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COMUNITÀ DI PERSONE E TECNOLOGIE DI INTERAZIONE: UN CASO
EMPIRICO
Luigi Proserpio
Ferdinando Pennarola
Università BocconiIstituto di Economia Aziendale – Organizzazione Aziendale
Viale Isonzo, 23 – 20135 MilanoTelefono: (02) 5836-2632
Email:[email protected]
Gli autori ringraziano Giacomo Montrasio per il notevole lavoro svolto sui dati di LearningSpace e per l’aiuto nella redazione del caso qualitativo. Grazie anche a Rossella Cappetta, Università Bocconi, per i suggerimenti dati e per l’aiuto in fase di riscrittura.
1. INTRODUZIONE
L’introduzione nelle organizzazioni di strumenti di comunicazione elettronica porta con
sé molti interrogativi legati al modo in cui le persone utilizzeranno la tecnologia. In
particolare non è chiaro l’impatto della tecnologia sulle comunità di pratiche, ovvero
sulle comunità di persone che interagiscono al fine dello svolgimento di una pratica. Gli
studi empirici relativi sia al tema delle nuove tecnologie che al tema delle comunità non
sono numerosi e solo di recente si è iniziato a tradurre le teorie in indagini empiriche
relative ai modi con i quali le persone fruiscono e si adattano alle potenzialità della
tecnologia stessa. Questo articolo, dopo una breve sintesi delle teorie esistenti, vuole
presentare uno studio empirico di applicazione delle teorie, fornendo alcune evidenze
empiriche di comunità di persone che utilizzano strumenti per l’interazione a distanza.
In particolare, l’articolo si focalizza su un’esperienza importante di uso di groupware
finalizzato alla didattica, realizzata all’interno dell’Università Bocconi di Milano.
L’esperienza riportata è, a parere degli autori, estendibile a contesti in cui
l’apprendimento avviene in modo totalmente virtuale (distance learning) e a contesti in
cui l’utilizzo del groupware non è finalizzato specificamente all’apprendimento ma
piuttosto allo scambio di informazioni (come avviene abitualmente all’interno delle
aziende).
I risultati dello studio empirico evidenziano alcuni elementi importanti e permettono di
specificare in maniera più puntuale le teorie finora sviluppate sulle comunità mediate da
tecnologie. In primo luogo, lo studio empirico evidenzia che all’interno delle comunità
le persone utilizzano le tecnologie a loro disposizione in vari modi e con varie finalità.
Le tecnologie, infatti, non sono utilizzate solo secondo le finalità previste dai progettisti,
ovvero per svolgere i compiti richiesti . Infatti, accanto all’utilizzo conforme a quanto
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progettato emerge un utilizzo laterale dettato dalle dinamiche sociali instaurate
all’interno della comunità. Lo studio empirico presentato in questo articolo permette di
descrivere queste modalità di utilizzo emergenti e definirne le determinanti alla base.
2. LE TEORIE DI RIFERIMENTO
In questo lavoro si intende studiare le dinamiche di interazione di una comunità di
persone che interagisce al fine di svolgere una pratica e che in questa interazione
utilizza uno specifico strumento elettronico per l’interazione a distanza, il groupware.
Ne consegue che i principali presupposti teorici di questo lavoro di ricerca sono due: la
teoria delle comunità di pratiche (‘communities of practice’ in Lave e Wenger, 1991;
Wenger, 1998) e le teorie sull’utilizzo delle tecnologie a supporto del lavoro dei gruppi
di individui e di organizzazioni (Orlikoswski , Yates, Okamura e Fujimoto, 1995; De
Sanctis, Poole e Scott, 1994; Markus, 1994). In particolare si vuole fare riferimento alle
più recenti teorie che hanno studiato l’utilizzo di strumenti di groupware.
2.1.Le teorie relative alle comunità di pratiche
Una comunità di pratiche o ‘community of practice’ è definita come un insieme di
individui che interagiscono per svolgere un compito applicando un insieme di
conoscenze pratiche e teoriche. Una comunità di pratiche è tale se esistono tre elementi
evidenziati nel lavoro di Wenger (1998): la presenza di una attività comune o ‘joint
enterprise’, di un impegno comune o ‘mutual engagement’ e di un repertorio condiviso
o ‘shared repertoire’.
L’ “attività comune” è l’attività oggetto principale del lavoro delle persone nella
comunità (anche detta ‘practice’ della comunità), ad esempio l’attività di produzione di
conoscenza per il superamento dell’esame. L’ “impegno comune” rappresenta il motore
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alla base del funzionamento della comunità, ossia il legame sociale che permette di
mantenere la comunità vitale, aggiornata e capace di generare conoscenza utilizzabile. Il
“repertorio condiviso” invece identifica l’insieme di risorse che la comunità ha prodotto
nel tempo, strumenti, stili, sensibilità, routine o eventi (Wenger, 1998).
Il concetto di comunità di pratiche è un concetto più ampio del concetto di gruppo di
persone. Il gruppo, infatti, si definisce come ‘due o più persone che interagiscono e si
influenzano vicendevolmente’ (Shaw, 1981). Il gruppo, cioè, si caratterizza per una
densità di legami maggiore e di conseguenza non è estendibile ad un numero troppo
ampio di soggetti. In genere, il limite superiore alla numerosità di un gruppo è definito
essere 15 persone (Tosi, Rizzo e Carroll, 1990). Al contrario le comunità di pratiche
possono essere composte da numeri molto elevati di persone, si pensi che le comunità di
ingeneri in Hewlett Packard possono essere composte anche da 4000 persone.
