Colt rilancia le icone del passato,...

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Colt rilancia le icone del passato, quelle che hanno fatto il mito della 1911. Direttamente dal Custom Shop di Colt, ecco la riedizione della MkIV Series ’70 Government model. Calibro .45 ACP of course.

Nel 2001, nel pieno di un dissesto finanziario che minacciava seriamente la sopravvivenza dell’azienda stessa, i vertici della Colt decisero di lanciare sul mercato una “nuova” vecchia pistola; la M1911-A1. A prima vista questa operazione commerciale potrebbe sembrare del tutto scontata. Colt è l’azienda che ha inventato la 1911, e l’ha sempre fabbricata ininterrottamente dal Gennaio 1912 fino ai giorni nostri, senza mai cessarne la produzione. Colt è sinonimo di 1911, ma soprattutto 1911 è sinonimo di Colt. Oggigiorno moltissimi produttori, americani e non, hanno in catalogo una versione della

“Old Reliable” 1911. Però le 1911 marchiate Colt, con sopra inciso il cavallino, sono nell’immaginario comune, più 1911 delle altre. Le altre sono solamente cloni, pistole tipo 1911, non vere 1911. Quindi cosa c’è di strano? C’è di strano che la nuova pistola, prodotta in soli 4000 esemplari dal Custom Shop di Colt, era proprio una M1911-A1 del tutto identica alla pistola originale, che è stata per oltre 70 anni a fianco delle truppe americane. Se ancora non ci vedete nulla di insolito, dovete sapere che erano ormai 18 anni che la Colt non produceva più quel tipo di pistola.

Nel 1983, con la nascita della Serie ’80, la Colt aveva introdotto nel modello Government, la versione civile della M1911-A1, un meccanismo di sicurezza al percussore. Con questa modifica la pistola veniva aggiornata al pari delle più moderne

La denominazione ufficiale è 1970A1, o meglio Colt model 01970A1CS. La 'O' iniziale sta per 'O-Frame'

ed è la lettera che in Colt identifica tutte le arc hitetture derivate dalla 1911.

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pistole di allora, che iniziavano tutte ad avere un sistema di sicurezza passivo, per impedire gli spari accidentali. La modifica andava a favore della sicurezza di una pistola che era spesso utilizzata per difesa o per servizio in divisa, ma il pubblico degli appassionati non la prese affatto bene. La 1911 era, e per molti lo è tutt’ora, un simbolo intoccabile. O meglio, la Colt 1911 è intoccabile, perché negli ultimi 30 anni, svariate aziende hanno modificato più o meno pesantemente il design originale della 1911, e hanno ottenuto vendite confortanti. Ma se è Colt ad introdurre una qualche novità all’interno della meccanica 1911, il pubblico si lamenta e le vendite calano.

L’etica aziendale aveva impedito alla Colt di ritornare sui suoi passi, e riproporre sul mercato pistole con la catena di scatto tipo Series ’70, cioè prive di sicurezza passiva al

percussore, perché obbiettivamente ritenute meno sicure. Anche se la richiesta era molta, gli aspetti commerciali non potevano avere la precedenza sulla sicurezza. Non per una grande azienda come la Colt. Altri produttori di pistole “cloni” tipo 1911-A1 erano più che disposti a soddisfare una così grande richiesta del mercato, proponendo modelli più classici, con meccanica anni ’70, privi della tanto odiata sicura al percussore. Addirittura la concorrenza iniziò a proporre 1911-A1 “moderne”, ma con catena di scatto rigorosamente priva di sicura al percussore. Mentre gli altri facevano affari, le vendite della Colt crollavano a picco, tanto che solo le commesse militari di M16 e M4 riuscivano a risollevare i malridotti bilanci dell’azienda.

Nel 2001 in piena crisi finanziaria la Colt ritornò sui suoi passi, e ricominciò la produzione di quelle che gli appassionati

L'arma in smontaggio da campo. E' tutta costruita i n acciaio dal pieno. Solo pochissimi pezzi sono

ricavati per microfusione o MIM.

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considerano ancora oggi le “vere” Colt 1911. Inizialmente lo fece con una serie limitata commercializzata dal Custom Shop, adatta più che altro al collezionismo e allo sporadico utilizzo al poligono, piuttosto che al porto per difesa o servizio. Lo stesso prezzo elevato suggeriva al pubblico che si trattasse di un’arma da conservare, piuttosto che da utilizzare, per cui la mancanza della sicurezza al percussore poteva essere vista semplicemente come la volontà di commercializzare una fedele riproduzione storica. D’altra parte la Colt continua ancora oggi a proporre l’obsoleto revolver Single Action del 1873, nella sua forma più pura, mentre altri produttori ne hanno aggiornato la componentistica, anche in favore della sicurezza. Quello che manca agli altri produttori di Single Action è il cavallino inciso

sopra all’arma, e la Colt decise di riproporre la stessa “ricetta” in chiave 1911.

I 4000 pezzi della M1911-A1 si vendettero bene, e aprirono la strada alla versione civile della 1911, la Government. E quale modello, se non la Mark IV Series ’70, che è da molti considerata come la più bella versione della Colt 1911 di tutti i tempi. In questo caso non si tratta più di una serie limitata, come altre che sono arrivate in seguito, in quanto l’arma è tutt’ora in produzione. Ma la commercializzazione è sempre curata dal Custom Shop, il prezzo, seppur non eccessivo, è comunque alto, e la reperibilità difficoltosa, perché a quanto pare, negli USA, le nuove “vecchie” Colt si vendono come il pane.

Colt, un marchio, un mito.

