Tempo libero BA Il caso Cultura Lo storico fiorentino ... · in Israele gente come Joshua Prawer e...

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Corriere del Mezzogiorno Mercoledì 15 Aprile 2015 BA 13 Cassanoscienza Videoconferenza con tre ricercatori del Cern Terza giornata di «Cassanoscienza», il festival della scienza in corso fino a domenica nell’auditorium del liceo scientifico Leonardo Da Vinci di Cassano delle Murge. Il tema di quest’anno è «Trasformazioni». Il programma di oggi comincia alle 11 con una videoconfe- renza con tre ricercatori del Cern di Ginevra. Alle 16 Alessandro Volpone (Università di Bari) perlerà di «Trasformazione come ereditarietà di variazioni». Alle 19 Gianluca Masi, direttore dell’Osservatorio astronomico di Acquaviva, terrà una conferenza dal titolo «Dalla galassia alle galassie: l’evoluzione della visione del cosmo»; a seguire osservazioni astronomiche nel piazzale del liceo. Info cassanoscienza.it. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso Lo storico fiorentino rivendica «da destra» una posizione di apertura nei confronti dell’Islam richiamandosi a Federico II e a Nietzsche «L’ateneo islamico è un’ opportunità ma dobbiamo saperne un po’ di più» I l progetto di una universi- tà islamica a Lecce ali- menta forti polemiche. E’ sorpreso? «Sono normali discussioni. L’atmosfera intorno a tutto quel- lo che riguarda l’Islam è surri- scaldata. Sulla qualità delle po- lemiche mi sono fatto l’idea che molte di esse sono spesso stru- mentali, a volte in malafede e determinate dalla volontà di non informarsi bene». Franco Cardini, storico del- l’Università di Firenze e analista di politica internazionale, offre una lettura controcorrente della querelle legata alla nascita di un ateneo islamico nel capoluogo salentino. L’ultimo saggio dello studioso fiorentino si intitola L’ipocrisia dell’Occidente. Il ca- liffo, il terrore e la storia (Later- za). Professore, insegnerebbe in questo ateneo? «Mi è stata chiesta una dispo- nibilità a collaborare: nessuna chiusura e nessuna preoccupa- zione per possibili intimidazio- ni – sono un uomo libero – ma vorrei conoscere prima chi la promuove e chi finanzia, a che titolo e con quale livello di lega- lità, legittimità e trasparenza». Che obiettivi dovrebbe ave- re? «Se c’è da formare il persona- le che deve andare nelle varie comunità islamiche è un’ottima idea. Sono d’accordo con l’Ucoi d’Italia: gli imam hanno biso- gno di un riconoscimento so- stanziale di adeguatezza dalle comunità stesse, affinché l’imam sia qualificato come il rabbino nelle comunità ebrai- che. Sarebbe importante che si arrivasse ai livelli di responsabi- lità e preparazione dei rabbini. La Puglia, insieme alla Sicilia è blica da privatizzare gli si apro- no tutte le porte». Il suo ultimo libro è sull’ipo- crisia dell’Occidente. «Quando è nato il Califfato ho preso un granchio. Pensavo che non fosse una cosa seria, ma da dal punto di vista politico e mili- tare si è radicato e ho studiato il perché di questo rafforzamento, offrendo non un instant-book ma seguendo giorno per giorno e correggendo anche i miei stes- si errori». Come mai, da medievista, si è appassionato alla geopoliti- ca e alla politica internaziona- le? «Sono uno storico dell’Occi- dente, ho viaggiato in Medio Oriente e ho avuto tra i maestri in Israele gente come Joshua Prawer e Benjamin Kedar, ho la- vorato con Michele Piccirillo, gi- gante dell’archeologia, e poi ho frequentato islamo- logi come Bianca Maria Scarcia Amo- retti, Massimo Campanini e Paolo Branca. Abbiamo a Firenze lo studioso egiziano, accademi- co della Crusca, Mahmoud Salem Elsheikh, ho fre- quentato il Museo antropologico di Fi- renze dove giravano Fosco Maraini e Ti- ziano Terzani, e ho una amicizia con Tariq Ramadan, accusato di delitti d’opinione e mai stato un fiancheggiatore di terrorismo, che ha sempre condannato. Poi sento l’eredità di Giuseppe Tuc- ci, fondatore dell’IsMeo, e Giot- to Dainelli». Ha insegnato in Puglia e co- nosce l’architettura regionale con i castelli costruiti da ma- nodopera saracena e le città che risentono dello stile isla- mico: si tratta di un passato storicizzato o di modelli di convivenza riattualizzabili? «L’ostilità è sempre accompa- gnata da ignoranza. L’Islam è in un momento difficile, non si può rispondere a chi ha paura con l’amicizia di Federico II con il sultano del Cairo, ma conosce- re questi particolari serve a rela- tivizzare gli elementi negativi che alimentano la paura. L’am- biente pugliese ha tali aperture verso il mondo arabo, ispanico, alla cultura mediterranea. L’uni- versità islamica a Lecce servireb- be a recuperare un passato che inizia nel IX secolo, come spie- gato nel libro di Giosuè Musca sull’emirato di Bari, dove si parla anche di guerre ma soprattutto di cultura e scambi commercia- li. O riscoprendo la villa del mi- nareto a Fasano che non ha nul- la da invidiare alla casa di Pierre Loti a Rochefort». Lei e Pietrangelo