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Capitolo 1. Esercito e societ in Europa tra XVIII e XIX secolo.

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PAR. 1.1.: GLI ESERCITI DELLE MONARCHIE ASSOLUTE.

La figura di Napoleone Bonaparte viene spesso ricordata come una sorta di reincarnazione del Dio Marte sulla terra. Come scrive S.J. Woolf,

parafrasando lo storico francese J. Tulard, "delle tre immagini che costituiscono il mito napoleonico... - il giovane eroe, il padrone del mondo, l'esiliato scacciato - due sono militari" (1). Pi delle riforme giuridico amministrative, pi dell'uomo politico, pi della sfrenata ambizione, di questo personaggio, maggiormente le sue si tramandano del quali "piccolo sui

testimonianze caporale

simboliche formidabili

corso",

vittorie

campi di battaglia. Vittorie che lo resero dal 1796, anno della prima campagna in Italia da semplice

generale, al 18 giugno 1815, data della battaglia di Waterloo (2), l'indiscusso protagonista di quel

periodo storico. La tesi di Napoleone visto eminentemente come personaggio militare avvalorata da fatti oggettivi: venti anni di guerra quasi ininterrotta, appunto dal

(1)

S.J.WOOLF, "Napoleone e la conquista dell'Europa". Bari 1990 pag. 207. (2) "La giornata del destino", come scrive VICTOR HUGO nel romanzo "I Miserabili". CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 12

1796 al 1815; le centinaia di migliaia di morti sui campi di battaglia, provocati dalle tante campagne militari a cui Napoleone costrinse la Francia ed i suoi alleati e, di conseguenza, gli Stati suoi

nemici; il sistema coscrizionale gravosissimo sulle popolazioni, specie rurali, destinato ad alimentare l'esercito dell'Impero. in Francia Del e negli Stati "vassalli" militare

resto

l'estrazione

dell'Imperatore francese ci perviene anche attraverso le preziose testimonianze ai famosi visive dipinti rimasteci, che i

dipinti.

Accanto

ritraggono

l'Imperatore a Rivoli, al valico del San Bernardo, ad Eylau, Wagram, Smolensk e in genere in ogni localit dove condusse il suo esercito, colpisce, per la sua sistematicit, un dipinto eseguito nel 1810 da David, artista ufficiale della corte napoleonica, che

rappresenta Napoleone all' apice della sua potenza, all'interno del suo studio. L'essenza del dipinto sta nel sottile gioco dei particolari che l'artista ha creato: accanto alla spada, perfettamente bilanciata sul tavolo, spicca invece l'instabile equilibrio che caratterizza la posizione della penna, che si

configura come l'unico elemento dinamico del dipinto(3).

(3)

D.CHANDLER, "Waterloo". Milano 1982, didascalia a pag. 28. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 13

Se il dipinto avvalora l'argomento, inserendo la figura di Napoleone tra i pi leggendari

personaggi militari ed i pi grandi condottieri, non dobbiamo trarre conclusioni affrettate. La spada che nel dipinto "prevale" sulla penna, non deve essere intesa come la forza che prevale sulla diplomazia: non dimentichiamo che a seguito di vittorie militari Napoleone era solito un chiedere a titolo di

"risarcimento" sproporzionato, conseguenti Questo grazie

prezzo alle

politico concrete

comunque risultanze nemico. solo azione

rispetto

alla

sconfitta

dell'esercito era

atteggiamento alla "felice

politico

possibile del'

integrazione(4).

diplomatica con quella di forza" Quindi scaltrezza accanto al

genio e dal

militare, connubio

la tra

dell'uomo

politico

forza e abilit diplomatica, la capacit di creare un Impero stesso. L'energia del condottiero coinvolse, per la Francia, per i francesi e per se

involontariamente, ma in maniera innegabile, specie in chiave prospettica, anche tutti i paesi d'Europa stimolando sentimenti il risveglio delle coscienze in quegli e dei

nazionali

soprattutto

stati,

come l'Italia, che non si potevano ancora dire tali.(4)

P.PIERI, "Guerra e politica". Vicenza 1975, pag. 140. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 14

Ma da dove riceveva la propria forza militare il "generale" Bonaparte? Indubbiamente dal profondo legame tra il suo genio da guerriero e la pi

formidabile

macchina

guerra

dell'era

moderna:

l'esercito imperiale, la Grande Arme. Per superiorit delle meglio delle comprendere "armi" che le ragioni sugli della

francesi per

eserciti

coalizioni

nacquero

contrastarle,

finendo regolarmente battuti, occorre fare un passo indietro cercando di spiegare le origini

dell'esercito napoleonico e quelle dei vari eserciti che lottarono contro la Francia. Questi ultimi, l'esercito austriaco, russo e in particolar modo quello prussiano, si presentavano negli anni a cavallo del 1800, ancora come tipici eserciti del XVIII secolo. I modelli di Federico II erano stati del ben presto dimenticati prussiano e dell'opera rimaste

militare

condottiero

erano

tracce sbiadite, pi marcate per ci che riguardava l'aspetto formale e la composizione dell'esercito, meno per quello che si riferiva alla concezione

strategica. "Nell'esercito gli ufficiali erano per la

maggior parte prussiani di nobile origine, e Federico faceva affidamento su di loro pi che sui suoi

uomini. In cambio dei loro privilegi gli junker [iCAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 15

nobili] erano lieti di servire nell'esercito; ogni famiglia militare mandava e agli almeno un figlio veniva alla scuola lo

ufficiali

inculcato

"spirito di corpo", il senso della patria e della disciplina e ad essi veniva impartita un'educazione pratico migliore truppa] militare. che era si di Federico potesse riteneva con fino che la cosa [la

fare

gli a

uomini che

addestrarli

ognuno

divenisse un perfetto automa pi timoroso dei propri ufficiali che del pericolo al quale era esposto" (3). Tali caratteristiche erano evidenti anche

negli eserciti della coalizione che presentavano un corpo ufficiali di estrazione nobile, ed una truppa dalla ferrea disciplina ma dallo scarso entusiasmo. Per quel che riguarda la concezione strategica, tali eserciti si caratterizzavano per la loro prudenza

operativa, mentre, tatticamente, si distinguevano per la loro estrema lentezza nei movimenti e nelle

manovre. Ed proprio in questi ultimi elementi che venivano completamente disattesi i contenuti del

"testamento militare" di Federico II (4). Non pi guerre brevi e violente, battaglie come conditio sine

(3) B.L.MONTGOMERY, "Storia delle Guerre". Milano 1970, pag. 338. (4) Mi riferisco alle "Istruzioni segrete" del 1748 che raccolgono il pensiero militare di Federico II. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 16

qua

non

per

riuscire

vittoriosi volte

(5); alla

non

pi

blitzkrieg

annientatrici

diretta

distruzione del nemico, ma strategia di logoramento e scarsa fiducia nel concetto di battaglia quale

strumento di risoluzione di una contesa. Sotto l'usanza di l'aspetto affidarsi, logistico quale fonte "era invalsa di

principale

rifornimento a lunghi e lenti convogli di carri che operavano da depositi e magazzini riforniti in

precedenza" (6). Ci avveniva essenzialmente per due motivi: in primo luogo, nell' "Et della Ragione", vi era stata una reazione contro la spietatezza e gli orrori compiuti dai militari durante i numerosi indiscriminati saccheggi che si erano e

verificati

durante le guerre di religione, in secondo luogo, la maggior parte degli effettivi degli eserciti europei non era composta da truppe volontarie bens da

contadini coscritti e da condannati a pene detentive, cui veniva offerto un modo alternativo di pagare il loro debito verso la giustizia. A simile truppa non si poteva concedere l'allontanamento dai ranghi,

durante i trasferimenti e le marce, per consentire

(5) D.CHANDLER, "Le campagne di Napoleone". Milano 1968 pag. 207. (6) ibidem pag. 227. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 17

l'approvvigionamento, diserzioni di massa (7). Gli eserciti

dato

l'alto

rischio

di

si

presentavano di ogni

come

masse

pachidermiche, necessario estranee alla ai

sovraccariche guerra fini. e,

materiale di cose Mario

spesso, sue

anche

suoi

Nelle

memorie

Antonio Fabbri descriveva l'eleganza e la pompa delle truppe "annoveriane" che il 9 marzo 1796 transitarono da Cesena. "Circa le ore 21 arriv... un cariaggio

militare scortato da alcuni uomini di servigio [si tratta] di colonna di truppa che deve passare per lo stato ecclesiastico, e che va in Corsica al servigio di S.M. Britannica imbarcandosi a Civitavecchia... Queste truppe vengano dal ANNOVER ed altri paesi di Germania. Essi sono cariaggi circa 2400 individui tutti con bene

uffizialit,

necessari,

montati... aveva ogni rispettivo battaglione numerosa banda militare... con i rispettivi uffiziali alla

testa, a bandiere spiegate e suono di banda per ogni battaglione fra immensa popolazione sono entrati in citt... prendendo alloggio i soldati in San

Agostino, ne' chiostri inferiori v'erano i soldati ammogliati con le pie donne e i figli... (8)

(7) ibidem pag. 229. (8) M.A.FABBRI, "Memorie di Cesena (1780-1824)". pagg. 94-96. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 18

Quindi carriaggi l'esempio e

bande altra

di

suonatori,

mogli,

figli,

"zavorra" fosse

simile.

