Handicap e Sport Studenti2

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INTRODUZIONE E CENNI STORICIL'inserimento di individui diversamente abili in un contesto sportivo è un fattorelativamente recente.Individui affetti da paralisi spinale traumatica sono stati i primi disabili a praticaresistematicamente un'attività sportiva. Tale attività pionieristica ebbe origine in GranBretagna, nell'ospedale di Stoke Mandeville (Aylesbury), non lontano da Londra, grazie

all'entusiastica opera di Sir Ludwig Guttmann, neuro-chirurgo, direttore diquel centro di riabilitazione motoria.Il centro fu aperto il 1 febbraio 1944, durante la seconda guerra mondiale, ed i primiparaplegici a cimentarsi nelle varie discipline sportive furono giovani di ambo i sessiappartenenti alle forze armate britanniche, portatori di lesioni midollari per causee c e.

È noto il calvario di affezioni «satellite», che perseguitano un mieloleso: piaghe dadecubito, patologie urinarie, affezioni respiratorie, depressione psichica etc. Sir Ludwigebbe il merito di riconoscere l'importanza della collaborazione attiva del malato,unitamente alle cure mediche, nella prevenzione di tali patologie secondarieall'handicap; egli studiò e realizzò con grande determinazione dei programmi diallenamento per disabili, facendovi partecipare tutti i pazienti che si presentavano al

suo centro. Una delle maggiori difficoltà che si incontra nell'ottenere la collaborazioneattiva del paraplegico traumatico risiede nel basso livello delle motivazioni psichiche,pressoché azzerate dall'handicap acquisito.Una grave disabilità fisica, tale da ostacolare pesantemente il reinserimento nelcontesto lavorativo, produce una depressione psichica che rende il soggetto totalmenteastenico, demotivato e abulico, puro oggetto delle cure mediche che subisce

passivamente.

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Occorre un contesto adattato, un ambiente favorevole, nelquale gli stimoli siano adeguati alla condizione fisica del

Solo così si possono proporre dei nuovi interessi, ricreando i presupposti perun'adeguata motivazione alla collaborazione del soggetto, per ricostruireattivamente la propria esistenza. Inventando delle discipline e delle tecnichesportive adattate all'handicap, si ottiene un contesto sociale e ambientalerispondente a queste esigenze.Grazie dunque allo sport i pazienti paraplegici del Dr. Guttmann (definito daPapa Giovanni XXIII   De Cou ert n e sa   cominciarono asviluppare la muscolatura delle braccia e delle spalle, raggiungendorapidamente risultati macroscopicamente superiori a quelli della normalechinesiterapia. Inoltre lo sport, aiutando ad acquisire equilibrio ed abilitàmotorie nell'uso della sedia a rotelle, consentiva a questi paraplegici di

servirsi più efficacemente di tale mezzo di locomozione nella normale vita direlazione.L'iniziativa del Dr. Guttmann ebbe molto successo, ed il 28 luglio 1948 sitennero i primi   Giochi di Stoke Mandeville   per atleti disabili, cuiparteciparono sportivi handicappati ex membri delle Forze Armate

britanniche.

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Tali attività destarono molto scalpore, medici e tecnici ditutto il mondo visitarono il centro di Stoke Mandeville per

apprendere tali metodologie riabilitative.Nel 1952   per la prima volta i Giochi di Stoke Mandeville divennerointernazionali, e nel 1960 si svolsero nel contesto delle Olimpiadi di Roma.Era nata dunque la Federazione Internazionale dei Giochi di Stoke Mandeville(ISMGF), che da allora indìce annualmente una manifestazione sportivacompren en e var spor , come nuo o, e corse, anc , ro con arco, apallacanestro, la scherma, il tennis-tavolo, il tiro a segno, le bocce.Tali Giochi hanno fatto registrare un continuo aumento del numero dipartecipanti, ed oggi quasi tutti i Paesi del mondo vi inviano atleti. Poichél'attività dell'ISMGF era limitata alla organizzazione di Giochi solo per atleti

affetti da patologie del midollo spinale, ben presto handicappati di altrogenere (ciechi e soprattutto amputati) avvertirono l'esigenza di associarsi perpoter partecipare anche essi a manifestazioni sportive. Nel 1964 fu cosìfondata l'ISOD, e più recentemente (nel 1980) si formarono l'IBSA ed il CP-ISRA, associazioni che si occupano rispettivamente di amputati, ciechi e

cerebrolesi in un tempo successivo, l'ISOD ha allargato le propriecompetenze anche ad altre patologie invalidanti.

