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Università degli Studi di Firenze Facoltà di Medicina e Chirurgia
Corso di laurea specialistica in:
Scienze delle Professioni Sanitarie della Riabilitazione (SNT-SPEC/2 - Classe delle Lauree specialistiche
nelle scienze delle professioni sanitarie della riabilitazione)
A.A. 2009/2010
TITOLO DELLA TESI
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella programmazione dei percorsi formativi
(*) Timbro del corso di L.S. In originale
Relatore Prof. Sandro Cortini
Tesi di laurea Patrizio Carratta
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
1
Ai miei Genitori e ai miei fratelli Luca e Francesco
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
2
Un profondo ringraziamento meritano tutti coloro coi quali ho avuto il piacere di collaborare in questi anni e che vivendo con fierezza la propria professione hanno nobilitato la mia persona: mio zio Antonio Pasca, il Dr. Saverio Frosini e il Dr. Lorenzo Frosini, il Dr. Romolo Fedeli e tutta l’U.O. da lui diretta, il Dr. Francesco Paolo Fornaro, il Dr. Antonio Bruno, le ortottiste guidate con raffinata intelligenza dalla Dr.ssa Tina Greco dell’A.O. “Panico” di Tricase, la Dr.ssa Emanuela Scarlino, la Dr.ssa Roberta Riccardi e la Dr.ssa Annalisa Renna.
Si ringraziano, inoltre, per le preziose indicazioni nello sviluppo di questa tesi il Prof. Sandro Cortini e la Prof.ssa Patrizia Galantini.
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
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Sommario
INTRODUZIONE 5
CAPITOLO 1 – CORSI DI LAUREA NELL’AREA DELLA RIABILITAZIONE 9
CAPITOLO 2 – CONFERENZA PERMANENTE DELLE CLASSI DI LAUREA DELLE PROFESSIONI SANITARIE 13
Meeting d’autunno 2007 15
Meeting di primavera 2008 18
Meeting d’autunno 2008 19
Meeting di primavera 2009 21
Meeting d’autunno 2009 24
Meeting di primavera 2010 25
Meeting d’autunno 2010 27
CAPITOLO 3 – PROCESSO DI BOLOGNA, DALLA DICHIARAZIONE DELLA SORBONA ALL’INCONTRO DI BUCAREST NEL 2012 30
Bologna (1999) 30
Praga (2001) 35
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
4
Berlino (2003) 36
Bergen (2005) 38
Londra (2007) 40
Leuven (2009) 41
Budapest e Vienna (2010) 43
CAPITOLO 4 – PROFILO DELL’ORTOTTISTA E PROSPETTIVE FORMATIVE 47
Fonti di riferimento Europeo 47
Elementi giuridici della professione 48
Corso di Laurea Specialistica nel settore Sanitario 51
CAPITOLO 5 – CORE COMPETENCE DELL’ORTOTTISTA 55
Contesto Internazionale e Attività di Ricerca 55
Ambiti operativi attualmente riconosciuti 63
Progress Test e requisiti minimi per la formazione 66
Descrittori di Dublino 69
Principi e standard del tirocinio professionale 71
CONCLUSIONI 80
BIBLIOGRAFIA 86
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
5
Introduzione
Il profilo professionale dell’Ortottista, svolge la sua attività in
ottemperanza alla stretta e reciproca collaborazione tra diverse figure,
mediche ed infermieristiche. Il diretto e più frequente collaboratore resta
l’Oculista, ma spesso Pediatri, Neurologi, Posturologi, Fisiatri,
Otorinolaringoiatri, Medici Curanti, Medici Legali e Medici del Pronto
Soccorso incontrano esigenze di una specifica valutazione che l’Ortottista
ha la possibilità di fornire loro sia con strumentazioni di comune utilizzo
della propria pratica clinica, sia con la valutazione eminentemente
funzionale del Paziente.
Le mie esperienze lavorative con professionisti che hanno saputo
rappresentare una fonte di insegnamento, prima di tutto sotto l’aspetto
della crescita personale e successivamente dal punto di vista
professionale, mi ha consentito di raggiungere un livello di capacità
operativa che si è potuto esprimere nel confronto alla pari tra tutti gli
attori del Sistema Sanitario lasciando il Paziente con la sua
malattia/patologia e la sua Richiesta di Salute al di sopra di ogni parte.
Ma questo principio corre quotidianamente, e a volte
involontariamente, infiniti rischi di essere offuscato; prima di tutto per
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
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una crescente esigenza di dover spesso infondere un valore organizzativo
non trascurabile dal punto di vista lavorativo tra gli operatori sanitari, poi
per una facile propensione all’insorgenza di difficoltà relazionali e di
competenza professionale che possano scaturire da un numeroso
intreccio di profili, ed infine per la gestione stessa del paziente che si
muove su attitudini personali che frequentemente variano da
esaminatore a esaminatore.
L’etica, in tutto questo panorama, gioca il proprio ruolo di
mediatore e stabilizzatore dei rapporti umani. L’eterogeneità delle
conoscenze dei professionisti acquisisce il suo peso nella cura e nel
trattamento della malattia, andando a volte a scontrarsi con pareri
specialistici egualmente supportati da un’evidenza scientifica che cerca di
mantenere il proprio valore “super partes”.
Proprio in ambito universitario ho potuto comprendere quanto
l’area della Riabilitazione sia estremamente articolata e di difficile
regolamentazione, dove molti professionisti non sempre prendono
coscienza del fatto che le difficoltà sono analoghe anche se il campo
d’azione è profondamente differente.
L’approccio risolutivo delle diverse problematiche, infatti,
varrebbe la pena cercare di trovarlo in un punto comune dove l’incontro
di tutte le figure professionali potrebbe garantire un’influenza maggiore
nel tentativo di superare gli stessi ostacoli che bloccano o limitano lo
sviluppo di tutti. È sicuramente il percorso che presenta più criticità e
potrebbe richiedere una maggiore disponibilità di risorse, ma il beneficio
che se ne potrebbe ricavare gioverebbe a ogni operatore.
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Seguire, per esempio, l’elaborato lavoro di perfezionamento dei
livelli formativi nell’ambito delle esperienze di tirocinio delle lauree
triennali che i fisioterapisti stanno affrontando per il Core Competence è
un punto importante da estendere a tutti gli altri profili, se si vuole
perseguire un carattere unitario nell’area della Riabilitazione; questo,
eventualmente, anche nel tentativo di impostare lo stesso approccio per
cercare un’evoluzione del CDL specialistica, magari ampliando o
semplicemente riorganizzando l’offerta formativa. Il percorso
universitario rappresenta l’occasione riflessiva più importante per ogni
professionista. Proprio per l’opportunità di capire meglio come lavorano
colleghi di altri settori, in relazione agli strumenti forniti dalle materie
insegnate nei corsi che vengono frequentate, il passaggio dal concetto
all’atto pratico diventa il momento di consolidamento degli insegnamenti
ponendo le basi per un buona operatività.
Svolgendo la nostra attività non possiamo che relazionarci
inevitabilmente e costantemente con problemi, e per risolverli la
comprensione è il primo passo da intraprendere in un percorso collettivo
nel quale tutti esercitano il proprio compito essenziale per la cura del
paziente.
Durante il percorso formativo di questo corso di laurea ho avuto
modo di approfondire l’aspetto delle riforme universitarie in ambito
sanitario, con una particolare attenzione agli insegnamenti pratici per
mezzo dei tirocini. In merito a ciò, l’intento di questa tesi è quello di porre
le basi per cercare l’individuazione di una linea guida per intraprendere il
percorso verso il quale alcune delle classi delle professioni sanitarie si
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stanno indirizzando. È già da più di dieci anni, infatti, che Fisioterapisti e
Infermieri, stanno sviluppando il cosiddetto Core Competence delle
relative professioni.
Un passo fondamentale per la stesura di una precisa
individuazione del campo d’azione dei professionisti da seguire prima nel
percorso formativo, e nelle fase successiva da prendere come riferimento
nella propria pratica clinica. Rappresenta, inoltre, un punto sul quale
poter ragionare assieme agli specialisti con cui si collabora per cercare i
limiti verso i quali estendere i propri ambiti.
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
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Capitolo 1 – Corsi di Laurea nell’Area della Riabilitazione
Sul territorio nazionale esistono 8 Corsi di Laurea che entrano a far
parte dell’area della riabilitazione.
CDL di I° livello N° di Università
Educatore professionale 12
Fisioterapia 36
Logopedia 24
Ortottica 20
Podologia 9
Tecnico della riabilitazione psichiatrica 16
Terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva 9
Terapista occupazionale 8
Tabella 1 – elenco dei corsi di laurea di I° livello attivi sul territorio nazionale e numero di università nelle quali risultano rispettivamente attivi
1
L’ordinamento di ogni Corso di Laurea nasce da una legge che
contiene i settori scientifico disciplinari che corrispondono ai settori dei
1 Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
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docenti. Una quota dei CFU viene lasciato all’autonomia nazionale e la
docenza viene lasciata ai dipendenti del SSN. Infine restano alcuni crediti
dedicati agli esami a scelta dello studente.
Con l’emanazione del Decreto attuativo 270 del 2004 le lauree
sanitarie sono uscite dalla gestione delle Università avendo due ministeri
a cui fare riferimento Sanità e Istruzione. Il laureato diventa da subito
operativo nel mondo del lavoro. Vengono stabiliti 60 CFU di tirocinio
(1CFU equivale a 25h per un monte ore di circa 1500 totali da dedicare al
tirocinio) distribuiti sui tre anni. Gli insegnamento professionalizzanti
rappresentano le materie direttamente insegnate dal professionista della
riabilitazione.
Al momento esiste una profonda difformità degli insegnamenti sul
territorio nazionale.
La normativa attualmente vigente prevede la carica di
Coordinatore Teorico-Pratico per il docente che si occupa del tirocinio
degli studenti. La nuova normativa invece prevede due figure di
Coordinamento, una per il tirocinio ed una per il CDL.
Per quanto riguarda, invece, il biennio successivo ai diversi CDL di
I° livello troviamo, per gli 84.200 operatori dell’area della riabilitazione2,
un unico CDL di II° livello esistente dal 2004 in 19 Università sul territorio
nazionale.
Un “processo inverso”, quindi , per quel che riguarda le lauree
delle professioni sanitarie che nascono da un corso fortemente
specializzante nella laurea di I° livello con la formazione delle diverse
2 Censimento 2008 di A. Mastrillo su dati delle categorie
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figure professionali, e giungono, successivamente, ad un unico CDL
specialistica per area sanitaria nel quale convogliano più lauree triennali.
CDL di II° livello N° di Università
Scienze delle Professioni Sanitarie della Riabilitazione 19
Università Programmazione
Nazionale (posti) Bari 20 Catania 40 Ferrara 15 Firenze 15 Genova 16 L’Acquila 32 Messina 50 Milano 20 Napoli 15 Padova 10 Pisa 16 Roma (La Sapienza) 32 Roma (La Sapienza - Viterbo) 25 Roma (Tor Vergata) 60 Sassari 15 Siena 16 Torino 15 Trieste 20 Verona 20
TOTALE 452 Tabella 2 unico corso di laurea specialistica attivo sul territorio nazionale e numero di università nelle quali risulta attivo con relativa programmazione nazionale
3
Quest’ultimo aspetto racchiude in se un’anomalia (non per questo
negativa o invalidante, ma esclusivamente caratteristica da segnalare
sulla quale varrebbe la pena porre riflessioni accurate) che và in
3 Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
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contrapposizione a tutti i percorsi formativi di natura universitaria che
vedono l’evoluzione da un primo piano di studi generalizzato nel percorso
di I° livello, ad uno più specifico che dà origine a più corsi di laurea
specialistica.
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
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Capitolo 2 – Conferenza permanente delle classi di laurea
delle Professioni Sanitarie
Nel panorama descritto nel capitolo precedente si inseriscono le
associazioni di categoria e la Conferenza Nazionale dei CDL delle
Professioni Sanitarie (CoNAPS) costituita da:
• Presidenti del CDL delle professioni sanitaria (Docente universitario di MED48)
• Coordinatore Teorico-Pratico
Un organismo esclusivamente di tipo consultivo per statuto che
esiste da 10 anni.
Si inizia a marcare l’esigenza di definire in maniera più dettagliata
la competenza del professionista con un minimo di rigore; i fisioterapisti,
infatti, iniziano a sviluppare il proprio Core Competence voluto dall’AIFI
nel 2003. Nel 2006 si individua un gruppo di referenti, esperti per area
per produrre una serie di “Stringhe” che deve necessariamente far parte
della formazione del professionista. Vengono raccolte così oltre 700
“stringhe” valutate poi dal Gruppo di Esperti. Il documento ha evidenziato
subito le criticità e la spinta si è orientata nello sviluppare la competenza
del professionista (fisioterapista, ortottista, logopedista ecc.).
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
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Nascono poi i Descrittori di Dublino con l’intento di portare libera
circolazione dei titoli con professionisti che provengono al di fuori della
CE e che richiedono un riconoscimento del proprio titolo conseguito al di
fuori della CE, oppure con un tirocinio di adattamento (1500 ore di
tirocinio) dopo valutazione del curriculum formativo.
Si stabiliscono i campi d’azione del professionista della
riabilitazione per le proprie competenze:
1. Cura/Riabilitazione 2. Prevenzione 3. Educazione/Formazione
Ci si chiese quale metodo avrebbe consentito la maggior
collaborazione da parte di tutti e sulla base di tale esigenza si decise di
adottare il metodo DELPHI. Un’indagine iterativa che si svolge attraverso
più fasi di espressione e valutazione delle opinioni di un gruppo di esperti
o attori sociali ed ha l'obiettivo di far convergere l'opinione più completa
e condivisa in un'unica "espressione”.
In prima istanza un gruppo di referenti prepara un documento che
viene inviato con una tempistica a tutti i possibili interessati (i 93 CDL) in
modo che poi si raccolgano e si rinvii il documento definitivo. Questo
metodo garantisce il consenso informato anche se alcuni presidenti non
hanno avuto la volontà di partecipare.
I due documenti prodotti (core curriculum e core competence)
una volta ottenuti vengono valutate per individuare aspetti
d’incongruenze nel curriculum e argomenti non ben identificati per
quanto riguarda la competence. L’obbiettivo è quello di consegnare il
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
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documento con un determinato consenso che possa avere un ruolo di
linea guida per tutte le università.
Si apre un dibattito esteso sul campo riabilitazione e la materia
corrispondente di ogni profilo (“fisioterapia”, “ortottica”, “logopedia”,
ecc.) con la disciplina caratterizzante della professione nello specifico.
Riabilitazione => Classe
Disciplina => Profilo
Il lavoro finora portato avanti dalla Conferenza Permanente delle
Classi di Laurea delle Professioni Sanitarie ha prodotto due Meeting
annuali a partire dal 2007:
A. Meeting d’autunno 2007 B. Meeting di primavera 2008 C. Meeting d’autunno 2008 D. Meeting di primavera 2009 E. Meeting d’autunno 2009 F. Meeting di primavera 2010 G. Meeting d’autunno 2010
Meeting d’autunno 2007
Il primo incontro ha permesso di fare un quadro generale sia sulla
situazione normativa universitaria, sottolineando la variabilità dell’offerta
formativa in ambito sanitario che possa generare il rischio di una
competenza professionale estremamente diversificata4.
