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APPUNTI DI CHIMICA E TECNOLOGIA DEI MATERIALI per il primo anno di OPERATORE PER L'ABBIGLIAMENTO IPSIA “CAVOUR – MARCONI” PERUGIA A.S.2010/2011 Prerequisiti da acquisire con qualsisi testo di chimica: sapere effettuare misure di grandezze (massa, volume, temperatura, tempo) conoscere gli stati di aggregazione della materia e i passaggi di stato, conoscere i miscugli etrogenei ed omogenei ARGOMENTI TRATTATI: 1. Caratteristiche merceologiche e classificazione dei principali materiali tessili 1. classificazione merceologica delle fibre tessili. Caratteri morfologici - organolettici ( lunghezza, finezza, titolo) 2. caratteristiche e produzione delle fibre di origine animale 1. lana 2. seta 3. caratteristiche e produzione delle fibre di origine vegetale 1. cotone 2. lino 4. caratteri fisiologici (allergenicità, senso di caldo o di fresco) 2. elementi di chimica-fisica correlati alla lavorazione 1. caratteri fisico-meccanici ( igroscopicità, comportamento alla fiamma, comportamento al calore, coibenza, allungamento alla rottura, elasticità, resistenza a insetti e muffe, resistenza agli ossidanti, proprietà elettriche) 3. procedure e protocolli 1. norme obbligatorie: cartellonistica e schede di sicurezza 2. norme volontarie: Sistema di Gestione della Qualità e Procedure Operative IPSIA “CAVOUR MARCONI” A.s.2010/2011 Corso di chimica (Vers.1)

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APPUNTI DI CHIMICA E TECNOLOGIA DEI MATERIALI

per il primo anno di

OPERATORE PER L'ABBIGLIAMENTO

IPSIA “CAVOUR – MARCONI” PERUGIA A.S.2010/2011

Prerequisiti da acquisire con qualsisi testo di chimica: sapere effettuare misure di grandezze (massa, volume, temperatura, tempo) conoscere gli stati di aggregazione della materia e i passaggi di stato, conoscere i miscugli etrogenei ed omogenei

ARGOMENTI TRATTATI:1. Caratteristiche merceologiche e classificazione dei principali materiali tessili

1. classificazione merceologica delle fibre tessili. Caratteri morfologici - organolettici ( lunghezza, finezza, titolo)

2. caratteristiche e produzione delle fibre di origine animale1. lana2. seta

3. caratteristiche e produzione delle fibre di origine vegetale1. cotone2. lino

4. caratteri fisiologici (allergenicità, senso di caldo o di fresco)

2. elementi di chimica-fisica correlati alla lavorazione1. caratteri fisico-meccanici ( igroscopicità, comportamento alla fiamma, comportamento al calore, coibenza,

allungamento alla rottura, elasticità, resistenza a insetti e muffe, resistenza agli ossidanti, proprietà elettriche)

3. procedure e protocolli1. norme obbligatorie: cartellonistica e schede di sicurezza2. norme volontarie: Sistema di Gestione della Qualità e Procedure Operative

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CARATTERISTICHE MERCEOLOGICHE E CLASSIFICAZIONE DEI PRINCIPALI MATERIALI TESSILI

CLASSIFICAZIONE MERCEOLOGICA DELLE FIBRE TESSILI

Le fibre tessili sono sostanze presenti in natura o prodotte dall'uomo, di aspetto filamentoso o

fusiforme, che si prestano a essere filate e tessute sia per la loro morfologia (forma) sia per le loro

caratteristiche di resistenza, elasticità e flessibilità.

La classificazione merceologica delle fibre tessili si basa sulla loro origine.

Le fibre naturali (animali, vegetali, minerali) si trovano già in natura sotto forma di filamenti

più o meno lunghi

Le fibre artificiali sono prodotte dall'uomo partendo da materie prime polimeriche (formate

dall'unione di tanti “pezzetti detti monomeri” più corti) naturali di origine animale, vegetale o

inorganica

Le fibre sintetiche sono prodotte dall'uomo partendo da composti semplici, piccoli e sintetici

mediante reazioni chimiche di polimerizzazione (fibre poliolefiniche, poliviniliche,

poliacriliche, poliammidiche, poliureiche, poliesteri, etc..)

Proprietà delle fibre tessiliUna sostanza per poter essere considerata “fibra tessile” deve avere, oltre all'aspetto fibroso e

lungo, determinati caratteri o proprietà che la rendono lavorabile, adatta all'impiego cui è

destinata e utilizzabile dal consumatore.

