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8 terza pagina Helen Wills Moody, la regina americana Otto titoli vinti a Wimbledon, due ori olimpici, 180 partite senza scontte. Tirava più forte di tutte le altre (non solo dell’epoca) ma è stata anche una star da copertina. E un’apprezzata pittrice DI ALESSANDRO MASTROLUCA “Non c’è niente di più bello che ve- der giocare Helen Wills”. Parola di Charlie Chaplin. Nessuna giocatrice ha dominato il tennis nel Novecen- to come Helen, icona della bellezza un po’ ribelle made in Usa. Ha con- quistato otto volte Wimbledon, un record rimasto intatto no al domi- nio di Martina Navratilova, e in totale 19 Slam in singolare sui 22 giocati. Ha aggiunto due ori olimpici e tra il 1927 e il 1933 ha vinto 180 partite di la senza perdere mai. “Wills aveva colpi potentissimi, tirava più forte di tutte, forse solo SteGraf l’ha supe- rata”, dirà Don Budge. Figlia di un medico Eppure, il tennis non sembrava nel suo destino. Certo, papà Clarence, un medico di Berkeley, è contento di vederla in campo. Molto meno, inve- ce, di sapere che avrebbe lasciato il college per un semestre nel 1926 per andare a giocare nel sud della Fran- cia. In programma, a Cannes, c’è una partita destinata a fare storia: Wills sda Suzanne Lenglen. La Divina vince 6-3 8-6, ma il risultato è quasi secondario. “Non ci sarà mai niente di simile a quell’incontro”, dirà Ted Tinling, il grande stilista che aveva 15 anni ed era allo stadio quel 16 feb- braio. “È stato il primo grande match nello show business del tennis, una sorta di precursore della Battaglia dei Sessi”. Nessuno, allora, avrebbe mai immaginato che le due star della Belle Epoque del tennis non si sareb- bero arontate mai più. Wimbledon e accademia Ha già vinto il suo primo Wimbledon, Wills, nel 1925 ma quell’anno rag- giunge il suo primo grande obiettivo: entra nella Phi Beta Kappa, la più pre- stigiosa società accademica d’onore d’America. Ed è proprio nel college della University of California che ini- zia la più intensa rivalità di tutta la sua carriera, con una giocatrice che si chiama come lei, che è nata a Ber- keley come lei e ha passato una parte della sua infanzia nella sua stessa ca- sa: Helen Jacobs. Jacobs l’ha battuta solo nella nale degli Us Championships del 1933, quando Wills si ritira per un proble- ma alla schiena sotto 3-0 nel terzo. Si arontano quattro volte nel match per il titolo a Wimbledon, e Wills vin- ce sempre: nel 1932, nel 1933, nel 1935, nonostante Jacobs si sia trova- ta avanti 5-2 nel terzo e abbia man- cato un match point, e nel 1938: è il suo ultimo Slam. La Greta Garbo del tennis Lasciata l’attività, la Greta Garbo del tennis (denizione di Alice Marble) mantiene una vita pubblica da co- pertina. Il suo volto campeggia sul monumentale murale “The Riches of California” che caratterizza la faccia- ta della Borsa di San Francisco. Un’o- pera commissionata dal suo primo marito, Frederick Moody, a Diego Ri- vera, che aveva sposato Frida Kahlo. Wills diventa un’apprezzata pittrice. Prende il tè con il Primo Ministro, ispira il poeta Louis Untermeyer, su- scita l’ammirazione del re Gustavo V di Svezia. La chiameranno “Little Poker Face”, per lo sguardo impene- trabile, “Queen Helen” o “Ice Queen”. Per lo scultore britannico C.S. Jagger è “la donna più vicina all’ideale gre- co di perfezione”. Ma la sua eredità più duratura non ha niente a che fa- re con lo sport né con la bellezza. Alla sua morte, infatti, ha donato tutti i suoi averi, 10 milioni di dolla- ri, all’Università della California per fondare l’Istituto di Neuroscienze Helen Wills.

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terza pagina

Helen Wills Moody,la regina americanaOtto titoli vinti a Wimbledon, due ori olimpici, 180 partite senza sconfitte. Tirava più forte di tutte le altre (non solo dell’epoca)ma è stata anche una star da copertina. E un’apprezzata pittrice

DI ALESSANDRO MASTROLUCA

“Non c’è niente di più bello che ve-der giocare Helen Wills”. Parola di Charlie Chaplin. Nessuna giocatrice ha dominato il tennis nel Novecen-to come Helen, icona della bellezza un po’ ribelle made in Usa. Ha con-quistato otto volte Wimbledon, un record rimasto intatto fino al domi-nio di Martina Navratilova, e in totale 19 Slam in singolare sui 22 giocati. Ha aggiunto due ori olimpici e tra il 1927 e il 1933 ha vinto 180 partite di fila senza perdere mai. “Wills aveva colpi potentissimi, tirava più forte di tutte, forse solo Steffi Graf l’ha supe-rata”, dirà Don Budge.

