Tecnologie Rid Handicap 2007 Cas

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1 Tecnologie per la riduzione dell’handicap Luca Ferrari

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Tecnologie per la riduzione dell’handicap

Luca Ferrari

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Mappa dei contenuti

1. L’importanza delle parole

2. Le tecnologie si incontrano o si scontrano con la disabilità?

3. Il soggetto disabile di fronte alle tecnologie

4. Gli ausili: definizione e tipologie

5. Progettare per includere

6. Il progetto di vita della persona disabile

7. Alcune esperienze progettuali

Per non concludere…

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1. L’importanza delle parole

“Ulisse incontra il ciclope”

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Brainstorming

Deficit -Handicap

? ?

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L’importanza delle parole

Formazione distereotipi e pregiudizi

Analisi dei bisogniestemporanee

Decisioni =>Preconcezioni

Nella pratica professionale:

Linguaggio

Comportamenti/azioni

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Chiariamo alcuni termini

?E’ la stessa cosa definire una persona disabile piuttosto

che handicappata o diversamente abile?

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Chiariamo alcuni termini: deficit

Deficit = anomalia o modificazione fisiologica oggettivamente osservabile e valutabile. E’ da considerare come parte della struttura permanente dell’individuo

Come vedremo Rapporto tra deficit/handicap => non c’è una relazione causale…

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Chiariamo alcuni termini: handicap

Handicap = svantaggio la cui eziologia è determinata dall’interazione di diversi fattori:

ambiente

contesto

deficit

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Dunque, per Handicap intendiamo:

il risultato di un processo sociale e culturale:

è la conseguenza dell'incontro di un individuo, delle sue caratteristiche fisiche, psicologiche (comprendenti anche un eventuale deficit) e della sua storia, con un particolare contesto.

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Facciamo degli esempi: deficit

• Prendiamo, ad esempio, una persona sorda: il deficit sensoriale, che si manifesta nella diminuzione della capacità o nella impossibilità totale di percepire suoni e rumori,rappresenta una caratteristica permanente. E' un dato "oggettivo", misurabile, allo stesso modo della corporatura, del colore dei capelli e degli occhi.

• L'utilizzo di una protesi, che sostituisca o amplifichi, in parte, la funzione mancante dell'organo di senso, può diminuire in qualche modo gli effetti del deficit, favorendo un aumento di percezione uditiva, ma non interviene sul deficit o sulla disfunzione dell'apparato uditivo, che rimane invariata.

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Facciamo degli esempi: handicap

2 possibilità:• …La persona sorda può essere circondata da un ambiente portato

a considerare quel tipo di deficit come non grave, e, quindi, a non svalutare l'individuo che ne è affetto.

• Oppure può accadere il contrario. In ogni caso l'handicap non è insito nella persona, ma è una "condizione contestuale": Si parla di "situazione handicappante" (che si può creare anche in assenza di un deficit – es. della lingua), determinata dall'incontro di diverse variabili, e come tale può modificarsi o essere modificata.

• Es. CLAUDIO IMPRUDENTE - CDH Accaparlante: Comunicare una disabilità che piace. - video - testo

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Conseguenze operative 1/2

La distinzione, apparentemente solo terminologica, tra deficit e handicap porta con sé importanti conseguenze operative.

• da un lato la comprensione del deficit, delle sue caratteristiche e di come concretamente si manifestano nella storia di quella persona, dà indicazioni in merito a su che cosa non può e non deve intervenire l'educatore con le competenze che gli sono proprie,

• dall'altro lato apre immediatamente delle possibilità di intervento nel momento in cui sposta l'attenzione sulle conseguenze e cioè sugli handicap che si possono creare dall'incontro con i contesti di vita.

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Conseguenze operative 2/2

Non si interviene sull'individuo, ma insieme a lui sul contesto, per modificare insieme la situazione di handicap.

Si entra in un'ottica evolutiva e di cambiamento, a partire dalla considerazione degli elementi negativi (barriere) per modificarli e degli elementi positivi (risorse) per valorizzarli e coordinarli.

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Dunque:

L'attenzione di un educatore, di un insegnante, non è rivolta solamente alla persona e alle sue difficoltà, ma si sposta alle relazioni che si possono leggere tra individuo e contesto.

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Costruire un progetto educativo finalizzato alla riduzione

dell’handicapLa costruzione di un progetto educativo finalizzato alla

riduzione degli handicap passa attraverso alcune fasi:

1) Individuazione dei deficit e degli handicap;2) Conoscenza e approfondimento dei deficit a livello

scientifico e/o storicoculturale;3) Analisi delle barriere che contribuiscono a creare gli

handicap;4) Analisi delle risorse a disposizione;5) Formulazione di ipotesi e individuazione di percorsi

educativi, strategie, cambiamenti da introdurre.

