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Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 31 dicembre 2009

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Terzo Pilastro di Basilea 2Informativa al pubblico

31 dicembre 2009

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AL 31 DICEMBRE 2008

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Indice

Tavola 1 – Requisito informativo generale................................................................................... 5

Tavola 2 – Ambito di applicazione ............................................................................................. 25

Tavola 3 – Composizione del patrimonio di vigilanza ................................................................ 37

Tavola 4 – Adeguatezza patrimoniale........................................................................................ 41

Tavola 5 – Rischio di credito: informazioni generali riguardanti tutte le banche ........................ 49

Tavola 6 – Rischio di credito: informazioni relative ai portafogli assoggettati al metodostandardizzato e alle esposizioni creditizie specializzate ein strumenti di capitale nell’ambito dei metodi IRB.................................................. 61

Tavola 7 – Rischio di credito: informativa sui portafogli cui si applicano gli approcci IRB ......... 65

Tavola 8 – Tecniche di attenuazione del rischio (CRM)........................................................... 121

Tavola 9 – Rischio di controparte............................................................................................. 127

Tavola 10 – Operazioni di cartolarizzazione ............................................................................ 139

Tavola 11 – Rischi di mercato: informazioni per le banche che utilizzano il metododei modelli interni per il rischio di posizione, per il rischio di cambioe per il rischio di posizione in merci (IMA) ............................................................ 147

Tavola 12 – Rischio operativo.................................................................................................. 155

Tavola 13 – Esposizioni in strumenti di capitale: informazioni sulle posizioniincluse nel portafoglio bancario ............................................................................ 157

Tavola 14 – Rischio di tasso di interesse sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario....... 159

Glossario / Abbreviazioni…………………………………………………………………..…………162

Dichiarazione del Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societarie…..…..165

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Note:

1. Tutti gli importi, se non diversamente indicato sono da intendere in migliaia di Euro;

2. Le informazioni sono riferite all’area di consolidamento prudenziale.

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Tavola 1 – Requisito informativo generale

Informativa qualitativa

Il Gruppo UniCredit controlla e gestisce i propri rischi attraverso metodologie e processi rigorosi, in grado

di dispiegare la loro efficacia in tutte le fasi del ciclo economico. Il presidio ed il controllo dei rischi di

Gruppo sono assicurati dalla funzione Risk Management della Capogruppo (Group CRO), cui sono

attribuiti i compiti di:

ottimizzare la qualità dell’attivo del Gruppo, minimizzando il costo dei rischi, coerentemente con

gli obiettivi di rischio / redditività assegnati alle Aree di business;

determinare, di concerto con la funzione CFO, la propensione al rischio del Gruppo e valutare

l’adeguatezza patrimoniale dello stesso, e la loro conseguente estensione a livello di Aree di

business / Entità, in conformità ai requisiti di “Basilea II”, Secondo Pilastro;

definire, in conformità agli standard di “Basilea II” ed ai requisiti di Banca d’Italia, norme,

metodologie, linee guida, politiche e strategie concernenti la gestione dei rischi di Gruppo, e, in

cooperazione con l’Organization department, i relativi processi e la loro implementazione;

porre in essere un sistema di controllo del rischio creditizio e di concentrazione sia a livello di

singole controparti / gruppi economici, sia per “cluster” rilevanti (quali settori economici / aree

geografiche), monitorando e fornendo reportistica sui limiti preventivamente definiti;

definire e fornire alle Aree di business ed alle Entità i criteri per la valutazione, la gestione, la

misurazione, il monitoraggio e la reportistica dei predetti rischi e garantire la coerenza dei sistemi

e delle procedure di controllo sia a livello di Gruppo che di singola Entità;

supportare le Aree di business nel conseguimento dei loro obiettivi, contribuendo allo sviluppo dei

prodotti e dei business;

verificare, mediante il processo di convalida in fase iniziale e nel continuo, l’adeguatezza dei

sistemi di misurazione del rischio adottati nell’ambito del Gruppo, orientando le scelte

metodologiche verso standard qualitativi sempre più elevati e convergenti, appurando la coerenza

delle rispettive modalità di utilizzo nell’ambito dei processi;

porre in essere un adeguato sistema di analisi preventiva del rischio, in grado di quantificare

l’impatto sulle strutture economico-finanziarie del Gruppo derivante dal rapido deterioramento del

ciclo economico o da altri fattori di shock (c.d. Stress Test). Tale analisi è svolta con riferimento

alle singole tipologie di rischio, così come alla loro integrazione e raffronto con il capitale

disponibile;

creare e diffondere una cultura del rischio estesa a tutto il Gruppo.

La turbolenza del mercato del credito ha interessato il sistema bancario internazionale a partire dalla

seconda metà del 2007, contribuendo ad un significativo rallentamento dell’economia su scala mondiale.

Il contesto macroeconomico ha determinato un incremento del costo del rischio di credito, una

diminuzione del valore degli attivi, nonché un incremento degli oneri derivanti da svalutazioni e

deprezzamenti di alcune attività, congiuntamente ad una diminuzione della profittabilità. Il Gruppo, pur

avendo un adeguato livello di diversificazione del portafoglio, è comunque esposto a rischi ove controparti

creditizie divengano insolventi o, comunque, non siano in condizioni di fare fronte alle proprie

obbligazioni. Potrebbero sopravvenire difficoltà nel processo di recupero di attività il cui valore si

dimostrasse non in linea con le attuali stime.

Alla luce dell’ancora sfidante contesto macroeconomico, una solida ed efficace gestione dei rischi riveste

la massima priorità nel Gruppo.

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Pertanto, la funzione Risk Management della Capogruppo (Group CRO) ha implementato, nel corso del

2009, un nuovo modello di governance dei rischi, enfatizzando tale principio guida al fine di:

rafforzare la capacità di indirizzo, il coordinamento e le attività di controllo di alcuni rischi aggregati

(cosiddetti “Portfolio Risks”), tramite centri di responsabilità dedicati (“Portfolio Risk Managers"),

integralmente focalizzati su tali rischi e specializzati nella loro gestione, in ottica di Gruppo e

interdivisionale;

aumentare l’aderenza al modello di business di Gruppo, assicurando una chiara specializzazione

e concentrazione – in un’ottica meramente transazionale – di specifici centri di responsabilità sui

rischi originati dalle funzioni di Gruppo deputate allo loro assunzione, mantenendo allo stesso

tempo tali “centri di responsabilità” ("Transactional Risk Managers") totalmente indipendenti dalle

suddette funzioni (ossia Business Units, funzioni di Tesoreria, Asset Management, Paesi CEE).

In conformità al ridisegno dell’architettura del Risk Management, si è provveduto ad una revisione della

struttura, del ruolo e dei regolamenti dei Comitati di Gruppo responsabili in materia di rischi. Al fine di

rafforzare la capacità di indirizzo autonomo, il coordinamento ed il controllo dei rischi di Gruppo, di

migliorarne l’efficienza e la flessibilità nel processo decisionale e di agevolare l’interazione tra le differenti

funzioni coinvolte, sono stati costituiti Comitati responsabili in materia di rischi, articolati su tre distinti

livelli:

il “Group Risk Committee”, responsabile per le decisioni strategiche sui rischi a livello di Gruppo;

i “Group Portfolio Risk Committees”, cui è assegnato il compito di indirizzare, controllare e gestire

i rischi di portafoglio;

i “Group Transactional Committees”, dedicati alla valutazione delle singole controparti /

transazioni aventi impatto sul profilo di rischio complessivo.

Rischio di credito

Struttura e organizzazione

La nuova struttura della funzione Risk Management ha lo scopo di assicurare il giusto bilanciamento tra

“tipologia di rischio” e “specializzazione per transazione” tramite l’adozione di un approccio a matrice. I

portafogli di Gruppo saranno suddivisi in base alla tipologia di rischio (“rischi di credito e cross-border”,

“rischi di mercato” e “rischi operativi e reputazionali”) e si interfacceranno con le funzioni specializzate per

transazioni in ambito divisionale (CIB & PB, CEE, Retail, Treasury, Asset Management).

Questo approccio a matrice porterà alla creazione di due differenti centri di responsabilità sul rischio di

credito. Da un lato il "Credit and Cross Border Risks Portfolio Management” department, a cui è attribuita

la supervisione e la gestione del profilo complessivo di rischio creditizio e cross-border a livello di Gruppo

ed altresì incaricato di definire le relative strategie, metodologie e limiti di rischio. Dall’altro lato, i

"Transactional Risk Managers" saranno deputati a divenire centri di responsabilità per i rischi di credito

originati dalle pertinenti funzioni di Gruppo.

Accanto ai "Portfolio Risk Managers" ed ai "Transactional Risk Managers", la nuova struttura di “Risk

Management” comprende lo “Strategic Risk Management & Control” department, responsabile, tra l’altro,

della gestione delle attività in ambito "Basilea II" (inclusi la misurazione del capitale interno in conformità

al Secondo Pilastro, la definizione del risk appetite ed il coordinamento nel contesto dell’“Internal Capital

Adequacy Assessment Process” (“ICAAP”)), della validazione interna di Gruppo per quanto attiene ai

sistemi del Primo Pilastro e ai modelli del Secondo Pilastro, così come delle funzioni centralizzate

deputate alla reportistica ed alla redazione di policies sui rischi a livello di Gruppo, nonché una Struttura

specialistica, lo “Special Credit” department, responsabile di coordinare, indirizzare, supportare e – con

riferimento a pratiche di importo rilevante – gestire, attività di “restructuring” e di recupero dei crediti.

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Al fine di rafforzare la capacità di indirizzo autonomo, il coordinamento ed il controllo dei rischi di Gruppo,

di migliorarne l’efficienza e la flessibilità nel processo decisionale e di agevolare l’interazione tra le

differenti funzioni coinvolte, sono stati costituiti appositi Comitati responsabili in materia di rischi:

il “Group Risk Committee”, responsabile per le decisioni strategiche sui rischi a livello di Gruppo;

il "Group Credit and Cross-Border Risk Committee”, responsabile del controllo e del monitoraggio

dei rischi di credito e di quelli cross-border, dell’approvazione di strategie, politiche, metodologie e

limiti relativi a detti rischi, nonché della reportistica periodica;

il "Group Transactional Credit Committee", a cui è assegnato il compito di valutazione di singole

controparti / transazioni aventi impatto sul profilo di rischio complessivo;

il “Group Special Credit Committee”, responsabile della valutazione di operazioni concernenti

pratiche classificate come restructuring o recupero dei crediti, nonché del monitoraggio

dell’andamento complessivo di tale portafoglio.

Nell’ottica di rafforzare la capacità di governo e controllo indipendente dei processi di gestione e controllo

della valutazione del merito creditizio per controparti e prodotti / transazioni, sono state create e

potenziate specifiche strutture di Capogruppo. In tale ambito, è stato introdotto il ruolo dei “Global

Transactions Team Leaders” (“GTTLs”), facendo leva sulla competenza di gestori di rischio specializzati

in prodotti / transazioni quali “Acquisition & Leverage Finance”, “Project Finance”, “Commodities Trade

Finance” e “Special Products”, in analogia al modello adottato per la valutazione del rischio di credito di

controparte, di competenza dei “Global Industry Team Leaders” (“GITLs”), specializzati nell’analisi

settoriale.

E’ stato avviato uno specifico progetto focalizzato sull’ulteriore ottimizzazione della gestione del rischio

attinente le Banche e le altre Istituzioni Finanziarie, così come del “rischio Paese”. Relativamente alla

gestione del rischio concernente tali controparti, è stato introdotto il concetto dei “Group Competence

Teams”, per la gestione dell’attività creditizia a beneficio di tutte le Entità a livello di Gruppo.

Al fine di fornire un miglior servizio alla clientela rappresentata da grandi imprese multinazionali, di

accrescere la creazione di valore, di definire un’efficace e coerente propensione al rischio a livello di

Gruppo nei confronti della clientela e/o gruppi economici, che sono in relazione con più Entità,

minimizzando il costo del rischio ed implementando un efficiente processo creditizio, il Gruppo UniCredit

ha ridisegnato in maniera globale l'approccio di servizio verso i sopra citati segmenti di clientela (dal

punto di vista sia commerciale sia creditizio). Tale nuovo modello (il “GAM”, “Global Account

Management”) prevede un coordinamento globale della strategia commerciale e la definizione di una

propensione al rischio di credito complessiva a livello di Gruppo nei confronti delle controparti gestite,

mediante l’identificazione di un gestore e di un risk manager dedicati, come unici punti di riferimento,

rispettivamente per il coordinamento della strategia commerciale e creditizia globale relativa al gruppo

economico del cliente, nonché per la valutazione della posizione creditizia complessiva ed il monitoraggio

del profilo di rischio della stessa.

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Governance e policies

I rapporti tra la Capogruppo e le Entità del Gruppo che esercitano attività creditizia, sono disciplinati da

specifiche disposizioni di governance che assicurano alla Capogruppo stessa il ruolo di direzione,

supporto e controllo, in particolare nelle seguenti aree di attività: politiche creditizie, strategie creditizie,

sviluppo dei modelli, validazione dei sistemi di rating, rischio di concentrazione creditizia, rilascio di

prodotti creditizi, monitoraggio e reportistica del rischio creditizio di portafoglio.

In particolare, le Entità del Gruppo sono tenute a richiedere alla funzione CRO della Capogruppo apposito

parere anteriormente alla concessione / riesame di linee di credito nei confronti di singole controparti /

gruppi economici, qualora le medesime linee eccedano predeterminate soglie d'importo, anche in

riferimento all’obbligo di osservanza dei limiti di concentrazione dei rischi creditizi, da porre in relazione al

patrimonio di Vigilanza.

In conformità al ruolo attribuito dalla governance aziendale alla Capogruppo, e specificamente alla

funzione CRO, sono state a suo tempo emanate le “General Group Credit Policies”, disposizioni generali

relative allo svolgimento dell'attività creditizia a livello di Gruppo, che dettano le regole ed i principi volti ad

indirizzare, disciplinare ed omogeneizzare la valutazione e la gestione del rischio di credito, in linea con i

principi e la best practice di Gruppo.

Tali disposizioni generali sono integrate da normative specifiche che regolano determinate controparti

(es. Banche e Paesi), fasi del processo (es. classificazione e gestione delle posizioni rischiose nonché

processo di recupero dei crediti, gestione degli accantonamenti generici con l’applicazione della

metodologia "IBNR" (Incurred But Not Reported Losses), determinazione dei termini di validità del rating

di controparte / transazione), segmenti di attività (ad esempio, la “Commercial Real Estate Financing”

Policy, che fornisce standard e metodi comuni, nonché specifici parametri, da adottare nei diversi contesti

geografici in cui opera il Gruppo) specifici prodotti / transazioni (ad esempio, la “Structured Trade and

Export Finance (STEF)” Policy, volta ad assicurare un approccio comune a livello di Gruppo per tale

tipologia di business, nonché indicazioni specifiche relativamente a “Commodity trade finance”,

“Receivables finance” ed “Export finance”).

Metodologie della gestione e misurazione

Generalmente il rischio di credito rappresenta il rischio di incorrere in una perdita di valore, riferita ad

un'esposizione creditizia, derivante da un’inattesa variazione del merito di credito della controparte.

Ai fini della misurazione, il rischio di credito è definito come il rischio di incorrere in perdite derivanti dalla

possibilità che una controparte, beneficiaria di un finanziamento (es. prestito rateale), ovvero l'emittente di

un'obbligazione finanziaria (obbligazione, titolo, ecc.), non sia in grado di adempiere i relativi impegni

(rimborso a tempo debito degli interessi e/o del capitale o di ogni altro ammontare dovuto (rischio di

default)). In senso più ampio, il rischio di credito può essere definito anche come la perdita potenziale

riveniente dal default del prenditore / emittente o da un decremento del valore di mercato di

un'obbligazione finanziaria, a causa del deterioramento della sua qualità creditizia (rischio di migrazione).

Quest’ultimo comprende non solo il rischio di default, ma anche il rischio di migrazioni del rating o il

rischio di variazione del differenziale di tasso legato al merito creditizio. Allo stato attuale, per la

misurazione del rischio di credito, il Gruppo si focalizza solo sul rischio di default; l’approccio riferito al

mercato verrà applicato alla misurazione del rischio di credito solamente in futuro.

La misurazione del rischio di credito viene effettuata sia a livello di singola controparte, sia a livello

dell’intero portafoglio. Gli strumenti ed i processi a supporto dell’attività creditizia nei confronti di singoli

prenditori, tanto nella fase di erogazione quanto in quella di monitoraggio, comprendono il processo di

assegnazione del rating, differenziato in base alle peculiari caratteristiche dei differenti segmenti di

clientela, al fine di assicurare il massimo livello di efficacia.

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La valutazione del merito creditizio di una controparte, in sede di esame della proposta di affidamento,

scaturisce dal processo di analisi dei dati finanziari e di quelli qualitativi (posizionamento competitivo

dell'azienda, struttura societaria ed organizzativa, ecc.), caratteristiche geo-settoriali, comportamentali a

livello di Entità e di sistema bancario (ad es. Centrale dei rischi), al fine di pervenire all'assegnazione di

un rating, da intendersi quale definizione della “probabilità di default” (PD) della controparte medesima,

con un orizzonte temporale di un anno.

Il monitoraggio sistematico (su base mensile) è incentrato sulla cosiddetta “gestione andamentale” che,

sulla base di tutte le informazioni disponibili, di fonte interna ed esterna, esprime un punteggio (“scoring”)

che rappresenta una valutazione sintetica di rischiosità di ciascun cliente monitorato. Tale punteggio è

ottenuto tramite una funzione statistica che sintetizza le informazioni a disposizione tramite un insieme di

variabili rivelatesi significative nell’individuare, nel lasso temporale dei dodici mesi, l’evento del “default”.

Il tutto è statisticamente sintetizzato in un rating interno, che tiene conto di elementi di valutazione

quantitativi e qualitativi nonché, ove disponibili, delle informazioni comportamentali desunte dagli

“scoring” gestionali sopra descritti.

Laddove possibile, il rating interno, e quindi il grado di rischiosità assegnata alla controparte /

transazione, entra nel calcolo dei livelli deliberativi; vale a dire che, a parità di importi da erogare, le

deleghe di poteri conferite per l'esercizio dell'attività creditizia ai competenti Organi si riducono

progressivamente in funzione dell'accentuarsi della rischiosità del cliente.

Il modello organizzativo adottato prevede l’esistenza di una funzione dedicata, indipendente dalle funzioni

commerciali e di erogazione, cui è assegnata la responsabilità di gestire l’attuazione di un processo

cosiddetto di override, cioè dell’eventuale correzione del giudizio automatico espresso dal modello.

Il merito di credito di ciascuna controparte viene rivisto almeno su base annuale, tenendo in

considerazione le nuove informazioni. Ogni controparte è valutata nell’ambito anche dell'eventuale

gruppo di appartenenza, considerando di regola il teorico rischio massimo dell’intero gruppo economico.

Oltre alle metodologie riassunte nei sistemi di rating, la funzione Risk Management utilizza modelli di

portafoglio in grado di misurare il rischio di credito a livello aggregato e, nel contempo, di identificare il

contributo di singole porzioni di portafoglio o singole controparti alla posizione di rischio complessiva.

I parametri di misurazione del rischio di credito a livello di portafoglio sono fondamentalmente tre,

calcolati e valutati su un orizzonte temporale di dodici mesi e su basi non attualizzate:

Expected Loss (EL)

Credit Value at Risk (Credit VaR) ed

Expected Shortfall (ES).

Al fine di individuare il Credit VaR a livello di portafoglio, viene specificata la distribuzione delle perdite a

livello dello stesso; questa è costituita dalle probabilità di ottenere differenti valori della perdita riferita al

portafoglio su un determinato orizzonte temporale (“discrete loss case”). La specifica di tale distribuzione

viene determinata combinando le probabilità di default (PD), le perdite al momento del default (LGD) e le

esposizioni al default (EAD) dei singoli obbligati, considerando le correlazioni tra i default.

La perdita attesa (EL) costituisce il valore della perdita attesa media a livello di portafoglio aggregato,

dovuto al potenziale manifestarsi dell’inadempienza degli obbligati. La perdita attesa a livello di

portafoglio è data dalla somma delle perdite attese dei singoli obbligati, che possono essere determinate

attraverso il prodotto di PD x LGD x EAD, ed è indipendente dalle correlazioni tra i default a livello di

portafoglio. La perdita attesa è di norma computata come componente di costo nella determinazione del

margine.

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Il Value at Risk rappresenta l’ammontare massimo raggiunto il quale, data un certa probabilità, la perdita

attesa potrebbe essere superata (=VaR con un livello di confidenza α che UniCredit ha fissato al

99.97%). Tale valore, chiamato anche Capitale Economico, è un input per la determinazione del capitale

a copertura delle perdite potenziali.

Il VaR è ampiamente utilizzato quale misura del rischio di portafoglio, seppur abbia alcune limitazioni

intrinseche. In particolare, lo stesso non fornisce alcuna informazione concernente le perdite potenziali

nel caso in cui i limiti di VaR siano superati. Tale indicazione è invece fornita dall’ “Expected Shortfall”

(ES) che rappresenta il valore atteso delle perdite che eccedono la soglia di VaR. Il Credit VaR di

portafoglio e l’ES dipendono significativamente dalla correlazione tra i default e possono essere ridotti

attraverso un’adeguata diversificazione del portafoglio.

I modelli di portafoglio creditizio forniscono misure di capitale economico riallocato sulle singole

controparti componenti i portafogli esaminati e sono alla base delle misure di performance rettificate per il

rischio.

Le misure di capitale economico (Credit VaR) sono, inoltre, un input fondamentale per la predisposizione

ed applicazione delle strategie creditizie, per l’analisi dei limiti creditizi e di concentrazione dei rischi. Il

motore di calcolo del capitale economico viene altresì utilizzato per analisi di stress testing sul portafoglio

creditizio, partendo da variabili macroeconomiche che influenzano i diversi segmenti di clientela per

Paese, dimensione, ecc.

Tutti i sopra citati parametri di rischio sono soggetti ad un regolare processo di monitoraggio e

validazione, con riferimento a ciascun sistema di rating, in tutte le sue componenti: modelli, processi,

sistemi IT e data quality. Annualmente, viene sottoposta al Consiglio di Amministrazione della

Capogruppo una relazione che sintetizza gli esiti delle attività di validazione svolte dalla Funzione CRO,

con particolare focus sul raffronto tra i differenti sistemi di rating relativi al medesimo segmento. La

finalità è quella di attestare la conformità dei sistemi, unitamente a porre in evidenza aree di possibile

miglioramento, così come eventuali disallineamenti nelle metodologie che possano comportare rischi di

non perfetta comparabilità nelle misure prodotte.

Anche il modello interno di Credit VaR è oggetto di valutazione nell’ambito della validazione del Secondo

Pilastro.

Attività di reporting e di monitoraggio

L’obiettivo fondamentale delle attività di reportistica e monitoraggio del portafoglio creditizio, effettuate

dalla funzione CRO di Capogruppo, è quello di analizzare le principali componenti del rischio di credito

quali i valori di EAD (Esposizione al Default), EL (Expected Loss), migrazioni, costo del rischio, ecc., al

fine di adottare tempestivamente tutte le possibili contromisure a livello di portafoglio complessivo,

parziale o di singole controparti.

La funzione CRO di Capogruppo è responsabile della reportistica attinente al rischio di credito a livello di

portafoglio consolidato e di singola controparte, sia su base periodica sia sulla base di richieste ad hoc

(da parte dell’Alta Direzione di UniCredit o da parte di controparti esterne quali Autorità di Vigilanza o

agenzie di rating), con l’obiettivo di analizzare le principali componenti di tale rischio e la loro evoluzione

temporale, onde poter cogliere tempestivamente eventuali sintomi di deterioramento e, quindi,

intraprendere opportune iniziative correttive. L’andamento del portafoglio di rischio di credito viene

analizzato con riferimento ai principali driver – quali la crescita e gli indicatori dei parametri di rischio -, ai

diversi segmenti di clientela, alle realtà locali, ai settori industriali, nonché all’andamento del portafoglio in

default ed alla relativa copertura.

Le attività di Reporting a livello di Gruppo vengono svolte in stretta collaborazione con i “Transactional

Risk Manager” ed i “Credit & Cross-Border Risk Portfolio Manager” che, nell’ambito dei propri perimetri di

competenza, svolgono specifiche attività di reportistica.

Durante il primo semestre del 2009, le attività di reportistica si sono sviluppate considerevolmente grazia

al graduale sviluppo del data quality e dei processi relativi alla reportistica a livello consolidato (quali lo

sviluppo dell’”ERM Report”, report sull’Enterprise Risk Management).

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A sostegno dell’attività concernente la produzione della predetta reportistica, la funzione “Group Risk

Reporting” di Capogruppo utilizza, a livello centralizzato, il “Credit Tableau de Bord”, strumento

trimestrale che contiene informazioni dettagliate e specifiche per ogni Strategic Business Area,

sull’andamento dei rischi del portafoglio di pertinenza.

Inoltre, il “Credit & Cross-Border Risk Portfolio Management” è responsabile dell’attività di monitoraggio e

valutazione indipendente relativamente a controparti e singole transazioni che presentano un elevato

livello di rischio sotto il profilo creditizio. L’attività di monitoraggio si focalizza sulla tempestiva

individuazione e gestione delle esposizioni che presentano un intrinseco accrescimento del rischio, al fine

di reagire prontamente ad un possibile deterioramento della qualità del credito della controparte (della

capacità di rimborso o del merito di credito). La tempestiva individuazione ed una gestione adeguata delle

esposizioni che presentano un peggioramento del profilo di rischio, consentono di intervenire nella fase

antecedente al potenziale default, quando cioè vi sono ancora margini per il conseguimento del rimborso

della posizione debitoria.

Strategie creditizie

In linea con le disposizioni Basilea II – Secondo Pilastro –, le strategie creditizie sull’intero portafoglio

crediti di Gruppo rappresentano uno degli strumenti di gestione avanzata del rischio di credito. In

conformità sia con il processo di budget sia con il framework del Risk Appetite (Secondo Pilastro), le

stesse hanno l’obiettivo di fornire una declinazione concreta degli obiettivi di propensione al rischio per

Strategic Business Area e per Entità, considerando la vulnerabilità attesa del portafoglio creditizio di

Gruppo in presenza di avverse congiunture economiche, così come il rischio di concentrazione settoriale.

L’obiettivo delle strategie creditizie è triplice:

definire la composizione di portafoglio che minimizza l’impatto complessivo del rischio di credito,

partendo dal framework del Risk Appetite, in linea con i criteri di Gruppo in tema di allocazione del

capitale e di creazione di valore;

assicurare supporto alle competenti funzioni / Aree di business della Capogruppo ed alle Entità

del Gruppo, qualora queste ultime adottino iniziative finalizzate al raggiungimento di una

composizione ottimale del portafoglio, attraverso pianificazioni strategiche ed iniziative di

business;

fornire un insieme delle linee guida e supporto necessari allo svolgimento del processo di budget

commerciale e creditizio, coerente con la visione strategica di Gruppo.

La predisposizione delle strategie creditizie avviene sintetizzando le analisi di rischio effettuate top-down,

con la visione di portafoglio delle funzioni di business, attraverso uno stretto coordinamento tra strutture

centralizzate e divisionali della funzione Risk Management e con gli specialisti nell’analisi settoriale e di

prodotto a livello di Capogruppo.

La definizione delle strategie creditizie avviene utilizzando tutte le misurazioni disponibili riferite al rischio

di credito. In particolare, le evidenze del modello “Credit VaR” garantiscono una corretta e prudenziale

gestione del rischio di portafoglio, attraverso l’applicazione di metodologie e strumenti avanzati.

Parallelamente, talune informazioni qualitative, che tengono in considerazione differenti caratteristiche a

livello territoriale e divisionale, vengono inglobate e trasformate in variabili di input nei modelli di

ottimizzazione del portafoglio creditizio.

Più in generale, nell’ambito delle strategie creditizie, le analisi di vulnerabilità e quelle a supporto della

Capital Adequacy sono svolte tramite degli stress test riferiti al rischio di credito (Primo e Secondo

Pilastro). Per quanto attiene specificamente la gestione dei rischi di portafoglio, particolare rilevanza è

posta al rischio di concentrazione creditizio, considerata l’importanza dello stesso sul totale delle attività

creditizie.

Tale rischio di concentrazione, coerentemente con la definizione fornita dalla normativa “Basilea II”, si

configura come una singola esposizione o un gruppo di esposizioni tra di loro correlate, potenzialmente in

grado di produrre perdite tali da minacciare la solidità del Gruppo o la sua capacità di proseguire nello

svolgimento della normale operatività.

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Al fine di individuare, gestire, misurare e monitorare il rischio di concentrazione, le funzioni preposte in

Capogruppo presidiano la definizione ed il monitoraggio di specifici limiti creditizi, volti al controllo di due

differenti tipologie di rischio di concentrazione:

esposizioni creditizie di importo rilevante in capo ad una singola controparte o ad un insieme di

controparti economicamente correlate (c.d. bulk risk);

esposizioni creditizie verso controparti appartenenti al medesimo settore di attività economica

(sectorial risk).

Le simulazioni di stress test costituiscono parte integrante della definizione delle strategie creditizie. Con

l’utilizzo degli stress test è possibile effettuare una nuova stima di alcuni parametri di rischio tra cui

probabilità di default (PD), Perdita Attesa (EL), capitale economico e RWA, nell’ipotesi di scenari

macroeconomici e finanziari estremamente avversi ma plausibili. I parametri sottoposti a stress test sono

utilizzati non solo per fini regolamentari (relativamente al Primo e Secondo Pilastro), ma anche quali

indicatori gestionali di vulnerabilità del portafoglio di ogni singola Entità, linea di business, area / settore,

gruppo economico o altro raggruppamento rilevante, nella condizione di una fase negativa del ciclo

economico.

In conformità alle disposizioni regolamentari, gli stress test sono effettuati con cadenza regolare su

scenari di stress aggiornati e comunicati sia all’Alta Direzione sia all’Organo di Vigilanza. In aggiunta alle

attività ordinarie, simulazioni ad hoc sono effettuate a fronte di specifiche richieste da parte dell’Organo di

Vigilanza.

Tecniche di mitigazione del rischio di credito

In conformità alla “International Convergence of Capital Measurement and Capital Standards” (c.d

normativa di “Basilea II”), il Gruppo è fortemente impegnato a soddisfare tutti i requisiti necessari alla

corretta applicazione delle tecniche di Credit Risk Mitigation (CRM) in relazione ai differenti approcci

adottati – Standardizzato o IRB Avanzato (A-IRB).

A tale scopo, sono stati portati a compimento specifici progetti e sono state intraprese specifiche azioni

volte sia all’implementazione della normativa interna di Gruppo, sia allo sviluppo dei processi e dei

Sistemi Informativi. Tenuto conto della dislocazione territoriale del Gruppo in diversi Paesi (europei e

non), le implementazioni sono state eseguite nel rispetto degli ordinamenti locali e dei requisiti di

Vigilanza dei Paesi di appartenenza delle singole Entità.

In particolare, i requisiti stabiliti dall’ “International Convergence of Capital Measurement and Capital

Standards”, dalla “Direttiva 2006/48/EC del Parlamento Europeo e del Consiglio”, dalla Circolare di Banca

d’Italia n. 263/2006 e dai suoi successivi aggiornamenti, sono stati trasposti in linee guida interne con

l’obiettivo di:

assicurare che le pratiche di CRM siano coerenti nell'ambito del Gruppo;

favorire la gestione ottimale delle garanzie nell'ambito del Gruppo;

massimizzare l’effetto di mitigazione delle garanzie reali e personali sulle perdite su crediti;

raggiungere un impatto positivo sui requisiti patrimoniali di Gruppo, assicurando che le prassi di

CRM locali rispettino i requisiti minimi richiesti da "Basilea II".

In particolare, sono state disciplinate le regole generali per l’ammissibilità, la valutazione, il monitoraggio

e la gestione delle garanzie reali e personali. Sono state altresì dettagliate norme specifiche per

determinate categorie di garanzie reali.

Le garanzie reali e personali possono essere acquisite solo come supporto sussidiario del fido e non

devono essere intese come elementi sostitutivi dell’autonoma capacità di rimborso del debitore principale.

Per tale ragione, oltre alla più ampia analisi del merito creditizio e dell’autonoma capacità di rimborso del

debitore principale, esse sono oggetto di specifica valutazione ed analisi per il ruolo di fonte sussidiaria di

rimborso dell’esposizione debitoria.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 1

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Nella valutazione delle tecniche di CRM, il Gruppo attribuisce particolare rilevanza sia al requisito della

“certezza giuridica” di tutte le garanzie reali e personali, sia alla loro congruità. Le Entità devono porre in

essere tutte le azioni necessarie al fine di:

assicurare il rispetto dei requisiti contrattuali e legali, in modo tale che i contratti di garanzia siano

giuridicamente opponibili secondo quanto previsto dal corpus giuridico ad essi applicabile;

condurre adeguati controlli di natura legale che avallino l’effettiva opponibilità delle garanzie in

tutte le giurisdizioni rilevanti e nei confronti di tutte le parti coinvolte.

Durante il primo semestre del 2009, per quanto concerne l’Italia, le principali Entità hanno esteso alle

garanzie consortili i rigorosi processi di certificazione legale e di verifica della sussistenza dei requisiti

regolamentari, già applicati ad altre tipologie di garanzie personali ed alle garanzie reali, tra cui quelle

finanziarie.

Le Entità hanno sviluppato un sistema di gestione volto ad assicurare un chiaro ed efficace processo di

valutazione, monitoraggio e gestione di tutte le tipologie di garanzie finalizzate a mitigare il rischio di

credito. Esse sono tenute a stabilire controlli al fine di assicurare che le garanzie reali e personali

acquisite mantengano la loro efficacia per l’intera durata dell’esposizione garantita. Dette garanzie

risultano idonee nel caso in cui siano congrue rispetto alle esposizioni correlate e, per le garanzie

personali, qualora non risultino rischi rilevanti in capo al fornitore di protezione.

Il Gruppo ha sviluppato un sistema di gestione delle garanzie reali volto ad assicurare che il processo di

valutazione, monitoraggio e gestione di tutte le tipologie di garanzie risulti chiaro ed efficace.

I requisiti di ammissibilità, sia generali sia specifici, dovranno essere soddisfatti nel momento in cui la

garanzia viene acquisita e ne dovrà essere assicurato il mantenimento fino alla scadenza.

Coerentemente, le garanzie reali devono essere valutate con accuratezza e regolarmente e devono

essere applicati opportuni scarti prudenziali in fase di acquisizione delle medesime, al fine di evitare che

in caso di escussione si verifichino perdite inattese. La valutazione è basata sul valore corrente di

mercato o sul prezzo al quale il bene sottostante può essere ragionevolmente venduto (c.d. “valore

equo”); il valore di mercato degli strumenti finanziari assunti in pegno viene opportunamente rettificato,

con applicazione di adeguati scarti, in funzione sia della volatilità del mercato stesso sia di quello delle

valute, in conformità a quanto disposto dai requisiti regolamentari di “Basilea II”. In caso di

disallineamento di valuta tra la garanzia e l’esposizione correlata, viene applicato un ulteriore scarto

prudenziale. Possibili disallineamenti tra la scadenza dell’esposizione e quella della garanzia a supporto

vengono altresì considerati nella determinazione del valore della garanzia, rettificata mediante

l’applicazione del relativo scarto.

I modelli attualmente in uso nel Gruppo sono prevalentemente basati su scarti prudenziali predeterminati.

Un sistema di scarti stimati internamente tramite la metodologia Value at Risk (VaR), già in uso in alcune

Entità, è in corso di adozione in tutto il Gruppo per la valutazione del rischio relativo alle garanzie reali

finanziarie. L’approccio metodologico prevede che il valore a copertura debba essere determinato per

ciascun strumento finanziario sulla base del relativo “market value” (il cosiddetto “mark- to-market”),

rettificato di uno scarto che deve considerare la rischiosità intrinseca da rapportare a fattori diversi (quali il

prezzo, il periodo di possesso ed il rischio di liquidità).

Le principali Entità sono inoltre state dotate di uno strumento informatico per l'adeguamento automatico al

valore di mercato degli strumenti finanziari acquisiti in pegno, garantendo in questo modo un

monitoraggio costante della garanzia.

Per quanto riguarda la valutazione delle garanzie immobiliari, specifici processi e procedure, assicurano

che la valutazione dell’immobile da parte di un perito indipendente venga effettuata ad un valore non

superiore a quello di mercato. Per le Entità operanti in Austria, Germania e Italia, sono in essere sistemi

di monitoraggio e rivalutazione degli immobili, gestiti tramite sistemi automatici basati su metodi statistici

che utilizzano database interni o forniti da infoprovider esterni.

Le diverse forme di garanzie reali possono essere considerate ammissibili qualora soddisfino i requisiti

generali stabiliti dalle disposizioni dell'Organo di Vigilanza ed i requisiti specifici, differenziati a seconda

dell’approccio adottato per il calcolo del capitale regolamentare per singola controparte / esposizione

(Standardizzato o A-IRB), in conformità al contesto giuridico locale. La fattispecie dei fornitori di

protezione personale ammissibili, dipende dallo specifico approccio adottato da ciascuna Entità.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

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In particolare le Entità che adottano l’approccio A-IRB possono riconoscere dette garanzie a patto che

vengano soddisfatti i relativi requisiti minimi e, in particolare, purché le stesse siano in grado di valutare il

profilo di rischio del fornitore di protezione nel momento in cui la garanzia viene acquisita e durante tutta

la sua vita residua.

Per maggiori dettagli concernenti le politiche di copertura e di attenuazione del rischio, si faccia

riferimento alla Tavola 8 “Tecniche di mitigazione del rischio del credito - Informativa qualitativa”.

Rischio di mercato

Il rischio di mercato deriva dall’effetto che variazioni nelle variabili di mercato (tassi di interesse, prezzi dei

titoli, tassi di cambio, ecc…) possono generare sul valore economico del portafoglio del Gruppo, dove

quest’ultimo comprende le attività detenute sia nel trading book, ossia nel portafoglio di negoziazione, sia

quelle iscritte nel banking book, ovvero l’operatività connessa con la gestione caratteristica della banca

commerciale e con le scelte di investimento strategiche. La gestione del rischio di mercato nel Gruppo

UniCredit ricomprende, perciò, tutte le attività connesse con le operazioni di tesoreria e di gestione della

struttura patrimoniale, sia nella Capogruppo , sia nelle singole società che compongono il gruppo stesso.

La Capogruppo monitora le posizioni di rischio a livello di Gruppo. Le singole società componenti il

Gruppo hanno la specifica responsabilità di gestire le proprie posizioni di rischio in coerenza con le

politiche di gestione del rischio del Gruppo e di comunicare alla Capogruppo i risultati delle attività di

monitoraggio da loro svolte. Le singole filiali producono resoconti giornalieri dettagliati sull’andamento

della loro attività e sulla rischiosità connessa, inviando la documentazione sui rischi di mercato alla

Capogruppo.

La responsabilità di aggregare tali informazioni e produrre la documentazione informativa sui rischi di

mercato complessivi è in carico al Dipartimento Market & Balance Sheet Risks Portfolio Management

della Capogruppo, il quale si preoccupa di garantire che i modelli di misurazione del rischio di mercato

delle filiali siano confrontabili e che i loro metodi di monitoraggio e gestione del rischio siano uniformi. Il

detto dipartimento della Capogruppo, inoltre, controlla le posizioni della Holding e le posizioni aggregate

delle filiali, al fine di garantire il monitoraggio dell’esposizione totale. Ogni società del Gruppo è comunque

direttamente responsabile del controllo dei rischi secondo le linee guida impartite dalla Capogruppo.

La Capogruppo, inoltre, propone i limiti e le investment policy per il Gruppo e per le sue entità in sintonia

con il processo di allocazione del capitale in sede di elaborazione del budget annuale.

La funzione di Market & Balance Sheet Risks è responsabile della gestione dei rischi di trading book e

banking book a livello di Gruppo e della garanzia dell’uniformità delle politiche in materia di rischio di

mercato, metodologie e prassi in tutti i settori e Legal Entity. Tale presidio è garantito attraverso una

struttura organizzativa che si articola in tre unità, con le seguenti responsabilità:

Market Risk: rischio di mercato da trading, ovvero il rischio di mercato originato dalle business

lines che nel Gruppo sono autorizzate a gestire posizioni di trading (risk takers);

Balance Sheet Risk: rischio di tesoreria, ovvero il rischio di mercato originato dai corrispondenti

portafogli bancari specifici in tutto il Gruppo;

Liquidity Risk: rischio di liquidità, ovvero il rischio che la banca non sia nelle condizioni di far fronte

agli impegni di pagamento per cassa o per consegna previsti o imprevisti

Risk Architecture & Methodologie: responsabile delle tecnologie, dei metodi (incluso Model

Testing) e del Processo Nuovi Prodotti;

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 1

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Recentemente a seguito della riorganizzazione del Risk Management di Gruppo, nell’attività di

monitoraggio dei rischi di mercato si è affiancata:

l’unità di CIB (Corporate & Investment Banking) Market Risk che fa parte del Dipartimento

CIB&PB Risks, la quale in coordinamento con la funzione di Market & Balance Sheet Risk

Portfolio Management assicura specificamente il presidio dei rischi della specie in capo alle

società del gruppo che rientrano nel settore Investment Bank

il dipartimento Treasury Risks che in coordinamento con la funzione Market & Balance Sheet Risk

Portfolio Management assicura specificamente il presidio dei rischi della specie in capo alla

Holding ed alle società del gruppo che rientrano nel settore Retail.

L’unità di Asset and Liability Management della Capogruppo, in coordinamento con gli altri centri di

liquidità regionali, e con la svolge l’attività di gestione dell’ALM strategico e operativo, con l’obiettivo di

assicurare l’equilibrio degli assetti patrimoniali e la sostenibilità economica e finanziaria delle politiche di

crescita del Gruppo nel mercato dei prestiti, ottimizzando il profilo di rischio di cambio, tasso e liquidità del

Gruppo.

Restano assegnate alle singole Legal Entity e/o filiali le responsabilità relative allo svolgimento di New

Products Process (“NPP”) a livello locale, alla realizzazione delle infrastrutture, alla validazione del P&L e

al Desk Control;

Rischio operativo

Si definisce rischio operativo il rischio di perdite dovute ad errori, violazioni, interruzioni, danni causati da

processi interni, personale, sistemi o causati da eventi esterni. Tale definizione include il rischio legale e

di compliance, ma esclude quello strategico e reputazionale.

Ad esempio possono essere definite operative le perdite derivanti da frodi interne o esterne, rapporto di

impiego e sicurezza sul lavoro, reclami della clientela, distribuzione dei prodotti, multe e altre sanzioni

derivanti da violazioni normative, danni ai beni patrimoniali dell’azienda, interruzioni dell’operatività e

disfunzione dei sistemi, gestione dei processi.

Il Gruppo UniCredit ha definito sistema di gestione dei rischi operativi l’insieme di politiche e procedure

per il controllo, la misurazione e la mitigazione dei rischi operativi nel Gruppo e nelle Entità controllate.

Le politiche di rischio operativo, applicabili a tutte le Entità del Gruppo, sono principi comuni che

stabiliscono il ruolo degli organi aziendali, della funzione di controllo dei rischi, nonché le interazioni con

le altre funzioni coinvolte nel processo.

La Capogruppo coordina le Entità del Gruppo secondo quanto stabilito nella normativa interna e nel

manuale di controllo dei rischi operativi. Specifici comitati rischi (Comitato Rischi, ALCO, Comitato Rischi

Operativi) sono costituiti per monitorare l’esposizione, le azioni di mitigazione, le metodologie di

misurazione e di controllo.

Le metodologie di classificazione e controllo di completezza dei dati, analisi di scenario, indicatori di

rischio, reporting e misurazione del capitale di rischio sono responsabilità del Operational & Reputational

Risks Portfolio Management department di Capogruppo e sono applicate dalle Entità del Gruppo. Questo

nuovo department è successore della unità Operational Risk Management in Capogruppo, detentore

delle responsabilità appena menzionate fino all’anno scorso.

Elemento cardine del sistema di controllo è l’applicativo informatico a supporto per la raccolta dei dati, il

controllo dei rischi e la misurazione del capitale.

Il Gruppo UniCredit ha ottenuto nel mese di marzo 2008 l’autorizzazione all’utilizzo del modello AMA

(Advanced Measurement Approach) per il calcolo del capitale a fronte dei rischi operativi. L’utilizzo di tale

metodo verrà nel tempo esteso alle principali Entità del Gruppo in base ad un piano di roll out.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

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L’Alta Direzione è responsabile per l’approvazione di tutti gli aspetti rilevanti del framework di Gruppo dei

rischi operativi, per la verifica dell’adeguatezza del sistema di misurazione e controllo e viene informata

regolarmente circa le variazioni del profilo di rischio e l’esposizione ai rischi operativi, con l’eventuale

supporto di appositi comitati rischi.

Il Comitato Rischi Operativi di Gruppo, presieduto dal responsabile del Group Risk Management

department (Group CRO) è composto di membri permanenti e membri ospiti. La composizione del

Comitato è stata rivista nel 2009, anche alla luce dei cambiamenti nella struttura organizzativa del Group

CRO department.

La missione del Comitato Rischi Operativi di Gruppo è di formulare proposte e pareri per il Comitato

Rischi di Gruppo per, tra l’altro:

il risk appetite di Gruppo, compresi gli obiettivi e criteri di allocazione del capitale per i rischi

operativi nel Gruppo;

la struttura e definizione dei limiti per i rischi operativi e l’allocazione alle Business Units e le Entità

del Gruppo;

il modello interno per la misurazione del rischio operativo a fini regolamentari;

specifiche strategie sui rischi operativi.

Il Comitato Rischi Operativi di Gruppo ha invece funzioni deliberanti per:

le linee guida e politiche speciali per il rischio operativo;

le azioni correttive per il bilanciamento delle posizioni di rischio operativo a livello di gruppo,

comprese le azioni di mitigazione;

le strategie a livello di Gruppo, comprese quelle assicurative a seguito di proposte congiunte dalle

funzioni Global Insurance Management e Operational & Reputational Risks Portfolio Management

department;

i modelli interni per la valutazione del rischio operativo, sia ai fini del calcolo del capitale

economico, sia per le attività di stress testing.

L’Operational & Reputational Risks Portfolio Management department di Capogruppo, nell’ambito dello

Strategic Risk management & Control department, supervisiona e gestisce il profilo complessivo dei rischi

operativi e reputazionali del Gruppo attraverso la definizione delle relative strategie, metodologie e limiti.

Per quanto riguarda la funzione di rischi operativi, il dipartimento si articola in due unità organizzative.

L’unità di Operational Risk Methodologies and Control è responsabile per la definizione delle

metodologie, del calcolo del capitale a rischio operativo di Gruppo e le linee guida per il controllo dei

rischi operativi e ha inoltre un ruolo di supporto e controllo nei confronti delle funzioni di Operational Risk

Management delle Entità per verificare il rispetto degli standard di Gruppo nella realizzazione dei processi

e delle metodologie di controllo.

L’unità di Operational Risk Strategies and Mitigation è responsabile per la definizione e monitoraggio dei

limiti di rischio e la identificazione delle strategie e misure correttive e il monitoraggio delle relative

implementazioni.

Le funzioni di Operational Risk Management nelle Entità controllate forniscono formazione specifica sui

rischi operativi al personale, che può anche avvalersi di programmi di formazione disponibili via intranet e

sono responsabili per la corretta realizzazione degli elementi del framework di Gruppo. Un regolare

aggiornamento degli aspetti sia normativi che gestionali sui rischi operativi è predisposto dalla funzione

Operational & Reputational Risks Portfolio Management di Capogruppo e inviato alle funzioni responsabili

del controllo e gestione dei rischi operativi.

In ottemperanza ai requisiti regolamentari è stato istituito, sia presso la Capogruppo sia presso le Entità

del Gruppo, un processo di convalida interna del sistema di controllo e misurazione dei rischi operativi, al

fine di verificarne la rispondenza alle prescrizioni normative ed agli standard di Gruppo.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 1

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Le funzioni di Operational Risk Management nelle Entità controllate forniscono una sintesi dell’attività

svolta e ne valutano la rispondenza ai requisiti regolamentari e agli standard di Gruppo. Qualora vengano

individuate delle aree di miglioramento, dovranno essere indicate le azioni pianificate e, ove possibile, la

tempistica prevista per la loro realizzazione. Le Entità che rispettano i requisiti del modello interno (AMA)

e le Entità italiane che utilizzano il metodo standard (TSA) redigono il documento di convalida e lo

sottopongono alla Capogruppo. Il documento di convalida, congiuntamente all’opinion della Capogruppo

e alla relazione dell’Internal Audit, viene presentato per approvazione al Consiglio di Amministrazione

delle Entità.

A seguire, si procede alla stesura del documento di convalida per il Gruppo e alla presentazione del

medesimo al Consiglio di Amministrazione di UniCredit per approvazione, congiuntamente alla relazione

dell’Internal Audit.

Un sistema di reporting è stato sviluppato dalla Capogruppo per informare l’Alta Direzione e gli organi di

controllo interno in merito all’esposizione ai rischi operativi del Gruppo e alle azioni intraprese per

mitigarli.

In particolare, con periodicità trimestrale, vengono forniti aggiornamenti sull’andamento delle perdite

operative, la stima del capitale a rischio, eventi esterni rilevanti e le principali iniziative intraprese per la

mitigazione dei rischi operativi nelle varie aree di business. Una sintesi sull’andamento degli indicatori di

rischio più significativi viene elaborata con cadenza mensile.

Al Comitato Rischi Operativi di Gruppo vengono inoltre presentati i risultati delle principali analisi di

scenario svolte a livello di Gruppo e le relative azioni di mitigazione intraprese.

La gestione del rischio consiste nella revisione dei processi per la riduzione dei rischi rilevati e nella

gestione delle relative politiche assicurative, con l’identificazione di idonee franchigie e limiti.

Inoltre, la verifica regolare dei piani di continuità operativa assicura la gestione del rischio operativo nei

casi di interruzione dei principali servizi.

Il Comitato Rischi (o altri organi, secondo quanto previsto dalla regolamentazione locale) rivede i rischi

rilevati dalle funzioni di Operational Risk delle Entità controllate, con il supporto delle funzioni interessate,

e verifica le iniziative di mitigazione.

Altri rischi e loro integrazione

Le fattispecie di rischio precedentemente descritte, pur rappresentando le principali tipologie, non

esauriscono il novero di tutte quelle esistenti.

Il Gruppo ha provveduto ad individuare e ridelineare le fattispecie analizzate ampliandone il range, al fine

di pervenire ad una più accurata misurazione dei rischi assunti.

Parallelamente, sono state definite modalità di aggregazione per giungere alla misurazione della

rischiosità complessiva, integrando le singole tipologie tramite la determinazione del capitale interno.

Questi sforzi sono volti al conseguimento di due obiettivi: il principale è il miglioramento della

comprensione dei “value driver” all’interno di ciascuna linea di business, in modo che la funzione Risk

Management possa svolgere un efficace ruolo di supporto nei processi decisionali.

Il secondo obiettivo è rappresentato dall’affinamento dei sistemi di controllo interno, di cui la funzione Risk

Management è uno dei principali attori.

L’attività di ridefinizione ed ampliamento del perimetro delle tipologie di rischio individuate, che si intende

presidiare nell'ambito del Gruppo, viene svolta in due fasi.

Nella prima fase si provvede alla ricognizione dei rischi impliciti nelle proprie posizioni - attive o passive -

e nelle attività svolte, nella seconda alla definizione delle modalità di misurazione.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

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Relativamente alla prima fase, il Gruppo ha individuato le seguenti tipologie di rischio, oltre a quelle

indicate:

rischio di business (“business risk”);

rischio immobiliare (“real estate risk”);

rischio degli investimenti azionari (“financial investment risk”);

rischio strategico;

rischio reputazionale.

Di seguito sono riportate le definizioni degli stessi.

Rischio di business

Deriva da una contrazione dei margini non determinata da rischi di mercato, di credito ed operativo, ma

da variazioni del contesto competitivo o del comportamento dei clienti, che possono indurre gravi perdite

in termini di utili, riducendo il valore di mercato di una società.

Il business risk viene misurato sia singolarmente per determinare la rischiosità insita negli utili sia come

input del capitale economico.

I dati di esposizione inclusi nel calcolo del Business Risk sono derivati dai conti economici delle Società

del Gruppo per le quali tale rischio risulta rilevante; la definizione di ricavi e costi è tale da non creare

sovrapposizioni con i rischi di credito, mercato e operativi. Le volatilità e le correlazioni sono stimate a

livello divisionale sulla base delle serie storiche mensili dei conti economici delle maggiori Società del

Gruppo. L’Earning at Risk è calcolato con un intervallo di confidenza pari al 99,97% e orizzonte temporale

di un anno (ipotesi di normalità della distribuzione) ed è trasformato in VaR attraverso un fattore di scala

ricavato in funzione dell’orizzonte temporale e del tasso di interesse. Il Business Risk è calcolato a livello

di Gruppo, settore, Sottogruppo e Società, in termini di capitale di rischio stand-alone e diversificato. Il

beneficio di intra-diversificazione viene allocato alle Società con approccio proporzionale.

A scopo di monitoraggio, il busines risk è calcolato trimestralmente o ogni qual volta sia ritenuto

necessario a causa di cambiamenti rilevanti nella struttura del Gruppo o nel mercato di riferimento. In

fase di budgeting, esso viene calcolato in ottica prospettica come input del capitale aggregato per

supportare il processo di allocazione del capitale.

Rischio immobiliare (“real estate risk”)

Consiste nelle potenziali perdite derivanti dalle fluttuazioni negative del valore del portafoglio immobiliare

di proprietà del Gruppo, in capo alle società, a trust immobiliari ed a “special-purpose vehicle”, mentre

sono ovviamente esclusi gli immobili di pertinenza della clientela, gravati da garanzie ipotecarie.

Il real estate risk viene misurato sia singolarmente per determinare la rischiosità insita nel portafoglio

immobiliare sia come input del capitale economico.

La raccolta dei dati viene effettuata con cadenza trimestrale, sulla base di un format pre-determinato dalla

Capogruppo, ove le Società sono tenute a fornire informazioni di carattere generale sugli immobili, il

relativo valore di mercato e di bilancio. Ai fini del calcolo del rischio immobiliare, qualora il valore di

mercato non possa essere fornito, esso viene sostituito con il valore di bilancio. A ciascuna Società è

inoltre richiesto di associare le proprietà ad indici di area o regionali necessari per il calcolo di volatità e

correlazioni nel modello.

Il calcolo del real estate risk è basato sul metodo varianza-covarianza (ipotesi di normalità della

distribuzione) con intervallo di confidenza al 99,97% ed orizzonte temporale di un anno. È misurato a

livello Gruppo, settore, sottogruppo e società, in termini di capitale di rischio stand-alone e diversificato; il

beneficio di diversificazione intra-rischio viene allocato alle singole Società sulla base del contributo

marginale al VaR intra-diversificato di Gruppo da queste apportato.

A scopo di monitoraggio, il real estate risk è calcolato trimestralmente o ogni qual volta ciò sia ritenuto

necessario a causa di cambiamenti rilevanti nella struttua del Gruppo o nel mercato di riferimento.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 1

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In fase di budgeting, esso viene calcolato in ottica prospettica come input del capitale aggregato per

supportare il processo di allocazione del capitale.

Rischio di investimenti azionari (“financial investment risk”)

Deriva dal portafoglio di partecipazioni azionarie in società non appartenenti al Gruppo e non incluse nel

trading book.

Tale rischio viene misurato sia singolarmente per determinare la rischiosità insita nelle partecipazioni sia

come input del capitale economico aggregato.

Il portafoglio delle partecipazioni azionarie comprende principalmente azioni (quotate e non quotate),

derivati su equity, private equity, partecipazioni in fondi comuni, hedge e di private equity.

Per tutte le esposizioni in equity del Gruppo, l’assorbimento di capitale può essere calcolato in base a un

approccio PD/LGD o un approccio market-based. L’approccio PD/LGD è utilizzato per la valutazione delle

società non quotate, inclusi gli investimenti diretti in private equity; l’approccio market-based viene

applicato alle partecipazioni azionarie in società quotate e i relativi strumenti di copertura, tutti i fondi

comuni, di hedge e private equity, attraverso una mappatura degli indici di mercato.

Le esposizioni sono fornite principalmente dai dipartimenti di Capogruppo di Shareholding e Accounting e

integrate con i contributi da parte delle Società (controlli sulla qualità dei dati). Volatilità e correlazioni per

l’apporccio market-based sono calcolate sulla base delle serie storiche degli indici regionali e settoriali o

del prezzo dell’azione per gli investimenti in società quotate.

Il modello market-based si basa su un VaR a distribuzione log-normale con intervallo di confidenza al

99,97% e orizzonte temporale di un anno. Il VaR è calcolato a livello Gruppo, settore, sottogruppo e

società , in termini di capitale di rischio stand-alone e diversificato; il beneficio di diversificazione intra-

rischio viene allocato alle singole Società sulla base del contributo marginale al VaR intra-diversificato di

Gruppo da queste apportato.

A scopo di monitoraggio, il financial investment risk è calcolato trimestralmente o ogni qual volta ciò sia

ritenuto necessario a causa di cambiamenti rilevanti nella struttua del Gruppo o nel mercato di

riferimento. In fase di budgeting, esso viene calcolato in ottica prospettica come input del capitale

aggregato per supportare il processo di allocazione del capitale.

Rischio strategico

Dipende da inattesi cambiamenti nel contesto di mercato, dal mancato riconoscimento delle tendenze in

atto nel settore bancario, ovvero da inappropriate valutazioni riguardo a tali tendenze. Ciò può portare a

decisioni devianti per il raggiungimento degli obiettivi di lungo periodo e che possono risultare

difficilmente reversibili.

Rischio reputazionale

Il rischio reputazionale è definito come il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale,derivante da una percezione negativa dell’immagine del Gruppo Bancario da parte di clienti, controparti,azionisti, investitori o autorità di vigilanza.

Nel luglio 2009, in occasione della riorganizzazione del Group Risk Managment, è stata creata l’unitàReputational Risk Measurement & Control all’interno del dipartimento Operational & Reputational RisksPortfolio.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

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Gli obiettivi principali della funzione di Reputational Risk Measurement & Control sono:

sviluppare metodologie per l’identificazione, valutazione e misurazione del rischio reputazionale;

definire i limiti di rischio e proporre azioni di mitigazione, fungendo da supporto alla Unità di

Business e alle Entità Legali nel monitorare la loro implementazione.

Il Group Reputational Risk Committee, con riporto al Group Risk Committe, ha il compito di emettere

politiche in materia di rischio reputazionale; di assicurare la coerenza delle procedure di rischio

reputazionale nelle Unità di Business ed Entità Legali; di controllare e monitorare a livello di gruppo il

Reputational Risk portfolio. Inoltre i comitati rischi transazionali hanno il compito di valutare il profilo

reputazionale delle singole transazioni basandosi sulle politiche di rischio reputazionale.

Nel luglio 2009, il Group Risk Committee ha approvato la nuova versione delle Nuclear Energy e

Defence/Weapons Industry Reputational Risk Special Policies aventi lo scopo di regolamentare le attività

di business nel settore dell’energia nucleare e delle armi.

Modalità di misurazione rischi

I rischi di credito, mercato, operativo, di business, immobiliare e di investimenti azionari sono misurati in

maniera quantitativa tramite:

stima del capitale economico;

stress test.

Il Gruppo ha deciso di misurare i rischi di business, immobiliare e degli investimenti azionari tramite un

modello quantitativo, poiché l’ammontare di capitale così determinato serve a fronteggiare le potenziali

perdite. Al contrario, il rischio strategico viene analizzato tramite analisi di scenario che comunque

permettono una stima delle perdite potenziali in determinati contesti, senza però essere incluso nella

stima del profilo di rischio aggregato, perché in tale contesto il capitale detenuto risulta inefficace nei

confronti di errori strategici.

Le società di medie e grandi dimensioni sono tenute ad implementare il quadro di riferimento nella sua

interezza, mentre le restanti piccole ne sono esentate poiché il loro rischio complessivo viene stimato

tramite una procedura semplificata (approccio top down).