I caratteri più importanti sono quelli morfologi-organolettici, quelli fisici, quelli chimici e quelli

fisiologici

• caratteri morfologici – organolettici

(sono collegati alla forma e dimensione della fibra, e alla sensazione che si prova a toccarle)

La lunghezza e la finezza di una fibra sono molto importanti sia per la lavorazione sia per la

qualità del prodotto finito.

La lunghezza si misura in millimetri mm, la finezza dipende dal diametro della fibra, si misura in

micrometri (millesimi di millimetro) μm

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Una fibra per poter essere filata deve avere una lunghezza minima di 5 mm.

Le fibre più sottili hanno un diametro di 5 μm

il rapporto lunghezza su diametro si calcola riportando le unità di misura in millimetri

così il rapporto lunghezza/diametro di un makò (varietà di cotone egiziano) che ha finezza di 24

μm e lunghezza di fibra di 12 mm si calcola:

lunghezza/diametro = 12mm/24x10-3 = 0,5x103 = 500

La finezza di una fibra si può indicare anche con il titolo che esprime il peso corrispondente ad

una determinata lunghezza di filo.

In Italia per esempio per la seta (fibra naturale prodotta come filo continuo) il titolo (Tden) è il den,

cioè il peso di 450 m di filo misurato in denari, dove il denaro un'unità più piccola del grammo e

corrisponde a 0,05g.

Più un filato è fine più il suo titolo in denari è basso.

Un ipotetico titolo di 1 den corrisponderebbe ad un filato così fine che 450 m peserebbero solo

0,05g.

Oggi nelle Norme UNI si usa il titolo (Tt).

Il peso si misura in grammi ma rapportato a 1000 m di filo e questa unità si chiama tex.

Il tex corrisponde cioè ad un filato tale che 1000 m pesano 1 g.

• caratteri fisiologici: riguardano le reazioni e le sensazioni che le fibre tessili possono provocare

sul corpo umano. I caratteri fisiologici non sono oggettivi e quindi tabulabili, ma soggettivi

cambiando da persona a persona.

Queste sensazioni sono dovute a proprietà fisiche e chimiche, vengono descritte in fondo dopo

aver parlato delle caratteristiche fisiche e chimiche delle fibre di origine animale e vegetale.

• caratteri fisici e chimici: verranno analizzati successivamente in ogni singola fibra e riassunti in

fondo in una tabella. Il comportamento chimico della fibra dipende dalla composizione chimica

della fibra stessa e cambia in modo molto marcato tra le fibre di origine animale e quelle di origine

vegetale.

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CARATTERISTICHE E PRODUZIONE DELLE FIBRE DI ORIGINE ANIMALE

Le fibre di origine animale sono di distinguono in due tipi in base all'origine:

1. da bulbo pilifero: a seconda dell'animale da cui provengono prendono nomi diversi:

1. ovini: lana

2. capre: mohair, cachemire

3. conigli: angora

4. camelidi: alpaca, vigogna

2. secretive: a seconda dell'animale da cui provengono prendono nomi diversi

1. baco da seta: seta comune

2. molluschi bisso o seta di mare

LANA

PRODUZIONE

La lana è una fibra tessile che si ricava dal vello (manto di lana) di animali ovini, caprini, camelidi,

sottoposti a tosatura.

La più commercializzata è la lana di pecora che si ottiene dalla tosa annuale (lana masserizia, a

fibra lunga) o semestrale (lana bistosa, a fibra corta) di tale ovino.

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Dal taglio annuale, a seconda della razza si può ottenere da 1 a 5 kg di lana.

Se la lana è tolta da animali macellati/morti si chiama lana di concia.

La lana appena tosata è classificata in vari modi a seconda della pulizia:

lana greggia o sucida: se l’animale non è stato lavato

lana saltata: se la pecora è stata immersa in acqua corrente e quindi il vello è stato scarsamente

lavato

lana lavata: se il vello, dopo la tosa, è stato trattato con acqua calda saponata

lana sgrassata: se si sono usati solventi per togliere la lanolina, un grasso cutaneo che aderisce

alla fibra (usato per i cosmetici)

Il valore commerciale della lana oltre che dallo stato iniziale dipende:

razza da cui è prelevata

zona del corpo da cui proviene

lunghezza e sottigliezza del pelo

elasticità, morbidezza e resistenza

RAZZE: Merinos (allevate prevalentemente in Spagna, Argentina, Australia)

Vissana e Sopravissana allevate in Italia

ZONA DEL CORPO: le lane più pregiate sono quelle che provengono dalla schiena e dai fianchi,

mentre quelle che provengono dalle zampe sono più scadenti

LUNGHEZZA E SOTTIGLIEZZA DEL PELO: le lane più valutate sono quelle lunghe o da pettine

(> cm 7). Quelle più corte (< cm 7) sono da carda .