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Nel 1982, ISMGF, ISOD, IBSA e CP-ISRA fondarono un comitatointernazionale di coordinamento (ICC) delle organizzazioni sportive mondialiper i disabili, preposto alla codifica ed alla stesura delle regole tecniche ed

organizzative dei Giochi paraolimpici. In occasione delle Olimpiadi di Romasi posero le basi per effettuare regolarmente in futuro dei Giochi perhandicappati, da tenersi, per quanto possibile, nella stessa città dei GiochiOlimpici e nello stesso anno.Così, nel 1964 vi fu un'Olimpiade per disabili a Tokio, con 390 partecipanti;

nel 1968 ben 750 atleti su sedia a rotelle presero parte ai Giochi di Ramat Gan (Tel Aviv), localitàofferta da Israele per indisponibilità di Città del Messico.In tale occasione un pubblico di 25.000 persone acclamò gli sportivi handicappati alla cerimonia diapertura nello stadio di Gerusalemme. Nel 1972 i Giochi si svolsero ad Heidelberg (Germania), ed ipartecipanti furono più di 1.000. In occasione dei Giochi Olimpici di Montreal del 1976 i Giochi perdisabili ebbero luogo a Toronto (anch'essa in Canada), e per la prima volta vi parteciparono atleti

' , ,

amputati. Nel 1980, 2500 sportivi disabili presero parte ai Giochi di Arnhem (Olanda); nel 1984 leParaolimpiadi si svolsero in parte a New York (1750 atleti) ed in parte ad Aylesbury (GranBretagna, 1100 partecipanti).L'apoteosi del movimento sportivo per disabili si ebbe nel 1988 a Seul (Corea del Sud), con unaimportante manifestazione successiva alle Olimpiadi, durante la quale gareggiarono ben 3200 atletiprovenienti da 65 Nazioni, al cospetto di un pubblico di 100.000 persone. Altri sport si aggiungono

costantemente alle prime discipline introdotte a Stoke Mandeville. Dal 1976 si svolgono i GiochiOlimpici Invernali per disabili:nel 1976 si tennero a Ornskoldsvik (Norvegia); nel 1980 a Glilo (Svezia). Poi nel 1984 e nel 1988,sono state ospitate entrambe da Innsbruck (Austria). Inizialmente riservati ad amputati ovideolesi, i Giochi Olimpici Invernali si sono aperti alla partecipazione anche di paraplegici e dicerebrolesi: gli atleti che rientrano in queste due ultime categorie gareggiano su slitta.  Dal 1991

l'ISMGF ha modificato la propria denominazione che è diventata ISMWSF (InternationalStoke Mandeville Wheelchair Sports Federation).

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In Italia queste attività sono gestite e coordinate dallaFederazione Italiana Sport Handicappati (disabilità psichiche emotorie),   fondata nel 1980, dalla Federazione ItalianaCiechi Sportivi (atleti non vedenti) e dalla Federazione ItalianaSport silenziosi (atleti non udenti), fondata nel 1929. Dal

1990 tali Federazioni sono rappresentate presso il CONI da unorganismo unitario, denominato   Federazione Italiana Sport Disabili. Lo sportmoderno, inteso secondo i canoni olimpici di De Coubertin, nasce nel secolo scorsocome espressione di forza e di vigore, riferiti essenzialmente all'uomo giovane, sano edi sesso maschile. Nel nostro secolo la mentalità sportiva ha progressivamente presoe stanze a questo stereot po n z a e, per nc u ere appr ma e onne sport ve, nseguito gli atleti anziani e, infine, quelli disabili.È degno di nota il fatto che le varie Federazioni sportive nazionali hanno neltempo allargato la propria attività, per comprendere le discipline femminili,nonché quelle praticate da amatori non più giovanissimi. Viceversa, allorché si ètrattato di atleti disabili, sono state create delle Federazioni Sportive a se stanti.

Queste ultime devono sopportare l'onere di organizzare manifestazioni per le più varieattività sportive (dal nuoto allo sci), pur fruendo talvolta della collaborazione delleFederazioni dei vari sport.Questo stato di cose è dovuto per buona parte alle difficoltà tecniche ed organizzativelegate alle attività sportive per disabili; si ha quasi la sensazione, però, che molte delleFederazioni sportive nazionali che a suo tempo hanno realizzato l'integrazione trasportivi differenti per sesso e per età, stentino ad integrare gli atleti sani conquelli affetti da un handicap.

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VISITA MEDICO – SPORTIVA

La visita medico – s ortiva e valutazione

chinesiologica per gli atleti disabili si svolgein modo totalmente diverso rispetto aquella di atleti con capacità psichico–fisiche normali.

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ESAME CLINICO DEL DISABILE-Il medico dello sport e/o chinesiologo deve superare la diffidenzadel disabile e conquistarne la fiducia.- '

a) tranquillo e confortevole;b) caldo, evitare lo STRESS FREDDO (nel cerebroleso)

> SPASTICITA‘ e ATETOSI;c) il medico dello sport e/o chinesiologo deve trasmettere lacertezza che opera sempre nell'interesse dell'atleta;

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ANAMNESI1- FAMILIARITA' (Ricerca cause/concauseau dell'Handicap) ;

2- Notizie vita neonatale:•1. sviluppo psico-fisico (deambulazione ecc.);•2. alvo e diuresi;

. ,ecc.);

•4. uso abituale di apparecchi ortesici e protesici;•5. abitudine o necessità di avere assistenza da parte di

familiari o altri;3- Patologie recenti per la ricerca di controindicazioni o

condizionamenti per l'idoneità all'attività sportiva ago-

nistica;

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ESAME OBIETTIVO

ESAME NEUROLOGICO•1. ESAME DELLA FUNZIONE MOTORIA- forza;- tono

- riflessi;

•2. ESAME DELLA SENSIBILITA'

- tattile;- di posizione e movimento;- termica;

- dolorifica;

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•3. ESAME DEI NERVI CRANICI E DEL CAMPO VISIVO- vista;- udito;

