TESI LAUREA TRIENNALE - Definitiva il regno di napoli e la sublime porta nel decennio francese...

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1 INDICE Introduzione ................................................................................................................. p. 2 Capitolo I La politica estera del Regno di Napoli nel Decennio francese...... p. 5 Capitolo II I rapporti tra il Regno di Napoli e il Levante ............................. p. 15 Capitolo III Consoli e ambasciatori italiani e inglesi a Costantinopoli ....... p. 28 Capitolo IV La politica estera inglese tra Mediterraneo e Mar Nero nella corrispondenza della legazione napoletana: rapporti regolari (1807 1814) p. 36 Appendice .......................................................................................................... p. 48 Fonti ................................................................................................................. p. 75 Bibliografia ...................................................................................................... p. 77 Sitografia .......................................................................................................... p. 80 Ringraziamenti ................................................................................................... p. 81

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INDICE

Introduzione ................................................................................................................. p. 2

Capitolo I – La politica estera del Regno di Napoli nel Decennio francese ...... p. 5

Capitolo II – I rapporti tra il Regno di Napoli e il Levante ............................. p. 15

Capitolo III – Consoli e ambasciatori italiani e inglesi a Costantinopoli ....... p. 28

Capitolo IV –La politica estera inglese tra Mediterraneo e Mar Nero nella

corrispondenza della legazione napoletana: rapporti regolari (1807 – 1814) p. 36

Appendice .......................................................................................................... p. 48

Fonti ................................................................................................................. p. 75

Bibliografia ...................................................................................................... p. 77

Sitografia .......................................................................................................... p. 80

Ringraziamenti ................................................................................................... p. 81

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Introduzione

Gli avvenimenti storici che hanno caratterizzato l’area mediterranea e l’area del

Mar Nero sono ben noti a coloro i quali interessa studiarli, così come possono

essere facilmente reperibili nei testi riguardanti tale materia da coloro che non

ne sono esperti.

Nelle opere che si potrebbero utilizzare per rintracciare le vicissitudini di

queste due aree non sono presenti però dettagli che si possono ricavare invece

da documentazioni più particolaristiche, come lo sono le corrispondenze

diplomatiche custodite negli archivi storici di diverse città.

L’obiettivo di questo lavoro è quello di fornire dettagli sull’area del Mar Nero

nel periodo del Decennio Francese, attraverso la lettura della corrispondenza

dei consoli napoletani che risiedono a Costantinopoli e che vivono tutte le

vicende che qui si verificano, estrapolando dettagli atti a comprendere aspetti

di una cultura ritenuta, erroneamente, a noi estranea troppo a lungo e provando

ad arricchire di particolari quelle informazioni che già possediamo a riguardo.

Più precisamente, nella prima parte del lavoro viene illustrata la politica estera

del Regno di Napoli nel Decennio, le sue relazioni con la Russia, nuova

potenza che rapidamente vuole introdursi nei giochi d’equilibrio mediterranei e

levantini, così come le sue relazioni col Mar Nero nell’ottica di voler smentire

l’idea di una loro storica lontananza. La sezione continua fornendo particolari

riguardanti le motivazioni che giustificano la grande importanza che viene data

alla corrispondenza diplomatica, le modalità con cui questa avviene e come

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arriva a destinazione. Ben pochi sanno come la posta napoletana sia stata la più

prestigiosa dell’epoca e ancora in questa prima sezione viene introdotta la

figura di colui che ha tentato di renderla ancora più preziosa per salvaguardare

la continuità della corrispondenza: Guglielmo Maurizio Ludolf. Una seconda

parte è destinata a tracciare il profilo dei rapporti specifici tra Regno di Napoli

e Levante con un iniziale excursus che cerchi di inquadrare i rapporti tra i due

attori dal XVIII secolo al Decennio, anche da un punto di vista commerciale,

per entrare poi nel dettaglio dei documenti analizzati che presentano i contenuti

più disparati. Considerando che le corrispondenze analizzate vengono redatte

in un momento di cambiamento per l’Impero, sia al suo interno che al suo

esterno col coinvolgimento nel lungo ed estenuante conflitto coi russi, viene

descritta una fase ardua per la popolazione turca ma anche per i funzionari

diplomatici residenti a Costantinopoli e questo è assolutamente evidente se si

comparano corrispondenze anche di poco precedenti al Decennio con quelle

redatte in questo periodo. Il cambiamento della realtà circostante cambia lo

sguardo del narratore e con esso la percezione che il lettore ha di quel mondo.

Con la terza parte si danno cenni biografici dei personaggi incontrati nelle

prime due sezioni e si vogliono introdurre quelli che agiscono poi nella quarta

ed ultima parte. Questa tratta di un particolare argomento estratto dalle

corrispondenze che ho analizzato e che ho deciso poi di approfondire

maggiormente: la politica estera inglese nell’area levantina.

Le corrispondenze che ho utilizzato per approfondire questo tema sono

custodite nell’Archivio di Stato di Napoli e hanno offerto dettagli e

avvenimenti non noti la cui analisi mi ha suggerito una conclusione abbastanza

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semplice che credo possa essere applicata anche ai tempi moderni: nonostante

le potenze possano entrare in conflitto bellico e riportare vittorie nei luoghi in

cui queste guerre si combattono, gli equilibri politici si giocano sempre su ben

altri tavoli. Se si considera il caso inglese che ho voluto approfondire, si nota

come l’Inghilterra abbia utilizzato nella gran parte dei casi degli specifici ed

elaborati stratagemmi diplomatici per raggiungere il proprio obiettivo o,

quantomeno, per mantenere alta la sua influenza sui territori dell’Impero.

Queste elaborazioni quasi mai sono state rumorose e manifeste, ma sembrano

avere avuto come caratteristiche vincenti la loro messa in atto in maniera

celata, senza che al di fuori ne siano stati chiare le motivazioni e le modalità

d’utilizzo; quand’anche i piani

inglesi non siano stati realizzati in sordina va comunque sottolineata la

sorprendente capacità dei diplomatici inglesi di realizzare i loro progetti non

vacillando dalla loro posizione di potenza egemone tra quelle europee insieme

con la Francia e di essersi insinuata negli affari e di aver contribuito a

sgretolare, anche grazie alla diplomazia, un Impero con più di mezzo millennio

di vita.

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Capitolo I

La politica estera del Regno di Napoli nel Decennio francese

Il Regno di Napoli è l’antico stato italiano formatosi nel XII secolo grazie

all’unificazione monarchica del Mezzogiorno ad opera dei Normanni e che,

nonostante le numerose dinastie succedutesi al suo trono e la sua tendenza

centrifuga e particolarista invece che unitaria, è tra i protagonisti della nostra

penisola fino al XIX secolo1.

Per tutte le dinastie che in esso si succedono, il Regno è uno dei più importanti

pilastri per il dominio politico e commerciale nel Mediterraneo grazie alla sua

posizione strategica che permette di avere un controllo ravvicinato sui turchi,

sul Nordafrica e sulla Santa Sede oltre che esercitare un controllo sulle

dirompenti ambizioni territoriali napoleoniche2.

Come, infatti, osserva Giuseppe Galasso: ‘la monarchia trascinava il regno

come parte del suo sistema nella grande politica internazionale e gliene

addossava il peso tutt’altro che lieve’3. Proprio a causa delle sue numerose

reggenze, il Regno di Napoli è spesso oggetto malleabile nelle mani delle

diverse dominazioni, comportando delle debolezze politiche di cui ancora in

futuro si potranno sentire i retaggi. Questa sfera politica complicata dalla

convivenza ‘forzata’ di tante diversità e anche dall’interesse di alcuni sovrani a

1 Per un’analisi più approfondita del Regno di Napoli rinvio a A. LEPRE, Storia del

Mezzogiorno d’Italia, Napoli 1986, vol 1, pp. 11-19. 2 Su questo argomento approfondire con F. BARRA, Il Mezzogiorno e le potenze europee

nell’età moderna, Milano 1993, pp. 21-22. 3 Per approfondimenti si consulti G. GALASSO, Il Mezzogiorno da ‘‘questione’’ a ‘’problema

aperto’’, Manduria (TA) 2005, pp.178-179.

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mantenere il Regno in una condizione di sottomissione, non impediscono a

questo attore di sfruttare i vantaggi derivanti dalla propria posizione territoriale

guardando soprattutto all’aspetto commerciale. Nel ‘700 il Mediterraneo

assume, infatti, un ruolo importante per le strategie

commerciali e marittime e conseguentemente per i giochi d’equilibrio europei4,

anche se è doveroso considerare che i paesi più forti esercitano una pressione

ovviamente maggiore a livello commerciale, per cui le reggenze, in particolar

modo quella borbonica, cercano di rilanciare l’economia meridionale con una

serie di trattati di navigazione e di commercio facendole guadagnare rapporti

regolari con la Danimarca, la Svezia e l’Olanda allo scopo di sfruttare le vie

commerciali fino a quel momento non sperimentate come l’Oceano o il Mar

del Nord5.

L’Europa degli ultimi decenni del Settecento e dei primi dell’Ottocento è il

teatro di numerose guerre tra vecchie ed emergenti potenze a causa di

motivazioni strettamente legate alla sfera commerciale. A suscitare tale

interesse e a creare tante controversie è in primo luogo una gara tra le varie

potenze per la conquista balcanica; a questa sono da affiancarsi poi gli interessi

per i flussi di merci del Mediterraneo orientale che si realizzano in particolare

tra i porti di Napoli, Odessa, Costantinopoli, Messina, Pietroburgo e Palermo.6

In questi decenni la Russia ‘illuminata’ di Caterina II vede incrementare la

propria immagine a seguito soprattutto della stipulazione del trattato di Küçük

4 Per un approfondimento sull’argomento si rinvia a di G. GALASSO, Il Regno di Napoli: il

Mezzogiorno borbonico e napoleonico (1734-1815), Torino 2007, pp. 494. 5 Si rimanda alla consultazione dei testi: F. BARRA, Il Mezzogiorno d’Italia e R. AJELLO, I

Borbone di Napoli e i Borbone di Spagna, pp. 307-308. 6 Per un quadro generale si rimanda al testo M. PEZZI, Impero ottomano e Mezzogiorno

d’Italia tra Sette e Ottocento, Bari 2004, p. 14.

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Kaynarca (1774) che presenta una nuova Russia capace di imporsi come

inaspettato grande attore nell’equilibrio europeo e, come tutte le altre grandi

potenze che agiscono in questo spazio, intenzionata ad accaparrarsi anch’essa

un ruolo di punta nei commerci mediterranei e del Sud in generale7.

La zarina è consapevole dell’importanza di affidarsi allo strumento diplomatico

per il raggiungimento dei suoi fini e come lei lo sono anche molte altri stati,

come lo stesso Regno di Napoli che già fa grande affidamento sui propri

rappresentanti all’estero.

Non a caso, le relazioni diplomatiche tra il Regno e la Russia nei primi anni

dell’Ottocento sembrano essere particolarmente fitte e le cause sono da

ricondursi a motivazioni politiche oltre che, più ovviamente, economiche8. Per

quanto riguarda le prime è necessario precisare che la figura del diplomatico è

in questo momento sostanzialmente l’unica a poter procurare informazioni di

ogni genere ai governi del proprio paese, in quanto, parlandosi di ‘missioni

diplomatiche’ lasciando così intendere il trasferimento del console in altri

territori, nelle relazioni, dispacci o ‘lettere’, si riportano episodi, grandi

avvenimenti o anche scene di normale vita quotidiana cui lo stesso diplomatico

assiste nella città che ospita la sua missione9. Le informazioni raccolte sono

assolutamente necessarie a dare un’idea politica e sociale di paesi lontani che

7 Questo dato emerge chiaramente nel lavoro di M. MAFRICI, La diplomazia in azione nel

Sette-Ottocento: rapporti commerciali tra la Russia e il Regno di Napoli in Mediterraneo e/è

Mar Nero: due mari tra età moderna e contemporanea a cura di L. MASCILLI MIGLIORINI

e M. MAFRICI, Napoli 2012, pp. 35- 40. 8 Per un maggiore arricchimento della tematica riferirsi a M. SIRAGO, Il consolato napoletano

nel Mar Nero e lo sviluppo di Odessa tra la fine del Settecento e la prima metà dell’Ottocento,

Procida 2008, pp.18-19 e M. MARZANO, I de Ribas: una famiglia napoletana a Odessa in

Mediterraneo e/è Mar Nero, cit., pp. 143-145. 9 Questo dato emerge particolarmente dalla corrispondenza degli ambasciatori europei dalla

metà del Settecento al 1815.

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spesso proprio per questo finiscono col rimanere sconosciuti ai più. L’idea

politica che se ne acquisisce non è da vedersi come disgiunta da un’idea

economica del paese; l’accordo politico può essere visto infatti come

un’anticamera per il raggiungimento di obiettivi economici che riguardano,

nella maggior parte dei casi, l’incremento significativo dello scambio

economico tra il paese straniero e la madrepatria10

. Spesso chiamati ‘bollettini’,

nei documenti di stampo economico che sono pervenuti non solo si riporta

l’elencazione delle quantità di merci importate o riferimenti a pagamenti

effettuati, ma si evince anche la funzione di mediazione negli scali e nei centri

di consumo e scambio, talvolta ricoperta dagli stessi funzionari diplomatici con

la collaborazione di mercanti e negozianti11

.

Come precedentemente accennato, i rapporti del Regno di Napoli con la Russia

sono molto fitti grazie a una serie di trattati commerciali che il primo ha

assoluto interesse nel concludere; interesse ovviamente non unilaterale, visto il

desiderio russo di entrare in nuovi mercati mediterranei da cui il Regno di

Napoli, in quanto senza dubbio geograficamente in nettissimo vantaggio sulle

altre potenze, trae indiscutibili guadagni.

L’interesse napoletano a concludere una partnership commerciale con l’impero

russo si innesca in particolar misura con la concessione della libertà di

navigazione che Caterina ottiene nel Mar Nero, insieme con Austria e

Francia12

. Si presenta quindi per il Regno la ghiotta occasione di allacciare

10

Si rinvia al testo A. DI VITTORIO, Il commercio tra Levante ottomano e Napoli, Napoli

1979, pp. 34-36. 11

L. MASCILLI MIGLIORINI e M. MAFRICI, Mediterraneo e/è Mar Nero, cit., p. XII. 12

Si consulti M.L. CAVALCANTI, Alle origini del Risorgimento. Le relazioni commerciali

tra il Regno di Napoli e la Russia 1777-1815, Genève 1979, pp. 78-80.

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proficui rapporti commerciali non solo con il nuovo Impero, ma anche col

Levante e in generale con tutta l’area del Mar Nero, spesso ancora identificato

con l’antica dicitura ‘lago ottomano’13

. Guardare a questo accordo col mondo

levantino come fosse un evento di rara portata è in realtà quasi ingiusto poiché

potrebbe suggerire quasi una lontananza di questi due mondi fino a quel

momento, come fossero due identità vissute in tempi e spazi lontani e distaccati

l’uno dall’altra, mentre la realtà si presenta indiscutibilmente ben diversa14

.

Il Mediterraneo ed il Mar Nero sono stati due attori in connessione sin da tempi

molto remoti; basti pensare alle strette relazioni tra i due attori nate già tra il

980 a.C. ed il Trecento, quando l’Islam identificò come punti di riferimento

culturali la cultura persiana e soprattutto quella ellenica15

. Rimarchevole è

osservare che è stato proprio grazie al mondo islamico che l’Europa ha potuto

recuperare una buona parte delle testimonianze del mondo culturale classico16

.

Ciò non può che comportare la conferma di una forte relazione tra queste due

identità che, erroneamente, si pensano essere disgiunte e con una storia

personale distaccata dall’altra, senza fermarsi a guardare al fatto che pur

essendovi periodi storici di forte conflitto tra i due o di affievolito contatto,

esso non è mai interrotto17

. Non guardare a questi elementi fa si che le due

identità siano considerate solo in termini spaziali, mentre è da notare che l’area

13

F. CANALE CAMA, D. CASANOVA, R.M. DELLI QUADRI, Storia del Mediterraneo

moderno e contemporaneo, Napoli 2009, p. 122. 14

Per ulteriori ricerche sul mondo ottomano si rinvia ai testi R. MANTRAN, Storia

dell’Impero ottomano, Lecce 1999 e C. KING, Storia del Mar Nero, Roma 2005. 15

Per approfondire la tematica si rintraccino i testi N. ASCHERSON, Mar Nero. Storie e miti

del Mediterraneo d’Oriente, Torino 1999, pp. 56-57 e F. BRAUDEL, Memorie del

Mediterraneo, Milano 1999, p. 45. 16

F. CANALE CAMA, D. CASANOVA, R.M. DELLI QUADRI, Storia del Mediterraneo,

cit., pp. 26-27. 17

J. GOODWIN, I Signori degli orizzonti, Torino 1998, p. 30.

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ottomana rileva le stesse problematiche interne e gli stessi intercorsi storici che

anche il Mediterraneo riscontra nel corso della sua storia ed è per questo che le

due identità possono essere addirittura sovrapposte18

.

L’Impero ottomano è stato considerato per buona parte della sua durata

un’entità chiusa, arroccata in se stessa, condizione, questa, la cui smentita non

è da rintracciarsi in epoche così lontane come l’età classica, ma è sufficiente

guardare al settecentesco sultanato di Ahmed III, particolarmente improntato

ad intensificare e migliorare le relazioni con l’estero attraverso regolari rapporti

con gli ambasciatori stranieri residenti ad Istanbul, promuovendo fortemente

anche l’invio di propri rappresentanti ed osservatori nelle capitali europee19

. Da

questo momento, le corrispondenze e i rapporti tra potenze europee e Impero

ottomano si fanno sempre più costanti e tra i fautori di questa fervente

comunicazione si rintraccia proprio il Regno di Napoli.

