SPECIE PSICOLOGICA CLINICA.pdf · 2020. 4. 9. · PSICOLOGIA CLINICA CLINICA: deriva dal greco...

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PSICOLOGIA CLINICA CLINICA: deriva dal greco “cline”, cioè letto. La psicologia clinica, all’origine, si occupava solo della malattia. 100.000 ANNI FA: la nostra specie è diventata una SPECIE SIMBOLICA, in grado di maneggiare simboli, entità che rappresentano mentalmente altre entità. Sempre 100.000 anni fa ci fu la comparsa del linguaggio. Le CAPACITÀ SIMBOLICHE e le ABILITÀ LINGUISTICHE consentono agli uomini di diventare una SPECIE PSICOLOGICA. COMPETENZE PSICOLOGICHE: rapido e forte incremento circa 30-40.000 anni fa 10.000 ANNI FA: RIVOLUZIONE DEL NEOLITICO e in questo periodo si ha un incremento esponenziale delle capacità psicologiche degli uomini. La rivoluzione del neolitico rappresenta la nascita della cultura nelle sue diverse forme e manifestazioni. ESPERIENZA: totalità delle singole esperienze, è l’enciclopedia delle conoscenze esplicite ed implicite. Da essa deriva ogni forma di conoscenza a nostra disposizione; le conoscenze acquisite tramite l’esperienza sono utili per prendere decisioni e agire in modo efficacie in un data situazione. ESPERIENZA: avvenimento personale, limitato nel tempo e nello spazio, soggetto a errori e distorsioni Esistono due psciologie: - PSICOLOGIA INGENUA: o del senso comune, si basa sulla personale esperienza, non sulla scienza - PSICOLOGIA SCIENTIFICA: basata sul metodo sperimentale attraverso la misurazione di dati verificabili e quantificabili PSICOLOGIA INGENUA - Forma indispensabile di sapere che ci pone nella condizione di capire e interpretare i comportamenti nostri e altrui grazie al ragionamento pratico - Ci permette di far fronte alle difficoltà, di intervenire nelle situazione atipiche - Si estende a tutti gli ambiti dell’esistenza fornendo una spiegazione plausibile - Fornisce conoscenze deboli e poco attendibili

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  • PSICOLOGIA CLINICA CLINICA: deriva dal greco “cline”, cioè letto. La psicologia clinica, all’origine, si occupava solo della malattia.

    100.000 ANNI FA: la nostra specie è diventata una SPECIE SIMBOLICA, in grado di maneggiare simboli, entità che rappresentano mentalmente altre entità. Sempre 100.000 anni fa ci fu la comparsa del linguaggio.

    Le CAPACITÀ SIMBOLICHE e le ABILITÀ LINGUISTICHE consentono agli uomini di diventare una SPECIE PSICOLOGICA.

    COMPETENZE PSICOLOGICHE: rapido e forte incremento circa 30-40.000 anni fa

    10.000 ANNI FA: RIVOLUZIONE DEL NEOLITICO e in questo periodo si ha un incremento esponenziale delle capacità psicologiche degli uomini. La rivoluzione del neolitico rappresenta la nascita della cultura nelle sue diverse forme e manifestazioni.

    ESPERIENZA: totalità delle singole esperienze, è l’enciclopedia delle conoscenze esplicite ed implicite. Da essa deriva ogni forma di conoscenza a nostra disposizione; le conoscenze acquisite tramite l’esperienza sono utili per prendere decisioni e agire in modo efficacie in un data situazione.

    ESPERIENZA: avvenimento personale, limitato nel tempo e nello spazio, soggetto a errori e distorsioni

    Esistono due psciologie: - PSICOLOGIA INGENUA: o del senso comune, si basa sulla personale

    esperienza, non sulla scienza - PSICOLOGIA SCIENTIFICA: basata sul metodo sperimentale attraverso la

    misurazione di dati verificabili e quantificabili

    PSICOLOGIA INGENUA - Forma indispensabile di sapere che ci pone nella condizione di capire e

    interpretare i comportamenti nostri e altrui grazie al ragionamento pratico - Ci permette di far fronte alle difficoltà, di intervenire nelle situazione atipiche - Si estende a tutti gli ambiti dell’esistenza fornendo una spiegazione plausibile - Fornisce conoscenze deboli e poco attendibili

  • PSICOLOGIA SCIENTIFICA - Offre una garanzia elevata sulla robustezza delle spiegazioni fornite - Si fonda sul sapere della psicologia ingenua - Presenta un carattere di contingenza - I caratteri scientifici da essa ammessi valgono per tutti gli studiosi che vi si

    riconoscono - Parte dal sapere psicologico del senso comune, deve poi ritornare a esso

    QUALITÀ DI VITA Oggi la psicologia clinica va a valutare la qualità di vita del paziente. Un qualsiasi evento ha un impatto sulle nostre vite in modo molto diverso

    QUALITÀ DI VITA: percezione e valutazione soggettiva che include 5 ambiti I 5 ambiti sono:

    1. SALUTE FISICA E ABILITÀ FUNZIONALI: quali sono le competenze di quella persona?

    2. STATO PSICOLOGICO E BENESSERE SOGGETTIVO: è importante la valutazione soggettiva della persona

    3. RELAZIONI SOCIALI: le relazioni sono influenzate da quanto io sono indipendente nel mantenerle, ma anche dal mio stato di benessere

    4. FATTORI ECONOMICI: quanto posso permettermi di fare determinate cose e quanto esse mi rendono soddisfatto

    5. FATTORI DI ORDINE RELIGIOSO E SPIRITUALE

    La qualità di vita dipende da: - CONTESTO DI APPARTENENZA: dalla cultura e dai valori - SPECIFICO INDIVIDUO: che cosa per quell’individuo è importante

    C’è una scala che va a valutare gli aspetti più stressanti della vita di un individuo; ogni evento viene valutato da 0 a 100.

    150: somma di eventi che possono caratterizzare una persona; è la soglia oltre la quale la possibilità di suicidio è molto alta.

    NEL 1700 WOLFF Distingue tra:

    - PSICOLOGIA RAZIONALE: di natura filosofica, basata su riflessioni teoriche - PSICOLOGIA EMPIRICA: naturalistica, fondata su osservazioni concrete. È

    stata la radice da cui è sorta la psicologia scientifica contemporanea

  • KANT Rifiuta l’accettabilità della psicologia razionale di impostazione cartesiana. Nega la possibilità di una psicologia empirica, in quanto non è concepibile “misurare” i fenomeni e i processi psichici.

