Territori NON È IL VINO - LA TERRA TREMA · Subito nella storia della viticoltura mondiale. ... Ha...

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n. 00 inverno 2015 euro 3,00 NON È IL VINO DEL DISTRIBUTORE Per un’agricoltura contadina libera da monopoli dalle Langhe LA BAROLO GIRL Territori IL RE È NUDO Fiera Contadina AGRICOLTORI E INCONTRI de La Terra Trema vini, cibi, cultura materiale

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n.00

inverno 2015 euro 3,00

NON È IL VINODEL DISTRIBUTORE Per un’agricoltura contadina

libera da monopoli

dalle LangheLA BAROLO

GIRL

TerritoriIL RE

È NUDO

Fiera ContadinaAGRICOLTORIE INCONTRI

de La Terra Trema vini, cibi, cultura materiale

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INVERNO 2015

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Editoriale

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IN QUESTO NUMERO

L'ALMANACCOde La Terra TremaTrimestrale di vini, cibi e cultura materialeanno 1, numero 0, dicembre 2015in attesa di registrazione

Redazione: Laura Alemagna, Paolo Bellati, Andrea Bottalico, Matteo Isella, Claudio Madella, Gabriele Moscatelli.

Fotografie: Laura Alemagna, Jacopo Loiodice.

Illustrazioni: Andrea Rossi.

Progetto grafico e impaginazione: Claudio Madella.

Stampato da: Graphidea srlVia Fara, 35, 20124 Milanosu carta CyclusOffset 90gr, cert. FSC-C021878

info: [email protected]

www.laterratrema.org

PAG.2Editoriale

Perchè una rivista

PAG.3 La fiera

Ragionamenti e ripartire

PAG.4Agricoltori

Reportagedalle Langhe

PAG.6Rapporti diproduzione

Non è il vino del distributore

PAG.10Territori

Il Masterchefe il Convento

PER INFORMAZIONI E ABBONAMENTI SCRIVI A [email protected]

DIECI ANNI DOPO

Dieci anni fa ne sapevamo poche. Veniva-mo da altre storie. Qualcuno che aveva studiato, qualcuno che studiava ancora. Nel tempo la conoscenza si è affinata, attraverso la pratica abbiamo fatto i mu-

scoli, camminato, costruito, caricato e scaricato, smontato e rimontato. Studiato ancora.Quello che stavamo costruendo, oggi, ha forma ramificata e vasta, visibile, se si vuole, a tutti. La Terra Trema. Sapere di cultura materiale, sciolto, condiviso, smisurato, universo complesso di per-sone, fatti, vini, cibi.Sono passati dieci anni. Nel nostro essere umani le cose si sono accumulate così come la voglia di approfondire, crescere, di ritornare su quanto era stato messo da parte, di comunicare di più con i nostri modi, con le nostre parole povere. L’Al-manacco de La Terra Trema lo abbiamo concepi-to per questo. Per mettere su carta le parole e le testimonianze, nel tentativo di creare uno spazio condiviso di riflessione su questo progetto in con-tinuo divenire. Mólos su cui approdare ogni volta, trovando narrazioni su una molteplicità di storie di territori che da un decennio ci ruotano intor-no, di vignaioli, agricoltori. Di donne e uomini.

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La Fiera

Provenienti da ogni parte d’Italia e quest’anno anche dalla Francia, novantadue vignaioli e più di seicento vini, tre birrifici artigianali, ventotto artigiani e agricoltori tra cui allevatori, orticoltori, trasformatori e i loro cibi di qualità, una miriade di sapori si confronteranno con il pubblico nell’attesa manifestazione giunta alla nona edizione.LA TERRA TREMA torna al Leoncavallo nell’anno del suo quarantesimo compleanno.Una storia ramificata che ha attraversato tutta Milano, persistente, in eterna rivolta dal 1975 a oggi. E sarà occa-

sione di celebrazione gioiosa.LA TERRA TREMA torna a Milano a un mese dalla chiusura di Expo2015.Quello che ha avuto da dire Milano/Italia non c’è piaciuto.L’anno 2015 rimane anno di morti nei campi, anno di bracciantato, di schiavismo e caporalato, rimane anno di sgom-beri violenti, di emergenze abitative insanate, anno di fame continua e crudele, anno di diver-genze letali.Ripartiremo da qui. Dal ragionare profon-do e collettivo su quanto è stato prodotto in questi mesi di teatro diffuso per nutrire il pianeta.Dalle effettive economie che ha supportato, dalle degenerazioni sensoriali che ha innescato, dagli immaginari che ha compromesso, dalla mostri-ficazione dell’atto del (preparare da) mangiare (e da bere): un lunghissimo tributo alla Gran-de Distribuzione Organizzata e ai suoi prodotti, null’altro.Racconteremo di bracciantato e di sfrutta-mento, dei costi sulla pelle di una estrema capita-lizzazione della produzione e distribuzione dei cibi. Del “divin” Cracco o del “buon” Farinetti, della devozione a chef e masterchef, dell’in-cosciente leggerezza di Petrini, degli agricoltori, delle aspettative, della produzione e sulla di-stribuzione dei vini, dei cibi, dei monopoli che impone; della libertà di produrre, del vendere e distribuire; delle direttive sul consumare.Di derive monopolistiche del vino in primo luogo.Dal 2005 LA TERRA TREMA accoglie agri-coltori e agricoltrici, vini e vignaiole/i di qualità, contadine/i resistenti provenienti da tutta Italia (e non solo), per dar vita a tre giorni di degustazioni individuali e gui-date; dibattiti e confronti pubblici; incontri informali con i produttori; acquisti diretti; concerti, proiezioni, cene a filiera diretta.LA TERRA TREMA porta nel cuore di Milano le molteplici storie di agricolture partigiane e ribel-li; le storie di rivolta di chi abita territori assediati da cemento armato, capannoni, infrastrutture devastanti calate dall’alto; le riflessioni e le ela-borazioni, condivise e partecipate, delle politiche che, ai suddetti territori, guardano, perché lì stanno nascendo o nasceranno comunità nuove, con-sapevoli, aperte. Per questo motivo LA TERRA TREMA dice anche NO al progetto di

TANGENZIALE Magenta-Abbiategrasso-Vigevano, NO alla Tangen-ziale Ovest Esterna di Milano (TOEM).Il Governo, Regione Lombardia e ANAS, col favore di parecchie amministra-zioni del territorio, stanno procedendo alla realizzazione di questa devastante infrastruttura che dovrebbe attraversare Parco Agricolo Sud e Parco del Ticino portando a una devastazione ambientale, agricola ed economica senza ritorno.

LA TERRATREMA ANCORAUNA VOLTA

TERRA, TERRITORIOE CONFLITTO

NELL'ANNO DELL'ESPOSIZIONE

UNIVERSALE

Avevo fatto centinaia di chilometri per raggiungerla. Era la terza o quarta volta che passavamo ore insieme.Mi aveva portato in un posto dove si mangiavano hamburger seduti a un bancone.Lì, a un bancone, ci bevi solo dei gran whisky in solitudine. E basta.Io presi la mia solita birra.Lei un calice di vino.Mangiare, chiacchiere, stare bene insieme.Forse uscì a fumare a una certa.Tornai. La guardai negli occhi attraverso quel calice gigante che le riempiva la faccia con quel rosso intenso che le riempiva le labbra.Uscì un "sei bellissima" senza timore e timidezza.Ricordo ogni particolare di quella sera, ma non so ancora che vino fosse.La amo ancora. Lei no.

IL BICCHIERE di Matt Kennyfer

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LA BAROLO GIRL

IN VIAGGIO NELLE LANGHE PIEMONTESI, PERCORRIAMO LA STORIA DI NADIA CURTO E DELLA SUA AZIENDA AGRICOLA, TRA I FILARI DI ARBORINA, LA CANTINA E IL MITO

Ci siamo messi in testa questa cosa della rivista. Tra le mille e una anime de La Terra Trema abbiamo voluto fosse Nadia Curto ad aprire per prima la porta a una serie d'incontri e con lei il Piemonte, provincia di Cuneo, La Morra, frazione Annunziata. Tra i cuori pulsanti di Barolo nella geografia di territorio. Partiamo da Abbiategrasso. Nella notte ha piovuto fitto, la mattina è ancora uggiosa. Asti est, Alba e poi Barolo-La Morra. Subito nella storia della viticoltura mondiale.

Dall’indicazione Frazione Annunziata in poi è un susseguirsi di cantine, ar-chitetture improbabili, storie milionarie, cognomi ormai nel mito, conosciuti ovunque e ancora nelle simpatie della critica enologica mondiale. Aziende stellate, storie che abbiamo incontrato sovente negli scritti di Luigi Veronelli e Mario Soldati.

“AZIENDA AGRICOLA CURTO” BORGATA CIOTTONadia è qui. Il caseggiato è sobrio, senza eccessi, ovunque piante e fiori. Un posto bellissimo a ridosso di un vigneto rossissimo. Ci affacciamo dal portone della cantina. Arriva dal fondo la voce di Nadia.Ha smesso di piovere e il cielo si è aperto. La vigna è a due metri da casa e cantina. Partiamo per questo viaggio nelle Langhe, è ottobre, la vendemmia si è conclusa bene un mese fa.La pioggia ha ammorbidito il terreno argilloso, marnoso. Ci tuffiamo.Forte la curiosità e la voglia di attraversare queste geometrie perfette di viti e terra.Ci troviamo all’Arborina, cru Arborina, vitigno Nebbiolo. L’età media delle piante è di quarant’anni, ma ci sono piante che ne hanno anche settanta e le riconosci subito, monumentali.Durante la guerra i nonni di Nadia abitavano qui con poco e nien-te, tempi duri, zona di rappresaglie nazifasciste, di partigiani e di resistenza. Appena dopo la guerra andarono avanti di un’agricoltura di sussistenza: un paio di mucche, pecore, mele, pesche, nocciole e uva. Solo una parte delle uve veniva vinificata, quasi tutta per uso casalingo. Più tardi il papà di Nadia comprò terra nuova, impiantò nuovi vigneti sviluppando il discorso sul vino. Negli anni Ottanta e Novanta la maggior parte del vino vinificato in azienda veniva venduto agli imbottigliatori, solo una piccola parte veniva imbottiglia-to e venduto in cantina (ancora oggi chi vende più Barolo DOCG nel mondo sono le aziende che “raccolgono” uve e vino da centinaia di contadini e ven-dono le bottiglie con la propria etichetta, non i vignaioli che seguono la vigna, la cantina, l’imbottigliamento, l’etichettatura, la commercializzazione).Nadia è cresciuta tra campagna e cantina, ma anche sui libri. Dopo il liceo classico e una laurea in economia e commercio lavora in altre aziende vitivinicole del territorio. Nel tempo però si fa forte la voglia di rimettere il naso nell’azienda di famiglia. Allora decide di lasciare il lavoro e di fare la vignaiola insieme ai suoi.Il 2007 è l’anno della svolta. Accompagnata e supportata dallo zio materno, Elio Altare, un vignaiolo che è mitologia pura nelle langhe e del Barolo.Elio Altare è uno che ha osato. Negli anni Settanta va in Borgogna per in-contrare i vignaioli, senza soldi per l’albergo dorme sul suo camioncino. Va in Francia per vedere da vicino quei vignaioli con due ettari di vigna, per capire com’è che i francesi facciano vini con quella qualità.A tornare indietro, nel 1936, quando si decisero le mappe del Barolo, non è che fossero tanti ad aspirare di entrare in quella carta. Negli anni Settanta il barolo aveva una sua tipicità, aveva avuto anche dei momenti di gloria, ma