4 “Una proposta di metodo per definire le competenze ‘esito’ della formazione
infermieristica” - Gruppo di lavoro: Palese A, Dalponte A, Bernardi P, Biasi A, Brugnolli A, Carli E, Cirio L, Cunico L, De Rossi A, Destrebecq A, Ferri P, Ginosa I, Lusignani M, Manara D, Marognolli O, Mecugni D, Menarello G, Milan R, Motta PC, Poddighe L, Rasero L, Saiani L, Sampfl B, Tomietto M, Valoppi G. - Meeting d’Autunno 2007
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
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Di seguito i punti del meeting:
1. Dati sulle iscrizioni e sulla programmazione dei posti nell’ a.a. 07-08
2. Indagine comparativa dei Piani di Studio del Corso di Laurea Specialistica in Scienze delle Professioni Sanitarie della Riabilitazione in Italia e proposta di un Piano di Studio
3. La Medicina Basata sulle evidenze: attualità e controversie 4. Le professioni sanitarie: uno sguardo al futuro 5. Master in Coordinamento 6. “Medicina Narrativa” 7. Una proposta di metodo per definire le competenze ‘esito’
della formazione infermieristica
Le conclusioni dell’indagine comparativa dei Piani di Studio del
Corso di Laurea Specialistica in Scienze delle Professioni Sanitarie della
Riabilitazione in Italia, al fine di poter sviluppare una proposta per un
Piano di Studio comune, ha portato alle seguenti considerazioni5:
Difficile standardizzare i percorsi formativi per l’elevata disomogeneità e diversità nella formazione del Laureato Specialista nelle diverse sedi Universitaria.
I risultati statistici, hanno confermato anche una forte variabilità del comportamento dei diversi Atenei nel riconoscere l’importanza del contributo dei diversi SSD a tutte le discipline inserite nel Piano Didattico.
L’ipotesi di un Piano di Studio proposto dal gruppo di lavoro nell’ambito della Conferenza, rappresenta il primo passo di
5 “Indagine comparativa dei Piani Indagine comparativa dei Piani di Studio del Corso di
Laurea Specialistica in Scienze delle Professioni Sanitarie della Riabilitazione in Italia e proposta di un Piano di Studio” - Gruppo di lavoro: Manuela Cappuccini, Maria Gloria Ferrari, Antonio Fiaschi, Silvia Bielli, Anna Pilat, Antonio Quinci, Roberta Mollica, Donatella Valente, Marcella Capasso Barbato, Carlo Salviera, Sandro Cortini, Francesco Fattirolli - Meeting d’Autunno 2007
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
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avvio in questa fase sperimentale dei Corsi di Laurea Specialistica sul territorio nazionale.
Offrire una formazione competente e definita per acquisire le capacità manageriali, didattiche e della ricerca.
Definire gli obiettivi formativi delle attività professionalizzanti rispetto alla classe di appartenenza.
Risulta indispensabile, individuare le specificità del core curriculum per arrivare alla definizione degli obiettivi formativi che sono ritenuti irrinunciabili per l’acquisizione di una formazione di livello avanzato.
Infine si è cercato di fornire una lungimirante visione sullo stato
professionale partendo dalla situazione fino a quel momento evidenziata.
Il DM n. 386 del 16 luglio 2007 emana le Linee Guida per l'istituzione e
l'attuazione dei corsi di studio di lauree e lauree magistrali.
Obiettivi per i CDL di I° livello Obiettivi per i CDL di II° livello
Assicurare un incremento del numero dei laureati;
Innalzare la formazione ai più alti livelli;
Ridurre gli abbandoni; Garantire la specializzazione delle conoscenze rispetto ai percorsi di I livello;
Creare equilibrio tra durata reale e durata prevista per il conseguimento del titolo;
Fornire una preparazione adeguata per un ingresso nel mondo del lavoro ai più impegnativi livelli;
Incrementare la qualità, assicurando conoscenze e competenze spendibili per il lavoro e le professioni.
Elevare i requisiti di accesso dei laureati, che devono essere in possesso di una solida preparazione di base
Tabella 3
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
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Si tratta dell’atto di indirizzo che dà il via alla riprogettazione
integrale di tutti i corsi di laurea di primo e di secondo livello, tra il 2008 e
il 2010.
Si fissano, quindi, gli obiettivi della riforma6:
Migliorare efficacia, qualità e coerenza dei percorsi di laurea e di laurea magistrale;
Correggere le criticità registrate durante la prima applicazione della riforma;
Favorire l’effettiva mobilità degli studenti;
Innescare una diversa “competizione” tra Atenei, fondata non sul numero degli iscritti bensì sulla qualità, da valutare (attraverso l’ANVUR) e incentivare.
Meeting di primavera 2008
Inizia il rapporto sullo stato dell’arte dei CDL delle professioni
sanitarie cercando di aprire dibattiti internazionali sulla formazione
avanzata nel campo della ricerca, esponendo le diverse esperienze di
dottorati e dell’insegnamento della metodologia della ricerca.
1. Quale formazione alla ricerca per le professioni sanitarie? 2. Gli Studenti e la Professione: indagine conoscitiva del percorso
formativo del TRMIR 3. Proposte per lo sviluppo delle funzioni di coordinamento
didattico dei corsi di laurea 4. Proposte di lavoro per preparare orientamenti sui nuovi
ordinamenti 5. Rapporti Università-Regione in relazione ai Corsi di Laurea
delle professioni sanitarie alla luce della Riforma Sanitaria
6 “Le professioni sanitarie: uno sguardo al futuro” di Antonello Masia e Vanda Lanzafame
Meeting d’Autunno 2007
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
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Inizia il rapporto sullo stato dell’arte dei CDL delle professioni
sanitarie cercando di aprire dibattiti internazionali sulla formazione
avanzata nel campo della ricerca, esponendo le diverse esperienze di
dottorati e dell’insegnamento della metodologia della ricerca.
Si avanzano proposte in primis per gli insegnamenti e in
prospettiva di riforme del sistema di istruzione superiore, e si prefiggono
obiettivi per gli incontri successivi con l’intento di costituire gruppi di
lavoro che possano indirizzarsi in vari studi e approfondimenti d’interesse
comune ai diversi profili e alla conferenza stessa.
Meeting d’autunno 2008
1. Un’esperienza di integrazione didattica al Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia
2. La possibile trasferibilità del “Progress Test” nei Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie
3. Indagine conoscitiva sull’utilizzo dell’OSCE nella valutazione delle competenze professionali in tirocinio
Nel Meeting d’Autunno tenutosi ad Ancona nelle giornate del 3 e
4 ottobre 2008, diversi gruppi di lavoro si sono dedicate ad osservare
l’esperienza formativa di integrazione che presso l’Istituto Clinico
Humanitas di Milano si è cercato di istituire a partire dal 2002. In aggiunta
a questo approfondimento, si è cercato di analizzare gli elementi di forza
e criticità nel processo di costruzione e gestione dell’OSCE (Objective
Structured Clinical Examination, un approccio per la valutazione della
competenza clinica in cui le componenti della competenza stessa sono
valutate in modo pianificato e strutturato facendo attenzione
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
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all’obiettività dell’esame7). Si è giunti, quindi, allo sviluppo di una lunga
serie di osservazioni riassunte nella tabella 48.
PUNTI DI FORZA CRITICITÁ
• Riflessione sulle competenze da apprendere
• Maggiore oggettività e standardizzazione della valutazione
• Tempo di svolgimento delle prove sufficiente
• Buona correlazione fra OSCE e valutazione di tirocinio per gli studenti che presentano maggiore difficoltà sul campo
• Se utilizzato in fase formativa permette di monitorare e modificare il piano formativo
• Miglioramento della gestione della relazione educativa con lo studente in tirocinio
• Omogeneizzazione e coinvolgimento del gruppo di lavoro
• Alto gradimento dei valutatori/simulatori che apprezzano il confronto con i colleghi
• Permette la valutazione dell’azione tutoriale
• Elenco non esaustivo delle competenze core
• Basso numero di prove
• Rischio di banalizzazione delle prove
• Prove relazionali non sempre aderenti alla realtà
• Difficoltà nella valutazione delle prove relazionali
• Incerta affidabilità della valutazioni della stessa prova fatta da diversi tutor
• Affidabilità per Esame di stato
• Non coerenza fra voto di tirocinio e valutazione OSCE
• Non sempre feed back agli studenti
• Basso gradimento degli studenti che lo trovano faticoso e stressante, sono preoccupati per la prova cognitiva e trovano poco credibile la prova relazionale
• Organizzazione complessa anche per le sedi con un numero limitato di studenti
• Aule laboratorio occupate per lungo tempo
• Alto numero di risorse umane e materiali necessarie
• Necessità di simulatori professionisti
• Costo elevato
Tabella 4
7 Harden RM 1988
8 “Indagine conoscitiva sull’utilizzo dell’OSCE nella valutazione delle competenze
professionali in tirocinio” - A cura di Pietro Altini , Valerio Dimonte con la partecipazione di Anna Brugnolli (Trento), Alvisa Palese (Udine), Maria Matarese (Roma – Campus Biomedico) – Meeting d’Autunno 2008
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
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Infine si istituisce un gruppo di lavoro sul “Progress Test” per
capire quale strumento valido e affidabile può permettere a docenti e
studenti di valutare in maniera formativa gli avanzamenti graduali e le
eventuali perdite di conoscenze.
Meeting di primavera 2009
Questi i temi affrontati:
1. “Il Progress Test”nei Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie 2. La Site visit fra pari quale metodologia di valutazione della
qualità 3. La situazione europea delle professioni sanitarie della
riabilitazione 4. Nuovo Decreto 5. Progetto site visit 2007-2008: Quale metodologia di
valutazione della qualità 6. Responsabilità e funzioni delle aziende sanitarie nella
promozione della ricerca nel settore delle professioni della salute
7. Struttura qualità e sviluppo della formazione nelle lauree delle professioni sanitarie in Italia ed in Europa
8. Sviluppo e finanziamento della ricerca nei settori delle professioni sanitarie: il ruolo delle regioni
Sul piano dei “Progress Test” nel gruppo di lavoro incaricato di
analizzare la tematica si sono tenuti due incontri a cavallo tra il meeting
d’autunno 2008 e quello di primavera 2009 con la partecipazione di
Infermieri, Fisioterapisti, Ostetriche, Tecnici di Radiologia, Tecnici di
Laboratorio, Logopedisti, Terapisti della Neuro e Psicomotricità dell’Età
Evolutiva, Assistenti Sanitarie, Tecnici Ortopedici, Dietisti. Dall’analisi
riassuntiva si è stabilito l’impegno presso alcune sedi ad attivare il
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Progress Test nell’Anno Accademico 2009-2010, attraverso la sua
somministrazione prevista per il 29 gennaio 2010 per i Corsi di Laurea in
infermieristica, Fisioterapia e Ostetricia. Gli altri quattro Corsi di Laurea,
più coloro che eventualmente avesse avuto intenzione di aggiungersi
durante il percorso, si attiveranno comunque per poter partire dal 20119.
In tema di struttura, qualità e sviluppo della formazione nelle
lauree delle professioni sanitarie in Italia e in Europa si è seguita la Site
Visit fra pari quale metodo di valutazione e della qualità con l’avvio del
Progetto Site visit – valutazione tra pari. Si è cercato di ottimizzare la
qualità della formazione individuando a livello nazionale i diversi punti di
forza e di debolezza; il progetto ha avuto due edizione, la prima svoltasi
nel 2004-2005 e la seconda nel 2007-2008. Per tutti i Corsi di Laurea
Magistrale in Medicina e Chirurgia si è registrato in generale un
miglioramento della qualità della formazione e dell’organizzazione dei
corsi tra la prima edizione e la successiva, con criticità superate o in fase
di superamento e un buon livello di qualità percepita. Dai dati della
seconda edizione è emerso un quadro generale di un’ottima omogeneità
qualitativa su tutto il territorio nazionale, con una buona disponibilità di
strutture adeguate e un’eccellente qualità del rapporto studenti-
docenti10.
In prospettiva di una riorganizzazione radicale sul fronte
universitario si è cercato di analizzare la situazione europea delle
9 “Il Progress Test” nei Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie di Paolo Pillastrini –
Meeting di Primavera 2009 10
“La Site visit fra pari quale metodologia di valutazione della qualità” a cura di Gabriella Aggazzotti e Roberto Dandi – Meeting di Primavera 2009
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
23
professioni sanitarie della riabilitazione tenendo conto del carattere
strategico delle disposizioni che riguardano la corrispondenza delle
qualifiche ed il riconoscimento dei titoli professionali. A partire dagli anni
’80 l’Unione Europea ha prodotto misure e direttive al fine di
regolamentare anche le professioni sanitarie. Con il Principio di Libera
Circolazione nell’Unione Europea e nello Spazio Economico Europeo si
sancisce il diritto dei cittadini dell’UE di stabilirsi o di offrire dei servizi
ovunque nell’UE.
Si evidenzia una profonda disomogeneità nell’attuazione dei cicli
previsti e nella diffusione delle professioni sanitarie in europa, nonché
problematiche a livello professionale11.
Per quel che concerne lo sviluppo ed il finanziamento della ricerca
nei settori delle professioni sanitarie, si presta forte attenzione all’
introduzione di nuove procedure e/o percorsi assistenziali deve diventare
occasione di ricerca per l’innovazione.
La ricerca sanitaria è, infatti, un importante strumento di
produzione di conoscenze rilevanti per l’assistenza, questo tipo di ricerca
è parte integrante dell’assistenza e può diventare una straordinaria
occasione di formazione. L’investimento in questo tipo di ricerca è
funzionale alla creazione di network professionali e le regioni hanno un
ruolo importante nel dare visibilità e cittadinanza a questo tipo di
ricerca12.
11
“La situazione europea delle professioni sanitarie della riabilitazione” di R. Marcovich, C. Mularo – Meeting di Primavera 2009 12
“Sviluppo e finanziamento della ricerca nei settori delle professioni sanitarie:il ruolo delle regioni” di Alessandro Liberati – Meeting di Primavera 2009
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
24
Meeting d’autunno 2009
1. La formazione dei professionisti sanitari nel quadro della riforma didattica
2. Modelli di gestione dei Laboratori professionalizzanti 3. Consensus conference sul Tirocinio standard e principi del
tirocinio 4. L’applicazione della riforma 270 ai Corsi di Laurea delle
Professioni Sanitarie 5. Proposta di insegnamenti comuni all’interno della classe 6. Insegnamenti comuni tra i corsi di laurea della classe della
riabilitazione 7. SSD comuni ai corsi di laurea della classe della riabilitazione 8. Commissione Nazionale Corsi di Laurea in Ostetricia 9. “Il Progress Test” nei Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie 10. Dati sull’accesso ai corsi e programmazione posti a.a.09-10 11. I dati dell’Osservatorio della Conferenza
Le due giornate di lavoro di questo incontro sono state dedicate
soprattutto all’applicazione del DM 270/04, del D.I. 19 febbraio 2009 e
del DM 8 gennaio 2009 ai CDL e CDLM delle professioni sanitarie, al fine
di garantire sul territorio nazionale la massima uniformità.13
La formazione universitaria degli operatori socio sanitari risale alla
legge 341/90 (istituzione dei Diplomi Universitari), e le normative a cui
fanno riferimento le lauree sanitarie al momento sono14:
• Regolamento 3 novembre 1999, n. 509 – autonomia universitaria: emanato in applicazione della Legge 127/97, che detta le disposizioni sui criteri generali per l’ordinamento degli studi universitari, determina la tipologia dei titoli di studio
13
dal verbale del Meeting d’autunno, 17-18 ottobre 2009 14
“La formazione dei professionisti sanitari nel quadro della riforma didattica” di Vanda Lanzafame, Meeting D’autunno 17-18 ottobre 2009
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
25
rilasciati dall’Università; attribuisce agli atenei, ai fini della realizzazione della piena autonomia didattica e con l’osservanza delle procedure previste dalla legge e dagli statuti degli atenei, il potere di emanare gli ordinamenti didattici dei propri corsi
• Regolamento 22 ottobre 2004, n. 270: modifica alcune norme del DM 509: una nuova caratterizzazione del corso di laurea triennale, la nuova denominazione di laurea magistrale della precedente specialistica, la revisione delle classi, maggiore flessibilità e autonomia delle università nella definizione dei contenuti curriculari.