La teoria delle comunità di pratiche è una teoria dell’apprendimento sociale, dove
l’apprendimento non è la semplice ritenzione di nozioni ma l’effettiva capacità di
affrontare e svolgere compiti. All’interno di questa teoria l’apprendimento è
rappresentato come un fenomeno sociale (Lave e Wenger, 1991) nel senso che il
contesto sociale in cui gli individui sono inseriti determina che cosa e come le persone
apprendono. In questo senso sono le variabili sociali e contestuali ad influenzare le
dinamiche di creazione, diffusione e condivisione della conoscenza tra gli individui.
L’apprendimento è il risultato degli scambi che avvengono all’interno delle comunità di
persone e per questo può essere studiato attraverso le dinamiche di contribuzione dei
membri della comunità alla comunità stessa. Più precisamente, le comunità di pratiche
si caratterizzano per due tipologie critiche di dinamiche interne: le dinamiche di
partecipazione e quelle di produzione. Le prime rappresentano il modo in cui gli
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individui creano, modificano ed eliminano connessioni tra i membri della comunità e si
esplicitano in momenti di socializzazione, discussione, ricerca di knowledge per la
risoluzione dei problemi. Le dinamiche di produzione invece sono relative ai contributi
che i membri della comunità apportano in termini di distribuzione della conoscenza
acquisita.
E’ importante evidenziare che fino ad ora nella letteratura le comunità di pratiche sono
state studiate principalmente in contesti co-situati e tecnologicamente non mediati; in
altre parole le interazioni tra i membri avvengono per prossimità fisica e scambi face-to-
face reiterati nel tempo. Contestualmente, però, si sono sviluppate numerose comunità
di pratiche la cui interazione è molto spesso mediata dalla tecnologia. Le comunità di
ingegneri che in Hewlett Packard si scambiano informazioni sulle modalità di utilizzo
dei nuovi sistemi di disegno automatico CAD o le comunità di pratiche in IBM, in
CISCO e in Shell sono solo alcuni esempi.
Da qui deriva la necessità di iniziare a studiare anche comunità mediate
elettronicamente. Più in particolare, la domanda specifica a cui questo articolo tenta di
rispondere è quale effetto abbia l’introduzione di una tecnologia di interazione a
distanza sull’attività di una comunità di pratiche in termini di dinamiche di
partecipazione alla comunità e di dinamiche di produzione. Per rispondere a questa
domanda di ricerca è necessario il riferimento congiunto alla teoria delle comunità di
pratica e alle teorie sull’utilizzo delle tecnologie.
2.2 Le teorie relative all’utilizzo delle tecnologie
Negli ultimi anni sono state sviluppate varie teorie sull’utilizzo delle tecnologie, non
tutte queste teorie sono utili al fine di interpretare il fenomeno dell’utilizzo delle
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tecnologie di groupware. In particolare, non sono utili ai fini di questo articolo le teorie
che si sono occupate di approfondire come gli utenti della tecnologia interagiscano
individualmente con gli strumenti tecnologici stessi (principalmente, i computer). In
questo articolo, infatti, siamo interessati ad un fenomeno sociale che si sviluppa fra più
persone. Allo stesso modo, non si considera in questa sede utile la letteratura che ha
studiato le dinamiche interattive che si stabiliscono tra i membri di un gruppo ristretto di
persone. Infatti, la dimensione ristretta del gruppo facilita le comunicazioni e limita la
significatività dell’utilizzo di strumenti per l’interazione a distanza.
Rappresenta invece oggetto di interesse la ricerca che intende procedere alla
comprensione della tipologia di processi d’interazione che si stabiliscono quando la
tecnologia per l’interazione virtuale è introdotta all’interno di insiemi di individui e di
comunità potenzialmente numerose. (Fulk e Steinfield 1990; Wellman, Salaff,
Dimitrova, Garton, Gulia e Haythornwaite 1996, Garton, Haythornwaite e Wellman,
1997). Si tratta, comunque di una letteratura molto limitata, in quanto la maggior parte
degli autori ha posto l’attenzione sull’introduzione di tecnologie di interazione nei
gruppi, i quali sono per definizione una tipologia di network sociale ad alta densità e
legami forti. In altri termini, si tratta di estendere lo studio della mediazione tecnologica
a tutti i gruppi in cui la densità e la forza delle relazioni sociali siano meno accentuate
rispetto a quelle che si ritrovano nello studio delle dinamiche interattive dei gruppi.
Poiché vanno sempre più diffondendosi insiemi di persone legate fra loro (da un’attività
comune, da un impegno comune e da un repertorio condiviso) ma le cui caratteristiche
si distanziano da quelle dei gruppi , risulta importante studiare quali effetti
l’introduzione di tecnologie per l’interazione a distanza in questi contesti abbia sulle
dinamiche di partecipazione degli individui all’attività delle comunità e sulle dinamiche
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di produzione dei risultati attesi dalle comunità stesse.
Ciò è importante dal momento che sarebbe errato applicare i risultati e i concetti
derivanti dallo studio delle tecnologie di interazione su un numero ridotto di attori alla
comprensione delle dinamiche interattive delle comunità tecnologicamente mediate.