•4. ESAME DELLE FUNZIONI CEREBELLARI E VESTIBOLARI- deambulazione ed equilibrio;- coordinazione;

•5. ESAME DELLE FUNZIONI SUPERIORI- intelligenza;- linguaggio;

- prassia ;- memoria;

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VALUTAZIONE• 1.eventuali problemi cardiocircolatori e disturbivasomotori connessi con le lesioni delle strutture prepo-

ste alla regolazione neurovegetativa;•2. apparato respiratorio: presenza di atelettasia, enfisema o

patologie infettive dovute a riduzione della capacità ven-

 t ator a;•3. esame della cute: piaghe da decubito (particolari attenzio-ni sui punti di contatto di sussidi ortesici, protesici, puntid'appoggio più comuni) ;

•4. apparato genito-urinario: per le frequenti patologie infetti-ve e/o litiasiche dovute a ristagno vescicale o altri distur-bi funzionali dovuti a lesioni neurologiche;

•5. controllo visus, campo visivo e (per patologie specifiche)fundus oculi;

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ACCERTAMENTI DIAGNOSTICI

• 1.ELETTRO-MIOGRAFIA: valuta lesioni neurologiche e neu-romuscolari (livello, entità, causa deficit);

•2. ELETTROENCEFALOGRAFIA: valuta lesioni cerebrali 

•3. ELETTRO-CARDIOGRAFIA a riposo e dopo test ergome-trici: valuta aritmie e patologie cardiache;

•4. RADIOGRAFIA: per lo studio dei monconi di amputazioni edarti vicarianti, per eventuali osteoporosi nei neurologici;

•5. VISUS + CAMPO VISIVO + FUNDUS OCULI:per la classificazione dei non vedenti e degli ipovedenti;

•6. Eventuali ulteriori accertamenti su motivato sospetto

clinico;

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ESAME ORTOPEDICOcomprende:

- valutazione forza muscolare;- valutazione ampiezza movimenti articolari;- valutazione capacità coordinativa del movimento;-studio dell'atteggiamento (OBBLIGATO per dolore e/o rigidità);

- ispezione (STAZIONE ERETTA, DEAMBULAZIONE);- palpazione;- misurazione lunghezza arti-tronco;- valutazione tono muscolare;

- valutazione temperatura cutanea;-valutazione dimensione, consistenza, spostabilità di eventualitumefazioni;

- valutazione della presenza di versamenti endoarticolari;- valutazione del dolore alla pressione superficiale e profonda;

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E ESAME DELLA MOTILITA'

•• MOTILITA' PASSIVASi invita il soggetto a mantenere completamente decontratto ilsegmento articolare interessato e si saggia l'escursione articolarein funzione degli ostacoli meccanici (retrazione della capsula, iper-

trofia della sinoviale, corpi mobili endoarticolari ecc.).Si misura con un goniometro l'ampiezza dell'escursione articolare.L'escursione articolare può essere:- normale: articolarità indenne

- ridotta nell'uno e nell'altro settore del movimento: RIGIDITÀ- abolita: ANCHILOSISi valutano con opportune manovre segni di mobilità articolare su

piani diversi da quelli fisiologici. Il riscontro di lassità legamentosaha sempre significato patologico.

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• MOTILITA' ATTIVA

Si valuta:

L’ampiezza dei movimenti volontari nei vari pianila forza con la quale vengono eseguiti per eviden-

ziare l'esistenza di limitazioni funzionali;Si fa uso di alcune manovre (ad esempio: afferra-re un oggetto, piegare le ginocchia).

Per valutare l'efficienza muscolare si invita il sog-getto a contrarre il gruppo muscolare che si vuole

esaminare.

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5 NORMALE

4MOVIMENTO POSSIBILE, ANCHE CONTRORESISTENZA OPPOSTA DALL'ESAMINATORE

 

VALUTAZIONE FORZA MUSCOLARE

3,

POSSIBILE CONTRO GRAVITA’2

MOVIMENTO POSSIBILE SOLO FUORI GRAVITA' (ACQUA)

1

POSSIBILITA' DI MODESTE CONTRAZIONI, MAINCAPACITA' DI PRODURRE MOVIMENTI

0IMPOSSIBILITA' DI QUALSIASI AZIONE MUSCOLARE

SI ASSEGNA UN PUNTEGGIO DA 0 A 5 PER

OGNI GRUPPO MUSCOLARE VALUTATO

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5 NORMALE: MOBILITA' ARTICOLARE NORMALE4 BUONA:

3DISCRETA: MOBILITA' ARTICOLARE PARI AL 50%

2 SCARSA: MOBILITA' ARTICOLARE PARI AL 25%DEL NORMALE

1 MINIMA: MOBILITA' ARTICOLARE MINIMA0

NULLA:

SI ASSEGNA UN PUNTEGGIO

DA 0 A 5 PER OGNIDISTRETTO VALUTATO

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VALUTAZIONE

COORDINAZIONEMOTORIA

5NORMALE: POSSIBILITA' DI MOVIMENTI RITMICIPER 100% DEL NORMALE RANGE ARTICOLARE

4BUONA: POSSIBILITA' DI MOVIMENTI RITMICI PER

SI ASSEGNA UN PUNTEGGIODA1 A 5 PER OGNI

DISTRETTO VALUTATO

3 DISCRETA: POSSIBILITA' DI MOVIMENTI RITMICIPER 50% DEL NORMALE RANGE ARTICOLARE

2SCARSA: POSSIBILITA' DI MOVIMENTI RITMICI PER

25% DEL NORMALE RANGE ARTICOLARE1 MINIMA: MOVIMENTI RITMICI

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ESAME DELLA SENSIBILITÀ

-  - TERMICA;- DOLORIFICA;