• DM 27 gennaio 2005 n. 15, modificato dal DM 23 marzo 2006 n. 203 e dal DM 252/2006: concernente il possesso dei requisiti minimi per l’attivazione dei corsi di studio.
Meeting di primavera 2010
1. Esperienza formativa presso l’Università di Chieti-Pescara 2. Presentazione del Progress test per la Laurea Infermieristica 3. Il tirocinio nel corso di Laurea Magistrale 4. Rapporti tra la Regione e le Università della Lombardia 5. Proposta per un riordino della Laurea Magistrale in Scienze
delle Professioni Sanitarie della Riabilitazione 6. Bilancio dei primi 5 anni di un CdL Specialistica della IV Classe 7. Profilo e Condizione occupazionale dei laureati delle
professioni sanitarie 8. Processi di memoria e opzioni didattiche 9. Mirroring cerebrale e processi di apprendimento 10. Dalle teorie dell’apprendimento alle scelte didattiche e di
valutazione nei corsi di laurea delle Professioni Sanitarie 11. I dati dell’Osservatorio della Conferenza 12. Il “Progress Test” nei Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie
Nell’istantanea sviluppata dal Meeting di Primavera 2009 si
sottolinea l’esigenza di un riordino dei CDL Magistrali individuando due
scuole di pensiero in merito. Una che è orientata al filone manageriale e
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
26
didattica o ricerca, l’altra all’approfondimento professionale avanzato
degli specifici profili. Nasce una proposta, un’ipotetica strada da
percorrere nel tentativo di trovare la misura soddisfacente per tutti.
Si pensa di “caratterizzare” e “differenziare” i CDLM di ogni sede in
base alla prevalenza, al peso di uno o più profili affini, condividendo per
“gruppi omogenei” attività didattiche e insegnamenti e definire più
precisamente gli obiettivi e i descrittori di Dublino, anche se attualmente
il decreto non presenta molti margini di autonomia e i profili sono
disomogenei tra loro. La proposta suggerisce di iniziare a progettare i
piani di studio con una modalità orientata non esclusivamente allo
sviluppo dell’area manageriale-organizzativa, ma di implementare l’area
della ricerca e sviluppare gli ambiti assistenziale e clinico (didattico,
formativo, pedagogico). Si prende sempre più coscienza della rigidità del
decreto Ministeriali, e di una situazione transitoria nell’attesa di una
nuova riforma. Il gruppo di lavoro ritiene che si debba caratterizzare
quanto più possibile i vari CDL magistrali secondo criteri qualitativi e
quantitativi, puntando a differenziare l’offerta formativa15.
Nei processi di valutazione degli studenti sono stati presentati i
report sul Progress Test per il primo, secondo e terzo anno di Laurea in
Scienze Infermieristiche con i risultati della prima sperimentazione alla
fine del primo semestre 2010 ai 2895 studenti di 9 università in 22 sedi
formative16. La percentuale di risposte esatte è stata, come previsto,
15
“Proposta per un riordino della Laurea Magistrale in Scienze delle Professioni Sanitarie della Riabilitazione” di Silvia Bielli e Donatella Valente – Meeting di Primavera 2010 16
“Presentazione del Progress test per la Laurea Infermieristica” Gruppo CDL in Scienze Infermieristiche – coordinatore G.Marmo – Meeting di Primavera 2010
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
27
crescente in riferimento al crescere degli anni di frequenza al CDL e ha
permesso di quantificare l’esito per permettere i confronti successivi. Il
totale delle conoscenze nel corso degli anni tende ad aumentare in
misura costante. Solo 2 dei 10 raggruppamenti di quesiti, Fisica-
Radioprotezione e Informatica-Inglese-Statistica, mostrano un
decremento di conoscenze negli studenti del 4° anno rispetto agli
studenti degli anni precedenti. Questo dato è tuttavia condizionato dal
basso numero di quesiti dei 2 raggruppamenti (rispettivamente 4 e 10)17.
Meeting d’autunno 2010
1. De Angelis. I requisiti minimi 2. Laurea Magistrale 3. Gaudio. Le attività didattiche professionalizzanti 4. La prova finale 5. Consensus Conference sul tirocinio 6. Confronto sull’applicazione della L. 270 e sulle criticità. 7. Pomponio. Evidence-based Public Health 8. Consensus Conference sulla didattica tecnico-
professionalizzante
Nel secondo incontro del 2010 si espone la situazione normativa
sui requisiti minimi, cioè l’ insieme di risorse che devono essere
possedute dai Corsi di Laurea. Tali requisiti sono nati per arginare le
conseguenze del DM 509/99, che ha portato all’aumento del numero dei
CdL e degli insegnamenti, all’eccessiva delocalizzazione delle sedi
didattiche e alla creazione di CdL con pochi studenti.
17 “Il Progress Test nei Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie” di Paolo Pillastrini e
Lucia Bertozzi – Meeting di Primavera 2010
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
28
Le ragioni del fallimento sono state, nel tempo, addebitate al fatto
che gli ordini professori non si sono fatti coinvolgere adeguatamente
(fattore esterno), alla scarsità delle risorse finanziarie messe in campo dal
Ministero (fattore esterno) e alla scarsa lungimiranza dell’Università
(fattore interno). I requisiti minimi, pertanto, non sono da intendersi
come standard di qualità, bensì come freno alla proliferazione dell’offerta
formativa (disattivazione dei CdL con pochi studenti, divieto di creare
insegnamenti con meno di 6 CFU), e come irrigidimento delle disposizioni
in termini di requisiti di docenza18.
Per quanto riguarda le Lauree Magistrali ci si sofferma sulle
materie professionalizzanti nel cercare una sintesi condivisa tra le scelte
di tutti i CdLM (core curriculum ADP). Sulle proposte relative alla
formazione Pre-Laurea diventa irrinunciabilità, secondo il gruppo di
lavoro sull’argomento, la necessità di formazione in Cure Primarie
(comprendenti la Medicina Generale e del Territorio) all’interno degli
studi del Corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia. Per quanto
riguarda il core curriculum, tenuto conto di quanto più volte deliberato a
livello nazionale, il riferimento è costituito dagli obiettivi formativi propri
della classe, con un 80% costituito da attività comuni a livello nazionale
ed il 20%, costituito da attività specifiche della sede (c.d. mission di sede);
in merito alle modalità di insegnamento, sono da prevedere professori a
contratto ed i tutor (proporzionati al n° di studenti) per i quali esiste una
puntuale regolamentazione al riguardo, con reclutamento da parte del
18
“I requisiti minimi” di Paolo De Angelis – Meeting D’autunno, Portonovo di Ancona 9-10 settembre 2010
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
29
CCL, su liste “garantite” qualitativamente da convenzione con l’Ordine dei
Medici, Regioni o quant’altro; per quanto concerne gli studenti, occorre
prevedere una valutazione/punteggio sia per gli insegnamenti che per la
tesi in Medicina Generale: questo, sia ai fini dell’ingresso nelle Scuole di
Specializzazione, che per l’ingresso ai Corsi di Medicina Generale. Per i
docenti/tutor, sono da prevedere tre possibili modalità di
riconoscimento: a livello retributivo, come riconoscimento E.C.M. e come
punteggio per graduatorie. Infine, relativamente alla formazione
postlaurea, si può individuare un core curriculum comune a tutte le
Regioni e si potrà anche prevedere delle forme di collaborazione con
l’Università (ad esempio percorsi in comune con le Scuole di
Specializzazione in Medicina di Comunità, propedeutici a successivi
sviluppi)19.
19
“Le attività professionalizzanti” di Eugenio Gaudio- Segretario Conferenza Presidi delle Facoltà di Medicina e Chirurgia, Meeting D’autunno Portonovo 9-10 settembre 2010
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
30
Capitolo 3 – Processo di Bologna, dalla Dichiarazione della
Sorbona all’incontro di Bucarest nel 2012
Bologna (1999)
Il Processo di Bologna è un sviluppo di riforma internazionale dei
sistemi di istruzione superiore, che si è proposto di realizzare, entro il
2010, lo Spazio Europeo dell'Istruzione Superiore (SEIS). Fondando le sue
basi su accordi e Trattati precedenti, inizia nel 1999 dopo che 29 ministri
dell'istruzione europei si incontrano il 18 e 19 giugno del 1999 a
Bologna per sottoscrivere un accordo, noto come la dichiarazione di
Bologna.
La Dichiarazione della Sorbona del 25 Maggio '98, fondata su tali
considerazioni, ha posto l'accento sul ruolo centrale delle Università per
lo sviluppo della dimensione culturale europea ed ha individuato nella
costruzione di uno spazio europeo dell'istruzione superiore uno
strumento essenziale per favorire la circolazione dei cittadini, la loro
occupabilità, lo sviluppo del Continente.
Sottoscrivendo la dichiarazione o esprimendo la loro adesione di
principio, molti Paesi europei hanno raccolto l'invito ad impegnarsi per il
raggiungimento degli obiettivi in essa prefigurati. La direzione assunta
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
31
dalle numerose riforme dell'istruzione superiore intraprese nel frattempo
in Europa ha dimostrato la determinazione di diversi Governi di operare
concretamente in tal senso.
Le istituzioni di istruzione superiore europee, per parte loro,
hanno saputo raccogliere la sfida assumendo un ruolo di primo piano
nella costruzione dello spazio europeo dell'istruzione superiore, sulla
scorta anche dei principi fondamentali sanciti nel 1988 nella Magna
Charta Universitatum di Bologna. Ciò è da ritenersi della massima
importanza, in quanto l'indipendenza e l'autonomia delle Università
garantiscono il costante adeguamento del sistema dell'istruzione
superiore e della ricerca all'evolversi dei bisogni e delle esigenze della
società e della conoscenza20.
Il Processo di Bologna non è vincolante per i Governi dei Paesi che
vi aderiscono. Ogni Stato, infatti, decide di volta in volta se e quale
procedimento adottare. Le politiche di indirizzo del Processo di Bologna
sono volte esclusivamente ad un obiettivo comune e definito.
Gli obiettivi che vengono enunciati sono:
• l’adozione di un sistema di titoli facilmente comprensibili e comparabili, anche tramite l'uso del Diploma Supplement;
• l’adozione di un sistema essenzialmente fondato su due cicli principali, rispettivamente di primo e secondo livello;
• l’adozione di un sistema di crediti didattici - sul modello dell'ECTS;
• promuovere la mobilità attraverso la rimozione degli ostacoli al pieno esercizio della circolazione di studenti, ricercatori e personale amministrativo;
20
La “Dichiarazione congiunta dei Ministri Europei dell'Istruzione Superiore Intervenuti” al Convegno di Bologna il 19 Giugno 1999
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
32
• promuovere la cooperazione europea nell'assicurazione della qualità;
• promuovere della necessaria dimensione europea dell'istruzione superiore
Ugualmente si è sempre espressa la volontà di non influire
sull'autonomia né delle politiche dell'istruzione nazionali, né sulle
autonomie degli istituti di istruzione superiore, anzi, si è dato sempre
risalto alle specificità che li contraddistinguono. Le finalità espresse nel
Processo di Bologna e ampiamente condivise dagli enti che vi fanno parte,
mirano ad una riorganizzazione in senso comunitario delle politiche
sull'istruzione, mettendo a disposizione tutti i mezzi necessari al suo
raggiungimento. Più specificatamente il Processo di Bologna prevedeva, e
prevede tuttora una serie di punti cardine da cui si diramano gli altri
obiettivi. Innanzitutto si vuole creare l'offerta di un'ampia base di
conoscenze di alta qualità per assicurare lo sviluppo economico e sociale
dell'Europa, così da rendere la Comunità più competitiva a livello
internazionale. Altro obiettivo primario è quello di aumentare la capacità
attrattiva dell'istruzione superiore verso i paesi non europei. In ambito
interno, invece, il Processo di Bologna vuole costruire un'organizzazione
didattica sempre più in sintonia con il veloce mondo globale e con gli
interessi della Comunità tale da garantire, per controparte una migliore
spendibilità del titolo di studio nel mercato del lavoro all'interno di tutta
l'area europea. Per rendere questo obiettivo attuabile un passo
precedente deve essere la trasparenza e leggibilità dei percorsi formativi
e dei titoli di studio o meglio – come si renderà necessario nel prosieguo
dei lavori del Processo – una armonizzazione dei titoli di studio per
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
33
renderli comparabili tra le diverse istituzioni. Questo si rivelerà, inoltre,
uno dei punti cardine dell'obiettivo "mobilità". Con il tempo gli obiettivi
primari del Processo si sono molto sviluppati e allargati, andando a
comprendere anche lo Spazio Europeo della Ricerca (ERA – European
Research Area), parte del progetto della Commissione Europea per
apprendimento permanente (Lifelong Learning). Come si può notare a far
parte del Processo di Bologna non c'erano solo i vari responsabili
nazionali dell'istruzione, ma anche molte altre istituzioni e organizzazioni
internazionali ed europee che hanno dato un grande contributo alla piena
applicazione del Processo. Infatti la sua realizzazione può dirsi
sicuramente ripartita a tutti i livelli: a partire dalle stesse Conferenze
internazionali ed intergovernative, dai Ministri e dai responsabili nazionali
dell'istruzione, dalle organizzazioni internazionali e nazionali degli attori
del Processo, fino alle singole Università, Facoltà e Dipartimenti. Tutti
hanno dovuto contribuire alla nascita dello Spazio Europeo dell'Istruzione
Superiore.
Il Processo di Bologna nasce da una sensibilità diffusa di rendere il
processo di formazione europeo il più competitivo possibile con gli altri
sistemi mondiali. La Comunità Europea ha una forte sensibilità nel campo
dell'istruzione reputandolo uno dei principali strumenti per lo sviluppo
economico, politico e sociale. Queste aspettative, nel tempo, sembrano
aver dato ragione ai promotori del Processo di Bologna poiché, attraverso
una importante spinta pubblicistica verso l'esterno, hanno conquistato il
consenso di molti Stati non appartenenti all'area europea (dai 31 Paesi ed
enti firmatari del Processo di Bologna si è arrivati a 46 nel 2009). È una
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
34
importante conquista politica per l'Unione Europea, che tiene le redini di
un procedimento di evoluzione della giurisprudenza internazionale di
grande portata. Dalle prime comunità internazionali ad oggi si sono fatti
numerosi passi avanti. Il nostro secolo sta portando, rispetto agli altri
periodi, una spinta diffusa di internazionalismo, spostando la prassi della
sovranità statale verso un'internazionalizzazione più accentuata. Le
giurisprudenze internazionali, infatti, stanno iniziando a regolamentare
oggetti che fino a pochi decenni fa era appannaggio esclusivo degli Stati.
