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TELEFONO ROSA DI TORINO

Via Assietta 13/a - 10128 TORINO

corso di formazione

con la collaborazione e il contributo di:

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La nascita della criminologia come disciplina scientifica può essere immaginata come una risposta all’aspettativa di trovare un criterio unitario, positivo e fattuale.

Prima ipotesi - la conoscenza della criminalità avviene attraverso la conoscenza del criminale, nei suoi aspetti osservabili. IN PRIMO LUOGO L’ASPETTO FISICO ED ESTERIORE

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•Fisiognomica

•Frenologia

•Teoria della degenerazione

•Scuola degli alienisti

SCUOLA

POSITIVA

•DELINQUENTE NATODELINQUENTE NATO

•DELINQUENTE FOLLEDELINQUENTE FOLLE

•DELINQUENTE OCCASIONALEDELINQUENTE OCCASIONALE

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Un cervello di dimensioni eccessive o troppo ridotte, una fronte bassa, zigomi pronunciati, occhi strabici, sopracciglia folte e prominenti, naso storto, granchi orecchie, mascella troppo in avanti o indietro, barba rada in confronto alla quantità di peli del corpo e braccia troppo sviluppate.

Mancanza di senso morale, vanità, crudeltà, pigrizia, l’uso di un gergo da delinquente, una specifica insensibilità nervosa al dolore, con disprezzo della morte e della sofferenza, e una inclinazione ai tatuaggi

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VISIBILITA’ CORPOREA DEI TRATTI VISIBILITA’ CORPOREA DEI TRATTI COMPORTAMENTALICOMPORTAMENTALI

Kretschmer (1921) - Sheldon (1949)

•ENDOMORFO - socievole, affettuoso, con umore tendenzialmente stabile

•ECTOMORFO - isolato, dotato di forte controllo, inibito

•MESOMORFO - aggressività, spirito di iniziativa, noncuranza degli altri, tendenza all’azione

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Il riferimento alle categorie psichiatriche è comunque ancora vivo e rinvia al diritto penale dove la normalità mentale rappresenta una precondizione dell’imputabilità altrimenti esclusa e al suo contrario definisce l’ambito della incapacità di intendere e di volere nonché della pericolosità sociale.

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De Greef (1938) e Pinatel (1960) sostengono la possibilità di identificare la cosiddetta personalità criminale, secondo alcuni tratti costitutivi che la differenzierebbero da quella normale: aggressività, indifferenza, labilità emotiva, egocentrismo, incapacità di organizzazione del tempo.

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Fattori personologici e psicologi interagiscono in termini di proporzionalità inversa con i fattori ambientali

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TEORIA DELLA FRUSTRAZIONE-AGGRESSIONE

(Dollard e Miller)

Tutte le teorie fin qui considerate tendono comunque a ritenere che l’aggressività tenda spesso, se non sempre, a realizzarsi attraverso un atto violento e, quindi, abbia a che fare con la criminalità

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IDENTITA’

SE’

RUOLO

STATUSIDENTITA’

NEGATIVA

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Sociogenesi dei comportamenti criminali

Statistici francesi (“morali”)

Costanti tra:

crisi economica e delitto, clima caldo e reati violenti, classe sociale bassa e delitto, ecc.)

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ANOMIA (Durkheim)

CHIAVE STRUTTURAL FUNZIONALISTA (Merton)

ASSOCIAZIONI DIFFERENZIALI (Sutherland)

Teoria delle sottoculture devianti (Cloward e Ohlin)

Tecniche di neutralizzazione

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Il delitto ha fattori individuali e fattori sociali …. Ha anche dei fattori fisici o cosmici … tutte queste categorie concorrono, in una rete indissolubile, a produrre il delitto ….. (Ferri, 1977)

LEGGE DELLA SATURAZIONE

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Rapporto tra contenitori interni e contenitori esterni (Nye, Reiss, 1958, 1951)

Teoria di Reckless (1961)

L’ADEGUAMENTO AL SISTEMA NORMATIVO E LA TRASGRESSIONE DIPENDONO DALL’AZIONE COMBINATA DI REGOLATORI E CONTENITORI INTERNI E DI REGOLAZIONI ESTERNE

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Basi biologiche dellacognizione sociale

Il termine “cognizione sociale” si riferisce a:

• I processi che sottostanno alle risposte comportamentali verso i conspecifici (altri individui della stessa specie).

• I processi cognitivi superiori che sottostanno ai molteplici e flessibili comportamenti sociali individuati nei primati.

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Basi biologiche della cognizione sociale: evoluzione

• Due fattori opposti (1):– Il gruppo puo’ offrire maggiore sicurezza

contro predatori.– Cibo piu’ sicuro.

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Basi biologiche della cognizione sociale: approccio evoluzionistico.

• Prevede meccanismi per:– cooperazione– altruismo– coercizione– tradimento– manipolazione di conspecifici

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Negoziazione dell’ambiente sociale

• Homo sapiens– abilita’ cognitive eccezionali sviluppate

attraverso processi evolutivi.– Correlazione fra dimensione media del gruppo

e volume di neocorteccia.• pipistrelli

• carnivori

• balene

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Negoziazione dell’ambiente sociale

• La dimensione del cervello e’ correlata anche con: – strategie di sostentamento– uso di strumenti – longevita’

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Ipotesi sul cervello sociale

• La complessita’ della struttura sociale dei primati porto’ un vantaggio per cervelli di dimensioni maggiori.

