Tesi di Laurea- Anonime Icone

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1 A NONIME I C O N E

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ANONIMEI C O N E

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Ai miei genitori che mi sostengono sempre ed a me stessa, che questo possa essere solo un punto di partenza e non un punto di arrivo.Un ringraziamento al Prof. Quici che mi ha seguito durante questa fase e mi ha aiutato a migliorare.

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Ideazione e progettazione di un allestimento multimediale avente come oggetto il design anonimo presso il “Museo Nazionale delle arti e tradizioni popolari”

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Il Museo7. La storia 9.Stato di fatto

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Analisi14. Tema20. Motivazione mostra

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Oggetti22. Selezione

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Concept26. Percorso espositivo27. Riferimenti

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Progetto32. Sistema espo-sitivo53. Grafica60. Multimedia62. Materiali64. Illuminotecnica

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Comunicazione68. Concept

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BibliografiaSitografia

INDICE

Ilaria Trombìmatricola 1525052Tesi di laurea in Exhibit e Multimedia DesignRelatore: Fabio QuiciFacoltà di ArchitetturaC.d.L in Disegno Industrialea.a. 2014/2015

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LA STORIA

Partendo dalla volontà di realizza-re un allestimento multimediale, mi è stato proposto di analizzare i vari musei della Capitale, concen-trandomi sul design e sugli ogget-ti quotidiani. Per questo motivo è stato scelto il Museo Nazionale di Arti e Tradizioni popolari situa-to nella zona EUR di Roma. Esso dispone di una collezione perma-nente di oggetti tradizionali italiani e di due sale adibite ad esposizioni temporanee. Il Museo nasce dalla

Mostra di Etnografia Italiana tenu-ta a Roma nel 1911 per celebrare il cinquantenario dell’Unità d’Italia ed ha avuto per suo fondatore Lam-berto Loria (1855-1913), etnologo, che dopo aver compiuto numerose spedizioni di studio in paesi extra-europei, si rese conto, durante un breve soggiorno nel Sannio, che anche nell’Italia degli inizi del No-vecento si doveva fare ricerca etno-grafica.

I L M U S E O

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LO STATO DI FATTO

3. Dettaglio esposizione permanente4. Sala “lavoro marinaro”

1. Facciata del museo2. Immagine coordinata del museo

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LEGENDA SALE

Salone d’onore

La terra e le risorse

Vivere e abitare

Riti e cerimonie

Esposizioni temporanee

Scala 1:1000

Il percorso museale è articolato in 3 grandi aree tematiche: La terra e le risorse, Vivere e abitare, Riti feste e cerimonie. Nella prima sezione, La terra e le risorse, sono affrontati i temi relativi al trasporto, al lavoro agricolo e pastorale, al lavoro ma-rinaro e al lavoro artigianale; nella seconda, Vivere e abitare, compare il mondo domestico con i suoi ar-redi, i gesti del quotidiano, il ciclo della vita umana con i suoi riti e le sue cerimonie. La terza sezione, Riti

feste e cerimonie, descrive le varie cerimonie, la musica, i giochi e gli spettacoli, gli abiti e gli ornamen-ti tradizionali usati per lo più nei giorni di festa. Il museo si articola su due piani, anche se il primo pia-no è quello che contiene la maggior parte degli oggetti, ed ospita anche le due sale per esposizioni tempo-ranee. Grazie ai dati fornitomi dal-la direttrice del Museo ho potuto orientarmi sulla pianta e progettare l’allestimento.

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A N A L I S I

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Le sale per le esposizioni tempo-ranee sono due stanze collega-te al primo piano. Una delle due è più grande dell’altra ma entrambe hanno un’altezza di 6 metri. Le due sale sono poste alla fine del percor-so museale permanente, ad indurre il visitatore a esplorare prima tutto il museo, in quanto entrando diret-tamente nelle sale temporanee si entrerebbe dalla fine della mostra.

