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INDICE INDICE (Del 30/12/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 48) VENARIA, PROTESTANO LE FAMIGLIE CHE VIVONO NELLO STABILE. L’ATC: TUTTO E’ SOTTO SEQUESTRO Prigionieri nel palazzo senza ascensori Dopo il misterioso rogo partito dagli impianti elettrici Gianni Giacomino E' brutto e angosciante essere prigionieri nell'appartamento dove si abita, ostaggi di quattro mura perché un incendio ha distrutto gli ascensori del palazzo. E' un dramma che vivono sulla loro pelle Maria Rosa Serritiello, pensionata di 64 anni, che da tre lotta con le conseguenze di un ictus che le ha fiaccato il braccio e la gamba sinistra e Gianni Di Stefano, 44 anni, affetto da una "retinite pigmentosa", praticamente cieco. Tra loro e il mondo adesso ci sono una serie di rampe di scale che sembrano interminabili. La donna abita al terzo piano e non può camminare da sola, Di Stefano al settimo e le cose che gli stanno intorno le percepisce a malapena: scendere al piano terra è diventato un calvario, in cantina praticamente impossibile. «E chissà quanto dovremmo aspettare perché per noi tutto possa ritornare "normale» dicono. Succede a Venaria, via San Giuseppe 21/3, case popolari dove uno strano rogo l'altro giorno ha fuso l'impianto degli ascensori. «Non so come fare perché ho un bambino di un anno e mezzo e avventurarmi per le scale con lui in braccio adesso è davvero rischioso - si lamenta Di Stefano - cammino a fatica e se scivolo è un guaio». «Io purtroppo non mi posso muovere se non mi accompagna qualcuno e per me l'ascensore era vitale, mi risparmiava una fatica disumana - dice la donna che poi scoppia a piangere -. Pensi che il giorno che si è incendiato l'ascensore avrei dovuto esserci io sopra, è stata una questione di due o tre minuti». Poi si asciuga le lacrime: «Sarei morta soffocata dal fumo, come potevo scapppare?». L'unico che è rimasto intossicato è stato Charlie, un simpatico bastardino di dieci anni. «E io non so nemmeno con chi arrabbiarmi - ammette Laura L., la sua padrona - mi ero trasferita qui da due giorni e per fortuna sono riuscita a mettermi in salvo con la mia bambina». I segni del rogo che ha incenerito i due montacarichi sono ancora evidenti nella palazzina Atc di via San Giuseppe 21 davanti ai giardinetti che si allargano davanti alla parrocchia di San Francesco. Un operaio sta intonacando le pareti annerite ma rimangono i segni dell'incendio come i vetri rotti delle finestre e la paura che sarebbe potuta andare molto peggio. «Ho spaccato i vetri al quinto e sesto piano per far uscire il fumo o finivamo affumicati - spiega Alessandro

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(Del 30/12/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 48)VENARIA, PROTESTANO LE FAMIGLIE CHE VIVONO NELLO STABILE. L’ATC: TUTTO E’ SOTTO SEQUESTRO Prigionieri nel palazzo senza ascensori Dopo il misterioso rogo partito dagli impianti elettrici Gianni Giacomino

E' brutto e angosciante essere prigionieri nell'appartamento dove si abita, ostaggi di quattro mura perché un incendio ha distrutto gli ascensori del palazzo. E' un dramma che vivono sulla loro pelle Maria Rosa Serritiello, pensionata di 64 anni, che da tre lotta con le conseguenze di un ictus che le ha fiaccato il braccio e la gamba sinistra e Gianni Di Stefano, 44 anni, affetto da una "retinite pigmentosa", praticamente cieco. Tra loro e il mondo adesso ci sono una serie di rampe di scale che sembrano interminabili. La donna abita al terzo piano e non può camminare da sola, Di Stefano al settimo e le cose che gli stanno intorno le percepisce a malapena: scendere al piano terra è diventato un calvario, in cantina praticamente impossibile. «E chissà quanto dovremmo aspettare perché per noi tutto possa ritornare "normale» dicono. Succede a Venaria, via San Giuseppe 21/3, case popolari dove uno strano rogo l'altro giorno ha fuso l'impianto degli ascensori. «Non so come fare perché ho un bambino di un anno e mezzo e avventurarmi per le scale con lui in braccio adesso è davvero rischioso - si lamenta Di Stefano - cammino a fatica e se scivolo è un guaio». «Io purtroppo non mi posso muovere se non mi accompagna qualcuno e per me l'ascensore era vitale, mi risparmiava una fatica disumana - dice la donna che poi scoppia a piangere -. Pensi che il giorno che si è incendiato l'ascensore avrei dovuto esserci io sopra, è stata una questione di due o tre minuti». Poi si asciuga le lacrime: «Sarei morta soffocata dal fumo, come potevo scapppare?». L'unico che è rimasto intossicato è stato Charlie, un simpatico bastardino di dieci anni. «E io non so nemmeno con chi arrabbiarmi - ammette Laura L., la sua padrona - mi ero trasferita qui da due giorni e per fortuna sono riuscita a mettermi in salvo con la mia bambina». I segni del rogo che ha incenerito i due montacarichi sono ancora evidenti nella palazzina Atc di via San Giuseppe 21 davanti ai giardinetti che si allargano davanti alla parrocchia di San Francesco. Un operaio sta intonacando le pareti annerite ma rimangono i segni dell'incendio come i vetri rotti delle finestre e la paura che sarebbe potuta andare molto peggio. «Ho spaccato i vetri al quinto e sesto piano per far uscire il fumo o finivamo affumicati - spiega Alessandro Terrizzi, 26 anni, volontario del distaccamento dei vigili del fuoco di Venaria -. Ci hanno detto che è stato un corto circuito ad innescare la prima scintilla, ma quegli ascensori da tempo davano dei problemi, ma qui è già tanto se viene eseguita la manutenzione ordinaria. Tutto quello che facciamo è opera nostra, tagliamo pure l'erba nel giardino». Giorgio Ardito, il presidente dell'Atc conosce la storia del palazzo di via San Giuseppe. «Tutto è sotto sequestro perché stiamo aspettando il risultato delle indagini sulle cause che hanno provocato l'incendio - spiega Ardito -. Comunque l'impianto dei montacarichi verrà completamente rifatto entro al fine di febbraio». Intanto dalla direzione dell'Atc fanno sapere che per i disabili e i residenti anziani saranno attivati i volontari dei servizi sociali del Comune di Venaria.

(Del 28/12/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 49)SU CANALE 5 UN ROMANZO D’APPENDICE AMBIENTATO NEL’ 700 Intrigo a corte, la Torino sabauda spopola in tv Con Elisa di Rivombrosa alla scoperta delle antiche residenze dei Savoia Maurizio Lupo

Infine le regge sabaude fanno la loro parte. Nel senso che interpretano se stesse anche al cinema, che non si limita più ad utilizzarle come illustri quanto anonimi scenari, ma riconosce la loro identità storica e soprattutto piemontese. Il merito è di «Elisa di Rivombrosa», lo sceneggiato che «Canale 5» tramette con successo di pubblico in questi giorni. Diretto da Cintia Th Torrini e

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prodotto da Guido e Maurizio De Angelis, più 3 mila comparse e 31 settimane di lavorazione, propone una storia di congiure, armi ed amori ambientata nel Piemonte di Re Carlo Emanuele III di Savoia, in pieno Settecento. La trama è da romanzo d’appendice. La protagonista, Elisa di Rivombrosa, interpretata dalla stupenda Vittoria Puccini, ne passa di tutti i colori. Non c’è la pretesa di documentare la storia, ma è comunque per il pubblico un’occasione per scoprire quanta bellezza vi sia nella Torino sabauda e soprattutto nella Reggia di Agliè, affiancata dalla Palazzina di Caccia di Stupinigi e dal Castello di San Giorgio. «Elisa» è un prodotto d’esile lettura, ma può rivelarsi utile. I popolari film di «Angelica, marchesa degli Angeli», negli anni Sessanta, reclamizzarono le regge di Francia più di tanti documentari. Mentre la cinematografia tricolore faceva pubblicità a Roma con inverosimili Spartachi e Maciste, senza sognarsi altre epopee, specie se d’ambiente sabaudo, diventato imbarazzante con l’esilio della Real Casa. Se qualche film veniva girato in Piemonte lo dicevano solo i titoli di coda. E’ il caso del colossal «Guerra e Pace», del 1956. Utilizzò la palazzina di Caccia di Stupinigi come residenza zarista. C’era Napoleone che attraversava il Sangone dicendo che era la Beresina , mentre il conte Andrei febbricitava nella reggia del Valentino, camuffata da ospedale. Di storia piemontese non se ne parlava che per evocare il risorgimento, sovente narrato dalle sponde del Tevere, in romanesco. Poi, dopo il ‘68, certi cineasti italiani scoprirono «Torino operaia», sempre grigia e nebbiosa. Lina Wertmuller nel 1972 vi ambientò le tragicomiche avventure del siculo «Mimì metallurgico». Carlo Lizzani con «Torino Nera» la dipinse pure mafiosa. L’anno dopo Ettore Scola, con sceneggiatura di Diego Novelli, girò «Trevico-Torino, viaggio nel Fiat-Nam», dramma di un giovane meridionale nella città dell’auto. A tale tavolozza Dario Argento aggiunse nel 1975 il suo «Profondo rosso», che ritraeva Torino come metafisica città da incubo. Venne anche «La ragazza di via Millelire» che, per denunciare il degrado delle periferie torinesi, fece infuriare chi le abitava. Guai a sorridere in questa città e meno che mai raccontarne il passato. Fece eccezione il film «Amore e Ginnastica», con Senta Berger, che flirtava con Lino Capolicchio nella Torino di De Amicis. Poi fu il silenzio. Finchè nel 1990 arrivò Thimothy Dalton, ex 007. Dicevano che con Valeria Golino interpretava la storia d’amore fra la Contessa di Verrua e Re Vittorio Amedeo II, uno dei padri dello stato piemontese. Per loro s’aprirono palazzi. Qualche aristocratico si prestò come comparsa. La chiesa di San Lorenzo finse persino d’essere la casa della Contessa. Il tutto finì in scena con il titolo «La puttana del Re», con il sovrano ritratto come un pervertito. Torino ne fu offesa. Una rivincita si sperò con la Wertmuller, quando nel 1999 girò il film storico «Ferdinando e Carolina». Fu accolta a Palazzo Reale e alla Reggia di Venaria, ma le presentò come regge borboniche, salvo nei titoli di coda, come al solito. Così ben venga «Elisa di Rivombrosa». Pazienza se il suo amato conte Fabrizio Ristori, interpretato da Alessandro Preziosi, ha cognome più lombardo che piemontese. Scusiamolo se, scoperta una congiura contro il suo re, anzichè precipitarsi a denuciarla, come farebbe un vero sabaudo, va prima a visitare la mamma, poi corteggia e insidia Elisa, quindi s’ubriaca all’osteria. Si gode persino una festa con un antistorico buffet in piedi. Nè si capisce perchè Fabrizio sia ufficiale francese. Come piemontese non ci fa bella figura, visto che la Francia a quel tempo era il grande nemico sbaragliato dai granatieri di Carlo Emanuele III sul colle dell’Assietta, il 19 luglio 1747. Fino all’unità d’Italia quel giorno fu festivo. Il Re passava in rivista le truppe, che urlavano «Vive le Roy de Sardaigne!». Mentre i dragoni di «Elisa», italicamente colonizzati, gridano un inverosimile «Per il Piemonte!». E’ comunque un bel sentire per i piemontesi. Perchè con Elisa di Rivomborosa riscoprono in tv il piacere di riconoscersi in panorami, castelli, divise e bandiere che per secoli segnarono identità e vita dei loro padri. «Casa Ristori» rivela la Reggia d’Agliè, i viali che portano alla cascina «La Mandria» e il giardino all’italiana dove vien festeggiato Fabrizio. Qui Elisa cavalca intorno al lago del parco. Nel salone Arduino si piangono le spoglie della mamma di Fabrizio. I quartieri della servitù sono invece nelle Serre, dove Elisa viene rapita, in un sotterraneo. E’ vittima di trame ordite nel Castello di San Giorgio Canavese, residenza della perfida Lucrezia, moglie di un fedele consigliere del Re, che presto apparirà dalla Palazzina di Caccia di Stupinigi.

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(Del 27/12/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 42)

IN BREVE VENARIA, POSTE.

I Democratici di Sinistra di Venaria hanno raccolto oltre un migliaio di firme per convincere l'amministrazione e le Poste ad aprire una nuova filiale a Venaria dove gli uffici di via Goito e via Guarini sono sempre intasati di utenti. La questione finirà all'attenzione del prossimo consiglio comunale dove, molto probabilmente, verrà presentato un documento che chiede alle Poste l'apertura di uno sportello nel quartiere di Altessano.

(Del 23/12/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 46)VENARIA, GLI INQUILINI RIESCONO A FUGGIRE IN TEMPO Fiamme nell’ascensore Paura in un condominio

Un corto circuito nell'impianto elettrico dell'ascensore ha rischiato di incendiare due piani di un palazzo. E' successo ieri pomeriggio in via San Giuseppe 21, nei condomini dell'Atc nella zona della parrocchia di San Giuseppe. Non erano ancora le 15 quando una donna (che i carabinieri di Venaria devono ancora identificare) ha lanciato l'allarme. «Stavo salendo in ascensore quando ho sentito un rumore strano, poi ho visto delle scintille» ha raccontato la signora ai primi soccorritori. Quest'ultima, che era insieme ad una bambina, quando ha capito che la situazione stava diventando davvero rischiosa ha avuto la prontezza di bloccare l'ascensore al quinto piano e di gettarsi giù per le scale in pochi secondi, prima che cominciasse a divampare l'incendio. Un attimo dopo le fiamme avevano già avvolto l'interno del montacarichi mentre un fumo denso e asfissiante si stava propagando attraverso la tromba delle scale fino al quinto e al sesto piano. Attimi di panico. In un amen in via San Giuseppe sono scesi anche gli inquilini dei quattro appartamenti ed è arrivata una squadra dei vigili del fuoco di Torino. I pompieri si sono infilati nella palazzina e in pochi minuti, idranti alla mano, hanno spento le fiamme. L'unico che non è riuscito a salvarsi dal rogo è stato un cane. Il povero animale spaventato è rimasto sul pianerottolo e, quasi sicuramente, è rimasto soffocato dal fumo. I vigili del fuoco lo hanno avvolto con l'autoprotettore e hanno cercato di rianimarlo con l'aiuto di un veterinario ma per la piccola bestiola non c'è stato più nulla da fare. L'incendio, secondo le prime perizie degli esperti del 115, sarebbe divampato a causa di un corto circuito. I tecnici intanto hanno vietato l'uso dei due ascensori che, quasi sicuramente, dovranno essere sostituiti.

g. gia.

(Del 21/12/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 43)ARRESTATO A VENARIA Il portalettere era il corriere degli spacciatori

VENARIA. Arrestato un postino a Venaria, era il «corriere» di una banda di spacciatori sgominata dalla Squadra Mobile torinese. Si tratta di Giuseppe Butera, nato a Castronovi, in Sicilia, 48 anni fa ed ora residente a Venaria. L’azione («Posta Celere») rientra nella dodicesima fase dell’operazione di Polizia denominata «Vie libere», iniziata il 26 novembre scorso per contrastare la prostituzione, lo spaccio, il furto, il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il gruppo, quattro persone più un albanese, aveva messo su tra anni fa un discreto giro di stupefacenti, soprattutto cocaina. Il postino Butera era, anche nel suo «secondo» lavoro, l’addetto alla consegna della droga ai vari clienti. Soprattutto, gli investigatori hanno individuato il target in commercianti e liberi professionisti della zona di Venaria e Torino. Insieme a Giusepe Butera sono finiti in manette Alessandro Vullo, classe 1969, Andrea D’Alcamo, classe 1946, e Saverio Grigenti, 26 anni, il più giovane della banda.

(Del 21/12/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 43)

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LA RICHIESTA DEGLI ABITANTI DELLE PERIFERIE «Comitati di quartiere anche a Venaria Reale»

VENARIA REALE VENARIA REALE

Nella città della Reggia è venuto il momento di istituire ufficialmente iNella città della Reggia è venuto il momento di istituire ufficialmente i comitati di quartiere. Lo pretendono i rappresentanti del Comitato Unicocomitati di quartiere. Lo pretendono i rappresentanti del Comitato Unico per Altessano, dei Comitati Puccini e Incontriamoci che nei giorni scorsiper Altessano, dei Comitati Puccini e Incontriamoci che nei giorni scorsi hanno preso carta e penna e scritto una lunga lettera al sindaco Giuseppehanno preso carta e penna e scritto una lunga lettera al sindaco Giuseppe Catania. «Da anni - spiega Raffaele Longo, il coordinatore di Altessano -Catania. «Da anni - spiega Raffaele Longo, il coordinatore di Altessano - sosteniamo la necessità che siano riconosciuti i quartieri in questa città chesosteniamo la necessità che siano riconosciuti i quartieri in questa città che conta quasi 40 mila abitanti. E' indispensabile per coinvolgere di più iconta quasi 40 mila abitanti. E' indispensabile per coinvolgere di più i residenti nella vita pubblica, per contare di più a tutti i livelli e sentirciresidenti nella vita pubblica, per contare di più a tutti i livelli e sentirci meno abbandonati a noi stessi. Abbiamo ricevuto solo promesse e, allameno abbandonati a noi stessi. Abbiamo ricevuto solo promesse e, alla fine, nessuno ha mai fatto nulla». I rappresentanti dei tre Comitati (nellafine, nessuno ha mai fatto nulla». I rappresentanti dei tre Comitati (nella città di Venaria di comitati spontanei formati nelle varie zone ce ne sonocittà di Venaria di comitati spontanei formati nelle varie zone ce ne sono ben 72) si scagliano contro il sindaco Giuseppe Catania perchében 72) si scagliano contro il sindaco Giuseppe Catania perché quest'ultimo aveva promesso nel suo programma elettorale la formazionequest'ultimo aveva promesso nel suo programma elettorale la formazione dei quattro quartieri: Altessano e Rigola, Gallo Praile, Salvo D'Acquisto edei quattro quartieri: Altessano e Rigola, Gallo Praile, Salvo D'Acquisto e Centro Storico. «Noi non vogliamo essere confusi con quelle che a TorinoCentro Storico. «Noi non vogliamo essere confusi con quelle che a Torino sono le Circoscrizioni - spiega ancora Longo -. Il quartiere è un'altra realtà,sono le Circoscrizioni - spiega ancora Longo -. Il quartiere è un'altra realtà, è come un piccolo paese con tutti i suoi problemi. Per questo siamoè come un piccolo paese con tutti i suoi problemi. Per questo siamo convinti che in ogni quartiere dovrebbe essere attivo un centro civico doveconvinti che in ogni quartiere dovrebbe essere attivo un centro civico dove gli abitanti del rione possano incontrarsi e socializzare». Getta acqua sulgli abitanti del rione possano incontrarsi e socializzare». Getta acqua sul fuoco il sindaco Giuseppe Catania. «La proposta di istituire i comitati difuoco il sindaco Giuseppe Catania. «La proposta di istituire i comitati di quartiere credo sia in dirittura di arrivo - ammette -. Non capisco tuttaquartiere credo sia in dirittura di arrivo - ammette -. Non capisco tutta questa agitazione dei residenti proprio adesso». Abitanti che nello storicoquesta agitazione dei residenti proprio adesso». Abitanti che nello storico borgo di Altessano (conosciuto prima come Gescal e oggi rinominatoborgo di Altessano (conosciuto prima come Gescal e oggi rinominato Fiordaliso) hanno iniziato una raccolta di firme perché temono cheFiordaliso) hanno iniziato una raccolta di firme perché temono che l'amministrazione voglia dividerli dalla zona Rigola. «Assolutamente no -l'amministrazione voglia dividerli dalla zona Rigola. «Assolutamente no - taglia corto Catania -. Nessuno ha mai pensato questo». taglia corto Catania -. Nessuno ha mai pensato questo».

g. gia.g. gia.(Del 19/12/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 43)

BIANCA&NERA CASTELLO VENARIA.

Il Borgo Castello apre le porte ai visitatori in via eccezionale durante le festività. Tutte le domeniche di dicembre dalle 10,30 alle 11,30 e dalle 14,30 alle 15,30 potrà visitare gli Appartamenti Reali di Vittorio Emanuele II e conoscere il nuovo percorso espositivo «I Marchesi Medici del Vascello». Previste aperture straordinarie nei giorni 1 e 6 gennaio 2004 dalle 14,30 alle 15,30. L'ingresso è 6 euro (3 i ridotti) con sconti a 4 euro per le associazioni. Ingresso gratis per chi

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è abbonato ai Musei. Prenotazioni e informazioni allo 011/4993311 da lunedì a venerdì dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 16.