    1875: Wundt e la nascita della psicologia 1889: Binet e il primo laboratorio a Parigi 1900: Freud pubblica “L’interpretazione dei sogni” 1904: i primi ospedali psichiatrici in Italia 1913: Watson e il manifesto comportamentista

    WUNDT E LO STRUTTURALISMO OGGETTO DELLA PSICOLOGIA: esperienza immediata contrapposta all’esperienza mediata delle altre scienze naturali

    Con Wundt la psicologia nasce come disciplina scientifica e non ricorre a strumenti di mediazione.

    Wundt crea il PRIMO LABORATORIO DI PSICOLOGIA SPERIMENTALE, dove studia soggetti addestrati a descrivere con esattezza i propri stati d’animo. SOGGETTO: strumento di se stesso nell’osservare ciò che prova

    ITROSPEZIONE: metodo privilegiato. È la capacità di accettare che cosa avviene nell’istante in cui si percepisce un certo evento. L’introspezione non è esente da difficoltà:

    - Può alterare i contenuti di ciò che si osserva ed è soggetta a distorsioni - Rispetto ai contenuti mentali egli altri, siamo autorizzati a fare solo inferenze,

    non necessariamente corrette: non si può verificare se il soggetto descrive correttamente

    Secondo Wundt questi limiti si possono aggirare facendo ricorso al metodo sperimentale.

    STRUTTURALISMO: perché rivolta a rilevare le strutture della mente umana OBIETTIVO: isolare gli elementi che formano gli stati di coscienza, processi definito CHIMICA MENTALE

  • EVOLUZIONISMO E FUNZIONALISMO FUNZIONALISMO: un punto di vista, un programma. Secondo questa prospettiva, la psicologia è lo studio dell’attività mentale come via per adattarsi all’ambiente in modo attivo. CUORE: verificare come opera un processo mentale

    TEORIA DELL’EVOLUZIONE: formulata da Darwin dopo il viaggio sul Beagle. Secondo essa c’è una DISCENDENZA COMUNE di tutti gli esseri viventi e la SELEZIONE NATURALE è il motore dei cambiamenti evolutivi e dell’ereditarietà. Le teorie di Darwin trovarono degli ostacoli e si eclissarono. Vennero poi riprese negli anni ’30 e ’40 del secolo scorso con il modello della SINTESI MODERNA, dalla quale derivano alcune idee chiave.

    SOPRAVVIVENZA (o fitness): si riproduce di più e sopravvive più a lungo una popolazione con un grado di fitness superiore alle altre

    EREDITARIETÀ: localizza nei geni l’origine della variabilità delle caratteristiche fenotipiche trasmissibili ai discendenti e che costituisce un fattore centrale per la speciazione, cioè la nascita di nuove specie.

    MODELLO DEGLI EQUILIBRI PUNTEGGIATI: è più probabile che le specie presentino lunghi periodi di stasi, seguiti da cambiamenti bruschi e dalla repentina comparsa di nuove forme di esistenza

    EXAPTATION: implicata dai salti evolutivi. È una struttura biologica destinata ad una certa funzione nuova assieme a quella originaria

    ANNI 2000: TEORIA DELLA SINTESI ESTESA, una nuova concezione dell’evoluzione

    Particolare attenzione meritano 3 idee madri: 1. MODELLO DELL’EVO-DEVO: studia la relazione dello sviluppo

    embrionale e fetale di un organismo e l’evoluzione della sua popolazione di appartenenza.

    2. MODELLO DELLA COSTRUZIONE DI UNA NICCHIA: in relazione al proprio habitat modifica l’idea stessa di selezione naturale. NICCHIA: trasformazioni che una specie mette in atto nei riguardi del loro ambiente di vita.

    3. EVOLVIBILITÀ: le specie esistenti sono il risultato della sopravvivenza dei migliori e della sopravvivenza di quelli che si sono dimostrati più evolvibili.

  • SCUOLA DELLA GESTALT Questa è la più importante scuola di psicologia europea del secolo scorso.

    FONDATA: 1912 a Berlino da Max Wertheimer FORMATA: da un gruppo di eminenti studiosi SI OCCUPANO: dei processi cognitivi

    La scuola della Gestalt sostiene che la coscienza non è formata da singole parti, bensì da insiemi organizzati e strutturati.

    PERCEZIONE: organizzazione di sensazioni MAGGIORI ESPONENTI: Chomsky, Wertheimer, Lewin, Dunker, che condussero esperimenti sulla percezione

    1923: Wertheimer enuncia le leggi della Gestalt

    METODO USATO: metodo fenomenologico, che consiste nel definire il campo percettivo nel quale il soggetto si trova e nel rilevare ciò che in esso gli appare

    Campo percettivo: insieme dei suoi percetti, ciò che vede

    Il metodo fenomenologico si focalizza sulla situazione estrema e su come è rilevata dal punto di vista del soggetto.

    COMPORTAMENTISMO Secondo Watson, la psicologia doveva essere una scienza rigorosa e oggettiva. L’OGGETTO DI STUDIO DELLA PSICOLOGIA sono le manifestazioni del comportamento, che vengono studiate con metodi obiettivi in quanto osservabili dall’esterno in modo intersoggettivo. Lo studio del comportamentismo è osservabile in termini di CONNESSIONI TRA STIMOLO E RISPOSTA.

    STIMOLO: dato fisico RISPOSTA: dato fisiologico

    La psicologia ha il compito di occuparsi di come l’individuo agisce. L’individuo viene considerato come una scatola nera (BLACK BOX) nella quale lo psicologo non può entrare. In ingresso a questa scatola nera (INPUT) arrivano gli stimoli ambientali (S) e l’organismo emette delle risposte (R) in uscita (OUTPUT).

  • Lo schema metodologico era troppo rigido e rischiava di avviarsi su una strada sterile. Un gruppo di comportamentisti decise di prendere in considerazione anche VARIABILI INTERMEDIE assieme a quelle S e R.

    IL CANE DI PAVLOV Pavlov fa precedere all’azione di dare del cibo a un cane il suono di un campanello.