Installare legazioni diplomatiche a Costantinopoli si rivela essere

assolutamente irrinunciabile per il raccoglimento di informazioni politiche,

economiche e sociali e l’obiettivo è favorire questa corrispondenza in tutte le

sue modalità, poiché la capitale ottomana è ampio riferimento per la confluenza

di tutti i traffici da e verso l’Europa.

Le corrispondenze tra i diplomatici napoletani a Costantinopoli e la

madrepatria conferiscono ai destinatari un’idea spesso ben precisa delle

caratteristiche della popolazione turca: si comprende il loro modo di prepararsi

18

Ci si riferisce a di L. M. MIGLIORINI e M. MAFRICI, Mediterraneo e/è Mar Nero, cit.,

pp. 5-8. 19

Per approfondire le relazioni tra l’Impero ottomano e le potenze europee si rinvia ai testi F.

CANALE CAMA, D. CASANOVA, R.M. DELLI QUADRI, Storia del Mediterraneo, cit., p.

199 e F. CARDINI, Europa e Islam. Storia di un malinteso, Roma-Bari, p. 89.

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e compattarsi sia spiritualmente che militarmente per affrontare grandi guerre

che spesso generano situazioni di enorme povertà, come la mancanza del pane

e di cibo che danno luogo a scene di forte tensione che sembrano colpire molto

lo stesso mittente; le reazioni della popolazione ad avvenimenti catastrofici

come le epidemie di peste; l’estrema riverenza e rispetto dimostrata al Sultano

e a tutto ciò che lo riguardi; la tolleranza nei confronti dei diplomatici

nonostante siano culturalmente estranei al mondo levantino20

. Molta

importanza è data anche alle descrizioni dei rapporti tra i consoli delle diverse

legazioni che raramente sembrano essere tesi, salvo casi in cui i rispettivi

governi entrano in guerra tra loro o quando si verificano incidenti diplomatici

che generano attrito tra questi, come accaduto con ‘l’affare Dendrinò’ che

coinvolge Inghilterra e Francia21

.

La conoscenza di questi particolari da ai governi della madrepatria

informazioni più che preziose e, proprio in virtù di ciò appare, fondamentale

20

Questi avvenimenti emergono molto chiaramente nella corrispondenza degli ambasciatori

napoletani residenti a Costantinopoli durante il Decennio Francese e quindi tra gli anni 1806-

1815.

All’epoca fu a servizio della Legazione il console Biagio F. Salzani che, alla sua morte, fu

sostituito dal figlio Domenico. 21

Nel 1809 la tensione tra le due potenze fu innescata dall’ordine francese di arrestare il

corfiota Dendrinò il quale, obbligato da molto tempo a stare lontano dalla sua terra, fu

nominato cancelliere e residente della ‘Repubblica delle Sette Isole’ dall’Ambasciatore inglese

Adair. Questi sperava che tale Dendrinò potesse arruolare altri sotto la ‘Bandiera Ionica’ per

scatenare agitazioni e sollevazioni contro la Francia, la quale aveva precedentemente riunito

quelle terre sotto il suo potere a forza di numerosi trattati.

In conseguenza dell’arresto, l’Ambasciatore Inglese si affidò alla Sublime Porta allo scopo di

intermediare per il rilascio del corfiota, ma l’Incaricato Francese precisò di considerarlo come

un qualunque criminale francese e che quindi per il da farsi era soggetto solo agli ordini del suo

re.

La Porta riuscì a conferire con l’Incaricato di Francia riuscendo a farsi consegnare il Dendrinò

alla condizione che questo garantisse di non intromettersi più in nessun affare simile. In caso

contrario il governo francese lo avrebbe punito severamente. Su questo particolare episodio cfr.

il <<Giornale Italiano>> n. 248 reperibile in formato elettronico al sito:

http://books.google.it/books?id=eUJEAAAAcAAJ&pg=PT259&dq=affare+dendrin%C3%B2+

1809&hl=it&sa=X&ei=yJXUUbHgDMqL7AbLoIDgDA&ved=0CDQQ6AEwAA

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ricercare i mezzi di trasporto migliori per ricevere le informazioni il prima

possibile, tenendo sempre in considerazione il fatto che grandi sono le distanze

da coprire. Proprio a causa di ciò è obbligatorio ricorrere al trasporto navale

ma, per le distanze più piccole, la via maggiormente utilizzata è quella terrestre

che può essere spesso compromessa o addirittura interrotta a causa di guerre o

di altri avvenimenti che ne compromettono l’efficienza. Se le vie terrestri sono

da considerarsi non sicure anche in tempi di pace a causa della presenza di

malviventi, in tempi di guerra divengono assolutamente impraticabili22

. Gli

itinerari postali seguono le vie di Ragusa, Malta e Vienna, ritenuta la più sicura

quindi quasi sempre utilizzata nella corrispondenza tra i ministri murattiani e

gli ambasciatori napoletani Biagio Francesco Salzani e, successivamente, il

figlio Domenico. Oltre a queste, il governo napoletano può usufruire anche di

altri due itinerari postali per comunicare con Costantinopoli: il primo

attraversando il tratto marittimo che unisce Brindisi a Durazzo e il secondo che

collega invece Barletta e Ragusa23

.

La corrispondenza non può essere interrotta per lunghi periodi poiché per i

governi della madrepatria è necessaria un’informazione costante che, nel caso

del Regno di Napoli ottocentesco, è settimanale24

e tale costanza dev’essere

garantita anche durante le cicliche epidemie di peste che dilagano nell’Impero:

le lettere dei diplomatici, pur di arrivare a destinazione evitando però la

diffusione da contatto del morbo, vengono ‘spurgate’ a Barletta immergendole

22

Per approfondimenti si veda il testo B. CAIZZI, Dalla posta del re alla posta di tutti.

Territorio e comunicazioni in Italia dal XV secolo all’Unità, Milano 1993, p. 249. 23

Per ulteriori ricerche confrontarsi con G. MOTTA, I Turchi, il Mediterraneo e l’Europa ,

Milano 1998, p. 20. 24

Per una panoramica sulla tematica esaminare V. MANCINI, Storia postale del Regno delle

due Sicilie, Molfetta 1986, pp. 41-42.

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in aceto e ‘profumandole poi col fumo di lana, o di paglia bruciata, o di

segatura di tavole’25

.

Il ruolo della legazione napoletana in terra ottomana è sicuramente tra i

preminenti grazie soprattutto al contributo di Guglielmo Maurizio Ludolf

prima e successivamente del figlio Guglielmo Costantino, incaricati d’affari a

Costantinopoli rispettivamente negli anni 1747-1789 e 1789-1820. Per

aumentare il prestigio della Legazione napoletana lo stesso Guglielmo

Maurizio Ludolf vuole realizzare il progetto di un nuovo piano postale,

unitamente alla corte Imperiale di Vienna, dividendo così in egual misura

profitti e perdite, risparmiando notevolmente sulle spese e utilizzando

congiunti uffici ragusani e di Costantinopoli. Essendo in atto un conflitto tra gli

austriaci e la Sublime Porta, questo progetto è da trattarsi con la massima

segretezza o altrimenti la fiducia osmanlica di cui godono i napoletani può

compromettersi26

. Il Ludolf è fermamente convinto che se il nuovo servizio

napoletano fornisce celerità anche in tempi drammatici, tutti i diplomatici se ne

serviranno, annientando quelle di Venezia e di Spagna e acuendo il prestigio

dei napoletani. La proposta non convince però il governo napoletano ed il

progetto non viene quindi attuato, per cui le potenze europee continuano a

preferire le già collaudate poste di Vienna, Madrid e Venezia27

. Nonostante il

fallimento di questo progetto, l’immagine del Ludolf non viene minimamente

compromessa in quanto a precedere la sua fama è l’apprezzato lavoro

25

M. PEZZI, Impero ottomano e Mezzogiorno d’Italia, cit., p. 33. 26

In proposito si confrontino V. MANCINI, Storia postale, cit., pp. 41-42 e A.

BULGARELLI LUKACS, Le comunicazioni nel Mezzogiorno dall’arrivo di Carlo di Borbone

al 1815. Strade e Poste, in <<Archivio Storico per le Province napoletane>>, 1977, pp. 291-

292. 27

M. PEZZI, Impero ottomano e Mezzogiorno d’Italia, cit., pp. 15-16 e 46.

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diplomatico svolto che non passa inosservato nemmeno agli stessi governi

sultaniali28

.

Nei primi anni dell’Ottocento molti ambasciatori storici accreditati a

Costantinopoli iniziano ad essere sostituiti, per cui per i governi europei si

presenta un serio problema nel rimpiazzarli, soprattutto perché i diplomatici

stessi ritengono che essere accreditati a Costantinopoli sia una punizione dal

cielo a causa della difficoltà nella gestione delle relazioni con un governo così

differente dalla propria cultura ed anche per la ben nota intransigenza della

politica ottomana. A succedere a Guglielmo Maurizio alla carica consolare è il

figlio, Guglielmo Costantino, della cui nomina particolarmente entusiasta è

proprio il governo napoletano, sollevato per avere alla guida della sua

legazione un ambasciatore avvantaggiato rispetto agli altri: Guglielmo

Costantino è infatti residente a Costantinopoli sin dalla nascita, per cui offre

informazioni alla madrepatria con una consapevolezza e sicurezza ben

differenti rispetto agli ambasciatori delle altre legazioni29

.

28

Per approfondire la tematica affidarsi ai testi G. GALLAVRESI, Un ambassadeur italien

sous l’ançien régime, Parigi 1905, p. 5 e M. MAFRICI, Diplomazia e commerci tra il regno di

Napoli e La Sublime Porta: Guglielmo Maurizio Ludolf (1747-1789) in Rapporti diplomatici e

scambi commerciali nel Mediterraneo Moderno, a cura di M. MAFRICI, Soveria Mannelli

2004, pp. 90-91. 29

M. PEZZI, Impero ottomano e Mezzogiorno d’Italia, cit., pp. 15-16.

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Capitolo II

I rapporti tra il Regno di Napoli e il Levante

Con i suoi 623 anni di vita l’Impero ottomano è da considerarsi il protagonista

forse più prorompente, nonché tra i più longevi, della storia del Mar Nero e non

solo. Le potenze europee, da quelle più fortemente consolidate a quelle di

nuova ascesa, guardano alla Porta d’Oriente con un grande timore per la sua

irruenza e per le sue incontentabili mire espansionistiche e,

contemporaneamente, con grande curiosità dovuta al mistero e al senso di

estraneità che suscita. Come già precedentemente discusso, questo elemento

non deve trarre in inganno lasciando intendere che i turchi abbiano praticato

una chiusura in se stessi, come si potrebbe invece affermare per altri tipi di

storie come quella dei millenari imperi cinesi e giapponesi. Sarebbe un tipo di

soluzione semplicistica e addirittura erronea. Ovviamente, non si voglia

intendere nemmeno l’esatto contrario; si guardi più semplicemente ad una

conclusione che si trovi a metà tra le due tesi.

Gli europei, da sempre incuriositi da quel gigante che possiamo dire essere

l’Impero ottomano, hanno un interesse tale per l’area del Mar Nero e

soprattutto per i prodotti turchi, da tentare di avviare, attraverso trattati e

concessioni di Capitolazioni, importanti traffici con quest’area. C’è da

precisare che l’Impero non è sempre ben disposto in merito: per i turchi, infatti,

il Mar Nero rappresenta un approvvigionamento considerevole ed

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16

irrinunciabile per Istanbul30

per cui le Capitolazioni vengono concesse solo ad

alcuni paesi e sempre rispettando strettissime condizioni31

. Il XVIII secolo

vede un’imponente inversione di marcia a riguardo soprattutto grazie all’abilità

europea di imporre la propria presenza sfruttando una fase di trasformazione e,

se si vuole, di vulnerabilità dell’Impero dovuta soprattutto a questioni interne32

.

Tra queste a farla da padrone è indubbiamente la crisi del sistema annonario

finora messo in atto, provocata da una crescita demografica di Costantinopoli e

da un’evidente crisi agraria cui i sultani cercano di rispondere con un

inasprimento del sistema annonario stesso che va ad identificarsi sempre più

con una politica di sfruttamento delle province33

. Da qui la politica ottomana

inizia a barcamenarsi tra una rigida applicazione del sistema annonario e una

meno selettiva concessione di Capitolazioni; questo duplice atteggiamento è

provocato soprattutto dall’inserimento dell’Impero in conflitti bellici

internazionali e anche da un’intenzione di allacciare di relazioni commerciali

aprendosi quindi verso l’esterno.

Questi i conflitti che impediscono l’instaurazione di un dialogo diretto tra

l’Impero ed alcune identità mediterranee come il Regno di Napoli con cui i

turchi hanno un primo contatto quando, nel 1718, firmano con l’Impero

asburgico un trattato che coinvolge indirettamente anche i partenopei che però

30

Per un approfondimento completo sul tema si guardi al testo R. MANTRAN, Storia

dell’Impero ottomano, cit., pp. 310-311. 31

Sono possibili ulteriori ricerche con la consultazione del testo di S. FAROQHI, L’impero

ottomano, Londra 2004, pp. 109-113. 32

R. MANTRAN, Storia dell’Impero ottomano, cit., pp. 312-313. 33

Per un confronto a riguardo si rinvia al testo di A. DI VITTORIO, Il commercio tra Levante

ottomano e Napoli, cit., pp. 41-43.

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non ne accettano i punti cardine34

. Il momento di reale contatto tra i due attori

avviene solo nel 1740 quando il Regno riesce a rientrare nella rosa dei partner

commerciali dell’Impero, non senza l’intervento massiccio dei diplomatici

napoletani, spinti da Carlo di Borbone che preme molto per lo sviluppo di un

commercio tra i due35

. Viene pattuito che il trattato di commercio e

navigazione stipulato ha una validità di vent’anni e ciò, oltre a suscitare molte

aspettative da parte di entrambi i contraenti, avvia tra loro rapporti diplomatici

regolari che, anche col calo degli scambi commerciali che si registrerà in

futuro, non accennerà mai ad affievolirsi.

Per inserirsi nel traffico levantino, la legazione napoletana sfrutta molto

astutamente la stasi del commercio francese e inglese col Levante ed è qui che

a giocare un ruolo di primo piano è il già citato abilissimo rappresentante della

diplomazia napoletana: Guglielmo Maurizio Ludolf.

Nonostante si sia presentato il momento propizio per avviare un fiorente

scambio turco-napoletano, la decadenza dei commerci rimane però immutata e

così proseguirà per tutta la seconda metà del secolo36

. E’ importante non

tralasciare che tali rapporti commerciali registrano l’inizio della loro caduta

proprio nel momento di massimo consolidamento della marina mercantile

napoletana che imbarca ingenti carichi di prodotti alimentari, materie prime e

manufatti che, tra gli anni ’40 e ’60 del secolo, trovano enorme smercio, oltre

che a Smirne e Salonicco, proprio a Costantinopoli in quanto grandissimo

34

Si ricerchino ulteriori approfondimenti A. DI VITTORIO, Gli austriaci e il regno di Napoli,

1707-1734: ideologia e politica di sviluppo, Napoli 1973, p. 305. 35

Maggiori nozioni sulla questione possono ritrovarsi in A. SALZANO, La marina borbonica,

Napoli 1924, pp. 37-40. 36

cfr. F. BARBAGALLO, Discussioni e progetti sul commercio tra Napoli e Costantinopoli

nel ‘700, in <<Rivista Storica Italiana>>, 1971, pp. 262-296.

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mercato di consumo soprattutto grazie alla caratteristica di essere altamente

popolata, molto più di tante capitali europee37

.

Per entrare brevemente nei dettagli basti indicare che le merci che partono da

Napoli alla volta di Costantinopoli sono diversificate e numerosissime tra cui

figurano seta, pepe, cioccolato, vino, salumi e maccheroni38

; le imbarcazioni

ritornano poi cariche di balle di pelo di cammello, cordovani, cotone, tappeti,

legni e tavole di noce39

e ciò costituisce un flusso significativo di merci cui

corrisponde un traffico contrario di egual portata40

. Il naviglio napoletano non

trasporta solo le merci ma viene spesso anche noleggiato dai mercanti turchi

per i loro traffici nel Mediterraneo orientale e gli stessi napoletani si pongono

ben volentieri nei confronti di questa pratica41

.

Nonostante il momento di massimo contatto economico tra le due parti sia

quindi relativamente breve, in quanto per lo più circoscritto agli anni ’40 del

Settecento, non ne è opinabile il vigore42

. All’indomani di questo non si parla

di una radicale scomparsa delle navi battenti bandiera napoletana, ma di una

presenza assai rara così come lo sarà negli anni successivi, complice una

pirateria nel Mediterraneo orientale mai effettivamente domata del tutto. In

realtà, il commercio napoletano con altri protagonisti quali l’Inghilterra, la

37

Per una panoramica sul tema rinvio a di A. DI VITTORIO, Il commercio tra Levante

ottomano e Napoli, cit., p. 83 e J. MATHIEX, Il Mediterraneo, in Storia del Mondo Moderno,

Milano 1967, p. 649. 38

Per approfondire la tematica si guardi L. DE ROSA, Navi, merci, nazionalità, itinerari in un

porto dell’età preindustriale. Il porto di Napoli nel 1760, Napoli 1968, pp. 332-337. 39

cfr. M.PIA PEDANI, Breve storia dell’Impero ottomano, Roma 2006, p. 100 e C.W.

CRAWLEY, Il vicino oriente e l’impero ottomano (1798-1830) in Le guerre Napoleoniche e la

restaurazione (1790- 1830), a cura di C.W. CRAWLEY, Cambridge 1969, pp. 630-637. 40

A. DI VITTORIO, Il commercio tra Levante ottomano e Napoli, cit., pp. 113-114. 41

Si rinvia a R. CISTERNINO - G. PORCARO, La marina mercantile napoletana dal XVI al

XIX, Napoli 1954, pp. 332-337. 42

Esauriente a riguardo è il testo di C. KING, Storia del Mar Nero, cit., p. 161-162.

