Testo A Il discorso del Vecchio Maggiore · 2014. 10. 17. · Prova 5 2 disca loro di morir di fame...

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Prova 5 1 PARTE PRIMA Testo A Il discorso del Vecchio Maggiore 6 quesiti Testo B Dove è più azzurro il fiume 16 quesiti Testo C Meditazione 16 quesiti Testo D Cervo rosso: non avremo il tuo scalpo 11 quesiti PARTE SECONDA Grammatica 12 quesiti Tempo a disposizione: 90 minuti Difficoltà: •• Parte Prima TestoA IldiscorsodelVecchioMaggiore Quando vide che tutti si erano bene accomodati e aspettavano attenti, il Vecchio Maggio- re si rischiarò la gola e cominciò: «Compagni, già sapete dello strano sogno che ho fatto la notte scorsa, ma di ciò parlerò più tardi. Ho avuto una vita lunga, ho avuto molto tempo per pensare mentre me ne stavo solo, […] e credo di poter dire d’aver compreso, meglio di ogni animale vivente, la natu- ra della vita su questa terra. Di ciò desidero parlarvi. Ora, compagni, di qual natura è la nostra vita? Guardiamola: la nostra vita è misera, faticosa e breve. Si nasce e ci vien dato quel cibo appena sufficiente per tenerci in piedi, e quelli di noi che ne sono capaci sono forzati a lavorare fino all’estremo delle loro forze […]. Non vi è animale in Inghilterra che, dopo il primo anno di vita, sappia che cosa siano la felicità e il riposo. Non vi è animale in Inghilterra che sia libero. La vita di un animale è miseria e schiavitù: questa è la cruda verità. Fa forse ciò parte dell’ordine della natura? Forse questa nostra terra è tanto povera da non poter dare una vita passabile a chi l’abita? No, compagni, mille volte no! Il suolo dell’Inghilterra è fertile, il suo clima è buono, e può dar cibo in abbondanza a un numero d’animali enormemente superiore a quello che ora l’abita. Solo questa nostra fattoria po- trebbe sostentare una dozzina di cavalli, venti mucche, centinaia di pecore, e a tutti po- trebbe assicurare un agio e una dignità di vita che vanno oltre ogni immaginazione. E al- lora dobbiamo continuare in questa misera condizione? Quasi tutto il prodotto del nostro lavoro ci viene rubato dall’uomo. Questa, compagni, è la risposta a tutti i nostri problemi. Essa si assomma in una sola parola: uomo. L’uomo è il solo, vero nemico che abbiamo. Si tolga l’uomo dalla scena e sarà tolta per sempre la causa della fame e della fatica. È la sola creatura che consuma senza produrre. Egli non dà latte, non fa uova, è troppo debole per tirare l’aratro, non può correre abbastanza velocemente per prendere conigli. E tuttavia è il signore di tutti gli animali. Li fa lavorare e in cambio dà ad essi quel minimo che impe- P R O V A 5 5 10 15 20

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Prova 5

1

Parte Primatesto a IldiscorsodelVecchioMaggiore 6 quesititesto B Doveèpiùazzurroilfiume 16 quesititesto C Meditazione 16 quesititesto D Cervorosso:nonavremoiltuoscalpo 11 quesiti