    - 1° FASE: fa suonare il campanello e non si ha nessuna secrezione salivare nel cane, poi gli dà la carne e lo stimolo è attivo

    - 2° FASE: il campanello viene suonato mentre al cane viene dato il cibo - 3° FASE: si rileva uno stimolo salivare già al suono del campanello: il cane

    associa al suono del campanello l’arrivo del cibo.

    CRITICHE DEL COMPORTAMENTISMO: • Non considera i tratti individuali • Non considera la spontaneità • Non considera gli impulsi, i desideri e le inclinazioni personali

    COGNITIVISMO QUANDO: negli Stati Uniti nel 1978 Si è sviluppato grazie alla comparsa delle nuove tecnologie digitali. CRAIK diede avvio alla prospettiva del cognitivismo.

    INTELLIGENZA ARTIFICIALE: ha lo scopo di indagare i processi computazionali della mente considerandoli come “corrispondenti” a quelli effettuati con i computer. La MENTE è un recettore attivo che verifica la congruenza tra come si era imposto di comportarsi e le condizioni esterne realmente esistenti. L’intelligenza artificiale ritiene che un computer correttamente programmato possa essere dotato di un’intelligenza non distinguibile da quella umana.

    L’UOMO è un elaboratore di informazioni, le quali provengono dall’esterno (INPUT) e dal suo interno. L’informazione viene elaborata, e a seguito del percorso che questo stimolo fa posso avere risposte (OUTPUT) differenti.

    MODULARISMO Secondo il modularismo la mente è organizzata in MODULI, ognuno con una struttura specializzata. I moduli operano nello stesso modo nelle varie situazioni in cui gli individui vengono a trovarsi.

  • I moduli sono il risultato della selezione naturale per affrontare i problemi che la nostra sopravvivenza ci poneva nel pleistocene. Sono finalizzati a “trattare” a livello mentale i problemi relativi a settori specifici dell’ambiente.

    CONNESSIONISMO QUANDO: metà degli anni ’80 Il connessionismo pone in relazione l’architettura biologica del cervello con l’architettura funzionale dell’attività cognitiva e fa riferimento a modelli, le RETI NEURALI ARTIFICIALI, all’interno dei quali avviene l’elaborazione delle informazioni. Le reti possono avere:

    - Connessioni unidirezionali in avanti - Connessioni bidirezionali in avanti e indietro - Percorsi connettivi orizzontali entro lo stesso stato

    Questi tre tipi di connessioni sono le CONNESSIONI PREVISTE. Il connessionismo apre la strada verso una concezione dinamica e attiva della mente. La MENTE è immersa in un contesto immediato, è vincolata dal funzionamento del cervello e del copro ed è radicata nel corpo: infatti siamo incapaci di confrontare direttamente le nostre rappresentazioni sensoriali del mondo con il mondo esterno.

    LA PSICOLOGIA OGGI La PSICOLOGIA, attraverso teorie, ipotesi e strumenti, va a studiare il funzionamento adattivo e disadattivo dell’individuo nel suo mondo relazionale. La psicologia è formata da un pool di scienze psicologiche, ognuna con la propria legittimità. Con il termine CLINIO ci si riferisce a:

    - Un metodo - Una disciplina educativa

    METODO CLINICO Usa il RAPPORTO INTERPERSONALE come strumento di conoscenza. L’INDAGINE viene fatta su un singolo individuo o su un singolo gruppo; l’individuo viene studiato nella globalità del suo comportamento. Il metodo clinico è un metodo che si basa su DATI QUANTITATIVI.

    LA psicologia clinica ha l’obiettivo di sanare i problemi che coinvolgono la personalità dell’individuo e che incidono sul suo benessere. Ha molto funzioni:

    - DIAGNOSI - TERAPIA - RICERCA

  • - FORMAZIONE DEL PERSONALE SANITARIO - CONSULENZA - PREVISIONE

    1. DIAGNOSI Valutazione di come un individuo tende a funzionare dal punto di vista cognitivo, affettivo e comportamentale. Questa è la diagnosi funzionale. La diagnosi è un processo che sa senso alla relazione clinica e prepara la vicenda terapeutica. La diagnosi è una valutazione clinica che ci permette di avere informazioni su natura, entità e cause della problematica del paziente. Il fine è quello di raggiungere i mezzi necessari alla sua risoluzione.

    2. TERAPIA Può essere fatta con diversi approcci. Il trattamento è l’intervento terapeutico volto o ad adattare l’individuo alle situazioni precostituite o ad accompagnarlo nel suo processo di trasformazione e crescita. Fanno capo tutti i modelli terapeutici dei diversi orientamenti teorici. La scelta del modello è determinata da:

    - Natura del problema - Approccio teorico clinico

    3. RICERCA Valuta i risultati del trattamento usando il confronto con gruppi di controllo che consentono di valutare l’efficacia del trattamento. In psicologia, la ricerca si avvale del metodo sperimentale.

    METODO SPERIMENTALE La psicologia sperimentale si basa sulla misurazione di un COMPORTAMENTO NATURALE e i suoi metodi sono volti a dimostrare che il contrario della tesi sostenuta è falso. Si parte da un’ipotesi:

    - IPOTESI DI RICERCA (O SPERIMENTALE): il fulcro della questione che si vuole dimostrare

    - IPOTESI NULLA: ipotesi che deve essere dimostrata come falsa Negli esperimenti guidati si manipola una variabile indipendente per misurare gli effetti sulla variabile dipendente. VARIABILE INDIPENDENTE: manipolata dallo sperimentatore VARIABILE DIPENDENTE: valore che dipende dalla variabile indipendente, varia al variare di essa

    4. FORMAZIONE DEL PERSONALE SANITARIO

  • La formazione del personale cerca di contenere il disagio psichico del personale, cerca di promuovere la relazione e favorire il processo terapeutico.

    5. CONSULENZA Attività di supporto alle istituzioni prevede che lo psicologo clinico fornisca informazioni e supporti conoscitivi. Lo scopo è quello di supportare l’intervento del personale delle istituzioni, tramite una strutturazione di tipo diagnostico e psicometrico.

    6. PREVENZIONE Permette la prevenzione dell’insorgenza di comportamenti patologici. Le modalità vengono attuate attraverso informazione e divulgazione scientifica e vengono attuate anche attraverso lo screening della popolazione a rischio.