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In realtà la pistola non si può considerare una riproduzione fedele della Government Series ’70, in quanto il modello originale aveva delle particolarità meccaniche che la Colt ha preferito non riproporre. Diciamo che l’arma è a tutti gli effetti una Government “pre” serie ’70. Ma al pubblico americano poco importa; volevano una Colt 1911-A1 “pura” e l’hanno ottenuta. Evidentemente la denominazione commerciale è stata scelta proprio per evitare di confondere la clientela americana, per la quale una System Colt Series ’70 è una pistola con la catena di scatto priva della sicura al percussore. Il fatto che l’originale Series ’70 sia considerata in assoluto una delle più belle versioni della Government ha favorito la scelta. La Series ’70 originale, in effetti, non si può definire propriamente una 1911-A1 pura, per via della presenza di quella strana boccola alla volata, che fu il primo “sfregio” di Colt al progetto originale di Browning; il pubblico americano probabilmente se ne sarebbe lamentato. La nuova pistola invece è perfetta, classica, ma allo stesso tempo ben sfruttabile. La sigla ufficiale del modello O1970A1CS, dove CS sta per Custom Shop, mentre la parte iniziale della sigla lascia ben pochi dubbi sul fatto che questa pistola è da considerarsi come una evoluzione dell'originale Series'70. Per cui è normale trovare qualche piccolo miglioramento in questa riedizione. Mire e bushing diversi devono essere visti in questa ottica.

La pistola è stata proposta inizialmente nella classica livrea nera brunita, seguita immancabilmente dopo breve tempo dalla versione in acciaio inox. Proprio quest’ultima è l’oggetto di questo articolo. Le pistole sono tutte costruite in acciaio, quasi interamente ricavate dal pieno. La microfusione è stata utilizzata solamente per modellare le due sicure, quella manuale al pollice e quella dorsale. Tramite procedimento MIM (Metal Injection Moulding) sono realizzati il controcane (sear), il disconnettore e il pulsante di sgancio del caricatore.

Le tolleranze sono abbondanti, l'assemblaggio è più rivolto verso l'affidabilità che non verso la precisione. Gli accoppiamenti sono tutt'altro che stretti, e la pistola scampana un po' quando la si scuote. Devo dire che personalmente la cosa non mi dispiace; ho avuto abbastanza problemi con l'altra mia 1911 (una Remington 1911-R1), soprattutto per quanto riguarda l'affidabilità. Ci vogliono armi di ben altro livello (e prezzo) per avere tolleranze da gara. E a volte neppure pistole da 3000 euro, funzionano come si deve. La 1911 è una pistola da combattimento, e come tale deve prima di tutto sparare, sparare sempre. Se scampana un po' quando la si scrolla, è poco importante. La precisione è comunque più che abbondante, per un utilizzo informale al poligono. Si ottengono belle rosate. Certo, probabilmente una Kimber da tiro, a parità di prezzo o quasi, potrebbe essere più precisa, ma occorre anche saper sparare bene per sfruttare la precisione intrinseca di un'arma.

TECNOLOGIA MIM

In poche parole, la tecnologia MIM, oggi molto in voga, consiste nell'iniezione all'interno di appositi stampi di una miscela di acciaio in polvere e collanti speciali. Gli stampi hanno la forma dell'oggetto finito, ma dimensioni leggermente maggiori. Tramite apposite procedure e forni, i collanti vengono eliminati, e il risultato è l'oggetto finito in acciaio. Rispetto alla fusione, i pezzi in MIM non presentano porosità, sono robusti quasi quanto i pezzi ricavati dal pieno, e possono arrivare ad avere tolleranze costruttive veramente molto spinte. Persino le filettature possono essere ottenute per iniezione senza la necessità di dover essere riprese a macchina. Il pezzo finito ovviamente può essere ulteriormente lavorato, lucidato e saldato, come un qualunque altro pezzo in acciaio.

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Da tiratore della domenica, preferisco utilizzare una pistola che non si inceppa, piuttosto che una potenzialmente molto precisa, ma che di tanto in tanto necessita di un intervento manuale per rimuovere un proiettile andato di traverso.

L’esemplare in mio possesso è stato bancato in Italia nel 2005, e confezionato all’interno di una comune scatola in cartone di colore blu. Il simbolo della Colt, il celebre puledro rampante (Colt rampant), è stampato in oro in rilievo al centro della scatola. E’ anche bella come confezione ma alla fine è cartone. All’interno due strati di spugna proteggono (poco) la pistola e i pochi accessori presenti. A me è arrivata con il solo libretto di istruzioni e un avvisatore in plastica, di colore rosso, da inserire in camera di cartuccia per segnalare che la pistola è scarica. La dotazione prevede un solo caricatore da 8 colpi, marchiato Colt,

per fortuna di forma e dimensioni identiche a quello tradizionale da 7 colpi. Dalle poche notizie che sono riuscito a ricavare in rete, mi sono fatto l’idea che il caricatore da 8 colpi sia la regola in Italia. In America invece i caricatori sono 2, da 7 colpi. C’è da dire che inizialmente, anche in America, la pistola aveva in dotazione un solo caricatore, e non

due, ma sempre da 7 colpi. Forse l'importatore italiano preferisce inserire un caricatore da 8 colpi per evitare eventuali diatribe legali sul numero di colpi, questione che nel nostro paese sembra essere sempre molto spinosa. Ma si tratta di una mia supposizione, non ho trovato nulla a riguardo. Su siti americani ho letto di pistole arrivate con diverse combinazioni di parti, ad esempio guance diverse o mainspring house diritto anziché sagomato. La versione che possiedo, caricatore a parte, è quella che si può osservare sul sito della Colt. Nel momento in cui scrivo (Febbraio 2005), la pistola negli USA costa 1110 dollari (981 euro), mentre in Italia ci vogliono poco più di 1800 euro, praticamente il doppio, per portarsela a casa. Gli americani si lamentano per il prezzo elevato, e noi che dovremmo dire?