Parte seConDaGrammatica 12 quesiti

tempo a disposizione: 90 minutiDifficoltà: ••

Parte Prima

�� Testo�A� Il�discorso�del�Vecchio�Maggiore

Quando vide che tutti si erano bene accomodati e aspettavano attenti, il Vecchio Maggio-re si rischiarò la gola e cominciò:«Compagni, già sapete dello strano sogno che ho fatto la notte scorsa, ma di ciò parlerò più tardi. Ho avuto una vita lunga, ho avuto molto tempo per pensare mentre me ne stavo solo, […] e credo di poter dire d’aver compreso, meglio di ogni animale vivente, la natu-ra della vita su questa terra. Di ciò desidero parlarvi. Ora, compagni, di qual natura è la nostra vita? Guardiamola: la nostra vita è misera, faticosa e breve. Si nasce e ci vien dato quel cibo appena sufficiente per tenerci in piedi, e quelli di noi che ne sono capaci sono forzati a lavorare fino all’estremo delle loro forze […]. Non vi è animale in Inghilterra che, dopo il primo anno di vita, sappia che cosa siano la felicità e il riposo. Non vi è animale in Inghilterra che sia libero. La vita di un animale è miseria e schiavitù: questa è la cruda verità. Fa forse ciò parte dell’ordine della natura? Forse questa nostra terra è tanto povera da non poter dare una vita passabile a chi l’abita? No, compagni, mille volte no! Il suolo dell’Inghilterra è fertile, il suo clima è buono, e può dar cibo in abbondanza a un numero d’animali enormemente superiore a quello che ora l’abita. Solo questa nostra fattoria po-trebbe sostentare una dozzina di cavalli, venti mucche, centinaia di pecore, e a tutti po-trebbe assicurare un agio e una dignità di vita che vanno oltre ogni immaginazione. E al-lora dobbiamo continuare in questa misera condizione? Quasi tutto il prodotto del nostro lavoro ci viene rubato dall’uomo. Questa, compagni, è la risposta a tutti i nostri problemi. Essa si assomma in una sola parola: uomo. L’uomo è il solo, vero nemico che abbiamo. Si tolga l’uomo dalla scena e sarà tolta per sempre la causa della fame e della fatica. È la sola creatura che consuma senza produrre. Egli non dà latte, non fa uova, è troppo debole per tirare l’aratro, non può correre abbastanza velocemente per prendere conigli. E tuttavia è il signore di tutti gli animali. Li fa lavorare e in cambio dà ad essi quel minimo che impe-

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disca loro di morir di fame e tiene il resto per sé. Il nostro lavoro coltiva la terra, i nostri escrementi la rendono fertile, eppure non uno di noi possiede più che la sua nuda pelle».

(Testo tratto e adattato da: G. Orwell, La fattoria degli animali, Mondadori, Milano 2009; trad. di G. Bulla)

a1. Leggendo il brano si capisce che a parlare è:

a) un anziano militare B) un animale C) un essere umano non ben identificabile D) un fattore

a2. a che cosa si riferisce la frase «Di ciò desidero parlarvi» (r. 6)?

a) A un sogno fatto dal Vecchio Maggiore B) Alla natura della vita sulla Terra C) All’infelicità dell’uomo D) All’esistenza ingiustamente misera e sofferente degli animali

a3. Qual è «la cruda verità» denunciata dal Vecchio maggiore?

a) Gli animali conducono un’esistenza troppo faticosa B) L’uomo è un essere crudele C) Uomini e animali non potranno mai andare d’accordo D) La vita degli animali è fatta solo di miseria e schiavitù

a4. Quale accusa è rivolta all’uomo?

a) Di rubare quasi tutto il prodotto del lavoro degli animali B) Di non saper governare la fattoria C) Di far morire di fame gli animali D) Di far lavorare gli animali fino allo stremo delle loro forze

a5. Sulla base delle informazioni deducibili dal testo, il discorso del Vecchio maggiore si configura come:

a) un’arringa per spingere alla rivolta B) una celebrazione del genere animale C) un’apostrofe contro l’uomo D) una riflessione esistenziale

a6. Quale allegoria è possibile cogliere, secondo te, dietro le parole del Vecchio maggiore?

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�� Testo�B� Dove�è�più�azzurro�il�fiume

