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22 l patria indipendente l 27 luglio 2008 Storia Quando alcuni Paesi europei riconobbe- ro l’inevitabilità di concedere autonomia ai loro territori coloniali, iniziando un processo di progressiva decolonizzazio- ne, Salazar decise di mantenere una posi- zione di forza e dal 1961 impegnò il Portogallo in una lunga guerra coloniale contro i movimenti indipendentisti del- l’Angola, Mozambico e Guinea. Questi Paesi, ricevevano appoggio finanziario e bellico dal blocco comunista e capitali- sta, che si misurava su scala mondiale nello scacchiere politico della guerra fredda. Lo sforzo, per il Portogallo, fu tremen- do: il mantenimento di questi tre fronti di guerra ebbe un costo brutale in termi- ni di giovani vite; le voci del bilancio sta- tale destinate ad educazione, sviluppo e salute, furono tutte deviate per affronta- re le spese di guerra. Sostenuto dal mito dell’«orgogliosamente soli», creato da Salazar, il Portogallo si mostrava tuttavia al mondo come un Paese povero, tecno- logicamente ritardato e di emigranti analfabeti. Nel 1968 Salazar subì un incidente che lo rese invalido portandolo alla morte nel 1970. Venne sostituito nella direzione del Re- gime da Marcelo Caetano, che iniziò un timido tentativo di riforma politica. Tut- tavia l’inerzia installata e lo straordinario potere della Polizia politica, bloccarono qualunque cambiamento. Il Movimento delle Forze Armate (MFA) In un momento nel quale si vedevano già alcune divisioni nell’ambito della èli- te del regime, alcuni ufficiali dell’eserci- to, in maggioranza capitani, cominciaro- no a sviluppare un movimento cospirati- vo, con l’intento di portare avanti un golpe di Stato. Benché alcuni di questi fossero preoccupati essenzialmente solo della loro carriera militare, altri avevano acquisito una certa coscienza politica, contattando giovani universitari che compivano il servizio militare obbligato- rio come ufficiali subalterni. Nell’agosto L’antecedente Dal 1926 si viveva in Portogallo in regi- me di dittatura. Diventando primo mini- stro nel 1933, Antonio De Oliveira Sala- zar, ex seminarista e professore di Eco- nomia dell’Università di Coimbra, prese definitivamente le redini del potere, dan- do al regime un’ispirazione fascista, simi- le a quella che do- minava gran parte dell’Europa. Salazar chiamò il nuovo Regime lo “Stato nuovo”, e creò gli organi fon- damentali che gli permisero di con- trollare l’opposi- zione e dominare il Paese: una polizia politica (la PIDE), brutale e torturatri- ce, che perseguita- va impietosamente ed efficacemente gli oppositori; oltre ad una censura che ammorbidiva tutti i tentativi di fare in- formazione sulla vera situazione del Paese. La popolazione solidarizza con i militari rivoluzionari. Il 25 aprile festa di libertà anche in Portogallo Con “Grandola Vila Morena” la rivoluzione dei garofani di Valido Capodarca Quella dei garofani è stata l’unica rivoluzione nella storia senza l’uso delle armi da parte di rivoluzionari militari; il 25 aprile è festa nazionale per il Porto- gallo, e si fanno anche i fuochi d’artificio a Lisbona, capitale di una democrazia matura, fondata su una memoria condivisa che, seppur con naturali differenze di vedute e di entusiasmi rispetto alla Rivoluzione, non lascia spazio al falso revisionismo storico, a par- tire dalle Istituzioni. Adattamento e traduzione a cura di Maria Marques e Giuliano Calisti (ANPI Viterbo)