(Del 17/12/2003 Sezione: Savona Pag. 33)IL CASO DELLA STUDENTESSA TRAVOLTA E UCCISA DA UN TRENO A SPOTORNO: TRE DIRIGENTI FS SOTT’ACCUSA La stazione era pericolosa? Il tribunale ha disposto una nuova perizia Fabio Pozzo Una nuova perizia per il caso della studentessa di Venaria morta il primo di agosto del 1999, ad appena 17 anni, travolta da un treno nella stazione ferroviaria di Spotorno. L’ha disposta il giudice Aschero, in sede dibattimentale: il tribunale vuole sapere se la stazione era equiparata, sotto il profilo della sicurezza, ai parametri dell’Unione europea. A giudizio (l’ipotesi di accusa è quella di omicidio colposo) ci sono tre alti dirigenti delle Ferrovie: Mauro Moretti, 49 anni, di Roma; Giorgio Garaboldi, 57, e Guglielmo Bertone, 64, tutti e due residenti a Genova: il primo, all’epoca dei fatti, era responsabile nazionale della divisione infrastrutture; gli altri due erano rispettivamente dirigenti della divisione movimento e della divisione infrastruttura per il compartimento Liguria. I fatti. Loana Dipinto era appena scesa dal treno e mentre attraversava i binari, intenta a salutare il fidanzato rimasto sul convoglio, era stata travolta da un Intercity Genova - Ventimiglia che viaggiava a 140 chilometri orari. Ai tre dirigenti il procuratore capo Vincenzo Scolastico viene contestata la mancata adozione di una serie di accorgimenti che avrebbero accresciuto la sicurezza della stazione di Spotorno, affollata di turisti nei mesi estivi. Ipotesi respinta dalle Ferrovie, che a dire dei suoi dipendenti, avrebbero allertato - come previsto - i viaggiatori in attesa in banchina del transito del treno. La tesi difensiva: la tragedia è conseguenza di una disattenzione della vittima. «Non si è accorta che arrivava il treno e ha attraversato». Il tribunale ha disposto una nuova perizia, ritenendo la precedente consulenza (il perito è deceduto) ripetibile, laddove sono previste considerazioni di tipo tecnico sulle dotazioni di sicurezza e dunque sulla pericolosità della stazione. Il processo riprende il 12 febbraio.

(Del 13/12/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 47)AUTOMOTIVE VENARIA La Fim vince le elezioni delle Rsu con il 50 per cento

Nelle elezioni delle Rsu alla Marelli Automotive Lighting di Venaria (900 addetti) la Fim è diventato il primo sindacato con 352 voti su 721 votanti e 10 delegati su 20; la Fiom è passata da 10 a 5 delegati e la Uilm da 5 a 4. Nella fabbrica era stato raggiunto a novembre un accordo tra Rsu e azienda per alcuni sabati lavorativi. Spiega Margot Cagliero della Fim: «In cambio sono stati trasformati a tempo indeterminato 20 contratti a tempo e fatte 60 assunzioni a termine». Prosegue: «L’accordo era stato condiviso dai delegati Fiom, tranne due, anche se era diversa la posizione della Fiom territoriale. L’intesa era stata approvata dai lavoratori e la Fim ha aperto la procedura per l’elezione delle Rsu che sarebbero scadute nel magggio 2004. Cinque delegati Fiom si sono candidati nelle nostre liste». Commenta: «I lavoratori hanno premiato il sindacato che contratta e risolve i loro problemi».

(Del 11/12/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 57)LE SEDI DI TORINO SUD E LINGOTTO SARANNO ASSORBITE IN VIA XX SETTEMBRE Inps, il rilancio con 9 agenzie A gennaio nuovi uffici in corso Turati e via Nizza Alessandro Mondo

Rivoluzione in vista all’Inps. Da gennaio l’Istituto riorganizza i suoi uffici all’insegna di un decentramento che risponde a due obiettivi precisi: migliorare il servizio ai cittadini, rendendolo più capillare, ed abbattere i costi di gestione. Il via libera alla riorganizzazione scatterà con l’abolizione delle sedi di Torino Sud e Torino Lingotto, assorbite dalla Direzione metropolitana unificata

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domiciliata in via XX Settembre 34. Dal loro sacrificio nasceranno quattro agenzie a stretto contatto con gli utenti (sugli stessi spazi): Crocetta e San Paolo, in corso Turati 19/7; Lingotto e Mirafiori, in via Nizza 362/10. L’attuale agenzia in corso Vigevano 56 si trasformerà nella nuova agenzia Lucento (stesso indirizzo). Della Direzione metropolitana unificata abbiamo già detto: non soltanto ospiterà l’agenzia Torino Centro, ma servirà la parte di territorio comunale che in futuro graviterà sulle agenzie di Parella, Stura e Vanchiglia. Altro discorso per la sede di Torino Nord, in corso Giulio Cesare 290: qui resteranno temporaneamente le attività per i cittadini che risiedono nei territori contraddistinti dai Cap 10154-10155-10156. Attività poi destinate a confluire nelle specifiche agenzie di Vanchiglia e Stura. Come ha spiegato il direttore regionale dell’Inps Rosario Bontempi nel presentare il riassetto, la situazione è in evoluzione. Una volta a regime le agenzie saranno nove: Vanchiglia, Stura, Lucento, Parella, Torino Centro, Crocetta, San Paolo, Lingotto, e Mirafiori. Né all’incontro di ieri era casuale la presenza dell’assessore comunale Tom De Alessandri (Lavoro). Per varie ragioni: le convenzioni in corso tra Inps e Comune, d’intesa con le circoscrizioni interessate, per destinare alle future agenzie alcuni spazi di proprietà della Città (in via Stradella e nei locali del «Lingottino», l’ex-fabbrica di pianoforti su corso Racconigi); lo scambio di informazioni sempre più stretto fra uffici comunali e uffici dell’Inps, agevolato dall’accessibilità alle banche-dati dell’Istituto; il progredire dell’«operazione estratto conto», prossimamente esportata nei comuni si Settimo e Venaria, ovvero la possibilità per i cittadini di disporre della consulenza di funzionari Inps in sette delle dieci circoscrizioni torinesi. In prospettiva i vantaggi si annunciano notevoli: standard di servizi uniformi, procedure più snelle, informazione capillare. Soprattutto, maggiore accessibilità agli sportelli sul territorio: quello che preme ai cittadini.

(Del 10/12/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 43)A TORINO, VENARIA E NEL PINEROLESE SI SUSSEGUONO I RITROVAMENTI DI BOTTIGLIE SOSPETTE Acqua alla conegrina, due ricoveri Sei contenitori sequestrati, in uno c’era shampoo Angelo Conti

E’ stato il giorno della conegrina, ma anche di una paura sempre più diffusa: sei le bottiglie manomesse sequestrate da carabinieri e polizia, due i ricoveri all’ospedale Maria Vittoria. Per fortuna, in entrambi i casi, i medici hanno escluso complicazioni. Curiosa la sequenza di sequestri avvenuta nel Pinerolese, anche in centri piccolissimi. Intanto cala la vendita dell’acqua minerale nelle consuete bottiglie di plastica da un litro e mezzo (mediamente meno 20%) mentre c’è il boom delle bevande in lattina, delle ormai desuete bevande in bottiglia di vetro e persino della rivalutatissima acqua del rubinetto. Alcune aziende di imbottigliamento stanno cercando, nei limiti del possibile, di cambiare la tipologia dei contenitori da avviare sul mercato. Le due persone ricoverate sono un ragazzo quattordicenne di Venaria ed una signora trentenne di Torino. Il ragazzo, studente della prima classe dell’istituto alberghiero, ha bevuto l’acqua all’ora di pranzo. Ha preso dal frigorifero una bottiglia da un litro e mezzo, acquistata dai genitori in un supermercato di via San Marchese, ed ha avvertito subito un evidente gusto di conegrina mentre il liquido gli ha irritato la bocca. Dopo le prime sommarie cure all’ospedale di Venaria è stato trasferito al Maria Vittoria, con un legero mal di stomaco, per essere sottoposto a gastroscopia. Qui, per essere oggetto di un esame analogo, era stata poro prima ricoverata una signora torinese di 30 anni che aveva avvertito un gusto molto particolare in una bevanda bevuta nel primo pomeriggio. La bottiglia di Venaria è stata sequestrata dai carabinieri, quella di Torino (che la paziente ha portato in ospedale) è stata consegnata ai poliziotti di guardia al Maria Vittoria. Entrambe presentano un foro, alla base del collo. Ed entrambe dovrebbero essere state contaminate da una sostanza a base di cloro, probabilmente la classica conegrina. Nel contesto delle indagine condotte dai carabinieri e dalla Digos, c’è un elemento che desta una certa attenzione. Sono le quattro bottiglie sequestrate dai carabinieri di Pinerolo. Risultano essere tutte di marche diverse ed acquistate in negozi o supermercati di Roure, Nichelino, Villafranca e Pinerolo. Tutte e quattro avevano un buco,

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apparentemente praticato con una siringa, alla base del collo. Tutte le bottiglie sono state consegnate al laboratoprio dell’Asl di Pinerolo per le analisi. Almeno una profumerebbe di shampoo. Stupisce soprattutto quella bottiglia proveniente da un comune microscopico come Roure, elemento che fa pensare ad una maniacale capillarizzazione del fenomeno. Quanto alla caccia ai responsabili, gli investigatori torinesi sembrano pensare più all’azione di un folle (e di alcuni suoi emuli) che ad un piano terroristico su scala nazionale. Gli avvelenatori, comunque, rischiano sino a 15 anni di galera, che diventerebbero l’ergastolo nel caso di morte di una persona. Le severissime pene sono quelle previste dall’art. 439 del Codice Penale.

(Del 10/12/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 43)IL VICESINDACO AVVERTE: SU QUELL’AREA NESSUNA SPECULAZIONE EDILIZIA Chiuso il Supercinema di Venaria Dopo appena quattro anni, la struttura potrebbe finire all’asta Gianni Giacomino

VENARIA REALE VENARIA REALE

Quattro anni fa veniva inaugurato il Supercinema Ciak di Venaria dopo unQuattro anni fa veniva inaugurato il Supercinema Ciak di Venaria dopo un investimento di cinque miliardi delle vecchie lire. Tre sale per un totale diinvestimento di cinque miliardi delle vecchie lire. Tre sale per un totale di 700 posti, un'acustica formidabile garantita da un sistema dolby digital700 posti, un'acustica formidabile garantita da un sistema dolby digital unico in Piemonte e la possibilità di prenotare biglietti e poltroncine viaunico in Piemonte e la possibilità di prenotare biglietti e poltroncine via Internet. Finalmente dopo vent'anni i venariesi potevano vivere delleInternet. Finalmente dopo vent'anni i venariesi potevano vivere delle emozioni con gli occhi sgranati davanti ad uno schermo. Bello. Peccatoemozioni con gli occhi sgranati davanti ad uno schermo. Bello. Peccato che da cinque mesi il Supercinema è chiuso e potrebbe addirittura finireche da cinque mesi il Supercinema è chiuso e potrebbe addirittura finire all'asta. «E pensare che il Supercinema sarebbe nello stato di riaprireall'asta. «E pensare che il Supercinema sarebbe nello stato di riaprire subito, almeno per le prossime festività di Natale - ammette Alberto Lano,subito, almeno per le prossime festività di Natale - ammette Alberto Lano, 38 anni, direttore della struttura dal 1 giugno del 2002 fino al giorno del38 anni, direttore della struttura dal 1 giugno del 2002 fino al giorno del fallimento della Giuliva Cinematografica -. Non proiettare degli spettacolifallimento della Giuliva Cinematografica -. Non proiettare degli spettacoli durante il Natale vuol dire perdere definitivamente il 40 per cento deidurante il Natale vuol dire perdere definitivamente il 40 per cento dei clienti». «Sono amareggiato - continua il direttore che è rimasto senzaclienti». «Sono amareggiato - continua il direttore che è rimasto senza lavoro insieme ad altre sette persone - anche perché le sale di Piazzalavoro insieme ad altre sette persone - anche perché le sale di Piazza Vittorio Veneto funzionavano alla grande e gli spettatori non arrivavanoVittorio Veneto funzionavano alla grande e gli spettatori non arrivavano solo da Venaria, ma anche dal Ciriacese e dalle Valli di Lanzo». Adessosolo da Venaria, ma anche dal Ciriacese e dalle Valli di Lanzo». Adesso tutta la vicenda è in mano al curatore fallimentare e al proprietario dellotutta la vicenda è in mano al curatore fallimentare e al proprietario dello stabile. «Infatti il vero problema è quello di non riuscire a trovare unastabile. «Infatti il vero problema è quello di non riuscire a trovare una strada comune che porti all'apertura delle sale in un breve periodo - spiegastrada comune che porti all'apertura delle sale in un breve periodo - spiega Nicola Pollari l'assessore ai Lavori Pubblici del comune di Venaria cheNicola Pollari l'assessore ai Lavori Pubblici del comune di Venaria che sembrava anche interessato ad una partecipazione per facilitare l'acquistosembrava anche interessato ad una partecipazione per facilitare l'acquisto delle sale da parte di una società del settore o di un privato -. Non si riescedelle sale da parte di una società del settore o di un privato -. Non si riesce a trovare un dialogo tra le parti e a questo punto l'amministrazione haa trovare un dialogo tra le parti e a questo punto l'amministrazione ha perso gran parte dell'interesse». In pratica ci sarebbe da trattare sul milioneperso gran parte dell'interesse». In pratica ci sarebbe da trattare sul milione e mezzo di euro chiesto per riavviare i proiettori e sui 10 mila euro circa die mezzo di euro chiesto per riavviare i proiettori e sui 10 mila euro circa di affitto mensili. Soldoni, se si tiene conto che a livello nazionale si èaffitto mensili. Soldoni, se si tiene conto che a livello nazionale si è registrata una flessione del 22 per cento di spettatori, anche se le casse delregistrata una flessione del 22 per cento di spettatori, anche se le casse del

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Ciak sono in grado di garantire almeno 140 mila ingressi a stagione. Poi ilCiak sono in grado di garantire almeno 140 mila ingressi a stagione. Poi il vice sindaco lancia quello che ha tutto il sapore di un avvertimento: «Nonvice sindaco lancia quello che ha tutto il sapore di un avvertimento: «Non vorrei che qualcuno pensasse di mettere in atto una speculazione ediliziavorrei che qualcuno pensasse di mettere in atto una speculazione edilizia trasformando il Supercinema Ciak in un albergo o in un centrotrasformando il Supercinema Ciak in un albergo o in un centro commerciale. Lì è stato costruito un cinema e per nessun motivo il pianocommerciale. Lì è stato costruito un cinema e per nessun motivo il piano regolatore prevede altri indirizzi». «Una città come Venaria non puòregolatore prevede altri indirizzi». «Una città come Venaria non può rimanere senza un cinema - chiude Pollari - è una questione di cultura, dirimanere senza un cinema - chiude Pollari - è una questione di cultura, di aggregazione sociale». Ma intanto lo spazio occupato dalle locandine delleaggregazione sociale». Ma intanto lo spazio occupato dalle locandine delle prime visioni continua a rimanere vuoto.prime visioni continua a rimanere vuoto.

(Del 4/12/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 49)

FLASH VENARIA.

Luigi Tinozzi, consigliere di opposizione nel Gruppo Misto, è passato ai Socialisti Democratici Italiani che nella giunta guidata da Giuseppe Catania sono in maggioranza. Tinozzi, commerciante di 46 anni, all’inizio degli anni Novanta, quando era tesserato nel vecchio Psi, era stato assessore allo Sport nel comune di Venaria; nelle ultime elezioni era stato votato nelle liste di Forza Italia.

(Del 30/11/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 45)GLI APPASSIONATI DI NUOTO POTRANNO DISPORRE DELLE NUOVE STRUTTURE Riaprono gli impianti di Lanzo e Venaria

Gianni Giacomino

Entro l'estate del 2005 gli amanti del nuoto potranno rituffarsi nella piscina di Lanzo e nella nuova vasca di Venaria. Gli specchi d'acqua dovrebbero così risolvere in parte in sovraffollamento degli impianti di Borgaro, Caselle e Ciriè. Il progetto di Lanzo è stato presentato dall'assessore provinciale allo Sport Silvana Accossato. Con un finanziamento di circa 2 milioni di euro del Credito Sportivo verrà recuperata la vecchia struttura del complesso Polisportivo di Lanzo, chiusa da una decina di anni, con un progetto avveniristico studiato dalll'architetto Paolo Pettene. «L'iter è rimasto bloccato un anno in attesa dei lavori di difesa spondale sul torrente Stura che proteggeranno dalle esondazioni tutta la zona - spiega la Accossato - adesso non dovrebbero esserci più intoppi». L'unico problema è legato al mutuo da oltre 160 mila euro ogni dodici mesi. La metà dei quattrini uscirà dalle casse di Palazzo Cisterna, l'altra fetta la dovranno garantire la Comunità Montana delle Valli di Lanzo e i comuni di zona. «Dobbiamo sostenere uno sforzo tutti insieme, in fondo il nuoto cattura un'utenza vastissima che da anni è costretta a raggiungere Ciriè, nel migliore dei casi, per farsi una nuotata - ammettono Giuseppe Vianzone e Mauro Marucco, rispettivamente assessore allo Sport del Comune di Lanzo e presidente della Comunità Montana -. In questi giorni cercheremo di coinvolgere nell'operazione le circa 25 amministrazioni di zona (8 hanno già aderito ndr)». Il nuovo impianto, che negli anni è diventato il bersaglio preferito di vandali e anche di qualche ladro, sarà dato in gestione e potenziato con degli idroscivoli, l'idromassaggio, corsie preferenziali per portatori di handicap e il bar. Da recuperare rimarrà ancora la palestra. A Venaria invece le ruspe hanno già iniziato a disegnare la vasca di trenta metri per dodici nei prati di via di Vittorio, nel quartiere Fiordaliso di Altessano. Per la sua costruzione la società Sporting Venaria investirà circa 6 milioni di euro e potrà gestire il complesso per trent'anni. «Il Comune elargirà un contributo di 90 mila euro all'anno per la gestione dell'impianto in modo da garantire prezzi accessibili alle scolaresche e alle fasce sociali più deboli» spiegano Giuseppe Catania e Nicola Pollari, sindaco e vice di Venaria.

(Del 28/11/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 47)SARANNO PIU’ CARI I PREZZI DEI SERVIZI, COME LA RACCOLTA RIFIUTI, E LE TASSE SUGLI IMMOBILI

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Aumentano le tariffe a Venaria Reale E cresce anche l’evasione fiscale Gianni Giacomino

VENARIA REALE

A Venaria aumenteranno le tasse ma non tornano i conti previsti dagli incassi dei tributi. In poche parole se nel 2004 si farà più pesante la pressione fiscale per i contribuenti con la crescita della tassa per la raccolta rifiuti e dell'Ici adesso nelle casse di Palazzo Civico mancano circa 240 mila euro (150 mila per gli immobili e 90 mila dai rifiuti). Soldi che dovevano essere garantiti dalla riscossione dei primi sei mesi di quest'anno delle rate di Ici e Tarsu. «Prima di tutto non abbiamo ancora deciso se le imposte lieviteranno - ci tiene a precisare il sindaco di Venaria Giuseppe Catania -. Poi, per cercare di stanare gli evasori, organizzeremo dei controlli più minuziosi, a tappeto». Ma l'assessore al Bilancio e alle Finanze Franco Piazza è molto più categorico. «Presenteremo il nuovo bilancio di previsione per il 2004 solo nel prossimo consiglio comunale del 10 dicembre - spiega Piazza -. Fino ad allora non renderemo pubblico un solo dato, non vorremmo che la gente si allarmasse». A grandi linee, si calcola che la tassa sulla raccolta dei rifiuti a Venaria potrebbe impennarsi al massimo del 15 per cento mentre per l'Ici, oggi al 5,5 per mille, sarebbe ritoccata di un minimo. E i 480 milioni delle vecchie lire che risultano «mancanti»? «Mancanti forse non è il termine appropriato - specifica ancora l'assessore al Bilancio -. Direi piuttosto che noi richiediamo al catasto una stima del patrimonio immobiliare della città e da questa non risultano parecchi euro». In soldoni si sarebbero volatilizzati «solo» 150 mila euro sui 6 milioni e 250 mila euro previsti in totale. Per quanto riguarda la Tarsu, secondo i tecnici del municipio, i maggiori responsabili del mancato gettito sarebbero i proprietari delle attività produttive di Venaria che nell'ultimo periodo hanno ricevuto oltre 200 lettere spedite da Palazzo Civico chi li invitano a regolarizzarsi. In che modo? Denunciando i reali metri quadrati dei negozi e dei capannoni senza cercare di fare i furbi. «Comunque dallo scorso anno abbiamo già recuperato un 25 per cento in più dei tributi - ammette ancora Ferrara - e con l'informatizzazione degli uffici comunali aggiornate alle nuove mappe catastali, poco alla volta, riusciremo a regolarizzare tutte le entrare delle imposte». Negli ultimi tempi circa 3 mila cittadini di Venaria hanno ricevuto a casa le nuove coordinate della loro partita catastale, ma in pochi si sono adeguati continuando a pagare meno del previsto. E gli evasori potrebbero essere scoperti tra due o tre anni. Ma Venaria potrebbe anche adottare la soluzione che hanno già sperimentato con successo altre città: assoldare dei tecnici che, armati di buona volontà, vadano a misurare casa per casa, fabbrica per fabbrica. Un lavorone che, però, non lascia scampo agli evasori.