La natura multi dimensionale del rischio richiede di affiancare alla misurazione del capitale economico

un’analisi di stress test, non solo al fine di stimare le perdite in alcuni scenari, ma anche di cogliere

l’impatto delle determinanti delle stesse.Lo stress test è effettuato sia in relazione alle singole tipologie di

rischio, sia alla loro aggregazione, tramite la simulazione di cambiamenti congiunti dei fattori di rischio, in

modo da supportare coerentemente la stima del capitale economico aggregato. La stima dello Stress

Test aggregato considera contemporaneamente l’ammontare dei singoli rischi in scenari di stress oltre

che il minore beneficio di diversificazione in condizioni di crisi.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 1

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Capitale Economico Aggregato e Capitale Interno

Il Capitale Economico Aggregato rappresenta il capitale da detenere a fronte delle possibili perditerelative a tutte le attività del Gruppo. Il Capitale economico aggregato di Gruppo prende in considerazionetutti i rischi definiti dal gruppo come tangibili e quantificabili coerentemente con i requisiti di SecondoPilastro, che attualmente sono i rischi di mercato, credito, operativo, business, investimenti finanziari erischio immobiliare, includendo l’effetto di diversificazione tra i rischi stessi (inter-diversificazione) eall’interno di ciascun portafoglio (intra-diversificazione).

Esso è attualmente calcolato tramite un approccio varianza-covarianza con un orizzonte temporale di unanno e ad un livello di confidenza del 99,97% , derivante dal rating target di Gruppo. La matrice dicorrelazione che include la dipendenza tra rischi si ottiene combinando stime di esperti (analisi dibenchmark) con stime empiriche di correlazione lineare tra serie storiche di specifici fatori di rischio. E’ incorso un aggiornamento del modello di aggregazione tramite la funzione Copula e una stima Bayesianadelle correlazioni che verrà finalizzato nei prossimi mesi.

Il Capitale Interno, in linea con la propensione al rischio del Gruppo, viene calcolato aggiungendo alCapitale Economico Aggregato un cuscinetto prudenziale che tiene conto dell’impatto del ciclo economicoe dell’incertezza intrinseca alle misure di rischio.Il Capitale Interno è un elemento fondamentale nel processo di valutazione dell’Adeguatezza del Capitaledi Gruppo tramite il confronto con le Available Financial Resources definendo la Risk Taking Capacity diGruppo.

Coerentemente con il “Basel 2 Project Rulebook”, la Capogruppo è responsabile dello sviluppo dellametodologia, della misurazione a livello di Gruppo e settori, della definizione e dell’implementazione deiprocessi per la misurazione del Capitale Economico e del Capitale Interno al Gruppo. Ciascuna Entità,inoltre, è responsabile dello sviluppo dei relativi processi al fine della misurazione del rischio in conformitàa quanto stabilito dalla Capogruppo.

A scopo di monitoraggio, il Capitale Economico a livello Gruppo, Capogruppo, settori e Società vienecalcolato trimestralmente o ogni qual volta ciò sia ritenuto necessario a causa di cambiamenti rilevanti nelmercato di riferimento. In fase di budgeting, esso viene calcolato in ottica prospettica per supportare ilprocesso di allocazione del capitale.Il Capitale Economico Aggregato ed il Capitale Interno risultante, costituiscono una parte significativa delflusso di informazioni sul profilo di rischio della Banca, da sottoporre agli organi interni della Entità (adesempio, Comitato rischi, Consiglio di Amministrazione, ecc.).

Inoltre, tramite l’esercizio dello stress test effettuato regolarmente il Gruppo considera gli effetti di scenarimacroeconomici particolarmente penalizzanti, sia in termini di perdita condizionata sia in termini dicapitale economico stressato.

Processo di Valutazione dell’Adeguatezza Patrimoniale (ICAAP-Internal

Capital Adequacy Assessment Process)

Coerentemente con le disposizioni Basilea II, la misurazione del profilo di rischio è un elementofondamentale del processo di adeguatezza patrimoniale.Infatti, l’approccio di Gruppo all’adeguatezza patrimoniale prevede cinque fasi:

identificazione dei rischi, come descritto nelle sezioni di cui sopra; misurazione del profilo di rischio; pianificazione del capitale e definizione della propensione al rischio; monitoraggio ed informativa; risk governance.

La misurazione del profilo di rischio è effettuata tramite il capitale interno, che è pari all’aggregazione delcapitale economico relativo ai rischi descritti al netto dei benefici di diversificazione più un cushion checonsidera elementi rilevanti per la determinazione del profilo di rischio quali la variabilità del cicloeconomico e il rischio di modello, con riferimento alla qualità dei dati e l’accuratezza dei modelli.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

22

Il profilo di rischio è definito tramite Internal Capital per le società grandi e medie mentre per quellepiccole si utilizza un approccio sintetico per consentire un efficiente processo di misurazione a livelloconsolidato.

Il processo di pianificazione del capitale riguarda l’allocazione dello stesso ai settori e Entità per il

raggiungimento degli obiettivi di creazione di valore in base alla propensione al rischio. Il Gruppo, infatti,

si pone l’obiettivo di generare sul lungo periodo un reddito superiore a quello necessario a remunerare i

rischi (costo del capitale di rischio) e quindi di creare valore in modo tale da massimizzare il rendimento

per i propri azionisti .

La propensione al rischio può essere definita come la variabilità in termini di risultati, sia a breve sia a

lungo termine, che l’Alta Direzione è disposta ad accettare a sostegno di una strategia definita.

Il quadro di riferimento adottato da UniCredit è costituito da tre aree:

Adeguatezza patrimoniale;

profittabilità e rischi;

Liquidità e finanziamento (funding);

L’adeguatezza patrimoniale è da intendersi come equilibrio del patrimonio e dei rischi assunti, in ottica sia

di Primo che di secondo Pilastro, dove è misurata rispettivamente dal Core Tier 1 Ratio, Total Capital

Ratio e dalla Risk Taking Capacity. Quest’ultima è pari al rapporto tra la il capitale disponibile (AFR -

Available Financial resources) ed il Capitale Interno.

Le AFR sono le risorse che possono essere utilizzate per tutelare la banca dall’insolvenza. Occorre che

tali risorse siano impegnate e definite su base contrattuale, affinché si possa fare affidamento su di esse

in periodi di crisi. Poiché le perdite incidono sulle AFR, queste possono anche essere definite come

l’ammontare di perdite che può essere assorbito prima che la banca divenga insolvente.

Le misure di capitale economico interno e la conseguente Risk Taking Capacity sono illustrati nella

tabella seguente.

Il capitale interno è poi articolato a livello consolidato in base alla struttura divisionale, cardine della

strategia di business del Gruppo.

Adeguatezza patrimoniale Dicembre 2009

(miliardi)

Capitale Interno 43,9

Risorse Finanziarie Disponibili (AFR) 64,0

Risk Taking Capacity 145.9%

Lo stress test sui rischi è integrato in ottica di adeguatezza patrimoniale considerando l’impatto dello

scenario sul capitale disponibile, fornendo quindi una rappresentazione della capacità del Gruppo di far

fronte ad ulteriori perdite in condizioni di stress.

La propensione al rischio e gli obiettivi fissati conseguentemente, sono poi oggetto di monitoraggio e

reportistica sia in termini di profilo di rischio sia di profittabilità.

Le metriche che definiscono la propensione al rischio sono calcolate a livello consolidato e dalle principali

Entità Legali.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 1

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Per migliorare l’efficienza del processo decisionale, il monitoraggio si traduce in una regolare informativa

all’Alta Direzione sia a livello di singola Entità sia di Gruppo.

Inoltre la Capogruppo è tenuta a presentare un resoconto su base consolidata in conformità alle linee

guida della Banca d’Italia fornendo al contempo un quadro sulle principali Entità.

La governance alla base del processo di adeguatezza patrimoniale si articola in due dimensioni:

all’interno di ciascuna Entità, inclusa la Capogruppo;

nelle relazioni tra la Capogruppo (con funzioni di guida, supporto e controllo), i settori, le sub-

holding e le entità.

Il processo di adeguatezza patrimoniale riveste un’importanza fondamentale all’interno del Gruppo e

richiede pertanto un sistema adeguato di governance dei rischi che assicuri il coinvolgimento dell’Alta

Direzione ed un’appropriata allocazione delle attività di ICAAP alle funzioni organizzative.

Di fatto, la responsabilità finale è in capo al Consiglio di Amministrazione, poiché il processo di

adeguatezza patrimoniale richiede la determinazione della propensione al rischio e la definizione di un

indirizzo per la corretta allocazione delle risorse patrimoniali disponibili.

L’Alta Direzione identifica gli organi/le strutture rilevanti che partecipano al processo e adotta decisioni in

merito all’attività di segnalazione nei confronti dell’organo decisionale competente (ad esempio, il

Comitato Rischi).

Reporting

L’Unità di Group Risk Reporting nell’ambito della funzione CRO del Gruppo redige la reportistica e

gestisce il monitoraggio del portafoglio soggetto a rischio di credito attraverso vari report sia ricorrenti che

specifici con cadenze mensili e trimestrali. I suoi principali obiettivi sono analizzare i principali drivers e

parametri del rischio di credito (ad es. esposizione al default (EAD), perdita attesa (EL), migrazioni,

rettifiche di valore, rapporto di copertura, costo del rischio ecc.), principalmente in ottica di Gruppo e

divisionale, nonché di fornire una rappresentazione aggregata di tutti i rischi fronteggiati dal Gruppo

UniCredit. La reportistica prodotta ha la finalità di supportare le decisioni manageriali di gestione e

mitigazione del rischio.

L’Unità di Group Risk Reporting ha, altresì, il compito di assicurare la congruenza delle definizioni e delle

metriche di rischio utilizzate nonché l’efficienza e l’efficacia dell’intero corpus dei report prodotti all’interno

della Competence Line del CRO sia a livello di Holding sia a livello di Società del Gruppo.

Nel corso del 2009 l’Unità di Group Risk Reporting ha proseguito nell’attività di perfezionamento della

qualità dei dati e dei processi di reporting, rivedendo i report già esistenti ed approfondendo l’analisi dei

dati anche alla luce delle mutate condizioni di mercato.

Le unità dedicate al reporting nell’ambito dei settori (Retail, Corporate & Investment Banking and Private

Banking, CEE e Polonia) hanno inoltre contribuito a monitorare le posizioni esposte a rischio di credito

all’interno dei propri perimetri di competenza.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 2

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Tavola 2 – Ambito di applicazione

Informativa qualitativa

In questa sezione del terzo pilastro è esposta l’area di consolidamento prudenziale del gruppo UniCredit;

in questo ambito, denominato “Gruppo Bancario”, sono incluse società controllate che presentano le

seguenti caratteristiche:

società bancarie, finanziarie e strumentali controllate direttamente o indirettamente dalla

capogruppo e a cui si applica il metodo di consolidamento integrale;

società bancarie, finanziarie e strumentali partecipate direttamente o indirettamente dalla

capogruppo in misura pari o superiore al 20 per cento, quando siano controllate congiuntamente

con altri soggetti e in base ad accordi con essi; a queste si applica il metodo di consolidamento

proporzionale;

alle seguenti entità viene applicato il metodo del patrimonio netto:

- alle altre società bancarie e finanziarie partecipate direttamente o indirettamente dalla

capogruppo in misura pari o superiore al 20 per cento o comunque sottoposte a

influenza notevole;

- alle imprese, diverse dalle società bancarie, finanziarie e strumentali, controllate

direttamente o indirettamente dalla capogruppo in modo esclusivo o congiunto oppure

sottoposte ad influenza notevole.

Ulteriori trattamenti prudenziali previsti sono la deduzione dal patrimonio di vigilanza del valore della

società controllata e la somma del valore della partecipazione alle attività di rischio ponderate.

Si precisa che l’area di consolidamento è costruita secondo la normativa prudenziale precedentemente

citata e che la stessa differisce dall’area di consolidamento del bilancio d’esercizio, che si riferisce allo

standard IAS/IFRS; questa situazione può generare disallineamenti tra insiemi di dati omogenei presenti

in questo documento e nel bilancio d’esercizio: i diversi trattamenti sono esposti nelle liste presenti in

questa sezione.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

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Città Stato

Inte

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le

Pa

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ett

o

Inte

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le

Pro

po

rzio

na

le

Pa

trim

on

ion

ett

o

UNICREDIT SPA BANCHE ROMA ITALIA X X

AI BETEILIGUNG GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

ALINT 458 GRUNDSTUCKVERWALTUNG GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE BAD HOMBURG GERMANIA X X

ALLEGRO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

ALLIB LEASING S.R.O. SOCIETA FINANZIARIE PRAGA REPUBBLICA CECA X X

ALLIB NEKRETNINE D.O.O. ZA POSLOVANJE NEKRETNINAMA SOCIETA FINANZIARIE ZAGABRIA CROAZIA X X

ALLIB ROM S.R.L. SOCIETA FINANZIARIE BUCAREST ROMANIA X X

ALMS LEASING GMBH. SOCIETA FINANZIARIE SALISBURGO AUSTRIA X X

ALPINE CAYMAN ISLANDS LTD. SOCIETA FINANZIARIE GEORGE TOWN CAYMAN ISLANDS X X

ALV IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

ANI LEASING IFN S.A. SOCIETA FINANZIARIE BUCAREST ROMANIA X X

ANTARES IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

ARANY PENZUGYI LIZING ZRT. SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

ARNO GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

AS UNICREDIT BANK BANCHE RIGA LETTONIA X X

ASPRA FINANCE SPA SOCIETA FINANZIARIE MILANO ITALIA X X

ATF BANK KYRGYZSTAN OJSC BANCHE BISHKEK KIRGHIZISTAN X X

ATF CAPITAL B.V. SOCIETA FINANZIARIE ROTTERDAM OLANDA X X

AUSTRIA LEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

AUTOGYOR INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU

TARSASAG

SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIAX X

BA- ALPINE HOLDINGS, INC. SOCIETA FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X

BA CA LEASING (DEUTSCHLAND) GMBH SOCIETA FINANZIARIE BAD HOMBURG GERMANIA X X

BA CA SECUND LEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BA CREDITANSTALT BULUS EOOD SOCIETA FINANZIARIE SOFIA BULGARIA X XBA EUROLEASE BETEILIGUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BA/CA-LEASING BETEILIGUNGEN GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BA/CA-LEASING FINANZIERUNG GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BAC FIDUCIARIA SPA SOCIETA FINANZIARIE DOGANA SAN MARINO X X

BA-CA ANDANTE LEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BACA BARBUS LEASING DOO SOCIETA FINANZIARIE LUBIANA SLOVENIA X X

BACA CENA IMMOBILIEN LEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BACA CHEOPS LEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BA-CA CONSTRUCTION LEASING OOO SOCIETA FINANZIARIE SAN PIETROBURGO RUSSIA X X

BA-CA FINANCE (CAYMAN) II LIMITED SOCIETA FINANZIARIE GEORGE TOWN CAYMAN ISLANDS X X

BA-CA FINANCE (CAYMAN) LIMITED SOCIETA FINANZIARIE GEORGE TOWN CAYMAN ISLANDS X X

BACA HYDRA LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BACA KOMMUNALLEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BACA LEASING ALFA S.R.O. SOCIETA FINANZIARIE PRAGA REPUBBLICA CECA X X

BACA LEASING CARMEN GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BA-CA LEASING DREI GARAGEN GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BACA LEASING GAMA S.R.O. SOCIETA FINANZIARIE PRAGA REPUBBLICA CECA X X

BA-CA LEASING MAR IMMOBILIEN LEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BA-CA LEASING MODERATO D.O.O. SOCIETA FINANZIARIE LUBIANA SLOVENIA X X

BA-CA LEASING POLO, LEASING D.O.O. SOCIETA FINANZIARIE LUBIANA SLOVENIA X X

BACA LEASING UND BETEILGUNGSMANAGEMENT GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BA-CA MARKETS & INVESTMENT BETEILIGUNG GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BACA MINOS LEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BACA NEKRETNINE DOO SOCIETA FINANZIARIE BANJA LUKA BOSNIA AND

HERZEGOVINAX X

BA-CA PRESTO LEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BACA ROMUS IFN S.A. SOCIETA FINANZIARIE BUCAREST ROMANIA X X

BACAL ALPHA DOO ZA POSLOVANJE NEKRETNINAMA SOCIETA FINANZIARIE ZAGABRIA CROAZIA X X

BACAL BETA NEKRETNINE D.O.O. ZA POSLOVANJE NEKRETNINAMA SOCIETA FINANZIARIE ZAGABRIA CROAZIAX X

BACA-LEASING AQUILA INGATLANHASNOSITO KORLATOLT

FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIAX X

BACA-LEASING GEMINI INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT

FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIAX X

BACA-LEASING HERKULES INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT

FELELOSSEGU TARSASA

SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIAX X

BACA-LEASING NERO INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT

FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIAX X

BACA-LEASING OMIKRON INGATLANHASZNOSTO KORLATOLT

FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIAX X

BACA-LEASING URSUS INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT

FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIAX X

BA-CREDITANSTALT LEASING ANGLA SP. Z O.O. SOCIETA FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X

BA-CREDITANSTALT LEASING DELTA SP. Z O.O. SOCIETA FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X

BAL CARINA IMMOBILIEN LEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BAL DEMETER IMMOBILIEN LEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BAL HESTIA IMMOBILIEN LEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X XBAL HORUS IMMOBILIEN LEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BAL HYPNOS IMMOBILIEN LEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BAL LETO IMMOBILIEN LEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BAL OSIRIS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Trattamento

nel bilancio

Consolidamento Consolidamento

Co

sto

Co

sto

Ragione sociale Tipologia

Trattamento nelle

segnalazioni

prudenzialiSede

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segue:

Città Stato

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o

Inte

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BAL PAN IMMOBILIEN LEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BAL SOBEK IMMOBILIEN LEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BALEA SOFT GMBH & CO. KG SOCIETA STRUMENTALI AMBURGO GERMANIA X X

BALEA SOFT VERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBH SOCIETA STRUMENTALI AMBURGO GERMANIA X X

BANCA AGRICOLA COMMERCIALE DELLA R.S.M. S.P.A. BANCHE BORGO MAGGIORE SAN MARINO X X

BANCO DI SICILIA SPA BANCHE PALERMO ITALIA X X

BANK AUSTRIA CREDITANSTALT LEASING IMMOBILIENANLAGEN GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIAX X

BANK AUSTRIA GLOBAL INFORMATION SERVICES GMBH SOCIETA STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X

BANK AUSTRIA HUNGARIA BETA LEASING KORLATOLT FELELOSSEGU

TSRSASAG

SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIAX X

BANK AUSTRIA LEASING ARGO IMMOBILIEN LEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BANK AUSTRIA LEASING HERA IMMOBILIEN LEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BANK AUSTRIA LEASING IKARUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT

M.B.H.

SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIAX X

BANK AUSTRIA LEASING MEDEA IMMOBILIEN LEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BANK AUSTRIA REAL INVEST GMBH BANCHE VIENNA AUSTRIA X X

BANK AUSTRIA WOHNBAUBANK AG BANCHE VIENNA AUSTRIA X X

BANK PEKAO SA BANCHE VARSAVIA POLONIA X X

BANKHAUS NEELMEYER AG BANCHE BREMA GERMANIA X X

BARODA PIONEER ASSET MANAGEMENT COMPANY LTD SOCIETA FINANZIARIE MUMBAI INDIA X X

BAULANDENTWICKLUNG GDST 1682/8 GMBH & CO OEG SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BDR ROMA PRIMA IRELAND LTD SOCIETA FINANZIARIE DUBLINO IRLANDA X X

BETEILIGUNGS-UND HANDELSGESELLSCHAFT IN HAMBURG MIT

BESCHRANKTER HAFTUNG

SOCIETA FINANZIARIE AMBURGO GERMANIAX X

BETEILIGUNGSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT DER BANK AUSTRIA

CREDITANSTALT LEASING GMBH

SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIAX X

BLUE CAPITAL EQUITY GMBH SOCIETA FINANZIARIE AMBURGO GERMANIA X X

BLUE CAPITAL FONDS GMBH SOCIETA FINANZIARIE AMBURGO GERMANIA X X

BORDER LEASING GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-

GESELLSCHAFTM.B.H.

SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIAX X

BREAKEVEN SRL SOCIETA FINANZIARIE VERONA ITALIA X X

BREWO GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

BULBANK AUTO LEASING EOOD SOCIETA FINANZIARIE SOFIA BULGARIA X X

BULBANK LEASING EAD SOCIETA FINANZIARIE SOFIA BULGARIA X X

CA IB INVEST D.O.O SOCIETA FINANZIARIE ZAGABRIA CROAZIA X X

CA IB SECURITIES (UKRAINE) AT SOCIETA FINANZIARIE KIEV UCRAINA X X

CABET-HOLDING-AKTIENGESELLSCHAFT SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CABO BETEILIGUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CAC REAL ESTATE, S.R.O. SOCIETA FINANZIARIE PRAGA REPUBBLICA CECA X X

CAC-IMMO SRO SOCIETA FINANZIARIE CESKE BUDEJOVICE REPUBBLICA CECA X X

CA-LEASING ALPHA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU

TARSASAG

SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIAX X

CA-LEASING BETA 2 INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU

TARSASAG

SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIAX X

CA-LEASING DELTA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU

TARSASAG

SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIAX X

CA-LEASING EPSILON INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT

FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIAX X

CA-LEASING EURO, S.R.O. SOCIETA FINANZIARIE PRAGA REPUBBLICA CECA X X

CA-LEASING KAPPA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU

TARSASAG

SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIAX X

CA-LEASING LAMBDA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT

FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIAX X

CA-LEASING OMEGA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU

TARSASAG

SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIAX X

CA-LEASING OVUS S.R.O. SOCIETA FINANZIARIE PRAGA REPUBBLICA CECA X X

CA-LEASING PRAHA S.R.O. SOCIETA FINANZIARIE PRAGA REPUBBLICA CECA X X

CA-LEASING SENIOREN PARK GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CA-LEASING TERRA POSLOVANJE Z NEPREMICNINAMI D.O.O. SOCIETA FINANZIARIE LUBIANA SLOVENIA X X

CA-LEASING YPSILON INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT

FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIAX X

CA-LEASING ZETA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU

TARSASAG

SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIAX X

CALG 307 MOBILIEN LEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CALG 443 GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CALG 451 GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CALG ALPHA GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CALG ANLAGEN LEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CALG ANLAGEN LEASING GMBH & CO GRUNDSTUCKVERMIETUNG UND -

VERWALTUNG KG

SOCIETA FINANZIARIE MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

CALG DELTA GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CALG GAMMA GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CALG GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH & CO 1050 WIEN,

SIEBENBRUNNENGASSE 10-21 OG

SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIAX X

CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH & CO 1120 WIEN, SCHONBRUNNER

SCHLOSS-STRASSE 38-42 OG

SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIAX X

CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH & CO PROJEKT ACHT OG SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH & CO PROJEKT FUNF OG SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH & CO PROJEKT VIER OG SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH & CO PROJEKT ZEHN OG SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CALG MINAL GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CAL-PAPIER INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU

TARSASAG

SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIAX X

Ragione sociale Tipologia

Sede

Trattamento nelle

segnalazioni

prudenziali

Trattamento

nel bilancio

Consolidamento

Co

sto

Consolidamento

Co

sto

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

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segue:

Città Stato

Inte

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Pro

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CAMERON GRANVILLE 2 ASSET MANAGEMENT INC SOCIETA FINANZIARIE TAGUIG PHILIPPINES X X

CAMERON GRANVILLE 3 ASSET MANAGEMENT INC. SOCIETA FINANZIARIE TAGUIG PHILIPPINES X X

CAMERON GRANVILLE ASSET MANAGEMENT (SPV-AMC) , INC SOCIETA FINANZIARIE TAGUIG PHILIPPINES X X

CARD COMPLETE SERVICE BANK AG BANCHE VIENNA AUSTRIA X X

CDM CENTRALNY DOM MAKLERSKI PEKAO SA SOCIETA FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X

CEAKSCH VERWALTUNGS GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CENTRUM KART SA SOCIETA STRUMENTALI VARSAVIA POLONIA X X

CHARADE LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CHEFREN LEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CIVITAS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CJSC BANK SIBIR BANCHE OMSK CITY RUSSIA X X

CLOSED JOINT-STOCK COMPANY UNICREDIT SECURITIES SOCIETA FINANZIARIE MOSCA RUSSIA X X

COMMUNA - LEASING GRUNDSTUCKSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT

M.B.H.

SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIAX X

CONTRA LEASING-GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

CORDUSIO SOCIETA' FIDUCIARIA PER AZIONI SOCIETA FINANZIARIE MILANO ITALIA X X

DAB BANK AG BANCHE MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

DEBO LEASING IFN S.A. SOCIETA FINANZIARIE BUCAREST ROMANIA X X

DINERS CLUB CEE HOLDING AG SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

DINERS CLUB POLSKA SP.Z.O.O. SOCIETA FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X

DIREKTANLAGE.AT AG BANCHE SALISBURGO AUSTRIA X X

DLB LEASING, S.R.O. SOCIETA FINANZIARIE PRAGA REPUBBLICA CECA X X

DLV IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

DOMUS BISTRO GMBH SOCIETA STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X

DOMUS CLEAN REINIGUNGS GMBH SOCIETA STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X

DOMUS FACILITY MANAGEMENT GMBH SOCIETA STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X

DUODEC Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

EK MITTELSTANDSFINANZIERUNGS AG SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

ENTASI SRL SOCIETA FINANZIARIE ROMA ITALIA X X

EPSSILON LIEGENSCHAFTSDEVELOPMENT GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

EUROFINANCE 2000 SRL SOCIETA FINANZIARIE ROMA ITALIA X X

EUROLEASE AMUN IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

EUROLEASE ANUBIS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

EUROLEASE ISIS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

EUROLEASE MARDUK IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIAX X

EUROLEASE RA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

EUROLEASE RAMSES IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIAX X

EUROLEASE RAMSES IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. & CO

OEG

SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIAX X

EUROPA FACILITY MANAGEMENT LTD. SOCIETA STRUMENTALI BUDAPEST UNGHERIA X X

EUROPA FUND MANAGEMENT (EUROPA BEFEKTETESI ALAPKEZELO RT) SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIAX X

EUROVENTURES-AUSTRIA-CA-MANAGEMENT GESMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

EXPANDA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

FACTORBANK AKTIENGESELLSCHAFT BANCHE VIENNA AUSTRIA X X

FAMILY CREDIT NETWORK SPA SOCIETA FINANZIARIE MILANO ITALIA X X

FIDES IMMOBILIEN TREUHAND GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

FINANSE PLC. SOCIETA FINANZIARIE LONDRA GRAN BRETAGNA X X

FINECO CREDIT S.P.A. SOCIETA FINANZIARIE MILANO ITALIA X X

FINECO LEASING S.P.A. SOCIETA FINANZIARIE BRESCIA ITALIA X X

FINECO VERWALTUNG AG SOCIETA FINANZIARIE MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

FINECOBANK SPA BANCHE MILANO ITALIA X X

FMC LEASING INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU

TARSASAG

SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIAX X

FMZ SAVARIA SZOLGALTATO KFT SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

FMZ SIGMA PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

FOLIA LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

FONDO SIGMA BANCHE ROMA ITALIA X X

FUGATO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

G.N.E. GLOBAL GRUNDSTUCKSVERWERTUNG GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIAX X

GALA GRUNDSTUCKVERWALTUNG GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

GBS GRUNDSTUCKSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

GEBAUDELEASING GRUNDSTUCKSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT

M.B.H.

SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIAX X

GEMEINDELEASING GRUNDSTUCKVERWALTUNG GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIAX X

GLAMAS BETEILIGUNGSVERWALTUNGS GMBH & CO ALPHA KEG SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

GRUNDSTUCKSGESELLSCHAFT SIMON BESCHRANKT HAFTENDE

KOMMANDITGESELLSCHAF

SOCIETA STRUMENTALI MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

GRUNDSTUCKSVERWALTUNG LINZ-MITTE GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

GRUNDSTUCKSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. & CO. KG. SOCIETA FINANZIARIE BREGENZ AUSTRIA X X

GYOR BEVASARLOKOZPONT INGATLANBERUHAZO ES UZEMELTETO

KORLATOLT FELELOSSEGU TAESASAG

SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIAX X

H.F.S. HYPO-FONDSBETEILIGUNGEN FUR SACHWERTE GMBH SOCIETA FINANZIARIE MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

HERKU LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Ragione sociale Tipologia

Sede

Trattamento nelle

segnalazioni

prudenziali

Trattamento

nel bilancio

Consolidamento

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Page 29: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico …...2009/12/31  · propensione al rischio di credito complessiva a livello di Gruppo nei confronti delle controparti gestite,

>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 2

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HOKA LEASING-GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

HONEU LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

HVB - LEASING PLUTO KFT SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB ALTERNATIVE ADVISORS LLC SOCIETA FINANZIARIE NEW YORK U.S.A. X X

HVB ASIA LIMITED SOCIETA FINANZIARIE SINGAPORE SINGAPORE X X

HVB ASSET MANAGEMENT HOLDING GMBH SOCIETA FINANZIARIE MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

HVB AUTO LEASING EOOD SOCIETA FINANZIARIE SOFIA BULGARIA X X

HVB CAPITAL ASIA LIMITED SOCIETA FINANZIARIE HONG KONG CINA X X

HVB CAPITAL LLC SOCIETA FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X

HVB CAPITAL LLC II SOCIETA FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X

HVB CAPITAL LLC III SOCIETA FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X

HVB CAPITAL LLC VI SOCIETA FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X

HVB CAPITAL LLC VIII SOCIETA FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X

HVB CAPITAL PARTNERS AG SOCIETA FINANZIARIE MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

HVB FIERO LEASING OOD SOCIETA FINANZIARIE SOFIA BULGARIA X X

HVB FINANCE LONDON LIMITED SOCIETA STRUMENTALI LONDRA GRAN BRETAGNA X X

HVB FUNDING TRUST I SOCIETA FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X

HVB FUNDING TRUST II SOCIETA FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X

HVB FUNDING TRUST III SOCIETA FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X

HVB FUNDING TRUST VIII SOCIETA FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X

HVB GESELLSCHAFT FUR GEBAUDE MBH & CO KG SOCIETA STRUMENTALI MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

HVB GLOBAL ASSETS COMPANY L.P. SOCIETA FINANZIARIE NEW YORK U.S.A. X X

HVB HONG KONG LIMITED SOCIETA FINANZIARIE HONG KONG CINA X X

HVB IMMOBILIEN AG SOCIETA FINANZIARIE MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

HVB INVESTMENTS (UK) LIMITED SOCIETA FINANZIARIE CAYMAN ISLANDS CAYMAN ISLANDS X X

HVB LEASING CZECH REPUBLIC S.R.O. SOCIETA FINANZIARIE PRAGA REPUBBLICA CECA X X

HVB LEASING MAX INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU

TARSASAG

SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIAX X

HVB LEASING OOD SOCIETA FINANZIARIE SOFIA BULGARIA X X

HVB LEASING SLOVAKIA S.R.O. SOCIETA FINANZIARIE BRATISLAVA REPUBBLICA

SLOVACCAX X

HVB PROJEKT GMBH SOCIETA FINANZIARIE MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

HVB SUPER LEASING EOOD SOCIETA FINANZIARIE SOFIA BULGARIA X X

HVB TECTA GMBH SOCIETA FINANZIARIE MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

HVB U.S. FINANCE INC. SOCIETA FINANZIARIE NEW YORK U.S.A. X X

HVB VERWA 4 GMBH SOCIETA FINANZIARIE MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

HVB VERWA 4.4 GMBH SOCIETA FINANZIARIE MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

HVB-LEASING AIDA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU

TARSASAG

SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIAX X

HVB-LEASING ATLANTIS INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT

FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIAX X

HVB-LEASING DANTE INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT

FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIAX X

HVB-LEASING FIDELIO INGATLANHASNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU

TARSASAG

SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIAX X

HVB-LEASING FORTE INGATLANHASNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU

TARSASAG

SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIAX X

HVB-LEASING GARO KFT SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB-LEASING HAMLET INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT

FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIAX X

HVB-LEASING JUPITER KFT SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB-LEASING LAMOND INGATLANHASZNOSITO KFT. SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB-LEASING MAESTOSO INGATLANHASZNOSITO KFT. SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB-LEASING NANO KFT SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB-LEASING OTHELLO INGATLANHASNOSITO KORLATOLT

FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIAX X

HVB-LEASING ROCCA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT

FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIAX X

HVB-LEASING RUBIN KFT. SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB-LEASING SMARAGD KFT. SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

HVB-LEASING SPORT INGATLANHASZNOSITO KOLATPOT

FEOEOASSEGU TARSASAG

SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIAX X

HVB-LEASING ZAFIR KFT. SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

HVZ GMBH & CO. OBJEKT KG SOCIETA STRUMENTALI MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

HYPOVEREINS IMMOBILIEN EOOD SOCIETA STRUMENTALI SOFIA BULGARIA X X

HYPOVEREINSFINANCE N.V. SOCIETA STRUMENTALI AMSTERDAM OLANDA X X

IMMOBILIENLEASING GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT

M.B.H.

SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIAX X

INPROX CHOMUTOV, S.R.O. SOCIETA FINANZIARIE PRAGA REPUBBLICA CECA X X

INPROX KARLOVY VARY, S.R.O. SOCIETA FINANZIARIE PRAGA REPUBBLICA CECA X X

INPROX KLADNO, S.R.O. SOCIETA FINANZIARIE PRAGA REPUBBLICA CECA X X

INPROX POPRAD, SPOL. S.R.O. SOCIETA FINANZIARIE BRATISLAVA REPUBBLICA

SLOVACCAX X

INPROX SR I., SPOL. S R.O. SOCIETA FINANZIARIE BRATISLAVA REPUBBLICA

SLOVACCAX X

INTERKONZUM DOO SARAJEVO SOCIETA FINANZIARIE SARAJEVO BOSNIA AND

HERZEGOVINAX X

INTERNATIONALES IMMOBILIEN-INSTITUT GMBH SOCIETA FINANZIARIE MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

INTRO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

IRFIS - MEDIOCREDITO DELLA SICILIA S.P.A. BANCHE PALERMO ITALIA X X

JAUSERN-LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

JOINT STOCK COMMERCIAL BANK FOR SOCIAL DEVELOPMENT

UKRSOTSBANK

BANCHE KIEV UCRAINAX X

Ragione sociale Tipologia

Sede

Trattamento nelle

segnalazioni

prudenziali

Trattamento

nel bilancio

Consolidamento

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Page 30: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico …...2009/12/31  · propensione al rischio di credito complessiva a livello di Gruppo nei confronti delle controparti gestite,

TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

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JSC ATF BANK BANCHE ALMATY CITY KAZAKHSTAN X X

KADMOS IMMOBILIEN LEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

KINABALU FINANCIAL PRODUCTS LLP SOCIETA FINANZIARIE LONDRA GRAN BRETAGNA X XKINABALU FINANCIAL SOLUTIONS LTD SOCIETA FINANZIARIE LONDRA GRAN BRETAGNA X X

KUNSTHAUS LEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

KUTRA GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

LAGERMAX LEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

LAGEV IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

LARGO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

LASSALLESTRASSE BAU-, PLANUNGS-, ERRICHTUNGS- UND

VERWERTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA STRUMENTALI VIENNA AUSTRIAX X

LEASFINANZ BANK GMBH BANCHE VIENNA AUSTRIA X X

LEASFINANZ GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

LEGATO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

LELEV IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

LF BETEILIGUNGEN GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

LIMITED LIABILITY COMPANY B.A. REAL ESTATE SOCIETA STRUMENTALI MOSCA RUSSIA X X

LINO HOTEL-LEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

LIPARK LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

LIVA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

LOCALMIND SPA SOCIETA STRUMENTALI MILANO ITALIA X X

LOCAT CROATIA DOO SOCIETA FINANZIARIE ZAGABRIA CROAZIA X X

LOWES LIMITED SOCIETA FINANZIARIE NICOSIA CIPRO X X

M. A. V. 7., BANK AUSTRIA LEASING BAUTRAGER GMBH & CO.OHG. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

MARKETING ZAGREBACKE BANKE DOO SOCIETA STRUMENTALI ZAGABRIA CROAZIA X X

MBC IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

MENUETT GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

MERKURHOF GRUNDSTUCKSGESELLSCHAFT MIT BESCHRANKTER

HAFTUNG

SOCIETA STRUMENTALI AMBURGO GERMANIAX X

MEZZANIN FINANZIERUNGS AG BANCHE VIENNA AUSTRIA X X

MIK BETA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU

TARSASAG

SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIAX X

MIK INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIAX X

MM OMEGA PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

MOBILITY CONCEPT GMBH SOCIETA FINANZIARIE UNTERHACHING GERMANIA X X

MOGRA LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

NAGE LOKALVERMIETUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

NATA IMMOBILIEN-LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

NO. HYPO LEASING ASTRICTA GRUNDSTUCKVERMIETUNGS

GESELLSCHAFT M.B.H.

SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIAX X

OCT Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X XOLG HANDELS- UND BETEILIGUNGSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT

M.B.H.

SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIAX X

OLG INDUSTRIEGUTER LEASING GMBH & CO. KG. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

OOO UNICREDIT LEASING SOCIETA FINANZIARIE MOSCA RUSSIA X X

OPEN ACCUMULATIVE PENSIOON FUND OTAN JSC SOCIETA FINANZIARIE ALMATY CITY KAZAKHSTAN X X

OPEN JOINT STOCK COMPANY UNICREDIT BANK BANCHE LUCK UCRAINA X X

ORESTOS IMMOBILIEN-VERWALTUNGS GMBH SOCIETA FINANZIARIE MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

PALAIS ROTHSCHILD VERMIETUNGS GMBH & CO OG SOCIETA STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X

PARZHOF-ERRICHTUNGS- UND VERWERTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIAX X

PAZONYI'98 INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU

TARSASAG

SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIAX X

PEKAO BANK HIPOTECZNY S.A. BANCHE VARSAVIA POLONIA X X

PEKAO FAKTORING SP. ZOO SOCIETA FINANZIARIE LUBLIN POLONIA X X

PEKAO FINANCIAL SERVICES SP. ZOO SOCIETA FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X

PEKAO FUNDUSZ KAPITALOWY SP. ZOO SOCIETA FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X

PEKAO LEASING HOLDING S.A. SOCIETA FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X

PEKAO LEASING SP ZO.O. SOCIETA FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X

PEKAO PIONEER P.T.E. SA SOCIETA FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X

PELOPS LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

PESTSZENTIMREI SZAKORVOSI RENDELO KFT. SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

PIANA LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENT MANAGEMENT (BERMUDA) LIMITED SOCIETA FINANZIARIE HAMILTON BERMUDAX X

PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENT MANAGEMENT LTD SOCIETA FINANZIARIE DUBLINO IRLANDA X X

PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENT MANAGEMENT SGR PA SOCIETA FINANZIARIE MILANO ITALIA X X

PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENTS (ISRAEL) LTD SOCIETA FINANZIARIE HERTZELIA PITUACH ISRAELEX X

PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENTS (NEW YORK) LTD SOCIETA FINANZIARIE DOVER U.S.A. X X

PIONEER ASSET MANAGEMENT AS SOCIETA FINANZIARIE PRAGA REPUBBLICA CECA X X

PIONEER ASSET MANAGEMENT S.A.I. S.A. SOCIETA FINANZIARIE BUCAREST ROMANIA X XPIONEER ASSET MANAGEMENT SA SOCIETA FINANZIARIE LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X

PIONEER CZECH FINANCIAL COMPANY SRO IN LIQUIDATION SOCIETA FINANZIARIE PRAGA REPUBBLICA CECA X X

PIONEER FUNDS DISTRIBUTOR INC SOCIETA FINANZIARIE BOSTON U.S.A. X X

PIONEER GLOBAL ASSET MANAGEMENT SPA SOCIETA FINANZIARIE MILANO ITALIA X X

Ragione sociale Tipologia

Sede

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segnalazioni

prudenziali

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nel bilancio

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Page 31: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico …...2009/12/31  · propensione al rischio di credito complessiva a livello di Gruppo nei confronti delle controparti gestite,

>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 2

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PIONEER GLOBAL FUNDS DISTRIBUTOR LTD SOCIETA FINANZIARIE HAMILTON BERMUDA X X

PIONEER GLOBAL INVESTMENTS (AUSTRALIA) PTY LIMITED SOCIETA FINANZIARIE SYDNEY AUSTRALIA X X

PIONEER GLOBAL INVESTMENTS (HK) LIMITED SOCIETA FINANZIARIE HONG KONG CINA X X

PIONEER GLOBAL INVESTMENTS (TAIWAN) LTD. SOCIETA FINANZIARIE TAIPEI TAIWAN X X

PIONEER GLOBAL INVESTMENTS LIMITED SOCIETA FINANZIARIE DUBLINO IRLANDA X X

PIONEER INSTITUTIONAL ASSET MANAGEMENT INC SOCIETA FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X

PIONEER INVESTMENT COMPANY AS SOCIETA FINANZIARIE PRAGA REPUBBLICA CECA X X

PIONEER INVESTMENT FUND MANAGEMENT LIMITED SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT INC SOCIETA FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X

PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT LIMITED SOCIETA FINANZIARIE DUBLINO IRLANDA X X

PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT LLC SOCIETA FINANZIARIE MOSCA RUSSIA X X

PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT SHAREHOLDER SERVICES INC. SOCIETA FINANZIARIE BOSTON U.S.A.X X

PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT SOC. DI GESTIONE DEL

RISPARMIO PER AZ

SOCIETA FINANZIARIE MILANO ITALIAX X

PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT USA INC. SOCIETA FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X

PIONEER INVESTMENTS AG SOCIETA FINANZIARIE BERNA SVIZZERA X X

PIONEER INVESTMENTS AUSTRIA GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

PIONEER INVESTMENTS KAPITALANLAGEGESELLSCHAFT MBH SOCIETA FINANZIARIE MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

PIONEER PEKAO INVESTMENT FUND COMPANY SA (POLISH NAME:

PIONEER PEKAO TFI SA)

SOCIETA FINANZIARIE VARSAVIA POLONIAX X

PIONEER PEKAO INVESTMENT MANAGEMENT SA SOCIETA FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X

POMINVEST DD SOCIETA STRUMENTALI SPLIT CROAZIA X X

PORTIA GRUNDSTUCKS-VERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBH & CO.

OBJEKT KG

SOCIETA STRUMENTALI MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

POSATO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

PRELUDE GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

PRIM Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

PRIVATE JOINT STOCK COMPANY FERROTRADE INTERNATIONAL SOCIETA FINANZIARIE KIEV UCRAINA X X

PROJEKT-LEASE GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIAX X

PRVA STAMBENA STEDIONICA DD ZAGREB BANCHE ZAGABRIA CROAZIA X X

QUADEC Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

QUART Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

QUERCIA FUNDING SRL SOCIETA FINANZIARIE VERONA ITALIA X X

QUERCIA SOFTWARE SPA SOCIETA STRUMENTALI VERONA ITALIA X X

QUINT Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

REAL ESTATE MANAGEMENT POLAND SP. Z O.O. SOCIETA FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X

REAL-LEASE GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIAX X

REAL-RENT LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

REGEV REALITATENVERWERTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

RONDO LEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

RSB ANLAGENVERMIETUNG GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

RWF REAL - WERT GRUNDSTUCKSVERMIETUNGSGESELLSCHAFTM.B.H.

& CO. OBJEKT

SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIAX X

S+R INVESTIMENTI E GESTIONI (S.G.R.) SPA SOCIETA FINANZIARIE MILANO ITALIA X X

SALVATORPLATZ-GRUNDSTUCKSGESELLSCHAFT MBH & CO. OHG

VERWALTUNGSZENTRUM

SOCIETA STRUMENTALI MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

SCHOELLERBANK AKTIENGESELLSCHAFT BANCHE VIENNA AUSTRIA X X

SECA-LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

SEDEC Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

SEXT Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

SHS LEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

SIA UNICREDIT LEASING SOCIETA FINANZIARIE RIGA X X

SIGMA LEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

SOFIGERE SOCIETE PAR ACTIONS SIMPLIFIEE SOCIETA STRUMENTALI PARIGI FRANCE X X

SOFIPA SOCIETA' DI GESTIONE DEL RISPARMIO (SGR) S.P.A. SOCIETA FINANZIARIE ROMA ITALIA X X

SOLOS IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO. SIRIUS

BETEILIGUNGS KG

SOCIETA FINANZIARIE MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

SONATA LEASING-GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

SPECTRUM GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIAX X

SRQ FINANZPARTNER AG SOCIETA FINANZIARIE BERLINO GERMANIA X X

STEWE GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

STRUCTURED LEASE GMBH SOCIETA FINANZIARIE AMBURGO GERMANIA X X

TELEDATA CONSULTING UND SYSTEMMANAGEMENT GESELLSCHAFT

M.B.H.

SOCIETA STRUMENTALI VIENNA AUSTRIAX X

TERZ Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

TIME TRUCKS LASTWAGEN- UND AUFLIEGER VERMIETUNGS- UND

LEASINGGES.M.B.H.

SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIAX X

TIVOLI GRUNDSTUCKS-AKTIENGESELLSCHAFT SOCIETA STRUMENTALI MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

TREDEC Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

TREUCONSULT BETEILIGUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

TREVI FINANCE N. 2 S.P.A. SOCIETA FINANZIARIE CONEGLIANO

(TREVISO)

ITALIAX X

TREVI FINANCE N. 3 S.R.L. SOCIETA FINANZIARIE CONEGLIANO

(TREVISO)

ITALIAX X

TREVI FINANCE S.P.A. SOCIETA FINANZIARIE CONEGLIANO

(TREVISO)

ITALIAX X

UCL NEKRETNINE D.O.O. SOCIETA FINANZIARIE SARAJEVO BOSNIA AND

HERZEGOVINAX X

UFFICIUM IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Ragione sociale Tipologia

Sede

Trattamento nelle

segnalazioni

prudenziali

Trattamento

nel bilancio

Consolidamento

Co

sto

Consolidamento

Co

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Page 32: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico …...2009/12/31  · propensione al rischio di credito complessiva a livello di Gruppo nei confronti delle controparti gestite,

TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

32

segue:

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UNI IT SRL SOCIETA STRUMENTALI LAVIS ITALIA X X

UNICOM IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT LUXEMBOURG S.A. BANCHE LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X XUNICREDIT (SUISSE) BANK SA BANCHE LUGANO SVIZZERA X X

UNICREDIT AUDIT SOCIETA' CONSORTILE PER AZIONI SOCIETA STRUMENTALI MILANO ITALIA X X

UNICREDIT AUTO LEASING E.O.O.D. SOCIETA FINANZIARIE SOFIA BULGARIA X X

UNICREDIT BANCA DI ROMA SPA BANCHE ROMA ITALIA X X

UNICREDIT BANCA SPA BANCHE BOLOGNA ITALIA X X

UNICREDIT BANCASSURANCE MANAGEMENT & ADMINISTRATION

SOCIETA' CONSORTILE A RESPONSABILITA' LIMITATA

SOCIETA STRUMENTALI MILANO ITALIAX X

UNICREDIT BANK AD BANJA LUKA BANCHE BANJA LUKA BOSNIA AND

HERZEGOVINAX X

UNICREDIT BANK AG BANCHE MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

UNICREDIT BANK AUSTRIA AG BANCHE VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT BANK CZECH REPUBLIC A.S. BANCHE PRAGA REPUBBLICA CECA X X

UNICREDIT BANK DD BANCHE MOSTAR BOSNIA AND

HERZEGOVINAX X

UNICREDIT BANK HUNGARY ZRT. BANCHE BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT BANK IRELAND PLC BANCHE DUBLINO IRLANDA X X

UNICREDIT BANK SERBIA JSC BANCHE BELGRADO SERBIA X X

UNICREDIT BANK SLOVAKIA AS BANCHE BRATISLAVA REPUBBLICA

SLOVACCAX X

UNICREDIT BANKA SLOVENIJA D.D. BANCHE LUBIANA SLOVENIA X X

UNICREDIT BPC MORTGAGE S.R.L. SOCIETA FINANZIARIE VERONA ITALIA X X

UNICREDIT BULBANK AD BANCHE SOFIA BULGARIA X X

UNICREDIT BUSINESS PARTNER GMBH SOCIETA STRUMENTALI VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT BUSINESS PARTNER S.R.O. SOCIETA STRUMENTALI PRAGA REPUBBLICA CECA X X

UNICREDIT BUSINESS PARTNER SOCIETA' CONSORTILE PER AZIONI SOCIETA STRUMENTALI COLOGNO MONZESE ITALIAX X

UNICREDIT CA IB ROMANIA SRL SOCIETA FINANZIARIE BUCAREST ROMANIA X X

UNICREDIT CAIB AG BANCHE VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT CAIB CZECH REPUBLIC AS SOCIETA FINANZIARIE PRAGA REPUBBLICA CECA X X

UNICREDIT CAIB HUNGARY LTD SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT CAIB POLAND S.A. SOCIETA FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X XUNICREDIT CAIB SECURITIES UK LTD. SOCIETA FINANZIARIE LONDRA GRAN BRETAGNA X X

UNICREDIT CAIB SERBIA LTD BELGRADE SOCIETA FINANZIARIE BELGRADO SERBIA X X

UNICREDIT CAIB SLOVAKIA, A.S. SOCIETA FINANZIARIE BRATISLAVA REPUBBLICA

SLOVACCAX X

UNICREDIT CAIB SLOVENIJA DOO SOCIETA FINANZIARIE LUBIANA SLOVENIA X X

UNICREDIT CAIB UK LTD. IN LIQUIDATION SOCIETA FINANZIARIE LONDRA GRAN BRETAGNA X X

UNICREDIT CAPITAL MARKETS INC. SOCIETA FINANZIARIE NEW YORK U.S.A. X X

UNICREDIT CONSUMER FINANCING AD SOCIETA FINANZIARIE SOFIA BULGARIA X X

UNICREDIT CONSUMER FINANCING IFN S.A. SOCIETA FINANZIARIE BUCAREST ROMANIA X X

UNICREDIT CORPORATE BANKING SPA BANCHE VERONA ITALIA X X

UNICREDIT CREDIT MANAGEMENT BANK SPA BANCHE VERONA ITALIA X X

UNICREDIT CREDIT MANAGEMENT IMMOBILIARE S.P.A. SOCIETA STRUMENTALI ROMA ITALIA X X

UNICREDIT DELAWARE INC SOCIETA FINANZIARIE DOVER U.S.A. X X

UNICREDIT FACTORING PENZUGYI SZOLGALTATO ZRT SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT FACTORING EAD SOCIETA FINANZIARIE SOFIA BULGARIA X X

UNICREDIT FACTORING SPA SOCIETA FINANZIARIE MILANO ITALIA X X

UNICREDIT FAMILY FINANCING BANK SPA BANCHE MILANO ITALIA X X

UNICREDIT FLEET MANAGEMENT S.R.O. SOCIETA FINANZIARIE PRAGA REPUBBLICA CECA X X

UNICREDIT FLEET MANAGEMENT S.R.O. SOCIETA FINANZIARIE BRATISLAVA REPUBBLICA

SLOVACCAX X

UNICREDIT GARAGEN ERRICHTUNG UND VERWERTUNG GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT GLOBAL INFORMATION SERVICES SOCIETA CONSORTILE

PER AZIONI

SOCIETA STRUMENTALI MILANO ITALIAX X

UNICREDIT GLOBAL LEASING EXPORT GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT GLOBAL LEASING PARTICIPATION MANAGEMENT GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIAX X

UNICREDIT INGATLANLIZING ZRT SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT INTERNATIONAL BANK (LUXEMBOURG) SA BANCHE LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X

UNICREDIT IRELAND FINANCIAL SERVICES LTD (IN LIQUIDATION) SOCIETA FINANZIARIE DUBLINO IRLANDA X X

UNICREDIT JELZALOGBANK ZRT. BANCHE BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT KFZ LEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT LEASING (AUSTRIA) GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT LEASING AD SOCIETA FINANZIARIE SOFIA BULGARIA X X

UNICREDIT LEASING AVIATION GMBH SOCIETA FINANZIARIE AMBURGO GERMANIA X X

UNICREDIT LEASING BAUTRAGER GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT LEASING CORPORATION IFN S.A. SOCIETA FINANZIARIE BUCAREST ROMANIA X X

UNICREDIT LEASING CROATIA D.O.O. ZA LEASING SOCIETA FINANZIARIE ZAGABRIA CROAZIA X X

UNICREDIT LEASING CZ, A.S. SOCIETA FINANZIARIE PRAGA REPUBBLICA CECA X X

UNICREDIT LEASING D.O.O. SOCIETA FINANZIARIE SARAJEVO BOSNIA AND

HERZEGOVINAX X

UNICREDIT LEASING FINANCE GMBH BANCHE AMBURGO GERMANIA X X

UNICREDIT LEASING FLEET MANAGEMENT S.R.L. SOCIETA FINANZIARIE BUCAREST ROMANIA X X

UNICREDIT LEASING FUHRPARKMANAGEMENT GMBH SOCIETA' FINANZIARIA VIENNA AUSTRIA X X

Ragione sociale Tipologia

Sede

Trattamento nelle

segnalazioni

prudenziali

Trattamento

nel bilancio

Consolidamento

Co

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Consolidamento

Co

sto

Page 33: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico …...2009/12/31  · propensione al rischio di credito complessiva a livello di Gruppo nei confronti delle controparti gestite,

>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 2

33

segue:

Città Stato

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UNICREDIT LEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE AMBURGO GERMANIA X X

UNICREDIT LEASING HUNGARY ZRT SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT LEASING IMMOTRUCK ZRT. SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT LEASING KFT SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT LEASING LUNA KFT SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT LEASING MARS KFT SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT LEASING REAL ESTATE S.R.O. SOCIETA FINANZIARIE BRATISLAVA REPUBBLICA

SLOVACCAX X

UNICREDIT LEASING ROMANIA IFN S.A. SOCIETA FINANZIARIE BUCAREST ROMANIA X X

UNICREDIT LEASING S.P.A. SOCIETA FINANZIARIE BOLOGNA ITALIA X X

UNICREDIT LEASING SLOVAKIA A.S. SOCIETA FINANZIARIE BRATISLAVA REPUBBLICA

SLOVACCAX X

UNICREDIT LEASING SRBIJA D.O.O. BEOGRAD SOCIETA FINANZIARIE BELGRADO SERBIA X XUNICREDIT LEASING TOB SOCIETA FINANZIARIE KIEV UCRAINA X X

UNICREDIT LEASING URANUS KFT SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT LEASING, LEASING, D.O.O. SOCIETA FINANZIARIE LUBIANA SLOVENIA X X

UNICREDIT LONDON INVESTMENTS LIMITED SOCIETA FINANZIARIE LONDRA GRAN BRETAGNA X X

UNICREDIT LUNA LEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT LUXEMBOURG FINANCE SA SOCIETA FINANZIARIE LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X

UNICREDIT MEDIOCREDITO CENTRALE S.P.A. BANCHE ROMA ITALIA X X

UNICREDIT MERCHANT S.P.A. SOCIETA FINANZIARIE ROMA ITALIA X X

UNICREDIT MOBILIEN LEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT PARTNER LLC ALTRE SOCIETA KIEV UCRAINA X X

UNICREDIT PEGASUS LEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT POLARIS LEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT PRIVATE BANKING SPA BANCHE TORINO ITALIA X X

UNICREDIT REAL ESTATE ADVISORY SRL SOCIETA STRUMENTALI VERONA ITALIA X X

UNICREDIT REAL ESTATE SOCIETA' CONSORTILE PER AZIONI SOCIETA STRUMENTALI GENOVA ITALIA X X

UNICREDIT RENT D.O.O. BEOGRAD SOCIETA FINANZIARIE BELGRADO SERBIA X X

UNICREDIT SECURITIES INTERNATIONAL LIMITED SOCIETA FINANZIARIE NICOSIA CIPRO X X

UNICREDIT TECHRENT LEASING GMBH SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT TIRIAC BANK S.A. BANCHE BUCAREST ROMANIA X X

UNICREDIT ZEGA LEASING-GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT-LEASING HOMONNA INGATLNHASZNOSITO KFT SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT-LEASING HOSPES KFT SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT-LEASING MIDAS INGATLANHASZNOSITO KARLATOLT

FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIAX X

UNICREDIT-LEASING NEPTUNUS KFT SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT-LEASING ORION INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT

FELELOSSEGU TARSASAG

SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIAX X

UNICREDIT-LEASING SATURNUS KFT SOCIETA FINANZIARIE BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDITO ITALIANO CAPITAL TRUST I SOCIETA FINANZIARIE NEWARK U.S.A. X X

UNICREDITO ITALIANO CAPITAL TRUST II SOCIETA FINANZIARIE NEWARK U.S.A. X X

UNICREDITO ITALIANO CAPITAL TRUST III SOCIETA FINANZIARIE NEWARK U.S.A. X X

UNICREDITO ITALIANO CAPITAL TRUST IV SOCIETA FINANZIARIE NEWARK U.S.A. X X

UNICREDITO ITALIANO FUNDING LLC I SOCIETA FINANZIARIE DOVER U.S.A. X X

UNICREDITO ITALIANO FUNDING LLC II SOCIETA FINANZIARIE DOVER U.S.A. X X

UNICREDITO ITALIANO FUNDING LLC III SOCIETA FINANZIARIE DELAWARE U.S.A. X X

UNICREDITO ITALIANO FUNDING LLC IV SOCIETA FINANZIARIE DELAWARE U.S.A. X X

UNIMANAGEMENT SRL SOCIETA STRUMENTALI TORINO ITALIA X X

UPI POSLOVNI SISTEM DOO SOCIETA STRUMENTALI SARAJEVO BOSNIA AND

HERZEGOVINAX X

VANDERBILT CAPITAL ADVISORS LLC SOCIETA FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X

VAPE COMMUNA LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

WEALTH MANAGEMENT CAPITAL HOLDING GMBH SOCIETA FINANZIARIE MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

WEALTHCAP INITIATOREN GMBH SOCIETA FINANZIARIE AMBURGO GERMANIA X X

WEALTHCAP INVESTORENBETREUUNG GMBH SOCIETA FINANZIARIE MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

WEALTHCAP PEIA MANAGEMENT GMBH SOCIETA FINANZIARIE MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

WEALTHCAP REAL ESTATE MANAGEMENT GMBH SOCIETA FINANZIARIE MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

WOM GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

XELION DORADCY FINANSOWI SP. ZOO SOCIETA FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X

Z LEASING ALFA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING ARKTUR IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING AURIGA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING CORVUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING DORADO IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING DRACO IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING GAMA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING GEMINI IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING HEBE IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING HERCULES IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIAX X

Z LEASING IPSILON IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING ITA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Ragione sociale Tipologia

Sede

Trattamento nelle

segnalazioni

prudenziali

Trattamento

nel bilancio

Consolidamento

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Consolidamento

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Page 34: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico …...2009/12/31  · propensione al rischio di credito complessiva a livello di Gruppo nei confronti delle controparti gestite,

TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

34

segue:

Città Stato

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Z LEASING JANUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING KALLISTO IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING KAPA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING LYRA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING NEREIDE IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING OMEGA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING PERSEUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING POLLUX IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING RIGEL IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING SCORPIUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING SIRIUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING TAURUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING VENUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

Z LEASING VOLANS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. SOCIETA FINANZIARIE VIENNA AUSTRIA X X

ZAGREB NEKRETNINE DOO SOCIETA STRUMENTALI ZAGABRIA CROAZIA X X

ZAGREBACKA BANKA DD BANCHE ZAGABRIA CROAZIA X X

ZANE BH DOO SOCIETA STRUMENTALI SARAJEVO BOSNIA AND

HERZEGOVINAX X

ZAO IMB-LEASING SOCIETA FINANZIARIE MOSCA RUSSIA X X

ZAO LOCAT LEASING RUSSIA SOCIETA FINANZIARIE MOSCA RUSSIA X X

ZAO UNICREDIT BANK BANCHE MOSCA RUSSIA X X

ZB INVEST DOO SOCIETA FINANZIARIE ZAGABRIA CROAZIA X X

INFORMATIONS-TECHNOLOGIE AUSTRIA GMBH SOCIETA' STRUMENTALE VIENNA AUSTRIA X X

KOC FINANSAL HIZMETLER AS SOCIETA FINANZIARIE ISTANBUL TURCHIA X X

ORBIT ASSET MANAGEMENT LIMITED SOCIETA FINANZIARIE HAMILTON BERMUDA X X

STICHTING CUSTODY SERVICES KBN SOCIETA FINANZIARIE AMSTERDAM OLANDA X X

UNICREDIT MENKUL DEGERLER AS SOCIETA FINANZIARIE ISTANBUL TURCHIA X X

YAPI KREDI AZERBAIJAN BANCHE BAKU AZERBAIJAN X X

YAPI KREDI BANK NEDERLAND NV BANCHE AMSTERDAM OLANDA X X

YAPI KREDI FAKTORING AS SOCIETA FINANZIARIE ISTANBUL TURCHIA X X

YAPI KREDI FINANSAL KIRALAMA AO SOCIETA FINANZIARIE ISTANBUL TURCHIA X X

YAPI KREDI HOLDING BV SOCIETA FINANZIARIE AMSTERDAM OLANDA X X

YAPI KREDI MOSCOW BANCHE MOSCA RUSSIA X X

YAPI KREDI PORTFOY YONETIMI AS SOCIETA FINANZIARIE BARBAROS TURCHIA X X

YAPI KREDI YATIRIM MENKUL DEGERLER AS SOCIETA FINANZIARIE ISTANBUL TURCHIA X XYAPI KREDI YATIRIM ORTAKLIGI AS SOCIETA FINANZIARIE ISTANBUL TURCHIA X X

YAPI VE KREDI BANKASI AS BANCHE ISTANBUL TURCHIA X X

A&T-PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO. POTSDAMER PLATZ BERLIN

KG

ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

ACIS IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO.

