Tesina Nutrizione Livello Metabolico Carboidrati

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1 Corso di Laurea in Scienze della Nutrizione Umana I Carboidrati. Generalità e Metabolismo Cellulare Candidato Francesco Paolo Iavarone

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Tesina Nutrizione Livello Metabolico Carboidrati

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    Corso di Laurea in Scienze della Nutrizione Umana

    I Carboidrati. Generalit e Metabolismo Cellulare

    Candidato

    Francesco Paolo Iavarone

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    CARBOIDRATI ........................................................................................................................................ 3 LA DIGESTIONE ..................................................................................................................................... 4 ASSORBIMENTO .................................................................................................................................... 5 IL METABOLISMO CELLULARE DEI CARBOIDRATI .................................................................... 6 GLICOLISI ................................................................................................................................................. 7 TAPPE ....................................................................................................................................................... 9 LA VIA DEI PENTOSO FOSFATI ...................................................................................................... 10 IMPORTANZA DEL NADPH e G6PDH ........................................................................................... 13 BIBLIOGRAFIA .................................................................................................................................... 14 SITOGRAFIA ......................................................................................................................................... 14

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    CARBOIDRATI I carboidrati costituiscono la fonte di energia principale per lo svolgimento di tutte le funzioni

    organiche (mantenimento della temperatura corporea, battito cardiaco, funzioni cerebrali,

    digestione, lassorbimento degli altri fattori nutritivi, etc.) e la contrazione muscolare.

    La caratteristica principale dei carboidrati fornire calorie immediatamente disponibili per i

    processi energetici. Producono calorie dalla reazione tra carbonio e ossigeno.

    I carboidrati rappresentano la fonte della pi consistente quantit di energia in quasi tutte le

    diete.

    In natura sono pi abbondanti e meno costosi da ottenere, perch hanno una origine

    soprattutto vegetale, rispetto agli alimenti pi ricchi in proteine e grassi, che hanno prevalente

    origine animale.

    I carboidrati vengono "bruciati" durante le reazioni della respirazione cellulare (la glicolisi ed il

    ciclo di Krebs) ottenendo energia che viene immagazzinata nelle molecole di Adenosintrifosfato

    (ATP), anidride carbonica e acqua.

    A livello della loro struttura chimica, come i grassi, anche i carboidrati sono composti ternari,

    formati cio da tre molecole:

    carbonio (C);

    idrogeno (H);

    ossigeno (O).

    Questo consente ai carboidrati di potere essere trasformati in grassi, e costituire una riserva

    energetica di lungo periodo, e ai grassi di essere trasformati in carboidrati. Per quanto riguarda

    le proteine composte, oltre che da C, H, O, anche da azoto N, non possibile ricavarle da

    carboidrati e grassi proprio per la mancanza dell'azoto. Mentre possibile trasformare le

    proteine in grassi e carboidrati.

    I carboidrati sono la fonte energetica principale per lo svolgimento di tutte le funzioni

    dell'organismo come:

    -mantenimento della temperatura corporea;

    -battito cardiaco;

    -funzioni cerebrali;

    -digestione;

    -assorbimento di tutti i fattori nutritivi (macronutrienti e micronutrienti);ma soprattutto, sono

    la fonte energetica principale per l'esercizio muscolare.

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    Anche gli altri macronutrienti (grassi in primis, proteine ed alcool) forniscono energia. Ma i

    carboidrati, godono della caratteristica che le calorie che essi forniscono, sono

    immediatamente disponibili per compiere lavoro.

    Altre propriet, e non di poco conto dei carboidrati sono:

    -nella nostra dieta sono sempre presenti in alte percentuali, rispetto agli altri

    macronutrienti;

    -in natura sono abbondanti e meno costosi da ottenere, soprattutto per la loro origine

    vegetale, rispetto agli alimenti pi ricchi di proteine e grassi, che sono soprattutto di origine

    animale.