Le più fini sono le più pregiate e hanno diametro di circa 10 micron. Quelle comuni hanno

diametro di circa 50 micron e quelle ordinarie diametro di circa 100 micron.

ELSTICITA’, MORBIDEZZA E RESISTENZA

Elasticità: proprietà dei corpi di deformarsi per effetto di forze esterne e di riprendere la forma

iniziale al cessare della sollecitazione

Morbidezza: essere di consistenza soffice, cedevole o pastosa, molle

Resistenza: sforzo contrario che si oppone all’azione dei qualcosa o qualcuno

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Struttura chimica della lana.

La lana è costituita da una proteina chiamata cheratina.

Le proteine possono essere definite “sostanze della vita” (da πρϖτοσ =primo) perché sono

presenti in tutti gli esseri viventi e sono alla base di moltissime funzioni degli organismi viventi.

Infatti compongono la parte principale di pelle, muscoli, tendini, nervi, sangue, capelli, inoltre

formano enzimi, anticorpi, ormoni.

Le proteine sono costituite dalla concatenazione più o meno lunga di 26 aminoacidi, sostanze

presenti in natura. Anche gli aminoacidi rivestono un ruolo di grandissima importanza biologica in

quanto consentono il mantenimento del peso corporeo e la crescita degli animali.

Gli aminoacidi sono sostanze che:

1. contengono nella loro molecola un gruppo funzionale aminico - NH2 e un gruppo funzionale

acido - COOH

R

NH2 CH COOH

R= catena di atomi di carbonio che è diversa in ogni aminoacido

2. hanno possibilità di saldarsi reciprocamente e fare catene di tipo polimerico facendo reagire

il gruppo acido (COOH) di una molecola con il gruppo basico (NH2) di un’altra (legame

peptidico)

H R N - CH-COOH Rappresentiamo l'aminoacido con questo simboloH

Rappresentiamo una catena di aminoacidi = proteina

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Dunque le proteine possono essere formate da centinaia o migliaia di aminoacidi e quindi:

il numero di proteine che possono esistere supera l’ordine di milioni ed è teoricamente

infinito

il carattere distintivo di una proteina non è costituito solo dalla lunghezza della sua catena

polipeptidica ma dalla sequenza degli aminoacidi che la costituiscono.

Si può dire di conoscere una proteina quando:

•si conoscono quali sono e quanti sono gli aminoacidi che la compongono, e in che sequenza

sono legati l’uno all’altro (struttura primaria)

•si conosce il modo in cui la catena di aminoacidi è sistemata nello spazio formando spirali, lamine

sfere (struttura secondaria)

la striscia nera indica i vari aminoacidi e i simboli indicano i loro radicali

catena proteica distesa e allungata (struttura primaria)

catena proteica a forma di elica (struttura secondaria)

La struttura secondaria si è formata perché esistono legami a idrogeno (H), o salini (NH3

+, COO

-)

o trasversale cistinico tra i vari radicali (R) che formano la catena proteica.

Ovviamente più numerosi sono i legami che si formano e più la catena tende a prendere una

forma contratta (a elica o arrotolata) ma più i radicali sono ingombranti più essi richiedono spazio

e più la catena tende ad assumere la forma allungata.

La forma della catena proteica è data dall’equilibrio dei due fattori esposti.

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La lana è formata da una sostanza proteica, la cheratina, disposta a forma di elica, nella cui

catena sono presenti aminoacidi solforati.

Quando si brucia emana odore di corno bruciato (la cheratina forma anche i capelli e le unghie e

le corna degli animali).

CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE

Se si esamina la lana al microscopio, si osservano i

peli cilindrici, ondulati e ricoperti da squamette

disposte a tegola, internamente percorsa dal canale

midollare.

Questa struttura spiega il potere coibente dei tessuti

in lana: l’aria viene trattenuta all’interno del lume

pilifero e ristagna negli spazi lasciati vuoti dai peli

che aderiscono tra di loro grazie alla presenza delle

squamette; è quindi un ottimo isolante termico.

Presenta un difetto, ossia quello di associarsi (infeltrirsi) ed ingiallire. Oggi esistono trattamenti

fisico-chimici che permettono di eliminare o ritardare questo inconveniente, inoltre può essere

attaccata dalle tarme che la possono danneggiare seriamente.

La lana è una fibra che si tinge con facilità.

CARATTERI FISICO - MECCANICILunghezza di rottura (indica la lunghezza di un provino il cui peso è uguale al carico di rottura,

cioè che si rompe per effetto del proprio peso) : 10.8 - 15 Km

Allungamento alla rottura (è l’allungamento che si verifica nel provino sottoposto a trazione nel

momento della rottura.