OBERBAUM CITY KG

ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

ACIS IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO.

PARKKOLONNADEN KG

ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

ACIS IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO.

STUTTGART KRONPRINZSTRASSE KG

ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

AGROB IMMOBILIEN AG ALTRE SOCIETA ISMANING GERMANIA X X

AIRPLUS AIR TRAVEL CARD VERTRIEBSGESELLSCHAFT M.B.H. BANCHE VIENNA AUSTRIA X X

ALLIANZ ZB D.O.O. DRUSTVO ZA UPRAVLJANJE DOBROVOLJNIM SOCIETA FINANZIARIE ZAGABRIA CROAZIA X X

ALLIANZ ZB D.O.O. DRUSTVO ZA UPRAVLJANJIE OBVEZNIM SOCIETA FINANZIARIE ZAGABRIA CROAZIA X X

ARGENTAURUS IMMOBILIEN-VERMIETUNGS- UND VERWALTUNGS GMBH ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

ARRONDA IMMOBILIENVERWALTUNGS GMBH ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

ARTIST MARKETING ENTERTAINMENT GMBH ALTRE SOCIETA VIENNA AUSTRIA X X

ATLANTERRA IMMOBILIENVERWALTUNGS GMBH ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

AUFBAU DRESDEN GMBH ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

AVIVA SPA SOCIETA' ASSICURATIVA

(dedotta dal patrimonio di

vigilanza)

MILANO ITALIAX X

AWT HANDELS GESELLSCHAFT M.B.H. ALTRE SOCIETA VIENNA AUSTRIA X X

AWT INTERNATIONAL TRADE AG ALTRE SOCIETA VIENNA AUSTRIA X X

BA-CA INFRASTRUCTURE FINANCE ADVISORY GMBH ALTRE SOCIETA VIENNA AUSTRIA X X

BA-CA WIEN MITTE HOLDING GMBH ALTRE SOCIETA VIENNA AUSTRIA X X

BANK FUR TIROL UND VORARLBERG AKTIENGESELLSCHAFT BANCHE INNSBRUCK AUSTRIA X X

BANQUE DE COMMERCE ET DE PLACEMENTS SA BANCHE GINEVRA SVIZZERA X X

BDK CONSULTING ALTRE SOCIETA LUCK UCRAINA X X

BKS BANK AG (EHEM.BANK FUR KARNTEN UND STEIERMARK AG) BANCHE KLAGENFURT AUSTRIA X X

BLUE CAPITAL EQUITY MANAGEMENT GMBH ALTRE SOCIETA AMBURGO GERMANIA X X

BLUE CAPITAL EUROPA IMMOBILIEN GMBH & CO. ACHTE OBJEKTE

GROBRITANNIEN KG

ALTRE SOCIETA AMBURGO GERMANIAX X

BLUE CAPITAL USA IMMOBILIEN VERWALTUNGS GMBH ALTRE SOCIETA AMBURGO GERMANIA X X

BOX 2004 S.P.A. ALTRE SOCIETA ROMA ITALIA X X

CA IMMOBILIEN ANLAGEN AKTIENGESELLSCHAFT ALTRE SOCIETA VIENNA AUSTRIA X X

CAPITALIA ASSICURAZIONI S.P.A. SOCIETA' ASSICURATIVA

(dedotta dal patrimonio di

vigilanza)

MILANO ITALIAX X

CENTAR KAPTOL DOO ALTRE SOCIETA ZAGABRIA CROAZIA X X

CENTRAL POLAND FUND LLC SOCIETA FINANZIARIE DELAWARE U.S.A. X X

CHRISTOPH REISEGGER GESELLSCHAFT M.B.H. ALTRE SOCIETA VIENNA AUSTRIA X X

Ragione sociale Tipologia

Sede

Trattamento nelle

segnalazioni

prudenziali

Trattamento

nel bilancio

Consolidamento

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Page 35: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico …...2009/12/31  · propensione al rischio di credito complessiva a livello di Gruppo nei confronti delle controparti gestite,

>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 2

35

segue:

Città Stato

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CNP UNICREDIT VITA S.P.A. SOCIETA' ASSICURATIVA

(dedotta dal patrimonio di

vigilanza)

MILANO ITALIAX X

COMPAGNIA ITALPETROLI S.P.A. ALTRE SOCIETA ROMA ITALIA X X

CONSORZIO SE.TEL. SERVIZI TELEMATICI IN LIQUIDAZIONE ALTRE SOCIETA NAPOLI ITALIA X X

CREDITRAS ASSICURAZIONI SPA SOCIETA' ASSICURATIVA

(dedotta dal patrimonio di

vigilanza)

MILANO ITALIAX X

CREDITRAS VITA SPA SOCIETA' ASSICURATIVA

(dedotta dal patrimonio di

vigilanza)

MILANO ITALIAX X

DA VINCI S.R.L. ALTRE SOCIETA ROMA ITALIA X X

DBC SP. ZOO ALTRE SOCIETA VARSAVIA POLONIA X X

DELPHA IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO.

GROSSKUGEL BAUABSCHNITT ALPHA MANAGEMENT KG

ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

DELPHA IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO.

GROSSKUGEL BAUABSCHNITT BETA MANAGEMENT KG

ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

DELPHA IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO.

GROSSKUGEL BAUABSCHNITT GAMMA MANAGEMENT KG

ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

DIRANA LIEGENSCHAFTSVERWERTUNGSGESELLSCHAFT MBH ALTRE SOCIETA VIENNA AUSTRIA X X

DRITTE UNIPRO IMMOBILIEN-PROJEKTIERUNGSGES.M.B.H. ALTRE SOCIETA BERLINO GERMANIA X X

ENDERLEIN & CO. GMBH ALTRE SOCIETA BIELEFELD GERMANIA X X

ERSTE UNIPRO IMMOBILIEN-PROJEKTIERUNGSGESELLSCHAFTM.B.H. ALTRE SOCIETA BERLINO GERMANIAX X

EUROPROGETTI & FINANZA S.P.A. IN LIQUIDAZIONE SOCIETA FINANZIARIE ROMA ITALIA X X

FIDIA SGR SPA SOCIETA FINANZIARIE MILANO ITALIA X X

G.B.S. - GENERAL BROKER SERVICE S.P.A. ALTRE SOCIETA ROMA ITALIA X XGIMMO IMMOBILIEN-VERMIETUNGS- UND VERWALTUNGS GMBH ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIA

X X

GOLF- UND COUNTRY CLUB SEDDINER SEE IMMOBILIEN GMBH ALTRE SOCIETA BERLINO GERMANIA X XGROSSKUGEL IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIA

X X

GRUNDSTUCKSAKTIENGESELLSCHAFT AM POTSDAMER PLATZ (HAUS

VATERLAND)

ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

GRUWA GRUNDBAU UND WASSERBAU GMBH ALTRE SOCIETA BERLINO GERMANIA X X

H.F.S. IMMOBILIENFONDS GMBH ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

HOLDING SP.Z.O.O. ALTRE SOCIETA VARSAVIA POLONIA X X

HYPO-BANK VERWALTUNGSZENTRUM GMBH & CO. KG OBJEKT

ARABELLASTRASSE

ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

HYPO-REAL HAUS- & GRUNDBESITZ GESELLSCHAFT MBH & CO. 1.

VERMIETUNGS KG

ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

HYPO-REAL HAUS- & GRUNDBESITZGESELLSCHAFT DES

BURGERLICHEN RECHTS NR. 1

ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

I-FABER SPA ALTRE SOCIETA MILANO ITALIA X X

IMMOBILIENFONDS UNIVERSALE 4 GBR ALTRE SOCIETA BERLINO GERMANIA X X

IMMOBILIENFONDS UNIVERSALE WITTENBERGE GBR ALTRE SOCIETA BERLINO GERMANIA X X

ISB UNIVERSALE BAU GMBH ALTRE SOCIETA BRANDENBURGO GERMANIA X X

ISTRA D.M.C. DOO ALTRE SOCIETA UMAG CROAZIA X X

INTERRA GESELLSCHAFT FUR IMMOBILIENVERWALTUNG MBH ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

IPSE 2000 S.P.A. ALTRE SOCIETA ROMA ITALIA X X

ISTRATURIST UMAG, HOTELIJERSTVO TURIZAM I TURISTICKA AGENCIJA

DD

ALTRE SOCIETA UMAG CROAZIAX

X

JOHA GEBAUDE-ERRICHTUNGS-UND VERMIETUNGSGESELLSCHAFT

MBH

ALTRE SOCIETA LEONDING AUSTRIAX X

KHR PROJEKTENTWICKLUNGSGESELLSCHAFT MBH & CO. OBJEKT

BORNITZSTRASSE I KG

ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

KRAJOWA IZBA ROZLICZENIOWA SA SOCIETA FINANZIARIE VARSAVIA POLONIA X X

LLC UKROTSBUD ALTRE SOCIETA KIEV UCRAINA X X

MALGARA FINANZIARIA SRL ALTRE SOCIETA TREVISO ITALIA X X

MC MARKETING GMBH ALTRE SOCIETA VIENNA AUSTRIA X X

MC RETAIL GMBH ALTRE SOCIETA VIENNA AUSTRIA X X

MEDIOBANCA BANCA DI CREDITO FINANZIARIO SPA BANCHE MILANO ITALIA X X

MOC VERWALTUNGS GMBH & CO. IMMOBILIEN KG ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

MOLL HOLDING GESELLSCHAFT MBH ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

MY BETEILIGUNGS GMBH ALTRE SOCIETA VIENNA AUSTRIA X X

NOTARTREUHANDBANK AG BANCHE VIENNA AUSTRIA X X

NUOVA TEATRO ELISEO S.P.A. ALTRE SOCIETA ROMA ITALIA X X

NXP CO-INVESTMENT PARTNERS VIII L.P. ALTRE SOCIETA LONDRA GRAN BRETAGNA X X

OAK RIDGE INVESTMENT LLC SOCIETA FINANZIARIE WILMINGTON U.S.A. X X

OBERBANK AG BANCHE LINZ AUSTRIA X X

OESTERREICHISCHE CLEARINGBANK AG BANCHE VIENNA AUSTRIA X X

OESTERREICHISCHE KONTROLLBANK AKTIENGESELLSCHAFT BANCHE VIENNA AUSTRIA X X

OMNIA GRUNDSTUCKS-GMBH & CO. OBJEKT OSTRAGEHEGE KG ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

OSTERREICHISCHE HOTEL- UND TOURISMUSBANK GESELLSCHAFT

M.B.H.

BANCHE VIENNA AUSTRIAX X

OTHMARSCHEN PARK HAMBURG GMBH & CO. CENTERPARK KG ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

OTHMARSCHEN PARK HAMBURG GMBH & CO. GEWERBEPARK KG ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

PAYLIFE BANK GMBH BANCHE VIENNA AUSTRIA X X

PEKAO TELECENTRUM SP. ZOO ALTRE SOCIETA CRACOVIA POLONIA X X

PIRELLI PEKAO REAL ESTATE SP. Z O.O. ALTRE SOCIETA VARSAVIA POLONIA X X

PMG BAUPROJEKTMANAGEMENT GESELLSCHAFT M.B.H. & CO

FINANZIERUNGS OEG

ALTRE SOCIETA VIENNA AUSTRIAX X

PLANETHOME AG ALTRE SOCIETA UNTERFOHRING GERMANIA X X

PLANETHOME GMBH ALTRE SOCIETA MANNHEIM GERMANIA X X

RAMIUS LLC SOCIETA FINANZIARIE NEW YORK U.S.A. X X

RANA-LIEGENSCHAFTSVERWERTUNG GMBH ALTRE SOCIETA VIENNA AUSTRIA X X

RONCASA IMMOBILIEN-VERWALTUNGS GMBH ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

S.S.I.S. - SOCIETA SERVIZI INFORMATICI SAMMARINESE SPA ALTRE SOCIETA BORGO MAGGIORE SAN MARINO X X

Ragione sociale Tipologia

Sede

Trattamento nelle

segnalazioni

prudenziali

Trattamento

nel bilancio

Consolidamento

Co

sto

Consolidamento

Co

sto

Page 36: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico …...2009/12/31  · propensione al rischio di credito complessiva a livello di Gruppo nei confronti delle controparti gestite,

TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

36

segue:

Città Stato

Inte

gra

le

Pro

po

rzio

na

le

Patr

imo

nio

nett

o

Inte

gra

le

Pro

po

rzio

na

le

Patr

imo

nio

nett

o

SE.TE.SI. SERVIZI TELEMATICI SICILIANI S.P.A. ALTRE SOCIETA PALERMO ITALIA X X

SIRIUS IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

SOCIETA' GESTIONE PER IL REALIZZO SPA IN LIQUIDAZIONE ALTRE SOCIETA ROMA ITALIA X X

SOLARIS VERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBH & CO. VERMIETUNGS KG ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

SVILUPPO GLOBALE GEIE ALTRE SOCIETA ROMA ITALIA X X

T & P FRANKFURT DEVELOPMENT B.V. ALTRE SOCIETA AMSTERDAM OLANDA X X

T & P VASTGOED STUTTGART B.V. ALTRE SOCIETA AMSTERDAM OLANDA X X

TERRENO GRUNDSTUCKSVERWALTUNG GMBH & CO. ENTWICKLUNGS-

UND FINANZIERUNGSVERMITTLUNGS-KG

ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

TORRE SGR S.P.A. SOCIETA FINANZIARIE ROMA ITALIA X X

UIB UNIVERSALE BAU HOLDING GESELLSCHAFT M.B.H. ALTRE SOCIETA BRANDENBURGO GERMANIA X X

UNICREDIT (SUISSE) TRUST SA SOCIETA FINANZIARIE LUGANO SVIZZERA X X

UNICREDIT (U.K.) TRUST SERVICES LTD SOCIETA FINANZIARIE LONDRA GRAN BRETAGNA X X

UNICREDIT AUDIT (IRELAND) LTD SOCIETA STRUMENTALI DUBLINO IRLANDA X X

UNICREDIT TURN-AROUND MANAGEMENT GMBH ALTRE SOCIETA VIENNA AUSTRIA X X

UNIVERSALE BUCHHOLZ GBR ALTRE SOCIETA BERLINO GERMANIA X X

UNIVERSALE INTERNATIONAL REALITATEN GMBH ALTRE SOCIETA VIENNA AUSTRIA X X

UNIVERSALE INTERNATIONAL GESELLSCHAFT M.B.H. ALTRE SOCIETA VIENNA AUSTRIA X X

UNIVERSALE INTERNATIONAL POLAND SP.ZO.O. ALTRE SOCIETA VARSAVIA POLONIA X X

UNIVERSALE INTERNATIONAL PROJEKTMANAGEMENT GMBH ALTRE SOCIETA BERLINO GERMANIA X X

UNIVERSALE INTERNATIONAL PROJEKTSZERVEZESI KFT. ALTRE SOCIETA BUDAPEST UNGHERIA X X

UNIVERSALE INTERNATIONAL SPOL S.R.O., PRAG ALTRE SOCIETA PRAGA REPUBBLICA CECA X X

V.M.G. VERMIETUNGSGESELLSCHAFT MBH ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

WED DONAU- CITY GMBH ALTRE SOCIETA VIENNA AUSTRIA X X

WED HOLDING GESELLSCHAFT M.B.H. ALTRE SOCIETA VIENNA AUSTRIA X X

WED WIENER ENTWICKLUNGSGESELLSCHAFT FUR DEN DONAURAUM

AKTIENGESELLSCHAFT

ALTRE SOCIETA VIENNA AUSTRIAX X

YAPI KREDI EMEKLILIK AS SOCIETA' ASSICURATIVA

(dedotta dal patrimonio di

vigilanza)

ISTANBUL TURCHIAX X

YAPI KREDI KORAY GAYRIMENKUL YATIRIM ORTAKLIGI AS SOCIETA FINANZIARIE ISTANBUL TURCHIA X X

YAPI KREDI SIGORTA AS SOCIETA' ASSICURATIVA

(dedotta dal patrimonio di

vigilanza)

ISTANBUL TURCHIAX X

ZABA TURIZAM DOO ALTRE SOCIETA ZAGABRIA CROAZIA X X

ZETA FUNF HANDELS GMBH ALTRE SOCIETA VIENNA AUSTRIA X X

ZWEITE UNIPRO IMMOBILIEN-PROJEKTIERUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. ALTRE SOCIETA BERLINO GERMANIAX X

ALTUS ALPHA ALTRE SOCIETA DUBLINO IRLANDA X X

ARABELLA FINANCE LTD. SOCIETA FINANZIARIE DUBLINO JERSEY X X

BA-CA LEASING VERSICHERUNGSSERVICE GMBH ALTRE SOCIETA VIENNA AUSTRIA X X

BAVARIA UNIVERSAL FUNDING CORP.(BUFCO) SOCIETA FINANZIARIE DELAWARE U.S.A. X X

BLACK FOREST FUNDING CORP. SOCIETA FINANZIARIE DELAWARE U.S.A. X X

EUROPEAN-OFFICE-FOND SOCIETA FINANZIARIE MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

GEMMA VERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBH & CO. VERMIETUNGS KG ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

GELDILUX-TS-2005 S.A. SOCIETA FINANZIARIE CITTA' DEL

LUSSEMBURGO

LUSSEMBURGOX X

GELDILUX-TS-2007 S.A. SOCIETA FINANZIARIE CITTA' DEL

LUSSEMBURGO

LUSSEMBURGOX X

GELDILUX-TS-2008 S.A. SOCIETA FINANZIARIE CITTA' DEL

LUSSEMBURGO

LUSSEMBURGOX X

GELDILUX-TS-2009 S.A. SOCIETA FINANZIARIE CITTA' DEL

LUSSEMBURGO

LUSSEMBURGOX X

GRAND CENTRAL FUNDING ALTRE SOCIETA NEW YORK U.S.A. X X

H.F.S. LEASINGFONDS DEUTSCHLAND 7 GMBH & CO. KG ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

H.F.S. LEASINGFONDS DEUTSCHLAND 1 GMBH & CO. KG

(IMMOBILIENLEASING)

ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

MARTIANEZ COMERCIAL, SOCIEDAD ANONIMA ALTRE SOCIETA PUERTO DE LA CRUZ SPAGNAX X

OCEAN BREEZE ENERGY GMBH & CO. KG ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

OCEAN BREEZE FINANCE S.A. SOCIETA FINANZIARIE CITTA' DEL

LUSSEMBURGO

LUSSEMBURGOX X

PENSIONSKASSE DER HYPO VEREINSBANK VVAG ALTRE SOCIETA MONACO DI BAVIERA GERMANIAX X

REDSTONE SOCIETA FINANZIARIE LONDRA GRAN BRETAGNA X X

ROSENKAVALIER 2008 GMBH SOCIETA FINANZIARIE MONACO DI BAVIERA LUSSEMBURGOX X

SALOME FUNDING LTD. SOCIETA FINANZIARIE DUBLINO IRLANDA X X

SIA UNICREDIT INSURANCE BROKER ALTRE SOCIETA RIGA LITUANIA X X

SOFIMMOCENTRALE S.A. ALTRE SOCIETA BRUSSEL BELGIO X X

SVIF UKRSOTSBUD ALTRE SOCIETA KIEV UCRAINA X X

TENDER OPTION BONDS ALTRE SOCIETA NEW YORK U:S:A: X X

UNICREDIT BROKER DOO SARAJEVO ZA BROKERSKE POSLOVE U

OSIGURANJU

ALTRE SOCIETA SARAJEVO BOSNIA AND

HERZEGOVINAX X

UNICREDIT BROKER S.R.O. ALTRE SOCIETA BRATISLAVA REPUBBLICA

SLOVACCAX X

UNICREDIT FUGGETLEN BIZTOSITASKOZVETITO KFT ALTRE SOCIETA BUDAPEST UNGHERIA X X

UNICREDIT GLOBAL LEASING VERSICHERUNGSSERVICE GMBH ALTRE SOCIETA VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT INSURANCE BROKER EOOD ALTRE SOCIETA SOFIA BULGARIA X X

UNICREDIT INSURANCE BROKER SRL ALTRE SOCIETA BUCAREST ROMANIA X X

UNICREDIT LEASING VERSICHERUNGSSERVICE GMBH & CO KG ALTRE SOCIETA VIENNA AUSTRIA X X

UNICREDIT PARTNER D.O.O ALTRE SOCIETA ZAGABRIA CROAZIA X X

UNICREDIT PARTNER D.O.O BEOGRAD ALTRE SOCIETA BELGRADO SERBIA X X

UNICREDIT POIJIST'OVACI MAKLERSKA SPOL. S R.O. ALTRE SOCIETA PRAGA REPUBBLICA CECA X X

UNICREDIT ZAVAROVALNO ZASTOPINSKA DRUZBA DOO ALTRE SOCIETA LUBIANA SLOVENIA X X

Trattamento nelle

segnalazioni

prudenziali

Trattamento

nel bilancio

Consolidamento

Co

sto

Consolidamento

Co

sto

Ragione sociale Tipologia

Sede

Page 37: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico …...2009/12/31  · propensione al rischio di credito complessiva a livello di Gruppo nei confronti delle controparti gestite,

>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 3

37

Tavola 3 – Composizione del patrimoniodi vigilanza

Informativa qualitativa

Strumenti di capitale inclusi nel patrimonio di primo livello(Tier 1)

tasso di interesse

data

scadenza

Decorrenza

della facoltà

di rimborso

anticipato

importo

computato nel

patrimonio di

vigilanza

(Eur/migliaia) step-up

possibilità di non

corrispondere gli

interessi

emissione

tramite società

veicolo

controllata

8,05% perpetual ott-10 EUR 540 530.780 sì sì sì

9,20% perpetual ott-10 USD 450 276.167 sì sì sì

4,03% perpetual ott-15 EUR 750 750.000 sì sì sì

5,40% perpetual ott-15 GBP 300 304.262 sì sì sì

8,59% 31-dic-50 giu-18 GBP 350 357.598 sì sì sì

7,055% perpetual mar-12 EUR 600 506.943 sì no sì

8,125% 31-dic-50 dic-19 EUR 750 749.949 sì no no

12m L + 1,25% 7-giu-11 (°) EUR 300 299.765 no no no

12m L + 1,25% 7-giu-11 (°) EUR 200 200.000 no no no

8,741% 30-giu-31 giu-29 USD 300 187.422 no sì sì

7,76% 13-ott-36 ott-34 GBP 100 101.340 no sì sì

9,00% 22-ott-31 ott-29 USD 200 124.948 no sì sì

3,50% 31-dic-31 dic-29 JPY 25.000 187.744 no sì sì

10y CMS (°°) +0,10%,

cap 8,00 %perpetual ott-11 EUR 245 244.777 no no no

10y CMS (°°) +0,15%,

cap 8,00 %perpetual mar-12 EUR 147 145.179 no no no

TOTALE 4.966.874

(°) non è prevista la facoltà di rimborso anticipato del prestito

(°°) Constant Maturity Swap

importo in

valuta

originaria

(milioni)

Patrimonio di secondo livello (Tier 2) - emissioni di strumentiibridi di capitalizzazione di importo superiore al 10% deltotale degli stessi

tasso di

interesse

data

scadenza

Decorrenza della

facoltà di rimborso

anticipato

importo

computato nel

patrimonio di

vigilanza

(Eur/migliaia) step-up

possibilità di non

corrispondere gli

interessi

3,95% 1-feb-16 non applicabile EUR 900 890.008 non applicabile Sì (°)

5,00% 1-feb-16 non applicabile GBP 450 506.092 non applicabile Sì (°)

6,70% 5-giu-18 non applicabile EUR 1.000 998.462 non applicabile Sì (°)

6,10% 28-feb-12 non applicabile EUR 500 498.669 non applicabile Sì (°)

(°) -- in caso di mancati dividendi il pagamento degli interessi è "sospeso" (deferral of interest)

-- in caso si registrano perdite tali da ridurre il capitale sociale e le riserve al di sotto della soglia minima prevista da Banca d'Italia

per l'esercizio dell'attività bancaria, l'ammontare nominale e gli interessi delle obbligazioni vengono ridotti proporzionalmente.

importo in valuta

originaria (milioni)

Patrimonio di terzo livelloNon sussistono elementi da segnalare nel presente punto.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

38

Informativa quantitativa

Composizione del patrimonio di vigilanza

31.12.2009 31.12.2008

A. Patrimonio di base prima dell'applicazione dei filtri prudenziali

A.1 Elementi positivi del patrimonio di base:

A.1.1 - Capitale 8.735.405 7.120.979

A.1.2 - Sovrapprezzi di emissione 38.338.920 35.911.729

A.1.3 - Riserve 15.052.546 11.069.255

A.1.4 - Strumenti non innovativi di capitale 1.491.175 1.564.127

A.1.5 - Strumenti innovativi di capitale 3.475.699 2.893.760

A.1.6 - Utile del periodo 1.326.502 4.555.336

A.2 Elementi negativi:

A.2.1 - Azioni o quote proprie -6.019 -6.325

A.2.2 - Avviamento -22.029.201 -20.689.177

A.2.3 - Altre immobilizzazioni immateriali -4.150.675 -4.339.602

A.2.4 - Perdita del periodo

A.2.5 - Altri elementi negativi:

* Rettifiche di valore di vigilanza relative al portafoglio di negoziazione ai fini di vigilanza

* Altri

B. Filtri prudenziali del patrimonio di base

B.1 Filtri prudenziali IAS/IFRS positivi (+)

B.2 Filtri prudenziali IAS/IFRS negativi (-) -875.106 -1.453.169

C. Patrimonio di base al lordo degli elementi da dedurre (A+B) 41.359.246 36.626.913

D. Elementi da dedurre dal patrimonio di base 2.325.299 1.784.288

E. Totale del patrimonio di base (TIER 1) (C-D) 39.033.947 34.842.625

F. Patrimonio supplementare prima dell'applicazione dei filtri prudenziali

F.1 Elementi positivi del patrimonio supplementare:

F.1.1 - Riserve da valutazione di attività materiali

F.1.2 - Riserve da valutazione di titoli disponibili per la vendita 191.800

F.1.3 - Strumenti non innovativi di capitale non computabili nel patrimonio di base

F.1.4 - Strumenti innovativi di capitale non computabili nel patrimonio di base

F.1.5 - Strumenti ibridi di patrimonializzazione 3.915.367 4.143.189

F.1.6 - Passività subordinate di 2° livello 15.507.852 18.313.456

F.1.7 - Eccedenza rettifiche di valore complessive rispetto alle perdite attese

F.1.8 - Plusvalenze nette su partecipazioni

F.1.9 - Altri elementi positivi 277.863 277.545

F.2 Elementi negativi:

F.2.1 - Minusvalenze nette su partecipazioni

F.2.2 - Crediti

F.2.3 - Altri elementi negativi -970.535 -771.640

G. Filtri prudenziali del patrimonio supplementare

G.1 Filtri prudenziali IAS/IFRS positivi (+)

G.2 Filtri prudenziali IAS/IFRS negativi (-) -95.900

H. Patrimonio supplementare al lordo degli elementi da dedurre (F+G) 18.826.447 21.962.550

I. Elementi da dedurre dal patrimonio supplementare 2.325.299 1.784.288

L. Totale patrimonio supplementare (TIER 2) (H-I) 16.501.148 20.178.262

M. Elementi da dedurre dal totale patrimonio di base e supplementare 1.163.273 1.067.940

N. Patrimonio di vigilanza (E+L-M) 54.371.822 53.952.947

O. Patrimonio di terzo livello (TIER 3) 591.494

P Patrimonio di vigilanza incluso TIER 3 (N+O) 54.371.822 54.544.441

PATRIMONIO DI VIGILANZA

Alcuni valori al 31 dicembre 2008 sono stati riclassificati per una migliore comparabilità.

Il patrimonio di vigilanza al 31 dicembre 2008 è stato modificato a seguito dell’attribuzione a patrimonio supplementare della quota di riserva di traslazionecambi afferente gli investimenti netti esteri, il ricomputo delle deduzioni per variazioni di “fair value” dovute a cambiamenti del proprio merito creditizio e il

ricalcolo della componente infragruppo dei prestiti subordinati.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 3

39

31.12.2009 31.12.2008

Partecipazioni bancarie e finanziarie superiori al 10% del capitale della partecipata 1.999.528 2.188.519

Partecipazioni assicurative acquistate dopo il 20 luglio 2006 14.010 43.909

Deduzioni derivanti da cartolarizzazioni 810.488 838.938

Eccedenza delle perdite attese rispetto alle rettifiche di valore complessive (modelli IRB) 1.826.572 492.506

Deduzioni relative al rischio di regolamento su transazioni non DVP - 4.704

Totale Elementi dedotti (50% Patrimonio di base - 50% Patrimonio supplementare) 4.650.598 3.568.576

31.12.2009 31.12.2008

Partecipazioni assicurative acquistate prima del 20 luglio 2006 1.163.273 1.067.940

Totale Elementi dedotti dal Patrimonio di base e supplementare 1.163.273 1.067.940

Dettaglio Elementi da dedurre (50% Patrimonio di base - 50% Patrimonio supplementare)

Dettaglio Elementi da dedurre dal Patrimonio di base e supplementare

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

40

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 4

41

Tavola 4 – Adeguatezza patrimoniale

Informativa qualitativa

Il Gruppo UniCredit assegna un ruolo prioritario alle attività volte alla gestione e all’allocazione del

capitale (regolamentare ed interno) in funzione dei rischi assunti, ai fini dello sviluppo dell’operatività del

Gruppo in ottica di creazione di valore. Le attività si articolano nelle diverse fasi del processo di

pianificazione e controllo del Gruppo e, in particolare:

nei processi di piano e budget:

- formulazione della proposta di propensione al rischio e degli obiettivi di

patrimonializzazione;

- analisi dei rischi associati ai driver del valore e allocazione del capitale alle linee di

attività e business unit;

- assegnazione degli obiettivi di performance aggiustate per il rischio;

- analisi dell’impatto sul valore del Gruppo e della creazione di valore per gli azionisti;

- elaborazione e proposta del piano finanziario e della dividend policy;

nei processi di monitoraggio:

- analisi delle performance conseguite a livello di gruppo e di business unit e preparazione

dei dati gestionali per uso interno ed esterno;

- analisi e controllo dei limiti;

- analisi e controllo andamentale dei ratio patrimoniali di gruppo e individuali.

Il Gruppo, infatti, si pone l’obiettivo di generare un reddito superiore a quello necessario a remunerare i

rischi (cost of equity) e quindi di creare valore in modo tale da massimizzare il ritorno per i propri azionisti

in termini di dividendi e capital gain (total shareholder return) attraverso l’allocazione del capitale alle

differenti linee di attività e business unit.

Il capitale e la sua allocazione, quindi, assumono un’importanza rilevante nella definizione delle strategie

perché esso rappresenta l’oggetto della remunerazione attesa dagli azionisti nel loro investimento nel

Gruppo e perché è su di esso insistono limiti esogeni imposti dalla normativa di vigilanza.

Nel processo di allocazione, le definizioni di capitale utilizzate sono:

capitale di rischio o impiegato: è la consistenza patrimoniale conferita dagli azionisti (capitale

impiegato), che deve essere remunerata almeno pari alle aspettative (costo dell’equity);

capitale a rischio: è la quota parte dei mezzi propri che la fronteggia (a preventivo – capitale

allocato) o ha fronteggiato (a consuntivo – capitale assorbito) i rischi assunti per perseguire gli

obiettivi di creazione di valore.

Il capitale a rischio dipende dalla propensione al rischio e discende dal livello di capitalizzazione obiettivo

definito anche in funzione del merito creditizio del Gruppo.

Page 42: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico …...2009/12/31  · propensione al rischio di credito complessiva a livello di Gruppo nei confronti delle controparti gestite,

TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

42

Esso è misurato seguendo da una parte le tecniche di risk management, per cui il capitale a rischio è

definito come capitale interno, dall’altra la normativa di vigilanza, per cui il capitale a rischio è definito

come capitale regolamentare. In particolare:

Il capitale interno è la quota parte di patrimonio effettivamente a rischio misurata con modelli

probabilistici secondo un determinato intervallo di confidenza.

Il capitale regolamentare è la componente del patrimonio di vigilanza (total capital) rappresentata

dal patrimonio netto (core equity o core tier 1) posta a rischio misurata secondo la normativa di

vigilanza.

La coerenza tra le due differenti definizioni di capitale a rischio si ottiene rapportando le due grandezze in

relazione al merito creditizio obiettivo del Gruppo (AA- S&P), che corrisponde ad una probabilità di default

pari allo 0,03%. Pertanto il capitale interno è fissato ad un livello tale da coprire con il 99,97% di

probabilità (intervallo di confidenza) gli eventi avversi, mentre il capitale regolamentare è quantificato in

base ad un core tier 1 ratio target in linea con i principali gruppi bancari internazionali aventi almeno il

rating obiettivo.

Nel processo di allocazione viene quindi applicata la logica del “doppio binario”, ossia considerando come

allocato il massimo tra il capitale interno ed il capitale regolamentare (core tier 1) sia a livello consolidato

sia a livello di linea di attività/business unit.

Tale approccio consente nel caso di capitale interno superiore di allocare l’effettivo capitale a rischio che

la vigilanza non è in grado ancora di cogliere e nel caso di capitale regolamentare superiore, di allocare

un capitale in linea con la normativa.

Punto di partenza del processo di allocazione è il capitale consolidato di pertinenza del Gruppo.

La gestione del capitale, svolta dalla unità operativa Capital Management della Direzione Pianificazione

Finanza e Amministrazione, ha la finalità di definire il livello di patrimonializzazione obiettivo per il Gruppo

e le sue società nel rispetto dei vincoli normativi e della propensione al rischio.

Nella gestione dinamica del capitale, l’unità operativa Capital Management elabora il piano del capitale ed

effettua il monitoraggio dei ratios patrimoniali di Vigilanza anticipando gli opportuni interventi necessari

all’ottenimento degli obiettivi.

Il monitoraggio si riferisce da un lato sia al patrimonio netto sia alla composizione del patrimonio di

vigilanza (core tier 1, tier 1, lower e upper tier 2 e tier 3 capital) e dall’altro alla pianificazione e

all’andamento dei “risk weighted asset” (Rwa).

La dinamicità della gestione è finalizzata ad individuare gli strumenti di investimento e di

approvvigionamento del capitale di rischio e degli strumenti ibridi di patrimonializzazione più idonei al

conseguimento degli obiettivi. In caso di deficit di capitale, sono indicati i gap da colmare e le azioni di

“capital generation” misurandone il costo e l’efficacia attraverso la metodologia di Rapm. In tale contesto

l’analisi del valore è arricchita dal ruolo di sintesi della unità operativa Capital Management per gli aspetti

regolamentari, contabili, finanziari, fiscali, di risk management ecc. e delle loro evoluzioni normative, in

modo che siano fornite la valutazione e tutte le indicazioni necessarie alle altre funzioni della Capogruppo

o società chiamate a realizzare le azioni.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 4

43

Rafforzamento patrimoniale

Nel corso dei primi mesi del 2009, sono state poste in essere le seguenti misure di rafforzamento

patrimoniale approvate dal Consiglio di Amministrazione nel mese di ottobre 2008:

è stata innanzitutto data esecuzione all’aumento di capitale deliberato dall’Assemblea dei Soci di

UniCredit il 14 novembre 2008 in forza del quale nel periodo dal 5 al 23 gennaio, n. 972.225.376

nuove azioni ordinarie sono state offerte in opzione ai possessori di azioni ordinarie e di

risparmio UniCredit, nel rapporto di 4 azioni ordinarie ogni 55 azioni ordinarie e/o di risparmio

possedute, ad un prezzo unitario di emissione di 3,083 Euro per azione, con un sovrapprezzo di

2,583 Euro.

In data 23 febbraio 2009 - al termine del periodo di offerta in Borsa dei diritti di opzione non

esercitati - si è conclusa l’operazione di aumento di capitale con la sottoscrizione da parte di

Mediobanca di n. 967.578.184 azioni ordinarie UniCredit, in esecuzione del contratto di garanzia

dalla stessa stipulato con impegno a sottoscrivere le azioni di nuova emissione in numero

corrispondente ai diritti d’opzione non esercitati. La quasi totalità delle azioni sottoscritte da

Mediobanca sono state poste al servizio dell’emissione di strumenti finanziari c.d. CASHES.

E’ risultato quindi integralmente sottoscritto l’aumento di capitale di Euro 2.997.370.834,21, di cui

Euro 486.112.688,00 a titolo di capitale ed Euro 2.511.258.146,21 a titolo di sovrapprezzo azioni;

successivamente, in data 17 marzo, il Consiglio di Amministrazione di UniCredit ha deliberato di

sottoporre all’Assemblea dei Soci l’assegnazione di utili ai soci mediante l’attribuzione di azioni

UniCredit di nuova emissione (c.d. scrip dividend) rivenienti da un aumento gratuito del capitale

sociale, ai sensi dell’art 2442 del Codice Civile, attingendo da apposita riserva costituita in sede

di approvazione della destinazione degli utili dell’esercizio 2008.

Conseguentemente, il 29 aprile 2009 l’Assemblea, in sede straordinaria, ha deliberato un

aumento di capitale gratuito di nominali Euro 1.218.815.136,50 con l’emissione di n.

2.435.097.842 azioni ordinarie e di n. 2.532.431 azioni di risparmio, del valore nominale unitario

di Euro 0,50 cadauna. In particolare sono state attribuite 29 nuove azioni ordinarie ogni 159

azioni ordinarie possedute e 7 nuove azione di risparmio ogni 60 azioni di risparmio possedute;

tali azioni sono state messe a disposizione dei soci il 21 maggio 2009 (quotazione “ex” dal 18

maggio 2009).

Infine, con l’obiettivo di innalzare i coefficienti patrimoniali al livello di quelli dei migliori concorrenti nel

contesto internazionale ed europeo, garantendo al contempo al Gruppo la possibilità di posizionarsi in

modo favorevole sul mercato e cogliere le opportunità derivanti dalla futura crescita economica,

l’Assemblea Straordinaria dei Soci, in data 16 novembre, ha deliberato

di aumentare il capitale sociale per un valore massimo complessivo di Euro 4 miliardi,

comprensivo di eventuale sovrapprezzo, mediante emissione di azioni ordinarie con godimento

regolare del valore nominale unitario di Euro 0,50 cadauna, da offrirsi in opzione ai soci titolari di

azioni ordinarie ed a quelli portatori di azioni di risparmio della società, ai sensi dell’art. 2441 del

Codice Civile,

di conferire al Consiglio di Amministrazione le necessarie facoltà per definire le modalità ed i

termini del predetto aumento di capitale, determinando in particolare, in prossimità dell’inizio

dell’offerta al pubblico e sulla base delle condizioni di mercato allora prevalenti, il prezzo di

sottoscrizione delle azioni (incluso il sovrapprezzo) e, quindi, il numero di azioni da emettere e il

relativo rapporto di assegnazione in opzione.

Il 7 gennaio 2010 il Consiglio di Amministrazione di UniCredit ha approvato i termini e le condizioni

definitivi dell’operazione di aumento di capitale deliberata dall’Assemblea straordinaria dei soci del 16

novembre 2009. A seguito dell’offerta in opzione delle azioni ordinarie di nuova emissione (dall’11

gennaio 2010 al 29 gennaio 2010 in Italia e Germania e dal 14 gennaio 2010 al 29 gennaio 2010 in

Polonia) sono state sono state sottoscritte n. 2.472.338.679 nuove azioni ordinarie UniCredit, pari al

98,23% delle azioni oggetto dell'offerta [e non sono pervenute revoche delle sottoscrizioni con riferimento

all’offerta al pubblico in Polonia e Germania].

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

44

I diritti non esercitati nel periodo di opzione (n. 297.005.168 validi per la sottoscrizione di 44.550.771

azioni ordinarie UniCredit) sono stati tutti collocati sul Mercato Telematico Azionario organizzato e gestito

da Borsa Italiana S.p.A., ai sensi dell'art. 2441, terzo comma, codice civile, per il tramite di UniCredit Bank

AG, Milan Branch, nelle sedute dall’8 al 12 febbraio 2010. In data 24 febbraio 2010 si è quindi

perfezionato l’aumento di capitale deliberato dalla ricordata Assemblea del 16 novembre 2009.

Informativa quantitativa

Adeguatezza patrimoniale

31.12.2009 31.12.2008

Categorie/ValoriImporti non

ponderati

Importi ponderati

/Requisiti

Importi non

ponderati

Importi ponderati

/Requisiti

A. Attività di rischio

A.1 Rischio di credito e di controparte

1. Metodologia standardizzata 487.048.600 221.614.924 632.100.917 269.519.162

2. Metodologia basata sui rating interni

2.1 Base

2.2 Avanzata 546.498.019 174.989.926 518.250.458 170.499.950

3. Cartolarizzazioni 28.336.474 5.760.929 74.187.689 10.294.419

B. Requisiti patrimoniali di vigilanza

B.1 Rischio di credito e di controparte 32.189.262 36.025.082

B.2 Rischi di mercato

1. Metodologia standard 256.024 283.017

2. Modelli interni 463.102 1.335.477

3. Rischio di concentrazione

B.3 Rischio operativo

1. Metodo base 253.423 269.280

2. Metodo standardizzato 1.154.357 1.375.178

3. Metodo avanzato 1.874.899 1.714.534

B.4 Altri requisiti prudenziali

B.6 Totale requisiti prudenziali 36.191.067 41.002.568

C. Attività di rischio e coefficenti di vigilanza

C.1 Attività di rischio ponderate 452.388.342 512.532.105

C.2 Patrimonio di base/Attività di rischio ponderate (Tier 1 capital ratio) 8,63 6,80C.3 Patrimonio di vigilanza incluso Tier 3/Attività di rischio ponderate

(Total capital ratio) 12,02 10,64

I coefficienti patrimoniali al 31 dicembre 2008 sono stati ricomputati a seguito dell'attribuzione a patrimonio supplementare della quota di riserva ditraslazione cambi afferente gli investimenti netti esteri.

31.12.2009 31.12.2008

Rischio di posizione 689.354 1.573.446

Rischio di regolamento per transazioni DVP 7.997 11.531

Rischio di cambio 21.775 33.517

Requisito patrimoniale per rischio di mercato 719.126 1.618.494

Requisito patrimoniale per rischio di mercato

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 4

45

Riclassificazione di attività finanziarie

Con il Regolamento n. 1004 del 15 ottobre 2008 la Commissione Europea ha recepito le modifiche allo

IAS 39 ed all’IFRS 7 “Riclassificazione delle attività finanziarie” approvate dallo IASB. Tali modifiche, alla

data di recepimento applicabili retroattivamente a partire dal 1 luglio 2008, permettono, successivamente

all’iscrizione iniziale, la riclassificazione di determinate attività finanziarie fuori dai portafogli “detenute per

la negoziazione” e “disponibili per la vendita”.

In particolare, possono essere riclassificate:

quelle attività finanziarie detenute per la negoziazione o disponibili per la vendita che avrebbero

soddisfatto la definizione prevista dai principi contabili internazionali per il portafoglio crediti (se

tali attività non fossero state classificate rispettivamente come detenute per la negoziazione o

disponibili per la vendita alla rilevazione iniziale) se l’entità ha l’intenzione e la capacità di

possederle nel prevedibile futuro o fino a scadenza;

”solo in rare circostanze” quelle attività finanziarie detenute per la negoziazione che al momento

della loro iscrizione non soddisfacevano la definizione di crediti.

Nelle tabelle seguenti sono riportati, suddivisi in base alle tipologie di strumenti finanziari ed ai portafogli

interessati, il valore di bilancio ed il fair value al 31 dicembre 2009 delle attività oggetto di riclassificazione

nel secondo semestre 2008 e nel primo semestre 2009. Sono inoltre riportate le componenti reddituali

relative a tali attività, sia quelle che si sarebbero registrate se il trasferimento non fosse stato effettuato

che quelle effettivamente registrate, nel conto economico o nel patrimonio netto.

Tali componenti reddituali, al lordo delle imposte, sono ulteriormente distinte tra quelle “valutative”,

comprensive di eventuali rettifiche di valore, e le “altre”, queste ultime comprensive degli interessi e degli

utili/perdite da cessione generati dalle attività trasferite.

L’effetto netto che si sarebbe quindi rilevato a conto economico nel 2009 se non si fosse proceduto alle

riclassificazioni sarebbe stato positivo per 1.574.604 migliaia di Euro, mentre quello effettivamente

rilevato è stato positivo per 580.550 migliaia di Euro.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

46

Attività finanziarie riclassificate: valore contabile, fair value ed effetti sulla redditività complessive

Valutative

(6)

Altre

(7)

Valutative

(8)

Altre

(9)

A. Titoli di

debito 18.554.347 17.235.622 1.053.649 520.449 (64.840) 651.195

Attività finanziarie

detenute per la

negoziazione

Attività finanziarie

disponibili per la

vendita 117.784 117.784 474 (3.009) 1.054 (3.774)

Attività finanziarie

detenute per la

negoziazione

Attività finanziarie

detenute sino alla

scadenza 195.811 190.440 (2.808) 6.253 - 7.000

Attività finanziarie

detenute per la

negoziazione

Crediti verso banche

7.377.433 7.406.792 534.940 97.528 - 129.093

Attività finanziarie

detenute per la

negoziazione

Crediti verso clientela

10.094.293 8.772.714 542.693 382.177 (65.894) 483.316

Attività finanziarie

disponibili per la venditaCrediti verso banche

311.084 310.921 (465) 13.782 - 13.596

Attività finanziarie

disponibili per la

vendita

Crediti verso clientela

457.942 436.971 (21.185) 23.718 - 21.964

B. Titoli di

capitale - - - - - -

Attività finanziarie

detenute per la

negoziazione

Attività finanziarie

disponibili per la

vendita - - - - - -

C. Finanziamenti 1.590.465 1.567.699 507 (1) - (5.805)

Attività finanziarie

detenute per la

negoziazione

Attività finanziarie

disponibili per la

vendita - - - - - -

Attività finanziarie

detenute per la

negoziazione

Attività finanziarie

detenute sino alla

scadenza - - - - - -

Attività finanziarie

detenute per la

negoziazione

Crediti verso banche

711.018 692.049 6.472 257 - 95

Attività finanziarie

detenute per la

negoziazione

Crediti verso clientela

879.447 875.650 (5.965) (258) - (5.900)

Attività finanziarie

disponibili per la venditaCrediti verso banche

- - - - - -

Attività finanziarie

disponibili per la

vendita

Crediti verso clientela

- - - - - -

D. Quote di

O.I.C.R. - - - - - -

Attività finanziarie

detenute per la

negoziazione

Attività finanziarie

disponibili per la

vendita - - - - - -

Totale 20.144.812 18.803.321 1.054.156 520.448 (64.840) 645.390

Fair Value

al

31.12.2009

(5)

Componenti reddituali

in assenza del

trasferimento

(ante imposte)

Componenti

reddituali registrate

nell'esercizio

(ante imposte)

(migliaia di €)

Tipologia

strumento

finanziario

(1)

Portafoglio

di

provenienza

(2)

Portafoglio

di

destinazione

(3)

Valore

contabile

al 31.12.2009

(4)

Si precisa che i titoli di debito riclassificati nel portafoglio crediti verso clientela comprendono prodotti

strutturati di credito (diversi dai contratti derivati e dagli strumenti finanziari contenenti derivati incorporati)

per un valore di bilancio a fine esercizio di 7.412.829 migliaia di Euro.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 4

47

Inoltre, per le attività riclassificate nel primo semestre 2009, costituite prevalentemente da Obbligazioni

Bancarie Garantite (Covered Bonds e Pfandbriefe) ed in misura minore da obbligazioni garantite dal

settore pubblico, aventi complessivamente un valore di bilancio a fine esercizio di 7.743.979 migliaia di

Euro, la tabella seguente riporta le plus/minusvalenze, al lordo delle imposte, imputate rispettivamente nel

conto economico o nel patrimonio netto dell’esercizio 2009 e di quello precedente fino al momento del

trasferimento.

Attività finanziarie riclassificate: effetti sulla redditività complessiva prima del trasferimento (migliaia di €)

2009

(4)

2008

(5)

2009

(6)

2008

(7)

A. Titoli di

debito 22.639 44.504 - (27.398)

Attività finanziarie

detenute per la

negoziazione

Attività finanziarie

disponibili per la

vendita 192 (718) X X

Attività finanziarie

detenute per la

negoziazione

Attività finanziarie

detenute sino alla

scadenza - - X X

Attività finanziarie

detenute per la

negoziazione Crediti verso banche (18.106) 45.368 X X

Attività finanziarie

detenute per la

negoziazione Crediti verso clientela 40.553 (146) X X

Attività finanziarie

disponibili per la

vendita Crediti verso banche - - - -

Attività finanziarie

disponibili per la

vendita Crediti verso clientela - - - (27.398)

B. Titoli di

capitale - -

Attività finanziarie

detenute per la

negoziazione

Attività finanziarie

disponibili per la

vendita - - X X

C. Finanziamenti - - - -

Attività finanziarie

detenute per la

negoziazione

Attività finanziarie

disponibili per la

vendita - - X X

Attività finanziarie

detenute per la

negoziazione

Attività finanziarie

detenute sino alla

scadenza - - X X

Attività finanziarie

detenute per la

negoziazione Crediti verso banche - - X X

Attività finanziarie

detenute per la

negoziazione Crediti verso clientela - - X X

Attività finanziarie

disponibili per la

vendita Crediti verso banche - - - -

Attività finanziarie

disponibili per la

vendita Crediti verso clientela - - - -

D. Quote di

O.I.C.R - -

Attività finanziarie

detenute per la

negoziazione

Attività finanziarie

disponibili per la

vendita - - X X

22.639 44.504 - (27.398)Totale

Plus/Minusvalenze

in conto economico

(ante imposte)

Tipologia

strumento

finanziario

(1)

Portafoglio

di

provenienza

(2)

Portafoglio

di

destinazione

(3)

Plus/Minusvalenze

nel patrimonio netto

(ante imposte)

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

48

Trasferimento di attività finanziarie detenute per la negoziazione

Nel corso del secondo semestre 2008 e del primo semestre 2009 in applicazione della previsione dell’ art.

2 del citato Reg. CE 1004/2008 secondo il quale “l’attuale crisi finanziaria è considerata come una di tali

circostanze rare che possono giustificare l’ uso di questa possibilità [di riclassificazione] da parte delle

società”, il Gruppo ha proceduto a riclassificare attività finanziarie detenute per la negoziazione costituite

da prodotti strutturati di credito (non derivati) ed altri titoli di debito emessi da Stati, enti pubblici, imprese

ed istituzioni finanziarie ed Obbligazioni Bancarie Garantite (Covered Bonds e Pfandbriefe), diverse dai

contratti derivati e dagli strumenti finanziari contenenti derivati incorporati, per un valore di bilancio al 31

dicembre 2009 di 19.375.786 migliaia di Euro.

Tasso di interesse effettivo e flussi finanziari attesi dalle attività riclassificate

I flussi finanziari attesi fino alla scadenza alla data di riclassifica delle attività riclassificate nel corso del

2009 ammontavano complessivamente a 9.605.840 migliaia di Euro, con un tasso di interesse effettivo

medio implicito pari al 2,4%.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 5

49

Tavola 5 – Rischio di credito: informazionigenerali riguardanti tutte le banche

Informativa qualitativa

Definizioni di esposizioni deteriorate

Le esposizioni deteriorate sono suddivise nelle seguenti categorie:

sofferenze - individuano l’area dei crediti formalmente deteriorati, costituiti dall’esposizione versoclienti che versano in uno stato di insolvenza anche non accertato giudizialmente o in situazioniequiparabili. La valutazione avviene generalmente su base analitica ovvero, in caso di importi nonsignificativi singolarmente, su base forfetaria per tipologie di esposizioni omogenee;

incagli - definiscono quell’area creditizia in cui ricadono i rapporti verso soggetti che si trovano intemporanea difficoltà, che si prevede possa essere rimossa in un congruo periodo di tempo. Tragli incagli sono incluse inoltre le esposizioni, non classificate in sofferenza e concesse a soggettidiversi dalle amministrazioni pubbliche, per le quali risultino soddisfatte entrambe le seguenticondizioni:

- siano scadute e non pagate in via continuativa da oltre 270 giorni (ovvero da oltre 150 o

180 giorni per le esposizioni di credito al consumo rispettivamente di durata originaria

inferiore o pari e superiore a 36 mesi);

- l’importo complessivo delle esposizioni di cui al punto precedente e delle altre quote

scadute da meno di 270 giorni verso il medesimo debitore, sia almeno pari al 10%

dell’intera esposizione verso tale debitore.Gli incagli sono valutati analiticamente quando particolari elementi lo consiglino ovvero applicandoanaliticamente percentuali determinate in modo forfetario su basi storico/statistiche nei restanticasi;

esposizioni ristrutturate - rappresentano le esposizioni nei confronti di controparti con le qualisono stati conclusi accordi che prevedono la concessione di una moratoria al pagamento deldebito e la contemporanea rinegoziazione delle condizioni a tassi inferiori a quelli di mercato, laconversione di parte dei prestiti in azioni e/o eventuali sacrifici in linea capitale: sono valutatianaliticamente, ricomprendendo nelle svalutazioni l’onere attualizzato riveniente dall’eventualerinegoziazione del tasso a condizioni inferiori al tasso contrattuale originario;

esposizioni scadute - rappresentano l’intera esposizione nei confronti di controparti, diverse daquelle classificate nelle precedenti categorie, che alla data di riferimento presentano creditiscaduti o sconfinanti da oltre 90 giorni. Per i crediti al dettaglio, quelli verso enti del settorepubblico e quelli verso imprese, in caso di soggetti residenti o aventi sede in Italia, si consideranodeteriorate le esposizioni scadute o sconfinanti da oltre 180 anziché 90 giorni. L’esposizionecomplessiva viene rilevata qualora, alla data di riferimento:

- la quota scaduta e/o sconfinante,

oppure:

- la media delle quote scadute e/o sconfinanti, rilevate su base giornaliera nell’ultimo

trimestre precedente, sia pari o superiore al 5% dell’esposizione stessa.Le esposizioni scadute sono valutate in modo forfetario su basi storico/statistiche, applicandoladdove disponibile la rischiosità rilevata dall’appropriato fattore di rischio utilizzato ai fini diBasilea 2 (“perdita in caso di inadempienza” - Loss Given Default).

La valutazione collettiva riguarda portafogli di attività per i quali, seppur non siano stati riscontratisingolarmente elementi oggettivi di perdita, è loro attribuibile una perdita latente misurabile anchetenendo conto dei fattori di rischio utilizzati ai fini dei requisiti di Basilea 2.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009 50

Descrizione delle metodologie adottate per determinare lerettifiche di valore

I crediti sono costituiti da attività finanziarie non derivate verso clientela e verso banche, con pagamenti

fissi o determinabili e che non sono quotate in un mercato attivo. I crediti sono iscritti alla data di

sottoscrizione del contratto, che normalmente coincide con la data di erogazione alla controparte.

Tali voci comprendono anche titoli di debito aventi le medesime caratteristiche od oggetto di

riclassificazione di portafoglio secondo le regole previste dallo IAS 39 e i valori netti riferiti alle operazioni

di leasing finanziario di beni “in costruendo” e di beni in attesa di locazione finanziaria, i cui contratti

abbiano le caratteristiche di “contratti con trasferimento dei rischi”.

Dopo l’iniziale rilevazione al fair value, che di norma corrisponde al corrispettivo pagato comprensivo dei

costi e ricavi di transazione che sono direttamente attribuibili all’acquisizione o all’erogazione dell’attività

finanziaria (ancorché non ancora regolati), i crediti sono valutati al costo ammortizzato, utilizzando il

criterio dell’interesse effettivo, eventualmente rettificato al fine di tener conto di riduzioni/riprese di valore

risultanti dal processo di valutazione.

Gli utili (o le perdite) su crediti, ove non coperti, sono rilevati nel conto economico:

quando l’attività finanziaria in questione è eliminata, alla voce 100.a) “Utili (perdite) da cessione di

crediti”;

ovvero:

quando l’attività finanziaria ha subito una riduzione di valore, alla voce 130.a) “Rettifiche di valore

nette per deterioramento di crediti”.

Gli interessi sui crediti erogati sono classificati alla voce 10. “Interessi attivi e proventi assimilati” e sono

iscritti in base al principio della competenza temporale.

Gli interessi di mora sono contabilizzati a conto economico al momento dell’eventuale incasso.

Un credito è considerato deteriorato quando si ritiene che, probabilmente, non si sarà in grado di

recuperarne l’intero ammontare, sulla base delle condizioni contrattuali originarie, o un valore

equivalente.

I criteri per la determinazione delle svalutazioni da apportare ai crediti si basano sull’attualizzazione dei

flussi finanziari netti attesi per capitale ed interessi; ai fini della determinazione del valore attuale dei

flussi, gli elementi fondamentali sono rappresentati dall’individuazione degli incassi stimati, delle relative

scadenze e del tasso di attualizzazione da applicare.

L’importo della perdita, infatti, per le esposizioni deteriorate classificate come sofferenze, incagli e

ristrutturate, secondo le categorie più avanti specificate, è ottenuto come differenza tra il valore di

iscrizione e il valore attuale degli stimati flussi di cassa, scontati al tasso di interesse originario dell’attività

finanziaria.

Sia nel primo esercizio di passaggio all’applicazione degli IAS/IFRS (2005) sia successivamente, nei casiin cui il tasso di interesse originario di un’attività finanziaria oggetto di attualizzazione non sia reperibile,oppure il suo reperimento sarebbe eccessivamente oneroso, si è applicato il tasso medio rilevato sulleposizioni aventi caratteristiche simili ma non deteriorate nell’anno in cui si è verificato il deterioramentooriginario dell’attività considerata. Per tutte le posizioni a tasso fisso il tasso così determinato è mantenutocostante anche negli esercizi seguenti.

I tempi di recupero, inoltre, sono stimati sulla base delle scadenze eventualmente concordate con idebitori ovvero di business plan o di previsioni ragionevoli, basati sull’esperienza storica dei recuperiosservati per classi omogenee di finanziamenti, tenuto conto della forma tecnica, della localizzazionegeografica, della tipologia di garanzia e di altri eventuali fattori ritenuti rilevanti.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 5

51

I crediti sono sottoposti ad una ricognizione volta ad individuare quelli che, a seguito del verificarsi di

eventi occorsi dopo la loro iscrizione, mostrino oggettive evidenze di una possibile perdita di valore. Tali

crediti problematici sono rivisti ed analizzati periodicamente, almeno una volta all’anno. Ogni

cambiamento successivo nell’importo o nelle scadenze dei flussi di cassa attesi, che produca una

variazione negativa rispetto alle stime iniziali, determina la rilevazione di una rettifica di valore alla voce di

conto economico 130.a) “Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di crediti”.