Figlia di un medicoEppure, il tennis non sembrava nel suo destino. Certo, papà Clarence, un medico di Berkeley, è contento di vederla in campo. Molto meno, inve-ce, di sapere che avrebbe lasciato il college per un semestre nel 1926 per andare a giocare nel sud della Fran-cia. In programma, a Cannes, c’è una partita destinata a fare storia: Wills sfida Suzanne Lenglen. La Divina vince 6-3 8-6, ma il risultato è quasi secondario. “Non ci sarà mai niente di simile a quell’incontro”, dirà Ted Tinling, il grande stilista che aveva 15 anni ed era allo stadio quel 16 feb-braio. “È stato il primo grande match nello show business del tennis, una sorta di precursore della Battaglia dei Sessi”. Nessuno, allora, avrebbe mai immaginato che le due star della Belle Epoque del tennis non si sareb-bero affrontate mai più.

Wimbledon e accademiaHa già vinto il suo primo Wimbledon, Wills, nel 1925 ma quell’anno rag-giunge il suo primo grande obiettivo:

entra nella Phi Beta Kappa, la più pre-stigiosa società accademica d’onore d’America. Ed è proprio nel college della University of California che ini-zia la più intensa rivalità di tutta la sua carriera, con una giocatrice che si chiama come lei, che è nata a Ber-keley come lei e ha passato una parte della sua infanzia nella sua stessa ca-sa: Helen Jacobs.Jacobs l’ha battuta solo nella finale degli Us Championships del 1933, quando Wills si ritira per un proble-ma alla schiena sotto 3-0 nel terzo. Si affrontano quattro volte nel match per il titolo a Wimbledon, e Wills vin-ce sempre: nel 1932, nel 1933, nel 1935, nonostante Jacobs si sia trova-ta avanti 5-2 nel terzo e abbia man-cato un match point, e nel 1938: è il suo ultimo Slam.

La Greta Garbo del tennisLasciata l’attività, la Greta Garbo del tennis (definizione di Alice Marble)

mantiene una vita pubblica da co-pertina. Il suo volto campeggia sul monumentale murale “The Riches of California” che caratterizza la faccia-ta della Borsa di San Francisco. Un’o-pera commissionata dal suo primo marito, Frederick Moody, a Diego Ri-vera, che aveva sposato Frida Kahlo. Wills diventa un’apprezzata pittrice. Prende il tè con il Primo Ministro, ispira il poeta Louis Untermeyer, su-scita l’ammirazione del re Gustavo V di Svezia. La chiameranno “Little Poker Face”, per lo sguardo impene-trabile, “Queen Helen” o “Ice Queen”. Per lo scultore britannico C.S. Jagger è “la donna più vicina all’ideale gre-co di perfezione”. Ma la sua eredità più duratura non ha niente a che fa-re con lo sport né con la bellezza. Alla sua morte, infatti, ha donato tutti i suoi averi, 10 milioni di dolla-ri, all’Università della California per fondare l’Istituto di Neuroscienze Helen Wills.

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Sandro Veronesi:“Ecco i miei 8 Masters”Da ragazzino era un buon under 16, ora è uno dei maggiori scrittori italiani contemporanei. L’autore di romanzi come Caos calmo e Terre rare (e oggi dei racconti di Smash e Un dio ti guarda) si racconta e ci parla del Federer dei narratori. E ci dà la sua classifica mondiale della letteratura

DI ENZO ANDERLONI

FOTO FEDERICO SCHLATTER

Il protagonista di “Vitamina”, pri-mo dei 15 racconti di “Smash”, fresca pubblicazione de “La nave di Teseo”, (casa editrice fondata

tra gli altri, da Umberto Eco) parla in prima persona. E racconta la propria storia di giocatore di ottimo livello giovanile, capace di vincere il titolo regionale under 16 a squadre e di frequentare i tornei nazionali di cate-goria negli Anni Settanta. Suoi coeta-nei, compagni e avversari, i migliori ragazzini del tempo, da Luca Ciardi a Gianluca Rinaldini. Un racconto che fa perno su alcune magiche giornate in cui chi narra visse i suoi momen-ti migliori sul campo, quei momenti che tutti sognano, quelli in cui tut-to riesce. E si vince. Peccato che non ci fosse il padre a vederlo in quello stato di grazia. Una magia che spari-sce del tutto nelle giornate seguenti, quelle del torneo successivo, proprio nel giorno in cui papà, inatteso, deci-de di andare a vedere la partita. Que-sto ottovolante di emozioni, dall’eu-foria allo sconforto, andrà riletto, come tutto il rapporto con racchetta, anni dopo, scoprendo un impensato retroscena di quelle gloriose giorna-te di servizio e volée.

Tra sport e scritturaAutore e protagonista della vicenda è uno dei maggiori scrittori italia-ni contemporanei: Sandro Verone-si. La cui notorietà ha travalicato il campo letterario con Caos Cal-mo (2005), il romanzo portato sul grande schermo da Nanni Moretti, il titolo più noto di una lunga se-rie di opere cominciata nel 1988 con “Per dove parte questo treno allegro”, arricchita in questo 2016, oltre che dalla presenza in “Smash” con questo racconto, dall’uscita di

I primi 8 del mondonel ranking dello scrittoreNome e nazionalità Anno di nascita Un libroThomas Pynchon (Usa) 1937 Arcobaleno della GravitàIan McEwan (Gb) 1948 Bambini nel tempoXavier Marias (Spa) 1951 Domani nella battaglia pensa a meLouise Erdrich (Usa) 1954 La casa tondaAllan Gurganus (Usa) 1947 L’ultima vedova sudista vuota il saccoMario Vargas LLosa (Perù) 1936 La casa verdePhilip Roth Usa) 1933 Pastorale americanaRichard Ford (Usa) 1944 Il giorno dell’indipendenza

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“Un dio ti guarda”, raccolta di scrit-ti che raccontano grandi personaggi dello sport, quelli che restano nel-la storia, eroi, dei o semidei. Ecco dunque l’occasione per incontrarlo e parlare di tennis. E di letteratura. E della vita che racconta.