(Del 27/11/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 45)SAN GILLIO, AUTO SBANDA E FINISCE CONTRO UN MURO Muore nel giorno del suo compleanno

E' morto proprio il giorno del suo compleanno. Andrea Lombardo, 33 anni compiuti ieri, è deceduto nella notte in un incidente. A bordo della sua Polo stava rientrando a casa, in via Alfieri 7/A a San Gillio, dopo una serata trascorsa con gli amici in pizzeria. Mancavano pochi minuti all'una, quando Andrea si è schiantato contro un muretto in via Torino a Givoletto. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco che lo hanno estratto dalle lamiere e l'ambulanza del 118 che lo ha trasportato d'urgenza all'ospedale di Rivoli. I medici hanno tentato un'operazione per salvargli la vita, ma alle 4.30 il suo cuore ha smesso di battere. «Nella macchina aveva un mazzo di fiori per la sorella - racconta lo zio Sergio Milan -, perché sono nati lo stesso giorno a distanza di 12 anni». E insieme alla mamma Gabriella avrebbero festeggiato. «Non so come farò senza di lui - dice la mamma -. Era un ragazzo d'oro». Andrea, che lavorava alla Sneider di Venaria, amava lo sport, le moto e la sua casa paterna. «Non riesco a capire come sia successo - afferma lo zio Severino Milan -, lui metteva sempre la cintura ed era prudente. Se la macchina aveva un problema andava subito dal meccanico». Un enigma anche per i carabinieri intervenuti sul posto. «Un malore, una distrazione o

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un colpo di sonno: chissà - dichiara lo zio -. Forse è stato un cinghiale che gli ha attraversato la strada. Però, morire proprio il giorno della sua festa...».

p. rom.

(Del 26/11/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 44)DENUNCIATO A VENARIA UN AUTISTA DI POMARETTO Portava i tifosi allo stadio poi rubava gasolio dal bus

VENARIA REALE

Prima fermava il pullman all'ingresso della curva Maratona e scaricava i tifosi del Torino. Poi, al fischio d'inizio della partita, si spostava con il mezzo dal parcheggio dello stadio delle Alpi in un luogo sicuro e «succhiava» il gasolio dal serbatoio travasandolo in taniche di plastica. Ma l'altro giorno per Giancarlo V., 41 anni, autista di Pomaretto, qualcosa è andato storto. L'imprevisto per lui e per il suo «palo», Tiziana M., casalinga di Venaria di 26 anni, è arrivato insieme ad una pattuglia della Polizia Municipale di Venaria. Sono stati proprio gli agenti, mentre percorrevano viale Carlo Emanuele, la strada che si infila diritta nel parco La Mandria, a notare una persona che stava rubando il carburante con l'attrezzatura che viene usata per tirare il vino. Così Giancarlo V., che lavora per una ditta di trasporti del Pinerolese, non ha nemmeno tentato di giustificarsi con i civich che lo hanno denunciato per furto. L'uomo era già riuscito ad alleggerire il serbatoio del pullman di una settantina di litri di gasolio. Poi gli agenti della Polizia Municipale, con l'autorizzazione del pm Arnaldi di Balme, hanno effettuato anche una perquisizione in casa dell'autista dove hanno trovato solo una tanica da venti litri. Ma dalle segnalazioni che in queste ore sono arrivate al comando di via Sciesa, sembra l'episodio di domenica non sia isolato e che altri pullman siano tornati nelle rimesse con molto meno carburante del previsto. Solo un mese fa i civich di Venaria avevano sorpreso e denunciato una persona che stava rubando della benzina da un camion parcheggiato nella zona industriale.

g. gia.

(Del 26/11/2003 Sezione: Speciali Pag. 5)

Addio termosifone, c’è Deltasolar Da vent’anni realizza pavimenti radianti Addio termosifone, c’è «Deltasolar», il calore che sale dal basso. Grazie alle nuove tecnologie e a speciali materiali plastici, il riscaldamento nasce sotto il pavimento e non ruba più spazio. Dal 1983 l’azienda di via Italia 2 a Chivasso (www.deltasolar.it) realizza impianti su misura per garantire sempre un clima ottimale: 20-22 gradi d'inverno in salotto, in camera da letto, in cucina, fino ai 23-24 gradi nei bagni, per raggiungere i 30-32 d'estate. Con i pavimenti radianti a bassa temperatura della «Deltasolar» si scalda fino ad altezza d’uomo e la temperatura che sale verso il soffitto è minore: si ottiene così un risparmio di combustibile superiore al 25-35 per cento per abitazioni e uffici, fino a oltrepassare il 50-60 per cento in grandi ambienti con soffitti particolarmente alti, come centri sportivi, locali per esposizioni, chiese ed edifici industriali. «Deltasolar» è una garanzia di qualità, affidabilità e durata nel tempo. I suoi impianti sono già diffusi e apprezzati in migliaia di ville, condomìni, ma anche in edifici industriali, commerciali e di uso pubblico. La «Deltasolar» è stata scelta per riscaldare ambienti particolari come i nuovi saloni del Museo Egizio di Torino e la Galleria Diana del Castello di Venaria. Nel 1998 l’azienda di Chivasso ha realizzato i pavimenti radianti per la Mole Antonelliana, simbolo di Torino. Alla «Deltasolar» sanno bene che il clima ottimale, per l'uomo, può oscillare in rapporto alla percentuale di umidità relativa e agli abiti indossati. Con i pavimenti radianti a bassa temperatura si riesce a creare e a calibrare un benessere sempre naturale, molto simile a quello primaverile o autunnale, anche in pieno inverno. La scelta di avere un pavimento radiante a bassa temperatura non è solo un’opportunità «tecnica» (il calore non si stratifica causando grandi dispersioni termiche come accade con i vecchi sistemi a termosifone o

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ad aria calda), ma anche una scelta di arredamento che libera spazio e migliora il «design» della casa: ogni termosifone fa sprecare quasi un metro quadro di pavimento e di parete che non potranno mai essere utilizzati. I sistemi radianti della «Deltasolar» - approvati dalla bioarchitettura - sono realizzati con tubi di polietilene reticolato munito di una speciale barriera antiossigeno che può essere posato senza rischi sotto qualsiasi tipo di pavimento: marmo, ceramica, cotto, moquette e persino parquet.

(Del 23/11/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 41)A VENARIA SCOPPIA LA POLEMICA PER LA TRASFERTA PROMOSSA DAL COMUNE Missione impossibile a Cuba

Gianni GiacominoPer scaldare un po' l'ambiente politico di Venaria ci mancava solo Cuba. Sabato prossimo quattro amministratori voleranno alla volta del Centro America per organizzare un gemellaggio con la città di Bejocal. Una settimana di soggiorno per circa 5 mila euro di euro che usciranno dalle casse del Comune. Un'eresia per l'opposizione nonostante della "truppa" faccia anche parte Gaetano Scalia, rappresentante di Forza Italia. L'azzurro sarà in compagnia dell'assessore alle Politiche Giovanili Alessandro Brescia, del diessino Arturo De Marco e del capogruppo di Rifondazione Comunista a Palazzo Civico Giancarlo Viarengo. La comitiva potrebbe ricordare quella uscita dalla penna di Giovannino Guareschi dove Scalia fa la parte di don Camillo che visita un paese comunista insieme a «compagni» più o meno rossi. Così il consigliere Pino Capogna (Indipendenti per Venaria) e l'ex sindaco Lino Alessi (Fi) presenteranno un'interpellanza che sarà discussa nel prossimo consiglio di giovedì. «Perché ci sembra assurdo spendere così tanto per gemellarci con una città di uno stato come Cuba dove esiste la dittatura feroce di Fidel Castro, vige la pena di morte e la gente è costretta a vivere in condizioni allucinanti» attaccano i due. Che rincarano: «La nostra non è demagogia ma a Venaria ci sono altri problemi davvero molto più urgenti da risolvere e meno si spreca meglio è visto che aumenteranno sia l'imposta sull'Ici che la tassa rifiuti». Accuse che per l'assessore Brescia lasciano il tempo che trovano. «Prima di tutto l'amministrazione è stata d'accordo alla trasferta di Cuba e poi se fossimo andati in Venezuela nessuno si sarebbe indignato - ammette - anche noi condanniamo la pena capitale e tutte le dittature, ma siamo anche contrari all'embargo». «Il nostro obiettivo è quello di raggiungere degli accordi con l'amministrazione della città di Bejocal (che conta circa 30 mila abitanti e dista pochi chilometri da L'Avana) - continua Brescia - in modo da cominciare una serie di rapporti di cooperazione dove potranno inserirsi anche partner privati». Un'intesa di collaborazione e di scambio che si tenta di costruire da due anni anche in collaborazione con la Provincia. «Vero visto che esiste pure un dialogo molto collaudato fra l'Università di Torino, soprattutto Agraria e Veterinaria, e quella di L'Avana - spiega Franco Piazza, l'assessore al Bilancio del Comune di Venaria che soggiornò a Cuba due anni fa -. Laggiù ho trovato una grande accoglienza e la gente vive in maniera molto dignitosa. Non si deve emarginare un paese con la sua cultura solo perché sotto dittatura».

(Del 22/11/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 46)OPERAZIONE DEI CARABINIERI DI VENARIA: MINACCE ED ESTORSIONI DIETRO AL TRAFFICO DI COCAINA Due fratelli rifornivano le valli di Lanzo Oltre due anni di indagini, pedinamenti e intercettazioni hanno permesso ai carabinieri della compagnia di Venaria di arrestare 22 persone (e denunciarne altre 6) legate a due diverse organizzazioni dedite al traffico e allo spaccio di droga nella provincia di Torino. Al centro della vicenda i due fratelli Umberto e Domenico «Mimmo» Ventrice, rispettivamente 33 e 31 anni, che gestivano i «giri» della cocaina e dell’hashish nelle Valli di Lanzo. Una storia fatta non solo di

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droga, ma di minacce, estorsioni, ricatti a sfondo sessuale. L’inchiesta era partita dopo un misterioso episodio accaduto a Nole il 7 luglio di due anni fa: un colpo di fucile sparato contro il balcone di una donna. In realtà, si scoprì alcuni giorni dopo, che quel colpo era un avvertimento destinato al titolare della pizzeria Elfo di Nole. Non fu un caso che, qualche sera dopo, gli stessi carabinieri siano dovuti intervenire proprio nel locale di Carlo F., 32 anni, di Ciriè: avevano chiamato gli stessi clienti della pizzeria, perché un uomo lo stava minacciando davanti a tutti, puntandogli un coltello alla gola. Di fronte ai militari, Carlo vuotò il sacco. L’uomo che lo stava minacciando - e che riuscì a scappare - era Domenico Ventrice. Pretendeva da lui il pagamento di un debito di 12 milioni di vecchie lire per una fornitura di droga mai pagata e ceduta nel mese di maggio ad un cliente della sua pizzeria (G.G., 26 anni, di Ciriè). «Lo hai mandato tu. Se lui non paga, il debito è tuo, altrimenti finisce male». Dopo le richieste sempre più pressanti, spaventato dalle minacce di morte («ti sparo in bocca»), Carlo G. gli aveva fatto avere un assegno di un milione e duecentomila lire, risultato poi scoperto. Domenico Ventrice, il 14 giugno del 2002 aveva anche contattato la convivente di Carlo, avanzando la sua offerta: «Se passi una notte a letto con me, ci mettiamo una pietra sopra a quel debito». La donna si è rifiutata, e a questo punto Ventrice ha risposto sparandole contro. Venne arrestato e finì nel carcere di Asti. Ma la trama dei contatti, ormai, era quasi del tutto definita. Umberto e Domenico Ventrice spacciavano l’hashish che acquistavano da cinque diversi fornitori torinesi: Domenico De Stefano, 49 anni; Pietro Leuci, di 39; Cristian Allione, di 29; Giacomo Saponaro, 28 anni; e Giuseppe Lo Monaco, di 33. Quanto alla cocaina, il referente era Alessandro Galiotto, 31 anni, di Nole, che a sua volta poteva contare su due fratelli senegalesi (Mamadou e Oumar Ndiaye, di 47 e 39 anni). Tutti arrestati. Così come altri spacciatori e intermediari, che a vario titolo e in diverse fasi dell’operazione, sono stati trovati in possesso di droga e in contatto con gli italiani. Si tratta di Ibrahima Singateh, 35 anni, del Gambia; degli olandesi Aziz Niye Abdoul e Karin Christina De Vogel, 40 e 24 anni, arrestati nella zona della stazione di Porta Susa al loro rientro dall’Olanda con 500 grammi di cocaina. Con loro c’erano anche un senegalese ed un giovane della Mauritania, appena diciottenne.

(Del 19/11/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 38)

BIANCA & NERA IN MANETTE.

I carabinieri del nucleo radiomobile di Venaria hanno arrestato l'altro giorno Luciano Abatangelo, 45 anni, di Torino. L'uomo è stato sorpreso dagli agenti della sorveglianza dell'Ipermercato Auchan dopo che si era infilato ai piedi un paio di scarpe appena arraffate dagli scaffali. L'accusa è di furto aggravato.

(Del 18/11/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 43)FU PER SEI VOLTE CAMPIONESSA ITALIANA NEI 100 E 200 NEGLI ANNI TRENTA Venaria, morta l’olimpionica Bullano Faceva parte della staffetta che sfiorò il podio a Berlino 1936

VENARIA REALE

Negli anni Trenta era una ragazzina che correva più veloce del vento. Nello sprint dei 100 e 200 metri non aveva rivali e per sei volte vinse il titolo italiano. L’ultimo traguardo della lunga corsa

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della vita Fernanda Bullano l’ha tagliato l’altro giorno all’età di 89 anni. Da tempo viveva a Venaria in un appartamento di via Paganelli, circondata dall’affetto di parenti e amici, da un mucchio di trofei e riconoscimenti: cavaliere della Repubblica per meriti sportivi, medaglia d’oro della città di Torino. E poi decine di fotografie in bianco e nero: i ricordi di una carriera di atleta. Come quelli legati alle Olimpiadi di Berlino del 1936 quando lei era la terza staffettista della 4 per cento. «Presi il testimone da Ondina Valla che correva in seconda frazione - amava raccontare la Bullano nata e cresciuta in Borgo San Paolo - e poi via». Quel quartetto femminile (Valla, Bullano, Bongiovanni e Testoni) solo per un soffio non salì sul podio preceduto da Stati Uniti, Inghilterra e Canada. Ma nessuna squadra italiana da allora è riuscito a fare meglio. «Come si fa a dimenticare quell’olimpiade?» ripeteva sempre. Infatti. E allora lei volava con la mente e sempre verso quello stadio di Berlino dove attirò l’attenzione di Jessie Owens, l’adone nero che divenne l’eroe di quei giochi. «E’ vero - raccontava - conobbi Owens sul campo di allenamento, scambiammo quattro parole, un sorriso, niente di più». E poi lui, il mito, nel giorno della finale offrì un plaid a Fernanda Bullano: «Così i muscoli non si raffreddano». L’ultima gara la Bullano la disputò nel 1947, poi mise su famiglia e diventò giudice di gara. Nel febbraio del 2001 venne eletta madrina dello sport dal consiglio comunale di Venaria. L’ultimo affettuoso saluto alla staffettista verrà dato oggi dalla città alle 10.15 nella chiesa parrocchiale Beata Gianna Beretta Molla. Poi Fernanda Bullano sarà sepolta nel cimitero di Altessano.

(Del 19/11/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 49)

PROVINCIA FLASH VENARIA, LICEO. VENARIA, LICEO.

Domani alle 16.30 nell'aula magna del liceo scientifico di via BrunoDomani alle 16.30 nell'aula magna del liceo scientifico di via Bruno Buozzi si terrà una riunione aperta al pubblico sul tema «AttualitàBuozzi si terrà una riunione aperta al pubblico sul tema «Attualità dell'Antico» visto che il prossimo anno partiranno anche dei corsi per ildell'Antico» visto che il prossimo anno partiranno anche dei corsi per il classico. All'incontro interverranno il professor Giovanni Ramella, giàclassico. All'incontro interverranno il professor Giovanni Ramella, già dirigente del liceo D'Azeglio di Torino e Lucio Bertelli, direttore deldirigente del liceo D'Azeglio di Torino e Lucio Bertelli, direttore del dipartimento di Filologia Classica «A. Rostagni» dell'Università.dipartimento di Filologia Classica «A. Rostagni» dell'Università.

(Del 14/11/2003 Sezione: Vivere Roma Pag. 5)

Il Piemonte fa cultura al Vittoriano Da perfetta padrona di casa Roma offre uno dei suoi spazi espositivi più belli alla mostra «Piemonte/ fabbrica di cultura» che si svolgerà da oggi all’8 dicembre al Complesso del Vittoriano. Tre i momenti in cui l’iniziativa si articola. Il primo, nell’ala che si affaccia su via San Pietro in Carcere, comprende l'esposizione «La Venaria Reale e le strade delle Residenze» che attraverso fotografie, ricostruzioni con modellini e filmati, documenta la realizzazione in corso d’opera di uno dei progetti di restauro più imponenti per il rilancio turistico e culturale del Piemonte. «Abbiamo voluto valorizzare un circuito di residenze reali che non ha nulla da invidiare ai castelli della Loira e che ci permetterà di trasmettere un messaggio di conoscenza non solo della storia dei Savoia ma anche delle risorse paesaggistiche ed enogastronomiche del Piemonte» ha affermato il Presidente della Regione ospitata, Enzo Ghigo. Una regione che, dopo essere stata per anni un fondamentale centro economico-industriale, sta cambiando pelle, proponendosi, come sottolinea il titolo, quale «fabbrica di cultura e futuro». Diciotto le magnifiche residenze coinvolte nell’opera di restauro, sovvenzionata con fondi statali del Lotto, fondi Docup europei, sovvenzioni regionali oltre che con contributi privati, per un investimento complessivo di 420 milioni di euro. Tra tutte la più imponente è la seicentesca Reggia Venaria, il «palazzo di piacere e caccia» creato dall’architetto Amedeo di Castellamonte per il duca Carlo Emanuele II. Impressionanti le cifre relative al restauro: 1000 persone per una «fabbrica» di 130.000 mq, 100 progettisti, 500 mq di affreschi e 180 milioni

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di euro di investimenti. A lavori ultimati, il fascino della reggia incanterà i visitatori insieme a fedeli ricostruzioni storiche che, con comparse e costumi d’epoca, riproporranno atmosfere settecentesche. Ne offre un assaggio la splendida tavolata allestita al centro di una delle due sale del Vittoriano riservate all’evento: un lucente servizio di posate e piatti d’argento, rigorosamente firmati «Savoia» che, insieme ad 8 bicchieri francesi baccarat e a due candelieri, riproducono la scenografia di un pranzo sontuoso. Non mancano gli omaggi agli altri splendidi edifici come il Castello di Racconigi, la palazzina di caccia di Stupinigi, la Mandria di Chiasso. Una dozzina di produttori americani hanno espresso la volontà di averli come set per i loro film. p.n.

