Tesi morena coricciati
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Transcript of Tesi morena coricciati
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PAVIA
Dipartimento di Biologia e Biotecnologie “L. Spallanzani”
Laurea Magistrale in Biologia Sperimentale e Applicata
Dipartimento di Scienze del Farmaco
DETERMINAZIONE DEL PROFILO METABOLICO DI
VINI BARBERA IN PUREZZA DELL’OLTREPÒ
PAVESE
Relatore:
Dott.ssa Maria Daglia
Correlatori:
Prof.ssa Ornella Pastoris
Dott.ssa Alessandra Leoni
Tesi Sperimentale di
Morena Coricciati
Anno Accademico 2013/2014
1
2
Ai miei genitori e i miei nonni.
3
INDICE
PARTE COMPILATIVA
1 VITI E IDENTITA’ 5
1.1 I VITIGNI 5
1.2 IL TERRITORIO 6
1.3 BARBERA STORIA E TRADIZIONE 8
1.3.1 AMPELOGRAFIA E FENOLOGIA 11
2 POTENZIALE NUTRACEUTICO DEL VINO 12
2.1 I POLIFENOLI 13
2.2 FLAVONOIDI ( C6–C3–C6 ) 14
2.3 ANTOCIANINE 15
2.4 FLAVANOLI 16
2.5 FLAVONOLI 17
2.6 I NON FLAVONODI 18
2.7 ACIDI FENOLICI 19
2.8 GLI ACIDI IDROSSICINNAMICI (HCA) 19
2.9 GLI STILBENI 20
PARTE SPERIMENTALE
3 INTRODUZIONE 22
4 CLONI 24
5 MATERIALI E METODI 28
6 RISULTATI E DISCUSSIONE 29
DATI ANALITICI
7 CONCLUSIONI 51
8 BIBLIOGRAFIA 58
9 ALLEGATO 62
4
Parte Compilativa
5
1 VITI E IDENTITA’
Nella concezione attuale del vino i vitigni autoctoni o tradizionali rappresentano un
patrimonio culturale locale che si presenta originale e unico. L’interesse per i vitigni
autoctoni, (ovvero tutti tranne quelli provenienti da altre nazioni o ottenuti per incrocio), è
aumentato, e si pone pertanto il problema di saper utilizzare un patrimonio biologico
complesso. Il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali ha istituito, per la vite,
dei registri che elencano le varietà di vite coltivate in alcuni importanti Paesi viticoli
mediterranei, come Italia, Francia, Grecia e Spagna. Secondo questi dati, aggiornati al 2000-
2002, i vitigni da vino ufficialmente registrati nel nostro Paese, sono circa il doppio di quelli
catalogati in Francia e in Grecia e quasi il triplo di quelli riportati per la Spagna. L’Italia, tra i
numerosi altri Paesi viticoli europei, è forse il più ricco di “ampelo-diversità”. Infatti sono
stati censiti circa 2000 vitigni, alcuni dei quali sono rari e in via di abbandono e sono stati
recuperati negli ultimi 15 anni nella sola Italia Nord-Occidentale1. Le ragioni sono molteplici,
ma tra le principali va ricordata la frammentazione dell’Italia che è un territorio
orograficamente complesso, formato da ambienti spesso molto diversi, la frammentazione
socio-economica e politica italiana, ma soprattutto la posizione geografica della penisola che,
protesa al centro del Mediterraneo, è sicuramente servita da ponte, da zona di passaggio tra
Nord e Sud, tra Est ed Ovest, per le diverse specie mediterranee e per le loro varietà, portate
dai numerosi popoli che hanno occupato o percorso il nostro Paese.
1.1 I VITIGNI
L’uva è prodotta da piante appartenenti al genere Vitis. Sistematicamente la famiglia delle
Vitacee appartiene al regno delle Plantae, Philum Magnoliophita, Classe Magnoliopsida,
Ordine Rhamnales. Il genere Vitis viene suddiviso in due sottogeneri principali dal punto di
vista tassonomico, entrambi diploidi, Muscadinia ed Euvitis: al primo appartengono le viti
con corredo cromosomico 2n = 40 mentre al secondo quelle con 2n = 38, che vengono
suddivise in base alla loro origine di coltivazione. Mentre il sottogenere Euvitis è stato trovato
nei depositi del Terziario sia in Asia sia nel Nord America, il sottogenere Muscandinia emerge
soltanto tra i materiali fossili del Nord America, il che suggerisce che questa divisione si sia
verificata prima del Quaternario cioè circa due milioni di anni fa. Sembra che la famiglia delle
Vitacee sia comparsa sulla terra circa 140 milioni di anni fa, ma in seguito alle glaciazioni
molte specie di viti si estinsero. La Vitis vinifera si salvò nell’area pontica tra il Caucaso, il
Mar Caspio e il Mar Nero, oggi è coltivata in tutto il mondo. A sua volta essa si distingue in 2
sottospecie una coltivata chiamata Vitis sativa e una selvatica chiamata Vitis sylvestris2. Il
genoma di Vitis vinifera presenta 38 cromosomi a corredo diploide (2n=38) per un totale di
6
487 Mb equivalenti a circa 30.000 geni3. I fattori genetici propri di un vitigno sono tra gli
aspetti che incidono più fortemente sulla composizione delle uve. Lo studio del DNA
attraverso marcatori come i microsatelliti o SSP (Simple Sequence Repeats) permette di
individuare il profilo genetico per ogni varietà. Questo ha permesso di tracciare geneticamente
i vitigni e identificarli, in modo da evitare eventuali truffe nel mercato del vino.
1.2 IL TERRITORIO
L’Oltrepò pavese, è una delle principali aree vitate italiane e rappresenta circa il 3% della
superficie nazionale e 75% della produzione di vino.
La viticoltura in quest’area rappresenta il fulcro della produttività agricola del territorio e
traina da decenni l’economia dell’area. Il territorio della provincia di Pavia è formato da tre
aree geografiche: il Pavese, la Lomellina e l’Oltrepò4. Quest’ultima si estende su una
superficie di 1099 Km2
confina a est con l’Emilia Romagna (provincia di Piacenza), a ovest
con il Piemonte (provincia di Alessandria) e a sud con la Liguria. La provincia di Pavia è
attraversata da est a ovest dal fiume Po; l’ Oltrepò Pavese è la regione delineata dal fiume a
nord, che si spinge fino all’Appennino Ligure. Questo territorio, a pochi chilometri dal Po
presenta una fascia collinare che ben si presta, come clima ed esposizione alla coltivazione
della vite. (Figura1).
Figura 1 -Cartina della Lomellina, del Pavese e dell’Oltrepò Pavese.
Qui infatti la coltivazione della vite risale almeno all’epoca etrusca e può essere seguita, nella
sua evoluzione dall’antichità al medioevo e lungo tutta l’età moderna.
Negli ultimi secoli l’attività vitivinicola ha acquisito una presenza tale da caratterizzare in
modo specifico la zona.
Nella relazione dell’Inchiesta Agraria, altrimenti nota come inchiesta Jacini, avviata con legge
7
del 15 marzo 1877, l’Oltrepò pavese è già riconosciuto per la sua attività vitivinicola, estesa
su circa 15000 ettari, con una produzione di 570.000 quintali di uva.
La descrizione contenuta nel rapporto per l’Inchiesta Agraria, tuttavia, si colloca in un
contesto temporale molto particolare perché caratterizzato da una crisi, originata da fattori di
natura ambientale ed economica, che raggiungerà il suo culmine all’inizio del Novecento. Un
primo momento di difficoltà venne registrato dopo la metà del XIX secolo con la diffusione
dell’oidio e della peronospora che colpirono a più riprese le viti dell’area fino verso la fine del
secolo. Alla fine degli anni Novanta, apparve nell’area la fillossera, e in pochi anni distrusse
la produzione viticola dell’Oltrepò. Se infatti nel 1900 la produzione di vino della zona era
pari a 600.000 ettolitri, frutto di una coltivazione estesa su circa 20.000 ettari di terreno, solo
cinque anni dopo, a parità di superficie, la produzione si era ridotta di oltre il 30%, mettendo
in crisi l’intero settore. La fillossera non fu l’unica responsabile della crisi di inizio
Novecento. La produzione di vino dell’Oltrepò era messa in difficoltà anche dalle
trasformazioni economiche e sociali italiane che esponevano la regione a una concorrenza più
ampia. Nei primi decenni del Novecento il prezzo dell’uva subì un calo molto significativo
nell’area che raggiunse il culmine nel biennio 1907-08. Il nuovo contesto economico
richiedeva una differente organizzazione produttiva che permettesse di tutelare i piccoli
produttori della zona. Fu in questo contesto che nacquero le Cantine sociali, forme societarie
che rappresentano ancora oggi, un elemento fondamentale per lo sviluppo della viticoltura in
Oltrepò ed esprimono l’interazione tra elementi di natura economica, sociale e culturale.