Era un tempo in cui i più semplici cibi racchiudevano minacce insidie e frodi. Non c’era giorno in cui qualche giornale non parlasse di scoperte spaventose nella spesa del merca-to: il formaggio era fatto di materia plastica, il burro con le candele steariche, nella frut-ta e verdura l’arsenico degli insetticidi era concentrato in percentuali più forti che non le vitamine, i polli per ingrassarli li imbottivano di certe pillole sintetiche che potevano tra-sformare in pollo chi ne mangiava un cosciotto. Il pesce fresco era stato pescato l’anno scorso in Islanda e gli truccavano gli occhi perché sembrasse di ieri. Da certe bottiglie di latte era saltato fuori un sorcio, non si sa se vivo o morto. Da quelle d’olio non colava il dorato succo dell’oliva, ma grasso di vecchi muli, opportunamente distillato.Marcovaldo al lavoro o al caffè ascoltava raccontare queste cose e ogni volta sentiva come il calcio d’un mulo nello stomaco, o il correre d’un topo per l’esofago. A casa, quando sua moglie Domitilla tornava dalla spesa, la vista della sporta che una volta gli dava tanta gioia, con i sedani, le melanzane, la carta ruvida e porosa dei pacchetti del droghiere e del salumaio, ora gli ispirava timore come per l’infiltrarsi di presenze nemiche tra le mura di casa. «Tutti i miei sforzi devono essere diretti, - si ripromise, - a provvedere la famiglia di cibi che non siano passati per le mani infide di speculatori». Al mattino andando al lavo-ro, incontrava alle volte uomini con la lenza e gli stivali di gomma, diretti al lungofiume. «È quella la via», si disse Marcovaldo. Ma il fiume lì in città, che raccoglieva spazzature scoli e fogne, gli ispirava una profonda ripugnanza. «Devo cercare un posto, - si disse, - dove l’acqua sia davvero acqua, i pesci davvero pesci. Lì getterò la mia lenza». Le gior-nate cominciavano ad allungarsi: col suo ciclomotore, dopo il lavoro Marcovaldo si spin-geva a esplorare il fiume nel suo corso a monte della città, e i fiumicelli suoi affluenti. Lo interessavano soprattutto i tratti in cui l’acqua scorreva più discosta dalla strada asfalta-ta. Prendeva per i sentieri, tra le macchie di salici, sul suo motociclo finché poteva, poi – lasciatolo in un cespuglio – a piedi, finché arrivava al corso d’acqua. Una volta si smarrì: girava per ripe cespugliose e scoscese, e non trovava più alcun sentiero, né sapeva più da che parte fosse il fiume: a un tratto, spostando certi rami, vide, a poche braccia sotto di sé, l’acqua silenziosa - era uno slargo del fiume, quasi un piccolo calmo bacino -, d’un colore azzurro che pareva un laghetto di montagna. L’emozione non gli impedì di scrutare giù tra le sottili increspature della corrente. Ed ecco, la sua ostinazione era premiata! Un battito, il guizzo inconfondibile d’una pinna a filo della superficie, e poi un altro, un altro anco-ra, una felicità da non credere ai suoi occhi: quello era il luogo di raccolta dei pesci di tut-to il fiume, il paradiso del pescatore, forse ancora sconosciuto a tutti tranne a lui. Tornan-do (già imbruniva) si fermò a incidere segni sulla corteccia degli olmi, e ad ammucchia-re pietre in certi punti, per poter ritrovare il cammino. Ora non gli restava che farsi l’equi-paggiamento. Veramente, già ci aveva pensato: tra i vicini di casa e il personale della dit-ta aveva già individuato una decina d’appassionati della pesca. Con mezze parole e allu-sioni, promettendo a ciascuno d’informarlo, appena ne fosse stato ben sicuro, d’un posto pieno di tinche conosciuto da lui solo, riuscì a farsi prestare un po’ dall’uno un po’ dall’al-tro un arsenale da pescatore il più completo che si fosse mai visto.

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A questo punto non gli mancava nulla: canna lenza ami esca retino stivaloni sporta, una bella mattina, due ore di tempo - dalle sei alle otto - prima d’andare a lavorare, il fiume con le tinche... Poteva non prenderne? Difatti: bastava buttare la lenza e ne prendeva: le tinche abboccavano prive di sospetto. Visto che con la lenza era così facile, provò con la rete: erano tinche così ben disposte che correvano nella rete a capofitto.Quando fu l’ora d’andarsene, la sua sporta era già piena; cercò un cammino, risalendo il fiume.- Ehi, lei! - a un gomito dalla riva, tra i pioppi, c’era ritto un tipo col berretto da guardia, che lo fissava brutto.- Me? Che c’è? - fece Marcovaldo avvertendo un’ignota minaccia contro le sue tinche.- Dove li ha presi, quei pesci lì? - disse la guardia.- Eh? Perché? - e Marcovaldo aveva già il cuore in gola.- Se li ha pescati là sotto, li butti via subito: non ha visto la fabbrica qui a monte? - e indica-va difatti un edificio lungo e basso che ora, girata l’ansa del fiume, si scorgeva, di là dei sa-lici, e che buttava nell’aria fumo e nell’acqua una nube densa d’un incredibile colore tra tur-chese e violetto. - Almeno l’acqua, di che colore è, l’avrà vista! Fabbrica di vernici: il fiu-me è avvelenato per via di quel blu, e i pesci anche. Li butti subito, se no glieli sequestro!Marcovaldo ora avrebbe voluto buttarli lontano al più presto, toglierseli di dosso, come se solo l’odore bastasse ad avvelenarlo. Ma davanti alla guardia, non voleva fare quella brutta figura. - E se li avessi pescati più su?- Allora è un altro paio di maniche. Glieli sequestro e le faccio la multa. A monte della fab-brica c’è una riserva di pesca. Lo vede il cartello?- Io, veramente, - s’affrettò a dire Marcovaldo, - porto la lenza così, per darla da intende-re agli amici, ma i pesci li ho comperati dal pescivendolo del paese qui vicino.- Niente da dire, allora. Resta solo il dazio da pagare, per portarli in città: qui siamo fuo-ri della cinta.Marcovaldo aveva già aperto la sporta e la rovesciava nel fiume. Qualcuna delle tinche doveva essere ancora viva, perché guizzò via tutta contenta.

