Tesina 2014/15: Enrico Berlinguer - la passione, il coraggio, le idee

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9 Anno scolastico: 2014/2015 Enrico Berlinguer la passione, il coraggio, le idee

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Anno scolastico: 2014/2015

Enrico Berlinguerla passione, il coraggio, le idee

Yuri Ferrari, classe 5a D

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la passione le idee

il coraggio

Enrico Berlinguer

Psicologia:- La psicologia dell’elettore- La Questione Morale

Storia:- Padova e i funerali di

Berlinguer

Inglese:- The Rip from Moscow

Storia:- Il Compromesso

Storico- L’Alternativa

Democratica

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Indice: La psicologia dell’elettore

o La democrazia dei partiti pag. 04-05o La democrazia del pubblico pag. 05o Dicono di Enrico pag. 05

La politica di Enrico Berlinguero Il Compromesso Storico pag. 06o L’Alternativa Democratica pag. 07

The Rip from Moscow pag. 08-09

La Questione Morale pag. 10-11

Padova e i funerali di Berlinguer pag. 12-13

Conclusione pag. 14

Fonti pag. 15

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La psicologia dell’elettore “Quello che mi ha sempre colpito di più della democrazia è la sua duttilità, la capacità di evolversi sempre ma conservando una continuità di cui spesso fatichiamo ad accorgerci”Bernard Manin, politologo francese

o La democrazia dei partitiSecondo il politologo Bernard Manin l’elettore per scegliere il partito o il leader a cui affidarsi ha sviluppato diversi metodi di giudizio che con il passare degli anni hanno subito, subiscono e subiranno molti cambiamenti. Sempre secondo il suo studio, dalla nascita degli Stati liberaldemocratici in Europa, quindi post-seconda rivoluzione

industriale, inizio ‘900, abbiamo finora assistito a tre variazioni del metro di giudizio per la scelta di voto dell’elettore.Manin pone in questione dunque il parlamentarismo, che si estingue circa nel secondo dopoguerra, la democrazia dei partiti, che in Italia viene sostituta dalla democrazia del pubblico con la fine della cosiddetta “prima repubblica”. Prendendo in esame solamente le ultime due, poiché sono quelle che la Repubblica Italiana ha potuto verificare, notiamo come gli studi di Manin si affermino.

Nella democrazia dei partiti infatti Manin sostiene che il voto dell’elettore sia molto influenzato dalla classe sociale a cui appartiene e dal partito che principalmente la rappresenta. Il leader non è più una persona di fiducia o che gli elettori hanno conosciuto direttamente, come nel parlamentarismo, ma un esperto o un attivista, che determina le priorità del programma di partito, ma solo dopo una discussione interna e che coincida con l’espressione pubblica.Per l’elettore è importante che ci sia una forte opposizione, ma anche uno scambio di opinioni e il raggiungimento di compromessi tra i vari partiti e i corporativismi, come i sindacati.

Bernard Manin, politologo francese (1951-)

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I principali partiti politici italiani hanno risposto perfettamente a queste caratteristiche.

o La democrazia del pubblicoCon l’elezione di Bettino Craxi Presidente del Consiglio, invece, si proclama in Italia la democrazia del pubblico: si abbandonano i colori di partito, e tutto il metro di giudizio dell’elettore si basa sul leader, sulla sua immagine e imposizione.Quindi il leader dev’esser un buon comunicatore, esperto dei media, una persona a cui l’elettorato espone fiducia.Di primaria importanza sono il dibattito politico e l’opposizione che si manifestano solo attraverso i media, superando l’istituzione parlamentare.

I partiti prendono forma dal o con il leader, e quando quest’ultimi escono di scena, anche il partito è prossimo al declino.

o Dicono di EnricoEnrico Berlinguer come segretario del Partito Comunista Italiano ha imposto delle tecniche di comunicazione e delle prese di posizione politica tali da rientrare in entrambi i metri di giudizio dell’elettore.Difatti, il suo programma politico vede in prima linea rappresentati il suo elettorato di bandiera e lui stesso è eletto all’interno del partito (democrazia dei partiti); ma la sua figura prende una forma che si caratterizza perfettamente con la democrazia del pubblico.Colui che “vota comunista”, non vota propriamente il PCI, ma Enrico Berlinguer, molto si basa sulla sua immagine e imposizione e quando quest’ultimo esce tragicamente di scena, anche il partito si sgretola e cessa di esistere.