Scala 1:500

Percorso di entrata ed uscita dalle sale temporanee

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5. Collezione Museo Mondo Dragona6. Installazione “Copycat”, Cino Zucchi7. Dettaglio studio A. Castiglioni

IL TEMA

Dopo varie ricerche ed analisi ri-guardo al campo circoscritto degli oggetti tradizionali e quotidiani e non avendo il compito di riallestire il museo attuale, bensì progettare una mostra temporanea, ho cer-cato di capire come legare questo tema a quello del Museo. La mia analisi è passata dall’osservazione e studio dell’installazione ci Cino Zucchi (“Copycat”) realizzata per la 13a Mostra Biennale di Architettu-ra di Venezia con tema “Common Ground”. Cino Zucchi ha immagi-nato uno spazio irregolare, che al-lude ad una piazza, pavimentato con piccoli ciottoli di ferro grezzo di forma esagonale, attorno alla quale sono disposti grandi armadi metallici. L’installazione esprime l’idea che «le culture formali si pro-pagano seguendo processi di “con-tagio” che combinano imitazione e innovazione, creando sequenze di manufatti legati da sottili variazio-ni su un tema comune». Ognuno

dei 9 armadi mostra, sul suo lato esterno, una collezione di oggetti o immagini. Il risultato può essere interpretato come una serie di mo-delli di edifici, in scala, inseriti in una piazza. Un altro studio effettuato riguarda Il Museo Mondo Dragona, di Domenico Agostinelli, il quale col-leziona oggetti comuni, conosciuti, bizzarri o anche scomparsi. Egli li colleziona nonostante non abbia spazio ma lo fa per testimoniare la sterminata biografia dell’umano saper fare. Li colleziona tutti, senza nessun tipo di selezione. L’ultimo articolo studiato è quello che mi ha fatto giungere al tema per la mo-stra. É un articolo sulla casa-studio di Achille Castiglioni; il designer indi-vidua la “componente principale del design” dell’oggetto anonimo su-blimandola, attraverso la riproget-tazione, nel perfezionamento della forma rispetto ad esigenze funzio-nali contemporanee. Il tema quindi diventa il design anonimo.

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cos’è il design anonimo

Gli oggetti di design anonimo sono oggetti destinati al consumo di massa e diffusi senza l’ausilio del-la pubblicità e che invadono lo sce-nario dell’artificiale che ci circonda con apparente discrezione, ma che in realtà hanno una forte incidenza nell’inquinamento della qualità che ci circonda. Non ci chiediamo, come spontaneamente avviene di fronte all’“oggetto di design”, quanti pezzi ne siano venduti o prodotti, né chi li abbia progettati. Accanto ai pro-dotti che per convenzione vengono ricondotti alla cultura del design,

esistono dunque altri oggetti, altri prodotti industriali di larghissima diffusione. Accanto a tali oggetti, il cui valore aggiunto sta proprio nel design e che rappresentano il de-sign stesso in quanto “firmati”, o in quanto riconosciuti come simboli di sperimentazioni colte, o come og-getti del desiderio per il loro valore emblematico nei confronti di spe-cifiche culture figurative, esistono una infinita quantità di prodotti industriali “anonimi” destinati ai grandi consumi tanto attraverso le grandi reti di distribuzione, quanto

attraverso canali di diffusione al-ternativi e paralleli a quelli ufficiali. Sono prodotti nati da una concezio-ne atopica dell’oggetto, indifferenti ai contesti d’uso che anzi tendono essi stessi a determinare divenendo di volta in volta la rappresentazione paradigmatica di un tipo di econo-mia, di specifici comportamenti in-dividuali e sociali, del gusto diffuso della cultura di massa. Nell’oggetto anonimo c’è contemporaneamen-te la formalizzazione dell’esigenza consolidata e la rappresentazione di quella nuova.