Il successo della viticoltura nell’Oltrepò Pavese nel corso del Novecento dipese anche
all’equilibrio che la società locale aveva saputo costruire tra il consolidamento di una rete di
piccoli produttori fortemente radicati nel territorio e il processo di progressiva
specializzazione volto a impostare un approccio industriale alla viticoltura avviato già prima
del primo conflitto mondale. Effetti principali di questo fenomeno furono la riduzione del
numero dei vitigni a favore di poche qualità che garantivano una produzione maggiore o più
continua. È in questa fase che inizia il calo di alcune varietà tipiche della zona a favore dei
quattro vitigni che ancora oggi coprono la quasi totalità della produzione della zona: Croatina,
Barbera, Pinot, e Riesling.
La produzione di Barbera venne incrementata in conseguenza alla resistenza all’oidio e alla
abbondante resa e semplicità di vinificazione6. Oggi il Barbera è predominante nell’Oltrepò
centro-occidentale (2839 ettari).
Con l’istituzione della Denominazione di Origine Controllata D.O.C. (Dpr, 12/07/1963, n.
930, pubblicato in G.U. n. 188, 15/07/1963) il territorio pose le basi per adeguarsi ai tempi e
nel 1970 nacque ufficialmente la D.O.C. Oltrepò Pavese, con il 98.72% di coltura
8
specializzata in collina5. Nel 1961 nacque il “Consorzio di Tutela dei vini tipici e pregiati
dell’Oltrepò Pavese” che identificò la zona collinare come l’unica adatta a dare uve di pregio
ai fini della vinificazione.
Nel DPR 8/8/2007, art.3, vengono fissati i criteri relativi alla configurazione del vigneto, e di
conseguenza le condizioni accettabili nel caso di produzioni di vino monovitigno, considerato
in purezza, anche per la concessione della DOC, quando la superficie vitata è rappresentata da
un solo vitigno per almeno 85 % della sua area.
1.3 BARBERA STORIA E TRADIZIONE
Barbera è il nome di un vitigno piemontese diffuso per la maggior parte nella zona tra Asti e
Casale Monferrato, ma anche largamente coltivato in molte zone lombarde con eguale
successo (Figura2).
Figura 2-Distribuzione nazionale del Barbera.
Il Barbera è identificato da Giuseppe Aldo di Ricaldone, studioso di antichi documenti del
Monferrato, con un certo vitigno denominato “Berbexinis”, citato in un atto del 1249, nel
quale viene narrato che la Chiesa di Sant’Evasio di Casale affittò un terreno a tale Guglielmo
Crova con l’obbligo di impiantarvi “bonis vitibus berbexinis”. Secondo altri studiosi, il nome
Barbera deriva dalla trasformazione del lombardo “albéra” e del latino “albuelis” con
accostamento al nome di luogo Barberi, frazione di Villafranca Sabauda in provincia di
Torino. Il Barbera vanta citazioni sul territorio dell’ Oltrepò sin dai primi del 1800 e oggi è
uno dei vitigni più coltivati. La Denominazione di Origine Controllata risale al 19707. Il
Barbera appare nel 1798, alla stesura della prima ampelografia dei vitigni coltivati sul
9
territorio piemontese compiuta dal conte Nuvolone, sotto il nome di “Vitis vinifera
Montisferratensis”.
Tale denominazione si doveva al nome storico della regione collinosa, Monferrato, ancora
oggi centro principale di coltivazione del vitigno Barbera. Probabilmente la varietà di uva
Barbera è nata da uno spontaneo incrocio di semi di vitigni più antichi. E’ certo però, che le
origini del vitigno Barbera sono antichissime, anche se i documenti che ne danno
testimonianza risalgono solamente a qualche secolo fa. Infatti, la prima traccia ufficiale del
Barbera si trova in un documento del XVIII secolo conservato nel municipio di Nizza
Monferrato. Il primo merito al Barbera è raccontato da Paolo Diacono secondo il quale nella
battaglia di Refrancore del 663, le schiere dei Longobardi di Grimaldo batterono i Franchi
dopo averli ubriacati con vino delle cantine vicine. Si racconta infatti che per l’occasione i
Longobardi riempirono di questo vino numerosissime anfore che disseminarono
appositamente per i campi. Queste servirono da richiamo per i Franchi i quali le svuotarono
avidamente. Oggi il vino Barbera rappresenta circa il 50% dell’intera produzione viticola del
Piemonte. Si può affermare, infatti, che il Barbera è il vino del Piemonte per antonomasia al
punto tale da immedesimarsi con l’immagine vinicola della Regione.
Il vitigno è meno antico di altri coltivati da sempre in Piemonte (Moscato, Grignolino,
Nebbiolo), ma la sua espansione è stata costante nei secoli. Le ragioni storiche della scelta di
questa coltivazione da parte dei viticoltori sono dovute al fatto che si tratta di un vitigno
"rustico" con notevole capacità vegetativa, che offre elevata produzione di grappoli ed è meno
soggetto di altri alle mutevoli condizioni climatiche della zona e agli attacchi dei parassiti e
delle muffe cui è soggetta la pianta. Le prime notizie certe di uve "barbera" risalgono attorno
al 1700, in documenti che riguardano la sua coltivazione nella zona di Montegrosso d'Asti,
anche se è probabile che la varietà esistesse già da molto tempo ma non fosse conosciuta con
questo nome. Il successo di questo vitigno fu immediato, si propagò rapidamente in quasi
tutto il Piemonte aiutato dal disastro provocato dalla fillossera, che costrinse i viticoltori a
reimpiantare completamente i vitigni distrutti, innestandoli "viti americane" più resistenti e
abbandonando molte varietà più delicate, alcune ormai completamente scomparse, altre
sopravvissute in pochissimi filari e poi "riscoperte" in epoca recente: i casi più noti sono
quelli dell'Arneis e del Favorita. Sebbene nell'ultimo trentennio molte zone tradizionali della
Barbera, come il nord astigiano e il casalese, abbiano perso notevoli superfici vitate, causa
l'industrializzazione e l'abbandono delle campagne, nel solo Monferrato il vitigno Barbera è
coltivato su quasi 15mila ettari di terreno collinare. Estensioni meno elevate ma significative
si trovano anche nell'albese, nei Colli Tortonesi e nell'Oltrepò Pavese, mentre in altre parti del
Piemonte la presenza è più marginale8. Nel 1997 sono stati rilevati dall'Albo vigneti D.O.C.
10
2.407 ettari di Barbera nell'Oltrepò Pavese, che rappresentano il 25,7% della produzione
totale di vini D.O.C di quest'area (Tabella1).
1. Alba 2. Albugnano
3. Barbera d'Alba 4. Barbera del Monferrato
5. Bonarda dell'Oltrepo' Pavese 6. Botticino
7. Buttafuoco dell'Oltrepo' Pavese o Buttafuoco 8. Canavese
9. Casteggio 10. Castel san Lorenzo
11. Cellatica 12. Colli Bolognesi
13. Colli d'Imola 14. Colli di Parma
15. Colli Piacentini 16. Colli Romagna Centrale
17. Colli Tortonesi 18. Collina Torinese
19. Colline Novaresi 20. Colline Saluzzesi
21. Gabiano 22. Garda
23. Gutturnio 24. Langhe
25. Monferrato 26. Oltrepo' Pavese
27. Piemonte 28. Pinerolese
29. Riviera del Garda Bresciano o Garda Bresciano 30. Rosso di Cerignola
31. Rubino di Cantavenna 32. San Colombano al Lambro o san
Colombano
33. Sangue di Giuda dell'Oltrepo' Pavese o Sangue
di Giuda 34. Sannio
35. Valsusa
Tabella 1-Elenco dei nomi commerciali dei vini Barbera D.O.C.
Secondo i dati ISTAT la vendemmia 2013 in Lombardia è stata molto abbondante come nel
resto d’Italia ma la proporzione con il passato non è così eclatante: rispetto all’anno
precedente ISTAT registra un incremento produttivo del 6% contro il +18% del dato
nazionale. Il raggiungimento della qualità si sta perseguendo ultimamente attraverso
l’intensificazione dell’uso delle IGT, mentre la proporzione tra vini bianchi e rossi sembra
essersi stabilizzata vicino alla parità (Figura3).
Figura 3-Dati produzione vino ISTAT.
11
La produzione in Lombardia è cresciuta del 6.5% nel 2013 a 1.3 milioni di ettolitri, il dato
simile alla media 2008-2012, questa regione ha rappresentato nel 2013 circa il 3% della
produzione nazionale di vino.
Dal punto di vista qualitativo, ulteriori progressi sono stati messi a segno. Soltanto il 14% dei
vini lombardi manca di denominazione DOC o IGT. Il vino “non più comune” si è riversato
nelle IGT e non nelle DOC: la produzione di vini IGT cresce del 15% a 403mila ettolitri, il
livello più elevato mai raggiunto in Lombardia e rappresenta oggi il 31% della produzione
totale il 35% sopra la media storica. La produzione di vini DOC è invece cresciuta del +6%.