Nonostante particolare,

riportato

abbastanza

poich riguardava il trasferimento verso una zona da presidiare e non verso il luogo di un combattimento, del reggimento in esame, in la regola generale non per si

un'unit

impegnata

operazioni

belliche

discostava poi di tanto dalla situazione descritta nelle "memorie" del Fabbri. (9) Ancora pi difficile da comprendere il

cambiamento che ci fu nella concezione strategica. Dall'operato di Federico II, ispiratore della scontro breve e violento, capace di decidere rapidamente le sorti di un conflitto, si pass alle teorie, pi attendiste e ragionate, della cosiddetta "metodica della pura manovra" (10). Ci fu sicuramente

provocato da una serie di fattori (11), tra i quali il pi importante riguard il miglioramento

introdotto nella tecnologia delle armi da fuoco, in special modo nelle artiglierie, rese pi leggere e(9) "... nell'esercito prussiano... ogni tenente aveva un cavallo da sella e uno per il bagaglio e il capitano [...solo...] per il bagaglio da tre a cinque quadrupedi..." P.PIERI op. cit. nota a pag. 136. (10) ibidem pag. 131. (11) Pieri cita tra i motivi anche il "tradimento" che avrebbe compiuto lo stesso Federico II nell'ultima Guerra di Successione, durante la quale il suo atteggiamento non fu improntato verso una condotta offensiva della campagna militare. Ci avrebbe avvalorato le ipotesi dei teorici della manovra pura. ibidem, pag. 130. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 19

quindi pi manovrabili. L'accresciuto impiego delle stesse aument la potenza di fuoco degli eserciti e privilegi, almeno inizialmente, strategie di tipo difensivo. particolare scontri su La battaglia nessun terreni doveva essere doveva evitata, in

comandante che non

accettare

fossero

estremamente

favorevoli alle sue forze. Lo studio a tavolino del territorio trasform ben presto i generali in cultori di orografia. Il generale inglese Lloyd, al servizio francese durante la " guerra dei sette anni", fu portato ad affermare che "un generale deve fondare la sua azione sulla conoscenza del territorio, lo studio delle posizioni degli accampamenti... cos potr agire con rigore

geometrico, senza mai venire alla necessit di dover combattere" (12). Intere regioni venivano ad essere considerate come gigantesche fortificazioni, mentre il linguaggio dell'arte fortificatoria sostituiva

progressivamente i comuni termini geografici: cos i fiumi erano "i fossati" mentre i rilievi erano i "bastioni" di queste fortezze naturali (13). In una rappresentazione grafica, che pu

essere considerata come un vero e proprio "teorema della strategia", si cercava di spiegare un concetto

(12) ibidem (13) ibidem

pag. 132. pag. 133.

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addirittura esercito era

banale tanto

nella pi

sua

ovviet: quanto

come pi

un si

"sicuro"

manteneva vicino alla sua base di rifornimento. "La linea che dalla base conduce al proprio esercito e da questo all'esercito e per nemico dire che fu detta opportuno linea che

d'operazione;

l'esercito non la prolunghi troppo e non s'allontani eccessivamente dalla propria base , si rappresent questa come la linea costituente la base d'un

triangolo di cui l'esercito operante era il vertice; e si proclam che l'angolo al vertice non doveva essere troppo acuto, non doveva raggiungere i

sessanta gradi" (14). La strategia della manovra fece regredire a tal punto il concetto di scontro fisico tra i due eserciti che, durante il barone le cosiddette Bulow guerre della che,

Rivoluzione,

Von

sosteneva

"...oggetto delle operazioni non l'esercito nemico, ma i magazzini che lo alimentano e costituiscono il cuore che gli d la vita: attraverso e senza alle sforzo manovre spalle quella

strategiche

sui si

fianchi otterr

dell'avversario,

vittoria che per l'addietro era... riportata colle armi" (15).

(14) ibidem pag. 132. (15) VON BULOW, "Geist des neveren kriegssystems", Amburgo 1799. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 21

Nel

1770

il

colonnello

francese

conte

de

Guibert pubblic a Londra l'Essai general de tactique nel quale poneva in chiara evidenza il malcontento per la situazione politica e militare in Europa. In particolare sottolineava come gli eserciti fossero formati dalle peggiori categorie sociali,

evidenziando la paura delle monarchie di armare il popolo, diventato ormai vile e restio verso le armi.

Pieri riassume la sua "profezia" con queste parole: "il predominio la europeo un spetter a quella avr nazione saputo

presso

quale

governo

energico

creare un solido esercito di popolo, capace, libero dalla servit dei magazzini, di condurre una guerra rapida e vittoriosa e con minima spesa, sia vivendo sul paese, sia sfruttando adeguatamente la vittoria" (16). Le parole del Conte de Guibert non rimasero inascoltate: nel corso degli anni i fatti

testimoniarono della validit di queste teorie, che trovarono la loro prima applicazione nel corso delle campagne militari combattutesi e durante in il seguito dominio alla di

Rivoluzione Napoleone.

francese

(16) ibidem

pag. 130.

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PAR. 1.2.: L'ESERCITO RIVOLUZIONARIO FRANCESE.AUX ARMS CITOYENS!

L'esercito francese ante rivoluzione era un esercito dalle caratteristiche simili a quelle viste per le truppe era del resto da d'Europa. una "spina dalla Esercito dorsale" provata

mercenario, composta da

costituito

reggimenti

stranieri

fedelt al re , e da un corpo ufficiali che, per la gran parte di estrazione dalla aristocratica, causa era

sicuramente

dipendente

monarchica.

Affiancata all'esercito era una milizia civica che veniva reclutata fra i comuni, dallo scarso peso

operativo. Con lo scoppio delle ostilit, tra la Francia rivoluzionaria e le monarchie assolutiste l'esercito francese si era considerevolmente indebolito, dato che aveva perduto la totalit dei suoi reggimenti stranieri, fedeli a Luigi XVI, gran parte del corpo ufficiali (circa i 2/3 per il Pieri, addirittura i 5/6 per Montgomery) la e l'intera aveva milizia i civica. comuni

Infatti

Costituente

dispensato

dall'obbligo di fornire uomini per l'arruolamento in tale corpo; nell'enfasi rivoluzionaria il servizio militare era visto come una limitazione del dirittoCAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 23

alla libert di ogni cittadino. La ghigliottina aveva dunque rimanere decapitato mercenario anche anche l'esercito, per i che doveva della

teorici

Rivoluzione. La Convenzione pens di coprire i vuoti lasciati dalle defezioni con la creazione di una

Guardia Nazionale che si rivel, peraltro, del tutto insufficiente, sia sotto il profilo qualitativo che sotto quello quantitativo. Ad essa furono affiancati numerosi battaglioni di volontari e insieme a ci che rimaneva dell'esercito di Luigi XVI, la Francia

affront la guerra. Il reclutamento dei battaglioni volontari fu molto sofferto, all'inizio. Nel 1791, infatti, riteneva linea, dei 100000 per volontari che l'assemblea di

necessari un

rafforzare fu

l'esercito e

solamente

terzo

arruolato

divenne

necessario destinare, al servizio attivo, una Guardia Nazionale ogni venti in organico. La fallita campagna in Belgio, la serie di sconfitte e le umiliazioni subite sul piano militare da questo ammasso eterogeneo di truppe portarono la Francia ad un passo dal tracollo. Gli eserciti austro prussiani apparivano forti, disciplinati, superiori in tutti i sensi. Il pericolo smosse finalmente l'opinione

pubblica: per salvare la patria accorsero a frotte, sotto i vessilli della Rivoluzione, migliaia di

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volontari. Questi, del tutto privi di addestramento e di disciplina e, oltre tutto, disprezzati dai

volontari del 1791 (17), costituirono quella "massa" che avrebbe fatto pendere le sorti della guerra dalla parte della Francia (18). Dell'importanza di Valmy specie sul piano

psicologico e sul piano politico non si finir mai di parlare. Quando, il 20 settembre 1792, 5000 francesi riuscirono a non fuggire davanti a 35000 prussiani, scambiando con loro salve di artiglieria per

un'intera giornata, l'impressione per questo scacco causato al nemico si se a fu enorme. L'esperimento come era una del

cittadino-soldato soluzione (anche il

confermava Valmy si

giusta in e le

distinto, monarchico)

particolare,

vecchio del

esercito

coll'allargarsi

conflitto,

nonostante

resistenze in gran parte dei dipartimenti francesi, fu decretata il 24 febbraio 1793 una leva di 300000 uomini. Erano le premesse per la "leve en masse" dell'agosto 1793. La Convenzione, infatti, approv la proposta di Carnot sul servizio militare

obbligatorio.(17) Per testimoniare dello scarso affiatamento che regnava tra le truppe dell'esercito rivoluzionario francese di quegli anni va ricordato che, mentre i "primi" volontari arruolatisi detestavano gli ultimi arrivati, le truppe "regolari" (praticamente ci che era rimasto dell'esercito monarchico) erano insofferenti ad entrambi. (18) D.CHANDLER, "Le campagne..." op. cit., pagg. 428-429. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 25

"Tutti i francesi... [fu proclamato]... sono chiamati dal loro paese a difendere la libert... Da questo momento dal deve fino a quando il nemico non sar ogni

cacciato francese

territorio considerarsi

della

Repubblica, I

mobilitato.

giovani

andranno al fronte, gli sposati forgeranno le armi e trasporteranno i viveri; le donne faranno tende ed indumenti, e lavoreranno negli ospedali; i ragazzi ricaveranno bende dalla biancheria vecchia; i vecchi verranno trasportati sulle piazze a incitare i

combattenti, a inculcare l'odio per i re e l'amore per l'unit della Repubblica." (19) La chiamata di agosto fu ripartita tra tutti i celibi di otto classi di et, quelle dal 1768 al 1775, cos che l'anno si chiuse con un esercito

rivoluzionario prossimo alle 800000 unit, due terzi delle quali mobilitate. Era un esercito enorme per l'epoca, che consent alla Francia di sconfiggere le armate nemiche proprio grazie alla possibilit di

schierare in battaglia, contingenti doppi o tripli rispetto a quelli austro prussiani. L'impegno dell'esercito, nell'opera dal di riorganizzazione della guerra

compiuta

ministro

Carnot, si concretizz inoltre con il provvedimento(19) CAMBRIDGE UNIVERSITY PRESS, "Storia del Mondo Moderno". Vol. IX "Le guerre napoleoniche e la Restaurazione". Milano 1968, pag. 1973. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 26

d'innesto, formati in

nei

vecchi

reggimenti, da nuove

di

battaglioni accanto a

prevalenza

reclute

quelli composti da veterani, nel tentativo di creare quell'amalgama che era mancata nei primi tempi della guerra e, nel contempo, di accelerare l'istruzione dei coscritti. Inoltre fu notevole lo sforzo per

riuscire a creare un corpo ufficiali, tratto in parte dalla bassa forza e in parte maggiore dal ceto

borghese, animato dai nuovi ideali. Tali ufficiali avrebbero dovuto sostenere sacrifici ben maggiori di quelli che erano abituati a sopportare i loro

predecessori: essi avrebbero vissuto pi a contatto della truppa, marciando verso il nemico insieme al pi umile fantaccino e riducendo, in generale, ogni loro possibile agio. Tutto ci, unito alla

consapevolezza e all'adattamento dei soldati a vivere delle risorse del paese occupato, diede all'esercito una grande capacit tra la di movimento. e i propri Inoltre la

"vicinanza"

truppa

ufficiali,

aument la coesione interna e lo spirito di corpo, importante caratteristica del nuovo esercito

rivoluzionario e in seguito della Grande Arme di Napoleone (20). Quando nel 1798, con la riforma Jourdan, si stabilirono le norme per il reclutamento,

(20) P.PIERI, op. cit., pag. 136. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 27

probabilmente potesse prussiana

non

si

pensava fino

che alla e

questo guerra in

sistema franco parte

rimanere del

valido in

1870,

Francia

gran

dell'Europa (21). Nella sua linearit la riforma prevedeva un servizio servizio classe militare colpiva di leva, della per durata parte un'altra di 5 anni. di Tale una

una

soltanto aliquota

mentre,

della

stessa, concorreva alla formazione della "riserva", attivata solo pochi mesi all'anno; in tal modo solo 1/3 circa della classe di leva era chiamata sotto le armi (22).