8. In foto: allestimento mostra No name Design di Franco Clivio

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“Ancora prima che venisse usato il termine design per de-finire una produzione giusta per oggetti che rispondono a funzioni necessarie, tali oggetti erano già in produzione e si continuano a produrre, e ogni volta vengono migliorati secondo i materiali e le tecnologie usati. Sono oggetti di uso quotidiano nelle case e nei posti di lavoro e la gente li compera perchè non seguono le mode, non hanno proble-mi di simboli di classe, sono oggetti ben progettati e non importa da chi. Questo è il vero design”

Bruno Munari, Compasso d’oro ad ignoti in Da cosa nasce cosa, 1981

P R O G E T T O Q U A L I T Á F O R M A L E F R U T T O D I N E C E S S I T Á

1972: Bruno Munari istituisce il Compasso d’oro ad ignoti. Definisce le caratteristiche che un oggetto di design deve avere per ritenersi tale.

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O G G E T T I

MOTIVAZIONE MOSTRA

Il design anonimo come tema del-la mostra è legato alla sua moti-vazione. La motivazione di questa mostra è proprio quella di dare im-portanza, dare voce a questi ogget-ti che passano inosservati ma che sono importanti tanto quanto quelli “firmati”. Questi sono gli oggetti che noi usiamo e senza i quali non po-tremmo fare la maggior parte delle cose che facciamo ogni giorno. La mia volontà è quella di rendere sog-getti di una mostra, oggetti che non vengono neanche notati.

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SELEZIONE

Essendo il design anonimo un campo molto vasto, in cui compa-iono oggetti dei tipi più disparati, il mio compito è stato quello di sele-zionare alcuni di questi in base ad un tema più specifico all’interno di questo campo. Per far ciò mi sono basata sulla selezione di oggetti presente nel libro “Design anonimo in Italia” di Alberto Bassi; in questo libro sono catalogati tutti gli oggetti di design anonimo italiani. Su que-sta base ho voluto allargare il cam-

po di oggetti non sono al territorio italiano, bensì cercare di progetta-re una mostra che attirasse anche un pubblico internazionale. Sele-zionare oggetti talmente divenuti in uso da essere considerati icone quotidiane; per questo non tutti gli oggetti possono essere annoverati con questa definizione. Il tema più specifico quindi, è quello degli og-getti divenuti icone internazionali. E da questa scelta è nato il nome della mostra: anonime icone.

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C O N C E P T

- Bicicletta militare: 160 cm circa- Brugola (vite polydrive): 10 cm- Cavatappi: 12,5x10 cm- Chiave inglese: 17,8x5x1,2 cm- Clip: lunghezze 2,2/2,8/3,3/5 cm- Colla coccoina: 13x14x36 cm- Cono gelato: 15x5 cm- Coppa del nonno: 10x8 cm- Fiammiferi: 5x5x0,5 cm- Forbici: 21,5x8,5 cm- Lampadina: 11x5 cm- Leggio: 110x40x29 cm- Martello: 35x15x3,5 cm- Materassino: 180x60 cm- Mezzaluna: 25 cm- Moka: 14x10x20 cm- Molletta: 7x0,9 cm- Pallone da calcio: 70 cm- Penna bic: 15x0,7x1,3 cm- Poltrona tripolina: 80x68x105 cm- Puntina da disegno: 2,2 cm - Sedia da regista: 85x53x52 cm- Sedia sdraio: 118x81x47,5 cm- Spilla da balia: 2,5 cm- Spillatrice: 24x6 cm- Telefono: 17,5x15x14 cm- Zip: 2,5x0,9 cm

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RIFERIMENTI

Richard Serra“La materia del tempo”

Le opere di Richard Serra, libera-te dalla costrizione dei supporti, si trovano di colpo immerse in uno spazio reale, abitato dallo spetta-tore. L’esperienza del soggetto con l’opera, diventa parte essenziale del suo significato. Il gioco intessu-to dall’artista si basa sulle infinite possibilità combinatorie dell’alfa-beto geometrico, che darà come risultato ancora e sempre forme di-verse. L’impatto con lo spettatore, punto di vista in movimento, spiega le torsioni delle superfici applicate prima a doppie ellissi, giungendo infine alla complessità delle spira-li. Gli intrecci di linee, l’apertura o la chiusura delle superfici, la differen-te angolazione dei piani rispetto al pavimento e tra loro, induce un for-te senso di instabilità e perdita di equilibrio, volto ad annullare quasi qualsiasi punto di riferimento.