Il suo racconto in “Smash” si in-titola Vitamina. È totalmente au-tobiografico o c’è della fiction?“C’è della fiction, nel senso che, gra-zie a dio, la cosa più tremenda, che è anche la più bella del racconto, non è avvenuta. Mio padre non ven-ne a vedermi giocare a Bologna...”.

Che tennista era?“Giocavo il tennis classico di quel tempo. Andavo spesso a rete. Ero un buon doppista. Ora sarei un gioca-tore anomalo: non esiste più nessu-no che va a rete sulla terra battuta. All’epoca, con le racchette di legno, si andava a rete, io tendevo a chiu-dere lo scambio attaccando. La cosa buona di quel tipo di tennis è che posso giocarlo ancora adesso. Poi magari perdo, però il gioco lo fac-cio io: faccio un passo avanti, vado a giocare la volée...”.

Il suo colpo migliore?“Il diritto, la volée, lo smash... an-che se per questioni nervose pote-vo sbagliare anche delle palle facili. E come tutti i giocatori d’attacco co-struiti su un tennis completo, ave-vo anche buoni passanti. Chi gioca-va a rete finiva per esercitarsi anche a tirare il passante. Quello che non era nelle mie corde erano gli scambi lunghi. Li forzavo sempre”.

La sua racchetta?“La classica Dunlop Maxply”.

Il suo giocatore di riferimento?“Beh, allora Adriano Panatta era il campione di riferimento. Però il mio idolo era il mio compagno di squadra Luca Ciardi. Era già molto più sviluppato di me fisicamente, era forte, copriva la rete benissimo. Era più lui di Panatta il mio riferi-mento, perché io con lui ci gioca-vo. Quando andavo a fare i tornei nazionali in singolare passavo uno, due turni mentre in doppio andavo più avanti perché giocavo con gen-te più forte. Per esempio Massimo Dardano di Genova. Ricordo un tor-neo di doppio a Rovereto, dove sta-vamo giocando davvero bene. Con-tro i fratelli Meneschincheri però mi presi uno smash nelle ‘parti basse’ che mi mise ko. Stavamo vincendo e dovetti ritirarmi”.

Dunque quando nel suo racconto

parla del tennis come uno sport in cui si prova molto dolore fa riferimento a quell’episodio?“No (ride, ndr), quello è dolore fisi-co. Anzi, fu nobile perdere in quel modo. Le mie partite più belle sono tutte vittorie mancate. Momenti in cui stavo giocando bene ed ero in vantaggio con giocatori forti ma poi finii per perdere. Come contro tale Possenti, di Genova. Non avevo la testa per giocare a tennis. E poi smisi. Fu un sollievo perché soffrivo troppo. Per essere un buon giocato-re di tennis devi essere uno che si esalta nella lotta, che riesce a sta-re attaccato a ogni punto, che non si deconcentra mai. Devi avere una vita separata da quella che si gioca sul campo.”

E lei invece?“Io invece amavo le cose irregolari. Per me la partita di tennis, anche quando andavo a guardarla, era l’at-tesa dell’epifania, del colpo a sen-sazione, della bellezza, della cosa inaudita con cui uno dei due usci-va fuori dallo scambio. Che fosse il passante, il lob liftato ‘alla Nastase’.Un colpo risolutivo, un colpo vin-

cente. Per me il gioco del tennis non è scambiarsi la pallina ma impedire all’altro di rispondere, conquistare il campo. È uno sport molto belli-co. Così me l’hanno insegnato. Devi conquistare il campo e più vai avan-ti, verso la rete, più lo conquisti. Se poi l’altro ti passa è stato bravo. Al-lora il gioco d’attacco pagava, per-ché mica sempre ti facevano il pas-sante giusto. Lo sbagliavano... A me però capitava sempre di vincere una bella partita con uno più forte di me ma il giorno dopo non la cacciavo di là. Letteralmente. Ancora oggi, gio-co con un maestro e anche lui non ne viene a capo delle mie giornate sì e giornate no. Il mio demone è la di-scontinuità. L’incostanza. In tutto”.