(Del 14/11/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 47)

Gianni Giacomino VENARIA REALE SAVOIA: basta questa parola. Non serve altro per rendere incandescente la vita politica di Venaria. Se poi a proporre per la prima volta un'intera giornata di studi sulla dinastia che ha fondato la città è nientemeno che il presidente dell'assemblea Domenico Renna dei Comunisti Italiani, apriti cielo. Al posto della «mozione sabauda» in quattro e quattr'otto è stato presentato e approvato dalla maggioranza (19 voti contro 5) un altro emendamento preparato in tempo record dal sindaco Giuseppe Catania nel quale più che di re e regine si parla di Risorgimento. «Beh, non stiamo li a raccontarcela, a qualcuno i Savoia non vanno giù» taglia corto il primo cittadino. Capita anche questo a Venaria la "nuova Versailles", la città dove da sempre la politica è caratterizzata da tutte le sfumature del rosso. E così non si è annoiato nessuno l'altra sera quando Renna, dopo aver sostenuto lunghe discussioni e accesi battibecchi in commissione cultura con i Ds e i "cugini" di Rifondazione, ha illustrato la sua mozione durante la seduta: «Anche se mi rendo conto che il nome Savoia può far venire qualche solletico inopportuno è innegabile il legame di Venaria con questa dinastia - ha sottolineato Renna, che insegna materie letterarie al liceo scientifico cittadino -. Un convegno storico di respiro nazionale, con professionisti e ricercatori seri e preparati, credo che sia un'iniziativa di grande richiamo per questa città che deve farsi promotrice di appuntamenti simili». Un quarto d'ora di intervento supportato dall'ok al progetto dell'assessore alla Cultura Armando Bonaventura che, però, ha espresso tutte le sue paure: «Qualcuno cercherà di strumentalizzare l'evento? Potrebbe essere un'esaltazione dei Savoia?». Nessun problema. A mettere tutti d'accordo, ancora prima della discussione, ci ha pensato il sindaco Giuseppe Catania snocciolando un emendamento che è un capolavoro di diplomazia: «La giornata di studi dovrà analizzare il periodo pre e post risorgimentale cercando di capire come l'ha vissuto Venaria anche attraverso i rapporti con i Savoia». Una manna per l'opposizione di centro destra. «Prima di venire in Consiglio a presentare una mozione e un altro documento che la annulla avreste almeno dovuto mettervi d'accordo, facevate una figura migliore» ha tuonato Luigi Tinozzi (Gruppo Misto). Mentre Giuseppe Di Bella (Forza Italia) ha ricordato quando qualche tempo fa il centro destra avanzò la proposta di un premio letterario intitolato ai Savoia: «E voi ci avete guardato come se fossimo diventati pazzi». Quasi un'ora e mezzo di batti e ribatti con una parte della minoranza che al momento del voto dell'emendamento ha lasciato l'aula. «Sono rimasto perplesso e ho accetto un po' amaramente l'emendamento che ha letto il sindaco - ha spiegato Renna -. Ma se questa è l'unica strada per organizzare la giornata di studi, va bene così, io bado al risultato non alle parole».

(Del 13/11/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 53)PARLA L’UOMO CHE HA FATTO PARTORIRE LA COMPAGNA IN CASA «Non potevamo sapere che erano due gemelli» La donna che ha dato alla luce un neonato e ha perso l’altro è ricoverata al Maria Vittoria: il piccolo è in buone condizioni

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L’ALLOGGIO al quinto piano di questo palazzone Gescal è così piccolo che neanche vien voglia di sedersi, per paura di rubare troppo spazio. Una quarantina di metri quadrati, la finestra che inquadra gli altri palazzoni di via Di Vittorio, ad Altessano di Venaria. E' qui che lunedì notte è nato in gran segreto il figlio di Antonina e Rosario. Ed è sempre qui che lei, il giorno dopo, ha capito che nel suo grembo portava un'altra vita che non è riuscita a salvare. Adesso, alla porta d’ingresso, c’è Rosario Capaci, muratore di 55 anni che insieme alla compagna è stato denunciato per omicidio colposo dai carabinieri di Venaria. Un volto scavato dalla fatica, dalla sofferenza e dallo choc. Aspetta le assistenti sociali, «mi devono accompagnare all'ospedale di Torino a trovare Antonina e il piccolo appena nato, mi hanno assicurato che sta bene, pesa tre chili e otto etti». E mentre aspetta, racconta. Racconta la gravidanza nascosta a tutti, la paura di non poter crescere il bambino, di vederselo portare via. E la vergogna del giudizio sociale, della condanna che certa gente è pronta a emettere prima di qualsiasi processo. L'uomo ha gli occhi lucidi, è emozionato. «Adesso vogliamo tenere con noi questo neonato e l'altro di due anni - dice -. Ce ne hanno già tolti tre e penso che Antonina non sopporterebbe di rimanere senza bambini. Io un lavoro ce l'ho, posso mantenere tutti». Ma il rischio che i giudici decidano in maniera diversa c'è e lui lo sa. Ieri i carabinieri del nucleo radiomobile di Venaria hanno portato tutti gli atti di questa vicenda in Tribunale. Faldoni che raccontano la storia di questo nucleo familiare da oltre dieci anni seguito dai servizi sociali del comune di Venaria. «Se non ci permettono di crescere almeno questi due, la mia compagna è capace di tutto» si preoccupa Rosario Capaci, che parla appoggiato al tavolo mentre piega degli indumenti. Una maglia, delle canottiere, un paio di pantaloni, dei calzini. «Li devo portare al Maria Vittoria, perché Antonina e il piccolo hanno bisogno. Forse decideremo di chiamarlo Massimiliano, mi sembra che sia un bel nome vero?». E' un uomo dalla semplicità disarmante. Minuto e con le mani grandi e nodose di chi è abituato a maneggiare pala e cazzuola e non a far combaciare geometricamente gli angoli di un fazzoletto. Vicino alla biancheria ci sono anche un paio di scarpette che servono al figlio di due anni, da ieri sistemato in una comunità a Torino. «Lui a me è molto affezionato, giochiamo insieme, quando la sera torno dal lavoro mi fa trovare le ciabatte fuori dalla porta e appena entro mi corre incontro». Poi Rosario Capaci non ce la fa a continuare e deve asciugarsi gli occhi sempre più lucidi. «Qui dentro - dice - senza di lui non andiamo avanti». Tutto parla del piccoletto, «intelligente e molto vivace» come sottolineano gli assistenti sociali che per la coppia ha avuto fino a qualche ora fa «un effetto terapeutico». Ci sono i suoi giochi, dei robot, soldatini, un dinosauro di gomma e affisso al muro c'è un cartoncino che raffigura Calimero che esce dal guscio di un uovo. Poi un vecchio televisore appoggiato sul frigorifero, qualche scatola di medicinali e una lavatrice che sta centrifugando il bucato con un rumore regolare. Un divano letto ancora da riassettare, una pagnotta di pane appena morsicata e il posacenere pieno di mozziconi fanno capire che il muratore non ha trascorso una nottata molto tranquilla: «Con quello che è successo, uno come fa a dormire?». Rosario e Antonina, insieme da dodici anni nonostante tutti i problemi, ce la stavano mettendo tutta a tirarlo su bene. Ogni mattina lo accompagnavano all'asilo nido, lo nutrivano e lo vestivano con attenzione. L'altro giorno, approfittando di un po' di sole, tutti insieme erano andati a passeggiare lungo i viali alberati che si infilano nei colori autunnali del Parco Regionale de La Mandria: «Camminavano spesso perchè V. divertiva e lei poi si sentiva meglio», spiega il manovale. Una vita che poteva sembrare quasi normale. Ma i due vivevano con la paura che prima o poi anche l'unico figlio rimasto avrebbe trovato un’altra mamma e un altro papà. Lo stesso terrore che li ha convinti l'altra notte a trasformare la camera in una sala parto. Con lei che soffocava in gola le urla di dolore e lui che con le forbici cercava di tagliare e annodare il cordone ombelicale. «Ho provato a ricordare quello che facevano le levatrici del mio paese Piana degli Albanesi e ci sono riuscito. Qui intorno nessuno si è accorto di nulla». Sembra incredibile in un casermone dove i muri sono sottilissimi e dove chiunque sa quasi tutto degli altri. Ma è andata così. Ai Servizi Sociali del comune di Venaria non c'è molta voglia di parlare. Ammettono solo che per nove mesi nessuno è riuscito a convincere Antonina e il suo uomo a sostenere una ecografia. Non c'era verso nonostante gli operatori li seguissero ogni santo giorno. «Adesso vedremo quello che decide il giudice, ma non siamo molto fiduciosi, sarà uno strazio» ammettono. Intanto qualcuno si sta occupando di organizzare il funerale

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del secondo gemello, quello che non ce l'ha fatta a nascere. Nel cimitero di Venaria tra qualche giorno ci sarà un'altra statua di un angioletto.

(Del 13/11/2003 Sezione: Savona Pag. 41)IL PROCESSO PER LA TRAGEDIA AVVENUTA A SPOTORNO Travolta dal treno: parla perito

Nuova udienza ieri del processo per il caso di Loana Dipinto, la studentessa di Venaria morta il primo di agosto del 1999, ad appena 17 anni, travolta e uccisa da un treno nella stazione ferroviaria di Spotorno. A giudizio (l’ipotesi di accusa è quella di omicidio colposo) ci sono tre alti dirigenti della società: Mauro Moretti, 49 anni, di Roma; Giorgio Garaboldi, 57, e Guglielmo Bertone, 64, tutti e due residenti a Genova: il primo, all’epoca dei fatti, era responsabile nazionale della divisione infrastrutture; gli altri due erano rispettivamente dirigenti della divisione movimento e della divisione infrastruttura per il compartimento Liguria. Loana era appena scesa dal treno e mentre attraversava i binari, intenta a salutare il fidanzato rimasto sul convoglio, era stata travolta da un Intercity Genova - Ventimiglia che viaggiava a 140 chilometri orari. Ieri è stato sentito l’ingegnere Paolo Genovesiche ha attribuito la tragedia a una disattenzione della studentessa: «Non si è accorta che arrivava il treno e ha attraversato». Il processo è stato rinviato al 16 dicembre. c. v.

(Del 13/11/2003 Sezione: Vivere Roma Pag. 11)

L’inaugurazione dell’esposizione oggi pomeriggio alle 18 con il presidente della Regione Piemonte Enzo Ghigo Oggi alle 18 il presidente della Regione Piemonte, Enzo Ghigo inaugura la mostra «Piemonte/ fabbrica di cultura» allestita al Complesso del Vittoriano. «Piemonte/fabbrica di cultura» si sviluppa in quattro spazi: la Venaria Reale e la Strada delle Residenze, Pagine di Piemonte, Immagini dal Piemonte, Vetrina Italia. La Reggia di Venaria è l’opera più imponente di quel sistema di residenze di corte e palazzi di caccia che circondano Torino capitale. Le Residenze, realizzate dalla Dinastia Sabauda dall’inizio del Seicento alla metà dell'Ottocento, sono dal 1997 «Patrimonio dell’Umanità». La Venaria Reale, entro il 2006, ricoprirà il ruolo di «Porta d’Accesso» al circuito delle Residenze. Pagine di Piemonte, invece, è un’iniziativa a sostegno dell’editoria piemontese. Immagini dal Piemonte è il quarto spazio espositivo allestito nell’ambito del progetto Vetrina Italia a Piazza dei Cinquecento dove pannelli fotografici riprodurranno le realtà storico artistiche architettoniche della Regione. La mostra è promossa e organizzata dalla Regione Piemonte, Direzione Beni Culturali, Direzione Comunicazione Istituzionale della Giunta Regionale e dall’Associazione Piemontesi nel Mondo, Sede di Roma, in collaborazione con Comunicare Organizzando. Fino all’8 dicembre. v. r.

(Del 12/11/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 43)GLI ALUNNI SI LAMENTANO DELLA QUANTITA’, NON DELLA QUALITA’, DEL CIBO SERVITO ALLA MENSA «A scuola c’è poco da mangiare» Proteste alle materne ed elementari di Venaria Gianni Giacomino

VENARIA REALE

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Alla mensa delle scuole materne ed elementari di Venaria i bambini mangiano troppo poco. Proprio così. Una dieta ferrea che, oltre a lasciare un buco nello stomaco ai piccoli scolari, ha fatto salire un diavolo per capello ai genitori. Nei giorni scorsi i rappresentanti di classe del plesso Romero hanno spedito una lettera di denuncia al sindaco di Venaria Giuseppe Catania, al presidente dell'Azienda Speciale Multiservizi Michele Celeste che gestisce le mense e a Claudia Milano il dirigente scolastico del II circolo. Perché i bambini si lamentano di continuo: «A scuola ci danno poco da mangiare sia a pranzo che a merenda». Sotto accusa è finita la frequenza con cui nei tavoli degli alunni vengono servite le verze, pasta e fagioli, latte freddo con due mini biscotti, mezzo centimetro di passato di verdura e un crostino di pane piccolo, tutte quantità minime di cibo, razioni da ospedale più che da scuola. «Una volta un'intera classe è rimasta senza secondo e dopo un'ora sono arrivate in tavola due mozzarelline a testa con la solita insalata - si lamentano ancora i genitori -. Non vorremo essere costretti a smettere di pagare le rette, perché così non si va avanti». Insomma, è scoppiata una bufera a poco più di un mese dall'inizio dell'anno scolastico, sulla quantità, non certo sulla qualità del cibo. «Riuniremo al più presto la commissione mensa per capire quali sono le grammature (il peso del cibo deciso dai dietologi in base al consumo calorico dei ragazzi) previste nel capitolato di appalto - precisano subito la professoressa Claudia Milano e Michele Celeste che in questi giorni si sono sorbiti le proteste dei genitori -. Vogliamo capire se è possibile aumentarle, se gli alunni possono mangiare di più e piatti diversi». Sicuramente. Lo conferma anche Paolo Lasagna, presidente e amministratore delegato della Eutourist Serv System Spa di Orbassano, la ditta che tutti i giorni sforna in media 1600 pasti che escono dalla nuovissima cucina allestita in via San Marchese, ad Altessano. «Infatti - ammette Lasagna che si è aggiudicato la fornitura delle pietanze nelle scuole di Venaria per cinque anni a poco meno di 5 milioni di euro -. Se si tiene conto dei menù dietetici quelle che noi utilizziamo sono le grammature giuste, se invece si deve preparare un menù per l'appetito dell'utenza la quantità e il condimento del cibo servito può variare». Prosegue: «Per esempio nelle scuole di Volvera i piccoli studenti possono contare su una grammatura molto più alta di quella prevista a Venaria, a Pinerolo invece è più bassa». E poi occorre tenere conto della cottura, come spiegano le cuoche. Il peso di una bistecca può calare anche del 40 per cento quando passa dalla padella al piatto, la verdura perde ancora di più. «E pensare - chiude Paolo Lasagna - che a Venaria solo qualche tempo fa dai tavoli della mensa finivano nei rifiuti chilogrammi di pasta ogni giorno».

(Del 12/11/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 40)TRAGEDIA DELLA DISPERAZIONE A VENARIA. LA DONNA: «MI HANNO GIÀ TOLTO TRE FIGLI, AVEVO PAURA DEGLI ASSISTENTI SOCIALI» Gemello partorito in casa, l’altro muore in ospedale La madre ignorava di essere incinta di due bambini Gianni Giacomino

VENARIA REALE

Quei due gemellini che portava in grembo li voleva solo per lei. Sara (il nome è di fantasia) era già stata costretta a consegnare tre dei suoi figli in affidamento ad altrettante famiglie. Aveva paura che le portassero via anche questi. Così ha partorito in casa con l’aiuto del suo compagno. Lunedì sera ha dato alla luce la prima creatura ma non si è accorta che dentro di lei c’era ancora un altra vita. Ieri pomeriggio Sara si è sentita male, ha capito che il parto era gemellare, ha chiamato il 118 per

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una corsa disperata verso il pronto soccorso del Maria Vittoria. Lì i medici non hanno potuto fare più nulla. Dopo un primo controllo i sanitari hanno constatato che la morte del piccolo era avvenuta almeno cinque ore prima. Adesso sia lei, casalinga di 39 anni, che è ancora ricoverata in ospedale con il neonato, sia il suo compagno, un muratore di 55 anni, sono stati denunciati dai carabinieri della Compagnia di Venaria. L’accusa: omicidio colposo. Secondo i militari l’uomo, che ieri sera è stato interrogato a lungo dal tenente del nucleo operativo Gennaro Riccardi, avrebbe dovuto convincere la sua compagna a raggiungere l’ospedale già lunedì quando le si sono rotte le acque invece di assisterla durante il parto tra le quattro mura di casa che avrebbe potuto trasformarsi in una tragedia molto più grande. «Ma io ho solo aiutato Sara, che altro potevo fare?» ha detto il muratore ai carabinieri. Adesso bisognerà capire perché i servizi sociali del comune di Venaria e il servizio di salute mentale dell’Asl 6, che assistevano da tempo la donna, non hanno potuto fare nulla. Perché non sono stati in grado di convincere la casalinga a sottoporsi almeno ad un’ecografia, a qualche controllo per capire a che mese di gestazione era arrivata. È una brutta storia quella di Sara e dei suoi due gemelli che voleva a tutti i costi. Una storia di disperazione, di povertà, di disagio o forse anche di amore estremo. Una vicenda che ha avuto il suo epilogo in un piccolo appartamento al quinto piano di uno dei palazzoni delle ex case Gescal di Venaria che da qualche tempo sono stati ribattezzati con un nome più elegante quartiere «Fiordaliso». Facciate nuove e giardini più verdi, ma tetti ancora coperti di lastre di eternit e vecchi ascensori che funzionano a singhiozzo. Qui vivono più di 250 famiglie e quasi tutti, almeno di vista, si conoscono. E in tanti sanno della storia di Sara, di quella donna che fino a ieri ha indossato solo grembiuloni colorati per nascondere la pancia sempre più grossa. Ma ultimamente qualcosa era cambiato. I servizi sociali le avevano permesso di allevare insieme al suo compagno l’ultimo figlio, che ha due anni e mezzo. Lei tutte le mattine saliva sull’autobus e lo accompagnava al nido. Nonostante i suoi problemi, nonostante i tre fratelli già dati in affidamento. Sembrava contenta, ma aveva paura. Terrore che se la creatura che portava in grembo fosse nata in una struttura pubblica le sarebbe stata portata via. «Qui nel palazzo, è stata sempre aiutata, ogni tanto qualcuno viene e appende alla porta di casa sua una borsa con dei vestitini per l’unico bambino che le avevano lasciato, oppure con qualcosa da mangiare - racconta uno dei vicini di pianerottolo -. Anche gli assistenti sociali venivano. Per questo ci chiediamo come hanno permesso che accadesse tutto questo». Lui, il vicino, non si è accorto di nulla di quello che la scorsa notte stava accadendo un muro più in là. Non un grido di dolore di Sara o il pianto di un neonato, non un rumore che rompesse la notte. Solo ieri intorno alle 15 ha capito tutto, quando è arrivata l’ambulanza del 118 per soccorrere Sara e il suo compagno gli ha consegnato il bebè: «È nato stanotte, lo può tenere?».

(Del 11/11/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 43)VENARIA, RICERCATO E’ arrestato mentre va a testimoniare

VENARIA

Nella caserma di corso Dante ci è entrato l'altra mattina perchè era stato citato come testimone di un incidente stradale avvenuto mesi fa a Borgaro. Questione di mezz'ora, non di più. Walter Mattea, 40 anni, di Caselle, pensava che avrebbe dovuto raccontare quello si ricordava ai carabinieri del nucleo radiomobile, quasi una formalità. Ma quando è uscito l'uomo aveva un paio di manette chiuse intorno ai polsi. L'accusa: ricettazione. Perché sulla sua testa pendeva da pochi giorni un ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Torino per una vecchia storia. Un provvedimento emesso lo scorso ottobre di cui Mattea non era ancora venuto a conoscenza. Ad accorgersi di tutto è stato un militare del nucleo radiomobile di Venaria, comandato dal maresciallo Ignazio Vargiu che, quando ha sentito il nome del testimone, si è insospettito. Quel Walter Mattea di Caselle gli ricordava qualcosa e infatti al carabiniere è bastato consultare un fascicolo depositato nell'ufficio per scoprire la conferma dei suoi dubbi: «Mi dispiace ma lei è in arresto». Mattea quasi non ci credeva. Forse pensava di poter usufruire dell'indultino o di essere stato condannato a una pena più breve. Invece adesso dovrà rimanere dietro le sbarre del carcere delle Vallette per un anno e quattro mesi.

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g. gia.