Da questo punto in poi la descrizione sarà quasi completamente incentrata sulla differenza tra “quello che era” e “quello che è”. La pistola è a tutti gli effetti una riedizione, porta le stesse scritte e gli stessi marchi di allora, diventa inevitabile fare dei confronti. La Colt Government MkIV Series’70 era la pistola che avrei desiderato possedere quando da ragazzo ho iniziato ad interessarmi di armi. Le armi da fuoco erano inarrivabili per le mie tasche, e le leggi di allora non erano certo permissive come quelle di adesso. Il calibro .45 ACP era vietato in Italia, sostituito dal .45 HP, ma soprattutto non esisteva un titolo di porto

d’armi “sportivo”, come l’odierno TAV. Quindi acquistare e soprattutto trasportare armi sul territorio nazionale era molto più complicato che oggi. Così alla fine quello rimase solo un sogno, ma quella pistola è sempre rimasta nel mio cuore. Quindi è giusto capiate che state per leggere la descrizione della pistola

Impianto meccanico fedele all'originale militare M1 911-A1. Bushing

pieno, guidamolla corto e tappo zigrinato. I tenoni inferiori della canna impegnano adeguatamente il perno dello slide- stop.

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che avrei voluto possedere da sempre. Cercherò di essere più obiettivo possibile, ma spero capiate che non è facile.

La finitura inox è semplicemente fantastica. Si tratta di una doppia finitura, con le parti piane spazzolate finemente, quasi lucide, molto chiare, mentre le parti bombate sono sabbiate, di colore grigio, di tonalità media. Le pistole Colt 1911 inox hanno tutte questo tipo di finitura, che mette molto in risalto le parti piane, rispetto a quelle arrotondate. In effetti anche la versione nera è così, con una brunitura che ricorda la royal blue degli anni ’70, con le superfici spazzolate e quelle sabbiate che contrastano tra di loro. Però la differenza tra le due tonalità è meno netta rispetto alla finitura inox.

La prima Government con finitura Inox arrivò nel 1985, quando ormai la Series’70 era andata in pensione sostituita dalla Series’80, che arrivò nel 1983. L’originale quindi, non è mai stata costruita in acciaio inox, ma sempre e solo in acciaio al carbonio. Esistevano però versioni “silver” della serie ’70. Erano nichelate, con doppia finitura, come quella nera, liscia e sabbiata. Il risultato finale era

però molto diverso da quello odierno inox, perché la pistola era decisamente più chiara e brillante. Esisteva anche una versione nichelata completamente lucida, che era di un brillante accecante. Si possono poi vedere foto di Government Series ’70 con finiture diverse, miste lucidate a specchio e sabbiate, oppure cromate. Le varianti sono praticamente infinite, ma la versione inox era inedita, fino ad oggi.

Per questa riedizione di un classico del passato, la Colt ha preferito ugualmente montare mire dal profilo più moderno. Sono le stesse che monta la 1991-A1, oppure la Delta Elite in calibro 10 mm Auto. Alte, ben visibili, con tacca e mirino dall'indovinato rapporto prospettico. La tacca ha una finestra ampia e alta, che offre la giusta luce laterale rispetto

al mirino. Il mirino ha la lama quasi orizzontale, con profilo non è eccessivamente squadrato, perché alla fine si tratta di una pistola da combattimento, non da tiro. Con la mia vista un bel mirino squadrato e netto, tipo Patridge, sarebbe stato il massimo, ma non sarebbe stato in linea con il tipo di pistola. In pratica è come se avessero preso le mire classiche della Colt 1911A1 e le avessero “stirate” verso l'alto. Contaminazione moderna indovinata, la scelta stilistica vintage non è stata in alcuna maniera compromessa, anzi l’estetica generale ne ha sicuramente giovato. Le mire

sono giustamente prive di ogni riferimento colorato, ideali per un utilizzo al poligono la destinazione d’uso più probabile per la pistola, e per fortuna sono NERE, anche nella versione inox. Le Series ’70 originali, in versione “silver”, montavano mire dello stesso colore del carrello, ovvero color argento lucido, e immagino che fossero ben poco comode da traguardare.

Sotto il carrello ... niente. La pistola è una vera Series '70, per cui

niente sicura automatica al percusssore. Notate l'i ncavo a mezzaluna dove andrà a protrudere la testa del disc onnettore, per

riattivare la catena di scatto a carrello chiuso.

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ESSERE COLT M1911 E M1911-A1

Oggi i termini 1911 e 1911-A1 vengono attribuiti con estrema facilità a qualunque tipo di pistola tipo system Colt 1911 che si affaccia sul mercato. Ma in realtà queste denominazioni spettano solo ed esclusivamente alle vere pistola militari, prodotte da Colt, dall'arsenale di stato statunitense e da poche altre fabbriche, che le affiancarono durante gli sforzi bellici.

La M1911 fu prodotta dal 1912 al 1923 in un numero stimato di 700.000 esemplari o poco più, da Colt, Springfield Armory e Remington UMC. Durante la prima guerra mondiale la Remington UMC produsse circa 22.000 pistole, mentre altri fabbricanti, tra cui la stessa Savage Arms che aveva contrastato la Colt durante i test per l'adozione militare, che pure ricevettero commesse, non riuscirono a portare a termine alcuna consegna. Solo la North American Arms produsse 100 pistole complete e 5 “presentation models”. Esemplari che oggi sono molto rari.

La M1911A1 fu prodotta dal 1926 al 1945, in 2.500.000 unità da Colt, affiancata durante lo sforzo bellico della seconda guerra mondiale, da Remington Rand, Ithaca, Singer Sewing Machine, e Union Switch & Signal Co. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, l'esercito americano era letteralmente inondato di pistole, per cui non ne acquistò più, fino alla fine degli anni '60, inizio anni '70, durante i conflitti in Corea e Vietnam.

L'arsenale di stato, lo Springfield Armory, fondato dal presidente George Washington nel 1777, con sede a Springfield in Massachusetts, che produsse la M1911 originale, non ha nulla a che vedere con l'omonima Springfield Armory Inc. con sede a

Geneseo Illinois, che ancora oggi produce pistole tipo 1911. L'azienda nacque nel 1974, mentre l'arsenale di stato chiuse i battenti nel 1968.