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Storia

Quando alcuni Paesi europei riconobbe-ro l’inevitabilità di concedere autonomiaai loro territori coloniali, iniziando unprocesso di progressiva decolonizzazio-ne, Salazar decise di mantenere una posi-zione di forza e dal 1961 impegnò ilPortogallo in una lunga guerra colonialecontro i movimenti indipendentisti del-l’Angola, Mozambico e Guinea. QuestiPaesi, ricevevano appoggio finanziario ebellico dal blocco comunista e capitali-sta, che si misurava su scala mondialenello scacchiere politico della guerrafredda.Lo sforzo, per il Portogallo, fu tremen-do: il mantenimento di questi tre frontidi guerra ebbe un costo brutale in termi-ni di giovani vite; le voci del bilancio sta-tale destinate ad educazione, sviluppo esalute, furono tutte deviate per affronta-re le spese di guerra. Sostenuto dal mitodell’«orgogliosamente soli», creato daSalazar, il Portogallo si mostrava tuttaviaal mondo come un Paese povero, tecno-logicamente ritardato e di emigrantianalfabeti.Nel 1968 Salazar subì un incidente chelo rese invalido portandolo alla mortenel 1970. Venne sostituito nella direzione del Re-gime da Marcelo Caetano, che iniziò untimido tentativo di riforma politica. Tut-tavia l’inerzia installata e lo straordinariopotere della Polizia politica, bloccaronoqualunque cambiamento.

Il Movimento delle Forze Armate (MFA)In un momento nel quale si vedevanogià alcune divisioni nell’ambito della èli-te del regime, alcuni ufficiali dell’eserci-to, in maggioranza capitani, cominciaro-no a sviluppare un movimento cospirati-vo, con l’intento di portare avanti ungolpe di Stato. Benché alcuni di questifossero preoccupati essenzialmente solodella loro carriera militare, altri avevanoacquisito una certa coscienza politica,contattando giovani universitari checompivano il servizio militare obbligato-rio come ufficiali subalterni. Nell’agosto

L’antecedenteDal 1926 si viveva in Portogallo in regi-me di dittatura. Diventando primo mini-stro nel 1933, Antonio De Oliveira Sala-zar, ex seminarista e professore di Eco-nomia dell’Università di Coimbra, presedefinitivamente le redini del potere, dan-do al regime un’ispirazione fascista, simi-

le a quella che do-minava gran partedell’Europa. Salazar chiamò ilnuovo Regime lo“Stato nuovo”, ecreò gli organi fon-damentali che glipermisero di con-trollare l’opposi-zione e dominare ilPaese: una poliziapolitica (la PIDE),brutale e torturatri-ce, che perseguita-va impietosamenteed efficacementegli oppositori; oltread una censura cheammorbidiva tutti itentativi di fare in-formazione sullavera situazione delPaese.

La popolazione solidarizzacon i militari rivoluzionari.

Il 25 aprile festa di libertà anche in Portogallo

Con “Grandola Vila Morena”la rivoluzione dei garofani

di Valido Capodarca

Quella dei garofani è stata l’unica rivoluzione nellastoria senza l’uso delle armi da parte di rivoluzionarimilitari; il 25 aprile è festa nazionale per il Porto-gallo, e si fanno anche i fuochi d’artificio a Lisbona,capitale di una democrazia matura, fondata su unamemoria condivisa che, seppur con naturali differenzedi vedute e di entusiasmi rispetto alla Rivoluzione,non lascia spazio al falso revisionismo storico, a par-tire dalle Istituzioni.

Adattamento e traduzione a cura di Maria Marques e Giuliano Calisti

(ANPI Viterbo)

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del 1973 si realizzò la prima ri-unione segreta a Bissau (Guinea),dove si sentiva meno la vigilanzadella PIDE; a settembre il movi-mento si consolidò in una nuovariunione nella zona isolata delMonte Sobral, nel sud del Porto-gallo. Nel marzo del 1974 fu approvatoun documento strategico delMFA, che venne diffuso clandesti-namente. Ancora a marzo, il Go-verno congedò due Generali dagliincarichi di Capo di Stato Maggio-re e Vice Capo, per essersi rifiutatidi partecipare ad una cerimonia diappoggio al Regime.