Il suo valore è dato dalla differenza fra lunghezza finale al momento della rottura e lunghezza

iniziale, è espresso in percentuale o in millimetri): in condizioni di temperatura e umidità standard

= 30-50%, se è bagnata 35-70%

Potere assorbente: indica la capacità di assorbire acqua senza apparire bagnata, dipende da

quanti gruppi ossidrilici (OH) ci sono nella molecola della cheratina. La lana ha un elevato potere

igroscopico , può assorbire acqua fino al 30% del suo peso senza apparire bagnata.

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Comportamento alla fiamma: la lana si spegne quando si allontana la fiamma che l’ha accesa.

Emana odore di corno bruciato.

Effetto delle tarme: è attaccata

Effetto dei microrganismi. Bacilli e muffe si sviluppano sulla lana in particolari condizioni di

temperatura e umidità, soprattutto in presenza di sostanze adatte al loro sviluppo (appretti,

grassi...) La lana comunque resiste più del cotone a questo tipo di attacco.

Proprietà termiche: cattiva conduttrice del calore, è quindi ottimo isolante.

Tingibilità e coloranti usati: la fibra si tinge facilmente con molte classi di coloranti.

Proprietà elettriche: sgrassata e secca non conduce elettricità, le fibre umide invece diventano

conduttrici; la conducibilità elettrica è quindi in relazione con l'umidità contenuta.

CLASSIFICAZIONE SECONDO L'ORIGINE

I filati ed i tessuti vengono commercializzati con diverse diciture:

Pura lana: è costituita da fibre di lana al 100%, ma proviene in gran parte da stracci di lana

meccanica (rigenerata)

Pura lana vergine: i prodotti con questa denominazione sono stati confezionati con lana mai

utilizzata, proveniente direttamente dalla tosa.

CLASSIFICAZIONE COMMERCIALE IN BASE ALLA RAZZA

Lana Merinos: proviene da pecore Merinos provenienti da Australia, Sud Africa e Sud America. E’

una fibra lunga, sottile, morbida e soffice. E' una fibra che è molto arricciata e ha un elevaro

numero di scaglie superficiali, quindi ha un ottimo potere termocoibente.

E’ tra le migliori lane del mercato (nel Medio Evo era allevata in Spagna ed era reato punibile con

la morte l’esportazione di un capo fuori dalla Spagna)

Lana Shetland: proviene da pecore allevate in un arcipelago a Nord della Scozia. E’ una fibra

pregiata e soffice.

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Cachemire: proviene dal vello di capre

originarie del l’altipiano del Tibet, alto e

freddo. E’ una fibra molto fine, morbida

e calda. È però molto delicata, poco

resistente e si usura facilmente.

E' molto costosa.

Mohair: proviene dal vello dei capre originarie della Turchia. E’ una lana con fibra lunga, molto

liscia, lucente, molto forte, resistente all’abrasione e infeltrimento.Spesso viene mescolata con altri

tipi di lana per migliorarne le caratteristiche.

Angora: deriva dal pelo del coniglio d’Angora che viene tosato e pettinato . Ha fibra lunga,

morbida, fine e delicata che ha tendenza ad infeltrire. Dà una elevata sensazione di calore. E'

destinata a maglieria di lusso.

Lana di cammello: cammelli e dromedari forniscono una lana utilizzata per tessuti pesanti e per

tappeti. E’ molto morbida, le fibre lanose hanno lunghezza di 2,5-12 cm, diametro 10-14 micron;

le fibre setolose hanno lunghezza di 5-45 cm, diam. 30 - 120 micron

Lana di vigogna e di alpaca: si ricava da camelidi , animali ruminanti, dell’America Latina (lama,

alpaca e i loro ibridi vigogna e guanaco.) E’ usata per tessuti da cappotto, cari e ricercati, è un pelo

fine e molto morbido e soffice.

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SETAPRODUZIONE

E’ la fibra animale che si ricava dai bozzoli

dell’insetto BOMBIX MORI, volgarmente chiamato

filugello o baco da seta.

Il ciclo vitale del filugello allevato dura poco + di

due mesi. Le uova sono piccole piatte

tondeggianti, di colore giallastro e prendono il

nome di “seme dei bachi”. In Italia si fanno

schiudere in aprile, tenendole in locali a

temperatura costante di 23°C - 24°C . Dalle uova

escono i bruchi (bachi o filugelli) lunghi pochi

millimetri che cominciano a cibarsi delle tenere

foglie di gelso appena spuntate (ecco perché si

fanno schiudere in primavera!)