    MODELLI IN PSICOLOGIA CLINICA PSICOTERAPIA: ogni trattamento di disturbi mentali o problemi psicologici che usi metodi psicologici, che sono diversi in base al modello teorici del funzionamento di riferimento.

    PSICHIATRA: si occupa di medicina e somministra farmaci; per somministrare farmaci va a definire la patologia del paziente.

    PSICOLOGO: si dedica ai problemi che possono esserci in un determinato momento della vita.

    PSICOTERAPEUTA: colui che fa la terapia, va a cambiare tute le premesse che hanno fatto sì che si sia creato il sintomo.

    I tratti distintivi della persona rimangono, cambia solo il funzionamento. In una terapia o in un colloquio psicologico:

    - Ambiente accogliete - Relazione tra paziente e terapeuta ad esclusivo beneficio del paziente - Proposta di nuove prospettive e punti di vista

    I MODELLI

  • MODELLO MEDICO-NEURO-BIOLOGICO La patologia è spiegata in termini di disfunzioni e disregolazioni a livello biologico, deficit o anomalie nella metabolizzazione delle sostanze organiche.

    1. MODELLO SOCIALE Considera il contesto sociale in cui si manifesta una certa patologia, dando particolare rilievo alla realtà socio-culturale.

    2. MODELLO UMANISTICO Approcci diversi accomunati dalla prospettiva di una terapia centrata sul paziente. La terapia si basa sull’atteggiamento del terapeuta, non direttivo e ottimista, che facilità la crescita e la consapevolezza personali. Il paziente ha dentro di sé un’autenticità che non è stata ascoltata e che non è potuta uscire.

    3. MODELLO COGNITIVO COMPORTAMENTALE Va a capire quali sono gli strumenti che generano un desiderio di azione, determinando l’attivazione di uno schema di azione in base a strategie innate e/o apprese. Patologia: spiegata in base a credenze, atteggiamenti e aspettative Obiettivo: modificazione di struttura cognitiva, risonanza emotiva e modalità comportamentali patologiche

    4. MODELLO SISTEMATICO-RELAZIONALE Patologia: osservata in funzione dell’organizzazione familiare all’interno della quale emerge. La famiglia tende all’omeostasi, che viene perturbata dalla terapia per favorire il cambiamento e riequilibrare in termini più adattivi.

    5. MODELLO PSICO-DINAMICO Vita psichica: in costate variazione Patologia: correlata ad una particolare struttura di personalità

    6. MODELLO PSICO-ANALITICO La vita psichica si svolge più che altro al di fuori della consapevolezza e del controllo del soggetto. I sintomi e le forme di disagio indicano la presenza di conflitti inconsci. L’analisi deve ripercorrere la storia personale, facendo emergere ed elaborando le rappresentazioni inconsce, per riorganizzare il mondo interno del paziente.

    SENSAZIONE E PERCEZIONE

  • Viviamo in un mondo bombardati da un vortice incessante di stimoli. Non siamo capaci di vivere senza STIMOLI e SENSAZIONI. Abbiamo strumenti che ci consentono di SENTIRE e PERCEPIRE la realtà.

    STIMOLI: particolari manifestazioni delle diverse forme di energia. Arrivano ai nostri organi di senso

    SENSAZIONE: impressione soggettiva, immediata e semplice che corrisponde auna data intensità dello stimolo fisico. Le sensazioni sono eventi privati e soggettivi. Sono simili a quelle di un altro se i due individui sono messi di fronte allo stesso stimolo e nelle stesse condizioni.

    RELAZIONI PSICOFISICHE: relazione sistematica tra lo STIMOLO FISSO e la SENSAZIONE STESSA. Queste relazioni danno luogo ad una situazione di comunicabilità, comprensibilità e confrontabilità tra le sensazioni di diversi soggetti.

    SENSIBILITÀ UMANA: condizione psicologica in cui rispondiamo solo a quelle forme fisiche di stimolazione per cui abbiamo a disposizione particolari apparati recettivi. La sensibilità umana ha due limiti intrinseci:

    - COGLIAMO UNA PARTE MOLTO PICCOLA DELLA VARIETÀ E DELLA MASSA DEGLI STIMOLI FISICI DELL’AMBIENTE

    - SIAMO CAPACI DI COGLIERE GLI STIMOLI SOLO QUANDO HANNO UNA CERTA INTENSITÀ

    SOGLIA ASSOLUTA: confine tra gli stimoli che vengono recepiti dall’organismo e quelli che non vengono recepiti dall’organismo. La soglia assolta può essere:

    - INIZIALE: quantità minima in grado di produrre una sensazione - TERMINALE: limite superiore al di sopra del quale la sensazione viene a

    cessare

    SOGLIA DIFFERENZIALE: differenza appena rilevabile. È il valore della differenza minima fra due stimoli di diversa intensità che è rilevata nel 50% dei casi.

    Ci sono 3 METODI PSICOFISICI per la MISURAZIONE dell’ATTIVITÀ PSICHICA:

  • - METODO DEI LIMITI: al soggetto sono presentate diverse serie di stimoli. Alcune portano dei valori infraliminari e hanno un ordine ascendente nell’intensità degli stimoli. Altre partono con stimoli sovraliminari e hanno un ordine discendente. Le due serie sono combinare in modo casuale tra di loro.

    - METODO DELL’AGGIUSTAMENTO: si richiede di aggiustare in modo continua attraverso una manopola o un cursore il livello di intensità di uno stimolo. L’intensità viene variata e regolata dal soggetto.

    - METODO DEGLI STIMOLI COSTANTI: al soggetto sono presentati alcuni stimoli, per diverse volte, e che hanno differenti intensità. I soggetti dovranno riferire se hanno avvertito o no una sensazione. Lo stimolo che ottiene il 50% delle risposte corrisponde al valore soglia.

    In ogni prova per la determinazione della soglia differenziale si presenta una coppia di stimoli di intensità diversa:

    - STIMOLO STANDARD: costante - STIMOLO DI CONFRONTO: varia di volta in volta

    PSICOFISICA: studio delle relazioni che intercorrono fra gli attributi soggettivi di una data sensazione e gli attributi fisici controllabili dello stimolo corrispondente.

    LEGGE DI WEBER: K=ΔR/R K=costante ΔR= soglia differenziale R= stimolo iniziale

    Weber arrivò a dire che la SOGLIA DIFFERENZIALE DELLO STIMOLO È UNA PROPORZIONE COSTANTE DELL’INTENSITÀ DELLO STIMOLO INIZIALE.