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OSTEOTENDINEI

- TRICIPITALE;- ROTULEO;-ACHILLEO;

-BICIPITALE;-MASSETERINO;-CUBITOPRONATORE;

Fornisce elementi indispensabili allo studio di alcuneaffezioniortopediche secondarie a deficit neurologici da

nteressamentodei vari tronchi nervosi eriferici delle radici s inali lesioni

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HOCKEY IN CAROZZINA

Poter consentire la pratica sportiva a ragazzi colpiti da distrofia mu-

scolare poteva sembrare un'utopia.L'Hockey in carrozzina elettrica ha invece risolto questo problema.Il Wheelchair Hockey è una disciplina sportiva rivolta principalmentead atleti con Distrofia Muscolare.Una pato ogia gravemente inva i ante e presente in un numero sva-riatissimo di forme. Il denominatore comune in tuttequeste forme èl'indebolimento muscolare progressivo.Con queste premesse, l'idea di poter consentire la pratica sportiva aragazzi con lo stesso problema genetico (la limitata forza fisica), ma

con aspetti e potenzialità diversissime tra loro, potevas embrareun'utopia.

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L’Hockey in carrozzina elettrica ha invece risolto nelmigliore dei modi questo problema, consentendo digiocare nella medesima squadra, partecipando in manieracorale all'azione, sia a ragazzi che riescono a colpire la

pallina utilizzando la forza del braccio [scopo raggiuntotramite una mazza (H-STICK) in materiale plastico], sia aragazzi che riescono ad impiegare la forza unicamenteper azionare il comando della carrozzina.

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Quest'ultimo risultato viene essenzialmente raggiunto grazieall'utilizzo di un semplice attrezzo: lo "stick" (T-STICK), che

applicato alla pedana della carrozzina, permette di colpire edi indirizzare la pallina.Uno degli strumenti fondamentali, alla base del Wheelchair

Hockey è senz'altro il cosiddetto: "T-STICK", semplicemente detto, in Italia,stick. In inglese con la parola stick normalmente si indica la mazza, da cui la

traduzione è molto semplice: ""mazza a forma di T". Secondo il regolamentolo stick deve essere di materiale   non trasparente con una lunghezzamassima di cm. 30 e un'altezza massima di cm. 10. A questo possono essereattaccate una coppia di "alette" fissate, rispetto alla parte centrale, conun'angolazione compresa tra 75 e 90 gradi e il punto di attacco tra la partecentrale e le alette può essere ovunque.Questo strumento ha consentito anche a quegli atleti che non hanno la forzae la capacità di stringere una mazza di poter giocare a Wheelchair Hockey.Ma è molto di più di uno "stratagemma" per poter giocare, è un vero e

proprio strumento tecnico che consente gesti tecnici che con la mazza non sipossono realizzare. Grazie alla sua forma consente un controllo e protezionedella palla che con la semplice mazza non si può effettuare, consente quindidi portar palla con una certa sicurezza. Il suo uso non è solo limitato alcontrollo, ma sfruttando l'inerzia del movimento della carrozzina consente

sia di passare che di realizzare addirittura delle segnature.

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Nel nostro campionato spesso viene adottato indifesa, visto che consente una discreta opposizionealle mazze, sia nell'intercettare passaggi che tiri inporta. La regola che non consente alla pallina di

essere giocata ad un'altezza superiore ai 20 cm consente agli

"sticks" di essere protagonisti del gioco alla stregua delle"mazze".Inoltre è lo strumento in dotazione ai portieri e quindi fondamentale

per il nostro gioco. Da alcuni anni, la Federazione Internazionale, ha

adottato la regola tutta italiana, di adottare in campo, oltre anaturalmente il portiere, uno stick "di movimento“ riconoscendonecosì definitivamente la grande importanza tecnica. In questi ultimianni, si sta anche perfezionando un modello elettrico in grado di

realizzare l'unico gesto tecnico che lo rendeva inferiore ad unamazza: "il passaggio“. In questo modo non si esclude nessuno,tutti possono partecipare. Anzi da qualche anno si è dato spazioanche ad atleti con malattie neuromuscolari (tipo tetraplegia,

atrofia, ecc.) per consentire un maggior coinvolgimento a questa

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Il Wheelchair Hockey ha le sue origini in Olanda dove,

dopo alcuni tornei organizzati per promuovere ladisciplina, nel 1982 viene disputato il primo campionatoufficiale.

In Italia questa disciplina si affaccia nel 1991 periniziativa del gruppo giovani della UILDM (Unione ItalianaLotta alla Distrofia Muscolare) e, un po' come in Olanda,dopo vari tentativi attraverso tornei e manifestazioni

varie, nel 1996 si disputa il 1° Campionato Nazionale.Da poco è terminato il 10° Campionato Italiano, al quale

hanno partecipato 13 squadre con 130 atleti tesserati.