Buttafuo- co, intellettuali di destra ereti- ca, avete scritto saggi sul- l’Islam per lanciare ponti di conoscenza verso l’altra spon- da del Mediterraneo mentre le destre politiche spesso sfiora- no i limiti dell’islamofobia. Come si spiega questo ossimo- ro? «Nella destra non liberale c’è stata una attenzione per il mon- do extra-europeo che non sot- tintendeva interesse coloniali- stico, ma una valutazione positi- va delle culture diverse da quelle della modernità. In questo mo- mento questa peculiarità si è an- data perdendo perché chi è di destra ha perso autonomia e ori- ginalità culturale, uniforman- dosi al canone della destra dif- fuso dai media, difendendo così il primato dell’individualismo e dell’economia. Eppure baste- rebbe rileggere gli scritti di Nietzsche, molto attenti e curio- si verso l’Islam…». © RIPRODUZIONE RISERVATA di Michele De Feudis Il medievista Franco Cardini, studioso attento delle civiltà mediterranee e del mondo arabo, interviene nella polemica sull’università che potrebbe sorgere a Lecce «La paura è cattiva consigliera» Cultura Tempo libero Giornalismo Otto regole per scrivere un comunicato stampa O gni giorno la casella di posta elettronica di un giornalista che si occupa di cultura e spettacoli riceve centinaia di mail che comunicano eventi: concerti, dibattiti, seminari, festival, convegni. Non ci sono regole ufficiali per realizzare comunicati stampa. Ma ci sono dei trucchi. Ecco otto consigli. Il primo, scontato, è il mezzo: il comunicato va inviato alla mail di lavoro del giornalista e della redazione. Secondo: cosa scrivere? Nell’oggetto della mail bastano la data, il luogo e il titolo dell’evento. Nel comunicato, invece, devono esserci 8 elementi essenziali: il titolo dell’evento, la data e l’ora, il luogo, l’indirizzo, il costo del biglietto (o almeno l’indicazione se l’ingresso è gratuito o a pagamento), un numero per le informazioni (o un sito), il luogo alternativo in caso di pioggia (per eventi all’aperto) e una breve descrizione. Il quarto punto, infatti, è che nessuna informazione è scontata: non è vero che «tutti sanno» dov’è un teatro, dov’è la chiesa principale, a che ora cominciano gli spettacoli di una stagione. Quarto: la sintesi. La segnala-zione in agenda è di poche righe, uno spazio chiamato in gergo «boxino» può essere di 500 battute, un articolo può essere al massimo cinquemila battute: inviare un comunicato di otto pagine è superfluo. Quinto: gli allegati. Un quotidiano o un settimanale hanno bisogno di foto in alta risoluzione. Sei: la tempistica. Quando mandare il comunicato? Dipende dall’evento: se è importante, anche mesi prima. Ma, in generale, è fondamentale la cosiddetta mail di richiamo, inviata il giorno prima, per confermare l’evento o comunicare eventuali variazioni di programma. Sette: l’integrazione con la pagina su Facebook o il sito ufficiale, per evitare di dare informazioni discordanti. Ottavo punto: perché non viene pubblicato niente? Ci sono diversi motivi. Il giornale fa delle scelte, legittime, e decide quale spazio dare a un appuntamento. Ma scrivere comunicati chiari e precisi agevola il lavoro di tutti. © RIPRODUZIONE RISERVATA la regione più adatta ad una ini- ziativa di questo genere». Il sindaco di Lecce Paolo Perrone è contrario al proget- to e ha spiegato anche che “non è il momento”. «Deve spiegare quale sarà il momento; quali saranno le con- dizioni per avere il momento giusto, e se lui vuole impegnarsi perché questo momento arrivi o se pensa che non deve arrivare mai. Senza queste specificazioni la sua è una affermazione ambi- gua. Dove sarebbe l’inopportu- nità? Dia esempio di trasparen- za: i pericoli ci sono anche nel- l’aprire una chiesa cristiana o nel disegnare vignette su un giornale satirico. Discutiamo delle risorse che potrebbe atti- vare sul territorio e delle iniziati- ve che potrebbe sviluppare l’ate- neo: quando i promotori spie- gheranno ogni dettaglio, non sarà plausibile alcun pregiudi- zio tipo “mamma li turchi”». Ha riscontrato lo stesso li- vello di attenzione per altri musulmani che investono in Italia ed Europa? «Ci sono musulmani e mu- sulmani. Chi vuole aprire una università che potrebbe anche essere una buona idea viene ostacolato, mentre quando un principe musulmano vuole comprare una squadra di calcio o un pezzo di una società pub- Nella foto in alto, Franco Cardini. Sopra, la copertina del suo ultimo libro pubblicato da Laterza, «L’ipocrisia dell’Occidente» Il festival di Perugia Comincia oggi la quindicesima edizione del Festival internazionale del giornalismo di Perugia, che prevede centinaia di appuntamenti fino a domeni- ca. Lo spot del festival è stato girato a Bari, nell’Istituto Margherita. Tra i relatori ci sarà anche Ludovico Fontana, collaboratore del Corriere del Mezzogiorno, che oggi (ore 16) terrà il seminario «Otto cose da sapere prima di comunicare un evento a un giornale». Perugia, Festival del giornalismo di Ludovico Fontana