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Francia, l’Olanda e lo Stato della Chiesa continua ad essere attivo e fiorente,

per cui le cause di un calo del commercio levantino così stridente col resto dei

partenariati commerciali napoletani è da ricondursi ad una causa dirompente e

nuova rispetto a quelle già analizzate: la ripresa degli obiettivi mercantili

ragusani dopo la loro stasi conseguente al terremoto del 166743

.

Il Regno riuscirà a riallacciare nuovamente rapporti economici neanche troppo

incisivi col Levante solo grazie all’intermediazione russa. Infatti, intorno al

1781, la regina Maria Carolina inizia a guardare con forte interesse alla potenza

russa e, grazie all’abile struttura diplomatica di cui godeva il Regno, nel 1787

conclude con la zarina Caterina II un trattato commerciale. Tale trattato

nasconde però in se una clausola segreta che concede ai

bastimenti napoletani di navigare nel Mar Nero con bandiera russa usufruendo

così di riduzioni daziarie molto notevoli44

. Questo escamotage è l’unica

alternativa per i partenopei di reinstallare rapporti commerciali con l’Impero

visto il fallimento del tentativo macchinato nel 1783 da Guglielmo Maurizio

Ludolf, per pervenire ad un accordo per concedere libera navigazione ai

bastimenti napoletani nel Mar Nero. In realtà, anche questo tentativo non

produce gli effetti sperati, nonostante a riporvi delle aspettative in

merito sia anche lo stesso sultano Selim III, che, cosciente dell’arretratezza del

suo impero, teme fortemente di essere escluso dal traffico marittimo che si

43

Si rinvia al testo di S. ANSELMI, Venezia, Ragusa, Ancona: tra Cinque e Seicento, Ancona

1969, pp. 26-27. 44

Si rintraccino ulteriori riferimenti a questo tema nei testi di M. MAFRICI, La diplomazia in

azione nel Sette-Ottocento, cit., pp. 48-49 e F. VENTURI, I rapporti italo-russi della seconda

metà dalla seconda metà del Settecento al 1825, Torino 1973, p. 10.

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potrà facilmente sviluppare tra il Regno e la Russia45

. Durante il decennio in

cui il trattato è in vigore, gli scambi diretti sono molto limitati, così come rare

sono le navi borboniche che navigano con bandiera russa e che varcano il

Bosforo e i Dardanelli ed anzi, addirittura nessuno di questi bastimenti è

avvistato fino al 1793. Per sei anni i napoletani non sfruttano i vantaggi

derivanti dalla clausola segreta del trattato che, in seguito, non verrà più

ufficialmente rinnovato a causa della precipitazione degli eventi del Regno,

concedendo, però, in via ufficiosa ai borbonici di continuare a navigare con

bandiera russa in nome dell’amicizia ormai instauratasi con gli zar46

.

Il 1802 è un anno che sembra segnare una svolta: la Sublime Porta acconsente

a concedere anche alla bandiera napoletana la libera navigazione del Bosforo e

dei Dardanelli. Il passaggio di mercantili borbonici continua ad essere

abbastanza sporadico con dei netti miglioramenti tra il 1802 ed il 1805,

complice anche l’abbondante traffico marittimo che interessa il messinese47

.

Nota è la dirompenza delle campagne napoleoniche che comportano con non

poche conseguenze: il Regno di Napoli, in particolare, ne ha di significative

con l’incoronazione del fratello dell’Imperatore, Giuseppe Napoleone,

prevedendo quindi una politica di adeguamento napoletano alla linea politica

francese. Ciò comporta una rottura dei rapporti commerciali con i russi48

i quali

riconoscono il Bonaparte Re di Napoli inimicandosi così i Borbone. Questi

45

Un valido testo per approfondire la ricerca è F. CARDINI, Europa e Islam, cit., pp. 180-

181. 46

E’ possibile approfondire la questione con M. MAFRICI, La diplomazia in azione nel Sette-

Ottocento, cit., p. 96 e di V. GIURA, Russia, Stati Uniti d'America e Regno di Napoli nell'età

del Risorgimento, Napoli 1967, pp. 11. 47

Si rintraccino ulteriori particolari nel testo di F. BARRA, Il Mediterraneo tra ancien regime

ed età napoleonica, cit., pp. 37-40. 48

V. GIURA, Russia, Stati Uniti d’America e Regno di Napoli, cit., pp. 27-28.

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intanto sono stati esiliati a Palermo e si avvalgono della sorveglianza inglese

delle coste siciliane per ostacolare i traffici russi. Le relazioni tra i due Stati

saranno riprese solo intorno al 181249

. Tutti questi risultati, seppur meno

incisivi di quanto si speri, sono possibili per i napoletani solo grazie all’attività

consolare svolta dalla Legazione, che si avvale di personaggi la cui abilità non

viene riconosciuta dalla sola madrepatria. Questo è il motivo principale per cui

la Russia richiede l’intermediazione napoletana per le trattative di pace con i

turchi nel 1790-9150

. Questa richiesta è dovuta soprattutto al ruolo di primo

piano della Legazione napoletana a Costantinopoli, identificatasi in breve

tempo come un punto di riferimento per tutti i consoli delle altre ambasciate

risiedenti nella capitale turca, tant'è vero che molto spesso questi rintracciano

le informazioni che i Ludolf inviano alla madrepatria e le traducono nella

propria lingua cambiando solo minimi dettagli. Da questo si evince

chiaramente la fama che precede Guglielmo Maurizio Ludolf ed il figlio

Guglielmo Costantino51

ed è necessario menzionare che nel 1817, alla vigilia

della sua partenza per un nuovo incarico diplomatico a Londra, Guglielmo

Costantino riceve una lettera del gran visir in cui viene elogiato il suo operato e

viene ammessa la soddisfazione del governo ottomano in merito.

La documentazione archivistica relativa al periodo tra la fine Settecento ed i

primi decenni dell’Ottocento è molto vasta ed è strumento fondamentale per la

comprensione dei rapporti tra il Regno di Napoli e l’Impero osmanlico,

49

Si consideri il testo di M. PEZZI, Aspettando la pace: l'impero ottomano nei documenti

diplomatici napoletani : 1806-1812, Rossano 1992, p. 61. 50

Si prenda in considerazione il testo di N. CORTESE, La mediazione napoletana nelle

trattative di pace tra Russia e Turchia nel 1790-91, in <<Russia>>, 1921, pp. 93. 51

Ci si riferisca al testo di M. PEZZI, Impero ottomano e Mezzogiorno d’Italia, cit., p. 71.

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trovatosi in una fase di trasformazione fortemente evincibile comparando le

informative del console de Marini prima e quelle del successivo console Biagio

Francesco Salzani e del figlio Domenico, poi.

Queste corrispondenze, destinate al Ministro degli Affari Esteri, carica

ricoperta in questo periodo storico da Marzio Mastrilli Marchese Poi Duca Di

Gallo, tracciano il profilo di due dimensioni dell’Impero non solo

temporalmente diverse ma anche politicamente e socialmente. Nelle

corrispondenze del primo sembra vi sia un frequente dilungarsi su numerose

questioni di poco conto, effimere se si preferisce, come le descrizioni

dettagliate di feste e cerimonie che vengono organizzate molto frequentemente

nella capitale dal governo osmanlico stesso od anche dai consoli delle varie

ambasciate.52

In queste occasioni i consoli tentano di assicurarsi i favori e/o la

benevolenza dei rappresentanti del governo ottomano, con ciò denotando un

altissimo livello di corruzione se si considera che nessun console o invitato può

mai venir meno alla pratica di presentarsi, per qualsivoglia evento, con doni per

il Gran Signore53

. Nelle corrispondenze non mancano ovviamente righe

riguardanti questioni di politica interna ma quando queste sono di così poco

conto da non poter costituire l’intero contenuto del documento, sono i

particolari della vita di città o della cerchia diplomatica a farla da padrone54

.

Napoleone e le sue guerre, la prosecuzione del conflitto russo-turco, le

insurrezioni interne e le epidemie di peste comportano un cambiamento di rotta

52

Si consulti il testo di A. PEZZI, Aspettando la pace, cit., pp. 20-21. 53

Per un’indagine più approfondita si consiglia la lettura del testo di M.S. ANDERSON, The

Rise of Modern Diplomacy, New York 1993, pp. 69. 54

Per ulteriori ricerche si rimanda ai testi di R. MANTRAN, Storia dell’Impero ottomano, cit.,

p. 310 e H. NICHOLSON, Storia della diplomazia, Milano 1995, p. 43.

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nelle abitudini della cerchia diplomatica della capitale e, quindi, anche dei toni

della corrispondenza consolare, come si evince dalle missive dei consoli

Salzani. Biagio Francesco Salzani, console in carica tra il 1806 ed il 1813, si

ritrova a ricoprire tale ruolo in tempi particolarmente difficili per l’Impero,

quando il regnante è Mahmud II, promotore di un cambiamento interno

particolarmente inviso alle vecchie gerarchie che non tardano a manifestare il

loro disappunto creando delle tensioni di non poco conto, senza calcolare il

contesto internazionale non semplice in cui si trova al momento la Porta a

causa del suo coinvolgimento nel conflitto coi russi.

Le missive redatte dal Salzani descrivono una Costantinopoli ben lontana da

quella ricca di feste e cerimonie d’ogni tipo. Nel periodo del suo operato, ad

esempio, non è più assicurato l’annuale e colossale festeggiamento del

compleanno del Gran Napoleone tenuto dall’ambasciata francese55

, in quanto

le frequenti epidemie di peste e la scarsità di fondi da poter spendere ne

scoraggiano l’organizzazione. Lo stesso governo osmanlico è intento a curarsi

di ben altre problematiche rispetto alle sontuose cerimonie di palazzo.

Col Salzani si delinea il profilo di una Costantinopoli segnata dal delicato

contesto esterno che, inevitabilmente, influisce su quello interno e,

sicuramente, viceversa56

, L’Impero sta dando i primi segnali di lento,

lentissimo declino dovuto a delle mutilazioni territoriali e, probabilmente,

all’inserimento nello scenario internazionale di potenze che destano non pochi

55

Per indagare su questa tradizione e su altre dell’ambasciata francese un valido strumento di

ricerca è il testo di E. DE MARCÉRE, Une ambassade à Costantinople – La politique

orientale de la Révolution française. Paris 1927. 56

Biagio Salzani al Marchese Di Gallo (Costantinopoli, 11.IV.1809), ASN, Esteri, fasc. 5326,

ff. 318

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allarmi, così come i turchi hanno provocato timore a loro volta alle potenze

europee secoli addietro57

. Ciononostante, Salzani racconta di un popolo

conscio di una certa inferiorità numerica rispetto alle truppe russe ma che

comunque si prepara alla guerra con un certo sforzo, precisandone lo zelo, la

fermezza e l’unità nell’aspirare alla vittoria in ogni caso58

. La stessa

preparazione alla partenza del Sultano per il campo, che avviene in ritardo

rispetto alle truppe che già combattono al fronte, è guardata con solennità

dall’apprensiva popolazione così come dal rispettoso console murattiano59

.

Egli descrive le strade di Costantinopoli ingombrate dalla soldatesca, il più

delle volte intenta a molestare passanti, bottegai, magazzinieri e a sbarrare le

strade a chicchessia, attirando la sua attenzione così come le scene di forte

malcontento scatenate da importanti rincari dei prezzi per affrontare i costi

della guerra60

. I fornai sono continuamente assaliti dal popolo61

, il che alla

lunga comporterà uno scarseggiare del pane e la precipitazione in una

situazione di quasi anarchia. Gli interventi del governo porranno qualche

rimedio, ma per le strade continuano ad esserci scene di lotta tra nemici, tant’è

vero che lo stesso console racconta di essere stato costretto a barricarsi in casa

per alcuni giorni62

. Con questi equilibri senza dubbio delicati aumentano le

57

Si rinvia al testo di D. QUATAERT, L’impero ottomano (1700-1922), Cambridge 2000, pp.

211-213. 58

Biagio Salzani al Marchese Di Gallo (Costantinopoli, 26.VII.18010), ASN, Esteri, fasc.

5326, ff. 318. 59

Biagio Salzani al Marchese Di Gallo (Costantinopoli, 1.VII.1810), ASN, Esteri, fasc. 5326,

ff. 318. 60

Biagio Salzani al Marchese Di Gallo (Costantinopoli, 25.VIII.1810), ASN, Esteri, fasc.

5326, ff. 318. 61

Biagio Salzani al Marchese Di Gallo (Costantinopoli, 10.III.1810), ASN, Esteri, fasc. 5326,

ff. 318. 62

Biagio Salzani al Marchese Di Gallo (Costantinopoli, 25.VIII.1810), ASN, Esteri, fasc.

5326, ff. 318.

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possibilità di scontri e/o incidenti diplomatici, soprattutto tra la Sublime Porta e

la Francia63

, anche se non sembrano portare ad una crisi dei loro rapporti,

descritti invece dal Salzani come abbastanza saldi, nonostante questi siano

soggetti ad essere minacciati dagli inglesi che cercano di avviare ‘intrighi colla

Porta’64

in sfavore dello stesso governo napoleonico, senza però riuscire

completamente nel loro scopo, vista l’iniziale diffidenza osmanlica.

Connesse ai racconti di guerra ed alle vicissitudini tra truppe russe e turche

sono le questioni commerciali, in quanto tale scontro comporta un

atteggiamento estremamente difensivo da parte del Levante che cerca di

impedire alle navi mercantili europee movimenti per il Mar Nero sia di giorno

che di notte, pena il ‘mandarle a picco senza riguardo alla Bandiera’65

.

Essendo la corrispondenza molto fitta, non sempre viene assicurato il racconto

di importanti novità politiche o questioni interne, per cui il Salzani è talvolta

costretto a dilungarsi su questioni più ‘leggere’ come la partecipazione ad un

pranzo offerto da un altro console o feste (l’unica di cui parlerà il Salzani in

quanto l’unica ad essere organizzata in questo periodo proprio a causa della

difficoltà finanziarie in cui vertevano tutte le ambasciate) come quella

organizzata per la ricorrenza del compleanno

del Gran Napoleone e che egli scrive essere iniziata in mattinata con una

celebrazione nella Cappella di San Luigi e proseguita con la recitazione di un

63

Biagio Salzani al Marchese Di Gallo (Costantinopoli, 10.VI.1809), ASN, Esteri, fasc. 5326,

ff. 318 e Biagio Salzani al Marchese Di Gallo (Costantinopoli, 26.VII.1809), ASN, Esteri, fasc.

5326, ff. 318. 64

Biagio Salzani al Marchese Di Gallo (Costantinopoli, 25.IX.1809), ASN, Esteri, fasc. 318. 65

Biagio Salzani al Marchese Di Gallo (Costantinopoli, 1.VII.1810), ASN, Esteri, fasc. 318.

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sonetto in italiano in onore dell’Incaricato di Francia ed infine con un Ballo

protrattosi fino al mattino seguente.

Interessanti, per conoscere particolari biografici del console, sono anche i

racconti riguardoquestioni di tipo personale come la sua contrazione di un

debito col Signor Renard66

o come le descrizioni di sue particolari

problematiche di salute, che lo hanno costretto talvolta ad un’interruzione più

importante nelle comunicazioni. A ricorrere spesso nelle sue missive è anche la

preoccupazione per il futuro dei propri figli, che spesso sfocia in una richiesta

esplicita di assunzione di questi come Giovani di Lingua al servizio della

Legazione ch’egli rivolge più volte al Ministro, ottenendo infine l’assunzione

del figlio Domenico, cui viene prima affidato il ruolo di Cancelliere, il 3

Agosto 1813 e poi, dopo la conferma delle sue credenziali, il ruolo consolare

che fu del padre. Con l’insediamento di Domenico non ci sarà un cambiamento

assai rilevante nei toni e nelle tematiche delle corrispondenze, salvo un numero

importante di lettere concentrate nell’anno 1814 in cui egli richiederà la

protezione del Barone di Stürmer per se stesso e per i sudditi napoletani

trovantisi nei domini ottomani67

.

L’analisi delle corrispondenze tra i diplomatici e le madrepatrie costituisce

un’interessante possibilità di conoscere più a fondo particolari di questioni

66

Per maggiori indagini sull’affare ci si riferisca al testo M. PEZZI, Impero ottomano e

Mezzogiorno d’Italia, cit., pp.63-65. 67

Domenico Salzani al Marchese Di Gallo (Costantinopoli, 10.VI.1814), ASN, Esteri, fasc.

5326, ff. 318.

Domenico Salzani al Marchese Di Gallo (Costantinopoli, 10.VIII.1814), ASN, Esteri, fasc.

5326t, ff. 318.

Domenico Salzani al Marchese Di Gallo (Costantinopoli, 26.IV.1814), ASN, Esteri, fasc.

5326, ff. 318.

Domenico Salzani al Marchese Di Gallo (Costantinopoli, 16.XI.1814), ASN, Esteri, fasc.

5326, ff. 318.

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storiche e popolazioni che crediamo essere lontane da noi, senza considerare

che sono più vicine di quanto possano sembrare. La particolarità di queste

documentazioni è lo sguardo più che diretto sugli eventi riportati proprio

perché raccontati da chi non informa sulla base della lettura di testi o di

documenti di terzi ma sulla base di chi, nella realtà di cui parla, concretamente

vive ed opera.