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PALLAVOLO

Le differenze principali rispetto alla   pallavolotradizionale è il fatto che i giocatori siano seduti nelcampo, di dimensioni inferiori rispetto a quello

, .Il gioco si svolge in una palestra, fra 2 squadrecomposte ciascuna da 6 giocatori (e 6 riserve), conun campo di 6 m per 10 m.

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TENNIS TAVOLO

Il tennis tavolo è uno sport altamente formativo , che sviluppa iriflessi, la concentrazione e la respirazione e, dal punto di vista psicologico, insegna adinseguire la vittoria e accettare la sconfitta. Storicamente è stato uno dei primi ad essereutilizzati dal neurologo inglese Guttman come terapia riabilitativa per i reduci delsecondo dopoguerra e ancora oggi è la prima disciplina sportiva impegnata per lariabilitazione. La ratica da arte de li atleti ara le ici ad esem io ha effetti ositivi

sui muscoli dorsali e addominali ed è utile nei tempo per prendere confidenza con la car-rozzina.Il tennis tavolo rappresenta anche un grande strumento di integrazione, essendo unadelle poche discipline che permettono una completa integrazione tra atleti disabili e nor-modotatati senza differenza di regolamento.

ClassificazioneL'attività dei pongisti disabili è suddvisa in classi, a seconda del grado di handicap fisico:dalla 1 alle 5 si gioca in carrozzina (atleti tetraplegici, paraplegici, poliomelitici e amputatiche scelgono di giocare seduti), dalla 6 alla 10 in piedi (giocatori con disabilità più lievi),

mentre la classe 11 è riservata ai disabili mentali

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BASKET IN CARROZZINA

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Il basket in carrozzina è probabilmente uno degli sport per disabili piùconosciuti anche da grande pubblico, che in occasione di eventi

come il Paralympic Day o Ability rimane veramente impressionato dalla carica agonisticadei giocatori e dalla complessità delle scelte tecnico-tattiche individuali e di squadra, cheriproducono in tutto e per tutto quelle di una partita di pallacanestro per normodotati.Storicamente questa disciplina è stata una delle prime ad essere state utilizzate dalneurologo inglese Guttman come terapia riabilitativa per i reduci del secondodo o uerra e ra resenta ancora o i l'es ressione iù elevata delle otenzialità

BASKET IN CARROZZINA

residue del disabile motorio.Prima di iniziare ufficialmente l'attività, tutti gli atleti sono sottoposti ad una valutazionesul campo da parte di una Commissione costituita da un medico e da un tecnico. Inbase alle capacità funzionali residue, ad ogni giocatore viene così assegnato unpunteggio che va da 0,5 a 4,5. Al fine di garantire il massimo equilibrio tra le squadre in

campo, durante le partite la somma dei valori di ogni quintetto non deve superare i 14,5punti.Per il resto non esistono sostanziali differenze di regolamento rispetto al basket pernormodotati; sono previste però delle infrazioni particolari: non è consentito sollevarsidal sedile della carrozzina (è considerato un fallo tecnico), avanzare con la palla senza

palleggiare dopo due spinte, sollevare da terra contemporaneamente le due ruoteposteriori con la palla in mano.

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La pallacanestro è praticata, però, anche da persone condisabilità intellettive; in questo caso, lo sport si carica di unavalenza educativa e consente di ottenere benefici a livello fisico,

. , ,

motori, il basket praticato dai disabili mentali non presenta alcunadifferenza da quello per normodotati ed è presente alleParalimpiadi solo come disciplina dimostrativa, dato che a livello

olimpico i Giochi sono riservati agli atleti con handicap fisico.

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GOLF DISABILI

Il golf è l’unico sport che permette ad atleti disabili e normodotati di gareggiare nella

stessa squadra, sugli stessi campi e con lo regolamento. È un ottimo strumento diintegrazione e ha anche ricadute positive sulla salute psico-fisica di chi lo pratica.

Per i golfisti non vedenti è previsto un coach, un assistente che aiuta il giocatore amettersi sulla palla e ad allinearsi prima del colpo. Altre eccezioni sono previste per

sportivi con amputazioni, stampelle o in sedia a rotelle.

L'attività sportiva è promossa dalla Federazione Italiana Golf Disabili.Dal 2004 è riconosciuta dal CIP ed è disciplina paralimpica.

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EQUITAZIONE DISABILILa F.I.S.E. nell'ottobre 2003 ha istituito il Dipartimento di Riabilitazione Equestre (R.E).

Questo atto sancisce il riconoscimento della R.E. come una delle discipline dellaFederazione e permette una riorganizzazione e un coordinamento di tutte le iniziativegià presenti nella realtà dei Centri suoi affiliati ed una progettazione costruttiva per

. . . ,

questa complessa disciplina ha una radice tanto nella tradizione sportiva, cioè negli"Sport Equestri" che ne costituiscono l'alveo ed il presupposto tecnico portante, chenella componente riabilitativa, che ne rappresenta la finalità specifica, quindi non puòche esplicarsi in entrambi gli ambiti variamente integrati fra di loro.