Anche se il Processo di Bologna non vincola gli Stati ad applicare le norme
richieste, tutta una serie di accordi e di trattati e di relazioni extra-
nazionali, spingono gli Stati ad attuarli. Fondamentale, a tal riguardo è
la Convenzione sul riconoscimento dei titoli di studio relativi
all'insegnamento superiore nella regione Europa (c.d. Convenzione di
Lisbona del 1997) con il quale gli Stati si impegnano a riconoscersi
reciprocamente i titoli accademici finali. In Italia si è provveduto
alla ratifica in forma solenne della Convenzione con legge parlamentare
148/02 nella quale, all'art.9 il Parlamento abroga commi di leggi nazionali
precedenti. Con la Convenzione di Lisbona si sono inoltre poste le basi per
la consuetudine di considerare l'istruzione come un diritto dell'uomo21.
Negli anni successivi e con l'avvio del Processo di Bologna si sono
susseguiti una serie innumerevole di documenti, rapporti e comunicazioni
ufficiali che hanno maggiormente stretto la collaborazione tra gli Stati e
avviato un processo di assimilazione delle consuetudini che permetterà
21
“SPACE FOR HIGHER EDUCATION” a cura ci Clara Grano e Alessia Ricci, Agenzia Nazionale LLP/Erasmus, in collaborazione con gli Esperti Italiani del Processo di Bologna Roma, da Convegno di Bologna del 19 giugno 1999
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
35
una completa giurisprudenza internazionale in materia. Ulteriore
elemento importante risulta dall'adeguamento richiesto anche in settori
diversi da quello dell'istruzione, ma che con esso in parte collaborano. È il
caso del settore economico-finanziario, riguardo ai finanziamenti richiesti
per l'istruzione, e di quello del ministero degli Affari Esteri e dell'Interno,
per le richieste pervenute sul rilascio dei visti per gli studenti stranieri.
Praga (2001)
Due anni dopo la firma della Dichiarazione di Bologna e tre dopo
quella della Dichiarazione della Sorbona, i Ministri europei dell’istruzione
superiore, che rappresentano i 32 paesi firmatari, si sono incontrati a
Praga con l’obiettivo di esaminare i progressi raggiunti e di definire
indirizzi e priorità per i successivi anni del processo.
I Ministri hanno riaffermato il loro impegno per la costruzione
dello Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore, obiettivo da raggiungere
entro il 2010. La scelta simbolica di Praga come luogo per lo svolgimento
di questa riunione nasce dal desiderio di coinvolgere tutta l’Europa nel
processo dopo l’ampliamento dell’Unione Europea22. Si è cercato di
promuovere l’adozione di un sistema di titoli facilmente comprensibili e
comparabili, in un sistema basato essenzialmente su due cicli con CFU e la
promozione alla mobilità di studenti e docenti, cercando di assicurare
qualità in una dimensione europea nell’istruzione superiore.
22
“Verso lo Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore Comunicato dei Ministri Europei dell’istruzione superiore” Praga, 19 maggio 2001
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
36
Al fine di far proseguire il processo, i Ministri hanno incoraggiato il
Gruppo dei Seguiti ad organizzare seminari per approfondire i seguenti
temi: cooperazione nell’accreditamento e nell’assicurazione della qualità,
il riconoscimento e l’uso dei crediti nel processo di Bologna, lo sviluppo
dei titoli congiunti, la dimensione sociale (con particolare attenzione per
gli ostacoli alla mobilità), l’allargamento del Processo di Bologna,
l’apprendimento permanente ed il coinvolgimento degli studenti.
Berlino (2003)
Il 19 settembre 2003 i Ministri dell'Istruzione Superiore di 33 paesi
europei si sono incontrati a Berlino per esaminare i progressi fatti e per
stabilire le priorità ed i nuovi obiettivi per gli anni a venire, allo scopo di
accelerare la realizzazione dello Spazio Europeo dell'Istruzione Superiore.
In questa occasione hanno trovato nel ribadire l'importanza della
dimensione sociale del Processo di Bologna. L'esigenza di accrescere la
competitività deve essere bilanciata dall'intento di potenziare le
caratteristiche sociali dello Spazio Europeo dell'Istruzione Superiore,
rafforzando la coesione sociale e riducendo le disparità sociali e di genere
sia a livello nazionale che europeo. In tale contesto i Ministri ribadiscono
la loro convinzione che l'Istruzione Superiore sia un bene pubblico e una
responsabilità pubblica. Essi sottolineano che negli scambi e nella
cooperazione accademica internazionale dovrebbero essere sempre i
valori accademici a prevalere.
I Ministri prendono in dovuta considerazione le conclusioni dei
Consigli Europei di Lisbona (2000) e Barcellona (2002), il cui obiettivo è
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
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fare dell'Europa "l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e
dinamica del mondo, capace di una crescita economica sostenibile con
maggiore e migliore occupazione ed una più forte coesione sociale",
sollecitando altresì un impegno ulteriore ed una più stretta cooperazione
nell'ambito del Processo di Bologna.
Un profondo interesse viene mostrato da altre regioni del mondo
alla costruzione di uno Spazio Europeo dell'Istruzione Superiore e
l’apprezzamento va, in particolare, alla presenza dei rappresentanti dei
Paesi europei che ancora non fanno parte del Processo di Bologna, così
come del Comitato dei Seguiti dello Spazio Comune per l'Istruzione
Superiore dell'Unione Europea, dell'America Latina e dei Caraibi (EULAC),
che sono ospiti della conferenza.
Pur guardando agli obiettivi fissati per il 2010, sembra opportuno
prevedere un inventario dei risultati finora ottenuti nel Processo di
Bologna.
Una ricognizione di medio termine potrebbe fornire informazioni
affidabili sullo stato di avanzamento del Processo e offrirebbe la
possibilità di introdurre misure correttive, laddove necessario.
I Ministri incaricano il Gruppo dei Seguiti di organizzare una
ricognizione dei risultati ottenuti prima del vertice del 2005 e di preparare
dei rapporti dettagliati sullo stato di realizzazione delle priorità
intermedie stabilite per i successivi due anni che vengono identificate nel
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
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processo di assicurazione della qualità, nello sviluppo del sistema basato
su due cicli e nel riconoscimento dei titoli e dei periodi di studio23.
Bergen (2005)
In Norvegia i Ministri responsabili dell’istruzione superiore nei
Paesi partecipanti al Processo di Bologna, si sono incontrati per effettuare
una verifica di metà percorso nonché per definire gli obiettivi e le priorità
del cammino verso il 2010.
In questa conferenza si evidenzia l’adesione di alcuni nuovi
partecipanti al Processo di Bologna: si tratta di Armenia, Azerbaigian,
Georgia, Moldova e Ucraina. Si confermano, quindi, le aspettative di
coordinare le varie politiche attraverso il Processo di Bologna al fine di
costituire entro il 2010 l’Area Europea dell’Istruzione Superiore (EHEA)
con l’impegno ad assistere i nuovi partecipanti a conseguire gli obiettivi
del Processo. La costruzione dell’Area Europea dell’Istruzione Superiore si
basa costantemente sui principi della qualità e della trasparenza. Si
valorizza la ricchezza del retaggio e la diversità culturale contribuendo alla
costruzione di una società del sapere. L’impegno a sostenere il principio
della responsabilità pubblica per l’istruzione superiore nel contesto delle
moderne società complesse fa da struttura portante del lavoro
complessivo. L’istruzione superiore, situata al punto di intersezione tra
ricerca, formazione e innovazione, costituisce la chiave alla competitività
dell’Europa. Nell’attesa di quello che continua a sembrare il traguardo
23
"Realizzare lo Spazio Europeo dell'Istruzione Superiore" Comunicato della Conferenza dei Ministri europei dell'Istruzione Superiore Berlino, 19 settembre 2003
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
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fissato per il 2010, ci si impegna a garantire agli istituti di istruzione
superiore l’autonomia necessaria per porre in essere le riforme
concordate, riconoscendo la necessità della sostenibilità del loro
finanziamento.
L’Area Europea dell’Istruzione Superiore è strutturata in tre cicli e
ogni livello ha la funzione di preparare lo studente per il mercato del
lavoro, per l’ulteriore sviluppo delle proprie competenze e per la
cittadinanza attiva.
Ulteriori caratteristiche fondamentali della struttura dell’Area
Europea dell’Istruzione Superiore sono il quadro generale di riferimento
per i titoli accademici, una serie di standard e direttive condivise a livello
europeo in materia di valutazione della qualità e il riconoscimento dei
titoli e dei periodi di studio.
Nella struttura di follow-up istituita a Berlino fanno parte, come
membri consultivi, l’EI (Education International Pan- European Structure),
l’ ENQA (European Association for Quality Assurance in Higher Education)
e l’ UNICE (Union of Industrial and Employers’ Confederations of Europe).
Man mano che il Processo di Bologna si avvicina alla costituzione
dell’Area Europea dell’Istruzione Superiore, si stabilisce di valutare le
disposizioni necessarie a portare avanti questi progetti oltre il 201024.
24
L’Area Europea dell’Istruzione Superiore – Conseguire gli Obiettivi Comunicato della Conferenza dei Ministri Europei Responsabili dell’Istruzione Superiore, Bergen, 19-20 maggio 2005
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
40
Londra (2007)
Il “Rapporto di verifica 2007” (Stocktaking Report 2007), insieme al
rapporto della European University Association (EUA) “Trends V”, a quello
delle National Unions of Students in Europe (ESIB) “Bologna With Student
Eyes” e a quello di Eurydice “Focus on the Structure of Higher Education
in Europe”, conferma i buoni progressi complessivamente ottenuti. Vi è
soprattutto una diffusa, crescente consapevolezza che il risultato più
significativo del Processo sarà la trasformazione dell’istruzione superiore
in un sistema incentrato sull’apprendimento piuttosto che
sull’insegnamento.
Dal momento che lo Spazio europeo dell’istruzione superiore
continua a svilupparsi e a rispondere alle sfide della globalizzazione (si è
infatti aggiunta anche la repubblica del Montenegro agli stati membri del
processo di Bologna), si ribadisce il fatto che la necessità di collaborare
possa poi continuare ben oltre il 2010.
La decisione di cogliere il 2010, che segnerà il passaggio dal
Processo di Bologna allo Spazio europeo dell’istruzione superiore, come
occasione imperdibile per riaffermare l’impegno a favore l’istruzione
superiore, si basa nel considerare tale tappa essenziale per rendere le
società sostenibili a livello nazionale ed europeo. Il traguardo del 2010
viene considerata come un’opportunità per riformulare la visione che ha
spinto nel 1999 a mettere in moto il Processo di Bologna e a creare uno
Spazio europeo dell’istruzione superiore fondato su valori e visioni che
vadano ben oltre le strutture e gli strumenti. Si rimanda al Gruppo dei
seguiti di Bologna di riflettere su come potrebbe svilupparsi lo Spazio
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
41
europeo dell’istruzione superiore dopo il 2010 e di riferire su questo tema
nell’incontro ministeriale del 2009 con riflessione e proposte per la
realizzazione di strutture di sostegno adeguate.
Prendendo spunto dai precedenti Rapporti di verifica, dai rapporti
“Trends V” (EUA) e “Bologna with Student Eyes” (ESIB), si delega al
Gruppo dei seguiti di Bologna a prevedere per il 2010 la preparazione, in
collaborazione con i membri consultivi, di un rapporto che comprenda
anche una valutazione indipendente sui progressi complessivi del
Processo di Bologna nell’intero Spazio europeo dell’istruzione superiore a
partire dal 199925.
Leuven (2009)
Nel corso di dieci anni si è cercato di costruito lo Spazio Europeo
dell’Istruzione Superiore facendo in modo che esso restasse fortemente
radicato nell’eredità e nelle ambizioni intellettuali, scientifiche e culturali
dell’Europa, oltre che caratterizzato dalla cooperazione permanente tra
governi, istituzioni, studenti, docenti, mondo del lavoro ed altri attori. Il
contributo delle istituzioni e delle organizzazioni europee al processo di
riforma è stato anch’esso molto significativo.
Il Processo di Bologna continua a creare una maggiore
compatibilità e comparabilità dei sistemi di istruzione superiore europei,
25
Conferenza dei ministri dell’istruzione superiore Londra, 17 - 18 maggio 2007 Comunicato di Londra Verso lo Spazio europeo dell’istruzione superiore: rispondere alle sfide di un mondo globalizzato
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
42
facilitando la mobilità degli studenti e rendendo più agevole per le
istituzioni attrarre studenti, ricercatori e docenti di altri continenti.
Inoltre, l’istruzione superiore ha intrapreso un percorso di
modernizzazione, che si realizza attraverso l’adozione di una struttura a
tre cicli - inclusiva in alcuni contesti nazionali di un ciclo breve collegato al
primo ciclo -, l’adozione degli Standard e Linee Guida per l’assicurazione
della qualità, la creazione di un Registro europeo per le agenzie di
assicurazione della qualità, e, infine, l’attuazione di quadri nazionali dei
titoli compatibili con il più ampio Quadro dei Titoli dello Spazio Europeo
dell’Istruzione Superiore, basato sui risultati di apprendimento e sul
carico di lavoro. Il Processo di Bologna, infine, ha promosso l’utilizzazione
del Supplemento al Diploma e del Sistema Europeo di Trasferimento ed
Accumulazione dei Crediti (ECTS) per aumentare ulteriormente la
trasparenza ed il riconoscimento dei titoli. Si ha la sensazione che gli
obiettivi individuati dalla Dichiarazione di Bologna e le politiche elaborate
negli anni successivi rimangono validi e contemporanei, anche perché non
tutti gli obiettivi sono stati completamente raggiunti, la loro piena e
corretta attuazione a livello europeo, nazionale e delle istituzioni
richiederà continua attenzione anche dopo il 2010.
Si affida il coordinamento della preparazione dei rapporti sui
progressi dell’attuazione del Processo di Bologna sull’attività di
stocktaking che ha il compito di perfezionare la sua metodologia basata
sui dati. Ad Eurostat e Eurostudent, in cooperazione con Eurydice, si
chiede di contribuire con la raccolta dei dati necessari e la redazione di un
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
43
rapporto complessivo che integri tutte le fonti, da presentare alla
conferenza ministeriale del 2012.
Il gruppo E4 (ENQA, EUA, EURASHE, ESU) continua a lavorare
insieme per sviluppare ulteriormente una cultura della qualità in Europa,
ed in particolare di prevedere una valutazione esterna del Registro
Europeo delle Agenzie di Valutazione della Qualità che prenda in
considerazione i punti di vista di tutte le parti interessate26.
Budapest e Vienna (2010)
L’incontro di Budapest e Vienna vara lo Spazio Europeo
dell’Istruzione Superiore (SEIS), così come previsto nella Dichiarazione di
Bologna del 1999. In base ai criteri concordati per l’inclusione di nuovi
membri, si dà il benvenuto al Kazakistan come nuovo paese partecipante
allo Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore.