Le rettifiche di valore su esposizioni deteriorate sono classificate come specifiche nella citata voce di

conto economico anche quando la metodologia di calcolo è di tipo forfetario/statistico, secondo quanto

più avanti precisato.

Qualora la qualità del credito deteriorato risulti migliorata ed esista una ragionevole certezza del recupero

tempestivo del capitale e degli interessi, concordemente ai termini contrattuali originari, viene appostata

alla medesima voce di conto economico una ripresa di valore, nel limite massimo del costo ammortizzato

che si sarebbe avuto in assenza di precedenti svalutazioni.

L’eliminazione integrale di un credito è effettuata quando lo stesso è considerato irrecuperabile o è

stralciato nella sua interezza. Le cancellazioni sono imputate direttamente alla voce 130.a)

“Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di crediti” di conto economico e sono rilevate in

riduzione della quota capitale del credito. Recuperi di parte o di interi importi precedentemente svalutati

sono iscritti alla medesima voce.

Le rinegoziazioni di crediti finanziari che prevedano la loro cancellazione in cambio di azioni attraverso

operazioni di debt/equity swap comportano, nell'intervallo temporale precedente all’esecuzione dello

scambio, la valutazione dei crediti in oggetto in funzione degli accordi di conversione stipulati alla data di

redazione del bilancio.

Le eventuali differenze negative tra il valore dei crediti ed il fair value delle azioni è rilevato a conto

economico tra le rettifiche di valore.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009 52

Informativa quantitativa

Rischio di credito di controparte

Consistenze al 31.12.2009 Consistenze al 31.12.2008

Importi non

ponderatiImporti ponderati Requisito

Importi non

ponderatiImporti ponderati Requisito

A. RISCHIO DI CREDITO E DI CONTROPARTE

A.1 METODOLOGIA STANDARDIZZATA - ATTIVITA' DI RISCHIO 487.048.600 221.614.924 17.729.194 632.100.917 269.519.162 21.561.533

A.1.1. Esposizioni verso o garantite da amministrazioni centrali e

banche centrali 87.008.339 4.610.192 368.815 97.575.662 4.818.601 385.488

A.1.2. Esposizioni verso o garantite da enti territoriali 38.983.968 1.673.962 133.917 36.036.969 1.313.288 105.063

A.1.3. Esposizioni verso o garantite da enti senza scopo di lucro

ed enti del settore pubblico 12.939.544 2.769.677 221.574 12.224.322 2.608.825 208.706

A.1.4. Esposizioni verso o garantite da banche multilaterali

di sviluppo 335.869 1.300 104 534.326 12.976 1.038

A.1.5. Esposizioni verso o garantite da organizzazioni internazionali - - - 170.160 - -

A.1.6. Esposizioni verso o garantite da intermediari vigilati 30.735.766 5.949.062 475.925 82.646.152 10.643.128 851.450

A.1.7. Esposizioni verso o garantite da imprese 174.920.562 125.560.559 10.044.845 228.385.740 156.814.603 12.545.168

A.1.8. Esposizioni al dettaglio 64.838.625 32.050.534 2.564.043 76.131.999 37.206.750 2.976.540

A.1.9. Esposizioni garantite da immobili 32.473.740 16.039.700 1.283.176 50.525.594 22.141.817 1.771.345

A.1.10. Esposizioni scadute 8.826.877 10.205.254 816.420 8.337.504 8.790.170 703.214

A.1.11. Esposizioni ad alto rischio 1.688.822 1.835.594 146.847 1.696.716 1.897.476 151.798

A.1.12. Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie garantite 1.893.095 504.092 40.327 2.115.995 229.131 18.330

A.1.13. Esposizioni a breve termine verso imprese 829.946 534.070 42.726 2.099.346 1.387.935 111.035

A.1.14. Esposizioni verso organismi di investimento collettivo del

risparmio (OICR) 3.570.986 3.465.077 277.206 1.464.702 1.007.242 80.579

A.1.15. Altre esposizioni 28.002.461 16.415.851 1.313.268 32.155.730 20.647.220 1.651.778

A.2 METODOLOGIA BASATA SUI RATING INTERNI - ATTIVITA' DI

RISCHIO 546.020.042 173.929.583 13.914.367 517.062.654 167.797.949 13.423.836

A.2.1. Esposizioni verso o garantite da amministrazioni centrali e

banche centrali 2.727.984 213.731 17.098 4.872.741 249.776 19.982

A.2.2. Esposizioni verso o garantite da intermediari vigilati, enti pubblici e

territoriali e altri soggetti 90.275.560 16.167.525 1.293.402 106.906.137 22.695.002 1.815.600

A.2.3. Esposizioni verso o garantite da imprese 292.242.903 120.300.906 9.624.072 278.413.317 113.859.554 9.108.764

A.2.4. Esposizioni al dettaglio garantite da immobili residenziali 95.049.224 16.704.196 1.336.336 73.394.377 12.758.664 1.020.693

A.2.5. Esposizioni rotative al dettaglio qualificate 6.772.938 1.699.760 135.981 7.323.499 1.949.432 155.955

A.2.6. Altre esposizioni al dettaglio 51.432.360 14.271.352 1.141.708 40.085.295 12.806.003 1.024.480

A.2.7. Crediti commerciali acquistati - rischio di diluizione - - - - - -

A.2.8. Altre attività 2.903.056 1.446.529 115.722 2.081.864 1.016.316 81.305

A.2.9. Finanziamenti specializzati - slotting criteria 4.543.952 3.053.519 244.282 3.985.424 2.463.202 197.056

A.2.10. Trattamento alternativo delle ipoteche immobiliari - - - - - -

A.2.11. Rischio di regolamento: esposizioni per transazioni non DVP con

fattori di ponderazione regolamentari 72.065 72.065 5.765 - - -

A.3 METODOLOGIA BASATA SUI RATING INTERNI - ESPOSIZIONI IN

STRUMENTI DI CAPITALE 477.977 1.060.342 84.827 1.187.804 2.702.001 216.160

A.3.1. Metodo PD/LGD: Attività di rischio 107.682 311.374 24.910 247.009 122.291 9.783

A.3.2. Metodo della ponderazione semplice: Attività di rischio

- Strumenti di private equity detenuti in forma sufficientemente

diversificata 344.826 655.167 52.413 500.684 951.300 76.104

- Strumenti di capitale quotati sui mercati regolamentati 545 1.580 126 0 0 0

- Altri strumenti di capitale 24.924 92.221 7.378 440.111 1.628.410 130.273

A.3.3. Metodo dei modelli interni: Attività di rischio - - - - - -

RISCHIO DI CREDITO E DI CONTROPARTE

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 5

53

A. Esposizioni per cassa

a) Sofferenze - 43 - - 5.478 44.402 - - 422.483 396.677 - - - -

b) Incagli - - - - - 727 - - 43.321 51.101 - - - -

c) Esposizioni ristrutturate - - - - - - - - 274.954 217.451 - - - -

d) Esposizioni scadute - - - - - - - - - - - - - -

e) Altre attività 17.427.736 24.078.770 4.719.880 4.594.151 4.727.399 5.808.598 1.736.201 3.956.646 78.054.983 83.775.085 - 333.251 - -

Totale A 17.427.736 24.078.813 4.719.880 4.594.151 4.732.877 5.853.727 1.736.201 3.956.646 78.795.741 84.440.314 - 333.251 - -

B. Esposizioni fuori bilancio

a) Deteriorate - - - - - - - - - - - - 12.794 25.180

b) Altre - - - - - - - - - - - - 104.783.155 156.380.504

Totale B - - - - - - - - - - - - 104.795.949 156.405.684

TOTALE A+B al 31.12.2009 17.427.736 24.078.813 4.719.880 4.594.151 4.732.877 5.853.727 1.736.201 3.956.646 78.795.741 84.440.314 - 333.251 104.795.949 156.405.684

TOTALE al 31.12.2008 35.983.680 48.469.837 4.580.118 6.824.396 6.410.287 7.350.538 5.069.955 3.066.758 81.139.335 100.751.575 8 397.565 225.295.046 171.368.182

Attività finanziarie valutate al fair

value

Attività finanziarie disponibili

per la vendita

Attività finanziarie detenute fino

alla scadenza

Esposizione

lorda

Attività non correnti e gruppi

di attività in via di

dismissione

Esposizione

media

Consistenze al 31.12.2009

Esposizione

media

Esposizione

lorda

Esposizione

media

Esposizione

lorda

Esposizione

media

Esposizione

lorda

Crediti verso bancheAttività finanziarie di negoziazione

Esposizioni per cassa

Tipologia di esposizione/Portafoglio

contabile

Esposizioni fuori bilancio

Esposizione

media

Esposizione

lorda

Esposizione

media

Esposizione

lorda

Esposizione

media

Esposizione

lorda

Rischio di credito: informazioni per cassa e fuori bilancio verso banche

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

54

A. Esposizioni per cassa

a) Sofferenze - 882 37.502 12.501 96.529 435.345 47.813 38.368 32.648.558 30.707.070 102.400 94.223 - -

b) Incagli - - - - - 4.083 - - 16.430.334 12.292.007 53.026 46.135 - -

c) Esposizioni ristrutturate - - - - 872 885 - - 4.435.787 3.528.418 - 8 - -

d) Esposizioni scadute 353 144 - - 2.219 22.545 - 23 3.931.819 3.023.922 2.085 12.411 - -

e) Altre attività 35.623.539 40.894.177 9.301.410 10.207.770 33.957.290 25.951.266 8.783.605 9.890.083 537.069.551 561.981.719 430.125 992.013 - -

Totale A 35.623.892 40.895.203 9.338.912 10.220.271 34.056.910 26.414.124 8.831.418 9.928.474 594.516.049 611.533.136 587.636 1.144.790 - -

B. Esposizioni fuori bilancio

a) Deteriorate - - - - - - - - - - - - 2.082.886 1.971.515

b) Altre - - - - - - - - - - - - 193.056.486 206.566.419

Totale B - - - - - - - - - - - - 195.139.372 208.537.934

TOTALE A+B al 31.12.2009 35.623.892 40.895.203 9.338.912 10.220.271 34.056.910 26.414.124 8.831.418 9.928.474 594.516.049 611.533.136 587.636 1.144.790 195.139.372 208.537.934

TOTALE al 31.12.2008 47.696.535 68.947.296 10.867.305 8.541.672 21.904.877 23.956.129 11.659.474 10.260.326 631.849.285 617.783.428 966.744 2.641.547 221.930.640 224.762.027

Attività non correnti e gruppi

di attività in via di

dismissione

Tipologia di esposizione/Portafoglio

contabile

Esposizioni fuori bilancio

Esposizione

mediaEsposizione lorda

Esposizione

media

Esposizione

lorda

Esposizione

media

Esposizione

lordaEsposizione media

Esposizione

media

Esposizione

lordaEsposizione media Esposizione lordaEsposizione media

Rischio di credito: informazioni per cassa e fuori bilancio verso clientela

Consistenze al 31.12.2009

Esposizioni per cassa

Esposizione

lorda

Crediti verso clientelaAttività finanziarie di negoziazioneAttività finanziarie valutate al fair

value

Attività finanziarie disponibili per la

vendita

Attività finanziarie detenute fino alla

scadenza

Esposizione

lorda

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55

Esposizione lorda Esposizione netta Esposizione lorda Esposizione netta Esposizione lorda Esposizione netta Esposizione lorda Esposizione netta Esposizione lorda Esposizione netta

A. Esposizioni per cassa

a) Sofferenze 918 918 216.513 74.504 122.153 49.623 69.977 40.213 18.400 10.438

b) Incagli 395 384 9.187 2.267 7.238 3.238 5.447 4.109 21.054 21.054

c) Esposizioni ristrutturate - - 24.938 5.238 - - 250.016 235.917 - -

d) Esposizioni scadute - - - - - - - - - -

e) Altre esposizioni 12.960.347 12.950.628 82.460.215 82.438.479 5.862.122 5.859.747 2.251.292 2.248.825 3.132.223 3.132.141

Totale A 12.961.660 12.951.930 82.710.853 82.520.488 5.991.513 5.912.608 2.576.732 2.529.064 3.171.677 3.163.633

B. Esposizioni fuori bilancio

a) Sofferenze 1 1 201 11 - - - - - -

b) Incagli - - 781 781 - - - - - -

c) Altre attività deteriorate 232 232 - - - - 11.579 11.579 - -

d) Altre esposizioni 4.167.191 4.167.123 90.838.054 90.832.073 5.574.530 5.574.338 1.766.815 1.766.241 2.436.565 2.435.883

Totale B 4.167.424 4.167.356 90.839.036 90.832.865 5.574.530 5.574.338 1.778.394 1.777.820 2.436.565 2.435.883

Totale A+B al 31.12.2009 17.129.084 17.119.286 173.549.889 173.353.353 11.566.043 11.486.946 4.355.126 4.306.884 5.608.242 5.599.516

Totale al 31.12.2008 26.756.195 26.751.038 226.504.946 226.410.385 16.485.454 16.356.858 8.059.220 8.054.722 8.350.680 8.296.933

Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso banche

Tipologia di esposizione/Aree

geografiche

Asia Resto del mondo

Consistenze al 31.12.2009

Italia Altri Paesi Europei America

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

56

Esposizione lorda Esposizione netta Esposizione lorda Esposizione netta Esposizione lorda Esposizione netta Esposizione lorda Esposizione netta Esposizione lorda Esposizione netta

A. Esposizioni per cassa

a) Sofferenze 19.379.116 7.116.733 11.524.643 4.601.333 366.313 216.314 1.030.272 560.591 632.458 185.911

b) Incagli 11.517.405 8.191.725 3.998.631 2.821.896 20.656 15.522 848.887 524.987 97.781 38.494

c) Esposizioni ristrutturate 2.110.837 2.029.320 1.923.405 1.081.662 189.991 119.541 8.976 - 203.450 75.827

d) Esposizioni scadute 3.460.893 3.119.080 420.773 337.913 13.121 9.676 4.012 3.320 37.677 36.391

e) Altre esposizioni 278.594.739 277.087.554 313.818.572 312.534.579 12.572.100 12.528.546 6.972.281 6.868.151 13.207.828 13.047.362

Totale A 315.062.990 297.544.412 331.686.024 321.377.383 13.162.181 12.889.599 8.864.428 7.957.049 14.179.194 13.383.985

B. Esposizioni fuori bilancio

a) Sofferenze 282.529 253.305 515.842 376.290 5.081 4.977 94.835 88.456 - -

b) Incagli 495.351 483.279 75.194 43.927 9.927 8.553 3.595 3.135 - -

c) Altre attività deteriorate 352.658 351.382 186.181 64.396 8.658 3.687 155 92 52.880 7.701

d) Altre esposizioni 57.469.743 56.920.397 121.957.584 121.906.333 8.844.444 8.842.426 3.329.765 3.327.598 1.454.950 1.454.169

Totale B 58.600.281 58.008.363 122.734.801 122.390.946 8.868.110 8.859.643 3.428.350 3.419.281 1.507.830 1.461.870

Totale A+B al 31.12.2009 373.663.271 355.552.775 454.420.825 443.768.329 22.030.291 21.749.242 12.292.778 11.376.330 15.687.024 14.845.855

Totale al 31.12.2008 368.739.964 354.165.574 519.968.502 510.464.273 37.449.256 37.066.676 18.197.190 17.506.425 16.699.113 16.381.464

Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela

Resto del mondoTipologia di esposizione/Aree geografiche

Italia Altri Paesi Europei America Asia

Consistenze al 31.12.2009

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57

Governi Altri Enti Pubblici Società finanziarie

Esposizione

lorda

Rettifiche di

valore

complessive

Esposizione

netta

Esposizione

lorda

Rettifiche di

valore

complessive

Esposizione

netta

Esposizione

lorda

Rettifiche di

valore

complessive

Esposizione

netta

A. Esposizioni per cassa

a) Sofferenze 6.645 1.609 5.036 71.199 44.407 26.792 1.304.291 730.279 574.012

b) Incagli - - - 135.600 52.678 82.922 195.832 42.887 152.945

c) Esposizioni ristrutturate 872 467 405 67 1 66 216.767 122.744 94.023

d) Esposizioni scadute 704 138 566 3.932 1.488 2.444 105.015 14.088 90.927

e) Altre esposizioni 57.091.503 66.934 57.024.569 25.872.131 17.029 25.855.102 65.172.496 301.650 64.870.846

Totale A 57.099.724 69.148 57.030.576 26.082.929 115.603 25.967.326 66.994.401 1.211.648 65.782.753

B. Esposizioni fuori bilancio

a) Sofferenze - - - 40 - 40 29.803 4.207 25.596

b) Incagli - - - 22.848 1.675 21.173 28.118 16 28.102

c) Altre attività deteriorate - - - 3.871 121 3.750 3.333 - 3.333

d) Altre esposizioni 5.166.803 762 5.166.041 9.546.786 1.213 9.545.573 40.428.841 540.324 39.888.517

Totale B 5.166.803 762 5.166.041 9.573.545 3.009 9.570.536 40.490.095 544.547 39.945.548

TOTALE A+B 31.12.2009 62.266.527 69.910 62.196.617 35.656.474 118.612 35.537.862 107.484.496 1.756.195 105.728.301

TOTALE 31.12.2008 58.937.682 56.809 58.880.873 28.441.913 112.318 28.329.595 119.634.879 752.022 118.882.857

Consistenze al 31.12.2009

Distribuzione settoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela (prima parte)

Tipologia di esposizione/Aree

controparti

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

58

Imprese di assicurazione Imprese non finanziarie

Esposizione

lorda

Rettifiche di

valore

complessive

Esposizione

netta

Esposizione

lorda

Rettifiche di

valore

complessive

Esposizione

netta

Esposizione

lorda

Rettifiche di

valore

complessive

Esposizione

netta

A. Esposizioni per cassa

a) Sofferenze 40.490 20.989 19.501 21.679.329 13.373.378 8.305.951 9.830.848 6.081.258 3.749.590

b) Incagli 5.401 1.693 3.708 10.603.557 3.019.146 7.584.411 5.542.970 1.774.332 3.768.638

c) Esposizioni ristrutturate 17.800 357 17.443 4.106.536 986.564 3.119.972 94.617 20.176 74.441

d) Esposizioni scadute 5.830 333 5.497 3.120.669 258.917 2.861.752 700.326 155.132 545.194

e) Altre esposizioni 2.282.489 4.896 2.277.593 312.471.338 1.789.516 310.681.822 162.275.563 919.303 161.356.260

Totale A 2.352.010 28.268 2.323.742 351.981.429 19.427.521 332.553.908 178.444.324 8.950.201 169.494.123

B. Esposizioni fuori bilancio

a) Sofferenze 265 73 192 829.262 164.192 665.070 48.925 11.131 37.794

b) Incagli 11 6 5 513.296 32.363 480.933 9.910 932 8.978

c) Altre attività deteriorate 16 4 12 591.065 178.143 412.922 2.123 843 1.280

d) Altre esposizioni 2.155.272 263 2.155.009 121.394.058 55.339 121.338.719 14.364.726 7.662 14.357.064

Totale B 2.155.564 346 2.155.218 123.327.681 430.037 122.897.644 14.425.684 20.568 14.405.116

TOTALE A+B 31.12.2009 4.507.574 28.614 4.478.960 475.309.110 19.857.558 455.451.552 192.870.008 8.970.769 183.899.239

TOTALE 31.12.2008 3.780.075 37.185 3.742.890 530.674.493 15.867.150 514.807.343 219.584.983 8.644.129 210.940.854

Consistenze al 31.12.2009

Altri soggetti

Distribuzione settoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela (seconda parte)

Tipologia di esposizione/Aree

controparti

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 5

59

Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività finanziarie

A vista

Da oltre 1

giorno a 7

giorni

Da oltre 7

giorni a 15

giorni

Da oltre 15

giorni a 1 mese

Da oltre 1 mese

a 3 mesi

Da oltre 3 mesi

a 6 mesi

Da oltre 6 mesi

fino a 1 anno

Da oltre 1 anno

fino a 5 anniOltre 5 anni

Durata

Indeterminata

Attività per cassa 107.987.878 30.916.397 14.478.672 34.944.772 49.277.043 39.403.434 55.815.308 194.222.306 200.809.160 43.901.438

a) Titoli di stato 215.945 717.416 1.337.125 50.581 1.466.481 5.880.254 8.768.064 20.781.624 15.817.883 3.424

b) Titoli di debito altri 254.588 65.437 1.722.967 1.519.890 3.503.524 2.952.650 4.597.619 27.416.233 27.003.114 7.887.316

c) Quote O.I.C.R. 205.665 30.115 - 62 5 62 125 261.913 136.384 4.467.779

d) Finanziamenti 107.311.680 30.103.429 11.418.580 33.374.239 44.307.033 30.570.468 42.449.500 145.762.536 157.851.779 31.542.919

- Banche 30.492.231 11.206.901 4.008.029 6.740.011 11.344.247 2.499.192 4.173.577 1.558.467 1.526.310 3.334.576

- Clientela 76.819.449 18.896.528 7.410.551 26.634.228 32.962.786 28.071.276 38.275.923 144.204.069 156.325.469 28.208.343

Operazioni fuori bilancio

a) Derivati finanziari con scambio di capitale

- posizioni lunghe 210.081 29.759.489 14.233.147 14.580.110 32.073.057 12.437.258 5.478.208 23.791.950 5.519.155 2

- posizioni corte 209.983 32.319.392 12.206.275 14.541.348 34.338.471 8.967.166 5.662.425 24.830.775 6.369.364 1

b) Derivati finanziari senza scambio di

capitale

- posizioni lunghe 84.333.638 1.962.633 3.062.563 5.261.826 7.037.954 4.746.851 9.881.770 18.198.721 12.275.169 566

- posizioni corte 94.737.548 1.994.724 2.953.891 5.212.538 6.626.697 4.090.383 8.884.407 15.098.418 9.742.550 566

c) Depositi e finanziamenti da ricevere

- posizioni lunghe 767.624 1.202.896 - 198 1.149 51.064 1.337 212 - -

- posizioni corte 896 1.433.678 22.538 144.203 290.133 109.892 22.929 212 - -

d) Impegni irrevocabili ad erogare fondi

- posizioni lunghe 11.969.420 12.207.243 749.792 5.276.974 5.005.604 3.751.404 15.838.203 29.024.430 9.804.348 4.868.226

- posizioni corte 40.063.299 2.761.306 449.467 3.771.281 2.113.385 2.879.501 14.178.694 19.259.582 3.992.266 4.583.831

e) Garanzie finanziarie rilasciate 2.636.825 23.902 79.420 96.180 206.635 335.655 509.259 1.425.560 448.069 3.163.232

Categorie/Scaglioni temporali

Consistenze al 31.12.2009

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

60

Esposizione per cassa: dinamica delle rettifiche di valore complessive

Sofferenze IncagliEsposizioni

ristrutturate

Esposizioni

scaduteTotale Sofferenze Incagli

Esposizioni

ristrutturate

Esposizioni

scaduteTotale

A. Rettifiche complessive iniziali 284.165 40.448 117.065 - 441.678 18.380.721 2.778.937 593.218 284.577 22.037.453

B. Variazioni in aumento 207.503 12.681 33.799 - 253.983 7.496.398 4.149.962 1.092.502 555.369 13.294.231

B.1 Rettifiche di valore 48.922 10.023 33.799 - 92.744 6.272.303 3.211.261 413.759 332.602 10.229.925

B.2 Trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate 155.415 920 - - 156.335 1.087.865 596.183 135.555 22.034 1.841.637

B.3 Altre variazioni in aumento 3.166 1.738 - - 4.904 136.230 342.518 543.188 200.733 1.222.669

C. Variazioni in diminuzione 239.403 40.860 117.065 - 397.328 5.625.199 2.038.163 555.411 409.850 8.628.623

C.1 Riprese di valore da valutazione 142 - - - 142 726.076 348.287 69.388 47.068 1.190.819

C.2 Riprese di valore da incasso 42.476 753 - - 43.229 791.055 151.029 107.093 13.356 1.062.533

C.3 Cancellazioni 127.307 15 - - 127.322 2.469.580 239.049 85.573 2.408 2.796.610

C.4 Trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate 921 38.349 117.065 - 156.335 266.703 1.089.477 211.010 274.447 1.841.637

C.5 Altre variazioni in diminuzione 68.557 1.743 - - 70.300 1.371.785 210.321 82.347 72.571 1.737.024

D. Rettifiche complessive finali 252.265 12.269 33.799 - 298.333 20.251.920 4.890.736 1.130.309 430.096 26.703.061

Causali/Categorie

Esposizioni verso banche Esposizioni verso clientela

Consistenze al 31.12.2009

Le rettifiche nette di valore, comprensive di quelle relative alle “Altre esposizioni”, imputate al conto Economico nel semestre ammontano a:

- Crediti verso banche 69.387

- Crediti verso clientela 7.988.815

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61

Tavola 6 - Rischio di credito:informazioni relative ai portafogliassoggettati al metodo standardizzatoe alle esposizioni creditiziespecializzate e in strumenti di capitalenell’ambito dei metodi IRB

Informativa qualitativa

Rischio di credito – metodologia standardizzata

Elenco delle ECAI (Agenzia esterna per la valutazione del merito di credito - External Credit

Assessment Institution) ed ECA (Agenzia per il credito all’esportazione - Export Credit Agency)

utilizzate nella metodologia standardizzata e dei portafogli in cui sono applicati i rating delle stesse.

Rischio di credito

Portafogli ECA / ECAICaratteristiche

(1)

del rating

Esposizioni versoamministrazioni centrali ebanche centrali

Esposizioni versoorganizzazioniinternazionali

Esposizioni verso banchemultilaterali di sviluppo

Esposizioni verso impreseed altri soggetti

Esposizioni verso organismidi investimento collettivodel risparmio (OICR)

- Fitch Ratings;- Moody's Investor Services;- Standard and Poor's Rating

Services

Solicited e unsolicited

(1) solicited rating: il rating rilasciato sulla base di una richiesta del soggetto valutato e verso un corrispettivo. Sono equiparati

ai solicited rating i rating rilasciati in assenza di richiesta qualora precedentemente il soggetto abbia ottenuto un solicitedrating dalla medesima ECAI;

unsolicited rating: il rating rilasciato in assenza di richiesta del soggetto valutato e di corresponsione di un corrispettivo.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

62

Cartolarizzazioni

Portafogli ECA / ECAI

Posizioni verso lecartolarizzazioni aventi unrating a breve termine

Posizioni verso lecartolarizzazioni diverse daquelle aventi un rating abreve termine

- Fitch Ratings;- Moody's Investor Services;- Standard and Poor's Rating

Services

Informativa quantitativa

Finanziamenti specializzati - slotting criteria

Valore dell'esposizione al 31.12.2009

1 - forte 2 - buono 3 - sufficiente 4 - debole 5 - default

Durata residua inferiore a 2,5 anni 64.834 730.331 30.185 354 146.000

Durata residua pari o superiore a 2,5 anni 456.716 2.189.061 218.724 82.343 625.404

Totale finanziamenti specializzati al 31.12.2009 521.550 2.919.392 248.909 82.697 771.404

Totale finanziamenti specializzati al 31.12.2008 520.468 2.443.646 258.577 14.607 748.126

Categorie regolamentariDurata residua/Giudizio

Strumenti di capitale - metodo della ponderazione semplice

Categorie Ponderazioni

Valore

dell'esposizione al

31.12.2009

Valore

dell'esposizione al

31.12.2008

Strumenti di private equity detenuti informa sufficientemente diversificata 190% 344.826 500.684

Strumenti di capitale quotati sui mercati regolamentati 290% 545 0

Altri strumenti di capitale 370% 24.924 440.111

Totale strumenti di capitale 370.295 940.795

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63

Consistenze al 31.12.2009 Consistenze al 31.12.2008

Garanzia realeGaranzia

personale

Derivati su

creditiGaranzia reale

Garanzia

personaleDerivati su crediti

Esposizioni verso o garantite da

Amministrazioni Centrali e Banche Centrali 769.332 11.967.177 - 4.137 10.197.175 -

- classe di merito creditizio 1 79.218.944 89.740.361

- classe di merito creditizio 2 807.133 997.085

- classe di merito creditizio 3 3.195.113 3.175.226

- classi di merito creditizio 4 e 5 3.787.149 3.662.990

- classe di merito creditizio 6 - -

Esposizioni verso o garantite da Enti

territoriali 35.496 5.116.674 50.300 17.373 4.962.503 27.187

- classe di merito creditizio 1 38.368.028 35.516.431

- classe di merito creditizio 2 387.081 452.889

- classe di merito creditizio 3 - -

- classi di merito creditizio 4 e 5 228.859 67.649

- classe di merito creditizio 6 - -

Esposizioni verso o garantite da Enti senza

scopo di lucro ed Enti del settore pubblico 421.938 1.469.577 - 603.162 1.182.560 -

- classe di merito creditizio 1 10.508.935 9.017.321

- classe di merito creditizio 2 439.158 219.048

- classe di merito creditizio 3 - -

- classi di merito creditizio 4 e 5 1.991.451 2.987.953

- classe di merito creditizio 6 - -

Esposizioni verso o garantite da Banche

multilaterali di sviluppo - - - - - 451

- classe di merito creditizio 1 333.461 516.038

- classe di merito creditizio 2 - -

- classe di merito creditizio 3 2.408 18.288

- classi di merito creditizio 4 e 5 - -

- classe di merito creditizio 6 - -

Esposizioni verso o garantite da

Organizzazioni internazionali - - - - 170.160 - 88.353 -

Esposizioni verso o garantite da

Intermediari vigilati 19.092.707 760.515 962.506 33.229.766 7.098.725 474.186

- classe di merito creditizio 1 26.708.337 75.220.599

- classe di merito creditizio 2 2.944.289 4.234.018

- classe di merito creditizio 3 - 0

- classi di merito creditizio 4 e 5 1.082.289 3.188.696

- classe di merito creditizio 6 851 2.839

Esposizioni verso o garantite da Imprese 10.927.190 3.572.383 - 15.163.442 3.949.956 -

- classe di merito creditizio 1 4.541.877 7.530.657

- classe di merito creditizio 2 8.419.196 5.983.225

- classi di merito creditizio 3 e 4 160.294.562 214.737.225

- classi di merito creditizio 5 e 6 1.664.927 134.633

Esposizioni al dettaglio 64.838.625 12.033.314 232.400 - 76.131.999 17.145.151 9.179 -

Esposizioni garantite da immobili 32.473.740 2.651.508 485 - 50.525.594 3.461.419 469 -

Esposizioni scadute 8.826.877 466.074 12.570 - 8.337.504 35.322 299.279 -

Esposizioni ad alto rischio 1.688.822 100 - - 1.696.716 8.000 - -

Esposizioni sotto forma di obbligazioni

bancarie garantite 1.893.095 - 60.226 - 2.115.995 - 270.000 -

Esposizioni a breve termine verso imprese - 350 - - 434 -

- classe di merito creditizio 1 105.407 854.044

- classe di merito creditizio 2 418.361 406

- classe di merito creditizio 3 306.178 1.244.896

- classi di merito creditizio da 4 a 6 - -

Esposizioni verso Organismi di

investimento collettivo del risparmio

(O.I.C.R.) - - - - - -

- classe di merito creditizio 1 12 389.706

- classe di merito creditizio 2 79.269 257.059

- classi di merito creditizio 3 e 4 3.491.381 817.502

- classi di merito creditizio 5 e 6 324 435

Altre esposizioni 28.002.461 331.342 26.960 - 32.155.730 840.637 25.014 -

Totale attività di rischio per cassa 354.927.682 7.947.023 21.146.785 513.973 413.878.664 12.082.763 20.772.407 472.321

Totale garanzie rilasciate e impegni a

erogare fondi 114.480.260 1.781.912 2.072.532 498.833 155.791.643 2.361.925 7.311.240 29.503

Totale contratti derivati 13.832.912 310.675 - - 20.930.693 676.248 - -

Totale operazioni SFT e operazioni con

regolamento a lungo termine 3.696.135 36.689.391 - - 41.499.917 55.387.473 - -

Compensazione tra prodotti diversi 111.611 - - - - - - -

Totale generale 487.048.600 46.729.001 23.219.317 1.012.806 632.100.917 70.508.409 28.083.647 501.824

Metodologia standardizzata delle attività di rischio

Valore

dell'esposizione

Esposizioni garantite

Portafogli

Esposizioni garantite

Valore

dell'esposizione

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 7

65

Tavola 7 – Rischio di credito: informativasui portafogli cui si applicano gli approcciIRB

Informativa qualitativa

Con provvedimento N. 365138 del 28 marzo 2008 Banca d’Italia ha autorizzato il Gruppo Unicredit

all’utilizzo dei metodi avanzati per la determinazione del requisito patrimoniale sui rischi di credito e sui

rischi operativi.

In una prima fase, dette metodologie sono state adottate dalla Capogruppo, da alcune controllate italiane

nonché da HypoVereinsbank (HVB AG) e da UniCredit Bank Austria (BA AG), mentre, successivamente,

ne è stata prevista l’applicazione da parte delle altre società secondo un piano di estensione progressiva

approvato dal Gruppo e comunicato all’Autorità di Vigilanza.

Con specifico riferimento al rischio di credito, il Gruppo è stato autorizzato ad utilizzare le stime interne

dei parametri PD e LGD per il portafoglio crediti di Gruppo (Stati Sovrani, Banche, Multinationazionali e

transazioni di Global Project Finance) e per i portafogli creditizi locali delle banche italiane del Gruppo

(mid-corporate e retail). Relativamente ai suddetti portafogli, sono attualmente in uso i parametri di EAD

regolamentare. Per HVB e BA, invece, anche il parametro EAD deriva da modelli locali interni autorizzati

dall’Autorità, così come le PD e le LGD.

In generale, il seguente schema riassuntivo presenta i sistemi di rating in uso nel Gruppo con

l’indicazione delle Entità in cui sono utilizzati e della asset class di riferimento.

* In attesa di autorizzazione da parte dell’Organo di Vigilanza

Sistema di rating Soggetto Giuridico Portafoglio di attività

Stati Sovrani (PD, LGD, EAD*)

UCI, HVB, BA, UCCB,

UCB, BDR, BDS,

UCFIN

Amministrazioni centrali

e banche centrali

Banche (PD, LGD, EAD*)

UCI, HVB, BA, UCCB,

UCB, BDR, BDS,

UCFIN

Intermediari Vigilati

Multinazionali (PD, LGD, EAD*) UCI, UCCB, HVB, BA Imprese

Global Project Finance (PD, LGD, EAD*) HVB, UCCB, MCC Imprese

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

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Sistema di ratingSoggetto

GiuridicoPortafoglio di attività

Rating Integrato Corporate (RIC) PD UCCB Imprese

RIC LGDUCCB, Aspra

FinanceImprese

Mid Corporate (PD, LGD, EAD) HVB Imprese

Commercial Real Estate Finance (PD, LGD, EAD) HVBImprese / Esposizioni al

dettaglio

Asset Backed Commercial Paper (PD, LGD, EAD) HVBPosizioni verso la

cartolarizzazione

Income Producing Real Estate (IPRE) Slotting Criteria HVB Imprese

Acquisition and Leverage Finance (PD, LGD, EAD) HVB Imprese

Global Shipping (PD, LGD, EAD) HVB Imprese

Mid Corporate (PD, LGD, EAD) BA Imprese

IPRE (PD, LGD, EAD) BA Imprese

Non Profit (PD, LGD, EAD) BA Imprese

Rating Integrato Small Business (RISB) PD UCB, BDR, BDS Esposizioni al dettaglio

RISB LGDUCB, BDR, BDS,

Aspra FinanceEsposizioni al dettaglio

Rating Integrato Privati (RIP) Mutui Ipotecari PDUCB, BDR, BDS,

UCFINEsposizioni al dettaglio

Rating Integrato Privati (RIP) Mutui Ipotecari LGD

UCB BDR, BDS,

Aspra Finance,

UCFIN

Esposizioni al dettaglio

Small Business (PD, LGD, EAD) HVB Esposizioni al dettaglio

Private Individuals (PD, LGD, EAD) HVB Esposizioni al dettaglio

Small Business (PD, LGD, EAD) BA Esposizioni al dettaglio

Private Individuals (PD, LGD, EAD) BA Esposizioni al dettaglio

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 7

67

Nel corso del 2009 il progredire delle attività atte a estendere progressivamente i metodi IRB hanno

portato il Gruppo, nel rispetto del piano di roll-out condiviso con le autorità di vigilanza, a chiedere

l’autorizzazione per l’adozione dell’approccio “foundation”, in sette banche controllate (UniCredit Bank

Serbia, UniCredit Bank Slovakia, UniCredit Bank Slovenia, UniCredit Bank Hungary, UniCredit Bank

Czech Republic, Zagrebacka Banka, UniCredit Bank Ireland) e dell’approccio avanzato in due banche

estere (UniCredit Bank Luxembourg, Bank Pekao) e una società prodotto (UniCredit Leasing). Lo schema

seguente illustra brevemente i sistemi di rating oggetto di istanza di autorizzazione nel 2009 e la classe di

attività di riferimento.

Entità giuridica Sistema di rating Classe di Attività

UniCredit Bank

SerbiaMid Corporate (PD) Imprese

GW Banche (PD) Intermediari Vigilati

GW Multinational (PD)

Mid Corporate (PD)

UniCredit Bank

Slovakia

Income Producing Real Estate (PD)

Imprese

GW Banche (PD) Intermediari Vigilati

GW Multinational (PD)UniCredit Bank

SloveniaMid Corporate (PD)

Imprese

GW Banche (PD) Intermediari Vigilati

GW Multinational (PD)UniCredit Bank

HungaryMid Corporate (PD)

Imprese

GW Stati Sovrani (PD) Amministrazioni Centrali e Banche Centrali

GW Banche (PD) Intermediari Vigilati

GW Multinational (PD)

GW Global Project Finance (PD)

Income Producing Real Estate (PD)

UniCredit Bank

Czech Republic

Mid Corporate (PD)

Imprese

GW Stati Sovrani (PD) Amministrazioni Centrali e Banche Centrali

GW Banche (PD) Intermediari Vigilati

Mid Corporate (PD)

Zagrebacka

Banka (Croatia)

Small Corporate (PD)Imprese

GW Multinational (PD,LGD, EAD)

Mid Corporate (PD,LGD, EAD)

Small Coprorate (PD,LGD, EAD)

ImpreseUniCredit Bank

Pekao

Private Individuals (PD,LGD, EAD) Esposizioni al dettaglio

GW Banche (PD,LGD,EAD) Intermediari Vigilati

GW Multinational (PD,LGD, EAD)

Mid Corporate (PD,LGD, EAD)

Commercial real estate finance (PD, LGD, EAD)

Acquisition & leveraged finance (PD,LGD, EAD)

ImpreseUniCredit Bank

Luxembourg

Private Individuals (PD,LGD, EAD) Esposizioni al dettaglio

UniCredit Bank

IrelandGW Banche (PD,LGD,EAD) Intermediari Vigilati

Operazioni di Leasing con clientela Corporate

(PD,LGD, EAD)UniCredit Leasing

Operazioni di Leasing con clientela SME

(PD,LGD, EAD)

Imprese

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

68

Inoltre, sempre nel corso del 2009, sono proseguite le attività volte a completare l’estensione dei metodi

avanzati per la determinazione del rischio di credito. Tali attività hanno portato a richiedere all’autorità di

vigilanza l’autorizzazione all’utilizzo ai fini regolamentari di cinque nuovi sistemi di rating: tre nell’ambito

del portafoglio di esposizioni al dettaglio delle controllate italiane (scoperti di conto e le carte di credito,

prestiti personali e cessione del quinto dello stipendio) e due per il portafoglio imprese di HVB, come

illustrato di seguito:

Sistema di rating Soggetto Giuridico Portafoglio di attività

Scoperti di conto e

Carte di CreditoUCB, BDR, BDS

Esposizioni rotative al

dettaglio qualificate

Prestiti Personali UCFin Altre esposizioni al dettaglio

Salary loans UCFin Altre esposizioni al dettaglio

Wind Project Finance HVB Imprese

Foreign SME HVB Imprese

I sistemi indicati nei due schemi precedenti non sono ancora utilizzati ai fini del calcolo del requisito

regolamentare derivante dagli obblighi di Primo Pilastro; le attività di verifica necessarie alle autorità di

vigilanza per la convalida di tali approcci sono previste nel corso del 2010.

Infine, alcuni dei sistemi di rating già AIRB sono stati oggetto di estensione su specifici segmenti: in

particolare, il perimetro di applicazione dei sistemi Group Wide per Banche e Multinational è stato

allargato rispettivamente ai segmenti Securities Industry e Corporate Treasury/Funding Vehicles e il

framework LGD GW è stato arricchito del modello per le esposizioni non garantite (Junior Debt). In Italia,

sono stati estesi alla clientela ex Capitalia i sistemi di rating RIC, RISB e RIP Mutui ipotecari; il perimetro

di quest’ultimo è stato ache ampliato ai dipendenti del Gruppo.

Tutti i sistemi di rating interno adottati dal Gruppo rappresentano una componente fondamentale dei

processi decisionali e di governance. In particolare le aree di maggiore utilizzo sono le seguenti:

i processi creditizi, nelle diverse fasi:

- concessione / riesame. L’assegnazione dei rating interni rappresenta un momento

fondamentale nel processo di valutazione del merito di credito della controparte /

transazione e costituisce la fase preliminare per la concessione / riesame delle linee di

credito. Il rating, assegnato prima della delibera, viene reso disponibile nell’ambito del

processo di erogazione, integrato, in maniera sostanziale, nella valutazione e

commentato nella proposta creditizia. Pertanto il rating rappresenta un fattore

fondamentale, con l’ammontare delle esposizioni creditizie, per definire l’Organo

competente per la delibera;- monitoraggio. Il processo di monitoraggio creditizio è finalizzato ad individuare ed a

reagire tempestivamente ai primi sintomi di possibile deterioramento della qualità

creditizia del cliente, consentendo pertanto di intervenire nella fase antecedente

all’effettivo stato di default (quando cioè esiste ancora la possibilità di recupero della

creditoria). Le azioni si focalizzano principalmente sul controllo andamentale

dell’esposizione, fino a giungere, laddove necessario, al totale disimpegno nei confronti

del cliente. Oltre a determinare un positivo impatto in termini di EAD, la fase di

monitoraggio consente l’ottimizzazione delle condizioni per una eventuale successiva

fase di recupero, tramite richiesta di garanzie aggiuntive, con conseguente riduzione

della LGD;

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 7

69

- recupero crediti. Il processo di valutazione della strategia da adottare per posizioni

classificate a default, condotta a livello di cliente / transazione e finalizzata al calcolo

simulato del Valore Netto Attualizzato degli importi netti recuperati e della LGD, si basa

sulla definizione della LGD stessa. In presenza di strategie di recupero alternative, viene

selezionata quella associata al più basso valore di LGD. La LGD rappresenta inoltre la

base per il pricing da attribuire al passaggio dei crediti non performing ad Aspra Finance;- le politiche di accantonamento. Per la clientela in bonis è stata adottata la

metodologia delle perdite “sostenute” ma non “riportate” (“Incurred but not reported

losses”, IBNR), che utilizza i valori della perdita Attesa mediante il parametro Loss

Confirmation Period (LCP) per il calcolo degli accantonamenti. Per le controparti

classificate a default, le previsioni di perdita si basano sulla valutazione del profilo di

rischio dell’esposizione e della LGD;- la gestione ed allocazione del capitale. Il rating è elemento essenziale anche per

quanto attiene al processo di quantificazione, gestione ed allocazione del capitale. In

particolare, gli output dei sistemi di rating vengono integrati, a livello di Capogruppo, con

riferimento al Gruppo nel suo complesso, nei processi volti alla misurazione del capitale

(sia regolamentare sia economico) ed alla gestione del medesimo, come pure in quelli

volti alla determinazione delle misure “risk adjusted performance” e del conto economico

rettificato a fini di pianificazione strategica;- la pianificazione strategica. La rischiosità della clientela rappresenta un driver

rilevante nel contesto della pianificazione strategica, del budgeting e delle previsioni, per

la quantificazione dell’RWA, delle rettifiche nette di conto economico e degli impieghi di

stato patrimoniale;- la reportistica. Vengono prodotti specifici report per l’Alta Direzione a livello consolidato

/ divisionale/ regionale e per singola Entità, che mostrano l’andamento del portafoglio di

rischio di credito, fornendo informazioni sulla Esposizione a Default, Perdita Attesa, PD e

LGD medie per i diversi segmenti di clientela, in accordo con i sistemi di rating interni

implementati. I rating sono inoltre utilizzati nella definizione del pricing e degli MBO da

assegnare ai Gestori, nonché nell’identificazione dei clienti con EVA negativo, su cui

vengono adottate azioni mirate.

Per il raggiungimento della compliance alla c.d. normativa di Basilea 2, il Gruppo UniCredit ha effettuato

specifiche attività finalizzate a definire e soddisfare tutti i requisiti necessari per l’applicazione delle

tecniche di Credit Risk Mitigation (CRM). Si è infatti proceduto alla:

emissione di policies che rappresentano il recepimento, l’interpretazione e l’interiorizzazione dei

requisiti normativi della CRM all’interno del Gruppo. La produzione di questa documentazione -

per la quale si è fatto riferimento alla “Circolare della Banca d'Italia n. 263 del 27 dicembre 2006”

e successivi aggiornamenti, alle direttive comunitarie 2006/48/CE e 2006/49/CE ed al documento

"Convergenza internazionale della misurazione del capitale e dei coefficienti patrimoniali. Nuovo

schema di regolamentazione" del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria - ha perseguito

diversi obiettivi, volti ad incoraggiare l’ottimizzazione della gestione delle garanzie ed a definire le

regole di ammissibilità, valutazione, monitoraggio e gestione delle garanzie personali e reali in

linea con i requisiti generali e specifici;

definizione di nuovi processi che rappresentano l’applicazione delle policies nella gestione delle

garanzie all’interno del Gruppo. Sulla base di una gap analysis tra l’”as-is” ed il modello target si

è proceduto ad implementare nuovi processi di gestione delle garanzie, coerentemente con

quanto previsto dalla normativa Banca d’Italia e dalle linee guida di Gruppo. Poiché nella

valutazione delle tecniche di CRM Gruppo UniCredit enfatizza l’importanza del requisito della

certezza legale, particolare importanza è stata prestata nell’implementazione dei processi

necessari al suo soddisfacimento;

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

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implementazione di strumenti IT che permettono di informatizzare il processo di gestione delle

garanzie. In particolare, Gruppo UniCredit ha sviluppato un solido ed efficace sistema per

l’applicazione delle tecniche di CRM a partire dalla fase di valutazione ed acquisizione delle

garanzie, sino a quella di monitoraggio ed escussione delle stesse. L’implementazione del

sistema informativo ha permesso di gestire, raccogliere ed archiviare i dati necessari alla verifica

del soddisfacimento dei requisiti richiesti per l’ammissibilità ed al calcolo degli indicatori di rischio.

Tali dati sono utilizzati per definire se le garanzie sono da considerarsi valide ai fini di CRM e per

applicare opportuni scarti prudenziali come richiesto dalla normativa di Basilea 2 (per la

valutazione della rischiosità delle garanzie reali finanziarie, il Gruppo si sta dotando di scarti

stimati internamente, basati sulla metodologia Value at Risk, già in uso presso alcune LE del

gruppo)1.

Inoltre lo sviluppo dei sistemi di rating avanzati e la loro introduzione nei processi aziendali ha

comportato, in base al nuovo impianto regolamentare, la necessità di istituire, sia presso la Capogruppo

che presso le Entità, un processo di convalida dei sistemi di rating ed un ampliamento delle attività

richieste alla funzione di Internal Audit con riferimento alla revisione dei sistemi stessi.

Obiettivo del processo di convalida è esprimere un giudizio in merito al regolare funzionamento, alla

capacità predittiva e performance complessiva dei sistemi IRB adottati ed alla loro coerenza con le

prescrizioni normative e gli standard interni, in particolare mediante:

valutazione del processo di sviluppo del modello, con specifico riferimento alla logica sottostante

e ai criteri metodologici a supporto della stima dei parametri di rischio;

valutazione dell’accuratezza delle stime di tutte le componenti rilevanti di rischio mediante analisi

di performance del sistema, calibrazione dei parametri e benchmarking;

accertamento che il sistema di rating sia effettivamente utilizzato nei diversi ambiti della gestione;

analisi dei processi operativi, dei presidi di controllo, della documentazione e delle infrastrutture

informatiche connesse con i sistemi di rating.

Il processo di convalida istituito nell’ambito del Gruppo prevede in primo luogo la distinzione tra

validazione iniziale e nel tempo (ongoing).

La validazione iniziale ha l’obiettivo di valutare il posizionamento dei sistemi di rating del Gruppo in

relazione ai requisiti minimi regolamentari e alle linee guida e agli standard di Gruppo inerenti

metodologia, processi, qualità dei dati, procedure di validazione quantitativa e qualitativa, governance

interna ed ambiente tecnologico, identificando eventuali gap o criticità rispetto a tali requisiti.

La validazione ongoing ha invece l’obiettivo di valutare in modo continuativo il corretto funzionamento del

sistema di rating in tutte le sue componenti e di monitorarne la coerenza rispetto ai requisiti interni e

regolamentari.

In secondo luogo il processo prevede distinte attribuzioni di responsabilità per la convalida dei cosiddetti

Sistemi Group-wide e per quelli Locali.

Per i Sistemi Group-wide, la cui metodologia è unica a livello di Gruppo, la responsabilità è assegnata allaCapogruppo, mentre per i sistemi di rating locali la responsabilità compete alle singole Entità. AllaCapogruppo è tuttavia assegnato il compito di monitorare sia in fase iniziale che nel tempo l’adeguatosvolgimento delle attività di sviluppo e validazione svolte localmente ed il corretto funzionamento delsistema di rating fornendo al contempo suggerimenti derivanti dall’attività di benchmarking interno edesterno e finalizzati al perseguimento della best practice. Sulla base dell’attività di rivalidazione laCapogruppo emana un parere non vincolante (Non Binding Opinion) sui sistemi di rating locali sia in faseiniziale, preventivamenteall’approvazione da parte degli organi competenti, sia a seguito delle attività on-going.

1 Per maggiori dettagli sulla gestione del processo di riconoscimento delle tecniche di attenuazione del rischio di credito si faccia riferimento alla Tavola 8“Tecniche di mitigazione del rischio del credito - Informativa qualitativa”.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 7

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L’Unità responsabile delle attività di convalida è indipendente, oltre che dalle unità responsabili dello

sviluppo dei modelli, anche dalla funzione di revisione interna che sottopone a verifica il processo e l’esito

della convalida.

Tale unità ha definito le linee guida di validazione dei sistemi di rating finalizzate ad una convergenza

verso modalità di validazione omogenee sia in termini di contenuti che di strumenti, garantendo in tal

modo una condivisione dei criteri di valutazione dei risultati, anche mediante l’introduzione di valori soglia

comuni (trigger) e favorendo il confronto tra i diversi sistemi. L’utilizzo dei trigger consente la riconduzione

dei risultati dei test ad un sistema semaforico i cui colori sono associati a diversi livelli di gravità dei

fenomeni rilevati.

Uno sforzo particolare è stato dedicato alla definizione di un approccio comune alla validazione dei

modelli, con l’identificazione dei test minimi richiesti e delle modalità di rappresentazione dei relativi

risultati. Le tipologie di test si dividono in analisi qualitative ed in analisi quantitative:

nella parte qualitativa si valutano la bontà della metodologia utilizzata per la creazione del

modello, l’inclusione di tutti i fattori rilevanti e la rappresentatività dei dati utilizzati in fase di

sviluppo;

nella parte quantitativa si valutano performance, stabilità e calibrazione con riferimento sia al

modello nel suo complesso che alle specifiche componenti e ai singoli fattori.

E’ stata definita una struttura gerarchica delle suddette analisi, prevedendo un livello di dettaglio in

funzione sia della specifica fase di validazione (iniziale, ongoing) o di monitoraggio continuativo sia dei

risultati ottenuti. Lo svolgimento di taluni test viene infatti richiesto solo qualora si rilevino criticità nelle

svolgimento delle analisi di ordine gerarchico superiore.

I dati e i documenti relativi alle attività di convalida sinora effettuate sono memorizzati in appositi spazi di

archiviazione che garantiscono una rapida consultazione, la sicurezza delle informazioni e la replicabilità

di tutte le analisi effettuate.

Inoltre il Gruppo si avvale di un tool di validazione che permette di calcolare, oltre agli indicatori previsti

dal Comitato di Basilea nel Working Paper 14 “Studies on the validation of Internal Rating Systems”, le

statistiche previste dalle linee guida di Gruppo per la validazione dei modelli di rischio di credito; lo stesso

è conforme ai requisiti IT di Banca d'Italia e si integra perfettamente con l’ambiente di laboratorio. Questo

tool si stà progressivamente implementando nelle Legal Entities del Gruppo.

I risultati dell’attività di convalida interna, che coinvolgono i sistemi di rating in ogni loro componente

(metodologie, processi e aspetti Data Quality e IT), sono annualmente sintetizzati nell’ambito di una

relazione, il cui obiettivo è portare all’attenzione del Top Management e delle Autorità di Vigilanza il grado

di adeguatezza dei sistemi oggetto di convalida nonché le principali aree di miglioramento relative agli

stessi.

Le aree di analisi riconducibili ai requisiti organizzativi previsti dalla Circolare sono infatti disegno del

modello (model design), utilizzo interno (internal use) e reporting, IT e qualità dei dati (IT/data quality) e

governo societario (governance).

Obiettivo invece dell’attività di Internal Audit sui sistemi di rating interni è la verifica della funzionalità del

complessivo assetto dei controlli sui medesimi che consiste nel verificare:

la conformità dei sistemi IRB rispetto ai requisiti normativi;

l’utilizzo gestionale dei sistemi di rating;

l’adeguatezza e completezza del processo di convalida dei sistemi di rating.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

72

In tale contesto la Direzione Internal Audit di Capogruppo (da ora UC IAD), allo scopo di supportare le

Entità sulla qualità (funzionalità/adeguatezza) dei Sistemi dei Controlli Interni e curare l’evoluzione delle

metodologie di internal audit in coerenza con i mutamenti degli scenari di riferimento, ha coordinato lo

sviluppo di una metodologia comune per l’effettuazione delle attività di audit e ne gestisce nel continuo il

mantenimento ed il miglioramento.

Tale metodologia è stata sviluppata al fine di valutare la fondatezza delle conclusioni delle funzioni di

controllo del rischio ed il rispetto del requisiti normativi previsti con particolare riferimento al processo di

convalida interna dei sistemi interni di misurazione e controllo del rischio. Si precisa peraltro che la

funzione di Internal Audit non è direttamente coinvolta nella progettazione/selezione del modello.

In continuità con la propria mission UC IAD effettua attività di audit direttamente su UniCredit SpA e, ove

necessario, anche presso le entità del Gruppo, nonché coordinando le attività delle funzioni di Internal

Audit.

In particolare, le verifiche necessarie alla valutazione della funzionalità dei sistemi di rating trovano

adeguato spazio nella pianificazione dell’attività di audit nell’ambito del Gruppo (processo di audit

planning). Tali attività sono promosse da UC IAD che ne condivide l’inserimento nel piano dei controlli

delle funzioni di Internal Audit delle Entità del Gruppo. UC IAD provvede quindi al monitoraggio

sull’effettuazione di tali verifiche tramite una specifica funzione, eventualmente attivandosi localmente in

caso di scostamenti.

Inoltre UC IAD redige periodicamente una specifica relazione annuale di sintesi che presenta una

valutazione circa la complessiva funzionalità del sistema dei controlli interni in materia descrivendo, tra

l’altro, gli esiti delle verifiche svolte, evidenziando le principali criticità e disfunzioni rilevate e

raccomandando alcuni interventi migliorativi

Infine, UC IAD informa periodicamente il Collegio Sindacale, l’Internal Control & Risks Committee e il

Consiglio di Amministrazione della CapoGruppo sullo svolgimento delle proprie attività e sui relativi

risultati.

Sulla base degli esiti delle attività di convalida e di revisione interna, riassunti annualmente nelle citate

“relazioni annuali delle funzioni di convalida e revisione interna in materia di Basilea 2 – Rischio di

Credito”, nonché sul piano di attività connesso alle aree di miglioramento evidenziate dalle funzioni di

controllo interno, il Collegio Sindacale e il Consiglio di Amministrazione hanno confermato all’Autorità di

Vigilanza, nei primi mesi del 2009, la sussistenza dei requisiti previsti per l’utilizzo dei sistemi IRB del

Gruppo Unicredit.

Modelli Groupwide

Premessa

A seguito del provvedimento autorizzativo da parte dell’Autorità di Vigilanza ed al fine di completare

progressivamente il framework di LGD sviluppato per i portafogli creditizi di Gruppo, nel corso del 2009 è

stato introdotto un nuovo modulo per le esposizioni subordinate (Junior debt). L’approccio adottato è stato

improntato alla prudenzialità, definendo come criterio di determinazione della LGD delle esposizioni junior

il massimo tra 75% - valore che riflette il livello prescritto dal Comitato di Basilea e da Banca d’Italia per

l’ambito F-IRB (Foundation-Internal Rating Based) - e la stima di LGD per le esposizioni senior

performing non garantite riferite alla medesima controparte.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 7

73

Di seguito si fornisce una descrizione dei modelli attualmente utilizzati.

Il modello di Rating per gli Stati Sovrani

L’approccio utilizzato per lo sviluppo del modello di rating Paese è quello dello “shadow rating”, tramite il

quale si vuole replicare la capacità di ranking dei rating esterni (da ECAI) utilizzando fattori

macroeconomici e qualitativi.

Per giungere al modello finale sono stati percorsi i seguenti passi:

Sample Selection: identificazione dei Paesi da includere nel campione;

Analisi Univariata: calcolo del potere esplicativo di ciascun fattore qualitativo e quantitativo;

Analisi Multivariata: definizione del sottoinsieme ottimale di fattori usando tecniche stepwise

supportate dall’esperienza degli analisti;

Combinazione dei moduli quantitativi e qualitativi;

Calibrazione: lo score del modello finale è parametrizzato in modo da riprodurre le PD effettive;

Test del Modello: mapping dei risultati del modello con le PD di consenso.

Sono stati disegnati 2 modelli separati, per i paesi emergenti e per i paesi sviluppati.

Il modulo quantitativo per questi ultimi utilizza variabili relative alla bilancia commerciale, il livello dei tassi

di interesse, il peso del sistema bancario, il GDP pro capite ed il livello di indebitamento pubblico. Il

modulo qualitativo include variabili relative allo sviluppo del sistema finanziario, condizioni socio-politiche,

condizioni economiche.

Il modulo quantitativo per i paesi emergenti utilizza le seguenti variabili: il peso delle esportazioni sul

Gross Domestic Product (GDP), il livello dell’indebitamento sull’estero, la rilevanza delle riserve in valuta,

il livello degli investimenti diretti esteri sul GDP, il costo del servizio del debito rispetto all’export, il tasso di

inflazione e il GDP pro capite. Il modulo qualitativo include variabili relative alla stabilità del sistema

finanziario, alla flessibilità del sistema economico, alle condizioni socio-politiche, alle condizioni

economiche ed al servizio del debito.

L’unità di validazione ha verificato nel continuo il disegno del modello, la definizione implicita di default, le

caratteristiche quali-quantitative del modello, le modalità di override, la calibrazione, la segmentazione nei

due gruppi (paesi sviluppati ed emergenti), il campione di sviluppo ed ha condotto i consueti test di

performance e stabilità.

Il modello di LGD per gli Stati Sovrani

Sviluppato nel novembre 2006, il modello utilizza un approccio regressivo con coinvolgimento degli

esperti, partendo da un ampio set di variabili macroeconomiche di cui sei sono state incluse nella

versione finale. La variabile dipendente (LGD) è stata calcolata utilizzando dati interni ed esterni.