L'utilizzo del cavallo e dell'equitazione quali mezzi per attività assistite dagli animali(AAA) e per terapie assistite dagli animali (TAA) siano le più conosciute e le piùsperimentate. Richiamandoci alle linee guida stabilite dal F.R.D.I. (FederazioneInternazionale di Equitazione Terapeutica ) possiamo stabilire le modalità d'intervento:

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1) IPPOTERAPIA (Hippotherapy):

questo intervento si basa sull'uso del cavallo come strumento terapeutico senzaprevedere l'intervento attivo del soggetto. Richiede tecnici dell'area sanitariaspecializzati in R.E. che operano con l'assistenza dell'istruttore di equitazione e l'impiego

cava appos amen e a es ra . app ca a sogge con pa o og a neuro og ca e

psichica medio-grave. L'intervento è più riabilitativo che rivolto all'insegnamento delletecniche di equitazione, può essere impiegato anche con soggetti con forme di disabilitàpiù lievi prima di passare alla Rieducazione Equestre.

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2) RIEDUCAZIONE EQUESTRE E VOLTEGGIO (Remedial/EducationalRiding and Vaulting):

prevede l'intervento attivo del disabile nella guida del cavallo. E' prevista l'acquisizione

delle tecniche di equitazione oltre al conseguimento degli obiettivi propri dell'areasociosanitaria (riabilitativi,neuromotori, psicologici, comportamentali, educativi, sociali,ecc. ecc.) l'istruttore di equitazione lavora in stretta collaborazione con i tecnici dell'areasociosanitaria. Trova una peculiare indicazione in soggetti con problematiche cognitivo-

comportamentali.

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3) EQUITAZIONE SPORTIVA PER DISABILI (Sport Riding for Disabled):

questa fase segna il passaggio ad una situazione integrata sul piano relazionale e

sociale. Può essere svolta attività agonistica vera e propria o comunque attivitàcompetitiva, o dimostrativa (show a cavallo, caroselli) o di giochi a cavallo, ecc. ecc.. E'la fase della R.E. più strettamente connessa all'attività di aggregazione esocializzazione.

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NUOTO DISABILIIl nuoto, già presente alle prime Paralimpiadi di Roma 1960, è una delle principalidiscipline praticate da atleti disabili.

Le discipline in cui ci si può cimentare sono: stile libero, dorso, rana e farfalla

Le distanze previste sono:- nello stile libero 50m, 100m, 200m, 400m, e la 5km in acque libere- nel dorso, la rana e la farfalla 50m e 100m- nei misti individuali 150m e 200m- staffette 4 x 100 e 4 x 50 stile libero e mista

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Classificazioni in base all'handicap

L’attività natatoria agonistica oltre ad essere distinta per sesso ecategorie d’età, presenta - come nelle altre discipline paralimpiche - un’ulteriore

suddivisione, quella per classi, resasi necessaria al fine di garantire agli atleti con diversigradi e tipologie di disabilità, la partecipazione a competizioni equilibrate.Le classi vengono assegnate ai nuotatori agonisti a seguito di visite di classificazione,che si differenziano a seconda che la patologia dell’atleta sia di tipo Fisica, Visiva,

.

Le classificazioni per l’handicap fisico (sia esso di origine midollare, ortopedico ocerebrale) sono di tipo "funzionale" e prevedono tre fasi (visita medica, valutazione dellanuotata, valutazione del gesto tecnico in gara). All’atleta viene attribuito - da un MedicoClassificatore e da un Tecnico Classificatore - un punteggio corrispondente alle funzioni

che può ancora esprimere e successivamente viene inserito in una delle classi previste(minore è la classe, minori sono le capacità residue del nuotatore).Le classi per l’handicap fisico sono le seguenti:- da S1 a S10 (S dal termine inglese stroke che vuol dire nuotata) per le nuotate adorso, stile libero e farfalla;

- da SB1 a SB9 (breaststroke) per la rana- da SM1 a SM10 (medley) per i misti.

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La rana è stata scorporata dagli altri stili a causa dell’influenza maggiore che gli arti

inferiori hanno a livello propulsivo rispetto a quelli superiori.

Per i ciechi o ipovedenti è prevista una visita specialistica svolta da un MedicoClassificatore Oftalmologo, che una volta valutato il campo visivo e/o l’acuità visiva

e a e a, o nser r n una e e re c ass prev s e c eco o a e e

(ipovedenti).

Gli atleti con disabilità intellettiva e/o relazionale (attività svolta sotto l’egida dellaFISDIR) vengono sottoposti a dei test finalizzati alla verifica di alcuni elementi quali ilquoziente intellettivo (70-75 o inferiore), significativa mancanza o riduzione delle funzioni

adattive in almeno due delle seguenti condizioni o situazioni: comunicazione, cura dellapropria persona, comportamento nella vita domestica, capacità sociali e interpersonali,autonomia, adattamento al lavoro ed al tempo libero. La classe a livello internazionaleIPC è unica ed è la S14. In Italia è prevista anche la classe C21 dedicata agli atleti conSindrome di Down.

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Regolamento

Il regolamento tecnico è disciplinato dall’IPC Swimming ed integra le norme dellaFederazione internazionale di nuoto (FINA).

  ’ .

Le principali eccezioni alle regole FINA sono le seguenti:

Partenza- direttamente dall’acqua, dal bordo vasca, seduti dal blocco di partenza

- possibilità di essere accompagnati ed aiutati a raggiungere il punto di partenza(qualunque esso sia)- la feet start (l’atleta di classe non superiore alla S3, si posiziona disteso ed unassistente gli tiene fermi i piedi/e sulla parete della vasca, lasciandoli/o solo dopo ilsegnale di partenza, senza imprimergli moto)

- nel dorso partenza con una sola mano sulla barra del blocco di partenza

Farfalla

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Farfalla- si deve avere sempre la sensazione che muova simultaneamente

gli arti, anche quando ciò non avviene per limitazioni funzionalilegate alla disabilità.