Come si è visto, le comunità hanno caratteristiche proprie che le distinguono nettamente
dai gruppi: il lavoro che qui si propone parte proprio dal riconoscimento di questa
differenza e intende quindi procedere nella ricerca coerentemente con
quest’impostazione.
L’introduzione di uno strumento di interazione mediata dal computer consente alla
comunità di superare i tradizionali limiti di interazione sincrona e co-situata (stesso
tempo e stesso luogo) e di abilitare quindi nuovi canali per la creazione e distribuzione
delle informazioni.
Il groupware è lo strumento di interazione che ha avuto maggiore diffusione all’interno
delle imprese. In questo lavoro, si considera groupware un software che consente di
interagire a distanza tra più persone, sia in maniera asincrona che sincrona; include
quindi funzionalità di posta elettronica, di forum, di chat, di repository per la
conoscenza, di monitoraggio dello stato avanzamento lavori, di registrazione delle
attività degli utenti, e così via (DeSanctis e Monge, 1999; Crowston, 1997; Walsh e
Ungson, 1991).
3. DALLE TEORIE ALL’ANALISI EMPIRICA: L’ANALISI DELL’IMPATTO DELLE
TECNOLOGIE IN UN’AULA UNIVERSITARIA
Per osservare le dinamiche di interazione mediate da tecnologie e non mediate, si è
scelto di osservare i comportamenti di studenti all’interno dell’Università Bocconi.
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I riferimenti teorici disponibili e precedentemente descritti permettono di considerare
l’aula universitaria come una comunità di pratiche.
L’aula universitaria è, nell’opinione degli autori, una comunità di pratiche perché vede
le persone impegnate nello svolgimento di una pratica comune che è l’apprendimento di
strumenti per lo svolgimento dei compiti necessari per superare l’esame finale. Gli
studenti hanno un comune repertorio di esperienze e collaborano insieme per realizzare
l’output finale.
L’aula considerata presso l’Università Bocconi è anche una comunità mediata dalle
tecnologie groupware. Infatti, l’università Bocconi è un contesto molto sensibile
all’utilizzo di tecnologie di groupware per supportare l’apprendimento. L’inizio delle
sperimentazioni in questo senso risale a più di sei anni fa, e ha come risultato un portato
di conoscenze per applicare la tecnologia alla didattica molto ampio. In particolare, la
Bocconi insiste su tre tipologie di progetti: progetti di arricchimento dell’esperienza
formativa tramite le tecnologie (casi multimediali, simulazioni, business game), con
l’obiettivo di fornire strumenti che impattino positivamente sul processo di
apprendimento; progetti di sostituzione di una parte del percorso formativo con l’uso
delle tecnologie, con l’obiettivo di portare il massimo valore in aula e di spostare
sperimentalmente l’attività “di community” on-line; progetti di formazione a distanza
con pochi momenti di socializzazione face-to-face, con l’obiettivo di fare leva
sull’autoapprendimento assistito.
L’evento utilizzato in questa sede come fonte dei dati empirici per la riflessione è del
secondo tipo, cioè un progetto in cui all’aula tradizionale si affianca una sovrastruttura
di groupware1.
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3.1 Il campione di studio
Più precisamente, la comunità che costituisce il campione per lo studio empirico è
composta dagli studenti che frequentano un corso di area manageriale obbligatorio per
chi appartiene ad una determinata specializzazione e facoltativo per chiunque, avendo
scelto altro indirizzo universitario, voglia comunque usufruire del corso.
L’insegnamento è erogato, nella sua parte convenzionale, attraverso 4 ore di
appuntamento d’aula settimanale per circa tre mesi di durata del corso; i partecipanti
registrati sono stati 100, con un’età media di 22 anni.
La parte basata su tecnologie di groupware è incentrata attorno all’utilizzo facoltativo di
LearningSpace di Lotus. L’accesso al courseware è possibile attraverso laboratori
multimediali in ateneo o da casa via qualunque browser Internet. Agli studenti è resa
disponibile un’ampia quantità di materiale riguardante il corso nel database di
LearningSpace. Il software consente di utilizzare un forum di discussione aperto a tutti i
partecipanti e supporta il lavoro di gruppo extra aule con strumenti di coordinamento e
di condivisione dei documenti.
Per chiarire meglio le condizioni di contesto in cui le persone operano si veda il box che
segue.
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Condizioni di contesto dell’esperimento sulle comunità
I membri delle comunità agiscono con un duplice obiettivo: apprendere al fine del superamento di un
esame finale individuale e produrre, mediante lavoro di gruppo, progetti per cui saranno ritenuti
collettivamente responsabili e per cui saranno collettivamente valutati.
L’attività della comunità supportata dall’utilizzo del computer, vale a dire la comunicazione e la
collaborazione a distanza, è organizzata attorno all’utilizzo di un software dedicato, installato sul sito
ufficiale dell’università, in cui è possibile scaricare il materiale didattico, consultare il calendario
delle lezioni e caricare il proprio materiale indirizzandolo, pubblicamente o privatamente, ad altri
studenti, al proprio o ad altro team, alla comunità e/o agli istruttori.
Il software è composto da quattro sezioni: lo Schedule, il CourseRoom, il MediaCenter e i Profiles.
Nella prima sezione si ha accesso al calendario del corso, nella seconda si raccolgono tutti i
documenti pubblicati dai componenti della comunità e si forma il database, nella terza sono raccolti
tutti i materiali didattici mentre nell’ultima si possono consultare i profili personali e di gruppo dei
partecipanti.