Il GolpeIl 24 aprile del 1974, si installò ilposto di comando del movimentogolpista presso un quartiere dellaperiferia di Lisbona, da dove lostratega dell’operazione, il Magg.Otelo Saraiva de Carvalho, coordi-nò l’azione delle diverse unità mi-litari aderenti al golpe. Il segnale,precedentemente accordato perl’inizio delle operazioni, venne da-to tramite una trasmissione radio-fonica da due canzoni.Una di queste, “Grandola, VilaMorena” (cantata da Zeca Afonso,cantautore, antifascista e persegui-tato dal regime, n.d.t.), trasmessaa mezzanotte e venti del giorno25, si trasformò nel vero inno del-la Rivoluzione. A quell’ora, dal

nord al sud del Pae-se, le forze rivoltoseoccuparono di sor-presa i quartier ge-nerali, aeroporti,stazioni radio e TV,in modo da ridurrela capacità di rispo-sta delle forze lealial Governo. A Li-sbona, colonne mi-litari occuparono lesedi della PIDE edella Legione Por-toghese, eliminan-do gli ultimi focolaidi resistenza.Il compito di forza-re il Governo, ed ilsuo capo, ad arren-dersi, venne affida-to ad una unità diCavalleria capitana-ta dal Cap. Salguei-

ro Maia (recentemente interpreta-to da Stefano Accorsi in “Capitanid’Aprile” di M. De Medeiros). IlTerriero Do Paço, la piazza degliedifici ministeriali, venne quindioccupata da Salgueiro Maia giànelle prime ore del 25 aprile.Il Capo del Governo, comunque,accompagnato da alcuni ministri,si era intanto rifugiato nel quartie-re del Carmo, sededella Guardia Na-zionale Repubblica-na (GNR) fedele alGoverno. È qui cheil Cap. Maia si di-slocò stabilmentecon le sue truppe.

Episodi del giorno25Sono tantissime lestorie che si raccon-tano di questo gior-no, alcune sonoaneddotiche, altretragiche, alcune ve-re, altre che necessi-tano di conferme.Riferirò soltanto al-cuni episodi riguar-danti persone dallequali ho testimo-nianza diretta suquello a cui hannoassistito o presoparte.

Alcuni fatti sono conosciuti e so-no già stati molto discussi, altrimeno.Quando la colonna di carri blinda-ti, comandata da Salgueiro Maia,uscita dalla cittadina di Sanatarein,arrivò a Lisbona nelle prime oredella mattina, la città brulicava dipersone che andavano al lavoro,nel traffico intenso. Si viveva in unpaese in guerra, con costanti eser-cizi militari, ed inizialmente nessu-no si rese conto della portata del-l’evento.Immediatamente, vicino alla Piaz-za Marchese de Pombal, nel cen-tro di Lisbona, la colonna si fer-mò: avrebbe trovato qualche bar-ricata? ci sarebbe stata fuga di in-formazioni, e quindi la mancanzadell’effetto sorpresa avrebbe fattoiniziare subito gli scontri? Con ilcuore in gola, il Cap. Maia scesedalla sua vettura e corse verso lamacchina che lo precedeva e chie-se all’autista: Che succede? Perché tisei fermato? E questi: Il semaforo èrosso Capitano, aspetto che scatti ilverde!; Salgueiro Maia sorrise.Una rivoluzione che si ferma perun semaforo rosso arriverebbe cer-tamente ai palazzi del potere senzagrandi problemi (spargimento disangue n.d.t.)! Si dice ancora che

Folla assediante il palazzo di M. Caetano in Largo do Carmo,nel centro di Lisbona.

Un uomo della polizia politica arrestato dai militari rivoluzio-nari: nascondeva una pistola nei pantaloni.

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l’autista, che non conosceva Li-sbona, chiese ad un vigile urbanoquale fosse la strada migliore perarrivare al Terriero do Paço! Ancora la mattina presto, una gio-vane fioraia che portava dei garo-fani rossi tra le braccia, per darli adelle signore all’inaugurazioned’un ristorante, venne allertata daimilitari dell’MFA di passaggio: «vaa casa signorina, che oggi non cisarà nessuna inaugurazione, per-ché c’è la rivoluzione!»; ed ella ri-spose «allora se è contro il gover-no, accettate un fiore in regalo»,ed offrì un garofano ad uno deisoldati, il quale lo mise subito nel-la canna del fucile. Gli altri soldatiimitarono il loro commilitone edaltri garofani vennero distribuiti aquesto scopo. In questa giornatatutti i fiorai distribuirono garofanirossi, colorando così la Rivoluzio-ne d’un segno romantico che sitrasformò nel suo stesso simbolo.Al Terriero do Paço, la piazza deiMinisteri, le truppe di SalgueiroMaia assediavano i palazzi dovemembri del Governo si erano rifu-giati.Le unità militari leali al Regime,prese di sorpresa, aspettavano areagire. Un corpo di Polizia diPubblica sicurezza, arrivò sul luo-go, però davanti a quello schiera-mento di forze non provò nemme-no il confronto con i militari asse-dianti. Alle 9,30 circa i ministri