La Dichiarazione di Bologna del 1999 ha prospettato per il 2010 la
visione di uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore competitivo ed
attrattivo a livello internazionale, nel quale le istituzioni di istruzione
superiore, sostenute dal forte impegno dei loro docenti, possano
adempiere le loro diverse missioni nella società della conoscenza; e nel
quale gli studenti possano trovare i percorsi formativi più adeguati, anche
attraverso esperienze di mobilità caratterizzate dal riconoscimento equo
ed agevole dei titoli di studio. Dal 1999, 47 firmatari della European
26
Il Processo di Bologna Lo Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore nel prossimo decennio Comunicato della Conferenza dei Ministri europei per l’istruzione superiore Leuven e Louvain-la-Neuve – 28 e 29 aprile 2009
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
44
Cultural Convention [Figura 1] hanno sottoscritto questa visione ed hanno
fatto significativi progressi per realizzarla.
Figura 1 – I 47 Stati membri: Albania, Andorra, Armenia, Austria, Azerbaijan, Belgio, Bosnia e Herzegovina, Bulgaria, Città del Vaticano, Croazia, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Georgia, Germania, Grecia, Islanda, Irlanda, Italia, Kazakhstan, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, Moldavia, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Repubblica ex-Yugoslava di Macedonia, Repubblica Slovacca, Romania, Russia, Serbia, Montenegro, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Ucraina, Ungheria
Con uno straordinario rapporto di collaborazione tra autorità
pubbliche, istituzioni di istruzione superiore, docenti e studenti, e con il
coinvolgimento dei datori di lavoro, delle agenzie per l’assicurazione della
qualità, delle organizzazioni internazionali e delle istituzioni europee,
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
45
l’impegno ha condotto a realizzare una serie di riforme per la costruzione
di uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore che sia basato sulla
reciproca fiducia, sulla cooperazione e sul rispetto per la diversità delle
culture, delle lingue e dei sistemi educativi.
Il Processo di Bologna e lo Spazio Europeo dell’Istruzione
Superiore che ne deriva, esempi senza precedenti di cooperazione
regionale transfrontaliera nell’istruzione superiore, hanno riscosso grande
interesse in altre parti del mondo e hanno reso più visibile sulla mappa
globale l’istruzione superiore europea. Si prende atto della valutazione
indipendente e dei rapporti presentati dagli altri attori del Processo. La
soddisfazione sta nel rilevare che le istituzioni di istruzione superiore, i
docenti e gli studenti si riconoscono sempre di più negli obiettivi del
Processo di Bologna. Se, da un lato, molto è stato realizzato con
l’attuazione delle riforme ispirate dal Processo di Bologna, i rapporti
mostrano anche che le linee d’azione del SEIS, come la riforma dei cicli e
dei corsi di studio, l’assicurazione della qualità, il riconoscimento, la
mobilità e la dimensione sociale, sono state attuate con diversi livelli di
incisività e con esiti differenti.
Le manifestazioni di protesta tenutesi recentemente in alcuni
paesi, in parte rivolte contro tendenze e provvedimenti non collegati al
Processo di Bologna, hanno comunque richiamato l’attenzione degli
addetti ai lavori sul fatto che alcuni obiettivi del Processo e le riforme
conseguenti non sono stati adeguatamente spiegati ed attuati.
Si riconosce pertanto la necessità che, a livello europeo, nazionale
e soprattutto delle istituzioni di istruzione superiore, si continui a
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
46
lavorare, con il coinvolgimento di docenti e studenti, per effettuare
ulteriori messe a punto e realizzare pienamente lo Spazio Europeo
dell’Istruzione Superiore27.
27
“Dichiarazione di Budapest e Vienna sullo Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore” Budapest e Vienna, 11 e 12 marzo 2010
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
47
Capitolo 4 – Profilo dell’Ortottista e prospettive formative
Fonti di riferimento Europeo
La professione di ortottista - assistente in oftalmologia è presente
ed è regolamentata in molti paesi europei. La libera circolazione è
garantita dalle norme del Decreto Legislativo n. 115 del 27 gennaio 1992
“Attuazione della direttiva n. 89/48/CEE relativa ad un sistema generale di
riconoscimento dei diplomi di istruzione superiore che sanzionano
formazioni professionali di una durata minima di tre anni” pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale n. 40 del 18/02/1992, successivamente modificato
dal Decreto Legislativo n. 277 del 8 luglio 2003 “Attuazione della direttiva
2001/19/CE che modifica le direttive del Consiglio relative al sistema
generale di riconoscimento delle qualifiche professionali e le direttive del
Consiglio concernenti le professioni di infermiere professionale, dentista,
veterinario, ostetrica, architetto, farmacista e medico.” Pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale n. 239 del 14/10/2003 – Supplemento Ordinario n. 161.
I cittadini italiani che hanno conseguito un titolo professionale
dell’area sanitaria in Italia e vogliono esercitare la professione in un altro
Paese comunitario devono presentare domanda di riconoscimento del
titolo all’autorità competente del Paese estero. Coloro che hanno
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
48
conseguito all’estero un titolo professionale dell’area sanitaria e
intendono esercitare la professione in Italia devono presentare al
Ministero della Salute italiano una richiesta di riconoscimento del titolo.
Elementi giuridici della professione
La professione di Ortottista - Assistente in Oftalmologia è
regolamentata dal Decreto Ministeriale 14 settembre 1994, n. 74328, dalla
legge n. 251 del 10 agosto 2000 “Disciplina delle professioni sanitarie
infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione nonché
della professione ostetrica” pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 208 del
06/09/2000.
Nel 2006 è stata presentata al Senato una proposta di legge,
Disegno di Legge n. 380 “Norme per il riordino delle competenze sanitarie
in materia di salute visiva, nonché disciplina della professione sanitaria
dell’ottico e della professione sanitaria di ortottista-assistente tecnico di
oftalmologia” presentato al Senato della Repubblica il 18 maggio 2006, a
tutt’oggi ancora in fase di approvazione, che stabilisce i criteri per la
definizione del profilo professionale e del percorso formativo
dell’ortottista – assistente in oftalmologia.
La legge n. 43 del 1º febbraio 2006 ha cercato di dettare una
disciplina organica e sistemica in un settore, quello della disciplina delle
professioni sanitarie, a lungo trascurato dal legislatore.
28
Decreto Ministeriale 14 settembre 1994, n. 743 “Regolamento concernente l’individuazione della figura e del relativo profilo professionale dell’ortottista-assistente in oftalmologia”, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 6 del 09/01/1995.
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
49
È noto, infatti, che le professioni sanitarie, pur rappresentando un
nodo cruciale dell’assistenza sanitaria, sono state regolate da una
disciplina normativa assolutamente non adeguata a cogliere le
innumerevoli istanze di sviluppo che la stessa domanda di prestazioni
proveniente dai cittadini sembrava sollecitare. Provvedimenti di diverso
rango normativo, tra loro non coordinati ed eterogenei; stratificazione di
diverse discipline caratterizzate da una commistione tra disposizioni di
principio e norme di dettaglio; assenza di organicità nei diversi interventi
succedutisi nel tempo: tutti questi problemi di ordine legislativo hanno
per lungo tempo ostacolato lo sviluppo delle professioni sanitarie,
impedendo loro un’evoluzione conforme ai più recenti mutamenti del
sistema sanitario.
Al fine di cercare una possibile soluzione a questi problemi latenti,
due sono le principali innovazioni promosse dalla legge n. 43 del 2006 nel
settore delle professioni sanitarie: da un lato, la delega al Governo ad
istituire, con uno o più decreti legislativi, appositi ordini professionali per
ciascuna area organica di professioni sanitarie; dall’altro lato,
l’individuazione di specifici profili in cui si articolano le professioni
sanitarie, con particolare riguardo all’istituzione ed attivazione della
funzione di coordinamento in tutte le organizzazioni sanitarie e
sociosanitarie pubbliche e private.
Le importanti innovazioni previste dalla legge n. 43 del 2006 sul
riordino delle professioni sanitarie rimangono, tuttavia, ancora ad oggi
inattuate. La delega originaria contenuta nell’articolo 4 della legge è
infatti scaduta nel passaggio dalla XIV alla XV legislatura parlamentare.
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
50
Nella XV legislatura, è stato approvato, con la legge 17 ottobre 2007,
n. 189, un differimento del termine di delega originario, che tuttavia non
ha consentito di giungere all’approvazione di un decreto legislativo.
Il ritardo nell’attuazione di questa importante riforma di settore
rende necessario intervenire con una proposta di legge parlamentare,
volta a recuperare, attraverso un procedimento legislativo autonomo, le
linee guida delineate nella legge n. 43 del 2006.
La necessità di un intervento tempestivo volto a recuperare tali
principi e criteri di riforma si comprende agevolmente considerando
l’importanza degli obiettivi perseguiti dalla legge n. 43 del 2006 nel
riassetto delle professioni sanitarie. In primo luogo, il riferimento è al
superamento di quella situazione di disparità di trattamento tra le
professioni sanitarie già organizzate in ordini e collegi e quelle che ancora
non presentano tale articolazione.
Tale intervento è infatti destinato ad influire positivamente sia
sulla lotta all’abusivismo, che nel settore in esame continua ad essere
elevato, sia sulla promozione della qualità delle prestazioni erogate.
Infine, per quanto riguarda l’ambito formativo, il D.M. 9 luglio
2009 (Pubblicato nella G.U. 7 ottobre 2009, n. 233) che sancisce
l’equiparazione tra classi delle lauree di cui all'ex decreto n. 509/1999 e
classi delle lauree di cui all'ex decreto n. 270/2004, ai fini della
partecipazione ai pubblici concorsi.
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
51
Corso di Laurea Specialistica nel settore Sanitario
Per individuare a chi si rivolgono i nostri corsi di laurea di secondo
livello ho preferito partire da una semplice e banale osservazione: nella
XII indagine AlmaLaurea sul profilo dei laureati emerge un dato alquanto
anomalo rappresentato dall’età media di chi consegue una delle Lauree
Specialistiche nelle Professioni Sanitarie, 42 anni, fortemente distante da
quella che si riscontra sul totale dei laureati dei CDL specialistiche che è di
27 anni29.
Questo lascia pensare non certo che i laureati in Scienze delle
Professioni Sanitarie siano meno brillanti di tutti gli altri studenti, ma
mettendolo in relazione alle possibilità occupazionali successive, quelle
per esempio di natura didattica o ancora manageriale che nei concorsi
pubblici sono indirizzati a chi ha almeno cinque anni di esperienza
lavorativa pregressa, è evidente il fatto che un giovane laureato di I°
livello con l’intento di ultimare il percorso universitario di II° livello
incontra la sua unica offerta formativa in un corso che non potrà offrirgli
grosse prospettive se non quelle di dover prima maturare almeno cinque
anni in un’attività lavorativa nell’ambito corrispondente alla propria
laurea triennale. Ciò significa che un qualsiasi studente si troverebbe
scoraggiato nel proseguire l’unico corso a disposizione una volta finita la
triennale e sarebbe inevitabilmente costretto a gettarsi nel mondo del
lavoro con un bagaglio formativo di discutibile completezza, tanto da
sentire spesso l’esigenza di frequentare volontariamente ambulatori,
29
“Profilo e condizioni occupazionali dei laureati nelle professioni sanitarie” Meeting di Primavera 2010 Chieti, 14 maggio – di Andrea Comelli Direttore AlmaLaurea Università di Bologna
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
52
cliniche e ospedali che gli consentano di perfezionare la sua pratica sul
campo.
Se i neolaureati di I° livello di una qualsiasi facoltà si trovano di
fronte ad un CDL specialistica che permetta loro di affinare e specializzare
le proprie competenze in modo da giungere ad una laurea magistrale
pronta ad essere spesa già da subito dal punto di vista professionale, per
le professioni sanitarie, siano esse della riabilitazione, della prevenzione
infermieristiche ostetriche, tecniche, hanno dapprima l’esigenza di
accumulare anni di operatività nel settore di riferimento per diventare
professionisti ai quali poi si possa rivolgere la laurea di secondo livello.
Sul dibattito al momento in corso per quanto riguarda l’esigenza di
nuovi corsi di laurea, infatti, la divisione del mondo universitario si
articola su un fronte che lascia spazio alla natura manageriale didattiche e
della ricerca dell’attuale ordinamento didattico, e ad uno che
prediligerebbe il carattere professionalizzante.
Su quest’ultima linea sembrano convergere, per esempio, anche
proposte per istituire una classe di Laurea per la figura professionale di
Ostetrica di durata quinquennale30.
L’orientamento manageriale/didattica/della ricerca sostiene che è
indispensabile dare largo spazio al management per poter essere
preparati a ricoprire i ruoli dirigenziali (legge 251/00); i contenuti della
professioni si acquisiscono nel triennio e si approfondiscono durante il
percorso lavorativo e nella formazione permanente, mentre la laurea
30
Commissione Nazionale Corsi di Laurea in Ostetricia a cura del presidente Prof. A. Ambrosini DM 270/2004 e Decreto Interministeriale 19.02.2009 – Meeting d’Autunno 2009 Portonovo 16 ottobre
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
53
magistrale deve insegnare “come insegnare” e non “cosa insegnare”; è
indispensabile dare largo spazio anche alla ricerca per riempire i
contenuti dei SSD delle professioni sanitarie e rispondere all’EBM.
L’orientamento professionalizzante sottolinea che per svolgere
attività didattica professionalizzante all’interno dei CDL triennale delle
Professioni Sanitarie o Master molte università richiedono il titolo
Magistrale (art.7 G.lgd 165/01), per contro, all’interno dei CDLM i
contenuti professionalizzanti sono minimi o addirittura assenti; per
accedere al ruolo dirigenziale è necessario essere in possesso della laurea
magistrale (legge 43/06) e tra le competenze richieste al dirigente c’è la
verifica della qualità degli interventi; infine la maggior parte dei laureati
magistrali svolgono attività didattica all’interno del CDL, solo pochi
accedono a ruoli dirigenziali; per essere coordinatori di CDL è richiesta la
laurea magistrale (DM 19 febbraio 2009)31.
La Proposta per un Riordino della Laurea Magistrale in Scienze
delle Professioni Sanitarie della Riabilitazione è stata presentata al
Meeting di Primavera del 14-15 maggio 2010 da un gruppo di lavoro
coordinato da Silvia Bielli, Manuela Cappuccini, Adriano Ferrari e
Donatella Valente, costituito una giunta della classe della riabilitazione
che coinvolge tutte le professioni sanitarie della riabilitazione con relativi
rappresentanti, crede che “in medio stat virtus”. In questa proposta,
infatti, si individua un’ipotesi di caratterizzare e differenziare i CDL
magistrale di ogni sede in base alla prevalenza/peso di uno o più profili
31
“Proposta per un Riordino della Laurea Magistrale in Scienze delle Professioni Sanitarie della Riabilitazione” di Silvia Bielli e Donatella Valente – Meeting di Primavera, Chieti 14-15 maggio 2010
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
54
affini, cercare di condividere per gruppi omogenei attività didattiche e
insegnamenti, e definire più precisamente gli obiettivi e i descrittori di
Dublino, anche se attualmente il decreto non presenta molti margini di
autonomia e i profili sono disomogenei tra loro. Tale proposta suggerisce
di iniziare a progettare i piani di studio con una modalità orientata non
esclusivamente allo sviluppo dell’area manageriale/organizzativa, ma di
implementare l’area della ricerca e sviluppare gli ambiti assistenziale e
clinico, cioè quelli didattici, formativi e pedagogici.
