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Teoria della Mente

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Teoria della Mente

Premessa • Sviluppo cognitivo come sviluppo di una ‘Teoria della

Mente’

• Rivoluzione nello studio dei bambini negli ultimi vent’anni Gopnik afferma che «i bambini piccoli hanno pensieri brillanti come quelli degli scienziati» - 2011

• fin dalla prima infanzia elaborano ipotesi, concezioni ed opinioni – una ‘teoria’ appunto – relative al fatto che sia se stessi sia gli altri possiedono o sperimentano stati mentali di varia natura che sono alla base dei comportamenti manifesti

La ToM ha una funzione primariamente sociale perché favorisce gli scambi interpersonali

Premessa

Il termine ‘teoria’ con un significato particolare:

‘theory’ of mind perché nel ragionare e parlare di noi stessi e degli altri ci riferiamo a stati mentali (interni) come intenzioni, emozioni, desideri, credenze, false credenze……………..

non sono direttamente osservabili e, tuttavia, li colleghiamo ai comportamenti, fino a formare un ‘sistema esplicativo coerente e unitario’ (Camaioni, 2003)

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Antefatti

Critica ai lavori di Piaget

• scetticismo verso l’affermazione di egocentrismo intellettuale (incapacità di decentramento) alla luce di una serie di lavori che mettono in evidenza come conti la natura del compito (es. Donaldson, 1978)

Modificando consegna e modo di presentare il compito, i bambini ottengono prestazioni adeguate

Condizioni facilitanti anticipano la prestazione corretta

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1. Antefatti

Esempio: M.Hughes ha proposto un compito alternativo al compito delle tre montagne

(Per Piaget, b.ni di età inferiore agli 8 anni falliscono perché non sanno

immaginare prospettiva di un’altra persona. Risposte “egocentriche”)

Nuovo compito sperimentale: il ragazzo e il poliziotto

Anche b.ni di età prescolare risolvono il compito, perché è più vicino alla loro esperienza

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1. Antefatti

● Scetticismo nei confronti del bambino epistemico, come costruttore di conoscenza in solitudine

Piaget aveva ignorato l’aspetto sociale, relazionale che caratterizza il processo di costruzione della conoscenza

esempi: ricerche nell’ambito della teoria del conflitto socio-cognitivo (Doise, Mugny, etc.)

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2) Critiche per ripartire…

Nuovo paradigma di ricerca

• WIMMER E PERNER (1983)

Studiosi tedeschi che svolgono il dottorato in USA

Compito della falsa credenza /

false-belief task

compito semplice, e al contempo geniale, per

indagare la capacità di decentramento cognitivo [Maxi e la cioccolata: ‘spostamento inatteso’]

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Baron-Cohen, Leslie, Frith 1985: Sally e Ann insieme nascondono un oggetto in un cestino; in

seguito, all’insaputa di Sally che si allontana, Ann sposta l’oggetto in una scatola. Sally torna in scena

il b.o/a che partecipa all’esperimento deve dire dove Sally cercherà l’oggetto

A 3 anni dicono che Sally cercherà l’oggetto dove si trova ora, e non dove l’ha nascosto (i b.i sono incapaci di rappresentarsi le credenze altrui diverse dalle proprie e dalla realtà di fatto)

A 4 anni rispondono per lo più correttamente (cestino e non dove si trova realmente, cioè scatola) Disgiungono la realtà dalla credenza e dalla falsa credenza

4/5 anni: sono per lo più in grado di risolvere il compito della falsa credenza, ovvero comprendere che le azioni possono essere determinate da credenze erronee

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• Compiti falsa credenza di primo ordine (io penso che tu pensi)

• Wimmer e Perner (1983) “change of location/ spostamento inatteso” Maxi e la mamma; Baron Cohen et al. 1985Sally e Anne-1985)

• Perner, Leekman, Wimmer (1987) “change of content/ scatola ingannevole” (Smarties)

…..e varianti

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2) Nuovo paradigma di ricerca e filoni di studio

Dagli anni ’90 in poi si sviluppano numerosi filoni di ricerca fra i

quali 1.precursori della ToM; 2. tappe di sviluppo della Tom

1. I PRECURSORI DELLA ToM

che cosa succede prima dei 3/ 4 anni ? che cosa

prepara l’emergere delle competenze necessarie per

risolvere i FB task?