Remington Rand e Remington UMC sono due aziende differenti. La Remington Rand in effetti nasce da una costola della Remington UMC, che produceva macchine da scrivere. Il ramo d'azienda fu venduto e cambiò proprietà, molto prima che Remington Rand iniziò a produrre le M1911A1 per il governo. Per cui è esatto affermare che le due aziende non hanno nulla in comune, se non la denominazione.

La Colt M1911A1 WWII riedizione del 2001,

confezionata nella stessa scatola di cartone con carta oleata che veniva consegnata

all'esercito.

Ora se le pistole non sono state prodotte da queste aziende, negli anni indicati, non possono essere vere 1911 o 1911-A1. In effetti si potrebbe fare una eccezione per le pistole commerciali prodotte da queste aziende. Se non fosse che a produrre 1911 e 1911-A1 per il mercato civile fu la sola Colt dal 1912 al 1971. Sto parlando di versioni civili meccanicamente aderenti al modello militare, non varianti più o meno specializzate o fantasiose. La Springfield Armory Inc. che pure produsse e continua a produrre modelli 1911-A1, non è la stessa Springfield Armory

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che produsse le prime M1911 originali. Le altre aziende citate produssero le pistole solo nel periodo bellico, e mai versioni per il mercato civile. Di queste aziende solo la Remington UMC ha ripreso di recente a produrre pistole tipo 1911, ma sul fatto che queste possano essere considerate vere 1911 ci andrei molto cauto. L'azienda le ha denominate 1911-R1, direi che si tratta di un compromesso accettabile.

Di recente la Colt ha reintrodotto, in serie limitate di 4000 esemplari ciascuna, la Colt M1911A1 WWII nel 2001, e la Colt O1918 WW1 nel 2007. La prima è la copia, fedele per quanto possibile, della M1911A1 della seconda guerra mondiale, mentre la seconda è la riedizione della originale M1911, nella versione prodotta a partire dal 1918, da cui il nome. Nel 1918 la M1911, per volere dell'esercito, assunse una finitura brunita nera meno riflettente rispetto a quella precedente, e assunse la denominazione di “Army Black”. Su queste riedizioni i pareri sono discordi; secondo alcuni la Colt ha fatto un ottimo lavoro, pur sapendo che le pistole prodotte oggi non potranno mai essere perfettamente identiche a quelle di allora, ne considerano sia il potenziale collezionistico, che un eventuale utilizzo al poligono al posto dei preziosi originali. Mentre altri, più intransigenti trovano inaccettabili le differenze. Persino i punzoni di approvazione degli ufficiali dell'esercito dell'epoca sono stati riprodotti.

La Colt O1918 WWI, una riedizione della M1911

del 2007.

Per finire la Colt, proprio con questa Gevernment Series '70, ha ricominciato a produrre in serie una versione commerciale meccanicamente aderente alla vecchia 1911-A1 militare.

Ecco queste sono le pistole che di diritto possono fregiarsi della denominazione 1911 o 1911-A1. Capisco che il termine generico di 1911 sembra facile e adeguato ad individuare una pistola tipo system Colt 1911, ma queste ultime non devono essere confuse con delle vere 1911.

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Nessuno sentirà la mancanza delle mire anni ’70, questo è sicuro!

Stessa per quanto riguarda il famigerato “collet bushing” la boccola elastica montata per la prima volta proprio sulla Series ’70. Non c’è e nessuno ne sentirà la mancanza. Ha rappresentato la prima vera modifica meccanica al progetto originale della 1911, dalla sua nascita. Non è stata osteggiata come la sicura al percussore, ma oggi è superata. La boccola nuova, introdotta nel 1971, aveva 4 appendici elastiche interne, che si stringevano attorno alla canna, bloccandola saldamente quando era in chiusura. Nell’ultimo centimetro circa della volata la canna aveva un diametro leggermente superiore al resto del tubo. Per smontare la pistola era necessario utilizzare una apposita chiave. Inutile dire che il collet bushing migliorava la precisione della pistola di serie, senza l’aumento dei costi che avrebbe richiesto un accoppiamento preciso di canna e bushing, che andava fatto a mano. Di contro, era meno robusto, rispetto ad un bushing pieno, ed era soggetto a rotture. Il collet bushing fu mantenuto anche nella successiva Series ’80, e fu abbandonato nel 1988. L’introduzione di macchine a controllo numerico permetteva di ottenere tolleranze accettabili tra bushing e canna, anche con la normale produzione in serie, per cui si preferì privilegiare l’affidabilità e la durata, ritornando alla vecchia boccola piena. Nella riedizione moderna, il collet bushing è stato sostituito dalla boccola classica, ed è meglio così.

Al contrario, ho sentito la mancanza delle guancette che montavano le MkIV Series ’70 originali. Le guance montate sulla pistola

odierna sono del tipo denominato “double diamond”, caratterizzate da un fitto zigrino, interrotto intorno alle viti, a formare due "rombi" che ricordano appunto la forma di due diamanti. Non le produce direttamente la Colt, ma sono fornite dalla famosa azienda Chip McCormick Corporation. Guance simili equipaggiavano la prima versione della M1911, e secondo il parere di Colt, sono quelle più apprezzate dagli appassionati, per cui sono state scelte al posto di quelle originali. Il fatto che costino meno di quelle con la medaglia non avrà certamente influito sulla scelta. Sono belle, di un caldo colore tendente al rosso, e ricche di venature, però non sono quelle giuste.