I bruchi sempre tenuti in locali riscaldati crescono

rapidamente e in circa 35 giorni subiscono 4 mute

(larve di 4 generazioni), cambiano cioè il

rivestimento scarsamente estensibile del loro

corpo e che pertanto va mutato man mano che

l’insetto cresce. Dopo l’ultima muta le larve di 4 a

generazione, lunghe circa 8 cm e del peso di

circa 4 o 5 gr sono “mature” cioè pronte a

rinchiudersi nel bozzolo (in cui passa per lo stadio

di “pupa” caratterizzato da un rivestimento scuro

e più coriaceo da cui fuoriescono poi nella forma

di farfalla).

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Il bozzolo viene costruito dai bruchi con la “bava” prodotta da 2 ghiandole che sboccano

all’esterno con due forellini vicini alla bocca. La “bava” è costituita principalmente da due sostanze

di natura proteica, la fibroina e la sericina che a contatto con l’aria solidificano immediatamente.

In pochi giorni i bachi costruiscono i bozzoli formati da un filo ininterrotto di seta lungo 700/800

metri in media ma che può raggiungere anche la lunghezza di 1500 metri.

LAVORAZIONE

I bozzoli sono per lo più di colore bianco-gialliccio, ma a volte giallo carico o bianchi.

Questi involucri perderebbero il loro valore economico se si permettesse ai bachi, ormai

trasformati in crisalidi, l’ultimo stadio dei lepidotteri prima di essere insetti perfetti, di diventare

farfalle, di fuoriuscire dai bozzoli perforandoli e rendendoli così inutilizzabili.

Perciò a questo punto i bachicoltori provvedono alla raccolta dei bozzoli e alla loro “spelaiatura”

che consiste nell’asportazione dello strato esterno costituito dai primi metri di filamento utilizzato

dai bachi per appendere ognuno il proprio bozzolo alle strutture predisposte dai bachicoltori.

Durante la raccolta avviene anche la “cernita” o selezione con la quale i bozzoli imperfetti

vengono eliminati.

Segue poi la “stufatura” (prima a 70°C poi a 90°C in ambiente umido) con cui vengono uccise le

crisalidi, e la “trattura”.

I bozzoli vengono immersi in acqua calda in modo

che si distacchino i capi, infatti l'acqua calda

scioglie la parte gommosa (sericina: gomma della

seta che tiene unito il bozzolo e le bavelle di

fibroina) permettendo che il filamento dello strato

intermedio del bozzolo (il più utile e prezioso), possa

essere dipanato. I bozzoli vengono toccati con una

specie di spazzolino che elimina gli strati esterni

rovinati e aggancia il filo lungo e avvolto

regolarmente nel bozzolo (“scopinatura”). Nella

“trattura” si uniscono le bave di più bozzoli così da

formare un filo più resistente che non si rompe

durante la trattura, infatti quando il filamento è fuori

dall'acqua calda la sericina si solidifica e fa

appiccicare la fibroina formando un filo più duro.

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I sotto prodotti della trattura (cascami e pezzettini corti) si trasformano in fili riutilizzabili con le

lavorazioni meccaniche che si usano per le fibre corte (apritura, cardatura, pettinatura, filatura)

Questa seta si usa per tessuti non troppo leggeri come frange, nastri, passamaneria e sono

chiamate “sete schiappe”.

Altri sottoprodotti sono quelli ottenuti dalla sfilacciatura dei ritagli dei tessuti di seta ed il prodotto

ottenuto è detto seta meccanica o shoddy.

CLASSIFICAZIONE IN BASE ALLA PULIZIA

La SETA GREGGIA proveniente dalla trattura raramente viene usata come tale perché contiene

ancora molta gomma, è piuttosto ruvida e sporca (ma può essere utilizzata comunque per alcuni

tessuti).

In genere per ottenere il filato definitivo si sottopone la seta ad alcune lavorazioni:

"torcitura": si uniscono tra di loro due o più fili per ottenere un filato adatto alla tessitura

"lavaggio" che può essere più o meno energico:

Spesso la seta si sottopone ad un blando lavaggio e si ottiene la SETA CRUDA

Un lavaggio più energico dà la SETA SEMICOTTA

Un lavaggio completo con acqua saponata a 90°C detto "sgommatura" scioglie

completamente tutta la gomma e le sostanze grasse e cerose, mettendo in rilievo la

lucentezza della seta che così trattata si dice SETA COTTA

La seta viene venduta a peso e quindi conviene “caricarla” e una certa carica è positiva per

confezionare tessuti pesanti (rasi, taffetà, sete per cravatte perchè la seta non caricata non regge

il nodo) ma se è troppo caricata diventa fragile, perde elasticità e tenacità.

