggi .ma non sa dire dove si trovi, questo laggi . C apisce anche che per qualche strana ragione non necessario spiegarsi pi chiaramen te, Be , allora , dice lei, hai intenzione di rimanere qui? . No . Questa parola sorprende lo stesso Osokin. Certo che no! Ce ne andremo insieme. Voglio dire, io fuggir con te. Scenderemo insieme al piano di sotto, e mentre tu ti vesti nell ingresso, io mi metter il cappotto di un altro e uscir dalla porta pri ncipale. Poi prenderemo una carrozza e ce ne andremo . Ebbene, andiamo , dice lei come se fra loro due fosse tutto gi deciso da un pezzo. Osokin capisce e insieme non capisce: un turbinio di speranze gli invade la ment e. E straordinariamente piacevole provare all improvviso tante sensazioni nuove ed accorgersi di tanti cambiamenti inattesi. Davanti a lui c qualcosa di nuovo, qual cosa che non gli mai accaduto prima, qualcosa che splende di colori smaglianti. I due escono sul pianerottolo e scendono insieme la scalinata. Ma questa lunga e buia, a differenza di quella che conduce all ingresso. Abbiamo preso la scala sbagliata , dice Osokin. Non fa nulla , sussurra piano lei. Questa ci porter dritti dritti fuori di qui . Nell os curit ella lo circonda con le braccia e con una dolce risata preme il capo di lui contro il proprio. Osokin avverte il tocco delle braccia di lei, sente la seta e la pelliccia contr o il viso, avverte il profumo della donna e il suo contatto morbido, tenero, cal do. Con esitazione, la prende tra le braccia: attraverso il vestito e il corsett o sente i seni di lei, soffici e sodi. Il suo corpo assalito da un tremito penos amente dolce. Le sue labbra le premono una guancia ed egli ode il respiro affret tato di lei. Le labbra di lei cercano le sue. Dentro di lui, una voce si domanda : Ma proprio vero? . E un altra risponde: Si, certo . Una gioia incontenibile lo assale. In quell attimo gli sembra di staccarsi dalla terra con lei e di volare. Improvvisamente, in cima alla scalinata si sente il suono aspro e sgradevole di una campana, e si odono delle voce. Una sensazione dolorosa assale d improvviso i l cuore di Osokin. Ella scomparir di nuovo! E troppo tardi , gli dice in fretta svincolandosi dall abbraccio. Anche Osokin sente di averla perduta, sente che quella cosa infinitamente bella, luminosa, piena di gioia gli sta sfuggendo. Caro, ascolta! Debbo correr via, prima che sia troppo tardi. Ma torner. Aspettami. Mi ascolti? Non dimenticare . . Dice ancora qualcosa prima di correre veloce gi per le scale, ma Osikin non la se nte, perch la campana che suona sempre pi forte soffoca la sua voce. Ormai gi scomp arsa alla vista. Osokin vorrebbe rincorrerla; si sforza di vedere da che parte s ia andata .e apre gli occhi. Ranocchio , coi suoi piedi all infuori, sta passando proprio vicino al letto di Osoki n e suona la campana con aria molto assorta. E mattina. Passa qualche secondo prima che Osokin torni in s. E ancora pieno del tremito gioi oso del bacio, dell angoscia bruciante della sua fine, e della felicit per quanto a ccaduto. Ci che ha vissuto infinitamente lontano dalla realt del dormitorio, dalle grida de i compagni e dal bagliore delle lampade a olio. Egli percepisce ancora acutament e il profumo, la sensazione di quelle braccia che lo circondano, dei capelli che gli accarezzano il volto .Tutto questo lo accompagna ancora. Il cuore gli batte v elocissimo. Il suo corpo sembra diventato una cosa viva, consapevole di s, piena