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Il concetto di disabilità secondo l’ICF

Disabilità: qualsiasi restrizione o carenza della capacità di svolgere una attività nel nei modi e nei limiti ritenuti normali per un essere umano.

Secondo la Classificazione Internazionale del Funzionamento della disabilità e della salute (ICF, 2002),

la disabilità “è una condizione di salute derivata da un contesto sfavorevole; può essere una condizione transitoria, permanente, regressiva, progressiva”.

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Chiariamo alcuni termini: disabilità

L’ICF è uno strumento importante perché valuta lo stato di salute attraverso un

modello “biopsicosociale”:

Tale modello valuta contemporaneamente 3 livelli: corporeo, personale e sociale.

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La situazione globale di una persona secondo l’ICF

La situazione di salute di una persona è la risultante globale delle reciproche influenze tra i fattori sottostanti

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La situazione globale di una persona secondo l’ICF

• Condizioni fisiche: malattie varie acute, croniche, fragilità…

• Strutture corporee: mancanza di un arto…

• Funzioni corporee: deficit visivi, motori, attentivi…

• Attività personali: scarsa capacità di apprendimento, di applicazione delle conoscenze, di comunicazione…

• Partecipazione sociale: difficoltà a partecipare in situazioni sociali tipiche nei vari ambienti e contesti…

• Fattori contestuali e a ambientali: famiglia problematica, situazione sociale difficile, carenza di servizi e risorse

• Fattori contestuali personali: scarsa autostima, reazioni emozionali eccessive, scarsa motivazione…

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Per l’insegnante

L’ICF può essere un’importante strumento per leggere in modo “globale” nell’alunno, i

BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI (BES)

(Special Educations Needs)

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Ma cosa sono i Bisogni educativi speciali?

Innanzitutto ogni alunno ha dei bisogni educativi, per esempio: bisogno di appartenenza, di identità, di valorizzazione, di accettazione…

Gli alunni con BES vivono situazioni particolari che gli ostacolano nell’apprendimento e nello sviluppo: questa situazione negativa può

essere a livello organico, biologico, familiare, ambientale… o in combinazione di queste.

In questi casi i normali bisogni educativi che tutti gli alunni hanno, si “arricchiscono” di qualcosa di particolare, di “speciale”. Per esempio il

loro bisogno normale di sviluppare competenze di autonomia è complicato dal fatto che possono esserci deficit motori, cognitivi, difficoltà

familiari…

In questo senso il Bisogno educativo diventa “Speciale”. Per lavorarci adeguatamente avremo bisogno di competenze e risorse speciali, migliori

più efficaci.

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2. Le tecnologie si incontrano o si scontrano con la disabilità?

• Il XX° secolo e l’introduzione tecnologica di massa

• Tecnologie e qualità della vita

• Crescita esponenziale delle nuove tecnologie Vs carenza di modelli progettuali di supporto…

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3. Il soggetto disabile di fronte alle tecnologie

• Riflessione sulle modalità di implementazione delle tecnologie:

Il caso di un individuo con menomazione ad un arto…

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Il soggetto disabile di fronte alle tecnologie

• Cosa emerge dall’analisi di questo caso:

1) Non ci si può limitare al “funzionale ed estetico”;2) Si deve necessariamente riflettere sul rapporto tra

persona ed ausilio.3) Le tecnologie devono fungere da “medium” attraverso il

quale la persona disabile può raggiungere obiettivi più ampi.

Quindi:

occorre pensare ad una introduzione critica delle tecnologie…

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Modelli tecnologici problematici

Per colmare il gap tra evoluzione tecnica e “modelli problematici”:

occorre

creare modelli progettuali in grado di concepire in problematico l’utilizzo delle

tecnologie.

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In concreto: implementare un modello pedagogico problematico in classe

E. Giliberti propone 3 livelli di intervento:

1) Intervento immediato;

2) Costruire un percorso formativo individualizzato;

3) Costruire occasioni di crescita per tutta la classe.

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Discussione & pausa

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4. Gli ausili: definizione e tipologie

• Ricerca • Lo scenario emergente: Tartaruga e la lepre:

ampia offerta commerciale

Vs

mancanza di coordinamento tra le diverse iniziative e mancanza di un linguaggio condiviso tra i servizi (ausilioteche, centri, osservatori

regionali) che si occupano di Ausili.