(Testo tratto da: Italo Calvino, Marcovaldo ovvero le stagioni in città, Einaudi, Torino 1963)

B1. Perché marcovaldo decide di andare a pescare?

a) Lo desidera da tanto tempo e non ne ha mai avuto l’opportunità B) Vorrebbe procurare direttamente il cibo alla sua famiglia C) Vorrebbe imitare i suoi concittadini che svolgono spesso quest’attività D) Gliel’ha chiesto la moglie Domitilla

B2. Che cosa intende dire marcovaldo quando afferma «Devo cercare un posto… dove l’acqua sia davvero acqua, i pesci davvero pesci»?

a) Che vuole trovare un posto dove vi siano ancora cose naturali e genuine B) Che vuole trovare un posto dove vi siano pesci in abbondanza C) Che vuole trovare un posto dove poter pescare in tranquillità D) Che vuole trovare un posto dove avere un po’ di refrigerio

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B3. Con quale parola potrebbe essere sostituita «frodi» alla riga 1?

a) Pericoli B) Inganni C) Minacce D) Veleni

B4. Nel testo si legge: «ogni volta sentiva come il calcio di un mulo nello stomaco, o il correre d’un topo per l’esofago» (rr. 10-11). Quali sentimenti del protagonista ha voluto esprimere l’autore attraverso queste espressioni?

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B5. L’aggettivo «infide» riferito a mani (r. 16) significa:

a) maldisposte B) malaticce C) malfidate D) malefiche

B6. in quale delle seguenti affermazioni c’è un’evidente ironia?

a) Il pesce fresco era stato pescato l’anno scorso in Islanda e gli truccavano gli oc-chi perché sembrasse di ieri

B) Al mattino andando al lavoro, incontrava alle volte uomini con la lenza e gli stivali, diretti al lungofiume.

C) Una volta si smarrì: girava per ripe cespugliose e scoscese, e non trovava più alcun sentiero, né sapeva più da che parte fosse il fiume

D) Marcovaldo aveva già aperto la sporta e la rovesciava nel fiume.

B7. Quale delle seguenti parole non è sinonimo di «ripugnanza» (r. 19)?

a) Rifiuto B) Ribrezzo C) Repressione D) Repulsione

B8. Nella seguente parte del testo che tipo di focalizzazione prevale?

A questo punto non gli mancava nulla: canna lenza ami esca retino stivaloni sporta, una bella mat-tina, due ore di tempo – dalle sei alle otto – prima d’andare a lavorare, il fiume con le tinche… Po-teva non prenderne?

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B9. Che cosa rende le acque del fiume scovato da marcovaldo «d’un colore azzurro che pareva un laghetto di montagna» (rr. 28-29)?

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B10. «marcovaldo aveva già il cuore in gola» (r. 51) equivale a dire:

a) Marcovaldo era incuriosito B) Marcovaldo era spaventato C) Marcovaldo era arrabbiato D) Marcovaldo era spazientito

B11. Che cos’è l’«ansa» del fiume (r. 53)?

a) La sorgente B) La foce C) La sponda D) Una curva

B12. Nelle righe finali (Qualcuna delle tinche … contenta) individua la causa e l’effetto.

Causa: ......................................................................................................................

effetto: .....................................................................................................................

B13. Con chi parla marcovaldo alla fine del racconto?

a) Un pescatore B) La moglie C) Un industriale D) Una guardia

B14. indica quali informazioni relative a marcovaldo sono ricavabili dal testo e quali no.