    S=c • logR + C LEGGE DI FECHNER Fechner volle verificare in che modo la sensazione S potesse variare al variare continuo dell’intensità della stimolazione R. S= grandezza della sensazione c= costante di Weber R= grandezza dello stimolo C= costante di integrazione Questa legge è valida per le diverse modalità sensoriali.

    METODI DI STUDIO DELLA PSICOFISICA CLASSICA Con il loro impiego si poté misurare le capacità sensoriali e anche le altre abilità e funzioni mentali.

  • La PSICOFISICA SOGGETTIVA venne originata da Stevens, il quale fece ricorso al metodo stima di grandezza e verificò che i soggetti sono capaci di valutare direttamente l’intensità di una sensazione associandola ad un numero.

    RILEVAZIONE: processo nel quale gli individui devono decidere se uno stimolo è presente o meno.

    TEORIA DELLA RILEVAZIONE: abilità per quantificare l’abilità di distinguere, in un segnale, il segnale vero e proprio portatore di informazioni dal rumore.

    REALISMO INGENUO: il mondo si presenta a noi così come esso è. Ciò che percepiamo è una riproduzione di ciò che si trova nella realtà.

    Alcune volte non vediamo ciò che esiste nella realtà; al contrario vediamo quello che non esiste nella realtà. In altre circostanze vediamo più cose in una figura unica; altre volte vediamo ciò che non può esistere nella realtà. Talvolta vediamo cose differenti da quelle che esistono. La corrispondenza tra realtà fisica e realtà percepita è il risultato dell’interdipendenza tra i dati sensoriali provenienti dall’esterno e le conoscenze già disponibili per l’individuo. Le SENSAZIONI sono una indipendente dall’altra. Sono necessarie per interagire con l’ambiente, da sole non contengono le informazioni per spiegare le nostre percezioni; vanno quindi integrate nei percetti attraverso processi di associazione ed elaborazione.

    Gli oggetti del mondo circostante producono in continuazione una molteplicità indefinita di radiazioni, che costituiscono le STIMOLAZIONI DISTALI; queste ultime vanno a suscitare negli apparati recettivi delle precise sollecitazioni, definite STIMOLAZIONI PROSSIMALI, le quali sono da intendere come una situazione dinamica. Se le stimolazioni prossimali sono abbastanza intense, producono nei recettori interessati degli eccitamenti nervosi, trasmessi in forma di messaggio nervoso fino ad una definita regione cerebrale.

    La stimolazione è un EVENTO FISICO, la quale suscita una rapida successione di EVENTI FISIOLOGICI. Nelle fasi finali di questi accadimenti fisiologici corrisponde la PERCEZIONE, cioè l’impressione diretta e immediata della presenza di determinate forme di realtà ambientale. Queste impressioni vanno a costituire il CAMPO FENOMENICO: il fenomeno così come ci “appare” in termini immediati in una data situazione. Quindi la percezione

  • può essere intesa come l’organizzazione immediata, dinamica e significativa delle informazioni sensoriali.

    Nella percezione sono operanti diversi flussi di processi e sono importanti: - PROCESSI DAL BASSO VERSO L’ALTO: Attivano specifiche aree cerebrali;

    le informazioni sensoriali sono necessarie perché senza di esse cadiamo in una condizione di allucinazioni. Ma da sole sono insufficienti a spiegare ciò che percepiamo, in quanto sono disperse e caotiche, non indicano nessuna realtà. Ci sono delle volte in cui le informazioni sensoriali sono eccessive per essere incluse in modo coerente e istantaneo in un singolo atto percettivo.

    - PROCESSI DALL’ALTO VERSO IL BASSO: partono da specifiche aree cerebrali e influenzano l’attività nervosa dei recettori sensoriali delle diverse modalità in relazione a ciò che già sappiamo. Entrano in gioco le credenze, le aspettative, gli scopi della nostra condotta. Una conferma empirica proviene dall’attività di riconoscimento degli oggetti: questa attività consiste nel fare il confronto e trovare le corrispondenze tra l’insieme degli stimoli sensoriali e la rappresentazione mentale già immagazzinata in un deposito di memoria. L’esito dell’attività di riconoscimento percettivo conduce all’impiego delle categorie mentali, ponendo in evidenza una stretta connessione fra percezione e altre funzioni mentali.

    PRINCIPALI TEORIE TEORIA EMPIRISTICA Le diverse esperienze con la realtà ambientale e l’apprendimento che ne consegue danno un contributo essenziale alla percezione degli oggetti.

    SCUOLA DELLA GESTALD Si oppone al principio empirista dell’esperienza passata e sostenne che la percezione non è preceduta da sensazioni, ma è un processo primario e immediato. La percezione non è dovuta al concorso di fattori estranei, ma è data dall’organizzazione interna delle forze che si vengono a creare fra le diverse componenti di uno stimolo. Anche il campo percettivo si organizza attraverso la distribuzione dinamica delle forze generate dai vari aspetti dell’oggetto.

    MOMENTO DEL NEW LOOK

  • Sorse negli Stati Uniti dopo la seconda guerra mondiale. Secondo questo movimento l’organizzazione della percezione dipende, oltre che da fattori intrinseci, anche da altri fattori mentali. Quando un soggetto percepisce uno stimolo compie un’operazione di categorizzazione, cioè identifica e classifica lo stimolo.

    TEORIA ECOLOGICA DI GIBSON Secondo Gibson, la percezione è un progressivo “arricchimento” delle informazioni sensoriali attraverso una serie di processi eterogenei. Respinge anche la tesi secondo cui la percezione è il risultato dell’attività cognitiva del soggetto percepente che “impone” la propria elaborazione e organizzazione alla costellazione degli stimoli. Secondo Gibson le informazioni percettive sono già contenute nella stimolazione così come essa si presenta al soggetto.