Per partecipazione all’attività virtuale della comunità si intende far riferimento alla pubblicazione di
documenti, vale a dire di un messaggio (con o senza attachment) sul software dedicato nella sezione
CourseRoom.
La partecipazione all’attività virtuale della comunità è incentivata, essendo prevista una valutazione
finale del contributo dei singoli membri ad opera degli istruttori.
L’accesso al software è personale e avviene attraverso l’utilizzo di una username e di una password
che consentono così di identificare automaticamente gli autori dei documenti e di registrare i loro
accessi.
Il software offre strumenti di collaborazione asincrona, testuale e parzialmente co-situata, nel senso
che è possibile accedere al lato virtuale del corso sia utilizzando le postazioni informatiche delle aule
computer dell’università sia attraverso un accesso via Web. Non è quindi previsto l’utilizzo di
strumenti sincroni quali l’audio e la video conferencing.
Il CourseRoom è totalmente lasciato all’autoorganizzazione degli studenti, i quali quindi possono
utilizzarlo per discutere il materiale didattico o gli interventi in aula, per interagire con gli istruttori e per
produrre i progetti loro assegnati in piena autonomia.
3.2 La costruzione delle misure
Si è detto in precedenza che le dinamiche critiche da studiare all’interno delle comunità
di pratiche sono due: le dinamiche di partecipazione e le dinamiche di produzione.
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Rispetto a quanto disponibile in letteratura fino ad ora, queste dinamiche necessitano di
essere studiate in modo più specifico dato che il contesto di studio è una comunità che
utilizza lo strumento di groupware. A tal fine, gli autori hanno costruito specifiche
misure di rilevazione delle due dinamiche. In particolare, le dinamiche di partecipazione
sono misurate attraverso gli orari di accesso allo strumento, gli utilizzi fatti dello
strumento e le modalità di divulgazione della conoscenza. Le dinamiche di produzione
sono misurate attraverso la quantità e la tipologia dei documenti di conoscenza
formalizzata che sono transitati attraverso la piattaforma di groupware.
3.3 La costruzione dell’esperimento
Nella comunità di riferimento per l’analisi delle dinamiche, gli studenti hanno un
compito ben specificato da svolgere entro la fine del corso: consegnare un progetto
tematico da svolgere in gruppo. Gli studenti sono lasciati liberi di decidere con quale
modalità preferiscano coordinarsi; non è obbligatorio, in altre parole, costruire il
progetto attraverso la tecnologia resa disponibile dall’università. D’altra parte, la
consegna del progetto attraverso l’upload su LearningSpace è obbligatoria.
LearningSpace è la piattaforma di erogazione del groupware. Si tratta di una piattaforma
che consente di avere a disposizione una tracciatura (o ‘tracking’) abbastanza evoluta
del comportamento di utilizzo dei partecipanti. Le operazioni di tracciatura si traducono
in un database che raccoglie le informazioni sugli accessi alla piattaforma.
Il database degli accessi a LearningSpace è stato completamente riclassificato per avere
una mappa precisa della tipologia di documenti che sono stati scambiati dai membri
della comunità. In questo senso, per ogni documento che compone il database del
CourseRoom sono stati rilevati l’autore del messaggio, il destinatario, l’oggetto del
documento, la status e lo scopo con cui esso si presentava, la sua natura pubblica o
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privata, il giorno e l’ora di pubblicazione, il numero e la tipologia degli allegati, il
numero delle annotazioni ricevute e in ultimo la dimensione del messaggio comprensiva
degli eventuali allegati. Ogni voce della tabella presenta a sua volta una prestabilita
griglia di opzioni, che hanno consentito di aggregare i risultati analitici ottenuti in un
numero limitato di macroclassi che consentisse una più efficace e significativa lettura
dei risultati ottenuti2.
Come è stato detto il corso si è svolto lungo un arco di tempo di circa tre mesi, tempo in
cui è stato possibile ottenere il tracciato delle attività degli studenti sulla piattaforma di
groupware. Tra tutte le attività osservate e registrate si è scelto di considerare solo
l’indicatore relativo all’upload di dati e documenti sulla piattaforma; l’upload è
rappresentato da messaggi spediti dai partecipanti o da documenti immessi nel database
di LearningSpace. Il motivo di questa scelta deriva dall’intenzionalità di contribuire alle
attività della comunità che si manifesta quando un partecipante invia un qualsiasi
messaggio o documento alla piattaforma. Il numero complessivo di upload è superiore a
1000, consentendo così di avere una base di dati sufficiente per proporre un’analisi
descrittiva di quanto successo alla parte virtuale della comunità.
3.4 L’analisi dei dati e i risultati dell’esperimento
In questo articolo si descrivono due forme differenti di analisi dei dati e presentazione
dei risultati La prima modalità di analisi e presentazione dei risultati è una descrizione
qualitativa degli accadimenti che viene codificata sotto forma di caso commentato. La
seconda modalità aggrega i dati e li presenta in forma tabellare o grafica per apprezzare
la dimensione complessiva del fenomeno. Come si evidenzierà dalla lettura dei
paragrafi seguenti le due modalità di analisi dei dati e presentazione dei risultati sono
strettamente complementari e solo il loro utilizzo integrato permette di comprendere il
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complesso oggetto di indagine.