Le guance originali, che personalmente preferisco, sono i pannelli completamente zigrinati, con al centro il medaglione Colt in colore oro. Oggi sono montate sulle Colt Gold Cup. Esistono anche delle varianti; si trovano con il medaglione color argento, miste diamanti e medaglia, di essenza lignea chiara o scura, e anche in gomma con medaglia. Uno di questi tipi di impugnatura sarebbe

Il fusto della Government '70 è ben eseguito. Si no ti la rampa di alimentazione integrale. Caratteristica importante della 1911 è l'alimentazione "guidata". L'unghia dell'estrattore si inserisce

all'interno della gola del bossolo nel momento in c ui la cartuccia sta per lasciare le labbra del caricatore. La cartu ccia viene così

accompagnata dalla rampa alla camera di scoppio.

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stato molto adatto allo stile della pistola. Così ho preferito spendere qualcosa e acquistare le guance originali Colt con le medaglie al centro. L’essenza lignea è chiara, forse più anonima rispetto al palissandro, ma decisamente più adatta all’arma, in special modo a quella inox. Anche perché una Colt deve montare guance con la medaglietta in metallo, altrimenti che Colt è? Il risultato estetico lo potete giudicare dalle foto, secondo me sono molto meglio rispetto a quelle montate di serie.

I marchi della Series '70 a mio avviso sono in assoluto le scritte Colt più belle di sempre. Caratteri eleganti, scritte della giusta dimensione e soprattutto la presenza del cavallino simbolo della Colt, al centro del carrello. I primi esemplari della Series ’70 originaria avevano scritte di dimensioni maggiori, decisamente più chiassose, che

coprivano quasi interamente la superficie sinistra del carrello. Poi la Colt aggiustò il tiro, e i marchi furono ridimensionati e resi più eleganti. Questi identici marchi sono stati riportati sulla riedizione moderna. Con gli ultimi modelli, proprio le scritte avevano subito una certa caduta di stile, per cui sono contento di aver ritrovato queste meravigliose scritte incise sulla mia pistola.

Carrello e fusto sono gli stessi utilizzati negli anni ’70. Quando si dice che la pistola non monta la sicura al percussore significa che il carrello non è neppure predisposto a contenerla. Ovviamente gli appassionati non avrebbero accettato un carrello con i fori per accogliere la sicura al percussore. La stessa cosa vale anche per il fusto, che non presenta i recessi in cui vanno ad inserirsi le leve che agiscono sul pistone della sicura al percussore.

La pistola si smonta completamente in pochi minuti.

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Ad Hartford nel Connetcticut è ancora oggi possibile osservare la grande cupola blu stellata, voluta

dalla stesso Samuel Colt come attrazione, che sormontava la

vecchia fabbrica ormai dismessa. La nuova fabbrica è poco distante a

West Hartford.

Il collet bushing montato sulla

originale Series'70 stringeva con forza la canna grazie alle 4 appendici

elastiche di cui era fornito. Oggi è stato sostituito con una più classica

e robusta boccola piena.

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Cattivo : la scatola di cartone. Per 1800 euro, forse la pistola potevano metterla dentro la bella valigetta blu della Colt. Persino la replica a CO2 della Umarex la vendono dentro una valigetta.

Brutto : un solo caricatore. Per giunta neppure quello giusto. Che spilorci! In America ne mettono 2, e la pistola costa la metà.

Buono : le mire. Sono superlative, belle a vedersi, e nitide nell'uso al poligono. Niente a che vedere con quelle originali. Anche se sono fisse, la pistola colpisce il centro con qualunque munizione che ho provato.

Buono : la costruzione dal pieno. Anche il fusto è costruito per asportazione da forgiato. Ormai è una rarità. Niente metallo poroso sulla Colt!

Brutto : i segni di lavorazione. Qualche segno di lavorazione di troppo all'interno della pistola, soprattutto nel carrello e sotto la camera di cartuccia della canna.

Brutto : le guancette. Su una Colt anni '70 dovevano montare le guancette con la medaglia Colt. Per fortuna si sostituiscono facilmente.

Buono : la finitura inox. Il contrasto tra le superfici è superlativo. I segni sulla pistola acquistata usata, non compromettono affatto la bellezza della finitura.

Buono : le scritte. I marchi rollati sono eleganti. Il cavallino Colt è in bella mostra. Meraviglioso.

Cattivo : lo spur hammer. L'accoppiata classica tra cane e sicura dorsale è micidiale per la mano che impugna. Fa tanta tanta bua quando si spara!

Buono : lo spur hammer. L'accoppiata classica tra cane e sicura dorsale è in assoluto la più sexy tra tutte quelle viste sulle 1911. Bellissima.

Buono : la sicura al pollice. E' quella che preferisco, con l'appoggio triangolare rigato che corre su tutta la lunghezza della leva.

Buono : lo stile. L'estetica ha un ruolo importante in questa pistola. Mi piace la linea vintage anni '70 sporcata dalla classica modernità delle mire alte e opache. Stilosa!

Brutto : l’estrattore. Male dimensionato, era completamente privo di tensione.

Buono : l'affidabilità. La pistola spara bene e sempre. Alimentazione impeccabile, niente proiettili bloccati a metà strada all'interno della camera di cartuccia.

Brutto : tolleranze allegre. La pistola “sciacqua” un po'. D'altro canto è a tutti gli effetti una pistola militare.

Buono : lo smontaggio. La pistola classica si smonta in pochi attimi senza bisogno di particolari attrezzature. Questo mi piace molto. In alcune pistole tipo 1911 moderne, persino lo smontaggio da campo è difficoltoso e occorrono attrezzi.

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Che la pistola sia una vera 1911-A1 tradizionale lo si capisce anche da un altro particolare del fusto. Quando la Colt iniziò a produrre il modello Delta Elite, una versione della 1911-A1 in calibro 10 mm Auto, l’eccessiva esuberanza del proiettile, a lungo andare provocava crepe sul fusto nei dintorni dell’apertura in cui si inserisce l’appendice posteriore della leva dell’hold-open. La soluzione di Colt fu quella di tagliare via la parte superiore di questa apertura, dividendo in due la guida di scorrimento sul lato sinistro del fusto. In questa maniera il fusto guadagna di elasticità, resiste meglio al contraccolpo di una cartuccia potente come il 10mm Auto, ed è anche più economico da produrre. Da allora tutte le Colt 1911, anche di altri calibri, hanno avuto questa apertura, tagliata superiormente. I primi esemplari delle nuove Series’70 avevano mantenuto questa parte tagliata, ma ben presto la Colt ha deciso di

ritornare alla vecchia versione, con la guida intera, per venire incontro alle richieste degli appassionati, che volevano una vera Colt 1911 vecchio stile.