Per quanto riguarda le superfici vitate, queste sono cresciute del 3% a 21452 ettari nel 2013.
Concentrate a Pavia, Brescia e Bergamo i dati in crescita, perdono ettari Sondrio, Bergamo e
Cremona.
1.3.1 AMPELOGRAFIA E FENOLOGIA
Il vitigno Barbera appartiene alla Vitis Vinifera L.. Il germoglio dell’uva Barbera è ad apice
espanso, verde chiaro quasi biancastro, parzialmente carminato, aracnoideo sugli orli, con
foglioline apicali spiegate, poco tomentose sulla pagina superiore, con peli striscianti molto
fitti su quella inferiore (Figura4). La foglia adulta è media, pentagonale, quinquelobata, con
seno peziolare a lira, per lo più chiuso, a volte con bordi sovrapposti. La pagina superiore è
glabra, quella inferiore invece tomentosa (Figura5). Il grappolo è medio, spesso piramidale,
più raramente cilindrico, compatto (Figura6).
Figura 6-Grappolo di Barbera.
Figura 4-Foglia di Barbera
Figura 5-Apice di Barbera
12
L’acino è medio, ellissoidale, con buccia pruinosa, sottile, di colore blu intenso. La polpa
succosa, dolce e acidula. La fioritura avviene normalmente nella prima decade di giugno,
l’invaiatura avviene per lo più verso la metà di agosto. La vendemmia della Barbera si svolge
ai primi di ottobre. Questo vitigno è sensibile a gelate, brinate e anche a malattie
crittogramiche come l’oidio e agli attacchi di botrite. La Barbera è un vitigno di buona vigoria
che richiede terreni collinari argillosi calcarei. La produzione è costante e relativamente
abbondante9.
2 POTENZIALE NUTRACEUTICO DEL VINO
I composti ad attività nutraceutica sono sostanze alimentari che hanno caratteristiche
benefiche e protettive nei confronti della salute sia fisica, sia psicologica dell'individuo. Il
vino, in particolare quello rosso, è uno degli alimenti più ricchi di nutraceutici grazie alla
presenza di differenti polifenoli.
Ai polifenoli sono attribuite diverse proprietà benefiche, tra le quali:
azione antiossidante: essi proteggono le cellule dai danni causati dai radicali liberi, che si
sviluppano con il normale metabolismo cellulare e a causa di eventi come radiazioni, fumo,
agenti inquinanti, raggi UV, stress emotivo e fisico, additivi chimici attacchi virali e
batterici ecc.
azione anticancerogenica: in quanto hanno un impatto sullo step di iniziazione dello sviluppo
del cancro, proteggendo le cellule contro l'attacco diretto da carcinogeni o alterando il loro
meccanismo di attivazione. Tale attività è stata dimostrata con sperimentazioni in vitro e i dati
ottenuti da studi in vivo su animali da esperimento o sull’uomo sono ancora contraddittori.
Influenza sui fattori di rischio delle malattie cardiovascolari: quali aumento delle HDL (capaci
di rimuovere il colesterolo in eccesso dai tessuti periferici), e diminuzione del fibrinogeno
plasmatico e dell’aggregazione piastrinica.
azione antinfiammatoria: effetto inibitorio sulla cascata dell' acido arachidonico.
azione antibatterica e antivirale.
I flavonoidi esercitano attività antimicrobiche, antiallergiche, antiaggregante,
antinfiammatoria, antitumorale e antiossidante. Appartengono a questa classe di composti le
antocianine, che oltre ad avere un’azione antiossidante, antinfiammatoria agiscono contro i
processi neurodegenerativi, i flavan-3-oli e i flavonoli, importanti nei processi di
pigmentazione dell’uva.
Tra i non flavonoidi troviamo invece: gli acidi fenolici che danno una maggior stabilità al
13
vino; gli acidi idrossicinnamici con azione anti-mutagena e anticancerogena e gli stilbeni. Di
quest’ultimo gruppo fa parte il resveratrolo, fitoalessina prodotta dalla pianta in risposta agli
stress biotici e abiotici.
Questo composto possiede attività antiossidanti, antinfiammatorie, antiaggreganti, tutti
risultanti in effetti cardioprotettivi e stimolanti la produzione di NO endoteliale. Inoltre svolge
un ruolo protettivo contro malattie neurodegenerative quali il morbo di Alzheimer e il morbo
di Parkison.
2.1 I POLIFENOLI
I polifenoli sono una grande famiglia di metaboliti secondari prodotti dalle piante presenti
negli alimenti e bevande che giocano un ruolo importante sia nella fisiologia dei vegetali
(pigmentazione, crescita, riproduzione, protezione dai parasiti…) sia sulla salute umana. Ai
polifenoli sono attribuite proprietà antiossidanti, battericide e protettive nei riguardi delle
malattie cardiovascolari. I polifenoli presentano un anello benzenico sostituito da uno o più
gruppi idrossilici (-OH) (Figura7).
Figura 7-Struttura generica dei flavonoidi.
In base alla struttura chimica i polifenoli sono classificati in due gruppi: flavonoidi e non
flavonoidi. L’uva contiene composti non flavonoidi soprattutto nella polpa dell’acino, mentre
i flavonoidi sono contenuti nella buccia e nei semi. I flavonoidi presentano una struttura
comune data da uno scheletro chimico, detto scheletro di difenilpirano, costituito da due anelli
di benzene (anello A e B) uniti da un anello piranosico chiuso (anello C) (Figura8).
Figura 8-Scheletro di difenilpirano
14
Essi possono trovarsi in forma libera o possono legarsi ad altri flavonoidi, zuccheri o non
flavonoidi10
. Attualmente sono stati individuati 400 flavonoidi in frutta, verdura e bevande di
origine vegetale come tè, cacao e vino, e la lista è in costante crescita. Questi composti
possono essere a loro volta suddivisi, in base allo stato di ossidazione dell'anello piranosico
centrale in sei sottoclassi: Flavonoli, Flavoni, Flavanoni, Antociani, Flavanoli e Isoflavoni. La
classe dei non flavonoidi comprende gli acidi fenolici, derivati dell'acido benzoico (Figura9),
come l’acido gallico e l’acido protocatechico, e derivati dell’ acido cinnamico (Figura10),
che consistono principalmente di acido cumarico, caffeico e ferulico; seguiti dagli stilbeni, tra
i quali il più rappresentativo è il resveratrolo, che esiste nelle forme isomeriche cis e trans.
Figura 9-Acido benzoico Figura 10-Acido cinnamico
I polifenoli sono presenti nei tessuti vegetali principalmente come glicosidi, associati a vari
acidi organici o polimerizzati a formare complessi ad alto peso molecolare, come i tannini11,12
.
Nel corso degli ultimi 20 anni, tali composti sono stati oggetto di studio per il loro potenziale
coinvolgimento nella prevenzione di malattie croniche, quali malattie cardiovascolari, cancro,
osteoporosi, diabete mellito, e malattie neurodegenerative. La loro azione protettiva è stata
attribuita inizialmente alle loro proprietà antiossidanti, alla capacità di inibire o ridurre
differenti enzimi, come la telomerasi13
e ciclossigenasi14,15
o lipossigenasi16,17
e di recente,
all'interazione con le vie di trasduzione del segnale18,19
. Inoltre, è stata ampiamente studiata
l'attività antimicrobica di polifenoli contro una vasta gamma di microrganismi presenti negli
alimenti di origine vegetale e nelle piante medicinali. Tra i polifenoli, i flavan-3-oli, i
flavonoli e i tannini hanno ricevuto più attenzione per la spiccata attività antimicrobica
rispetto ad altri polifenoli.
2.2 FLAVONOIDI ( C6–C3–C6 )
I flavonoidi possiedono uno scheletro generale C6-C3-C6, in cui le due unità C6 (anello A e
anello B), di natura fenolica, sono legate da una catena di 3 atomi di carbonio (o anello C)
(Figura11).
15
Figura 11-Formula di struttura di un flavonoide
I flavanoli o flavan-3-oli sono comunemente chiamate catechine e costituiscono il gruppo di
flavonoidi più abbondanti nel mondo vegetale.
I flavonoidi assorbono fortemente le radiazioni UV e il loro accumulo nelle pagine delle
foglie è in relazione con il ruolo protettivo dal danno che queste radiazioni causano al DNA
delle cellule. Nell'uomo invece esercitano attività antimicrobiche, antiallergiche,
antiaggregante, antinfiammatorio, antitumorale e antiossidante.