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Agrlcoltori

Castiglione Falletto

Serralunga d'Alba

Grinzane Cavour

Monforte d'AlbaNovello

Barolo

La Morra

Nadia Curto

Verduno

Il territorio del BaroloTorino

“LA CONDISCO O ASPETTO?”Mamma Adele chiama mentre siamo in campagna preoccupata per la carne cruda: Il giro in vigna e in cantina termina. Le chiacchiere continuano con le gambe sotto il tavolo. Salame nostrano, bruschette, giardiniera casalinga pre-parata in estate, carne cruda, agnolotti al sugo, formaggi freschi e stagionati con Cugnà (una confettura sublime a base di mosto, frutta e nocciole pre-parata da Adele) e per finire pesche cotte con amaretti. I vini di Nadia Curto accompagnano tutto: la Freisa 2013, non convenzionale, secca e selvatica, tannino leggero. Il Barbera 2014, appena imbottigliato, annata difficile, acidi-tà spinta, profumato, ancora da affinare. Il Dolcetto 2013 piacevole, qualcu-no bissa. Il Dolcetto 2014, fragola, meno strutturato. Poi i Baroli 2006, 2008, 2009, 2011 (“base” e “Arborina”). Baroli appunto. Tutti diversi, a seconda dell’annata, del vigneto e del metodo di vinificazione, delle giuste intuizioni e degli errori umani. Qualcuno preferisce il 2006, qualcuno l’Arborina 2011: rotondi, eleganti, fruttati (bacche rosse) e spezie, vini articolati e semplici allo stesso tempo. Il 2008 è fuori dalle righe, maturo, ma con un suo equilibrio, esagerato nella rotondità e gradazione alcolica. E anche qua c’è chi bissa. Il 2009 tradizionale e particolare terra, spezie, tannini più amari. Per finire un Barolo chinato con una ricetta di Nadia, arancia e china.Era il 2011. Parte un invito a Nadia per la quinta edizione. Nadia legge la mail: “Và che bello: Leoncavallo! Nel mio immaginario era un pustasun, ma c’era un collegamento a Veronelli e allora ho chiamato la mia amica e le ho detto: cosa facciamo, andiamo? Pensavo comunque di trovarmi in un posto malandato, ma quando arrivo e apro la macchina mi trovo ragazzi che mi scaricano il vino, il magazzino, la bolla di consegna, la bolla di entrata, la bolla di uscita… ‘Sta cosa mi ha spiazzato.Per la prima volta ho trovato una coesione tra piccoli vignaioli. Noi facevamo il vino in un determinato modo e con una certa idea, io non avevo mai incontrato altri vignaioli così tanto simili a me con cui confrontarmi, imparare, scambiare informazioni. Ho incontrato addetti ai lavori, amici che mi hanno fatto crescere professio-nalmente, che mi son venuti a trovare a casa, ogni anno gli porto le “tume” (il formaggio). Prima di tornare a casa ci imponiamo di passare ad Alba, per una torta di nocciole; l’odore in strada è forte, oleoso, tostato, pregnissimo. Laboratorio di Resistenza Dolciaria: il nome della pasticceria stride in quel profumo insi-stente. Da lontano svetta l’industria alimentare Ferrero.

non così tanto riconosciuto nel mondo. Oggi si farebbero carte false per en-trare in quei confini con vigne e vini. Nella sola frazione Annunziata abitata da circa trecento persone, ci sono ventotto cantine, ognuna con la propria etichetta.Elio Altare in Borgogna ha visto barrique, macerazioni brevi, rimontaggi frequenti in fermentazione, riduzione delle rese nei vigneti, ha visto dar spinta alla qualità e non alla quantità, ha visto ridurre drasticamente la produzione per ceppo e per ettaro.

IL MITO SI ALIMENTA DI SIMBOLIAltare torna a casa, entra nella cantina del padre e col motosega fa a pezzi le vecchie botti (ma è veritiero che fosse l’unico modo per farle uscire di canti-na), le sostituisce con barrique, sviluppa e adatta sul suo territorio quello che ha visto in Francia, ottenendo un vino diverso da quello fatto fino ad allora da quelle parti. Così inizia una nuova era per il Barolo, per il territorio e per i tanti vignaioli. Seguiranno a ruota anche le imitazioni cattive, malsane, le de-generazioni produttive e commerciali (l’uso improprio della barrique in botti nuovissime, di dubbia provenienza, i vini snaturati, tostatissimi, legnatissimi che stravolgono la metodologia produttiva).Questo è Elio, lo zio che segue gli esordi di Nadia. Nei primi anni lei si divi-derà tra il lavoro nell’azienda dello zio e quello nella propria, per costruirsi pian piano la sua strada. Ci racconta di questa storia tra i filari di Freisa, forse il punto più alto dei suoi terreni. In fondo, a poche centinaia di metri, si vedono casa e terreni di Elio.Oggi Nadia conduce questa azienda in modo semplice e serio. Tenendo pre-sente l’incredibile territorio in cui si trova ma anche con curiosità e atten-zione alle innovazioni. Ad accompagnarla ci sono la madre Adele e il padre Marco, sempre presente in campagna e in cantina.In campagna non usano diserbante, tra i filari adoperano una fresa e tra le piante le infestanti vengono tolte a mano e con decespugliatore. Letame per concimare, trattamenti limitati, zolfo e rame come base, trappole ai feromoni per gli insetti. Per far partire la fermentazione non usano lieviti selezionati esterni e l’uso della solforosa è molto contenuto. I vini non sono né filtrati né chiarificati. Nadia ci porta in cantina. Vinifica in modo tradizionale con fermentazione in acciaio e affinamento nelle botti grandi tradizionali, ma anche in versio-ne “Elio Altare” per il Barolo Arborina, per il Dolcetto e la Barbera. Usa un fermentino, o rotomaceratore, un congegno che lo zio ha messo a punto stu-diando una macchina per il cioccolato. Quando l’ha vista ha contattato l’a-zienda che la produceva, ha chiesto delle modifiche ed ecco: un cambiamento emblematico dei metodi di produzione. Un cilindro orizzontale con una pala che ruota lentamente. Si mette il mosto all’interno e non ci sono più cappelli e rimontaggi. Con questo mezzo da subito, nelle prime ore, si estraggono colore (anche se il nebbiolo è scarso di colore) prima che si avvii l’alcool; si estraggono sostanze più morbide, legate alla frutta, e tannini meno amari. La fermentazione con questa macchina è più breve, si svina dopo 3-6 giorni a differenza dei 15-20 giorni del metodo tradizionale o dai tre mesi (fino a Natale) di Mascarello.Innovazione eretica? Fuor di logica enologica? Solo un diverso modo di pro-duzione? Non sappiamo, non sta a noi dirlo. Ci sono dei metodi diversi di produzione che portano ad avere dei vini diversi nello stesso territorio e terro-ir, anche con le stesse uve, anche nelle stesse aziende. A darci risposta forse, sarà il naso elettronico o i vari congegni di cui si è parlato a Expo2015. “Addestrati” a scovare l’isotopo dello stronzio e altre molecole per spiegarci le qualità organolettiche del vino o la sua esatta pro-venienza territoriale.

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PER UN’AGRICOLTURA CONTADINA LIBERA DAI MONOPOLI. PER UNA DISTRIBUZIONE DEI PRODOTTI DELLA TERRA E DEL CIBO DIFFUSA E AUTOGESTITAdi La Terra Trema

NON È IL VINODEL DISTRIBUTORE

Nell’ultimo periodo abbia-mo raccolto una serie di narrazioni emblemati-che, e forse un po’ preoc-cupanti, intorno al mon-do del vino dei piccoli e bravi vignaioli di questo paese.Dopo un decennio ab-bondante lo possiamo dire: molto lavoro è stato fatto, molte cose sono

cambiate in meglio, qualcosa in peggio, ma è in-negabile che una bella scossa al mondo del vino e dell’agricoltura è stata data. Tante le manifesta-zioni, le relazioni, le economie, i progetti, tante le riflessioni e le persone che stanno promuovendo e valorizzato i vignaioli e l’agricoltura contadina. Anche se c’è ancora da fare e da imparare, nel frattempo abbiamo raccolto esperienze che vale la pena di condividere. Arrivati a questo punto, sentiamo l’urgenza di affrontare un nodo in particolare, nel tentativo di scioglierlo, per dare continuità a uno dei tanti processi di cambiamento che si sono innescati in questi anni: La distribuzione.La distribuzione che per noi (e non solo) ha un valore strategico, etico, economico e sociale di pari importanza a come si produce (alla produ-zione? Al modo di produzione?).La distribuzione di un vino ci interessa tanto quanto le sue qualità organolettiche. Per essere

ancora più precisi, come si distribuisce un pro-dotto a noi (e non solo) interessa al pari della quantità di solforosa messa in bottiglia, ai lieviti utilizzati, a quanti e quali trattamenti vengono fatti in campagna e a come si lavora in cantina. Non di minore importanza resta il rapporto con i propri dipendenti (se si hanno) e i loro diritti.Bisogna affrontare e riaprire un ragionamento serio intorno a questo nodo della distribuzione, facendo tesoro dell’esperienza maturata negli anni. Partendo dalle riflessioni iniziate più di un decennio fa. Riflessioni, ragionamenti e proget-tualità maturate proprio dai bisogni dei vignaio-li, dalla salvaguardia del lavoro contadino e dal tentativo di trasformare i rapporti di produzione (o almeno di rendere visibili le contraddizioni e i dispositivi mortiferi dei rapporti di produzione attuali e maggiormente diffusi).In alcuni casi si sono sperimentate e consoli-date nuove e diverse modalità di distribuzione e di commercio. C’è stato un momento che tanto quanto il pullulare di fiere, visibilità e attenzioni al modo di fare vino, ai lieviti, alla solforosa e alla chimica ci fosse un’attenzione e un pullulare di tentativi progettuali altri di distribuzione. E allora ribadiamo dei concetti e mettiamoli allo specchio con quanto si sta diffondendo di con-troproducente per i piccoli vignaioli autentici che fanno un vino di qualità. Abbiamo sempre avuto chiara in testa l’importanza delle parti del delicato processo distributivo del vino: chi produ-

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PER NOI ACQUISTARE UNA BOTTIGLIA DI VINO SIGNIFICA ACQUISTARE CONSAPEVOLEZZA E SAPERE OLTRE CHE LA GIOIA DI GODERE DI UN VINO COME POESIA.