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Corriere del Mezzogiorno Mercoledì 15 Aprile 2015 BA13

CassanoscienzaVideoconferenza con tre ricercatori del CernTerza giornata di «Cassanoscienza», il festival della scienza in corso fino a domenica nell’auditorium del liceo scientifico Leonardo Da Vinci di Cassano delle Murge. Il tema di quest’anno è «Trasformazioni». Il programma di oggi comincia alle 11 con una videoconfe-renza con tre ricercatori del Cern di Ginevra. Alle 16 Alessandro Volpone (Università di Bari)

perlerà di «Trasformazione come ereditarietà di variazioni». Alle 19 Gianluca Masi, direttore dell’Osservatorio astronomico di Acquaviva, terrà una conferenza dal titolo «Dalla galassia alle galassie: l’evoluzione della visione del cosmo»; a seguire osservazioni astronomiche nel piazzale del liceo. Info cassanoscienza.it.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il casoLo storico fiorentino rivendica «da destra» una posizione di aperturanei confronti dell’Islam richiamandosi a Federico II e a Nietzsche

«L’ateneo islamico è un’opportunitàma dobbiamo saperne un po’ di più»

I l progetto di una universi-tà islamica a Lecce ali-menta forti polemiche. E’sorpreso?

«Sono normali discussioni.L’atmosfera intorno a tutto quel-lo che riguarda l’Islam è surri-scaldata. Sulla qualità delle po-lemiche mi sono fatto l’idea chemolte di esse sono spesso stru-mentali, a volte in malafede edeterminate dalla volontà dinon informarsi bene».

Franco Cardini, storico del-l’Università di Firenze e analistadi politica internazionale, offre una lettura controcorrente dellaquerelle legata alla nascita di unateneo islamico nel capoluogosalentino. L’ultimo saggio dellostudioso fiorentino si intitolaL’ipocrisia dell’Occidente. Il ca-liffo, il terrore e la storia (Later-za).

Professore, insegnerebbe inquesto ateneo?