3.4.1 L’analisi e i risultati qualitativi dell’esperimento
La costruzione di questo caso descrittivo non si basa solamente sull’analisi del
contenuto del database di Learning Space. Agli autori è sembrato corretto integrare i
dati con le impressioni sull’utilizzo del groupware dei docenti coinvolti e con interviste
semistrutturate ad un campione degli studenti che hanno utilizzato lo strumento. Il
risultato descrive le attività d’aula prendendo come unità di analisi la settimana di
lavoro, per un totale di dodici settimane che hanno caratterizzato la lunghezza del corso.
Si è deciso di commentare l’andamento delle attività mese per mese, per comodità, e
perché si è considerato consistente con le informazioni fornite..
L’ATTIVITA’ DELLA COMUNITA’ – PRIMO MESE
Settimana 1
Viene dato ordine ai membri della comunità di formare i gruppi di lavoro;i componenti della comunità rispondono al mandato esterno di natura gerarchica;non vi è altro utilizzo della tecnologia: la comunità non collabora e non comunica
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GLOSSARIO DELLA COMUNITA’
La comunità: un insieme di persone che devono rispondere allo stesso set di mandati esterniI mandati esterni: condizioni di natura tecnologica o gerarchica che determinano elementi dell’ambiente organizzativo della comunitàTecnologia asincrona per l’interazione a distanza: gli strumenti di comunicazione e collaborazione previsti da Lotus NotesIncontri fisici: le occasioni istituzionali (programmate) di incontro personale tra i membri della comunitàL’attività virtuale: la partecipazione all’attività della comunità che avviene attraverso il supporto della tecnologia per l’interazione a distanzaL’attività di routine: l’insieme dei processi che identificano l’attività di base della comunitàModulo del corso: un gruppo omogeneo di incontri fisici e di relativi argomenti
ancora mediante la tecnologia messa a disposizione.
In sintesi: la comunità deve ancora far proprio l’utilizzo della tecnologia per l’interazione a distanza. Per il momento, essa è recepito come uno strumento aggiuntivo di comunicazione e collaborazione, del quale non si avverte la necessità.
La reazione degli utilizzatori: “Non riesco a comprendere come LearningSpace ci potrà essere d’aiuto”
Settimana 2
Vi è la scadenza del primo assignment, vale a dire di un mini-progetto;gli incontri fisici della comunità sono sospesi;si registra un picco di utilizzo della tecnologia allo scopo di comunicare e collaborare a distanza.
In sintesi: La comunità adotta repentinamente la tecnologia e la utilizza come veicolo di scambio del materiale task-related.
La reazione degli utilizzatori: “Hai visto come da un giorno con l’altro il CourseRoom si è riempito di documenti? In effetti, LearningSpace è stato abbastanza utile..”
Settimana 3
Gli incontri fisici della comunità riprendono a svolgersi;si entra nella fase di routine del corso;non vi sono scadenze a breve; la partecipazione all’attività virtuale si riduce a livelli ridotti.
In sintesi: la comunità sembra abbandonare la tecnologia e preferire l’interazione fisica, probabilmente per concentrarsi sullo scambio di beni sociali off-line.
La reazione degli utilizzatori: “A pelle, non mi piace molto discutere attraverso LearningSpace, i commenti o le risposte arrivano dopo giorni…, forse una semplice chat sarebbe più comoda.”
Settimana 4
Gli incontri fisici continuano a svolgersi regolarmente; continua la fase di routine: le dinamiche di interazione osservate sono standard e tendono a ripetersi nel tempo; non vi sono scadenze a breve; la partecipazione virtuale si mantiene su livelli ridotti.
In sintesi: la comunità utilizza la tecnologia in modo limitato ma appaiono i primi
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documenti finalizzati alla discussione della practice e delle proprie esperienze.
La reazione degli utilizzatori: “Mi sembra che LearningSpace sia in una fase di stallo”
L’ATTIVITA’ DELLA COMUNITA’ – SECONDO MESE
Settimana 5
Il primo modulo del corso si avvia a conclusione;continua la fase di routine;non vi sono scadenze a breve;la partecipazione virtuale si mantiene su livelli ridotti.
In sintesi: la comunità continua la condivisione di documenti sulla practice e iniziano ad apparire i primi documenti contenenti il materiale utile alla realizzazione del progetto.
Settimana 6
Gli incontri fisici della comunità sono sospesi;le aule informatiche dell’Università sono chiuse: la partecipazione registrata è di origine remota;la partecipazione virtuale non si annulla.
In sintesi: la comunità utilizza la tecnologia per sostituire gli incontri fisici
La reazione degli utilizzatori: “Hanno pubblicato qualcosa di nuovo su LearningSpace anche se eravamo in vacanza”.
Settimana 7
Inizia il secondo modulo del corso;riprendono gli incontri fisici;aumenta la partecipazione all’attività virtuale della comunità;si intensifica lo scambio di informazioni e documenti relativi al progetto.
In sintesi: la comunità riprende a utilizzare la tecnologia in modo integrativo e complementare rispetto agli incontri fisici.
La reazione degli utilizzatori: “Sperimenterò l’utilizzo di LearningSpace, aggiunge un qualcosa al corso che può essere interessante”
Settimana 8
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Si registra un elevato livello di partecipazione all’attività virtuale; prosegue l’attività di routine; un mese alla scadenza del progetto; alta percentuale di documenti relativi al progetto.
In sintesi: la comunità inizia ad autoorganizzare l’attività di produzione.