    TEORIA COMPUTAZIONALE DI MARR Secondo Marr, il soggetto codifica le immagini in funzione delle continue variazioni di intensità luminosa. L’attività percettiva viene divisa in fasi successive:

    - Abbozzo primario - Abbozzo a due dimensioni e mezzo - Modello tridimensionale

    Sulla base delle informazioni raccolte dall’abbozzo primario, l’organismo prosegue con l’integrazione di informazioni fornite dalla stereopsi, dal movimento e dalle ombre (abbozzo a 2D e 1/2) e termina con una descrizione completa della struttura tridimensionale dell’oggetto. Marr distingue due sistemi di riferimento:

    1. Posizione del punto di vista occupato dall’osservatore 2. Sistema astratto delle tre coordinate impiegate dalla geometria euclidea

    La nostra mente organizza l’attività percettiva in modo da cogliere gli oggetti in modo unitario e coerente. Questo viene chiamato SEGMENTAZIONE, che ci consente di orientarci e muoverci correttamente nello spazio, di distinguere in modo appropriato gli oggetti e di fare previsioni attendibili sullo svolgimento futuro degli avvenimenti.

    ATICOLAZIONE FIGURA SFONDO Primo tipo di segmentazione. È un processo universale e costante, in quanto non c’è figura senza sfondo. La figura ha forma, mentre lo sfondo è amorfo e indifferenziato: la figura ha un’estensione definita, lo sfondo continua dietro la figura in modo indeterminato. Se figura e sfondo fossero isolati sarebbero fonte di ambiguità ed errore.

  • Ala base di questa articolazione figura-sfondo ci sono diversi fattori: - Inclusione: la regione inclusa diventa figura - Convessità: diventa figura la regione convessa rispetto a quella concava - Area relativa: diventa figura la regione di area minore - Orientamento: diventa figura la regione i cui assi orientati secondo le direzioni

    principali dello spazio percettivo Quando non riescono a intervenire questi fattori si creano le condizioni per ottenere le figure reversibili, figure in cui si ha l’inversione tra figura e sfondo. Sono figure instabili e ambigue: siamo in grado di percepire entrambe le figure ma solo una per volta.

    SEGMENTAZIONE DEL CAMPO VISIVO Wertheimer mise in evidenza alcuni principi fondamentali da lui esposti sotto forma di leggi:

    - Principio della vicinanza: a parità delle altre condizioni, si unificano gli elementi vicini

    - Fattore della somiglianza: a parità delle altre condizioni, si unificano gli elementi simili

    - Legge del destino comune: a parità delle altre condizioni, si unificano gli elementi che condividono lo stesso tipo e la stessa direzione di movimento

    - Legge della buona direzione: a parità delle altre condizioni, si unificano gli elementi che hanno continuità di direzione

    - Legge della chiusura: a parità delle altre condizioni, sono percepiti come unità gli elementi che tendono a chiudersi fra loro

    - Legge della pregnanza: secondo essa, sono preferite le configurazioni più semplici, regolari, simmetriche e stabili

    L’articolazione degli elementi dipende quindi dall’organizzazione totale della configurazione degli elementi.

    PERCEZIONE DELLA PROFONDITÀ Lo spazio percettivo ha tre dimensioni; gli oggetti che vediamo sono dotati di corporeità. Questa condizione diventa problematica nel momento in cui si considera che le immagini proiettate sulla retina sono bidimensionali. Ci sono diversi fattori che spiegano questo “enigma” percettivo.

    DISPARAZIONE BINOCULARE

  • Nel caso della convergenza, quando fissiamo un oggetto gli occhi convergono in un determinato angolo. Questo angolo, l’angolo di convergenza, è più ampio quando l’oggetto è vicino rispetto a quando è lontano. Anche l’accomodazione del cristallino permette la messa a fuoco dell’oggetto; infatti il cristallino diventa tanto più convesso quanto più è vicino l’oggetto da osservare. Convergenza e accomodazione, però, da sole non sono sufficienti a spiegare il fenomeno in quanto limitati e circoscritti. Più importante è il meccanismo della disparazione binucleare: ciò che vede l’occhio sinistro non coincide perfettamente con ciò che vede l’occhio destro. Quando gli occhi convergono su un solo oggetto, vediamo un solo oggetto, in quanto abbiamo corrispondenza fra le immagini che si sono formate nelle due retine. Quando le due immagini retiniche non corrispondono abbiamo una visione doppia (o diploidia). La diploidia viene originata solo quando la disparazione binucleare è piuttosto grande; quando invece è piccola, le due immagini disparate si fondono e danno luogo ad una visione chiara e nitida (fusione binucleare). Questa visione diventa importante nel momento in cui si deve determinare la vicinanza o la distanza di un oggetto rispetto a quello fissato. La disparazione costituisce il correlato fisiologico binoculare più importante per la percezione della profondità e della tridimensionalità (stereopsi).

    GRADIENTI DI DENSITÀ MICROSTRUTTURALE Insieme ai meccanismi binoculari ci sono anche importanti indizi monoculari che contribuiscono a spiegare il fenomeno percettivo della profondità e della distanza. Fra di essi c’è la densità microstrutturale della stimolazione ambientale. Il gradiente di densità della microstruttura sulla retina varia in funzione del tipo di superficie che osserviamo. Questa situazione può essere ricreata artificialmente facendo uso della prospettiva tissutale. Anche la prospettiva lineare, che prevede la convergenza delle linee in un unico punto di fuga, rientra in questo più ampio fenomeno della prospettiva tissutale.

    INDIZI PITTORICI DELLA PROFONDITÀ Esistono anche gli indizi pittorici, un altro tipo di indizi monoculari, per andare a generare la percezione della profondità; fra gli altri abbiamo il chiaroscuro. Allo stesso modo, la sovrapposizione parziale è un altro indizio pittorico di profondità. Altro indizio rilevante è l’altezza sul piano orizzontale: più un oggetto è alto rispetto al piano dell’orizzonte, più sarà percepito distante. Infine c’è la parallasse di movimento che va fornire utili informazioni per la percezione della distanza.

  • Le stimolazioni prossimali cambiano in continuazione per forma, grandezza e intensità luminosa. Nonostante questi continui cambiamenti, la percezione dell’ambiente rimane costante e stabile. Le COSTANZE PERCETTIVE sono processi in base ai quali gli individui percepiscono gli oggetti del mondo circostante come dotati di invarianza e stabilità. Favorisce un grande risparmio di risorse psichiche e favorisce un efficacie adattamento agli oggetti.