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Capitolo III

Consoli e ambasciatori italiani e inglesi a Costantinopoli

Nella corrispondenza relativa al periodo 1807-1814 la maggior parte delle

informazioni da inviare ai Ministri napoletani è raccolta dal console Biagio

Francesco Salzani. Fino al 1808 è stato un negoziante napoletano68

, ma già dai

primi mesi di quell’anno ricopre la carica di Regio Cancelliere e Segretario di

legazione del Regno di Napoli. Padre di due figli, Domenico e Giacomo, cui ha

insegnato le lingue orientali una volta terminato il loro percorso di studi in

collegio. Proprio per le alte spese che questo comporta, il Salzani richiede in

più di un’occasione al Marchese Di Gallo, Ministro degli Affari Esteri cui invia

la sua corrispondenza, di assumere almeno uno dei suoi due figli come

Giovane di Lingua presso la legazione, così da poter risanare parte delle sue

finanze69

. I suoi problemi a riguardo sono stati causati soprattutto da un credito

di 2500 piastre che egli ha con il signor Renard, un cancelliere interino di

Napoli, fuggito una volta dichiaratosi fallito non sanando mai il suo debito.

Il giorno 1 Maggio 1812 Biagio Salzani riceve le credenziali per svolgere

l’attività consolare, rimanendo in carica fino al 2 Agosto 1813, anno della sua

morte a seguito di un colpo apoplettico. Grazie alla sua intercessione, il figlio

Domenico viene nominato Giovane di Lingua per la legazione di Napoli in

Costantinopoli l’11 Novembre 1807 , dopo aver ricoperto in molte occasioni il

68

Per rintracciare ulteriori informazioni biografiche si rinvia al testo di M.PEZZI, Impero

ottomano e Mezzogiorno d’Italia, cit., pp. 63-64. 69

Biagio Salzani al Marchese De Gallo (Costantinopoli, 20.I.1807), ASN, Esteri, fasc. 5326,

ff. 317.

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ruolo di dragomanno per piccoli affari di dogana e per questioni particolari

riguardanti alcuni sudditi marinari. Una volta morto il padre, si prende cura di

tutte le documentazioni della legazione da questo possedute e continua di sua

sponte la corrispondenza con la madrepatria; il suo operato non passa

inosservato al signor ambasciatore di Francia e all’Incaricato d’Affari, il signor

de la Tour-Mauburg, che ne richiedono la nomina a Cancelliere generale della

legazione, richiesta che non può però essere soddisfatta, ma che porta

comunque alla sua nomina a Cancelliere della legazione nell’agosto 1813 con

una remunerazione di 6000 piastre annue più altre 3000 come gratificazione

per lui e per la sua famiglia70

.

Tra le figure presenti all’interno di una legazione diplomatica si prevede anche

la presenza di un ambasciatore, che tiene spesso le redini dei rapporti con il

resto della cerchia diplomatica, e la scaltra gestione di queste, da parte della

legazione napoletana, è dovuta a Guglielmo Costantino Ludolf, figlio del

precedente ambasciatore napoletano Guglielmo Maurizio Ludolf. Originario di

Erfurt, in Turingia, ricopre la carica che fu del padre tra il 1789 ed il 1817.

Prima di avviare la sua carriera, il 24 Giugno 1781 sposa Elénore Weyröhter,

con la quale parte subito dopo per un viaggio di nozze verso l’Italia allo scopo

di omaggiare il sovrano borbonico. Del privato del giovane Ludolf si apprende

poco e le scarne informazioni che si hanno fanno ipotizzare sia padre di almeno

quattro figli: François-Costantin che morirà a causa di una violenta epidemia di

vaiolo scoppiata a Costantinopoli nel 1783, Paolo, Carolina e Giuseppe

70

Biagio Salzani al Marchese Di Gallo (Costantinopoli, 3.VIII.1813), ASN, Esteri, fasc. 5326,

ff. 317.

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30

Costantino, che proseguirà la carriera diplomatica del padre e del nonno.

Guglielmo Costantino riesce ad avviare la sua carriera diplomatica grazie

all’intercessione paterna, che richiede per lui un incarico al servizio del Regno

che gli viene quasi subito affidato, in quanto il governo borbonico ha già avuto

testimonianza delle abilità del giovane Ludolf e della sua vasta conoscenza

acquisita soprattutto nei suoi lunghi viaggi. Infatti, nel Maggio 1781 il padre si

dimette e al suo posto, nel marzo dell’anno seguente, subentra Guglielmo

Costantino.

A Marzo 1788 risale la prima volta in cui egli rappresenta il governo

napoletano in occasione di un’udienza che ottiene dal Gran Visir e le sue prime

corrispondenze col ministro degli Esteri napoletano avvengono nel 1789,

nonostante queste siano ancora supervisionate e corrette dal padre che muore

però il 22 Aprile 1793, pochi mesi dopo la dipartita della consorte.

Il giovane Ludolf ha così la possibilità di mostrare appieno le proprie abilità,

apprezzatissime sia dalla cerchia diplomatica europea a Costantinopoli sia

dallo stesso governo osmanlico. Difatti, se tutti gli altri rappresentanti sono

spesso sostituiti, egli si distingue per essere quello rimasto alla guida di

un’ambasciata estera sul suolo ottomano ininterrottamente dalla rivoluzione

francese al Congresso di Vienna, complice la sua profonda conoscenza degli

usi e costumi osmanlici in quanto nato e cresciuto in quei territori.

Personalità forte e leale, l’eco dei suoi traguardi è forte al punto che lo stesso

Napoleone tenta di averlo a suo servizio, ricevendo sempre un secco rifiuto in

quanto Ludolf dichiara di essere estremamente contrario alle idee repubblicane.

Tali rifiuti gli valgono una sempre maggior stima dei governanti turchi,

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31

prescindendo dai vari Ministri che si alternavano al Divano, soprattutto

considerando il fatto che il console murattiano vive in condizioni

finanziariamente misere essendo anche parecchio indebitato.

Nel biennio 1803-1804 egli si assenta da Pera per compiere un lungo viaggio a

Napoli allo scopo di omaggiare il sovrano e di sistemare degli affari privati;

vive poi a Roma, Vienna e San Pietroburgo, dove la figlia diviene damigella

d’onore dell’Imperatrice Madre. Al suo ritorno, nel Settembre 1804, viene

costretto ad un periodo di quarantena di venti giorni a causa dell’epidemia di

peste scoppiata ad Odessa ma nell’Ottobre dello stesso anno può riprendere le

sue funzioni. Nel 1817, dopo 28 anni di servizio presso la Legazione

napoletana, viene destinato alla prestigiosa sede di Londra71

.

Nelle lettere del Salzani egli accenna in più di un’occasione a come il conte

Ludolf si trovi a proprio agio con i funzionari dell’ambasciata inglese,

instaurando con loro un rapporto quasi preferenziale. All’interno di questa si

sono succeduti tre funzionari diplomatici durante il Decennio francese e il

primo di questi, in ordine cronologico, è Robert Adair72

che nasce a Londra nel

Maggio 1763 e in gioventù frequenta la Westminister School e l’Università di

Göttingen. Grazie ai suoi viaggi in Europa, in particolare a Berlino, Vienna e

San Pietroburgo ha la possibilità di poter studiare gli effetti della Rivoluzione

francese oltre ad acquisire conoscenze per la propria carriera diplomatica.

Tra il 1799 ed il 1812 diviene membro della fazione Whig del Parlamento

inglese e durante questi anni sposa la figlia del Marchese de l’Escuyer

71

M. PEZZI, Impero ottomano e Mezzogiorno d’Italia, cit., pp. 51-58. 72

Si rinvia al sito http://www.historyofparliamentonline.org/volume/1790-1820/member/adair-

robert-1763-1855

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d’Hazincourt, Angélique Gabrielle con la quale vivrà però un matrimonio

definito ‘disastroso’.

Nel Giugno 1808 è spedito a Costantinopoli, da George Canning statista e

politico inglese, per prestare servizio all’ambasciata britannica e l’abilità con

cui opera durante tale incarico gli vale la nomina a Cavaliere nel Molto

Onorevole Ordine del Bagno e a membro del Consiglio Privato di Sua Maestà

nel 1828. Destinato alla missione diplomatica in Belgio tra il 1831 ed il 1835 in

cui mise in campo la propria diplomazia per il conflitto tra fiamminghi e

danesi, si garantisce così la nomina anche a Cavaliere di Gran Croce, una delle

classi del Molto Onorevole Ordine del Bagno. Morirà il 3 Ottobre di quindici

anni dopo aver pubblicato un memoriale delle sue attività diplomatiche svolte

nell’Ottocento.

A ricevere le credenziali per svolgere l’attività diplomatica nell’ambasciata

inglese, successivamente ad Adair, è Stratford Canning, cugino del politico

George Canning che nasce il 4 Novembre 1786 e diviene molto noto proprio

per la sua missione diplomatica nell’Impero Ottomano73

. Con il suo operato

l’Inghilterra diventa una presenza forte nell’Impero turco, addirittura finendo

col dare la percezione che i turchi siano sempre più sotto l’evidente influenza

inglese. Il suo percorso di studi inizia ad Eaton e prosegue al King’s College e

per quanto concerne il suo privato sono noti i suoi due matrimoni: il primo con

Harriet Raikes che muore però a 27 anni probabilmente di parto e il secondo

con Eliza Charlotte Alexander con la quale genera almeno cinque figli, di cui

73

Per ulteriori accenni biografici si consulti il sito

http://www.historyofparliamentonline.org/volume/1820-1832/member/canning-stratford-1786-

1880

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solo quattro sopravvissuti fino all’età adulta, lasciando però l’ambasciatore

senza una discendenza.

Egli inizia la sua carriera diplomatica con una missione in Danimarca nel 1807

e nell’anno seguente compie il suo primo viaggio a Costantinopoli a seguito

dell’ambasciatore Adair. Quando questi lascia la capitale turca, egli viene

nominato Ministro plenipotenziario e risulta molto rilevante nei negoziati di

pace del Trattato di Bucarest del 1812. Tornato a Londra, nel 1814 ricopre il

ruolo di inviato straordinario e Ministro plenipotenziario in Svizzera e in

Ottobre di quello stesso anno si reca a Vienna dove agisce come aiuto di Lord

Castlereagh. Mandato a Washington, egli ricopre il medesimo ruolo ricoperto

in Svizzera e nel 1820 anch’egli diviene parte del Consiglio Privato di Sua

Maestà. L’elenco delle sue missioni si arricchisce ulteriormente nel 1823

quando viene mandato in Russia, per poi essere reimpiegato a servizio della

madrepatria a Costantinopoli nel 1825 col ruolo di ambasciatore, lasciando

però la città nel 1827 per seguire la Battaglia di Navarino e fare ritorno a

Londra dove si stabilisce per alcuni anni tentando di far carriera nella politica

inglese. Nel 1831 è impiegato nuovamente come ambasciatore nella capitale

ottomana, seppur per breve tempo, facendovi ritorno infatti l’anno seguente ed

accettando in seguito l’incarico nell’ambasciata di Madrid.

L’incarico turco più lungo che accetta è da lui ricoperto tra il 1842 ed il 1852

ed è proprio durante questo arco di tempo che si costruisce il suo prestigio. Una

volta tornato a Londra, egli spera che gli sia offerta una qualsiasi altra

ambasciata straniera, magari quella parigina, ma è invece prima nominato

Visconte Stratford de Redcliffe nella Contea del Somerset e poi, alla fine del

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1852, nuovamente incaricato per una missione turca. Quest’ultimo incarico

presso la capitale ottomana è probabilmente tra quelli più ardui, in quanto

Canning si ritrova a dover fronteggiare la conflittualità tra Napoleone III e

Nicola I che sfocia nella guerra di Crimea; ed è in questa occasione che

l’ambasciatore viene accusato di incoraggiare i turchi a respingere qualsiasi

pacificazione. Dal 1858 fino alla sua morte, avvenuta il 14 Agosto 1880, egli

decide di vivere una vita ritirata, dedicandosi ad attività scolastiche e

partecipando a riunioni della Camera dei Lords, nella quale parla

frequentemente di politica estera e nel 1869 è insignito come membro

dell’Ordine della Giarrettiera.

Alla figura di Canning succede quella di Robert Liston74

. Egli nasce nel 1742 a

Kirkliston, in Scozia e frequenta l’Università di Edimburgo; sposa, senza

generare figli, Henrietta Marchant di Antigua, un’ereditiera dotata di

particolare fascino e tatto, qualità che torneranno spesso utili alle attività

diplomatiche del marito.

Anche Liston, come i suoi citati predecessori all’ambasciata inglese a

Costantinopoli, fa parte del Consiglio Privato di Sua Maestà e nel 1816 viene

premiato con la nomina a Molto Onorevole Ordine del Bagno. Grazie alla sua

conoscenza di 10 lingue, è impiegato in diverse ambasciate inglesi, tra cui

quella spagnola nel 1783, seguita da quella svedese tra il 1788 ed il 1793 e da

74

Si rimanda al sito

http://books.google.it/books?id=eLkTAAAAQAAJ&pg=PA27&lpg=PA27&dq=robert+liston+

diplomat+biography&source=bl&ots=7tsIloMq-

w&sig=kaGt5DPBvpjs_uS7cUp726EbQDw&hl=it&sa=X&ei=kr3UUbD9KsjS4QTyp4GACw

&ved=0CC4Q6AEwADgU#v=onepage&q=robert%20liston%20diplomat%20biography&f=fal

se

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35

quella ottomana nel triennio 1793-1796 e nel 1812. Tra il 1796 ed il 1803

ricopre ruoli straordinari presso l’ambasciata degli Stati Uniti, della Repubblica

Batava e della Danimarca. Muore nel 1836, circa sei anni dopo Henrietta.

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36

Capitolo IV

La politica estera inglese tra Mediterraneo e Mar Nero nella

corrispondenza della legazione napoletana: rapporti regolari

(1807-1814)

Analizzare documentazioni archivistiche ed in particolare le corrispondenze

diplomatiche permette di dare una visione molto più completa e dettagliata di

un evento o di un periodo storico e ne permette l’arricchimento attraverso

dettagli non noti. Questo è il risultato cui si arriva se si esamina la

corrispondenza dei consoli Salzani inerente al periodo 1809-1814 che riguarda

la descrizione della politica estera inglese in questo decennio.

Per comprendere efficacemente questa è fondamentale considerare innanzitutto

il conflitto d’interessi creatosi tra l’Inghilterra e la Francia e scatenato da

motivazioni commerciali cui, col tempo, la prima conferisce anche una

connotazione politico-ideologica. Questa evoluzione del conflitto avviene

conseguentemente all’evidenza dei fatti: Napoleone ha fortemente scosso gli

equilibri europei e alto è il rischio della diffusione degli ideali rivoluzionari,

per cui l’Inghilterra inizia ad essere cosciente del fatto che sconfiggere la

Francia non è più possibile col solo uso della forza, in quanto questa è abile

nell’imporre il suo modello di governo nei territori di cui acquisisce il

controllo.75

75

Per un approfondimento di questa tematica si rimanda al testo di D. D’ANDREA, La insular

strategy della Gran Bretagna in Mediterraneo e/è Mar Nero, p. 193.

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37

Dal canto loro, i francesi tentano di escludere gli inglesi dagli equilibri

economico-politici europei con scarsi risultati, visto l’intensificarsi della

presenza marittima inglese nel Mediterraneo76

.

Molto ben evidente, soprattutto nella corrispondenza diplomatica di Biagio

Salzani, è questo astio reso ancora più palese da un particolare episodio che

riguarda la diffusione di un bollettino di matrice inglese, in cui vi è

l’espressione di tutto l’odio nei confronti dei nemici francesi e la cui infamità

scatena una tale eco da portare il governo osmanlico ad intimare

all’ambasciatore inglese di non fabbricarne altri per nessun motivo77

.

I tentativi di minare alla posizione francese nel Mar Nero non si traducono solo

in azioni eclatanti, poiché nella maggior parte della sua corrispondenza il

Salzani riporta l’uso inglese di strategie applicate molto più in sordina o di

tentativi di intrighi politici avviati con il governo della Porta che, però, e a detta

del console napoletano, per fortuna non sembrano sortire molti effetti,

soprattutto dopo la diffusione di una notizia, non accertata, di un probabile

allontanamento dell’allora ambasciatore inglese Robert Adair dovuto ad

un’ipotetica pace tra Francia e Austria che dovrebbe poi portare ad una

riconciliazione coi russi.

Sarebbe quantomeno erroneo identificare solo la componente ideologica nel

conflitto franco-inglese, in quanto questa funge solo da copertura per celare un

76

Consultare i seguenti testi per ulteriori riferimenti: E.H. CARR, Great Britain as a

Mediterranean Power, Nottingham 1937, p. 50 e C.R. RICOTTI, Il costituzionalismo

britannico nel Mediterraneo1794-1818, Milano-Roma 2005, p.10. 77

Biagio Salzani al Marchese Di Gallo (Costantinopoli, 25.IX.1809), ASN, Esteri, fasc. 5326,

ff. 318.

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38

più semplicistico desiderio di predominio inglese sulle vie del commercio

orientale con annesso tentativo di scalzare i francesi dal loro primato78

.

Questi ultimi, insieme alla Russia, riescono a sconvolgere l’equilibrio di potere

europeo per cui gli inglesi si convincono di poter affrontare questa realtà

‘inglesizzando’ tutti i territori insulari europei ritenuti strategici, come la Sicilia

e Malta79

. L’adozione di questa politica ‘talassocratica’ viene inizialmente

applicata nel tentativo di stanare l’espansione francese ma, col tempo, diviene

uno strumento per diffondere gli ideali costituzionali inglesi in quelle isole

rimaste al di fuori del controllo giacobino, per cui dal XIX secolo vascelli

inglesi attraversano il Mediterraneo accrescendo così le basi navali della

madrepatria80

. La politica talassocratica e quindi di controllo insulare non è

applicato solo nei territori non già sotto il controllo francese: talvolta, proprio

per creare dei movimenti anti-giacobini e per minare l’autorità francese, questa

politica viene perseguita su isole già occupate da Napoleone, come dimostra il

già citato ‘affare Dendrinò’81

che comporta una rumorosa qurelle diplomatica

tra i due governi.