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2.1 I precursori della ToM

● Comportamenti di attenzione condivisa

(già dopo i 4 mesi)

a) Sguardo referenziale verso gli 8 mesi

b) Social referencing: secondo anno di vita

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● il gesto di indicare

Due usi funzionali del GESTO DI INDICARE

RICHIESTIVO DICHIARATIVO*

più ‘semplice’ più ‘complesso’

* GESTO DICHIARATIVO: scopo=richiamare l’attenzione dell’altro su un oggetto per condividere l’interesse verso esso

E’ un precursore della ToM perché il bambino attribuisce all’altro intenzionalità e stati mentali (interesse, attenzione, curiosità…). Gli si rivolge perché crede di poterne influenzare l’attenzione (Camaioni, 2001)

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Precursori della ToM

● Gioco simbolico (secondo anno di vita)

Leslie (1987) , Lillard (1998)

capacità di rappresentare una realtà diversa da quella percepita

Giocare a “far finta”: un oggetto è usato per rappresentarne uno diverso

rappresentazione mentale indipendente dalla realtà, proprio come nell’attribuzione all’altro di stati mentali diversi dai dati di fatto

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I precursori della ToM

● Linguaggio psicologico o mentalistico*

Bretherton et al. (1982) nel corso del secondo anno di vita

compare il lessico degli stati mentali o interni

termini che denotano stati fisiologici (aver fame, sete, caldo etc)

termini che denotano stati percettivi e volitivi (vedere, volere)

termini riferiti agli stati emotivi (felice, triste, arrabbiato)

termini riferiti a stati cognitivi (pensare, credere)

[cfr. Lecce, Pagnin, 2007]

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2. Sviluppo della ToM e compiti per valutarlo

Come si sviluppa nei bambini la conoscenza della mente?

Il problema centrale è come i b.ni giungono a comprendere [mindreading; mentalizzazione; rappresentazione della soggettività etc.]

che le persone sono entità differenti dalle ‘non persone’,

ovvero sono entità che credono, dubitano, fingono, immaginano, pensano, sentono, si arrabbiano ……..…

Sviluppo della ToM come un continuum,

non un processo tutto-nulla,

in cui sono rintracciabili tappe salienti

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2.2 Sviluppo della ToM (Wellman, 1991) e compiti

Psicologia del desiderio (2/3 anni) Il desiderio è uno stato mentale più semplice della credenza

(“Lui vuole una mela” più semplice di “Lui pensa che questa sia una mela”)

il b.no interpreta le azioni sulla base dei desideri, e spiega le reazioni emotive in rapporto al fatto che i desideri siano stati soddisfatti o meno

Psicologia del desiderio e della credenza (3/4 anni) il b.no prevede che le azioni di una persona saranno

guidate non solo dai suoi desideri, ma anche dalle sue credenze

Psicologia della falsa credenza (4/ 5 anni)….. …..e dalle sue false credenze

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La sequenza evolutiva a partire dai 2 anni è la seguente: (prima ci sono comunque i precursori)- Wellman

ETA’ (circa) SEQUENZA EVOLUTIVA

2 anni Psicologia del desiderio

3 anni Psicologia del desiderio/credenza

4 anni Falsa credenza di primo ordine

6-7 anni Falsa credenza di secondo ordine

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2.2 Sviluppo della ToM e sua valutazione

Wellman (1991): compito di vera credenza (b.ni di 3 anni)

Valuta la capacità del bambino di prevedere l’azione del protagonista della storia raccontata, tenendo conto contemporaneamente dei suoi desideri e della sue credenze

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2.2 Sviluppo della ToM Compito di vera credenza

• Viene narrata la storia di un personaggio (es. Marco) che desidera giocare con il suo gattino. Quest’ultimo non si trova in casa: può essere sia in cucina sia in giardino. Il personaggio protagonista (Marco) crede che sia in giardino

Al bambino viene chiesto dove Marco

cercherà il gattino.

X desidera giocare con il gattino

X crede che il gattino sia in giardino

Dove X andrà a cercare il gattino?

(X cercherà il gattino in giardino)

2.2 MODIFICHE DEI COMPITI*…

Problemi:

questo tipo di compiti mette in gioco molte abilità cognitive, linguistiche, di memoria

che cosa effettivamente valutano tali compiti? Che cosa ne rende complicata la risoluzione?