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Esempio di buona pratica 1

Corte Roncati, un polo multifunzionale per le persone disabili

“Quasi 3000 mq di superficie in cui si trovano, integrati e in rete, più centri ad elevata competenza nel campo della disabilità neuromotoria, cognitiva e nella ricerca di ausili per l'autonomia”.

Fonte: http://www.saluter.it/wcm/saluter/news/il_fatto/2007_maggio_agosto/021_roncati.htm

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Esempio di buona pratica 2

• GLIC (Gruppo di Lavoro Interregionale Centri ausili informatici ed elettronici per disabili)

• Perché è un buon esempio: 1) Cerca un dialogo tra istituzioni e servizi

differenti;2) Cerca di favorire un processo verso

l’autonomia e l’integrazione della persona disabile nella società sfruttando in una prospettiva “ecologica” l’offerta tecnologica…

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Brainstorming: la differenza tra

Protesi ??

Ortesi ??

Ausili ??

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Brainstorming: la differenza tra

• Protesisono legate al deficit. Sono apparecchi che sostitui-scono totalmente o

parzialmente le parti del corpo mancanti, recuperandone quanto più possibile la funzione danneggiata e/o l’aspetto estetico

• Ortesilavorano sulla funzione deficitaria e migliorano e controllano le funzioni

del corpo menomato: possono essere bastoni, tripodi, carrozzine…

• Ausilipossono essere oggetti, hardware, software, strategie (es. la modalità

con la quale utilizzo un determinato strumento…), attraverso i quali ridurre l’handicap.

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Esempi di protesi 1/2 l’Impianto Cocleare

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Esempio di protesi 2/2

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Ortesi: carrozzine 1/2

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Ortesi: stampelle 2/2

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Cos’è un ausilio

• L’ausilio = apparecchiatura, attrezzatura, accorgimento che consente di attivare o potenziare un percorso di autonomia possibile.

• 2 elementi da sottolineare:

a) A. come strumento per annullare il deficit e ridurre l’handicap (ausili creativi e tecnologici)

b) A. come strumento di empowerment

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La classificazione degli ausili in Italia

Nomenclatore tariffario (NT)Problematiche legate a NT:- Contenimento spesa pubblica;- Gap tra prodotti di nicchia e di mercato;

Conseguenze concrete: mancanza di conoscenze e competenze da parte del personale che lavora ad esempio presso le AUSL

Ottima conoscenza Poche competenze edispositivi proteistici Vs professionalità su Classici ausili informatici…

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Per fare il punto: le tipologie di ausili e caratteristiche correlate

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Gli ausili tecnologici

Definizione = soluzioni hardware e software che permettono di far accedere anche alle persone disabili agli strumenti dell’informatica e della telematica.

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Gli ausili tecnologici

Sostanzialmente il computer può essere visto attraverso una duplice prospettiva.

• Nella prima potrebbe fungere da “protesi” allorquando la disabilità della persona è di tipo fisico o sensoriale.

• Nella seconda, il computer fungerebbe da interfaccia attraverso la quale favorire l’apprendimento.

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Tipologie di ausili tecnologici

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Ausili per la disabilità motoria• Tra gli ausili per ridurre la disabilità motoria troviamo in primo luogo i

sensori: essi sono dei dispositivi che permettono, una volta individuata una capacità residua e volontaria di movimento nella persona, di controllare oggetti o strumenti così come computer, elettrodomestici ecc.

• Vi sono poi i dispositivi detti di input (per esempio tastiere, mouse, scanner) e di output (come i video, le stampanti), ovvero periferiche che permettono alla persona con difficoltà motorie di utilizzare un computer attraverso alcuni accorgimenti: tra questi possiamo individuare dispositivi hardware modificati così come tastiere ridotte/espanse, sistemi di puntamento quali mouse, joystick ecc.).

• Infine, sempre tra gli ausili per ridurre la disabilità motoria, quelli per il controllo ambientale sono rappresentati da tutte quelle soluzioni che rendono accessibile un ambiente (per esempio quello domestico).

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Ausili per la disabilità motoria

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Ausili per la disabilità visivaDue principali tipologie: per non vedenti e per ipovedenti

Per quanto concerne i non vedenti,

Alcuni esempi di hardware e software:

- tastiere del computer - Sintetizzatori vocali per leggere le informazioni sullo schermo;- Barre e stampanti Braille

Per gli ipovedenti le soluzioni studiate si devono innanzitutto rapportare al grado di deficit visivo presente.

Alcuni esempi di soluzioni hardware e software:

- il mouse, dove il puntatore visualizzabile sullo schermo potrebbe essere ingrandito in relazione alla visione residuale della persona;

- il video, che può essere regolato sia per quanto riguarda il contrasto sia per quanto riguarda la risoluzione di colori.