La reazione degli utilizzatori: “Mettiamoci d’accordo: tutto il materiale che troviamo lo uploadiamo su LearningSpace indirizzandolo al nostro gruppo, così è più facile leggerlo o modificarlo”
L’ATTIVITA’ DELLA COMUNITA’ – TERZO MESE
Settimana 9
La partecipazione all’attività virtuale si mantiene elevata;si avvia alla conclusione il secondo modulo di incontri fisici;si torna a discutere di documenti non inerenti ai progetti.
In sintesi: la comunità si prepara a interagire prevalentemente attraverso l’utilizzo della tecnologia.
La reazione degli utilizzatori: “Non sono d’accordo con quello che Stefano ha pubblicato ieri su LearningSpace a proposito del materiale sul Knowledge Management…, glielo devo fare notare personalmente”
Settimana 10
Terminano gli incontri fisici della comunità;si registra un picco di partecipazione all’attività virtuale;mancano due settimane alla scadenza dei progetti;i documenti inerenti al progetto sono più finalizzati al coordinamento e meno allo scambio di materiale.
In sintesi: La comunità modifica le proprie dinamiche di interazione a fronte della conclusione dei moduli di incontri fisici e dell’avvicinarsi delle scadenze dei progetti”
La reazione degli utilizzatori: “Abbiamo raccolto il materiale che ci serviva. Utilizziamo LearningSpace come libreria da cui attingere per il lavoro che ognuno di noi deve fare e per coordinarci”
Settimana 11
La partecipazione all’attività virtuale cala leggermente ma si registra una sostenuta
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contribuzione da parte dei membri della comunità; le strutture informatiche messe a disposizione dall’università non sono accessibili;la totalità dei documenti sono finalizzati a pubblicare e condividere i progetti finiti.
In sintesi: la comunità utilizza la tecnologia asincrona per l’interazione a distanza al fine di proseguire la produzione degli obiettivi finali.
La reazione degli utilizzatori: “Anche se non ci vedremo in università, cerchiamo di controllare LearningSpace una volta al giorno per rimanere informati ed essere pronti a ricominciare da lunedì, il tempo a nostra disposizione non è molto”
Settimana 12
Scade il termine per la consegna dei progetti: i gruppi sono tenuti a presentare il proprio lavoro nel corso di due sessioni straordinarie della comunità;si registra il picco più alto di partecipazione all’attività virtuale;la maggior parte dei documenti sono orientati a commentare ed a discutere i progetti.
In sintesi: La comunità utilizza la tecnologia per perfezionare i dettagli delle presentazioni che si terranno nelle sessioni straordinarie.
La reazione degli utilizzatori: “A questo punto, il nostro lavoro è su LearningSpace: ogni commento per modificarlo o perfezionarlo deve essere pubblicato lì così possiamo raccoglierli tutti. Non usate la mail esterna!”
Settimana 13
Gli obiettivi istituzionali di produzione della comunità sono stati raggiunti; non vi sono incontri fisici;la partecipazione all’attività virtuale torna ai livelli di ottobre;la totalità dei documenti pubblicati hanno come scopo la socializzazione (saluti e complimenti).
In sintesi: l’attività della comunità è conclusa: la tecnologia viene utilizzata per lo scambio di beni sociali.
La reazione degli utilizzatori: “Voglio fare i complimenti a tutti i membri del gruppo per come abbiamo presentato il nostro progetto: metterò un messaggio su LearningSpace”
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La lettura degli accadimenti registrati nei tre mesi di attività del corso consente di
percepire l’evoluzione dell’atteggiamento dei partecipanti nei confronti dello strumento
elettronico.
In particolare, due sono i principali risultati che l’analisi qualitativa permette di
evidenziare con chiarezza. In primo luogo ad una prima fase di sperimentazione
accompagnata da percezioni di scetticismo e indifferenza, segue una seconda fase in cui
si evidenziano percezioni più diffuse di accettazione dello strumento. Il secondo
risultato importante è l’evidenza che all’utilizzo puramente produttivo finalizzato allo
svolgimento dei compiti impartiti dall’autorità gerarchica, si affianca un crescente
scambio di beni sociali non necessariamente correlati all’avvicinarsi allo svolgimento
del compito imposto.
3.4.2 L’analisi e i risultati quantitativi dell’esperimento
1 Bocconi ha un’ampia offerta di corsi con forte utilizzo di tecnologie per l’apprendimento; l’università si sta impegnando su insegnamenti del curriculum obbligatorio ed elettivo. La parte di formazione manageriale e graduate (SDA-Bocconi) ha un’offerta che riguarda insegnamenti e progetti specifici nei corsi graduate (MBA, etc.), programmi formativi post-esperienza del catalogo corsi per le imprese, programmi formativi entry-level realizzati su specifiche richieste di aziende/enti, progetti su temi specifici commissionati da aziende/enti.2 E’ importante sottolineare che la riclassificazione del database si basa sulle date di pubblicazione dei documenti e non sulla serie completa di tutti i log di accesso, che avrebbero invece registrato gli accessi dei membri della comunità al software anche solo allo scopo di navigare nel CourseRoom o di scaricare il materiale didattico, indipendentemente quindi dal caricamento (upload) dei documenti. In altre parole, la curva degli accessi al software potrebbe essere anche molto diversa rispetto a quella di distribuzione dei documenti, dal momento che avrebbe registrato anche tutti gli accessi finalizzati al semplice browsing e allo scaricamento (download) del materiale didattico. Inoltre, le annotazioni per singolo documento sono state solo contabilizzate e non è stata loro applicata la riclassificazione applicata invece a tutti i documenti.