La forte spinta inglese a perseguire così fortemente tali obiettivi commerciali e

politico-ideologici comporta talvolta l’avvenire di episodi anche abbastanza

ambigui di cui non sempre se ne comprende la natura o addirittura la veridicità,

come quello avvenuto nell’inverno del 1810 in cui tra turchi e francesi inizia a

78

Per una panoramica sull’argomento si rinvia a M. PEZZI, Aspettando la pace, pp. 36-39. 79

Si effettuino ulteriori ricerche nei testi di M. D’ANGELO, Mercanti inglesi a Malta (1800-

1825), Milano 1990, p. 57 e D. D’ANDREA, La insular strategy, p. 93. 80

Ulteriori informazioni sono rintracciabili nel testo di F. CANALE CAMA, D. CASANOVA,

R.M. DELLI QUADRI, Storia del Mediterraneo moderno e contemporaneo, cit., p. 229. 81

Biagio Salzani al Marchese Di Gallo (Costantinopoli, 10.VII.1809), ASN, Esteri, fasc. 5326,

ff. 318 e Biagio Salzani al Marchese Di Gallo (Costantinopoli, 11.XII.1809), ASN, Esteri, fasc.

5326, ff. 318.

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39

girare la voce che una squadra di circa 20 imbarcazioni inglesi sta viaggiando

per il Mediterraneo in direzione del Bosforo. La popolazione si divide a

seconda delle diverse interpretazioni del fatto: taluni ritengono che lo scopo di

tale atto possa essere politico e quindi architettato nel tentativo di incitare i

turchi ad appoggiare gli interessi inglesi; altri guardano all’episodio come

espressione della volontà inglese di unirsi alle truppe ottomane e insieme

sconfiggere i russi. Qualunque sia l’interpretazione giusta nessuna delle due

sarà mai né confermata né smentita82

.

Per raggiungere i propri scopi economici e commerciali in Oriente gli inglesi

hanno bisogno di essere supportati dal protagonista ottomano e i rapporti tra i

due, descritti da Biagio Salzani e dal figlio Domenico, non sembrano da

interpretarsi in accezione solo positiva o solo negativa ma bisogna denotarne

una maggior complessità e, se si vuole, anche una certa ambiguità. Infatti, in

molti casi, la Porta appare ammaliata dai vari ambasciatori britannici, tant’è

vero che, nelle sue corrispondenze, Salzani precisa quanto le relazioni tra

questi due attori siano distese ma occulte, esprimendo molta

preoccupazione per l’eventualità che i turchi perseverino nel farsi influenzare

dagli inglesi83

, preoccupazione acuitasi con la diffusione della notizia che

l’ammiraglio inglese Sidney Smith sta per giungere nel mare turco per proporre

al governo un’alleanza in funzione anti-russa84

.

82

Biagio Salzani al Marchese Di Gallo (Costantinopoli, 10.III.1812), ASN, Esteri, fasc.5326,

ff. 318. 83

Biagio Salzani al Marchese Di Gallo (Costantinopoli, 25.I.1810), ASN, Esteri, fasc. 5326,

ff. 318. 84

Biagio Salzani al Marchese Di Gallo (Costantinopoli, 10.III.1810), ASN, Esteri, fasc. 5326,

ff. 318.

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40

Nonostante i momenti di benevolenza turca sembra comunque chiaro che

l’Inghilterra sia dedita a macchinazioni e a politiche non così trasparenti,

perseguendo progetti non sempre chiari di cui lo stesso console napoletano

dichiara saper poco. I rapporti spesso amicali tra le due potenze non devono

però trarre in inganno: è evincibile che se la storia racconta di un’importante

penetrazione estera negli affari dell’Impero tale da esserne in parte causa del

crollo, è anche vero che non dev’essere stata un’interferenza troppo facile da

realizzare in quanto, come ovvio, l’impero osmanlico non spiana di certo la

strada alle potenze europee per permettere facilmente la loro ingerenza nei suoi

affari. Nelle lettere analizzate è infatti chiaro come gli ambasciatori inglesi,

Adair prima e Stratford Canning dopo, non riescano ad ottenere sempre la

realizzazione dei propri progetti dovendosi scontrare con la testardaggine e le

politiche ottomane in più di un’occasione, come accade ad esempio con la

questione russa. In merito Salzani racconta di numerose conferenze tra

l’ambasciatore inglese ed il governo osmanlico avvenute successivamente alla

stipulazione della pace tra i primi e la Russia, rischiando però di

compromettere notevolmente i rapporti con i turchi ancora impegnati nel

conflitto contro le truppe di Alessandro I85

.

Per evitare questo effetto collaterale, Canning cerca di avvicinare le due

posizioni per raggiungere un accordo di pace, incontrando però la forte

resistenza ottomana, tant’è vero che, proprio a riguardo, il console napoletano

85

Biagio Salzani al Marchese Di Gallo (Costantinopoli, 10.III.1812), ASN, Esteri, fasc. 5326,

ff. 318.

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41

racconta di una scenata avvenuta in un incontro con il Reis Effendi in cui,

preso dalla collera per non essere riuscito a convincere

il governo osmanlico ad accettare la sua proposta, l’inglese millanta di

allontanarsi dal paese coi suoi collaboratori86

.

I rapporti anglo-russi successivi alla stipulazione della pace sono descritti come

di forte intesa e a dimostrazione di ciò Salzani riporta al Ministro degli Esteri

Di Gallo della visita di un ufficiale russo, tale Sig.re Bulcacoff, figlio di un

ministro russo in Costantinopoli e vecchia conoscenza dell’ambasciatore

inglese, che viene ospitato dal Canning nel Palazzo d’Inghilterra insieme col

suo dragomanno. A destare maggiore curiosità è il repentino cambio di

programma circa la partenza dell’ospite, annullata a tempo indeterminato una

volta che questi è messo al corrente dell’arrivo del nuovo ambasciatore inglese

(Canning sta per portare a termine il suo incarico), tale Sir Robert Liston. Per

giustificare la sua improvvisa permanenza e il suo trasferimento in una piccola

casa indipendente, gli viene riconosciuto un Diploma d’Incaricato di Russia.87

Intanto è in corso la registrazione dell’insediamento del Liston e si diffonde la

notizia di una conclusa ma non troppo pubblicizzata pace russo-turca, che

provoca non poco entusiasmo nel partito anglo-russo, al punto da ipotizzare la

possibilità di fondare una straordinaria ambasciata che rappresenti lo zar nei

territori ottomani. Questa appare però essere più un’idea dettata dagli

entusiasmi che da una reale possibilità che possa realmente verificarsi in

86

Biagio Salzani al Marchese Di Gallo (Costantinopoli, 26.III.1812), ASN, Esteri, fasc. 5326,

ff. 318. 87

Biagio Salzani al Marchese Di Gallo (Costantinopoli, 18.VI.1812), ASN, Esteri, fasc. 5326,

ff. 318.

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42

quanto, secondo il Salzani, allo stato delle cose non sarebbe possibile88

.

Se il partito anglo-russo si invischia in una serie di accordi e trame celate al

resto della cerchia diplomatica e alla Porta stessa, è anche vero che non sempre

questo è abile nel lasciarle passare in sordina: il console napoletano è testimone

di un episodio che consiste nello scoppio di alcuni razzi nelle notti del 22 e del

24 Novembre 1812 a Buyuk Dere nel Palazzo del Signor d’Italinsky,

plenipotenziario di Russia, e contemporaneamente, nel giardino del Palazzo

d’Inghilterra a Costantinopoli. L’episodio avviene apparentemente senza

motivo né tantomeno in occasione di una qualche vittoria congiunta sui fronti.

Salzani si augura siano solo dicerie, altrimenti sarebbe da ritenersi più che certa

la forte amicizia tra le due parti e la congiunzione dei loro obiettivi89

.

La sostituzione di Robert Adair con Robert Liston non comporta stravolgimenti

degni di nota, in quanto il neo-console persegue gli obiettivi della madrepatria

similmente al predecessore, senza quindi rendere troppo noti i suoi movimenti

e i suoi interessi così come quelli della madrepatria e, come il precedente

rappresentante, anch’egli sembra ben trovarsi con il napoletano Conte Ludolf,

il quale vive per tutto l’anno a Buyuk Dere e alloggia dallo stesso Liston le rare

volte che si reca in città.

I rapporti tra questo e l’ambasciata inglese si rintracciano già dalle

corrispondenze del 1812 in cui il Salzani descrive il non interesse del Signor

Canning a frequentare altri della cerchia diplomatica, se non lo stesso Ludolf

che, a sua volta, ha visibilmente instaurato con l’ambasciatore un rapporto

88

Biagio Salzani al Marchese Di Gallo (Costantinopoli, 10.VIII.1812), ASN, Esteri, fasc.

5326, ff. 318. 89

Biagio Salzani al Marchese Di Gallo (Costantinopoli, 26.X.1812), ASN, Esteri, fasc. 5326,

ff. 318.

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43

quasi preferenziale90

giustificato forse dal fatto che egli si veda assegnare dal

Canning alcuni fondi per vivere, in quanto economicamente alle

strette e parecchio indebitato. Questo è sicuramente il motivo per cui

l’Inghilterra si adopera molto per nominarlo Ministro della Corte di Palermo,

arrivando addirittura a passare una somma di denaro alla Porta per far sì che

questo accada o comunque per trovar lui una collocazione di un qualsiasi

rango, incontrando però la secca resistenza osmanlica. Tale forte cooperazione

diplomatica porterà poi le due parti a concludere una convenzione nell’anno

successivo, per permettere un libero commercio tra i rispettivi porti91

.

Il rapporto tra la diplomazia inglese e il governo turco non è assolutamente

nuovo a tentativi di corruzione o ‘strane’ intese che alludano ad altri fini e non

bisogna andare molto indietro nel tempo rispetto al Decennio francese per

rintracciare altri episodi del genere: si può considerare un avvenimento del

1803, raccontato dal cancelliere napoletano Giacomo De Marini, in cui una

nave inglese ormeggiata nel porto saluta il passaggio del Gran Signore con 21

spari di cannone. Per questo gesto il sultano decide di ringraziare il capitano

della nave con una tabacchiera tempestata di preziosi, gli ufficiali della nave

con fazzoletti ricamati di pregiatissima fattura ed il resto dell’equipaggio con

alte somme di danaro ciascuno. Una serie di omaggi di questa portata

90

Biagio Salzani al Marchese Di Gallo (Costantinopoli, 26.XI.1812), ASN, Esteri, fasc. 5326,

ff. 318 e Biagio Salzani al Marchese Di Gallo (Costantinopoli, 25.I.1813), ASN, Esteri, fasc.

5326, ff. 318. 91

Domenico Salzani al Marchese Di Gallo (Costantinopoli, 9.IV.1814), ASN, Esteri, fasc.

5327, ff. 320.

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insospettiscono il cancelliere il quale ne deduce l’elargizione per motivi ben

differenti dalla semplice riconoscenza e ben più celati92

.

Così come pervengono testimonianze di proficui rapporti tra l’Impero e la

potenza marittima, si hanno particolari anche riguardo incidenti diplomatici

avvenuti tra questi, tra cui spicca quello riguardante la richiesta agli osmanlici

avanzata da Liston di nominare il Console inglese Mons. Morien ambasciatore

e ricoprire congiuntamente la carica. La risposta ottomana è di ovvia natura

negativa, in quanto non è ammissibile riconoscere due rappresentanti per uno

stesso paese e per giunta di pari rango, per cui il massimo che se ne può

ricavare è nominare tale Console Morien come capo dei negozianti inglesi

stabilitisi nel Levante, con la funzione di essere un rifermento per gli altri

commercianti inglesi e riferire di quanto accade tra questi all’ambasciatore

inglese in carica, il quale a sua volta ne da comunicazione alla Porta, cosicché

Morien non possa avere con questa né con la Corte di Londra nessun contatto,

nemmeno di tipo epistolare93

.

Una delle questioni rimaste irrisolte che hanno origine ben prima del Decennio

Francese è la guerra di corsa ad opera dei pirati presenti nelle reggenze

barbaresche, che depredano navi e annessi carichi, salvo quelli appartenenti a

paesi stranieri coi quali questi concludono accordi commerciali.

Un caso che riguarda direttamente il consolato napoletano è quello del

Capitano Vincenzo Cacace, un sorrentino che naviga con ciurma napoletana e

che ha spesso navigato con bandiere estere, tra cui quella francese che

92

Una più ampia panoramica è possibile attraverso il testo di M. PEZZI, Impero ottomano e

Mezzogiorno d’Italia, p. 94. 93

Biagio Salzani al Marchese Di Gallo (Costantinopoli, 26.X.1812), ASN, Esteri, fasc. 5326,

ff. 318.

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45

l’ambasciatore Horace Sébastiani gli promette per commerciare esclusivamente

in porti turchi e russi che affaccino sul Mar Nero e non su quello Bianco. Il

Cacace è spesso anche navigante sotto protezione turca e nel 1812 acquisisce

quella inglese per un viaggio con destinazione Malta94

. Il comandante diviene

però vittima di un sequestro corsaro proprio nell’arcipelago maltese da parte di

pirati che giudicano di loro interesse sia la nave che il carico, rilasciando lo

stesso Cacace e l’equipaggio. Egli decide quini di recarsi a Chio per fondare un

suo Consolato di Mare e, successivamente, si presenta all’ambasciata

napoletana a richiedere aiuto per la sua causa; aiuto che però lo stesso Salzani

ritiene difficile da offrirgli in quanto il comandante continua a voler essere un

protetto inglese, per cui l’ambasciata napoletana è impossibilitata ad agire in

prima persona.

Il console napoletano si dichiara comunque intenzionato ad aiutarlo per quanto

possibile e inizia innanzitutto dal recupero dei nominativi dell’intero

equipaggio dichiarando, però di voler agire con delicatezza estrema per non

creare ulteriori problematiche, qualora anche questi avessero voluto persistere

nel rimanere protetti inglesi.

Il console murattiano informa il Ministro degli Affari Esteri di conoscere da

tempo il Cacace e di sapere che egli risiede a Galata con una donna greco-

cattolica nativa dell’isola di Tinos con cui ha avuto alcuni figli, dei quali solo

un maschio ed una femmina sono però sopravvissuti. Il console murattiano

conosce anche la situazione economica non molto florida del capitano ed anzi

94

Biagio Salzani al Marchese Di Gallo (Costantinopoli, 10.IX.1812), ASN, Esteri, fasc. 5326,

ff. 319.

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chiede al Ministro Di Gallo se non sia più consono tentare di aiutarlo

finanziariamente per ricacciarlo da quella non umana condizione, in quanto

pesa già fortemente aver perso la sua nave e tutto il suo carico95

. Nell’ inverno

del 1813 i bastimenti inglesi non sembrano avere molta fortuna nei loro viaggi:

a Gennaio alcuni di questi, una volta superato lo stretto dei Dardanelli,

vengono bloccati dal governo ottomano in quanto venuti a conoscenza del

particolare che non si tratta di merci e carichi coloniali, bensì di carichi di

munizioni di guerra. Alla richiesta da parte del ministro inglese per il passaggio

del carico in Mar Nero, il governo turco risponde con un rifiuto secco per poi

intimare al Sig. Liston di rispedire il carico in madrepatria96

.

Un secondo sfortunato evento si presenta nello stesso mese, quando un corsaro

francese preda ben tre bastimenti inglesi, di cui uno carico di vino, l’altro di

commestibili vari ed il terzo, partito da Malta, ricco di caffè, zuccheri ed altre

merci pregiate. Nonostante le rappresaglie corsare, la politica talassocratica

inglese non accenna ad affievolirsi e uno degli ultimi esempi risale a Luglio

1814, quando il Liston riceve da Corfù la notizia che le truppe di Sua Maestà

inglese ed i suoi alleati hanno occupato la suddetta isola, costringendo il

Governatore napoleonico Francis Donzelot, insignito a tale carica proprio per

proteggere l’isola da eventuali attacchi inglesi, a lasciare l’isola e a tornare in

Francia insieme con tutta la milizia ed i collaboratori. Liston scopre in seguito

che l’accaduto si è verificato ben prima, nel mese di Giugno, ma Domenico

Salzani, intanto succeduto al padre Biagio nella carica di console della

95

Biagio Salzani al Marchese Di Gallo (Costantinopoli, 10.XII.1812), ASN, Esteri, fasc. 5326,

ff.319. 96

Domenico Salzani al Marchese Di Gallo (Costantinopoli, 25.V.1813), ASN, Esteri, fasc.

5326, ff. 319.

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legazione, riporta che neanche lo stesso conte Andreossy, l’ambasciatore di

Francia, ha ricevuto notizie dell’accaduto né tantomeno di una pace conclusasi

successivamente; riceverà, invece, una piccola summa degli avvenimenti

tempo dopo, coll’ordinario di Vienna. Andreossy, riconfermato al suo ruolo,

notifica al Liston l’avvenuta pace tra le due parti e, visto che è usanza

attendere che il primo passo per le questioni importanti tra le ambasciate delle

due nazioni lo faccia proprio l’ambasciatore francese, questi decide di

attendere il Liston nella chiesa del suo Palazzo, che si presenta poco dopo con

la consorte e con gran parte del suo entourage. Liston, per celebrare

l’avvenuta pace, fa illuminare una facciata del suo Palazzo in maniera così

visibile che lo stesso Salzani lo definisce ‘un colpo d’occhio’. Al termine del

racconto di tale avvenimento, il Salzani accenna ad un episodio assai

particolare: in quello stesso mese i Ministri di Francia, Inghilterra, Russia ed

Austria ricevono una lettera anonima97

in cui si rendono note ingiustizie ed

abusi gravi avvenuti all’interno delle loro Cancellerie, con allegata minaccia

che se tali situazioni non sono domate al più presto gli anonimi mittenti

scateneranno tumulti di egual portata a quelli accaduti a Smirne nel 179798

.