    LA DIGESTIONE La digestione dei carboidrati inizia nella bocca. La saliva contiene un enzima, l'amilasi salivare,

    che idrolizza i legami (alfa-glicosidico) dell'amido cotto, formando le destrine (carboidrati con

    un peso molecolare medio. La loro catena corta rispetto all'amido, quindi risultano di pi

    facile assorbimento).

    L'azione dell'amilasi salivare comunque molto limitata, sia a causa della limitata permanenza

    in bocca, che per l'ambiente acido dello stomaco.

    La digestione dei carboidrati riprende nell'intestino ad opera dell'amilasi pancreatica che

    idrolizza le destrine a maltosio. Successivamente, la digestione si completa ad opera

    dell'enzima maltasi, che idrolizza il maltosio e dell'enzima deramificante il quale, rompendo i

    legami delle ramificazioni, permette la liberazione del glucosio.

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    ASSORBIMENTO I monosaccaridi (fruttosio, glucosio e galattosio) sono assorbiti in piccola parte nello stomaco e

    nella maggior parte nell'intestino tenue, per opera dei villi intestinali. Da qui vengono riversati

    nella circolazione sanguigna e, attraverso la vene porta, raggiungono il fegato.

    Dal fegato possono: o essere direttamente trasformati in glicogeno formando le riserve di

    glicogeno epatico, oppure essere riversati nella circolazione sistemica attraverso la quale

    raggiungono le varie cellule dell'organismo.

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    IL METABOLISMO CELLULARE DEI CARBOIDRATI Tutti i carboidrati forniscono la stessa quantit di energia: 4Kcal per grammo. Tutti devono

    essere idrolizzati a monosaccaridi, per potere essere assorbiti. Dopo l'assorbimento vengono

    inviati al fegato attraverso la vena porta. Dal fegato, come viene evidenziato nella figura

    precedente, il glucosio ha tre alternative: 2 riguardano la possibilit di essere immagazzinato a

    riserva, l'altra quella di raggiungere le cellule dei tessuti dell'organismo e da li essere utilizzato

    per produrre energia.

    Nelle cellule, il glucosio viene utilizzato per produrre energia attraverso varie vie metaboliche:

    - la via metabolica anaerobica (La glicolisi anaerobica), la cui sede il citoplasma

    cellulare, questo l'unico meccanismo in grado di fornire rapidamente ATP, nell'uomo la

    glicolisi accoppiata alla respirazione aerobica (In presenza di ossigeno, il mitocondrio

    internalizza il piruvato, ossidandolo ulteriormente ad ottenere CO2 e acqua. Per questo motivo,

    l'attivit glicolitica nei mammiferi minore di quella dei microrganismi anaerobici: il numero di

    molecole di ATP che possono essere ottenute dalla ossidazione completa del piruvato, infatti,

    18-19 volte maggiore di quello proveniente dalla sola glicolisi.); La glicolsi un processo

    metabolico mediante il quale, in condizioni di anaerobiosi non stretta, una molecola di glucosio

    viene scissa in due molecole di piruvato al fine di generare molecole a pi alta energia, come 2

    molecole di ATP e 2 molecole di NADH per ogni molecola di glucosio utilizzata

    - La via dei pentosi fosfato

    La via dei pentoso fosfati (definita anche Shunt dell'Esosomonofosfato [HMP shunt] o PPP da

    Pentose phosphate pathway) un processo metabolico citoplasmatico, parallelo alla glicolisi, in

    grado di generare NADPH e zuccheri pentosi (a 5 atomi di carbonio). Costituisce la via

    alternativa seguita da tutti quei batteri che non possiedono nel loro bagaglio enzimatico

    l'enzima aldolasi, fondamentale per proseguire nella glicolisi a livello della quarta reazione delle

    cinque della fase preparatoria.

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    GLICOLISI

    Il glucosio la principale fonte energetica dell'organismo, in grado di fosforilare l'ADP e

    trasformarlo in ATP.

    Le reazioni che portano alla rottura del glucosio o di altre molecole ad alto contenuto

    energetico, sono ossidoriduzioni che avvengono in modo graduale.

    le prime tappe di questo complesso processo prendono il nome di glicolisi e avvengono nel

    citoplasma delle cellule.