2.3 ANTOCIANINE
Le antocianidine sono pigmenti idrosolubili responsabili della colorazione rossa, blu e viola
nella maggior parte di fiori, frutta, ortaggi e alcune varietà di cereali come il riso nero. Nelle
piante esistono principalmente nella forma glicosidata di antocianine e il 90% è rappresentato
da: delfinidina, pelargonidina e cianidina20
. Le antocianine sono costituite da due anelli
benzenici uniti mediante un anello eterociclico e presentano a seconda dell’antociano,
sostituenti -OH ai vertici degli anelli benzenici o dell’anello eterociclico. Sono note più di 500
antocianine che differiscono per l’idrosilazione, la metilazione dell’anello B o dalla
glicosilazione con differenti zuccheri21,22
(Figura12). Il colore degli antociani è pH-
dipendene, rosso in acido e blu in ambiente basico ma può dipendere anche dal grado di
idrossilazione metilazione e glicossilazione.
Figura 12–Struttura delle principali antocianine
16
Questi polifenoli giocano un ruolo importante nell’impollinazione e nella protezione dalle
radiazioni UV. Nell’uomo svolgono un’azione antiossidante, antinfiammatoria e inibiscono
alcune cellule tumorali. Riguardo al loro potenziale effetto positivo contro i processi
neurodegenerativi, diversi studi suggeriscono che tali composti riescono ad attraversare la
barriera emato-encefalica e a localizzarsi in aree deputate all’apprendimento e alla memoria,
migliorando le funzioni cognitive23
.
2.4 FLAVANOLI
I flavan-3-oli sono la più grande sottoclasse di flavonoidi costituiti da monomeri, oligomeri e
polimeri (Figura13). Si trovano nella parte solida dell’uva (buccia, semi e steli) in forma
monomerica o polimerica. Le unità fondamentali di tali composti sono quattro monomeri:
catechina, epicatechina, gallocatechina ed epigallocatechina24
. Catechina ed epicatechina
possono formare polimeri, che sono spesso indicati come proantocianidine.
Figura 13 - Struttura chimica dei flavan 3-oli.
I monomeri più comuni sono: (+)-catechina e (-)- epicatechina, mentre (-)- catechina e (+)-
epicatechina sono meno diffusi (Figura14).
Figura 14-(+)-Catechina e (-)- Epicatechina.
La presenza di quattro isomeri è dovuta ai due centri chirali in C2 e C3. A differenza degli
antociani, le catechine non sono legate a molecole glucidiche e non hanno gruppi metossili
17
come sostituenti, si distinguono dalle antocianine per il grado di ossidazione dell’anello B. Le
catechine possono combinarsi con molecole di acido gallico in posizione 3, dando origine ai
catechin-gallati.
2.5 FLAVONOLI
I flavonoli sono pigmenti di colore giallo che sono presenti in tutte le uve bianche e nere, in
piccole concentrazioni (Figura15).
Figura 15-Struttura generale dei flavonoli
18
In base ai sostituenti dell’anello laterale si differenziano in quercetina, miricetina e
kampferolo (Figura 16).
Figura 16-Formula di struttura di quercitina, mirecitina e kampferolo.
I flavonoli svolgono ruoli importanti non solo nel colore e nella qualità del vino ma anche per
i benefici sulla salute. La loro funzione è quella di rendere più stabile il colore attraverso la
co-pigmentazione25
con gli antociani. Anche la formazione di un legame con uno zucchero
sembra incrementare la stabilità del pigmento, pur non avendo un effetto diretto sulla
colorazione.
2.6 I NON FLAVONOIDI
Molti composti non flavonoidi presenti nell’uva e nel vino sono acidi fenolici. Questi sono
costituiti da un anello benzoico sostituito da uno o più gruppi fenolici e metossilici (R1, R2 o
R3) e da un gruppo carbossilico legato direttamente (benzoici) o tramite una catena di atomi
di carbonio (cinnamici) all’anello. Si suddividono in due famiglie: i derivati dell’acido
benzoico o acidi idrossibenzoici (C6-C1), i derivati dell’acido cinnamico o idrossicinnamici
(C6-C3), più altri derivati fenolici come gli stilbeni (C6-C2-C6).
19
2.7 ACIDI FENOLICI
Gli acidi fenolici sono noti anche come idrossibenzoati, il derivato principale è l’acido
gallico che, insieme all’acido ellagico, costituisce il monomero base per la formazione dei
tannini idrolizzabili (Figura17).
Figura 17-Acido gallico
E’ presente nelle foglie e nelle bucce di molti frutti tra cui l’uva. L'acido gallico sembra avere
attività antiossidanti, antitumorali e attività antiangiogenica in vitro.
Nelle varietà di uve rosse, la concentrazione degli acidi fenolici è superiore sia nella polpa sia
nel mosto, dove gli acidi benzoici e cinnammici sono i predominanti, rispetto alle uve
bianche26
. I tannini si distinguono in idrolizzabili o gallici, di cui fanno parte gallotannini ed
ellagitannini, e in tannini condensati o catechici. I tannini tendono a polimerizzare
determinando maggiore intensità colorante mediante co-pigmentazione, maggior stabilità del
vino, maggiore morbidezza e volume in bocca e maggiori aromi di fruttato27
.
2.8 GLI ACIDI IDROSSICINNAMICI (HCA)
Gli acidi idrossicinnamici possiedono uno scheleto C6-C3 e appartengono al gruppo dei
fenilpropanoidi. I derivati più comuni sono: l’acido p-cumarico, acido caffeico e ferulico,
componenti presenti in frutta e verdura (Figura18). Questi derivati sono generalmente molto
più abbondanti nelle forme trans rispetto alle forme cis in quanto più stabili28
. Gli acidi
idrossicinnamici sono coinvolti nelle reazioni di imbrunimento del mosto causate da
ossidazione enzimatica in quanto i substrati ideali delle polifenolossidasi (PPO)29
. Questi
composti importanti per i loro effetti sulla digeribilità dei cibi e per la loro attività
antimicrobica, e la loro azione anti-mutagena e anticancerogena30
.
20
Figura 18-Struttura degli acidi p- coumarico, caffeico, ferulico e cinnamico.
2.9 GLI STILBENI
Questi composti hanno una grande importanza dovuta all’influenza positiva sulla salute.
Possiedono due anelli benzenici separati da un etano, agiscono da regolatori della crescita e
fitoalessine, composti prodotti da piante in risposta agli attacchi fungini, agenti patogeni
batterici e virali. Uno dei derivati di maggior importanza per gli effetti sulla salute è il
resveratrolo; esiste nelle forme cis e trans, e l’isomerizzazione da trans a cis è favorita
dall’esposizione alle radiazioni ultraviolette31
(Figura19). Il resveratrolo e gli altri stilbeni
sono prodotti in diverse parti della vite, ma la massima concentrazione è nella buccia, degli
acini e nelle foglie32,33
. L’interesse per il resveratrolo, è aumentato da quando fu indicato
come la possibile spiegazione del “Paradosso francese”, che è l’apparente efficacia del
moderato consumo di vino rosso di ridurre il rischio di malattie cardiovascolari34
. Il trans-
resveratrolo possiede proprietà antiossidanti tali da poter prevenire l’insorgenza di malattie
cardiovascolari, come l’arteriosclerosi, modulando il metabolismo dei lipidi, inibendo
l’ossidazione delle LDL e l’aggregazione delle placche arteriosclerotiche35,36
.
Figura 19-Formula di cis-resveratolo e trans-resveratrolo
21
Parte Sperimentale
22
3 INTRODUZIONE
La tipologia di vite “Barbera N.” è stata ammessa al Registro Nazionale delle varietà della
vite il 25/05/1970 con pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale G.U. 149 del 17/06/1970. Il
vino che viene prodotto con questa tipologia di uva, il Barbera, è descritto da disciplinari di
produzione che possono variare a seconda della zona di produzione e che, per quanto attiene
l’Oltrepò Pavese, sono stati pubblicati con Decreto 3 agosto 2010 concernente la modifica
del disciplinare di produzione della Denominazione di Origine Controllata dei vini "Oltrepò
Pavese" Data di pubblicazione: 29/02/2012.
Il Barbera, può essere composto da uve:
barbera: dall’85% al 100%
altri vitigni di uve nere raccomandate o autorizzate: 0% - 15%.
Il prodotto commerciale è in genere ottenuto da una miscela delle varietà di uva ammesse dal
disciplinare e pertanto parte delle caratteristiche dell’uva barbera vengono attenuate dalla
presenza delle altre varietà ammesse. È pratica comune infatti predisporre già vigneti destinati
alla produzione di vino DOC impiantando, accanto a piante di Barbera anche piante delle altre
varietà che andranno, una volte entrate in produzione, a costituire il vino.
