Terapia Inalatoria in Italia

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Terapia Inalatoria in Italia

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  • 3Rassegna di Patologia dellApparato Respiratorio 2013; 28: 3-4

    Editoriale / Editorial

    Andrea Zanini

    Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Universit dellInsubria, VareseUO Pneumologia Riabilitativa, Fondazione Salvatore Maugeri, IRCCS, Tradate (VA)

    *Andrea ZaniniUO Pneumologia Riabilitativa, Fondazione Salvatore Maugeri, IRCCSvia Roncaccio, 1621049 Tradate (VA)[email protected]

    Larticolo di Romano et al. dal titolo Aerosolterapia domiciliare con nebulizza-tori in asma e BPCO: cosa sta cambiando in Italia?, in uscita su questo numero della Rassegna, rappresenta in un certo sen-so il completamento ideale dellarticolo di Zag et al. dal titolo Uso scorretto degli inalatori per lasma e la BPCO: in Italia sta cambiando qualcosa?, pubblicato sul nu-mero 4 della Rassegna 201212. La prima cosa che colpisce che si tratti di Autori in gran parte differenti nei due casi, seppu-re provenienti dal Gruppo di Studio Attivit Educazionale dellAIPO. La seconda cosa che colpisce che i due contributi siano giunti non su invito, ma spontaneamente. Ci testimonia la grande attenzione che la terapia inalatoria, nel senso pi tecnico del termine, ancora riveste nella realt pneu-mologica nazionale.

    La somministrazione di farmaci per via inalatoria viene attuata comunemente at-traverso tre modalit: aerosol predosati in bombolette pres-

    surizzate (spray o MDI); erogatori di polvere secca; aerosol nebulizzati (nebulizzatori).

    Se da un lato la via inalatoria consente lutilizzo di bassi dosaggi di farmaco a pa-rit di efficacia rispetto ad altre vie di som-ministrazione, oltre al vantaggio di ridurne la possibilit di effetti collaterali, dallaltro non scevra da svantaggi. Ci sono cio molte variabili che, se non adeguatamente considerate, possono avere conseguenze negative sulla gestione e sul controllo del-la malattia: per citarne alcune, per esem-pio il fatto che una frazione relativamente bassa di aerosol somministrato raggiunge effettivamente la destinazione utile, oppure il livello di compromissione della funzione respiratoria del paziente, il grado di confi-denza del paziente con la tecnica inalatoria proposta, e forse anche la mancanza di uninformazione tecnica standardizzata su-gli inalatori per i medici. Il progresso tecno-logico ha permesso nel tempo di fare note-

    voli passi avanti e i dispositivi attualmente esistenti sono numerosi e di vario tipo, ognuno di essi per azionato con modali-t proprie. Il clinico pertanto pu scegliere tra spray predosati che possono essere utilizzati direttamente o con distanziatore e spray predosati da utilizzare solo diretta-mente, oppure tra vari erogatori di polvere secca (HandiHaler, Aerolizer, Diskus, Tur-bohaler, Novolizer), cos come tra differenti tipi di nebulizzatori.

    In questo contesto si inseriscono i due articoli sopra citati, che hanno fotografato la realt italiana. Larticolo di Zag et al. ha analizzato i risultati di due studi multicen-trici osservazionali, GEINA (Gruppo Edu-cazionale AIPO per gli INAlatori) del 2001 e GENEBI (Gruppo Educazionale AIPO per i NEBulizzatori e gli Inalatori) del 2008, estrapolando i dati relativi agli inalatori pressurizzati e agli erogatori di polvere sec-ca1. Larticolo di Romano et al. ha analo-gamente analizzato due studi multicentrici osservazionali, GENEBU (Gruppo Educa-zionale AIPO per i NEBUlizzatori) del 1999, e ancora GENEBI, concentrandosi invece sui dati relativi ai nebulizzatori2. I risultati di queste indagini hanno portato inoltre signi-ficativi riscontri su riviste internazionali3-7.

    Una tecnica inalatoria non corretta associata ad un peggior controllo della malat-tia respiratoria, sia in soggetti con asma sia con BPCO.

    Zag et al. sono partiti dal concetto ampiamente dimostrato che una tecnica inalatoria non corretta associata ad un peggior controllo della malattia respiratoria, sia in soggetti con asma che con BPCO. Hanno quindi evidenziato errori di tecnica inalatoria ampiamente distribuiti per qual-siasi dispositivo utilizzato, con percentuali tra il 12% e il 43% dei rilievi totali. Al fine di individuare i fattori associati con linade-

    Facciamo il punto sulla terapia inalatoria in ItaliaFocus on inhalation therapy in Italy