Rapporti di produzione

anche ridurre la distanza tra produttore e con-sumatore, eliminare l’antagonismo diffuso nella nostra società tra i due soggetti, per costruire in-vece sinergie. Si tratta di obiettivi del lavoro che facciamo e che abbiamo fatto. In molti casi ob-biettivi raggiunti diffondendo una cultura e svi-luppando esperienze concrete che avessero come fondamento questi principi.Il vino è prima di tutto del vignaiolo. Quello che c’è nella bottiglia è frutto del suo lavoro, è una parte di sé. Il vignaiolo deve essere libero di ven-dere il suo vino, a un prezzo giusto, a chi vuole.Il consumatore, il coproduttore, lo spazio sociale, l’enoteca e il ristorante devono avere la possibili-tà di acquistare direttamente il vino dal produt-

ce, chi (ri)vende, chi acquista. Fin dia tempi di Critical Wine, insieme ai compagni e gli amici di molti centri sociali italiani, con Luigi Veronelli e soprattutto con le decine di vignaioli con cui ci si confrontava. L’abbiamo avuto sempre più chiaro in questi anni con La Terra Trema. Oggi ritenia-mo che sia questione strategica e fondamentale se si vuole immaginare un futuro per i produttori che ci stanno a cuore, un futuro che migliori la qualità dei loro vini, del loro lavoro e della loro vita. Un futuro diverso e migliore per noi tutti e per questa terra moribonda e violentata.Per noi acquistare una bottiglia di vino significa acquistare consapevolezza e sapere, oltre che la gioia di godere di un vino come poesia. Vuol dire

tore. Lavoriamo perché questo avvenga in modo sempre più diffuso. Non può esserci nessun mo-nopolio (oltre all’accisa discutibile che esercita lo stato). Non può esserci nessuna esclusiva.Ultimamente ci è stato raccontato di vignaioli in ostaggio del distributore, dei distributori. Storie preoccupanti di vignaioli che non possono ven-dere le proprie bottiglie di vino perché l’esclusiva è nelle mani del distributore. Durante le fiere, contattati telefonicamente, via mail o addirittu-ra in cantina: “Sei di Milano? Vuoi il mio vino? Io non posso vendertelo, contatta il mio distri-butore su Milano. Ecco il biglietto da visita del mio distributore”. Pazzesco tanto quanto usare dosi massicce di solforosa, lieviti e additivi in cantina e la chimica abbondante in campagna!Sia chiaro. Sappiamo bene quali sono i motivi che hanno portato i vignaioli a intraprendere queste strade. Ma siamo convinti che siano strade peri-colose e controproducenti per tutti. Questo non è un problema solo nostro, è un pro-blema di libertà di tutti. Per primo del vignaiolo, anche se è convinto di valorizzare il proprio pro-dotto e di ottenere più profitto. Il suo vino non è più suo, ma del distributore. È un problema che produrrà dispositivi simili a quelli della Grande Distribuzione Organizzata. Un problema da su-perare, su cui vale la pena aprire discussione. Di-versamente, a nostro avviso, se questo dispositivo distributivo prenderà piede torneremo indietro di dieci anni, e molti piccoli vignaioli autentici passeranno dall’illusione del successo al rischio di non farcela più.Noi continueremo a supportare dei rapporti libe-ri e non monopolistici. Per una distribuzione dei prodotti della terra e del cibo diffusa e autogestita.

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INVERNO 2015

ALTRI INTERVENTI

NON È IL VINODEL DISTRIBUTORE

Butto li due o tre riflessioni. È ovvio che tutta la cate-

na del commercio ha le sue ragioni di essere, e tutti hanno il diritto di avere una retribuzione dignitosa. Fosse solo per il fatto che abbia lavorato per più di trent’anni da solo, è impossibile essere in vi-gna, in cantina e ai mercati, anche se vari mer-cati sono simpatici; ma se si vuole vivere con una famiglia i mercati di fine settimana sono impossibili, e dunque un agente, un distributo-re o simili diventano necessari. Detto questo ci sono vari però e perché. Alla rinfusa: perché un agente italiano prende dal 15 al 20% e un agente tedesco dal 4 al 7%? Perché quando c’è un aumento dei costi di pro-duzione e c’è difficoltà di vendere l’unico che fa sconti è il produttore, mentre l’agente e i vari rivenditori moltiplicano il prezzo di vendita per

una certa percentuale e il guadagno è sempre lo stesso? L’unico che è sotto pressione per stare nel mercato è sempre il produttore, che deve ri-durre i margini per mantenere lo stesso prezzo se i costi aumentano. Perché non si diminuiscono la percentuale anche l’agente e il rivenditore?Se così fosse si ricreerebbe una corretta inter-pretazione della catena di vendita. Siamo sulla stessa barca, con rispetto reciproco, e consape-volezza di partecipazione e fedeltà commerciale, e tutti con la necessità di vendere e incontrare il cliente finale.Sulle esclusive il problema esiste, perché se ho un bravo agente che lavora bene su una certa zona, dare il vino in diretta sarebbe fargli con-correnza diretta. La realtà purtroppo è spes-so diversa per noi piccoli, ed è che siamo una delle aziende di un portafoglio con logiche solo di mercato, e per noi queste logiche non sono nemmeno quantitative, ma decorative.

Concordo sul rischio di andare verso posi-zioni monopolistiche

o di finire a usare metodi da Grande Distribu-zione Organizzata. Ma sta al produttore gestire con intelligenza certe dinamiche. Pensare che sia possibile vendere anche solo diecimila bottiglie fra fiere e mercatini o circoli arci è impensabile e – credo – neanche troppo giusto. E c’è chi ne deve vendere centomila o duecentomila… Soprattutto quando la vendita diretta al ristoratore o all’eno-tecario o anche al circoletto presuppone di non essere pagati o essere pagati a centoventi giorni, mentre il “cattivo” distributore paga invece con regolarità e assumendosi tutti i rischi sia di liqui-dità che di magazzino.Non so, comincio a pensare che noi tutti si deb-ba evitare di restare aggrappati a immaginari che dieci anni fa avevano un senso ben evidente ma rischiano oggi di impantanarci in derive ideolo-giche. Il ragionamento critico sulla distribuzione va benissimo ma sempre tenendo conto che una bottiglia di vino non è un ceppo di insalata, che l’agricoltura contadina non è tutta uguale e che il piccolo distributore locale (spesso come è sta-to qui ricordato da giovani appassionati che si stanno inventando letteralmente un nuovo me-stiere) non è per forza Eataly o Esselunga.Sul discorso “esclusiva” poi ci sarebbe da parlare a lungo. Posto che il vino venduto in fiera do-vrebbe essere escluso da qualunque accordo – se partecipi a una qualunque fiera, sennò che ci vai a fare a una fiera del vino? – lo stesso per la ven-dita in cantina –, per esperienza vissuta vi dico che molto spesso chi chiede un invio di vino di-rettamente saltando il distributore è perché ci vuole fregare. Me ne sono capitate di tutti i colo-ri, dai difensori della filiera corta e del rapporto diretto e del bla bla bla. A me va bene tutto, ma mai uno straccio di autocritica nei nostri circuiti “critici”, eh?!(...)Se vi ho scritto è perché vi voglio bene. Il disac-cordo è ciò che ci rende vivi. E se c’è dialettica vuol dire che ci stiamo parlando. Dopodiché, figurarsi se non sono d’accordo che la vendita diretta debba essere sempre maggiore e che i mo-nopoli sono da abbattere.Ma il punto è che stavolta – secondo me – sba-gliate obiettivo. La distribuzione è uno dei gran-

di problemi dell’economia di oggi (quante volte ne abbiamo parlato?) Vale per il cibo come per la musica come per il cinema o i libri. Su questo siamo d’accordo. Ma non è abbattendo l’inter-mediazione in sé che si risolve il problema, caso-mai creando le condizioni perché la distribuzio-ne abbia caratteri di un certo tipo.La sacrosanta idea di accorciamento della filiera deve fare i conti anche con le specificità dei di-versi prodotti, dei diversi costi industriali, delle diverse strutture produttive. Vedere vino non è e non sarà mai come vendere il fresco. Un azienda vinicola, per quanto piccola, ha nella logistica e nel magazzino grosse criticità. Io comincerò a ottobre 2015 a vendere un vino vendemmiato nel 2013 e i cui costi ho iniziato a sostenere a ottobre 2012.Voi queste cose le sapete perché ormai siete “del mestiere”. E allora non potete non osservare che figure intermedie “commerciali” servono, specie se sono molte e in concorrenza fra loro (esat-tamente quel che sta succedendo) cioè non in posizione dominante e monopolistica.Quindici anni fa, quando ho iniziato, giravo a vendere vino ed ero solo soletto contro gli agenti delle super aziende e prendevo mazzate. Oggi sul mercato si danno e si prendono ma non siamo più soli. Una certa distribuzione del “vino na-turale” è nostra alleata, non è nostra nemica. A volte dietro ciò che chiamate “monopolio” si ce-lano semplicemente relazioni umane, gente che ti ha dato fiducia quando non eri nessuno, gente che ha creduto in te quando altri dicevano che era impossibile, gente che ha investito nel natu-rale quando altri lo schifavano, non oggi che va di moda, magari – a volte – pure compagni di strada e di lotte.Dite bene, non è impossibile vendere tutto diret-tamente: il problema è se uno deve fare il vigna-iolo o il venditore. Io voglio stare in campagna e non girare come una trottola tutti i giorni a vendere il mio vino perché il vino deve essere solo mio e di nessun altro.Il mio vino racconta una storia che deve essere di tutti. Certo, bisogna fare attenzione, alcune logiche sono problematiche. Ma un conto è sognare, un conto è la quotidianità di aziende che hanno fatto anche investimenti importan-ti, non per “sabotare il sistema” ma molto più umilmente per provare a cambiarlo.

Antoine Luginbühl Casina di Cornia

Corrado DottoriLa Distesa

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Rapporti di produzione

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Finalmente si parla (si scrive) e si sento-no posizioni contra-

stanti rispetto a un tema fondamentale. Penso che abbiate chiarito la vostra posizione. lo sa-pete ho una microscopica distribuzione a Bo-logna e organizzo annualmente una fiera che cerca di tener fede alla strada tracciata da CW, ma che allo stesso tempo è anche vetrina per la distribuzione di cui mi occupo. Non mi so-gno nemmeno lontanamente di impedire alle aziende di vendere ai privat. Anzi, a GN, nel prezzo di ingresso è compreso un buono di 5 euro per l’acquisto di una bottiglia da qualsi-asi produttore, da parte di qualsiasi visitatore, 5 euro che poi vengono restituite, moltiplicate per i buoni raccolti, ai produttori prima della fine della fiera stessa.Ma , se tu produttore che sei da me distribuito a Bologna approfitti del fatto si essere in città per prendere contatti con un ristorante, un cir-colo, un enoteca per rifornirlo alle mie spalle mi incazzo e molto, per due motivi:Il primo, evidentemente laddove io impronto il mio rapporto con te produttore sulla fidu-cia e sulla condivisone di alcuni principi etici (eretici nel mio caso), rifiutando a priori qual-siasi contratto di esclusiva – perchè comunque comprendo che vi possano essere relazioni nate prima che la mia attività nascesse – tu fai buon viso a cattivo gioco agganciando nuovi clienti senza comunicarmelo, dichiari di essere d'accordo con i principi di una distribuzione alternativa, di supportare le piccole economie, ma fondamentalmente sei interessato esclusi-vamente alla tua di economia e questo diventa tanto più evidente quando all’inizio dell’anno solare (gennaio per intenderci) mi contatti, una volta che ti sei fatto i conti di magazzino di cosa ti è rimasto nel periodo post-natalizio per vendermi le rimanenze, dichiarandoti sconten-to delle poche quantita che ti vendo etc etc.Attenzione non si muovono così solo i respon-sabili marketing delle grandi aziende, ma an-che i più insospettabili dei “compagni”.