della Difesa, dell’Esercito e dellaMarina, nonché il GovernatoreMilitare di Lisbona ed il Capo diStato Maggiore delle Forze Arma-te, aprirono a colpi d’ascia un var-co in uno dei muri posteriori del-l’edificio Ministeriale dell’Eserci-to, riuscendo a scappare. Solo piùtardi vennero arrestati.Nel Tejo, il fiume che attraversaLisbona, all’altezza del Terrierodo Paço, una nave da guerra rice-vette ordine di bombardare le po-stazioni dei militari rivoltosi, e co-sì pure le centinaia di popolani che

nel frattempo affiancava i militari.Il comandante della nave diedel’ordine ma gli ufficiali subalterni,pur non essendo intervenuti nellarivolta mantenendo la neutralità, sirifiutarono di eseguire tale ordine.Il movimento di disobbedienzaquindi si generalizzò e gli ufficiali,con tutta la popolazione al lorofianco, destituirono il Comandan-te della nave. Se l’ordine fosse sta-to eseguito ci sarebbe stato un tra-gico spargimento di sangue e cer-tamente sarebbe stato compro-messo l’esito della Rivoluzione.Intanto Salgueiro Maia era già sta-to informato che il capo del Go-verno, Marcelo Caetano, si era ri-fugiato nella Caserma della GNRsita nel Largo do Carmo, in unadelle colline della zona storica diLisbona, e lì si diresse. Mentre eraper strada, nella Via dell’Arsenale,si incontrò con delle forze nemi-che e con carri da combattimento,da una parte e dall’altra, il con-fronto sembrava inevitabile e im-minente. Il Capitano Maia, sem-pre volendo evitare, se possibile, lospargimento di sangue, inviò il te-nente Alfredo Assunção a trattarecon l’Ufficiale Generale Coman-dante delle forze leali al Governo:la risposta di costui furono tre pu-gni sul viso del Tenente! Assun-ção, senza perdere la calma, si mi-se sull’attenti, salutò il Comandan-te, e chiese licenza di congedarsi.A fronte di tutta questa correttez-

Manifestazioni spontanee del 25 aprile nelle vie di Lisbona.

Detenuti politici vengono liberati dopo decenni.

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za, il Comandante iniziò a gridaree a gesticolare, dando ordine disparare sul Tenente! Alla fine nes-suno sparò, nessuno lasciò sparare:la vittoria della Rivoluzione si co-minciò a decidere in Via dell’Arse-nale.Vicino alla sede della Polizia poli-tica, accadde un fatto drammatico.Alcuni agenti della PIDE, prima diessere disarmati ed arrestati daimilitari, fecero il loro ultimo attodi terrore e codardia, scaricando lemitragliatrici contro la folla disar-mata ed indifesa che assisteva aglieventi. Quattro morti: questo fu iltributo di sangue che il popolo pa-gò in questo giorno di grande ri-volta.Alle 12,30 Salgueiro Maia mise fi-nalmente sotto assedio il quartiergenerale della GNR, in Largo doCarmo, chiedendo la resa di Mar-celo Caetano. Forze leali al Regi-me, con carri armati, presero posi-zione d’attacco nelle retroguardiedelle truppe assedianti; un elicot-tero da combattimento sorvolò lapiazza pronto a sparare. La popolazione, in migliaia di per-sone, distribuendo cibo, latte e si-garette, avviluppò completamentei militari rivoluzionari dell’MFApartecipando attivamente come sestesse assistendo ad un film di cuinon conosceva ancora il finale.

