Teologia ecumenica e teologie nell'ecumene lezione 5

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Teologia ecumenica e teologie nell’ecumene Prof. Antonino PILERI BRUNO A.A 2013-2014 F ACOLTÀ TEOLOGICA DI SICILIA quinta lezione

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Teologia ecumenica e teologie nell’ecumene

Prof. Antonino PILERI BRUNO

A.A 2013-2014

FACOLTÀ TEOLOGICA DI SICILIA

quinta lezione

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Quinta lezione

Movimento ecumenico come movimento

missionario

Conferenza missionaria mondiale di Edimburgo

(1910)

Inizio del Movimento Ecumenico

La Chiesa Cattolica in dialogo con il C.E.C

Apertura ecumenica come fine del Vaticano II

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Movimento ecumenico nasce come movimento missionario

Il movimento ecumenico venne a svilupparsi comeconseguenza del movimento missionario.

Nell’Europa Occidentale l’azione missionaria cercò difare presa sulle popolazioni dei centri industriali.

Nelle Americhe, in Africa, in Australia, in Asia siadoperò a mantenere viva la fede nelle schiere degliimmigrati.

I missionari furono i primi ad avvertire la tragedia delledivisioni tra le chiese.

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Conferenza missionaria mondiale di Edimburgo (1910)

La Conferenza del 1910 rappresentò l’apice e al tempo stesso ilrisultato degli incontri precedenti.

John R.Mott fu a capo della prima delle commissionipreparatorie e divenne capo della Commissione dicontinuazione. Egli aveva la capacità di intuire le potenzialità deigiovani; fu un viaggiatore infaticabile.

Il rapporto steso a conclusione della Conferenza poté affermare:«l’ideale presente alla mente della grande maggioranza deimissionari è che sia finalità di tutta l’azione missionaria quelladi impiantare presso ogni nazione non-cristiana una sola eindivisa chiesa di Cristo».

Da Edimburgo venne anche l’avvio corrente che trovò la suarealizzazione nella conferenza mondiale di “Fede eCostituzione”.

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Inizio del Movimento Ecumenico

L’inizio del Movimento Ecumenico, si compie sul fronteprotestante e senza alcuna partecipazione della ChiesaCattolica.

Il fine di Söderblom era creare un movimento mondiale cheponesse i presupposti per l’unità di tutti i cristiani.

Söderblom aveva osservato come durante la prima guerramondiale i popoli cristiani si fossero battuti in battaglia:nacque in lui l’idea di fondare un concilio della pace formatodai rappresentanti delle chiese.

Nel 1919 scrisse un memorandum per la Lega mondiale e per lafratellanza delle chiese. Nel 1920 il patriarca di Costantinopoliinvitò con una lettera enciclica tutte le chiese a unirsi in una“Lega delle Chiese” seguendo l’esempio della “Lega deiPopoli”.

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Di fronte al movimento ecumenico nascente ed alle

richieste sempre più stringenti di prenderne parte la

chiesa cattolica dichiarava la consapevolezza di essere

la vera ed unica chiesa di Cristo e considerava

necessario che le altre chiese coronassero il loro

cammino verso l’unione con la vera Chiesa.

La Chiesa Cattolica in dialogo con il C.E.C

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La partecipazione dei cattolici alle assemblee

internazionali del movimento ecumenico restava proibita

sulla base dell’enciclica Mortalium Animos. Questa

proibizione venne ancora ribadita in occasione

dell’Assemblea di Amsterdam del 1948.

Bisogna ricordare che l’anno seguente venne pubblicata

l’istruzione del S. Officio Ecclesia Catholica

(20/12/1949) nella quale, per la prima volta, il

movimento ecumenico è riconosciuto come frutto

dello Spirito. Da questo momento è possibie organizzare

incontri interconfessionali sotto la sorveglianza del

vescovo diocesano o della santa sede.

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Apertura ecumenica come fine del Vaticano II

Il lungo travaglio degli anni precedenti trovò piena

realizzazione nella stagione inaugurata dal Concilio

Vaticano II. L’intenzione di “aggiornare” la Chiesa e

“restaurare l’unità dei cristiani” fu l’intento che

mosse Giovanni XXIII fin dal primo annuncio del

Concilio del 25/12/1959.

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Fase preparatoria al Concilio Vaticano II

Il Concilio fu preceduto da una fase

“antepreparatoria” iniziata il 17/05/1959 con una

vasta consultazione di vescovi, superiori degli ordini

religiosi, facoltà ecclesiatiche e dei dicasteri della curia

romana. Si noti bene che le risposte in ordine al

tema dell’unità facevano riferimento alla

prospettiva unionistica del “ritorno”.

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Istituzione del Segretariato per l’Unità dei Cristiani

Conclusa questa prima consultazione, il

motu proprio “Superno Dei nutu”

istituiva il Segretariato per l’Unione dei

Cristiani, con il fine di coordinare tutto

ciò che potesse far riferimento al problema

dell’unità dei Cristiani. La presidenza del

nuovo Segretariato fu affidato al card.

Agostino Bea.

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Nella fase preparatoria vennero compilati tre progetti che

riguardavano il problema dei cristiani. Il primo, elaborato

dalla commissione teologica, costituiva il cap. XI dello

schema De Ecclesiae.

Il secondo era stato elaborato dalla commissione per le

Chiese Orientali e portava il titolo: De Unitate Ecclesiae:

Ut omnes unum sint.

Il terzo era stato preparato dal Segretariato per l’Unione,

con il titolo: De unione favorenda inter Christianos.

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Esito dei progetti

Di questi progetti soltanto il secondo giunse alla discussione

in aula nel corso della I sessione (26-29 novembre1962). Alla

luce dei suggerimenti dei padri conciliari, un secondo

progetto, risultante dalla sintesi dei tre precedenti, venne

redatto da una commissione mista, nella quale al fianco dei

rappresentanti del Segretariato per l’Unione, elevato a

commissione conciliare, sedevano membri della Commissione

Teologica e di quella delle Chiese Orientali.

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Approvato dal Papa venne diffuso in aula nel corso della II

sessione (18-27 novembre 1963).

Il 20 novembre 1964 il decreto sull’ecumenismo (Unitatis

Redintegratio) fu approvato con 2054 placet contro 64 non

placet.

Il giorno seguente in sessione pubblica riceveva l’adesione

plebiscitaria di 2137 voti contro 11 e veniva promulgato

insieme alla costituzione Lumen Gentium sulla Chiesa e al

decreto Orientalium Ecclesiarum sulle chiese orientali

cattoliche.

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Grazie!

Prossima lezione 24 Marzo 2013

Prof. Antonino Pileri Brunowww.luxecclesiaeorientalis.org