Inoltre osservando le caratteristiche chimico-fisiche ed organolettiche riportate dal
Disciplinare di produzione, si osserva che per l’uva barbera è ammessa la vinificazione in
molte tipologie di vino (Tabella2):
Tabella 2-Caratteristiche chimico-fisiche ed organolettiche.
e che i vini prodotti possono essere :
fermi, mossi o frizzanti con la sovrappressione che può arrivare fino a 2.5 atm per un
VINO %
BARBERA
%
CROATINA
UVA RARA,UGHETTA E
PINOT NERO
% ALTRE
UVE
rosato
frizzante 25 - 65 25 - 65 fino a max. 45 fino a max. 15
barbera 85 fino a max. 15
barbera
frizzante 85
fino a max. 15
barbera riserva 85 fino a max. 15
buttafuoco minimo 65 fino a max. 35 (comprendendo
anche croatina)
sangue di
giuda 25 - 65 25 - 65 fino a max. 45
bonarda 85 - 100 fino a max. 15 (comprendendo
anche barbera)
23
vino frizzante,
secchi o amabili con un tenore zuccherino che varia tra 0.1 g/l di glucosio/fruttosio di
un Barbera o di un Buttafuoco e gli oltre 100 g/l di glucosio/fruttosio che
caratterizzano il Sangue di giuda
con titolo alcolometrico volumico variabile, a seconda della tipologia del prodotto, da
5,5° % v/v come è ammesso per il sangue di giuda a 14° % v/v facilmente riscontrabili
in vini Riserva della tipologia Barbera o Buttafuoco.
Le innumerevoli sfaccettature che questo vino può assumere nella sua produzione destinata
alla grande distribuzione e la significativa produzione, ne hanno fatto un prodotto di massa,
talvolta di basso valore commerciale e purtroppo spesso privo di una sua connotazione
caratteristica, nonostante il suo indubbio valore organolettico.
Il Barbera dell’Oltrepò Pavese e tutti gli altri vini DOC che con le uve Barbera sono prodotti,
sono descritti come vini tipici dell’Oltrapò Pavese, ma trovano forte competizione in vini
simili e con composizioni analoghe vengono prodotti anche nelle aree limitrofe, anche se con
nomi differenti.
L’insieme di tutti questi fattori ha contribuito negli anni a rendere questo vino, con destino
comune a tanti altri in Italia, quanto mai debole e soggetto a subire le influenze della
concorrenza e della contraffazione, fatto questo che ha determinato il progressivo
livellamento dei prezzi al consumo, anche se i costi di produzione nel contempo sono in
continuo aumento per un insieme di fattori.
Da alcuni anni, il Dipartimento di Scienze del Farmaco collabora con Riccagioia SCpA, in un
progetto di ricerca che ha la finalità di mettere a punto un protocollo di analisi specialistiche
tali da costruire una carta di identità dei principali vini dell’Oltrepò Pavese, per
individuarne le principali caratteristiche chimico-fisiche,
analizzare le loro caratteristiche organolettiche, per descriverle anche dal punto di
vista analitico,
evidenziare le loro potenzialità sia dal punto di vista organolettico sia dal punto di
vista salutistico
e infine tutelare il prodotto difendendolo da eventuali contraffazioni, se non addirittura
da frodi.
Il Barbera è stato infatti studiato come vino di confronto al Bonarda, tipico dell’Oltrepò
Pavese e altrettanto diffuso sul territorio.
Nella fase attuale della ricerca sono stati considerati dei campioni di Barbera prodotti nelle
cantine sperimentali di Riccagioia per poter evidenziare caratteristiche analitiche relative alla
sola uva Barbera, dal momento che per il prodotto commerciale non è facile escludere la
24
presenza di uve barbera nell’uvaggio finale.
In questa tesi sono stati quindi considerati due campioni, ricavati da cloni di barbera
appartenenti alle collezioni di Riccagioia, vinificati in piccole o medie quantità (sotto i 5hl),
sicuramente in purezza per analizzare anche dal punto di vista organolettico, le caratteristiche
del vino.
I vini Barbera considerati nella tesi rispondono completamente ai parametri indicati dal
disciplinare di produzione e quindi l’attenzione è stata focalizzata, in questa ricerca, sul
riconoscimento e sul dosaggio di polifenoli, antociani e altri prodotti correlati.
4 CLONI
La selezione clonale sta assumendo sempre maggiore importanza grazie alle innovazioni della
botanica e delle ricerche a livello biologico e molecolare. I ricercatori cercano di produrre
delle variazioni varietali delle uve già conosciute in modo da sopperire alle problematiche
create dalle condizioni ambientali avverse e dalle malattie, come esplosione della filossera
alla metà dell'ottocento. Nella seconda metà del Novecento, con le nuove tecnologia, sono
stati prodotti numerosi cloni di viti per renderle resistenti a particolari malattie e condizioni.
Naturalmente tutto questo deve avvenire sotto un attento controllo e una ricerca rigorosa
disciplinata per legge ed eseguita nella pratica da centri di ricerca autorizzati e dipendenti dal
Ministero dell'Agricoltura, per l'Italia il centro di riferimento è il CNR. La normativa che
regola la selezione clonale a livello europeo e implementa la legge nazionale del 8 febbraio
2005, è la 68/193/CEE, specifica per la vite. Un clone è una discendenza vegetativa derivata
da una pianta di vite capostipite scelta per la sua identità varietale, i suoi caratteri fenotipici
(morfologici, agronomici, produttivi ed enologici) ed il suo stato sanitario nei confronti delle
malattie virali. Tutte le piante di una discendenza clonale sono identiche fra di loro e con la
pianta originaria. Con il clone è possibile riprodurre in serie le migliori viti, senza quindi farle
impollinare e modificare spontaneamente in modo da perdere determinate caratteristiche.
Chiaramente con l'impollinazione le caratteristiche potrebbero anche migliorare e comunque
la pianta seguirebbe la sua evoluzione naturale, quindi la clonazione non deve essere usata
come sostituto permanente.
Compito della clonazione è combattere soprattutto le virosi, ovvero quelle malattie virali che
potrebbero compromettere la salvaguardia della specie o anche di una singola varietà: piante
sane sono riprodotte per clonazione per evitare il propagarsi di un virus. I diversi cloni
possono essere anche incrociati fra loro in modo da riuscire ad ottenere varietà con
caratteristiche peculiari. Attualmente le piante clonate servono più che altro nella
comparazione di laboratorio e nella conservazione della specie.
25
Nel caso specifico di Riccagioia, cloni di incroci particolari vengono utilizzati per ottenere
piante con caratteristiche particolari, esaltando parametri commercialmente interessanti quali
sapore o profumo delle bacche, resistenza alle malattie o capacità produttiva.
Negli ultimi anni è stata creata una nuova metodologia per la selezione clonale approvata dal
Comitato Nazionale per l’Esame delle Varietà di Vite il 3 marzo 2000, adottata dal Ministero
delle Politiche Agricole e Forestali con D.M. 06.02.2001che prevede:
a) individuazione e scelta delle piante madri dei presunti cloni sulla base delle caratteristiche
che interessano il selezionatore;
b) esecuzione, sulle piante scelte, dei test virologici;
c) costituzione di almeno un vigneto di moltiplicazione, con un minimo di 20 ceppi per ogni
biotipo, su un portinnesto, e con il requisito che il campo di impianto debba essere costituito
preferibilmente nella zona di individuazione o di diffusione del vitigno in selezione o
comunque vocata e che il terreno sia esente da nematodi vettori.
d) rilievi ed analisi sulle discendenze clonali per almeno 3 annate al fine di verificare la
persistenza, dopo la propagazione propagazione, del/i carattere/i per il/i quale/i si è effettuata
la selezione.
Per i vitigni ad uva da vino, al fine di verificare le potenzialità enologiche del presunto clone,
dovranno essere effettuate curve di maturazione degli zuccheri, degli acidi fissi, dell’acidità
titolabile, del pH; microvinificazione con analisi chimiche e sensoriali dei vini. Per i vitigni a
buccia colorata sono inoltre obbligatorie le seguenti analisi chimiche delle uve:
- profilo degli antociani della buccia (se il clone è dotato di polpa colorata, è necessario
determinare anche il profilo degli antociani di questa parte dell’acino);
- profilo degli acidi idrossicinnamici legati all’acido tartarico della buccia e della polpa;
- profilo dei flavonoli della buccia;
- indici di antociani totali a maturazione. Nella presentazione dei cloni per l’omologazione
devono essere indicate le caratteristiche in base alle quali è stata fatta la selezione. In questo
modo si potrebbe arricchire in tempi ragionevoli il patrimonio in cloni del nostro Paese,
incrementando anche la variabilità di biotipi necessaria per il mantenimento e miglioramento
della qualità dei vini.
Ottenuta l’omologazione (l'atto che riconosce la validità del clone a fini vivaistici) e
l’iscrizione del clone selezionato nel Registro Nazionale, il costitutore fornisce i ‘materiali
iniziali’ ad un Nucleo di premoltiplicazione che li pone nei propri vigneti di piante madri per
la produzione del materiale ‘di base’. Questa fase, detta ‘premoltiplicazione’, è finalizzata a
fornire il materiale di moltiplicazione del clone ai vivaisti che con esso a loro volta
costituiranno i propri vigneti di piante madri. I vivaisti propagheranno gemme e/o talee
26
prelevate annualmente da questi vigneti producendo il materiale ‘certificato’ che viene
commercializzato con etichetta azzurra ai viticoltori per l’impianto dei vigneti.