(Del 9/11/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 41)A VENARIA REALE Ex palazzi Gescal Oggi assemblea contro il degrado

VENARIA REALE. Stamane alle 10 il Comitato Unico per Altessano ha organizzato un’assemblea pubblica nei locali di via San Marchese 28. L’incontro è stato richiesto a causa di una necessità molto precisa dei residenti: denunciare agli amministratori dell’Agenzia territoriale per la casa e a quelli del Comune di Venaria Reale la situazione in cui sono costretti a vivere nei palazzi Gescal, oggi rinominati quartiere «Fiordaliso». All’assemblea parteciperanno anche il sindaco di Venaria Giuseppe Catania, l’assessore ai Lavori Pubblici Nicola Pollari e il presidente dell’Atc Giorgio Ardito. Le domande che i membri del Comitato, coordinato da Raffaele Longo, presenteranno ad Ardito e alla giunta di Venaria sono semplici. I residenti vogliono capire perché ancora oggi i tetti dei palazzi sono ricoperti da lastre di eternit (che da anni è stato messo fuorilegge), perché non esistono dei sistemi antincendio, perché gli ascensori sono fatiscenti e perché solo oggi qualcuno si accorge che ci sono caldaie e verande abusive, dopo che in passato c’erano state numerose segnalazioni.

(Del 7/11/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 45)L’EDIFICIO ACQUISTATO DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE Il vecchio cinema diventa un centro d’incontro

VENARIA. Prima era un filatoio, poi si tasformò nel cinema «Dante» e fino a qualche anno fa ospitò gli attrezzi di una palestra andata in fallimento. Ora lo storico edificio adiacente all'ospedale che si affaccia su piazza dell'Annunziata, avrà la sua quarta vita. Dalla struttura si ricaveranno infatti un Internet Cafè, un salone destinato ai matrimoni civili e uno spazio per le conferenze e le assemblee in grado di ospitare al massimo un centinaio di persone. «Per acquistare la struttura l'amministrazione ha sborsato 400 mila euro - spiega Nicola Pollari, vice sindaco e assessore ai Lavori Pubblici del comune di Venaria -. Adesso abbiamo a disposizione due milioni di euro per riconvertire il vecchio cinema. Il centro città ha bisogno di centri che favoriscano l'aggregazione». I lavori dovrebbero iniziare entro la prossima primavera per terminare prima del 2006. Intanto, nei giorni scorsi, è partito il cantiere per la ripavimentazione di piazza dell'Annunziata. Gli addetti della Tecneco di Torino dovranno sostituire i mattoni di cotto veneziano (piazzati meno di quattro anni fa con una spesa di circa 700 milioni di vecchie lire) rovinati dalle intemperie con dei ciotoli in pietra. Tutto dovrebbe essere pronto in meno di un mese, condizioni atmosferiche permettendo, per un investimento complessivo di poco meno di 150 mila euro.

(Del 7/11/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 45)SIGLATO L’ACCORDO TRA L’ASSESSORATO E L’ASL 6, ORA SI DECIDE IL DESTINO DEL NOSOCOMIO DI PIAZZA DELL’ANNUNZIATA Venaria: la Regione dà via libera al nuovo ospedale

VENARIA REALE

Entro tre o quattro anni la città della Reggia potrà contare su un nuovo ospedale. L'accordo di programma è stato siglato ieri mattina a Venaria neglio uffici di via Goito dall'assessore regionale alla Sanità Antonio D'Ambrosio, dal direttore generale dell'Asl 6 Sergio Bertone, dall'architetto Claudio Fumagalli e dall'amministrazione comunale di Venaria. La struttura, concepita sul modello delle cliniche svizzere, verrà costruita in corso Machiavelli. «Ci sono tutte le condizioni perché venga edificato quello che io più che ospedale chiamerei "poliambulatorio specialistico" - spiega

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l'assessore D'Ambrosio -. A cominciare dai soldi, circa 11 milioni di euro, già stanziati». Ma poi D'Ambrosio precisa: «Non voglio che tutta questa operazione passi per propaganda elettorale. Da anni nella zona di Venaria c'era la necessita di una nuova struttura sanitaria». Per capire i servizi che offrirà la clinica basta dare un'occhiata ai preliminari del progetto che prevede una struttura di tre piani (che potrebbero anche diventare quattro). Su un'area di circa otto mila metri quadrati troveranno spazio una quarantina di posti letto destinati alle divisioni di medicina e di chirurgia, un centro dialisi con otto letti, un day hospital e ambulatori di cardiologia, oculistica, fisioterapia, oncologia, pediatria, tac, radiologia. «Noi avremmo voluto anche la pediatria - ammette Giuseppe Catania, il sindaco di una città dove nascono in media 500 bambini all'anno - ma sappiamo che sarà quasi impossibile». Ci sarà anche un pronto soccorso attivo 24 ore su 24 che lavorerà gomito a gomito con una postazione del 118. Il complesso dovrebbe avere dei costi di gestione ragionevoli. «Per noi questa soluzione è una vittoria - dice euforico il sindaco - una rivincita contro chi per anni ci ha accusato di occuparci solo della Reggia e non della salute dei cittadini». Adesso amministratori e tecnici avranno tre settimane per cercare di capire quale possa essere il futuro del nosocomio di piazza dell'Annunziata dove da tempo si dovevano effettuare lavori di restauro per un importo di 5 milioni di euro (soldi che saranno impiegati adesso per tirare su la nuova sede ospedaliera insieme ai tre milioni di euro previsti per il poliambulatorio). D'altronde il direttore generale dell'Asl 6 Sergio Bertone l'ha sempre sottolineato: «Si impiegherà molto meno a creare dei reparti ex novo che a mettere le mani sul vecchio ospedale ingabbiato da una serie di vincoli urbanistici insuperabili imposti dai Beni Architettonici». Il sindaco Catania vorrebbe che le corsie e le camere inserite nel cuore di Venaria fossero destinate comunque alla medicina. Con l'allestimento di una lungodegenza (soluzione che non incontra l'entusiasmo della Regione) o con la creazione di un country hospital gestito dai medici di base. Ma c'è chi opta anche per una sede di distretto dell'Asl 6.

(Del 5/11/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 43)VENARIA, LI APPICCICAVA SU PRODOTTI PIU’ COSTOSI Truffava il supermercato con codici a barre clonati

VENARIA REALE

L'aveva pensata davvero bella Franco D., un musicista di Torino di 37 anni. Per pagare molto meno la merce dell'Ipermercato Auchan di Venaria prima rubava le etichette a barre riportate sui botticini che contenevano il liquido per la pulizia dei tergicristali, poi scannerizzava i codici sul computer di casa e infine le appiccicava su prodotti più costosi. Geniale. Così l'artista sborsava poco meno di tre euro per un i prodotti molto più cari: preferibilmente film in dvd e cartucce per le stampanti che passavano come «regolari» al rilevatore delle casse. Sempre letto il codice a barre dagli infrarossi e, ovviamente, mai un allarme che suonava. Ma sono state proprio le ricariche per le stampanti a far cadere nella trappola Franco D. che con la giustizia non aveva mai avuto nessun tipo di problema. Gli addetti alla sorveglianza dell'ipermercato, insospettiti, lo hanno seguito e alcuni giorni fa lo hanno sorpreso con le mani nel sacco mentre trafficava con le etichette in mezzo agli scaffali. E lì è finita la pacchia visto che adesso il musicista dovrà rispondere delle accuse di furto aggravato e truffa.Poi è toccato ai carabinieri di Venaria interrogare l'uomo e capire il perché uno come lui, con la fedina penale immacolata, abbia architettato un meccanismo che alla fine gli costerà caro. Semplice. Franco D. navigando in internet si è fatto un giretto su un sito dove è possibile scaricare le etichette con i codici e, quelle recuperate dagli investigatori, avevano addirittura riprodotto il marchio dell'Auchan. (Qualche mese fa a Venaria erano spuntati dei manifesti dove qualcuno consigliava l'indirizzo internet dove si potevano scaricare i vaucher riprodotti per non pagare i parcheggi a pagamento). Il musicista si faceva un giro per le corsie, annotava i numeri degli adesivi incollati sulle bottigliette del liquido per la pulizia dei tergicristalli e poi li inseriva sull'etichetta falsa che stampava con il suo computer.

g. gia.

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(Del 5/11/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 16)

Specchio dei tempi «Si è atteso 31 ore l’arrivo del medico legale a Venaria» Segue la firma Un lettore ci scrive: «Dopo tre mesi di atroce sofferenza, il giorno prima di compiere 53 anni, alle tre del mattino, mio padre è morto stroncato da un tumore al pancreas. Nonostante l’ora notturna abbiamo subito informato sia la guardia medica di Venaria sia il nostro medico di famiglia per la constatazione della morte e accelerare la parte burocratica che tale tragedia prevede. «Alle 8,20 il medico curante aveva già compilato quanto dovuto ed è cominciata l’attesa del medico che doveva inviare il servizio di medicina legale. Senza poter chiudere la bara per consentire quest’ultima visita, il corpo martoriato del babbo è stato sistemato provvisoriamente nel salotto di casa in modo che, dignitosamente, i molti che gli hanno voluto bene e lo hanno ammirato potessero salutarlo un’ultima volta. Non ultimi mia madre e noi figli che lo abbiamo accudito in casa da soli, per amore estremo e consapevoli che l’ospedale ti umilia e ti intristisce. «Ci saremmo aspettati più cortesia e attenzione da parte del’Asl, invece abbiamo dovuto attendere 31 ore prima che un giovane medico si presentasse in casa per firmare un foglio e porre fine a questo nostro strazio, anche in considerazione delle gravi condizioni in cui la malattia aveva portato il fisico di quest’uomo». Segue la firma [email protected]

(Del 5/11/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 16)

IN BREVE

INCIDENTI MORTALI.

Quattro vittime sulle strade della città e della provincia in ventiquattro ore. La prima, in ordine di tempo, è Franco Vallero, un operaio di Ciriè di 21 anni, morto la notte scorsa dopo essersi schiantato con la macchina contro un albero in via Sansovino. Fine ancora più tragica per Giuliana Chiappero, 56 anni, di Santena, trovata ieri mattina intorno alle 7,30 da un ciclista nel fosso di fianco alla statale 29 che collega Santena a Poirino, di fronte alla ditta Valeo. Era stata investita lunedì sera da un’auto guidata da un ragazzo di Poirino, R.R, 19 anni, il quale, terrorizzato, non si è fermato, non l’ha aiutata. E ancora un morto, su un’altra strada trafficata, l’ex statale 460, a Salassa. Pasquale Rubino, 56 anni, abitante a Rivarolo in via Bicocca 71, è stato travolto da un’auto che l’ha centrato in pieno facendolo sbalzare ad una decina di metri di distanza, in un campo che costeggia l’ex statale 460. Infine a Torino, nel tardo pomeriggio di ieri, è stato investito e ucciso un ragazzo di Venaria, Emanuele Di Canosa, 28 anni. Abitava in via Mathi 146/e, case Gescal, al confine con Altessano. Stava attraversando corso Settembrini, all’altezza della centrale termica, per raggiungere l’auto parcheggiata lungo lo spartitraffico centrale. Una Peugeot 307 che viaggiava in direzione di corso Orbassano l’ha centrato in pieno, scaraventandolo contro una Lancia Y parcheggiata.

(Del 31/10/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 54)AL CONVEGNO SULLE PERIFERIE EMERGE LA DIFFIDENZA DEI PICCOLI ENTI «La città metropolitana è un errore» I comuni della cintura e i quartieri bocciano la proposta Le une rivendicano più margini di autonomia nella gestione del territorio e, perchè no, più fondi; gli altri lamentano il dialogo non sempre facile con Palazzo civico, talora percepito più lontano di quanto la distanza geografica non ammetta. Entrambi insistono sull’importanza di poter lavorare insieme, dando risposte rapide e convincenti ai cittadini. Il decentramento è anche questo: circoscrizioni e comuni limitrofi uniti nel sollecitare un ruolo maggiore. Certamente perplessi, se non dichiaratamente contrari, alla creazione dell’area metropolitana proposta a bruciapelo dal sindaco Chiamparino nei giorni scorsi. Non è un caso che il vicesindaco Calgaro, in apertura di

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dibattito, abbia precisato come la nuova entità amministrativa non debba «essere calata dall’alto» ma presupponga il consenso di tutti. La singolare alleanza ha preso forma e sostanza nel corso dei dibattiti incrociati che hanno scandito l’ultima giornata del convegno sul recupero delle periferie organizzato dall’assessore Tricarico. Protagonisti i presidenti di circoscrizione ed i sindaci dei comuni metropolitani (Venaria, Settimo Torinese, Beinasco, Nichelino), impegnati a confrontarsi su temi di ordinaria quotidianità: temi condivisi, nella misura in cui le circoscrizioni rappresentano l’interfaccia territoriale dei comuni con i quali confinano. E viceversa. E’ il caso di Beinasco e della seconda circoscrizione guidata da Bossuto, accomunati da battaglie combattute con armi spuntate: una volta può essere la realizzazione di una rotonda a cavallo dei confini; un’altra la necessità di potenziare l’illuminazione pubblica in un’area condivisa; un’altra ancora la bonifica di una porzione del territorio. Missioni impossibili, o quasi, per comuni già alle prese con una cronica carenza di mezzi e circoscrizioni che devono comunque rendere conto a Palazzo civico: un interlocutore lontano, nel migliore dei casi caratterizzato da una macchina amministrativa efficiente ma non dimensionata per la risoluzione in tempi accettabili delle piccole emergenze che premono ai cittadini. Lo hanno detto senza troppi peli sulla lingua sindaci - Gilberto Giuffrida per Beinasco, Giovanni Ossola (Settimo), Giuseppe Catania (Venaria), Pier Bartolo Piovano (Nichelino) - e presidenti di circoscrizione: da Michele Paolino (terza) ad Eleonora Artesio (sesta), da Yuri Bossuto (seconda) a Maurizio Trombotto (decima) e Pier Paolo Maza (quinta). Inevitabile la diffidenza per una proposta, quella delineata da Chiamparino, che sembra andare in controtendenza rispetto al decentramento auspicato per la riscoperta delle periferie e dei comuni sui quali si affacciano. Nè l’intervento del direttore generale Vaciago, che ha riepilogato i punti salienti della riforma cercando di allontanare lo spettro del «sindaco-podestà», è bastato a rassenerare gli animi.

ale. mon.

(Del 1/11/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 41)LA TENSOSTRUTTURA PREFABBRICATA E MODERNISSIMA SARA’ PRONTA ENTRO IL PROSSIMO GENNAIO Un teatro nuovo di zecca per Venaria In vetro, acciaio e legno, modificabile secondo gli eventi Gianni Giacomino Entro la fine di gennaio, dopo decenni di attesa, la città di Venaria avrà il suo teatro. La tensostruttura polivalente in legno lamellare, vetro e acciaio, sarà costruita tra piazza Michelangelo e la tangenziale, nel cuore del quartiere Puccini, e potrà contenere ben 1500 persone. Il cantiere è partito qualche giorno fa anche se gran parte dell'edificio sarà prefabbricato altrove e trasportato a Venaria già assemblato, consentendo di risparmiare quasi due anni di lavori. Il costo dell’opera avveniristica che non ha simili in Italia, progettata dagli ingegneri Vittorio Neirotti e Salvatore Caliquaglia, supera i tre milioni di euro e la realizzazione è stata affidata alla Dega Spa di Torino che si è aggiudicata la gara d'appalto a livello europeo riscuotendo il parere favorevole di diversi esperti del settore. «Tra qualche mese tutte le associazioni di Venaria potranno contare su uno spazio dove poter svolgere le loro manifestazioni, gli spettacoli, i convegni, i concerti, le mostre - inizia Michele Celeste, presidente dell'Azienda Speciale Multiservizi, che gestirà l’attività del teatro e la programmazione degli appuntamenti previsti per il prossimo anno -. Per una città come Venaria, che conta quasi 40 mila abitanti e che diventerà un centro di cultura e turismo a livello mondiale, era necessaria una struttura così capiente e moderna». Sbaglia chi pensa ad una semplice sala cinematografica con palco, schermo e poltroncine. «La tensostruttura potrà essere modificata a seconda dell’avvenimento ottenendo acustiche differenti e più o meno posti a sedere spostando dei pannelli mobili - continua Celeste che è già impegnato ad organizzare gli appuntamenti per Natale visto che il teatro dovrebbe già essere agibile -. Ci sarà anche il foyer per ospitare le orchestre, dei camerini attrezzati per gli attori, un bar». Ovviamente le pareti del teatro saranno insonorizzate e all’esterno saranno disegnati diversi parcheggi per gli utenti. Intanto a Venaria rimane da decidere il futuro del Supercinema Ciak di corso Garibaldi. Tre splendide sale da 400, 200 e 100 posti inaugurate quasi quattro anni fa dopo un investimento di oltre un milione e mezzo di euro e oggi,

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dopo il fallimento della Giuliva, desolatamente vuote. Un brutto colpo per la città della Reggia che il cinema lo aveva sognato per una ventina di anni. «Il Comune ha chiesto al curatore fallimentare di poter conoscere tutti i dettagli che hanno portato alla chiusura - spiega il sindaco Giuseppe Catania -. Il nostro obiettivo è riaprire il Supercinema il più preso possibile visto che il complesso è nuovo e sarebbe un peccato lasciarlo al degrado».

(Del 30/10/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 45)VENARIA, LA DONNA HA GRAVI LESIONI A UN ORECCHIO Picchiava la moglie Artigiano in carcere

Stavolta G.M.R., un artigiano di 60 anni, di Venaria, con la moglie ci è andato un po' pesante: uno schiaffo di troppo che potrebbe causare delle lesioni permanenti all'orecchio destro della donna. E agli agenti della sezione giudiziaria della Polizia Municipale di Venaria non è rimasto che chiudergli un paio di manette intorno ai polsi con l'accusa di maltrattamenti in famiglia. L'ennesima lite tra i due coniugi è avvenuta qualche giorno fa, in un appartamento nel centro storico della città. Quando i civich sono arrivati nella casa hanno trovato S.R.F, cubana di 27 anni, in lacrime. «E' da un anno a questa parte che mio marito è diventato più violento. Mi picchia e mi insulta di continuo, io l'ho denunciato ai carabinieri solo qualche mese fa, ma ho paura che prima o poi mi faccia male di brutto». Gli agenti coordinati dall'ispettore Luca Vivalda hanno creduto al racconto della donna e, con l'autorizzazione del magistrato di turno Paolo Toso, hanno fatto partire la macchina investigativa in collaborazione con i carabinieri di Venaria. Dalla caserma di via Dante è subito saltata fuori la denuncia che la giovane sudamericana aveva presentato lo scorso 29 agosto quando l'uomo l'aveva conciata abbastanza male a forza di prenderla a pugni e schiaffi. Insieme alla querela gli inquirenti hanno esaminato anche il referto medico che segnalava addirittura piccoli tagli da coltello sulla pancia e sulle braccia. Così ai civich, dopo l'ok del pm per il fermo del marito, non è rimasto che accompagnare l'artigiano, abbastanza incredulo, al carcere delle Vallette. S.R.F. è invece stata portata al pronto soccorso dell'ospedale di Venaria con un trauma cranico e diverse contusioni. Da lì è stata trasferita alle Molinette a causa della perforazione del timpano destro. Una lacerazione grave che potrebbe causare danni permanenti all'udito della ragazza.

g. gia.