di gioia e di stupore a un tempo. Alla fine, il primo pensiero chiaro gli attraversa la mente: Chi ? Ha detto che sar ebbe ritornata: ma quando? Come mai non ho sentito le ultime parole che mi ha de tto? E ora, che debbo fare? . E disperato per aver perduto il suo sogno. Gli sembra che forse potrebbe ancora r aggiungerla, domandarle chi , da dove viene, chiederle che cosa significa tutto q uesto mistero. Se quella era realt, allora tutto ci che gli accade intorno sembra terribilmente v ano, insensato e stupidamente irritante. E insopportabile che un altro giorno sia incominciato, e che a lui tocchi viverlo fino alla fine. Al tempo stesso, bello che tutto ci sia accaduto, anche se stato solo un sogno. Questo significa che pu succedere ancora. Un raggio di sole brilla ora in lontananza, come se il mattino stesse sorgendo. Ma chi lei, da dove viene? , si domanda ancora Osokin. Io non conosco quel viso .eppur e lo conosco bene. Ma poi vero? . Per tutta la giornata, ancora sotto l influsso del sogno, Osokin vive in una speci e di nebbia. Vorrebbe conservarlo sempre nella memoria e riviverlo ancora e anco ra: vorrebbe capire chi sia la sconosciuta. Ma il sogno si fa meno distinto, imp allidisce, svanisce tuttavia qualcosa rimane. Nel mezzo della giornata Osokin torna al suo sogno per paragonarne il ricordo al le impressioni della vita reale, e improvvisamente si rende conto con stupore ch e l immagine di Zinaida si fatta sfocata e lontana. Adesso pu ripensare a lei senza provare dolore. Ancora ieri, era diverso: non appena ella gli tornava nella mem oria, provava una pena acuta. Mentre riflette su questo, per un millesimo di sec ondo gli attraversa la mente non il ricordo, ma l ombra del ricordo di una ragazzi na con un nastro rosso nella treccia di capelli scuri, alla quale egli parlava d i Zvenigorod Ebbene, ecco come faceva a sapere tutte quelle cose , pensa fra s Osokin. Ma nell ista nte stesso sente di aver dimenticato tutto ancora una volta. Rimane soltanto la consapevolezza che ogni cosa accaduta in un momento in cui tutto ci che riguardav a Zinaida apparteneva ormai gi al passato. Forse anche quello era stato un sogno. Ancora una volta la sua mente segue un certo corso di pensiero. Si,si , dice fra s quasi timoroso di respirare. Forse vuol dire ma pu essere successo d opo? E poi, dopo che cosa? . Allora, in modo del tutto inatteso, la sua mente giunge a una conclusione, e Oso kin capisce: Questo non accaduto, ma accadr se continuer a vivere . Egli non comprende ancora appieno la conclusione cui giunto, ma tutta la sua per sona si colma di gratitudine verso la fanciulla per essere venuta da lui. Dopo quest ultimo sforzo, la sua mente si rifiuta di capire ancora. Osokin sente il suo sogno farsi sfocato e svanire rapidamente, sente che presto non ne rimarr pi nulla. Fino a sera continua a tornarvi su nelle sue riflessioni, e pi volte gli sembra di comprendere a sprazzi alcuni particolari strani. Tra passato e futuro non c nessuna differenza essenziale , pensa. Siamo noi che li ch iamiamo con nomi diversi: stato e sar. In realt, tutto questo stato e contemporane amente sar . Per tutta la giornata la scuola e ci che lo circonda gli paiono completamente irr eali, simili ad ombre trasparenti. A tratti, egli ha l impressione che se riusciss e a perdersi fino in fondo nella riflessione e poi a guardarsi intorno, tutto gl i apparirebbe completamente diverso . E forse, allora, avrebbe inizio la continuaz ione del suo sogno.

IX. UN COLLEGIALE

Domenica. Inverno. Nevica. Osokin, un collegiale col cappotto grigio dal collo d i pelo nero e dai bottoni d argento, e col berretto blu scuro ornato dal distintiv o a foglie d alloro della scuola, anch esso d argento, sta scendendo una stradina nei pressi della porta Pokrovskij. All angolo si ferma e si guarda intorno. Si, certo , pensa, ecco le vecchie case, proprio com erano allora. Ma vedo che tutto molto cambiato. E sorprendente, quanti mutamenti possano avvenire nel giro di dod ici anni. Bene, ora debbo dare un occhiata qui intorno. La nuova casa dei Krutisk ij ancora non esiste, ma loro abitano qui nei paraggi. Oh, se potessi vedere Zin aida! Ma che sciocchezza: che cosa mai potrei fare, anche se la vedessi? Io sono uno scolaro, e lei una ragazzina. E la cosa strana che anche allora me ne andav o in giro per le strade e i viali di Mosca, e a volte venivo proprio qui, con la sensazione di dover incontrare qualcuno, trovare qualcuno. Ma inutile disperars i fin d ora. Sarebbe bello vederla, ma occorre prima che io trovi suo fratello, ch e faccia la sua conoscenza e che diventiamo amici. Dovrebbe essere in uno dei c orpi cadetti, ma non so quale. Mi uscito del tutto di mente. Ricordo che mi parl ava molto del corpo cui apparteneva. Ora comincio a scordarmi tutto! Si, certo d ebbo trovarlo, altrimenti non c incontreremo mai. Spero che stavolta andr all Unive rsit e non alla Scuola militare. E, tra l altro, quando eravamo a scuola Zinaida er a gi andata all estero. Questa volta bisogna che c incontriamo prima. Com strano tutto questo! A volte come se la mia vita precedente, il mago, Zinaida , fossero tutti simili ai miei sogni sui Viaggi in Oceanine . Be , ora vedremo . Osokin si ferma di fronte a una casa e legge il nome scritto sulla targa del can cello.