- in caso di mancanza di entrambi gli arti superiori, il nuotatore devetoccare con qualsiasi parte superiore del corpo.

- bracciata asimmetrica dopo la partenza e la virata per chi non può spingere con gli arti

inferiori.- difficoltà nelle classi S11 e S12 a portare avanti le braccia simultaneamente perchénuotano vicino alla corda frangionda - la squalifica viene inflitta solo se vi si spingonosopra.- ,

e S12.Rana- si deve avere sempre la sensazione che muova simultaneamente gli arti, anchequando ciò non avviene per limitazioni funzionali legate alla disabilità.- in caso di mancanza di entrambi gli arti superiori, il nuotatore deve toccare con

qualsiasi parte superiore del corpo- bracciata asimmetrica dopo la partenza e la virata per chi non può spingere con gli artiinferiori- possibile mancata torsione dei piedi- prestare attenzione che il capo rompa la superficie dell’acqua, in ogni ciclo di bracciate,anche se la respirazione viene inserita ad ogni due o più cicli.

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Ciechi- obbligo di utilizzo di occhialetti totalmente oscurati per la classe S11- le virate e l’arrivo vengono segnalate da un assistente chiamato Tapper,che tocca il capo o la spalla dell’atleta tramite un bastone con un terminale

di gomma (di solito una pallina). L’utilizzo del Tapper è obbligatorio per laclasse S11

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StoriaIl movimento canoistico dei disabili in Italia nasce alla fine degli anni

o ottanta grazie ad alcuni atleti facenti parte di alcune AssociazioniSportive. Il tutto assume pero’ una piega diversa nei primi anninovanta quando le gare di Velocità, Slalom e discesa indette dalla

FICK aprono la partecipazione agli atleti con disabilità attraverso stessi percorsi edistanze nonché imbarcazioni identiche ai normodotati.ClassificazioniLe imbarcazioni ammesse alle gare sono le seguenti:- K1-K2 LTA femminile e maschile- -

- K1–K2 A femminile e maschile- K2 mix TA–A composto da un uomo e una donna (gli atleti devono avere una classediversa tra loro, compresa tra TA/A) secondo il Regolamento ICF 2009- K2 mix LTA–TA composto da un uomo e una donna (gli atleti devono avere una classediversa tra loro, compresa tra LTA/TA) nuova proposta in attesa di conferma da parte

dell’ICF http://www.canoeicf.com/ - V2 mix LTA–TA composto da un uomo e una donna (gli atleti devono avere una classediversa tra loro, compresa tra LTA/TA) secondo il Regolamento ICF 2009V2 mix TA–A composto da un uomo e una donna (gli atleti devono avere una classediversa tra loro, compresa tra TA/A) nuova proposta in attesa di conferma da parte

dell’ICF http://www.canoeicf.com/ V2 in attesa di indicazioni da parte dell’ICF

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Le Classi di Appartenenza

Tutti gli Atleti per poter gareggiare dovranno esser sottoposti alle Visite diClassificazione, attraverso le quali gli verrà attribuita la “classe di Appartenenza”.Settore HF:Classe “A” ( Arms – Braccia)

Classe “TA” (Trunk e Arms – Tronco e Braccia)Classe “LTA” (Legs, Trunk e Arms – Gambe, Tronco e Braccia).

Gli atleti della classe A possono partecipare alle gare riservate alle classi TA e LTA, gliatleti della classe TA possono partecipare alle gare della classe LTA ed infine gli altetiappartenenti alla classe LTA gareggiano esclusivamente nella propria classe

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VELA DISABILI

CaratteristicheÈ una disciplina Paralimpica, relativamente giovane: compare tra gli sport dimostrativi,per la prima volta, ad Atlanta 1996, per diventare a tutti gli effetti disciplina da medagliaa Sydney 2000.

  , ,

visiva, lesioni spinali e non solo.Il sistema di classificazione nella Vela è fondato su quattro parametri: stabilità,funzionalità della mano, mobilità e visibilità.Le classi veliche riconosciute sono tre:2.4: equipaggio composto da un solo elemento

SKUD: equipaggio composto da 2 elementiSONAR: equipaggio composto da 3 elementiLe imbarcazioni 2.4 e Sonar sono riservate alla maggior parte dei gruppi di disabilità;l’imbarcazione per il Doppio, invece, è concepita espressamente per gli atleti affetti dadisabilità particolarmente grave.

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L’organismo internazionale che regola questa disciplina sportiva è l’IFDS , che cooperain stretta relazione con la Federazione Internazionale Vela. Questo sport ha visto, inquesti ultimi anni, uno sviluppo ed una diffusione rapidissimi, fino a registrare, nell’anno2008, ben 70 nazioni in cui si pratica attività velica a livello agonistico. In Italiaattualmente si praticano competizioni solo nella Classe 2.4, una categoria integrata:

aperta cioè a soggetti normodotati e disabili indistintamente e dedicata a competizionimiste. In particolare, però, la 2.4 è classe aperta solamente a disabili con handicapfisico. Esiste un protocollo d’intesa tra CIP e FIV che definisce i rispettivi ambitid’intervento e di collaborazione. I campionati italiani CIP si svolgono congiuntamente aquelli FIV con classifiche avulse. Anche i disabili mentali e non vedenti praticano velama in altre classi veliche.