PERCORSO ESPOSITIVO

Il concept dell’allestimento si fon-da sul concetto di “immersività”. Il visitatore deve fare un’esperien-za attiva della mostra, non essere solamente uno spettatore passivo. Nell’allestimento devono essere presenti stimoli di interazione spa-ziale e sensoriale con il fruitore; dare movimento attraverso l’allestimen-to il quale coinvolge lo spettatore e modifica la percezione dello spazio. Per questo motivo il concept del progetto prevede l’alterazione dellageometria delle sale, in modo tale

da fornire un’esperienza immersiva al fruitore. L’allestimento si com-pone di vari elementi come pannelli espositivi ed oggetti sospesi a rap-presentare delle piccole installazio-ni. Il percorso di visita è un percor-so non delimitato, il visitatore può spaziare come vuole e vedere la mostra nell ‘ordine che preferisce. L’ultima parte della mostra è nel-la seconda sala, nella quale viene proiettato un video. La decisione è stata quella di oscurare le sale ed usare solo illuminazione artificiale.

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Holger Pooten è un fotografo di ta-lento nato nel 1974 in Germania. Durante la sua carriera ha lavorato per marchi di fama internazionale come Nike, Intel, Adidas.Ultimamente si è divertito a crea-re fotografie di oggetti esplosi, ma non in modo violento come durante uno scoppio, piuttosto smontati. Gli oggetti ritratti nelle immagini ap-paiono come smembrati e con i vari componenti sospesi in aria.

Damian Ortega presenta la perfetta scomposizione strutturale, il sus-seguirsi armonioso degli oggetti e la loro solitudine secca nel tentare di ricalcare le forme della scultura. Il rapporto con lo spazio e i proces-si di trasformazione della materia sono i temi indagati da Ortega, che gioca scomponendo convinto che nello spazio convivano “materia ed energia, accelerazioni e dispersioni, esplosioni e implosioni di forme e oggetti di uso comune“.

Per la parte multimediale dell’e-sposizione temporanea, ho preso come riferimento lo Studio Azzurro. Il concetto d’ambiente sensibile, è inteso come luogo di relazione tra componente virtuale e presenza fisica. E’ un habitat dove la perso-na viene chiamata a un ruolo attivo per una fruizione collettiva e che accanto alla relazione uomo tec-nologia rimanga, fortissima, anche quella tra uomo e uomo.

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P R O G E T T O

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soluzioni a una serie infinita di pro-blematiche diverse e sono spesso di una bellezza straordinaria data dal binomio “estetica ed utilità”. Così nella collezione costruita negli anni da Clivio emergono misteriose maschere lignee, oppure comuni forbici e perfino oggetti industriali.

1) Nella mostra Supernormal, i de-signer J. Morrison e N.Fukasawa selezionano 204 tra oggetti di uso quotidiano di design anonimo e og-getti di larga diffusione progettati da designer famosi.

le mostre sul design anonimo

2) “No Name Design”, il titolo dato all’esposizione del designer Fran-co Clivio. La mostra raccoglie quasi 1000 oggetti che sono stati posizio-nati inbase a funzioni o tipologie, materiali o famiglie formali, realiz-zati da anonimi designer, e rendono omaggio alla genialità di artigiani e tecnici. Strumenti capaci di fornire

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proposte

Fase A: intreccio di quattro cerchi Fase B: intreccio di quattro cerchi Fase C: intreccio di tre cerchi

SISTEMA ESPOSITIVO

Dopo aver definito il concept del progetto e quindi la definizione di immersività, ho iniziato a fare delle proposte che potessero rappresen-tare questa idea. Come dall’esem-pio di Richard Serra ho voluto uti-lizzare forme fluide e quindi partire dalla geometria del cerchio cercan-do di non renderla troppo simmetri-ca. Per questo ho effettuato molte prove facendo intersecare cerchi di varie grandezze per ricavarne degli archi mai uguali. Inoltre, per quanto riguarda i colori,ho pensato che un colore scuro come il nero potesse rendere ancora più di impatto gli oggetti esposti.