    COSTANZA DI GRANDEZZA Tanto più un oggetto si allontana da noi e tanto più piccola diventa la sua immagine sulla retina. La grandezza dell’immagine retinica è inversamente proporzionale alla distanza dell’oggetto dall’occhio. Il fenomeno della costanza di grandezza consiste nel percepire gli oggetti lontani come dotati di una grandezza relativamente simile a quella con cui li percepiamo quando sono vicini. Gli oggetti sono inseriti in un contesto che genera schemi di riferimento e in una scala costante della distanza.

    COSTANZA DI FORMA La costanza di forma è la tendenza ad attribuire agli oggetti la stessa forma, nonostante la varietà di forme che essi proiettano nel tempo sulla retina. Anche con inclinazioni diverse, l’oggetto contiene lo stesso numero di elementi nelle diverse posizioni.

    COSTANZA CROMATICA Oltre alla grandezza e alla forma costanti, gli oggetti hanno anche un colore stabile. Questo è il fenomeno della costanza di colore. La teoria quadricromatica è la teoria più fondata per spigare questo processo. Nella retina ci sono 3 sostanze che funzionano secondo processi biochimici di assimilazione e di dissimilazione. Ci sarebbe una sostanza fotosensibile rosso-verde, una sostanza giallo-blu e una sostanza bianco-nera. Quando si percepisce un colore della coppia non si può percepire l’altro. Questa teoria è compatibile con le tre dimensioni percettive fondamentali dei colori:

    - Tonalità - Chiarezza - Saturazione

    Da questa teoria deriva il quadrato delle tonalità cromatiche: i colori fondamentali sono disposti ai vertici del quadrato e i colori intermedi si trovano lungo i lati del quadrato. Ogni colore angolare costituisce una svolta. Non esiste alcun colore che sia intermedio tra due colori angolari non consecutivi.

  • I colori angolari opposti si dicono complementari; unendo due colori complementari si ottiene il grigio. La costanza cromatica è di natura relazionale: tonalità e chiarezza di un oggetto dipendono dai rapporti con le sostanze adiacenti della stimolazione complessiva.

    PERCEZIONE DEL MOVIMENTO Siamo in grado di percepire non solo gli oggetti statici ma anche gli oggetti in movimento. La percezione del movimento è un processo regolato da precisi meccanismi fisiologici.

    PERCEZIONE DEL MOVIMENTO REALE E DEL MOVIEMNTO INDOTTO La percezione del movimento reale è la capacità di cogliere nel tempo gli spostamenti reali di un oggetto lungo una traiettoria rispetto ad altri oggetti che restano immobili nello spazio percepito. Questa concezione non risulta più sufficiente non appena si prende in considerazione la percezione del movimento indotto. Direzione e velocità del movimento dipendono dal sistema di riferimento e dal rapporto fra elemento inducente ed elemento indotto.

    MOVIMENTO APPARENTE Il movimento apparente è la percezione di oggetti in movimento a partire da stimoli statici presentati a intervalli regolari di tempo. La percezione del movimento apparente è data dall’organizzazione temporale nella successione degli stimoli statici; se il ritmo di questa successione è abbastanza rapido, emerge il fenomeno del movimento apparente.

    MOVIMENTO AUTOCINETICO Il movimento autocinetico consiste nel vedere che un punto o un oggetto fisso, che si trova in una posizione in cui intorno non si trova niente, inizia a muoversi in modo irregolare con movimenti di una certa ampiezza. Ciò è dovuto al fatto che si è incapaci di mantenere a lungo la traccia dell’esatta direzione verso cui si guarda.

    ATTENZIONE, CONOSCENZA, AZIONE Grazie all’ATTENZIONE siamo in grado di discriminare in modo selettivo le informazioni dell’ambiente, attribuendo un peso maggiore a quelle che sono per noi quelle più importanti e tralasciandone altre.

    COSCIENZA: fondamento della nostra identità soggettiva, ci consente di raggiungere intenzionalmente i nostri scopi e in intervenire sulla situazione contingente.

  • ATTENZIONE ATTENZIONE: insieme dei dispositivi che consentono di:

    1. Orientare le risorse mentali verso gli oggetti e gli eventi 2. Ricercare e individuare in modo selettivo le informazioni per focalizzare e

    dirigere la nostra condotta 3. Mantenere in modo vigile una condizione di controllo su quello che stiamo

    facendo

    ATTENZIONE ENDOGENA E ATTENZIONE ESOGENA L’attenzione endogena è avviata dalle nostre esigenze personali; si ha l’attenzione endogena n quelle circostanze in cui andiamo a prestare attenzione a ciò che succede intorno guidati dai nostri scopi, interessi, bisogni. Questo tipo di attenzione implica un orientamento volontario verso uno specifico oggetto o evento dell’ambiente.

    L’attenzione esogena è quell’attenzione che viene attivata da uno stimolo esterno e stimolata da processi dal basso verso l’alto. Viene catturata da quegli eventi inaspettati e salienti che arrivano dall’ambiente che portano questo tipo di attenzione su di loro. Comporta un orientamento automatico dell’attenzione.

    ATTENZIONE SPAZIALE E ATTENZIONE BASATA SUGLI OGGETTI Attenzione endogena e attenzione esogena sono implicite nell’incessante esplorazione dell’ambiente. Quando noi indaghiamo l’ambiente non lo indaghiamo nella sua interezza, ma selezioniamo una porzione. Quando direzione dello sguardo e direzione dell’attenzione coincidono abbiamo l’attenzione spaziale. Direzione dello sguardo e direzione dell’attenzione possono però essere separati.

    Fuoco dell’attenzione: consente di concentrare le risorse attentive su uno specifico stimolo ambientale,

    VELOCITÀ E ACCURATEZZA DELL’ATTENZIONE Nella rilevazione di uno stimolo, velocità e precisione nell’individuazione di un bersaglio sono indici rilevanti di efficacia mentale. La validità degli stimoli ricercati è l’effettiva individuazione del bersaglio ricercato. Abbiamo tre condizioni:

    - Stimolo valido: il bersaglio compare nel riquadro indicato dalla freccia - Stimolo non valido: il bersaglio compare nel riquadro opposto all’indicazione

    della freccia - Stimolo neutro: la freccia indica entrambe le posizioni

  • Siamo più veloci quando ci troviamo davanti a stimoli validi. Inoltre abbiamo un incremento della velocità e dell’accuratezza della rilevazione degli stimoli dei nostri interessi. Gli stimoli di maggiore rilevanza emotiva catturano prima e in modo vincolante le risorse attentive rispetto a quelli neutri.