(21) Per il confronto tra il sistema coscrizionario francese e quello prussiano, rimando al 4 paragrafo del presente capitolo. (22) P.PIERI, op. cit., pag. 137. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 28

PAR. 1.3.: L'ESERCITO NAPOLEONICO, LA "GRANDE ARME".

Con l'avvento di Napoleone il filo che legava esercito Creatura e coscrizione vicende divent davvero doppio.

delle

rivoluzionarie,

l'esercito

francese subiva tra il 1802 e il 1804 ad opera del Primo Console, una ad serie di adattamenti il suo che lo

dovevano

portare

esprimere

massimo

potenziale militare. Una volta istituzionalizzata la struttura di base del Corpo d'Armata (gi apparsa nel 1800 durante la campagna di Napoleone in Italia) un principio fondamentale, introdotto da Bonaparte fu quello della centralit organizzativa e di comando. Sparivano i vecchi eserciti "territoriali",

denominati a seconda del fronte che occupavano, e si creava "l'esercito francese". Tutto ci era possibile solo adesso che

Napoleone, come Primo Console, poteva esercitare de facto un potere incontrastato nelle faccende

militari, dove la sua fama e i suoi successi come generale erano indiscussi. Per la prima volta dalla caduta affidato della ad monarchia, una sola infatti, non l'esercito ad uno era Stato

persona,

Maggiore diviso da invidie e gestito da comandanti

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 29

imposti politici.

dal

regime

a

seconda

dei

loro

appoggi

Sotto Grande Arme,

Napoleone accrebbe

l'esercito

francese, i

ora

enormemente

propri

effettivi, passando dai 350000 uomini del 1805 ai 900000 circa del 1812. I "serbatoi", da cui attingere per procurarsi tanti effettivi, erano ovviamente le popolazioni, francesi e non, che nel corso degli anni sarebbero entrate a far parte dell'Impero francese. Grazie, infatti, al meccanismo della coscrizione, in Francia e negli stati annessi od alleati ad essa, era possibile reclutare puntualmente i soldati necessari. Comunque, accanto al reclutamento coattivo, una mossa vincente speciali di Napoleone era stata tra l'istituzione i quali di

Istituti

Militari,

l'Ecole

Spciale Militaire e l'Ecole Politecnique in Francia, l'Accademia di Modena e la Scuola Militare di Pavia, quella di Napoli e altre in Italia. Da queste scuole uscivano ottimi ufficiali e sottufficiali, che

coprirono pienamente le esigenze dell'Arme, almeno fino al 1812 (23). Sotto il profilo strategico Napoleone cre una macchina da guerra moderna, del tutto

indipendente da magazzini e perfettamente in grado di approvvigionarsi con le risorse rimediate sul posto.(23) D.CHANDLER, "Le campagne...", op. cit., pagg. 427-431. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 30

Di

conseguenza dalla

una

forza

mobilissima, dei carri

poich che

svincolata

gran

parte

necessitavano agli altri eserciti per il trasporto delle sussistenze. da parte L'impiego dell'esercito il marcato

evidenziava,

dell'Imperatore,

influsso di Federico il Grande: l'urto diretto col nemico, la ricerca della battaglia come risoluzione finale dei conflitti, costituivano la strategia

prediletta da Napoleone, il quale per possedeva un arma in pi rispetto al suo "maestro": la forza

morale del suo esercito. Passato dalla strenua, ma esaltante, lotta per la difesa del territorio e degli ideali della Rivoluzione, all'altrettanto esaltante sapore del trionfo sotto le aquile dell'Imperatore, tutto l'esercito francese, dall'ultimo dei tamburini al pi importante tra i Marescialli, era conscio di vivere una leggenda e di costituirne l'essenza. Non importava pi la nobilt degli ideali per i quali si combatteva e l'essersi trasformato da aggredito ad aggressore, l'inebriante gusto della vittoria certa alimentava gli spiriti dei soldati. Ci costitu un enorme vantaggio per

Napoleone, che spesso vinse le resistenze del nemico prima che sul campo di battaglia, proprio sotto il profilo della forza morale. Nonostante il credo

napoleonico fosse, strategicamente parlando, derivatoCAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 31

da quello federiciano, lo scontro diretto si svolgeva come il corollario di operazioni precedenti, miranti ad isolare "porzioni" di esercito nemico. Infatti

Napoleone cercava di separare e battere singolarmente i diversi eserciti che componevano la coalizione di turno, cos ad esempio nel 1805 riusc dapprima a sconfiggere le armate austriache, o comunque il loro "grosso" ad Ulm, per poi battere un esercito

prevalentemente russo ad Austerlitz. Quando erano ormai la battaglia i si svolgeva, avevano le sorti il

decise:

francesi

scelto

luogo pi adatto e il momento pi favorevole per l'attacco e l'esercito nemico era in uno stato di shock derivante dagli improvvisi e repentini

mutamenti degli sviluppi: partito in situazione di vantaggio (logistico e numerico), doveva affrontare i francesi strategica. in La palese saldezza condizione morale delle d'inferiorit truppe della

coalizione, in questi frangenti, non era paragonabile a quella dell'esercito francese. Se il soldato

francese seguiva ciecamente il proprio capo, anche quando questi li guidava contro forze in apparenza soverchianti, quello delle monarchie assolutiste non aveva la stessa forza d'animo, proprio perch privo degli stimoli che arricchivano il soldato

napoleonico.CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 32

L'azione militare di Napoleone port a cinque campagne in Europa nell'arco di 11 anni, campagne concluse con altrettanti trionfi: nel 1796 e nel 1800 due successi sull'Austria in Italia; nel 1805

distruggendo la coalizione austro-russa; nel 1806 con la sottomissione della Prussia, nel 1807 contro le velleit dei combattenti della "Santa Russia". Furono gli anni pi brillanti per Napoleone, quelli che

immortalarono la sua leggenda militare. All'azione militare si affiancava la grande arguzia diplomatica. Napoleone sfruttava al massimo lo stato di prostrazione che accompagnava il governo nemico sconfitto. Tale stato di prostrazione,

ingigantito dalla sorpresa di trovarsi di fronte ad un modo di condurre la guerra veramente

"rivoluzionario", indeboliva la resistenza politica del vinto in misura sproporzionata. dunque pi che Le monarchie

assolutiste

cedevano

militarmente,

proprio politicamente (24). Ma come afferma il Clausewitz "ad onta di ci il nemico non mai stato veramente annientato: n l'Austria dopo Austerlitz e Wagram, n la Prussia dopo Jena e tanto meno la Russia dopo Friedland...Le risorse degli stati sono oggi grandissime e si sono rivelate nella loro interezza proprio attraverso le(24) P.PIERI, op. cit., pag. 140. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 33

guerre napoleoniche" (25). Ecco il formarsi di altre coalizioni, ecco la metamorfosi dei loro eserciti

che, non pi ispirati dal teoricismo della "metodica della pura manovra", assumevano aspetti e

comportamenti sempre pi simili a quelli dell'Arme francese (26). Il della campagna risultato strategia dopo fu che l'effetto perse

intimidatorio d'importanza

francese

campagna,

"l'esprit

militaire" dei suoi soldati, che avevano perso il loro cieco iniziale entusiasmo ed erano ormai logori dopo tante guerre, andava costantemente scemando

mentre, invece, maturava nelle popolazioni del resto d'Europa un forte senso di rivincita, che sfociava in un sentimento di odio contro colui che era visto come l'oppressore. Lentamente la scala qualitativa del valore dei soldati cominci a pendere dalla parte degli

alleati fino alla sconfitta finale di Napoleone (27).(25) ibidem pag. 148. (26) ibidem pag. 131. (27) Sintomatico, a tale proposito, fu la campagna sul Danubio del 1809. Pur concludendosi con una vittoria francese, il successo cost a Napoleone circa 60000 caduti nei campi di battaglia di Eckmuhl, Aspern Essling e Wagram che costituirono gli scontri principali della campagna Le prime cinque campagne suindicate erano costate all'esercito francese "solo" 72000 caduti tra i campi di battaglia che da Castiglione a Friedland avevano visto ben nove scontri violentissimi, per ricordare solo i principali. Da questo momento il soldato francese perdeva l'alone d'invincibilit: il troppo sangue versato gli fece ben presto dimenticare la gloria, la leggenda. Col peggioramento della qualit delle truppe si rendevano necessari nuovi accorgimenti nell'esercito imperiale francese: una CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 34

Il fenomeno militare in Francia va analizzato anche sotto il profilo dell'impatto sociale (28). Per J.Tulard, nella Francia napoleonica l'ascesa sociale era legata soprattutto alla spada (29). Poter

diventare un ufficiale dell'Arme era una garanzia di prestigio e ricchezza tanto pi grande quanto pi alto era il grado che si riusciva a raggiungere. Per se le guerre della rivoluzionarie leva dei di avevano forgiato napoleonici clamorose, gran ed con

parte avevano

Marescialli carriere

visto

casi

semplici soldati e piccoli sottufficiali diventati generali, ed il in seguito, appunto, Marescialli non fu cos

dell'Impero,

periodo

napoleonico

prodigo di riconoscimenti ai militari. Nonostante i proclami di carrier ouverts aux talents (30), non ci furono che rari esempi di carriere militari

maggiore presenza dell'artiglieria a supporto della fanteria e l'utilizzo di tattiche diverse sul campo di battaglia. vedi D.CHANDLER, "Le Campagne...", op. cit., pagg. 1313-1317. (28) "Grazie alle mediazioni operate dai concetti di patria e di popolo rese immediatamente visibili per effetto dei conflitti succedutisi tra Rivoluzione e Impero, la guerra non respinta nel settecentesco isolamento della insocievolezza, ma abita nel vivo della storia umana, ineliminabile portato del muoversi della civilt." L.MASCILLI MIGLIORINI, "Un paradigma per la societ ottocentesca: l'esercito napoleonico." in "Rivista italiana di studi napoleonici", 1988, pag. 209. (29) J.TULARD, "La vita quotidiana in Francia ai tempi di Napoleone". Milano 1984, pag. 250. (30) E' famosa la frase "ogni soldato ha riposto nel suo zaino il bastone di Maresciallo" che Napoleone usava per spiegare ai suoi soldati come con il valore , il sacrificio e l'eroismo, le possibilit di far carriera nell' esercito fossero numerosissime. Il bastone da Maresciallo era il simbolo "dell'investitura" alla pi alta carica militare francese. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 35

fulminanti. carriera famiglie

In

aggiunta, ormai

le

poche

possibilit figli a

di

erano

riservate le

ai

delle potersi

dell'alta

borghesia,

uniche

permettere le costose rette delle scuole militari che l'Imperatore aveva instaurato un po' dovunque. Il

fascino emanato dalla vita militare, alimentato dalla propaganda dei "bulletins de la Grande Arme", dalle roboanti Napoleone vittorie e dalla figura ad carismatica infiammare di i

contribuiva,

comunque,

cuori di molti giovani borghesi, francesi e non, che accorsero a frotte nelle scuole militari per tentare l'avventura nell'esercito. Questa offriva grossi

incentivi per i graduati, diventando un importante sbocco professionale e una via di promozione sociale (31). Del tutto diversa era la situazione e le

prospettive per coloro che erano chiamati al servizio militare dalla coscrizione. Soprattutto il ceto

rurale vi fu coinvolto e insieme ad esso tutti gli strati sociali pi poveri, impossibilitati a reperire supplenti che svolgessero il servizio in loro vece, data l'estrema indigenza in cui vivevano (32).