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Dopo aver definito quali fossero gli spazi di utilizzo ed un eventuale percorso di visita, è stato il momen-to di progettare il sistema espositi-vo: come e dove esporre gli oggetti?Come prima cosa ho classificato i 27 oggetti in tre categorie in base alle loro dimensioni: gli oggetti grandi, gli oggetti medi e gli oggetti piccoli.Per rendere l’allestimento più di-namico ho deciso di dare ad ogni tipologia di oggetto un tipo di alle-stimento, ovviamente coerente.

Gli oggetti di media grandezza sele-zionati sono dieci e saranno esposti in teche/vetrine apposte su men-sole ma quasi “sospese”. Gli oggetti di piccola grandezza invece, saran-no disposti come un esploso, una nuvola di oggetti; saranno racchiusi in cubi e parallelepipedi in resina e sospesi a diverse altezze. In ultima istanza gli oggetti grandi saranno sospesi a gruppi al soffitto per con-sentire ai visitatori di passare at-traverso l’allestimento e gli oggetti.

proposta definitiva

Ø1296

Ø808

Ø1214

Ø899

La pianta definitiva dell’allestimen-to è composta da tre circoferenze intersecate di vario diametro, dalle quali vengono estrapolati cinque archi di circonferenza che andranno a formare i pannelli espositivi. Que-sto tipo di disposizione permette di indirizzare il visitatore attraverso il percorso ma anche di lasciarlo libe-ro di muoversi attraverso la visione degli oggetti. Per quanto riguarda la sala multimediale la scelta è stata quella di proporre una proiezione a 360°, completamente immersiva.

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38 Scala 1:200

L’allestimento si compone di cinque pannelli curvi, quattro di essi sono alti 3 mt, mentre quello sospeso è alto 2 mt. Nel complesso le stanze sono alte 6 mt, lunghe in totale 72 mt. Essendo due stanze hanno ge-ometrie diverse: la stanza dell’alle-stimento è larga 28 mt, mentre la sala multimediale è larga 24 mt.

sezioni trasversali

sezione BB’

sezione AA’

AA’

BB’

CC’ D

D’

Scala 1:200Pannello espositivo dotato diteche in plexiglass contenen-ti gli oggetti di media gran-dezza (moka, ecc). La teca è un cubo di 40x40x40 cm.

Pannello espositivo con “nuo-vola di oggetti”, composto da cubi e parallelepipedi di resi-na contenenti gli oggetti più piccoli ed appesi al soffitto.

Posizione degli oggetti gran-di. Questi, sospesi in aria, sono disposti in gruppetti vi-cino ai pannelli ad individuare un possibile percorso.

Sala multimediale. Proie-zione di un video a 360° per demarcare il concetto di im-mersività. Lo schermo è an-ch’esso sospeso a 3 mt.

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B B’A A’sezioni longitudinali

sezione AA’

sezione BB’

sezione CC’

sezione DD’

Scala 1:200

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gli oggetti piccoli

Gli oggetti di piccola grandezza ven-gono esposti al visitatore racchiusi in cubi e parallelepipedi in resina ed appesi al soffitto. Il risultato è una “nuvola” di oggetti, come se rap-presentassero un unico oggetto esploso. Per dare dinamicità all’al-lestimento, questi oggetti vengo-no disposti a diverse altezze e da sfondo gli fà il pannello espositivo. Gli oggetti sono racchiusi come gio-ielli per dare loro risalto e indicarne la preziosità in quanto utilità.

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Scala 1:50

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gli oggetti medi

Per quanto riguarda gli oggetti di grandezza media, ho pensato di di-sporli per gruppi di cinque secondo una loro somiglianza per funzione. Questi vengono posizionati in teche di plexiglass fissate a metà men-sola, come se fossero sospesi. Le teche contenitrici sono box di plexi-glass di 40x40x40 cm. Il pannello espositore è alto 3 metri e poggia a terra mediante dei piedini ammor-tizzanti che ne garantiscono l’equi-librio e la stabilità.