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
55
Capitolo 5 – Core Competence dell’Ortottista
Contesto Internazionale e Attività di Ricerca
La professione dell’Ortottista e la propria formazione assume
aspetti estremamente diversificati nel mondo, dove Europa, America e
Australia adottano sistemi formativi e competenze specifiche poco
uniformate.
L’esordio della pratica dell’Ortottica avviene in Europa e risale al
tardo XIX° secolo; viene descritta per la prima volta dall’Oculista francese
Louis Emile Javal. La prima ortottista è stata Mary Maddox, formata dal
padre Oculista Ernest E. Maddox che ha avviata alla professione di
Ortottista a Londra nei primi anni 1920.
Il primo ospedale che attiva una servizio di Ortottica fu il Royal
Westminster Hospital nel 192832. Negli anni successivi si estende in tutta
Europa la pratica clinica dell’Ortottista fino a giungere all’attuale
diffusione della professione nello Spazio Europeo dell’Istruzione
Superiore dove vede la presenza di un CDL in 13 paesi nei 3 diversi livelli
formativi tra Laurea Triennale, Specialistica/Magistrale e Dottorati di
Ricerca [Figura 2].
32
Orthoptics Australia
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
56
Figura 2 – profilo dell’Ortottista nello Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore33
Negli Stati Uniti l’American Association of Certified Orthoptist
(AACO) definisce l’ortottica come un campo versatile con le opportunità e
le responsabilità in una varietà di contesti clinici. Gli ortottisti, secondo
l’associazione statunitense, possono intervenire nella cura del paziente in
ambito oftalmologico sia nel privato che in ospedali pubblici o nelle
cliniche universitarie, in ambito accademico e in istituti di
ricerca. L’Ortottista sviluppa, come coordinatore o operatore, programmi
33
“La situazione europea delle professioni sanitarie della riabilitazione” R. Marcovich, C. Mularo – Meeting di Primavera 2009, Reggio Emilia 15-16 maggio
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
57
di screening nazionali o locali. Lavorano prevalentemente nell’ambito
dell’oftalmologia pediatrica a causa della natura di molti disturbi
binoculare. Tuttavia la cura di pazienti in età adulta con interesse
ortottico può avere natura neuro-oftalmologica o presentare disturbi
muscolari del sistema motorio dell’occhio. La formazione universitaria
dell’Ortottista negli USA si sviluppa in maniere piuttosto differente
rispetto al contesto europeo. Il corso ha una durata di 24 mesi, ma dopo
aver completato in modo soddisfacente questa prima fase con un
programma accreditati dall’American Orthoptic Council (AOC), e dopo la
supervisione da parte degli ortottisti dai quali sono stati formati, gli
studenti devono sostenere l’esame per ottenere la certificazione
dell’American Orthoptic Council. Per ottenere tale certificazione
nazionale dall’AOC gli ortottisti vengono sottoposti ad una prova scritto,
una orale ed una pratica. La prova scritta viene svolta in un giorno uguale
per tutti i centri nel mese di giugno, di solito il terzo mercoledì del mese. Il
candidato deve ottenere un punteggio valido per l’ammissibile alla prova
orale e pratica, che si svolge in autunno in una sede centrale dove il
candidato è tenuto a sostenere una serie di domande su temi che
coprono l'intero campo di studio.
In caso di superamento di entrambe le prova, i candidati ricevono
un certificato e concesso l'uso della denominazione "CO"(Certified
Orthoptist – Ortottista Certificato). Per mantenere la certificazione ogni
Ortottista, come indicato nel Codice Etico stabilito dall’American
Orthoptic Council, è tenuto ad accumulare un numero definito di crediti
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
58
per la formazione continua34. Analogo il percorso formativo e
professionale del Canada.
In Australia il contesto operativo dell’Ortottista è estremamente
più ampio, in particolare su un aspetto che in Italia pone profonde
divergenze tra gli operatori che ruotano attorno alla visione, ovvero gli
ottici, gli oculisti e gli ortottisti. Gli Ortottisti australiani, infatti, hanno la
possibilità di prescrivere lenti per occhiali a bambini e adulti.
La formazione universitaria è molto più articolata e consente di
formare lo studente con una qualifica estremamente approfondita su
quattro anni di corso, un secondo livello di altri due anni ed un terzo
livello con un dottorato di ricerca.
Nel primo livello, il primo anno di corso prevede che gli studenti si
impegnino in un percorso interdisciplinare comune, concentrandosi su
base bio-scienza umane e dei fattori che influenzano la salute, e il ruolo
degli operatori sanitari nei settori della sanità e del benessere. Il secondo
anno prevede studi di base in neuroscienze, patologia e farmacologia, la
conoscenza approfondita del sistema visivo e l'occhio, ed i principi di base
teorici e pratici della patologia oculare ed ortottica. Nel terzo anno, gli
studenti sviluppano ulteriormente le loro conoscenze e competenze in
Ortottica, Oftalmologia e Riabilitazione Visiva. Il quarto anno è in gran
parte approfondimento clinico, dove gli studenti consolidano la loro
capacità di gestire problemi oculari e nella visione su pazienti di ogni età.
Nel secondo livello troviamo il Master in Ortottica. Questo corso è
un programma di 2 anni in cui è integrata la teoria e la conoscenza delle
34
Dall’American Association of Certified Ortottisti (AACO)
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
59
malattie degli occhi di competenza ortottica per l'indagine delle
problematiche e la gestione dei pazienti. Gli studenti hanno la possibilità
di frequentare stage e di consolidare l’esperienza clinica negli ospedali e
nelle cliniche oculistiche, nelle rete scolastiche, e in altri ambienti clinici
dove potranno imparare a sviluppare e perfezionare ulteriormente le loro
competenze cliniche e le strategie di gestione del paziente.
Il terzo livello, infine, prevede il Dottorato di Ricerca in Scienze
della Salute con la possibilità di espandere la conoscenza e migliorare il
trattamento. Il Dottorato è un'opportunità unica per estendere le
frontiere della conoscenza, sviluppare e dimostrare abilità specifiche
espandendo le varie prospettive di carriera. I gradi di ricerca disponibili
sono inserite nella Facoltà di Scienze della Salute e sono:
Doctor of Philosophy (PhD)
Master di Scienze Applicate (MApplSc)35.
Nel Giappone la formazione prevede un corso di laurea di primo
livello della durata di tre anni con un esame finale che certifica le capacità
dell’Ortottista e che viene poi ripetuto ogni anno dal Ministero della
Salute. Le competenze non sono diverse da quelle che troviamo a livello
europeo e negli Stati Uniti. È previsto un secondo livello con scuole di
specializzazione e il dottorato di ricerca.
35
La Trobe University – Content Approved by Director, Future Students Centre. Ultimo aggiornamento: 13 settembre 2010
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
60
I° livello (durata del CDL)
II° livello (durata del CDL)
III° livello (durata del CDL)
Europa 3 aa 2 aa (dove previsto)
Master/Dottorati
USA 2aa (interdisciplinare)
2aa (pratica)
Dottorati
Australia 4 aa 2aa (full time) 4aa (part time)
Dottorati
Giappone 3aa 1aa Dottorati
Tabella 5
Si evidenzia quindi come i livelli d’istruzione assumono un
carattere fortemente professionalizzante in sede extra europea per
quanto riguarda il primo e secondo ciclo, portando alla certificazione della
professione, e offrono l’opportunità di accedere a dottorati di ricerca nel
terzo ciclo.
In ambito europeo, invece, l’aspetto professionalizzante viene
circoscritto alla laurea triennale e a corsi post laurea che lo specialista
può seguire autonomamente; il secondo ed il terzo ciclo, là dove previsti,
sono pressoché destinati agli insegnamenti manageriali, per la didattica e
la ricerca.
Giungiamo, infine, all’ambito della ricerca scientifica di carattere
eminentemente ortottico dove si trova una letteratura scientifica che può
spaziare tra tutte quelle riviste di interesse interdisciplinare che abbiano
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
61
una riferimento alla materia: oftalmologia, pediatria, neurologia,
riabilitazione, otorinolaringoiatria, fisiatria e posturologia.
Per quanto riguarda, invece, le riviste scientifiche di interesse
prevalentemente Ortottico sono:
Australian Orthoptic Journal ONO Orthoptik und NeurOphthalmologie Journal Français d’Orthoptique Orthoptik-Pleoptik Prisma Japanese Orthoptic Journal Tijdschrift voor Orthoptie Blickpunkt Focus British and Irish Orthoptic Journal American Orthoptic Journal Strabismus Binocular Vision & Strabismus
(Australia) (Austria) (France) (Germany) (Italy) (Japan) (Netherlands) (Switzerland) (UK/Ireland) (USA) (USA) (USA)
Nonostante l’ampio settore d’interesse per l’ortottica la concreta
pubblicazione con espliciti riferimenti ad essa non risulta particolarmente
prolifica. Una ricerca degli articoli presenti su Pubmed dell’ultimo anno (
Search: orthoptic or orthoptist – Limits Activated: published in the last 1
year ) ha riportato 43 pubblicazioni di cui solo 3 eseguiti in Italia. L’attività
di ricerca più prolifica appartiene al Regno Unito da dove provengono il
42% delle pubblicazioni contro una media degli altri stati di circa il 5-7%
delle ricerche scientifiche in ambito ortottico.
Il vasto contributo alla ricerca da parte della letteratura
anglosassone può essere riconducibile, almeno in parte, ad una ben
definita individuazione delle competenze dell’Ortottista.
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
62
Nel Regno Unito, infatti, l’Ortottista interviene con la propria
attività nella diagnosi e nel monitoraggio del Glaucoma, nel trattamento e
nella riabilitazione degli infarti, nella cura di pazienti con disturbi
dell’apprendimento, nella schiascopia e nella refrazione, nella valutazione
delle capacità visive sia degli adulti che in età pediatrica, nel trattamento
della cataratta, in ambito neuro-oftalmologico e nell’ipovisione Nello
specifico la British & Irish Orthoptic Society ha redatto una precisa e ben
dettagliata linea guida sulle precise competenze dell’Ortottista nella sua
pratica clinica per ognuna delle aree in cui viene impiegato; un
documento nel quale vengono identificate le azioni che devono essere
svolte nella cura del paziente e dove viene ben evidenziata la
caratteristica collaborativa tra Oculista ed Ortottista.
Questo documento, che potrebbe essere un esempio reale da
prendere come riferimento a livello internazionale, è stato prodotto in
seguito ad un processo iniziato nel 1999 e ultimato nel 2007 con una
review avvenuta a gennaio del 2009, e che ha avuto diversi passaggi e
coinvolto molte figure in varie località geografiche. Gli standard di
competenza individuati in Australia, Gran Bretagna e Canada sono stati
revisione dal Comitato per lo Sviluppo Professionale (Professional
Development Committee) e rettificato dall’associazione nazionale
Britannica, la BOS (oggi BIOS). Vengono stabiliti obiettivi per gli standard
di riferimento in coerenza con i migliori risultati clinici. Nel documento si
sottolinea l’importanza di un approccio agli standard per la gestione delle
attività svolte dagli Ortottisti, e soprattutto per l’educazione e lo sviluppo
professionale nella pratica clinica per garantire un’elevata qualità nella
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
63
cura delle varie patologie. Le norme e le linee guida sono state sviluppate
con l'intento di essere attuate nei reparti di varie dimensioni, che
forniscono servizi diversi, e che possano quindi gestire il Servizio di
Ortottica in modo autonomo o in totale o parziale collegamento con il
servizio di Oftalmologia.
Le norme e le linee guida sono state poi rilasciate in due fasi di
studio pilota in 12 centri. Il documento finale è stato poi approvato dal
Comitato per lo Sviluppo Professionale e rettificato dal Consiglio della
Società Britannica di Ortottica. Infine una revisione del lavoro svolto per
la produzione del documento dal titolo “Competency Standard e
Professional Practice Guidelines” è stata effettuata dalla BIOS Professional
Development Committee nel 200736..
Ambiti operativi attualmente riconosciuti
Il profilo professionale dell’Ortottista riconosce allo specialista
l’ambito della prevenzione, quello della valutazione, cura e riabilitazione
ortottica dei disturbi visivi, e quello della formazione professionale ed
educazione alla salute.
Può svolgere la sua attività professionale in strutture sanitarie,
pubbliche o private, in qualità di dipendente o libero-professionista.
Opera soprattutto negli ospedali, nelle ASL, nei servizi di medicina
scolastica o del lavoro e negli istituti di neuropsichiatria infantile.
36
Competency Standards and Professional Practice Guidelines for the Extended Role
of the Orthoptist - British & Irish Orthoptic Society, review date: January 2009
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
64
L’accesso nelle strutture pubbliche avviene mediante pubblico
concorso.
La riabilitazione si articola su tre ambiti di interesse per i
professionisti:
a) Cura e Riabilitazione b) Prevenzione c) Educazione e Formazione
Cura e Riabilitazione
Sono di sua competenza, in particolare, la valutazione e la
riabilitazione dello strabismo e dell'ambliopia. Si occupa, inoltre,
dell’esecuzione di esami strumentali oculistici sia in fase diagnostica che
nel fallow-up del percorso terapeutico o chirurgico che il paziente
affronta in ambito oftalmologico.
Gli attività diagnostiche che vengono svolte sono lo studio della
semeiotica oculare nella valutazione dei movimenti oculari, della
stereopsi, della refrazione, dell’acuità visiva, della lacrimazione, del senso
cromatico e della sensibilità al contrasto, lo studio del Campo Visivo, lo
Schermo di Hess, la Topografia Corneale. Con la supervisione e la
cooperazione del Medico Oculista nella somministrazione di anestetici e
midriatici si può occupare inoltre dell’Assistenza Oftalmologica per la
misurazione dei parametri oculari quali la pachimetria, l’eco-biometria, la
tonometria, la conta endoteliale, il calcolo della IOL per l’intervento di
cataratta, l’elettrofisiologia oculare.
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
65
Attua piani di Riabilitazione Ortottica in pazienti con
problematiche legate al sistema oculomotore, oltre che nella
rieducazione visiva negli ipovedenti.
Inoltre può seguire l’attività Oculistica in ambito pediatrico per il
follow-up del prematuro nella diagnosi e nella terapia della Retinopatia
del Pretermine, soprattutto con la recente comparsa dei moderni sistemi
di esplorazione del fondo oculare che si avvalgono dell’acquisizione in
formato digitali di immagini retiniche effettuate mediante la RetCam.
Oltre all’attività diagnostico/strumentale si occupa dell’assistenza
chirurgica in sala operatoria, sia per gli interventi legati allo strabismo,
che per la cataratta, la chirurgia refrattiva, la chirurgia del segmento
anteriore e la chirurgia vitreo-retinica.
Prevenzione
Tra i suoi compiti rientra anche la prevenzione visiva in età
infantile, prescolare e scolare, con l'esecuzione di screening nelle scuole
materne ed elementari, presso i consultori pediatrici, nei reparti di
neonatologia e pediatria.