(31) S.J.WOOLF, op. cit., pagg. 206-207. (32) A ci va aggiunto che nessuna delle possibilit di esenzione, previste dalla legge sulla coscrizione, riguardava specificamente il ceto rurale. vedi J.TULARD, op. cit., pagg. 142-143. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 36

Una volta arruolati, i coscritti si trovavano di fronte a realt alquanto erano crude: la le splendenti di un

aquile

napoleoniche

solo

facciata

esercito che in realt si trascinava nelle sue logore uniformi e con paghe misere, spesso in arretrato di mesi. A marce estenuanti si alternavano lunghi e

noiosi periodi di caserma, e sempre la preoccupazione principale era quella di procurarsi il cibo e il vino. Inevitabilmente generare invidie e un tale Un sistema doveva che

rancori.

meccanismo

permetteva al ceto borghese di scegliere tra il non fare il servizio militare surrogandosi con un

supplente, o, peggio, comprando un esonero da medici compiacenti, posizione di o il lite, a fare come il servizio militare si in

ufficiale,

prestava che

inevitabilmente

lampanti

discriminazioni

snaturavano il concetto di "egalit" fra i cittadini, partorito dalla Rivoluzione. Emergeva infatti sovrano il potere esercitato dalle possibilit economiche

dei ceti pi abbienti che col denaro potevano molto, se non tutto, a scapito delle classi pi umili che reggevano da sole tutto il peso della coscrizione. Si manifest cos, nei confronti del "borghese" ma

soprattutto nei confronti della "casta militare", un sentimento di crescente e malcelato rancore. In "LaCAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 37

vita quotidiana...", Tulard cita la lettera di un certo de Rmusat che, scrivendo alla moglie,

affermava a proposito dei militari di carriera: "E' strano sentirli parlare di cose che non siano

militari. Sono cos tronfi verso di noi, della loro gloria ancora bella calda che ci vuole parecchia

abilit e un notevole sacrificio dell'orgoglio per riuscire a farsi sopportare da loro" (33). I ceti rurali manifestarono presto la

reticenza ad abbandonare i loro villaggi ed i loro campi, andando a costituire il numeroso "esercito" dei disertori; l'lite d'altro declino di estrazione dovette ben borghese presto Francia,

dell'esercito, affrontare il

canto,

militare

della

rivelandosi spesso, insieme agli appartenenti alla nuova nobilt francese (34) infida e traditrice nei confronti di colui che aveva fatto la sua fortuna.

(33) J.TULARD, op. cit. , pag. 258. (34) Il riferimento ai famosi Marescialli dell'Impero che, oltre al grado militare, rivestivano titoli nobiliari pi o meno importanti. Durante la sua reggenza l'Imperatore nomin 23 duchi, 193 conti, 648 baroni e 117 cavalieri. Nella campagna del 1815, che culmin nella battaglia di Waterloo, l'ala sinistra dell'esercito francese era comandata dal Maresciallo Ney, duca di Elchingen e principe della Moskova; l'ala destra dal neo Maresciallo Grouchy gi conte dell'Impero. Se Grouchy fosse giunto in tempo "all'appuntamento col destino" in quella drammatica domenica del 1815, probabilmente si sarebbe visto nominare principe di Waterloo! vedi CHANDLER, "I marescialli di Napoleone", Milano 1988, pag.30. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 38

Woolf trova comunque un aspetto positivo nel fenomeno di militarizzazione derivante dal della societ. La

socializzazione

cameratismo

delle

truppe di nazionalit diverse (l'esercito francese schierava, italiane, belghe, all'apice svizzere, olandesi, della sua potenza, slave, truppe

austriache, polacche,

tedesche, e

danesi,

norvegesi

turche oltre che francesi) contribu a spezzare per la prima volta "le barriere linguistiche e

geografiche". Il numero di uomini di ogni nazionalit che con Napoleone o contro di lui si trovarono a combattere in questo tormentato ventennio, fece s "che le campagne napoleoniche si imprimessero nella memoria collettiva di un gran numero di famiglie in un modo che trov in seguito il suo paragone solo nella Grande Guerra" (35).

(35) S.J.WOOLF, op. cit. , pagg. 206-207. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 39

PAR. 1.4.: L'ESERCITO PRUSSIANO DOPO ILIL

L'ESERCITO

DOPO

1808.

Con la sconfitta del 1806, la Prussia si vide costretta dal diktat napoleonico a tenere sotto le armi un esercito non maggiore di 42000 uomini. Ci che sembrava la fine dell'epopea militare prussiana, inizio. in realt non era altro che un nuovo fu

Accanto

all'intelaiatura

minima,

cui

costretto dal trattato di Parigi del 1808, la Prussia istru ogni anno un contingente di 40000 riservisti che ritornarono molto utili nelle campagne contro

Napoleone del 1813-1815. Oltre a ci tale sistema coscrizionario permise, una volta sconfitta la

Francia, di mantenere sotto le armi ben 3 classi di et, con l'obbligo Il metodo, di 7 anni di con "ferma" diffidenza invece nella dai alla

riserva. teorici

guardato

militari

dell'epoca,

permise

Prussia di porre le basi per la costituzione degli eserciti vittoriosi del 1866 e 1870-1871 (36). Il

segreto della vittoria della Prussia sulla Francia, sia negli anni del "premier empire" che alla fine del(36) PIERI, op. cit. , pagg. 137-138 e 184-190. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 40

secolo XIX lo stesso che aveva portato la Francia rivoluzionaria a trionfare sulle monarchie assolute alla fine del XVIII secolo: la riduzione della

frattura esistente tra popolazione ed esercito (37). Da un esercito mercenario la Francia prima, la

Prussia poi erano passate ad un esercito di massa, la cui forza principale risiedeva nello spirito del

soldato e della popolazione che s'identificava nella sua armata, cos da spiegare e motivare realmente la definizione di "mobilitazione generale", tanto usata per descrivere le leve militari del periodo. Con Napoleone, invece, tale frattura si

riprodusse in Francia, e l'esercito torn ad essere un corpo estraneo alla popolazione, addirittura

indesiderato. L'aristocrazia dall'Imperatore privarlo a vantaggio dei militare, di pochi, che creata fin per

dell'appoggio

tanti

dalla

guerra

potevano ricevere solo disagi.

(37) CAMBRIDGE UNIVERSITY PRESS, op. cit., volume IX, pagg. 7677. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 41

Bibliografia cap. 1 S.J.WOOLF, "Napoleone e la conquista dell'Europa", Bari 1990 . D.CHANDLER, "Le campagne di Napoleone", Milano 1968. D.CHANDLER, "Waterloo", Milano 1982. D.CHANDLER, "I marescialli di Napoleone", Milano 1988. P.PIERI, "Guerra e politica", Vicenza 1975. B.L.MONTGOMERY, "Storia delle Guerre", Milano 1970. M.A.FABBRI, "Memorie di Cesena (1780-1824)". VON BULOW, "Geist des neveren kriegssystems", Amburgo 1799. CAMBRIDGE UNIVERSITY PRESS, "Le guerre napoleoniche e la Restaurazione", in "Storia del Mondo Moderno". Milano 1968. Vol. IX. L.MASCILLI MIGLIORINI, "Un paradigma per la societ ottocentesca: l'esercito napoleonico", in "Rivista italiana di studi napoleonici", 1988. J.TULARD, "La vita quotidiana in Francia ai tempi di Napoleone", Milano 1984. E.V.TARLE, "La vita economica dell'Italia napoleonica", Torino 1950. nell'et

F.LEMMI, "Storia politica d'Italia. L'et napoleonica", Milano 1938. L.BERGEROU, "Napoleone e la societ francese", Napoli 1975. F.HERRE, "Napoleone Bonaparte", Milano 1991.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - ESERCITO E SOCIET IN EUROPA TRA XVIII E XIX SECOLO. - 42

Capitolo 2. "gli italiani non si battono" (38)

(38) S.WHITTAM, "Storia dell'esercito italiano", Milano 1979, pag. 13.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 43

PAR. 2.1.: I PRIMI PASSI PER LA FORMAZIONE DI UN ESERCITO NAZIONALE: "POLISSONSRUES" RAMASSES DANS LES

(39).

La poco lusinghiera affermazione che d il titolo al capitolo, era purtroppo vera e derivante dalla situazione della penisola agli inizi del 1800. L'assenza dell'unit nazionale, la presenza di

sovranit e dominazioni straniere pi o meno estese sul nostro territorio, da secoli ormai pura

"espressione geografica", alimentavano sentimenti di lotta in una minoranza ancora infima della

popolazione. Se il desiderio d'indipendenza era gi vivo nei cuori di patrioti e romantici italiani, i governi dei diversi stati che occupavano la penisola non

erano sicuramente intenzionati a prestare attenzione a questi neo giacobini, specie in frangenti cos

delicati politicamente. A tenere vive, per, le speranze patriottiche italiane Bonaparte, campagna simpatie in fu, il involontariamente, quale, nel fu corso il della generale sua prima delle del

Italia,

ben

presto la

conscio figura

che

poteva

attrarre

(39) C.ZAGHI, "L'Italia di Napoleone dalla Cisalpina al Regno", in "Storia d'Italia", vol. XVIII, Torino 1986, pag. 540

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 44

condottiero giunto per rovesciare lo status quo e donare agli italiani la tanto sospirata "patria"; ed egli non esit a sostenere proprio questo ruolo,

ottenendo cos l'appoggio dei patrioti che accorsero numerosi sotto le sue bandiere. Era il primo abbozzo di esercito italiano. La legione Cisalpina, la Legione Cispadana, poi

Italiana, la Coorte Romagnola, la Legione Bresciana, portavano nei loro emblemi le a parole "libert", del

"democrazia",

"indipendenza"

testimonianza

preciso impegno politico che animava questi volontari accorsi da ogni ceto sociale. Non "regolare": si era poteva ancora un parlare ammasso di di esercito uomini

piuttosto

raggruppati in "un'armata" fortemente disorganizzata e dalla scarsa disciplina, totalmente dipendente dai quadri francesi. Il crollo della Cisalpina trascin con s

tutte le speranze riposte negli ideali repubblicani e democratici; fu cos che l'esercito divent, ancora di pi, il rifugio di e tutte a le volte speranze costitu

indipendentistiche

italiane

addirittura un rifugio "fisico" per molti patrioti (40).