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La politica di Enrico Berlinguer“Un movimento con cui avevamo entrambi identificato la nostra vita”Giorgio Napolitano, politico italiano

o Il Compromesso StoricoL’11 Settembre 1973 un colpo di Stato in Cile, promosso dagli USA, rovescia il governo socialista di Salvador Allende, e Augusto Pinochet ha così modo di instaurare una delle più sanguinose dittature della storia.Lo sgomento, a livello internazionale, fu grande, ma colpì in particolare Berlinguer, che vedeva nel governo di Allende la prova che fosse possibile una terza via per il socialismo, nella democrazia e nella libertà.Dopo il golpe cileno, maturò la convinzione che gli USA volessero far fare all’Italia la stessa fine, qualora vi fosse stata una vittoria delle Sinistre al governo del paese. Del resto, la cartina di quegli anni vedeva la Spagna, il Portogallo e la Grecia rette da dittature supportate dagli USA, proprio in funzione anticomunista.La crisi politica ed economica italiana era un fattore destabilizzante in Europa e nel mondo, e in qualche modo bisognava porvi rimedio, evitando l’avvento dei comunisti al governo.Berlinguer si convinse che, almeno in quel momento, in Italia non fosse sufficiente che il PCI e il PSI raggiungessero assieme il 51% per poter governare, ma servisse uno schieramento più ampio, che coinvolgesse tutte le forze progressiste e popolari, compresa quella cattolica.Quello che voleva fare dunque Berlinguer con il compromesso storico era legittimare il PCI come un attore di governo affidabile sulla scena internazionale, in modo da garantire un’alternativa al sistema di governo della Democrazia Cristiana e dei suoi alleati, che per trent’anni avevano governato l’Italia.

Enrico Berlinguer e Aldo Moro nel 1977

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Aldo Moro fu l’interlocutore di questo tema, riuscendo a portarsi dietro la gran parte della Democrazia Cristiana, o almeno così si credeva, perché quando il 9 Maggio 1978 muore Moro, muore anche il compromesso storico. La DC tirò la corda finché poté, cercando di concedere il minimo ottenendo il massimo. Berlinguer si rese conto che così non poteva andare avanti e ruppe con la DC sulle questioni economiche e del lavoro.

o L’Alternativa Democratica“<Lei all’epoca del compromesso storico teorizzò che più o meno serviva il 70% dei voti per governare e adesso invece dice che basta il 51%. Che cosa è cambiato?>< […] Il 51% è necessario dal punto di vista della base parlamentare per fare un governo. Tuttavia io ritengo che poi un governo che si formasse con questa base così ristretta dovrebbe lavorare non contro tutto il 49%, ma per conquistare nell’opinione pubblica il consenso più largo.>”Gianni Minoli intervista Enrico Berlinguer – Mixer, Rai2, 27 Aprile 1983

Dopo la insoddisfacente esperienza con la DC, Enrico Berlinguer pone come obbiettivo del PCI due elementi di carattere Marxista che solo il suo partito avrebbe potuto seriamente realizzare: si tratta della costruzione di una società di liberi ed uguali e la guida di una lotta continua degli uomini e delle donne per la produzione delle condizioni della loro vita.La principale diversità del Partito Comunista Italiano rispetto alle altre forze politiche italiane sta proprio in questo fattore, oltre ai requisiti morali e ai titoli politici che il PCI possiede e che gli altri partiti stanno sempre più perdendo.

Un partito del movimento operaio qual è il PCI non ha rinunciato a perseguire l’obbiettivo e a lottare per un mutamento radicale della società. Porre in discussione

e prospettare una sistemazione

profondamente diversa dei rapporti che stanno alla base della struttura economica e sociale.Berlinguer vedeva lontano, e già da allora

Enrico Berlinguer a un Congresso del PCI

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vedeva la necessità di elaborare un’Alternativa Democratica ad un sistema prossimo all’implosione.

The Rip with Moscow“Il Comunista più pericoloso”Henry Kissinger, politico statunitense“Penso che abbiano tentano di ammazzarlo”Emanuele Macaluso, politico italiano sui fatti di Sofia

“The most dangerous communist”Henry Kissinger, American politician“I think they tried to kill him”Emanuele Macaluso, Italian politician about Sofia’s even

