Teorie e tecniche di psicologia clinica Il Colloquio in Psicologia Clinica.
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Teorie e tecniche di psicologia clinica
Il Colloquio in Psicologia Clinica
Il colloquio
È uno strumento di conoscenza basato sullacomunicazione tra fra due o più persone
e finalizzato alla raccolta di informazioni perla ricerca, la diagnosi o la presa in carico
per un determinato trattamento
FATTORI CHE INCIDONO SULLE CARATTERISTICHE
DEL COLLOQUIO
Grado di strutturazione del colloquio
Modalità di conduzione
Scelta metodologica
Paradigma di riferimento
Scopo del colloquio
Motivazione dei partecipanti
Caratteristiche dell’intervistatore
Caratteristiche dell’intervistato
Grado di strutturazione del colloquio
È il grado di predeterminazione
delloscambio comunicativo
Si possono distinguere:
1) Intervista strutturata2) Intervista semistrutturata
3) Colloquio orientato4) Colloquio clinico
Modalità di conduzione
Strategieutilizzate dal conduttore allo
scopo di attivare e direzionare la comunicazione
dell’intervistato
Tali strategie sono definite attraverso i concetti di:
• Polo di centratura• Direttività
• Stile di conduzione
Scelta metodologica
È conseguente al tipo di approccioepistemologico alla conoscenza
Influenza le scelte tecniche relative
al grado di strutturazione del colloquio
e alle modalità di conduzione
Paradigma di riferimento
Insieme di assunti generali e teorie accettate dallo psicologo
che riguardano la scelta dell’oggetto di studio,
la modalità di raccolta dei dati e la concezione del funzionamento della
mente e del comportamento
Determina:
• Il tipo di informazione che si cerca e che si ottiene
• Le scelte metodologiche• Le tecniche di conduzione
• Il grado di strutturazione del colloquio• L’interpretazione dei dati
Scopo del colloquio
Tipo di richiesta esplicita fatta allo psicologo
da colui che lo consulta o da terzio tipo di scopo che lo psicologo
intende perseguire
Influenza le scelte metodologiche, le tecniche
e i contenuti del colloquio e può modificare l’atteggiamento dell’esaminando e dell’esaminatore e il campo globale
Motivazione dei partecipanti
Grado di convincimento e di interesse autentico
di entrambi i partecipanti ad aderire allo
scambio comunicativo
Si pone lungo un continuo tra due estremi:
• Motivazione intrinseca• Motivazione estrinseca
Caratteristiche dell’intervistatore
Conoscenze psicologiche Competenza ed esperienza specifica
Dati personali
Caratteristiche dell’intervistato
Dati personali: Età
Sesso Stato socioeconomico
Scolarità Professione
Contesto geo-socio-culturale di origine Personalità
La comunicazione nel colloquio psicologico
Il colloquio psicologico si basa sullo scambio
di messaggi
tra persone attraverso
Linguaggio verbale Linguaggio non verbale
La comunicazione nel colloquio psicologico
Linguaggioverbale
Suoni articolati, organizzati in parole atte adindividuare immagini, concetti, azioni e
relazioni
È in prevalenza di tipo digitale, cioè si basa su parole dal significato convenzionaleordinate in discorsi e su una grammatica
e una sintassi proprie di ogni lingua
La comunicazione nel colloquio psicologico
Linguaggionon
verbale
Messaggi che provengono dallo sguardo,dalla mimica facciale, dai gesti, dai
movimenti del corpo, dalla postura, dalla distanza interpersonale, dagli elementi
non verbali del parlato, da manifestazioni di tipo neurovegetativo, da caratteristiche
fisiche e da artefatti
È prevalentemente di tipo analogico, cioè la comprensione
si basa su esperienze condivise all’internodi un determinato contesto socio-culturale
La comunicazione nel colloquio psicologico
Nel colloquio psicologico la comunicazione verbale di tipo digitale rappresenta il mezzo concordato dello
scambio comunicativo, ma essa sarà sempre supportata, integrata
e a volte sostituita da una componente analogica e non verbale
CANALI DELLACOMUNICAZIONE
NON VERBALE
Il volto e la mimica facciale
Lo sguardo e i movimenti degli occhi
I gesti della mano e del braccio
Movimenti del capo, del corpo e degli arti inferiori
Postura
Distanza interpersonale
Collocazione nello spazio
Elementi non verbali del parlato
Caratteristiche fisiche
Artefatti
Ambiente
Funzioni generali della comunicazioneTrasmissione di informazioni
Definizione della relazione
Induzione di comportamenti o di emozioni
Definizione delle modalità dello scambio comunicativo
Metacomunicazione
CARATTERISTICHEGENERALI
DELLA COMUNICAZIONE
Intenzionalità e consapevolezzaIntenzionalità: grado di volontarietà
dell’atto comunicativoConsapevolezza: grado di coscienza
dell’atto comunicativo e del suo significato
Capacità informativaEfficacia della comunicazione nel
trasmettere le informazioni che si intendefornire
Capacità pragmaticaGrado di influenza della comunicazione
sull’interlocutore
Incongruenza comunicativaTrasmissione contemporanea di due
messaggi contradditori