Quindi il tennis la rispecchia...“Sì, sì. Mi rispecchiava. Per fortuna che ci sono cose che so fare meglio. Che mi hanno dato più soddisfazioni perché, pur nella discontinuità, alla fine riuscivo a gestirle, a controllar-le di più. Nel tennis non controllavo alcunchè: la palla o entrava sempre o non entrava mai. C’era poco da fare. Poi mi prendeva il nervoso: che spaccassi o no la racchetta il risul-

La pagina di tennis più bella?Una scritta a occhi chiusi“Le più belle pagine letterarie di tennis sono secondo me quelle dedicate a coach Schtitt in Infi-nite Jest di Foster Wallace - dice Sandro Veronesi -. Però, per rimanere tra noi, scelgo quella di Matteo Codignola che segue lo scambio del set point a Wimbledon tra Federer e Murray a occhi chiusi. Fu veramente un capolavoro, un’intuizione. La scrisse sul Sole 24 Ore. Fui sbalordito da quel pezzo perché ebbe l’idea giusta: chiudere gli occhi e accorgersi che Federer vinceva... senza colpire la palla. Quell’altro schioccava sempre uguale. E Federer invece sempre rumori diversi. Poi un silenzio. Lui riapre gli occhi e dice dentro di sé: l’ha mancata, non ha preso la palla. E invece la palla stava ricadendo nel campo di Murray, con Murray lontano. Era stata una volée bassa, morbidissima, che non aveva fatto rumore. Una pagina bellissima”.

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tato era uguale: perdevo comunque nella stessa maniera. Ed è una cosa che ho ritrovato in tutta la tirata che fa Gerhard Schtitt, il tennis coach di ‘Infinite Jest’, (il romanzo capolavo-ro di D.F. Wallace, ndr) che a un cer-to punto spiega ai ragazzi dell’acca-demia di tennis che l’avversario non esiste, che l’avversario sei tu, che il tennis si gioca da soli. Anzi l’av-versario ti aiuta, ti mette la palla in modo che tu possa dimostrare che sei forte. L’avversario è un tuo colle-ga, un tuo compare. Il tuo vero ne-mico sei tu, giochi contro te stesso. E non c’è niente di più vero secondo me. Anche nel tennis che guardo in televisione mi pare che le cose va-dano così. La differenza tra Djoko-vic e il numero 100 del mondo è mi-nima. Tirano delle gran bombe tutti. Però quando deve giocare sul 30-40, palla break per il n.100 del mondo, Djokovic mette un ace. L’altro, quan-do si trova in situazione analoga, fa doppio fallo. È quella la differenza”.

Entriamo nel suo campo: oggi c’è un Federer della letteratura?“Quello che ci è andato più vicino, secondo me, è proprio quello che più ha adorato Federer, cioè David Foster Wallace. Sapeva fare delle cose che nessun altro era in grado di fare. Sapeva tradurre in scrittura ragionamenti profondi che normal-mente sono nemici della letteratura, perché ti appesantiscono. Lui riusci-va a dragare la profondità con un’ef-ficacia, una potenza... che faceva sembrare tutto facile. E questo è ciò che lo accomuna a Federer, che fa con la racchetta cose difficilissime ma sembrano sempre facili. È quello che più gli somiglia anche perché, come Federer, era un predestinato ma poi non ha solo vinto. A prescin-dere dal suo destino. Foster Wallace ha dovuto fare molto di più di altri per veder riconosciuto il suo valore. Federer lo stesso: ha vinto 17 Slam ma nel massimo fulgore ha perso due vote di fila con un mastino qua-lunque come Canas...”.

E se in fondo sotto il profilo men-tale Federer fosse un perdente…“Sì, appunto. È un po’ grossa da dire ma sono due perdenti, sia Wallace che Federer. Due perdenti che vin-cono. Non è un caso che Wallace sia riuscito a compenetrare così pro-fondamente l’essenza di Federer da farlo diventare non solo un idolo ma proprio un personaggio letterario”.

E se dovesse farmi una Top 10 mondiale degli scrittori?“Parlando solo di quelli attivi, il n.1 per me è Thomas Pynchon, che

Il libro giusto per un giovane agonista? Fuga senza fine, di Joseph Roth“Se fossi un allenatore di tennis direi a i miei allievi di leggere con moderazione - sostiene San-dro Veronesi -. Se vogliono vincere. Se poi vogliono far diventare anche il tennis una cosa epica, eroica, allora sì che possono leggere. Però perdono, perché la letteratura ti mette dentro l’estetica della sconfitta. Nei romanzi son sempre più fighi quelli che perdono rispetto a quelli che vincono. Perché la letteratura è l’unico luogo dove chi perde può essere raccontato come un vincente. Può essere così realistica, così intensa che si sostituisce alla realtà e veramente sembra riscattare il destino del perdente facendone un personaggio esemplare. La letteratura è un inganno per gli sportivi perché, come dice Sartre (e ha ragione), il romanzo è il luogo dove chi perde vince. C’è il culto della sconfitta. Prendi Anna Karenina: bastava che aspettasse un minuto... Ma non buttarti, aspetta un attimo, arriva lui e finisce in un altro modo. Ma è proprio perché non aspetta e si butta che Anna Karenina è Anna Karenina. È proprio l’esempio opposto a quello che dovresti dare a un ragazzo che vuole diventare un forte giocatore di tennis. Secondo me letteratura e tennis non vanno tanto d’accordo. Nel senso che nella formazione di un tennista sono molto meglio le letture esoteriche, che so, di meditazione, di yoga, non romanzi appassionanti. Detto ciò il libro che fa eccezi-one, potrebbe essere ‘Fuga senza fine’ di Joseph Roth. Il protagonista è un certo Franz Tunda, un uomo praticamente finito a 40 anni (che è un po’ la fine del tennista). Ma lui è un lottatore come deve essere il giocatore di tennis. Uno che non si arrende mai. Perde e si ritrova a 40 anni, seduto sui gradini della Madeleine a Parigi, senza avere più niente da fare, a metà pomeriggio, perché ha già fatto tutto e... “Fuga senza fine” è un libro che potrebbe dare morale, coraggio ed esaltare anche un tennista”.