Disegnato con lo scopo di calcolare la LGD per le esposizioni dirette verso controparti sovrane, il modello

fornisce la LGD per le sole esposizioni unsecured.

Le variabili esplicative selezionate sono: peso del GDP sul totale mondiale, peso del debito estero sulle

esportazioni, indicatore della posizione debitoria rispetto al FMI, volatilità dell’export, tasso di inflazione

medio nel G7 e timing del default (periodo precedente il default).

L’unità di validazione, oltre ad effettuare gli usuali test di performance e stabilità, ha verificato la coerenza

nella definizione di default, segmentazione e override, l’utilizzo di fonti interne ed esterne per i recuperi, le

stime dei costi e la metodologia di sconto dei recuperi e la necessità di introdurre aggiustamenti

conservativi per le fasi negative del ciclo economico.

Oltre alla metodologia, l’attività di convalida ha riguardato gli aspetti IT e di qualità del dato – sia in fase di

sviluppo del modello sia ongoing – e gli aspetti di processo, con particolare focus sulla corretta

implementazione del sistema di rating per i Paesi e sull’utilizzo a fini gestionali dei parametri di rischio

stimati internamente.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

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Il modello di Rating per le Banche

L’approccio usato per la stima del rating Banche, definito come “shadow rating”, tenta di replicare la

capacità di ranking dei rating esterni attraverso una combinazione di fattori quantitativi e qualitativi.

Si è deciso di costruire due modelli differenti, uno per le banche residenti in paesi sviluppati (DC) ed uno

per quelle appartenenti a mercati emergenti (EM), in quanto si ritiene esistano driver di rischio diversi per

i due segmenti.

Specifici aggiustamenti da applicare alla PD risultante sia dal modello EM che DC sono stati introdotti per

considerare i seguenti aspetti:

fattore ambientale: il rating viene migliorato per le banche con elevati standard ambientali;

supporto governativo e Fondi di garanzia di categoria: sono stati introdotti diversi correttivi per

tenere in considerazione il supporto fornito alle banche da governi o da appositi Fondi di garanzia

di categoria;

rischio di trasferimento: il modello considera il rischio che il debitore non sia in grado di ottenere valuta estera per

sostenere i propri impegni anche se in possesso di corrispondente valuta locale.

Il modello quantitativo finale per le banche residenti in paesi sviluppati copre diverse categorie di fattori:

redditività, profilo di rischio, dimensione e funding.

Similmente per le banche nei paesi emergenti, con diverso peso delle categorie di fattori: redditività,

profilo di rischio, dimensione, capitalizzazione e funding.

Nel corso del 2009, allo scopo di misurare adeguatamente il rischio di credito implicito nelle esposizioni

verso controparti Securities Industry2, si è proceduto allo sviluppo di un modello specifico per

l’assegnazione del rating a questa particolare tipologia di istituzioni finanziarie. L’approccio utilizzato è

abbastanza simile a quello già adottato per le Banche commerciali, tuttavia prevede che il supporto del

gruppo economico d’appartenenza, particolarmente importante nel segmento SI, sia stimato come

modulo indipendente attraverso l’elaborazione di risposte qualitative.

Sempre nel corso del 2009, si è proceduto ad una revisione del sistema Banche, adattando in particolare

il modello PD alle banche commerciali, alla luce dell’introduzione del suddetto modello specifico per le

controparti Securities Industry. La revisione è stata principalmente guidata dalla volontà di raffinare il

modello, incorporando l’esperienza derivante da quasi tre anni di utilizzo, e di rimuovere le carenze

individuate dalle funzioni di validazione e revisione interna. Tra le principali varianti introdotte rispetto alla

versione precedente del modello, vi è l’affinamento nella selezione dei tassi di default impliciti nei rating

esterni (ora specifici per il settore finanziario e non più genericamente riferiti al mondo Corporate) e la

stima statistica, all’interno del modulo di calibrazione, del fattore di rischio paese. In aggiunta, i vari tipi di

supporto – governativo, di gruppo economico, di un eventuale Institutional Protection Fund – sono ora

trattati distintamente, in maniera omogenea e non più additiva (solo quello con effetto di mitigazione

maggiore trova in effetti applicazione).

L’unità di validazione ha valutato il modello nella sua nuova versione, ivi inclusa l’estensione alle

controparti Securities Industry; nel condurre la propria attività sono state applicate (come anche per il

resto dei sistemi) le Linee Guida di validazione ufficiali per l’intero Gruppo, le quali coprono sia aspetti di

disegno del modello sia analisi di performance, calibrazione, stabilità, non solo sul risultato finale ma

anche a livello di singole componenti e fattori.

2 Il segmento SI è costituito da contropati impegnate in attività di broker/dealer, merchant/investment banking, corporate finance, M&A e WealthManagement e comprende sia società SI “pure”, per cui tali attività sono assolutamente prevalenti, sia banche “ibride”, cioè dedite in ugual misura adattività commerciale e di investimento. Prima dello sviluppo di un sistema di rating interno dedicato, le controparti SI erano per lo più prive di rating, salvo

alcune eccezioni coperte dal sistema Banche.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 7

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Il modello LGD per le banche

Il modello sviluppato è di tipo esperienziale e fa riferimento alle sole esposizioni in bonis del tipo senior

unsecured, che costituiscono la parte preponderante del portafoglio esposizioni verso banche.

Il valore individuale di LGD è stato calcolato partendo da un’analisi dei bilanci, simulando il ricavato in

ipotesi di default dalla vendita di varie categorie di asset della banca, dopo aver remunerato i creditori

eventualmente con più elevato grado di priorità.

Per ottenere una valutazione realistica e conservativa degli asset della banca sono stati definiti haircut

per ogni tipologia di attivo, per considerare il probabile deterioramento che avviene prima del default, le

differenze tra valore di mercato e di libro e tra valore di mercato e ricavi dalla vendita.

Inoltre, in considerazione del fatto che il successo della fase di recupero dipende in buona parte dal

contesto legale/istituzionale di riferimento, sono stati introdotti haircut specifici per ogni paese, che

considerino il rischio legale.

Infine sono stati introdotti haircut per incorporare i costi del processo di recupero, in base a una

valutazione degli esperti di workout. Poiché i recuperi derivanti dagli asset della banca prenditrice si

assumono in valuta locale, mentre il reale recupero finale deve essere stimato nella divisa del creditore,

agli attivi in valuta locale viene applicato un haircut legato alla volatilità del cambio per considerare il

rischio di deprezzamento.

Nella corso del 2009, nell’ambito del processo di manutenzione evolutiva dei sistemi di rating, è stata

rilasciata una nuova versione del modello di stima della LGD, che copre sia le banche commerciali sia

quelle d’affari (Securities Industry). La nuova versione mantiene inalterato il precedente impianto

metodologico, introducendo tuttavia un trattamento più raffinato dei depositi (considerando legislazioni

differenti) e scarti maggiori da applicare al valore dei mutui ipotecari iscritti nel bilancio della controparte.

L’unità di validazione ha verificato nel continuo il disegno e l’ambito di applicazione del modello,

componenti, integrazioni esperienziali e override. Per quanto possibile anche benchmark esterni sono

stati esaminati; inoltre, particolare attenzione nell’analisi è stata rivolta alla valutazione (conservativa)

degli haircut definiti in corrispondenza delle diverse tipologie di attivo bancario.

Oltre alla metodologia, l’attività di convalida ha riguardato gli aspetti IT e di qualità del dato – sia in fase di

sviluppo del modello sia ongoing – e gli aspetti di processo, con particolare focus sulla corretta

implementazione del sistema di rating per le Banche e sull’utilizzo a fini gestionali dei parametri di rischio

stimati internamente.

Il modello di Rating per le imprese Multinational

Il modello di rating si applica alle imprese multinazionali definite come le società con turnover o ricavi

operativi, da bilancio consolidato, maggiori di €500 milioni per almeno 2 anni consecutivi.

Seguendo la metodologia dello “shadow rating”, il modello è composto da una componente quantitativa

ed una qualitativa; la sezione quantitativa è sviluppata attorno ad una analisi multivariata di elementi quali

rapporti finanziari di patrimonio, redditività, copertura degli interessi e dimensione. Risultato di questo

modulo è una probabilità di default.

Il modulo qualitativo consiste in un set di questionari che analizzano aspetti societari quali la qualità del

management, la struttura organizzativa, la quota di mercato ecc.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

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Risultato del modulo qualitativo è un valore espresso in termini di notches che va a modificare il rating

quantitativo, la variazione massima rispetto al rating qualitativo è stata definita dagli esperti; il risultato dei

due moduli subisce successivamente un aggiustamento di upgrading/downgrading che riflette

l’appartenenza della società ad un gruppo.

La selezione multivariata ha portato all’inclusione delle seguenti variabili, che appaiono opportunamente

trasformate; cash flow ordinario sul valore della produzione, utili prima delle imposte sul valore della

produzione, EBITDA sulle spese per interessi, adjusted net worth su capital employed e valore della

produzione. Queste variabili vengono regredite sul logaritmo della frequenza relativa di default, fornita da

Standard & Poors.

Nel corso del 2008 il sistema di rating Multinational è stato esteso al segmento Italian Large Corporates

(ILC). Tale segmento in generale comprende tutte le imprese con un fatturato/valore della produzione tra

EUR 250 milioni e EUR 500 milioni. Considerato il numero di default storicamente ridotto e l’elevato grado

di analogia con le imprese Multinational (MNC), si è deciso di adeguare la metodologia già stabilita per il

segmento MNC, sviluppando il modello sulla base di principi e fasi di processo coerenti. La necessità di

un modello per la stima interna dei parametri di rischio PD e LGD per il segmento Italian Large Corporate

(ILC) in UniCredit Corporate Banking (UCCB) è motivata da un lato dall’obiettivo di conformità con i

requisiti di Basilea 2 per l’approccio IRB avanzato e, dall’altro, dalla volontà di migliorare il pieno e

puntuale controllo dei parametri di misurazione del rischio di credito.

Nella seconda metà del 2009, nell’ambito del processo di manutenzione evolutiva, il sistema di rating

Multinational è stato rivisto al fine di rispondere adeguatamente ai rilievi delle funzioni di controllo interno

e degli Organi di Vigilanza, oltre che incorporare i suggerimenti provenienti dagli utenti dopo due anni di

applicazione del modello: un modulo specifico di calibrazione è stato introdotto nella stima (incorporando,

come per le Banche, il fattore di rischio paese) e la componente qualitativa è ora trattata mediante una

scorecard statistica (e non più secondo un approccio “notching up/down”). La definizione del segmento è

stata, inoltre, precisata per riflettere la decisione di rimuovere le aziende di Leasing e Factoring

dall’ambito di applicazione del modello, poiché tali segmenti saranno trattati da specifici modelli ancora da

sviluppare.

L’unità di validazione ha valutato il modello nella sua nuova versione, applicando le Linee Guida di

validazione ufficiali per l’intero Gruppo, le quali coprono sia aspetti di disegno del modello sia analisi di

performance, calibrazione, stabilità, non solo sul risultato finale ma anche a livello di singole componenti

e fattori.

Il modello di LGD per le imprese Multinational

Le agenzie di rating hanno recentemente valutato i livelli di recupero per le imprese speculative grade;

partendo da queste valutazioni, non disponendo di serie storiche di tassi di recupero interni per le aziende

multinational (essendo un portafoglio a basso rischio di default) è stato sviluppato un modello basato

sull’approccio shadow rating, integrato dall’apporto del giudizio degli esperti.

La costruzione del modello consiste di diverse fasi:1. utilizzo di medie settoriali ove le differenze siano interpretabili dagli esperti (euristicamente

rappresentano le intercette di un modello regressivo);2. definizione di una lista di fattori sottoposta dagli esperti;3. eliminazione degli outliers;4. proiezione dei fattori al livello di default, definendo la distanza dal default come Log(100%) –

Log(PD). Questo rende confrontabili società con rating diversi;5. selezione dei fattori a livello univariato in base al potere discriminante;6. regressione multivariata, verifica degli impatti;7. calibrazione e aggiustamento downturn;8. haircut per rischio legale e costi di recupero, in base al paese di residenza della controparte.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 7

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Il modello così disegnato rappresenta la LGD derivata da un database relativo al debito obbligazionario e

come tale risulta penalizzante in quanto non considera la probabilità e gli effetti della ristrutturazione del

debito, tipici dei prestiti bancari e di prodotti similari che costituiscono la parte più rappresentativa del

portafoglio del Gruppo di UniCredit. Pertanto è stato utilizzato un cure rate definito dagli esperti sulla base

dei risultati ottenuti con i modelli locali sui corporate (Italia, Austria e Germania); questo parametro

permette di passare dalla cosiddetta bond LGD ad una loan LGD.

Come per il parametro PD, anche la Loss Given Default del sistema Multinationals è stata estesa al

segmento Italian Large Corporates nel corso del 2008.

Nella seconda metà del 2009, nell’ambito del normale processo di manutenzione evolutiva, è stata

rilasciata una nuova versione del modello di stima della LGD costruito su dati di perdita osservata riferiti a

posizioni in default ed integra sia fattori quantitativi che qualitativi; quest’ultimo aspetto – innovativo

rispetto alla precedente versione – è particolarmente apprezzabile, considerata la difficoltà di produrre

stime robuste e sufficientemente granulari in base a soli dati quantitativi.

L’unità di validazione ha verificato nel continuo il disegno del modello e la qualità, la performance e

conservatività delle stime. Ha inoltre analizzato in maniera estesa benchmark esterni (presenti in

letteratura e/o in forma di recovery rating pubblicati dalle agenzie di rating).

Oltre alla metodologia, l’attività di convalida ha riguardato gli aspetti IT e di qualità del dato – sia in fase di

sviluppo del modello sia ongoing – e gli aspetti di processo, con particolare focus sulla corretta

implementazione del sistema di rating per le imprese Multinational e sull’utilizzo a fini gestionali dei

parametri di rischio stimati internamente.

Il rating dei Corporate Treasury/ Funding Vehicles

Nel corso del 2009 si è proceduto ad estendere l’ambito di applicazione del sistema di rating Banche e

Multinational anche a quelle società controllate che esercitino un’attività di corporate treasury (ad es.

cash concentration, FX management e funding) o che costituiscano un veicolo specializzato (per

emissioni di titoli a medio termine - MTN- titoli di credito o obbligazioni) il cui merito di credito sia

influenzato dal supporto della controllante/ gruppo mediante fideiussioni esplicite o altri meccanismi (ad

es. un accordo di supporto dalla controllante).

Poiché, nella maggior parte dei casi, il default di un CTFV è provocato dal default del gruppo a cui

appartiene, sia per la PD che per la LGD non garantita (unsecured) si è stimata, sulla base dei contributi

e delle opinini degli esperti del settore, la distanza in termini di “nothces” rispetto ai valori di PD e LGD

della capogruppo (e non il valore assoluto), mentre per la EAD si è comunque deciso di estendere il

modello già in uso per gli altri segmenti di clientela Groupwide.

Le verifiche di performance e calibrazione condotte (utilizzando le distanze obiettivo fornite dagli esperti)

dall’unità di validazione hanno dato risultati positivi.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

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Il modello di rating per il Global Project Finance

Il modello di rating GPF è un modello esperto. Si fonda su un insieme di 29 fattori che guidano un

questionario in cui le risposte hanno 5 livelli possibili. I 29 fattori sono raggruppabili in 5 aree di riferimento

che coprono i rischi di progetto. Lo score finale è una media ponderata degli score ottenuti dai fattori. Le 5

aree di aggregazione sono: rischio degli sponsor del progetto, rischio di esecuzione o completamento,

rischio operativo, rischi esogeni (es. macroeconomici), rischio legato ai cash flows.

Lo sviluppo del sistema di rating è stato supportato dagli esperti dal lato dell’origination; la specificità del

project finance e la parziale indipendenza dalle controparti che sostengono il progetto si possono

affrontare solo con un grado elevato di flessibilità, reso possibile dall’utilizzo di fenomeni di mitigazione

del rischio o dal cambio dei pesi dei singoli fattori oppure con i weak link.

La segmentazione del portafoglio si basa sui seguenti criteri:

Il progetto è sviluppato da un’entità giuridica separata dallo sponsor;

Vi è separazione (non- recourseness) tra il veicolo e lo sponsor; talvolta per brevi intervalli di

tempo tale separazione può venir meno;

La decisione creditizia si basa principalmente sui cash flow futuri prodotti dal progetto;

La struttura finanziaria è basata sulla qualità e la quantità di flussi di cassa del progetto;

C’é una condivisione dei rischi tra i partecipanti al finanziamento;

Assets del progetto e ricavi sono a garanzia dei creditori;

Dipartimenti specializzati di UCI HVB e BA sono esclusivamente coinvolti;

Il volume del progetto è superiore a € 20 milioni;

Progetti per i quali il rischio economico è limitato al 15% (max €30 milioni) con garanzia di

assicurazioni sull’export esplicitamente escluse dal portafoglio.

La calibrazione del modello è stata realizzata determinando quali livelli di score vengono allocati tra i

livelli di rating. Pertanto i valori di PD associati non sono continui ma di tipo categorico; ad ogni rating

assegnato si assegna un unico valore di PD.

Nel corso del 2008, il sistema di rating GPF è stato esteso ad Unicredit Corporate Banking ed a

Mediocredito Centrale.

L’unità di validazione ha verificato nel continuo il disegno del modello, la performance a livello aggregato,

di risk group e di singolo fattore. Ha inoltre analizzato la stabilità, i meccanismi di aggiustamento e

override, la conservatività delle stime ed effettuato un’analisi di benchmarking, sebbene la disponibilità di

rating esterni sia limitata. Tutte queste analisi hanno riguardato il portafoglio GPF di Gruppo, depositato

presso le Entità: HVB, BA, UCCB, MCC.

Il modello di LGD per le attività di Project Finance (GPF)

In sintesi il modello GPF LGD si fonda su stime differenziate per settore industriale sottostante il progetto.

Il risultato finale, LGD in percentuale sulla EAD, è dato dal complemento a 1 del tasso di recupero

scontato, a cui si aggiungono i costi per il recupero e un aggiustamento per il timing dei recuperi.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 7

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Per i settori in cui erano disponibili sufficienti informazioni interne, i dati esterni sono stati ignorati, per

quelli in cui non vi erano sufficienti dati interni sono state utilizzate le analisi sui tassi di recupero

nell’ambito del project finance da parte di Standard & Poors, talvolta direttamente, talvolta in

combinazione con dati interni laddove la numerosità del sottoinsieme interno lo permettesse.

Utilizzando i dati di Standard & Poors a dicembre 2005, è stato definito uno scenario di downturn,

prendendo come riferimento il periodo di crisi successivo al caso Enron a cavallo tra il 2001 e il 2002, da

quale è stato ricavato uno specifico fattore di downturn.

Nel corso del 2008 e del 2009, dando seguito ad alcuni rilievi e suggerimenti degli organi di controllo

interno, ripresi anche dall’autorità di vigilanza nell’ambito della relazione finale sulla verifica dello stato di

avanzamento delle attività di adeguamento dei sistemi A-IRB (13/03/2009), sono stati definiti alcuni

interventi finalizzati a riflettere maggiormente le pratiche di gestione del rischio in essere nel Gruppo.

La nuova versione del modello LGD, si basa sulla metodologia sviluppata da S&P che esamina la coda

della distribuzione del valore degli asset del progetto nella “regione” in cui il default è avvenuto e definisce

quindi la distribuzione di probabilità della LGD come distribuzione della differenza tra debito e valore degli

asset in tale regione. Questo framework generale è stato poi adeguato alla realtà e alle pratiche gestionali

del Gruppo Unicredit, attraverso l’adozione di alcuni adattamenti che riguadano il metodo di calcolo del

valore degli asset, la tecnica di determinazione della regione di default e l’introduzione di opportune

volatility scorecard basate su specifici questionari e calibrate per settore. La nuova versione del modello

LGD è stata rilasciata nel seconda metà del 2009.

Nell’ambito del processo di manutenzione evolutiva dei sistemi di rating, il modello LGD è stato rivisto

nella prima metà del 2009 al fine di superare gli elementi di debolezza emersi durante le attività di

convalida interna e di riflettere maggiormente le pratiche di gestione del rischio in essere nel Gruppo. La

nuova metodologia adottata esamina la coda della distribuzione del valore degli asset del progetto nella

“regione” in cui il default è avvenuto e definisce quindi la distribuzione di probabilità della LGD come

distribuzione del “debito meno valore degli asset” in tale regione.

L’unità di validazione si è in questo caso concentrata principalmente sulla valutazione del disegno del

modello poiché i dati disponibili erano insufficienti al fine di condurre analisi quantitative significative..

Oltre alla metodologia, l’attività di convalida ha riguardato gli aspetti IT e di qualità del dato – sia in fase di

sviluppo del modello sia ongoing – e gli aspetti di processo, con particolare focus sulla corretta

implementazione del sistema di rating per le attività di Project Finance e sull’utilizzo a fini gestionali dei

parametri di rischio stimati internamente.

Il modello di EAD per i segmenti Group Wide

La necessità di tale nuovo modello è motivata da un lato dall’obiettivo di conformità con i requisiti di

Basilea 2 riferiti all’approccio IRB avanzato e, dall’altro, dal bisogno di misurare il rischio connesso ad

ogni attività al fine di gestirlo e di definirne correttamente il prezzo.

Il principale driver della EAD è la tipologia di prodotto e il calcolo è legato a tre componenti. In primo

luogo, in linea con i requisiti regolamentari, si assume che l’esposizione corrente di bilancio continuerà ad

esistere fino al default. A questo valore si somma il valore atteso di un ulteriore tiraggio della linea di

credito accordata, e in terzo luogo, l’eventualità di uno scoperto oltre l’attuale linea di credito è

considerata come percentuale della linea di credito accordata. Viene inoltre considerata, per i prodotti

rilevanti, la probabilità di una richiesta di pagamento da parte di un terzo, cui è stata rilasciata una

garanzia in caso di default.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

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Al fine di rendere coerente il campione dei default d’impresa con l’ambito di applicazione del modello,

esso è stato ristretto alle controparti con almeno un fido con una linea di credito garantita non inferiore a

500.000€.

L’attività di validazione ha verificato il disegno del modello ed in particolare la ragionevolezza delle

assunzioni sottostanti, inclusa la scelta del campione di sviluppo. Le stime del modello sono state

confrontate con i corrispondenti valori osservati internamente. Anche gli aspetti IT e di qualità del dato

sono stati oggetto di convalida interna.

Oltre alla metodologia, l’attività di convalida ha riguardato gli aspetti IT e di qualità del dato, e gli aspetti di

processo, con particolare focus sulla corretta implementazione del sistema di rating Italian Large

Corporate e sull’utilizzo a fini gestionali dei parametri di rischio stimati internamente.

Su tale modello il Gruppo è in attesa di autorizzazione all’utilizzo ai fini regolamentari da parte

dell’Autorità di Vigilanza.

Modelli locali, perimetro ItaliaIn questa sezione si fornisce una descrizione dei modelli locali italiani già AIRB nonché di quelli in attesa

di autorizzazione.

Rating Integrato Corporate (RIC)

Il modello RIC fornisce il rating delle controparti imprese di Unicredit Corporate Banking sul segmento

mid-corporate, ovvero per quelle aziende con fido o utilizzo aventi un fatturato (o total assets laddove il

fatturato non è informativo) fino a 250 milioni di Euro. Sviluppato in più fasi anche col supporto della

società Centrale Bilanci, il modello nella sua prima versione prevedeva l’integrazione a più livelli di

diverse componenti. Ad un primo livello, il punteggio generato da variabili di bilancio (score CE.BI.) si

integrava con informazioni di carattere qualitativo provenienti da questionari compilati dal gestore; ad un

secondo livello, lo score precedente si integrava con informazioni di carattere geo-settoriale-

dimensionale; successivamente informazioni di natura comportamentale-andamentale (sia interne che di

sistema) si fondevano con il risultato del secondo livello per dare origine ad un Rating Integrato Corporate

secondo due diversi pesi sulla base del punteggio andamentale. Infine, mediante analisi Kernel della

distribuzione dello score RIC sul portafoglio di Unicredit Corporate Banking si erano individuate 9 classi di

rating.

Le unità di convalida locale e della Capogruppo avevano verificato, in sede di Initial Validation del

modello, il disegno e la tenuta sia dei diversi moduli (score di bilancio, score qualitativo, componente geo-

settoriale, score andamentale) in termini di performance e stabilità, sia del modello complessivo anche

per sotto-portafogli rilevanti. Sono state inoltre analizzate la calibrazione del modello complessivo per

stato di monitoraggio delle controparti, anche a livello di segmento, le regole di override e la copertura del

modello per rapporti ed esposizioni del portafoglio della banca.

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Nel corso del 2008, a partire dai findings delle funzioni di convalida interna e dai rilievi di Banca d’Italia,

sono stati apportati e validati alcuni miglioramenti al modello, in produzione da marzo 2009, così

sintetizzabili:

ristima del modulo andamentale, a partire dalle variabili presenti nella precedente versione,

attraverso la revisione dei relativi pesi e l’eliminazione di tutti quei fattori ritenuti non più

significativi, rimuovendo così la ridondanza informativa ed incrementando la capacità predittiva

del modulo;

ridefinizione dei pesi dell’integrazione fra modulo andamentale (sia interno che esterno) e score

d’impresa di secondo livello, eliminando la doppia funzione d’integrazione, fonte di discontinuità

nella PD finale per quelle controparti con stesso score di secondo livello, ma con piccole

differenze nello score andamentale attorno al valore scelto come soglia.

Inoltre è stato utilizzato un campione di sviluppo, maggiormente rappresentativo del portafoglio di UCCB

rispetto al precedente costituito da clienti dell’ex-Credito Italiano, incorporando anche la definizione di

default Basilea2 al netto dei Past Due tecnici.

Le attività di convalida hanno consentito non solo di validare le revisioni del modello, ma anche di

attestare l’adeguatezza della nuova versione del sistema per la sua applicazione all’intero portafoglio di

UCCB, inclusi i clienti di provenienza ex-Capitalia.

Il modello di rating del segmento Small Business Italia

Il modello è stato strutturato in modo da ottimizzare l’aggregazione delle diverse fonti informative, sia

interne (qualitative, finanziarie, anagrafiche ed andamentali) sia esterne (il flusso di Centrale dei Rischi

Banca di Italia e le centrali rischi private), differenziando tra erogazione a nuovi clienti o a clienti già

esistenti e sulla base di una segmentazione del portafoglio Imprese che riflette la dimensione e l’anzianità

dell’azienda sul mercato.

I moduli sviluppati nell’ambito della revisione del sistema sono i seguenti:

modulo anagrafico;

modulo andamentale esterno (CE.RI/SIA);

modulo finanziario;

moduli Credit Bureau (Experian e Crif);

modulo qualitativo;

modulo andamentale interno.

Il processo di stima dei vari moduli si è articolato nelle fasi di seguito descritte: analisi univariate, analisi

multivariate, specificazione del modello e validazione.

Il metodo utilizzato è la regressione logistica stepwise. La stima viene effettuata utilizzando la tecnica del

Weigh of Evidence (WoE). Al termine della procedura di stima del modello logistico, lo stesso è scalato

(omogeneizzato) in modo tale che i punteggi di modelli diversi siano confrontabili.

Identificati i regressori significativi, si costruisce lo scorecard report che riassume in maniera sintetica le

variabili utilizzate nel modello, il peso di ciascun fattore e il livello di significatività statistica.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

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Lo score omogeneizzato di ciascun modello concorre alla produzione della PD e della classe di Rating

della controparte in base al peso relativo del modulo stesso, rapportato a quello degli altri e con modalità

legate all’anzianità del rapporto del cliente con la banca, distinguendo tra “già cliente” e “nuovo cliente”,

ed alla tipologia di cliente Small Business considerato.

Il modello è stato ricalibrato tenendo in considerazione la recente integrazione dei portafogli creditizi ex

Capitalia e considerando i tassi di default complessivi. Le ricalibrazioni sono state effettuate distintamente

per le tre nuove entità territoriali: UniCredit Banca, UniCredit Banca di Roma e Banco di Sicilia.

L’unità di validazione ha verificato il disegno del modello nel suo complesso e la tenuta (performance e

stabilità, anche nei sotto-portafogli rilevanti) dei diversi moduli che lo compongono. Ha inoltre analizzato

la calibrazione sia a livello complessivo che di segmento. Oltre alla metodologia, l’attività di convalida ha

riguardato gli aspetti IT, di qualità del dato e di processo, con particolare focus sulla corretta

implementazione del sistema di rating e sull’utilizzo a fini gestionali dei parametri di rischio stimati

internamente. Infine, nel corso del 2009, la funzione di convalida ha valutato l’adeguatezza della nuova

versione del sistema RISB per la sua applicazione all’intero portafoglio della Retail Network Italy, inclusi i

clienti di provenienza ex-Capitalia.

Il modello di rating del segmento Privati Italia: Mutui Ipotecari

Il Portafoglio Obiettivo del modello di Rating R.I.P. (Rating Integrato Privati), che si basa su un approccio

per pool, è costituito dall’insieme di tutte le tipologie di mutui ipotecari trattati in Unicredit Banca e

Unicredit Consumer Financing, destinati all’acquisto, costruzione e ristrutturazione di immobili residenziali

da parte della clientela privati e all’acquisto di immobili per finalità legate all’attività economica svolta da

parte delle Persone Fisiche appartenenti al settore delle Famiglie Produttrici.

Per quanto concerne i prodotti rateali del Gruppo, la considerazione di caratteristiche specifiche del

singolo prodotto ai fini della determinazione del pool di appartenenza ha comportato l’assegnazione di

una probabilità di default potenzialmente differente ad ogni rapporto in capo alla medesima controparte,

benché anche le caratteristiche del Cliente siano tra i driver fondamentali per l’individuazione dei pool.

Analogamente a tutti gli altri sistemi di rating del portafoglio privati del Gruppo, anche lo sviluppo del

modello R.I.P. si è articolato in due fasi distinte: la prima consiste nell’individuazione dei Pool relativi al

portafoglio in fase di erogazione, la seconda nell’individuazione dei Pool relativi al portafoglio in essere.

Mediante tecniche statistiche sono stati individuati i pool sull’intero portafoglio. In seguito a tale processo

si è pervenuti alla definizione di strutture ad albero nelle quali le “foglie” finali corrispondono ai pool

individuati. I singoli pool sono stati successivamente aggregati in classi di rating.

Nel processo di assegnazione della probabilità di default, la valutazione effettuata in sede di prima

erogazione viene mantenuta nel primo semestre di vita del rapporto, salvo sia rilevato uno sconfino di

durata superiore al mese, mentre a partire dal settimo mese viene ricalcolata l’attribuzione

dell’operazione al pool corrispondente secondo l’albero definito per il portafoglio in essere. All’aumentare

dell’anzianità del mutuo, acquisiscono infatti maggiore rilevanza le variabili andamentali.

Per le specificità legate alla diversa provenienza delle esposizioni costituenti il portafoglio di rischio

proveniente dalla ex UBCasa, il modello di rating presenta alcune personalizzazioni, soprattutto con

riferimento al portafoglio acquisito mediante il canale Abbey National.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 7

83

Nell’analisi del portafoglio complessivo ex UB Casa sono stati definiti tre alberi di segmentazione la cui

variabile discriminante iniziale è la maturità del mutuo (numero di mesi dall’erogazione maggiore o minore

di 6) e, per i mutui con maggiore maturità, il perimetro di provenienza. In particolare:

albero stimato per il portafoglio in fase di erogazione o application, utilizzato nell’attribuzione

della probabilità di default a tutti i mutui con anzianità inferiore a 6 mesi;

albero per il portafoglio “in essere” ex-ANBI da adottare per i mutui del perimetro ex-ANBI con

anzianità superiore a 6 mesi;

albero per il portafoglio “in essere“ ex-Adalya -Kiron realizzato per la stima della PD dei mutui ex-

Adalya con anzianità superiore a 6 mesi.

Elemento comune alle tre segmentazioni è l’assegnazione al pool di rischio maggiore delle pratiche che

manifestino un ritardo di pagamento o delinquency superiore al mese.

L’unità di validazione ha verificato nel 2007 il disegno del modello e del sottostante score di erogazione,

la loro capacità discriminante e la stabilità della popolazione nel tempo. Inoltre, particolare attenzione è

stata rivolta all’analisi dei sottomodelli identificati dall’anzianità del mutuo e dal canale di provenienza.

Infine sono state analizzate la copertura per rapporti ed esposizioni e la calibrazione sia a livello

complessivo che di sottoportafoglio.

Nel corso del 2008 sono state apportate alcune modifiche al sistema Rating Integrato Privati (RIP) per i

Mutui Ipotecari, derivate dalla variazione della definizione di default, dalla necessità di uniformare il

trattamento dei mutui in erogazione tra Unicredit Banca per la Casa e Unicredit Banca, a seguito

dell’unificazione dei portafogli delle due banche, e dall’ampliamento delle finestre temporali

La nuova definizione, adottata allo scopo di adeguarsi maggiormente alla normativa di vigilanza, prevede

il passaggio a default al verificarsi di uno sconfino di vigilanza e/o 7 rate arretrate o l’ingresso in uno stato

di incaglio o sofferenza.

In secondo luogo, la necessità di uniformità di trattamento dei mutui tra Unicredit Banca per la Casa e

Unicredit Banca ha condotto ad una nuova omogeneizzazione delle griglie di score di erogazione. Infine,

l’ampliamento delle finestre temporali considerate ha comportato la calibrazione dei pool di erogazione e

di portafoglio e la ridefinizione delle classi di rating.

Nello stesso periodo ha avuto luogo lo sviluppo di una griglia specifica per l’erogazione di mutui ipotecari

alla clientela “Immigrants”, giustificato sia da un aumento dei clienti facenti parte di questo segmento,

costituito da pratiche per le quali almeno un soggetto tra gli intestatari e i garanti sia nato all’estero e

abbia cittadinanza diversa da quella italiana, sia dalla diversa rischiosità associata rispetto ai due

segmenti di clientela (fallibili e non fallibili), per i quali era già presente una griglia. Il modello prescelto è

di tipo statistico ed è stata utilizzata la forma funzionale logistica.

Nel corso del 2008 si è inoltre proceduto alla estensione dei metodi IRB avanzati anche a i mutui ipotecari

residenziali di clientela privata provenienti dalle banche del Gruppo ex-Capitalia. A tale fine si è proceduto

allo sviluppo di un modello PD andamentale “ad hoc” ad integrazione del sistema di rating RIP Mutui

Ipotecari, creato a partire da dati rappresentativi dei medesimi portafogli. Lo sviluppo di tale modello è

stato necessario in quanto la componente PD andamentale del sistema di rating RIP Mutui Ipotecari non

è applicabile al portafoglio pre-migrazione di Capitalia, essendo quest’ultimo associato a politiche di

credito e di erogazione diverse da quelle di BC.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

84

Nel corso del 2009, oltre alla consueta ricalibrazione delle componenti di rischio PD e LGD, si è

provveduto a sviluppare un modulo specifico per la stima della PD con riferimento ai mutui ipotecari dei

dipendenti del Gruppo UniCredit, precedentemente esclusi dal perimetro di applicazione del sistema di

rating RIP Mutui Ipotecari..

Per quanto riguarda la LGD, invece, non si è ritenuto necessario procedere allo sviluppo di un nuovo

modello, in considerazione del fatto che tale componente è fortemente influenzata dal processo di

recupero e dalle regole di classificazione dell’arretrato in uso nella banca in cui si manifesta il default (da

novembre 2008 omogenee a quelle del Gruppo). Inoltre, allo scopo di accertare la sostanziale conformità

delle garanzie ipotecarie alle politiche di acquisizione e valutazione del gruppo, si è proceduto ad una

verifica della normativa in essere nella banche ex-Capitalia ed è in corso un controllo a campione delle

suddette garanzie in termini di documentazione, corretta registrazione delle informazioni nei sistemi

informativi e valorizzazione degli immobili.

La funzione di validazione ha dunque valutato nel corso del 2008 l’introduzione della nuova griglia di

erogazione immigrati, e nel 2009 il modello andamentale ex capitalia, il modello per i mutui erogati ai

dipendenti UniCredit e la ricalibrazione effettuata al fine di vericare l’impatto del loro inserimento sulla

valutazione del portafoglio mutui nel suo complesso.

Il modello di rating del segmento Privati Italia: Scoperti di Conto Corrente e Carte di Credito a Saldo

Il Rating Integrato Privati (RIP) per finanziamenti in Conto Corrente esprime un giudizio complessivo sul

merito creditizio del privato affidato o richiedente un affidamento ricompreso nel pool CC (conti correnti,

crediti di firma, carte a saldo) e deriva dall’integrazione di un set di moduli elementari che sfruttano le

informazioni rinvenibili presso le fonti interne (informazioni anagrafiche e andamentali), il flusso di

Centrale Rischi di Banca d’Italia (CR e SIA) e il Bureau Crif. L’aggregazione dei moduli è stata effettuata

in modo diverso per i seguenti cinque sotto-segmenti principali di clientela Privata:

i nuovi clienti che richiedono un affidamento (c.d. Nuovi)

i clienti esistenti ma operanti su base attiva (c.d. Richiedenti ex-Base Attiva) che richiedono un

affidamento;

i clienti esistenti e affidati (c.d. Esistenti Affidati)

i clienti esposti ma non affidati (c.d. Esposti Non-Affidati)

i dipendenti del Gruppo UniCredit (c.d.Dipendenti)

L’aggregazione dei moduli determina la stima di uno Score di Erogazione, applicato per la valutazione del

merito creditizio del cliente sia nel processo di nuovo affidamento che di rinnovo, e di uno score di

Monitoraggio, utilizzato per la valutazione del cliente che presenta già una relazione con la Banca. Di

seguito viene fornita una rappresentazione schematica del modello:

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 7

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Le variabili ai fini dell’inclusione nel modello sono state analizzate a livello univariato e sono state

selezionate in base all’incidenza dei missing, alla capacità predittiva (D di Somers) e all’analisi dei cluster.

A livello multivariato le tecniche di selezione utilizzate sono la regressione logistica di tipo stepwise e il

livello di correlazione, oltre a valutazioni di carattere economico. L’integrazione dei moduli applicabili ai

diversi sotto-segmenti di clientela è stata effettuata mediante regressione logistica sui Weight of Evidence

(WoE) degli score stimati dai moduli.

Le informazioni sottostanti il modulo Anagrafico-Finanziario – acquisite in fase di erogazione ed

aggiornate solo in minima parte nel corso del monitoraggio del finanziamento – perdono

progressivamente peso all’interno del modello, al passare del tempo. Diversamente, le variabili di

carattere andamentale potrebbero non essere presenti in fase di erogazione, ma sicuramente presenti e

discriminanti nel corso del monitoraggio.

Con particolare riguardo alla periodicità del loro aggiornamento, le informazioni andamentali di fonte CRIF

sono aggiornate con cadenza trimestrale, quelle di fonte Interna o CeRi con scadenza mensile.

La definizione di default adoperata in fase di sviluppo dei moduli statistici è una definizione gestionale

mentre quella adoperata per la calibrazione è conforme alla normativa di Basilea 2 che considera, quindi,

bad le controparti classificate in sofferenza, incaglio o past due a 180 giorni.

Modello Nuovi Clienti

Modulo Anagrafico

Modulo CRIF

Modello Richiedenti ex -Base Attiva

Modulo Anagrafico

Modulo CRIF

Modulo AndamentaleBase Attiva

Modello Clienti EsistentiEsposti, ma non Affidati

Modulo AndamentaleEsposti/Affidati

Modello Clienti operantisu Base Attiva

Modulo AndamentaleBase Attiva

Modello Dipendenti delGruppo

Modulo AndamentaleEsposti/Affidati

Modello Clienti Esistenti eAffidati

Modulo Anagrafico

Modulo CRIF

Modulo AndamentaleEsposti/Affidati

Fas

edi

erog

azio

neF

ase

dim

onito

ragg

io

Moduli/modelli sviluppati su campioni di erogazione

Moduli/modelli sviluppati su campioni stock

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

86

La PD del modello, pur essendo stata stimata esclusivamente su dati dei clienti ex Unicredit Banca, è

stata calibrata tenendo conto dei tassi di default dei clienti di entrambi gli ex Gruppi (ex Unicredit ed ex

Capitalia).

La distribuzione per classi di rating delle esposizioni, come atteso, è maggiormente concentrata sulle

classi di rating rappresentative di maggior qualità: il 70% delle esposizioni ha una classe di rating inferiore

o uguale a T08, che rappresenta una probabilità di default massima del 3%. In generale, tutte le classi di

rating sono sufficientemente popolate e non si osservano concentrazioni significative in singole classi.

L’unità di validazione ha verificato il disegno del modello, l’utilizzo delle fonti informative, le sue

performance in termini di rank ordering e calibrazione e la stabilità della popolazione nel tempo. Inoltre,

particolare attenzione è stata rivolta all’analisi dei sottomodelli identificati.

Su tale modello il Gruppo è in attesa di autorizzazione all’utilizzo ai fini regolamentari da parte

dell’Autorità di Vigilanza.

Il modello di rating del segmento Privati Italia: Prestiti Personali

Il sistema di rating per i prestiti personali è costituito, ai fini della stima della PD, da modelli differenti in

ragione della finalità di utilizzo (erogazione o monitoraggio), del canale di erogazione e del portafoglio di

applicazione, al fine di cogliere le peculiarità dei diversi segmenti in termini di gestione del business,

rischiosità e proprietà statistiche. I modelli sviluppati sono i seguenti:

1. erogazione canale banca portafoglio strategico3 ;2. erogazione canale banca portafoglio non strategico4 ;3. erogazione canale non banca5 ;4. andamentale.

Questa struttura è quella che meglio consente di ottimizzare l’utilizzo delle principali fonti informative

senza introdurre una eccessiva complessità nel modello.

Per quanto concerne i modelli di erogazione, aventi l’obiettivo di assegnare una probabilità di default ad

ogni esposizione al momento della richiesta di un prestito personale, la metodologia di sviluppo utilizzata

è la regressione logistica ed i campioni di sviluppo sono costituiti da tutte le pratiche erogate fino a luglio

2007.

La definizione di default adottata in fase di stima degli score è di tipo gestionale, caratterizzata da un

periodo di performance di 18 mesi e dall’identificazione del default in base alla presenza di uno stato di

sofferenza o ad un numero di rate pagate arretrate superiore o pari a 56. Successivamente si è

provveduto a calibrare i tre score alla definizione di default prevista dalla normativa di vigilanza tenendo

conto dell’erogato nel periodo compreso tra settembre 2005 e gennaio 2008.

Per quanto concerne invece il modulo andamentale, sviluppato tramite una tecnica di regressione

logistica, le variabili discriminanti utilizzate si riferiscono sostanzialmente alle informazioni andamentali

interne e alle informazioni relative alla anagrafica del cliente. Gli score di erogazione ed andamentali così

definiti sono stati normalizzati, e sono state create 14 classi di rating, definendo anche 4 classi aggiuntive

rispettivamente per la categoria dei dipendenti, per gli unrated, per le pratiche erogate a fronte

dell’evidenza di una policy di rifiuto, e per le pratiche in default.

L’unità di validazione ha infine verificato il disegno del modello, l’utilizzo delle fonti informative, le sue

performance in termini di rank ordering, calibrazione e stabilità.

3 Si tratta dei Prestiti Personali erogati tramite le agenzie UCB per cui il richiedente o il coobbligato (se presente) abbiano stato di nascita, ricavato dalcodice fiscale, incluso nel seguente elenco: Italia, Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Irlanda del nord, Grecia,Irlanda, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Principato di Monaco, San Marino, Spagna, Svizzera, Svezia, Città del Vaticano, Stati Uniti

d’America, Canada, Australia, Nuova Zelanda4 Si tratta di Prestiti Personali erogati tramite le agenzie UCB ma non rientranti nel perimetro del Portafoglio Strategico.5 Prestiti Personali non erogati tramite le agenzie UCB.6 La controparte è considerata “good” in caso di rate arretrate inferiore o pari a 2 e indeterminata con 3 o 4 rate arretrate.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 7

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Su tale modello il Gruppo è in attesa di autorizzazione all’utilizzo ai fini regolamentari da parte

dell’Autorità di Vigilanza.

Il modello di rating del segmento Privati Italia: cessione del quinto dello stipendio

Il sistema di rating adottato dalla controllata UniCredit Family Financing per la valutazione del portafoglio

“Cessione del Quinto dello Stipendio”, considerando sia le nuove erogazioni che le posizioni in essere, è

composto di due moduli, uno di accettazione e uno andamentale, al fine di cogliere in modo distinto i

driver di rischio rilevanti al momento dell’ingresso delle posizioni in portafoglio e nel corso della vita delle

posizioni stesse.

La metodologia adottata in fase di sviluppo appartiene alla famiglia dei modelli ad albero; tale approccio

permette la stratificazione del campione d’analisi in livelli successivi, attraverso la verifica del potere

discriminante di alcune variabili rispetto all’evento default. Il risultato di tale procedura è una struttura ad

albero le cui “foglie” finali corrispondono a specifici pool di posizioni caratterizzati internamente dallo

stesso profilo di rischio.

Per quanto concerne lo sviluppo della componente di erogazione, è stato definito un campione specifico

di pratiche erogate nel corso del biennio 2006-2007. Le variabili considerate per la determinazione

dell’albero di erogazione sono state selezionate, in base alla natura delle informazioni, dalle seguenti

macroaree: informazioni socio demografiche ed informazioni di prodotto. L’albero decisionale è stato

costruito tramite la procedura CHAID (con interventi di natura esperta), con l’obiettivo di segmentare la

popolazione sulla base delle variabili individuate a seguito delle preliminari analisi univariate e di

correlazione. L’analisi ha portato alla definizione di 7 pool successivamente aggregati in 6 classi di rating

(alle quali è stata aggiunta una classe per i contratti in default); ai fini della stima della PD d’erogazione, i

tassi di default empiricamente riscontrati sul campione di sviluppo sono stati oggetto di ricalibrazione

attraverso tecniche bayesiane di prior correction.

Per quanto concerne invece la stima della PD andamentale, le variabili discriminanti utilizzate per la

determinazione dell’albero sono state selezionate, in base alla natura delle informazioni, dalle seguenti

macroaree: informazioni andamentali interne, informazioni relative al prodotto erogato e al canale di

vendita. Il modello andamentale si basa su una struttura ad albero decisionale. L’albero decisionale è

stato costruito tramite la procedura CHAID (con interventi di natura esperta). Il risultato dell’analisi ha

portato alla definizione di 12 pool, successivamente aggregati in 6 classi di rating (alle quali è stata

aggiunta una classe per i contratti in default). Ai fini di stima della PD i tassi di default empiricamente

riscontrati sul campione di sviluppo sono stati oggetto di ricalibrazione attraverso tecniche bayesiane di

prior correction.

Le classi di rating di erogazione sono state successivamente omogeneizzate con le classi andamentali, al

fine di pervenire a una scala di rating unica per il prodotto Cessione del Quinto dello Stipendio.

L’unità di validazione ha, anche in questo caso, verificato il disegno del modello, in linea con le prassi di

mercato, il profilo della completezza informativa e le performance del modello in termini di rank ordering e

calibrazione.

Su tale modello il Gruppo è in attesa di autorizzazione all’utilizzo ai fini regolamentari da parte

dell’Autorità di Vigilanza.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

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I sistemi di rating “Leasing Corporate” e “Leasing Small Business”

I sistemi di rating per i segmenti Mid-Corporate e Small Business, in uso in UniCredit Leasing (UCL) e per

i quali è stata inoltrata richiesta di autorizzazione a fini regolamentari a Banca d’Italia nel dicembre 2009,

esprimono una valutazione della probabilità di insolvenza a livello di transazione, integrando la

componente di rischio di controparte con le informazioni specifiche di rischiosità legate all’operatività del

leasing. In particolare, i modelli di rating sottostanti adottano un approccio per pool di prodotto, secondo

la segmentazione gestionale delle operazioni di leasing adottata in UCL: Immobiliare, Strumentale e

Targato.

Il progetto per lo sviluppo dei modelli PD, avviato nei primi mesi del 2006 e concluso nel maggio del 2007,

è stato condotto da UCL in collaborazione con Centrale dei Bilanci (Ce.Bi.). Le prime versioni dei modelli

PD di operazione sono entrate in produzione nel settembre del 2007 e sono state integrate sia nei

processi di erogazione, nell’ambito della Pratica Elettronica di Fido, che nei processi di monitoraggio

mensile.

Il concetto di default adottato per la stima dei modelli è per transazione e prevede il trascinamento dello

stato di insolvenza soggettivo della controparte sul contratto, con un concetto di scaduto continuativo per

oltre 180 giorni coerente con le disposizioni della normativa Centrale dei Rischi. Nella seconda metà del

2008, inoltre, i modelli sono stati ricalibrati sulla base dei perimetri più recenti, adottando il concetto di

default secondo le disposizioni di Vigilanza, con la soglia di materialità del 5% e una franchigia assoluta

sul saldo scaduto ai fini dell’esclusione dei past-due tecnici.

I principi base che hanno guidato la scelta del disegno dei modelli sono stati l’univocità della valutazione

della controparte a livello di Gruppo e la necessità di declinare in modo adeguato la rischiosità a livello di

transazione, sfruttando tutte le fonti informative specifiche del business relativo al leasing, sia interne che

di sistema. I modelli sviluppati per i segmenti Mid-Corporate e Small Business sono pertanto strutturati in

due livelli: I livello: valutazione della rischiosità della controparte in coerenza con le valutazioni in essere nel

Gruppo; II livello: valutazione delle informazioni specifiche del leasing ed integrazione della suddetta

valutazione di controparte, al fine di ottenere una PD a livello di singolo contratto.

Di seguito si presenta graficamente la struttura logica dei modelli:

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 7

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Per quanto concerne il I livello (PD di controparte), si sottolinea che in caso di controparti condivise con

UniCredit Corporate Banking o con le Banche Retail del Gruppo, la PD di controparte di UCL è la

medesima calcolata dai modelli in uso in tali Entità. Per i clienti esclusivi di UCL, invece, la PD di

controparte è calcolata mediante metodologie sostanzialmente omogenee a quelle dei modelli RIC o

RISB nelle loro versioni originarie.

Il modello per i clienti esclusivi Mid-Corporate utilizza, quando disponibili, gli input considerati nel modello

RIC, quali il bilancio d’esercizio depositato dalla controparte, le informazioni del questionario qualitativo e

quelle geo-dimensionali e settoriali, nonchè lo score andamentale o di Centrale Rischi. Il modello per i

clienti esclusivi Small Business, invece, è distinto sulla base della disponibilità del dato di bilancio. In caso

si disponga di un bilancio aggiornato, la valutazione di controparte è effettuata attraverso il modello di

erogazione della precedente versione del RISB, mentre in assenza dello stesso, la valutazione di

controparte si basa solamente sullo score CR e/o sullo score Delphi.

Per quanto concerne il II livello (PD di transazione), le informazioni considerate sono costituite dallo score

andamentale interno, che monitora l’andamento della relazione con il cliente e delle operazioni in essere,

dallo score Assilea, che monitora l’andamento del cliente/rapporto a livello di sistema e da ulteriori

dettagli di prodotto, che possono influenzare il livello di rischiosità del rapporto.

Lo score andamentale interno è stato sviluppato per pool di prodotto (Immobiliare, Strumentale e Targato)

al fine di valutare la regolarità di pagamento della singola transazione e ha l’obiettivo di cogliere eventuali

segnali di anomalia che anticipino lo stato di default del contratto, basandosi sul numero di rate arretrate

e di giorni di sconfinamento. Tale score viene calcolato per tutti i contratti decorsi da almeno tre mesi,

mentre per i contratti decorsi da meno di tre mesi oppure stipulati ma non ancora in decorrenza, si è

deciso di attribuire allo score un valore medio.

Lo score Centrale Rischi Assilea è un indicatore di ‘comportamento’, ottenuto tramite un modello statistico

con regressione logistica, per valutare la relazione che la controparte intrattiene con tutte le società di

leasing facenti parte di Assilea. Le informazioni ricevute dalla CR sono a livello di cliente ma, in

considerazione della diversa rischiosità legata alla tipologia del contratto leasing, si è deciso di sviluppare

lo score per pool di prodotto (Immobiliare, Strumentale e Targato), considerando i default a livello di

contratto.

Le informazioni di prodotto si differenziano anch’esse secondo le stesse macrotipologie e sono state

selezionate, attraverso algoritmi statistici multivariati, in base alla relazione con l’evento default.

L’attività di validazione iniziale effettuata nel 2009 si è concentrata innanzitutto sulla verifica dell’impianto

metodologico. L’impostazione a livello di transazione, inusuale per un portafoglio di esposizioni verso

imprese, trova giustificazione nel riconoscimento della rilevanza del prodotto, che nella società di Leasing

si è dimostrato essere un fattore imprescindibile nella spiegazione del comportamento della Clientela;

inoltre, i tassi di default osservati su questo specifico portafoglio sono profondamente diversi da quelli

relativi ad altre tipologie di finanziamento. Le attività di convalida hanno poi esaminato il profilo della

completezza informativa e le performance del modello in termini di rank ordering, calibrazione e stabilità.

Su tale modello il Gruppo è in attesa di autorizzazione all’utilizzo ai fini regolamentari da parte

dell’Autorità di Vigilanza.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

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LGD per i portafogli locali Italia

I modelli di LGD di UCCB, RNI e UCFin sono stati sviluppati secondo un approccio di tipo workout. In

particolare, il tasso di perdita viene calcolato considerando i flussi di cassa relativi ai diversi rapporti

osservati dal loro ingresso a default fino al termine del processo di recupero. Per quanto attiene alla

stima, sono stati definiti specifici moduli per ciascuna fase del default (incaglio, sofferenza e past due),

adottando per i portafogli Cessione del Quinto e Prestiti di UCFin un approccio empirico, mentre negli altri

casi (UCCB, RNI e UCFin mutui) sono state definite stime regressive nel caso dei blocchi sofferenze ed

incagli e medie storiche per la variazione dell’esposione in fase di past due (distinta per rapporti rateali e

non rateali). Tale criterio a blocchi determina la necessità di definire una modalità di integrazione dei

risultati dei diversi modelli per il calcolo della LGD complessiva. In particolare, è necessario definire due

tipologie di parametri, i primi legati alla composizione del primo ingresso a default (probabilità che, dato il

default, esso si verifichi sotto forma di past due, incaglio o sofferenza), i secondi legati alle probabilità di

transizione tra i diversi stati di default (nella terminologia Unicredit questi ultimi vengono definiti Danger

Rates). Mentre in UCCB, RNI ed UCFin per il prodotto mutui tali parametri vengono definiti su base

empirica (frequenze relative osservate sui campioni di sviluppo), l’approccio di stima adottato per i

Danger Rate in UCFin per il prodotto Prestiti si basa sulla modellizzazione del WOE (Weight of Evidence)

associato ai diversi attributi delle variabili disponibili in fase di application e su una survival analysis per i

rapporti di tipo CQS.

I modelli sviluppati mediante approccio regressivo prevedono l’impiego sia di variabili di tipo anagrafico

che inerenti le caratteristiche dei rapporti; inoltre, assumono particolare rilevanza le garanzie a copertura

delle esposizioni. A tal proposito, le Banche italiane hanno deciso di incorporare l’effetto delle diverse

tipologie di garanzie nella LGD, anche qualora la normativa prevedesse un’alternativa, come nel caso

delle fideiussioni, per le quali è prevista la possibilità di sostituire PD e LGD del cliente con i

corrispondenti parametri del garante nella valutazione del rischio associata alla quota di esposizione

garantita; fanno eccezione, per la sola Unicredit Corporate Banking, le fideiussioni rilasciate da istituti

bancari, in presenza delle quali è adottato il principio di sostituzione. In generale non si considera dunque

la possibilità di trattare separatamente la quota di esposizione garantita e quella non garantita, ma viene

calcolata una Loss Given Default a livello di rapporto, in funzione delle garanzie presenti e, ove

significativo, del loro valore. In questo contesto è peraltro importante sottolineare che, in attesa dello

sviluppo di un modello di PD per i garanti persone fisiche che consenta di valutarne la rischiosità

associata come richiesto da normativa, le competenti funzioni di Unicredit hanno escluso le garanzie

personali dal calcolo della LGD qualora esse siano prestate da fideiussori unrated; in questi casi non

viene dunque valorizzata la corrispondente dummy premiante del modello regressivo, annullando così

l’effetto della garanzia.

Con particolare riferimento al segmento Privati, si è scelto di sviluppare congiuntamente (Unicredit Banca

e Unicredit Family Financing per la parte ex Banca per la Casa) il modello per i mutui ipotecari. Anche per

quanto riguarda Corporate e Small Business, con riferimento ad alcune tipologie di rapporto (Anticipi), si è

optato per un modello sviluppato congiuntamente. Per il calcolo del valore di LGD, limitatamente alla fase

di sofferenza, si è considerato il massimo livello di dettaglio possibile, ovvero il rapporto. Per quanto

riguarda la fase di incaglio, invece, la banca ha sviluppato due modelli per ciascun segmento,

differenziando esposizioni rateali e non rateali.

Nel corso del 2008 sono state apportate alcune modifiche al modello di LGD per i portafogli italiani. Il

primo intervento ha riguardato la modalità di inserimento della variabile tasso risk free all’interno dei

modelli: la variabile è stata introdotta in modalità continua anziché in modalità discreta. In secondo luogo,

si è sviluppato un nuovo approccio per la stima di una LGD che rifletta le condizioni recessive del ciclo

economico (LGD Downturn). Il nuovo approccio prevede il calcolo dell’effetto downturn come

aggiustamento della LGD stimata dai modelli mediante due coefficienti ottenuti tramite una regressione

che interpola la LGD stimata e una nuova variabile che identifica il passaggio o meno della sofferenza per

la fase recessiva. Il terzo intervento è costituito dalla revisione dell’effetto dell’azione revocatoria

fallimentare. Il quarto e ultimo intervento ha riguardato la correzione delle stime di LGD per le esposizioni

già a default per tener conto degli eventuali passaggi a perdita parziali.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 7

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Tutti i modelli sono inoltre stati ricalibrati coerentemente con quanto avvenuto per i modelli di PD; con

riferimento specifico alla LGD del sistema Rating Integrato Privati (RIP) per i Mutui Ipotecari si è invece

provveduto a rivedere la modalità di aggregazione delle aree geografiche eliminando le classi “Lazio e

Umbria” e “Marche e Toscana” e creando la classe “Centro”, al fine di migliorare l’interpretabilità

economica e rendere tale modello uniforme con i modelli di LGD analoghi sviluppati nelle altre Entità.

Nel corso del 2009, i parametri dei modelli LGD locali già autorizzati per le Entità Italiane sono stati

aggiornati a seguito dell’ampliamento dei campioni di sviluppo atto a far fonte alla previsione normativa

per cui “ le stime della LGD si basano su dati derivanti da un periodo di osservazione minimo di cinque

anni, prolungato di un anno ogni anno, fino a raggiungere un periodo minimo di sette anni”.

L’aggiornamento dei campioni di sviluppo, ha visto inoltre, in UCCB, RNI e per i Mutui di UCFin

l’esclusione di tutti i rapporti che hanno fatto ingresso nello stato di default prima del 1997. Tale scelta è

stata guidata dalle necessità di garantire una maggiore aderenza tra i processi sottostanti i recuperi

osservati nei campioni di sviluppo e quelli attuali. Su raccomandazione delle funzione di controllo interno

è stata rivista anche la metodologia di determinazione dei tassi di attualizzazione usati per il calcolo della

LGD osservata. Secondo la nuova metodologia, il tasso di attualizzazione è determinato dal tasso Risk

Free più un premio al rischio basato, oltre che sulla volatilità storica dei recuperi, anche sull’asset

correlation prevista per il calcolo del requisito di capitale.

Inoltre, nel corso del 2009, sono state ridefinite le aree geografiche per il modello relativo al segmento

Small Business, con aggregazione delle classi Sud e Isole, per esigenze di maggiore aderenza del

modello ai portafogli ex-Capitalia nonchè di uniformità con i modelli per i segmenti Corporate e Mutui

Ipotecari.