Il carattere preventivo è fondamentale sviluppare qualsiasi
progetto di intervento sul territorio che si prefigga l'esecuzione di test
adatti all'identificazione di fattori ambliopigeni durante il periodo critico,
e potrebbe essere utile impostare l’intervento sulla base di un
coinvolgimento dei pediatri di base. Esistono infatti una serie di test,
ciascuno dei quali eseguibile con maggiore utilità in determinate fasce di
età, la cui esecuzione introduce ad un percorso oftalmologico che
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
66
dovrebbe essere concluso attraverso una diagnostica specialistica, al fine
di escludere definitivamente la presenza di patologie oculari serie, con
l’eventuale ed immediato invio ad un centro di 2° livello.
Educazione e Formazione
La formazione professionale può essere esercitata con
l’insegnamento della propria materia nei CDL e con l’attività di tutor nelle
cliniche universitarie per il tirocinio teorico/pratico degli studenti.
La promozione della salute passa anche da iniziative di educazione
e sensibilizzazione dei cittadini con progetti sul territorio.
Progress Test e requisiti minimi per la formazione
Nel tentativo di ottenere uno strumento condiviso ed utilizzabile
da tutte le sedi universitarie per la valutazione di ciò che viene insegnato
dei vari corsi di laure delle professioni sanitarie si è cercato di orientarsi
sull’utilizzo del Progress Test, facendo riferimento anche a quello che
viene riportato in letteratura in merito. Il primo incontro degli “addetti ai
lavori” si è tenuto a Bologna il 25 novembre 2008, alla presenza di 60
partecipanti e coinvolgendo infermieri, fisioterapisti, ostetriche, tecnici di
radiologia, tecnici di laboratorio, logopedisti, terapisti della neuro e
psicomotricità dell’età evolutiva, assistenti sanitarie, tecnici ortopedici,
dietisti37.
Il Progress Test nasce dall’esigenza di valutare la capacità dello
studente di aumentare le proprie conoscenze nel tempo, di non perderle
37
“Il Progress Test” nei Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie – Pillastrini Meetinng di Primavera 2009
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
67
e il modo in cui vengono applicate. Con questo strumento si intende
verificare non solo l’apprendimento delle conoscenze da studente, ma
anche la loro implementazione da professionista. Il test misura gli
outcome del processo di apprendimento, non migliora la performance,
ma piuttosto misura se è stato raggiunto un definito standard di
performance mediante feedback costruttivi. Oltre a ciò, si prefiggono
obiettivi secondari, quali quelli di poter valutare i docenti e quel che
insegnano, verificare l’uniformità degli insegnamenti tra i corsi di laurea
tra le varie sedi ottenendo così professionisti che abbiano svolto lo stesso
percorso formativo prescindendo dalla sede di appartenenza.
Dall’esperienze dei Tecnici di Fisiopatologia Cardiocircolatoria si evidenzia
un aspetto importante; essi, infatti, affermano che il test si debba
ripetere ogni semestre e non ogni anno, con l’intento di avere un’idea
della progressione della conoscenza in un periodo breve ed intenso come
avviene del Corso di Laurea Universitario delle Professioni Sanitarie38.
Altro concetto base nella formazione universitaria lo
rappresentano i requisiti minimi. Essi costituiscono un insieme di risorse
che devono essere possedute dai Corsi di Laurea e sono nati per arginare
le conseguenze del DM 509, la cui ratio era quella di perseguire, per
mezzo dell’autonomia universitaria, la convergenza col sistema europeo,
il miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia dell’offerta formativa e la
riduzione del tasso di abbandono. I risultati di tale provvedimento sono
però stati l’aumento del numero dei CdL e degli insegnamenti, l’eccessiva
38
Progress test: l’esperienza dei tecnici di fisiopatologia cardiocircolatoria – Miraldi Meeting di Primavera 2009
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
68
delocalizzazione delle sedi didattiche, la creazione di CdL con pochi
studenti. Le ragioni del fallimento sono state, nel tempo, addebitate a
fattori, esterni e interni: gli ordini professori non si sono fatti coinvolgere
adeguatamente (fattore esterno); la scarsità delle risorse finanziarie
messe in campo dal Ministero (fattore esterno); la scarsa lungimiranza
dell’Università (fattore interno).
È importante tenere bene in considerazione che i requisiti minimi
non sono da intendersi come standard di qualità, bensì come freno alla
proliferazione incontrollata dell’offerta formativa (disattivazione dei CdL
con pochi studenti, divieto di creare insegnamenti con meno di 6 CFU) e
all’irrigidimento delle disposizioni in termini di requisiti di docenza. La
problematica sta nel fatto che le numerose normative che si sono
susseguite nel corso di questi ultimi anni per i requisiti minimi che hanno
generato un insieme di possibili equivoci sull’interpretazione dei
regolamenti. Ad ogni modo le tematiche affrontate dalla normativa
vigente (Conferenza dei Presidi 2003; Decreto Ministeriale 2005;
Documento 7/07 MIUR; Decreto Ministeriale 544/07; Decreto
Ministeriale 10/06/08; Decreto Ministeriale 19/02/09; Nota 160/09
MIUR) attengono al numero di ore da garantire all’interno di ciascun
credito formativo, al vincolo in CFU da attribuire a ciascun insegnamento
e ai requisiti di docenza. Per questi ultimi si possono individuare tre
requisiti fondamentali: numero di docenti (DM 544/07), copertura dei
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
69
SSD (DM 544/07) e insegnamenti dei Professori Universitari (art. 2 comma
2 del decreto sulle classi che parla del 50% degli insegnamenti)39.
Descrittori di Dublino
In un ipotetico tentativo di voler poi giungere ad un riordino della
formazione universitaria in ambito sanitario è essenziale tenere in
considerazione i parametri a cui fare riferimento nei vari livelli
d’istruzione.
In merito a ciò i Descrittori di Dublino definiscono quali sono i
risultati dell’apprendimento comuni a tutti i laureati di un corso di studio.
I risultati dell’apprendimento devono essere espressi non solo in termini
di conoscenze attese, ma anche in termini di competenze (es. valutazione
critica; di comunicazione; linguistiche; di progettazione/calcolo) e di
abilità/capacità (soluzione di problemi; livello d’apprendimento). Non
sono prescrittivi e non sono esaustivi. Devono essere poi riempiti con gli
specifici contenuti relativi agli obiettivi dei diversi Corsi di studio.
Per tutti e tre i cicli formativi si devono quindi riportare le
conoscenza e capacità di comprensione, di applicazione, di
apprendimento, l’autonomia di giudizio e le abilità comunicative.
I descrittori delle conoscenze, competenze e abilità del I ciclo di
laurea indicano che gli studenti devono dimostrare conoscenze e capacità
di comprensione in un campo di studi di livello post secondario e ad un
livello che includa anche la conoscenza di alcuni temi d’avanguardia nel
39
I requisiti minimi – di Paolo De Angelis Meeting d’Autunno 2010
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
70
proprio campo di studi; inoltre raggiungano la capacità di applicare le loro
conoscenze e capacità di comprensione in maniera da dimostrare un
approccio professionale al loro lavoro, e possiedano competenze
adeguate sia per ideare e sostenere argomentazioni che per risolvere
problemi nel proprio campo di studi; oltre a ciò a chi consegue la laurea di
primo livello si attribuisce la capacità di raccogliere e interpretare i dati
ritenuti utili a determinare giudizi autonomi, inclusa la riflessione su temi
sociali, scientifici o etici ad essi connessi, sappiano comunicare
informazioni, idee, problemi e soluzioni a interlocutori specialisti e non
specialisti e abbiano sviluppato quelle capacità di apprendimento che
sono loro necessarie per intraprendere studi successivi con un alto grado
di autonomia.
La laurea di secondo livello si rivolge agli studenti che abbiano
dimostrato conoscenze e capacità di comprensione che estendono e/o
rafforzano quelle tipicamente associate al primo ciclo e consentono di
elaborare e/o applicare idee originali, spesso in un contesto di ricerca,
che siano capaci di applicare le loro conoscenze, capacità di
comprensione e abilità nel risolvere problemi a tematiche nuove o non
familiari, inserite in contesti più ampi (o interdisciplinari) connessi al
proprio settore di studio, abbiano la capacità di integrare le conoscenze e
gestire la complessità, nonché di formulare giudizi sulla base di
informazioni limitate o incomplete, includendo la riflessione sulle
responsabilità sociali ed etiche collegate all’applicazione delle loro
conoscenze e giudizi, sappiano comunicare in modo chiaro e privo di
ambiguità le loro conclusioni, nonché le conoscenze e la ratio ad esse
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
71
sottese, a interlocutori specialisti e non specialisti e abbiano sviluppato
quelle capacità di apprendimento che consentano loro di continuare a
studiare per lo più in modo auto-diretto o autonomo.
I risultati dell’apprendimento secondo i descrittori definiscono che
i curricula sono descritti e progettati in base ad una definizione esplicita di
quello che lo studente si deve aspettare di apprendere da quel corso di
studio e dalle attività formative che lo compongono. L’esito diventa parte
integrante di un progetto di riforma della didattica che sposta il focus da
quello che il docente intende insegnare alle conoscenze, competence e
abilità che lo studente dovrà dimostrare di aver acquisito al termine del
corso di studio40. L’unità che misura il lavoro dello studente in termini di
tempo nazionale necessario per conseguire definitivi risultati di
apprendimento è costituita dal CFU41.
Principi e standard del tirocinio professionale
La formazione sul campo nel contesto ospedaliero presuppone
che il modo migliore per apprendere una competenza è quella di
esercitarla nel contesto reale sviluppando un progetto che riguardi il
proprio ruolo. Il tutor si trasforma così in una sorta di agevolatore che
insegna come raccogliere e finalizzare le conoscenze e le competenze
disponibili. Per una persona che vuole apprendere la metodologia per
40
Il sistema dei descrittori europei per le lauree magistrali - Osservatorio di Ateneo sulla Didattica dell’Università di Siena Servizio Management Didattico - Siena, 21 novembre 2006 41
European commission ECTS Users’ guide – European credit transfer for lifelong learning, 2004
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
72
usarla al servizio di una committenza diversificata non resta dunque che
invitarla a fare immediatamente un progetto sul tema di interesse usando
le indicazioni fornite. La persona sarà assecondata nel corso della sua
elaborazione, sia nel rapportarsi inizialmente con la committenza che nel
mettere assieme e finalizzare le conoscenze proprie e altrui, nel tempo
disponibile, al fine di presentare un progetto reale che è al tempo stesso
anche l’esemplificazione dell’apprendimento maturato.
L’approccio della formazione all’adulto comprende questo aspetto
nella sua filosofia di fiducia reciproca, rispetto, responsabilità personale
ed esperienza.
L’apprendimento è un processo che si protrae per tutta la vita,
basato sugli interessi personali, sulla motivazione, sui bisogni, sui valori e
sulle competenze. Nei Paesi europei questo concetto è ampiamente
riconosciuto come fondante per la formazione nelle professioni sanitarie.
Tutto ciò richiede ai formatori di essere innovativi e centrati sulla persona
quando sviluppano iniziative di formazione che valutano l’apprendimento
pregresso e promuovono la conoscenza pratica. I principi della
formazione agli adulti propugnati da Spencer&Jordan riflettono il bisogno
di concentrarsi su due elementi-chiave: l’apprendimento auto-diretto e
quello problem based. Entrambi si sono dimostrati adatti nell’area delle
professioni sanitarie. Si considerano entrambi positivi per quanto
concerne l’incremento del pensiero critico, del problem solving nella
realtà e nella comunicazione a livello multiprofessionale.
Il tirocinio diventa quindi fondamentale nell’ambito delle lauree
sanitarie che hanno come loro peculiarità quella di essere fortemente
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
73
professionalizzanti. Si confronta e si verifica che alla fine del percorso
formativo gli obiettivi educativi prefissati siano stati adeguatamente
raggiunti. La competenza secondo il PSN2006/2008 viene definita dal
Consiglio Superiore della Sanità come “l’obiettivo permanente della
formazione professionale delle lauree sanitarie è inequivocabilmente
quello di fornire ai futuri specialisti competenze congrue e coerenti con le
esigenze del SSN”. Gli obiettivi educativi sono, quindi, il raggiungimento
della competenza.
Tabella 6- Le relazioni tra l’apprendimento nell’adulto e quello auto-diretto (Secondo SpencerJA&Jordan RK, 1999, Learner centred approaches in medical education, British Medical Journal n. 318, maggio 1999, 1280 – 1283)
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
74
Dimensioni della competenza professionale:
1. Dimensioni Cognitive
Conoscenze essenziali caratterizzanti
Gestione delle informazioni
Applicazioni delle conoscenze a situazioni di vita reale
Uso conoscenza implicita ed esperienza personale
Problem solving
Autoapprendimento
Capacità di porsi domande
Riconoscimento delle proprie lacune di conoscenze
Utilizzo delle risorse
Apprendimento dell’esperienza
2. Dimensioni Tecniche-manuali
Esame obiettivo
Procedure specifiche (ortottiche, oftalmologiche, chirurgiche, riabilitative)
3. Dimensioni Integrative
Sintesi tra giudizio scientifico, clinico e umanistico
Collegamento tra conoscenza teoriche e cliniche
Utilizzo appropriato di strategie di ragionamento clinico
Capacità di affrontare l’incertezza
4. Dimensioni Contestuali
Adattamento al contesto clinico
Utilizzo appropriato di tempo e risorse disponibili
5. Dimensioni Relazionali
Abilità comunicazionali
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
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Gestione dei conflitti
Lavoro in equipe
Capacità di insegnare ad altri (pazienti, studenti, e colleghi)
6. Dimensioni Affettive e morali
Capacità di far fronte all’ambiguità e all’ansia
Intelligenza emotiva
Rispetto dei pazienti
Capacità di dare risposte alle aspettative dei pazienti e della società
Prendersi cura
7. Dimensioni Metacognitive (attitudini mentali)
Sul proprio modo si pensare e agire e sulle emozioni
Attenzione accortezza
Curiosità critica
Individuazione dei propri errori (bias) cognitivi, emozionali e comportamentali
Volontà di riconoscere e correggere gli errori
Per concludere, nasce l’esigenza di costatare se quello che si sta
facendo equivale a dei precisi criteri. Nella prativa valutativa è necessario
costatare quanto lo studente ha modificato e trasformato
strutturalmente il proprio comportamento in modo da asserire la propria
competenza (intesa come capacità poliedrica) sul campo operativo in
modo preciso. La competenza si manifesta nel professionista (o nello
studente) attraverso i suoi comportamenti e attraverso i risultati ottenuti
core competence. Le core competence sono essenziali e irrinunciabili per
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
76
una pratica professionale sicura, efficace, efficiente e che si acquisiscono
nel tirocinio42.
I differenti ambiti del core competence nel tirocinio sono:
1. prevenzione 2. cura e riabilitazione (abilità e atteggiamento) 3. educazione terapeutica 4. formazione e autoformazione 5. EBP (pratica basata sulle prove) 6. Responsabilità professionale 7. Gestione e management 8. Comunicazione e relazione
Il professionista della Riabilitazione è chi offre, in autonomia o in
collaborazione con altri professionisti, il miglior intervento di prevenzione
cura e riabilitazione. La valutazione è il confronto tra obiettivi raggiunti e
criteri prefissati per ritenerli soddisfacenti al fine di arrivare ad essere un
professionista competente e riflessivo.