- Inoltre esistono software (a volte integrati – come nel caso della Microsoft) che permettono di attivare opzioni in grado di ingrandire lo schermo e quindi, per esempio, un’area di lavoro.

- Attraverso la stampante, infine, è possibile stampare i caratteri digitati tenendo conto sia del colore sia della loro dimensione.

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Ausili per la disabilità visiva

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Ausili per la disabilità uditivaAbbiamo individuato per gli ausili inerenti alla disabilità uditiva tre

tipologie di software: quello educativo, diagnostico e riabilitativo.

• Il software educativo è uno strumento che può essere utilizzato sia dal singolo individuo sia da tutta la classe. Per quanto riguarda il singolo, tale dispositivo potrebbe essere d’aiuto quando vi sono difficoltà di letto-scrittura; per ridurre una difficoltà di apprendimento; per proporre nuove strategie di apprendimento: ad esempio attraverso l’utilizzo di immagini.

• Il software diagnostico e riabilitativo si riferisce a quei tipi di dispositivi che permettono da un lato, di effettuare operazioni di screening: ad esempio un esame audiologico; dall’altro, di realizzare attività di riabilitazione; si pensi ad una situazione di logopedia dove la persona può ricevere feedback immediati dal computer e migliorare l’uso della parola.

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Ausili per la disabilità uditiva

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Ausili per difficoltà cognitive

Per quanto concerne gli ausili utilizzabili quando si riscontrano difficoltà cognitive, possiamo individuare tra loro tutte quelle soluzioni software che permetto di facilitare gli apprendimenti e le autonomie di base, di favorire gli aspetti attentivi e motivazionali, di favorire il recupero di abilità potenziali.

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La prospettiva delle Assistive Technology

Definizione = qualsiasi prodotto o servizio creato per rendere possibile l’indipendenza delle persone disabili o anziane.

3 Tipologie: - AT per la comunicazione;- AT per l’accesso al computer;- AT per il controllo ambientale.

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Le Assistive Technology• Una panoramica sulle AT (Video fino 4m 22s)

• La qualità della vita = è un concetto multi-dimensionale che descrive la soddisfazione complessiva rispetto alla propria vita, e che può essere a sua volta declinato in varie componenti quali lo stato di salute e le capacità funzionali, la situazione psicologica e il benessere, le interazioni sociali, la situazione economica, la realizzazione professionale, la dimensione spirituale e religiosa”[1].

• Durante una proposta progettuale è fondamentale tenere in considerazione la compresenza di almeno tre variabili: la persona, l’ausilio e l’ambiente

• Progettare ambienti adeguati, può migliorare lo stato di salute delle persone e dunque ridurne la disabilità (Link con le tematiche dell’Ambient Intelligence).

[1] Si veda il sito www.siva.it alla voce del glossario “Qualità della vita”.

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5. Progettare per includere

I servizi e l’approccio del GLIC di Bologna

I SERVIZI: I SERVIZI:

1. Informazione2. Consulenza3. Supporto4. Ricerca e formazione

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Informazione

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Consulenza

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Supporto

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Ricerca e formazione

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Progettare per includere

L’APPROCCIOL’APPROCCIOApproccio multidisciplinare dall’assesment

all’implementazione del progetto.

Fattori da non dimenticare: Fattori da non dimenticare: - Attenzione alla relazione tra individuo, ausilio e ambiente

in rapporto alla qualità della vita;- Attenzione al grado di partecipazione dell’individuo:

centralità nel processo di scelta della persona disabile;- Attenzione al progetto di vita della persona disabile

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Esempio: il caso di Nicola e il ruolo del Bilancio di competenze*

Nicola ha 25 anni ed è affetto da tetraparesi spastica provocata da emoragia cerebrale; deambula autonomamente pur con fatica.

Per quanto riguarda la vista presenta seri problemi di ipovisione che gli rendono difficile utilizzare il PC in modo veloce e senza fatica.

N. si diploma nel 2000 e nel 2001 si iscrive alle liste di collocamento della legge 68. A seguito del colloquio conoscitivo l’operatrice gli propone di svolgere uno stage osservativo presso una coop. sociale del territorio.

------------------*Riferimento al progetto OLTRE

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Lo stage osservativo e il primo bilancio delle sue competenze

• Durante lo stage N. si trova a svolgere mansioni di segreteria: inserimento dati su PC, utilizzo di fax, fotocopiatrici…

• Al termine del periodo previsto sia il tutor sia la responsabile della coop. consegnano una relazione sui risultati raggiunti da N.