Si ricava Non si ricavaa È sposato

b La mattina va a lavorare dopo le otto

c Si sposta in città con il ciclomotore

d Lavora come manovale

e Ha due figli

f È un pescatore “dilettante”

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B15. Quale dei seguenti enunciati esprime al meglio il messaggio del racconto?

a) Il racconto affronta il problema dell’inquinamento e della disoccupazione B) Il racconto, sotto la sua apparente leggerezza, affronta un problema molto at-

tuale: l’inquinamento C) Il racconto affronta il problema dell’inquinamento urbano D) Il racconto, pur affrontando il problema dell’inquinamento, è molto divertente

e ottimista

B16. il racconto è:

a) umoristico B) realistico C) drammatico D) noir

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�� Testo�C� Meditazione

Sfuma il turchino in un azzurro tutto stelle. Io siedo alla finestra, e guardo. Guardo e ascolto; però che in questo è tutta la mia forza: guardare ed ascoltare.

5 La luna non è nata, nascerà sul tardi. Sono aperte oggi le molte finestre delle grandi case folte d’umile gente. E in me una verità nasce, dolce a ridirsi, che darà10 gioia a chi ascolta, gioia da ogni cosa. Poco invero tu stimi, uomo, le cose. Il tuo lume, il tuo letto, la tua casa sembrano poco a te, sembrano cose da nulla, poi che tu nascevi e già15 era il fuoco, la coltre era e la cuna per dormire, per addormirti il canto. Ma che strazio sofferto fu, e per quanto tempo dagli avi tuoi, prima che una sorgesse, tra le belve, una capanna;20 che il suono divenisse ninna-nanna per il bimbo, parola pel compagno. Che millenni di strazi, uomo, per una delle piccole cose che tu prendi, usi e non guardi; e il cuore non ti trema,25 non ti trema la mano; ti sembrerebbe vano ripensare ch’è poco quanto all’immondezzaio oggi tu scagli; ma che gemma non c’è che per te valga30 quanto valso sarebbe un dì quel poco.

La luna è nata che le stelle in cielo declinano. Là un giallo lume si è spento, fumido. Suonò il tocco. Un gallo35 cantò; altri risposero qua e là.

(Testo tratto da: Umberto Saba, Il canzoniere (1900-1954), Einaudi, Torino 2004)

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C1. Quale delle seguenti affermazioni sintetizza meglio il contenuto del testo?

a) Il poeta, sveglio per tutta la notte, seduto alla finestra, medita sulla vanità e sul-la caducità della vita umana

B) Il poeta, sveglio per tutta la notte, seduto alla finestra, medita sul valore, spesso dimenticato, di alcune “conquiste” dell’essere umano come i beni materiali e la parola

C) Il poeta, sveglio già all’alba, seduto alla finestra, medita su alcuni aspetti della storia dell’uomo, come la “conquista” della parola

D) Il poeta, sveglio già all’alba, seduto alla finestra, medita sul valore delle picco-le cose nella vita di ciascun uomo

C2. Completa la seguente tabella relativa agli aspetti strutturali e formali della poesia.

Sì Noa Il testo è costituito da tre strofe di diversa lunghezza

b Il testo è composto da tutti endecasillabi

c Sono presenti alcune rime baciate

d Sono presenti assonanze

e Non sono presenti enjambement

C3. Dalla prima strofa si deduce che:

a) è sera B) è pomeriggio C) è piena notte D) è l’alba

C4. Nei versi 5-10 è presente una rima baciata: individuala e scrivila.

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C5. il verso 11 («Poco invero tu stimi…») costituisce:

a) un’antonomasia B) un’apostrofe C) un settenario D) una litote

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C6. Che cosa afferma il poeta nei versi 11-16?

a) Che l’uomo si accorge raramente dell’importanza di avere un tetto o un letto B) Che l’uomo ha compiuto enormi progressi nel corso della storia C) Che l’uomo moderno ha molti agi D) Che l’uomo, assuefatto ai beni e alle comodità della vita moderna, non pensa

mai all’importanza di ciascuna piccola cosa

C7. Nei versi successivi il poeta:

a) ribadisce il concetto B) chiarisce e approfondisce quanto affermato prima C) nega quanto affermato prima D) chiarisce il concetto attraverso un paragone

C8. Quale tra le seguenti parole è sinonimo di «coltre» (v. 15)?

a) Coperta B) Cenere C) Letto D) Tovaglia

C9. La parola «cuna» (v. 15), che significa «culla», è:

a) un neologismo B) un termine di uso letterario C) un dialettalismo D) una parola di uso comune

C10. Che cosa significa l’aggettivo «fumido» al verso 33?