Figura 3
43
42
A Core Curriculum for a Post-basic Corse in Palliative Nursing (1991). The international Society of Nurses in Cancer Care. Haigh & Hochland Manchester, U.K
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
77
La competenza è una qualità multifattoriale che comprende abilità
atteggiamenti inerenti il campo intellettuale. In questo senso la piramide
di Miller [figura 4] esplica per ogni abilità e atteggiamento il tipo di
valutazione necessaria.
Il coordinamento dell’attività di tirocinio sono volte a
programmare e gestire le attività pratiche e didattiche professionalizzanti,
promuovere il coordinamento degli insegnamenti disciplinari specifici,
gestire l’inserimento e lo sviluppo formativo dei tutor assegnati, fornire
consulenza pedagogica e attività di orientamento agli studenti
promuovere strategie di integrazione con i referenti dei servizi sanitari,
garantire la sicurezza e gli adempimenti della normativa specifica,
produrre report e audit sull’attività formativa professionale Realizzata,
promuovere sperimentazioni e ricerca pedagogica nell’ambito delle
attività professionalizzanti certificare le competenze professionali in
conformità agli standard professionali definiti.
Il tirocinio prevede specifici standard a cui fare riferimento44:
1. Definizione dei principi pedagogici 2. Programmazione dei tirocini 3. Numero e durata delle esperienze di tirocinio 4. Criteri di scelta sedi di tirocinio 5. Rapporti con le sedi di tirocinio e i Servizi di Direzione 6. Coordinamento e tutorato del tirocinio 7. Documentazione del tirocinio professionale
43
Guida per lo sviluppo della formazione infermieristica in cure palliative in Europa. Formazione Infermieristica in Cure Palliative:Rapporto della Task Force EAPC a cura di DE VLIEGER Martine, GORCHS Nuria, LARKIN Philip J., PORCHET Françoise – edizione italiana 2008 44
Consenus Conference sul tirocinio – Portonovo 10 settembre 2010
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
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8. Monitoraggio della qualità del tirocinio 9. Valutazione formativa e certificativa 10. Gestione dello studente in difficoltà 11. Responsabilità dello studente e verso lo studente: codice di
comportamento, requisiti di accesso al tirocinio … privacy e sicurezza verso lo studente
Figura 4 – Piramide di Miller
Nel tentativo di seguire il lavoro intrapreso nella valutazione delle
competenze cliniche nel tirocinio durante il percorso formativo, per le
professioni sanitarie sembra fondamentale intraprendere l’approccio
OSCE (Objective Structured Clinical Examination) in cui le componenti
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
79
della competenza stessa sono valutate in modo pianificato e strutturato
facendo attenzione all’obiettività dell’esame45.
45
Harden RM 1988
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
80
Conclusioni
Nel prossimo decennio che va fino al 2020, l’istruzione superiore
europea dovrà dare un contributo vitale per la realizzazione di un’Europa
della conoscenza che sia altamente creativa ed innovativa. L’Europa può
conseguire tale risultato, in presenza di una popolazione sempre più
anziana, solo valorizzando al massimo i talenti e le capacità di tutti i suoi
cittadini e impegnandosi pienamente a favore dell’apprendimento
permanente e di una più ampia partecipazione all’istruzione superiore.
A livello europeo si deve anche far fronte alle sfide ed alle
opportunità derivanti dalla globalizzazione e da un più rapido sviluppo
tecnologico, che fanno emergere nuovi soggetti erogatori di formazione,
nuove tipologie di studenti e nuovi metodi di apprendimento.
L’apprendimento incentrato sullo studente e la mobilità
aiuteranno gli studenti a sviluppare le competenze necessarie per un
mercato del lavoro in continua evoluzione, e a diventare cittadini attivi e
responsabili.
In tutto ciò la formazione dell’Ortottista deve seguire la linea
tracciata dal flusso collettivo a livello europeo, cercando di cogliere eventi
positivi dell’evoluzione naturale e facendosi promotore di iniziative e
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
Verso l’individuazione delle linee guida nella progettazione dei percorsi formativi Patrizio Carratta
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proposte che possano fornire un contributo al perfezionamento dei
percorsi formativi e professionali.
Nel corso degli anni si è assistito ad un prodigioso sviluppo del
contesto lavorativo per le professioni che operano nel settore sanitario.
Un vasto insieme di professionisti costituito da più di
cinquecentocinquanta mila operatori che apportano al sistema sanitario
un contributo enorme nella promozione della salute dei cittadini.
Rappresentano infatti un anello indispensabile nei meccanismi di
produzione dei servizi ai cittadini e assumono livelli di specializzazione
elevata nella cura di patologie di ogni natura.
La crescita ha rappresentato una maturazione dei vari profili che si
son prefissati traguardi importanti con l’unica prospettiva di migliorare la
propria condizione spesso scarsamente considerata quando queste
professioni hanno fatto il loro esordio al fianco delle figure mediche.
Oggi gli obiettivi restano prima di tutto la costituzione degli Ordini
Professionali, ma anche il raggiungimento di un livello formativo che
ponga le basi per potersi relazionare ad un livello paritario con la figura
del medico col quale si deve collaborare e non entrare in un rapporto di
competizione negativa. A tal proposito, innalzare o estendere il livello di
formazione professionalizzante dei corsi di laurea magistrale potrebbe
consentire di inseguire un livello di conoscenza approfondita del proprio
ambito d’azione.
La figura dell’Ortottista, per esempio (che prendo come
riferimento per ovvie ragioni di attinenza professionale) si gioverebbe di
un consolidamento o addirittura estensione delle proprie conoscenze in
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materie che la vincolano, e che senza di esse si vede restringere il proprio
campo d’azione, assumendo una certo livello di subordinazione alla figura
dell’Oculista. La formazione universitaria avrebbe la possibilità di colmare
abbondantemente tutte quelle profonde lacune che al momento i
professionisti sentono nella pratica della propria attività. Tutto questo si
potrebbe tradurre, nell’ambito lavorativo, in un vero e proprio
incremento delle competenze e possibilità di agire.
Lo studio approfondito di una materia come la farmacologia, per
esempio, che insegni al professionista i rischi e le proprietà delle molecole
che possono essere utilizzate in ambito sanitario esclusivamente nella
fase diagnostica per giungere ad una corretto e preciso studio della
problematica che gli si presenta di fronte, consentirebbe di poter
giungere con maggiore velocità ad una diagnosi precoce, svincolando il
medico specialista da una responsabilità che potrebbe a quel punto
essere condivisa dalle due figure.
L’immagine, quindi di un percorso universitario da rivedere nella
sua formulazione, ipotizzando una riforma che cerchi di mettere nelle
mani dei neo-laureati competenze reali e certificate, in un corso di laurea
articolato sì su due cicli, ma corrispondenti alle concrete esigenze
lavorative dei professionisti. Un percorso, così com’è strutturato al
momento, forma nel primo ciclo (laurea triennale) uno specialista
estremamente circoscritto nel suo campo operativo, e nel secondo ciclo
(laurea magistrale) una figura dalle competenze manageriali didattiche e
di ricerca che è essenziale per poter seguire ambiziosi livelli di operabilità
personale per un operatore, ma corre il rischio di dover dedicare parte
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della prima esperienza lavorativa nel consolidamento, se non nel vero e
proprio apprendimento, di aspetti professionalizzanti che non ha potuto
seguire o raggiungere in precedenza.
Quest’ultimo aspetto credo rappresenti la chiave per raggiungere
un arricchimento della competenza per tutte le professioni sanitarie,
siano esse della Riabilitazione, della Prevenzione, Tecniche o
Infermieristiche e Ostetriche.
Tenuto conto di forti restrizioni proveniente dalle norme vigenti
che limitano la proliferazione di corsi di laurea e la natura degli stessi nel
secondo livello con lauree specialistica che non soddisfano l’aspetto
professionalizzante (una esigenza evidente sotto l’aspetto pratico di tutti i
professionisti della sanità) mi sono soffermato a riflettere sulle possibili
alternative da poter creare. Nel futuro dello Spazio Europeo
dell’Istruzione Superiore in ambito sanitario, ho cercato di formulare un
ipotetico corso di laurea quinquennale su due cicli che abbia:
un primo livello di carattere generale con un biennio comune a tutte le professioni per uniformare la formazione di base perseguendo obiettivi formativi irrinunciabili nell’acquisizione delle conoscenze essenziali delle varie discipline;
ed un secondo livello più specifico dove le varie figure professionali prendono forma e gli approfondimenti delle varie materie sono rivolti sia alla pratica clinica che a tutti quegli ambiti che permettono il raggiungimento di un livello di competenza soddisfacente per operare in sicurezza e svolgere attività di ricerca o di docenza.
a questo punto il terzo livello, in un percorso post-laurea, potrà dedicarsi alle competenze manageriali di estrema
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importanza per la gestione, organizzazione e coordinamento nei processi di produzione dei servizi.
Questa prospettiva, vuole semplicemente rappresentare un punto
sul quale ragionare e trovare la più vantaggiosa possibilità di crescita per
tutte le Professioni Sanitarie, nella consapevolezza di vivere una fase di
transizione nella quale ogni pensiero può contribuire a trovare la strada
migliore da percorrere insieme. Nel semplice tentativo di immaginarla,
costituirebbe una riforma radicale e profonda che potrebbe richiedere
uno sforzo culturale di notevole portata per poterne dedurre eventuali
vantaggi e svantaggi.
Al di là di questo, superando il contesto astratto della formazione
specialistica, nel valutare l’effettivo contributo che l’Ortottista apporta
alla ricerca si può facilmente intuire che l’impegno profuso non brilla
certo per risultati riscontrabili in letteratura. Le pubblicazioni, anche se
parliamo di un settore ben delimitato, sono del tutto implementabili, e
questo potrebbe essere facilitato da una preparazione quanto più vasta
possibile; esempio ben espresso dalle realtà che si possono vedere in
Inghilterra dove sviluppano l’attività di ricerca più vasta nel nostro
settore.
Infatti, sembra doveroso muoversi sulla linea britannica per un
riconoscimento misurabile della competenza professionale, stilando una
dettagliate ed esaustiva linea guida che possa essere riconosciuta da tutti
gli operatori. Partendo dall’esempio in questione sarebbe opportuno
giungere ad utilizzare strumenti quanto più standardizzati possibili
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cercando di uniformare il livello di preparazione sia a livello generale che
nella specifica professione di appartenenza.
Lo sviluppo del Core Competence sembra un atto di essenziale
importanza e di immediata applicazione perché diventerebbe la fonte
ufficiale alla quale fare riferimento a partire dalla fase formativa dello
studente e per finire poi a quella operativa da professionista. È opportuno
che si stabiliscano le competenze sulle quali si possa attribuire esclusività
alle figure a cui si rivolge, sottolineando l’imprescindibile carattere
collaborativo tra tutti gli operatori senza il quale è spesso difficile poter
agire con serenità.
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Didattico - Siena, 21 novembre 2006
17. Indagine comparativa dei Piani Indagine comparativa dei Piani di Studio del
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Riabilitazione in Italia e proposta di un Piano di Studio” - Gruppo di lavoro:
Manuela Cappuccini, Maria Gloria Ferrari, Antonio Fiaschi, Silvia Bielli, Anna
Pilat, Antonio Quinci, Roberta Mollica, Donatella Valente, Marcella Capasso
Barbato, Carlo Salviera, Sandro Cortini, Francesco Fattirolli - Meeting
d’Autunno 2007
18. Indagine conoscitiva sull’utilizzo dell’OSCE nella valutazione delle
competenze professionali in tirocinio - A cura di Pietro Altini , Valerio
Dimonte con la partecipazione di Anna Brugnolli (Trento), Alvisa Palese
(Udine), Maria Matarese (Roma – Campus Biomedico) – Meeting d’Autunno
2008
19. L’Area Europea dell’Istruzione Superiore – Conseguire gli Obiettivi
Comunicato della Conferenza dei Ministri Europei Responsabili
dell’Istruzione Superiore, Bergen, 19-20 maggio 2005
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20. La Dichiarazione congiunta dei Ministri Europei dell'Istruzione Superiore
Intervenuti al Convegno di Bologna il 19 Giugno 1999
21. La formazione dei professionisti sanitari nel quadro della riforma didattica di
Vanda Lanzafame, Meeting D’autunno 17-18 ottobre 2009
22. La Site visit fra pari quale metodologia di valutazione della qualità a cura di
Gabriella Aggazzotti e Roberto Dandi – Meeting di Primavera 2009
23. La situazione europea delle professioni sanitarie della riabilitazione R.
Marcovich, C. Mularo – Meeting di Primavera 2009, Reggio Emilia 15-16
maggio
24. La Trobe University – Content Approved by Director, Future Students Centre.
Ultimo aggiornamento: 13 settembre 2010
25. Le attività professionalizzanti di Eugenio Gaudio- Segretario Conferenza
Presidi delle Facoltà di Medicina e Chirurgia, Meeting D’autunno Portonovo
9-10 settembre 2010
26. Le professioni sanitarie: uno sguardo al futuro di Antonello Masia e Vanda
Lanzafame Meeting d’Autunno 2007
27. Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
28. Orthoptics Australia
29. Presentazione del Progress test per la Laurea Infermieristica Gruppo CDL in
Scienze Infermieristiche – coordinatore G.Marmo – Meeting di Primavera
2010
30. Profilo e condizioni occupazionali dei laureati nelle professioni sanitarie
Meeting di Primavera 2010 Chieti, 14 maggio – di Andrea Comelli Direttore
AlmaLaurea Università di Bologna
31. Progress test: l’esperienza dei tecnici di fisiopatologia cardiocircolatoria –
Miraldi Meeting di Primavera 2009
32. Proposta per un Riordino della Laurea Magistrale in Scienze delle Professioni
Sanitarie della Riabilitazione di Silvia Bielli e Donatella Valente – Meeting di
Primavera, Chieti 14-15 maggio 2010
Core Competence dell’Ortottista in uno Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore
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33. Realizzare lo Spazio Europeo dell'Istruzione Superiore Comunicato della
Conferenza dei Ministri europei dell'Istruzione Superiore Berlino, 19
settembre 2003
34. SPACE FOR HIGHER EDUCATION a cura ci Clara Grano e Alessia Ricci, Agenzia
Nazionale LLP/Erasmus, in collaborazione con gli Esperti Italiani del Processo
di Bologna Roma, da Convegno di Bologna del 19 giugno 1999
35. Sviluppo e finanziamento della ricerca nei settori delle professioni sanitarie:il
ruolo delle regioni di Alessandro Liberati – Meeting di Primavera 2009
36. Una proposta di metodo per definire le competenze ‘esito’ della formazione
infermieristica - Gruppo di lavoro: Palese A, Dalponte A, Bernardi P, Biasi A,
Brugnolli A, Carli E, Cirio L, Cunico L, De Rossi A, Destrebecq A, Ferri P,
Ginosa I, Lusignani M, Manara D, Marognolli O, Mecugni D, Menarello G,
Milan R, Motta PC, Poddighe L, Rasero L, Saiani L, Sampfl B, Tomietto M,
Valoppi G. - Meeting d’Autunno 2007
37. Verbale del Meeting d’autunno, 17-18 ottobre 2009
38. Verso lo Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore Comunicato dei Ministri
Europei dell’istruzione superiore Praga, 19 maggio 2001