(Del 29/10/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 41)INTERVENTO DELL’ARPA CHE DEVE STABILIRE SE LA SOSTANZA E’ TOSSICA. APPELLO CONTRO L’OMERTA’ Colorante nella fontana di Venaria Raid teppistico nel salotto della città, 150 mila euro di danni Gianni Giacomino

I teppisti sono tornati a colpire nella città della Reggia la notte scorsa. E stavolta lo hanno fatto in grande stile versando litri e litri di colorante blu nella fontana di piazza Pettiti. Così ieri mattina decine di persone si sono fermate perplesse a guardare l’enorme vasca colorata di un intenso «blu di Prussia» sistemata nello spiazzo che è diventato un po’ il salotto elegante della città: «Roba da matti, qui a Venaria non esiste più rispetto per nulla». Adesso rimane da capire se il colorante è tossico o meno. In poche parole se si tratta di una vernice o di una sostanza biodegradabile in polvere diluita. Dubbio che verrà chiarito solo nelle prossime ore quando arriveranno i risultati delle analisi effettuate su dei campioni di acqua prelevati nella vasca della fontana ieri mattina. Le boccette piene di liquido sono state analizzate dai tecnici dell’Arpa e da quelli dell’ufficio Ecologia del comune di Venaria, coordinati da Maria Alda Martinuzzi, e anche dai militari del nucleo operativo di Venaria. Intanto l’amministrazione del comune di Venaria ha già allertato la Smat che, in caso venisse riscontrata la tossicità del colorante, dovrà risucchiare centinaia di litri di acqua smaltendoli poi in un impianto adeguato invece di scaricarli nelle fogne. Per fortuna la macchia blu non rischia allargarsi e di inquinare la rete idrica di Venaria visto che la fontana funziona con il riciclo dell’acqua che viene depurata grazie ad un filtro a sabbia. Comunque rimane il danno a tutto

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l’impianto. E un danno grosso: almeno 150 mila euro. «Mica esagero - comincia furioso Giuseppe Catania, il sindaco di Venaria al quale i vandali avevano concesso un periodo di tregua dopo che nei mesi scorsi si erano divertiti a spaccare diversi arredi pubblici appena sistemati -. E nelle casse del comune 150 mila euro per risostituire l’impianto di piazza Pettiti non ci sono». Si altera: «Questo non è solo un raid di teppisti, di ragazzetti che non sanno come passare la serata. Ma è uno sfregio alla città, un attacco premeditato ad uno dei simboli del rinnovamento perché qui c’è qualcuno che non vuole che Venaria cambi». Poi lancia l’ennesimo appello: «Se dei cittadini hanno visto quello che è successo la notte scorsa in piazza Pettiti devono andare dai carabinieri e parlare, l’omertà e la paura non fanno bene a nessuno tantomeno a questa città».

(Del 24/10/2003 Sezione: Savona Pag. 43)

TRA I TESTI SENTITI ANCHE IL CAPOSTAZIONE DI FINALE E UN PASSEGGERO «L’annuncio di pericolo è stato dato» Aperto ieri il processo per la ragazza travolta dal treno a Spotorno

SAVONA

Aperto a Savona il processo contro tre dirigenti delle Ferrovie dello Stato per la morte della studentessa diciassettenne di Venaria, Loana Dipinto, che il primo agosto 1999 era stata travolta e uccisa da un treno nella stazione di Spotorno. Al centro dell’istruttoria, le precauzioni di sicurezza dello scalo di Spotorno, disabilitato come tante altre stazioni italiane. Il giudice Aschero ha sentito alcuni testi, tra i quali un ex capotreno di Chivasso, Paolo Villata, presente quel giorno in stazione, che ha confermato di aver sentito annunciare il transito dell’intercity che ha poi travolto la ragazza e dunque l’avviso di pericolo. Avviso che Marco Peluffo, il capostazione di Finale, da cui dipende Spotorno, ha ribadito di aver fatto, per due volte consecutive. L’udienza riprende il 12 novembre.f. p.

(Del 24/10/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 47)CONVOCATO PER GIOVEDI’ PROSSIMO UN CONSIGLIO COMUNALE APERTO Commercianti «isolati» in via Mensa A Venaria sotto accusa la rivoluzione viaria nel centro storico

VENARIA REALE CI avevano assicurato che il 2003 sarebbe stato l'anno del rilancio del commercio a Venaria e invece le vendite sono calate del quaranta per cento a essere ottimisti». Parole di Gianni Pighetti, l'ottico di piazza dell'Annunziata. Così adesso 75 esercenti sistemati nel centro storico di Venaria hanno firmato una petizione che chiede all'amministrazione di rivedere il sistema viario che ha "isolato" via Mensa (quella che corre diritta fino alla Reggia), trasformata in un'isola pedonale e parte di viale Buridani. Per il prossimo 30 ottobre è già stato convocato un Consiglio comunale aperto dove i negozianti contesteranno diverse scelte adottate dalla giunta Catania, a cominciare dalla rotatoria sistemata in piazza Vittorio Veneto davanti al cinema Ciak fino alla carenza di parcheggi. «Nei nostri negozi non entra più un cliente perché la gente non sa nemmeno dove lasciare la macchina - protestano i commercianti -. Hanno chiuso l'arteria principale della città senza piazzare un cartello segnaletico per indicare agli automobilisti le vie alternative per avvicinarsi, è inaccettabile». In questi mesi via Mensa, quella che veniva usata per "tagliare" l'intasatissimo corso Garibaldi, è diventata un cantiere a cielo aperto e già a marzo gli esercenti avevano espresso tutto il loro malumore. «E poi in via Mensa si potrebbe arrivare da via Rolle, lasciando l'auto nel parcheggio di piazza don Alberione dove sono disponibili più di un centinaio di spazi, ma i clienti che arrivano da fuori Venaria non sanno come fare a raggiungere via Rolle perché non esiste un cartello segnaletico» tuona ancora

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Pighetti che con Anna Celeste, la presidente dell'associazione Borgo Castello, è il portavoce del malcontento della categoria. Una protesta che l'assessore ai Lavori Pubblici e vice sindaco Nicola Pollari, si aspettava: «Certo ma le modifiche alla circolazione fanno parte del cambiamento complessivo di Venaria. Capisco lo stato d'animo dei commercianti di via Mensa, ma bisogna modificare la mentalità perché la situazione potrà cambiare quando finalmente usufruiremo dei benefici della Reggia che sono migliaia di turisti all'anno che passeggeranno per la città». «E' una situazione di transizione» termina Pollari. Che poi si pone una domanda: «Se il commercio del centro è in crisi come mai il prezzo degli immobili, case e negozi, in via Mensa è addirittura raddoppiato negli ultimi due anni e c'è la corsa all'acquisto?».

CITTÀ DI VENARIA REALE(Provincia di Torino)

Via Goito, 4 – 10078 Venaria Reale - 011/4072419 011/4072439Servizi Tecnici: Area Governo Territorio

RACCOMANDATA A.R.

Egr. on. Ugo MartinatVice Ministro delle Infrastrutture e dei TrasportiVia Nomentana, 1 00161 Roma

Spett.le Regione Piemonte Assessorato ai Trasportialla c.a. dott. William CasoniVia Belfiore, 23 10126 Torino

Egr. Presidente dellaProvincia di Torino dott.ssa Mercedes BressoVia Maria Vittoria, 12 10123 Torino

Spett.le Provincia di TorinoAssessorato ai Trasporti eGrandi Infrastrutturealla c.a. dott. Franco CampiaVia Maria Vittoria, 12 10123 Torino

Ai Consiglieri della Provincia di TorinoVia Maria Vittoria, 12 10123 Torino

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Ill.mo Sig. Sindaco della Città di TorinoPiazza Palazzo di Città,1 10122 Torino

Spett.le Provincia di Torino Assessorato Pianificazione Territorialealla c.a. dott. Luigi RivaltaCorso Giovanni Lanza, 75 10131 Torino

Egr. Presidente G.T.T. S.p.A.sig. Giancarlo GuiatiCorso Turati, 19/6 10128 Torino

Ai Sindaci dei Comuni di:

BalangeroBorgaro TorineseCaselle TorineseCeresCirièGermagnanoLanzo TorineseMathiMezzenileNolePessinettoSan MaurizioTraves

Spett.le G.T.T. S.p.A.Divisione Metropolitanaalla c.a. ing. Ilario SignorettiCorso Siccardi, 15 10122 Torino

Egr. ing. Mauro MorettiAmministratore DelegatoR.F.I. S.p.A.Piazza della Croce Rossa, 1 00161 Roma

Spett.le La Stampa Via Marenco, 32 10100 Tori no

Spett.le La Repubblica Via Roma, 305 10100 Tori no

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Oggetto: decisioni sulla linea Torino - Ceres.

Apprendiamo dagli organi di stampa che un effetto collaterale della decisione di interrare il passante sotto la Dora sarà la modifica del tracciato della Torino Ceres.

Verrà avviata la costruzione di una nuova linea tra la Stazione di Madonna di Campagna e la Stazione Rebaudengo dove la suddetta ferrovia verrebbe instradata sul passante: il tutto con conseguenze non di poco conto sull’esercizio di questa linea e quindi sui collegamenti tra i nostri Comuni.

Abbiamo firmato 2 anni fa insieme a tutti gli altri Comuni dell’Area Metropolitana il piano generale del traffico urbano che prevedeva che nel 2006 la linea Torino - Ceres instradata sul passante funzionasse da metropolitana collegando Lanzo con Pinerolo attraverso il centro di Torino.

La pari dignità tra le istituzioni forse richiederebbe che almeno a livello di area metropolitana le informazioni riguardanti quelle decisioni che ciascun Ente assume, ma che hanno effetti su altri, non giungessero a conoscenza degli Enti coinvolti attraverso la stampa locale.

Inoltre ci pare assai grave che non sia stato costituito alcun luogo dove discutere non osiamo dire della scelta, che sicuramente appartiene ai proprietari della linea (il Comune di Venaria Reale non è certamente tra questi) ma almeno sulle sue conseguenze.

Chiediamo quindi di conoscere con esattezza:1. le tempistiche di realizzazione del nuovo percorso,2. natura ed entità delle coperture finanziarie per l’opera,3. l’impatto dei cantieri sul territorio interessato dal nuovo percorso,4. modalità di gestione dell’esercizio durante l’effettuazione dei lavori ai fini di ridurre i disagi

per l’utenza,5. data di fine dei lavori e di avvio dell’esercizio definitivo,6. modalità di esercizio previste durante le olimpiadi del 2006 e in prospettiva dell’apertura al

pubblico del complesso della Reggia di Venaria.

Rimane francamente incomprensibile come si pretenda di rendere logicamente coerente tutto questo con la scelta ribadita dal Consiglio Comunale di Torino del 17 marzo scorso in cui si esprimeva “parere totalmente ostativo” all’eventuale progetto di passaggio in galleria profonda della linea TAC e alla costituzione di una fermata in territorio metropolitano presso la Stazione Stura opponendo questioni relative a presunti ritardi sulla conclusione dei lavori del passante che tale scelta avrebbe causato, ritardi che invece non hanno alcuna rilevanza, a quanto pare, se si tratta di interrare il passante sotto la Dora.

Cordiali saluti

Venaria Reale, 24 ottobre 2003

L’Assessore Il Sindaco Area Governo Territorio (dott. Giuseppe Catania) (dott. Nicola Pollari)

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Del 22/10/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 41)ARRESTATI DUE MINORENNI DI VENARIA REALE Pestano a sangue l’autista del bus VENARIA REALE

Un'intera famiglia di Venaria è finita nei guai ieri pomeriggio. Il padre, Rosario G., camionista di 41 anni, è rinchiuso alle Vallette con l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale. Due dei suoi figli, gemelli di 15 anni, sono arrestati con l'accusa di lesioni aggravate e danneggiamento e il terzo è stato denunciato per violenza dai carabinieri di Venaria. E tutti sono minorenni. La storia inizia poco dopo le 13 quando due dei giovani aggrediscono l'autista del 72 sbarrato proprio davanti allo stadio delle Alpi. «Gli ho solo detto che sull'autobus non si poteva fumare, dopo che alcuni passeggeri avevano protestato» ha raccontato l'uomo al tenente Riccardi, il comandante del nucleo operativo di Venaria. E proprio da lì sarebbe partita la scazzottata che ha fatto finire il conducente del 72 sbarrato al pronto soccorso del Maria Vittoria a causa delle ferite riportare al volto. Alla pattuglia del radiomobile non è rimasto che intercettare i due gemelli, che hanno anche frantumato alcuni finestrini dell'autobus con il martelletto da usare durante le emergenze, e accompagnarli nella caserma di Venaria. Lì poco più tardi è arrivato il padre dei due, Rosario G., ed è finito nei guai pure lui. L'uomo si è parato davanti a una gazzella che stava accompagnando uno dei suoi figli rimasto contuso nella rissa con l'autista a farsi medicare. Per lui è scattato subito l'arresto. Poi, per motivi che stanno cercando di chiarire gli inquirenti, intorno alle 18 è partita l'ennesima rissa tra un altro dei figli del camionista e i carabinieri davanti alla caserma e quest'ultimo, di appena 16 anni e mezzo, è stato denunciato. «Anche noi siamo vittime di queste aggressioni insensate nonostante tutti gli sforzi che abbiamo sostenuto per proteggere i dipendenti e gli utenti - spiega Davide Gariglio, l'amministratore delegato di Gtt che dal 2001 ha messo in circolazione 150 e 165 pullman tram con la cabina dell'autista protetta -. Gli autisti sono preparati e valutano molto bene la situazione prima di intervenire, la gente questo deve capirlo».

Del 20/10/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 44)

Specchio dei tempi Un lettore ci scrive: «Ho letto alcuni giorni fa un articolo in cui siUn lettore ci scrive: «Ho letto alcuni giorni fa un articolo in cui si evidenziavano i lavori che si stanno facendo presso la “Reggia di Venaria”evidenziavano i lavori che si stanno facendo presso la “Reggia di Venaria” e di conseguenza anche quelli che sono in via di ultimazione nel Parco “Lae di conseguenza anche quelli che sono in via di ultimazione nel Parco “La Mandria”. «Mi ha colpito il fatto che si annuncia che entro il 2004 saràMandria”. «Mi ha colpito il fatto che si annuncia che entro il 2004 sarà ultimato il “Centro del cavallo” presso la cascina Rubianetta. Mi risultaultimato il “Centro del cavallo” presso la cascina Rubianetta. Mi risulta che dopo alcuni mesi di lavoro di ristrutturazione della cascina, tutto si siache dopo alcuni mesi di lavoro di ristrutturazione della cascina, tutto si sia fermato e che le erbacce, la sporcizia e il degrado la stiano facendo dafermato e che le erbacce, la sporcizia e il degrado la stiano facendo da padrone. Si può notare materiale edile abbandonato, gru arrugginite,padrone. Si può notare materiale edile abbandonato, gru arrugginite, serramenti completamente abbandonati e di gente che lavora neancheserramenti completamente abbandonati e di gente che lavora neanche l’ombra. Un cartello segnala che la spesa prevista per la ristrutturazione èl’ombra. Un cartello segnala che la spesa prevista per la ristrutturazione è di due milioni e mezzo di euro circa (5 miliardi delle vecchie lire).di due milioni e mezzo di euro circa (5 miliardi delle vecchie lire). Qualcuno sa dire che cosa sta succedendo? Inoltre vorrei sapere come maiQualcuno sa dire che cosa sta succedendo? Inoltre vorrei sapere come mai la parte più bella del Parco, vale a dire la zona “dei laghi”, non è aperta alla parte più bella del Parco, vale a dire la zona “dei laghi”, non è aperta al

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pubblico come il resto del Parco per tutto l’anno?». Silvio Alfieripubblico come il resto del Parco per tutto l’anno?». Silvio Alfieri

(Del 19/10/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 53)UNA MAMMA DI SAVONERA: E’ VENUTO AD APRIRMI UN BAMBINO Le due cooperative litigano e la scuola resta incustodita

COLLEGNO

Porte aperte alla scuola elementare Don Sapino a Savonera. No, non è la pubblicità per attirare nuovi iscritti. Anzi, è stata la causa di una protesta da parte dei genitori, che si sono trovati le porte della scuola aperte e incustodite. «L'altro pomeriggio sono arrivata per prendere mia figlia e ad aprirmi è stato una bambino di terza - racconta Isabella Calvagna -. Un bambino che se ne andava per la scuola senza che nessuno gli dicesse niente. Ha aperto a me, ma poteva aprire a chiunque». Un caso isolato? Non sembra proprio. Nei giorni a seguire la mamma è tornata nella scuola per vedere se era tornata la normalità. «Macché - sbotta -. Martedì pomeriggio sono entrata nella scuola e non c'era nessuno all'ingresso. Ho camminato per un bel po' e niente, nemmeno l'ombra di un controllo. Sono arrivata quasi nella classe di mia figlia per incontrare qualcuno. Non è credibile: potevo essere un ladro o peggio ancora, e niente e nessuno mi aveva chiesto chi ero e dove stavo andando». Insomma una scuola aperta e incustodita. «Di questi tempi mi sembra veramente voler giocare col fuoco» dice. La situazione paradossale avviene in due fasce orarie: quelle del prescuola, dalle 7,30 alle 8,30, e del doposcuola, dalle 16,30 alle 17,30. Quando le maestre vanno via alla Don Sapino regna l'anarchia. Eppure di persone ce ne sono. A gestire le pulizie c'è la cooperativa Marca e a intrattenere i bambini in attività ludiche, in attesa dell'arrivo dei genitori, ci sono gli operatori dell'associazione L'Alveare. Tutto a posto? Neanche a parlarne. Perché tra le due è sorto un conflitto di competenze. Cioè, nessuna delle due ritiene di avere il compito di dover controllare l'ingresso, aprendo e chiudendo la porta. E la patata bollente arriva dritta nelle mani del direttore didattico vicario Giovanni Simondi. «La sorveglianza in una scuola è primaria al pari dell'insegnamento - spiega -. In questi giorni avremo un incontro con la cooperativa Marca, che doveva garantire sia la pulizia sia il portierato per capire cosa non ha funzionato e risolvere il caso. Perché una soluzione si deve trovare e al più presto. Non è possibile che sia un bambino ad andare ad aprire la porta. No, non è proprio credibile». Ma alla Don Sapino, sì.

(Del 4/10/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 41)GLI ENTI PUBBLICI HANNO FINANZIATO LE OPERE, ORA SI ATTENDONO I PRIVATI: I LAVORI DEVONO ESSERE TERMINATII PER IL 2006 Ostello e parcheggio multipiano a Venaria Il primo sorgerà ad Altessano, il secondo vicino al centro della città Gianni Giacomino

VENARIA REALE

Se il futuro della città di Venaria dev'essere il turismo, turismo sia. Entro il 2006 verranno costruiti un parcheggio multipiano con la nuova stazione ferroviaria e un ostello-foresteria ad Altessano. In ballo ci sono 4 milioni di euro. «Non dobbiamo solo occuparci delle capacità attrattive, ma anche di quelle di servizio del sistema urbano perché sono indispensabili» precisa subito il sindaco della città Giuseppe Catania. Ma la vera novità è che l'amministrazione di Venaria e la Regione per costruire le due opere si avvaleranno della formula «project financing» prevista dalla legge Merloni. In pratica i soldi ci sono e adesso qualche privato dovrà presentare i progetti. Quando esisterà uno studio ritenuto idoneo da una commissione si provvederà ad indire una gara d'appalto dove, però, potranno partecipare anche altri promotori. Se alla fine si aggiudicherà l'appalto un altro soggetto, questo dovrà versare al primo progettatore un indennizzo per le spese sostenute. Chi costruirà le due strutture potrà poi anche gestirle per un tot di anni. «E' un meccanismo di competizione abbastanza

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semplice, molto usato all'estero, che consente di scegliere i prodotti più adatti - spiega Nicola Pollari, l'assessore ai Lavori Pubblici di Venaria -. Per l'ostello abbiamo già ricevuto i primi segnali d'interessamento, mentre per il parcheggio e la fermata della linea Torino-Ceres contiamo su aziende come l'Atm o la Gesin che si occupa delle strisce blu in città». La scadenza dei bandi è stata fissata per il 30 dicembre 2003. L'intervento sulla linea ferroviaria Torino-Ceres, in viale Roma, è finanziato dallo Stato con 3 milioni e 300 euro ed è richiesto un progetto che soddisfi caratteristiche precise: la localizzazione di capolinea degli attuali autobus con flessibilità a divenire parcheggio per mezzi su ruote, la ristrutturazone degli spazi riservati ai viaggiatori, nuovi percorsi pedonali e infine la realizazione di bar e negozi. Poi verrà tirato su un parcheggio di tre piani con 280 spazi (l'ultimo livello sarà proprio a raso di viale Roma). La stazione ferroviaria diventerà anche il capolinea per le navette dirette verso la Reggia e il parco della Mandria dove nei fine settimana è previsto l'arrivo di migliaia di turisti e quindi di decine di pullmann e centinaia di automobili. Per l'ostello che dovrà garantire un minimo di 40 posti letto l'amministrazione coordinata da Catania ha sborsato una quota di 680 mila euro. L'offerta dell'ostello, che confinerà con il nuovo complesso polisportivo dell'ex area delle Casermette (quindi potrebbe anche essere usato per ospitare degli atleti in trasferta a Venaria), sarà rivolta verso un settore di utenti di fascia medio-bassa che oggi come oggi a Venaria farebbero fatica a trovare un tetto per trascorrere la notte. «L'ostello-foresteria dovrà assolutamente essere terminato entro il 2006, l'anno delle Olimpiadi invernali - termina ancora Pollari - mentre i cantieri della stazione e del parcheggio contiamo di inaugurarlo insieme alla Reggia sabauda o, se possibile, poco prima».