  • Editoriale

    Rassegna di Patologia dellApparato Respiratorio4 V. 28 n. 01 Febbraio 2013

    guatezza della tecnica inalatoria, gli Autori hanno po-tuto osservare che la percentuale degli errori aumen-tava con let, mentre si riduceva nel sesso femminile e in chi aveva un pi elevato titolo di studio. Inoltre, le uniche variabili modificabili e che assicuravano un ridotto rischio di compiere errori critici di impiego erano rappresentate dallaver ricevuto istruzione sul corretto utilizzo alla prima prescrizione e il controllo sullacquisi-zione di una buona tecnica inalatoria alle visite succes-sive da parte dei sanitari. Gli Autori, infine, hanno rite-nuto inopportuno per varie ragioni stilare una classifica del miglior inalatore e, pur auspicando un progresso tecnologico sempre pi avanzato e tale da ridurre al minimo gli errori di assunzione, hanno concluso che leducazione del paziente da parte del sanitario rap-presenti la risorsa pi importante a disposizione ancora oggi per ottimizzare la tecnica inalatoria.

    Il ricorso al nebulizzatore per la tera-pia inalatoria non solo ospedaliera ma anche domiciliare rappresenta ancora oggi una pratica abbastanza diffusa in Italia.

    Larticolo di Romano et al. ha permesso di sot-tolineare che il ricorso al nebulizzatore per la terapia inalatoria non solo ospedaliera ma anche domiciliare rappresenta ancora oggi una pratica abbastanza dif-fusa in Italia, seppure in modo non uniforme nelle va-rie macroregioni. Dallo studio emerso che chi ricorre al nebulizzatore mediamente pi anziano rispetto a chi utilizza gli inalatori spray o di polvere secca, con una pi grave compromissione funzionale e della qua-lit di vita e con frequenti ospedalizzazioni e accessi in Pronto Soccorso. Tale osservazione ricalca peraltro quanto era stato gi riportato da precedenti studi di altri paesi europei. In aggiunta, Romano et al. han-no anche mostrato come chi ricorre regolarmente ad un nebulizzatore particolarmente incline a compie-re errori critici di utilizzo con gli inalatori, suggerendo quindi che la reiterata difficolt di alcuni pazienti ad assumere la terapia inalatoria mediante i dispositivi tascabili potrebbe rappresentare una delle cause della diffusione ancora oggi significativa dei nebuliz-zatori, che richiedono senza dubbio un minor grado di collaborazione.

    Ad ogni modo, fondamentale per il medico co-noscere le caratteristiche tecniche dellapparecchio prescelto e come viene nebulizzato il farmaco che si

    intende somministrare, senza dimenticare di conside-rare il tipo di formulazione (soluzione, sospensione) con la quale il farmaco disponibile, dal momento che non tutti i nebulizzatori sono ugualmente in grado di nebu-lizzare efficacemente qualsiasi formulazione.

    fondamentale per il medico co-noscere le caratteristiche tecniche dellapparecchio prescelto e come vie-ne nebulizzato il farmaco che si intende somministrare.

    In un periodo in cui la ricerca in pneumologia si spinge in ambiti inusuali anche solo alcuni anni fa, di-videndosi tra tecniche digitali o virtuali e il mondo del-la omica, necessario ancora porsi alcune sempli-ci domande circa la terapia inalatoria: il paziente sta assumendo correttamente la terapia? La scelta di di-spositivo effettuata davvero quella pi adeguata al paziente? Considerando lampia gamma di dispositivi per terapia inalatoria e le varie combinazioni di farmaci a cui ricorrere, posso semplificare il regime terapeutico del paziente cos da migliorarne laderenza e il controllo della malattia? Certo, tutto ci richiede alcuni minuti...ma sono convinto che ce la possiamo fare.

    Bibliografia1 Zag V, Mariano V, Vakeffilu Y, et al. Uso scorretto degli inala-

    tori per lasma e la BPCO: in Italia sta cambiando qualcosa? Rass Patol App Respir 2012;27:211-8.

    2 Romano F, Scarlato I, Canessa PA, et al. Aerosolterapia domiciliare con nebulizzatori in asma e BPCO: cosa sta cam-biando in Italia? Rass Patol App Respir 2013;28:36-41.

    3 Melani AS, Zanchetta D, Barbato N, et al. Inhalation tech-nique and variables associated with misuse of conven-tional metered-dose inhalers and newer dry powder inhal-ers in experienced adults. Ann Allergy Asthma Immunol 2004;93:439-46.

    4 Melani AS, Bonavia M, Cilenti V, et al. Inhaler mishandling remains common in real life and is associated with reduced disease control. Respir Med 2011;105:930-8.

    5 Melani AS, Canessa P, Coloretti I, et al. Inhaler mishan-dling is very common in patients with chronic airflow ob-struction and long-term home nebulizer use. Respir Med 2012;106:668-76.

    6 Melani AS, Sestini P, Aiolfi S, et al. GENebu Project: home nebulizer use and maintenance in Italy. Eur Respir J 2001;18:758-63.

    7 Melani AS, Pirrelli M, Sestini D, et al. GENEBU Project. Equipment and drugs used for home nebulizer therapy in Italy. Monaldi Arch Chest Dis 2002;57:231-6.