Lo sforzo per mantenere l’assoluta fedeltà all’originale non è stato ripetuto per quanto riguarda le piccole parti interne. Percussore, estrattore e blocco del percussore, delle

nuove Colt, sono leggermente diversi rispetto alle corrispondenti parti della Serie ’70, proprio per permettere l’inserimento della sicura al percussore. Ma sono perfettamente compatibili anche con le Colt più vecchie. La Colt ha semplicemente deciso che i pezzi nuovi sarebbero andati bene lo stesso, e che non era necessario produrre nuova-mente le piccole parti vecchie. Non si nota nulla all’esterno dell’arma, e i pezzi hanno le stesse identiche funzionalità di quelli vecchi. I puristi possono tranquillamente sostituirli con pezzi di produttori terzi, che continuano a costruirli, visto

L'alimentazione della cartuccia.

Particolare l'invito della camera di cartuccia, che va a formare una piccola rampa. A destra, il confronto con la svasat ura che si trova

sulla maggior parte delle pistole tipo 1911 moderne .

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che comunque il prezzo di queste parti è piuttosto contenuto.

Anche il cane delle vecchie pistole, era diverso da quello attuale. In questo caso la presenza della sicura al percussore non c’entra granché. Probabilmente la modifica fu introdotta sia per motivi di sicurezza, ma forse anche per semplificare la lavorazione. Il dente della mezza monta, passò dalla tipica forma ad “uncino”, a quella più canonica di semplice scalino. Nelle vecchie 1911 la mezza monta del cane imprigionava la punta del controcane, bloccando di fatto la catena di scatto. Molti, soprattutto i mancini, usavano la mezza monta in alternativa alla sicura manuale, proprio perché bloccava lo scatto. La pistola veniva portata carica, con il colpo in canna, la sicura disinserita e il cane sulla prima monta. In questa maniera,

anziché togliere la sicura, che per un mancino è dalla parte sbagliata dell'impugnatura, era sufficiente armare completamente il cane con il pollice, quando si estraeva l'arma. Semplice, funzionale, veloce, ma anche pericoloso, perché occorreva abbattere il cane manualmente, sulla camera di cartuccia carica. Con

l’introduzione della Serie ’80 questa caratteristica fu eliminata, forse proprio per evitare il perpetuarsi di questa cattiva abitudine. Il cane della nuova '70 è di tipo moderno, e la mezza monta non blocca il grilletto, come accadeva sulle '70 originali. La mezza monta ha lo scopo di intercettare il cane, prima che questo colpisca la testa del percussore, nel malau-gurato caso di sgancio accidentale, e nulla altro. La Series ’70 attuale monta il cane di nuovo tipo, per cui quando lo si posiziona sulla mezza monta, lo scatto non è bloccato. E' una cosa da

Le mire sono decisamente più sfruttabili rispetto a quelle originali,

ma il loro profilo è ugualmente classico.

Nuovo fusto, contro vecchio fusto. Nel nuovo fusto, quello sotto, l'apertura dove si inserisce l'appendice posteriore della leva dello slide stop è aperta. Si noti anche l'espulsore; la Colt ne monta uno

tradizionale, mentre il clone più moderno ne monta uno maggiorato.

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sapere, se ci si affida a vecchi manuali; se si preme il grilletto con il cane sulla mezza monta, la pistola scatta.

Il cane è quello classico, conosciuto come “Spur Hammer”, rigato, del tipo sottile. In origine il cane a sperone era zigrinato, e aveva la cresta allargata. Durante la seconda guerra mondiale, Colt e gli altri fornitori che l’affiancarono durante lo sforzo bellico, hanno man mano modificato l’estetica del cane, al fine di ridurre il numero di lavorazioni. Dapprima il cane perse la cresta allargata, diventando di larghezza uniforme, quindi la fitta zigrinatura fu sostituita diagonale da una meno impegnativa rigatura diritta. Ancora oggi, sulle Colt che lo montano, lo spur hammer è fatto così. E’ accoppiato ad una sicura dorsale di tipo sottile, la stessa entrata in produzione nel 1926, con il passaggio alla 1911A1. Le Beavertail arrivarono molto più tardi. Esteticamente è la forma che preferisco, soprattutto se abbinata ad una thumb safety classica commerciale, non maggio-rata, con l’appoggio per il pollice lungo e triangolare. Quando si spara però, l’accoppiata è micidiale; soprattutto quando si impu-gna alto, tenendo il pollice sopra la sicura, il cane tende a ferire la mano.

Il grilletto di tipo corto, anch’esso con la superficie rigata, è in acciaio. Oggi lo si trova perlopiù in plastica o in alluminio. Lo sgancio avviene intorno ai 1,9 Kg di trazione. Risultato di tutto rispetto, tenendo conto che la pistola monta una molla del cane molto dura, da 23 libbre, in perfetto accordo con il progetto originale. Molte pistole moderne montano molle del cane (mainspring)

alleggerite di serie, così come molti proprietari di pistole tipo 1911 le sostituiscono al fine di ottenere un peso di scatto inferiore. Dimenticano, o non si rendono conto, che così facendo riducono anche la resistenza alla corsa del carrello. La mainspring standard di una 1911 ha una forza di 23 libbre; di solito la si sostituisce con una da 19, ma si arriva anche a 17 libbre. Nel momento dello sparo, quando l'innesco viene acceso, il cane possiede ancora una certa quantità di moto, così quando indietreggia, il carrello deve vincere, oltre alla forza della molla di

recupero, anche l'inerzia residua del cane, e la forza necessaria ad armarlo completamente. Inoltre il cane continua a strisciare sotto al carrello, una volta armato. Se si alleggerisce la molla del cane, il carrello incontrerà una minore resistenza ad aprirsi, ma non a tornare in barreria, e l'equilibrio generale del ciclo di sparo verrà modificato. La Colt in questione monta molle di forza standard, nonostante questo ha uno scatto di poco più di 4 libbre, un valore assolutamente