(40) C.ZAGHI, op. cit., pagg. 539-544.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 45

Al ritorno dei francesi in Italia, nel 1800, la situazione miglior molto lentamente. Ci che era stato organizzato nel triennio 1796-1799 era ormai svanito: la Guardia Nazionale, creata a somiglianza del modello francese, dopo aver beneficiato degli

entusiasmi popolari, gi nel 1797 (anno della pace di Campoformio) aveva perso molta della sua forza e del suo spirito (41); l'esercito di linea, in tutte le sue specialit, era sotto organico, falcidiato dalle continue ed incontrastate diserzioni. L'assenza di un qualsiasi coordinamento logistico lasciava spesso le truppe alla merc di appaltatori, fornitori e

magazzinieri senza scrupoli, che ne approfittavano per frodare l'armata di qualunque genere di

casermaggio. La necessit di poter affidare la difesa dei destini esercito governo della neonata era si Repubblica comunque adoperava a Italiana avvertita tale ad e un il Un

nazionale del Melzi

fine.

esercito italiano avrebbe, oltretutto, sgravato il bilancio nazionale dalle ingenti spese derivanti dal mantenimento dei contigenti stranieri dislocati in Italia.

(41) Il livello di questo corpo scese alquanto negli anni a venire, tanto che fu necessaria una totale rifondazione che avvenne nel 1805.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 46

Un ragionamento ispirato da fini diversi ma che contemplava lo stesso presupposto, era cio la che

creazione

dell'esercito

italiano,

quello

faceva Napoleone: l'aiuto armato che poteva offrire l'Italia alla causa francese faceva della creazione dell'esercito uno dei pi importanti obiettivi da

raggiungere e nel pi breve tempo possibile, da parte del futuro Imperatore (42). Se necessario la volont del politica governo per assicurava la il

impegno

creazione canto

dell'esercito

nazionale,

d'altro

l'instaurazione di una leva militare obbligatoria era un provvedimento che si ripercuoteva gravemente sulla sensibilit della popolazione. Va considerato infatti che i patrioti pronti a combattere per la causa in cui credevano erano una minoranza, rispetto al totale della popolazione. Quest'ultima era lontanissima

dall'idea di svolgere il servizio militare poich, da anni, non esistevano coattivo che rari casi di forme questo di ci

arruolamento

(43).

Anche

per

vollero quattro anni prima che venisse elaborato un

(42) F.DELLA PERUTA, "Esercito e societ nell'Italia napoleonica", Milano 1988, pagg. 11-26. (43) Per ulteriori informazioni al riguardo, vedi V.ILARI, "Storia del servizio militare in Italia (1506-1870)" vol. 1. Roma 1989.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 47

disegno di legge definitivo, che regolasse la materia in maniera organica (44).

(44) L.ANTONIELLI, "I prefetti del Regno", Bologna 1983, pag. 455.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 48

PAR. 2.2.: I PRIMI ABBOZZI CIRCOSCRIZIONARI (LEFRIMALE ANNO

LEGGI

10

VII

E

8

BRUMALE ANNO

X).

Gi la prima Cisalpina aveva promulgato la legge del 10 Frimale anno VII, ovvero del 30 novembre 1798, con la quale era stata proclamata la

coscrizione militare. Tale legge, redatta solo tre mesi dopo l'analogo provvedimento preso in Francia, fall sia per di la scarsa energia sia per degli il organismi timore di

incaricati

applicarla,

insorgenze nella popolazione (45). Nel corso della sua tentata applicazione, era stata ben presto modificata, in alcuni suoi punti, dal contenuto del dettato legislativo dell'11 Nevoso anno VII. Le variazioni pi interessanti riguardavano il contenuto di alcuni articoli del precedente testo di legge. In particolare era modificato il dettato dell'art. 8, veniva ridotto da due a uno il numero di fratelli requisibili per l'armata, in famiglie con pi figli in et di coscrizione, dell'art. 20, colui che, requisito, non si presentava al corpo era a tutti gli effetti un disertore e dell'art. 24, che riduceva da 24 a 18 mesi il servizio militare dei volontari.

(45) ibidem

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 49

Rimanevano

invariati,

invece,

i

capisaldi

della legge: requisizione per tutti coloro che, non sposati, non figli unici, non invalidi al servizio militare, non prestanti servizio nella Guardia

Nazionale sedentaria, erano compresi tra i 18 e i 26 anni. La requisizione avveniva tramite pubblica

estrazione, sulla base di liste nelle quali erano segnati tutti i coscritti; i volontari erano portati in detrazione del contingente assegnato al comune; non era ammessa la facolt di usufruire di supplenti (se non tra farsi fratelli, uno dei quali, il requisito, fratello

poteva

sostituire,

purch

sostituto, rientrasse in un'et compresa tra i 18 e i 30 anni e fosse anch'egli abile al servizio militare (46). La legge 8 Brumale anno X, (30 ottobre 1801), che doveva poi evolversi nella legge 13 agosto 1802, dopo la Consulta di Lione e la creazione della

Repubblica Italiana, portava nel suo testo diversi elementi difformi dalle leggi precedenti. Innanzitutto i Ministri del Culto diventavano una categoria (art. espressamente III), inoltre esentata l'et dal servizio

militare

di

coscrizione

veniva ristretta nell'intervallo compreso tra i 20 e

(46) Copia delle due leggi conservata presso l'Archivio di Stato di Cesena, Raccolta delle leggi, registro n 2394 A, pagg. 140-142 e 175-177.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 50

i 25 anni. La requisizione era ora svolta seguendo il preciso ordine di et, partendo dal pi giovane

coscritto in lista, e non pi con un'estrazione a sorte; veniva, di infine, supplenza, istituzionalizzata mentre non c'era la alcun

possibilit

riferimento a forme di volontariato (47). A vanificata detta dell'Antonielli, convocazione la legge il fu 21

"...dalla

seguita

brumale (12 novembre), dalla Consulta straordinaria a Lione [...] il 28 brumale (19 novembre) un nuovo decreto aveva annullato ufficialmente la legge,

lasciando che la questione passasse in eredit al successivo governo." (48) Non era facile neppure a livello normativo redigere leggi che obbligassero i giovani a dare

tanta parte di s, o anche la vita stessa in cambio di nulla.

(47) Raccolta delle leggi, registro n 2397, pagg. 131-132. (48) L.ANTONIELLI, op. cit., pagg. 455-456.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 51

PAR. 2.3.: LA LEGGE 13 AGOSTO 1802.

Il 17 agosto 1802 il governo della Repubblica Italiana proclamava legge il decreto del Corpo

Legislativo del 13 agosto dello stesso anno, con il quale si istituiva il fondamento giuridico per la creazione dell'esercito della Repubblica e poi del Regno. Finalmente, dopo i primi tentativi mal

riusciti di creare un esercito nazionale, il Governo era riuscito non solo riguardo, necessaria ma, ad elaborare una legge al aveva maturato di una la

soprattutto,

convinzione

dell'utilit

forza

armata nazionale. La parola Coscrizione diventava, da questo momento, un vocabolo a tutti ben noto: era l'impegno delle amministrazioni per riuscire a

formare un esercito, era l'affanno delle famiglie dei coscritti per riuscire a far esonerare o sostituire i propri giovani, chiamati sotto le armi, era il dramma stesso dei coscritti, destinati ad una vita militare che non desideravano condurre, tutto ci fece s che nessun cittadino della Repubblica rimanesse

totalmente estraneo agli effetti della legge del 13 agosto.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 52

Formalmente essa si suddivideva in sei titoli per un totale di 84 articoli (12). Il primo titolo comprendeva le "Disposizioni Preliminari" nelle quali era fissato, oltre al principio generale di

coscrizione, l'obiettivo di formazione di una riserva di 60000 uomini che affiancasse l'Armata. La riserva doveva costituirsi in 5 anni, con contingenti di

12000 uomini da requisirsi annualmente. Nel titolo secondo, "modo di coscrizione", si entrava nella fase operativa del dettato legislativo. Innanzitutto la legge individuava coloro che erano compresi nella

coscrizione militare, e cio i "nazionali" dall'et tra i 20 e i 25 anni. Chiunque ricadesse in questo intervallo soggiaceva di agli et era definito di legge "coscritto" relativi. e I

obblighi

coscritti venivano divisi in 5 classi di et ognuna delle quali formava una lista. "La prima lista - affermava il quarto comma dell' art. 10 - comprende la prima classe composta di coloro che al primo di ottobre del 1802 hanno

compiuto l'et di 20 anni", le altre comprendevano, rispettivamente, tutti coloro che, alla stessa data, avevano compiuto l'et di 21, 22, 23 e 24 anni. Emergono quindi alcuni punti interessanti che bene chiarire subito. Le liste consistevano in una raccolta d'iscritti suddivisi per et. L'iscrizione

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 53

era

il

fondamento

sul

quale

si

basava

tutto

il

meccanismo. E' ovvio che se i giovani in et di leva evitavano di iscriversi, le amministrazioni erano

costrette a formare liste alquanto imprecise causa la scarsit di fonti anagrafiche. Ritornando al testo di legge l'art. 11

fissava il principio secondo il quale, ogni anno, le liste dei coscritti dovevano essere rinnovate,

inserendo la nuova classe dei ventenni, ed eliminando la quinta classe dell'anno precedente. All'interno di ogni classe venivano iscritti per primi gli ultimi nati. Unica deroga a tale principio era fissata

dall'art. 14, che stabiliva come i figli unici di padre vivente o di donna vedova, quelli che avevano un fratello nell'armata, gli ammogliati (dopo l'epoca di presentazione della legge) di una stessa lista fossero collocati in fondo ad essa, in maniera tale che queste categorie fossero le "ultime a marciare". Oltre a questi i titoli di di "privilegio" erano poi

previsti

casi

esenzione

totale

dalla

coscrizione. A questo riguardo l'art. 5 elencava i titoli necessari per parte l'esonero per essere esonerati dalla leva. A i congedati, erano dispensati

dall'obbligo gli ammogliati in data anteriore alla legge, i vedovi con prole e i religiosi appartenenti almeno al "primo degli ordini maggiori".