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Come evidenziato nella parte teorica, le dinamiche rilevanti per l’utilizzo di uno
strumento di groupware sono principalmente due: le dinamiche di partecipazione e le
dinamiche di produzione. Di seguito si propone un’analisi quantitativa attraverso
statistiche descrittive che può aiutare a comprendere alcuni aspetti importanti di queste
dinamiche nell’esperimento condotto. L’analisi quantitativa aiuta a specificare meglio e
a quantificare le percezioni già registrate con lo studio qualitativo; si tratta, ovviamente,
di dati a supporto di un’analisi esplorativa, che non corroborano ipotesi formalizzate.
Le dinamiche di partecipazione
Riclassificando i dati di attività delle persone sulla piattaforma (tecnicamente, i ‘log’), è
possibile rendersi conto di quali siano i momenti di maggiore sfruttamento delle
possibilità della tecnologia. Questa riclassificazione è interessante al fine di indagare se
i momenti di maggiore utilizzo della tecnologia coincidano o meno con momenti in cui
è possibili svolgere le stesse attività ma con la tradizionale modalità di interazione
diretta (‘face-to-face’). I risultati sono interessanti, a cominciare da quelli presentati
nella figura 1.
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Figura 1: andamento degli upload medi nei giorni della settimana
Il grafico mostra il profilo di partecipazione settimanale medio, vale a dire descrive
come gli individui abbiano distribuito l’upload dei documenti nell’arco di una settimana
tipo di attività del corso. I risultati interessanti sono essenzialmente di due tipi:
innanzitutto, si può affermare che la costruzione del profilo medio ha confermato
l’esistenza di una definita ciclicità della partecipazione all’attività virtuale, nel senso che
all’interno della settimana il lunedì e il giovedì sono risultati i due giorni di picco. In
aggiunta, si sottolinea che la ciclicità così individuata non riflette il calendario degli
incontri fisici della comunità, i quali si tenevano il lunedì e il martedì. Si individua per
questa via il carattere complementare ed integrativo dell’attività virtuale rispetto al lato
fisico del corso.
Figura 2: andamento degli upload medi nel corso della giornata
Il grafico mostra la distribuzione dell’upload dei documenti rilevato per fasce orarie,
vale a dire registrato in relazione all’orario di contribuzione. Si rileva per questa via
l’importanza della tecnologia asincrona di interazione a distanza anche negli orari in cui
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più facilmente l’interazione fisica di tipo sincrono avrebbe potuto verificarsi. In altri
termini, i membri della comunità hanno utilizzato l’interazione a distanza non solo
quando limiti di spazio e di tempo impedivano la partecipazione fisica ma anche
quando, pur essendo proponibili la sincronia, l’analisi dei costi e dei benefici connessi
all’organizzazione di un incontro fisico ne sconsigliava l’adozione. Si evidenzia così il
carattere sostituivo dell’interazione virtuale rispetto a quella fisica.
Quadro riassuntivo sulle dinamiche di partecipazione
Riguardo alle dinamiche di partecipazione, l’utilizzo di una piattaforma di groupware
nella comunità ha comportato:
La creazione di una ciclicità di partecipazione all’attività virtuale parzialmente distinta da
quella degli incontri fisici dettati dal calendario istituzionale (si veda la figura 1);
un ampliamento (effetto di integrazione) dei canali di comunicazione a disposizione dei
partecipanti;
un ampliamento dei tempi possibili di interazione e un effetto di sostituzione parziale tra i
contatti fisici e quelli virtuali (si veda la figura 2);
un continuo confronto tra prodotti di gruppi diversi che ha generato un miglioramento della
qualità dell’output.
Le dinamiche di produzione
I log di learningSpace consentono di osservare come si sia distribuita nel tempo la curva
degli accessi al database, precedentemente descritta in modo qualitativo.
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Figura 3: le curve di upload dei documenti per tutta la durata del corso
Il grafico mostra la distribuzione degli upload di documenti nell’arco dei tre mesi. La
partecipazione all’attività virtuale si concentra in particolar modo nell’ultimo mese del
corso: il livello medio di partecipazione aumenta quanto più la scadenza del progetto si
avvicina. Come evidenziato anche dal racconto qualitativo delle dinamiche di comunità,
si nota che il comportamento nei confronti dello strumento elettronico cambia nel
tempo. All'inizio delle rilevazioni si registra un effetto novità che spinge gli studenti a
provare lo strumento. Dopo una fase intermedia di disinteresse degli utenti, lo strumento
decolla. L’andamento della Figura 4 è abbastanza sovrapponibile a una sigmoide,
ritenuta la curva tipica di strutturazione di una comunità virtuale. La strutturazione ha
avuto successo perché i membri della comunità hanno iniziato a utilizzare la piattaforma
con utilizzi anche differenti da quelli per cui era stata progettata. Inoltre, si vuole
sottolineare che l’andamento della curva di distribuzione presenta una definita ciclicità
che è parzialmente indipendente dal calendario degli incontri fisici della comunità. Si
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rimanda alla prossima figura per ulteriori chiarimenti.