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ATLETICA LEGGERA DISABILI

L’Atletica Leggera, a livello internazionale, è governata dall’International Paralympic

Committee con il coordinamento della propria specifica Commissione Tecnica.

È uno degli sport più popolari del panorama paralimpico internazionale ed è praticato inpiù di cento paesi in tutto il mondo. Può essere considerata la prima nata dello sportparalimpico: le prime corse in carrozzina, infatti, risalgono già al 1952, anno in cui i

veterani della Seconda Guerra Mondiale parteciparono ai Giochi Internazionali di StokeMandeville (Inghilterra).Con la capacità di attirare il grande pubblico, l’Atletica Leggera offre una vasta gammadi competizioni ed il più grande numero di eventi sportivi.

Le gare, come nella disciplina olimpica, si suddividono in corse su pista e su strada econcorsi, con l’aggiunta del pentathlon quale gara combinata.

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Questo sport può essere praticato da atleti con disabilità fisica, sensoriale ed intellettiva.A seconda della tipologia di disabilità e della classificazione funzionale attribuita, gli atletipossono gareggiare in carrozzina, in piedi (con o senza protesi sportive), insieme ad unatleta guida nel caso di atleti ipovedenti e non vedenti.

Le carrozzine da corsa e le protesi sportive sono da considerarsi a tutti gli effetti vere eproprie attrezzature sportive che, grazie all’innovazione tecnologica ed alla ricerca dimateriali sempre più leggeri e performanti, hanno permesso agli atleti paralimpici dieffettuare prestazioni eccezionali ponendo i loro risultati sullo stesso piano di quelliraggiunti dagli atleti olimpici

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Le classificazioni

Nell’Atletica Leggera gli atleti gareggiano in diverse classi a seconda della tipologia didisabilità e del grado di funzionalità:- nelle classi 11, 12 e 13 competono gli atleti con diversi gradi di menomazione visiva;- nella classe 20 gareggiano quelli con disabilità intellettiva;

- nelle classi da 32 a 38 competono gli atleti cerebrolesi (sia in carrozzina che in piedi);- nelle classi da 40 a 46 quelli con differenti livelli di amputazione e con altre tipologie didisabilità;- alle classi 51-58 appartengono gli atleti con i vari gradi di lesioni midollari e diamputazione, ovvero tutti coloro che gareggiano in carrozzina.

BASEBALL DISABILI

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Il baseball è uno sport che può essere praticato anche dai disabili sSenza alcuna difficoltà. Ci possono giocare sia non vedenti che

sordi, ognuno con degli accorgimenti speciali.Per i non vedenti le squadre sono composte da 5 giocatori ciechi e da un giocatore

vedente. A questo si unisce, nella fase di difesa, un altro vedente con funzioni diassistenza. I due, nella fase d'attacco, svolgono il compito di suggeritori, uno inseconda e l'altro in terza base. Le riprese di una partita sono sette.

 a pr ma ase sonora. r mo o e vo e a ore a , m a a casa ase. e

distanze tra seconda e terza e tra terza e casabase sono di 27,43 m. La seconda basedifensiva è la base originale. La casabase, per il corridore, è un traguardo di 3,96 m. Lalinea di fuoricampo è a 54,86 m.

Quando il battitore batte la palla, per essere buona deve superare la linea tra

terza/seconda base, dopo aver rimbalzato almeno una volta. Il battitore - corridore tentadi raggiungere la seconda base oltrepassando la prima. È salvo se vi giungeanticipando l'arrivo del tiro del difensore cieco sul cuscino di seconda, occupato daun difensore vedente. Al battitore sono concessi tre tentativi, più un altro se l'ultimo èbattuta foul. Se non riesce viene chiamato strike out. La conquista di terza base e

punto avvengono sulle battute successive.

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I corridori lasciano la base solo dopo che l'arbitro ha chiamato"Buona". Cioè quando la palla, battuta regolarmente, supera la

linea terza/seconda. La conquista di seconda e terza base da parte avvengono pertoccata del cuscino. La conquista del punto avviene per superamento della casabase.

Se la palla battuta buona dal battitore supera 54,86 m è fuoricampo. Il difensorevedente può raccogliere la palla battuta verso di lui senza perdere il contatto con laseconda base. Verrà quindi eliminato soltanto il battitore – corridore.

Gli altri corridori possono rientrare alla base di partenza. Le eliminazioni in seconda,

terza, e casabase avvengono tutte per palla giunta al difensore vedente di secondaprima della conquista della base. Una battuta arrivata al volo direttamente in territoriobuono provoca l' "Out”, cioè l'eliminazione automatica del corridore.

Il baseball può essere praticato anche da chi ha una disabilità uditiva. Durante lepartite strategie, azioni e schemi di gioco vengono comunicati dall’allenatore e tra gliatleti attraverso il linguaggio dei segni.

La Federazione Italiana Baseball e Softball è entrata a far parte del C.I.P.. Così il

baseball per disabili è diventato disciplina paralimpica.