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 54

Oltre a questi erano dispensati dall'obbligo di leva coloro che, per gravi difetti fisici

accertati in sede d'iscrizione nelle liste, non erano idonei al servizio militare. Peraltro l'esenzione

dalla leva era un "privilegio" che comportava una tassa, calcolata sulla rendita annua del coscritto (49). I possessori di redditi inferiori alle 1000 lire annue (la moneta esclusi di conto era la lira il di

Milano),

erano

dal

balzello,

quale

comunque non poteva avere un importo superiore alle . 1500. Come gi ricordato, un eventuale titolo di esenzione non comportava l'esonero dall'iscrizione

nelle liste in possesso del Consiglio Distrettuale, di conseguenza tale organo veniva a possedere una serie di elenchi (degli esentati , dei coscritti

ecc.) della cui regolare tenuta era responsabile. I cittadini potevano controllare l'esattezza delle

liste, che erano esposte nel capoluogo del Distretto, e reclamare su eventuali errori in esse contenuti.(49) L'importo della tassa era calcolato applicando le seguenti aliquote al reddito del coscritto: RENDITA ANNUA a 1000 a 2000 a 2001 a 3000 oltre 3000 ALIQUOTA 6% 8% 12%

ASC, Raccolta di Editti, Ordini, Bandi e Proclami, legge 13 agosto 1802.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 55

Il requisizione metodo con

titolo dei cui

3

illustrava

le

modalit dapprima

di il del

coscritti, si giungeva

spiegando

all'assegnazione

contingente di coscritti per ogni distretto. L'operazione partiva dal governo il quale

fissava il numero di uomini destinati a far parte dell'armata; questo numero, cio il contingente di leva per l'anno in in corso ragione veniva ripartito tra i

dipartimenti

della

popolazione. il

L'amministrazione

dipartimentale

suddivideva

contingente tra i propri distretti, sempre in ragione della popolazione, e poneva il riparto all'esame di un consiglio dipartimentale per l'approvazione. Una volta ratificata, la ripartizione giungeva in ogni distretto, dove il Consiglio Distrettuale provvedeva alla suddivisione tra i vari comuni. Ogni anno la leva veniva a cadere su di una determinata classe di et o su pi classi, come per la leva del 1803; solitamente la prima classe era la pi colpita. Nella legge veniva prevista la possibilit di procurarsi un sostituto che svolgesse il servizio

militare al posto del coscritto. Tale facolt era subordinata al pagamento della tassa, di cui all'art. 8 suddetto, (la tassa era diminuita, nel suo

ammontare, di un terzo). Il coscritto o il supplente

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 56

era destinato a restare sotto le armi per un periodo di tempo che, illimitato in tempo di guerra, era di 4 anni in tempo di pace. Nel caso per il coscritto fosse destinato in corpi "specialistici" quali la

cavalleria, il genio e l'artiglieria la ferma veniva prolungata a 6 anni. In relazione alla leva del 1803, che, come ricordato, colpiva indistamente tutte le classi, la ferma variava in relazione alla classe di

appartenenza, cos un requisito della quinta classe avrebbe prestato servizio per 2 anni, un requisito della terza o della quarta classe per 3 anni e solo i requisiti della prima e della seconda classe

avrebbero protratto il servizio militare fino al 4 anno. Un discorso a parte merita la riserva

"destinata unicamente a portare l'armata al piede di guerra se ci si rende necessario". I 60000 uomini necessari requisiti al in suo 5 completamento anni con dovevano di essere 12000

contingenti

riservisti ogni anno. Durante i 5 anni di permanenza nella riserva, i coscritti rimanevano alle nelle loro che si si case e

partecipavano "nelle

esercitazioni in cui meno

tenevano alla

stagioni,

lavora

Campagna". Unico vincolo alla loro libert era il

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 57

permesso, da chiedersi "all'Ufficiale istruttore", in caso di allontanamento dal Dipartimento. Ritornando alla possibilit di procurarsi un sostituto, l'istituto della supplenza era regolato nel titolo 5. In esso venivano elencate le modalit con le quali si cessava di appartenere alla

coscrizione. Per un supplito ci avveniva quando il supplente portava a termine i 4 anni di servizio militare, oppure quando lo stesso supplente otteneva il congedo per ferite o infermit contratte in

servizio o, infine, in caso di sua morte "sotto le insegne". consegnato Solo un in questi casi di al supplito veniva agli

certificato

adempimento

obblighi previsti dalla legge sulla coscrizione. In tutti gli altri casi doveva provvedere alla eventuale sostituzione del supplente, cercandone un altro o

impegnandosi personalmente. Era dunque responsabile del buon fine del servizio militare del suo sostituto e rimaneva con la "qualifica" di coscritto per tutto il periodo, anche senza essere mai partito.

Addirittura i supplenti, nel corpo cui erano stati designati, aggiungevano al proprio il nome di chi sostituivano, designati". Le "prescrizioni generali", al titolo VI del testo di legge, comprendevano una serie di articoli ed erano con questo "militarmente

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 58

riguardanti per lo pi il fenomeno della diserzione. A norma dell'art. 65 i coscritti non potevano uscire dal territorio della Repubblica senza essere

considerati disertori. Nel corso degli anni emergeva peraltro una spiccata tendenza all'applicazione del 2 comma dello dietro di un stesso articolo all' che permetteva

l'espatrio, Municipale

richiesta

Amministrazione L'Amministrazione

passaporto.

provvedeva ad inoltrare la richiesta al Prefetto ed in seguito si occupava della riscossione della tassa per il rilascio del passaporto. Durante gli anni della coscrizione a Cesena, alcune localita' furono scelte dai coscritti quali mete preferenziali per motivi di studio o di lavoro. Tali erano tipicamente il Granducato di Toscana con Firenze e Livorno, lo Stato Pontificio con Roma,

Ancona e Senigallia, la Repubblica di

Venezia. Alla

scadenza del passaporto, un eventuale mancato ritorno comportava nella lista l'inserimento dei immediato Ad essa del coscritto

disertori.

appartenevano

anche coloro che avevano disertato dall'Armata o non l'avevano mai raggiunta, nonostante fossero compresi nel contingente da requisirsi. Le pene per i disertori erano severissime: alla prima diserzione un coscritto veniva punito con tre mesi di carcere e con l'obbligo di servire

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 59

l'Armata per 4 ulteriori anni, una volta terminata la prima ferma; per le successive alle leggi diserzioni vigenti il che

Legislatore

rimandava

contemplavano anche la pena capitale. Particolarmente pesanti erano le pene per

tutti coloro che,in qualsiasi maniera ostacolassero la coscrizione. La negligenza dei pubblici funzionari in materia, ad esempio, comportava la destituzione dalla carica e il pagamento di 300 lire di multa. Il loro favoreggiamento era punito invece con due anni di reclusione e una multa oscillante dalle 600 alle 1800 lire. Peggior destino attendeva gli Ufficiali incaricati dell'arresto dei disertori: in caso di

negligenza era immediata la destituzione, alla quale si aggiungevano cinque anni di "ferri". Infine ai cittadini che nascondessero coscritti requisiti o

disertori era comminata una multa variabile dalle 600 alle 1800 lire cui si aggiungeva un anno di

reclusione. Il testo di legge rimase formalmente immutato per tutto il periodo napoleonico anche se, di fatto, ogni anno di coscrizione fu accompagnato da numerose novit nel campo di attuazione della legge stessa. Le autorit governative per il emanavano regolare delle periodiche delle

"istruzioni

svolgimento

operazioni di leva", che finirono con lo stravolgere

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 60

il contenuto della legge in diversi suoi aspetti. Gi le istruzioni del 1803, ad esempio, prevedevano per le amministrazioni comunali un gravoso carico di

lavoro che non risaltava affatto nel testo di legge. In esse era evidenziato fascia l'obbligo d'et di chiunque si

trovasse

nella

soggetta

alla

coscrizione, d'iscriversi presso il proprio Comune. Nelle istruzioni suddette, invece, i compiti

municipali s'allargavano fino a comprendere, oltre all'aspetto di gestione e compilazione dei registri e delle liste, anche aspetti d'indagine e ricerca

normalmente estranei alle loro pratiche burocratiche. "Le amministrazioni comunali registreranno come

presenti tutt'i Nazionali soggetti alla Coscrizione, lontani dall'ordinario dalle le loro loro domicilio, ed in e si

procureranno altro modo,

famiglie, che

qualunque

notizie

possano

riguardarli,

rendendo conto nel processo verbale, delle diligenze che avranno usate a questo effetto" (50). Tutto questo era stato reso necessario dalla difficolt, in tutta la Repubblica, di giungere

celermente alla formazione dei Consigli Distrettuali; si rese inevitabile una sorta di distrettuazione

provvisoria che venne ultimata solo nel dicembre 1802(50) ASC 3259, tit. XVII, rub.25. "Istruzioni alle autorit amministrative sulla formazione regolare ed uniforme delle liste dei Coscritti in esecuzione della Legge 13 Agosto 1802, Anno I." Art. 8, comma 1.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 61

(ad eccezione proprio del dipartimento del Rubicone, che comprendeva Cesena, ove fu ulteriormente

ritardata) e che port le competenze ed i compiti del consiglio distrettuale ad essere gestite a livello di amministrazione "temporanea", municipale coincise della con (51). la Questa fase pi gestione, delicata nelle

dell'introduzione

legge,

l'iscrizione

liste dei coscritti. Nonostante venissero inviati nei vari Dipartimenti diversi ufficiali superiori,

incaricati dal Ministero della Difesa di collaborare con le autorit locali, il problema di superare il disinteresse e la scarsa disponibilita' delle

municipalit rimase sempre (52).