ha 80 anni però è vivo e lotta in-sieme a noi. Uno molto importan-te è Ian McEwan, poi direi Xavier Marias, altro da Top 10. E ancora Louise Erdrich, che secondo me è una fuoriclasse. Allan Gurganus, altro fuoriclasse. Non tutti hanno avuto il successo che meritano. Magari l’hanno avuto in patria ma non qua. Però sono figure di riferi-mento, perché ti fanno vedere che cosa si può ancora fare in lettera-tura. Perché la domanda di fondo resta: ma cosa stai a scrivere? Di qua c’è passato Dostoevskij, è già passato Tolstoj, è passato Proust, ora stai a vedere che c’è bisogno di te... La mia risposta è: sì. Perché loro son morti e tu sei vivo. E puoi aggiungere qualcosa. Come fanno questi che ho citato, oppure per esempio Mario Vargas LLosa, altro punto di riferimento secondo me. Tutti autori contemporanei che rie-scono a fare dei capolavori. A scri-vere come se la letteratura partisse quel giorno lì, da loro. Tra i primi 10 aggiungere anche Philip Roth e Richard Ford”.

In letteratura le classifiche di so-lito riguardano le vendite…“Questi che ho citato hanno avuto successo di critica ma non è gen-te che spacca le classifiche. Però sono sicuro che se fossero stati dei

tennisti, cioè se la letteratura fos-se una disciplina oggettiva, questi sarebbero nei primi 10. Invece ci sono autori che hanno avuto mol-to più successo commerciale per il semplice fatto che la letteratura è totalmente soggettiva, dipende dal gusto, come la musica o il cine-ma. Se poi uno la studia c’è modo di mostrare, proprio paratattica-mente, che David Foster Wallace è superiore a John Grisham. Però se a uno piace leggere Grisham... La letteratura, per fortuna, non è com-petitiva. Perché sennò sarei taglia-to fuori, mi succederebbe come nel tennis. La letteratura è un fatto epi-co, eroico: se mi dai tempo riesco a essere eroe anch’io. Ma se devo essere eroe lì, in quel momento, su quel lob, magari è proprio la volta che sbaglio”.

Qui a fianco,la copertinadi “Smash”:il libro editoper “La navedi Teseo” che comprende 15racconti sul tennis. Il primo, “Vitamina”è di Sandro Veronesi

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il racconto

La Regola e l’EccezioneDI SANDRO VERONESI

Se non esistesse il torneo di Wimbledon il tennis sarebbe da un pezzo diventato un’altra cosa. In origine innovativo – alla fine dell’Ottocento –, con l’introduzione di una serie di varianti

decisive all’arcaico regolamento dello sphairistike, il torneo è gradualmente diventato l’istituzione tennistica per eccellenza, supplente dell’incerta Federazione internazionale e delle sue emanazioni commerciali (oggi chiamate ATP e WTA) nella difesa della ragion d’essere di questo sport. La Regola, infatti, a Wimbledon continua a contare anche se è scomparsa da tutti gli altri tornei del circuito – perché la Regola è il Tennis, mentre tutto ciò che di eccentrico e anticonvenzionale viene architettato da giocatori, allenatori e sponsor è sostanzialmente un espediente per eluderla. Il tennis si gioca indossando una divisa bianca. Una partita di tennis può teoricamente durare all’infinito. Il tennis è un gioco di conquista del campo avversario. La volée e il passante ne sono, insieme al servizio, i fondamentali più importanti. Questi precetti, insieme a tanti altri, costituiscono la Regola, ma ormai da molti anni l’unico luogo in cui continuano a valere è Wimbledon. Probabilmente la deriva circense e iperatletica riuscirà prima o poi a vincere anche la resistenza offerta dal più importante torneo del mondo, ma fino a quel giorno, pur con le ferite che i parvenu continuano a infliggergli (le “invenzioni” becere come gli urli che accompagnano il colpo o il declassamento “politico”, per montepremi e punti in palio, di tutti gli altri tornei su erba del mondo), ogni anno tra la fine di giugno e l’inizio di luglio sui campi dell’All England Lawn Tennis and Croquet Club di Londra si mostra al mondo che cos’è il tennis. Soprattutto nella prima settimana, quando l’erba dei campi è ancora tale - prima che, per imposizione dei padroni del circuito, si trasformi in una specie di “erba battuta” che permette ai grandi arrotini di vincere giocando da fondo campo -, sui diciannove campi di Wimbledon si vede quello che si deve vedere se si parla