La perdita di peso dovuta alla sgommatura viene compensata con l'aggiunta di sali di stagno,

alluminio, zinco o con addizione di tannino, la seta così ottenuta si chiama SETA CARICATA.

La seta ottenuta dopo questi trattamenti viene messa in commercio come seta pura (greggia, o

cotta) e seta caricata.

Struttura chimica della setaIl filamento prodotto dal baco da seta è costituito da due proteine: la fibroina (70-80%) e la sericina

(20-28%), inoltre contiene 2-3% di sostanze grasse, cerose, coloranti e minerali. La fibroina e la

sericina sono formate da numerosi aminoacidi saldati insieme con legami peptidici. A differenza

della lana non ci sono aminoacidi solforati (non puzzano di corno alla fiamma!)

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La sericina (gomma della seta) si scioglie completamente in soluzioni bollenti di sapone mentre la

fibroina non si scioglie.

CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE

La seta osservata al microscopio appare costituita

come due filamenti cilindrici paralleli tenuti insieme

da una colla (la sericina) quando si tratta di seta

non sgommata; se la seta è stata sgommata appare

invece formata da sottili singoli filamenti cilindrici a

sezione trasversale prevalentemente triangolare e

risulta più lucida.

CARATTERI FISICO - MECCANICI.

Lunghezza di rottura (indica la lunghezza di un campione il cui peso è uguale al carico di rottura,

cioè che si rompe per effetto del proprio peso) : 35 - 45 Km

Allungamento alla rottura (è l’allungamento che si verifica nel provino sottoposto a trazione nel

momento della rottura. Il suo valore è dato dalla differenza fra lunghezza finale al momento della

rottura e lunghezza iniziale, è espresso in percentuale o in millimetri): in condizioni di temperatura

e umidità standard = 20 %

Comportamento alla fiamma: la seta ha un comportamento simile alla lana, brucia lentamente

spandendo l'odore caratteristico delle sostanze azotate in combustione. Rispetto alla lana però

brucia più facilmente e l'odore di fumi è meno marcato.

Potere assorbente: indica la capacità di assorbire acqua senza apparire bagnata, dipende da

quanti gruppi ossidrilici (OH) ci sono nelle molecole che compongono la fibra: La seta ha un alto

potere igroscopico, infatti può assorbire umidità fino a circa il 30% del prorpio peso

Tingibilità e coloranti usati: la fibra si comporta in modo simile alla lana e cioè si tinge facilmente

con molte classi di coloranti. La seta cruda può risultare colorata in base al colore delle foglie che

rimane nella sericina ( è stato visto mettendo un colorante nelle foglie!)

Proprietà termiche: è una fibra che ha caratteristiche coibenti (cattiva conduttrice di calore)

Proprietà elettriche: cattiva conduttrice di elettricità, si elettrizza per strofino, le fibre umide

diventano invece coduttrici; la conducibilità elettrica è in relazione con l'umidità contenuta.

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La mano della seta (morbidezza, flessibilità al tatto) dipende dalla sua origine, se è grezza o cotta

o caricata.

CLASSIFICAZIONE COMMERCIALE IN BASE ALLA PROVENIENZA

Le sete sono prodotte in tutto il mondo ma le zone dove la produzione è maggiore e la qualità è

migliore sono:

CINA: paese di origine che ha tenuto il monopolio dal 3000 aC fino alla 550 dC quando due

monaci persiani portarono le uova dei bachi nei loro bastoni alla corte dell'imperatore Giustiniano

di Bisanzio. Oggi le sete cinesi sono meno pregiate di altre, molto tenaci ma poco elastiche.

GIAPPONE: ha antiche tradizioni di produzione di seta, la qualità è buona; si producono sete fini,

bianche con buona tenacità ed elasticità

INDIA: ha grossa produzione, ma è meno pregiata di quella giapponese

ITALIA: si producono le migliori in assoluto che si distinguono in base alle regioni di provenienza:

Lombardia: sicuramente le migliori, sono sete fini, elastiche, ben lavorate. Vengono

prodotte a Como, commercializzate e smistate a Milano.

Piemonte e Veneto: sono antiche zone di produzione di seta fine e ben filata

Toscana: ha piccola produzione ma di un tipo di seta rinomata per morbidezza e

brillantezza della fibra

Calabria:molto resistenti ma poco curate nella trattura e torcitura.

FRANCIA:ha una produzione in quantità modesta di fibre comunque pregiate.