Le dinamiche relazionali nel colloquio psicologico
Ogni scambio verbale comporta l’instaurarsi di una relazione tra
i partecipanti
Nel colloquio psicologico lo psicologo deve osservare le dinamiche relazionali che si sono instaurate per trarne delle
informazioni sulle caratteristiche psicologiche dell’intervistato
Intensità della relazioneÈ il grado di coinvolgimento emotivo dei
partecipanti al colloquio
Si valuta con l’osservazione e l’autosservazione di:
Indici verbali Elementi espressivi della voce Espressioni facciali delle emozioni Sguardo Gesti Movimenti del corpo in avanti e indietro Modificazione della distanza interpersonale
Qualità della relazionePuò essere descritta fenomenologicamente
attraverso alcune dicotomie comportamentali poste lungo un continuo di intensità e variamente interagenti tra loro (cooperazione/competizione, dominanza/sottomissione, fiducia/diffidenza, apertura/chiusura,.…)
Può essere valutata mediante l’osservazione e l’autosservazione della comunicazione verbale e non verbale
Soggettivamente comporta la sperimentazione di stati emotivi e l’impulso a mettere in atto o la messa in atto di comportamenti verbali o azioni motivati dal comportamento dell’altro o dalla situazione
Contatto psicologicoComplesso insieme di disposizioni verso sé e verso
l’altro che determina un’ “apertura” relazionale che permette di comunicare in modo sincero, partecipato e congruente e di essere ascoltati con interesse con la consapevolezza di entrambi i partecipanti che tutto ciò sta avvenendo
Contatto e coinvolgimento emotivo non sono concetti sovrapponibili: essi possono andare di pari passo ma possono anche essere in relazioni inversa
Congruità della dinamica relazionale
Grado di congruità della dinamica relazionale con la cornice e l’ambiente psicologico entro cui si sta svolgendo un determinato colloquio
Livelli di valutazioneIl primo passo nel processo di valutazione della
dinamica relazionale è quello di osservarla e descriverla tenendo conto dell’intensità e della qualità della relazione
Il passo successivo nel processo di valutazione è quello di giudicare la congruità della dinamica relazionale rispetto al tipo di colloquio o intervista che si sta conducendo
Quando il colloquio lo prevede si passa poi ad un terzo livello di valutazione che consiste nell’integrare i contenuti della comunicazione verbale con l’andamento della dinamica relazionale, congrua o incongrua che sia
Dinamiche relazionali di interesse generaleLe dinamiche che si possono instaurare nel
corso del colloquio sono molteplici e dipendono da vari fattori che interagiscono tra loro:
Tipo di colloquio Caratteristiche dell’intervistatore Caratteristiche dell’intervistato Risposte che l’intervistato riceve dall’intervistatore
rispetto alle sue attese e ai suoi bisogni
Le misure di sicurezzaStrategie psicologiche più o meno coscienti che
le persone adottano per fronteggiare pericoli o minacce reali o presunte provenienti dall’interazione con altre persone
Il loro scopo è quello di sottrarsi al ruolo imposto dal colloquio e alla richiesta di fornire informazioni su di sé
Nel corso del colloquio psicologico specialmente quando la motivazione è estrinseca possono attivarsi per il timore dell’intervistato di essere valutato al di là della propria volontà e che le informazioni fornite possano danneggiarlo, per la paura di ricevere un giudizio negativo o per il rifiuto di una situazione non liberamente scelta
Le misure di sicurezzaInfluiscono sulla dinamica relazionale e sul
contenuto del colloquio
Possono creare problemi nella conduzione del colloquio e innescare nel conduttore risposte complementari o simmetriche di tipo collusivo
Possono però anche fornire importanti informazioni
Misure disicurezza
ElusioneConsiste nell’apparente accettazione delle regole
e delle richieste del colloquio e nel loro evitamento nei fatti mediante l’omissione di informazioni
importanti e l’offerta di informazioni generiche,banali, o altre rispetto alla domanda
Seduzione compiacenteÈ caratterizzata da una modalità comunicativa e relazionale tesa ad ottenere la benevolenza e
l’indulgenza dell’intervistatore
RibellioneSi caratterizza per un manifesto atteggiamento di
non collaborazione
Il colloquio clinico
È uno strumento di indagine e di valutazione finalizzato a raccogliere informazioni per comprendere e aiutare il paziente
Considera tutte le modalità dello scambio comunicativo come una forma di conoscenza dell’altro
Il colloquio clinico
predilige
Un basso grado di strutturazione del colloquio
Un polo di centratura sull’intervistato
Una modalità di conduzione non direttiva
Uno stile di conduzioneconsultivo o partecipativo
Una focalizzazione su ciò che ilsoggetto dice, su come lo dice e
sulle modalità relazionali
Il colloquio clinico
Lo psicologo è un elemento attivo che modifica il campo relazionale.