La casa questa. Che fare, adesso? . Guarda all interno del cortile. Ecco l ingresso principale. Probabilmente loro abitano qui . Un dvornik*3 attraversa il cortile. Osokin si ritrae e riprende a camminare per la strada. Girer un po qui attorno , dice fra s e s, forse qualcuno uscir. Sarebbe splendido se u sse Krutiskij: gli parlerei subito. Accidenti! Adesso ricordo che stava a Pietro burgo, oppure apparteneva a qualche corpo stanziato in provincia. Maledizione! S e cos, come faccio adesso a trovare Zinaida? . Mentre continua a camminare su e gi per la via, una slitta lo sorpassa e va a fer marsi davanti all ingresso di casa Krutiskij. Ne scendono una ragazzina e una sig nora che indossa una cappa di pelliccia. Mentre la signora paga il vetturino. Os okin le supera e intanto guarda la bambina. E Zinaida o non lei? Non mi pare, dovrei senz altro riconoscerla. Forse per proprio lei: in ogni caso, questa ragazzina le rassomiglia . Si volta ancora per osservarla. La signora col mantello di pelliccia si accorge di lui e lo guarda sorpresa: Osokin arrossisce e si allontana rapidamente senza voltarsi. Maledizione! Ma che stupido! Uno scolaro che sta l a guardare una bambina e non ne mmeno lei. Ma perch la signora mi ha lanciato quell occhiata stupita e interrogati va? Che cosa assurda! La gente prende sempre tutto nel modo pi stupido. Come pote va sapere perch mi sono voltato? Che idiozia! Eppure mi domando proprio chi fosse ro. E un peccato non aver veduto bene la signora. Forse era la madre di Zinaida, ma non credo . Osokin si ferma all angolo della strada. Ebbene, e adesso? Finora mi sto comportando come uno scolaretto qualsiasi, e non mi viene in mente nient altro da fare. E una cosa semplicemente idiota camminare su e gi per una stradina deserta, e fra l altro comincia a far freddo. E poi, sarebb e imbarazzante se si accorgessero di me. Poi direbbero: Ti abbiamo gi visto. Andav i sempre su e gi per la nostra via. Perch? . No adesso me ne vado. Tanto ormai so do ve abitano. Peccato non essere riuscito a trovare Krutiskij . Osokin volta l angolo e se ne va.

XI. LA MADRE

A casa. Domenica sera. Osokin e sua madre siedono insieme al tavolino da t. La ma dre legge, ed egli la osserva pensando che presto potrebbe morire. Davanti ai su oi occhi scorre nitida la scena del suo funerale, in una giornata rigida ma asso lata. Osokin ha paura per lei e prova una pena terribile. La madre posa il libro e alza gli occhi su di lui. Hai ripassato le lezioni, Vanja? . La domanda coglie Osokin di sorpresa. Si era completamente dimenticato delle lez ioni. Tutti i suoi pensieri erano rivolti a cose che non avevano nulla a che ved ere con la scuola. La domanda della madre gli sembra fastidiosa e priva d importa nza, e questo lo irrita. Oh, mamma , risponde, non fai che parlare delle lezioni. C ancora un sacco di tempo. S tavo pensando a tutt altra cosa . Ella sorride. Lo so che stavi pensando ad altro, ma non sar piacevole, domani, qua ndo andrai a scuola senza aver preparato la lezione. E se stai alzato stanotte, domattina non ti sveglierai . Osokin sente che sua madre ha ragione, ma riluttante ad abbandonare le sue trist i riflessioni. Vi trova qualcosa che lo incanta, quasi fosse in trance, mentre l e parole di lei lo richiamano a cose concrete, orinarie, quotidiane. E poi, vorr ebbe dimenticare che esistono i libri di testo, lezioni e scuole. Vorrebbe che s ua madre capisse i suoi pensieri, capisse quanto addolorato per lei, quanto le v uole bene e come gli sembra strano, adesso, aver potuto rassegnarsi alla sua mor te. Osokin sente di non poterle dire nulla, sente che tutto vero solo nella sua immaginazione, e che persino a lui sembra uno dei soliti sogni ad occhi aperti. Come pu parlarle del mago, della vita precedente dalla quale tornato indietro? Co me farle comprendere che la sua sola vista suscita in lui quella compassione, qu ella pena cocente? Vorrebbe trovare un modo, anche indiretto, per dirle tutto qu anto. Ma le parole di sua madre gli impediscono di parlare e lo costringono a pe nsare a cose che ha voglia di dimenticare. Oh, mamma , le dice, parli sempre delle stesse cose. Ebbene, poniamo pure che io non sappia la lezione, e che domani non vada a scuola: vale forse la pena di parlar ne? . Nell irritazione. Osokin comincia a perdere la sensazione di quell altra vita, viv endo la quale osserva la sua vita presente. Diventa sempre pi difficile dire a su a madre che cos che lo turba: assalito dall irritazione nei confronti di lei e gli vien voglia di dirle qualcosa di spiacevole, sebbene al tempo stesso provi per lei una compassione che rasenta quasi il dolore fisico. Domani a scuola non ci vado , le dice. Perch no? , risponde sua madre, stupita e allarmata. Oh, non so, ho mal di testa : la scusa classica di ogni scolaro. Ho voglia di starme ne a casa a pensare. Non posso restare ancora in mezzo a quegli idioti. Se non f osse per quelle stupide punizioni, adesso non sarei a casa. Non posso andare ava nti cos. Mi rinchiuderanno di nuovo l dentro per due o tre settimane .