Il secondo motivo è che, dal momento in cui solo in base al tuo (di produttore) entusiasmo e alla tua sensibilità hai deciso di aderire ed af-fiancarti ad una esperienza che propone il tuo vino insieme a quello di altre aziende, hai una responsabilità, anche rispetto alle altre. Perchè un progetto di distribuzione che nasce e si svi-luppa da basi “politiche” non tende a vendere la singola bottiglia, il singolo prodotto, seppur moltiplicato ma tende a vendere l’idea stessa, tende a vendere la suggestione che è possibile per chiunque emanciparsi dalle logiche di mo-nopoli siano essi produttori, operatori di filiera o rivenditori finali (enoteche, bar, ristoranti). Tu azienda chiaramente sei libera di vendere bypassando il tuo distributore “eretico”, fot-tendotene di accordi presi e anche di amicizie instaurate, ma vendendo in questa maniera la metti in culo anche alle altre aziende che han-no aderito al tuo stesso progetto di distribuzio-ne. Perchè se l’azienda X è sulla cresta dell’on-da e tutti ne desiderano i prodotti, non sarebbe male se avesse senso di responsabilità nel capi-re che tramite il distributore Z, che propone un catalogo diversificato ma coerente, può aiutare anche l’azienda Y, che probabilmente è all’ini-zio, o ha un prodotto più difficile, o sempli-cemente proviene da un territorio meno A’ La Page per i bevitori fighetti.Il distributore, o almeno GN (che sta per Gusto Nudo), ,ma son sicuro tanti altri, non intendo-no vendere un milione di bottiglie di un unica etichetta, ma piuttosto tante bottiglie di tante aziende in cui credon e, credetemi, il più delle volte, nell’atto di vendere, di ricercare clienti: il prodotto, l’etichetta recensita sulle guide non c’entrano un cazzo, ma c’entra la persona/pro-duttore, il suo lavoro, il suo amore per la terra.Per questo se tu azienda mi bypassi, la metti in culo a me, ma la metti in culo pure al tuo vicino di banco in fiera.Ci voleva, comunque, non condivido fino in fondo la vostra posizione che ritengo un po’ ideologica, ma vi ringrazio per aver introdotto e innaffiato il dibattito.

Cari ragazzi de La Terra Trema,Sono tra quelli che

non hanno distributori, che fanno tutto diret-tamente e personalmente, quindi concordo pie-namente che prima di tutto il vino che faccio insieme a mio figlio è nostro e solo nostro.Vorrei però sottolineare l’aspetto speculare del problema. Più di una volta, facendo i miei giri “promozionali”, in cui presento me stessa, la mia azienda, e porto sempre un assaggio dei miei vini in omaggio, mi sono sentita rispon-dere da ristoratori, gestori di vinerie, enotecari, che “mi spiace, ma io ho un distributore che mi porta diversi vini insieme, non posso mettermi a comprare direttamente”, o addirittura che il distributore di turno “ha l’esclusiva dei vini Bio in città”.Ecco, forse si dovrebbe fare un’azione di “edu-cazione” anche per chi i nostri vini li rivende e li mesce.Distribuzione libera e autogestita, ora e sempre!

Io so solo che arrivo adesso… e da quanto tengo la posizione,

tutte le vostre righe di tutti, mi danno una spe-ranza atomica ancora per tenere duro!! per me e per i miei figli… vaccaboiaporca di un mercato che mi basterebbe semplicemente quello che ri-esco a fare e invece mi devo fare un culo della madonna e domani mattina potrei essere ugual-mente spazzato via!! e io pretendo di rimanere senza distributori perchè… dietro alle mie poesie da mordere ci voglio essere solo io! e voi… ;) an-che se il mio è un altro discorso ancora e non è un discorso paragonabile ai cari amici vignaio-li… so solo che quando arriva quel meraviglioso fine novembre, mi si ingrossa il cuore e mi dico da solo che… vaccaboia anche per quest’anno ce l’ho fatta!!

Corinna VincenziIl Cerchio

Daniele MarzialeIl Piccolo Forno

Matteo Gattoni Gusto Nudo

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INVERNO 2015

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Dai territori

IL MASTERCHEF, IL GRANDE EVENTO E UN LUOGO DA VALORIZZARE: CRONACA DISILLUSA DI UNO SPOT GIÀ VISTO E DIGERITO

In questi mesi abbiamo elaborato spesso analisi approfondite sulla questione Cracco all’Annunziata di Abbiategrasso, in provincia di Milano. Questione sfaccettata, che spiega bene le derive e lo stato delle cose per ciò che è

ormai considerato da molti un modello, un brand, un format vincente: lo chef pluri-stellato, il giudi-ce padreterno, con le braccia incrociate e le cucine al soldo di televisione e telepromozione.Partiamo dall’inizio. Da una parte c’è Carlo Cracco (Maestro Martino, Ambasciata del Gusto, Good Food in Good Expo, Milano Gourmet Experien-ce, Freedot e ancora patatine, bibite per aperitivi, pentole e fornelli da sponsorizzare o che si spon-sorizzano da soli); Dall’altra una cittadina che si accorge di invecchiare, che sente difficile stare al passo coi tempi. L’unica possibilità per dare nuo-vo lustro e visibilità sta nel lifting, nel ritocco, nel camouflage estetico. L’operazione Carlo Cracco cadeva a pennello.All’inizio doveva esserci valorizzazione del territo-rio, di cultura, di lavoro di uomini e donne. Certo, sulla carta sembrava funzionare. Chef di succes-so, cucina argomento mainstream, spettacolariz-zazione assicurata, eventi da diffondere sui social network, effetto Expo2015, eccetera eccetera ecce-tera. Qualcosa s’inceppa però. Il grande chef non si fa pregare, ma la location la vuole gratis, paghereb-be solo le utenze saltuarie. Il bel convento, la sua storia (che tra sacro e profano varrebbe un film), la costosa ristrutturazione, la sua connotazione di bene pubblico poco valgono di fronte all’onore di ospitare il sommo giudice e masterchef.Così ha inizio. Cartella stampa? Patatine fritte, le rustiche a marchio registrato, e conserva del terri-torio. Le prime appena uscite dall’illustre fabbrica, l’altra dalla bottega di un piccolo produttore loca-le. Il sapore in bocca è già di cultura standardizzata a suon di sponsor.La sensazione di sentirsi chiamati a lavorare per loro, la grande distribuzione, quella fila di pata-tine, lo scaffale delle birre, il settore aperitivi, la

Convento voluto da Giangaleazzo Sforza nella metà del '400. Nell’800 diventa ricovero degli "In-curabili" della Pia Casa. Verso la fine dell'800 l'edificio viene trasformato in fabbrica. Dai primi del '900 centinaia di sfollati, migranti dal Veneto, sud Italia, Vietnam, Albania e Nord Africa, faranno dell'Annunciata la loro casa e un’esperienza di convivenza autogestita. Sul finire degli anni No-vanta il complesso viene acquistato dal Comune e gli abitanti vengono allontanati per iniziare i lavori di ristrutturazione. Undici milioni di euro. Restituire un bene pubblico alla collettività dice-vano, in quegli anni, le amministrazioni comunali. Nel 2015 arriva Expo e a Farinetti, il patron di Eataly, vengono concessi all'interno dell'esposizione, senza gara, ottomila metri quadri per il suo ristorante. La giunta del sindaco Arrara concede in comodato gratuito l'ex Convento per un anno all'Associazione Maestro Martino - di cui Carlo Cracco è presidente - per realizzare dieci eventi. Il giudice di Masterchef non ha versato nessun canone d'affitto. Un bene pubblico "regalato" per sei mesi a un milionario. Per Cracco sembra essere l'ingresso dalla porta principale nello spazio che vorrebbe adibire ad Accademia di Cucina d'Autore. L'ambasciatore di Expo non ne ha mai fatto mistero. Per l'assegnazione il Comune aveva pubblicato un bando dai requisiti stringenti a cui aveva partecipato solo la Cracco Investimenti Srl. La selezione è stata sospesa a seguito di interrogazioni in consiglio comunale sulla trasparenza della procedura di aggiudicazione.

L’ANNUNCIATA E ABBIATEGRASSO

IL RE È NUDO

pasta industriale, il sugo già pronto, il pollo im-panato: Siamo noi gli attori e le attrici dello spot. Nostro malgrado.Gli eventi che seguono hanno quella formula, quel format televisivo. Sponsor che c’è e si vede. Che ci sia pubblico è quasi indifferente.Assaggi, porzioni, bocconi. Il tempo veloce di uno scatto, un fotogramma.Quanto è costato tutto questo? Al territorio è co-stato molto. Un passo indietro grande. Un tuffo nel passato, a quando si pensava che la grande di-stribuzione fosse la soluzione per ogni male.Tanti saluti al contadino e all’agricoltore, alle loro storie, al senso pratico e intrinseco del loro lavoro, alla conoscenza. La società di comunicazione im-pone le sue richieste irragionevoli (grana padano fresco in forme buone per il single, farine grezze che mal si adattano ai ricettari 2.0 eccetera). Ora bisogna darsi da fare, c’è la filosofia aziendale, la mission, la location. D’un tratto cibarsi diventa atto passivo, consumato attraverso uno schermo, sia