(51) F.DELLA PERUTA, op. cit., pag. 44. ASC 3259, tit.XVII, rub. 25. (52) ASC, Raccolta di Editti, Ordini, Bandi e Proclami, legge 13 agosto 1802.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 62

Bibliografia cap. 2 S.WHITTAM, "Storia 1979. dell'esercito italiano", Milano

V.ILARI, "Storia del servizio militare in Italia", Roma 1989, vol. I. F.DELLA PERUTA, "Esercito e societ napoleonica", Milano 1988. nell'Italia

C.ZAGHI, "L'Italia di Napoleone dalla Cisalpina al Regno", in "Storia d'Italia", Torino 1986, vol. XVIII. G.CANDELORO, "Storia dell'Italia moderna", Milano 1956, vol. I. S.J.WOOLF, "La storia politica e sociale", in "Storia d'Italia. Dal primo Settecento all'unit", Torino, vol. III. A.VARNI, "L'Emilia Romagna nell'et napoleonica", in "Storia dell'Emilia Romagna", Imola 1980, vol. III. A.VARNI, "Bologna napoleonica. Potere e societ dalla Repubblica Cisalpina al Regno d'Italia", Bologna 1973. L.ANTONIELLI, "I prefetti del Regno". Bologna 1983.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - "GLI ITALIANI NON SI BATTONO" () - 63

Capitolo 3. Cesena tra papi e re: la societ e l'economia.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET EL'ECONOMIA.

- 64

PAR. 3.1.: GLI ASPETTI ECONOMICI.

La precaria situazione economica di Cesena, ai primi del XIX secolo, era una diretta conseguenza delle politiche di gestione municipale, cui la

costringevano i governanti pontifici. Fortemente agricole, decisamente Cesena si dipendente presentava sul piano dalle come attivit una citt (53).

arretrata

economico

Insufficiente per i suoi fabbisogni era la produzione agricola e l'allevamento (54). Il grano, "mancante per la terza parte", costituiva assieme alla canapa la cultura erbacea pi importante e coltivata. La resa per ettaro del cereale era circa pari a 4 volte e mezzo il seminato (55).

(53) Le notizie sono tratte dall'indagine statistica che il governo italiano condusse nel 1807 su tutti i comuni di I classe; copia di tale indagine presente presso l'Archivio di Stato di Cesena, ASC 3038, titolo IX, Consistenza e confini dello stato, rubrica 7 statistica. (54) Ci non condiviso dal Mineccia che afferma esattamente il contrario ricordando come, nonostante molta della potenzialit del territorio Cesenate fosse inutilizzata, l'agricoltura era comunque "in grado di coprire al cento per cento il fabbisogno locale, nelle annate buone." F.MINECCIA, "Tra riforme e rivoluzione. L'economia del Cesenate dalla fine dell'Antico Regime alla caduta del Regno Italico", in "Storia di Cesena", Rimini 1987. Vol. IV, pag. 328. (55) N.TROVANELLI, "Sulle condizioni sociali ed economiche di Cesena prima e dopo la Rivoluzione Francese", Cesena 1888, pagg. 12-13. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET EL'ECONOMIA.

- 65

"Il degli

basso

livello di

dei

rendimenti...

uno e per

indicatori

un'agricoltura

povera

scarsamente

tecnicizzata

caratteristica,

l'appunto di tutte le campagne pontificie" (56). In essa erano perpetuati quei difetti tipici del sistema colturale fondato quasi prevalentemente su terra e lavoro, cio su solo due dei tre fattori della

produzione. L'apporto di capitale contribuiva solo in minima potevano misura a quelle la migliorie fondiarie dei che e

aumentare

produttivit

terreni

della manodopera agricola. Era dunque un'agricoltura di tipo estensivo, che avevano con diffuse coltivazioni le

cerealicole

ridotto

sensibilmente

colture prative. Da ci, e dal progressivo abbandono delle pratiche di maggese annuale, derivava

l'impoverimento dei terreni, e la loro "stanchezza". L'inserimento del mais nelle rotazioni colturali non era sufficiente che a far le riacquistare coltivazioni alla terra la

fertilit

cerealicole

compromettevano (57). Tra le colture arboree, la vite e i "frutti diversi" costituivano un importante fonte di guadagno per i possidenti agricoli. Se fabbisogno l'agricoltura della citt, non il bastava settore a coprire il e

industriale

(56) F.MINECCIA, Op. cit., pag. 322-323. (57) ibidem, pag. 328. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET EL'ECONOMIA.

- 66

quello commerciale, erano in situazioni ancora pi precarie. Le uniche industrie presenti erano quelle relative all'estrazione alle dello zolfo di e alla e sua alla

raffinazione,

fabbriche

cappelli

concia di pelli (58). Nonostante fossero molti coloro che

esaltavano le ricchezze naturali di Cesena, indicata dal padre gesuita Hervas y Panduro come una nuova Tours per le ottime risultanze che aveva la

coltivazione della canapa (59), la mancanza di una forza imprenditoriale vivace capace di sviluppare una valida industria manifatturiera, impediva a Cesena un chiaro decollo economico. "Per nostra disavventura... sebbene il

Territorio della nostra Comune somministri dal regno(58) La concia di pelli e la fabbricazione di cappelli, vedevano impiegati circa 100 operai. La paga era di 2,69 lire di Milano (abro. .). Per il lavoro nelle miniere solfuree un operaio percepiva, sempre giornalmente, .1,61. Sia la fabbricazione di cappelli che la raffinazione dello zolfo, permettevano un'attivit di esportazione nelle altre parti del Regno e all'estero. Negli anni dal 1804 al 1807, queste attivit avevano procurato i seguenti fatturati: CAPPELLI: esportazione nel regno............ 26862.50 CAPPELLI: esportazione all'estero........... 9670.50 ZOLFO: esportazione all'estero............268625.00 La mortalit degli operai era stata dal 1804 al 1807 in ragione del 3% circa. Vedi nota n (53) del presente capitolo. (59) "... met della ricchezza del Brabante e della Fiandra la fa il canape, perch non la potr fare ancora qui ?" L.HERVAS Y PANDURO, "Memoria sopra i vantaggi e svantaggi dello stato temporale della citt di Cesena", in "Storia di Cesena", op. cit., vol. IV, pag 345. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET EL'ECONOMIA.

- 67

vegetabbile minerale, ed animale moltissime materie, che manifatturate potrebbero centuplicare il loro

valore, sciaguratamente abbandoniamo queste e dandole in mano dell'Estero, ritorniamo di nuovo a

ricomprarle sotto un aspetto diverso, pagandole cento volte dappi di quello si siano vendute. Noi abbiamo lo zolfo, abbiamo il Canape, abbiamo un Territorio, ove il gelso unico cibo del prezioso verme, che fila la seta trova un clima adattato, e propizio, abbiamo una quantit di bestiame che potrebbe fornirci di sufficienti carni, e cuoj; abbiamo finalmente una

vasta corona di deliziose Colline, nelle cui sodaglie potrebbero alimentare un immenso Gregge di Ovino da somministrarci Panni. regali, Ma le Lane ci per la Fabbricazione di questi de'

come... la

serviamo ci

preziosi di

che

Natura

presta?

Contenti

acconciare alla peggio codeste derrate, cos greggie come sono, ne facciamo un Capo di Commercio, e non vediamo l'ora di sbarazzarcene... Niuno stabilimento di rimarco, pochissime fabbriche, ove si riffiniscono le cose, nessun genio finalmente negli abitanti n quell'entusiasmo per fare risorgere le Arti, e le manifatture, che formano la norma dei Paesi

industriali, e sagaci" (60).

(60) ASC 3038 tit. IX, rub. 7. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET EL'ECONOMIA.

- 68

Se l'impulso francese "cambi la natura" dei Cesenati, come afferma il Trovanelli, e dunque fu rilevante nello sviluppo di una nuova coscienza

civile, pi incline alle aperture ed ai contatti tra i popoli, lo stesso impulso ebbe effetti non del tutto positivi sull'economia del Cesenate. dalle Gli

innegabili

miglioramenti e il

portati

riforme con

istituzionali

progresso

registratosi

l'allargarsi della classe borghese (61) coinvolsero anche il Cesenate, ma non servirono a dimenticare gli aspetti negativi Le degli tanta che tasse, l'occupazione le francese il la

comportava. mantenimento scomparsa privazione di di

requisizioni, di passaggio, che

eserciti giovent,

significava specie in

manodopera

preziosissima,

campagna, causarono notevoli disagi all'economia di Cesena ed ai suoi abitanti, specie a quelli

appartenenti alle classi meno agiate. "Restava, profondo e incolmabile, il distacco del regime con l'universo senza tempo dei lavoratori

(61) L'allargamento, come afferma il Montoni, "... non legato, in generale, alla crescita delle figure direttamente impegnate nel processo produttivo... bens ... alimentata dagli acquisti dei beni della Chiesa... E' per vero...[ che ]... questa borghesia con tutti i suoi limiti ha contribuito notevolmente a... rinnovare la classe dirigente... formando i quadri necessari per il successo delle riforme istituzionali napoleoniche." G.MONTRONI, "L'et napoleonica", in "Storia della Societ italiana", Milano 1985. pag. 254. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET EL'ECONOMIA.

- 69

dei

campi.

Che,

istintivamente

ostili

verso

ogni

novit introdotta sul terreno della fede, conobbero la "democrazia", dapprima, solo sotto la forma delle depredazioni effettuate dai soldati delle armate; poi attraverso fiscale le maglie di una sconosciuta di rigidit di un

richiesta

dall'imporsi

strutture

apparato statale moderno; nonch all'interno delle regole odiate della coscrizione militare, subito

respinta, combattuta, avversata in ogni modo, anche con la fuga dai paesi ed il formarsi di una sorta di opposizione armata, diffusa soprattutto nelle

contrade della parte montana della provincia" (62).

(62) A.VARNI, "Gli anni di Napoleone", in "Storia di Cesena", Rimini 1987, VOL. IV, pag. 2. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET EL'ECONOMIA.

- 70

PAR.

3.2.: GLI ASPETTI SOCIALI.

Nel

quadro

di

una

sempre

maggiore

rivalutazione degli studi attinenti a temi connessi con la vita militare, appare interessante affrontare un tale argomento partendo proprio dall'esame

dell'impatto che la "militarizzazione" francese ebbe sul tessuto sociale Cesenate. In una realt locale in cui la desuetudine all'impegno militare si protraeva da anni e dove il sostegno politico al deposto regime pontificio era ancora ben vivo nell'animo dei suoi abitanti (63) , trovarono scarso favore i tentativi del Governo di "avvicinare" l'esercito alla societ. Eppure in tutta Europa si viveva un periodo in cui la storia militare connessa con la storia civile, dati i nuovi legami che univano il popolo alle Armate (64). Questi vincoli non erano solo dei semplici sentimenti patriottistici collocazione ma riflettevano stesso invece nelle la nuova

dell'esercito

strutture

della societ. Per il Blanch l'armata trovava la sua massima espressione di solidit proprio perch

(63) ibidem, pag. 34. (64) L.MASCILLI, "Un paradigma per la societ Ottocentesca. L'esercito napoleonico", in "Rivista Italiana di studi Napoleonici", 1988, n 1, pag. 207-223. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET EL'ECONOMIA.