●QUESTIONI LINGUISTICHE (es. Siegal, Beattie, 2001)

(«Dove Sally cercherà la biglia per trovarla?» possibile interpretazione dei piccoli)

“Qual è il primo posto in cui Sally cercherà la biglia?” (come la domanda è intesa dal ricercatore)

● COMPLESSITA’ DEL COMPITO E RUOLO DELLE FUNZIONI ESECUTIVE

Uso di pupazzetti o drammatizzazione persone (Leslie, Frith, 1988) o presenza della madre (Shaw, 1989) o del bambino stesso (Celani et al. )

● CASUALITA’ DELLE RISPOSTE

Predizione Predizione + Spiegazione («Dove cercherà la biglia e perché?»)

False belief explanation battery Perché fa/dice/… questo?

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4.Filoni di ricerca attuali e questioni aperte

Ricerche negli anni scolari

- Presupposto recente: crescita a livello sia strutturale sia funzionale delle regioni cerebrali coinvolte nell’esecuzione di compiti di ToM

- Non solo ricerca con compiti di FC di secondo ordine

1.Ricerca sulla comprensione, nei b.ni, della natura interpretativa delle credenze e, più in generale, della conoscenza

non solo le credenze possono essere vere o false rispetto alla realtà,

ma esse sono anche il frutto di una particolare, personale interpretazione della realtà (es. credo di avere fatto bene una verifica e invece prendo un voto insufficiente)

[Metodologia dei droodles]

2.Ricerca sull’incremento della tendenza a mentalizzare

riferirsi a stati mentali ed esplicitare gli stati interni che motivano il comportamento (Meins et al., 2006)

[Utilizzo di compiti NON interattivi: descrizione del migliore amico; invenzione di storie; completamento di storie]

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4.Filoni di ricerca attuali e questioni aperte

Ricerche in adolescenza ed età adulta

Lecce, Cavalini e Pagnin (2010): auspicio che l’area decolli ma per ora pochi studi

- Approccio classico: rendere i compiti sempre più difficili, affinché richiedano inferenze circa stati mentali con incastri multipli (es. ‘Carlo pensa che Alberto sapesse che Marina voleva….’), e quindi FC di terzo ordine

adulti meglio degli adolescenti

Tuttavia: problemi nel capire il ruolo del carico di memoria dato dall’incassamento di frasi

- Altri filoni:

sviluppo della capacità di mentalizzare e della funzione riflessiva intesa

sempre più come ‘capacità di andare aldilà dei fenomeni immediatamente noti e

di rispondere al comportamento in modo da indicare di avere preso in

considerazione lo stato mentale dell’altro nell’organizzare le proprie azioni in

relazione a quelle altrui’ (Fonagy 2002)

Bibliografia ragionata di base

Manuali classici/monografie/a cura di/ in lingua inglese

Astington, J. Harris P. & Olson D.R. (Eds, 1988), Developing theories of mind, Cambridge Univ. Press, Cambridge.

Perner J. (1991) Understanding the representational mind The MIT Press, Cambridge.

Hughes C. (2011) Social understanding and social lives, Cambridge University Press, Cambridge.

Monografie/a cura di, in italiano

Battistelli P. (1995), Io penso che tu pensi…., F. Angeli, Milano.

Camaioni L. (2000), La teoria della mente. Origini, sviluppo e patologia, Laterza, Bari.

Liverta Sempio O. & Marchetti A. (1995), Il pensiero dell’altro. Contesto, conoscenza e teorie della mente,

Cortina, Milano.

Liverta Sempio O., Marchetti A. (2001), Teoria della mente e relazioni affettive, UTET, Torino.

Liverta Sempio O., Marchetti A., Lecciso F. (2005). Teoria della mente tra normalità e patologia, Cortina, Milano

Lecce S., Cavallini E., Pagnin A. (2010), La teoria della mente nel ciclo di vita, Il Mulino, Bologna.

Testi su aspetti specifici

Ornaghi V., Grazzani I. (2009). La comprensione della mente nei bambini. Un laboratorio linguistico con storie per la

scuola dell’infanzia, Erickson, Trento.

Surian L. (2002), Autismo. Indagini sullo sviluppo mentale, Laterza, Bari.

Volumi su e con strumenti di valutazione

Lecce S., Cavallini E., Pagnin A. (2010), La teoria della mente nel ciclo di vita, Il Mulino, Bologna

Liverta Sempio O., Marchetti A., et al. (2005), Mentalizzazione e competenza sociale, F.Angeli, Milano.

Albanese O., Molina P. (2008). Lo sviluppo della comprensione delle emozioni e al sua valutazione. Il TEC, Unicopli, Milano.

Articoli fondamentali

in: Behavioral and Brian Sciences; British Journal of Developmental Psychology; Cognition; Child Development