I campioni di vino utilizzati nel presente elaborato di tesi derivano appunto da due esempi di
piante varietali che stanno seguendo questo percorso ed in particolare:
il campione Barbera Fiori è stato prodotto in un vigneto monovarietale, di barbera in
purezza derivante da presunti cloni, e quindi in attesa di ottenere l’eventuale
omologazione ministeriale;
il Barbera 039 è stato ottenuto da cloni di barbera di recente omologazione (2013), di
proprietà dell’Università di Milano e coltivati presso i vigneti sperimentali di
Riccagioia.
Nella tabella successiva sono riportati i 33 cloni di Barbera autorizzati dal Ministero per le
Politiche agricole, alimentari e forestali: il clone 039 analizzato nella presente tesi è stato
omologato con il nome I –UNIMI Barbera 3 in data 27/09/2013 e pubblicato in G.U. 241 del
14/10/2013 (Tabella3).
27
Codice Clone Data emanazione Gazzetta Ufficiale Data
1 I - RAUSCEDO 4 24/12/1969 D.P.R. 1164/69 in G.U. 48 24/02/1970
2 I - FEDIT 3 C.S.G. 24/12/1969 D.P.R. 1164/69 in G.U. 48 24/02/1970
4 I - MI-B-12 29/04/1976 G.U. 153 11/06/1976
5 I - MI-B-34 29/04/1976 G.U. 153 11/06/1976
7 I - PC-Ba-9 20/06/1979 G.U. 218 09/08/1979
8 I - PC-Ba-26 20/06/1979 G.U. 218 09/08/1979
9 I - AT 84 01/10/1980 G.U. 300 31/10/1980
10 I - CVT AL 115 19/01/1990 G.U. 199 27/08/1990
11 I - CVT AT 171 19/01/1990 G.U. 199 27/08/1990
12 I - CVT AT 424 19/01/1990 G.U. 199 27/08/1990
13 I - BA-AL-128 22/12/1988 G.U. 199 27/08/1990
14 I - BA-AL-132 22/12/1988 G.U. 199 27/08/1990
15 I - 17-BA 31/08/1990 G.U. 242 15/10/1991
16 I - CVT 83 06/11/2001 G.U. 297 22/12/2001
17 I - VCR 19 09/01/2007 G.U. 38 15/02/2007
18 I - VCR 101 09/01/2007 G.U. 38 15/02/2007
19 I - VCR 433 09/01/2007 G.U. 38 15/02/2007
20 I - VCR 207 12/01/2009 G.U. 93 22/04/2009
21 I - VCR 223 12/01/2009 G.U. 93 22/04/2009
22 I - CVT OB66 12/01/2009 G.U. 93 22/04/2009
23 I - CVT GJ1 12/01/2009 G.U. 93 22/04/2009
24 I - CVT GJ 105 22/04/2011 G. U. 170 23/07/2011
25 I - CVT MCC 3 22/04/2011 G. U. 170 23/07/2011
26 I - Ampelos DGV 13 10/07/2013 G. U. 186 09/08/2013
27 I - VITIS 9 27/09/2013 G. U. 241 14/10/2013
28 I - UNIMI Barbera 3 27/09/2013 G. U. 241 14/10/2013
29 I - UNIMI Barbera 5 27/09/2013 G. U. 241 14/10/2013
30 I - CVT GJ 102 15/05/2014 G.U.127 04/06/2014
31 I - CVT GJ 106 15/05/2014 G.U. 127 04/06/2014
32 I - Ampelos 16 15/05/2014 G.U. 127 04/06/2014
33 I - Ampelos 19 15/05/2014 G.U. 127 04/06/2014 Tabella 3-Elenco dei cloni di Barbera autorizzati dal MIPAAF.
28
5 MATERIALI E METODI
Reattivi:
Metanolo Sigma Aldrich (HPLC grade)
Acido formico 1M Sigma Aldrich
Acetonitrile Sigma Aldrich (LC grade)
Acqua Millipore grade
Descrizione e preparazione del campione:
In questo studio sono stati analizzati 2 campioni di vino Barbera: 039 e Fiori. Ciascun
campione è stato filtrato con filtri Millex-HV in PVDF con porosità di 0,45 e 0,22 μm e
successivamente sottoposto ad analisi UHPLC-PDA-hESI-MSn.
Analisi UHPLC-PDA-hESI-MSn :
L’analisi dei campioni di vino è stata condotta utilizzando un sistema Jasco X-LC
(Jasco,Easton,MD,USA) dotato di una pompa quaternaria, un detector UHPLC-PDA e uno
spettrometro di massa a trappola lineare LTQ-XL (Thermo Scientific, Waltham, MA, USA)
attraverso una sorgente h-ESI . La separazione è stata effettuata utilizzando una colonna
Purospher® RP-18 (5 μm) LiChroCART® 250-4 (250 mm x 4 mm i.d., 5 μm) (Merck) con la
corrispondente precolonna (Merck). La fase mobile è rappresentata da acqua acidificata con
acido formico allo 0,1 % (eluente A) e acetonitrile (eluente B), il flusso è stato impostato a 1
mL/min e il volume d’iniezione a 5 μL. Il gradiente di eluizione è mostrato nella (Tabella4):
Tempo
(min)
Acqua acida
(H3O+)
Acetonitrile
(CH3CN)
5 98 2
40 60 40
45 0 100
47 0 100
52 98 2
57 98 2
Tabella 4-Gradiente di eluizione del metodo analitico.
29
La temperatura del sistema è stata mantenuta a 24 °C. I cromatogrammi sono stati registrati a
λ 280 nm (oltre che a 220, 254, 366, 520 nm); gli spettri sono stati registrati nel range 200-
650 nm per tutti i picchi. La trappola ionica ha operato nelle condizioni di data dependent, full
scan (80-1500 m/z), zoom scan e in modalità MSn. Per ottenere gli ioni frammento è stata
applicata un’energia di collisione del 35%; il voltaggio è stato tenuto a 3 kV per la
ionizzazione negativa e 5 kV per quella positiva, la temperatura del capillare era 275 °C, il
flusso di gas nella guaina era di 20 unità arbitrarie e l’ Auxiliary/sweep gas flow rate era di 17
unità arbitrarie.
6 RISULTATI E DISCUSSIONE
La ricerca svolta presso il laboratorio di Chimica degli Alimenti e Nutraceutica del
Dipartimento di Scienze del Farmaco dell’Università degli Studi di Pavia è stata finalizzata a
determinare il profilo metabolico di due campioni di vino Barbera: Barbera Fiori e 039,
utilizzando il metodo: UHPLC-PDA-hESI-MSn. Dal confronto dei cromatogrammi ottenuti,
tenendo conto del tempo di ritenzione e spettro MS e MS2, è stato possibile identificare 23
composti di natura polifenolica, alcuni presenti nei due campioni di vino analizzati, altri
presenti solo in uno. Più in particolare:
nel campione di vino Barbera Fiori sono state identificate 35 sostanze di cui 3 acidi
organici, 9 acidi idrossicinnamici, 14 flavonoidi, di cui 8 antociani, e 1 amminoacido.
nel campione di vino Barbera 039 sono state identificate 24 sostanze di cui 2 acidi
organici, 6 acidi idrossicinnamici, 9 flavonoidi, di cui 6 antociani e 1 aminoacido.
Nella seguente tabella sono riportati i numeri relativi ai composti presenti nei diversi cloni di
Barbera (Tabella5):
CLONE Acidi organici Acidi
idrossicinnamici Flavonoidi Antociani Amminoacidi
Barbera Fiori 3 9 14 8 1
Barbera 039 2 6 9 6 1
Tabella 5-Numeri composti presenti nei diversi cloni.
Dalla seguente tabella si può osservare che i flavonoidi sono la famiglia di composti
numericamente più abbondante, seguiti dagli antociani, mentre acidi organici e acidi
idrossicinnamici sono presenti con pochi composti così come gli amminoacidi.
30
Dati analitici
31
A seguito sono riportati i cromatogrammi e le tabelle relative ai tempi di ritenzione, ai valori
m/z dello ione parent e degli ioni frammento e struttura chimica proposta relativa agli acidi
organici presenti nel campione di vino Barbera Fiori.
BARBERA FIORI
Figura 20 -Cromatogramma total ion current, del campione di vino Barbera Fiori.
ACIDI ORGANICI
Tempo di ritenzione
(min)
m/z [ M+H]-
MS² m/z Struttura proposta
3.12
191
173(100),111
Acido citrico
7.78
169
125(100)
Acido gallico
11.67
153
109(100)
Acido protocatechico
Tabella 6-Tempo di ritenzione, valori m/z dello ione parent e degli ioni frammento e struttura chimica proposta relativa
agli acidi organici presenti nel campione di vino Barbera Fiori.
32
Figura 21-Spettro MS e spettro MS2 del composto acido citrico con tempo di ritenzione 3.12 min.