di vero tennis, e cioè: eleganza e completezza. Il punto più alto di questa supremazia Wimbledon l’ha conosciuto quarant’anni fa, quando l’indiscusso numero 1 del mondo, Björn Borg, modificò il proprio gioco per scrivere le pagine più leggendarie della sua carriera sull’erba londinese: lui, imbattibile da fondo campo su terra e su cemento, rinforzò servizio e volée per vincere cinque volte di fila giocando il serve and volley. Era ancora il tempo in cui i tennisti, tutti, anche i professionisti, anche le star, condividevano un’idea precisa di questo sport della quale Wimbledon era, per l’appunto, l’emblema: oggi, al contrario, quell’idea condivisa non esiste più, interpretare la Regola con eleganza e completezza non è più un vantaggio ma spesso, al contrario, un handicap, e Wimbledon è diventata l’Eccezione: ma rimane molto meglio di tutto ciò che lo minaccia. Per rendersene conto bisognerebbe per una volta staccarsi dalla TV e andare a vedere il torneo di persona: io l’ho fatto nel 1976 e ancora ricordo quel primo turno di doppio sul centrale, Newcombe-Roche contro Gottfried-Ramírez, come la più bella partita di tennis cui abbia mai assistito direttamente - per quell’armonia di rumori, gesti, colori e aspettative che accompagnava ogni singolo punto, roba che di solito rimane fuori dalle inquadrature televisive ma è il vero, mitico habitat, anche solo mentale, di ogni tennista di qualsiasi livello. Perché puoi anche riuscire a tenere i pinguini fuori dall’acqua, se gli scodelli il cibo sulla rena due volte al giorno: ma non saprai mai cos’erano nati per fare.

Questo racconto, gentilmente concesso dall’autore, è trattoda “Un dio ti guarda”, libro di Sandro Veronesi che racconta lo sporte la sua epica, i suoi eroi, pubblicato nel 2016 per i tipi de La navedi Teseo (qui la copertina)

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i numeri della settimana

Buona la prima? È dura

DI GIORGIO SPALLUTO - FOTO GETTY IMAGES

9 i tennisti a essersi aggiudicati il loro primo titolo dello Slam a Wimbledon nell’Era Open. L’ultimo a riuscirci è stato Roger Federer nel lontano 2003. Lo Slam londinese è tradizionalmente il più ostico per coloro che non hanno mai vinto major, a differenza del Roland Garros che ha visto ben 21 tennisti vincere il loro primo Slam al Bois de Boulogne.

12 le partecipazioni a Wimbledon di Andreas Seppi, l’azzurro con più presenze a Church Road davanti a Davide Sanguinetti e Gianluca Pozzi, fermi a quota 10 apparizioni. Seguono con 9 presenze Filippo Volandri, Potito Starace e Adriano Panatta.

18 le presenze a Wimbledon di Roger Federer, il tennista in attività a vantare il maggior numero di partecipazioni. Il più presente nell’Era Open è Jimmy Connors con ben 21 apparizioni.

297 le vittorie nei tornei dello Slam per Serena Williams. La tennista statunitense è a sole 9 lunghezze dalla primatista assoluta Martina Navratilova (306), e a 2 vittorie da Chris Evert (299).

31 i ritiri in carriera per Victoria Azarenka nel circuito maggiore. Il forfaita Wimbledon rappresenta il 10° walkover per la bielorussa, cui vanno aggiunti i 21 ritiri giunti a partita iniziata.

I primi 25 del ranking AtpPos. Nome (nazionalità) Punti

1 Novak Djokovic (SRB) 169502 Andy Murray (GBR) 89153 Roger Federer (SUI) 64254 Rafael Nadal (ESP) 53355 Stan Wawrinka (SUI) 50356 Kei Nishikori (JPN) 41557 Milos Raonic (CAN) 31758 Dominic Thiem (AUT) 31759 Tomas Berdych (CZE) 2950

10 Richard Gasquet (FRA) 290511 David Goffin (BEL) 278012 Jo-Wilfried Tsonga (FRA) 272513 Marin Cilic (CRO) 269514 David Ferrer (ESP) 260515 Roberto Bautista Agut (ESP) 215016 Gael Monfils (FRA) 211017 John Isner (USA) 205518 Nick Kyrgios (AUS 185519 Bernard Tomic (AUS) 176020 Gilles Simon (FRA) 172021 Feliciano Lopez (ESP) 163022 Philipp Kohlschreiber (GER) 160023 Benoit Paire (FRA) 159624 Pablo Cuevas (URU) 1555 151525 Kevin Anderson (RSA) 1505

Le prime 25 del ranking WtaPos. Nome (nazionalità) Punti

1 Serena Williams (USA) 83302 Garbine Muguruza (ESP) 67123 Agnieszka Radwanska (POL) 58754 Angelique Kerber (GER) 53305 Simona Halep (ROU) 43726 Victoria Azarenka (BLR) 41917 Roberta Vinci (ITA) 34058 Venus Williams (USA) 31169 Madison Keys (USA) 3061

10 Petra Kvitova (CZE) 287611 Timea Bacsinszky (SUI) 280012 Carla Suarez Navarro (ESP) 278013 Belinda Bencic (SUI) 277514 Svetlana Kuznetsova (RUS) 273015 Flavia Pennetta (ITA) 272216 Samantha Stosur (AUS) 270017 Karolina Pliskova (CZE) 254018 Dominika Cibulkova (SVK) 245119 Johanna Konta (GBR) 233020 Elina Svitolina (UKR) 2226 21 Sara Errani (ITA) 203022 Sloane Stephens (USA) 199523 Anastasia Pavlyuchenkova (RUS) 196024 Jelena Jankovic (SRB) 194025 Ana Ivanovic (SRB) 1915