97

Domenico Salzani al Marchese Di Gallo (Costantinopoli, 25.VII.1814), ASN, Esteri, fasc.

5327, ff.320. 98

L’avvenimento accadde in occasione di una rissa che scoppiò tra un venetoed un

Giannizzero posto a guardia di un teatro che tentava di impedirgli di entrare senza pagare per

vedere lo spettacolo. Durante la rissa il veneto sparò un colpo di pistola uccidendo il

Giannizzero causando un imprevedibile tumulto. Il corpo dei Giannizzeri chiese al governo la

consegna dell’uccisore senza alcun risultato, per cui per protesta appiccò un incendio nel

quartiere franco, uccise dei greci che erano per strada e molestò ed uccise dei turchi

continuando ad appiccare in tutto il quartiere dei fuochi di cui furono vittime tutti i palazzi

consolari. Gli impiegati delle ambasciate, insieme con gli stessi consoli si rifugiarono sulle

navi e anche i negozianti cercarono di trarre in salvo le loro merci. I tumulti continuarono per

un paio di giorni distruggendo grandissima parte del quartiere.

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48

Appendice

Eccellentissimo Signore!

A Sua Eccellenza Il Signore

Marchese dè Gallo

Ministro degl’Affari Esteri

di Sua Maestà Il Re

Delle due Sicilie

Napoli

Ho l’onore di presentare alla Grandezza di Vostra Eccellenza la copia

dell’ultima sommessa mia.

Mi rifferisco a quanto detto con suddetta ultima mia umilissima intorno

gl’affari Politici che d’un giorno all’altro s’intorbidiscono viappiù e

generalmente. Il gran Visir Y.P. è ben arrivato ed ha molto bene preso le

Redini del suo Sublime posto, dicesi che non lascierà la Capitale ma bensì

destinerà nelle sue veci un Generalissimo a dirigervi le armate Ottomane.

In oltre poi si parla in Paese pubblicamente della freddezza nata fra qto

governo con l’Incaricato di Francia lacchè mi dispiace al sommo; Il publico

pretende e vuole che questa Rottura sia inevitabile; se ciò sarà si vede

chiaramente che l’Ambasciatore D’Inghilterra predomina; giachè sin dal suo

arrivo le cose hanno cambiato d’aspetto di molto; ripeto, quale sarà la nostra

sorte dietro questi sconvolgimenti che si succedono spesso.

[…]

Ho l’alto onore di rassegnarmi sempre nelle distinte grazie della Grandezza di

Vostra Eccellenza.

Costantinopoli ad 10.Maggio 1809

L’U.mo Devotis.mo ed

U.mo Servitore

Vero

Per ulteriori informazioni sull’episodio si consulti il documento <<Gazzetta Universale: O

Sieno Notizie Istorice, Politiche, Di Scienze, Arti Agricoltura, EC, Volume 24>>.

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Biagio Salzani

A Sua Eccellenza Il Signore

Marchese dè Gallo

Ministro degl’Affari Esteri

di Sua Maestà Il Re

Delle due Sicilie

Napoli

Eccellentissimo Signore!

Ho l’onore di rimettere alla Grandezza di Vostra Eccellenza qui retro la Copia

dell’ultima sommessa mia de’10. Corrente dappoi in qua non essendovi nulla

di rimarchevole degno della sua curiosità, gli dirò soltanto che domani seguirà

la paga de’ Giannizzeri, e fra dieci o quindeci giorni, Il Generalissimo si

metterà in marcia con un numero di circa 100/mille uomini di truppe.

Lo spagnuolo in questione come marcatole in Copia nominato don Juan Iabat

sedicente Ministro spagnuolo è ben qui giunto sono alcuni giorni, ed ha preso

quartiere in una locanda in Pera. Il di 22 Corrente ebbe /accompagnato dal

Sig.re Pisani G.mo Dragomano D’Inghilterra / una audienza particolare del

Reis-Effendi, m’imagino che frà puochi giorni si sviluperà il nodo gordiano

giacchè sin qui non si sa precisamente, quale fù il risultato di questa

conferenza. Frattanto gli dirò che l’Inghilterra gli à ottenuto una guardia di

Giannizzeri, cioè orlà guardia di onore che si suole accordare dalla Porta, tal

distinzione alli Ministri Europei, su tutto ciò non mi permetto nissuna

riflessione lascio il tutto ciò al sublime intendimento dell’Eccellenza Vostra.

Dicesi presentemente che la flotta ottomana partirà forsi per il Mare nero;

tuttavia si trova ancorata in Porto.

[…]

Ho costantemente l’alto onore di rassegnarmi sempre nelle distinte grazie

dell’Eccellenza vostra.

Costantinopoli ad 26.Giugno 1809

L’U.mo. Devotis.mo ed

U.mo Servitore

Vero

Biagio Salzani

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A Sua Eccellenza Il Signore

Marchese dè Gallo

Ministro degl’Affari Esteri

di Sua Maestà Il Re

Delle due Sicilie

Napoli

Eccellentissimo Signore!

In seguito di quello ebbi l’alto onore di dirgli nell’ultima sommessa mia data

26. Scaduto Giugno gli dirò che in fatti la Paga de’ Giannizzeri seguì il giorno

prefisso e che il Giannizzar Agà marciò sin de’3. Corrente con le sue truppe ed

il Generalissimo fece la sua sortita sin’ dà 6.corrente e costantemente si

spediscono tuttacua de’ regimenti che si radunano a Daut Pascià per indi

mettersi in marcia nella corrente di questa settimana e così il Paese sarà

liberato dalle continue molestazioni delle truppe.

Il giorno 30.Giugno scorso verso la sera la Porta deputò un Emissario munito

d’un permessi per andare in Palazzo di Francia e dimandare la liberazione della

persona del nominato Dendrinò, di nazione ionica e fù Cancelliere del passato

Ministero Ionico giù, ch’era ivi in arresto sin dà 20.Aprile per avere egli

all’istigazione dell’Ambasciatore d’Inghilterra formato un partito nel Paese ed

arrolato della gente sotto la Bandier Ionica, che non esiste, come si sa, e che

per conseguenza l’Incaricato di Francia fece mettere in arresto sin’ da

quell’Epocca; la Porta li fece domandare varie volte, egli si ricusò sempre da

uomo di carattere che è dicendo che non poteva avere mai consegnarlo

avendolo carcerato come delinquente suddito francese e che attenderebbe

gl’ordini del suo sovrano per l’ultimatum. Fu la medesima risposta all’uffiziale

della Porta che fece la nuova dimanda il 30. Giugno e si è rinchiuso nel suo

Palazzo più che mai, avendo anche sugellato per di fuori le sue porte. Nel

frattemposi negoziò la facenda trà la Porta e l’Incaricato, ed il 4. Di questo

Corrente mese ebbe una lunga conferenza con il Reis-Effendi ed al ritorno che

fece al Palazzo fu accompagnato onorevolmente con un nuovo Ortà e fece

subito spalancare la porta del Palazzo di Francia e la Communicazione trà di

loto si stabilì di nuovo. Il delinquente Dendrinò fù consegnato alla Porta, sotto

strette e rigorose condizioni e sotto sua garanzia che mai più non deve ingerirsi

in nissun affare di quella natura, in qual’caso il Ministero della Francia

andrebbe in qualunque tempo sià della sua autorità sopra di lui per castigarlo,

oltre poi dicesi sarà rilegato con la sua famiglia da Pera al Canale, sito nel

fondo del Porto di rimpetto all’arsenale ove abitano de’Greci.

L’Eccellenza vostra non può immaginarsi quanto mi fece piacere questo

evenimento felice della reconciliazione del Ministero di Francia con la Porta,

voglia il Cielo mantenerla. Il sedicente Ministro di Spagna Don Juan Iabat

continua occultamente le sue negoziazioni con la Porta; ma pare a vista del

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paese che questa sin’qui non li hà dato retta però il partito inglese crede che

forse riuscirà nel suo intento.

Costantinopoli ad 10.Luglio 1809 L’U.mo.

Devotis.mo ed

U.mo Servitore

Vero

Biagio Salzani

***

A Sua Eccellenza Il Signore

Marchese dè Gallo

Ministro degl’Affari Esteri

di Sua Maestà Il Re

Delle due Sicilie

Napoli

Eccellentissimo Signore!

[…]

Presentemente che la Pace trà la Francia e l’Austria è stabilita,

immancabilmente stabilirsi deve pure l’antico ed il ben regolato Corriere di

Vienna con il Levante, lacchè mi incoragiasse di riprendere di nuovo il filo

d’una corrispondenza regolare con la Grandezza di Vostra Eccellenza, se mi

permetterà.

In coerenza della mia relazione nell’umilissima mia lettera de 10/11 Luglio

intorno la deffinizione meravigliosa dell’affare Dendrinò rapporto anche la

reconciliazione della Porta Ottomana, coll’Ill.mp Signore Incaricato di Francia.

L’ambasciatore d’Inghilterra continua li suoi intrighi colla Porta in disfavore

della Francia, ma mi giova sperare che sono pene perdute, che non potrà

riuscire nel’suo intento; anzi corre voce sorda che forse si ritirerà i qui in breve,

dietro la nuova della ristabilita Pace tra la Francia e l’Austria, lacchè forse

sarebbe appertura ad una riconciliazione con li Russi.

Per dare un’idea all’Eccellenza vostra dell’astio inglese per li Francesi

gl’accludo un bollettino data a giorno nell’ Estate passata, che il suo contenuto

fa orrore, non si puol’dare al Pubblico un si odioso scelerato sentimento, come

in fatti lo è ma scorgerà poi il contenuto onesto, onestissimo di quello qui

accluso pure dell’Incaricato di Francia in risposta al sopradetto indegno libello.

Giusto a motivo del suo scelerato contenuto, non ho ardito in debito tempo di

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passarlo all’Intelligenza di Vostra Eccellenza ma in oggi glielo mando per

fargli conoscere gli sentimenti di quella Nazione. Non dico altro.

Anzi, quallora a suo tempo, fù distribuito al Pubblico, una quantità d’esemplari

di detto indegno Bollettino, venne pure alla Conoscenza della Sublime Porta,

che immediatamente intimò all’Ambasciatore d’Inghilterra di non più farne

fabricare bollettini sopra qualunque oggetto. In fatti la cosa restò là.

[…]

Ho l’alto onore di baciargli umilmente le vesti.

Costantinopoli 25.Novembre 1809

Eccellentissimo Signore!

Della Grandezza di Vostra Eccellenza!

L’U.mo. Devotis.mo ed

U.mo Servitore

Vero

Biagio Salzani

***

A Sua Eccellenza Il Signore

Marchese dè Gallo

Ministro degl’Affari Esteri

di Sua Maestà Il Re

Delle due Sicilie

Napoli

Eccellentissimo Signore!

Non trovo espressione abbastantemente forte, per esprimere alla Grandezza di

Vostra Eccellenza, la sensibilità indicibile di cui fui mosso nell’legere il Real

Dispaccio che mi onorò servirmi.

Non mancherò di profittare di tutti i mezzi e di tutte le vie di buona vista per

fargl pervenire le copie delle mie lettere cè li farò passare in originale con la

solita via di Vienna, per la quale vie essendomi pervenuto con uno dè Corrieri

austriaci il venerato suo sopradetto Dispaccio. Segno evidente che la Porta sarà

stabilita in Vienna o in Buda o in Pest.

Parmi che la via di Salonicco, Corfù ed Otranto sia assai sollecita e sicura, ma

dubito che si possa aprofittarne nell’avvenire, stante che dicesi che

presentemente Corfù sia bloccato dai Inglesi e che le altre Isole Yoniche si

sono resi alli Medesmi; Giusto in conseguenza di tale notizia, l’ambasciatore

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d’Inghilterra in una conferenza colla Porta, dimandò per assoluto lo

sprigionamento del connoto Dendrinò ma la Porta rispose molto saviamente,

che quallora sarebbe sciente del fatto per parte di questo Ministero di Francia

in allora aderirebbe alla sua dimanda frattanto tutte le disposizioni dello

Ministro britannico, dimostrano una imminente partenza, anzi molti individui

Mercanti ed altri di sua nazione oltre avvere messo il loro bene in sicuro hanno

scambiati di protezione ed hanno preso quella di Danimarca, giunto a tutto ciò

un Brik inglese ben armato che trovasi in Rada a Copana e che

premurosamente si approvigiona di una maniera cospicua.

Ho l’onore di sempre raccomandarmi nelle distinte grazie della Grandezza di

Vostra Eccellenza.

P.S. La Porta viene di dare la libertà al connoto Dendrinò avvendolo liberato

come Rayà suddito del G.V. e col consenso del Ministro di Francia, patuito

colla Porta ch’esso Dendrinò non si cuoprirebbe mai più d’altra qualsiasi

protezione di Ministro Europeo residente qui, anzi si passò atto pubblico di tale

convenzione in Cencelleria di Francia e così l’affare terminò senza maggior

rumore.

[…]

Costantinopoli ad 11. Dicembre 1809

Eccellentissimo Signore!

L’U.mo. Devotis.mo ed

U.mo Servitore

Vero

Biagio Salzani

***

A Sua Eccellenza Il

Marchese dè Gallo

Ministro degl’affari Esteri

di Sua Maestà Il Rè

delle Due Sicilie

Napoli

Eccellentissimo Signore!

[…]

Per quello concerne il Ministro Britannico le cose sono nel segnatole stato,

dicesi che s’aspettano dell0avvisi per poscia ultimare la sua di qui partenza, la

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quale sarebbe di già seguita se non fosse stato la quantità di guinee che ha qui

seminato frà il Corpo dè Giannizzeri che sostiene la sua causa.

Il sedicente Ministro poi della giunta di Seviglia, Don Juan de Iabat di rittorno

da Buyuk –dere, hà preso quartiere in pera, di rimpetto al Palazzo di Hollanda e

si diverte al solito, il quale poi seguirà la sorte del Ministro Brittanico.

Ho l0alto onore di bacciargli umilmente il lembo delle vesti della Grandezza di

Vostra Eccellenza.

Costantinopoli ad 23.Dicembre 1809

L’U.mo. Devotis.mo ed

Ub.mo Servitore vero

B.Salzani

***

A Sua Eccellenza Il

Marchese dè Gallo

Ministro degl’affari Esteri

di Sua Maestà Il Rè

delle Due Sicilie

Napoli Eccellentissimo Signore!

[…]

Circa il Politico non aviamo auto niente di più particolare, degno di essergli

partecipato se non chi quello motivatogli con ultima umilissima mia dè 23.

Corrente mese che le confirmo, tanto più ch’abbiamo la conferma ad un presso

puoco, di tutto quello avvanzai all’Eccellenza Vostra, riguardo la rotta auta

questa gente dà Russi.

Intorno il Ministro Britannico le confermo ugualmente quello dettole

ultimamente e nulla di più nuovo, egli ad onta della staggione rigorosa

d’inverno vive le tre quarti del tempo nella Campagna di Belgrado, senza

troppo confondersi nel Politico, come faceva prima della Conclusione della

Pace coll’Austria.

Alcuni giorni sono, corre voce generalmente in Piazza trà franchi e la gente del

Paese, qualmente una squadra forte di circa 20 vascelli di Linea Inglesi

preparasi nel Mediterraneo qui venire all’Imboccatura del Canale; gli avvisi

sono però divisi, sopra quest’annunzio; alcuni dicono che vengono tali navi per

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fare spiegazione questa Gente sul partito che prendere devono nel Politico ed

alcuni pretendono che vengono a unirsi alla squadra Ottomanna per passare

ambedue in Mare Nero e ivi attaccare gli Russi. Tale nuova non è Ministeriale

e secondo mè non è credibile, in oggi che la pace è conclusa trà la Francia e

l’Austria, onde si riguarda tale notizia da molti come apocrifo.

Ho l’alto onore di rassegnarmi con il più profonod’ossequio nella grazia della

Grandezza di Vostra Eccellenza.

Costantinopoli ad 10.Gennaio 1810

L’Um.o. Devotisimo ed

Ub.mo Servitore Vero

B.Salzani

***

A Sua Eccellenza Il

Marchese dè Gallo

Ministro degl’affari Esteri

di Sua Maestà Il Rè

delle Due Sicilie

Napoli

Eccellentissimo Signore!

[…]

Pare che qto ambasciatore brittanico abbia abbagliato gl’occhi de’ Turchi,

come dettole, le sue relazioni colla Porta hanno principiato ma occultamente, e

si vede a vista del Paese che la sua di qui partenza sia differita per ora e ciò dà

a pensare a molti per la sorte di questi contorni, se tuttavia questa gente

persevera nel sentimento di conservarsi l’influenza inglese nel politico qui nel

Paese vi regna gran tristezza, tanto per gl’affari di fuori che quelli di dentro e

ancora più per la caristia de’ viveri in generale; […]

Costantinopoli ad 25.Gennaro 1810

L’Um.o Devotisimo ed

Ub.mo Servitore Vero

B.Salzani

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A Sua Eccellenza

Il Signore Mrchese dè Gallo

Ministro degl’Affari Esteri di

Sua Maestà Il Rè

Delle due Sicilie

Napoli

Eccellentissimo Signore!

[…]

La missione inglese resta per ora molto quieta, non si discorre presentemente di

partenza generale, ma bensì dicesi che l’Ambasciatore Mons. Adair partirà

solo, lasciando qui per Incaricato degl’affari Britannici il Sig.Canning suo

Secretario d’Ambasciata; si vedrà frà puoco se tutto ciò si verificherà oppure se

le circostanze faranno cambiare d’aspetto le cose.Corre un’altra voce nel Paese

da tre a quattro giorni che l’ammiraglio inglese Siednei Scmith preparavasi a

qui venire con una flotta competente per proponer’ ai nostri turchi di unire la

loro flotta alla sua ed ambe due assieme, passare in mare nero per battere li

Russi, quanto a mè non lo credo ancora, ma se ciò si farà bisognerà cantare il

Requiem alla flotta ottomanna. Il fatto s’è che questa si prepara a gran forza

per fare forse quello che fece l’anno passato di stazionare à Buyuk-dère tutto il

tempo della campagna.