Figura22-Spettro MS e spettro MS2del composto acido gallico con tempo di ritenzione 7.78 min.
Figura23 -Spettro MS e spettro MS2del composto acido protocatechico con tempo di ritenzione 11.67 min.
33
ACIDI IDROSSICINNAMICI
Tempo di ritenzione
(min)
m/z [ M+H]-
MS² m/z Struttura proposta
2.09
195
159(100),129(70),
177(20)
Acido diidroferulico
13.46
311
179(65),149(100)
Acido cis/trans caftarico
16.27
295
163(10),149(2)
Acido cis-trans cutarico
17.38
325
193(100),265,235
Acido trans-feruriltartarico
17.51
179
135(100)
Acido caffeico
21.19
165
147(100),119(2)
Acido diidrossicumarico
21.76
163
119(100)
Acido trans-p-cumarico
36.51
329
229(100),211,311
171,293
Estere esoso dell'acido
vanillico
45.88
194
179(100),194,163
Acido ferulico
Tabella 7-Tempo di ritenzione, valori m/z dello ione parent e degli ioni frammento e struttura chimica proposta relativa gli
acidi idrossicinnamici presenti nel campione di vino Barbera Fiori.
34
Figura 24-Spettro MS e spettro MS2 del composto acido diidroferulico con tempo di ritenzione 2.09 min.
Figura25-Spettro MS e spettro MS2 del composto acido cis/trans caftarico con tempo di ritenzione 13.46 min.
Figura26-Spettro MS e spettro MS2 del composto acido cis/trans cutarico con tempo di ritenzione 16.27 min.
35
Figura 27-Spettro MS e spettro MS2 del composto acido trans-ferultartarico con tempo di ritenzione 17.38 min.
Figura 28-Spettro MS e spettro MS2del composto acido caffeico con tempo di ritenzione 17.51 min.
Figura 29-Spettro MS e spettro MS2 del composto acido diidrossicumarico con tempo di ritenzione 21.19 min.
36
Figura 30-Spettro MS e spettro MS2 del composto acido trams-p-cumarico con tempo di ritenzione 21.79 min.
Figura 31-Spettro MS e spettro MS2 del composto estere esoso dell'acido vanillico con tempo di ritenzione 36.51 min.
Figura 32-Spettro MS e spettro MS2del composto acido ferulico con tempo di ritenzione 45.88 min.
37
FLAVONOIDI
Tempo di ritenzione
(min)
m/z [ M+H]-
MS² m/z Struttura proposta
10.18
593
425(100),407,289,
467
(epi) gallocatechina (epi)
catechina
11.17
305
261(40),221(80),
179(100),165(30),
125(20)
Epi gallocatechina
13.78
577
425(100),289(20)
Procianidina B2
13.80
577
425(100),407,451,2
89
Procianidina B3
15.63
289
245(100),205(35),
179(10)
Catechina
15.71
865
577(100),289
Procianidina trimero
20.48
479
317(100)
Miricetina 3-O-galattoside
20.64
493
317(100)
Miricetina 3-O-glucuronide
20.84
197
169(100),125(5)
Etilgallato
23.08
477
301(100)
Quercetina 3-O-glucuronide
23.65
449
303(100),285(60)
Astilbina
24.85
507
345(100),344(100)
Siringetina-3-glucoside
25.83
389
227(100)
Resveratrolo trans-glucoside
36.21
227
185
Resveratrolo
Tabella8-Tempo di ritenzione, valori m/z dello ione parent e degli ioni frammento e struttura chimica proposta relativa ai
flavonoidi presenti nel campione di vino Barbera Fiori.
38
Figura 33-Spettro MS e spettro MS2 del composto (epi) gallocatechina (epi) catechina con tempo di ritenzione 10.18 min.
Figura 34-Spettro MS e spettro MS2 del composto epigallocatechina con tempo di ritenzione 11.17 min.
Figura 35-Spettro MS e spettro MS2 del composto procianidina B2 con tempo di ritenzione 13.78 min.
39
Figura 36-Spettro MS e spettro MS2 del composto procanidina B3 con tempo di ritenzione 13.80 min.
Figura 37-Spettro MS e spettro MS2 del composto catechina con tempo di ritenzione 15.63 min.
Figura 38-Spettro MS e spettro MS2 del composto procianidina trimero con tempo di ritenzione 15.71 min.
40
Figura 39- Spettro MS e spettro MS2 del composto miricetina 3-o--galattoside con tempo di ritenzione 20.48 min.
Figura 40-Spettro MS e spettro MS2 del composto miricetina 3-o--glucuronide con tempo di ritenzione 20.64 min.
Figura 41-Spettro MS e spettro MS2 del composto etilgallato con tempo di ritenzione 22.84 min.
41
Figura 42-Spettro MS e spettro MS2del composto quercetina 3-o-glucuronide con tempo di ritenzione 23.08 min.
Figura 43-Spettro MS e spettro MS2 del composto astilbina con tempo di ritenzione 23.65 min.
Figura 44-Spettro MS e spettro MS2 del composto siringetina-3-glucoside con tempo di ritenzione 24.85 min.
42
Figura 45-Spettro MS e spettro MS2 del composto resveratrolo trans-glucoside con tempo di ritenzione 25.83 min.
Figura 46-Spettro MS e spettro MS2 del composto resveratrolo con tempo di ritenzione 36.21 min.
43
ANTOCIANI
Tempo di ritenzione
(min)
m/z [ M+H]- MS² m/z Struttura proposta
18.48
517a
355
Piranomalvidina 3
glucoside
19.02
559
353(100),515(98)
Vitisina di tipo B di
Malvidina3-acetil
glucoside
19.03
561a
399(100)
Carbossipirano Malvidina-
3-glucoside
20.14
809a
357(100),519,647
Malvidina 3-cumaroil
glucoside metilmetionina
catechina
20.44
479
317(100)
Petudina 3-O-glucoside
22.73
493
331(100)
Malvidina 3-glucoside
23.63
449
303(100),285(60)
Cianidina-3-O glucoside
41.96
331
313(100)
Malvidina
Tabella 9-Tempo di ritenzione, valori m/z dello ione parent e degli ioni frammento e struttura chimica proposta relativa
agli antociani presenti nel campione di vino Barbera Fiori.
a: I composti sono stati rivelati in positivo.
44
Figura 47-Spettro MS e spettro MS2 del composto piranomalvidina 3-glucoside con tempo di ritenzione 18.48 min.
Figura 48-Spettro MS e spettro MS2 del composto vitisina di tipo B di malvidina 3-acetil glucoside con tempo di ritenzione
19.02. min.
Figura 49-Spettro MS e spettro MS2 del composto carbossipirano malvidina-3-glucoside con tempo di ritenzione19.03
min.
45
Figura 50-Spettro MS e spettro MS2 del composto malvidina 3-cumaroil glucoside metilmetionina con tempo di ritenzione
20.14 min.
Figura 51-Spettro MS e spettro MS2 del composto petudina 3-o-glucoside con tempo di ritenzione 20.44 min.
Figura 52-Spettro MS e spettro MS2del composto malvidina 3-glucoside con tempo di ritenzione 22.73 min.
46
Figura 53-Spettro MS e spettro MS2 del composto cianidina 3-o-glucoside con tempo di ritenzione 23.63 min.
Figura 54-Spettro MS e spettro MS2 del composto malvidina con tempo di ritenzione 41.96 min.
AMMINOACIDI
Tempo di ritenzione
(min)
m/z [ M+H]- MS² m/z Struttura proposta
45.86
194
179(100),194(25),164
β-Alanina
Tabella 10-Tempo di ritenzione, valori m/z dello ione parent e degli ioni frammento e struttura chimica proposta relativa
agli amminoacidi presenti nel campione di vino Barbera Fiori.
47
Figura 55-Spettro MS e spettro MS2 del composto β-Alanina con tempo di ritenzione 45.86 min.
BARBERA 039
A seguito sono riportati i cromatogrammi e le tabelle relative ai tempi di ritenzione, ai valori
m/z dello ione parent e degli ioni frammento e struttura chimica proposta relativa agli acidi
organici presenti nel campione di vino Barbera 039
Figura 56- Cromatogramma total ion current, del campione di vino Barbera 039.
48
ACIDI ORGANICI
Tempo di ritenzione
(min)
m/z [ M+H]- MS² m/z Struttura proposta
3.13
191
173(100),111
Acido citrico
7.82
169
125(100)
Acido gallico
Tabella 11- Tempo di ritenzione, valori m/z dello ione parent e degli ioni frammento e struttura chimica proposta relativa
agli acidi organici presenti nel campione di vino Barbera 039.