Il grilletto di tipo corto, a lama rigata, è in acc iaio. Lo scatto di serie

è molto buono, nonostante la pistola monti la molla del cane piuttosto dura. Si nota una brutta riga sul fusto p rodotta in fase di

rimontaggio da uno dei precedenti proprietari. Molt i non riescono a reinserire la leva dello slide stop senza fare dann i. Eppure il trucco

è semplice; è sufficiente utilizzare la parte arcua ta dell'estremità interna della leva per premere il pistoncino. La le va entrerà

immediatamente e ... senza danno.

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perfetto per una pistola commerciale. Alcune pistole sportive, hanno uno scatto di serie che arriva a 5 libbre o oltre, nonostante montino molle più morbide. Lo scatto non è nettissimo, la corsa del grilletto è avvertibile, ma assolutamente pulita, priva di asperità o irregolarità. Devo dire che ne sono rimasto favorevolmente stupito; avevo sentito voci poco lusinghiere nei confronti dello scatto Colt, invece questo è molto buono così come è. Ma perché non renderlo eccellente? Con una spesa modesta ho sostituito il controcane (sear) con uno di tipo match (prodotto dalla Nighthawk Custom, ricavato dal pieno), e ho ottenuto uno scatto da 1,7 Kg, assolutamente netto e pulito, senza dover sostituire le molle. Personalmente preferisco

questa strada, piuttosto che pasticciare con le molle.

La mainspring house è di tipo arcuato, stile 1911A1, rigata, e in acciaio come tutta la pistola d'altronde. Niente plastica, come negli ultimi modelli, per questo particolare. Forse

per questo motivo l'impugnatura non solo riempie molto bene la mano, ma ha anche consistenza ed equilibrio superiori, a quella

delle pistole tipo 1911 moderne. Since-ramente non capisco come mai il dorsalino sagomato stile M1911-A1 sia stato oggi quasi del tutto abbandonato. Il mainspring house arcuato è un particolare che ho sempre apprezzato molto, ma che è raro trovare su una pistola tipo 1911 moderna.

La canna ha uno svaso della camera di cartuccia di nuovo tipo, che per il momento pare essere una esclusiva della Colt. Si tratta di una svasatura meno ampia, praticamente di tipo militare, con al centro un invito più

piccolo che aiuta l’alimentazione. A quanto assicura Colt, questa forma dell’invito della camera di cartuccia migliora l'alimentazione del colpo, quando si usano cartucce lontane dal profilo G.I. hardball. Contemporaneamente ne aumenta la

Il cane è il classico spur hammer rigato. La sicura manuale,

sebbene non sia di tipo maggiorato, ha un appoggio più ampio rispetto a quella militare.

Il mainspring house aurcuato e rigato.

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sicurezza, in quanto il bossolo è meglio supportato dalle pareti della camera. Anche se l’esecuzione non è perfetta, l’invito presenta qualche segno di troppo, direi che l’affidabilità è risultata eccellente, almeno sul mio esemplare. La lavorazione della canna non è accurata, si vedono molti segni di lavorazione nella zona sotto alla camera di cartuccia, dove c’è il risalto su cui si innesta la bielletta. La biella è di giusta altezza. I tenoni lavorano bene, supportando il movimento della biella, e in chiusura e appoggiano regolarmente sul perno passante dello slide-stop. Montare una biella più alta è un trucco a buon mercato per aumentare la precisione; la canna si innesta meglio sui tenoni superiori, e in virtù della maggiore inclinazione, si “pianta” meglio all'interno del bushing, rimanendo più ferma

quando è in chiusura. Ma potrebbe anche creare problemi di alimentazione (barrel riding the link), di precisione o rotture precoci (barrel springing). La percussione risulta

abbastanza centrata, e non eccessivamente bassa, come quella vista su moltissime

pistole tipo 1911 di produzione odierna.

Quando ho acquistato la pistola mi sono accorto che l'estrattore aveva perso completamente la sua originaria tensione, e dondolava all’interno della sua sede. La causa probabilmente è da imputarsi all’eccessiva lunghezza dell'unghia estrattrice, che in fase di chiusura si “arrampicava” lungo la parte inclinata della gola del fondello. Nonostante questo difetto, la pistola provata così come era, ha avuto un funzionamento regolare sia con cartucce commerciali, che con buone ricariche con ogive da 230 grani. Ho dovuto ottimizzare la dose di polvere da utilizzare

Il caricatore da 8 colpi Colt.

Il caricatore ibrido, connubio tra l'astuccio metal lico del caricatore

Colt e l'elevatore e la molla Wilson Combat. Qualcu no potrà storcere il naso, ma l'elevatore in plastica mi sem bra più affidabile rispetto a quello in metallo, soprattutto nel momen to in cui, a fine colpi, è necessario che sollevi la leva dello slide stop a bloccare il

carrello in apertura.

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con proiettili da 200 grani, per via del rinculo troppo debole. L'alimentazione è sempre stata perfetta; se sia merito della strana svasatura della camera di cartuccia, non saprei dire. Forse semplicemente la pistola è costruita come dovrebbe essere, senza spingere eccessivamente nella precisione degli accoppiamenti.