Enzo Mari

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I pannelli espositivi saranno di co-lore nero per risaltare gli oggetti in mostra. Per quanto riguarda il pan-nello che espone gli oggetti di me-dia grandezza, esso è composto da una mensola nella quale sono po-sizionate le teche ed è alto 3 metri. I pannelli espositori sono curvi ed ognuno ha un raggio di curvatura diverso. Lo spessore del pannello è di 20 cm. La mensola è posizio-nata a 1.10 metri da terra, in modo tale che l’osservatore possa vedere

Scala 1:50

bene gli oggetti esposti. Anche la mensola è curva e spessa 20 cm. La sua profondità è di 40 cm. Nella mensola sono posizionate le teche per gli oggetti medi, 5 per pannello.Le teche sono cubi di 40x40x40 cm. L’intenzione era quella di dare l’impressione che le teche fossero sospese e fluttuassero, quindi ho deciso di fissarle a metà mensola, in modo tale che l’altra metà spor-gesse.

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oggetti grandi

In ultima analisi, ci sono gli oggetti grandi, ovvero quelli che non pos-sono essere racchiusi in vetrine. Essendo questi oggetti colorati ed allegri ho pensato di disporre alcuni di questi a gruppetti (3-4 di ognuno) ed appenderli al soffitto. Questi og-getti sono tenuti da cavi di acciaio per due punti, il giusto per non farli oscillare. La loro disposizione è fat-ta in modo da individuare un possi-bile percorso e per fare in modo di camminare tra gli oggetti disposti in alto. Non tutti gli oggetti grandi sono sospesi al soffitto, li ho scel-ti in base alla possibilità e all’inte-resse di essere osservati anche da sotto. Gli oggetti sospesi sono la bici, il leggio, il materassino ed il pallone. Gli altri, che sono le varie sedie, sono posizionate sempre con la logica del percoso ma sono poste a terra, dove di solito stanno.

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LA GRAFICA

Per quanto riguarda la grafica am-bientale ho deciso di diversificarla tra la grafica applicata ai pannel-li espositivi ed illustrativi e quella applicata a terra. Per la grafica sui pannelli ho pensato fosse interes-sante creare una trama/texture leggera fatta dai disegni degli og-getti esposti su quel determinato pannello. Il colore della texture è una gradazione del colore stesso del pannello, in modo tale che non spicchi troppo dallo sfondo.

Oltre ai pannelli espositivi, come detto in precedenza, sono presen-ti il pannello introduttivo alla mo-stra ed il pannello illustrativo dei brevetti, realizzato con gli esecutivi originali dei progetti sempre in gra-dazione di colore con il pannello. Il pannello introduttivo presenta lo stesso tipo di grafica e di colori con la spiegazione della mostra. Infatti è il primo pannello che si vede ap-pena entrati nella sala.

A’A

Scala 1:200

sezione AA’

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L’esposizione degli oggetti è solo una parte della progettazione di una mostra: infatti ci sono molti al-tri elementi che la compongono. In questo caso due dei pannelli curvi non saranno adibiti a vetrine espo-sitive. Il primo all’entrata rappre-senterà l’introduzione alla mostra e quindi ci sarà la spiegazione; il se-condo invece è adibito alla rappre-sentazione grafica dei disegni dei brevetti di questi oggetti di design anonimo.

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Dopo aver progettato le grafica e le texture per i pannelli espositivi, ho progettato la grafica a terra. Ho adottato lo stesso stile grafico dei pannelli, andando a creare una tra-ma sottile fatta dagli oggetti stessi, riconoscibili anche a distanza.

ANONIMEI C O N E

La mostra Anonime Icone rappre-senta la valorizzazione e l’impor-tanza degli oggetti quotidiani, di autore sconosciuto. Oggetti che usiamo tutti i giorni e dei quali non ne riconosciamo l’importanza che hanno portato nelle nostre vite.