ACIDI IDROSSICINNAMICI
Tempo di
ritenzione (min)
m/z [ M+H]- MS² m/z Strutture proposte
2.12
195
159(100),128(70),
176(20)
Acido diidroferulico
17.74
179
135(100)
Acido caffeico
21.41
165
147(100)
Acido diidrossicumarico
21.92
163
119 (100)
Acido trans-p-cumarico
36.67
329
229(100),
311,211,171,293
Estere esoso dell’acido
vanillico
45.95
194
179(100),
194(40),163(25)
Acido ferulico
Tabella 12-Tempo di ritenzione, valori m/z dello ione parent e degli ioni frammento e struttura chimica proposta relativa
agli acidi idrossicinnamici presenti nel campione di vino Barbera 039.
49
FLAVONOIDI
Tempo di
ritenzione (min)
m/z [ M+H]- MS² m/z Strutture proposte
10.38
593
425(100)
(epi)gallocatechina
(epi)catechina
14.03
577
425(100),289
Procianidina dimero
15.97
865
289,287,299
Procianidina trimero
18.11
289
245(100),205,
179
Epicatechina
18.11
289
245(100),
205(40)
Catechina
21.06
197
167(100),125(5)
Etilgallato
23.26
477
301(100)
Quercetina 3-O-
glucuronide
24.87
507
345
Siringetina 3- glucoside
37.93
303
285(100)
Diidroquercetina
Tabella 13-Tempo di ritenzione, valori m/z dello ione parent e degli ioni frammento e struttura chimica proposta relativa ai
flavonoidi presenti nel campione di vino Barbera 039.
50
ANTOCIANI
Tempo di
ritenzione (min)
m/z [ M+H]- MS² m/z Strutture proposte
20.72
809
357(100)
Malvidina-3-glucoside-
metilmetin catechina
20.74
809
357(100),647,
519
Malvidina-3-o-glucoside 8
etil(epi)catechina
22.26
625
579(100)
Malvidina-3-glucoside-4-
vinilcatecolo
37.84
303
286(100),187(0)
Delfinidina
41.08
331
313(100)
Malvidina
67.66
465
183(100),447,
401,337
Diidroquercetina derivati
Tabella 14-Tempo di ritenzione, valori m/z dello ione parent e degli ioni frammento e struttura chimica proposta relativa
agli antociani presenti nel campione di vino Barbera 039.
AMMINOACIDI
Tempo di
ritenzione (min)
m/z [ M+H]- MS² m/z Strutture proposte
45.95
194
179(100),194,164
β-Alanina
Tabella 15-Tempo di ritenzione, valori m/z dello ione parent e degli ioni frammento e struttura chimica proposta relativa
agli amminoacidi presenti nel campione di vino Barbera 039.
51
7 CONCLUSIONI
La ricerca condotta sui campioni di vino Barbera Fiori e Barbera 039, ha permesso di ottenere
per ciascuno di essi una parziale caratterizzazione chimica da cui emerge la presenza di
almeno 44 prodotti appartenenti ai seguenti gruppi :
acidi organici
acidi idrossicinnamici
flavonoidi, e tra questi gli antociani .
Nei due vini analizzati, è stata identificata anche la β-alanina, che si presume sia proveniente
dai lieviti utilizzati durante la fermentazione. A seguito sono rappresentati in tabella i vari
composti chimici identificati per ciascuno dei due vini analizzati.
ACIDI ORGANICI
L’acido gallico e acido citrico sono presenti in entrambi i vini; il Barbera Fiori presenta inoltre
l’acido protocatechico.
ACIDI ORGANICI
COMPOSTO BARBERA FIORI BARBERA 039
Acido citrico √ √
Acido gallico √ √
Acido protocatechico √
Tabella 16-Acidi organici presenti nei vari campioni di vino.
52
ACIDI IDROSSICINNAMICI
Il Barbera Fiori presenta il maggior numero di composti appartenenti alla famiglia degli acidi
idrossicinnamici, l’acido cis/trans caftarico, l’acido cis/trans cutarico e l’acido trans-
feruriltartarico mancano nel Barbera 039.
ACIDI IDROSSICINNAMICI
COMPOSTO BARBERA FIORI BARBERA 039
Acido cis/trans caftarico √
Acido cis/trans cutarico √
Acido trans-feruriltartarico √
Acido caffeico √ √
Acido diidrossicumarico √ √
Acido trans-p-cumarico √ √
Estere esoso dell'acido
vanillico
√ √
Acido ferulico √ √
Acido diidroferulico √ √
Tabella 17-Acidi idrossicinnamici presenti nei vari campioni di vino.
53
FLAVONOIDI
Si nota una maggiore abbondanza numerica di flavonoidi nel Barbera Fiori in cui sono
presenti tutti i composti in elenco con eccezione di procianidina dimero, procianidina trimero,
epicatechina e diidroquercetina che invece compaiono solo nel campione di Barbera 039. Si
può notare che il resveratrolo manca completamente nel Barbera 039.
FLAVONOIDI
COMPOSTO BARBERA FIORI BARBERA 039
(epi) gallocatechina (epi)
catechina
√ √
Epi gallocatechina √
Procianidina B2 √
Procianidina B3 √
Catechina √ √
Procianidina trimero √
Miricetina 3-O-galattoside √
Miricetina 3-O-glucuronide √
Etilgallato √ √
Quercetina 3-O-glucuronide √ √
Astilbina √
Siringetina-3-glucoside √ √
Resveratrolo trans-glucoside √
Resveratrolo √
Procianidina dimero √
Procianidina trimero √
Epicatechina √
Diidroquercetina √
Tabella 18-Flavonoidi presenti nei vari campioni di vino.
54
ANTOCIANI
Il quantitativo di antociani nei due campioni e numericamente simile. I composti identificati
nei due vini sono complessivamente differenti, con la sola eccezione della Malvidina che
compare in entrambi i campioni.
ANTOCIANI
COMPOSTO BARBERA FIORI BARBERA 039
Piranomalvidina 3-glucoside √
Vitisina di tipo B di
Malvidina3-acetil glucoside
√
Carbossipirano Malvidina-3-
glucoside
√
Malvidina 3-cumaroil
glucoside metilmetionina
catechina
√
Petudina 3-O-glucoside √
Malvidina 3-glucoside √
Cianidina-3-O glucoside √
Malvidina √ √
Malvidina-3-glucoside-
metilmetin catechina
√
Malvidina-3-O-glucoside 8
etil(epi)catechina
√
Malvidina-3-glucoside-4-
vinilcatecolo
√
Delfinidina √
Diidroquercetina derivati √
Tabella 19-Antociani presenti nei vari campioni di vino.
55
AMMINOACIDI
Entrambi i campioni presentano la β-Alanina che si presume derivi dal ciclo metabolico dei
lieviti residui dalla fermentazione.
AMMINOACIDI
COMPOSTO BARBERA FIORI BARBERA 039
β-Alanina √ √
Tabella 20-Amminoacidi presenti nei vari campioni di vino.
Dall’analisi dei dati ottenuti appare chiaro che il Barbera Fiori presenta una quantità
numericamente molto superiore di composti chimici tra quelli identificati mediante UHPLC-
PDA-hESI-MSn.
Nella tabella successiva e nel grafico derivante è rappresentata la differenza evidenziata nei
due vini rispetto al numero e alla tipologia dei composti chimici che è stato possibile
identificare strumentalmente :
FAMIGLIE DI COMPOSTI BARBERA FIORI BARBERA 039
ACIDI ORGANICI 3 2
ACIDI IDROSSICINNAMICI 9 6
FLAVONOIDI 14 9
ANTOCIANI 8 6
Tabella 21-Numero di composti chimici identificati nei vini campione, rappresentato per famiglie di composti.
56
Grafico 1-Numero di composti chimici identificati nei vini campione, rappresentato per famiglie di composti
Per quanto riguarda le varie classi di composti identificati analiticamente, si nota che il
Barbera Fiori risulta più ricco del Barbera 039 per quanto riguarda ciascuna famiglia di
composti identificati ed in particolare:
20 composti risultano presenti solo nel Barbera Fiori,
9 composti risultano presenti solo nel Barbera 039
15 composti, comprendendo anche la β–alanina, risultano comuni a entrambi i vini.
FAMIGLIE DI PRODOTTI
COMPOSTI PRESENTI SOLO NEL:
PRODOTTI COMUNI
BARBERA FIORI BARBERA 039
ACIDI ORGANICI 1 0 2
ACIDI IDROSSICINNAMICI 3 0 6
FLAVONOIDI 9 4 5
ANTOCIANI 7 5 1
Β - ALANINA 0 0 1
Tabella 22-Distribuzione dei composti organici identificati nei due vini barbera analizzati.
57
Grafico 2-Distribuzione dei composti organici identificati nei due vini barbera analizzati.
Ulteriori indagini verranno svolte per correlare la composizione chimica in polifenoli alle
proprietà sensoriali determinate sia mediante analisi sensoriale tradizionale condotto con
panel di degustatori addestrato, sia mediante tecniche analitiche avanzate quali naso e lingua
elettronica.
58
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9 ALLEGATO
63
64
65
66
67
68
69
70
71
72
73
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76
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84