Tali modifiche hanno comportato come conseguenza la variazione dei pesi delle variabili predittive dei

modelli, ma non hanno condotto a cambiamenti nel numero e nella tipologia delle variabili stesse.

Il 2009 si è anche caratterizzato per l’introduzione di nuovi modelli per il calcolo della LGD per i Conti

Correnti/Carte a Saldo, i Prestiti Personali, la Cessione del Quinto e le operazioni di locazione finanziaria

(leasing). Per quanto riguarda i tre nuovi modelli LGD per le esposizioni al dettaglio di RNI e UCFin, la

loro struttura è simile a quella degli altri modelli LGD: si basano su un approccio di tipo workout e sono

strutturati in moduli differenziati per le posizioni in sofferenza e precontenzioso (incagli e past-due a 180

giorni). Tali blocchi sono poi combinati tra loro mediante la stima di due tipologie di parametri, i primi

legati alla composizione del primo ingresso a default ( probabilità che, dato il default, esso si verifichi

sotto forma di past due, incaglio o sofferenza), i secondi legati alle probabilità di transizione tra i diversi

stati di default.

Differentemente da quanto accaduto per i modelli di LGD per le esposizioni al dettaglio, UniCredit

Leasing non ha avuto la necessità di modellizzare separatamente le fasi di incaglio e sofferenza grazie

alla disponibilità di una base dati con una buona profondità storica anche per il primo stato, che ha

consentito di costruire un campione sufficientemente ampio di esposizioni osservate e tracciate senza

alcuna soluzione di continuità dall’ingresso in incaglio fino alla chiusura della sofferenza; in particolare,

una volta identificati i principali fattori esplicativi della variabilità nei recuperi osservati e

conseguentemente definiti cluster omogenei di esposizioni con riferimento ai tassi di perdita rilevati, sono

state calcolate le corrispondenti medie campionarie. A causa della limitata numerosità di osservazioni,

queste ultime non sono state differenziate per Corporate, Small Business e Privati, come generalmente

previsto dalle prassi interne. Tale segmentazione è stata invece presa in considerazione nella definizione

della componente di danger rate, attraverso la quale viene gestita la calibrazione del modello al past due.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

92

L’unità di validazione, che nel corso del 2007 aveva esaminato, con riferimento ai modelli LGD oggetto

della richiesta di autorizzazone iniziale, la struttura, la coerenza con la definizione di PD, l’effetto del ciclo

economico, la metodologia di sconto dei flussi di recupero, l’allocazione dei costi e il trattamento degli

attivi in default e aveva effettuato test volti alla verifica dell’accuratezza e della calibrazione dei modelli,

nel 2008 e nel 2009 si è concentrata sulla validazione iniziale dei nuovi modelli di LGD (Conti Correnti,

Prestiti Personali, Cessione del Quinto), sulla valutazione qualitativa di tutte le revisioni e sul

monitoraggio di performance e calibrazione dei modelli,già autorizzati.

Estensione del modello LGD ad Aspra Finance

Il focus di Aspra Finance è l’acquisizione e la gestione di crediti problematici originati da banche o società

finanziarie del Gruppo. Di conseguenza, nella società sono stati progressivamente accentrati i portafogli

storici Non Performing Loans (NPLs) delle Entità Giuridiche del Gruppo. A tale proposito si osserva che

per il portafoglio IRB il fondamentale criterio per la definizione del prezzo dei portafogli NPLs è

rappresentato, e sarà rappresentato nelle future cessioni, dalla LGD per le esposizioni in default.

L’adozione a fini regolamentari dei sistemi di rating interni presenti nelle banche cedenti e già autorizzate

dall’Organo di Vigilanza, così come la futura adozione dei modelli di valutazione del rischio di credito che

saranno sottoposti a tale autorizzazione, hanno l’obiettivo di garantire, nell’ambito della cessione delle

attività non performing, la neutralità rispetto al calcolo della perdita attesa e delle attività ponderate per il

rischio e di evitare oscillazioni degli assorbimenti patrimoniali in seguito a transazioni infragruppo.

I modelli di EAD per i portafogli locali italiani

Contestualmente all’introduzione dei nuovi sistemi di rating per i finanziamenti in conto corrente, per i

prestiti personali, per i finanziamenti a fronte della cessione del quinto e per le locazioni finanziarie

(leasing), il gruppo ha sviluppato modelli per la stima della esposizione al momento del default (EAD).

L’approccio utilizzato per la valutazione dell’EAD è costituito da una metodologia “entro 12 mesi”,

secondo cui si procede all’osservazione della clientela affidata o sconfinante in bonis a una determinata

data di riferimento (i.e. 31/12/t) che risulti classificata in default nell’arco dei 12 mesi successivi.

Con riferimento agli Scoperti di Conto Corrente e alle Carte di Credito a Saldo, la stima dell’EAD è

differenziata in funzione di determinate famiglie di forme tecniche, Conti correnti/Carte a Saldo,

Portafoglio Commerciale e Crediti di Firma. Il calcolo dell’EAD per i rapporti di conto corrente si

differenzia in base alla presenza o meno di margine residuo sulla linea di fido all’istante di osservazione;

in particolare, in presenza di margine si prevede il calcolo di un equivalente creditizio (CCF), mentre in

assenza di margine alla data di riferimento si prevede il calcolo di un indicatore in funzione del solo

utilizzo corrente (K). Inoltre, le famiglie conti correnti e carte di credito a saldo sono state gestite

congiuntamente data l’operatività gestionale che prevede l’addebito mensile dell’utilizzo della carta di

credito su un conto corrente di appoggio, senza possibilità di risalire alle movimentazioni a sé stanti

relative ai mesi precedenti.

Per quanto riguarda i Crediti di Firma, attraverso cui la banca assume o garantisce un’obbligazione del

cliente esponendosi al rischio di dover rispondere con il proprio patrimonio in caso di inadempimento

dell’affidato, si è valutata la probabilità che la garanzia stessa o l’impegno concesso possano trasformarsi

in un’esposizione per cassa. Il modello valuta pertanto la quota dei crediti di firma in essere al momento

del default che, in quanto tali, rappresentano un rischio potenziale per l’Istituto (il rischio effettivo, ovvero

che tali esposizioni ‘potenziali’ si trasformino in esposizioni per cassa, è valutato nel modello LGD). Per

quanto concerne la stima dell’esposizione al default sui rapporti di portafoglio commerciale, la funzione di

sviluppo ha deciso di calcolare esclusivamente un coefficiente K, data la scarsa numerosità delle

osservazioni con margine in questo contesto.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 7

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Nel caso dei finanziamenti erogati a fronte della cessione del quinto dello stipendio, il modello finale ha

individuato due variabili di splitting (“Percentuale di Debito Residuo” e “Convenzione”), portando alla

generazione di quattro pool finali.

Per quanto riguarda i prestiti personali, invece, le analisi svolte hanno evidenziato che l’esposizione al

momento del default è inferiore al 100% dell’esposizione alla data di osservazione in corrispondenza di

tutti i segmenti ottenuti dalle variabili di segmentazione e per tutti i portafogli analizzati. Per tale ragione si

è deciso di non implementare il modello sviluppato e di assegnare prudenzialmente ad ogni esposizione,

a fini regolamentari, una EAD pari a 100%.

Il modello per la stima del parametro di EAD per le operazioni di leasing (clientela Mid-Corporate e Small

Business) è invece articolato su più livelli, in funzione delle caratteristiche dell’operazione e del bene

oggetto di finanziamento. Al primo livello sono individuati due macro-raggruppamenti definiti sulla base

del tipo di leasing, distinguendo tra i contratti decorsi, ossia locazioni finanziarie aventi ad oggetto beni di

proprietà della società di leasing con possibilità di riscatto alla scadenza da parte del locatario, e quelli a

Stato Avanzamento Lavori (SAL), che rappresento finanziamenti finalizzati alla costruzione o

ristrutturazione di un bene, che una volta completato sarà oggetto di locazione finanziaria. Al secondo

livello, la struttura del modello prevede, per quanto attiene il leasing decorso, un’articolazione basata sul

macro-prodotto (immobiliare, nautico, strumentale e targato), mentre nel caso dei contratti a SAL è stata

introdotta una suddivisione basata sulle caratteristiche finanziarie dell’operazione e sul margine

disponibile. Nessuna differenziazione è stata invece prevista con riguardo al segmento di clientela.

L’attività di validazione iniziale di questi modelli di stima si è particolarmente concentrata nella verifica

dell’impianto metodologico, soprattutto in relazione alla capacità del modelli di cogliere le caratterisitiche

proprie dei diversi prodotti specie laddove è comune osservare un incremento di esposizione

all’avvicinarsi del default. Le attività di convalida hanno poi esaminato il profilo della completezza

informativa e le performance e la calibrazione dei modelli.

Su tali modelli il Gruppo è in attesa di autorizzazione all’utilizzo ai fini regolamentari da parte dell’Autorità

di Vigilanza.

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Modelli Locali, perimetro Germania

Modello di rating “Mid corporate”

Il modello “Mittelstandsrating” si occupa di fornire i rating delle esposizioni verso la classe imprese di HVB

con sede in Germania e con fatturato compreso tra i 3 e i 500 milioni di Euro.

Ia versione del modello attualmente in uso è stata rilasciata nel corso del 2009 ed è stata sviluppata con

l’obiettivo di semplificare il modello originario (il numero dei Maja Values è stato ridotto da 12 a 4),

introducendo contestualmente i miglioramenti suggeriti dalla precedente fase di convalida

Il modello è costituito da due componenti: un modulo quantitativo ed uno qualitativo. Il punteggio

risultante dall’analisi del bilancio determina il rating parziale relativo alle condizioni economiche. Il modulo

qualitativo fornisce invece il rating parziale relativo alla situazione dell’impresa. Il rating finale nasce dalla

combinazione dei due rating parziali.

Il modulo quantitativo è costituito da 4 sotto-moduli statistici chiamati “Maschinelle Analyse von

Jahresabschlüssen” (= Analisi automatica del bilancio), in breve MAJA. L’ambito di applicazione di

ciascuno di questi sotto-moduli dipende dal settore di attività economica dell’azienda: (Industria,

Commercio, Costruzioni e Servizi)

I fattori di rischio inclusi nel modulo quantitativo, selezionati con un processo che ha incluso sia analisi

statistiche che interazioni con gli esperti, coprono in generale le seguenti aree di analisi:

Struttura degli assets;

Situazione finanziaria;

Crescita produttiva / Margini.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 7

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Il modulo qualitativo, rivisto anch’esso nel corso del 2009 con lo scopo di semplificrne la struttura ed

ottimizzarne le performance, copre invece le aree di analisi relative a:

situazione finanziaria;

assetto manageriale/imprenditoriale;

pianificazione e controllo;

settore / mercato / prodotto;

fattori di rischio;

posizionamento settoriale

In presenza di segnali di deterioramento creditizio (Warnig signals), già inclusi in una specifica sezione

del modulo qualitativo, il rating viene corretto automaticamente.

Il rating finale può infine essere corretto manualmente (override) nel caso in cui informazioni aggiuntive

indichino che il rating calcolato non è adeguato. Tale pratica è soggetta a restrizioni e vincoli specifici ed

è monitorata strettamente dalla funzione di convalida interna.

La revisione effettuata nel 2009, ha visto anche una ricalibrazione del modello sulla base di una più

aggiornata serie storica di tassi di default.

La funzione di convalida interna ha verificato il disegno del modello, la tenuta (performance e stabilità) dei

diversi moduli che lo compongono (quantitativo, con i relativi sotto-moduli, e qualitativo) e la sua

calibrazione. Ha inoltre analizzato il processo di assegnazione del rating, le regole di attribuzione delle

esposizioni al modello in questione e il processo di override.

Modello di rating “Small Business”

Il modello di rating “HVB smallcorp” ha come ambito di applicazione le piccole o medie aziende tedesche

(fino a 3 Milioni di fatturato per le controparti in contabilità semplificata e sino a 15 milioni per le società i

cui soci hanno responsabilità personale illimitata) e i privati, residenti in Germania, il cui reddito deriva

principalmente dall’esercizio di una libera professione, da lavoro indipendente o dai proventi di una SME

di cui sono maggiori azionisti o proprietari.

La struttura del modello è stata semplificata nel corso del 2009 definendo un trattamento univoco

indipendentemente dal numero di entità collegate al cliente oggetto di valutazione, ed applicando dunque

a tutte le controparti il modello “Scoring GK”;

Il modulo “Scoring GK” calcola uno score unico che è successivamente mappato ad una PD. Lo score è

ottenuto attraverso due diverse scorecard a seconda che la controparte sia o no pienamente

responsabile del passivo dell’azienda.

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In entrambi i casi sono usate le stesse informazioni:

I cosiddetti “MAJA Values”, score di bilancio sviluppati statisticamente in analogia a quanto

utilizzato per il mid-corp;

Score settoriali interni;

Score andamentali.

Nel caso in cui il cliente sia un privato, il livello di indebitamento è utilizzato come fattore di rischio

aggiuntivo.

Inoltre, in fase di erogazione è stata introdotta una nuova scorecard ‘Small Credit Line’ utilizzata qualora

in fase di erogazione la controparte effettui una richiesta di fido non superiore a 50.000€. Tale

componente, inoltre, è applicata solo nel caso di clienti che non dispongono di informazioni andamentali.

Lo score SME è definito anche considerando i seguenti aspetti:

1. un down-notching è previsto nel caso di informazioni finanziarie più vecchie di 24 mesi o di unrating non aggiornato da oltre 14 mesi;

2. il rating può essere corretto al verificarsi di uno evento predefinito (all’interno di un set dieventi che richiedono un downgrade o un upgrade della controparte) o sulla base di unavalutazione esperta. In quest’ultimo caso la correzione è ammessa in downgrade, mentre inupgrade è soggetta a specifica approvazione ed è monitorata strettamente dalla funzione diconvalida interna. Inoltre il processo di override è ammesso solo per i clienti con elevataesposizione.

In aggiunta al modello sopra descritto, si usano degli “score andamentali”, diversi per tipologia di

prodotto, per valutare l’andamento interno dei rapporti con il cliente. Dopo 6 mesi dall’apertura del

rapporto, lo score andamentale (ad eccezione dello score andamentale relativo ai prodotti diversi dallo

conto corrente e dal mutuo) viene integrato nel rating finale, ma solo per i clienti con esposizione fino a

300.000 euro.

La funzione di convalida interna ha verificato il disegno del modello anche tramite verifica presso gli

utenti. Ha inoltre analizzato la performance e la calibrazione del modello complessivo e dei diversi moduli

(quantitativo, con i relativi sotto-moduli, e qualitativo) e la stabilità della popolazione sottostante. Ha infine

esaminato il processo di assegnazione del rating e il processo di override.

Modello di rating “Foreign SME”

Nel corso del 2009 è stato inoltre introdotto un sistema di rating per la valutazione delle imprese estere oappartenenti a gruppi di consolidamento esteri, il cosiddetto Foreign SME. Il rating viene assegnato a tali

controparti sulla base di una componente quantitativa esterna specifica per Paese, che viene integrata

con un modulo qualitativo sviluppato internamente a partire da quello definito per il segmento Mid

Corporate tedesco. La componente quantitativa è ottenuta combinando un rating finanziario, basato su

uno score RiskCalc-PD calcolato automaticamente dalla procedura KRIBS Financial Statements, con

degli elementi addizionali, quali fattori di sviluppo e previsionali o di criticità. La componente qualitativa si

compone di quattordici criteri di valutazione che coprono le seguenti aree di indagine:

- Situazione finanziaria;

- Management;

- Pianificazione e controllo;

- Mercato / Prodotti;

- Altri Rischi.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 7

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Nella figura seguente si schematizza il sistemal di rating per le imprese estere appartenenti al segmento

SME.

Anche in questo caso, le attività di verifica interna condotte nel corso del 2009 hanno consentito di

certificarne la conformità ai requisiti normativi, anche tenendo in considerazione il fatto che le ridotte

dimensioni dei perimetri di applicazione di ciascun modello non consentono una stima interna del modulo

finanziario.

Su tale modello il Gruppo è in attesa di autorizzazione all’utilizzo ai fini regolamentari da parte

dell’Autorità di Vigilanza.

Modello di rating “Privati”

Il modello di rating “HVB private individuals” ha come ambito di applicazione tutti i privati, esclusi i liberi

professionisti e i lavoratori indipendenti. Sono inoltre esclusi i privati che possiedono un elevato reddito

riveniente dall’affitto di immobili, che sono considerati parte del portafoglio “Commercial Real Estate” e

valutati con il sistema di rating apposito.

Il modello di rating privati è costituito da 12 scorecard: 8 di erogazione, differenziate per tipo di prodotto, e

4 comportamentali. In funzione della fase del ciclo di vita in cui si trova la transazione vengono combinati

entrambi gli score o ne viene preso solo uno dei due.

Tutte le valutazioni disponibili su ciascun cliente (nel caso in cui abbia più di un rapporto con la banca)

sono inoltre combinate sulla base di un modello sviluppato su base esperta per ottenere una probabilità di

default complessiva sul singolo cliente.

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Tale logica prevede dapprima la determinazione, per ciascuna transazione, di una “PD di Rapporto”.

Tutte le PD di rapporto relative alla medesima tipologia di prodotto vengono poi combinate (attraverso

una media pesata per esposizione) in una “PD di Prodotto”. Tutte le PD di prodotto contribuiscono infine a

determinare una “PD cliente”, sulla base dell’esposizione, del “peso informativo”, che sintetizza come e

con quale anticipo ciascun prodotto contribuisce a fornire informazioni sul futuro default del cliente, e del

“fattore di rischiosità nella combinazione dei prodotti”, che specifica il diverso contributo di ciascuna

combinazione dei prodotti sul tasso di default atteso.

In aggiunta al modello sopra descritto, vi sono degli scorecard specifici per i clienti “Private” e per quelli

con elevata esposizione. L’unità di validazione ha verificato il disegno del modello e la sua tenuta in

termini di performance e calibrazione.

Inoltre, ha analizzato le performance dei diversi moduli sottostanti e la loro calibrazione anche

considerando separatamente le diverse possibili combinazioni di prodotti in capo ad uno stesso cliente.

Modello di rating per il “Commercial Real Estate Finance”

Il modello di rating per il Commercial Real Estate Finance (CRE) di HVB è utilizzato in Germania per

valutare le esposizioni verso:

Operatori Immobiliari: aziende che presentano bilancio i cui utili provengono principalmente dalla

costruzione (o acquisto) e dalla successiva vendita di stabili destinati ad abitazione o ad uso

commerciale (uffici, negozi);

Investitori Immobiliari con bilancio: aziende che presentano bilancio i cui utili provengono

principalmente dall’affitto di immobili di proprietà, siano essi immobili residenziali che

commerciali;

Investitori Immobiliari senza bilancio: aziende senza bilancio o clienti privati con utili / reddito

proveniente principalmente dall’affitto di immobili di proprietà.

Tali clienti sono valutati attraverso modelli costruiti sulla base di tre moduli elementari:

a) Un modulo qualitativo che si propone di valutare la qualità e l’affidabilità del management,

le competenze del team di gestione, la qualità della gestione organizzativa e l’esperienza

della banca nella gestione dei rapporti con l’azienda.

b) Un modulo qualitativo che si propone di valutare l’oggetto / progetto da finanziare o

finanziato (non solo dalla banca), ivi compresa la qualità e il rischio implicito nel

portafoglio di immobili / progetti dell’azienda, la sua capacità di pianificazione (dalla

esperienza passata) e i flussi di cassa pianificati / previsti negli anni a venire.

c) Un modulo quantitativo finanziario, basato sul bilancio dell’azienda e completato da una

valutazione qualitativa sulla qualità, affidabilità e completezza del bilancio.

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I moduli a) e b) sono sistemi esperti in cui i fattori e i loro pesi sono stati definiti da un team di esperti e

affinati nel tempo alla luce dell’esperienza fatta, mentre il modulo c) è stato sviluppato statisticamente.

I risultati dei tre sotto-moduli sono poi combinati su base statistica, innovazione introdotta nel corso del

2009 su suggerimento delle funzioni di convalida interna; in precedenza l’integrazione avveniva sulla

base di ponderazioni determinate con il supporto degli esperti.. Lo score così ottenuto è calibrato

statisticamente.

I tre moduli usano tutti gli stessi sotto-moduli; quello che cambia è la ponderazione con cui vengono

combinati gli score parziali nello score complessivo.

L’unità di validazione ha valutato il disegno del modello anche tramite l’analisi delle risposte a un

questionario sottoposto agli utenti. Ha inoltre testato la tenuta del modello e dei moduli che lo

compongono in termini di performance e calibrazione e la stabilità della popolazione anche tramite matrici

di transizione. Ha infine analizzato la copertura del portafoglio, verificando in quanti casi esistono rating

non validi a causa del mancato aggiornamento di alcune componenti del modello, e le regole di

overruling.

Modello di rating per le operazioni di “Acquisition and Leveraged Finance”

Il modello di rating “Acquisition and Leveraged Finance” (ALF) è destinato alla valutazione delle iniziative

di finanziamento / rifinanziamento delle operazioni di acquisizione societarie nelle quali passività bancarie

addizionali vengono aggiunte al normale indebitamento operativo dell’azienda acquistata allo scopo di

finanziare l’acquisizione stessa.

Il debito risultante dall’acquisizione viene rimborsato tramite i flussi di cassa futuri dell’azienda acquisita e,

in alcuni casi, (i.e. nel caso di acquisizioni che coinvolgono investitori strategici) anche dell’azienda

acquirente.

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Le operazioni di acquisizione e le loro implicazioni in tema societario e fiscale (spesso in diverse

giurisdizioni) esigono una expertise specifica in fase sindacale, richiedendo:

appropriate relazioni rischio/rendimento, oltre ad una struttura di finanziamento basata su un

modello realistico di simulazione dei cash flow;

l’adattamento (structuring) della struttura finanziaria e di rimborso del debito dell’azienda

acquisita ai flussi di cassa futuri;

l’uso combinato di strumenti di finanziamento altamente differenziati (senior debt, junior debt,

mezzanine, ecc).

Per quanto riguarda gli aspetti metodologici, l’”ALF-Rating” è sostanzialmente un rating finanziario che

calcola la probabilità di default dell’azienda acquisita sulla base dei ratio patrimoniali, finanziari ricavati dal

bilancio e del conto economico previsionale. Un modulo qualitativo non è stato previsto in considerazione

del fatto che nella predisposizione di un bilancio previsionale vengono già implicitamente presi in

considerazione una grande quantità di informazioni qualitative e basate su un giudizio esperto. La

predisposizione del bilancio previsionale avviene anche con l’ausilio di modelli di simulazione dei flussi di

cassa futuri (INCAS, International financial model).

Anche in questo caso sono consentite delle correzioni manuali (override), sia dei singoli ratio finanziari sia

del rating finale, che devono essere approvate dalle funzioni preposte e che vengono strettamente

monitorate dalla funzione di convalida interna.

Il modello, già sottoposto nel 2008 a una prima revisione, è stato aggiornato nel corso dell’ultimo anno

includendo nei campioni di sviluppo i dati più recenti.

L’unità di validazione ha effettuato analisi sia qualitative che quantitative per la verifica della tenuta del

modello e per la valutazione delle modifiche intervenute nel corso del 2009. Da un punto di vista

quantitativo si sono confrontati i risultati del modello con benchmark interni e esterni.

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Modello di rating “Income Producine Real Estate” (IPRE)

Il modello IPRE –Slotting Criteria fornisce una valutazione ad una tipologia particolare di prestito

specializzato collegata a transazioni immobiliari “cash flow based” in cui la banca ha accesso diretto ai

flussi (cash flows) derivanti dalla transazione.

Il modello inizialmente adottato era il risultato di uno Slotting Criteria, ottenuto seguendo le modalità di

determinazione della valutazione del progetto contenute nella normativa prudenziale. Nel corso del 2009

è stato però implementato un modello più avanzato di tipo Cash Flow based, in linea con le prassi di

mercato per i portafogli Low Default in assenza di rating esterni,

Il nuovo modello è costituito da tre moduli, uno di generazione dei flussi di cassa simulati (Cash flow

simulation), uno di determinazione delle specificità dell’oggetto del finanziamento (Specific object

characteristics) ed un modulo qualitativo.

Ciascuna simulazione dei flussi di cassa è organizzata in 8 fasi distinte, il cui flusso è schematizzato nel

report seguente:

I risultati di ciascuna simulazione sono aggregati e costituiscono la base per la determinazione dei

parametri creditizi (PD, LGD) associati alla transazione, che poi viene aggiustato per tener conto di fattori

specifici dell’oggetto dell’operazione (dislocazione e qualità dell’immobile) e di altri fattori qualitativi .

La funzione di convalida ha verificato il disegno del nuovo modello, apprezzando l’indiscusso

miglioramento rappresentato dalla nuova metodologia, ed esprimendo la necessità di garantire la

coerenza della calibrazione con la definizione di default di Basilea II. Gli aspetti inerenti la calibrazione

non sono stati ancora verificati, mancando ancora una copertura sufficiente del portafoglio.

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Modello di rating “Global Shipping (GLOS)

La principale caratteristica dello “ship financing” è l’erogazione di prestiti per l’acquisto di navi,

principalmente garantiti da un’ipoteca sul bene finanziato. Tale business dipende dalla capacità del bene

finanziato di produrre i flussi di cassa necessari per ripagare il credito.

Il focus di HVB è il finanziamento di navi per le quali esiste un mercato secondario efficiente, liquido e

trasparente. Ciò include ad esempio navi container, bulk carrier e navi cisterna.

Tale modello è principalmente collegato alla transazione ed è caratterizzato da un assente (o limitato)

ricorso allo sponsor e consente di calcolare la probabilità di default (PD) e la LGD del debitore.

Il calcolo della PD nel modulo quantitativo si basa su una simulazione Monte Carlo. Lo sviluppo dei fattori

quantitativi (ad esempio il valore della nave) si basa su un processo stocastico i cui parametri sono

validati e stimati ogni anno sulla base di dati esterni. Il cash flow è calcolato per ogni trimestre lungo il

periodo di finanziamento.

Il rating finanziario basato su fattori quantitativi viene aggiustato (attraverso updgrade o downgrade di

alcuni notches) utilizzando i seguenti fattori qualitativi:

Gestione d’impresa (ad esempio reputation);

Gestione tecnica;

Posizione di HVB (covenants);

Assicurazione;

Qualità della nave;

Fallback financing;

Nel corso del 2009, questo modello è stato dapprima sottoposto ad una validazione strutturata e

successivamente rivisto con l’obiettivo di superare alcune delle debolezze evidenziate dalle funzioni di

convalida locale e di Gruppo.In particolare, si è intervenuti sulla calibrazione, che è stata resa

maggiormente conservativa; inoltre, è stato definito un sistema di override, in linea con quanto suggerito

dalle funzioni di convalida

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 7

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Modello di rating per le operazioni di “Asset Backed Commercial Paper”

Il modello, sviluppato replicando l’approccio delle agenzie di rating, assegna un rating agli impegni che

HVB ha nei confronti dei veicoli che emettono gli “Asset Backed Commercial Paper” ed è utilizzato solo

nei casi in cui la transazione è idonea a ricevere una valutazione interna secondo quanto richiesto

dall’Autorità di Vigilanza. Si distinguono tre tipologie di esposizione:

Lettere di Credito;

Linee di liquidità;

“Swap agreements”.

Tale Sistema di Rating è costituito da differenti modelli che si applicano in funzione della tipologia di

esposizione sottostante l’operazione di cartolarizzazione. In particolare i modelli in oggetto sono 7:

1. “Trade receivables”;2. “Mortgage warehousing” (al fine di coprire il segmento “residential mortgages”);3. “Single rated securities”;4. “Commercial mortgages” (al fine di coprire il segmento “commercial mortgages”);5. “Loans and leases”;6. “Rated securities and corporate loans”;7. “Credit cards”.

Tutti i sopra menzionati modelli sono costituiti da un modulo quantitativo che fornisce una classe di rating

ed un modulo qualitativo il cui risultato influenza il modulo quantitativo attraverso degli spostamenti di

notches in alto o in basso.

Per quanto riguarda il modulo quantitativo, sono state utilizzate due metodologie principali in funzione

della tipologia di esposizione sottostante e della vita residua degli asset all’interno dei veicoli:

Approccio “Reserve Based”: utilizzato per gli asset con breve vita residua (tipicamente inferiore

ai 6 mesi) all’interno del veicolo (e di conseguenza anche l’impegno ha una durata limitata). Per

tali tipologie di transazioni viene effettuata una valutazione “point in time” al fine di determinare,

in modo statico, le riserve richieste per coprire le perdite;

Approccio “Cash Flow Based”: utilizzato per gli asset con una vita residua superiore. In questo

caso, anziché effettuare una valutazione “point in time”, viene valutato l’evolversi degli assets

all’interno del veicolo utilizzando modelli che prendono in considerazione i flussi di cassa attesi al

fine di determinare le riserve necessarie a fronte delle perdite subite.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

104

A parte la differenza sopra menzionata, in generale, la struttura del modello è molto simile come si può

notare dal grafico:

General model structure – Reserve Based Model

General model structure – Cash flow models

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 7

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Tutti i moduli qualitative sono stati sviluppati utilizzando i feedback provenienti dagli esperti del settore.

Nel corso del 2009 si sono susseguite una validazione locale ed una rivalidazione di Capogruppo.

Quest’ultima ha verificato la robustezza dell’impianto metodologico, con specifico riferimento alla

coerenza con l’approccio utilizzato dalle agenzie di rating esterne in ottemperanza a quanto previsto dai

regolamenti internazionali circa i modelli IAA, nonché la rispondenza delle attività di validazione locale

agli standard regolamentar i.

Modello di rating per le le transazioni “Wind Project Finance”

Per quanto riguarda i sistemi di rating in attesa di autorizzazione, in HVB è stato predisposto un modello

specifico per il portafoglio “Wind Project Finance” costituito dalle operazioni di finanziamento di progetti

nell’ambito della produzione di energia eolica con un taglio inferiore ai 20 milioni di euro7.

il modello per la stima della PD è composto da un modulo quantitativo, basato su una simulazione Monte

Carlo dei flussi di cassa futuri, il cui esito è aggiustato per il risultato di una componente qualitativa, che

ha previsto la definizione su base esperta dei fattori e delle relative ponderazioni.

Entrambi i moduli sono (quantitativo e qualitativo) sono obbligatori per la valutazione e la loro

combinazione è soggetta ad override in miglioramento fino a 2 noches ed in peggioramento fino a tre 3

notches. Non è possibile alcun override dei singoli moduli. La PD risultante viene infine convertita in un

rating del progetto per tramite della master scale.

Per quanto riguarda la LGD, è stata definita una specifica metodologia per ottenere la stima del valore

della garanzia per le transazioni “Wind Project Finance”, sulla base dello stesso approccio di simulazione

Monte Carlo utilizzato per la stima della PD quantitativa e per i parametri dei modelli Shipping Finance.

Questa è la base per l’applicazione del framework comune in HVB per il calcolo dei valori relativi alla

componente garantita e non garantita di ogni esposizione.

7I finanziamenti di progetto con un taglio superiore sono processati utilizzando il sistema di rating di Gruppo GPF

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

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L’unità di validazione ha valutato l’approccio adoperato ed il disegno complessivo del modello, in linea

con le caratteristiche del portafoglio e con gli standard interni, nonché il profilo di completezza

informativa. Anche gli aspetti di calibrazione e di determinazione statistica dei pesi della componente

qualitativa sono stati oggetto di specifica valutazione, evidenziando alcune aree di miglioramento.

Su tale modello il Gruppo è in attesa di autorizzazione all’utilizzo ai fini regolamentari da parte

dell’Autorità di Vigilanza.

Modello di LGD

La LGD rappresenta la perdita economica subita dalla banca sulla singola transazione ed è calcolata

come percentuale dell’esposizione a default. La LGD viene calcolata a livello di singola transazione e

segue la logica che differenti tipologie di default sono possibili:

Liquidation: liquidazione totale e recupero coatto delle garanzie. Il rapporto con il cliente viene

interrotto ed il cliente viene rimosso dal portafoglio;

Settlement: il cliente rientra nel portafoglio performing dopo aver fatto registrare alla banca una

perdita rilevante (>100€);

Cure: al termine del periodo di difficoltà il cliente rientra nel portafoglio performing senza aver

fatto registrare alla banca una perdita rilevante.

Nel caso CURE l’LGD è posta a 0, mentre negli altri due casi la stima della LGD segue un approccio

workout con la stima separata dei recuperi provenienti dalle garanzie e di quelli provenienti dalla parte

non garantita dell’esposizione. Le garanzie personali non sono prese in considerazione all’interno del

modelli in quanto per tali tipologie di garanzie si utilizza l’approccio di sostituzione.

Ai fini della determinazione del valore finale di LGD vengono dunque presi in considerazione i seguenti

fattori:

valore minimo che la LGD può assumere sulla base di quanto stabilito in normativa (ad esempio

10% per i mutui);

tasso stimato di casi non-cure;

valore atteso di recupero della garanzia al netto dei costi diretti;

tasso di perdita attesa della porzione non garantita della transazione;

la percentuale dei costi indiretti (al netto dei recuperi effettuati dopo la chiusura delle posizioni

che non si è riusciti a riattribuire alla singola posizione);

eventuale fattore di aggiustamento per tenere conto di un potenziale peggioramento del ciclo

economico.

Con riferimento alla modalità di stima del tasso di recupero della garanzia, questo è stato ottenuto sulla

base di un campione storico e calcolato differentemente per le seguenti tipologie di garanzia:

real estate;

altre garanzie (fisiche);

altre garanzie (non fisiche).

Tale valore è stato poi scontato tenendo conto della duration media osservata dei default.

Con riferimento invece alla modalità di stima della parte “unsecured”, questa è stata effettuata

separatamente per ventisei segmenti di clientela (le principali sono retail, small business, corporate, real

estate developers, real estate investors e real estate housing companies).

Nel corso del 2009 la controllata HVB ha svolto una riparametrizzazione dei modelli AIRB a partire da

dati più recenti che, però, non si è accompagnata ad alcuna revisione della struttura sottostante le stime.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 7

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La funzione di validazione ha esaminato la struttura del modello, la coerenza con la definizione di PD,

l’effetto del ciclo economico, la metodologia di sconto dei flussi di recupero, l’allocazione dei costi e il

trattamento degli attivi in default. Inoltre, è stata verificata la calibrazione del modello e delle sue

componenti.

Modello di EAD

Il modello di EAD determina l’esposizione attesa su una transazione al momento del default. È stimata a

livello di singola transazione come somma di due componenti:

EAD = EADOnBalance + EADOffBalance

dove il parametro che va stimato è ovviamente l’EAD Off Balance.

Questo parametro può essere genericamente definito come la somma dei seguenti elementi:

EADOffBalance = CEQ x endorsement + min(CEQ,LEQ) x max( 0, external line– drawing) + max[0, LOF x external line + BO xmax(0,drawing – external line)]

Dove:

CEQ: Credit Equivalent Factor, è il fattore di conversione creditizia del credito e rappresenta la

quota dell’impegno/garanzia rilasciata dalla banca che verrà utilizzato;

LEQ: Limit Equivalent Factor, è la percentuale del margine 1, 2, … 12 mesi prima del default (in

media dunque sei mesi prima) che ci si attende sarà utilizzato al momento del default;

BO (Base Overdraft) e LOF (Limit Overdraft Factor): sono i parametri che stimano l’ammontare

atteso di utilizzo che al momento del default sarà superiore al limite massimo allocato

(ammontare di sconfino); in fase di applicazione il BO è sempre pari a zero;

Endorsement: ammontare di impegni rilasciati verso il cliente dalla banca;

Externl Line: linea di credito;

Drawing: attuale utilizzo.

I parametri sopra definiti sono poi differenziati in funzione di macro-tipologie di prodotto definite all’interno

del motore di calcolo regolamentare.

Ai fini della stima del modello i parametri sono stati stimati calcolando delle medie pesate per segmento.

Nel corso del 2009, la funzione locale di convalida interna ha effettuato una validazione che ha

evidenziato un’ottima tenuta del modello, pur in presenza di alcuni scostamenti tra valori osservati e

stimati tali da richiedere la revisione dei parametri corrispondenti.

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Modelli Locali, perimetro Austria

Modello di rating “Mid corporate”

Il modello “Firmenkundenrating Inland” (=Midcorporate PD rating) determina i rating delle esposizioni

verso la classe imprese di Bank Austria (BA) con sede in Austria e con dimensione superiore a 1,5 mln di

euro ed inferiore a 500 mln. Il modello è costituito da due componenti: un modulo quantitativo ed uno

qualitativo.

La selezione dei fattori di rischio per il modulo quantitativo è avvenuta sulla base di criteri sia statistici che

esperti.

I principali fattori di rischio inclusi nel modulo quantitativo coprono in generale le seguenti aree di analisi:

Dimensione;

Struttura delle passività;

Fattori Dinamici (ad esempio ROI);

Equity Ratio.

Il modulo qualitativo copre invece le aree di analisi relative a:

Eventuale scoperti, livello/capacità di utilizzo, posizione di mercato;

Qualità del management;

Contabilità e reportistica;

Impianti, processi ed organizzazione.

Il “rating qualitativo” ed il “rating finanziario finale” (= rating quantitativo dopo una verifica sulla possibilità

di applicare un “age restriction” e di effettuare un primo “override” sulla base delle informazioni a

disposizione) sono integrati al fine di ottenere il cosiddetto “Combined Customer Rating”.

A tale rating si applicano i “warning signals” ottenendo il “Modified Customer Rating”. Inoltre è possibile

effettuare un override a tale rating che determina lo “Stand alone Customer Rating”. Se tale rating è più

vecchio di 15 mesi, viene applicato un “age restriction”, determinando un downgrade.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 7

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La figura in basso spiega nel dettaglio le diverse fasi che portano alla determinazione del rating finale.

Il modello è stato rivisto, durante il 2009, nell’ambito del processo di validazione e perfezionamento dei

sistemi di rating interno. L’attività ha riguardato prevalentemente la ristima dei moduli elementari, la

ricalibrazione degli stessi mediante l’approccio previsto da Basilea2 e la revisione relativi pesi di

integrazione.. Si è inoltre provveduto ad un aggiornamento dei pesi dei singoli moduli sulla base di dati

più recenti e ad eliminare i fattori caratterizzati da minore capacità discriminante.

L’unità di validazione ha valutato il disegno del modello anche tramite l’analisi delle risposte a un

questionario sottoposto agli utenti. Ha inoltre testato la tenuta del modello e dei moduli che lo

compongono in termini di performance e calibrazione. Ha infine effettuato analisi volte a individuare

eventuali comportamenti distorsivi nell’uso del questionario qualitativo, degli override e dei warning signal,

analizzando anche la matrice di transizione tra rating finanziario e rating finale.

Modello di rating “Small Business”

Il modello di rating ha come ambito di applicazione le piccole o medie aziende austriache (fino a 1,5

milioni di fatturato o in contabilità semplificata) e i piccoli professionisti e le organizzazioni no profit.

Il disegno generale del modello differenzia tra “scorecard di applicazione” e “scorecard andamentale”.

Il modulo di erogazione si applica principalmente nei seguenti casi:

nuovo cliente;

il cliente chiede un’ulteriore linea di fido tale per cui l’esposizione totale è maggiore di 50.000

euro o non vi è uno score andamentale (indipendentemente dall’ammontare dell’esposizione);

sono disponibili le informazioni di bilancio aggiornate;

sono stati modificati/sono sopraggiunti “warning signals”.

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Il modulo di erogazione contiene un modulo qualitativo ed uno quantitativo sulla controparte. In funzione

del regime contabile della controparte, i fattori di rischio quantitativi coprono almeno 3 delle seguente

aree di analisi:

Profittabilità;

Copertura del debito;

Struttura del capitale;

Attività.

I fattori di rischio qualitativo coprono invece le aree di analisi relative a:

Settore industriale/linea di business;

Storia del default;

Esperienza del management;

Protezione rispetto al rischio;

Gestione di raccolta del cash.

Se la transazione del cliente ha un’anzianità superiore ai 6 mesi e l’esposizione della controparte è

inferiore ad 1 milione di euro, il modulo andamentale viene calcolato automaticamente su base mensile

.

La selezione dei fattori di rischio per lo score andamentale è avvenuta attraverso un’analisi approfondita

effettuata da un team misto di esperti in statistica e di analisti del credito.

I due moduli (erogazione ed andamentale) sono integrati utilizzando differenti pesi in funzione

dell’esposizione e dell’anzianità dello score di applicazione al fine di ottenere la cosiddetta combined PD,

che, una volta mappata alla master scale, determina il “calculated rating”. Il rating finale, “valid rating”, è

ottenuto modificando il calculated rating sulla base di eventuali informazioni negative a disposizione o in

generale di “warning signals”.

Per le controparti con esposizione superiore ad 1 milione di euro vieno utilizzato solo lo score di

erogazione, sul quale è tuttavia possibile effettuare un override da parte del gestore.

La figura in basso spiega nel dettaglio le diverse fasi che portano alla determinazione del rating finale.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 7

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La funzione di validazione ha verificato l’adeguatezza del disegno del modello e effettuato analisi

quantitative volte principalmente a valutare il potere discriminante del modello stesso e delle sue

componenti. Ha inoltre verificato la stabilità del rating small business e la calibrazione del modello.

Modello di rating “Privati”

Il modello di rating Privati ha come ambito di applicazione tutte le persone fisiche, esclusi i liberi

professionisti e i lavoratori indipendenti.

La versione del modello rating “Privati” attualmente in uso è costituito da 4 modelli statistici: uno di

erogazione e tre di andamento, combinati tramite una specifica logica di integrazione. L’intero sistema di

rating è stato stimato, attraverso regressioni logostiche e a livello di singola transazione, con l’ausilio di

una commissione di esperti i quali, alla fine, hanno deciso di non apportare alcuna correzione esperta al

modello statistico.

In particolare, viene assegnato uno score a ciascuna operazione mediante uno dei 4 modelli di scoring.

Nel caso di una nuova richiesta di credito, viene calcolato lo score di erogazione per il prodotto in

questione che continua ad essere considerato valido per i successivi 6 mesi. Dopo sei mesi viene

calcolato il relativo punteggio comportamentale che viene poi aggiornato mensilmente.

Per i clienti con più di una transazione è stata sviluppata una logica di integrazione che combina tutte gli

score di erogazione e/o andamentali disponibili in uno score di transazione finale.

In particolare, ogni score di transazione (lead score) viene aggiornato con il punteggio associato auna o più operazioni appartenenti ad un tipo di prodotto unico (che potrebbe anche essere lo stessodella transazione principale); nel caso in cui non vi sia più di una transazione appartenente al stessotipo di prodotto e diversa da quella principale, i punteggi corrispondenti sono combinati in un unicovalore tramite una media semplice.

Tale combinazione viene effettuata tramite un priority ranking statistico e della corrispondente

ponderazione stimata; in fase di stima sono state considerate solo le combinazioni che aggiungono valore

reale alle performance dello score.

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Sulla base delle stesse combinazioni è stata effettuata una calibrazione dello score alla probabilità di

default a 12 mesi attraverso una funzione esponenziale. La tendenza centrale è stata determinata

facendo leva sul tasso di default cumulativo a 12 mesi ottenuto dalle analisi di vintage.

Tutti score di transazione vengono poi combinati attraverso una media geometrica per ottenere la PD

specifica del cliente; In particolare si considerano nella determinazione della PD del cliente solo i rating

comportamentali, mentre gli score di erogazione vengono considerati solo nel caso di un nuovo cliente.

La PD così ottenuta è mappata nella “Master Scale" di HVB, composta da 28 notches. La PD del cliente

può essere, infine, degradata in presenza di segnali negativi ottenuti dal Credit Bureau KSV o a fronte di

segnali di allarme automatici.

L'architettura del sistema di punteggio è rappresentato nel grafico sottostante

Sulla base degli esiti dell’ultima convalida interna, che aveva rilevato una calibrazione non pienamente

conforme ai requisiti Basilea 2, la controllata austriaca ha avviato nel corso del 2009 una revisione del

sistema di rating che ha portato alla stima di una nuova componente di erogazione, che sintetizza in sé le

precedenti griglie di score differenziate per prodotto, all’aggiornamento del modulo andamentale nonché

all’estensione della funzione di integrazione alle combinazioni di prodotti non coperte dalla precedente

versione del modello.

La funzione di convalida interna ha verificato il nuovo disegno del modello specie nell’ottica di verificare il

superamento delle criticità evidenziate. È stata inoltre analizzata la tenuta (performance e stabilità) del

modello e dei diversi moduli che lo compongono, oltre alla relativa calibrazione. Infine, è stata effettuata

un’analisi di copertura del portafoglio e un approfondimento relativo all’utilizzo dei warning signals.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 7

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Modello di rating “Non Profit Building Association”

Il modello “Non Profit Building Association” (NPBA) si applica alle esposizioni verso associazioni no profit

create per la costruzione di immobili.

È un modello di rating che si compone di una parte quantitativa (rating finanziario) e di una qualitativa.

Il rating finanziario si basa su tre tipologie di informazioni principali:

1. Adeguatezza del capitale a disposizione;2. Profittabilità;3. Liquidità disponibile.

Il rating qualitativo invece si basa su 6 componenti fondamentali:

1. Qualità del management;2. Contabilità e reporting;3. Organizzazione;4. Posizione di mercato;5. Comportamento andamentale;6. Caratteristiche specifiche dell’NPBA.

Il rating quantitativo e quello qualitativo vengono combinati al fine di ottenere il “Combined Rating”; tale

rating può subire un overruling sulla base di informazioni a disposizione del gestore della transazione e

l’output finale di tale attività è il cosiddetto “Valid customer rating”.

Modello di rating “Income Producing Real Estate” (IPRE)

Il modello IPRE è un rating di transazione che si applica ad una tipologia particolare di prestito

specializzato collegata a transazioni immobiliari “cash flow based” in cui la banca ha accesso diretto ai

flussi (cash flows) derivanti dalla transazione. In queste tipologie di transazioni, la domanda fondamentale

cui si cerca di dare risposta attraverso un’attenta valutazione è proprio legata alla possibilità che i flussi di

cassa derivanti dalla transazione siano in grado di ripagare la banca. In aggiunta BA effettua anche una

valutazione sull’investitore/costruttore.

Di conseguenza il modello IPRE è costituito da due componenti:

1. rating di transazione;2. rating di controparte.

Entrambi sono combinati al fine di determinare il rating finale.

Il rating di transazione distingue tre differenti fasi in cui può avvenire il finanziamento

:

a) costruzione dell’immobile;

b) vendita dell’immobile;

c) leasing dell’immobile.

Il rating di controparte è un “rating corporate” che differenzia tra “investitori immobiliari” e “costruttori

immobiliari”; quest’ultimo è a sua volta suddiviso in “costruttori residenziali” e “altri costruttori”. Per

entrambi, sono utilizzati sia un modulo quantitativo (facendo riferimento ai dati di bilancio) che un modulo

qualitativo.

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AL 31 DICEMBRE 2009

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A valle dell’integrazione tra la componente di transazione e quella di controparte, il rating può subire degli

aggiustamenti a seguito di segnali di deterioramento del merito creditizio (warning signals), o a seguito di

correzioni (overrulings) da parte degli esperti (in presenza di informazioni aggiuntive, quali i Rating

Esterni disponibili) o per tener condo del periodo di validità del rating (age restrictions), secondo le regole

stabilite dal gruppo.

La figura in basso mostra la struttura del modello:

Nell’ambito del processo di validazione e affinamento dei sistemi di rating, nel 2009 è stata rilasciata una

nuova versione del modello di rating IPRE che, pur non modificando l’approccio in essere, ha aggiornato

gli scenari macroeconomici sottostanti le simulazioni e introdotto un elemento di conservatività nella

calibrazione alla luce dei risultati delle attività di validazione locale.

Per verificare l’adeguatezza del modello, la funzione di validazione ha effettuato un’analisi qualitativa sul

disegno generale del modello. Analisi quantitative hanno inoltre riguardato performance e calibrazione del

modello.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 7

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Modello di LGD

La LGD rappresenta la perdita economica subita dalla banca sulla singola transazione ed è calcolata

come percentuale dell’esposizione a default. Il modello di LGD è un modello statistico basato su dati

interni dei clienti in default e rappresenta un approccio “work out” specifico per ogni transazione.

La metodologia tiene conto di tre potenziali situazioni di default che possono caratterizzare il processo di

work out sui clienti in default:

Cure/Reaging: ritorno del cliente ad uno stato di performing senza perdite da parte della banca;

Settlement/Restructuring: ritorno del cliente, attraverso una ristrutturazione, ad uno stato di

performing con una perdita sostanziale (maggiore di 100 euro) per la banca;

Liquidation: liquidazione totale e recupero coatto delle garanzie con interruzione del rapporto

creditizio.

Dopo la chiusura del processo di workout tutti i default possono essere associati ad una delle tre

situazioni sopra descritte e la LGD è calcolata ex post sulla base dei ricavi realizzati e dei costi. Nel fare

ciò, tutti i singoli flussi di cassa sono scontati al tempo del default.

Lo schema generale del modello di LGD in BA prevede la stima separata dei recuperi derivanti dalle

garanzie reali e quelli derivanti dalla porzione non garantita dell’esposizione. Le garanzie personali, i

derivati creditizi e le garanzie in denaro rilasciate da Banche, non sono prese in considerazione nei

modelli dal momento che in loro presenza viene applicato l’approccio di sostituzione.

Al fine di determinare il valore finale di LGD si considerano i seguenti elementi:

EAD;

Tasso atteso di recupero della garanzia reale al netto dei costi diretti (con specifico riferimento

alla stima degli haircuts specifici sulle garanzie sulla base dei recuperi realizzati ed in funzione

del tipo di garanzia);

Tasso atteso di recupero della porzione non garantita della transazione, al netto dei costi diretti;

Durata del recupero;

Costi di rifinanziamento;

Fattori di sconto;

Tasso di spese indirette (risultato dei processi interni della banca nelle unità di work out);

Fattori di prudenzialità generici e specifici;

Fattori di aggiustamento per tener conto del potenziale peggioramento del ciclo economico.

Con riferimento alla modalità di stima del tasso di recupero della garanzia, questo è stato ottenuto sulla

base di un campione storico e calcolato differentemente per le seguenti tipologie di garanzie:

residential real estate;

commercial real estate;

other real estate

garanzie finanziarie;

polizze assicurazione vita;

receivables;

altre garanzie.

Con riferimento ai titoli è stato implementato un modello interno per la stima della volatilità.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

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Con riferimento invece alla modalità di stima della parte “unsecured”, questa è stata effettuata

separatamente per sette categorie di clienti (le tre principali sono retail, small business e corporate).

Il parametro utilizzato per le esposizioni in default è la migliore stima di LGD ottenuta per ciascuna

categoria di controparti (attualmente sono previste 5 categorie che includono i principali segmenti

corporate, retail e small business)

La funzione di validazione ha esaminato la struttura del modello, la coerenza con la definizione di PD,

l’effetto del ciclo economico, la metodologia di sconto dei flussi di recupero e l’allocazione dei costi. Il

disegno del modello è stato valutato anche tramite discussioni mirate con gli esperti del settore. Dal punto

di vista quantitativo, sono state effettuate analisi di performance e calibrazione per tutti i sottoportafogli

rilevanti.

Modello di EAD

Il modello di EAD determina l’esposizione attesa su una transazione al momento del default. È stimato a

livello di singola transazione utilizzando le seguenti informazioni:

esposizione effettiva al momento della stima;

ammontare di garanzie/impegni rilasciato dalla banca alla controparte;

limite creditizio massimo allocato.

I parametri stimati sono i seguenti:

CEQ: è il fattore di conversione creditizia del credito e rappresenta la quota

dell’impegno/garanzia rilasciata dalla banca che verrà utilizzata;

LEQ: è la percentuale dell’ammontare inutilizzato 12 mesi prima del default che ci si attende

verrà utilizzato al momento del default;

BO e LOF: sono i parametri che stimano l’ammontare atteso di sconfino;

COF: è run parametro ilevante solo se l’esposizione del cliente è, in fase di applicazione del

modello, sopra il limite massimo allocato ed è stimato come il rapporto tra l’ammontare di

sconfino al momento del default e l’ammontare di sconfino 12 mesi prima.

I parametri sono stati stimati calcolando delle medie pesate per segmento. La segmentazione è stata

raffinata nel corso della recente ristima dei fattori e si basa sostanzialmente sulla distinzione tra linee

revolving e a scadenza.

La funzione di validazione locale ha verificato la calibrazione del modello e delle sue componenti a livello

di portafoglio complessivo e sui sottosegmenti rilevanti.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 7

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Modelli Locali, perimetro Central and Eastern EuropeCon riferimento alle Entità Legali situate nell’Europa centrale ed orientale (CEE) per le quali è stata

effettuata a dicembre 2009 la richiesta di autorizzazione per l’adozione dell’approccio F-IRB, i modelli di

rating mid-coprorate da loro adottati presentano forti analogie con il modello mid-corporate di BA. Tali

modelli derivano, infatti, da un’attività di sviluppo effettuata, originariamente nel 2001 e con successiva

revisione nel 2004, proprio da Bank Austria sui dati di cinque paesi, attività che ha previsto la stima di una

componente finanziaria e di una qualitativa, oltre alla definizione di un set di warning signal e di un

sistema di override. Unicredit Bank Czech Republic ha successivamente ristimato parzialmente il modello

nel 2009 su dati interni, aggiornando i pesi dei fattori quantitativi; inoltre, sia in Repubblica Ceca sia in

Slovenia è stata rivista la calibrazione, con un incremento del tasso target che rispecchia ora il rischio

effettivo dello specifico portafoglio.

Per quanto riguarda Bank Pekao, l’unica controllata nell’ambito di questo perimetro per la quale il Gruppo

ha richiesto l’autorizzazione all’utilizzo dei metodi IRB avanzati, il modello Mid Corporate è costituito da

due moduli stimati localmente su basi dati interne, relativi rispettivamente agli aspetti di bilancio e alla

valutazione qualitativa. La componente quantitativa è stata distinta come in BA e UCCB per fascia

dimensionale. Il modello di rating adottato per la clientela Small Business utilizza, coerentemente con le

prassi di Gruppo, un modulo finanziario e uno qualitativo integrando poi queste due componenti con un

modulo andamentale, Analogamente a quanto posto in essere in Italia, sono state previste valutazioni

distinte per Piccoli Operatori Economici e Società in Contabilità Ordinaria. Il modello di rating per i privati

utilizza un approccio per transazione con componenti di erogazione e monitoraggio specifici per

segmento; le stime sono distinte per mutui ipotecari, credito al consumo e scoperti di conto corrente,

permettendo di cogliere al meglio le specificità di tali tipologie di prodotto. Per quanto riguarda il modello

di LGD, esso si differenzia da tutti quelli precedentemente trattati a causa delle peculiarità che

caratterizzano il portafoglio polacco, la cui storia è molto recente. In particolare, le stime si basano

sull’analisi delle curve dei recuperi osservati fino al massimo quattro anni dopo l’ingresso a default,

includendo nei campioni non solo i rapporti per i quali le attività di recupero si sono chiuse, ma anche i

casi ancora in gestione. Ciò appare del tutto coerente in considerazione della scarsa numerosità di clienti

sui quali si può ritenere concluso il processo di recupero. Per quanto riguarda infine il modello EAD di

Bank Pekao, l’impianto generale, prevede la stima della probabilità che vi sia un incremento

dell’esposizione nonché del suo valore.

Le analisi di convalida si sono concentrate anche in questo caso nella verifica del disegno dei modelli

(con particolare riferimento alla segmentazione, al profilo di ricchezza informativa, e alla aderenza degli

approcci sviluppati agli standard di Gruppo) e della loro performance in termini di capacità di stima e di

calibrazione. Con riferimento a quest’ultimo aspetto, sono in corso delle attività di calibrazione volte a

superare i profili di debolezza identificati in fase di convalida iniziale..

Page 118: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico …...2009/12/31  · propensione al rischio di credito complessiva a livello di Gruppo nei confronti delle controparti gestite,

TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

118

Informativa quantitativa

Valore

dell'esposizioneValore ponderato

Valore

dell'esposizioneValore ponderato

Valore

dell'esposizioneValore ponderato

Valore

dell'esposizioneValore ponderato

Esposizioni verso o garantite da Amministrazioni Centrali e

Banche Centrali - - 2.727.984 213.731 - - 4.872.741 249.776

Esposizioni verso o garantite da Intermediari vigilati, Enti

pubblici e territoriali e altri soggetti:

- Intermediari vigilati - - 89.560.918 16.043.435 - - 103.852.060 22.055.737

- Enti pubblici e territoriali - - 564.755 103.863 - - 1.505.119 163.327

- Altri - - 149.887 20.227 - - 1.548.958 475.938

Esposizioni verso o garantite da Imprese:

- Finanziamenti specializzati - - 11.973.290 3.891.280 - - 9.072.672 3.528.830

- PMI - - 113.105.782 47.599.069 - - 110.492.282 49.032.703

- Altre imprese - - 167.163.831 68.810.557 - - 158.848.363 61.298.021

Esposizioni al dettaglio:

- Esposizioni garantite da immobili residenziali: PMI - - 4.898.693 1.848.326 - - 2.317.638 856.693

- Esposizioni garantite da immobili residenziali: persone

fisiche - - 90.150.531 14.855.870 - - 71.076.739 11.901.971

- Esposizioni rotative al dettaglio qualificate - - 6.772.938 1.699.760 - - 7.323.499 1.949.432

- Altre esposizioni al dettaglio: PMI - - 40.831.104 8.855.175 - - 28.690.430 6.604.132

- Altre esposizioni al dettaglio: persone fisiche - - 10.601.256 5.416.177 - - 11.394.865 6.201.871

Crediti commerciali acquistati - rischio di diluizione - - - - - - - -

Altre attività 2.903.056 1.446.529 - - 2.081.864 1.016.316

Finanziamenti specializzati - slotting criteria - - 4.543.952 3.053.519 - - 3.985.424 2.463.202

Trattamento alternativo delle ipoteche immobiliari - - - - - - - -

Rischio di regolamento: esposizioni per transazioni non DVP

con fattori di ponderazione regolamentari - - 72.065 72.065 - - - -

Totale attività di rischio per cassa - - 328.579.617 135.266.638 - - 294.797.152 125.388.336

Totale garanzie rilasciate e impegni a erogare fondi - - 171.581.709 26.376.667 - - 168.000.600 27.903.075

Totale contratti derivati - - 31.891.541 11.126.066 - - 41.285.079 14.118.857

Totale operazioni SFT e operazioni con regolamento a

lungo termine - - 11.177.898 284.142 - - 12.979.823 387.681

Compensazione tra prodotti diversi - - 2.789.277 876.070 - - - -

Totale generale - - 546.020.042 173.929.583 - - 517.062.654 167.797.949

Metodologia basata sui rating interni - attività di rischio

Consistenze al 31.12.2008

Metodo IRB Base Metodo IRB AvanzatoPortafogli

Metodo IRB Base Metodo IRB Avanzato

Consistenze al 31.12.2009

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 7

119

Valore

esposizione

Di cui:

di firma

Ponderazione

media

Valore

esposizione

Di cui: di

firma

Ponderazione

media

Classe 01 - da 0,00% a 0,04% 1.678.743 304.651 3.759.496 196.378

Classe 02 - da 0,05% a 0,09% 1.641 34 27.876 40

Classe 03 - da 0,10% a 0,22% 161.152 125.247 144.524 20.051

Classe 04 - da 0,23% a 0,49% 757.646 870 623.712 23.387

Classe 05 - da 0,50% a 0,89% 19.777 597 42.448 994

Classe 06 - da 0,90% a 1,33% 2.513 23 196.065 161.088

Classe 07 - da 1,34% a 1,98% 63.060 402 31.818 16.143

Classe 08 - da 1,99% a 3,60% 11.269 127 35.741 23.496

Classe 09 - da 3,61% a 11,92% 11.863 156 2.733 129

Classe 10 - da 11,93% a 99,99% 14.168 15 2.089 83

Classe 11 - 100% 6.152 7 6.239 8

Totali 2.727.984 432.129 7,83% 4.872.741 441.797 5,13%

Classe 01 - da 0,00% a 0,04% 27.127.754 1.115.598 54.552.110 3.603.641

Classe 02 - da 0,05% a 0,09% 31.434.930 2.274.734 26.349.867 2.245.456

Classe 03 - da 0,10% a 0,22% 14.997.580 630.989 5.423.041 453.999

Classe 04 - da 0,23% a 0,49% 4.217.323 454.276 3.390.820 225.206

Classe 05 - da 0,50% a 0,89% 3.542.393 289.500 7.841.411 356.307

Classe 06 - da 0,90% a 1,33% 1.139.599 100.103 4.672.600 1.681.425

Classe 07 - da 1,34% a 1,98% 4.698.240 1.502.676 1.492.895 205.495

Classe 08 - da 1,99% a 3,60% 991.999 126.362 770.395 78.941

Classe 09 - da 3,61% a 11,92% 553.689 104.592 1.201.714 301.937

Classe 10 - da 11,93% a 99,99% 920.823 96.510 815.478 64.155

Classe 11 - 100% 651.230 27.340 395.806 28.274

Totali 90.275.560 6.722.680 17,91% 106.906.137 9.244.836 21,23%

Classe 01 - da 0,00% a 0,04% 10.356.576 2.262.018 19.811.096 4.461.633

Classe 02 - da 0,05% a 0,09% 15.912.914 1.756.574 25.559.895 6.073.564

Classe 03 - da 0,10% a 0,22% 41.333.988 6.434.096 46.171.747 9.237.052

Classe 04 - da 0,23% a 0,49% 51.530.944 7.560.656 53.814.105 9.066.325

Classe 05 - da 0,50% a 0,89% 41.933.821 5.506.377 11.797.450 2.502.498

Classe 06 - da 0,90% a 1,33% 10.825.808 1.521.103 29.541.043 4.534.093

Classe 07 - da 1,34% a 1,98% 31.045.303 4.246.259 27.655.521 4.191.742

Classe 08 - da 1,99% a 3,60% 25.814.320 3.517.507 24.049.571 3.721.854

Classe 09 - da 3,61% a 11,92% 28.970.893 3.828.617 22.157.987 3.959.440

Classe 10 - da 11,93% a 99,99% 9.857.175 743.732 6.229.779 550.747

Classe 11 - 100% 24.661.161 921.433 11.625.123 746.597

Totali 292.242.903 38.298.372 41,16% 278.413.317 49.045.545 40,90%

Classe 01 - da 0,00% a 0,04% - N.A. 44 N.A.