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CARATTERISTICHE E PRODUZIONE DELLE FIBRE DI ORIGINE VEGETALE

Le fibre vegetali possono essere prodotte:

1. dall'epidermide dei semi o frutti di alcune piante (come il cotone o il KapoK)

dette anche fibre da seme

2. oppure si ottengono dai fasci fibrosi contenuti in alcune parti della pianta, come ad esempio

nello strato liberiano del fusto (o stelo) (in botanica il libro è l'insieme dei tessuti vegetali in cui

scorre la linfa prodotta dalle foglie)

dette anche fibre da libro o da stelo

3. oppure nel tessuto parenchimatico delle grandi foglie di alcune piante grasse di alcune

zone desertiche (agave, aloe ecc.) (in botanica il parenchima è un tessuto vegetale che nei

periodi di siccità rilascia lentamente alla pianta l'acqua precedentemente assorbita)

dette anche fibre da foglia o fibre dure

COTONE

La fibra è costituita dalla fitta peluria che avvolge i

semi contenuti nel frutto di una pianta dicotiledone

appartenete al genere Gossypium e alla famiglia

della Malvaceae.

I peli possono raggiungere una lunghezza di 6 cm e

sono molto sottili, flessibili, più o meno brillanti,

resistenti alla trazione e di colore vario tendente al

bianco.

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La fibra del cotone è tanto migliore quanto più è lunga, sottile e resistente, mentre il colore, la

morbidezza e la lucentezza hanno pure un'importanza notevole nella classificazione

commerciale.

Il carattere industriale più importante è però la lunghezza della fibra perché con le fibre lunghe si

ottengono i filati più sottili.

Fondamentalmente la valutazione del cotone si fa in base alla lunghezza delle fibre

COTONI CORTI: lunghezza delle fibre inferiore a 2,5 cm;

COTONI MEDI: lunghezza delle fibre tra 2,5 cm e 3,5 cm;

COTONI LUNGHI: lunghezza delle fibre maggiore di 3,5 m.

Le fibre più corte si utilizzano per la fabbricazione del raion, della celluloide, del cotone idrofilo,

dell'ovatta.

I semi danno olio, farina, concime e combustibile.

PRODUZIONE

La pianta del cotone è di origine tropicale ma viene

ormai coltivata in gran parte del mondo in zona

tropicale e subtropicale che va dalla latitudine 40°N

a 40° S (dalla Sicilia al Sud Africa).

In primavera dopo l'aratura viene effettuata la

SEMINA, dopo 3 mesi circa si ha la fioritura.

Gli ovuli fecondati diventano semi che si ricoprono di peli. L'ovario si trasforma in frutto, una capsula a

forma di noce (nei cotoni più pregiati) o a forma di limone, e giunto a maturazione, dopo circa 50 giorni, si

secca e si apre facendo fuoriuscire i semi ormai ricoperti di fiocchi di cotone che asciugandosi all'aria

diventano sempre più voluminosi e permettono la dispersione del seme tramite vento.

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A questo punto vengono RACCOLTI a mano (quelli più pregiati) o con macchine (raccoglitrice

pneumatica, raccoglitrice a slitta).

La raccolta manuale permette una accurata selezione del prodotto, evitando di raccogliere fiocchi

immaturi (che rendono il filato peloso, irregolare, poco resistente, e si comportano in modo

diverso con i coloranti) e le sostanze estranee (pezzi di foglie ecc.)

Successivamente i fiocchi sono sottoposti ad essiccamento e SGRANATURA così da separare le

fibre dai semi.

Si possono usare sgranatrici a seghe che producono 300 kg/ora di cotone sgranato (sul fondo c'è

una griglia formata da sbarrette metalliche tra cui ruotano sottili dischi di acciaio (seghe) muniti

di denti su cui si abbarbicano le fibre che vengono tirate sotto la griglia mente i semi rimangono

sopra) per cotoni forti, a fibra media e corta ed alquanto sporchi; oppure si possono usare

sgranatrici a cilindro per cotoni pregiati, a fibra lunga e abbastanza puliti che producono 30 kg/ora

di cotone sgranato (un cilindro di pelle rugosa ruota sul fondo del recipiente ed è a contatto con i

fiocchi di cotone solo per una sottile striscia di spazio, i fiocchi aderiscono alla superficie del

cilindro e sono allontanati dai semi che non passano nella fessura). La bambagia così separata

viene pressata in balle e messa in commercio.

Ogni pianta dà tre raccolti a stagione e può produrre da 2 a 5 kg di fibra grezza; in genere da 100

kg di cotone in seme si ottengono 35 kg di cotone sgranato.

Sopra i semi rimane una peluria che dopo una seconda sgranatura, viene utilizzata come

cascame (scarto che trova impiego nella produzione di tessuti a fibra discontinua, rayon, del

cotone idrofilo o come materia prima di carta di qualità).