Ho l’alto onore di rassegnarmi divotamente nelle distinte Grazie della

Grandezza di Vostra Eccellenza.

Costantinopoli ad 10.Marzo 1810

L’Um.o Devotisimo ed

Ub.mo Servitore Vero

B.Salzani

***

Il Signore Marchese dè Gallo

Ministro degl’affari Esteri di

Sua Maestà Il Rè

Delle due Sicilie

Napoli

Eccellentissimo Signore!

Io ho umilmente ubbidito ai suoi venerati comandi, senza discontinuar le mie

relazioni sopra quello concerne il Politico con la dovuta esattezza e senza

niente omettere di quello veniva alla mia conoscenza, e continuerò di fare

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come il mio dovere lo esigge verso il mio benefattore,, ma un qualche segno di

compatimento e d’approvazione di vostra Eccellenza sarà il solo refrigerio per

il suo sincero e fedele Cliente che tale sarò fin ‘a ceneri.

La fregatta inglese che destinata era per dare passaggio à Mons. Adair

Ambasciatore d’Inghilterra s’attrova ancorata in questo Poro da circa otto

giorni ed egli si prepara per imbarcarsi anzi prese audienza di congedo con

grandissima Pompa dalla Porta Ottomanna il dì 29.passato. Ora si sta

negoziando l’audienza che deve prendere pure di congedo dal G.V. che sarà

dicesi frà qche giorni, ma si dubita sin’qui che possa ottenere tale distinzione

che non si suol accordare ai rispettivi Ministri Europei che si rittirano per

congedo. Resterà nelle sue veci come dettole il Segretario d’Ambasciata, il

Sig.re Canning per Incaricato degl’affari. La Porta hà di nuovo diffeso l’entrata

in mare nero alli bastimenti mercantili di bandiere estere.

Costantinopoli ad 9.Giugno 1810

Di Vostra Eccellenza

L’Um.o. Devotisimo ed

ub.mo Servitore Vero

B.Salzani

***

A Sua Eccellenza Il

Signore Marchese dè Gallo

Ministro degl’affari Esteri di

Sua Maestà Il Rè delle

Due Sicilie

Napoli

Eccellentissimo Signore!

[…]

L’ambasciatore Adair s’attrova tuttavia colla sua fregata in Porto; sin’ qui non

hà potuto ottenere il permesso per audienza del G.S. e si crede generalmente

che non l’otterrà malgrado le sue sollecitazioni e premurose negoziazioni che a

questo punto pare molto lo interessa. Dalla data dell’ultima umilissima mia

sin’qui nissun legno mercantile con bandiera europea hà potuto entrare in mare

nero, anzi furono rittirate dal Governo le spedizioni ch’erano date à 4. à 5.

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Bastimenti carichi da circa un mese, di modo che la diffesa ora è molto più

rigorosa ch’in passato.

[…]

Di Vostra Eccellenza

Costantinopoli ad 1.Luglio 10

L’Um.o. Devotis.o

Ubb.o Servitore Vero

B. Salzani

***

A Sua Eccellenza

Il Signore Marchese dè Gallo

Ministro degl’affari Esteri di

Sua Maestà Il Rè

delle due Sicilie

Napoli

Eccellentissimo Signore!

[…]

L’ambasciatore Adair avrà dicesi la sua audienza di congedo dal G.V. il giorno

della paga dè Giannizzeri al di 10. C.te martedì prossimo e poi farà partenza

con la sua fregatta alla fine della settimana. Il suo segretario Canning che

doveva occupare il posto Incaricato d’Inghilterra viene da ricevere con un

bregantino britannico presso la Porta ed immediatamente doppo la partenza di

Adair presenterà alla porta gli suoi titoli come ambasciatore Ministro

Plenipotenziario britannico. Ecco un cambiamento inaspettato, alla sorpresa di

tutto il mondo; pare presentemente che gl’Inglesi sono più che mai ascoltati e

considerati dai Turchi.

Ho l’alto onore di rassegnarmi sempre nelle distinte grazie della Grandezza di

Vostra Eccellenza!

Costantinopoli ad 7.Luglio 1810 L’Um.o Devotis.o

Ubb.o Servitore Vero

B. Salzani

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59

A Sua Eccellenza

Marchese dè Gallo

Ministro degl’affari Esteri

di Sua Maestà Il Rè

delle Due Sicilie

Napoli

Eccellentissimo Signore! […]

Il Ministero Inglese/Canning/ non gode ora la grande considerazione, che

godeva in passato presso la Porta, nulla di meno ammesso di tempo in tempo

nel Politico, senza preponderazione però, agisce sempre al solito in contrario

dalla Francia, ma senza gran frutto, in quanto poi alla società vivono da sé

stessi e con sé stessi senza la frequentazione di nissun altro Palazzo, né

Particolari d’altre nazioni.

Il solo Sig.re Conte Lufdolf si trova costantemente con loro, tanto in città che

in Campagna; stando che anche questo non frequenta nissun altra Nazione che

solo gl’Inglesi, a cui pare che sarà per qualche fine.

Questa loro società viene d’essere aumentata coll’arrivo d’alcuni Milord

viaggiatori, dicesi che si aspetta ancora una quindicina di questi.

[…]

Ho l’alto onore di rassegnarmi costantemente nella distinta grazia della

Grandezza di Vostra Eccellenza.

Eccellentissimo Liguore!

Costantinopoli 26.Novembre 1810

Via di Vienna & Copia questa Via Corfù

L’Umo. Devot.mo

ed Ubbidient.mo Servitore

Vero

B.Salzani

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A Sua Eccellenza

Marchese dè Gallo

Ministro degl’affari Esteri

di Sua Maestà Il Rè

delle Due Sicilie

Eccellentissimo Signore!

[…]

Alcuni giorni sono questo Sig.re Ministro d’Inghilterra Mester Canning,

ricevette via di Persia la nuova della Presa di Battavi nell’Isola Iava del’

Inglesi, mi sono premurato di averne una copia del dettaglio del fatto d’armi,

che mi fò un vero e preciso dovere di rimetterla qui inserta per l’intelligenza di

Vostra Eccellenza, non dubitando che li farà piacere di averne la notizia di

prima mano.

Ho l’alto onore di rassegnarmi sempre nelle distinte grazie della Grandezza di

Vostra Eccellenza

Costantinopoli ad 27.Gennaio 1812

L’Umo. Devot.mo

ed Ubbidient.mo Servitore Vero

B.Salzani

***

A Sua Eccellenza

Marchese dè Gallo

Ministro degl’affari Esteri

di Sua Maestà Il Rè

delle Due Sicilie

Napoli

Eccellentissimo Signore!

[…]

Mester Canning nell’ultima sua conferenza seguita alla fine della passata

settimana, dicesi e pare verisimile, che abbia dato la nuova della Pace, conclusa

e da concludersi a momenti trà l’Inghilterra e la Russia e nell’istesso tempo

demandò al governo un Porto nell’Isola di Paros per la marina Russa, con

sollecitare la Porta a venire ad un accomodo con li medemi ma di tutto ciò

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nulla ottene sin’qui.

Costantinopoli adi 10. Marzo 1812

L’Umo. Devot.mo

ed Ubbidient.mo Servitore Vero

B.Salzani

***

A Sua Eccellenza

Marchese dè Gallo

Ministro degl’affari Esteri

di Sua Maestà Il Rè

delle Due Sicilie

Napoli

Eccellentissimo Signore!

[…]

Nell’ultima Conferenza ch’ebbe Mester Canning con il Reis Effendi attuale,

uomo assai caparbio, si riscaldò molto il Ministro Inglese, e uscì con gran

colera dall’appartamento, gridando ad alta voce che andava rittirarsi da qui con

la sua nazione, gli Ministri della Porta seppero calmarlo per ora, ma non

sappiamo come e dove anderà finire la cosa, se tuttavia sarà ferma nella sua

opinione a mettere gli turchi nel suo interesse per fargli fare la Pace coi Russi

col suo mezzo, questa povera gente trovandosi trà il martello e l’incudine,

molti sono di parere che la Pacesi concluderà ma non per mezzo di quelli, e

quando, non si sa in questo momento.

Gli preparativi continuano al quanto per terra come anche per mare anzi si

crede che l’armata navale si distaccherà dall’arsenale nell’entrante settimana, la

maggior parte delle navi sono pronti.

Corre voce che gli Russi marciar’devono, una colona sopra Widin e l’altra

sopra Warna, e che sappiamo che, al loro passagio hanno brugiato a Stow, delle

mercanzie d’Inghilterra, d’america, per circa il valore di quattro millioni di

piastre appartenente a varj Negozianti, la maggior parte greci, ed anche

Europei.

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[…]

Ho l’alto onore di rassegnarmi costantemente nelle distinte grazie della

Grandezza di Vostra Eccellenza.

Costantinopoli adi 26.Marzo 1812

L’Umo. Devot.mo

ed Ubbidient.mo Servitore

Vero

B.Salzani

***

A Sua Eccellenza

Marchese dè Gallo

Ministro degl’affari Esteri

di Sua Maestà Il Rè

delle Due Sicilie

Napoli

Eccellentissimo Signore!

[…]

Dalle lettere di Malta arrivate in questi passati giorni, si seppe che il per qui

destinato ambasciatore d’Inghilterra Sig.re Liston era giunto in quella Isola sin’

da 23.Maggio e che li disponeva di partire per qui frà puochi giorni sicchè

comparire potrà a momenti; Il tutto va bene purchè l’arrivo di quest’ultimo non

abbia di mettersi in scompiglio gli affari.

Costantinopoli adi 10.Giugno 1812

L’Umo. Devot.mo

ed Ubbidient.mo Servitore Vero

B.Salzani

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63

A Sua Eccellenza

Marchese dè Gallo

Ministro degl’affari Esteri

di Sua Maestà Il Rè

delle Due Sicilie

Napoli

Eccellentissimo Signore!

In conformità di quello marcato alla Grandezza di Vostra Eccellenza con

ultima nobilissima mia, intorno il nostro Politico gli dirò che gli 12.Corrente

arrivò qui l’ufficiale Russo Sig.re Bulcacoff, figlio di un antico ministro russo

in Costantinopoli di sua conoscenza in compagnia del Sig.re Deodati

Dragomanno russo, che tutti due presero allogio dal ministro Canning e questo

ebbe subito, cioè andiede subito l’istesso giorno 12. Dal Reis Effendi.

[…]

Sempre al Palazzo d’Inghilterra, e mi si dice in questo momento ch’egli si

prepara di rittornarsene con il suo compagno. L’Eccellenza Vostra né sentirà il

preciso con susseguente umile mia.

Non vi è più da dubitare secondo le apparenze sulla conclusa Pace tra

l’Inghilterra e la Russia, come pure è evidente la gran voglia di quest’ultimi di

concludere la Pace pure con questa gente, li loro reiterati paesi fanno

abbastanza conoscere che la dimandano per mezzo dell’Inghilterra, e vi è chi

dice che si farà fra breve, malgrado la resistenza della Porta, si teme che

vedendosi questa gente all’ristretto trà l’incudine e il martello, non abbia da

cedere al partito inglese, il fatto s’è che veramente il groppo è nel pettine più

che mai per li Turchi.

[…]

P.S. Giunse un’ufficiale Inglese proveniente dal Bogaso per annunziare l’arrivo

ai Dardanelli dell’ambasciatore Inglese Linston, questo Mester Cannning viene

di spedire il mihmandar coll’occorrente gente per ricevere e qui condurre il

detto ministro D’Inghilterra. Dietro tale avviso il predetto Sig.re Bulcacoff non

partirà più, anzi la Porta mandò questa mattina un’ufficiale del Dragomano del

Governo in Pera per provvedergli un allogio, ed in fatti gl’anno affitato in una

piccola casa d’un particolare un’quartiere a ragion di cento piastre al mese, e

dicesi che sia munito del Diploma d’Incaricato russo per farsi conoscere in

debito tempo.

Con susseguente umile mia l’Eccellenza Vostra sarà informata

dettagliatamente del seguito.

Costantinopoli adi.18 Giugno 1812 L’Umo. Devot.mo

ed Ubbidient.mo Servitore Vero

B.Salzani

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A Sua Eccellenza

Marchese dè Gallo

Ministro degl’affari Esteri

di Sua Maestà Il Rè

delle Due Sicilie

Napoli

Eccellentissimo Signore!

Ho l’onore di qui di informare la Grandezza di Vostra Eccellenza, sulli dettagli

attuali di questo Politico. Li 4. Corrente gli Svedesi ebbero una lunga audienza

alla Porta. Cioè Il Generale Tavast, Mons.De Rosan, ed il Barone Da Humel,

con il Dragomano di Svezia, ed assistiti pure con quello d’Inghilterra Pisani,

non si seppe ancora l’effetto di tale audienza, si pretenda che sia relativa alla

motivatali audienza. Il detto giorno Il Segretario dell’Ambasciata Inglese

andiede con la solita Pompa alla Porta per prevenirla dall’arrivo del Ministro.

Secondo la formalità li 5. La mattina il Dragomanno della Porta con la sua

solita Pompa andia a complimentare il Sig.re Linston, ora di presenza in Pera.

Costantinopoli 10.Luglio 1812

L’Um.o Devotissimo

ed Ub.mo Servitore vero.

B.Salzani

***

A Sua Eccellenza

Marchese dè Gallo

Ministro degl’affari Esteri

di Sua Maestà Il Rè

delle Due Sicilie

Napoli

Eccellentissimo Signore!

[…]

L’ufficiale P.o Pisani fù spedito gli 8.Corrente dall’Inviato di Russia per dar’

parte certamente alla sua Corte della Palesata Pace, che può chiamarsi Pace

tacita, per non essersi pubblicata con allegrezza in Paese come si suole fare in

simil’occasione d’allegria per il Popolo. Il partito anglo-russo spaccia digià che

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si prepara in Russia una ambasciata straordinaria per gli venire in ottobre o

novembre, allochè non si crede molto però dietro l’attuale sistema delle cose.

Sin’ qui non s’è potuto avvere il Trattato di Pace per via della secretezza

singolare, ma sperar mi giova che si avrà frà breve per qualche mezzo

opportuno.

[…]

Ho l’alto onore di rassegnarmi costantemente nelle distinte grazie della

Grandezza di Vostra Eccellenza.

Costantinopoli adi 10.Agosto 1812

L’Umo. Devotissimo

Servitore vero

Biagio Salzani

***

A Sua Eccellenza

Marchese dè Gallo

Ministro degl’affari Esteri

di Sua Maestà Il Rè

delle Due Sicilie

Napoli

Eccellentissimo Signore!

[…]

Si trova qui frà li nostri Reali sudditi un Capitano di nome Vincenzo Cacace

sorrentino con la chiurma napoletana, che nei tempi passati avea qui navigato

cin estere bandiere, il General Sebastiani gl’ava promesso di navigare pure con

la bandiera francese, cioè solamente nei porti Russi e turchi nel marìnero

sin’questo Porto, e non nel mar bianco; poi prese la Bandiera turca, e

presentemente prese la bandiera e spedizioni inglesi, ed hà caricato e partito

per Malta da circa un mese.

[…]

Costantinopoli adi 10.Settembre 1812

L’Umo. Devot.mo

ed Ubbidient.mo Servitore Vero

B.Salzani

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A Sua Eccellenza

Marchese dè Gallo

Ministro degl’affari Esteri

di Sua Maestà Il Rè

delle Due Sicilie

Napoli

Eccellentissimo Signore!

[…]

Il 28. Settembre l’Ambasciatore Inglese Liston, ebbe una lunga Conferenza con

li Ministri della Porta, in un luogo rimuoto verso le acque dolci, si principiò a

palare in Paese che probabilmente gl’Inglesi saranno espulsi di qui; in

conseguenza delle vittorie riportate dalle armate francesi in Russia, la Porta

potrà bene cangiare di sistema.

Costantinopoli adi 2.Ottobre 1812

L’Umo. Devot.mo

ed Ubbidient.mo Servitore Vero

B.Salzani

***

A Sua Eccellenza

Marchese dè Gallo

Ministro degl’affari Esteri

di Sua Maestà Il Rè

delle Due Sicilie

Napoli

Eccellentissimo Signore!

[…]

Vi è un Console Inglese Mons. Morien Antico Negoziante che è qui giù

stabilito sin’dall’Epoca dell’ultima Pace conclusa tra l’Inghilterra e la Porta,

circa quatro Anni sono, in allora l’Inghilterra fece il suo posibile per farlo

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riconoscere dalla Porta. La Porta con raggione ha resistito a non volerlo sapere,

dicendo che avendo qui un Ambasciatore Inglese non poteva riconoscere due

Rappresentanti come in fatti il caso è tutt’affatto differente dal nostro; In

seguito poi la Porta l’ha riconosciuto come Capo del Negozio e delli

Negozianti Inglesi stabiliti n Levante, in qualunque caso sia gli Negozianti

s’indrizano al loro sopradetto Console e questo fa il Rapporto all’Ambasciata

Inglese e l’Ambasciatore agisse alla porta, di modo che il Console Morien non

hà nissuna Communicazione con la Porta, come anche nissuna Corrispondenza

con la Corte di Londra, attende solam.te ed unicamente all’affari Mercantili.

Ho l’alto onore di rassegnare sempre nelle distinte Grazie della Grandezza di

Vostra Eccellenza.