    Si tratta di una serie di reazioni che inizialmente portano al consumo di 2 ATP per ogni

    molecola di glucosio, ma che poi permettono la produzione di 4 ATP, con un guadagno netto di

    2 ATP.

    4 gruppi fosfato si legano a molecole derivate dal glucosio e successivamente vengono ceduti

    per la formazione di 4 molecole di ATP.

    Durante il processo vengono inoltre prodotti 2 NADH.

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    Al termine della glicolisi, il glucosio stato trasformato in 2 molecole di acido piruvico, una

    molecola a 3 atomi di carbonio, che contiene ancora nei suoi legami una certa quantit di

    energia.

    La reazione complessiva :

    Glucosio + 2 ADP + 2 Pi + 2 NAD+--->2 Piruvato + 2 ATP + 2 NADH + 2 H+ + 2 H2O

    La glicolisi una via metabolica che si svolge nel citoplasma in assenza di ossigeno (anaerobiosi)

    e nei mitocondri (aerobiosi): riguarda il catabolismo del glucosio-6P.

    Il glucosio-6-fosfato intracellulare pu avere differenti destini. Infatti, nel fegato e nei muscoli

    pu prendere la via della glicogenosintesi per sintetizzare glicogeno, rispettivamente epatico e

    muscolare. Inoltre circa il 3% del glucosio intracellulare viene ossidato nella via dei pentoso-

    fosfati che principalmente preposta alla sintesi del NADPH (NAD-fosfato-ridotto) ed alla

    sintesi del ribosio-5-fosfato. Il NADPH viene utilizzato dalla cellula per i propri processi

    biosintetici; il ribosio-5-fosfato viene utilizzato per la sintesi di tutti i nucleotidi.

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    TAPPE

    (Fase di Investimento)

    Il glucosio intracellulare viene fosforilato per azione dell'enzima esochinasi e

    trasformato in glucosio-6-fosfato con consumo di una molecola di ATP

    ll passaggio successivo della glicolisi consiste nella isomerizzazione del glucosio-6-fosfato

    a fruttosio-6-fosfato ad opera dell'enzima fosfoglucosio isomerasi

    In seguito all'isomerizzazione, il fruttosio 6-fosfato viene sottoposto ad un'altra

    fosforilazione. L'enzima fosfofruttochinasi catalizza tale reazione fino alla produzione di

    fruttosio-1,6-bisfosfato, trasferendo un fosfato dall'ATP alla posizione 1 della molecola

    di fruttosio

    l fruttosio-1,6-bisfosfato prodotto dal precedente step , di fatto, la versione attivata

    vera e propria del glucosio, quindi la glicolisi pu avviare la degradazione vera e propria,

    producendo, grazie allazione dellenzima aldolasi, una scissione del fruttosio-1,6-

    bisfosfato in diidrossiacetone fosfato e gliceraldeide-3-fosfato

    La trioso fosfato isomerasi l'enzima deputato a convertire il diidrossiacetone fosfato in

    gliceraldeide-3-fosfato, il substrato unico del successivo step prelevando un H+ da un

    atomo di carbonio, spostandolo su un altro vicino: in questo modo il trioso passa dalla

    forma chetonica a quella aldeidica

    (Fase di Rendimento)

    La gliceraldeide-3-fosfato viene convertita in 1,3-bisfosfoglicerato dalla gliceraldeide-3-

    fosfato deidrogenasi.Tale reazione consiste nella somma di due processi: l'ossidazione

    dell'aldeide ad acido carbossilico mediata dal coenzima NAD+ (che si riduce a NADH) e la

    fosforilazione, (cio l'attacco di un gruppo fosfato) al gruppo carbossilico.

    La settima tappa della glicolisi consiste nell'inizio della vera e propria fase di recupero,

    che consiste nella produzione di ATP. Attraverso l'enzima, fosfoglicerato chinasi, infatti,

    l'1,3-bisfosfoglicerato cede un gruppo fosfato ad un ADP, che cos viene ricaricato ad

    ATP.