Classe 02 - da 0,05% a 0,09% - N.A. - N.A.

Classe 03 - da 0,10% a 0,22% 1.325 N.A. - N.A.

Classe 04 - da 0,23% a 0,49% 2.782 N.A. 216.156 N.A.

Classe 05 - da 0,50% a 0,89% 12.191 N.A. - N.A.

Classe 06 - da 0,90% a 1,33% 19.206 N.A. 19.885 N.A.

Classe 07 - da 1,34% a 1,98% 79 N.A. 106 N.A.

Classe 09 - da 3,61% a 11,92% 64.572 N.A. 10.818 N.A.

Classe 11 - 100% 7.527 N.A. - N.A.

Totali 107.682 289,16% 247.009 49,51%

Esposizioni in strumenti di capitale:

metodo della ponderazione semplice

N.A. 370.295 N.A. 940.795 N.A.

Totali 370.295 202,26% 940.795 274,21%

Metodologia basata sui rating interni - Metodo Avanzato

CLASSE DI ESPOSIZIONE Classe di merito creditizio

Dicembre 2009 Dicembre 2008

Esposizioni verso o garantite da

imprese

Esposizioni in strumenti di capitale:

metodo PD/LGD

Esposizioni verso o garantite da

Intermediari vigilati, Enti pubblici e

territoriali e altri soggetti

Esposizioni verso o garantite da

Amministrazioni Centrali e Banche

Centrali

Nota: Ii dati al 31 dicembre 2008 sono stati ricostruiti per comparabilità.

Page 120: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico …...2009/12/31  · propensione al rischio di credito complessiva a livello di Gruppo nei confronti delle controparti gestite,

TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

120

Valore

esposizione

Di cui:

di firma

Ponderazione

media

Valore

esposizione

Di cui: di

firma

Ponderazione

media

Classe 01 - da 0,00% a 0,04% - - - -

Classe 02 - da 0,05% a 0,09% 480.091 22.525 176.939 14.999

Classe 03 - da 0,10% a 0,22% 516.185 26.939 278.020 22.235

Classe 04 - da 0,23% a 0,49% 562.821 29.263 308.785 21.919

Classe 05 - da 0,50% a 0,89% 850.223 73.290 424.932 41.695

Classe 06 - da 0,90% a 1,33% 42 - - -

Classe 07 - da 1,34% a 1,98% 600.320 49.488 350.433 37.053

Classe 08 - da 1,99% a 3,60% 995.545 80.721 291.633 31.914

Classe 09 - da 3,61% a 11,92% 276.234 19.644 296.196 34.227

Classe 10 - da 11,93% a 99,99% 419.816 23.084 145.141 11.727

Classe 11 - 100% 197.416 3.990 45.559 1.586

Totali 4.898.693 328.944 37,73% 2.317.638 217.355 36,96%

Classe 01 - da 0,00% a 0,04% 148 0 4.859 608

Classe 02 - da 0,05% a 0,09% 38.897 200 147.018 2.136

Classe 03 - da 0,10% a 0,22% 7.286.862 20.455 4.268.069 31.750

Classe 04 - da 0,23% a 0,49% 34.967.152 37.941 31.413.015 69.238

Classe 05 - da 0,50% a 0,89% 13.100.963 52.329 12.210.894 55.016

Classe 06 - da 0,90% a 1,33% 8.382.851 24.971 5.570.605 34.296

Classe 07 - da 1,34% a 1,98% 7.711.121 62.924 5.528.163 45.410

Classe 08 - da 1,99% a 3,60% 2.935.062 20.332 2.077.626 17.337

Classe 09 - da 3,61% a 11,92% 5.643.315 59.654 3.263.600 29.905

Classe 10 - da 11,93% a 99,99% 4.758.878 10.551 2.848.710 7.574

Classe 11 - 100% 5.325.282 7.440 3.744.180 7.590

Totali 90.150.531 296.797 16,48% 71.076.739 300.860 16,75%

Classe 01 - da 0,00% a 0,04% 95 34 144 28

Classe 02 - da 0,05% a 0,09% 4.238 2.655 20.537 18.133

Classe 03 - da 0,10% a 0,22% 1.285.607 1.191.968 1.504.600 1.421.802

Classe 04 - da 0,23% a 0,49% 1.508.437 1.099.495 2.270.710 2.059.058

Classe 05 - da 0,50% a 0,89% 1.132.248 813.720 462.136 357.313

Classe 06 - da 0,90% a 1,33% 1.090.467 723.621 1.328.413 1.066.937

Classe 07 - da 1,34% a 1,98% 616.425 331.830 449.787 240.823

Classe 08 - da 1,99% a 3,60% 224.994 95.860 305.958 111.197

Classe 09 - da 3,61% a 11,92% 574.889 166.725 605.862 174.906

Classe 10 - da 11,93% a 99,99% 82.503 17.868 111.174 21.529

Classe 11 - 100% 253.035 22.417 264.178 26.196

Totali 6.772.938 4.466.193 25,10% 7.323.499 5.497.922 26,62%

Classe 01 - da 0,00% a 0,04% 950 - 8.796 -

Classe 02 - da 0,05% a 0,09% 5.855.255 133.617 3.961.039 55.144

Classe 03 - da 0,10% a 0,22% 4.331.044 119.644 4.018.740 67.196

Classe 04 - da 0,23% a 0,49% 4.143.040 147.362 3.575.774 100.083

Classe 05 - da 0,50% a 0,89% 5.245.249 208.316 4.189.885 98.575

Classe 06 - da 0,90% a 1,33% 168.434 50.783 165.902 71.307

Classe 07 - da 1,34% a 1,98% 3.743.657 240.949 3.110.615 145.665

Classe 08 - da 1,99% a 3,60% 4.856.535 174.369 2.485.696 110.166

Classe 09 - da 3,61% a 11,92% 1.875.434 206.618 2.912.116 148.446

Classe 10 - da 11,93% a 99,99% 2.114.926 34.868 1.416.351 19.108

Classe 11 - 100% 8.496.580 75.781 2.845.516 13.024

Totali 40.831.104 1.392.307 21,69% 28.690.430 828.714 23,02%

Classe 01 - da 0,00% a 0,04% 512 12 19.410 9

Classe 02 - da 0,05% a 0,09% 25.897 1.067 87.653 10.663

Classe 03 - da 0,10% a 0,22% 838.231 44.699 1.288.163 146.553

Classe 04 - da 0,23% a 0,49% 2.117.400 76.603 2.378.008 220.874

Classe 05 - da 0,50% a 0,89% 1.479.128 97.491 698.982 74.093

Classe 06 - da 0,90% a 1,33% 1.400.435 51.367 1.864.393 135.904

Classe 07 - da 1,34% a 1,98% 1.503.907 78.938 1.257.722 90.766

Classe 08 - da 1,99% a 3,60% 675.029 27.659 1.003.650 54.366

Classe 09 - da 3,61% a 11,92% 1.322.520 63.333 1.310.144 78.536

Classe 10 - da 11,93% a 99,99% 203.866 14.970 365.979 22.022

Classe 11 - 100% 1.034.331 11.636 1.120.761 18.403

Totali 10.601.256 467.775 51,09% 11.394.865 852.189 54,43%

Metodologia basata sui rating interni - Metodo Avanzato - Esposizioni al dettaglio

Altre esposizioni al dettaglio: persone

fisiche

Dicembre 2008

Esposizioni garantite da immobili

residenziali: PMI

Esposizioni rotative al dettaglio

qualificate

Esposizioni garantite da immobili

residenziali: persone fisiche

CLASSE DI ESPOSIZIONE Classe di merito creditizio

Dicembre 2009

Altre esposizioni al dettaglio: PMI

Nota: Ii dati al 31 dicembre 2008 sono stati ricostruiti per comparabilità.

Page 121: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico …...2009/12/31  · propensione al rischio di credito complessiva a livello di Gruppo nei confronti delle controparti gestite,

>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 8

121

Tavola 8 – Tecniche di attenuazione delrischio (CRM)

Informativa qualitativa

Il Gruppo Unicredit, in coerenza con quanto stabilito dalle “Nuove Disposizioni di vigilanza prudenziale

per le Banche” (c.d. normativa di “Basilea II”) in tema di tecniche di mitigazione del rischio di credito

(CRM), persegue il pieno soddisfacimento dei requisiti necessari per il riconoscimento, ai fini prudenziali,

dei diversi strumenti in relazione agli approcci adottati (Standardizzato o IRB Avanzato - A-IRB).

A tal fine sono stati effettuati interventi e portati a compimento specifici progetti volti all’implementazione

della normativa interna di Gruppo e all’adeguamento dei processi e dei Sistemi Informativi. Tenuto conto

della dislocazione territoriale del Gruppo in diversi Paesi (europei e non), le implementazioni sono state

eseguite nel rispetto degli ordinamenti locali e dei requisiti di Vigilanza dei Paesi di appartenenza delle

singole Entità.

Il contesto normativo di riferimento per il Gruppo è rappresentato dalle Special Policies emanate in

materia (linee guida per il Gruppo e per le Entità Italiane) che contemplano il recepimento,

l’interpretazione e l’internalizzazione dei requisiti normativi di CRM da parte del Gruppo. La produzione di

questa documentazione (per la quale si è fatto riferimento alla “Circolare della Banca d'Italia n. 263 del 27

dicembre 2006” e successivi aggiornamenti, alle direttive comunitarie 2006/48/CE e 2006/49/CE ed al

documento "Convergenza internazionale della misurazione del capitale e dei coefficienti patrimoniali.

Nuovo schema di regolamentazione" del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria) ha perseguito

diversi obiettivi:

favorire la gestione ottimale delle garanzie;

massimizzare l’effetto di mitigazione delle garanzie reali e personali sui crediti in default;

ottenere un impatto positivo sui requisiti patrimoniali di Gruppo, assicurando che le pratiche di

CRM locali rispettino i requisiti minimi richiesti da “Basilea II”;

definire regole generali per l’ammissibilità, la valutazione, il monitoraggio e la gestione delle

garanzie reali e personali e dettagliare regole e requisiti specifici relativamente a determinate

tipologie di garanzie.

Le garanzie reali e personali possono essere acquisite solo come supporto sussidiario del fido e non

devono essere intese come elementi sostitutivi dell’autonoma capacità di rimborso del debitore principale.

Per tale ragione, oltre alla più ampia analisi del merito creditizio e dell’autonoma capacità di rimborso del

debitore principale, esse sono oggetto di specifica valutazione ed analisi per il ruolo di fonte sussidiaria

per il rimborso dell’esposizione debitoria.

Nella valutazione delle tecniche di CRM, il Gruppo attribuisce particolare rilevanza sia al requisito della

“certezza giuridica” di tutte le garanzie reali e personali, sia alla loro congruità. Le Entità devono porre in

essere tutte le azioni necessarie al fine di:

assicurare il rispetto dei requisiti contrattuali e legali, in modo tale che i contratti di garanzia siano

giuridicamente opponibili secondo quanto previsto dal corpus giuridico ad essi applicabile;

condurre sufficienti controlli di natura legale che avallino l’effettiva opponibilità delle garanzie in

tutte le giurisdizioni rilevanti e nei confronti di tutte le parti coinvolte.

Le Entità devono, se necessario, ripetere detti controlli al fine di assicurare in via continuativa

l’opponibilità della garanzia per l'intera durata dell’esposizione creditizia sottostante. D’altro canto,

l’adeguatezza deve essere costantemente assicurata. Qualsiasi garanzia, a prescindere dalla tipologia,

può essere definita congrua qualora risulti adeguata rispetto all’entità ed all’articolazione dell’affidamento

e, limitatamente alle garanzie personali, non sussistano rilevanti rischi in capo al garante.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

122

In linea generale, le regole operative ed i relativi processi sono particolarmente rigorosi, al fine di

assicurare la perfezione formale e sostanziale della garanzia acquisita, e sono stati estesi alle nuove

Entità entrate a far parte del Gruppo, programmando specifici contingency plans per l’adeguamento dei

requisiti minimi regolamentari e gestionali previsti dalle politiche del Gruppo sulle garanzie reali e

personali.

Per quanto concerne l’Italia, nel corso del 2009, le principali società del Gruppo hanno esteso alle

garanzie consortili i rigorosi processi di certificazione legale e di verifica della sussistenza dei requisiti

regolamentari, già implementati da tempo per le garanzie fideiussorie e per le garanzie pignoratizie.

Inoltre, è stato definito un set minimo di controlli, che sarà oggetto di implementazione da parte delle

banche, al fine di verificare l’utilizzo delle garanzie all’interno del processo di calcolo dei requisiti

patrimoniali.

Politiche e processi in materia di compensazione in bilancio e “fuori bilancio”con l’indicazione della misura in cui le Entità del Gruppo ricorrono allacompensazione.

In generale le compensazioni in bilancio di crediti reciproci tra l'ente creditizio e la sua controparte

possono essere riconosciute come garanzie ammissibili, qualora siano giuridicamente valide ed opponibili

in tutte le giurisdizioni rilevanti, anche nel caso di insolvenza o di fallimento della controparte. Nello

specifico, gli accordi quadro di compensazione devono soddisfare almeno le seguenti condizioni

operative:

consentano la compensazione tra profitti e perdite sulle transazioni specificate nell’accordo

quadro, così che vi sia un unico ammontare netto dovuto da una parte all’altra;

soddisfino i requisiti minimi per il riconoscimento delle garanzie reali finanziarie (requisiti di

valutazione e di monitoraggio).

Le Entità del Gruppo possono utilizzare le compensazioni in bilancio solo se in grado di determinare in

ogni momento il valore netto della posizione (vale a dire quali attività e passività della controparte

rientrino nell’accordo di compensazione) monitorando e controllando debiti, crediti e valore netto.

Politiche e processi per la valutazione e la gestione delle garanzie reali.

Il Gruppo ha sviluppato un sistema di gestione delle garanzie reali al fine di assicurare un chiaro ed

efficace processo di valutazione, monitoraggio e gestione di tutte le tipologie di garanzie finalizzate a

mitigare il rischio di credito.

La valutazione della garanzia reale è basata sul valore corrente di mercato o sul prezzo al quale il bene

sottostante può essere ragionevolmente venduto (vale a dire il “valore equo” dello strumento finanziario

acquisito in pegno o dell’immobile posto a garanzia).

In particolare, per gli strumenti finanziari, i metodi di valutazione dipendono dalla loro tipologia:

titoli quotati su mercati di borsa ufficiali, sono valutati ai prezzi di mercato (nello specifico, si

considera il prezzo della più recente seduta di borsa);

titoli non quotati sui mercati di borsa ufficiali, sono valutati sulla base di stime coerenti del prezzo

che tengano conto dei dati del mercato;

quote di OICR (Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio), sono valutate al prezzo

corrispondente al valore giornaliero pubblicato dalla società di gestione per singola quota.

Il prezzo di mercato dei valori oggetto di pegno, deve essere rettificato, con applicazione di adeguati

scarti, in funzione sia della volatilità del mercato stesso sia di quella valutaria, in conformità a quanto

disposto dai requisiti regolamentari di Basilea II.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 8

123

In particolare, se la garanzia non è denominata nella valuta locale e/o se questa è diversa da quella del

credito garantito (disallineamento di valuta), deve essere applicato un ulteriore scarto.

Anche i disallineamenti di scadenza devono essere considerati nell’attività di valutazione della garanzia

per tenere conto del minor valore della copertura.

I modelli attualmente in uso nel Gruppo sono prevalentemente basati su scarti prudenziali predeterminati.

Per la valutazione della rischiosità delle garanzie reali finanziarie, il Gruppo si sta dotando di scarti stimati

internamente, basati sulla metodologia Value at Risk, già in uso presso alcune Entità del Gruppo.

L’approccio metodologico prevede che il valore della copertura sia stimato per singolo strumento

finanziario in base al suo valore di mercato (c.d. mark to market) con applicazione di uno scarto che

tenga conto della rischiosità intrinseca del medesimo in funzione dei differenti fattori (rischiosità dei corsi,

periodo di detenzione e rischio di liquidità).

Le principali Entità sono state dotate di uno strumento informatico per la rivalutazione automatica al

valore di mercato degli strumenti finanziari acquisiti in pegno, garantendo in questo modo un

monitoraggio costante della garanzia.

Per quanto riguarda la valutazione delle garanzie immobiliari, sono stati definiti ed implementati specifici

processi e procedure, al fine di assicurare la valutazione dell’immobile da parte di un perito indipendente

ad un valore non superiore a quello di mercato. Per le Entità operanti in Austria, Germania e Italia, le

attività di monitoraggio e rivalutazione degli immobili sono gestite tramite sistemi automatici basati su

metodi statistici che utilizzano database interni o forniti da infoprovider esterni.

Altre tipologie di garanzie reali (quali ad esempio il pegno su merci) sono soggetti, in fase di valutazione,

a specifici scarti prudenziali. L’attività di monitoraggio dipende dalle caratteristiche della garanzia stessa;

in generale, il pegno su merci viene gestito con la dovuta cautela.

Descrizione delle principali tipologie di garanzie reali accettate dalle Entitàdel Gruppo.

Le garanzie reali assunte a supporto delle linee di credito erogate dalle Entità del Gruppo sono

rappresentate principalmente da garanzie ipotecarie residenziali e commerciali e dal pegno su strumenti

finanziari (che includono depositi di denaro, titoli di debito, azioni, quote di fondi comuni d’investimento).

Meno rilevante è il ricorso ad altre tipologie quali il pegno merci, il pegno su crediti e le polizze

assicurative vita.

Ai fini del relativo riconoscimento per la mitigazione del rischio, tuttavia, rilevano il rispetto dei requisiti

generali previsti dalla normativa di Vigilanza, e di quelli specifici per l’approccio adottato ai fini del calcolo

del requisito patrimoniale relativamente alla singola controparte/esposizione (Standardizzato, IRB-A), in

conformità a quanto stabilito dall’ordinamento giuridico del Paese di appartenenza.

La Capogruppo fornisce specifiche linee guida per l’ammissibilità di ciascuna tipologia di garanzia e di

conseguenza ogni Entità è tenuta a definire la lista delle garanzie ammissibili, in conformità sia ai metodi

ed alle procedure di Gruppo, sia alla normativa di Vigilanza locale ed alle peculiarità del sistema giuridico

in essere nel Paese in cui opera.

Principali tipologie di garanti e di controparti in operazioni su derivati creditizied il loro merito di credito.

Le garanzie personali vengono acquisite quali elementi complementari ed accessori alla concessione del

fido, per il quale l’elemento di mitigazione del rischio è rappresentato dalla fonte di rientro sussidiaria.

Esse rappresentano uno strumento particolarmente diffuso nell’ambito del Gruppo, con caratteristiche

differenziate nei diversi mercati di riferimento.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

124

In particolare, risultano particolarmente rilevanti nel mercato italiano le garanzie personali rilasciate da

persone fisiche o da cointestazioni di persone fisiche. Meno frequentemente il rischio di insolvenza è

coperto da garanzie personali fornite da altre persone giuridiche (generalmente la casa madre o società

appartenenti allo stesso gruppo economico del debitore), oppure prestate da istituzioni finanziarie e

compagnie assicurative.

Fornitori di protezione, ove la garanzia è rappresentata da derivati creditizi, sono principalmente banche e

controparti istituzionali.

La fattispecie dei garanti ammissibili dipende dallo specifico approccio adottato da ciascuna Entità. In

particolare, nell’approccio Standardizzato esiste una lista ristretta di garanti ammissibili, di cui fanno parte

Stati sovrani e banche centrali, enti del settore pubblico ed enti territoriali, banche multilaterali di sviluppo,

intermediari vigilati ed imprese non finanziarie con rating esterno attribuito da un’ECAI riconosciuta

associato ad una classe della scala di valutazione del merito di credito non inferiore a 2. Nell’approccio

IRB-A, ai fini del riconoscimento nel calcolo dei requisiti patrimoniali delle garanzie personali, oltre al

soddisfacimento dei requisiti minimi previsti, rileva anche la valutazione della qualità e del merito

creditizio del garante al momento dell’assunzione della protezione per tutta la sua durata.

Prima di acquisire una garanzia personale il garante/fornitore di protezione (o il venditore di protezione in

caso di “credit default swap”) deve essere valutato al fine di ponderarne la solvibilità ed il profilo di rischio.

L’effetto di copertura delle garanzie personali / derivati creditizi con finalità di garanzia dal rischio di

credito dipende sostanzialmente dal merito creditizio del garante e l’ammontare della concessione deve

essere ragionevolmente commisurato alla sua capacità di rimborso.

Informazioni sulle concentrazioni del rischio di mercato o di creditonell’ambito degli strumenti di attenuazione del rischio di credito adottati.

Esiste rischio di concentrazione quando la maggior parte degli strumenti finanziari acquisiti a garanzia dal

Gruppo (a livello di portafoglio) è rappresentata da una ristretta tipologia di garanzie reali, di strumenti di

protezione, ovvero quando è prestata da una ristretta cerchia di specifici garanti (intesi sia come unico

fornitore di protezione sia come settore di appartenenza) o quando vi è sproporzione nei volumi di

garanzie assunte.

Tale concentrazione viene monitorata e controllata dai seguenti processi / meccanismi:

in caso di garanzie personali / derivati creditizi è attribuito al garante / fornitore di protezione un

debito potenziale (in termini di rischio indiretto). Nella fase di istruttoria del credito, in capo al

garante viene posta una responsabilità aggiuntiva e sussidiaria il cui effetto si riflette

sull’esposizione complessiva ad esso riferita, calcolata e approvata in conformità alle sistema di

deleghe interno a ciascuna Entità;

nel caso in cui il garante / fornitore di protezione, direttamente o indirettamente, sia una banca

centrale o uno Stato sovrano, deve essere attribuito uno specifico limite di credito. Se il garante è

un soggetto estero, è necessario valutare, al caso, la definizione di un limite per il Paese di

appartenenza;

per tutte le tipologie di garanzie reali e personali, sia per il rischio di mercato sia per il rischio di

concentrazione, sono da implementare specifiche attività di monitoraggio e di reportistica a livello

consolidato.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 8

125

Informativa quantitativaCRM - Valore delle esposizioni garantite (cartolarizzazioni escluse)

Consistenze al 31.12.2009 Consistenze al 31.12.2008

Garanzie reali

finanziarieAltre garanzie

Garanzie

personali e

derivati su crediti

Garanzie reali

finanziarieAltre garanzie

Garanzie

personali e

derivati su crediti

Amministrazioni centrali e banche centrali 769.332 - 11.967.177 4.137 - 10.197.175

Intermediari vigilati 19.092.707 108.471 1.614.550 33.229.766 127.111 7.445.800

Enti territoriali 35.496 - 5.166.974 17.373 - 4.989.690

Enti senza scopo di lucro ed enti del settore pubblico 421.938 - 1.469.577 603.162 - 1.182.560

Banche multilterali di sviluppo - - - - - 451

Organismi internazionali - - - - - 88.353

Imprese 10.927.190 648.805 2.923.578 15.163.442 468.294 3.481.662

Esposizioni al dettaglio 12.033.314 4.351 228.049 17.145.151 5.482 3.697

Esposizioni a breve termine verso imprese - - 350 - - 434

Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio (OICR) - - - - - -

Esposizioni garantite da immobili 2.651.508 - 485 3.461.419 - 469

Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie garantite - - 60.226 - - 270.000

Esposizioni scadute 466.074 1.011 11.559 35.322 1.196 298.083

Esposizioni ad alto rischio 100 - - 8.000 - -

Altre esposizioni 331.342 - 26.960 840.637 - 25.014

Totale 46.729.001 762.638 23.469.485 70.508.409 602.083 27.983.388

Esposizioni verso

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 9

127

Tavola 9 – Rischio di controparte

Informativa qualitativa

Ruolo guida della Capogruppo

Nell’ambito del processo di misurazione e monitoraggio del rischio di controparte, alla Capogruppo

compete la responsabilità di definire le metodologie per la misurazione e la gestione dei rischi a livello di

gruppo, sviluppare il sistema di misurazione dei rischi per la Holding, definire la griglia di limiti operativi

per la Holding e le singole Entità ed assicurare il monitoraggio del profilo di rischio complessivo del

Gruppo.

Si riporta nel prosieguo una breve descrizione dei processi di misurazione e controllo dei rischi all’interno

delle principali legal entities del Gruppo.

HVB AG

L’attività di misurazione e di monitoraggio del profilo di rischio di controparte viene effettuata dall’unità

indipendente di Risk Management sulla base di un modello interno basato su un approccio simulativo di

tipo Montecarlo.

Sulla base di tale modello viene stimata, al 99% di intervallo di confidenza, l’esposizione potenziale futura

delle operazioni in derivati OTC. Il modello tiene conto del beneficio di mitigazione dell’esposizione al

rischio riveniente dagli accordi di netting e collateral posti in essere con le diverse controparti.

Il monitoraggio delle posizioni a rischio avviene attraverso un sistema di limiti interni che distingue tra le

seguenti tipologie di rischio:

money market risk;

pre-settlement risk per le posizioni marginate attraverso collateral agreements;

pre-settlement risk per le posizioni non soggette a collateral agreements;

settlement risk.

La griglia dei limiti è definita per singola controparte, per gruppi significativi di controparte e per paese.

Tale griglia di limiti è parte integrante del processo di erogazione creditizia.

L’esposizione al rischio di controparte è monitorata in tempo reale; l’integrazione tra i sistemi di front

office ed i sistemi interni di misurazione dell’esposizione a rischio consente infatti il monitoraggio continuo

delle variazioni di esposizione creditizia riveniente dall’operatività in derivati.

In caso di superamento dei limiti, in automatico viene inviata un’opportuna informativa a tutti i referenti

interessati.

L’intero processo di valutazione del rischio di credito di controparte è documentato dalle norme e dai

regolamenti interni e costituisce parte integrante del processo di approvazione del credito.

Il wrong-way risk è considerato dalla politica sulle garanzie collaterali, la quale stabilisce che i titoli emessi

dalle controparti o da loro strette collegate non possono essere accettati come garanzia collaterale.

L’ufficio di HVB responsabile della gestione delle operazioni collateralizzate ha introdotto per i contratti in

essere caratterizzati da Rating Trigger un nuovo report che quantifica il potenziale di rischio di

integrazione di liquidità/collaterale. Qualora ciò si renda necessario, l’ufficio di Liquidity Steering di

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

128

HBV`viene tempestivamente informato dei rischi di liquidità connessi al superamento del Rating Trigger.

Durante il corso dell’anno il rischio di Rating Trigger è stato considerevolmente ridotto. Al 30 giugno, in

caso di declassamento del rating di lungo termine da A ad A- (rating S&P) l’integrazione di

collaterale/liquidità aggiuntiva necessaria era di soli 102 milioni.

Bank Austria AG

L’attività di misurazione e di monitoraggio del profilo di rischio di controparte viene effettuata dall’unità

indipendente di Risk Management sulla base di un modello interno basato su un approccio Montecarlo

che stima l’esposizione potenziale futura fornendo indicatori di esposizione al rischio con cadenza

giornaliera a livello di singola controparte e singolo portafoglio.

Si riportano di seguito le principali misure di rischio pre-regolamento prodotte per controparte: Esposizione corrente: costo di sostituzione che la banca dovrebbe sostenere in caso di default

della controparte ed è pari al valore positivo del Mark-to-Market delle transazioni in derivati;

Esposizione potenziale futura: costo di sostituzione futuro derivante da possibili incrementi

dell’esposizione corrente causati da variazioni inattese dei fattori di rischio a cui la banca è

esposta (tassi di interesse, cambi, corsi azionari); tale componente è stimata mediante

simulazioni basate sul modello Montecarlo.

L’approccio Montecarlo è utilizzato per la stima dell’esposizione potenziale pre-regolamento delle

principali categorie di prodotto in posizione: derivati OTC, come ad esempio derivati su cambi, tassi di

interesse, azioni, prodotti creditizi e materie prime, nonché operazioni SFT, come ad esempio operazioni

pronti contro termine attive e passive o di prestito di titoli.

La metodologia Montecarlo utilizzata comporta la totale rivalutazione di ogni singola transazione ad

intervalli temporali predefiniti.

Il modello interno sviluppato è in grado di cogliere i benefici di mitigazione derivanti da accordi di netting e

collateral e di fornire efficaci misure interne di EAD (exposure at default) e M (maturity), in coerenza con

quanto previsto nell’ambito di Basilea II.

Negli accordi collateral si evita di definire importi dipendenti da rating indipendenti o di soglia. Di

conseguenza, in caso di declassamento del merito di credito, non è necessario depositare garanzie

integrative.

L’intero processo di valutazione del rischio di credito di controparte è documentato dalle norme e dai

regolamenti interni. Sia le metodologie sopra descritte, utilizzate per misurare il rischio di controparte, che

il processo di sottoscrizione per definire i limiti dell’esposizione al rischio di credito di controparte sono

illustrati da specifiche politiche interne. La valutazione del rischio di credito di controparte costituisce parte

integrante del processo di approvazione del credito.

Il wrong-way risk delle operazioni collateralizzate viene calcolato direttamente dal modello utilizzato per

stimare l'esposizione potenziale. Se l'operazione comporta un wrong-way risk, il valore del titolo viene

automaticamente azzerato dal modello. Inoltre, non deve esistere alcuna correlazione tra eventuali

aumenti e decrementi del valore di mercato del derivato analizzato.

Il monitoraggio del rischio di controparte avviene attraverso un sistema di limiti definito per singola

controparte, paese e gruppo di prodotti (mercati monetari e titoli pre-regolamento (derivati, operazioni

SFT)). Inoltre, esistono linee di regolamento per coprire il rischio di regolamento delle posizioni aperte.

L’esposizione al rischio di controparti e le informazioni relative all’utilizzo delle linee di credito per

l’operatività in derivati vengono rese disponibili on line dal sistema di tesoreria centrale.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 9

129

UniCredit Corporate Banking SpA

Il rischio di controparte sulle posizioni in derivati è definito ex ante attraverso un’apposita delibera

creditizia che fissa i limiti di esposizione verso specifiche controparti di Gruppo o esterne.

Il monitoraggio del profilo di rischio si articola come segue.

Controllo delle posizioni con mark-to-market superiore al fido deliberato

Il Gestore della relazione monitora gli eventuali scostamenti fra l’equivalente creditizio - calcolato

applicando al valore nozionale dell’operazione il coefficiente di ponderazione – e il mark-to-market,

provvedendo, ove lo scostamento sia significativo, al riesame della posizione.

Per agevolare tale attività, il Presidio Operativo Finanza rileva, con periodicità mensile, gli sconfinamenti

significativi (almeno il 10%) tra il valore del mark-to-market ed il valore del fido. Tali evidenze vengono

inviate al Responsabile della Filiale affinché gli affidamenti della controparte vengano tempestivamente

riesaminati. L'esame si conclude positivamente nel caso in cui il cliente riduca il mark-to-market nei limiti

del fido concesso ovvero provveda alla costituzione di una garanzia reale per la somma eccedente, o,

altrimenti, venga deliberato l'adeguamento del fido relativo.

Controllo delle posizioni con mark-to-market gravoso

Un processo particolare di monitoraggio viene svolto per la clientela avente mark-to-market negativo

superiore a euro 500.000 avente le seguenti caratteristiche:

mark-to-market negativo superiore al 125% dell’equivalente creditizio;

rating interno superiore ad una soglia stabilita dalla banca.

Il Comitato Derivati viene infatti informato dalla funzione di business circa le posizioni potenzialmente

critiche che presentano una situazione di incoerenza e/o gravosità.

Tali posizioni vengono comunicate dalla Direzione Derivati all’unità organizzativa Risk Management

Monitoring della Direzione Centrale; quest’ultima funzione dirama ai Poli Crediti locali l’elenco delle

posizioni critiche al fine di porre in essere un’attenta gestione del rapporto. Le strutture di Monitoraggio

gestione Rischi locali verificano l’effettiva applicazione delle disposizioni impartite centralmente.

Il Comitato Derivati, tra le varie attività, esegue regolarmente il monitoraggio quantitativo e qualitativo del

mark-to-market dei prodotti derivati, con riferimento alla sua distribuzione per categoria di prodotto (con

focus particolare sui prodotti ad alta complessità) e per fasce di nozionale. Riguardo ai derivati di tasso, i

quali rappresentano la tipologia maggiormente utilizzata nei rapporti con società non finanziarie, è inoltre

analizzata la sensitività del portafoglio rispetto a diverse ipotesi di shift paralleli della curva forward.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

130

Capogruppo e altre entità controllate

Al fine di contenere e controllare il profilo di rischio controparte, la Holding ha definito una struttura di limiti

basata sul concetto di equivalente creditizio dell’esposizione, calcolato come somma pesata dei nominali

delle operazioni riferibili ad una singola controparte. I pesi vengono determinati per tenere conto della

rischiosità specifica degli strumenti.

L’operatività in derivati OTC svolta dalla Capogruppo si appoggia su una contrattualistica riconosciuta

internazionalmente (basata sul Master Agreement dell’ISDA) e prevede accordi di netting tra le

controparti coinvolte, limitando quindi l’uso della linea di fido in presenza di posizioni lunghe e corte con

una stessa controparte.

Nell’ambito di tale inquadramento normativo e procedurale, la Holding opera utilizzando le linee di credito

valutate ed autorizzate per competenza rispettivamente dal Global Financial Services Department e dal

Risk Management Department. L’ammontare degli affidamenti e l’eventuale loro utilizzo sono disponibili

all’interno del sistema di front office Murex. L’aggiornamento avviene automaticamente mediante lo

scarico dei dati tra la procedura Fidi e Garanzie ed il sistema di front office, senza alcun intervento da

parte degli operativi.

La struttura dei controlli prevede:

un preventivo controllo della disponibilità della linea di credito da parte degli addetti di front office

(controllo di linea);

un controllo in tempo reale ed ex-post da parte degli addetti delle funzioni autorizzanti

l’affidamento (controlli di linea);

un controllo da parte del middle e back office (controlli di linea) circa l’aggiornamento di nuovi

affidamenti/rinnovi.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 9

131

Informativa quantitativa

Rischio di controparte - garanzie reali detenute

Valore EAD al Valore EAD al

31.12.2009 31.12.2008

Approccio standardizzato

- contratti derivati 310.675 676.248

- operazioni SFT e operazioni con regolamento a lungo termine 36.689.391 55.387.473

RISCHIO DI CONTROPARTE - GARANZIE REALI DETENUTE

Rischio di controparte

Valore EAD al Valore EAD al

31.12.2009 31.12.2008

Aproccio standardizzato

- contratti derivati 13.832.912 20.930.693

- operazioni sft e operazioni con regolamento a lungo termine 3.696.135 41.499.917

- compensazione tra prodotti diversi 111.611 -

Approcci IRB

- contratti derivati 31.891.541 41.285.079

- operazioni sft e operazioni con regolamento a lungo termine 11.177.898 12.979.823

- compensazione tra prodotti diversi 2.789.277 -

RISCHIO DI CONTROPARTE

(migliaia di €)

Over the

counter

Controparti

Centrali

Over the

counter

Controparti

Centrali

1. Titoli di debito e tassi d'interesse 2.688.421.792 120.792.575 2.452.393.371 89.462.785

a) Opzioni 454.444.930 8.732.575 451.423.571 17.532.000

b) Swap 1.971.617.429 - 1.995.425.786 -

c) Forward 192.453.257 255.851 5.436.603 424.888

d) Futures 1.971.806 111.804.149 - 71.505.897

e) Altri 67.934.370 - 107.411 -

2. Titoli di capitale e indici azionari 112.948.216 73.706.177 144.240.965 66.581.152

a) Opzioni 94.299.238 73.339.047 128.362.000 65.285.441

b) Swap 18.492.254 - 27.602 55.451

c) Forward 45.881 - 4.232 43.742

d) Futures 17.797 367.130 - 1.196.518

e) Altri 93.046 - 15.847.131 -

3. Valute e oro 551.231.182 383.779 634.956.715 4.979.381

a) Opzioni 81.043.733 - 128.264.667 4.302.433

b) Swap 189.203.405 18 170.829.997 -

c) Forward 280.549.723 - 335.399.041 3.143

d) Futures - 383.761 - 673.805

e) Altri 434.321 - 463.010 -

4. Merci 4.100.264 866.000 - -

5. Altri sottostanti 3.021.701 - 11.030.919 467.759

Totale 3.359.723.155 195.748.531 3.242.621.970 161.491.077

Valori medi 3.301.172.563 178.619.804 3.866.120.301 217.191.298

Portafoglio di negoziazione di vigilanza: valori nozionali di fine periodo e medi

Attività sottostanti/Tipologie derivati

Consistenze al 31.12.2008Consistenze al 31.12.2009

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

132

Portafoglio bancario: valori nozionali di fine periodo e medi

Portafoglio bancario: valori nozionali di fine periodo e medi - Di copertura (migliaia di €)

Over the

counter

Controparti

Centrali

Over the

counter

Controparti

Centrali

1. Titoli di debito e tassi d'interesse 186.989.189 4.865.000 144.161.449 16.621.000

a) Opzioni 750.000 - 1.195.676 -

b) Swap 183.853.209 - 142.900.773 -

c) Forward 2.385.980 - 58.000 -

d) Futures - 4.865.000 - 16.621.000

e) Altri - - 7.000 -

2.Titoli di capitale e indici azionari 2.631.348 - 586.348 -

a) Opzioni 10.348 - 50.348 -

b) Swap 382.000 - - -

c) Forward - - - -

d) Futures - - - -

e) Altri 2.239.000 - 536.000 -

3. Valute e oro 21.471.162 - 35.010.736 -

a) Opzioni - - - -

b) Swap 4.099.319 - 1.966.329 -

c) Forward 17.371.843 - 33.044.407 -

d) Futures - - - -

e) Altri - - - -

4. Merci - - - -

5. Altri sottostanti - - - -

Totale 211.091.699 4.865.000 179.758.533 16.621.000

Valori medi 195.425.116 10.743.000 238.918.784 14.070.334

Consistenze al 31.12.2009 Consistenze al 31.12.2008

Attività sottostanti/Tipologie derivati

Portafoglio bancario: valori nozionali di fine periodo e medi - Altri derivati (migliaia di €)

Over the

counter

Controparti

Centrali

Over the

counter

Controparti

Centrali

1. Titoli di debito e tassi d'interesse 9.665.665 - 29.844.893 20.812

a) Opzioni 418.437 - 4.513.965 -

b) Swap 9.247.228 - 25.330.928 -

c) Forward - - - 20.812

d) Futures - - - -

e) Altri - - - -

2. Titoli di capitale e indici azionari 8.076.936 - 10.269.475 -

a) Opzioni 8.076.936 - 10.269.475 -

b) Swap - - - -

c) Forward - - - -

d) Futures - - - -

e) Altri - - - -

3. Valute e oro 2.578.749 - 1.679.185 -

a) Opzioni 188.639 - 267.293 -

b) Swap 28.150 - 26.247 -

c) Forward 2.360.989 - 1.385.645 -

d) Futures - - - -

e) Altri 971 - - -

4. Merci - - - -

5. Altri sottostanti 78 - - -

Totale 20.321.428 - 41.793.553 20.812

Valori medi 31.057.491 10.406 35.864.396 10.670

Consistenze al 31.12.2009 Consistenze al 31.12.2008

Attività sottostanti/Tipologie derivati

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 9

133

Derivati finanziari: fair value lordo positivo - ripartizione per prodotti (migliaia di €)

Over the

counter

Controparti

Centrali

Over the

counter

Controparti

Centrali

A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza 72.504.836 4.034.262 94.279.184 6.995.913

a) Opzioni 11.273.486 4.026.361 16.455.394 6.747.431

b) Interest rate swap 49.022.077 - 50.668.888 1

c) Cross currency swap 5.946.674 18 10.711.943 2.450

d) Equity swaps 813.427 - 1.862.019 -

e) Forward 4.468.306 230 13.649.157 5

f) Futures 1.527 7.653 1.663 17.802

g) Altri 979.339 - 930.120 228.224

B. Portafoglio bancario - di copertura 5.645.785 - 7.032.771 18.044

a) Opzioni 28.494 - 88.872 -

b) Interest rate swap 3.367.650 - 5.979.427 -

c) Cross currency swap 251.194 - 318.121 -

d) Equity swaps 113.266 - 69.802 -

e) Forward 731.280 - 452.441 -

f) Futures - - - -

g) Altri 1.153.901 - 124.108 18.044

C. Portafoglio bancario - altri derivati 78.937 - 40.495 45.833

a) Opzioni 6.719 - 4.595 -

b) Interest rate swap 5.885 - 32.067 -

c) Cross currency swap 631 - 2.153 -

d) Equity swaps - - - -

e) Forward 55.808 - 1.663 -

f) Futures - - - -

g) Altri 9.894 - 17 45.833

Totale 78.229.558 4.034.262 101.352.450 7.059.790

Fair value positivo

Portafogli /Tipologie derivatiConsistenze al 31.12.2009 Consistenze al 31.12.2008

Derivati finanziari: fair value lordo negativo - ripartizione per prodotti (migliaia di €)

Over the

counter

Controparti

Centrali

Over the

counter

Controparti

Centrali

A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza 72.172.893 5.683.084 91.285.073 8.887.463

a) Opzioni 13.625.238 5.678.636 19.514.782 8.772.781

b) Interest rate swap 46.794.865 - 47.035.246 1

c) Cross currency swap 6.717.234 - 10.717.943 1.975

d) Equity swaps 492.205 - 1.012.206 -

e) Forward 3.776.635 - 11.710.263 5

f) Futures - 4.448 164 13.642

g) Altri 766.716 - 1.294.469 99.059

B. Portafoglio bancario - di copertura 3.859.859 - 6.291.733 1.453.972

a) Opzioni 216.588 - 100.210 -

b) Interest rate swap 3.275.484 - 5.301.645 -

c) Cross currency swap 203.427 - 220.679 -

d) Equity swaps 37.330 - 21.698 -

e) Forward 127.030 - 635.163 -

f) Futures - - - -

g) Altri - - 12.338 1.453.972

C. Portafoglio bancario - altri derivati 674.955 - 1.315.004 33.735

a) Opzioni 406.278 - 747.688 -

b) Interest rate swap 252.721 - 52.772 -

c) Cross currency swap 8.530 - 1.396 -

d) Equity swaps - - - -

e) Forward 6.217 - 322 -

f) Futures - - - -

g) Altri 1.209 - 512.826 33.735

Totale 76.707.707 5.683.084 98.891.810 10.375.170

Fair value negativo

Portafogli / Tipologie derivatiConsistenze al 31.12.2008Consistenze al 31.12.2009

Page 134: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico …...2009/12/31  · propensione al rischio di credito complessiva a livello di Gruppo nei confronti delle controparti gestite,

TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

134

(migliaia di €)

Contratti non rientranti in

accordi di compensazione

Governi e

Banche

Centrali

Altri enti

pubblici Banche

Società

finanziarie

Società di

assicurazione

Imprese non

finanziarie

Altri

soggetti

1) Titoli di debito e tassi

d'interesse

- valore nozionale 94.798 15.407.594 91.421.664 114.465.537 5.956.003 62.044.675 5.131.208

- fair value positivo 508 921.618 1.552.511 1.768.411 81.681 2.882.946 49.831

- fair value negativo - 1.122.311 2.345.699 1.446.450 104.983 300.510 2.579

- esposizione futura 683 195.633 690.045 285.724 18.437 536.338 40.207

2) Titoli di capitale e indici

azionari

- valore nozionale - 79.909 5.788.388 8.269.330 3.185.622 778.670 729.971

- fair value positivo - 2.427 1.018.202 535.310 584 28.305 1.427

- fair value negativo - 1.326 972.832 620.157 10.881 31.632 135.663

- esposizione futura - 53.439 1.859.967 4.528.226 345.117 12.741 4.388

3) Valute e oro

- valore nozionale 2.730.131 1.324.038 70.136.526 11.391.612 1.640.955 13.733.120 2.041.029

- fair value positivo 70.560 16.854 1.045.474 216.424 402 554.753 41.266

- fair value negativo 20.236 95.243 614.270 428.861 7.893 239.970 3.519

- esposizione futura 24.710 48.270 676.164 200.470 12.371 306.294 41.613

4) Altri valori

- valore nozionale - 7.734 315.894 109.028 - 1.018.486 41.188

- fair value positivo - - 5.750 4.987 - 49.687 906

- fair value negativo - 297 10.751 72.753 - 6.710 1.204

- esposizione futura - 3.040 166.407 54.994 - 46.432 2.112

Derivati finanziari OTC: portafoglio di negoziazione di vigilanza - valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per

controparti - contratti non rientranti in accordi di compensazione

Consistenze al 31.12.2009

(migliaia di €)

Contratti rientranti in

accordi di compensazione

Governi e

Banche

Centrali

Altri enti

pubblici Banche

Società

finanziarie

Società di

assicurazione

Imprese non

finanziarie

Altri

soggetti

1) Titoli di debito e tassi

d'interesse

- valore nozionale 234.700 568.145 2.207.439.948 157.371.017 2.298.154 25.720.004 355.521

- fair value positivo 16.917 32.433 41.175.480 4.678.549 27.476 891.782 20.514

- fair value negativo 1.266 3.017 43.569.799 4.325.605 77.501 240.862 2.044

2) Titoli di capitale e indici

azionari

- valore nozionale - - 70.512.241 22.549.612 67.755 998.080 28.400

- fair value positivo - - 2.546.378 1.917.374 - 50.494 916

- fair value negativo - - 3.480.890 1.446.420 1.103 8.227 3.671

3) Valute e oro

- valore nozionale 394.693 82.873 385.435.534 30.272.168 71.427 31.120.612 729.525

- fair value positivo 30.711 6.476 7.723.368 561.880 369 1.381.858 79.959

- fair value negativo 11.381 267 8.326.517 642.015 3.032 758.683 5.632

4) Altri valori

- valore nozionale - - 2.362.335 705.402 - 2.561.899 -

- fair value positivo - - 182.234 55.946 - 272.898 -

- fair value negativo - - 298.456 95.683 - 274.092 -

Derivati finanziari OTC: portafoglio di negoziazione di vigilanza - valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi

per controparti - contratti rientranti in accordi di compensazione

Consistenze al 31.12.2009

Page 135: Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico …...2009/12/31  · propensione al rischio di credito complessiva a livello di Gruppo nei confronti delle controparti gestite,

>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 9

135

(migliaia di €)

Governi e

Banche

Centrali

Altri enti

pubblici Banche

Società

finanziarie

Società di

assicurazione

Imprese non

finanziarie

Altri

soggetti

1) Titoli di debito e tassi

d'interesse

- valore nozionale - 53.426 9.833.736 33.175.399 - 300.810 3.981.666

- fair value positivo - 2.961 256.489 940.886 - 6.112 2.059

- fair value negativo - 10.768 248.924 971.943 - 19.558 254.717

- esposizione futura - 1.497 125.404 24.355 - 3.978 632

2) Titoli di capitale e indici

azionari

- valore nozionale - - 1.184.865 207 - - 7.881.936

- fair value positivo - - 65.631 - - - 5.656

- fair value negativo - - 1.000 - - - 394.383

- esposizione futura - - 145.063 - - - -

3) Valute e oro

- valore nozionale - - 15.613.744 179 - 382.002 188.639

- fair value positivo - - 399.287 - - - 559

- fair value negativo - - 99.378 - - 4.935 4.058

- esposizione futura - - 28.165 - - 1.082 -

4) Altri valori

- valore nozionale - - - - - - -

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - - - - - -

- esposizione futura - - - - - - -

Derivati finanziari OTC: portafoglio bancario - valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti -

contratti non rientranti in accordi di compensazione

Consistenze al 31.12.2009

Contratti non rientranti in

accordi di compensazione

(migliaia di €)

Contratti rientranti in

accordi di compensazione

Governi e

Banche

Centrali

Altri enti

pubblici Banche

Società

finanziarie

Società di

assicurazione

Imprese non

finanziarie

Altri

soggetti

1) Titoli di debito e tassi

d'interesse

- valore nozionale - - 148.090.622 363.644 - 925.560 -

- fair value positivo - - 1.389.310 - - 64.991 -

- fair value negativo - - 1.694.587 27.325 - 73.867 -

2) Titoli di capitale e indici

azionari

- valore nozionale - - - 1.627.486 - 11.691 -

- fair value positivo - - - 102.139 - 13.230 -

- fair value negativo - - - 14.000 - - -

3) Valute e oro

- valore nozionale - - 7.368.187 316.382 - 112.946 -

- fair value positivo - - 2.468.278 5.757 - 1.377 -

- fair value negativo - - 678.315 5.282 - 31.774 -

4) Altri valori

- valore nozionale - - - - - - -

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - - - - - -

Derivati finanziari OTC: portafoglio bancario: - valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti -

contratti rientranti in accordi di compensazione

Consistenze al 31.12.2009

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

136

Derivati creditizi: valori nozionali di fine periodo e medi (migliaia di €)

su un singolo

soggetto

su più soggetti

(basket)

su un singolo

soggetto

su più soggetti

(basket)

1. Acquisti di protezione

a) Credit default products 90.573.536 71.784.187 173.248 501.740

b) Credit spread products - - - -

c) Total rate of return swap 92.451 80.549 - -

d) Altri 1.156.658 964.264 16.435 1.565

Consistenze al 31.12.2009 91.822.645 72.829.000 189.683 503.305

Valori medi 96.862.227 89.356.550 2.248.867 3.927.852

Consistenze al 31.12.2008 101.901.809 105.884.100 4.308.051 7.352.399

2. Vendite di protezione

a) Credit default products 86.458.026 88.733.984 735.483 -

b) Credit spread products - - - -

c) Total rate of return swap - - - -

d) Altri 2.086.906 2.352.016 - -

Consistenze al 31.12.2009 88.544.932 91.086.000 735.483 -

Valori medi 94.166.371 106.707.650 760.242 5.000

Consistenze al 31.12.2008 99.787.810 122.329.300 785.000 10.000

Portafoglio di negoziazione di

vigilanza Portafoglio bancarioCategorie di operazioni

(migliaia di €)

Fair value positivo

Consistenze al

31.12.2009

Consistenze al

31.12.2008

A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza 4.549.490 19.134.916

a) Credit default products 4.391.976 18.898.997

b) Credit spread products - -

c) Total rate of return swap 11.467 37.888

d) Altri 146.047 198.031

B. Portafoglio bancario 122 41.300

a) Credit default products 122 41.300

b) Credit spread products - -

c) Total rate of return swap - -

d) Altri - -

Totale 4.549.612 19.176.216

Derivati creditizi OTC: fair value lordo positivo - ripartizione per prodotti

Portafogli/Tipologie derivati

Derivati creditizi OTC: fair value lordo negativo - ripartizione per prodotti (migliaia di €)

Consistenze al

31.12.2009

Consistenze al

31.12.2008

A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza 4.932.972 18.890.426

a) Credit default products 4.856.788 18.810.820

b) Credit spread products - -

c) Total rate of return swap 5.786 -

d) Altri 70.398 79.606

B. Portafoglio bancario 77 38.663

a) Credit default products 77 1.029

b) Credit spread products - -

c) Total rate of return swap - 4.487

d) Altri - 33.147

Totale 4.933.049 18.929.089

Fair value negativo

Portafogli/Tipologie derivati

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 9

137

(migliaia di €)

Governi e

Banche

Centrali

Altri enti

pubblici Banche

Società

finanziarie

Società di

assicurazione

Imprese non

finanziarie

Altri

soggetti

Negoziazione di vigilanza

1) Acquisto protezione

- valore nozionale - - 4.108.872 1.152.019 - - -

- fair value positivo - - 142.926 14.624 - - -

- fair value negativo - - 39.091 1.704 - - -

- esposizione futura - - 156.975 65.312 - - -

2) Vendita protezione

- valore nozionale - - 5.035.238 3.693.271 32.506 15.146 -

- fair value positivo - - 16.657 2.605 5.200 1.302 -

- fair value negativo - - 179.006 20.101 7 - -

- esposizione futura - - 177.845 398.056 2.937 1.000 -

Portafoglio bancario

1) Acquisto di protezione

- valore nozionale - - 502.960 33.790 - - 683

- fair value positivo - - 194 1.882 - - -

- fair value negativo - - - - - - 77

2) Vendita di protezione

- valore nozionale - - 683 209.800 - - -

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - - - - - -

Contratti non rientranti in accordi

di compensazione

Consistenze al 31.12.2009

Derivati creditizi OTC: fair value lordi (positivi e negativi) per controparti - contratti non rientranti in accordi

di compensazione

(migliaia di €)

Governi e

Banche

Centrali

Altri enti

pubblici Banche

Società

finanziarie

Società di

assicurazione

Imprese non

finanziarie

Altri

soggetti

Negoziazione di vigilanza

1) Acquisto protezione

- valore nozionale - - 126.112.621 33.236.765 41.369 - -

- fair value positivo - - 2.130.681 739.409 596 - -

- fair value negativo - - 1.409.871 376.247 567 - -

2) Vendita protezione

- valore nozionale - - 129.786.294 41.056.492 11.986 - -

- fair value positivo - - 1.284.378 408.899 - - -

- fair value negativo - - 2.239.450 847.777 87 - -

Portafoglio bancario

1) Acquisto di protezione

- valore nozionale - - 125.393 30.162 - - -

- fair value positivo - - 9.474 3.451 - - -

- fair value negativo - - - 18.674 - - -

2) Vendita di protezione

- valore nozionale - - 500.000 25.000 - - -

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - 304 22 - - -

Contratti rientranti in accordi di

compensazione

Consistenze al 31.12.2009

Derivati creditizi OTC: fair value lordi (positivi e negativi) per controparti - contratti rientranti in accordi

di compensazione

Derivati finanziari e creditizi OTC: fair value netti ed esposizione futura per controparti (migliaia di €)

Governi e

Banche

Centrali

Altri enti

pubblici Banche

Società

finanziarie

Società di

assicurazione

Imprese non

finanziarie Altri soggetti

1) Accordi bilaterali derivati finanziari

- fair value positivo 36.247 11.976 1.372.152 20.385 369 499.597 2.019

- f air value negativo 1.266 7 782.545 95.000 10.160 135.969 4.759

- esposizione futura 14.948 4.401 79.979 25.060 2.421 202.935 2.544

- rischio di controparte netto 51.195 16.377 682.963 21.055 2.791 705.668 4.563

2) Accordi bilaterali derivati creditizi

- fair value positivo - - - - - - -

- f air value negativo - - - - - - -

- esposizione futura - - 519 1.661 - - -

- rischio di controparte netto - - - - - - -

3) Accordi “Cross product ”

- fair value positivo - 3.593 6.369.197 2.001.115 13.219 1.820.773 169.824

- f air value negativo - - 9.951.915 1.085.276 106.448 789.662 2.595

- esposizione futura - 656 17.891.614 3.927.928 6.974 755.376 39.968

- rischio di controparte netto - 4.249 19.827.404 5.403.221 6.392 2.555.815 209.792

Consistenze al 31.12.2009

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

138

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139

Tavola 10 – Operazioni dicartolarizzazione

Informativa qualitativa

Nell’ambito delle attività di cartolarizzazione il Gruppo opera sia come “originator” (cedente), sia come

“sponsor” (promotore) ed investitore secondo le definizioni previste da Basilea II e recepite dalla circ. 263

della Banca d’Italia “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche” del 27 dicembre 2006.

L’attività del Gruppo come originator prevede la cessione di portafogli di crediti iscritti nello stato patrimoniale

a società veicolo costituite nella forma di “società per la cartolarizzazione di crediti” ex lege 130/1 999 oppure

secondo analoghe strutture di diritto estero.

La società cessionaria finanzia l’acquisto dei portafogli attraverso l’emissione di titoli differenziati in

termini di subordinazione (seniority) retrocedendo al Gruppo l’ammontare incassato.

Il rendimento, nonché il rimborso, dei titoli emessi dalla società cessionaria è quindi dipendente, in via

principale, dai flussi di cassa del portafoglio oggetto di cessione.

A ulteriore garanzia dei sottoscrittori le transazioni possono prevedere particolari forme di supporto

creditizio, quali finanziamenti a esigibilità limitata, garanzie finanziarie, lettere di credito,

overcollateralisation ecc.

Gli obiettivi per i quali il Gruppo effettua tali transazioni sono in generale i seguenti:

liberazione del capitale economico/regolamentare attraverso la realizzazione di operazioni che,

riducendo il livello di rischio di credito sostenuto, consentono di ridurre i requisiti patrimoniali

calcolati in base alle regole vigenti;

riduzione del costo del funding connesso alla possibilità di emettere titoli dotati di rating superiori

e, quindi, ad un tasso inferiore rispetto alle ordinarie emissioni senior;

creazione di titoli consegnabili a garanzia di pronti contro termine presso la Banca d’Italia e la

Banca Centrale Europea (counterbalancing capacity).

In particolare, il Gruppo pone in essere sia operazioni di cartolarizzazione tradizionale, che prevedono

l’effettiva cessione del portafoglio crediti alla società veicolo, sia operazioni di cartolarizzazione sintetica

che prevedono, attraverso la stipula di contratti di credit default swap, l’acquisto di protezione su tutto o parte

del rischio di credito sottostante al portafoglio crediti.

Il ricorso a queste tipologie di operazioni è comunque limitato. In proposito si segnala che l’ammontare di

finanziamenti oggetto di cartolarizzazione1, al netto delle operazioni per le quali il Gruppo ha acquistato la

totalità delle passività emesse dai veicoli (c.d. auto-cartolarizzazioni), è pari a circa il 10,59% del

portafoglio crediti del Gruppo al 31 dicembre 2009. Le operazioni di auto-cartolarizzazione, a loro volta,

rappresentano il 6,46% del portafoglio crediti.

Nel corso del 2008, inoltre, è stato avviato un programma di emissione di Obbligazioni Bancarie Garantite

(OBG) ai sensi della citata legge italiana 130/99, in base al quale sono stati ceduti ad una SPE, appositamente

costituita ed inclusa nel Gruppo bancario, mutui residenziali ipotecari a garanzia del programma citato. In

tale ambito sono state emesse otto tranche di OBG per un ammontare complessivo di 8,5 miliardi di euro, di cui

5 miliardi ritenuti all’interno del Gruppo.