televisione, tablet o smartphone, ventiquattr’ore su ventiquattro. Fotografie, clic, partecipo all’even-to o forse parteciperò. Ed essere o non essere non è più il problema.Nei sogni di chi ha provato a metterci il naso c’era una scuola di alta cucina, un’ipotesi di futuro su cui investire in sinergia con l’amministrazione lo-cale, partecipazione attiva di una nuova generazio-ne di contadini e contadine. Invece è stato silen-zio, scarsa attenzione, nulla da insegnare, pentole gentilmente offerte, fornelli in vendita, le solite patatine. Non una scuola, né le sinergie, la par-tecipazione come nemmeno nel più ingenuo dei sogni ci puoi credere. Qualche fornitura dovuta, pagata o no a suon di “è tutta pubblicità”. È il modello reality, ne resterà soltanto uno, quello che non si tira indietro, pelo nello stomaco, poca memoria storica.  Al mutualismo contadino, alla reciprocità con le reti del territorio, un ossequioso, bisbigliato Buonanotte.Negli anni abbiamo percorso per l’agricoltura (e la cucina, anche quella alta) strade diverse, nelle quali l’agricoltura non è stata silenziosa serva al servizio del buon signore ma protagonista attiva, indispensabile forza intellettuale e materiale con cui confrontarsi; quotidianamente dentro il terri-torio, le sue virtù e le sue problematiche. Carne viva che si mette in gioco di persona, volto rugo-so, pellaccia dura. Non un sorriso ammiccante o sguardo languido su manifesti personalizzati o su furgoni in transito veloce.Negli anni abbiamo intrapreso intorno al cibo e alla sua produzione relazioni, sinergie autonome, indipendenti, anche dalla ragione del marketing; sinergie che hanno innescato economie aperte a una cittadinanza ampia, lontana da cerchie eli-tarie, dal culto del singolo, dalla promozione di sponsor enormi. In questo agire collettivo e condi-viso abbiamo ammirato un fiorire rigoglioso fatto di contadine, contadini, ristoratori e ristoratrici; un ragionamento costante in merito alle agricol-ture di domani (tra salvaguardia del territorio, cultura, lavoro), sulle cucine nuove, i costi, la concreta accessibilità alle cucine di qualità. Su chi impiatterà prelibatezze e su chi laverà quei piatti.Guardare alle circostanze che hanno portato Car-lo Cracco ad Abbiategrasso, analizzarle con de-cennale esperienza sul campo, significa spiegarsi equazioni altre ad ampio spettro, che vanno dalle politiche territoriali locali ai grandi numeri nazio-nali. Come quelli del bluff buonista e retorico di Expo2015. Equazioni che hanno spianato la strada ancora una volta a una modalità produttiva indu-striale e intensiva. Entità economiche enormi che subordinano a se stesse il territorio, prevaricano il bene comune, sussumono sapienze e sapere, cul-tura e terra fertile. E che sulla terra su cui si radi-cano lasciano poco o niente.

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AGRICOLTORI E ARTIGIANIABRUZZOLu Cavalire, Fontanelle di Atri (TE) ➝ 102Peperoncini piccanti: Chupetiño, Colorado, Lazzaretto, Pasil-la Bajio, Cajenna, Hungarian Hot, Jalapeño, Hot Lemon, Ha-banero Red, Habanero Golden, Habanero White, Habanero Yellow, Habanero Orange, Habanero Chocolate, Fatalii, Naga Morich, Trinidad Scorpion, Rocoto Guatemala Orange, Ro-coto Costa Rican Red, Trinidad Moruga Scorpion; olio; ceci.

Valle Scannese di Rotolo Gregorio, Scanno (AQ) ➝ 91Formaggi di pecora: Pecorino Scorza Nera, Pecorino Brigan-taccio, Pecorino da Pasto, Pecorino a lunga stagionatura, Gre-goriano, Cacio Marcetto, Ricotta Scorza Nera, Monte Godi; formaggi di vacca: Caciocavallo Barricato, Caciocavallo Gnuc-ca, Mozzarella Fior di Latte, Formaggio dell’Orso, Scamorze, Capriccio di mucca; formaggi a latte misto: Trittico, France-sco; Yogurt di capra, Yogurt di pecora, Yogurt di vacca.

CAMPANIAMinieri Michele, Carife (AV) ➝ 101Olio; verdure sott’olio, salsa di pomodoro.

EMILIA ROMAGNAAppennino che resiste, Valmozzola (PR) ➝ 89Formaggi di vacca, pecora, capra: Tome, Caciotte, Ricotte e altre ricette locali; funghi.

Piccolo Forno Marziali, Saludecio (RN) ➝ 103Biscotti, torte, dolcetti.

Podere Casa Schizzati, Sala Baganza (PR) ➝ 85Salame Baganzola, nero di Carrega (prosciutto crudo o spalla cruda), pancetta arrotolata con cotenna, coppa, spalla cotta, culatello, fiocco, salame di prosciutto, lardo; cotechini, zam-poni, salamelle, guanciale, strutto.

LOMBARDIAAGRIpiccola, Telgate (BG) ➝ 100Salame, pancetta, coppa, culatello, cacciatore, lonzino, sa-lamelle, cacciatori piccanti, cotechino, zampone, coppa di testa, bresaola; carne bovina di Frisona Italiana, carne bovina di incrocio Frisona Italiana x Blu Belga, carne bovina di Pie-montese, carne di vitello, carne di coniglio; farina di grano tenero integrale, pane.

Apicoltura Veca, Milano (MI) ➝ 98Miele di acacia (Parco Agricolo Sud Milano e Oltrepò pave-se), miele di girasole (Maremma Toscana), miele di millefiori (Milano, Parco Agricolo Sud Milano, Oltrepò pavese e Ma-remma Toscana), melata (Parco Agricolo Sud Milano).

Caffè Malatesta, Galbiate (LC) ➝ 96Caffè Guatemaya (arabica, origine Guatemala e Honduras), caffè Miscela Malatesta (arabica e robusta), caffè Miscela In-tensa (robusta e arabica), caffè Durito (arabica, monorigine Chiapas, Messico), caffè Free Palestine (arabica, origine Gua-temala e Honduras, e cardamomo), caffè Colombia (arabica, monorigine Caldono e La Vega, Colombia).

Cascina Caremma, Besate (MI) ➝ 93Riso Arborio e riso Arborio integrale bio; farina di grano tene-ro e farina di grano tenero integrale bio, polenta integrale bio, farina di segale integrale bio, farina di riso bio; fagioli borlotti bio; confetture e conserve; salame crudo Crespone bio, morta-della di fegato di maiale bio, salamini di maiale bio, cotechino bio, sanguinaccio bio; birra, Mes e Mes vino rosso (freisa), Il Caremma vino rosso (freisa); pane, biscotti e frollini.

TRENTINOMaso Bergamini, Cognola di Trento (TN) ➝ 51Moscato Rosa Spumante Demi-Sec Bio, Riesling Renano igt Vigneti delle Dolomiti, Teroldego igt Vigneti delle Dolomiti Bio, Trentino doc Lagrein Bio, Trentino doc Pinot Nero Bio, Trento doc Riserva Terre Basaltiche.

UMBRIACalcabrina, Montefalco (PG) ➝ 36Calcabrina Foglio 11 (sagrantino).

Cantina Margò, Perugia (PG) ➝ 62Fiero Bianco igt Umbria (grechetto), Fiero Bianco Vendem-mia Tardiva igt Umbria (grechetto muffato), Fiero Rosato igt Umbria (sangiovese), Fiero Rosso igt Umbria (sangiovese), Fiero Rosso Vendemmia Tardiva igt Umbria (sangiovese), Fiero Surlì Spumante (verdello), Margò Rosso igt Umbria (sangiovese), Regio Bianco igt Umbria (trebbiano).

VENETOAldrighetti Lorenzo e Cristoforo, Marano di Valpolicella (VR) ➝ 8Amarone della Valpolicella Classico doc, Recioto della Val-policella Classico docg, Valpolicella Classico doc, Valpolicella Ripasso Classico Superiore doc.

Alla Costiera, Vò (PD) ➝ 65Agnese Moscato Secco igt Veneto, Biancone igt Veneto bian-co (tai), Colli Euganei Fior d’Arancio Spumante docg, Colli Euganei Carmenere doc, Colli Euganei Rosso doc Gerardo, Colli Euganei Rosso Riserva doc Vo’ Vecchi, Il Fiore della Costiera Moscato Giallo Passito igt Veneto, Serprino doc.

Le Bignele, Marano di Valpolicella (VR) ➝ 23Amarone della Valpolicella Classico docg, Dose’to del Nonno igt Rosso Veronese (corvina, corvinone, rondinella e moli-nara), Recioto della Valpolicella docg, Valpolicella Classico Superiore doc, Valpolicella Ripasso Classico Superiore doc.

Monte Dall’Ora, San Pietro in Cariano (VR) ➝ 53Amarone della Valpolicella Classico doc, Amarone della Valpolicella Classico doc Stropa, Recioto della Valpolicella Classico doc Sant’Ulderico, Valpolicella Classico doc Saseti, Valpolicella Classico Superiore doc Camporenzo, Valpolicel-la Ripasso Classico doc Saustò.

Monteforche, Vò (PD) ➝ 65Cabernet Franc igt del Veneto, Cassiara igt Bianco del Vene-to (malvasia istriana, garganega e moscato), Vigna del Vento igt Rosso del Veneto (cabernet franc e merlot), Carantina igt Bianco del Veneto (garganega).

FRANCIA (BORDEAUX)Chateau Pascaud Villefranche, Barsac (Drôme) ➝ 27Sauternes aoc.

BIRRIFICILOMBARDIABirrificio Ma’aM, Abbiategrasso (MI) ➝ 25Amerigo (american brown ale), IPA 12/3 (indian pale ale), La Rima (golden ale).

MARCHEBirrifirma, Sant’Elpidio a Mare (FM) ➝ 21Bianca DoppioZero (lemon & ginger wheat ale), I A.M. not Pippa (spelt farmhouse ale), Pippa 44 Senduiccerì (golden spicy ale), Pippa Agricola (harvest pale ale), Pippa Originale (premium pale ale), Royale Rocket (honey blond ale).

PIEMONTEBirrificio a Bassa Velocità, Cels, Exilles (TO) ➝ 19birra chiara a alta fermentazione, birra chiara a bassa fermen-tazione, birra scura con erbe selvatiche.

Cascina Contina, Rosate (MI) ➝ 19Comunità/tribù.

Cascina Selva, Ozzero (MI) ➝ 87Formaggi di vacca: Caciotta, Ricotta, Primo Sale semplice ed erborinato, Selvaggio, Morbidone, Crescenza, Zingherlino, Panna, Burro, Yogurt, latte crudo; farina di grano tenero, farina di mais, pane, biscotti, torte.

La Torta Fatta In Casa, Zelo Buon Persico (LO) ➝ 83Prodotti da forno: panettone, torte dolci e salate, salatini, biscotti.

Strawberry Fields, Corbetta (MI) ➝ 97Frutta e verdura; conserve.

PIEMONTEArgalà, Boves (CN) ➝ 88Pastis, liquore di mele, gin al genepy.

Beni di Busonengo, Villarboit (VC) ➝ 71riso Carnaroli, riso Carnaroli integrale.

Cascina Artusi, Cerano (NO) ➝ 84Riso Carnaroli, riso Arborio, riso Augusto, riso Augusto in-tegrale; farina di riso, farina di mais.

Erbe Alpine, Cels, Exilles (TO) ➝  19preparazioni erboristiche.

I-Tal Buffet, Casale Monferrato (AL) ➝ 97Hemp-fu (formaggio di canapa), dolci di canapa.