Egli partecipa alla relazione e allo stesso tempo è consapevole di ciò che sta avvenendo, deve ascoltare e ascoltarsi, osservare e osservarsi e lasciare che i contenuti della comunicazione e il campo della relazione siano i gran parte delineati dal paziente
Il setting
È un fattore situazionale che può avere importanti effetti sulla dinamica relazionale e di conseguenza sui contenuti del colloquio e sul processo di valutazione
Insieme dell’ambiente sia fisico che psicologico entro cui avviene il
colloquio clinico
SETTING
Stanza in cui si svolge il colloquio
Ambiente fisico del setting
Deve far sentire il paziente a proprio agio
Deve permettere di parlare senza essere disturbati
e di potersi ascoltare reciprocamente senzainterferenze
Ambiente psicologicodel setting
Alla sua creazione contribuisce l’ambientefisico ma soprattutto la presenza dello psicologo
La mente dello psicologo deve essere libera da preoccupazioni e pregiudizi e disponibile
ad un ascolto attento e ad un interesse genuino
Quest’ultimo, infatti, con la sua mente e la sua gestalt può segnalare accoglimento o distanza emotiva
I preliminari
Riguardano ciò che accade dal momento in cui lo psicologo per la prima volta sente parlare o comunica direttamente con la persona con cui effettuerà il colloquio al momento in cui i due interlocutori si siedono per la prima volta uno di fronte all’altro
I preliminariIl paziente può rivolgersi allo psicologo di sua
iniziativa, su consiglio del medico, o su pressione dei familiari
Pertanto l’appuntamento può essere fissato telefonicamente dal paziente stesso o dall’inviante.
In quest’ultimo caso occorre accertarsi della reale motivazione del paziente all’incontro
Un altro momento della fase preliminare è quella dell’arrivo del paziente nella stanza del colloquio e nell’incontro con lo psicologo. Da tenere in considerazione l’eventuale puntualità o ritardo del paziente e ciò che contraddistingue l’incontro fisico
La fase inizialeComincia nel momento in cui il paziente si siede di
fronte allo psicologo e inizia il colloquio vero e proprio
Tale fase deve essere dedicata prevalentemente a:
ascolto di ciò che il paziente desidera spontaneamente dire sui motivi che lo hanno indotto a consultare uno psicologo
osservazione della dinamica relazionale che propone
La fase iniziale
Lo psicologo deve facilitare la comunicazione e un’adeguata dinamica relazionale dimostrando interesse e attenzione e deve raccogliere elementi che provengono dalle parole del paziente, dall’osservazione del comportamento non verbale e dal proprio vissuto emotivo
La fase centraleInizia nel momento in cui nella mente dello
psicologo si formano delle idee sotto forma di ipotesi che nascono da una prima valutazione delle comunicazioni del paziente e dalle sensazioni prodotte dalla dinamica relazionale
Essa riguarda pertanto:la richiesta e la raccolta di informazioni su
alcune aree che lo psicologo vuole approfondire o che non sono emerse durante il resoconto spontaneo del paziente e che sono considerate utili per la comprensione del problema del paziente
La fase centrale
Il colloquio in questa fase assume le caratteristiche del colloquio orientato in quanto la comunicazione è guidata dalle ipotesi e dalle opinioni che lo psicologo si è costruito nella fase iniziale
La fase conclusiva
È il momento della “restituzione” Lo psicologo tenendo presente il motivo per
cui è stato consultato comunica al paziente le impressioni che ha tratto dal colloquio e le conclusioni a cui è giunto
La fase conclusivaUna buona restituzione può avere un alto
potere terapeutico
Il feedback del paziente alla restituzione può fornire nuove informazioni che possono integrare le ipotesi dello psicologo
Gli ultimi minuti sono inoltre importanti per valutare il modo in cui il paziente si confronta con l’ansia di separazione
La fase conclusiva
Il colloquio non finisce con l’uscita del paziente dalla stanza.
Sia il paziente che il terapeuta possono continuare a pensare a quanto è successo