(Del 2/10/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 49)UN INSOSPETTABILE OPERAIO DI VENARIA SI DIVERTIVA ANCHE A LANCIARE FALSI ALLARMI-BOMBA Scoperto il pirata dell’etere Interferiva sulle frequenze dei carabinieri Giacomo Bramardo

Di giorno operaio, la sera radioamatore clandestino con l’indole del pirata dell’etere. «C’è una bomba da Auchan che sta per scoppiare, vi conviene mandare qualche pattuglia a vedere». Ma la voce non proveniva dalla centrale dell’Arma. Da aprile a settembre Carlo, un operaio trentacinquenne di Venaria, si è reso protagonista di una vera e propria escalation di «disturbi» ed «intrusioni» sulle frequenze radio dei carabinieri, in particolare sul canale utilizzato per le comunicazioni tra la centrale e le pattuglie dell’Arma che operano nelle compagnie di Venaria e Chivasso. All’inizio tutto si esauriva con qualche insulto anonimo che usciva dagli altoparlanti delle pattuglie. «Segno inequivocabile di un giovane che non nutre grandi simpatie per il lavoro degli uomini in divisa», commenta ora il vecchio maresciallo della stazione. Le intrusioni via etere accadevano spesso la sera, tre-quattro «interventi», uno di fila all’altro. A volte anche di pomeriggio. In alcuni casi si sono innescati anche dei brevi dialoghi tra gli uomini in divisa e lo sconosciuto attentatore delle frequenze. «Non puoi parlare su questo canale, rischi di intralciare qualche emergenza, ti conviene smettere». Poi il silenzio, che poteva durare anche diversi giorni. Ma con il passare dei mesi, sentendosi sempre più sicuro ed imprendibile, Carlo ha cominciato a dedicarsi ad un gioco più pericoloso: i falsi allarmi-bomba. Una volta è stato preso di mira l’ipermercato Auchan: le pattuglie sono corse, hanno controllato comunque, come se la segnalazione fosse attendibile, ben sapendo invece che l’allarme arrivava dalla voce misteriosa che da settimane si faceva viva sul canale riservato ai carabinieri. E lui, poco dopo l’intervento delle pattuglie sul piazzale del centro commerciale, si è rimesso in contatto: «Sono qui, vi sto guardando, ma non mi vedete». Il pericoloso passatempo di Carlo diventa una sfida con i militari. Qualche giorno dopo, un nuovo allarme-bomba, alla «Bennett», quando le sofisticate apparecchiature dell’Arma e il radiogoniometro, hanno ormai già individuato il palazzo di Venaria da cui proviene il segnale-radio. Il cerchio si stringe quando Carlo commette un nuovo errore. Una sera, sempre sulle solite frequenze, elargisce agli ascoltatori in divisa una serie di particolari piccanti su una sua ex amica: «Si chiama Cristiana, segnatevi il suo numero di cellulare. E’ una ragazza molto moderna, andate a trovarla, non rimarrete delusi». Cristiana esiste e risponde davvero a quel numero di

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cellulare. Ha 29 anni, ma è una ragazza tutt’altro che di facili costumi. Contattata dai carabinieri, conferma i sospetti: «Sì, in quel palazzo di Venaria conosco in effetti un tizio, si chiama Carlo. Fidanzato? No, macché, ci ha provato ma tra me e lui non c’è mai stato nulla». Dunque, l’infantile vendetta del corteggiatore respinto. Dopo mesi di indagini, i militari ieri mattina suonato alla porta di casa di Carlo. Lui apre assonnato. «Che volete?», ma i militari vanno dritti in camera da letto. Trovano un apparato «cb» fisso e due portatili, ma nessuna licenza. Disperato e quasi in lacrime, Carlo confessa: «Sì, sono io. Non volevo crearvi dei problemi». Dovrà rispondere di procurato allarme, interruzione di pubblico servizio e i reati connessi alla sintonia sulle frequenze delle forze di polizia.

(Del 1/10/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 49)

Sono pronti i laboratori dell’«Istituto centrale di Restauro» compresa l’«argentea nave» che accoglie l’aula magna della scuola

Maurizio Lupo La Reggia di Venaria Reale offrirà a Diana, dea della caccia, un tempio costruito con giochi d’acqua, nella prospettiva estrema dei suoi giardini, là dove i rinnovati viali che li attraversano sembrano di nuovo toccare l’orizzonte alpino, secondo i disegni di Castellamonte. Il parco ritroverà restaurati anche i resti della gigantesca fonte dell’Ercole, a pochi passi da un’altra presenza, ancora enigmatica e segreta. Sarà un’installazione d’arte contemporanea, sposata a ricche verzure. Insieme dissimuleranno la lucente ciminiera metallica che dà sfiato agli avveniristici impianti tecnici della dimora, nascosti proprio sotto le aiuole prossime alla grande Peschiera, nella quale la residenza regale infine si specchia. Storia e innovazione restituiscono al domani un complesso che oltre ad essere museo di sé, centro espositivo e di formazione, diverrà sede e fucina d’iniziative della «Fondazione delle regge Sabaude», d’imminente istituzione. Stato e Regione infine sembrano pronte all’impresa. Anche i cantieri edili incominciano a concludersi, nella residenza, nel Borgo della Mandria, ma anche nella stessa Città di Venaria. Entro il 2008 avranno messo in opera oltre 200 milioni di euro. Ieri il Soprintendente regionale Lino Malara, con Alberto Vanelli e Maria Grazia Ferreri, direttori dei Beni culturali e del Patrimonio della Regione, ha aperto le porte della dimora, per dare riscontro di quasi 50 milioni di lavori conclusi e di quanto resta da compiere. Molto è già visibile. Basta percorrere a piedi l’antica «Contrada Maestra», oggi via Mensa, per accorgersi che Venaria è di nuovo tutt’uno con la Reggia, come la concepì Castellamonte. Il centro storico, quasi pedonalizzato, ha trovato nuova elegante lastricatura. I negozi sfoggiano insegne «all’antica». Presto la Regione vi aggiungerà elementi d’arredo urbano, ideati dal compianto avvocato Bepi Dondona e dall’architetto Tagliasacchi. E’ già in corso un’indagine, promossa da Comune e Regione, per censire i colori e i materiali originari del centro storico. Verrà così ricostruita la tavolozza cromatica che, con il sostegno di oltre 3 milioni e mezzo di euro, restituirà decoro unitario ai filari di case che fanno ala alla dimora. Qui già si smontano i ponteggi che cingevano le scuderie alfieriane e la sua corte. Sono compiuti i lavori che, senza toccare le architetture avite, vi hanno installato innovativi laboratori dell’«Istituto Centrale di Restauro», più l’«argentea nave» concepita dall’architetto Pietro de Rossi per accogliere un’aula magna, con il soffitto che s’apre sullo spettacolo delle volte antiche. «E’ un impianto - assicurano Malara e Vanelli - che ha stupito Caterina Bon Valsassina, direttrice dell’Istituto - tanto da farle addirittura caldeggiare il trasferimento della sede principale dell’ente da Roma a Venaria». Lascia senza fiato anche la chiesa di Sant’Uberto, con il nuovo pavimento in marmo grigio-bianco e il trionfo dell’altare maggiore di Juvarra restaurato. Ma altro attende nella Reggia di Diana. Ha recuperato la sua secentesca facciata d’intonaco candido, che diventa di nudo cotto quando s’innesta nelle architetture più tarde, con un felice effetto di «dissolvenza». Il cortile aulico, che presto sarà arricchito da grandi aiuole, introduce agli appartamenti dove sono venuti alla luce nuovi cicli d’affreschi. Quelli della sala di Diana sono in restauro, mentre hanno già ritrovato le loro tinte a stucco gli estrosi intrecci di «fagioli» che, su bassorilievi, ornano e danno nome alla sala attigua. La

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luce ovunque trionfa, dalle prospettive del recuperato paesaggio esterno, lungo i viali che raggiungono i boschi della Mandria, fingendo di toccare persino la corona delle Alpi. E’ uno scherzo ottico che verrà interrotto solo da giochi d’acqua. Una fontana circolare li riproporrà sul retro della residenza e culmineranno nel «Tempio di Diana», a quasi tre chilometri e mezzo di distanza. La magnificenza di questo scenografico «teatro verde» aumenterà ancora, quando verrà espanso nelle aree ora occupate dal centro sportivo di Venaria e da quelle dell’ex caserma Gamerra. Le autorità militari la consegneranno entro la fine di novembre. I suoi edifici di servizio verranno abbattuti, mentre quelli abitativi accoglieranno negozi e un parcheggio. Tanta scenografia si ripercorre negli interni, esaltati dagli intonaci chiari, fino a raggiungere la maestosa Galleria di Diana. Già oggi stupisce per la magnificenza delle sue linee e dei suoi decori a stucco. «Ma diverrà ancora più sfolgorante quando le avremo restituito il decoro originario» assicura Malara. Ora appare con i rilievi tinta «Avana chiaro» e gli sfondi «grigio ghiaccio». Ma esami stratigrafici degli intonaci hanno identificato una diversa cromia, su tre tinte. «La riproporremo - dice Malara - con i rilievi color stucco e gli sfondati appena più scuri. Stiamo ancora indagando per decidere come riproporre gli sfondi dei “cieli” della volta. Potrebbero diventare “grigio gridellino”».

(Del 28/8/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 47)

BIANCA & NERA VENARIA, ARMA.

Il capitano Ubaldo Manacorda è il nuovo comandante della Compagnia dei Carabinieri di Venaria. Manacorda, valdostano di 32 anni, proviene dalla compagnia di Este e sotituisce il pari grado Michelangelo Ciliberti destinato al coordinamento della seconda sezione del nucleo radiomobile di Roma.

(Del 10/8/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 43)BLOCCATO IL CANTIERE DELL’ IMPIANTO CHE PREVEDE CAMPI DI CALCIO, CALCETTO, BASKET E VOLLEY A rischio il mega stadio di Venaria Il Comune non ha comprato i terreni dal Demanio Gianni Giacomino

VENARIA Il progetto è molto ambizioso: uno stadio da calcio omologato per la serie A con tanto di tribune, uno per la serie C, altri per gli allenamenti, dei campi da calcetto, basket, volley e un ostello per gli atleti. E’ questo il futuro dei 110 mila metri dell’ex area delle Casermette di Altessano. Costo dell’operazione: più di 10 milioni di euro e il primo lotto da due milioni di euro è già stato appaltato a una ditta torinese. Sette mesi di lavori per tracciare dei parcheggi e allestire un’oasi di verde. Peccato che il cantiere si sia inchiodato perché quell’area di proprietà del Demanio non è mai ufficialmente passata al Comune di Venaria. «E’ un bel guaio perché qui rischia di saltare tutto dopo anni di fatica sia politica che tecnica», ammette dopo qualche secondo di tentennamento Giuseppe Catania, il sindaco della città della Reggia. «Comunque per fare un piacere al Demanio ci siamo anche accollati i costi delle operazioni di sminamento - prosegue Catania -. A questo punto la situazione si deve sbloccare, per la città quel complesso è fondamentale». Soprattutto perché ridarebbe un rettangolo verde e uno spogliatoio alle diverse squadre di Venaria (almeno 400 atleti divisi in tutte le categorie) sloggiate dal Parco Vizille inglobato nel recupero della dimora sabauda. I lavori nell’ex area delle Casermette, fino a qualche tempo fa tappezzata da orti e da baracche abusive, dovevano iniziare già tre mesi fa. Una data storica dopo un braccio di ferro tra Comune e Demanio che dura da un decennio. All’inizio all’amministrazione erano stati chiesti una decina di miliardi di lire per entrare in possesso della superficie che si affaccia sul torrente Stura. Una cifra giudicata esagerata. Adesso tutto si potrebbe concludere con l’uscita dalla casse comunali di appena 2 milioni di euro. L’importante è trovare una soluzione. «Ma la verità è che nessuno firma l’ok per l’apertura del cantiere perché non vuole finire nei guai - attacca Pino Capogna, consigliere di

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minoranza degli Indipendenti per Venaria che, insospettito dai ritardi, è andato a rivedere tutte le carte relative al progetto -. La prima cosa da fare era acquisire l’area dal Demanio, ma come al solito c’è stata troppa superficialità nel risolvere il problema da parte degli amministratori e adesso chissà quando cominceranno i lavori». Ruspe e draghe dovrebbero entrare in azione in autunno. «Certo - assicura Luigi Brossa, il general manager del Comune -. E tra breve, dopo l’ok della Soprintendenza ai Beni Architettonici che ha verificato se quella zona fosse sottoposta a vincoli paesaggistici e ambientali, acquisiremo il terreno dal Demanio. Il ritardo - continua - è anche dovuto al fatto che stiamo cercando di dividere il maxi progetto in due tronconi distinti in modo da accedere in maniera diversificata ai finanziamenti, tutto qua».

(Del 3/8/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 31)NESSUN ORDIGNO ALLE EX CASERMETTE DI VENARIA Dopo la bonifica la città dello sport

Anche a Venaria si è temuto di dover evacuare una parte del quartiere di Altessano per lavori di bonifica da ordigni bellici nell’ex area delle Casermette. Migliaia di metri quadrati di superficie che si allargano tra via San Marchese e il torrente Stura. Uno spazio tappezzato fino a poco tempo fa da orti abusivi e utilizzato dalla malavita per far sparire auto e casseforti rubate dove adesso sorgerà una cittadella dello sport. Per fortuna non è stato necessario allontanare nessuno. Le centinaia di famiglie della zona Fiordaliso sono rimaste nelle loro case a guardare incuriosite le draghe della società Strago di Pozzuoli (che ha effettuato i lavori per un importo di 143 mila euro) mentre rivoltavano il terreno di proprietà del demanio alla rischiosa ricerca di vecchie bombe. Le benne degli escavatori sono penetrate fino a mezzo metro di profondità per assicurarsi che sotto gli orti abusivi non ci fossero delle cavità usate come deposito di armi durante la seconda guerra mondiale e poi sepolte dal tempo e dal verde. Adesso potrà finalmente aprire i battenti il cantiere che in due anni, con un investimento di circa 10 milioni di euro, disegnerà sull’ex area delle Casermette un campo da calcio omologato per la serie A, uno per la serie C, entrambi dotati di tribune, campi da calcetto, basket, tennis e un ostello per ospitare gli atleti.

g. gia.

(Del 2/8/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 47)AGGREDITO AI MURAZZI Resiste alla rapina viene accoltellato alle braccia

AGGREDITO AI MURAZZI Resiste alla rapina viene accoltellato alle braccia

Stava tornando a casa dopo aver trascorso una serata ai Murazzi quando è stato accoltellato alle braccia da un giovane marocchino. Aldo Ardito, 27 anni, residente a Venaria, in via Amati, ha raggiunto da solo l’ospedale della sua città, dove i medici gli hanno diagnosticato una prognosi di due settimane. La disavventura per Ardito è iniziata l’altra mattina intorno alle 5, quando ha deciso di tornare a casa dopo aver trascorso la serata insieme a degli amici ai Murazzi. Il giovane stava salendo la scalinata che porta in piazza Vittoria quando è stato affrontato da un marocchino che l’ha minacciato: «Dammi il portafoglio o per te finisce male». È nata una collutazione, il magrebino ha estratto un coltello ed ha ferito alle alle braccia Ardito, che tentava di difendersi.

(Del 31/7/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 45)

BIANCA & NERA

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VENARIA, FURTO.

I ladri hanno ripulito l'altra notte un capannone della Graf Art Officine Grafiche Artistiche di corso Novara, a Venaria. I malviventi sono riusciti a caricare su un furgone diverse lastre litografiche per un valore complessivo di circa 50 mila euro. Il colpo non è invece riuscito alla Bisiach e Carrù Spa, di corso Piemonte, specializzata nella costruzione di robot. Lì i malviventi sono stati disturbati proprio mentre stavano scavalcando i cancelli.

(Del 29/7/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 43)VENARIA REALE Ladri in canonica rubano soldi video e telefonini

VENARIA. Dei ladri si sono infilati la scorsa notte nella canonica della parrocchia di San Francesco a Venaria. I malviventi sono riusciti ad entrare nell'edificio di via San Francesco d'Assisi dalle 2 alle 3.30 dopo avere scavalcato la recinzione e forzato una tapparella che sono riusciti a raggiungere salendo su due sedie. Una volta all'interno hanno arraffato un videoregistratore, un ricevitore satellitare, il portafoglio di don Giuseppe Ferrero e 165 euro che erano contenuti in una cassetta. Poi, non contenti, hanno anche rubato un telefonino cellulare e un libretto di assegni che erano sistemati sulla scrivania dell'ufficio parrocchiale di don Lucio Melzani. Per fortuna i due sacerdoti non hanno sentito nulla e solo ieri mattina si sono accorti della razzia avvenuta nella canonica e hanno presentato la denuncia. Adesso le indagini sono affidate ai militari del nucleo radiomobile di Venaria.

(Del 15/7/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 41)VENARIA REALE Improvviso malore per Catania fuori dal Comune

VENARIA REALE. Un malore improvviso ha colpito l'altro pomeriggio Giuseppe Catania, il sindaco di Venaria Reale. Il primo cittadino si è sentito male proprio davanti a Palazzo Civico. «Ho avvertito un forte dolore al petto e ho capito che era qualcosa di serio» ha raccontato Catania che tra l'altro è pure medico. Dal municipio il primo cittadino è riuscito a raggiungere il pronto soccorso dell'ospedale di Venaria da dove, dopo i primi esami, è stato trasferito al Maria Vittoria. Lì i medici hanno optato per il ricovero sottoponendo Catania a tutti i controlli. Alla fine al sindaco è stato diagnosticato un lieve attacco di angina pectoris. Giuseppe Catania ha lasciato ieri pomeriggio il Maria Vittoria ed ora dovrà rimanere in assoluto riposo per almeno due settimane cercando poi di dosare impegni politici e professionali che nella sua agenda si sono fatti sempre più fitti.

108(Del 11/7/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 52)IERI L’AUTOPSIA Una spranga di ferro per il pregiudicato ucciso a Nichelino

Una spranga di ferro. Sarebbe questa l'arma usata dall'assassino perUna spranga di ferro. Sarebbe questa l'arma usata dall'assassino per uccidere Angelo Crescimone, 58 anni, il pregiudicato di Venaria trovato inuccidere Angelo Crescimone, 58 anni, il pregiudicato di Venaria trovato in un lago di sangue martedì notte, in via Santi di Nichelino, nella zonaun lago di sangue martedì notte, in via Santi di Nichelino, nella zona industriale a ridosso della tangenziale. Stando all'autopsia, eseguita ieriindustriale a ridosso della tangenziale. Stando all'autopsia, eseguita ieri pomeriggio dal medico legale Roberto Testi, l'uomo sarebbe stato colpitopomeriggio dal medico legale Roberto Testi, l'uomo sarebbe stato colpito alla base della nuca un paio di volte. Pochi colpi ma violentissimi, infertialla base della nuca un paio di volte. Pochi colpi ma violentissimi, inferti con un oggetto pesante: una spraga, sottratta probabilmente dal piazzale dicon un oggetto pesante: una spraga, sottratta probabilmente dal piazzale di una ditta di via Santi, dove i carabinieri hanno trovato il cancellouna ditta di via Santi, dove i carabinieri hanno trovato il cancello spalancato. Gli investigatori hanno cercato l'arma del delitto nei prati dellaspalancato. Gli investigatori hanno cercato l'arma del delitto nei prati della

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zona, inutilmente. Angelo Crescimone alcuni mesi fa era già scampato adzona, inutilmente. Angelo Crescimone alcuni mesi fa era già scampato ad un agguato, ma si era sempre rifiutato di collaborare. Per quel fatto è statoun agguato, ma si era sempre rifiutato di collaborare. Per quel fatto è stato arrestato a febbrio Bernardo Arabia, 51 anni, grazie ai riscontri del Dna.arrestato a febbrio Bernardo Arabia, 51 anni, grazie ai riscontri del Dna.(Del 9/7/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 49)IERI NOTTE A NICHELINO Muore in ospedale con ferite alla testa Incidente o delitto?

IERI NOTTE A NICHELINO Muore in ospedale con ferite alla testa Incidente o delitto?