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    Reazione di arrangiamento lottava reazione della glicolisi consiste nel cambio di

    posizione del gruppo fosfato dal carbonio in posizione 3 a quello in posizione 2,

    attraverso la catalisi della fosfoglicerato mutasi

    La penultima reazione consiste in una disidratazione del 2-fosfoglicerato che porta alla

    formazione di fosfoenolpiruvato, un composto ad alta energia, ed acqua. Questa

    disidratazione catalizzata dall'enzima enolasi

    Nell'ultima tappa il fosfoenolpiruvato, ad opera della piruvato chinasi, viene anzitutto

    idrolizzato in enolpiruvato. Il gruppo fosfato viene ceduto ad un ADP per formare ATP.

    L'energia necessaria alla produzione di ATP proviene dalla conversione dell'enolpiruvato

    in piruvato, reazione fortemente esoergonica..La piruvato chinasi un enzima

    fortemente regolato: esso viene infatti inibito da acidi grassi, citrato e ATP, ovvero i suoi

    prodotti (feedback). Un tale controllo a valle garantisce che l'ATP venga prodotto solo in

    caso di effettivo bisogno. Esiste anche una regolazione a monte attuata dal fruttosio 1-6

    bisfosfato, il quale annulla l'inibizione (regolazione feed-forward).

    l piruvato il prodotto finale della glicolisi e, a seconda degli organismi e delle condizioni

    fisiologiche, pu andare incontro a diversi destini, tra cui la sua trasformazione in acetil-CoA

    tramite la decarbossilazione ossidativa.

    In anaereaobiosi si ha una sequenza lineare di reazioni, in cui gli intermedi sono tutti fosforilati

    per impedire che fuoriescano dalla cellula, suddivisa in 2 fasi:

    I FASE (consumo di ATP)

    consumo di 2 molecole di ATP per attivazione dei substrati (glucosio, fruttosio-6P)

    II FASE (produzione di ATP)

    rottura della molecola a 6 atomi di carbonio in 2 molecole a 3 atomi di carbonio

    2 reazioni di ossido-riduzione che, grazie alla presenza in 2 substrati (1,3BPG e PEP) di legami

    altamente energetici, conducono alla

    sintesi di ATP a livello del substrato

    cos definita per differenziarla dalla fosforilazione ossidativa che avviene nel mitocondrio

    accoppiata alla catena respiratoria.

    LA VIA DEI PENTOSO FOSFATI

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    La via dei pentosi, citoplasmatica, una via catabolica del glucosio e viene attivata secondo

    specifiche esigenze metaboliche. Lo scopo di questa via non di ossidare glucosio per produrre

    ATP, ma produrre RIBOSIO e NADPH + H+

    Il ribosio viene utilizzato per la sintesi dei nucleotidi liberi (ATP, GTP, CTP, UTP) e degli acidi

    nucleici.

    Il NADP+ costituisce, in forma ridotta NADPH + H+ il potere riducente, cio una forma di

    energia utilizzata in sede extra-mitocondriale per numerosi processi di biosintesi di molecole

    altamente ridotte (acidi grassi, colesterolo).

    NAD+ e NADP+, coenzimi molto simili per struttura, hanno ruoli completamente diversi in

    compartimenti cellulari differenti.

    NADH riossidato in catena respiratoria mitocondriale 3ATP

    NADPH impiegato nel citoplasma biosintesi di molecole altamente ridotte

    Questa via avviene nel fegato, tessuto adiposo, corteccia surrenale, tiroide, eritrociti, testicoli e

    muscoli (qui la quantit di G6P Deidrogenasi bassa quindi viene attivata da R5P)

    Esistono 2 fasi distinte:

    la fase ossidativa: Consiste nella generazione di 2 molecole NADPH e di una molecola di

    ribulosio-5-P

    la fase non ossidativa: riconversione dei pentosi in esosi

    Fase Ossidativa

    - Ossidazione del C1 del glucosio-6-fosfato al NADP+ ad opera della glucosio-6-fosfato

    deidrogenasi per generare una molecola di 6-fosfoglucono--lattone e produrre la prima

    molecola di NADPH.