a) Che emette fumo B) Che è umido C) Che emana luce D) Che sembra “dormire” nel silenzio della notte

C11. Nella terza strofa è ormai giunta l’alba: da quale elemento principalmente si può dedurre ciò? Scrivilo:

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C12. Quale delle seguenti può essere considerata parola-chiave del componimento?

a) Luna B) Casa C) Verità D) Gemma

C13. a quali versi è affidato il “nodo” della meditazione del poeta?

a) Versi 1-10 B) Versi 11-30 C) Versi 11-14 D) Versi 26-35

C14. Come è nel complesso il lessico della poesia?

a) Comune e di facile comprensione B) Aulico, ricco di termini propri solo dell’uso letterario C) Comune, con alcuni termini più ricercati e d’uso letterario D) Letterario, con molti neologismi e aulicismi

C15. e la sintassi?

a) Prevalentemente paratattica B) Ricca di inversioni C) Piana e ipotattica D) Prosastica

C16. Quale delle seguenti affermazioni relative allo stile è falsa?

a) Nel testo sono presenti rime identiche B) Il testo è caratterizzato da numerose iterazioni C) Gli enjambement contribuiscono a conferire un ritmo molto veloce al compo-

nimento D) Sono presenti poliptoti, come per esempio «valga-valso» ai versi 29-30

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�� Testo�D� Cervo�rosso:�non�avremo�il�tuo�scalpo

Londra. Tutto è cominciato qualche set-timana fa, con un articolo sparato sul-le prime pagine dei maggiori quotidiani britannici. I giornali annunciavano con tristezza la scomparsa dell’Exmoor Em-peror, soprannome del più grande cervo del Regno Unito, ovvero del più grosso mammifero in libertà esistente sul ter-ritorio nazionale. Un bestione possen-te, un «cervo rosso» alto quasi tre me-tri, che dominava da anni un branco nel parco di Exmoor, area protetta del Sud-Ovest dell’Inghilterra, nel Somerset. L’Imperato-re di Exmoor era diventato quasi un simbolo del Paese, qualcuno lo identificava addirittu-ra con Sua Maestà la regina Elisabetta, in virtù di una scena del film The Queen in cui la sovrana sembra immedesimarsi, commuovendosi, in un magnifico cervo.Senonché, adesso, il cervo Imperatore sembra sia morto. Ammazzato. Da un cacciatore che avrebbe atteso il momento propizio in cui l’animale, forse attirato o spaventato da qual-cosa, è uscito dalla zona protetta del parco nazionale per avventurarsi nell’adiacente ter-reno privato di un possidente. Lì lo avrebbe aspettato al varco il suo «assassino». Un col-po solo, per non rovinare la preda da impagliare. E poi via. Un paio di testimoni, che as-serivano di avere assistito alla scena, hanno dato la notizia alla stampa e questa l’ha tra-smessa alla nazione. Precipitandola nel cordoglio.Nei giorni seguenti, è scattata la «caccia» al cacciatore. Per scoprire chi era, quanto aves-se pagato al possidente per ottenere il permesso di appostarsi sul suo terreno, e dove si fosse nascosto con la preziosa preda. Un tabloid, a un certo punto, ha ottenuto e pubblica-to la foto, presa da lontano, di un uomo che sembrava sgozzare un grosso animale river-so in un campo: ecco la prova, ecco dunque l’«assassino». Mancava ormai solo il nome, l’identità. Gruppi animalisti, ma pure l’associazione per la protezione degli animali, pro-mettevano di perseguitarlo.Poi, una svolta nelle indagini. Un agricoltore ha detto di avere visto l’Imperatore. In un’al-tra zona del bosco. Sempre alla guida del suo branco. Correva, correva, a testa alta. Era si-curamente lui. Già, ma a leggere il resoconto dei giornali, non si capiva bene se era l’Im-peratore reale, quello che correva nei boschi una settimana dopo la propria presunta mor-te, oppure era il suo spettro che – come nelle fiabe – continuerebbe ad aggirarsi nel parco di Exmoor per l’eternità, magari tormentando in sogno il cacciatore che aveva creduto di eliminarlo con un semplice colpo di fucile.Ancora qualche giorno, e altre notizie hanno continuato a circolare arricchendo la vicenda di ulteriori particolari e ipotesi. Il cervo scambiato per l’imperatore, o lo spettro del me-desimo, in realtà altri non era, secondo una guardia forestale, che il figlio dell’Imperatore, ancora giovane ma già di dimensioni notevoli e con tutto il carattere del padre: morto un