1Ci si riferisce all’ammontare di crediti oggetto di cessione, anche sintetica, ma non cancellati dall’attivo di bilancio.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

140

Al 31 dicembre 2009 risultano altresì in essere analoghe Obbligazioni Bancarie Garantite ai sensi della

legislazione tedesca (Pfandbriefe) per un valore di bilancio di 36.929.700 migliaia, di cui 29.873.900 migliaia

garantite da mutui ipotecari e 7.055.800 migliaia garantite da crediti verso il settore pubblico.

Nel caso delle operazioni di cartolarizzazione tradizionale, il Gruppo mantiene sempre la “prima perdita”

sotto forma di titolo junior o di esposizione analoga, fornendo in alcuni casi ulteriori forme di supporto

creditizio, come sopra specificato. Tale operatività consente al Gruppo di beneficiare della parte del

rendimento del portafoglio crediti ceduto che eccede quanto corrisposto ai sottoscrittori dei titoli “senior” e

“mezzanine”.

Il mantenimento in capo al Gruppo del rischio di prima perdita e dell’associato rendimento, determina la

ritenzione della maggior parte dei rischi e dei rendimenti del portafoglio ceduto. Conseguentemente dette

operazioni sono rappresentate in bilancio come operazioni di finanziamento senza procedere né alla

rilevazione di utili da cessione né alla cancellazione del portafoglio crediti ceduto.

Eccezione a questa regola generale è costituita dalle operazioni per le quali il Gruppo, pur mantenendo la

maggior parte dei rischi e rendimenti del portafoglio sottostante, ha proceduto alla cancellazione dal

bilancio poiché antecedenti al 1 gennaio 2002. Infatti, in sede di prima applicazione dei principi contabili

internazionali (IAS/IFRS), si è, per le stesse, utilizzata la facoltà del principio contabile IFRS 1 che consente di

non reiscrivere le attività cedute antecedentemente al 1 Gennaio 2004, indipendentemente dalla misura di

rischi e rendimenti mantenuti.

Il Gruppo è inoltre attivo come sponsor di società veicolo che emettono commercial paper (cosiddetti Asset

Backed Commercial Paper Conduits) costituiti sia al fine di consentire alla clientela l’accesso al mercato

delle cartolarizzazioni (Mu!ti seller Customer conduits) sia per finalità di arbitraggio (Arbitrage conduits).

A partire dal dicembre 2007 tali società veicolo, pur non rientranti nel gruppo bancario, sono oggetto di

consolidamento.

L’operatività in Customer conduits prevede la costituzione e la gestione di società veicolo bankruptcy remote,

ossia indipendenti da eventuali difficoltà finanziarie dell’originator, che acquistano in via diretta o indiretta

portafogli crediti originati da società terze esterne al Gruppo.

I portafogli crediti sottostanti le transazioni non sono acquistati direttamente dai conduits costituiti dal

Gruppo bensì da Società veicolo di secondo livello (c.d. purchase companies) a loro volta integralmente

finanziate dai conduits attraverso l’emissione di commercia! papers e Medium Term Notes (MTN).

Le transazioni descritte sono poste in essere principalmente al fine di consentire alla clientela l’accesso al

mercato delle cartolarizzazioni e, quindi, di beneficiare di un costo del funding inferiore a quello da essi

conseguibile mediante raccolta diretta.

L’operatività in Arbitrage conduits prevede la costituzione e la gestione di società veicolo che acquistano

corporate bonds ad elevato rating, Asset backed securities e portafogli creditizi.

L’obiettivo è quello di acquisire un profitto derivante dalla differenza di rendimento fra le attività in

portafoglio, di norma aventi durata a medio/lungo termine, e i titoli a breve/medio termine emessi.

L’acquisto delle attività da parte dei conduits è finanziato attraverso l’emissione di commercia! paper di breve

periodo e di titoli a medio termine (MTN).

Il pagamento delle cedole nonché il rimborso dei titoli emessi dal conduit è quindi dipendente sia dai flussi

di cassa del portafoglio di attività acquisite (rischio credito), sia dalla capacità del conduits di rinnovare la

provvista sul mercato alla scadenza dei titoli emessi (rischio liquidità).

Al fine di garantire il tempestivo rimborso dei titoli emessi dal conduit, le transazioni in oggetto sono

assistite da lettere di credito concesse per coprire il rischio di default sia di specifici attivi sia del programma nel

suo complesso.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 10

141

I sottoscrittori sono ulteriormente garantiti da specifiche linee di liquidità che il conduit può utilizzare qualora si

trovi nelle condizioni di non riuscire a collocare nuovi commercial paper per rimborsare quelli in scadenza, ad

esempio per effetto di periodi di crisi dei mercati.

Le linee di liquidità concesse, tuttavia, non possono essere utilizzate per garantire il rimborso dei titoli

emessi dal conduit in caso di default delle attività sottostanti.

Nell’ambito del suo ruolo di sponsor, il Gruppo svolge attività di selezione dei portafogli di attivi acquistati dai

conduits o dalle purchase companies, così come attività di amministrazione e fornisce sia lettere di credito sia

linee di liquidità.

A fronte dell’attività descritta, il Gruppo incassa un flusso commissionale, oltre a beneficiare delle

differenze di rendimento fra gli attivi acquistati dal veicolo ed i titoli emessi.

A partire dalla seconda metà del 2007 si è determinata una significativa contrazione della domanda dei

titoli emessi dai conduits in esame da parte degli investitori, in conseguenza della quale il Gruppo ha

proceduto ad acquistare direttamente le commercial paper outstanding.

Per effetto dell’attività svolta, il Gruppo sostiene la maggior parte dei rischi e beneficia dei rendimenti

associati all’attività di conduits avendo altresì potere di governo degli stessi.

Conseguentemente, in applicazione del principio contabile internazionale IAS 27 e dell’associata

interpretazione SIC 12, si è proceduto al consolidamento dei veicoli citati.

Rientrano nel perimetro di consolidamento gli ABCP conduits e alcuni dei veicoli di secondo livello che

soddisfano i requisiti per il consolidamento previsti dai principi contabili internazionali.

Ciò comporta l’iscrizione nel bilancio consolidato:

dei finanziamenti degli ABCP conduits nei confronti delle sottostanti Purchase companies, nel

caso di veicoli di secondo livello non consolidati, oppure

direttamente delle attività detenute dalla Purchase companies, per quelle oggetto di

consolidamento.

Si precisa altresì che, nel caso di Purchase companies non consolidate, il bilancio consolidato comprende

comunque nella sostanza anche le attività iscritte nei libri di queste ultime, poiché tali Purchase

companies sono integralmente finanziate dai conduits oggetto di consolidamento.

Accanto alle attività di originator e di sponsor, il Gruppo svolge anche quella di investitore in strumenti

strutturati di credito.

Tali esposizioni sono detenute principalmente dalla Divisione Corporate and Investment Banking (CIB) e da

UniCredit Bank Ireland.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

142

Informativa quantitativa

Le seguenti tavole riportano la composizione del portafoglio crediti cartolarizzato non oggetto di

cancellazione da parte del Gruppo suddiviso per area geografica e qualità degli attivi, distinto tra

cartolarizzazioni tradizionali, al netto delle operazioni di auto-cartolarizzazione nelle quali il Gruppo ha

acquistato il complesso delle passività emesse dalle società veicolo, e sintetiche.

Attività cartolarizzate: composizione per aree geografiche (migliaia di €)

Italia Germania Austria Altri Paesi UE

Altri Paesi

Europa

(non UE)

America AsiaResto del

mondoTotale

Attività cedute non cancellate

- Mutui ipotecari residenziali 9.623.047 - - - - - - - 9.623.047

- Operazioni di leasing 3.878.106 - - 292.760 - - - - 4.170.866

- Crediti a piccole medie imprese - - - - - - - - -

- Crediti a imprese corporate - 5.588.928 - - 1.982 - - - 5.590.910

- Altro - - - - - - - - -

Totale 13.501.153 5.588.928 - 292.760 1.982 - - - 19.384.823

Consistenze al 31.12.2009

Attività cartolarizzate: composizione per aree geografiche (migliaia di €)

Italia Germania Austria Altri Paesi UE

Altri Paesi

Europa

(non UE)

America AsiaResto del

mondoTotale

Operazioni sintetiche

- Mutui ipotecari residenziali 877 12.379.347 2.871 99.444 - 233 112 180 12.483.064

- Mutui ipotecari commerciali - 2.999.794 7.645 134.275 - - - 2.755 3.144.469

- Crediti a piccole medie imprese 2.329.010 4.104.956 1.792.719 88.870 - 21.566 8.794 39.828 8.385.743

- Crediti a imprese corporate 736.125 3.541.939 3.864.136 9.039.993 697.660 2.304.783 1.794.390 2.723.898 24.702.924

- Altro - 11.831 7.082 - - 4.148 - - 23.061

Totale 3.066.012 23.037.867 5.674.453 9.362.582 697.660 2.330.730 1.803.296 2.766.661 48.739.261

Consistenze al 31.12.2009

Attività cartolarizzate: composizione per qualità dell'attivo (migliaia di €)

Altre attività

(in bonis)Attività deteriorate Totale

Attività cedute non cancellate

- Mutui ipotecari residenziali 9.396.409 226.638 9.623.047

- Operazioni di leasing 3.816.500 354.366 4.170.866

- Crediti a piccole medie imprese - - -

- Crediti a imprese corporate 5.588.789 2.121 5.590.910

- Altro - - -

Totale 18.801.698 583.125 19.384.823

Consistenze al 31.12.2009

Come rilevato, le tavole inerenti alle operazioni di cartolarizzazione tradizionali riportano l’ammontare

delle attività cedute ma non oggetto di cancellazione dal bilancio per effetto del mantenimento in capo al

Gruppo della maggior parte dei rischi e rendimenti.

Accanto a queste esistono ulteriori esposizioni per 1.005.198 migliaia, costituite da attività deteriorate che

sono state cancellate dal bilancio perché antecedenti al 1 gennaio 2002, secondo quanto richiamato

nell’informativa qualitativa.

Attività cartolarizzate: composizione per qualità dell'attivo (migliaia di €)

Altre attività

(in bonis)Attività deteriorate Totale

Operazioni sintetiche

- Mutui ipotecari residenziali 12.258.773 224.291 12.483.064

- Mutui ipotecari commerciali 3.119.466 25.003 3.144.469

- Crediti a piccole medie imprese 8.117.644 268.099 8.385.743

- Crediti a imprese corporate 23.954.291 748.633 24.702.924

- Altro 22.861 200 23.061

Totale 47.473.035 1.266.226 48.739.261

Consistenze al 31.12.2009

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 10

143

L’ammontare complessivo delle esposizioni cartolarizzate da parte del Gruppo nell’ambito di operazioni di

cartolarizzazione tradizionale è quindi pari a 20.390.021 migliaia.

Si segnala che, oltre alle esposizioni riportate, il Gruppo ha realizzato anche ulteriori operazioni

tradizionali su crediti performing nelle quali ha acquistato il complesso delle passività emesse dalle

società veicolo (auto-cartolarizzazioni) per un ammontare totale di attività sottostanti di 41.522.071

migliaia.

Due di queste operazioni, con sottostanti rispettivamente contratti di leasing originati in Italia, aventi per

oggetto il godimento di autoveicoli, di beni strumentali ed immobiliari per un ammontare nominale di

1.705.231 migliaia e mutui ipotecari residenziali, originati in Italia, per un ammontare nominale di

3.499.601 migliaia sono state realizzate nel corso del 2009.

Le operazioni di cartolarizzazione tradizionali poste in essere dal Gruppo hanno per oggetto

principalmente mutui ipotecari residenziali originati in Italia, crediti ad imprese corporate originati in

Germania ed operazioni di leasing originate in Italia.

Le operazioni di cartolarizzazione sintetica hanno per oggetto principalmente mutui ipotecari residenziali

aventi controparti tedesche e finanziamenti a imprese corporate e Small Medium Entities originati in

Germania, Austria, Italia ed altri Paesi UE.

La qualità del portafoglio sottostante è costituita da attività in bonis per il 96,99% nel caso di operazioni di

cartolarizzazione tradizionale e per il 97,4% nel caso di operazioni sintetiche.

Si rileva infine che il Gruppo non ha originato cartolarizzazioni aventi come sottostante mutui residenziali

statunitensi, né prime, né subprime o Alt-A.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

144

La seguente tavola riporta l’ammontare delle posizioni inerenti a cartolarizzazioni proprie o di terzi ripartito

in base al ruolo svolto dal Gruppo nonché alla tipologia di esposizione.

Esposizioni in Asset Backed Securities distinte per grado di subordinazione (migliaia di €)

Tipologia di esposizione Senior Mezzanine Junior Totale

Investimenti in cartolarizzazioni di proprie attività (Originator)

Esposizioni per cassa oggetto di integrale cancellazione dal bilancio 115.897 842.105 252.927 1.210.929

- CLO/CBO 115.897 - 51.065 166.962

- CLO / CBO altri 115.897 - 51.065 166.962

- Altre tipologie - 842.105 201.862 1.043.967

Garanzie rilasciate - 77.956 - 77.956

Linee di credito - 626.812 - 626.812

Esposizioni per cassa non cancellate dal bilancio 1.313.803 140.810 844.868 2.299.481

- RMBS 312.353 33.350 360.017 705.720

- Prime 312.353 33.350 360.017 705.720

- CLO/CBO 712.411 42.400 59.098 813.909

- CLO / CBO altri 712.411 42.400 59.098 813.909

- Leasing 289.039 65.060 425.753 779.852

Garanzie rilasciate - - - -

Linee di credito - - 30.220 30.220

Operazioni sintetiche 39.780.525 1.211.511 222.539 41.214.575

- RMBS 7.482.400 574.649 66.369 8.123.418

- Prime 7.482.400 574.649 66.369 8.123.418

- CLO/CBO 32.298.125 636.862 156.170 33.091.157

- CLO SME 6.492.115 544.882 156.170 7.193.167

- CLO / CBO altri 25.806.010 91.980 - 25.897.990

Garanzie rilasciate - - - -

Linee di credito - - - -

Conduit consolidati (Sponsor)

Esposizioni per cassa 2.347.103 - - 2.347.103

- ABCP 2.347.103 - - 2.347.103

Garanzie rilasciate - - - -

Linee di credito 1.614.149 - - 1.614.149

Investimenti in cartolarizzazioni di terzi (Investitore)

Valore di bilancio 6.382.614 1.691.822 55.619 8.130.055

- RMBS 3.009.378 483.681 9.063 3.502.122

- Prime 2.771.743 352.029 - 3.123.772

- Subprime 5.463 9.905 4.805 20.173

- Nonconforming 232.172 121.747 4.258 358.177

- CMBS 1.107.282 355.236 - 1.462.518

- CDO 218.232 176.628 - 394.860

- CDO di ABS / CDO di CDO 1.793 56.976 - 58.769

- CDO Balance Sheet 130.747 1.837 - 132.584

- CDO Market Value - - - -

- CDO Preferred Stock - 57.672 - 57.672

- CDO Synthetic Arbitrage - - - -

- CRE CDO 20.049 8.503 - 28.552

- CDO altri 65.643 51.640 - 117.283

- CLO/CBO 750.814 293.202 5.530 1.049.546

- CLO SME 121.958 94.194 129 216.281

- CLO arbitrage/balance sheet 377.496 77.101 251 454.848

- CLO / CBO altri 251.360 121.907 5.150 378.417

- Crediti al consumo 422.021 40.882 - 462.903

- Carte di credito 108.231 9.301 - 117.532

- Crediti per studio 70.683 47.590 - 118.273

- Leasing 219.579 50.974 - 270.553

- Altre tipologie 277.243 20.565 30.480 328.288

- Finanziamenti 199.151 213.763 10.546 423.460

Garanzie rilasciate - - - -

Linee di credito 379.863 76.431 - 456.294

consistenze al 31.12.2009

Nel caso delle esposizioni relativamente alle quali il Gruppo svolge il ruolo di investitore la tabella espone le

sole posizioni detenute nel portafoglio bancario, pari a 7.706.595 migliaia. Il portafoglio di negoziazione

comprende ulteriori posizioni per 540.941 migliaia.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 10

145

Le posizioni classificate nel banking book comprendono le esposizioni della specie riclassificate nel secondo

semestre 2008 e nel primo semestre 2009 a fini contabili e regolamentari, a seguito delle modifiche allo

IAS 39 recepite dalla Commissione Europea con il regolamento 1004/2008.

Sono stati infatti riclassificati la quasi totalità dei prodotti strutturati di credito dalle categorie “attività

finanziarie detenute per la negoziazione” ed “attività finanziarie disponibili per la vendita” alla voce “crediti

verso clientela” consentendo, in tal modo, di allineare la rappresentazione in bilancio di queste posizioni

alle modalità seguite per la loro gestione.

In particolare, gli Asset Backed Securities riclassificati hanno un valore di bilancio al 31 dicembre di 7.412.829

migliaia ed un corrispondente fair value di 6.070.087 migliaia.

Metodologia standardizzata posizioni verso la cartolarizzazione

Tradizionale Sintetica Tradizionale Sintetica Tradizionale Sintetica Tradizionale Sintetica Tradizionale Sintetica

Ponderazione 20% 114.505 - 3.697.157 1.458.603 - - - - - -

Ponderazione 50% 14.467 - 25.720 127.740 - - - - - -

Ponderazione 100% 36.773 - 5.807 81.757 10.500 - - - - -

Ponderazione 350% 8.500 - 10.462 15.190 - - - - - -

Ponderazione 1250% - con rating - - - - - - - - - -

Ponderazione 1250% - privo di rating - - - - - - - - - -

Look-through - second loss in ABCP - - - - - - - - - -

Look-through - altro - - - - - - - 553.060 - -

Totale al 31.12.2009 174.245 - 3.739.146 1.683.290 10.500 - - 553.060 - -

Totale al 31.12.2008 375.294 200 7.926.326 - 22.591 - - 559.591 - -

Tipo cartolarizzazione

Cartolarizzazioni

proprie

Tipo cartolarizzazione Tipo cartolarizzazioneTipo cartolarizzazione

Consistenze al 31.12.2009

FASCE DI PONDERAZIONE DEL RISCHIO

Attività di rischio per cassa Attività di rischio fuori bilancio

Tipo cartolarizzazione

Cartolarizzazioni

proprie

Cartolarizzazioni

di terzi

Cartolarizzazioni

di terzi

Clausole di rimborso

anticipato

Cartolarizzazioni

proprie

Metodologia basata sui rating interni: posizioni verso la cartolarizzazione

Tradizionale Sintetica Tradizionale Sintetica Tradizionale Sintetica Tradizionale Sintetica Tradizionale Sintetica

Ponderazione 6-10% - 10.532.212 3.519.005 217.277 - 40 - - - -

Ponderazione 12-18% - 271.600 1.041.581 32.504 - - - - - -

Ponderazione 20-35% - 202.539 1.258.530 99.322 - - 27.302 - - -

Ponderazione 50-75% - 96.786 332.128 37.809 - - - - - -

Ponderazione 100% - - 112.001 10.061 - - 11.156 - - -

Ponderazione 250% - - 46.633 2.003 - - - - - -

Ponderazione 425% - 42.657 18.199 14.909 - - 76.431 - - -

Ponderazione 650% - - 19.129 - - - - - - -

Ponderazione 1250% - con rating - - - - - - - - - -

Ponderazione 1250% - privo di rating - - - 4.049 - - - - - -

Non classificabile - - 136.464 - - - 4.013.906 - - -

Totale al 31.12.2009 - 11.145.794 6.483.670 417.934 - 40 4.128.795 - - -

Totale al 31.12.2008 - 48.448.325 8.619.463 863.173 - - 7.372.726 - - -

Tipo cartolarizzazione

Cartolarizzazioni

proprie

Cartolarizzazioni

di terzi

Cartolarizzazioni

di terzi

Cartolarizzazioni

proprieFASCE DI PONDERAZIONE DEL

RISCHIO

Attività di rischio per cassa Attività di rischio fuori bilancio

Tipo cartolarizzazione Tipo cartolarizzazioneTipo cartolarizzazione Tipo cartolarizzazione

Cartolarizzazioni

proprie

Consistenze al 31.12.2009

Clausole di rimborso

anticipato

Dal patrimonio di vigilanza sono state dedotte attività cartolarizzate per un totale di 810.488 migliaia di €.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

146

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 11

147

Tavola 11 – Rischi di mercato:informazioni per le banche che utilizzanoil metodo dei modelli interni per il rischiodi posizione, per il rischio di cambio e peril rischio di posizione in merci (IMA)

Informativa qualitativa

Modello interno per rischio di prezzo, tasso di interesse ecambio del portafoglio di negoziazione di vigilanza

All’interno del contesto organizzativo descritto in precedenza, la politica seguita dal Gruppo UniCredit

nell’ambito del market risk management è finalizzata ad una progressiva adozione ed utilizzo di principi,

regole e processi comuni in termini di propensione al rischio, definizione dei limiti, sviluppo dei modelli,

pricing e disamina dei modelli di rischio.

Il Dipartimento Market & Balance Sheet Risks Portfolio Management è specificamente chiamato a

garantire che principi, regole e processi siano in linea con la miglior prassi di settore e coerenti con le

norme e gli usi dei diversi paesi in cui vengono applicati.

Il principale strumento utilizzato dal Gruppo UniCredit per la misurazione del rischio di mercato sulle

posizioni di trading è il Value at Risk (VaR), calcolato secondo l’approccio della simulazione storica. In

questa fase di convergenza, tuttavia, alcune società appartenenti al Gruppo usano ancora un approccio

simulativo di tipo Monte Carlo.

Il metodo della simulazione storica prevede la rivalutazione giornaliera delle posizioni sulla base

dell’andamento dei prezzi di mercato su di un opportuno intervallo temporale di osservazione. La

distribuzione empirica di utili/perdite che ne deriva viene analizzata per determinare l’effetto di movimenti

estremi del mercato sui portafogli. Il valore della distribuzione al percentile corrispondente all’intervallo di

confidenza fissato, rappresenta la misura di VaR. I parametri utilizzati per il calcolo del VaR sono i

seguenti: intervallo di confidenza del 99%; orizzonte temporale di 1 giorno; aggiornamento giornaliero

delle serie storiche, la cui estensione copra almeno un anno. L’utilizzo di un orizzonte temporale di 1

giorno consente un confronto immediato con gli utili/perdite realizzati.

Nelle funzioni di calcolo del capitale e monitoraggio dei rischi, UniCredit si avvale dei modelli interni

realizzati da UCB AG e BA AG e approvati dalle rispettive autorità di vigilanza nazionali. Ai fini del calcolo

dei requisiti patrimoniali, è stato autorizzato l’utilizzo completo del metodo dei modelli interni per UCB AG

e BA AG. Non si fa, invece, ricorso al modello interno per il calcolo dei requisiti patrimoniali relativi alle

posizioni di negoziazione riferibili alla Capogruppo, a UCI Ireland e a Bank Pekao. Il metodo di

misurazione standardizzato viene inoltre applicato al calcolo dei coefficienti patrimoniali di copertura del

rischio di detenzione dell’esposizione di banking book in valute estere per le controllate che non

conducono attività di trading.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

148

Le caratteristiche dei modelli interni sono le seguenti:

UCB AG: simulazione Monte Carlo con la valutazione piena delle singole posizioni assunte in

opzioni, dove il VaR viene calcolato come perdita atte sa a 1 giorno con un intervallo di

confidenza del 99%. La simulazione Monte Carlo si basa su una matrice varianza – covarianza

calcolata su un periodo di osservazione storico di un anno senza alcuna ponderazione.

BA AG: simulazione storica declustered basata su un periodo di osservazione storico di due

anni, dove il VaR viene calcolato come perdita attesa a 1 giorno, con un intervallo di confidenza

del 99% e la valutazione piena delle singole posizioni assunte in opzioni.

I portafogli di negoziazione sono sottoposti a stress test in base a un’ampia serie di scenari a fini di

managerial reporting, descritti nel successivo paragrafo 2.8. A seconda delle normative nazionali, alcuni

scenari pertinenti sono inoltre oggetto di rendicontazione regolamentare trimestrale. Vengono inoltre

considerate misure di rischio sostitutive, vale a dire sensitivity, scenari di stress definiti o l’indicazione di

importi nominali, che vengono incluse nella rendicontazione regolamentare al fine di consentire la stima di

rischi non coperti dalla simulazione VaR del modello interno UCB AG.

A prescindere dall’utilizzo nel calcolo dei requisiti patrimoniali sui rischi di mercato, i modelli interni

vengono applicati a tutte le posizioni ricomprese nel portafoglio di negoziazione al fine di condurre una

verifica a posteriori (c.d. “back testing”), tramite la comparazione costante delle misure VaR giornaliere

della banca con i profitti o le perdite giornalieri successivi. Tale verifica consiste nel confrontare la perdita

attesa stimata con i dati di clean P&L, ovvero le variazioni simulate nel valore di portafoglio che si

riscontrerebbero nel caso in cui le posizioni in chiusura di giornata rimanessero invariate.

Per ciò che riguarda le politiche e le procedure interne di analisi di scenario (c.d. “stress testing”), si è

deciso di affidare alle singole legal entity le modalità con cui effettuare tali prove di stress. A livello

complessivo, tuttavia, è stato individuato un set di scenari, comuni a tutte le realtà appartenenti al

Gruppo, da applicare congiuntamente alla totalità delle posizioni, per verificare mensilmente l’impatto

potenziale che tali scenari potrebbero avere sul portafoglio di negoziazione globale.

Nell’aggregare i vari profili di rischio delle diverse unità di risk taking che compongono il Gruppo, nel

calcolo della rischiosità complessiva è stata trascurata - per ragioni di tipo prudenziale - la diversificazione

riveniente dalle posizioni di società appartenenti al Gruppo le quali adottano differenti modelli interni.

L’armonizzazione delle metodologie VaR e la definizione di un quadro uniforme appropriato da applicare

al calcolo di un VaR del Gruppo rappresentano uno degli obiettivi principali della riorganizzazione del

Market Risk all’interno del gruppo.

Rischio di tasso di interesse - Portafoglio di negoziazione

Aspetti generali

Il rischio di tasso di interesse relativo al portafoglio di negoziazione deriva da posizioni finanziarie assunte

dai centri specialistici di detenzione del rischio di mercato del Gruppo entro i limiti e le autonomie

assegnati. A prescindere dall’utilizzo dei modelli interni nel calcolo dei requisiti patrimoniali, le posizioni di

rischio nel Gruppo sono monitorate e soggette a limiti attribuiti ai portafogli sulla base delle responsabilità

manageriali e non puramente su criteri regolamentari.

Come spiegato Il Gruppo UniCredit utilizza un modello interno di tipo VaR a fini di controllo del rischio di

mercato derivante dal portafoglio di negoziazione. Il VaR è una metrica unica e consente pertanto una

quantificazione complessiva del rischio di mercato, rendendo superflua una scomposizione dello stesso

nelle componenti di rischio di tasso di interesse, rischio di prezzo e rischio di cambio.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 11

149

Informazioni di natura quantitativa

Portafoglio di negoziazione

Vengono di seguito riportati i dati di VaR relativamente all’intero complesso dei rischi di mercato riferibili

al portafoglio di negoziazione definito sulla base delle responsabilità manageriali.

La tabella seguente illustra il VaR per il rischio complessivo del portafoglio di negoziazione.

Rischio di tasso di interesse del portafoglio di negoziazione

31 dicembre 2009

VaR giornaliero portafoglio di negoziazione (milioni di euro)

200831.12.2009 MEDIA MASSIMO MINIMO Media

UniCredit Spa(1)

3.7 3.9 5.4 2.1 5.6UCI - Irlanda 0.2 0.2 0.2 0.2 0.2

BA Group 14.7 21.7 41.1 11.9 22.2UCB AG 21.4 57.8 113.4 19.7 56.1

Totale UniCredit Group (2) 39.9 83.6 160.2 33.9 84.1

(1) Il VaR del portafoglio di negoziazione di vigilanza al 31.12.2009 ammonta a 5 milioni di euro.

2009

(2) Il VaR totale è la somma dei valori di VaR individuali, senza prendere in considerazione alcun effetto di diversificazione tra i membri del gruppo

Evoluzioni del rischio

Nel corso del 2009, si è riscontrata una contrazione generalizzata del rischio di mercato del Gruppo

UniCredit, principalmente imputabile alla marcata riduzione sia dei credit spread che rappresentano il

principale fattore di rischio caratterizzante l’esposizione complessiva, che della loro volatilità, elemento

questo che ha riguardato peraltro anche gli altri fattori di rischio (tassi d’interesse, corsi azionari e tassi di

cambio) nonchè a una strategia di graduale riduzione dell’esposizione sui portafogli di attività c.d. “Non

Core” enucleati rispetto a quelli c.d. “Core Markets”.

Si riportano, inoltre, i grafici con le analisi di backtesting relativi ai rischi di mercato del trading book, nei

quali i dati di VaR dell’ultimo anno sono confrontati ai risultati di “profit and loss” per ciascuna principale

unità “risk-taker”:

UCB AG Group

-160.000.000

-140.000.000

-120.000.000

-100.000.000

-80.000.000

-60.000.000

-40.000.000

-20.000.000

-

20.000.000

40.000.000

60.000.000

80.000.000

100.000.000

120.000.000

140.000.000

160.000.000

2009-0

1-0

2

2009-0

1-3

0

2009-0

2-2

7

2009-0

3-2

7

2009-0

4-2

4

2009-0

5-2

2

2009-0

6-1

9

2009-0

7-1

7

2009-0

8-1

4

2009-0

9-1

1

2009-1

0-0

9

2009-1

1-0

6

2009-1

2-0

4

P&L UCB AG VaR

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

150

Nel corso del 2009, si è registrato 1 solo sconfinamento riferito ad UCB AG, determinato da un

aggiornamento significativo delle quotazioni su alcune tipologie di titoli obbligazionari in un contesto di

mercato fortemente illiquido. Nel complesso nel corso dell’ultimo anno è stato osservata una contrazione

generalizzata della volatilità di mercato.

BA AG

-60.000.000

-50.000.000

-40.000.000

-30.000.000

-20.000.000

-10.000.000

0

10.000.000

20.000.000

30.000.000

40.000.000

50.000.000

60.000.000

20

09-0

1-0

2

20

09-0

1-2

6

20

09-0

2-1

6

20

09-0

3-0

9

20

09-0

3-3

0

20

09-0

4-2

1

20

09-0

5-1

3

20

09-0

6-0

5

20

09-0

6-2

9

20

09-0

7-2

0

20

09-0

8-1

0

20

09-0

8-3

1

20

09-0

9-2

1

20

09-1

0-1

2

20

09-1

1-0

3

20

09-1

1-2

4

20

09-1

2-1

6

P&L BA Group's VaR

Dal grafico di BA si evince che, durante il 2009 non si sono verificati sconfinamenti.

Rischio di prezzo – Portafoglio di negoziazione

Aspetti generali

La rischiosità di prezzo riferita ad equity, commodity, OICR e relativi prodotti derivati presenti nel

portafoglio di negoziazione, origina da posizioni assunte dai centri specialistici di detenzione del rischio di

mercato del Gruppo, entro i limiti e le autonomie assegnati.

Il rischio di prezzo derivante dalla negoziazione in conto proprio di tali strumenti viene gestito con

strategie sia direzionali che di relative value attraverso la compravendita diretta di titoli, derivati

regolamentati e OTC e il ricorso al security lending; strategie di trading di volatilità sono perseguite

utilizzando prodotti opzionali e derivati complessi.

Processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di prezzo

Per quanto riguarda sia la descrizione dei processi interni di controllo e gestione del rischio che

l’illustrazione delle metodologie utilizzate per l’analisi della rischiosità, si rimanda a quanto già esposto

nella sezione introduttiva.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 11

151

Rischio di prezzo - Portafoglio bancario

Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio diprezzo

Il rischio di prezzo del portafoglio bancario origina principalmente dalle partecipazioni detenute dalla

Capogruppo e dalle sue controllate con finalità di stabile investimento, nonché dalle quote di OICR non

comprese nel portafoglio di negoziazione in quanto detenute anch’esse con finalità di stabile

investimento.

Limitatamente a questi ultimi strumenti, i processi interni di gestione e misurazione del rischio di prezzo

riproducono quanto descritto in precedenza relativamente al portafoglio di negoziazione di vigilanza.

Rischio di cambio

Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio dicambio

Il rischio di cambio in Unicredit origina sia dalla presenza nel Gruppo di banche che operano in aree

valutarie diverse dall’area Euro, sia da posizioni assunte dai centri specialistici di detenzione del rischio

di mercato del Gruppo, entro i limiti e le autonomie assegnati.

In questo secondo caso, il rischio di cambio origina da attività di trading in valuta svolta mediante la

negoziazione di vari strumenti di mercato e viene costantemente monitorato e misurato utilizzando i

modelli interni sviluppati dalle società che compongono il gruppo. Tali modelli vengono inoltre utilizzati nel

calcolo dei requisiti patrimoniali sui rischi di mercato a fronte dell’esposizione a tale tipologia di rischio.

Attività di copertura del rischio di cambio

La Capogruppo attua una politica di copertura economica degli utili in formazione delle controllate

polacche del Gruppo (le quali costituiscono le principali controllate non appartenenti all’area Euro),

nonché dei dividendi relativi all’anno precedente, attuata quest’ultima nel periodo intercorrente tra la

chiusura dell’esercizio e il pagamento degli stessi. Tale politica di copertura si attua mediante prodotti

derivati in cambi finalizzati all’immunizzazione delle fluttuazioni del tasso di cambio Euro/Zloty.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

152

Stress test

Gli stress test integrano i risultati dell’analisi di sensitività e di VaR nell’ottica di valutare i rischi potenziali

in un modo diverso. Lo stress test esegue la valutazione di un portafoglio in riferimento sia a scenari

semplici (in cui si ipotizza una variazione in singoli fattori di rischio) sia a scenari complessi (nei quali si

prefigurano variazioni simultanee in più fattori di rischio).

I risultati relativi agli scenari semplici vengono comunicati al top management a cadenza settimanale,

unitamente alle sensitività più rilevanti e includono shock riferiti a:

Tassi di interesse: movimenti paralleli (“parallel shift”) e irripidimento/appiattimento delle curve

dei tassi di interesse; aumento/diminuzione nelle volatilità dei tassi di interesse;

Mercati di credito: movimenti paralleli delle curve degli spread del credito (variazioni sia assolute

sia relative); sensitivity alla correlazione di base, correlazione tra gli emittenti e tassi di recupero;

Tassi di cambio: apprezzamento/deprezzamento di ogni valuta; aumento/diminuzione delle

volatilità dei cambi;

Azioni: incremento/calo dei prezzi spot; aumento/diminuzione delle volatilità azionarie; sensitività

alla correlazione implicita;

Commodity: incremento/calo dei prezzi spot.

Per quanto attiene agli scenari complessi, all’intero portafoglio MIB sono stati finora mensilmente applicati

due diversi scenari recessivi (medio e grave), che a loro volta vengono comunicati al top management.

Un terzo scenario è stato recentemente implementato: “Financial Crisis”.

Scenario “Recessionary Fears”

Questo scenario presume la verosimile diffusione dei timori di recessione (“Recessionary Fears”) dagli

Stati Uniti al resto del mondo a causa di un “effetto contagio”.

In termini di variabili macroeconomiche, questo scenario ipotizza:

Un rallentamento (calo) dei mercati azionari associato a un incremento delle volatilità dei titoli

azionari;

Un decremento globale dei tassi di interesse (fattori di stress differenti a seconda della

scadenza), con particolare accento sul breve termine e uno scenario di stress ancora maggiore

per gli Stati Uniti (anche in questo caso fattori di stress diversi a seconda della scadenza). In

questo scenario, viene ipotizzato anche un aumento della volatilità dei tassi di interesse;

Un allargamento generalizzato e significativo dei credit spread, con fattori di stress differenti a

seconda della classe di rating e del settore operativo.

Scenario “Full US Recession”

Questo scenario presume una grave recessione negli Stati Uniti che interessa anche il resto del mondo a

causa di un “effetto contagio”. In termini di variabili macroeconomiche, questo scenario ipotizza:

Una notevole flessione dei prezzi e degli indici azionari nei mercati statunitensi e non

statunitensi, associata a un incremento della volatilità azionaria;

Un notevole calo dei tassi di interesse statunitensi (fattori di stress differenti a seconda della

scadenza) e non statunitensi (fattori di stress diversi a seconda della scadenza e dell’area

geografica), in ogni caso associato a un aumento della volatilità dei tassi di interesse;

Un allargamento generalizzato e significativo dei credit spread, a seconda della classe di rating e

del settore operativo.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 11

153

Scenario “Financial Crisis”

Questo scenario è stato introdotto nell’ultimo trimestre del 2008 e riflette l’andamento dei mercati

finanziari nel terzo trimestre 2008. In considerazione del basso livello di liquidità nel mercato, l’orizzonte

temporale di questo scenario è stato esteso in modo da coprire un periodo di un trimestre anziché le 2 - 6

settimane precedentemente applicate.

In termini di variabili macroeconomiche, questo scenario ipotizza:

Un crollo (calo) dei mercati azionari associato a un incremento delle volatilità dei titoli azionari;

Un decremento globale dei tassi di interesse (fattori di stress differenti a seconda della scadenza

e dell’area geografica), unitamente a un netto irripidimento delle curve dei tassi d’interesse. In

questo scenario, viene ipotizzato anche un aumento della volatilità dei tassi di interesse;

Un allargamento generalizzato e più significativo dei credit spread, con fattori di stress differenti a

seconda della classe di rating e del settore operativo.

Processo di verifica indipendente del prezzo

A questo proposito, pure a seguito della riclassificazione di un ampio spettro di posizioni (per lo più titoli

obbligazionari) dal portafoglio di negoziazione a quello bancario (come Loans & Receivables) si è

mantenuto un forte presidio finalizzato all’accurata verifica delle valutazioni dei prodotti di credito

strutturati sotto il coordinamento del Market & Balance Sheet Risks Portfolio Management della

Capogruppo (Holding Company, HC) in collaborazione con le funzioni Market Risk Control a livello di

Legal Entity (LE).

Linee guida sono state inoltre emanate dalla unit Market Risk di Capogruppo in merito alla Valutazione

dei Derivati ed alla definizione di Riserve di Modello.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

154

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 12

155

Tavola 12 – Rischio operativo

Informativa qualitativa

ll Gruppo UniCredit ha sviluppato un metodo interno per la misurazione del requisito di capitale. Questo

è calcolato tenendo conto dei dati di perdita interni, dei dati di perdita esterni (consortili e pubblici), dei

dati di perdita ipotizzati tramite analisi di scenario e degli indicatori di rischio.

Il calcolo viene effettuato utilizzando come classi di rischio le tipologie di evento operativo. Per ogni

classe di rischio, la severità e la frequenza delle perdite sono stimate separatamente per arrivare alla

distribuzione delle perdite annue tramite simulazione, tenendo conto della copertura assicurativa. La

distribuzione di severità viene stimata su dati interni, dati esterni e dati generati tramite analisi di

scenario, mentre la frequenza è stimata sui soli dati interni. Per ognuna delle classi, si applica una

correzione in funzione degli indicatori di rischio operativo. Le distribuzioni di perdita annua, ottenute per

ciascuna classe di rischio, sono aggregate tramite funzioni copula. Il capitale di rischio è quindi

calcolato sulla distribuzione aggregata delle perdite ad un livello di confidenza del 99,9% a fini

regolamentari e ad un livello del 99,97% a fini di capitale economico.

Tramite meccanismi di allocazione si identificano i requisiti di capitale delle Entità, riflettendo

l’esposizione ai rischi operativi.

L’approccio AMA ha ricevuto formale approvazione da parte dell’Autorità di Vigilanza ed il piano di roll

out prevede l’estensione di tale metodo a tutte le Entità rilevanti del Gruppo e si concluderà entro il

2012. Le Entità non ancora autorizzate all’utilizzo dei metodi avanzati contribuiscono al requisito

patrimoniale consolidato sulla base del metodo standard (TSA) o base (BIA).

Si riporta di seguito la composizione percentuale delle fonti di rischio operativo per tipologia di evento,

secondo quanto definito dal Nuovo Accordo di Basilea sul Capitale e recepito dalle Nuove disposizioni

di vigilanza prudenziale per le banche emanata da Banca d’Italia nel dicembre 2006 (circ. 263) e

successivi aggiornamenti.

Le classi di riferimento sono le seguenti:

frode interna: perdite dovute ad attività non autorizzata, frode, appropriazione indebita o

violazione di leggi, regolamenti o direttive aziendali che coinvolgano almeno una risorsa interna

della banca;

frode esterna: perdite dovute a frode, appropriazione indebita o violazione di leggi da parte di

soggetti esterni alla banca;

rapporto di impiego e sicurezza sul lavoro: perdite derivanti da atti non conformi alle leggi o agli

accordi in materia di impiego, salute e sicurezza sul lavoro, dal pagamento di risarcimenti a

titolo di lesioni personali o da episodi di discriminazione o di mancata applicazione di condizioni

paritarie;

clientela, prodotti e prassi professionali: perdite derivanti da inadempienze relative a obblighi

professionali verso clienti ovvero dalla natura o dalle caratteristiche del prodotto o del servizio

prestato;

danni da eventi esterni: perdite derivanti da eventi sterni, quali catastrofi naturali, terrorismo,

atti vandalici;

interruzioni dell’operatività e disfunzioni dei sistemi: perdite dovute a interruzioni

dell’operatività, a disfunzioni o a indisponibilità dei sistemi;

esecuzione, consegna e gestione dei processi: perdite dovute a carenze nel perfezionamento

delle operazioni o nella gestione dei processi, nonché perdite dovute alle relazioni con

controparti commerciali, venditori e fornitori.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

156

Nel corso del 2009, la principale fonte di manifestazione di rischi operativi è risultata essere la categoria

"Clientela, prodotti e prassi professionali" che include le perdite derivanti da inadempienze relative a

obblighi professionali verso clienti ovvero dalla natura o dalle caratteristiche del prodotto o del servizio

prestato ed eventuali sanzioni per violazioni di normativa fiscale. La seconda categoria, per ammontare

delle manifestazioni delle perdite, corrisponde ad errori nella esecuzione, consegna e gestione dei

processi, a causa di carenze nel perfezionamento delle operazioni o nella gestione dei processi. Si

sono altresì manifestate, in ordine decrescente di incidenza, perdite dovute a frodi esterne, frodi interne

e rapporti di lavoro. Rappresentano le categorie di rischio residuali quelle che riguardano danni da

eventi esterni ai beni materiali e guasti dei sistemi IT.

Clientela

Esecuzione

Frode esterna

Frode interna

Rapporto di lavoro

Danni materiali

Sistemi IT

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 13

157

Tavola 13 – Esposizioni in strumenti dicapitale: informazioni sulle posizioniincluse nel portafoglio bancario

Informativa qualitativa

Descrizione delle tecniche di contabilizzazione e dellemetodologie di valutazione

Attività finanziarie disponibili per la vendita

Le attività finanziarie disponibili per la vendita sono inizialmente rilevate al fair value, che normalmente

corrisponde al costo dell’operazione comprensivo dei costi e ricavi di transazione direttamente attribuibili

allo strumento stesso ed al netto delle commissioni.

Per gli strumenti fruttiferi gli interessi sono contabilizzati al costo ammortizzato, utilizzando il criterio

dell’interesse effettivo.

Tali attività sono successivamente valutate al fair value, registrando, come detto, a conto economico gli

interessi secondo il criterio del costo ammortizzato. Gli utili e le perdite derivanti dalle variazioni del fair

value sono rilevati nella voce 140. “Riserve da valutazione” del patrimonio netto - ad eccezione delle

perdite per riduzione di valore (impairment) e degli utili e delle perdite su cambi di attività monetarie (titoli

di debito) che sono esposti rispettivamente alla voce 130.b) “Rettifiche/Riprese di valore nette per

deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita” ed alla voce 80. “Risultato netto dell’attività

di negoziazione” - fino a quando l’attività finanziaria non è alienata, momento in cui gli utili e le perdite

cumulati sono iscritti nel conto economico alla voce 100.b) “Utili (perdite) da cessione o riacquisto di

attività finanziarie disponibili per la vendita”.

Le variazioni di fair value rilevate nella voce 140. “Riserve da valutazione” sono esposte anche nel

Prospetto della redditività complessiva.

Gli strumenti rappresentativi di capitale (titoli azionari) non quotati in un mercato attivo e il cui fair value

non può essere determinato in modo attendibile sono valutati al costo.

Qualora vi sia qualche obiettiva evidenza che l’attività abbia subito una riduzione di valore (impairment),

la perdita cumulata, che è stata rilevata direttamente nella voce 140. del patrimonio netto “Riserve da

valutazione”, viene trasferita a conto economico alla voce 130.b) “Rettifiche/Riprese di valore nette per

deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita”.

Per gli strumenti di capitale l’esistenza di perdite durevoli di valore è valutata considerando, oltre ad

eventuali difficoltà nel servizio del debito da parte dell’emittente, ulteriori indicatori quali il declino del fair

value al di sotto del costo e variazioni avverse nell’ambiente in cui l’impresa opera.

Nei casi in cui la riduzione del fair value al di sotto del costo sia superiore al 50% o perduri per oltre 18

mesi, la perdita di valore è ritenuta durevole.

Qualora, invece, il declino del fair value dello strumento al di sotto del costo sia inferiore o uguale al 50%

ma superiore al 20% oppure perduri da non più di 18 mesi ma da non meno di 9, il Gruppo procede ad

analizzare ulteriori indicatori reddituali e di mercato.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

158

Qualora i risultati della detta analisi siano tali da mettere in dubbio la possibilità di recuperare l’ammontare

originariamente investito, si procede alla rilevazione di una perdita durevole di valore.

L’importo trasferito a conto economico è quindi pari alla differenza tra il valore di carico (costo di

acquisizione al netto delle eventuali perdite per riduzione di valore già precedentemente rilevate nel conto

economico) e il fair value corrente.

Le perdite per riduzione di valore di titoli azionari, rilevate a conto economico, non sono successivamente

ripristinate con effetto a conto economico ma a patrimonio netto, anche qualora non sussistano più le

motivazioni che hanno condotto ad appostare la svalutazione.

Attività finanziarie valutate al fair value

I titoli di capitale ricompresi nel portafoglio delle attività finanziarie valutate al fair value hanno un

trattamento contabile analogo a quello delle “Attività finanziarie detenute per la negoziazione”, con

registrazione dei profitti e delle perdite, realizzati e non, alla voce 110. “Risultato netto delle attività e

passività finanziarie valutate al fair value”.

In questo portafoglio non possono essere contabilizzati degli investimenti in strumenti rappresentativi di

capitale per i quali non siano rilevabili prezzi in mercati attivi ed il cui fair value non sia determinabile in

modo attendibile.

Informativa quantitativa31.12.2009

Valore di

mercato

Livello 1 Livello 2/3 Livello 1 Livello 2/3 Livello 1 Utili Perdite Plus (+) Minus (-)

A. Partecipazioni 2.025.892 1.840.544 1.590.053 X 1.590.053 13.728 (68.083) X X

B. Attività finanziarie disponibili per la vendita 1.404.392 1.803.169 1.404.392 1.803.169 1.404.392 301.503 (104.234) 273.577 (198.067)

C. Attività finanziarie valutate al fair value 488.447 90.796 488.447 90.796 488.447 106.931 (22.012) X X

31.12.2008

Valore di

mercato

Livello 1 Livello 2/3 Livello 1 Livello 2/3 Livello 1 Utili Perdite Plus (+) Minus (-)

A. Partecipazioni 1.931.939 2.071.143 1.391.957 X 1.391.957 558.690 (142.778) X X

B. Attività finanziarie disponibili per la vendita 1.797.372 3.195.117 1.797.372 3.195.117 1.797.372 553.057 (320.720) 123.582 (1.178.283)

C. Attività finanziarie valutate al fair value 349.486 309.113 349.486 309.113 349.486 87.120 (128.171) X X

Tipologia esposizioni/valori

Tipologia esposizioni/valori

Valore di Bilancio Fair Value

Valore di Bilancio Fair ValueUtili/perdite realizzati e

impairment

Plus/minusvalenze non realizzate

e iscritte a stato patrimoniale

Utili/perdite realizzati e

impairment

Plus/minusvalenze non realizzate

e iscritte a stato patrimoniale

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 14

159

Tavola 14 – Rischio di tasso di interessesulle posizioni incluse nel portafogliobancario

Informativa qualitativa

Aspetti generali, processi di gestione e metodi dimisurazione del rischio di tasso di interesse

Il rischio di tasso di interesse consiste nelle variazioni dei tassi di interesse che si riflettono:

sulla formazione del margine di interesse e, conseguentemente, sugli utili della banca (cash flow

risk);

sul valore attuale netto degli assets e delle liabilities, impattando sul valore attuale dei cash flow

futuri (fair value risk).

Il Gruppo misura e monitora ogni giorno il rischio di tasso di interesse nel quadro della propria politica di

rischio di tasso d’interesse del banking book, che definisce metodologie e corrispondenti limiti o soglie di

attenzione riguardo la sensitivity del margine di interesse e il valore economico per il Gruppo.

Il rischio di tasso di interesse incide su tutte le posizioni di proprietà rivenienti dall’operatività commerciale

e dalle scelte di investimento strategiche (banking book).

Le fonti principali del rischio di tasso di interesse si possono classificare come segue:

repricing risk – rischio derivante dai mismatch temporali di scadenza e di riprezzamento delle

attività e passività della banca; i principali aspetti che caratterizzano tale tipologia di rischio sono:

- yield curve risk – rischio derivante dall’esposizione delle posizioni della banca ai

cambiamenti nelle pendenze e nella forma della curva dei rendimenti;

- basis risk – rischio derivante dall’imperfetta correlazione nei cambiamenti dei tassi attivi

e passivi su differenti strumenti che possono anche presentare caratteristiche di

riprezzamento simili;

optionality risk – rischio derivante da opzioni implicitamente o esplicitamente presenti nelle

posizioni di banking book.

Nel corso del 2009, le funzioni di Market & Balance Sheet Risk Management e di ALM di Capogruppo

hanno introdotto dei modelli statistici volti a prevedere il comportamento della clientela retail italiana

relativamente a poste con scadenza contrattuale non certa:

le poste a vista: il modello econometrico stima la persistenza in termini di tempo e volumi delle

poste con scadenza contrattuale non definita, per consentire alla banca di valutare la scadenza

opportuna per operazioni di protezione da un eventuale ribasso dei tassi di interesse;

i mutui residenziali: il modello econometrico stima i possibili futuri volumi di estinzioni anticipate

nel corso del tempo, per limitare il rischio che la banca si trovi ad avere interest rate swap di

copertura in eccesso rispetto ad i mutui a tasso fisso rimanenti.

All’interno del contesto organizzativo già descritto in precedenza, sono stati stabiliti dei limiti che riflettono

la propensione al rischio coerente con le linee guida strategiche fissate dal Consiglio di Amministrazione.

Tali limiti sono definiti in termini di VaR (calcolato utilizzando la metodologia descritta in precedenza a

proposito del portafoglio di negoziazione, sulla base di sensitivities alle variazioni dei tassi di interesse

calcolate tenendo conto delle informazioni rivenienti dai modelli comportamentali descritti sopra),

Sensitivity o Gap Repricing per le diverse banche/società del Gruppo, in relazione allo specifico livello di

sofisticazione dell’operatività di ciascuna di esse.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

160

Ciascuna banca/società del Gruppo si assume la responsabilità di gestire l’esposizione al rischio di

interesse entro i limiti assegnati. A tale fine vengono poste in essere operazioni sia di micro che di macro-

hedge.

A livello consolidato l’unità di Asset Liability Management (ALM) della Capogruppo provvede:

ad effettuare, attraverso un’analisi di gap statico (assumendo cioè che le posizioni siano costanti

nel corso del periodo), una simulazione di impatto sul margine di interesse dell’esercizio in corso,

considerando differenti ipotesi sull’elasticità delle poste a vista;

ad effettuare analisi sul margine di interesse in ipotesi di simulazione dinamica di shocks dei

livelli dei tassi di mercato;

L’unità di ALM e la funzione di Market & Balance Risk Management provvedono congiuntamente allo

sviluppo di metodologie e modelli per la migliore rappresentazione del rischio di tasso di interesse delle

poste con scadenza non determinata contrattualmente (i.e. poste a vista) o non certa (i.e. mutui).

La funzione di Market & Balance Risk Management provvede ad effettuare un’analisi di sensitività

finalizzata alla misurazione della variazione del valore del patrimonio sulla base di shock paralleli dei

livelli dei tassi su tutti i bucket temporali della curva e inoltre definisce e verifica giornalmente il rispetto

dei limiti di rischio di mercato attraverso la metodologia VaR.

Attività di copertura del fair value

Le strategie di copertura, con l’obiettivo del rispetto dei limiti di rischio di tasso di interesse per il

portafoglio bancario, vengono attuate ricorrendo a contratti derivati, sia quotati che non quotati - questi

ultimi, tipicamente interest rate swap, rappresentano la famiglia di strumenti utilizzata in prevalenza.

Le coperture adottate sono normalmente qualificate di tipo generico, ovvero connesse ad ammontari di

moneta contenuti in portafogli di attività o passività. In talune circostanze, si riconoscono gli effetti di

coperture contabili specifiche connesse a titoli emessi o a singole attività finanziarie, in particolare quando

classificate come disponibili per la vendita.

Attività di copertura dei flussi finanziari

In alcuni casi, si ricorre a strategie di copertura dei flussi finanziari in alternativa a quelle di copertura del

fair value ai fini della stabilizzazione dei risultati di conto economico in corso e in quelli successivi. In

prevalenza, le coperture utilizzate sono di natura generica e possono riferirsi anche al rischio tasso di

interesse della componente core delle poste a vista.

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Tavola 14

161

Informativa quantitativa

In ottemperanza ai requisiti della normativa italiana (Circolare 263_2006, Titolo IV, Tavola 14 - b), il

Gruppo UniCredit riporta gli effetti di uno shock di tasso di interesse imprevisto, negativo o positivo, con

una scomposizione nelle valute principali, in linea con le posizioni e ipotesi del management a livello di

portafoglio di banking book sopra descritte:

Al 31 dicembre 2009 la sensitivity del valore economico del patrimonio ad una variazione istantanea e

parallela dei tassi di +200 bps è pari a -109 milioni di euro (e pari a 99 milioni di euro per una variazione

di -150 bps)1.

Rischio di tasso di interesse del portafoglio bancario31 dicembre 2009

-150 bps +200 bpsTotale 99 109-

AUD 2- 2CHF 4 6-CNY 3 4-CZK 12- 14EUR 340- 433GBP 14- 16HRK 15 18-HUF 2- 3JPY 7- 10KZT 32 38-PLN 160 214-RON 9 11-RUB 31 38-TRY 3- 4USD 206 241-altre 19 22-

in EUR mn

Nel corso del 2009 il Gruppo ha esteso l’applicazione di modelli statistici volti a stimare, nelle valutazioni

gestionali interne, i profili delle scadenze di poste di bilancio con scadenza contrattuale non definita o non

certa. Tale modellizzazione, accompagnata ad una più accurata definizione dei perimetri dei portafogli di

banking book regolamentare, ha contribuito a far registrare una riduzione della sensitivity a variazioni dei

tassi di interesse Euro rispetto a quanto rappresentato a fine 2008.

1 Escluse UC Leasing, UC Factoring, UC Lussemburgo e altre società minori.

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TERZO PILASTRO DI BASILEA 2

AL 31 DICEMBRE 2009

162

Glossario / Abbreviazioni

ABCP Commercial paper garantita da attività (Asset-Backed Commercial Paper)

ABS Titoli garantiti da attività (Asset-Backed Securities)

AMA (Advanced Measurement Approach), applicando questa metodologia l’ammontare delrequisito di rischio operativo è determinato per mezzo di modelli di calcolo basati su datidi perdita operativa ed altri elementi di valutazione raccolti ed elaborati dalla banca.Soglie di accesso e specifici requisiti di idoneità sono previsti per l’utilizzo dei metodiStandardizzato e Avanzati. Per i sistemi AMA i requisiti riguardano, oltre che il sistema digestione, anche quello di misurazione

BMS Banca multilaterale di sviluppo

CE.BI. Centrale dei Bilanci

CEO Chief Executive Officier

CFO Chief Financial Officier

CRD Capital Requirement Directive, direttive UE n. 2006/48 e 2006/49, recepite dalla Bancad’Italia con la circolare n. 263/2006 del 27 dicembre 2006 e successivi aggiornamenti

CRM Attenuazione del rischio di credito (Credit Risk Mitigation)

CSO Chief Strategic Officier

DRO Divisional Risk Officier

EAD Esposizione al momento dell’inadempienza (Exposure Aat Default)

EBITDA Reddito di un'azienda basato solo sulla sua gestione caratteristica al lordo, quindi, diinteressi (gestione finanziaria), tasse (gestione fiscale), deprezzamento di beni eammortamenti (Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization).

ECA Agenzia per il credito all’esportazione (Export Credit Agency)

ECAI Agenzia esterna per la valutazione del merito di credito (External Credit Assessment

Institution)

EL Perdite attese (Expected Losses)

FCC Fattore di conversione del credito

IAA Metodo della valutazione interna (Internal Assessment Approach)

IBNR Incurred But Not Reported (losses) – perdite sostenute, ma non contabilizzate

ICAAP La disciplina del “Secondo Pilastro” (Titolo III) richiede alle banche di dotarsi di processi estrumenti (Internal Capital Adequacy Assessment Process, ICAAP) per determinare illivello di capitale interno adeguato a fronteggiare ogni tipologia di rischio, anche diversi daquelli presidiati dal requisito patrimoniale complessivo (“Primo Pilastro”), nell’ambito diuna valutazione dell’esposizione, attuale e prospettica, che tenga conto delle strategie edell’evoluzione del contesto di riferimento

IMA Metodo dei modelli interni (Internal Models Approach), Rischi di mercato

IPRE Income Producing Real Estate

IRB Sistema basato sui rating interni (Internal Ratings-Based Approach)

LCP Loss Confirmation Period

LGD Perdita in caso di inadempienza (Loss Given Default)

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>> Terzo Pilastro di Basilea 2Glossario / Abbreviazioni

163

M Scadenza effettiva (Effective Maturity)

Notch Punto base

OICR Organismi di investimento collettivo del risparmio

OICVM Organismi di investimento collettivo in valori mobiliari

OTC Over-The-Counter

PD Probabilità di inadempienza (Probability of Default)

PMI Piccole e medie imprese

RBA Metodo basato sui rating (Ratings-Based Approach)

RIC Modello di calcolo IRB - Rating Integrato Privati

RISB Modello di calcolo IRB - Rating Integrato Small Business

RUF Revolving underwriting facility

SFA Metoto della Formula Regolamentare (Supervisory formula Approach)

SL Credito specializzato (Specialised Lending)

SPV Società veicolo (Special Purpose Vehicle)

SREP All’Autorità di vigilanza spetta, invece, il compito di riesaminare l’ICAAP, verificarne la

coerenza dei risultati, formulare un giudizio complessivo sulla banca e attivare, ove

necessario, le opportune misure correttive (Supervisory Review and Evaluation Process,

SREP). Tale processo si svolge attraverso il confronto con gli intermediari e l’utilizzo del

sistema di analisi e di valutazione dei soggetti vigilati adottato dall’Autorità di Vigilanza. Il

confronto tra Vigilanza e banche consente alla prima di acquisire una conoscenza più

approfondita del processo ICAAP e delle ipotesi metodologiche ad esso sottostanti, agli

intermediari di illustrare le motivazioni a sostegno delle proprie valutazioni in tema di

adeguatezza patrimoniale. L’Autorità di vigilanza, ove necessario, adotta le opportune

misure correttive, di carattere organizzativo e patrimoniale, individuando tra i vari

strumenti a disposizione quelli più appropriati in relazione al caso specifico

UL Perdite inattese (Unexpected Losses)

VaR Valore a rischio (Value at Risk)

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