Figura 4: gli upload riclassificati per scopo del messaggio inviato
Il grafico mostra l’aggregazione dei documenti per scopo del messaggio. Le categorie
previste sono quattro: con il verbo coordinare si sono catalogati i documenti il scopo era
l’organizzazione dei lavori del gruppo o della comunità; con delivery si individuano i
messaggi con cui gli individui apportavano nuovo materiale al CourseRoom; con
discutere si identificano i messaggi finalizzati all’approfondimento del materiale già
presente nel database; con socializzare si sono infine classificati i messaggi attraverso
cui gli individui si scambiano beni sociali (amicizia, stima, fiducia) e organizzano la
propria attività extra-moenia. Data questa tassonomia, si capisce che l’interazione a
distanza ha prevalentemente informato i membri della comunità, coordinato i suoi
lavori, discusso i risultati e socializzato.
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Figura 5: gli upload riclassificati per destinatario del messaggio inviato
Il grafico mostra la distribuzione delle frequenze per destinatario dei documenti
pubblicati nel CourseRoom.
La frequenza più alta è proprietà del gruppo di lavoro; in altre parole, i partecipanti
distribuiscono con più frequenza documenti al gruppo di appartenenza piuttosto che alla
comunità; questo non contrasta minimamente con la teoria sottostante il groupware, in
quanto è comunque presente una significativa attività di comunità (17%). Questo
consente di osservare i fenomeni tipici delle comunità di pratiche in termini di scambio
di informazioni, apprendimento e miglioramento del knowledge della comunità stessa.
Quadro riassuntivo sulle dinamiche di produzione
L’utilizzo del groupware (dinamiche di produzione) è stato caratterizzato da:
attività di upload prevalentemente legata alla necessità di soddisfare l’assignmnent (“finalità
progettata” dello strumento);
potenzialità in termini di socializzazione, comunicazione e coordinamento (“utilizzo
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emergente”), che si strutturano in modo crescente nel tempo
Prevalenza di comunicazione orientata alla comunità: in particolare, scambi del tipo one-to-
few e one-to-many (si veda la figura 6)
Disponibilità alla condivisione del materiale uploadato: 50% pubblico (accessibile da tutti)
e 50% privato (accessibile solo dai destinatari selezionati dall’autore)
un aumento dell’ “utilizzo emergente”, dal momento in cui l’utilizzo si consolida attorno
alla sua “finalità progettata”.
4. CONCLUSIONI
L’esperimento condotto sull’aula universitaria ha consentito di evidenziare alcune
dinamiche che hanno avuto luogo nell’utilizzo di uno strumento di groupware a
supporto di una comunità di pratiche. I progettisti organizzativi che decidono di seguire
l’introduzione di strumenti di groupware all’interno della loro azienda devono
considerare che lo strumento di groupware utilizzato (LearningSpace) è stato percepito
dall’aula come un media dotato di buone potenzialità per diffondere idee individuali
all’interno della comunità, ma allo stesso tempo un media freddo e non adatto a una
prima socializzazione.
Le dinamiche delle contribuzioni alla comunità hanno però evidenziato che sono emersi
fenomeni interessanti di utilizzo non progettato della piattaforma. In particolare si è
verificato un intenso scambio di beni sociali, non strettamente necessari allo
svolgimento del compito richiesto. Probabilmente, l’utilizzo emergente è stato
influenzato dalle precedenti esperienze degli utenti con tecnologie similari ma meno
adatte a supportare il lavoro di gruppo quali l’e-mail. I beni sociali scambiati possono
essere considerati come una potenziale spinta all’utilizzo più frequente e più
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approfondito della tecnologia a disposizione.
Convinzione degli autori è che il periodo di utilizzo di questa tecnologia nell’aula sia
stato troppo breve e che questo ha permesso solamente l’emergere di fenomeni sociali
non particolarmente rimarcati. E’ probabile che un utilizzo reiterato potrà aumentare le
potenzialità dello strumento nello scambio di beni sociali, cambiandone quindi la
percezione di freddezza ed aumentandone le potenzialità. E’ comunque interessante
sottolineare che la tipica fase di incertezza che porta una comunità a strutturarsi
positivamente o a morire, è stata superata con successo grazie alla presenza di momenti
di comunicazione che prescindevano dall’utilizzo progettato.
Questa esperienza di groupware evidenzia alcuni tratti generalizzabili, come la presenza
di una comunità di persone tendenzialmente omogenea in termini di campo di
esperienza e competenza, e quindi tendenzialmente facile alla socializzazione. Il livello
di socializzazione già presente all’interno della comunità ha, da un lato, contribuito alla
partenza al rallentatore dello strumento, perché le persone tendevano all’utilizzo
inerziale di canali di comunicazione già stabiliti. Dall’altro lato, però, l’esistenza di una
buona socializzazione iniziale ha permesso alle persone di utilizzare LearningSpace
come strumento di lavoro ma anche come media per lo scambio di informazioni non
correlate alla gestione di work-in-progress.
Da ultimo, le analisi future in Bocconi riguarderanno aule MBA o aule in cui la durata
dell’esperienza è maggiore rispetto al caso considerato in questo articolo, in grado di
consentire un più adeguato processo di strutturazione e un’osservazione dei risultati su
periodi di tempo più ampi. Un secondo progetto riguarderà aule con differenti gradi di
abitudine a LearningSpace, ipotizzando che l’uso reiterato dello strumento possa
modificare le percezioni sullo stesso.
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