La presenza massiccia del popoloinibì qualunque azione delle forzeleali al Regime, e questo influenzòuna delle Compagnie filogoverna-tive a passare dalla parte dei milita-ri rivoluzionari. Poco tempo dopo, la resistenzadelle forze governative venne an-nullata.I negoziati per la resa del Capo delGoverno richiesero ore. Alle 5 del pomeriggio del 25 apri-le del 1974 il Capitano Maia entrònel quartier Generale della Guar-dia Nazionale Repubblicana perchiederne la resa. Marcelo Caeta-no mantenne sempre una condot-ta degna e chiese un’unica condi-zione: arrendersi ad un ufficialeGenerale (Antonio Spìnola, capodella Junta de Salvação Nacional,n.d.t.). Alle 19,30 Caetano venne tradot-to nell’isola di Madeira per poiessere esiliato in Brasile.Militari in festa: il primo da sinistra è il Cap. Salgueiro Maia.

Carri armati dei rivoluzionari fermi ad un incrocio.

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Le conseguenze immediate

Alle 23,30 del 25 aprilevenne promulgata la pri-ma legge del nuovo Regi-me: destituzione di tutti idirigenti fascisti, sciogli-mento della PIDE e dellaLegione Portoghese, an-nullamento della censura.Il giorno dopo si aprironole porte delle prigioni perla liberazione di centinaiadi prigionieri politici. Isindacati ed i partiti politi-ci furono legalizzati ed ileader politici dell’oppo-sizione rientrarono dal-l’esilio (tra questi MarioSoares, capo del partitosocialista rifugiato a Parigie futuro Primo Ministro,ed Alvaro Cunhal, capodel Partito Comunistaesule a Mosca, n.d.t.), ap-pena in tempo per partecipare aduna festa indimenticabile: la primafesta del lavoro che il Portogalloabbia vissuto in libertà.Vennero fissate le elezioni (final-mente libere dopo tanti anni!) perla composizione di un’assembleaCostituente con il compito di redi-gere una nuova Costituzione per ilPaese. La guerra finì e la decolonizza-zione rese indipendenti le antichecolonie.

E oggi?Quasi tutti i portoghesi riconosco-no che il giorno 25 aprile del 1974ha rappresentato un passaggio fon-damentale nel sentire dello sviluppopolitico, sociale ed economico delPaese. Sarebbe utopistico pensareche tutti avessero lo stesso senti-mento riguardante i profondi cam-biamenti che si sono fatti sentire nelcorso degli anni.Alcuni, più a sinistra nel panoramapolitico, lamentano che tante delle

promesse designate dagli ideali dei“capitani d’aprile”, non si sianorealizzate, o che si siano perse dopoessere state inizialmente realizzate;altri, più a destra, lamentano il mo-do precipitoso di come la decolo-nizzazione sia stata fatta, nonchél’orientamento politico impresso alPaese nel periodo successivo al 25aprile, in particolare rispetto allenazionalizzazioni. Secondo alcuniqueste avrebbero condizionato l’i-niziativa privata e la crescita dell’e-conomia. Oggi, nel Portogallo li-bero ed aperto, chi ha meno di 50anni difficilmente riesce ad immagi-nare cosa fu vivere in un Paese do-ve si conversava sottovoce, guar-dandosi le spalle; dove tutto ciò chesi leggeva, vedeva e sentiva, era fil-trato e condizionato dalla logicaimbecille di un Regime senza scru-poli; dove la speranza di vita ai 20anni, rimaneva sospesa per due an-ni obbligatoriamente immersa inuna guerra coloniale stupida, cru-dele ed ingiusta. Oggi, in Portogallo, nel 25 apriledi ogni anno che passa, si compio-no scarsi elogi formali all’altrui-smo dei “capitani d’aprile”, o pocodi più. In Portogallo il 25 aprile èogni volta sempre più un giornoferiale.Dà valore alla libertà solo coluiche un tempo non l’ha avuta.Garofani nelle canne dei fucili.

Folla festante per le vie di Lisbona il 25 aprile del ’74.

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