The international outrage of PCI with regard to Soviet leader-party has faraway origin. Immediately after the Liberation the strategy of Togliatti’s progressive democracy was seen like eyewash to Moscow and already at the time in the PCI’s Leadership there was who, like Umberto Terracini, praised for a break with Soviets after the first reunion of Cominform. For Berlinguer and all Italian Communists the USSR was still the birthplace of realised socialism, the guiding light of the revolution, the earthly paradise suitable for all.The myth of USSR shattered in 1956 with the Cruščëv’s report at the Congress of PCUS in which the crimes of Stalin was express public and then with the Soviet panzers in Hungary.Berlinguer lived the end of rationality communism, adhering to the prudence starting of Togliatti, but he passed the reticences on democratic question, he approved the pluralism and the alternation and he put the basis for a long way that brought, twenty-seven years later, the ninety-five per cent of PCI to say “yes” at the rip with Moscow: It was in that assembly that Togliatti launch the formula of the unity in diversity, supporting that there was no more a leader-State and a leader-party.We can good understand why the Soviet saw the election of Berlinguer as leader of PCI as a jinx and they planned in 1973 the homicide of the Italian

Il mondo divisa in due blocchi: USA e URSSThe world separate in two blocks: US and USSR

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leader, exactly when Berlinguer was reflecting on Historic Compromise. The aggression at his life took place in Sofia, Bulgaria: a military lorry come out from nowhere and hit the target: Berlinguer’s car. It was only by a miracle that he survived.While working on the autonomy from Moscow, Berlinguer put immediately the question of the surrender of the economics helps, that he succeed to get although

little Soviet contrast. It is at the same period that we can find the unexpected interview about NATO and the speech in Moscow about the right on autonomy, that went on with the speech for the 60° anniversary of the October Revolution, in which he saw democracy as universal value.Only Berlinguer has the courage to continue, enough for to earn an international fame. He become also a problem for US; they called him the “red danger”.The birth of the “European way for socialism” was the united political meeting Berlinguer-Marchais in Bologna in 1973, and after the political meeting with Carrillo and Hobsbawm.The purpose of Eurocommunism was a society where the democracy resulted extended in all its aspects and where the economic’s management was based in a public-private format. At an international level the fundamental question was gain an independent position from Moscow, rejecting any leader-party or leader-State and claiming the autonomy of parties' politic elaboration in accordance with each State's situation.Marchais and Carrillo never had the courage to confront openly the discord with Soviet in Russia and the project failed, also if today there are many democratic openness from many communism parties at an international level that are inspired at Eurocommunism ideology.

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La Questione Morale “Il crollo della Prima Repubblica ha inizio con la famosa intervista rilasciata da Berlinguer a Eugenio Scalfari”Carlo Doge Junior, giornalista italiano“Qui siamo chiaramente in presenza di un’associazione a delinquere”Sandro Pertini, politico italiano

“I partiti hanno degenerato e questa è l’origine dei malanni d’Italia”. Nessun leader nel tempo aveva mai osato tanto.La Questione Morale è la denuncia di Enrico Berlinguer nei confronti dei partiti politici e della classe politica che ha abbandonato l’interesse per i propri elettori e cittadini e conserva solo un mero obbiettivo proprio, quale mantenere intatte e/o accrescere se stesso e i soldi nelle proprio tasche. Ma ci sono dei comportamenti di trasparenza nei vertici dell’amministrazione pubblica che devono essere mantenuti per evitare che il cittadino pensi che la cosa pubblica non sia amministrabile in maniera imparziale.La gente si allontana dalla politica, perché pensa che la politica, in un Paese dove la mobilità sociale è ferma non sia lo strumento per migliorare le condizioni di vita di tutti, ma sia lo strumento per migliorare le proprie condizioni di vita.Quando dai vertici dello Stato non viene dato l’esempio allora perché io devo essere così fesso da rispettare le regole. Il cittadino si convince che deve andare a cercarsi il suo sacro santo diritto sotto forma di favore per il politico o mafioso.Quando Enrico Berlinguer parlava di Questione Morale non lo faceva contro i partiti contro le istituzioni, contro la Repubblica, ma lo faceva per salvare i partiti, per salvare le istituzioni, per salvare la Repubblica.Quando si parla di questione morale, quando si entra nelle istituzioni pubbliche e si rispetta un mandato di diritto, prima ancora di un rispetto per gli elettori c’è un rispetto che bisogna dare a coloro che sono morti e che hanno dato a me il diritto di parlare e a noi il diritto di ascoltare, perché come diceva Calamandrei “la

Enrico Berlinguer e Eugenio Scalfari

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Costituzione non è stata scritta con l’inchiostro, ma col sangue di centinaia di migliaia di giovani che hanno dato la vita per un ideale, per darci la libertà.”Tuttavia non possiamo pretendere il cambiamento dagli altri, ma da noi stessi anche in ogni piccola cosa.Ed è questo che faceva Enrico Berlinguer, lui dava l’esempio, lui non parlava di questione morale, lui la incarnava, lui era un uomo profondamente morale nel senso che era convinto che dietro a ogni scelta politica ci dovesse essere una scelta morale coerente coi propri ideali.