Le Dolci Operaie e Floriana Ranghino, Arborio (VC) ➝ 98Miele di acacia, miele di castagno, miele di millefiori, miele di reynoutria japonica (Monferrato e alto vercelle-se), miele di rododendro (Valsesia), miele di tiglio, me-lata di metcalfa; riso Sant’Andrea, riso Centauro, riso CL71, riso Tramonto.

Pelizza Giancarlo, Romano Canavese (TO) ➝ 82Farina di grano tenero integrale, farina di grano duro inte-grale; orzo mondo; Al Sirm vino erbaluce da uve stramature.

Roberta Capanna, Valgrana (CN) ➝ 90Piante officinali e aromatiche, zafferano.

PUGLIAAssociazione Terrasud, Monopoli (BA) ➝ 99Olio; conserve; cosmesi; cesti e utensili.

SICILIAIacono Corrado, Noto (SR) ➝ 82Olio; pomodori datterini secchi, capperi, mandorle, carru-be; marmellate.

Riber Navel, Ribera (AG) ➝ 94Arance di Ribera, mandarini, limoni; olio della Val di Maz-zara, olive.

TOSCANAForra’pruno, Lamporecchio (PT) ➝ 86Olio; conserve e salse; cesti.

La Bucolika, Fazzano, Fivizzano (MS) ➝ 92Farina di castagne; miele di acacia, miele di millefiori, miele di castagno; olio.

Le Selvatiche Toscane, Montespertoli (FI) ➝ 95Preparazioni selvatiche e naturali, fermentazioni, pane case-reccio e piantine officinali.

LA RONCOLA

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Cascina Zerbetta, Quargnento (AL) ➝ 29Barbera del Monferrato doc, Monferrato Rosso doc Pianga-lardo, Quattrocento (sauvignon, müller thurgau).

Curto Marco, La Morra (CN) ➝ 32Barbera d’Alba doc, Barolo docg La Foia, Barolo docg Arbo-rina La Foia, Dolcetto d’Alba doc, Langhe Freisa doc, Langhe Nebbiolo doc; Barolo Chinato, grappa.

Eraldo Revelli, Farigliano (CN) ➝ 80Dogliani docg Autin Lungh, Dogliani docg Otto Filari, Do-gliani Superiore docg San Matteo, Langhe Rosato doc RoS-Sèt, Langhe Rosso doc La Basarisca.

Garella, Masserano (BI) ➝ 77Juan (nebbiolo, croatina, vespolina e altri), Numech (nebbio-lo), Trun (croatina).

Il Mongetto, Vignale Monferrato (AL) ➝ 45Barbera d’Asti docg Vigna Guera, Barbera del Monferrato Superiore docg Vigna Mongetto, Grignolino del Monferrato Casalese doc Vigna Solin, Malvasia di Casorzo doc Vigna Ru-difrà, Monferrato Rosso doc Vigna Telegro.

La Morella, Carezzano (AL) ➝ 5Colli Tortonesi Timorasso doc I Tre Venti, Il Monte (cortese), Colli Tortonesi Barbera doc Morella, Colli Tortonesi Barbera doc Antico Convento, Colli Tortonesi Dolcetto doc Bricco del-le Streghe, San Martino (merlot), La Corte dei Merli (freisa).

La Viranda, San Marzano Oliveto (AT) ➝ 20Augusto Spumante Brut Rosè (pinot nero), Cà ‘d Roc (cor-tese), Costa ‘d San Bastian (sauvignon), Futuro Rosso, I Tre Stei ‘d Luigina, ‘L Vignot (pinot nero), ‘L Martinet (char-donnay), La Rou (cabernet sauvignon), La Pipiona (cabernet sauvignon), La Sopa (barbera), Libertario Rosso (brachetto), Madama Pijan (freisa), Pan del Bric (moscato passito), Rus ‘d Vitorio (merlot), San Giovanni ai Cipressi (barbera), Sulì del Cont (barbera); grappa; salame.

LeViti, Dogliani (CN) ➝ 38Bricalet M.P.F. (brachetto), Briosec rosato (brachetto), Brio-sec rosso (brachetto), Dolcetto di Dogliani doc Bric sur Pian, Dolcetto di Dogliani doc Cavalla.

Lo Zerbone, Rocca Grimalda (AT) ➝ 49Dolcetto di Ovada doc, Dolcetto di Ovada Superiore doc Nejr, Lo Zerbone Bianco (cortese), Lo Zerbone Rosso, Mon-ferrato Chiaretto doc Ciarèt, Valli dell’Oro (cortese passito).

Manera, Alba (CN) ➝ 2Barbaresco docg, Barbera d’Alba doc, Dolcetto d’Alba doc, Langhe Arneis doc, Langhe Favorita doc, Langhe Rosso doc, Nebbiolo d’Alba doc.

Piatti Antonella, Mazzè (TO) ➝ 74Canavese Nebbiolo doc Vin dal sindic, Canavese Rosso doc Gnepoc, Erbaluce di Caluso docg Falavospa, Na Stisa (erbalu-ce passito), Taramot Spumante Brut (erbaluce).

Principiano Giuseppe, Monforte d’Alba (CN) ➝ 64Barolo docg, Barolo docg Boscareto, Barbera d’Alba doc, Dolcetto d’Alba doc, Langhe Nebbiolo doc, Piemonte Chardonnay doc.

Quat Gat, Baldin Matteo, Lozzolo (VC) ➝ 10Bramaterra doc, Reys (vespolina), Iubire (nebbiolo e cro-atina), Kros (croatina, nebbiolo, barbera e uva rara), Leti (erbaluce).

Quat Gat, Caligaris Luca, Gattinara (VC) ➝ 10Coste della Sesia Nebbiolo doc, Coste della Sesia doc Rosa di Martina (nebbiolo e uva rara), Gattinara Riserva docg, Rosso di Sara (nebbiolo, uva rara, croatina, vespolina e neretto).

Quat Gat, Patriarca Franco, Gattinara (VC) ➝ 10Coste della Sesia Nebbiolo doc, Coste della Sesia Rosso doc, Gattinara docg, Qualcosa di Rosso (nebbiolo e vespolina).

Roccheviberti, Castiglione Falletto (CN) ➝ 73Barbera d’Alba Superiore doc, Barolo docg Vigneti Rocche, Dolcetto d’Alba doc Vigna Melera, Langhe Nebbiolo doc.

Tenuta Grillo, Gamalero (AL) ➝ 71Baccabianca (cortese), Barbera d’Asti docg Igiea, Monferra-to Rosso doc Pecoranera (freisa, barbera, dolcetto e merlot), Pratoasciutto (dolcetto), Tornasole (merlot).

Terre di Maté, Pasturana (AL) ➝ 24Gavi docg Regaldina, Maté (cortese).

PUGLIAPantun, Mottola (TA) ➝ 16Fàtù (primitivo appassite), Pantun (primitivo), Passò (primi-tivo passito), Skietto (primitivo).

Tenuta Patruno Perniola, Gioia del Colle (BA) ➝ 78Battaglio Primitivo igt Puglia, Chirintana Primitivo dolce na-turale igt Puglia, Gioia del Colle Primitivo doc Marzagaglia, Gioia del Colle Primitivo Riserva doc 1821, Ghirigori igt Puglia Rosato (primitivo), Striale Verdeca igt Puglia; miele.

SARDEGNAOrgosa, Orgosolo (NU) ➝ 75Cannonau di Sardegna doc Orgosa, Lucuriò igt Rosso Pro-vincia di Nuoro (cannonau, carignano, pascale e sangue di Cristo).

SICILIABarraco Nino, Marsala (TP) ➝ 79Catarratto igt Terre Siciliane, Grillo igt Terre Siciliane, Mi-locca vino da uve stramature (nero d’Avola), Nero d’Avola igt Sicilia, Pignatello igt Sicilia (perricone), Rosammare igt Terre Siciliane Rosato (nero d’Avola), Vignammare igt Terre Siciliane Bianco (grillo), Zibibbo igt Sicilia.

Bosco Falconeria, Partinico (PA) ➝ 12Catarratto igt Terre Siciliane, Falco Peregrino igt Terre Sici-liane (catarratto), Nero d’Avola igt Terre Siciliane; olio.

Cantine Barbera, Menfi (AG) ➝ 61Menfi Inzolia doc Dietro le Case, Menfi Chardonnay doc Piana del Pozzo, Menfi Merlot doc Azimut, Menfi Cabernet Sauvignon doc La Vota, Menfi Rosso Riserva doc Coda della Foce, Microcosmo igt Sicilia (perricone e nerello mascalese), Sicilia Inzolia doc, Sicilia Nero d’Avola doc, Sicilia Rosato doc La Bambina, Sicilia Passito doc Albamarina, Sicilia Grillo doc Coste al Vento.

Dos Tierras, Petrosino (TP) ➝ 17Dos Tierras igt Sicilia (nero d’avola e tempranillo), Grillo Verde igt Sicilia (grillo e verdejo), Temprano del Dos Tierras igt Sicilia (nero d’avola e tempranillo); olio.

Enò-Trio, Nunzio Puglisi, Randazzo (CT) ➝ 34Etna Rosso doc Nerello Mascalese, Francesco Vendemmia tardiva igt Terre Siciliane (moscato d’Alessandria e moscato di Noto), Pinot Nero igt Terre Siciliane, Traminer Aromatico igt Terre Siciliane.

Lantieri - Punta dell’Ufala, Vulcano (ME) ➝ 76Malvasia delle Lipari Passito doc Lantieri. Valcerasa - Bonaccorsi, Randazzo (CT) ➝ 72Etna Bianco doc Noir, Etna Bianco doc Valcerasa, Etna Rosso doc Crucimonaci, Etna Rosso doc Valcerasa, Rossorelativo igt Sicilia Rosato (nerello mascalese).

Viteadovest, Marsala (TP) ➝ 67Ciauro j Passula igt Terre Siciliane Rosso Passito (cabernet sauvignon, nero d’Avola e nerello mascalese), Viteadovest Bianco igt Terre Siciliane (grillo e catarratto), Viteadovest Rosso igt Terre Siciliane (nerello mascalese e nero d’Avola).

TOSCANACasina di Cornia, Castellina in Chianti (SI) ➝ 57Chianti Classico docg, Chianti Classico Riserva docg Vigna la Casina, Il Mariolo igt Bianco Toscano (viognier), L’Amaranto igt Rosso Toscano (cabernet sauvignon e sangiovese), Passi-to igt Toscana (moscato), Osé Rosato igt Colli della Toscana Centrale (sangiovese), Rosso Toscano igt (sangiovese, canaio-lo e ciliegiolo); grappa.

Dalle Nostre Mani, Fucecchio (FI) ➝ 4Arialdo igt Rosso di Toscana (sangiovese), Bianco dell’Em-polese doc Gagio, Foglia Punta igt Rosso di Toscana (pugni-tello), Foglia Tonda igt Rosso di Toscana, Gagio igt Bianco di Toscana (trebbiano), Gagio Spumino Spumante Brut (treb-biano); grappa; olio.