I primi 25 italiani del ranking AtpPos. Rank. Nome Punti

1 35 Fabio Fognini 11702 45 Andreas Seppi 9553 49 Paolo Lorenzi 9404 113 Thomas Fabbiano 5365 130 Marco Cecchinato 4636 151 Simone Bolelli 3777 164 Alessandro Giannessi 3258 171 Luca Vanni 3149 191 Matteo Donati 282

10 200 Filippo Volandri 26511 213 Andrea Arnaboldi 25112 244 Salvatore Caruso 21513 257 Federico Gaio 20214 274 Lorenzo Giustino 18115 285 Alessandro Bega 17316 293 Roberto Marcora 16417 302 Lorenzo Sonego 15818 306 Riccardo Bellotti 15619 312 Edoardo Eremin 15120 321 Matteo Viola 14821 328 Gianluca Naso 14322 335 Gianluca Mager 14023 345 Flavio Cipolla 13324 350 Francisco Bahamonde 13025 363 Stefano Napolitano 126Le prime 25 italiane del ranking Wta

Pos. Rank. Nome Punti1 7 Roberta Vinci 34052 15 Flavia Pennetta 27223 21 Sara Errani 20304 67 Camila Giorgi 9805 90 Karin Knapp 7646 111 Francesca Schiavone 5927 294 Martina Caregaro 1458 303 Anastasia Grymalska 1349 326 Giulia Gatto-Monticone 121

10 331 Cristiana Ferrando 11811 345 Jessica Pieri 10812 349 Nastassja Burnett 10613 369 Gioia Barbieri 9814 383 Corinna Dentoni 9215 393 Alice Matteucci 8916 422 Martina Trevisan 7817 433 Alberta Brianti 7318 444 Martina Di Giuseppe 7119 448 Georgia Brescia 7120 449 Angelica Moratelli 7021 465 Claudia Giovine 6622 490 Jasmine Paolini 6023 515 Alice Balducci 5324 532 Camilla Scala 5025 555 Bianca Turati 46

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il tennis in tv

Londra è on-demand

Dopo la giornata a Wimbledon: tutte le news alle 23.00Giovedì 30

04:15 - Tennis Parade 04:30 - Keys vs Strycova, WTA Roma 2016 06:45 - Challenger Perugia 07:45 - Official Film Wimbledon 2003 08:45 - La Voce delle Regioni 09:00 - G. Muller vs N. Mahut, ATP s-Hertogenbosch 10:15 - Magazine ATP 10:45 - ATP Halle 12:30 - Tennis Magazine 13:00 - Official Film Wimbledon 2004 14:00 - World Padel Tour Roma Semifinale 15:00 - ATP 500 Queen’s (replica) 17:00 - La Voce delle Regioni 17:15 - Gaudio vs Coria, Roland Garros 2004 20:45 - La Voce delle Regioni 21:00 - Finale Doppio Wimbledon 2014 22:00 - Official Film Wimbledon 2005 23:00 - News 23:15 - Federer vs Del Potro, Us Open 2009

Venerdì 1 03:30 - S. Williams vs Keys, WTA Roma 2016 05:00 - Word of Tennis 05:30 - ATP Halle07:30 - Magazine ATP 07:45 - Official Film Wimbledon 2004 08:45 - La Voce delle Regioni 09:00 - Tennis Magazine 09:30 - World Padel Tour Roma Semifinale 10:30 - WTA Birmingham (replica) 12:00 - Challenger Perugia 13:00 - Official Film Wimbledon 2005 14:00 - World Padel Tour Roma Finale 14:45 - WTA Eastbourne (replica) 17:00 - La Voce delle Regioni 17:15 - Tennis Parade 17:30 - Federer vs Murray, Wimbledon 2012 Finale 21:15 - La Voce delle Regioni 21:30 - Tennis Magazine 22:00 - Official Film Wimbledon 2006 23:00 - News 23:15 - Stosur vs Schiavone, Roland Garros 2010

Sabato 201:00 - Sampras Agassi, UsOpen 2001 04:30 - Challenger Perugia 05:30 - Nadal vs Djokovic, ATP Roma 2014 07:45 - Official Film Wimbledon 2005 08:45 - La Voce delle Regioni 09:00 - Magazine ATP 09:30 - ATP Halle (replica) 11:30 - WTA Eastbourne (replica) 13:00 - Official Film Wimbledon 2006 14:00 - ATP 500 Queen’s (replica) 16:00 - Tennis Parade 16:15 - World Padel Tour Roma Finale 17:15- Federer vs Roddick, Finale Wimbledon 2009 21:45 - La Voce delle Regioni 22:00 - Official Film Wimbledon 2007 23:00 - News 23:15 - S. Williams vs Vinci UsOpen 2015, UsOpen 2015