Fa come credi , gli dice la madre, ma ti avverto che questo peggiorer la tua situazio ne in collegio. Se domani non ci vai, la prenderanno come una sfida da parte tua . Ma devi decidere da solo. Sai che non interferisco mai nei tuoi affari . Osokin sa che sua madre ha ragione e questo lo riempie ancor pi di rabbia. La squ allida realt della sua esistenza e la necessit di pensarvi lo distraggono dalle su e tristi riflessioni, dalla strana sensazione di vivere due vite, dai ricordi in quietanti del passato e del futuro. Non ha voglia di pensare al presente, ha vog lia di sfuggirlo. Domani non ci vado , ripete per pura ostinazione: ma in cuor suo sente il dispiacer e che sta dando a sua madre e si rende conto di violare tutte le risoluzioni di vivere la sua vita in modo nuovo. Be , sar l ultima volta , promette a se stesso. Domani ci penser su. Debbo restare a casa per una giornata. Tanto, la scuola non scappa. E dopo, mi metter al lavoro . Ha voglia di tornare alle sue riflessioni. Sai, mamma ,dice, ho l impressione di aver gi vissuto su questa terra in precedenza. Tu eri esattamente come sei adesso, e anch io ero lo stesso, e cos molte altre cose. Spesso, mi sembra di poter ricordare tutto e di potertelo descrivere . E tu non mi volevi bene, proprio come adesso, e facevi di tutto per rendermi spia cevole ogni cosa , dice la madre. Dapprincipio Osokin non capisce, e la guarda sorpreso che le parole di lei si ar monizzino tanto poco con ci che egli sente. Ma poi capisce che la madre offesa e arrabbiata con lui perch non ha preparato le lezioni e perch non vuole andare a sc uola. Protestare gli sembra inutile e tedioso. Sente che in questo momento sua m adre appartiene interamente a questa vita, ed incapace di comunicarle la sensazi one di star vivendone un altra. L impossibilit di capirlo che sua madre dimostra non fa che accerescere il suo sconforto. Continui a parlarne, mamma. E va bene, andr a scuola . Pronuncia queste parole malvolentieri perch dentro di s sa benissimo che non lo fa r. Il pensiero di non andare a scuola continua ad essere cos forte che basta smett ere un attimo di resistergli perch sopraffaccia ogni altra considerazione. Certo, io voglio che tu ci vada , gli dice sua madre. Sai bene come vengono valutate le tue assenze. Il vicepreside mi ha gi detto che non sanno pi come prenderti, in collegio . Ti hanno mandato a chiamare? . Ma certo . Il ragazzo tace, senza sapere che cosa ribattere. Ci sono tutte le ragioni per t ornare a lezione domani ma non ne ha voglia, e sa gi che non lo far. Per un po cerc a di trovare qualche pretesto, qualche giustificazione, ma il solo pensiero lo i nfastidisce e lo annoia. Le sue riflessioni lo turbano gi abbastanza. E proprio im possibile trovare un modo di farle comprendere a sua madre? E necessario, importa nte che ella capisca. Osokin, seduto, osserva sua madre mentre dentro di lui si scontrano le riflessio ni pi contrastanti. Avverte che lei preoccupata e allarmata; e questo fa si che t utti i ricordi della sua vita, sino al momento in cui andato dal mago, si faccia no sfocati e abbiano un apparenza sempre pi fantastica. La sua vita all e- stero, Z inaida, la casa grigia di Arbat dive abitava meno di un mese fa: tutto questo or mai diventato un sogno. Ma soprattutto non riesce a credere che sua madre debba morire, e non vuol ricordare il suo funerale. Pensare a questo, li, in quella st anza, in presenza di lei, un incubo, una fantasia irreale. Si sforza di non pensare al passato, tenta di dimenticarlo. In fondo al cuore sa bene che tutto ci realmente accaduto, ma ripensarci gli rende la vita sempliceme nte insopportabile. Tre settimane di vita in quel collegio hanno aperto un abiss o fra lui e l Osok