Costantinopoli adi 26. Ottobre 1812

L’Umo. Devot.mo

ed Ubbidient.mo Servitore Vero

B.Salzani

***

A Sua Eccellenza

Marchese dè Gallo

Ministro degl’affari Esteri

di Sua Maestà Il Rè

delle Due Sicilie

Napoli

Eccellentissimo Signore!

[…]

Spacciarono diversi Partiti Russi ed Inglesi delle nuove vantaggiose, senza

però che niente sia dato al publico ufficialmente, ma bensì raccolti, dicesi, da

lettere particolari d’Odessa, che puoca feda fanno; si fecero però delle

Allegrezze Anglo=Russe; cioè nella notte dè 22. À 23. E dè 23. à 24. Corr.te si

fece avanti il Palazzo d’Italinsky a Buyuk Dère un fuoco d’Artificio, come

pure nel Giardino dell’Palazzo d’Inghilterra in città; nell’istessa notte si diede

fuoco ad alcuni razzi, tutto questo si fece senza sapere di che natura siano li

vantaggi ripportati sopra la Gran’Armata, non essendovi nissunissimo detaglio

di qualche fatto; da ciò si rèleva precisamente, che tutte queste dicerie, sono

veramente Giattanzie, vanto.

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Ho l’alto onore di rassegnarmi sempre nelle distinte Grazie della Grandezza di

Vostra Eccellenza.

Costantinopoli adi.25 Novembre 1812

L’Umo. Devot.mo

ed Ubbidient.mo Servitore Vero

B.Salzani

***

A Sua Eccellenza

Marchese dè Gallo

Ministro degl’affari Esteri

di Sua Maestà Il Rè

delle Due Sicilie

Napoli

Eccellentissimo Signore!

Di umile risposta al venerato Dispaccio che m’onorò di servirmi la Grandezza

di Vostra Eccellenza con il quale mi ordina l’Eccellenza Vostra di rendere

contezza del contegno di questo Vincenzo Cacace, commandante la Tartana, la

Madonna del Carmine e st.Vincenzo e di fare valere le giustisime raggioni

della sua legitima consorte come nella compiegatami copia della sua suplica.

Io sono sciente di tutto dà parecchi Anni, che per fare entrare nella raggione il

Vincenzo Cacace farebbe molto difficile per ora per essere egli protetto

d’Inghilterra; facendogli io l’appertura di quanto l’Eccellenza Vostra m’ordina

a riguardo suo, egli per esimersi d’un sacro suo dovere, se né valerebbe della

Protezione Inglese, ed io non potrei nulla fare sinchè conviene d’usare

stratagemma, agire con dolcezza, con finezza e vedere se vi sarebbe da sperare

in bene da lui.

Umiliai a suo tempo all’Eccellenza Vostra ch’esso Capo Cacace, era

ultimamente di qui partito nella Primavera con Bandiera, spedizione e carico

Inglese per Malta; Camin’ facendo fù predato in Arcipelago da Corsaro

francese che hà dichiarato buona pesa la Nave ed il carico. Il Cap. e

l’Equipaggio furono rilasciatti, il Capitano andiede a Scio per formare il suo

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Consolato si Mare, e poi venne qui a litigare coll’aiuto a Protezione

dell’Ambasciata Inglese e stà tuttavia litigando con suoi avversarj. Sicchè

dietro quanto sopra, non posso obbligarlo in niente, vi vuole Pacienza per agire

cin dolcezza con lui, per vedere se sarà possibile di vincerlo, per che se egli per

fugirsene alle sollecitazioni della sua consorte, si tenirà fermamente alla

Protezione d’Inghilterra, ed in allora la mia autorità non potrà prevalere sopra

di lui per niente, conviene dunque per ogni buon riguardo usare prudenza

nell’indagarlo.

Però ragguaglio nominativo degl’Individui componenti il di lui Equipaggio, mi

fò carico di procurarmelo a suo tempo con la dovuta Prudenza anche in ciò per

non urtarli di maniera a confermarsi anche questi nella Protezzione

d’Inghilterra. Sinchè supplico l’Eccellenza Vostra di lasciarmi agire con la

dovuta circospezione in quest’affare e farò attentissimo di farle fedel’ rapporto

d tutto quello mi riuscirà fare con esso Capitano Vincenzo Cacace e suo

Equipaggio.

Secondo il mio modo di pensare, siccome dettole più volte, ch’il real Padrone

dev’essere di tutto informato con la dovuta sincerità e nella più piccola e tenue

facenda. Questo Cap.no Vincenzo Cacace, vive ad parecchi Anni in qua, con

una figlia Greca Cattolica, oriunda dall’Isola di Tine, con cui ebbe varj

figliuoli, ora li sono rimasti due soli, uno maschio ed una femina.

Dimora in una casa di Galata nella mia vicinanza, e questa casa bensì piccola,

ma ben mobiliata. Tutto ciò richiede una certa annua spesa, che in queste

critiche circostanze e caristia generale de’ viveri, certamente che non li bastano

per lo meno quatro mille piastre circa d’annue spese, anche che vivesse con

Parsimonia; onde sarebbe di cristiano dovere che tralasciasse alla fine questa

vita illecita, e che impiegasse questa spesa netta sua propria Casa legittima,

come Iddio lo vuole, e la umana società richiede. Egli è vero che

presentemente questa sua vita dovrebbe sciogliersi da se, per avvere perduto il

suo Bastimento che navigava senza sicurtà. S’è dunque ridotto a niente forsi

che sarò obbligato di servire a mesatta sotto altri Armatori proprietarj.

Ecco tutto detto, eccellentissimo Signore, ingenuamente e fedelmente per

quello concerne il Capitano Vincenzo Cacace e suoi affari di cui né sono

sciente da molto tempo come dettole, dimando solamente del tempo

all’Eccellenza Vostra, per negoziare con prudenza l’affare in virtù delle

raggioni addotteli, che se egli dipendesse addirittura dalla sua Protezione

naturale, la cosa sarebbe finita in puochissimi giorni.

Ho l’alto onore di rassegnarmi sempre nelle Distinte Grazie della Grandezza di

Vostra Eccellenza.

Costantinopoli adi 10.Dicembre 1812 L’Umo. Devot.mo

ed Ubbidient.mo Servitore Vero

B.Salzani

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70

A Sua Eccellenza

Marchese dè Gallo

Ministro degl’affari Esteri

di Sua Maestà Il Rè

delle Due Sicilie

Napoli

Eccellentissimo Signore!

[…]

Il Conte Ludolf vive in campagna a Buyuk-Derè, Inverno e Estate, ed è sempre

venduto ai Inglesi, se alle volte, ma rare volte, viene in città, alloggia dal

Sig.Liston, e questo gl’amministra dè fondi per vivere, con tutto ciò è molto al’

ristretto, e indebitato al nec plus ultrà. L’Inghilterra lo serve molto, e cerca, fa

li suoi sforzi per stabilirlo Ministro Della Corte di Palermo qui, hò de’ dati

sicuri, per avvangare ciò all’Eccellenza Vostra, anzi gli dirò di più che hanno

esibito gl’Inglesi, all’inspiegati della Porta una Summa di Dannaro di qualche

rilevanza per farlo riconoscere Ministro di Palermo di qualunque rango, ma

questo Governo non volse per assoluto accettarlo sin’qui, e la cosa resta in

sospeso ma non abbandonata. Ho l’alto onore di rassegnarmi sempre nelle

distinte Grazie della Grandezza di vostra Eccellenza.

Costantinopoli adi 25.Gennaro 1813

L’Umilissimo Devotissimo

Ubbidientissimo Servitore

Vero

B.Salzani

***

A Sua Eccellenza

Marchese dè Gallo

Ministro degl’affari Esteri

di Sua Maestà Il Rè

delle Due Sicilie

Napoli

Eccellentissimo Signore!

[…]

Alcuni bastimenti di Bandiera Inglese, al numero dicesi, di sette, passato

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avevano, circa quindici Giorni fa, lo stretto dei Dardanelli. Il Governo

ottomano né fù informato e credeva, ch’erano essi carini di mercanzie

coloniali, quando seppe con sorpresa che portavano delle munizioni di Guerra

per il Mar Nero. Sulla domanda, dicesi, che ne fece il Ministro Britannico, per

ottenerne il passaggio, la Sublime Porta hà stimato a proposito di rifiutarlo,

come una cosa inammissibile; e di pregare seriosamente il Sig.e Liston di

ordinarne il ritorno; lo chè si effettuò già, e dietro tale rifiuto, questa

spedizione, di cui non si conosce precisamente lo scuopo, viene di mancare.

[…]

Ho l’alto onore di essere con il più profondo ossequio

Di Vostra Eccellenza

Costantinopoli adi 25.Maggio 1813

L’Umilis. Devotissimo

ed Ubbidientis. Servitore Vero

In Mancanza del Console Generale di S.M.

Domenico Salzani, Canc.re ad interi

***

Paragrafo della lettera delli Mattheys figli di Smyrne, in data 7. Corrente mese

Corre qui la voce che un Corsaro francese abbia predato in arcipelago tre

Bastimenti Inglesi, uno carico di vino e l’altro di comestibili partiti da qualche

spiagia, il terzo è una Goletta partita da Malta per costi, carica di Caffè,

zuccheri, ecc. Siccome s’indica il Raccomandatorio qui al quale doveva venire

doppo scaricato costi, crediamo che questa nuova sia fondata.

Li 4. Corrente sono capitati qui un Brig e una Goletta di Guerra inglese, e tre

Bastimenti della stessa nazione da Malta, li due delli ultimi sono carichi

d’articoli coloniali e con l’arrivo di questi non sepimo nessuna nuova precisa,

fano correre la voce che le truppe della giunta anno avuto dè vantaggi sopra le

nostre, ciò frà noi perché merita conferma.

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A Sua Eccellenza

Il Signore Duca di Gallo

Ministro degl’affari Esteri

di Sua Maestà Il Rè

delle Due Sicilie

Napoli

Eccellentissimo Signore!

[…]

Il Signor Cavaliere de Liston, ambasciatore Britannico, fece, questi passati

giorni, una visita particolare a S.M. Il Gran Vésir, ed ebbe poscia una

Conferenza col Ministro Degl’affari esteri; la quale fù seguitata, tre giorni

doppod’un’altra ch’ebbe, il Signore Cavaliere d’Italinsky, inviato di Russia,

doppo avere anch’esso prima visitato in particolare il G.V. Signore fin qui

l’oggetto d’ambe due queste conferenze.

[…]

Ho l’alto onore di essere con il più profondo ossequio

Di Vostra Eccellenza,

Cost.poli adi 10. Febbraio 1814

L’Umilissimo Devotissimo

ed Ubbidientissimo Servitore vero

Domenico Salzani

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73

A Sua Eccellenza

Marchese dè Gallo

Ministro degl’affari Esteri

di Sua Maestà Il Rè

delle Due Sicilie

Napoli

Eccellentissimo Signore!

[…]

Questa, frà l’Eccellenza Vostra, e Lord Williams Bentinck, sottoscritta

Convenzione, e la quale toglie ogni ostacolo per la navigazione trà li Porti del

Regno e quelli di S.M. Britannica, potrebbe, ciò mi pare, essere utile ai sudditi

di S.M. che trovandosi qui, sé ero già munito delle V.E. probabilmente

onoratemi istruzioni, il 13. Agosto, e le quale m’avrebbero presentemente

servito di regola di condotta, fine sare stato in possesso.

Ho l’alto onore di rassegnarmi sempre nelle distinte Grazie della Grandezza di

vostra Eccellenza.

Cost.poli adi 9.Aprile 1814

L’Umilissimo Devotissimo

ed Ubbidientissimo Servitore vero

Domenico Salzani

***

A Sua Eccellenza

Marchese dè Gallo

Ministro degl’affari Esteri

di Sua Maestà Il Rè

delle Due Sicilie

Napoli

Eccellentissimo Signore!

[…]

Alcuni giorni fa, Il Signore Liston, Ambasciatore Britannico, ricevette

addirittura da Corfù, in 14 giorni, la nuova dell’occupazione di detta Isola dalle

truppe inglesi in nome di S.M. Britannica e dei suoi alleati; e quella della

partenza del Governatore francese Donzelau con tutta la milicia, per ritornare

in Francia.

S.E Il Signore Conte Andreossy, Ambasciatore di Francia, non aveva ricevuto

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nessun avviso né di quest’ evento né della conclusa Pace. Locchè sorprendeva

al sommo il pubblico, viene finalmente di ricevere, non con straordinario, come

si aspettava, ma coll’ordinario di Vienna, detta notizia ed ordini dal nuovo suo

Governo. Pare che detta S.M. lo confermò nel suo Posto d’Ambasciatore,

presso la Porta Ottomana. In sèguito addunque dei pervenutigli avvisi, mandò

il 23. di mattina in città il primo Segretario dell’Ambasciata, Signore Matteo

Deval, per andar’rimettere un office Ministeri e al Ambasciatore Inglese ed

annunziargli la conclusione della Pace. […] Con essere antico uso qui stabilito

che il Ministro di Francia, abbia il primo passo sopratutti li altri, il Signore

Generale si rese dalla Chiesa nel suo Palazzo ad aspettarvi la visita di S.E. il

Sig.re Liston, il quale arrivò immediatamente con l’usato cerimoniale in simili

incontri, accompagnato da Mad.me L’Ambasciatrice ed avendo con esso lui

gran parte o quasi tutta la sua Legazione. Doppo circa una mezz’ora di visita

ritornò il Ministro Inglese da lui ed il Signore Conte Andreossy, andiede

rendergli osservando le medeme formalità, in compagnia pure della sua

Signora Sposa Madama la Contessa.

[…]

S.E. Cavaliere Liston, in allegrezza della Pace generale, fece nella serata del

23. corrente illuminare una facciata del suo Palazzo, locchè dava un Colpo

d’occhio saperlo.

[…]

Già avanti la partenza dell’ultimo Corriere si diceva nel pubblico li Ministri di

Francia, Inghilterra, Russia ed Austria, avvevano ricevuto ogn’una lettera

anonima, contenente delle rappresentazioni sui abusi, ed ingiustizie delle loro

Cancellerie, pregando di mettervi ordine, altrimenti si usarebbero dei mezzi

praticati in Smyrne all’Epoca dell’Incendio del 1797.

[…]

Costantinopoli 25.Luglio 1814

L’Umilissimo Devotissimo

ed Ubbidientissimo Servitore vero

Domenico Salzani

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Fonti

ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI

SEZIONE AFFARI ESTERI

CORRISPONDENZA REGOLARE: DECENNIO FRANCESE (1809 – 1814)

DATA BUSTA FASCICOLO TITOLO OGGETTO

10/05/1809 5326/29 318 D.f. 5328/6

26/06/1809 5326/29 318 D. f. 5328/6

10/07/1809 5326/29 318 D. f. 5328/6

25/11/1809 5326/29 318 D. f. 5328/6

11/12/1809 5326/29 318 D. f. 5328/6

23/12/1809 5326/29 318 D. f. 5328/6

10/01/1810 5326/29 318 D. f. 5328/6

25/01/1810 5326/29 318 D. f. 5328/6

10/03/1810 5326/29 318 D. f. 5328/6

09/06/1810 5326/29 318 D. f 5328/6

01/07/1810 5326/29 318 D. f. 5328/6

07/07/1810 5326/29 318 D. f. 5328/6

26/11/1810 5326/29 318 D. f. 5328/6

27/01/1812 5326/29 319 D. f. 5329/1

10/03/1812 5326/29 319 D. f. 5329/1

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10/06/1812 5326/29 319 D. f. 5329/1

18/06/1812 5326/29 319 D. f. 5329/1

10/07/1812 5326/29 319 D. f. 5329/1

10/08/1812 5326/29 319 D. f. 5329/1

10/09/1812 5326/29 319 D. f. 5329/1

02/10/1812 5326/29 319 D. f. 5329/1

26/10/1812 5326/29 319 D. f. 5329/1

25/11/1812 5326/29 319 D. f. 5329/1

10/12/1812 5326/29 319 D. f. 5329/1

25/01/1813 5326/29 319 D. f. 5329/1

25/05/1813 5326/29 319 D. f. 5329/1

Lettera sciolta 5326/29 319 D. f. 5329/1

10/02/1814 5327/30 320 D. f. 5330/1

09/04/1814 5327/30 320 D. f. 5330/1

25/07/1814 5327/30 320 D. f. 5330/1

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Ringraziamenti

Il traguardo raggiunto non sarebbe stato possibile senza l’aiuto ed il sostegno di

chi mi circonda.

Il primo ringraziamento va alla mia relatrice, la Professoressa Rosa Maria Delli

Quadri, che mi ha avvicinata ad un lavoro che mi ha arricchita soprattutto a

livello personale, in quanto ho capito che, con un po’ d’impegno e coraggio, ad

un momento di iniziale smarrimento per un lavoro impegnativo come questo

può corrispondere una grande soddisfazione.

Ringrazio i miei genitori perché non ne ho mai voluti di altri, non ne voglio di

altri e non ne vorrò mai di altri.

Ringrazio mio fratello Claudio perché nei suoi sogni ci crede dedicandosi al

massimo e questo lo ha reso un esempio per me.

Ringrazio Manuela, Martina, Noemi, Shari e Marcella per il loro appoggio

incondizionato, per il loro bene insostituibile e per avermi cambiata in meglio

senza avermi chiesto mai di farlo.

Ringrazio Erik, un’amicizia nuova che sembra iniziata vent’anni fa.

Ringrazio le mie amiche di danza, perché dopo quasi un decennio siamo ancora

insieme, dimostrando che una passione condivisa può legare più di tanto altro.

Ringrazio le quattro ragazze pazze dell’aula studio Anna, Sara, Flora e Giusi

per essere state una sorpresa e un sostegno in questi mesi; ringrazio Gabriele,

un amico ritrovato.

Ringrazio te, ‘giuvinò’.

Infine, e non per ordine d’importanza, ringrazio me.