«Mi è stata chiesta una dispo-nibilità a collaborare: nessunachiusura e nessuna preoccupa-zione per possibili intimidazio-ni – sono un uomo libero – mavorrei conoscere prima chi lapromuove e chi finanzia, a chetitolo e con quale livello di lega-lità, legittimità e trasparenza».

Che obiettivi dovrebbe ave-re?

«Se c’è da formare il persona-le che deve andare nelle variecomunità islamiche è un’ottimaidea. Sono d’accordo con l’Ucoid’Italia: gli imam hanno biso-gno di un riconoscimento so-stanziale di adeguatezza dallecomunità stesse, aff inchél’imam sia qualificato come ilrabbino nelle comunità ebrai-che. Sarebbe importante che siarrivasse ai livelli di responsabi-lità e preparazione dei rabbini.La Puglia, insieme alla Sicilia è

blica da privatizzare gli si apro-no tutte le porte».

Il suo ultimo libro è sull’ipo-crisia dell’Occidente.

«Quando è nato il Califfato hopreso un granchio. Pensavo chenon fosse una cosa seria, ma dadal punto di vista politico e mili-tare si è radicato e ho studiato ilperché di questo rafforzamento,offrendo non un instant-bookma seguendo giorno per giornoe correggendo anche i miei stes-si errori».

Come mai, da medievista, siè appassionato alla geopoliti-ca e alla politica internaziona-le?

«Sono uno storico dell’Occi-dente, ho viaggiato in MedioOriente e ho avuto tra i maestriin Israele gente come JoshuaPrawer e Benjamin Kedar, ho la-vorato con Michele Piccirillo, gi-gante dell’archeologia, e poi ho

frequentato islamo-logi come BiancaMaria Scarcia Amo-r e t t i , M a s s i m oCampanini e PaoloBranca. Abbiamo aFirenze lo studiosoegiziano, accademi-co del la Crusca,Mahmoud SalemElsheikh, ho fre-quentato il Museoantropologico di Fi-renze dove giravanoFosco Maraini e Ti-

ziano Terzani, e ho una amiciziacon Tariq Ramadan, accusato didelitti d’opinione e mai stato unfiancheggiatore di terrorismo,che ha sempre condannato. Poisento l’eredità di Giuseppe Tuc-ci, fondatore dell’IsMeo, e Giot-to Dainelli».

Ha insegnato in Puglia e co-nosce l’architettura regionalecon i castelli costruiti da ma-nodopera saracena e le cittàche risentono dello stile isla-mico: si tratta di un passato

storicizzato o di modelli diconvivenza riattualizzabili?

«L’ostilità è sempre accompa-gnata da ignoranza. L’Islam è inun momento difficile, non sipuò rispondere a chi ha pauracon l’amicizia di Federico II conil sultano del Cairo, ma conosce-re questi particolari serve a rela-tivizzare gli elementi negativiche alimentano la paura. L’am-biente pugliese ha tali apertureverso il mondo arabo, ispanico,alla cultura mediterranea. L’uni-versità islamica a Lecce servireb-be a recuperare un passato cheinizia nel IX secolo, come spie-gato nel libro di Giosuè Muscasull’emirato di Bari, dove si parlaanche di guerre ma soprattuttodi cultura e scambi commercia-li. O riscoprendo la villa del mi-nareto a Fasano che non ha nul-la da invidiare alla casa di PierreLoti a Rochefort».

Lei e Pietrangelo Buttafuo-co, intellettuali di destra ereti-ca, avete scritto saggi sul-l’Islam per lanciare ponti diconoscenza verso l’altra spon-da del Mediterraneo mentre ledestre politiche spesso sfiora-no i limiti dell’islamofobia.Come si spiega questo ossimo-ro?

«Nella destra non liberale c’èstata una attenzione per il mon-do extra-europeo che non sot-tintendeva interesse coloniali-stico, ma una valutazione positi-va delle culture diverse da quelledella modernità. In questo mo-mento questa peculiarità si è an-data perdendo perché chi è didestra ha perso autonomia e ori-ginalità culturale, uniforman-dosi al canone della destra dif-fuso dai media, difendendo cosìil primato dell’individualismo edell’economia. Eppure baste-rebbe rileggere gli scritti diNietzsche, molto attenti e curio-si verso l’Islam…».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Michele De Feudis Il medievista Franco Cardini,studioso attentodelle civiltà mediterraneee del mondo arabo, interviene nella polemicasull’università che potrebbe sorgere a Lecce«La paura è cattiva consigliera»