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re, dopotutto, se ne fa un altro. E se non era il figlio, magari era il nipote, visto che i cer-vi figliano tutti gli anni. In ogni modo, ha obiettato un’altra fonte 24 ore più tardi, di nuo-vi re se ne possono trovare anche altrove: ed ecco apparire foto di enormi cervi in altre riserve naturali del regno, grandi come l’Imperatore di Exmoor; o quasi, o un po’ di più. Infine, ed è lo sviluppo più recente, un esperto naturalista ha commentato che di cervi la Gran Bretagna ne ha almeno duecentomila, decine di migliaia vengono eliminati legal-mente ogni anno, non solo per sport, ma anche per contenerne il numero, e l’Imperatore in questione aveva comunque quindici anni: si era riprodotto, era stato un grande leader del branco, ma avrebbe comunque presto passato il comando a un altro.Dove stia la verità, per il momento, è difficile stabilirlo. Viene in mente la deliziosa sto-riella raccontata dal grande scrittore umoristico inglese Jerome K. Jerome in Tre uomini in barca: il protagonista entra in un pub sul Tamigi pieno di pescatori, nota un grande pesce appeso alla porta, e chiede chi lo ha pescato. Ogni nuovo avventore gli racconta una sto-ria diversa, finché per un banale accidente il pesce cade a terra e va in frantumi: era fatto di coccio, insomma era un falso pesce. Oppure può venire in mente l’altrettanto delizioso apologo di Ennio Flaiano, Un marzia-no a Roma, tanta eccitazione, tante domande, all’inizio, alla fine soltanto una pernacchia nella notte romana per il povero marziano rimasto solo. Dell’Imperatore di Exmoor, in ef-fetti, a Londra non parla più nessuno: che sia morto, ancora vivo o diventato uno spettro. Per cui questa storia, più che dirci qualcosa sui cervi, ci racconta qualcosa su come sono fatti i media. E gli uomini…

(Tratto da: Enrico Franceschini, «Il Venerdì di Repubblica», 3 dicembre 2010)

D1. Qual è il tema centrale dell’articolo?

a) La tragica uccisione del cervo rosso B) La presunta uccisione del cervo rosso C) La falsa uccisione del cervo rosso D) La decisione di sostituire l’Imperatore di Exmoor

D2. Quale luogo fa da sfondo alla vicenda raccontata?

a) Il Regno Unito B) Londra C) Un parco naturale nel Somerset D) La cittadina di Exmoor

D3. L’aggettivo «sparato» riferito ad articolo (r. 2) significa:

a) scagliato B) lanciato C) esploso D) messo in risalto

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D4. Lo splendido esemplare di cervo rosso era considerato il simbolo:

a) del Paese B) della regina Elisabetta C) del popolo londinese D) del parco di Exmoor

D5. Nell’espressione «Precipitandola nel cordoglio» (riga 22) a chi si riferisce la particella pronomi-nale enclitica -la?

a) Alla notizia B) Alla stampa C) Alla nazione D) Alla scena

D6. rispetto alle affermazioni precedenti (righe 25-27), quale funzione viene espressa dalla frase: «ecco la prova, ecco dunque l’“assassino”»?

a) Ricava delle conseguenze B) Rende manifesta una conclusione C) Suggerisce un pensiero D) Introduce un contrasto

D7. il cervo che, dopo la sua presunta morte, è stato visto aggirarsi nel parco di exmoor è forse un fantasma. Chi ha avanzato questa ipotesi?

a) Un agricoltore B) Una guardia forestale C) I giornali inglesi D) Un esperto naturalista

D8. i due riferimenti letterari (Tre uomini in barca di Jerome K. Jerome e Un marziano a Roma di ennio Flaiano) cui ricorre l’autore nelle righe 50-59, rispetto al significato generale della vicen-da narrata, costituiscono:

a) un paragone B) una confutazione C) una conferma D) una negazione

D9. Come si potrebbe sostituire «magari» alla riga 41?

a) Quandanche B) Forse C) Piuttosto D) Persino

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D10. in ultima analisi, che valore ha la vicenda del cervo rosso, secondo l’autore dell’articolo?

a) Espone le precarie condizioni di vita dei cervi nelle aree protette B) Vuole dimostrare la malvagità del cuore umano C) Intende denunciare la spietatezza dei cacciatori D) Rappresenta un eloquente esempio di come funzionano i media

D11. i puntini sospensivi alla fine dell’articolo hanno la funzione di:

a) tacere una verità scomoda B) lasciare che il lettore termini da solo il pensiero che l’autore vuole esprimere C) obbligare il lettore a pensare ciò che l’autore non può dire esplicitamente D) insinuare un dubbio

Parte SeCoNDa

�� Grammatica

e1. ricorrendo all’elisione o al troncamento modifica nel modo corretto le seguenti espressioni, com-pletando la tabella.