- 71

"figlia

della

moderna

divisione

del

lavoro"

(65).

L'uomo poteva ora scegliere di svolgere l'attivit militare lavoro, cos di come una qualsiasi la altra e forma di

conseguenza

stretta

continua

correlazione tra il mondo civile e quello militare fecero s che la figura del militare oltrepassasse i confini della leva mercenaria o forzata e divenisse una configurazione perdendo il caratteristica suo del tessuto isolamento

sociale, (66).

Settecentesco

Anche

Cesena

si

vide

investita

da

queste

modificazioni nel campo civile e militare, ma esse non furono accettate se non con la coscrizione. I due poli sociali continuarono infatti a respingersi tanto che "il militare", dapprima considerato un elemento estraneo diventarne alla un normale elemento vita di civile, fin col Le

pesante

disturbo.

ragioni di questo ostracismo derivavano dal retaggio culturale maturato negli ultimi secoli di dominazione papalina. Storicamente infatti, fin dalla fine del XV secolo, Cesena aveva goduto di quella "libert

ecclesiastica" che aveva permesso al papato, tramite la concessione di privilegi alle pi ricche famiglie locali, di consolidare il proprio dominio su tutta la(65) L.BLANCH, "Scritti Storici" a cura di B.CROCE. Bari 1945, pag. 150. (66) L.MASCILLI, Op. cit., pag. 210. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET EL'ECONOMIA.

- 72

Romagna (67). I privilegi concessi, avevano portato ad una estrema frammentazione del territorio: il

fenomeno del "municipalismo", non era altro che il formarsi di tanti comuni, fra loro indipendenti ma fortemente vincolati all'autorit centrale di Roma (68). All'interno delle mura, i Cesenati, frazionati nelle diversit sociali, limitavano il pi possibile i rapporti con il resto della Romagna (con i

"forastieri") e, soprattutto, con gli abitanti delle provincie poste al di fuori dello Stato Pontificio (con gli "stranieri"). Le diversit di ceto avevano formato una

piramide sociale che vedeva un numerosissimo clero, che con l'elevata ingerenza negli "affari terreni" aveva accumulato immense ricchezze; un buon numero di famiglie nobili con notevoli mezzi e prerogative di tipo feudale a causa delle quali il richiamo alla carriera militare si presentava scarsamente

incentivante. Anche la numerosa classe rurale, che insieme a quella artigiana ed al cospicuo numero di mendicanti costituiva la base della piramide (69),(67) Le notizie contenute in questo capitolo sono in gran parte tratte dall'opera di N.TROVANELLI, "Sulle condizioni sociali ed economiche ..." op. cit., Cesena 1888. (68) ibidem, pag. 6. (69) Per ulteriori approfondimenti sul contesto sociale di Cesena durante il periodo francese, vedi M.V.CRISTOFERI, "Popolazione, economia e societ dal 1811 al 1859", in "Storia di Cesena", Rimini 1987, vol. IV, pag. 421-510. F.MINECCIA, Op. cit., pag. 317-419. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET EL'ECONOMIA.

- 73

era reticente ad abbracciare le bandiere dell'Armata, visto che della vita militare avrebbe dovuto

sopportare gli aspetti meno gratificanti. La quasi totale mancanza di un ceto medio, che garantisse nuova linfa allo sviluppo economico, svincolando il concetto di ricchezza da quello di propriet della terra e, soprattutto, l'ineguale

allocazione delle risorse che rendeva poverissime le classi meno abbienti, non turbava i pensieri n

alimentava un qualunque spirito di reazione: "agli artigiani, scarso lavoro, ma frequenti spettacoli; ai poveri, elemosine, abbrutimento e preghiere" (70). "Abbagliati" pubbliche, organizzate dallo per sfarzo delle i due feste Papi

festeggiare

cesenati (Pio VI e Pio VII) e i numerosi cardinali di Cesena (ben 5) eletti nella seconda met del XVIII secolo, i Cesenati si sentivano probabilmente, nella loro "piccola succursale della curia romana" (71), come isolati dal resto del mondo, in una posizione che appariva privilegiata, ma che non dava, in

realt, alcun vantaggio concreto alla citt. Ci lo si vide chiaramente quando Cesena fu occupata dalle truppe francesi, ed incominci un

A.MAMBELLI, "La popolazione romagnola dall'et romana all'Unit d'Italia. Note storiche-statistiche-economiche-sociali", Forl 1964, pag. 217 e segg. (70) N.TROVANELLI, Op. cit, pag. 7. (71)...ibidem..., pag. 22. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET EL'ECONOMIA.

- 74

periodo

difficile periodo

e che

pieno

di

sacrifici per un

per

i

cittadini,

rappresent

sicuro

passo avanti sulla strada del progresso. "L'avviamento alle carriere militari

[malgrado le forti resistenze da parte di tutti i ceti sociali] e civili; una grande quantit di beni stabili messi ...in circolazione; lo sbandeggiamento di tante tonache, di tante cocolle, di tante figure carnevalesche e medioevali; l'abolizione di

privilegi, di ridicolezze feudali; l'istituzione di ordinamenti e la promulgazione di leggi, in cui

l'antica sapienza romana era chiamata a servizio de' moderni deturpata originavano rapporti da sociali, da e non pi da tante oscurata e che

bolle, tante

bandi,

immunit,

confusioni,

ingiustizie;

l'obbligo... di provvedere all'istruzione popolare, affermato creata; per il la prima volta...l'attivit l'affiatamento, d'ogni ordine laica il

contatto, non solo

rimescolamento,

d'abitanti

nello stesso paese, ma d'Italiani d'ogni provincia, anzi d'Italiani degli con stranieri; fino il conseguente allora tanto

allargarsi

orizzonti,

ristretti; la gloria procacciatasi dai nostri soldati nelle campagne napoleoniche, in cui non ultimi furono i Romagnoli, che dettero...guerrieri...; il muoversi; l'agitarsi; lo scambiarsi idee e sentimenti; il

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET EL'ECONOMIA.

- 75

ragionar

d'ogni

cosa;

l'operare lo in

sopra

tutto; gridare,

e, il

ammettiamolo vivere,

pure,

anche

scomposto un

insomma

poterono

ventennio

farci

cambiar natura" (72).

(72)...ibidem..., pagg. 24-25. Sul tema degli effetti che l'influsso francese port in merito all'evoluzione della societ italiana, ricordo la citata opera di G.MONTRONI, pag. 253- 292. Per il contributo, dato dai Romagnoli, alle armate napoleoniche rimando all'opera di A.MAMBELLI, "I romagnoli nelle armate napoleoniche. Stati di servizio, elenchi di documenti, note biografiche", Forl 1969. CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET EL'ECONOMIA.

- 76

Bibliografia cap. 3 M.V.CRISTOFERI, "Popolazione, economia e societ dal 1811 al 1859", in "Storia di Cesena", Rimini 1987, vol. IV. A.VARNI, "Gli anni di Napoleone", Cesena", Rimini 1987, vol. IV. in "Storia di

F.MINECCIA, "Tra riforme e rivoluzione. L'economia del Cesenate dalla fine dell'Antico Regime alla caduta del Regno Italico", in "Storia di Cesena", Rimini 1987. Vol. IV. L.HERVAS Y PANDURO, "Memoria sopra i vantaggi e svantaggi dello stato temporale della citt di Cesena", in "Storia di Cesena", vol. IV. G.MONTRONI, "L'et napoleonica", in Societ italiana", Milano 1985. "Storia della

N.TROVANELLI, "Sulle condizioni sociali ed economiche di Cesena prima e dopo la Rivoluzione Francese", Cesena 1888. N.TROVANELLI, "Cesena dal 1796 al 1859", Cesena 1906, vol. I. L.MASCILLI, "Un paradigma per la societ Ottocentesca. L'esercito napoleonico", in "Rivista Italiana di studi Napoleonici", 1988, n 1. L.BLANCH, "Scritti Storici" a cura di B.CROCE. Bari 1945. A.MAMBELLI, "La popolazione romagnola dall'et romana all'Unit d'Italia. Note storiche-statisticheeconomiche-sociali", Forl 1964. A.MAMBELLI, "I romagnoli nelle armate napoleoniche. Stati di servizio, elenchi di documenti, note biografiche", Forl 1969. L.DAL PANE, "Economia e societ a Bologna nell'et del Risorgimento", Bologna 1969.CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET EL'ECONOMIA.

- 77

D.MENOZZI, "La Chiesa, la rivoluzione francese e l'impero napoleonico", in "Storia della societ italiana. L'Italia giacobina e napoleonica", Milano 1985. V.TONELLI, "Sarsina napoleonica", Imola 1980.

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - CESENA TRA PAPI E RE: LA SOCIET EL'ECONOMIA.

- 78

Capitolo 4. Le coscrizioni cisalpine (1799-1801).

CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI CISALPINE (17991801). - 79

PAR. 4.1.: LA COSCRIZIONE DEL 1799.

La legge per la coscrizione introdotta il 10 Frimale anno VII (30 novembre 1798) e successivamente modificata con decreto 11 Nevoso anno VII, fissava in 9000 uomini il contingente da ottenersi con le

requisizioni in tutti i Dipartimenti della Repubblica Cisalpina. Al Dipartimento del Rubicone, di cui faceva parte il Comune di Cesena, spettarono 799 coscritti, da ripartirsi per ogni distretto in ragione della popolazione (73). In particolare, Cesena si vedeva assegnato un contingente di 74 coscritti da

requisirsi tra tutti i celibi tra i 18 e i 26 anni, abili "pel servizio militare" (74). Il primo era passo la necessario per dei di avviare la

coscrizione, (cos

compilazione le liste

"cataloghi" leva). La

venivano

chiamate

necessit di ottenere "registri certi ed ineccepibili dell'et dei cittadini componenti la nostra Comune" (75), fece s che per riuscire rapidamente e con la massima precisione nell'intento, la municipalit

(73) ASC 2394 A, Raccolta delle leggi, proclami, ordini e avvisi. (74) ASC 2320 B, Processi verbali della municipalit. (75) ibidem CAPITOLO ERROR! MAIN DOCUMENT ONLY. - LE COSCRIZIONI CISALPINE (17991801). - 80

ricorse all'aiuto dei parroci e dei loro registri parrocchiali (registri battesimali, in genere). Se l'ausilio di tali strumenti poteva dare un notevole contributo alla compilazione delle liste, l'operazione stessa doveva peraltro essere condotta sotto la vigilanza pi stretta