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Sistemi neurali specifici per la cognizione sociale

• Primati non umani– Kluver & Bucy (1930)

• Larghe lesioni bilaterali in cervelli di scimmia– amigdala

– neocorteccia temporale

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Sistemi neurali specifici per la cognizione sociale

• Kluver & Bucy (1930)• Gli animali erano in grado di percepire e rispondere

agli oggetti dell’ambiente.

• Gli animali si comportavano in maniera inappropriata in relazione al significato emotivo che gli oggetti avrebbero normalmente segnalato.

– Esame compulsivo degli oggetti

– Comportamento ipersessuale

– Inusuale docilita’

– Mancata consapevolezza del significato emotivo degli stimoli

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Sistemi neurali specifici per la cognizione sociale

• Registrazione di singoli neuroni– Corteccia inferotemporale

• Neuroni che rispondono alla percezione visiva di visi.

– Identita’

– Stato sociale

– Espressioni emotive

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Come ci rappresentiamo la mente di altre persone?

• Teoria della mente– abilita’ di attribuire credenze, soprattutto false

credenze, ad altri individui.– questa abilita’ comincia ad emergere intorno ai

quattro anni.

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Come ci rappresentiamo la mente di altre persone?

• Lesioni alla corteccia somatosensoriale dell’emisfero destro– incapacita’ ad attribuire stati mentali, come

false credenze, ad altri individui.

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Un sistema per leggere la mente

• Il sistema per leggere la mente ha lo scopo di attribuire stati mentali ad altri agenti (Baron-Cohen, 1994).

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Un sistema per leggere la mente

• Quattro componenti principali:– Detettore di intenzionalita’ – Detettore della direzione dello sguardo.– Meccanismi di attenzione condivisa.– Meccanismi di teoria della mente.

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Le emozioni

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Emozione:definizione

Situazione motivazionale legata a sensazioni interne al soggetto, suscitate da stimoli interni od esterni

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Emozione:

• Serie di processi organizzati – Gerarchicamente– Operanti indipendentemente

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Emozione:

• Processi gerarchicamente piu’ bassi– Preprogrammati ed operanti dalla nascita

• Processi gerarchicamente piu’ elevati– Ruolo di controllo e modulazione della risposta

emotiva– Seguono lo sviluppo socio culturale

dell’individuo

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Emozione

• L’esperienza emotiva e` composta da:

– Componente fisiologica

– Componente cognitiva

– Componente comportamentale

– Vissuto personale

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Teorie fisiologiche delle emozioni

• Teoria di Darwin (1872)

• Teoria di James-Lange (1884)

• Teoria di Cannon-Bard (inizio 1900)

• Teoria della psicologia fisiologica moderna

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Sistema limbico e le emozioni

• Circuito di Papez (1937)– Strutture corticali (giro del cingolo e ippocampo) controllano

ed elaborano risposte emotive sottese da strutture sottocorticali (talamo e ipotalamo)

– Esperimenti con animali decorticati (Goltz, 1982)

– Sindrome di Kluver-Bucy (1937)

– Paziente con infezione cerebrale (Marlowe et al., 1988)

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Valutazione del significato emotivodi un evento

AmigdalaStruttura chiave per l’apprendimento e/o il processamento del significato emotivo di uno stimolo visivo

(Downer, 1961; De Simone et al., 1989; Jones et al., 1972; Kapp et al.,)

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Modello delle due vie(Le Doux 1986)

AmigdalaRiceve afferenze sensoriali talamiche e corticali (vie 1 e 2) e manda fasci efferenti al SNA, neuroendocrino, piramidale ed extrapiramidale

1. Via talamica Amigdala riceve informazioni povere sullo stimolo, che avviano una risposta emotiva indifferenziata

2. Via corticaleAmigdala riceve informazioni percettive e semantiche dettagliate che servono a preparare una risposta emotiva adeguata

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Modello delle due vie (LeDoux, 1987)

Spiega il fenomeno del processamento della valenza emotigena di uno stimolo in assenza del riconoscimento dei suoi attributi percettivi e semantici

(Zajonc, 1980; Ladavas et al., 1993)

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Comportamento emotivo

• Espressioni facciali • Volontarie• Spontanee

• Esperienza soggettiva (approccio neuropsicologico)

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Concetto di modularita` (Fodor, 1983)

Esistono processori specifici (moduli) adibiti all’elaborazione automatica di un solo tipo di informazione

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Neuropsicologia delle emozioni(esperienza soggettiva)

Emozione come prodotto di diversi processi organizzati in maniera gerarchica e operanti indipendentemente (concetto di modularita`)

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Secondo l’OMS tra le persone comprese tra i 15 e i 44 anni di età la violenza interpersonale costituisce la terza causa di morte (le guerre rappresentano la sesta causa di morte)