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Applicazione della grafica a terra

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MULTIMEDIA

L’ultima parte della progettazio-ne ha riguardato la creazione di un video. Il concept di questo video è quello di raccontare una storia: la storia di questi oggetti, di come sia-no eterni e siano passati di genera-zione in generazione senza essere cambiate. La proiezione del video a 360° è fatta da 4 proiettori, uno ad ogni quarto di circoferenza. Il tela-io che tiene gli schermi è un telaio metallico sospeso, sopra il quale sono posizionati i proiettori.

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Cavi per sospensione in acciaio per il pannello sospeso e gli oggetti gran-di e cavi in nylon trasparenti per la sospensione dei cubi in resina che contengono gli oggetti piccoli.

La grafica utilizzata nell’allestimen-to viene stampata digitalmente su degli adesivi applicabili a parete per i pannelli e su adesivi calpestabili per la grafica a terra.

I cubi in plexiglass di 40x40x40 cm dispongolo di supporti in metallo, i quali si incastrano ed appoggiano ad un altro supporto metallico fis-sato sulla mensola.

Trattandosi di una mostra tem-poranea ho cercato di utilizzare dei materiali che potessero essere temporanei e quindi non di durata eccessiva. Altra caratteristica ne-cessaria era la leggerezza. Per que-sto ho optato per dei pannelli alve-olari, con anima in cartone o legno e rivestiti di un laminato plastico del colore di cui avevo bisogno. Dei ma-teriali leggeri e smaltibili. Inoltre sul laminato si può facilmente applica-re l’adesivo della grafica.

I MATERIALI

Le teche che espongono gli oggetti di grandezza media sono realizzate in plexiglass. Ho scelto il plexiglass perchè è un materiale più leggero e resistente del vetro. Il cubo traspa-rente viene realizzato incollando le 5 facce ma predisponendone una che si apra. Inoltre la teca dispone di un ripiano intermedio inclinato anch’esso incollato ed in plexiglass.Gli oggetti vengono poggiati e incol-lati sul ripiano, non essendoci peri-colo che si rovinino.

Essendo i contenitori degli oggetti piccoli sospesi e non potendo in-tervenire troppo su teche di piccole dimensioni, ho pensato di realizza-re queste teche in resina ricopren-do completamente gli oggetti. In questo modo non appaiono cavi e l’oggetto si vede chiaramente. I cubi sono realizzati in resina poliestere trasparente neutra, dispongono di anellini ai quali si attaccano i cavi di sospensione.

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FloodPer accentuare in modo efficiente oggetti più grandi o per mettere in risalto delle parti di un ambiente. In questo caso ho deciso di utilizza-re solo un’illuminazione d’accento nella sala, con questi faretti puntati sugli oggetti da varie angolazioni. Il calcolo dei lux (E) aiuta a determi-nare l’intensità del fascio luminoso con distanze da illuminare diverse. In questo caso variano dai 2 ai 4 mt.

Faretto Optec ERCO Binario elettrificato ERCO LEDstrips adesive

Hi-trac binario elettrificatoI profili Hi-trac sono molto robusti e possono essere quindi sospesi a punti molto distanti tra loro. Non essendoci un sistema già esistente e non essendoci problemi a modi-ficare il soffitto ho deciso di com-binare binari elettrificati di 4 mt e disporli lungo il lato corto della stanza. Essendo il lato di 14 mt, ho assemblato tre binari da 4 mt per coprire tutta l’area da illuminare.

LED stripsUn altro tipo di illuminazione utiliz-zata è quella per le teche: infatti per queste ultime ho previsto di utiliz-zare le strisce LED adesive da met-tere all’interno. Esse sono vantag-giose in quanto non surriscaldano l’ambiente in plexiglass ed hanno una durata maggiore dei faretti da interni. Le LED strips utilizzate mi-surano 10 cm di lunghezza e 5 cm di larghezza.