“I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze ed i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l’iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, ciascuna con un boss e dei sotto-boss.I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni, a partire dal governo. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai tv, alcuni grandi giornali.

La questione morale non si esaurisce nel fatto che, essendoci dei ladri, dei corruttori, dei concussori in alte sfere della politica e dell’amministrazione, bisogna scovarli, bisogna denunciarli e bisogna metterli in galera. La questione morale, nell’Italia di oggi, secondo noi comunisti, fa tutt’uno con l’occupazione dello Stato da parte dei partiti governativi e delle loro correnti, fa tutt’uno con la guerra per bande, fa tutt’uno con la concezione della politica e con i metodi di governo di costoro, che vanno semplicemente abbandonati e superati. Ecco perché dico che la questione morale è il centro del problema italiano. Ecco perché gli altri partiti possono provare d’essere forze di serio rinnovamento soltanto se aggrediscono in pieno la questione morale andando alle sue cause politiche.”

Enrico Berlinguer a Eugenio Scalfari, nella storica intervista per La Repubblica, 28 Luglio 1981

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Padova e i funerali di Berlinguer“Compagni, lavorate tutti, casa per casa, strada per strada, azienda per azienda”Enrico Berlinguer, l’ultimo comizio

Il 7 giugno 1984 Enrico Berlinguer arriva a Padova per tenere un piccolo comizio.Le immagini di tal comizio sono terribili, eppure sono il miglior riassunto della Passione di Enrico Berlinguer: benché Alberto Menichelli e gli altri uomini della scorta cercassero inutilmente di farlo scendere dal palco, nonostante la folla lo invitasse a smettere, lui rimase lì, testardo, continuando a parlare. Saltò numerose pagine, ma concluse il suo discorso. La corsa in ospedale si rivelò inutile e dopo un coma durato tre giorni, Enrico Berlinguer muore.

“Un popolointero trattiene il respiro e fissa la

bara,sotto al palco e alla fotografia.

La città sembra un mare di rosse bandiere

e di fiori e di lacrime e di adii.”Modena City Ramblers, testo

canzone “I Funerali di Berlinguer”

Il 13 giugno 1984 a Roma, in Piazza San Giovanni si raduno il più grande cordone funebre d’Italia. Due milioni di cittadini a onorare Enrico Berlinguer, in prima fila il Presidente della Repubblica Sandro Pertini.

“Gli amici e i compagni lo piangono, i nemici gli rendono onorePertini siede impietrito, qualcosa è morto anche in luiPajetta ricorda con rabbia, e parla con voce di tuono,ma non può riportarlo tra noi.”

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Modena City Ramblers, testo canzone “I Funerali di Berlinguer”

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“Il partito di Berlinguer era quello dell’onestà, della speranza civile, del riscatto sociale. Era composto e diretto da persone che credevano in quello che dicevano, oneste e colte, e da milioni di semplici cittadini che sentivano di partecipare a un progetto generale e riempivano la loro esistenza del significato, civile e morale, di un’identità laica, di una missione in cui la parola politica trovava, nelle assemblee dei gruppi di contadini o nelle cellule di fabbrica, il suo senso popolare più vero. Il PCI di Berlinguer fu questo.”Giorgio Gaber

Caro Enrico, eri così leggero quando ti presi in braccio...

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Fonti: Bibliografia:

Francesco Piccolo, Il desiderio di essere come tutti, Einaudi, 2014

A cura di Walter Veltroni, Quando c’era Berlinguer, Rizzoli, 2014

Giuseppe Fiori, Vita di Enrico Berlinguer, Editori Laterza, 1989

A cura di Pierpaolo Farina, Casa per casa, strada per strada. La passione, il coraggio, le idee, Melampo Editore, 2013

Alberto Menichelli, In auto con Berlinguer. Quindici anni con il segretario del PCI, Wingsbert House, 2014

A cura di Luca Telese e Eugenio Scalfari, La Questione Morale: la storica intervista di Eugenio Scalfari, Aliberti Editore, 2012

Bernard Manin, Principi del governo rappresentativo, Il Mulino, 2010

Filmografia:Berlinguer ti voglio bene, regia di Giuseppe Bertolucci, 1977

Quando c’era Berlinguer, regia di Walter Veltroni, 2014

Sitografia generale:www.enricoberlinguer.itwww.qualcosadisnistra.itwww.pierpaolofarina.itwww.wikipedia.itwww.democraziaoggi.itwww.transparencyinternational.it