    - Idratazione dettata dalla 6-fosfoglucono-lattonasi si ottiene un 6-fosfogluconato

    - Decarbossilazione Ossidativa dalla 6-fosfogluconato deidrogenasi per generare il

    ribulosio-5-fosfato (Ru5P) e un secondo NADPH.

    - Il Ru5P viene facilmente convertito in ribosio-5-fosfato da una fosfopentosio isomerasi

    oppure a xilulosio-5-fosfato (Xu5P) da una fosfopentosio epimerasi.

    Fase non ossidativa

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    - Il D-ribulosio-5-P produce xilulosio-5-P tramite l'enzima fosfopentosio epimerasi e D-

    ribosio-5-P tramite l'enzima fosfopentosio isomerasi

    - Il D-xilulosio-5-P e il ribosio-5-P vengono ricombinati dall'enzima transchetolasi a dare

    D-gliceraldeide-3-P e D-sedoeptulosio-7-P

    - La D-glIceraldeide-3-P e il D-sedoeptulosio-7-P vengono ricombinati dall'enzima

    transaldolasi a dare D-fruttosio-6-P e D-eritrosio-4-P

    - Il D-eritrosio-4-P viene ricombinato dall'enzima transchetolasi con D-xilulosio-5-P

    (prodotto dal D-ribulosio-5-P) a dare D-gliceraldeide-3-P e D-fruttosio-6-P

    Lo schema sopra dimostra la relazione che persiste tra glicolisi e via del p5 con il glucosio-6-

    fosfato (G6P) e Gliceraldeide-3-Fosfato (GAP) quasi condivisi. Il processo dar piruvato dal

    quale si produrr Acetil-Coa ed anidride carbonica i quali entreranno nel ciclo dellacido citrico

    con produzione di FADH2 e NADH dentro la fosforilazione ossidativa questultima generatrice di

    ATP

    Il prodotto di questa via metabolica quindi

    -nella fase ossidativa: 1 NADPH (reazioni biosintesi riduttive) e 1 Ribosio-5-P (sintesi nucleotidi)

    -nella fase non ossidativa: 2 moli di Fruttosio-6-Fosfato e 1 mole di Gliceraldeide-3-Fosfato che

    protranno essere impegnati nella glicolisi e gluconeogenesi.

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    IMPORTANZA DEL NADPH e G6PDH

    Tessuti ed organi devono provvedere autonomamente a procurarsi Ribosio-5-fosfato per la

    sintesi di nucleotidi ed acidi nucleici pertanto il significato metabolico della via dei 5p sta

    proprio nellimportanza del NADPH per produrre colesterolo, acidi grassi ed ormoni.

    Medesima importanza da attribuire allenzima che converte il G6P in 6-fosfoglucono--

    lattone cio la G6PDeidrogenasi. Questo un enzima chiave, impone il ritmo della via e

    mantiene il glutatione ridotto, potente antiossidante che combatte i ROS presenti nelle cellule.

    Una dieta con unalta quota di carboidrati sicuramente favorisce elevati livelli di questo enzima,

    daltro canto, in caso di deficit, i gruppi solfidrilici dellemoglobina non possono pi essere

    mantenuti nella forma ridotta, si creano pertanto legami crociati tra molecole di emoglobina

    formando i corpi di Henz danneggiando cos le membrane, preda dei ROS con deformazione e

    lisi cellulare

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    BIBLIOGRAFIA

    I principi di biochimica di Lehninger, di David L. Nelson, Michael M. Cox Ed. Zanichelli

    Shils ME, Shike M, Ross AC, Caballero B, Cousins RJ, eds. Mo- dern Nutrition in Health and

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    SINPE. Manuale di nutrizione artificiale. II edizione 2007. Alfredo Guida Editore, 2007.

    SINPE. Precisazioni in merito alle implicazioni bioetiche della Nu- trizione Artificiale.

    http://www.sinpe.it/Documenti/files/299.pdf.

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    SITOGRAFIA

    www.wikipedia.it

    http://motricitascuola.artervista.org

    http://snu.unisanraffaele.gov.it

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