Elisione Troncamentoa quale è

b nessuno altro

c qualcuna altra

d ciascuno uomo

e un poco

e2. in quale tra le seguenti frasi è presente un verbo intransitivo?

a) Sulla Guida turistica abbiamo trovato indicazioni chiarissime per arrivare al Louvre

B) Durante la lezione l’insegnante ci lesse alcune poesie famose C) Per la rabbia, chiusi con impeto la porta di casa D) Sofia gareggiò con grande impegno

e3. Nel seguente periodo tre segni di punteggiatura sono sbagliati. Quali?

«Ritorno adesso da una visita al mio padrone di casa: l’unico vicino con il quale avrò a che fare. Ma-gnifico paese, questo? Credo: che in tutta l’Inghilterra non avrei potuto trovare un luogo così disco-sto; da ogni rumore mondano».

(Emily Brontë, Cime tempestose) ...................................................................................................................................

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e4. Unisci le frasi inserendo il pronome relativo nella forma corretta.

a) Questo è il film .................................................................... parlavo ieri con Lorenzo.b) Mi piacciono i nuovi amici .................................................................... esci.

e5. Nella proposizione «Questa tua determinazione incoraggia anche lui», qual è la funzione logica delle parole sottolineate?

a) Attributo e apposizione del soggetto B) Attributi del soggetto C) Apposizioni del complemento oggetto D) Apposizioni del soggetto

e6. Nella proposizione «Bene, sono proprio soddisfatta del mio lavoro!» qual è la categoria morfo-logica della parola Bene?

a) Avverbio B) Pronome C) Interiezione D) Aggettivo

e7. Quale di queste frasi non contiene un complemento di fine?

a) Il parco è adatto per un pic-nic B) La discussione continuò per tutto il pomeriggio C) Ho comprato un costume da bagno D) L’esercito fu schierato a difesa del confine

e8. Distingui tra copula (C) e predicato verbale (PV) nelle seguenti proposizioni con il verbo essere.

C PVa Non essere curiosa!

b Il telefono è nella borsa

c Quel film è di un noto regista

d Sei arrabbiata?

e Sono certa della mia scelta!

e9. trasforma ogni frase interrogativa diretta nella corrispondente interrogativa indiretta, quindi trascrivila nello spazio sottostante.

a) Chiara mi chiese: “È meglio avvertire gli altri dell’accaduto?”

...................................................................................................................................

b) Marco disse: “Volete che vi aspetti alla fermata dell’autobus?”. ...................................................................................................................................

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e10. Nei seguenti periodi individua le frasi subordinate e stabilisci di che tipo sono, compilando la tabella.a. Per farsi trovare sempre preparata, rimane a studiare fino a tardi.b. Tuo cugino era così rammaricato da mostrarsi scostante con tutti.c. Si intestardiva a fare a modo suo, qualunque consiglio gli venisse dato.

Proposizione subordinata Tipo di subordinata

a. ………………………………………………………………

Relativa Soggettiva Consecutiva Finale

b. ………………………………………………………………

Concessiva Consecutiva Oggettiva Causale

c. ………………………………………………………………

Comparativa Condizionale Concessiva Oggettiva implicita

e11. Qual è il sinonimo dell’aggettivo «propizio»? a) Favorevole B) Nefasto C) Proposto D) Fissato

e12. Nel periodo «il presidente, lo pensano ormai in tanti, dovrebbe dimettersi» quella racchiusa tra le virgole è una proposizione:

a) incidentale B) dichiarativa C) coordinata D) subordinata

GriGlia di ValuTazioNEParte PrimaTesto aTesto BTesto CTesto dParte SecondaGrammatica

Il discorso del Vecchio MaggioreDove è più azzurro il fiumeMeditazioneCervo rosso: non avremo il tuo scalpo

… / 6… / 16… / 16… / 11

… / 12Totale … / 61