Fattoria Majnoni Guicciardini,Barberino Val d’Elsa (FI) ➝ 59Chianti docg Etichetta Bianca, Chianti Riserva docg, Chianti Superiore docg, Spareto igt Bianco di Toscana (chardonnay, malvasia bianca e vernaccia), Tìntero igt Rosso di Toscana (dolcetto, malvasia nera, sangiovese, ciliegiolo, pugnitello).

I Botri di Ghiaccioforte, Scansano (GR) ➝ 37Ghiaccioforte (procanico e altri), Vigna I Botri (sangiovese, ciliegiolo e alicante), Vigna I Botri Riserva (sangiovese, cilie-giolo e alicante).

Il Cerchio Capalbio, (GR) ➝ 42Costa dell’Argentario Ansonica doc, Dolce A Ansonica Passito igt Toscana, Maremma Toscana Bianco doc L’Altro (vermentino e ansonica), Maremma Toscana Sangiovese doc Valmarina, Tinto Alicante igt Maremma Toscana.

La Pievuccia, Castiglion Fiorentino (AR) ➝ 48Chardonnay 94 igt Toscana, Milamè igt Toscana Rosato (sangiovese), Nottelunga igt Toscana (sangiovese), Terraviva Bianco igt Toscana (chardonnay, trebbiano e malvasia), Ter-raviva Rosso igt Toscana (sangiovese), Valdichiana Vinsanto doc; olio delle Colline di Arezzo.

Monastero dei Frati Bianchi, Fivizzano (MS) ➝ 3Cenobio igt Toscana Rosso (merlot, pollera e barsaglina), Deir Syrah igt Toscana, Pollera igt Toscana, Tazzara igt To-scana (barsaglina).

Paterna, Terranuova Bracciolini (AR) ➝ 52Chianti Colli Aretini docg Paterna, Il Terraio Bianco igt Toscana (trebbiano e malvasia), Pugnirosso Pugnitello igt Toscana, Vignanova Sangiovese igt Toscana, Vin Santo del Chianti doc; olio.

Prato al Pozzo, Cinigiano (GR) ➝ 6Maremma Toscana Vermentino doc Prato al Pozzo, Monte-cucco Sangiovese docg Arpagone, Piede Rosso Cabernet Sau-vignon igt Toscana.

Sàgona, Loro Ciuffenna (AR) ➝ 69Gattorosso igt Toscana Rosso (sangiovese, malvasia nera, co-lorino, ciliegiolo e canaiolo), Primi Passi (malvasia bianca e trebbiano), Sàgona igt Toscana Rosso (sangiovese); olio.

Sant’Agnese, Piombino (LI) ➝ 54A Rose Is A Rose igt Toscana Rosato (merlot), I Fiori Blu Ca-bernet Sauvignon igt Toscana, Kalendamaia Vermentino igt Toscana, L’Etrange Vermentino igt Toscana, Libatio igt To-scana Rosso (sangiovese), Rubido Merlot igt Toscana, Spirto igt Toscana Rosso (merlot), UbuRuà igt Toscana Rosso (san-giovese, merlot e cabernet sauvignon).

Sorelle Palazzi, Morrona (PI) ➝ 35Chianti Colline Pisane docg Podere il Ceno, Chianti Colline Pisane Riserva docg, Chianti Superiore docg La Casina di Ba-dia, Trebbiano e Malvasia igt Toscana Bianco, Vin Santo del Chianti Riserva doc; grappa; olio.

Terra d’Arcoiris, Chianciano Terme (SI) ➝ 28Chianti Colli Senesi docg Etichetta Gialla, Chianti Superiore docg Etichetta Rossa, Etichetta Arancione vino rosso (sangio-vese, syrah, merlot, fogliatonda e malvasia nera), Etichetta Blu vino rosso (sangiovese, ciliegiolo e syrah); grappa; olio; mele e succo di mela.

Terre Apuane, Marina di Carrara (MS) ➝ 14Candia doc Biancheforme, Candia Rosso doc Formarossa, Candia Rosso doc Montesagro, Candia Vermentino doc Perle Nuvole, Vermentino Nero igt Toscana Rosso.

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uva tosca e altri), Trebbiolo Spumante Bianco (trebbiano di Spagna, trebbiano e garganega), Vèn da Massa Spumante Bian-co Dolce; aceto di vino, condimento balsamico 5 anni; salse.

FRIULI VENEZIA GIULIAFoffani, Clauiano (UD) ➝ 56Friuli Aquileia Cabernet Sauvignon Riserva doc, Friuli Aqui-leia Friulano doc Ter Vinum, Friuli Aquileia Merlot doc, Friuli Aquileia Merlot doc Merlino, Friuli Aquileia Merlot Riserva doc, Friuli Aquileia Pinot Grigio Superiore doc, Friuli Aquileia Refosco dal Peduncolo Rosso doc Ter Vinum, Friuli Aquileia Rosato doc (refosco), Friuli Aquileia Rosso doc Ter Vinum, Friuli Aquileia Sauvignon doc, Merlot bian-co, Moscato Rosa igt delle Venezie, Tocasù igt Bianco delle Venezie (friulano e sauvignon).

Nicolini Giorgio, Muggia (TS) ➝ 46Eugenio (moscato giallo), Malvasia igt Venezia Giulia, Mal-vasia Barrique igt Venezia Giulia, Piccola Nera igt delle Ve-nezie, Refosco igt Venezia Giulia, Rosso Nicolini (borgogna nera), Vitovska igt Venezia Giulia; grappa.

LAZIOOcchipinti, Gradoli (VT) ➝ 58Alea Rosa rosato (aleatico), Alea Viva igt Lazio Rosso (alea-tico), Alter Alea bianco (aleatico), Friccicarello rosato friz-zante (aleatico), Lacaldera igt Lazio Rosso (grechetto rosso), Lancerio igt Lazio Rosso Passito (aleatico), Montemaggiore igt Lazio Rosso Passito (aleatico), Rosso Arcaico (aleatico e grechetto rosso).

Podere Orto, Trevinano (VT) ➝ 43Trivium igt Lazio Bianco (procanico, greco, grechetto, ro-scetto e altri), Trivium igt Lazio Rosso (sangiovese, greghetto rosso e ciliegiolo), Trivium Moscato igt Lazio.

Villa Chiarini Wulf, Vetralla (VT) ➝ 30Allegro igt Lazio Bianco (Manzoni bianco e trebbiano), Fiore di Lignano igt Lazio Bianco (manzoni bianco), Flores igt Lazio Bianco (manzoni bianco), Flores Vendemmia Tardiva igt Lazio Bianco (manzoni bianco), Ottobre igt Lazio Rosso (cabernet franc), Terre di Carabas igt Lazio Rosso (cabernet franc e mer-lot), Terre di Lignano igt Lazio Rosso (sangiovese); grappa; aceto bianco, aceto rosso e condimento balsamico; olio.

LOMBARDIAAlziati Annibale, Rovescala (PV) ➝ 63Oltrepo Pavese Barbera doc, Oltrepo Pavese Bonarda di Ro-vescala doc Gaggiarone, Oltrepo Pavese Bonarda doc, Ol-trepo Pavese Bonarda doc Garzoncello Scherzoso, Oltrepo Pavese Riesling doc; riso Carnaroli.

Dal Verme Camillo e Filippo, Ruino (PV) ➝ 35Oltrepò Pavese Pinot Nero Spumante doc Brut (metodo Char-mat lungo), Oltrepò Pavese Pinot Nero Spumante docg Brut, Oltrepò Pavese Pinot Nero Spumante docg Pas Dosé, Oltrepò Pavese Pinot Nero Spumante docg Rosé Brut Cruasé.

Il Gabbiano, Sondrio (SO) ➝ 19Rosso di Valtellina doc Abbaglio, Valtellina Superiore docg Sentenza; mele e succo di mela.

La Basia, Puegnago del Garda (BS) ➝ 66Garda Classico Groppello doc La Botte Piena, Garda Classico Rosso Superiore doc Estate di San Martino, Garda Marzemi-no doc Le Morene, Lugana doc Albalago, Predefitte igt Bena-co Bresciano Rosso (rebo, barbera), Valtenesi Chiaretto doc La Moglie Ubriaca; grappa; olio.

Piccolo Bacco dei Quaroni, Montu’ Beccaria (PV) ➝ 33Elos Malvasia Vendemmia Tardiva igt prov. di Pavia, Il More Croatina igt prov. di Pavia, Oltrepo Pavese Buttafuoco doc Ca’ Padroni, Oltrepo Pavese Bonarda doc Mons Acutus, Ol-trepo Pavese Pinot Nero doc La Fiocca, PBQ Pinot Nero Spu-mante Brut, Pinot Nero Spumante Brut Rosè.

Selva Pietro, Castione Andevenno (SO) ➝ 60Rosso di Valtellina doc, Sforzato di Valtellina docg, Valtellina Superiore docg.

Triasso e Sassella, Sondrio (SO) ➝ 31Valtellina Superiore Sassella docg SassiSolivi, Valtellina Supe-riore Sassella Riserva docg SassiSolivi.

MARCHEAurora, Offida (AP) ➝ 21Falerio doc, Morettone igt Marche, Offida Pecorino docg Fiobbo, Offida Rosso docg Barricadiero, Rosso Piceno doc, Rosso Piceno Superiore doc; olio.

Ca’liptra, Cupramontana (AN) ➝ 15Amistà igt Marche Rosso (montepulciano), Caliptra igt Mar-che Bianco (verdicchio e trebbiano), Castelli di Jesi Riserva Verdicchio docg 21 sm, Verdicchio Classico Superiore doc San Michele Kypra; olio.

Fiorano, Cossignano (AP) ➝ 11Giulia Erminia igt Marche Bianco (pecorino), Offida Peco-rino docg Donna Orgilla, Rosato igt Marche (sangiovese), Rosso Piceno Superiore doc Terre di Giobbe, Sangiovese igt Marche, Ser Balduzio igt Marche Rosso (montepulcia-no); grappa; olio.

La Marca di San Michele, Cupramontana (AN) ➝ 76Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Classico docg Passolen-to, Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore doc Capovolto; olio.

Vigneti Vallorani, Colli del Tronto (AP) ➝ 55Falerio doc Avora, Offida Passerina docg Zaccari, Philumene igt Marche Rosso (montepulciano), Rosso Piceno doc Polisia, Rosso Piceno Superiore doc Konè, Sorlivio igt Marche Rosso (sangiovese); olio.

PIEMONTEBuganza Renato, Piobesi D’Alba (CN) ➝ 39Barolo docg, Langhe Chardonnay doc d’la Ru, Mosto d’uve parzialmente fermentato (moscato e chardonnay), Barbera d’Alba doc Sansusì, Barbera d’Alba Superiore doc Gerbole, Barbera d’Alba Superiore doc Vigna Veja, Claudette Spumante Brut, Dolcetto d’Alba doc d’la Topia, Langhe Chardonnay doc Ru, Nebbiolo d’Alba doc Gerbo-le, Nebbiolo d’Alba doc Paradis, René Rosé (nebbiolo e barbera), Roero Arneis docg d’la Trifula, Roero Riserva docg, Zanzip bianco passito (arneis).