Fino ad ora mi sono concentrato molto sul funzionamento, e poco sulla precisione, anche se mi è capitato di ottenere rosate soddisfacenti. In particolare ho lavorato per ottimizzare la ricarica domestica. La pistola gradisce maggiormente cariche un po’ energiche. Ho notato un ciclo un po’ “ruvido” con cariche eccessivamente depotenziate. Personalmente preferisco, se possibile, mantenermi sulla dose di polvere più bassa possibile, che riesca comunque a far “ciclare” la pistola senza problemi. Alla fine delle prove, la Colt “fatta come una volta” è risultata decisamente più affidabile rispetto all’altra pistola tipo 1911-A1 che utilizzo, e rispetto a molte altre che ho potuto vedere o provare. Nessun problema con le cariche commerciali anche di marche diverse, e poco lavoro per trovare le ricariche giuste. Con le odierne pistole tipo 1911, anche blasonate, l’affidabilità non è una cosa così scontata, anche con cartucce commerciali. Ovviamente ho provveduto a mettere a posto l’estrattore, anche se la pistola funzionava lo stesso, contravvenendo ad un famoso detto americano, che recita più o meno così: “se una cosa funziona, non serve ripararla”.

Il caricatore è Colt di capacità maggiorata da 8 colpi. Storicamente il caricatore della 1911 originale è da 7 colpi. Esternamente i due caricatori sono identici, a parte le scritte

riportate sul fondello, e questo è un bene. La maggiore capacità è ottenuta mediante il contenimento delle dimensioni dell’elevatore, e montando una molla più corta. Ovviamente gli americani hanno scritto peste e corna su di esso, e sui suoi malfunzionamenti. I problemi maggiormente segnalati riguardano una certa difficoltà ad alimentare l’ultimo colpo, e la tendenza a scavalcare il perno dello slide-stop. Inutile dire che a me non è successo nulla di tutto ciò, il caricatore ha funzionato perfettamente ogni volta che l’ho utilizzato.

Il precedente proprietario ha affiancato il caricatore originale con due caricatori Mec-Gar, ai quali ho aggiunto un caricatore Wilson Combat che già possedevo, tutti da 8 colpi. Questi caricatori dovrebbero funzionare anche meglio di quello originale, ma sono veramente brutti. Soprattutto il Mec-Gar, con il suo enorme pad in plastica, non c’entra nulla con la pistola stile anni ’70. Al contrario il caricatore Colt da 8 colpi esternamente ha la stessa dimensione e forma di quello tradizionale da 8 colpi, ed è stilisticamente perfetto. Sul fondello è inciso il cavallino e il marchio Colt. Anche l’elevatore è molto “Colt

La volata con il tappo chiuso e zigrinato. Personal mente preferisco questa configurazione a quella con il guidamolla lu ngo, perchè la

pistola si smonta senza difficoltà e senza bisogno di attrezzi.

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style”, è in lamiera piegata, e porta inciso il numero di brevetto. Solo la molla eccessivamente debole, necessaria a contenere il colpo in più, mi ha dato da pensare.

Siccome ho avuto una buona serie problemi con i caricatori dell’altra mia 1911, per non sapere quanta importanza ricopra il caricatore nella corretta alimentazione del proiettile, ho continuato ad avere seri dubbi sulla molla del caricatore Colt, per tutta la durata delle prove. Questo ha sempre funzionato come si deve, però ho deciso

ugualmente di realizzare un caricatore ibrido, utilizzando l’astuccio metallico del caricatore Colt, con l’elevatore e la molla del caricatore Wilson Combat. Il caricatore ibrido ha funzionato perfettamente, riesce ugualmente a contenere tutti gli 8 colpi (l'ultimo colpo entra a fatica a dire il vero), e non ha alcun problema ad espellere manualmente i proiettili carichi. Certo l’elevatore in plastica non è bello come quello originale, ma dall’esterno non si nota la differenza. Non è necessario sacrificare un caricatore Wilson (con quello che costano!) per creare l’ibrido,

ma si può tranquillamente acquistare il set con molla ed elevatore Wilson di ricambio.

Perché una 1911? Ve lo siete mai chiesto? Oggigiorno in commercio esistono molte pistole più moderne, che funzionano perfettamente senza bisogno di alcun tipo di pulizia, manutenzione o modifiche. Molte di queste sono camerate anche per il .45 ACP, se ci piace il calibro. Allora perché ancora molti vogliono la 1911? Per gli americani la 1911 è un orgoglio nazionale, ed è facile capire perché la amino. Ma noi non siamo americani. Forse è la voglia di America, o

forse perché le 1911, o meglio, le pistole tipo 1911, sono semplicemente molto belle! Incarnano l'archetipo della “bella pistola”; esteticamente ineccepibile, precisa, ma allo stesso tempo solida e robusta, ed è un vero piacere portarla al poligono e spararci. Allora se 1911 deve essere, dico io, perché non proprio UNA VERA 1911? Forse per il prezzo e per la reperibilità sul mercato italiano. Certo il prezzo ha un ruolo importante nella scelta della pistola; se si desidera sparare con una pistola tipo 1911 si può acquistare una Norinco per un quarto del prezzo di una Colt. E nel mezzo ci stanno tutta una serie

di pistole costruite e rifinite molto bene, e più facili da trovare sul mercato. Ma se siete disposti a spendere una discreta cifra per una pistola tipo 1911, allora perché spenderli per qualcosa di diverso da una vera Colt 1911-A1? Forse perché siete scettici sull'effettivo valore di una Colt. Allora fate un passo indietro e rivedete le vostre posizioni. La Colt MkIV Government Series '70, mantiene tutte le promesse; è la vera, unica, sola, originale 1911A1 civile oggi disponibile sul mercato, è scandalosamente bella e funziona egregiamente. Se 1911 deve essere, allora perché non una Colt?

Il carrello è fatto come una volta, privo dell'allo ggiamento della sicura al percussore. Alcune parti interne, come l' estrattore e il

percussore, al contrario, sono del tipo nuovo, e pr esentano recessi atti ad ospitare le parti che compongono la sicura.

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