    CECITÀ DEL CAMBIAMENTO: fallimento nella rilevazione degli stimoli spaziali che è da attribuire alla qualità limitata di risorse attentive a nostra disposizione

    EFFETTO SIMON: si è più rapidi e i nostri tempi di reazione sono più brevi quando la posizione dello stimolo e quella della risposta coincidono rispetto a quando non coincidono.

    ELABORAZIONE CONTROLLATA ED ELABORAZIONE AUTOMATICA Nella rilevazione degli stimoli entrano in funzione processi di:

    - Elaborazione controllata: lenta e consapevole, accompagnata da errori, non consente di svolgere altri compiti nello stesso tempo. Si ha un controllo diretto e continuo su quello che stiamo facendo

    - Elaborazione automatica: è rapida, non coinvolge la memoria a breve termine e non richiede risorse attentive. È inconsapevole, difficile da modificare, permette di svolgere più compiti nello stesso tempo che sembrano procedere per conto loro

    Questa dicotomia è stata proposta negli anni Settanta e oggi appare meno netta perché nessuna elaborazione è totalmente automatica.

    Nella SELEZIONE andiamo a discriminare e scegliere ciò che è rilevante in una determinata situazione rispetto a ciò che è indifferente. Grazie alla selezione possiamo impegnare meglio le attività cognitive limitate e modulare le nostre attività mentali in funzione della richiesta dei compiti da svolgere. La selezione è uno strumento potente e flessibile in grado di facilitare o inibire il processo di rilevazione degli stimoli. L’attività di selezione è interpretata facendo riferimento a diverse ipotesi.

    SELEZIONE COME FILTRO Dato che gli stimoli sensoriali vanno a rappresentare un enorme massa, l’attenzione è come un filtro che va a selezionare le informazioni rilevanti per l’organismo. Dopo il registro sensoriale ci sarebbe un collo di bottiglia che fa passare solo gli stimoli pertinenti in quella determinata situazione. Nella selezione precoce gli stimoli irrilevanti sono filtrati e scartati, mentre quelli pertinenti sono ammessi all’elaborazione successiva sulla base delle loro caratteristiche fisiche.

  • Nella selezione tardiva alcuni elementi hanno una sogli attentiva più bassa degli altri, sono più facilmente e rapidamente rilevabili e richiedono meno analisi, quindi passano più agevolmente attraverso il filtro attentivo per giungere alla coscienza.

    SELEZIONE COMA FASCIO DI LUCE L’attenzione sarebbe come un fascio di luce che illumina specifici aspetti della scena. L’attenzione è un processo in-off, in cui le informazioni fuori dal campo selezionato sarebbero semplicemente ignorate.

    SELEZIONE COME RICERCA DEGLI STIMOLI - Ricerca disgiuntiva: il bersaglio differisce dagli altri stimoli solo per una

    caratteristica - Ricerca congiuntiva: il bersaglio è definito dall’unione di più caratteristiche

    La ricerca disgiuntiva è più facile perché il bersaglio “salta fuori” in modo immediato e indipendente dal numero degli stimoli grazie ad una elaborazione in parallelo. Nella ricerca cognitiva ogni elemento è valutato singolarmente per accertare se rappresenta o meno il bersaglio. La ricerca di un bersaglio è associata alla presenza o all’assenza di una certa caratteristica. Differenza tra ricerca disgiuntiva e ricerca congiuntiva: messa in evidenza dalla teoria dell’integrazione delle caratteristiche. Se ricerchiamo un bersaglio sono in base ad una sola caratteristica, basta fare riferimento solo a essa.

    Oggi abbiamo il frazionamento dell’attenzione, in cui si deve governare un ventaglio di bersagli.

    ATTENZIONE FOCALIZZATA E ATTENZIONE DIVISA Quando andiamo a focalizzarci solo su una fonte di informazioni, concentrandoci solo su una fonte e trascurando le altre, si parla di attenzione focalizzata. Quando invece prendiamo parte a entrambe le fonti, ricevendo informazioni da entrambe, si parla di attenzione divisa; in questo caso l’elaborazione delle informazioni è parziale o mediocre.

    INTERFERENZE A DOPPIO COMPITO Abbiamo due fonti di stimolazione di diverso tipo, e in qualche modo dobbiamo procedere a selezionare il loro accesso alla nostra mente. Siamo in questa situazione nel momento in cui i due compiti da eseguire nello stesso tempo condividono lo stesso canale di elaborazione (interferenza strutturale).

  • Ci troviamo nella stessa situazione anche quando le attività mentali da svolgere sono impegnative e assorbono una grande quantità di risorse attentive disponibili per svolgere un compito principale, lasciando una piccola quantità di risorse per il compito accessorio (interferenza da risorse).

    Abbiamo anche condizioni dovute all’incoerenza degli stimoli: si hanno dei tempi di reazione assai più brevi nell’eseguire un compito in cui gli stimoli sono congruenti rispetto all’eseguire un compito in cui gli stimoli sono incongruenti, in cui i tempi di reazione sono più lenti (interferenza da incongruenza). Questo è l’EFFETTO STROOP.

    Nell’EFFETTO NAVON ad un soggetto vengono presentate delle lettere grandi, composte da lettere piccole. Quando il soggetto, posto davanti a stimoli incongruenti, è invitato a prestare attenzione alle lettere locali, la presenza di una lettere incongruente a livello globale produce un netto rallentamento nei suoi tempi di risposta.

    COMPETIZIONE SEMPLICE E COMPETIZIONE POLARIZZATA Nella competizione semplice lo stimolo che riceve la maggior quantità di risorse per la sua salienza è analizzato in modo più dettagliato, ha la priorità e conduce all’attenzione focalizzata. Questo tipo di competizione può essere influenzata da altri sistemi cognitivi. La competizione polarizzata emerge quando gli stimoli sono presentati simultaneamente anziché in serie, uno dopo l’altro. La competizione, sia semplice sia polarizzata, mette in evidenza che l’attenzione è un dispositivo dinamico, variabile, in grado di adattarsi in modo attivo a una gamma variegata di fenomeni. L’attenzione è un’attività mentale emergente e dinamica, immersa nella situazione immediata, in grado di fornire le informazioni utili per gli individui.