Cantine del Castello Conti, Maggiora (NO) ➝ 40Boca doc Il Rosso delle Donne, Colline Novaresi Nebbiolo doc, Origini (nebbiolo, croatina, vespolina, uva rara, barbera e altri), Zingara (croatina).

Carussin, San Marzano Oliveto (AT) ➝ 1Barbera d’Asti docg Asinoi, Barbera d’Asti docg Ferro Carlo, Barbera d’Asti docg La Tranquilla, Barbera d’Asti docg Lia Vì, Il Carica l’Asino (carica l’asino e cortese), Monferrato Rosso doc Signorotto, Moscato d’Asti docg Filari Corti, Re-spiro di Vigna (barbera passito), Tra l’Altro (cortese, moscato e chardonnay; birra Clan?Destino! (indian pale ale).

Cascina ‘Tavijn, Scurzolengo (AT) ➝ 13Barbera d’Asti docg, Barbera del Monferrato doc, Grignolino d’Asti doc, Ruché di Castagnole Monferrato doc.

Cascina Besciolo, Gorzegno (CN) ➝ 74Cadere dalle Nuvole (dolcetto), Ego (nebbiolo), La Rebecca (barbera), Le Terrazze (dolcetto), Ribelle (chardonnay e ar-neis), Vicino alle Stelle (dolcetto passito).

Cascina Borgatta, Tagliolo Monferrato (AT) ➝ 49Barbera del Monferrato doc, Dolcetto d’Ovada doc.

Cascina Buia, Castellania (AL) ➝ 5Oriundo (barbera); formaggi di capra e vacca.

Cascina Carrà, Monforte d’Alba (CN) ➝ 26Barbera d’Alba doc, Barbera d’Alba Superiore doc Raviola, Dolcetto d’Alba doc, Dogliani docg Bricco Lago, Langhe Chardonnay doc, Langhe Rosso doc, Nebbiolo d’Alba doc, Nebbiolo d’Alba doc Tita.

Cascina del Monastero, La Morra (CN) ➝ 7Barbera d’Alba doc Leprié, Barbera d’Alba Superiore doc Parroco, Barolo docg Annunziata, Barolo docg Bricco Lucia-ni, Barolo docg Perno, Barolo Riserva docg Bricco Riund, Dolcetto d’Alba doc, Fratin (nebbiolo, barbera e cabernet), Langhe Nebbiolo doc Monastero, Langhe Rosso doc Sarset.

Cascina Gatasso, Roddino (CN) ➝ 44Dolcetto d’Alba doc Ribàt, Dolcetto d’Alba Superiore doc Sirì; carne bovina di Fassona Piemontese.

VIGNAIOLIABRUZZOLudovico, Vittorito (AQ) ➝ 17Cerasuolo d’Abruzzo doc Suffonte, Montepulciano d’Abruz-zo doc Suffonte, Suffonte vino cerasuolo (montepulciano).

Rasicci Emanuele, Controguerra (TE) ➝ 50Controguerra Bianco doc, Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane docg, Vino rosato (montepulciano).

ALTO ADIGEBrunnenhof Mazzon, Egna (BZ) ➝ 70Alto Adige Gewurztraminer doc, Alto Adige Lagrein doc, Alto Adige Pinot Nero Riserva doc, Brunnenhof Eva Manzo-ni Bianco igt Mitterberg.

CALABRIA‘A Vita, Cirò Marina (KR) ➝ 68Cirò Rosso Classico doc F36 P27, Cirò Rosso Classico doc Superiore ‘A Vita, Cirò Rosso Classico doc Superiore Riserva ‘A Vita, Rosato igt Calabria (gaglioppo).

Altomonte Antonino, Palizzi (RC) ➝ 22Calabria Bianco igt (malvasia e inzolia), Palizzi Rosso igt (ne-rello mascalese e calabrese).

Cote di Franze, Cirò Marina (KR) ➝ 81Cirò Bianco doc, Cirò Rosato doc, Cirò Rosso Classico Superiore doc.

L’Acino, San Marco Argentano (CS) ➝ 22Chora Bianco igt Calabria (mantonico, guarnaccia bianca, greco), Chora Rosso igt Calabria (magliocco, guarnaccia nera, greco nero), Toccomagliocco (magliocco), Mantoni-cOZ (mantonico pinto).

Santino Lucà, Bianco (RC) ➝ 68Greco di Bianco doc, Mantonico Passito igt Calabria, Marasà Bianco igt Calabria (mantonico bianco e greco bianco), Ma-rasà Rosso igt Calabria (magliocco e nerello calabrese).

CAMPANIACantine dell’Averno, Pozzuoli (NA) ➝ 47Campi Flegrei Falanghina doc, Campi Flegrei Falanghina doc Vigna del Canneto, Campi Flegrei Piedirosso doc, Campi Flegrei Piedirosso Riserva doc Pape Satàn.

Podere Veneri Vecchio, Castelvenere (BN) ➝ 41Bella Ciao (agostinella), BiancoTempo igt Beneventano Bianco (grieco, cerreto e falanghina), Frammenti di Terra igt Bene-ventano Rosso (sciascinoso), Il Tempo Ritrovato igt Beneven-tano Bianco (grieco e cerreto), Nigrum igt Aglianico Beneven-tano, Perdersi e Ritrovarsi igt Beneventano Rosso (aglianico e piedirosso), Rutilum igt Beneventano Rosso (sangiovese e bar-bera del sannio), Tempo dopo Tempo igt Beneventano Bianco (grieco e cerreto).

EMILIA ROMAGNABini Denny, Podere Cipolla, Coviolo (RE) ➝ 24Grecale 45 (malbo gentile), Levante 90 (malvasia, moscato, spergola), Libeccio 225 (lambrusco grasparossa), Maestrale 315 (malbo gentile), Ponente 270 (lambrusco e malbo genti-le), Rosa dei Venti (lambrusco grasparossa), Tramontana 360 (malbo gentile passito).

Gualdora, Ziano Piacentino (PC) ➝ 18Colli Piacentini Malvasia Frizzante Secco doc Blanca, Gualdora vino rosso (barbera e bonarda), Vivaz igt Emilia Rosso Friz-zante (barbera e croatina), Otto igt Emilia Rosso (barbera e croatina).

San Polo, Castelvetro (MO) ➝ 9Rossè Spumante Rosato (lambrusco grasparossa), Saio Rosso Spumante Rosso (lambrusco grasparossa, lambrusco maestri,

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LA RONCOLA

D’ORO AMBITO PREMIO DELL’ENOGASTRONOMIA ITALIANA, VERRÀ ASSEGNATO AL VIGNAIOLO O ALL’AGRICOLTORE CHE RACCOGLIERÀ PIÙ VOTAZIONI DAL PUBBLICO DURANTE I TRE GIORNI.

2011La Viranda

2008Fiorano

2009Pino Ratto

201OMorella

2012Garella

2013Brunnenhof

Mazzon

2014Le Bignele

VENERDÌ 27 NOVEMBREore 15 - 22 Apertura stand, assaggi frontali e acquisti diretti

ore 18 Incontro/degustazione al BarettoRisicoltura e cultura del risoEsperienze, visioni, narrazioni tra le risaie con Beni di Busonengo (VC), Cascina Artusi (NO), Cascina Caremma (MI), Azienda Agricola Ranghino (VC)

ore 22 Musica in Foresteria liveAlberto Boccardi

ore 23 Musica in Foresteria liveZu

ore 22 Musica al Baretto liveVeronica Sbergia & Max De Bernardi

COSAACCADE

Sabato 28 Novembreore 15 - 23 Apertura stand, assaggi frontali e acquisti diretti

ore 17 degustazione al BarettoIl vino e il suo contrarioAssaggi e letture sulla bevanda di Dioniso e sul “candido” mondo del lattea cura del Seminario Veronelli

ore 18 Incontro al BarettoAlt(r)e cucine Il futuro della ristorazione tra show cooking, master chef e cucine popolaricon Cascina Caremma, Cascina Selva, Cucina Pop del Leoncavallo, Cucine in Movimento Spazio Fuorimercato, Rete Eat The Rich, Seminario Veronelli

ore 22 Musica in Foresteria liveDiego Dead Man Potron

ore 23 Musica in Foresteria liveThe Rock’n’roll Kamikazes

ore 22 Musica al Baretto liveDaniele Tenca & The Blues for the Working Class Band

DOMENICA 29 NOVEMBREore 13 - 20 Apertura stand, assaggi frontali e acquisti diretti

ore 15 Laboratorio per bambini ForesteriaFuga da Alveopoli a cura di Simona Ugolotti

ore 16 Incontro al BarettoLa terra è bassa Lavoro bracciantile in agricolturacon Funky Tomato (Puglia, Basilicata), Punto Uva (Emilia Romagna), Radio Ghetto (Puglia)

ore 20 PremiazioneLA RONCOLA D’ORO 2015

TUTTO IL TEMPOMusicaLa nostra terra suona Musica rurale e tradizionale eseguita dall’Associazione Cielo Terra & Musica

MostraUTO-DISTOPIE-EFFIMERO a cura di GaliLeo

GLI ALTRI

ANNI

OGNI GIORNO CENA A FILIERA ZERO NELLA CUCINA POP. E DOMENICA ANCHE A PRANZO!

I SHOTTHE CHEF

LA FILIERADIRETTADELLA CUCINA AgriPiccola, Telgate (BG): cotechini e carne di maiale.Apicoltura Veca, Milano (MI): miele.Assocanapa, Carmagnola (TO): semi di canapa.Boschi, Verderio Superiore (LC): carne di manzo.Bosco Falconeria, Partinico (PA): cicerchie e lenticchie.Cascina Artusi, Cerano (NO): riso e polenta.Cascina San Donato, Abbiategrasso (MI): verdura.Cascina Selva, Ozzero (MI): formaggi e latticini, uova, farina, pane e pasta fresca.Iacono Corrado, Noto (SR): capperi, mandorle e pistacchi.La Bucolika, Fivizzano (MS): castagne.La Viranda, San Marzano Oliveto (AT): vino.Lu Cavalire, Fontanelle di Atri (TR): peperoncini piccanti e ceci.L’Oca di Sant’Albino, Mortara (PV): pollame e coniglio.NazcaMondoalegre Coop., Agrate Brianza (MB): spezie.Podere Casa Schizzati, Sala Baganza (PR): carne di maiale.Quetzal, Modica (RG): cioccolato.Riber Navel, Ribera (AG): arance, olio e olive.Strawberry Fields, Rho (MI): verdura e frutta.

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27 · 28 · 29 NOVEMBRE 2015LA TERRA TREMA VINI · CIBI · CULTURA MATERIALEPRODUTTORI · PROGRAMMA · MAPPA · INFO

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