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Giornalismo

Otto regoleper scrivere un comunicatostampa

O gni giorno la casella diposta elettronica di ungiornalista che si occupa

di cultura e spettacoli riceve centinaia di mail che comunicano eventi: concerti, dibattiti, seminari, festival, convegni. Non ci sono regole ufficiali per realizzare comunicati stampa. Ma ci sono dei trucchi. Ecco otto consigli. Il primo, scontato, è il mezzo: il comunicato va inviato alla mail di lavoro del giornalista e della redazione. Secondo: cosa scrivere? Nell’oggetto della mail bastano la data, il luogo e il titolo dell’evento. Nel comunicato, invece, devono esserci 8 elementi essenziali: il titolo dell’evento, la data e l’ora, il luogo, l’indirizzo, il costo del biglietto (o almeno l’indicazione se l’ingresso è gratuito o a pagamento), un numero per le informazioni (o un sito), il luogo alternativo in caso di pioggia (per eventi all’aperto) e una breve descrizione. Il quarto punto, infatti, è che nessuna informazione è scontata: non è vero che «tutti sanno» dov’è

un teatro, dov’è la chiesa principale, a che ora cominciano gli spettacoli di una stagione. Quarto: la sintesi. La segnala-zione in agenda è di poche righe, uno spazio chiamato in gergo «boxino» può essere di 500 battute, un articolo può essere al massimo cinquemila battute: inviare un comunicato di otto pagine è superfluo. Quinto: gli allegati. Un quotidiano o un settimanale hanno bisogno di foto in alta risoluzione. Sei: la tempistica. Quando mandare il comunicato? Dipende dall’evento: se è importante, anche mesi prima. Ma, in generale, è fondamentale la cosiddetta mail di richiamo, inviata il giorno prima, per confermare l’evento o comunicare eventuali variazioni di programma. Sette: l’integrazione con la pagina su Facebook o il sito ufficiale, per evitare di dare informazioni discordanti. Ottavo punto: perché non viene pubblicato niente? Ci sono diversi motivi. Il giornale fa delle scelte, legittime, e decide quale spazio dare a un appuntamento. Ma scrivere comunicati chiari e precisi agevola il lavoro di tutti.

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la regione più adatta ad una ini-ziativa di questo genere».

Il sindaco di Lecce PaoloPerrone è contrario al proget-to e ha spiegato anche che“non è il momento”.

«Deve spiegare quale sarà ilmomento; quali saranno le con-dizioni per avere il momentogiusto, e se lui vuole impegnarsiperché questo momento arrivi ose pensa che non deve arrivaremai. Senza queste specificazionila sua è una affermazione ambi-gua. Dove sarebbe l’inopportu-nità? Dia esempio di trasparen-za: i pericoli ci sono anche nel-l’aprire una chiesa cristiana onel disegnare vignette su ungiornale satirico. Discutiamodelle risorse che potrebbe atti-vare sul territorio e delle iniziati-ve che potrebbe sviluppare l’ate-neo: quando i promotori spie-gheranno ogni dettaglio, nonsarà plausibile alcun pregiudi-zio tipo “mamma li turchi”».

Ha riscontrato lo stesso li-vello di attenzione per altrimusulmani che investono inItalia ed Europa?

«Ci sono musulmani e mu-sulmani. Chi vuole aprire unauniversità che potrebbe ancheessere una buona idea vieneostacolato, mentre quando unprincipe musulmano vuolecomprare una squadra di calcioo un pezzo di una società pub-

Nella foto in alto, Franco Cardini.Sopra, la copertina del suo ultimo libro pubblicato da Laterza, «L’ipocrisia dell’Occidente»

Il festival di Perugia

Comincia oggi la quindicesima edizione del Festival internazionale del giornalismo di Perugia, che prevede centinaia di appuntamenti fino a domeni-ca. Lo spot del festival è stato girato a Bari, nell’Istituto Margherita. Tra i relatori ci sarà anche Ludovico Fontana, collaboratore del Corriere del Mezzogiorno, che oggi (ore 16) terrà il seminario «Otto cose da sapere prima di comunicare un evento a un giornale».

Perugia, Festival del giornalismo

di Ludovico Fontana