• La valutazione è negativa: entrambi evidenziano enormi difficoltà nella gestione dei compiti e delle mansioni affidategli…

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Come intervenire?

• L’operatrice della Provincia decide di contattare l’Ausilioteca per chiedere una consulenza al fine di valutare la possibilità di far utilizzare a N. un ausilio per l’accesso al PC

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L’intervento dell’ausilioteca

Consulenza ausili e valutazione della postazione di lavoro:

• Esiti: 1)necessità di personalizzare la postazione di lavoro

secondo requisiti ergonomici: altezza della seduta regolabile con corretto appoggio dei piedi a terra; altezza del piano di lavoro personalizzata

2)Accorgimenti nell’utilizzo del PC: ingrandimento delle lettere della tastiera; ingrandimento del cursore del mouse; ingrandimento dei menù a tendina di Windows…

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…Il ritorno allo stage 1/2

A seguito di questi adattamenti, sia il responsabilile che il tutor evidenziano un netto miglioramento rispetto allo stage precedente nello svolgimento dei compiti e delle mansioni assegnateli.

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…Il ritorno allo stage 2/2

• Questo è solo uno degli esempi in cui tecnologie adeguate possono agevolare e facilitare l’esecuzione di un bilancio di competenze.

• Questo intervento si pone all’interno della prospettiva del lavoro in rete fra servizi che si occupano di disabilità:

“CIASCUN CENTRO CON LA PROPRIA PROFESSIONALITA’, IL PROPRIO BAGAGLIO DI COMPETENZE OPERATIVE PUO’ FORNIRE UN

CONTRIBUTO IMPORTANTE AL TEMA DELL’INCLUSIONE E DELL’INTEGRAZIONE SOCIALE,

CHE PASSA ANCHE, SE NON PRIMA DI TUTTO, ATTRAVERSO IL LAVORO”

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6. Il progetto di vita della persona disabile

• Parlare di progetto di vita significa innanzitutto fari i conti con le dimensioni dell’essere adulto…

• Molto spesso infatti, capita che alla persona disabile non vengano riconosciute possibilità di crescita evolutiva (es. persone con sindrome di Down )

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Il progetto di vita della persona disabile

In sostanza, come intervenire?In sostanza, come intervenire?

• Innanzitutto come ci ricorda Dario Ianes il lungo viaggio per diventare adulti comincia dalla percezione di possibilità: “…per iniziare questo viaggio, è necessario che qualcuno ci creda, che qualcuno immagini questa possibilità, che qualcono cominci a dare il permesso di crescere e cambiare”[1].

[1] D.Ianes, S.Cramerotti, Il Piano Educativo individualizzato, Progetto di vita.Guida 2005-2007, Erickson, Trento 2005, pg. 43.

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Il progetto di vita della persona disabile

E quindi:

il progetto di vita (PDV) inizia dalla famiglia, la quale si deve liberare presto dal senso e dalla percezione di impossibilità di miglioramento della situazione psico-fisica di un figlio o una figlia disabile.

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Il progetto di vita della persona disabile

• Anche gli insegnanti, dovrebbero imparare a guardare oltre alla scuola.

Si denota come una “…buona qualità della vita adulta dovrebbe essere l’elemento di riferimento per orientare l’insegnamento a un’integrazione sociale più ampia, un’indipendenza più matura e un lavoro più soddisfacente per gli alunni disabili che diventeranno adulti tra un po’ di anni.[1]”

[1] Ibidem, pg. 44.

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Le tre ottiche del progetto di vita

Secondo Dario Ianes, il PDV può essere visto attraverso tre ottiche tra loro integrate:

• quella tecnico-didattica,

• quella psicologica

• quella relazionale.

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Tecnico didattico

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Psicologica

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Relazionale

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7. Alcune esperienze

Il progetto Keeping Pace With Assistive Technolog

Sinapsi…

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RisorseFondazione ASPHI onlus (Avviamento e Sviluppo di Progetti per ridurre l’Handicap mediante l’Informatica) via Arienti, 6 Bologna www.asphi.it Ausilioteca in via Giorgione n. 10 (Bologna) www.ausilioteca.org

Sitografiawww.indire.it www.anastasis.itwww.dienneti.it www.disabili.com www.superabile.it www.handibo.it www.sporthandicap.org www.incontrisenzabarriere.it www.nolimit.it www.erickson.it www.tecnologiaeducativa.it www.handilex.org www.unicef.it www.handicapincifre.it www.informahandicap.it www.leonardoausili.com www.handimatica.it www.handicapcifre.it www.mediamente.rai.it www.accaparlante.it www.auxilia.itwww.autonomi.it