Alcuni operai lo hanno trovato in mezzo alla strada, in una pozza di sangue con la testa fracassata, nella zona industriale di Nichelino, in via Santi 1/13. L’uomo, Angelo Criscimone, 58 anni, residente a Venaria in via Di Vittorio, è stato recuperato dal 118 e trasportato al Cto, dove è spirato al Pronto soccorso per un trauma cranico, intorno alla mezzanotte. Apparentemente si tratterebbe di un incidente, di una vittima di un pirata della strada. Ma il passato dell’uomo, (quasi ammazzato a coltellate l’ottobre scorso a Venaria), e le circostanze del fatto, secondo i carabinieri potrebbero portare ad altre ipotesi, compresa quella dell’omicidio. Nei pressi del luogo dove è stato trovato l’uomo, qualcuno ieri sera ha tentato di compier

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(Del 10/7/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 13)OMICIDIO A NICHELINO Massacrato a colpi di bastone

Massimiliano Peggio

Lo chiamavano «Calibro 9», per i suoi trascorsi di malavita nella Torino criminale Anni 70. Uomo corpulento, baffi curati, sopracciglia folte, sguardo sicuro. L'altra sera è stato trovato in un lago di sangue in via Santi a Nichelino, tra i capannoni della zona industriale non lontano dall'uscita «Debouché», alla periferia di Torino. Un operaio di passaggio ha chiamato il «118», segnalando un investimento. L'uomo era in fin di vita, riverso sull'asfalto: la testa spaccata, respirava appena. Angelo Crescimone, 58 anni, via Di Vittorio, Venaria, personaggio dal passato burrascoso, con diverse vicende processuali, indagato per intrecci con le bande organizzate, è morto in ospedale al Cto, poco dopo l'arrivo al pronto soccorso. In un primo momento i carabinieri hanno trattato il caso come un incidente, una tragedia provocata da un pirata della strada, ma poi le indagini hanno imboccato la pista dell’omicidio. Un delitto camuffato ad arte per depistare: Angelo Crescimone potrebbe essere stato ucciso a bastonate, forse con una spranga di ferro, proprio lì, in via Santi, alle 22 di martedì. Nella notte gli assassini hanno cercato di nascondere le tracce incendiando la sua auto, una Lancia Thema, in strada Vicinale del castello di Mirafiori, alla periferia di Torino. Regolamento di conti? Vendette? Molti potrebbero essere i moventi, forse maturati negli ambienti criminali frequentati un tempo. Angelo Crescimone nell'ottobre 2002 era già scampato ad un agguato: era stato accoltellato all'addome di fronte un locale di Venaria, poi scaricato dagli aggressori al pronto soccorso. Per giorni era rimasto sospeso tra la vita e la morte, legato ai macchinari di rianimazione. Ma alla fine ne era uscito per un soffio, sopravvissuto ai colpi inferti con un coltello a serramanico. Dopo mesi di indagini, i carabinieri di Venaria avevano arrestato per quel fatto una sua vecchia conoscenza, Bernardo Arabia, 51 anni, altro personaggio della piccola malavita locale. L'accusa è arrivata attraverso l'esame del Dna: sul cotello a serramanico, ritrovato successivamente sull'auto di Crescimone, c'erano anche tracce di sangue dell'amico. Da qui l'arresto, e l'accusa di tentato omicidio nei confronti di Arabia. Ma la sua «vittima» si era sempre

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avvalso della facoltà di non rispondere, rifiustandosi di collaborare con gli investigatori. Per questo motivo era stato denunciato per favoreggiamento. L'inchiesta è condotta dal Pm Manuela Pedrotta. L'autopsia, affidata al medico legale Roberto Testi, dovrà stabilire con precisione le modalità dell'omicidio.

PREGIUDICATO TROVATO IN UN LAGO SI SANGUE A NICHELINO: MORTO IN OSPEDALE «Calibro 9» colpito a bastonate e abbandonato in fin di vita

(Del 10/7/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 45)PREGIUDICATO TROVATO IN UN LAGO SI SANGUE A NICHELINO: MORTO IN OSPEDALE «Calibro 9» colpito a bastonate e abbandonato in fin di vita

Massimiliano Peggio

Lo chiamavano «Calibro 9», per i suoi trascorsi di malavita nella Torino criminale Anni 70. Un soprannome guadagnato sul campo, con rispetto. Uomo corpulento, baffi curati, sopracciglia folte, sguardo sicuro. L'altra sera è stato trovato in un lago di sangue in via Santi a Nichelino, tra i capannoni della zona industriale non lontano dall'uscita «Debouché» della tangenziale Sud. Un operaio di passaggio ha chiamato il «118», segnalando un investimento. L'uomo era in fin di vita, riverso sull'asfalto: la testa spaccata, respirava appena. Angelo Crescimone, 58 anni, via Di Vittorio, Venaria, personaggio dal passato burrascoso, con diverse vicende processuali, indagato per intrecci con le bande organizzate, è morto in ospedale al Cto, poco dopo l'arrivo al pronto soccorso. In un primo momento i carabinieri hanno trattato il caso come un incidente, una tragedia provocata da un pirata della strada. Poi però le circostanze e l'identità della vittima hanno indotto gli investigatori a prendere in considerazione altre ipotesi, e a scartare tutto il resto. Così è diventato un caso di omicidio: un delitto camuffato ad arte per depistare le indagini. Da un primo esame sul corpo è stato possibile escludere l'investimento: nessun trauma sulle braccia, o agli arti inferiori. Lesioni incompatibili con un urto frontale contro un'auto lanciata in velocità. Angelo Crescimone potrebbe essere stato ucciso a bastonate, forse con una spranga di ferro, proprio lì, in via Santi, alle 22 di martedì. Nella notte sono emersi altri particolari che hanno rafforzato la pista imboccata dagli uomini del Nucleo Operativo della compagnia di Moncalieri. Chi ha ammazzato Crescimone ha cercato di nascondere le tracce incendiando la sua auto, una Lancia Thema, in strada Vicinale del castello di Mirafiori, all'angolo con via Morandi, ai confini tra Nichelino e Torino. Regolamento di conti? Vendette? Molti potrebbero essere i moventi, forse maturati negli ambienti criminali frequentati un tempo. Angelo Crescimone nell'ottobre 2002 era già scampato ad un agguato: era stato accoltellato all'addome di fronte un locale di Venaria, poi scaricato dagli aggressori al pronto soccorso. Per giorni era rimasto sospeso tra la vita e la morte, legato ai macchinari di rianimazione. Ma alla fine ne era uscito per un soffio, sopravvissuto ai colpi inferti con un coltello a serramanico. Dopo mesi di indagini, i carabinieri di Venaria avevano arrestato per quel fatto una sua vecchia conoscenza, Bernardo Arabia, 51 anni, altro personaggio della piccola malavita locale. L'accusa, formalizzata dal pm Malagnino, è arrivata attraverso l'esame del Dna, grazie ai riscontri scientifici del Ris di Parma: sul cotello a serramanico, ritrovato successivamente sull'auto di Crescimone, c'erano anche tracce di sangue dell'amico. Da qui l'arresto, e l'accusa di tentato omicidio nei confronti di Arabia. Ma la sua «vittima» si era sempre avvalso della facoltà di non rispondere, rifiustandosi di collaborare con gli investigatori. «Omertà assoluta» avevano commentato i militari. Per questo motivo, a causa della sua «omertà», era stato denunciato per favoreggiamento.

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«Paradossalmente il nostro più importante teste non ci può più aiutare, perché la parte lesa non aveva mai indicato l'identità dei suoi aggressori», spiega l'avvocato Wilmer Perga, difensore di Bernardo Arabia, tutt'ora in carcere ad Asti. Angelo Crescimone era stato coinvolto in diverse vicende: negli Anni 80 era fino alla sbarra in un «maxi-processo» con oltre 150 imputati. Ma la sua fama era dovuta alle imprese precedenti, nella Torino «noir». Così era stato soprannominato «calibro 9», anche se di recente era uscito di scena. L'altra sera, Crescimone ha accompagnato la moglie al lavoro, poi si è incontrato con gli assassini. L'inchiesta è condotta dal Pm Manuela Pedrotta. L'autopsia, affidata al medico legale Roberto Testi, dovrà stabilire con precisione le modalità dell'omicidio.

(Del 8/7/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 45)I MEZZI SONO DI IMPRESE CHE LAVORANO IN ZONA Incendio doloso a Venaria In fiamme due escavatori

VENARIA REALE

E' sicuramente di matrice dolosa l'incendio che la scorsa notte ha danneggiato un caterpillar e un escavatore di proprietà di due ditte che stanno lavorando all'asfaltatura del manto stradale nel quartiere di Altessano di Venaria e alla costruzione del nuovo complesso sportivo di via di Vittorio. Per spegnere le fiamme che hanno avvolto i mezzi sono dovuti intervenire i vigili del fuoco. Quelli di Venaria, che si trovavano in prossimità per un altro intervento, hanno raggiunto il posto in pochi minuti. Dopo, a dare manforte, si sono aggiunti quelli di Torino. I pompieri hanno lavorato per più di un'ora. L'allarme al 115 lo hanno lanciato diversi automobilisti che stavano percorrendo via Di Vittorio e anche dei residenti del quartiere Fiordaliso che hanno visto i mezzi andare a fuoco dai loro balconi. Le indagini dei carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Venaria adesso si concentrano in due direzioni. Il semplice atto vandalico di qualche ragazzo annoiato che non sapeva come trascorrere la serata o forse qualcosa di più serio. Il dubbio dei carabinieri nasce dal fatto che qualche settimana fa un altro incendio aveva danneggiato alcuni mezzi della ditta Bracco, un'altra impresa di costruzioni stradali di via Perino, a Venaria. A fuoco erano andati camion e draghe che erano parcheggiati all'interno di un capannone. E nell'inverno passato, per ben due volte, erano finiti ancora nel mirino dei vandali le draghe e i camion di una società che in quel periodo stava lavorando al rifacimento del manto stradale di via Mensa. I carabinieri hanno sentito i proprietari per capire se adesso o già in passato avessero ricevuto delle minacce. Ma sulla vicenda dal comando della Compagnia di Venaria non trapela nulla.

g. gia.

(Del 6/7/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 41)LA PROVINCIA HA MESSO A PUNTO IL PROGETTO DEFINITIVO, L’OPERA SARA’ COMPLETATA ENTRO IL 2006 Variante da 56 milioni di euro Eviterà gli intasamenti e i disagi a Venaria Gianni Giacomino

VENARIA REALE

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La Provincia ha finalmente messo a punto il progetto definitivo della circonvallazione che bypasserà il centro della città di Venaria. Otto chilometri di asfalto che si snoderanno dalla provinciale numero 2 (nei pressi del Chico Mendes di Borgaro) per allungarsi fino alla direttissima della Mandria. Sarà un’arteria larga da quattro e due corsie con tratto interrato il località Tre Re di Borgaro (per limitare al minimo l’impatto ambientale) e un viadotto di oltre 600 metri che attraverserà il torrente Stura collegando proprio i comuni di Borgaro e Venaria. Spesa prevista: 56 milioni di euro per consegnare l’opera ultimata entro la fine del 2006. «Adesso speriamo che i lavori vengano appaltati in tempi brevi - si augura Nicola Pollari, vice sindaco di Venaria e assessore alla viabilità -. Non esagero se dico che la costruzione di questa circonvallazione è in ritardo di almeno cinque anni, non per colpa della Provincia, ma per responsabilità diffuse a tutti i livelli». La nuova deviazione dovrebbe risolvere buona parte dei problemi di inquinamento acustico e atmosferico che imprigionano corso Garibaldi (invaso da oltre 50 mila veicoli al giorno che avvelenano l’aria con i gas di scarico) e diluirà una volta per tutte le code chilometriche che si formano lungo i due ingressi di Venaria. Intasamenti e ingorghi che sono diventati ancora più frequenti e snervanti dopo che tre anni fa sono cominciati i lavori di ristrutturazione della Reggia. Il gigantesco cantiere ha infatti provocato un notevole aumento del traffico pesante proprio nel centralissimo corso Garibaldi tenuto conto che via Mensa è stata vietata alle auto da qualche mese. «La tangenziale non risolverà da sola tutte le emergenze della città - ammette ancora Pollari -. A Venaria per raggiungere una situazione “vivibile” del traffico si devono ancora realizzare dei parcheggi nel Parco Basso, il nuovo ponte che scavalcherà il torrente Ceronda a monte del ponte Castellamonte e una bretella che corra parallela a via Stefanat in modo da convogliare nel nuovo tracciato il traffico in entrata e in uscita dalla zona industriale». Prosegue Pollari: «Tutte queste innovazioni urbanistiche spero che vengano terminate prima della fine del 2006». Tutti contenti? Non proprio. Perchè tra i comuni di Borgaro e Caselle dovrebbe sorgere anche un maxi centro commerciale da oltre nove mila metri quadrati di superficie che ha già allarmato qualcuno come il battagliero sindaco di Robassomero Donato Adducci. «Infatti ho chiesto alla Provincia di verificare il rapporto tra il traffico che sarà generato dall’edificazione di questo maxi centro commerciale e quello che tutti i giorni si riverserà sulla nuova bretella - spiega proprio il sindaco di Robassomero - senza contare il via vai di turisti che raggiungerà la Reggia sabauda, mi sembra un’analisi da fare subito».

(Del 2/7/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 43)VENARIA, CRISI PER MANCANZA DI LIQUIDITA’ Fallisce la Bogetto a casa 50 lavoratori VENARIA, CRISI PER MANCANZA DI LIQUIDITA’ VENARIA, CRISI PER MANCANZA DI LIQUIDITA’ Fallisce la Bogetto a casa 50 lavoratori Fallisce la Bogetto a casa 50 lavoratori

VENARIA REALE VENARIA REALE

Tutto come previsto: la Bogetto Impianti Spa, ditta di VenariaTutto come previsto: la Bogetto Impianti Spa, ditta di Venaria specializzata nella produzione di impianti di riscaldamento especializzata nella produzione di impianti di riscaldamento e condizionamento per grosse strutture come banche, gallerie e ospedali, ècondizionamento per grosse strutture come banche, gallerie e ospedali, è fallita lasciando a casa una cinquantina di dipendenti. L'annuncio èfallita lasciando a casa una cinquantina di dipendenti. L'annuncio è

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piombato sulle teste di operai e impiegati l'altra mattina quando il titolarepiombato sulle teste di operai e impiegati l'altra mattina quando il titolare Adriano Bogetto ha annunciato insieme al curatore fallimentare di doverAdriano Bogetto ha annunciato insieme al curatore fallimentare di dover chiudere baracca e burattini per mancanza di liquidità. Un epilogo che erachiudere baracca e burattini per mancanza di liquidità. Un epilogo che era già stato previsto dalle maestranze giovedì scorso quando, per la primagià stato previsto dalle maestranze giovedì scorso quando, per la prima volta e dopo aver passato gli ultimi cinque mesi senza percepire un euro divolta e dopo aver passato gli ultimi cinque mesi senza percepire un euro di stipendio ma solo acconti saltuari, avevano scioperato. Alcuni di lorostipendio ma solo acconti saltuari, avevano scioperato. Alcuni di loro avevano anche «occupato» l'ingresso dello stabilimento di corso Cuneo 29avevano anche «occupato» l'ingresso dello stabilimento di corso Cuneo 29 durante il week end per paura che venissero smontati dei macchinari. Madurante il week end per paura che venissero smontati dei macchinari. Ma non è servito. La crisi della Bogetto Impianti è cominciata circa un anno fanon è servito. La crisi della Bogetto Impianti è cominciata circa un anno fa parallelamente al taglio del personale che è stato dimezzato. Un declinoparallelamente al taglio del personale che è stato dimezzato. Un declino per certi versi inspiegabile visto che la ditta ha sempre potuto contare super certi versi inspiegabile visto che la ditta ha sempre potuto contare su commesse consistenti e anche per il prossimo anno aveva garantito lavorocommesse consistenti e anche per il prossimo anno aveva garantito lavoro per 20 milioni di euro. «I lavoratori ci sono rimasti parecchio male perchéper 20 milioni di euro. «I lavoratori ci sono rimasti parecchio male perché mentre si cercava di evitare il fallimento i libretti erano già stati consegnatimentre si cercava di evitare il fallimento i libretti erano già stati consegnati in Tribunale dalla proprietà e nessuno lo sapeva», ammette Michelein Tribunale dalla proprietà e nessuno lo sapeva», ammette Michele Carbonio, sindacalista della Uil di Grugliasco. Adesso, o con il fallimentoCarbonio, sindacalista della Uil di Grugliasco. Adesso, o con il fallimento o con i soldi dei creditori, si cercheranno di liquidare gli operai. Poio con i soldi dei creditori, si cercheranno di liquidare gli operai. Poi qualcuno dei cinquantaquattro dipendenti usufruirà del prepensionamento,qualcuno dei cinquantaquattro dipendenti usufruirà del prepensionamento, i più giovani non dovrebbero avere grandi difficoltà ad inserirsi in altrei più giovani non dovrebbero avere grandi difficoltà ad inserirsi in altre aziende del settore. «Perché sono tutti operai altamente specializzati conaziende del settore. «Perché sono tutti operai altamente specializzati con una professionalità richiesta sul mercato - spiega ancora Carbonio - genteuna professionalità richiesta sul mercato - spiega ancora Carbonio - gente alla quale il lavoro non fa certo paura». alla quale il lavoro non fa certo paura».

g. gia.g. gia.(Del 1/7/2003 Sezione: Torino cronaca Pag. 48)IMPEGNATE IN LAVORI D’UFFICIO, MA ANCHE IN SERVIZI ESTERNI PER LA CITTA’ A PIEDI O A BORDO DELLE AUTO Venaria saluta l’arrivo delle marescialle Faranno tirocinio nella caserma dei carabinieri fino al 31 luglio Gianni Giacomino

VENARIA REALE

Si respira aria di piacevoli novità nella caserma della compagnia Carabinieri più grande d'Italia: per la prima volta hanno preso servizio due marescialli donna. Sono Antonella Panzino, 28 anni, calabrese di Catanzaro con una laurea in economia aziendale e una sua collega campana che per motivi personali non vuole comparire sul giornale. Entrambe arrivano dalla Scuola Allievi Marescialli di Velletri dove hanno «studiato» per la formazione del primo anno e rimarranno in forza alla stazione di Venaria per il tirocinio fino al 31 di luglio prima di cominciare il secondo anno di scuola a Firenze. Altre «marescialle» sono state destinate dall'Arma al comando di Susa e a quello di Acqui Terme. A Venaria, dove già sono stati dirottati dei militari in più per motivi legati all'impennata della criminalità, due donne carabiniere se le aspettavano. Poi, tra qualche settimana, proprio alla Compagnia di Venaria dovrebbe essere assegnato un militare donna permanente. Sia i colleghi sia la gente che quando in mezzo alla città vede passeggiare una donna in divisa si inchioda

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improvvisamente e rimane piacevolmente colpito. «Finalmente ci sono pure delle donne in caserma?» domanda ai cronisti un pensionato che alla vista della marescialla si getta quasi dalla bicicletta in via Mensa. E che la divisa eserciti un certo fascino soprattutto se indossata da una donna lo si era già capito dalla fortunata serie della fiction Carabinieri con Manuela Arcuri dove il bacio all'ultimo episodio con il maresciallo Ferri, interpretato da Ettore Bassi, ha sciolto milioni di telespettatori che oramai vivevano in apprensione. Ma a Venaria di queste cose non si parla, solo qualche battuta e poi si lavora, eccome. Le due allieve (la Panzino è figlia e sorella di carabinieri quindi capisce bene cosa voglia dire una giornata scandita da orari di servizio e da imprevisti), cominciano a prendere servizio alle 8.30 quando si presentano davanti al comandante della stazione di Venaria, il maresciallo Adolfo Pellegrini, e al tenente Gennaro Riccardi. Qualche servizio d'ufficio, un'occhiata veloce alle pratiche e molti servizi esterni in giro per la città a piedi o a bordo delle Punto. Pattugliamenti del territorio, controllo di persone, rilevamenti in caso di incidenti stradali, operazioni di polizia giudiziaria. Fino alle 15 e poi, se necessario, anche oltre. L'altro giorno in via San Giuseppe, nel centro di Venaria, c'era da rimuovere il cadavere di un giovane trovato morto da alcuni giorni. Il maresciallo Pellegrini ha guardato le due allieve: «Andate adesso tocca a voi, mi raccomando». Poi occorreva fermare un pregiudicato su ordine di custodia cautelare, nessun problema. E i colleghi uomini fanno capire che le nuove «marescialle» non sgarrano. Puntuali, attente, precise, divise in ordine.

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