ILLUMINOTECNICA

Non è solo il modo di mettere gli oggetti in scena con la luce a con-tribuire alla qualità dell’esperienza vissuta con la visita all’esposizione,ma anche il comfort visivo dell’illu-minazione. La corretta disposizione degli apparecchi permette di illumi-nare gli oggetti in modo omogeneo ed evita che gli osservatori proiet-tino le proprie ombre. Con un’ade-guata disposizione degli apparecchi si evitano inoltre anche i fastidiosi abbagliamenti da riflessione. La

posizione della sorgente luminosa è decisiva per la formazione delle ombre. Una luce con un’incidenza fortemente inclinata da una breve distanza crea delle ombre grandi e lunghe. In generale però si è affer-mato anche per le sculture l’utilizzo di un angolo di incidenza della luce di 30°. Il tipo di illuminazione voluta è quella d’accento e per questo mo-tivo ogni oggetto o lato di esso deve ricevere 300 lux (E) di illuminazione.

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C O M U N I C A Z I O N E

6Posizione apparecchiscala 1:200

LED strips adesive, posizionate sul-le teche ad illuminare gli oggetti di grandezza media.

Flood su binario elettrificato, incli-nato a 30°, illuminano i restanti og-getti e i pannelli illustrativi.

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riferimenti

Franco Clivio, “No name design”Vitra Design Museum, “Hidden Heroes”

CONCEPT

La comunicazione è una parte mol-to importante nella progettazione di una mostra. Proprio per questo ho cercato di creare una locandina di impatto, che comprendesse gli oggetti, per rendere chiaro cosa si esponesse alla mostra. La locan-dina è composta dal collage degli oggetti, disposti anche non comple-tamente visibili ad indicare la loro riconoscibilità. Lo stile usato è uno stile pop, popolare proprio come questi oggetti esposti.

Ovviamente per progettare la lo-candina e tutta la pubblicità della mostra, ho fatto riferimento a quel-le progettate dalle precedenti e si-milari mostre sul design anonimo.Solo grazie a questi riferimenti ho potuto sviluppare il mio concept, che da una parte segue i precen-denti e dall’altra si discosta in quanto i temi sviluppati sono diver-si. In quanto anonime icone, i sog-getti della comunicazione sono gli oggetti da mettere in evidenza.

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Oltre alla locandina ufficiale della mostra ho pensato che fosse in-teressante ed accattivante creare degli spot o degli interrogativi per la città, ispirando allo stile pop della Pop Art di Andy Warhol per quan-to riguarda i colori e l’impostazione. Giocando sulla grande riconoscibili-tà ma anche sulla non-conoscenza completa degli oggetti ho creato l’interrogativo “Lo usi, ma lo cono-sci?” , ad indicare quanto poco cono-sciamo questi oggetti tanto usati.

ANONIMEI C O N E

Museo Nazionale di arti e tradizioni popolari

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B I B L I O G R A F I A

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S I T O G R A F I A

ANONIMEI C O N E

Museo Nazionale di arti e tradizioni popolari

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SITOGRAFIA

- Compasso d’oro a ignoti, www.domusweb.it- Hidden heroes, www.hiddenheroes.com- Immersività e tour virtuali, www.immersiva.it- Musei, www.studioazzurro.com- Raimonda Piccini, Cose di tutti i giorni: progetto, autore, narrazione, www.disegnoindustriale.net/- Scoprire la luce: culture, www.erco.com- Tonino Paris, Naturalezza industriale, www.disegnoindustriale.net/

BIBLIOGRAFIA

- Alberto Bassi, Design anonimo in Italia: oggetti comuni e progetto incognito, Electa, 2007- Alberto Bassi, Design. Progettare gli oggetti quotidiani, Il Mulino, 2013- Angela Alberto, Musei ( e mostre) a misura d’uomo. Come comunicare attraverso gli oggetti, Armando Editore,2009- Bruno Munari, Da cosa nasce cosa, 21° edizione, Editori Laterza, 2010- Franco Clivio, Hans Hansen, Pierre Mendell, Hidden forms. Vedere e capire le cose, Birkhäuser Architecture, 2009- Jasper Morrison, Naoto Fukasawa, Supernormal: Sensations of the ordinary, Lars Muller Publishers, 2007- Mike Ashby, Kara Johnson, Materiali e design, 2° edizione, Casa editrice Ambrosiana, 2010- Valerio Sacchetti, Il design in tasca, Editrice Compositori, 2010