Domenica 301:45 - Nadal Murray ATP Roma 2014 04:15 - Reloaded ATP Master 1000 Roma 05:15 - Tennis Magazine 05:45 - Errani vs Sharapova, Roland Garros 2012 07:30 - Tennis Parade 07:45 - Official Film Wimbledon 2006 08:45 - La Voce delle Regioni 09:00 - I Miti del Foro, Il foro dei Miracoli 09:00 - Federer vs Murray, Wimbledon 2012 Finale 13:00 - Official Film Wimbledon 2007 14:00 - Ivanisevic vs Rafter - Wimbledon 2001 17:15 - Tennis Magazine 17:45 - Djokovic vs Murray, Wimbledon 2013 Finale 21:00 - World Padel Tour Roma Finale 22:00 - Official Film Wimbledon 2008 23:00 - News 23:15 - Vinci vs Pennetta, UsOpen 2015

Lunedì 401:15 - G. Muller (LUX) vs N. Mahut (FRA), ATP 03:15 - K. Mladenovic vs C. Vandeweghe, WTA S’Hertogenbosch (replica) 05:15 - Tennis Magazine 05:45 - Magazine ATP 06:15 - ATP Queen’s (replica) 07:45 - Official Film Wimbledon 2007 08:45 - La Voce delle Regioni 09:00 - WTA Birmingham 2016 11:00 - ATP Halle (replica) 13:00 - Official Film Wimbledon 2008 14:00 - Agassi vs Sampras, UsOpen 2002 17:00 - La Voce delle Regioni 17:15 - Soderling vs Federer, Roland Garros 2009 19:30 - ITF Futures TC President 19:45 - Pennetta vs Halep, UsOpen 2015 21:00 - World Padel Tour Roma Finale 21:45 - La Voce delle Regioni 22:00 - Official Film Wimbledon 2009 23:00 - News 23:15 - Sharapova vs Williams, Wimbledon 2004

Martedì 500:45 - Tennis Magazine 01:15 - Lorenzi vs Chiudinelli, Coppa Davis 1° turno06:00 - Reloaded ATP 1000 Roma 07:00 - World Padel Tour Roma Finale 07:45 - Official Film Wimbledon 2008 08:45 - La Voce delle Regioni 09:00 - WTA Eastbourne 2016 11:00 - ATP Queen’s (replica) 12:45 - IFT Futures TC President 13:00 - Official Film Wimbledon 2009 14:00 - Nadal Murray ATP Roma 2014 17:00 - La Voce delle Regioni 17:15 - Coppa Davis 1° turno, Murray vs Nishikori 21:30 - Trofeo Kinder + Sport - Bologna 21:45 - La Voce delle Regioni 22:00 - Official Film Wimbledon 2010 23:00 - News 23:15 - Federer vs Murray, Wimbledon 2012 Finale

Mercoledì 603:00 - Djokovic vs Kukushin, Coppa Davis 1° turno 07:30 - IFT Futures TC President 07:45 - Official Film Wimbledon 2009 08:45 - La Voce delle Regioni 09:00 - WTA Birmingham 2016 10:45 - Nadal vs Djokovic, ATP Roma 2014 12:45 - Trofeo Kinder + Sport - Bologna 13:00 - Official Film Wimbledon 2010 14:00 - ATP Halle (replica) 16:30 - Tennis Magazine 17:00 - La Voce delle Regioni 17:15 - Stosur vs Schiavone, Roland Garros 2010 19:15 - ATP Queen’s (replica) 20:45 - Tennis Magazine 21:15 - Magazine ATP 21:45 - La Voce delle Regioni 22:00 - Official Film Wimbledon 2011 23:00 - News 23:15 - Ivanisevic vs Rafter - Wimbledon 2001

Valorizzare i contenuti digi-tali, renderli disponibili ai propri utenti non solo tra-mite telecomando. È questa

una delle nuove sfide di SuperTen-nis Tv. E proprio durante Wimbledon questa nuova concezione sarà im-plementata e spinta. Perché i conte-nuti che arrivano direttamente dalla troupe inviata a Londra, sull’erba verde dei Championships, verranno

NB: il palinsesto è soggetto a modifiche. In rosso gli eventi live, in giallo le News, in verde le prime emissioni, in azzurro le differite e in viola gli speciali

veicolati oltre che nella fascia quoti-diana dedicata alle news, anche sul sito internet del canale (www.super-tennis.tv). Non solo i più “smanetto-ni” ormai sanno che sul portale web è possibile seguire lo streaming dei programmi trasmessi, ma c’è anche una vera e propria sezione on-de-mand che offre molti programmi di-sponibili alla visione on-line. Come e quando l’utente preferisce.

Palinsesto su misuraCi sono le puntate de La Voce delle Regioni, gli appuntamenti con Ten-nis Magazine, e durante Wimbledon ci saranno anche molti contenuti originali prodotti a Londra. Con le consuete immagini, interviste, gli approfondimenti e le curiosità. Per vivere lo Slam più fascinoso dell’an-no da bordo campo. Senza dimenti-care però che l’appuntamento, oltre che on-line, si vive anche sul n.64 del digitale terrestre (n.224 di Sky e 30 di TivùSat), grazie anche alle emozioni dei grandi match del pas-sato a Church Road. A partire dalle finali storiche e proseguendo con i film ufficiali delle varie edizioni (pro-grammati su tre fasce quotidiane, al-le 7.45 per i più mattinieri, alle 13.00 e alle 22.00). Tv, sito internet e on-demand. Insomma per questa edizio-ne di Wimbledon, il palinsesto ve lo costruite voi. Su misura.