Viene chiamata lint la peluria lunga usata per fare il filato, viene chiamata linter la peluria più

corta aderente ai semi, usata come fonte di cellulosa purissima, per la fabbricazione di carta

pregiata e di fibre artificiali.

La pianta del cotone può avere vita annuale o pluriennale e può essere erbacea (alta da 50 a 150

cm) o legnosa (alta da 2 a 5 m).

Composizione chimica del cotoneIl cotone è formato da cellulosa 90%, acqua, 8-10% e tracce di sostanze proteiche, sostanze

legnose e cerose (che servono a proteggere il fiocco dalla pioggia).

La cellulosa è un polimero del glucosio C6H12O6 con legami in posizione 1-4.

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CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE

Aspetto al microscopio nel senso longitudinale: la

fibra appare di solito a forma di nastro, appiattita,

frequentemente con convoluzioni (mezzi giri a

destra o a sinistra) nel senso della lunghezza. Le

convoluzioni assunte dalle fibre dopo il loro sviluppo

sono 70/80 al cm nel cotone egiziano migliore

(Makò), 50/70 nell'americano (Sea Island), 40/50

nell'indiano (Madras), 35/45 nell'argentino e

brasiliano (Macaò), 25/35 nel cinese. Il lumen è

lineare od ovale, assente o molto piccolo nel

mercerizzato. La sezione trasversale appare al

microscopio a forma di rene o fagiolo, nel

mercerizzato prevalentemente rotonda o ovale.

CARATTERI FISICO - MECCANICI

Allungamento alla rottura (è l’allungamento che si verifica nel provino sottoposto a trazione nel

momento della rottura.

Il suo valore è dato dalla differenza fra lunghezza finale al momento della rottura e lunghezza

iniziale, è espresso in percentuale o in millimetri): in condizioni di temperatura e umidità standard

= 3-7%, se è bagnata 110%

Potere assorbente: indica la capacità di assorbire acqua senza apparire bagnata.Il cotone assorbe

bene l'umidità (dipende dalla lavorazione che ha subito durante filatura e tessitura) e si asciuga

facilmente. I tessuti di cotone si restringono fino al 10% al primo lavaggio.

Comportamento alla fiamma: brucia velocemente con fiamma viva e odore di carta bruciata. La

combustione continua anche se viene rimossa la fiamma che l'ha accesa.

Priprietà termiche: ha media coibenza, inferiore a quella di lana e seta e maggiore del lino. E' un

buon tessuto per capi estivi, se viene fatto un tessuto flanellato la coibenza aumenta e può essere

usato anche l'inverno.

Proprietà elettriche: é una fibra antistatica, non trattiene cariche elettriche formate durante filatura,

tessitura e strofinio tra tessuti e macchinari.

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Effetto delle tarme: non è attaccata da tarme, ma potrebbe essere attaccata da tignole (verni della

farina) in carenza di cibo, che mangiano la cellulosa.

Effetto dei microrganismi: batteri e muffe si possono attaccare al cotone se conservato in

ambiente umido

Tingibilità e coloranti usati: la fibra si tinge facilmente

Il cotone può essere trattato con soluzioni alcaline e sotto trazione, subendo dei cambiamenti che

lo rigonfiano, lo rendono più brillante, più affine alle sostanze coloranti e più resistente alla

trazione. Il cotone così modificato è detto mercerizzato.

CLASSIFICAZIONE COMMERCIALE IN BASE ALLA PROVENIENZAIl Nord America produce vari tipi di cotone

Sea Island: proviene dal Gossipium barbadenses coltivato in America Settentrionale,

dà fibre lunghe di qualità pregiata ma delicata

Upland: proviene da Gossipium hirsutum, dà cotoni di media lunghezza

Orleans, Virginia, Texas: sono cotoni che prendono il nome dalla zona in vengono

coltivati, sono cotoni di qualità inferiore rispetto a quelli provenienti dall'America

Settentrionale

In Sud America (Brasile, Perù e Argentina) viene coltivato il Gossipium Brasiliensis che dà fibre

lunghe e soffici, comunque di qualità inferiore rispetto a quelle nord-americane. Le

migliori qualità sono chiamate Macao e Cachao

In Egitto vengono prodotti cotoni che per la loro finezza, lucentezza e resistenza sono tra i migliori

a livello mondiale. Le qualità più pregiate sono il Makò e il Sakellaridis

L'India è il secondo produttore a livello mondiale per quantità, ma la qualità è scadente, dà fibre

corte, opache, piuttosto ruvide e irregolari. Sono apprezzate però per il basso costo

e per confezionare tessuti dall' aspetto caratteristico sfruttando le caratteristiche

della fibra. Le migliori qualità sono il Madras e il Banir.

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LINOE' la fibra che si ricava dal fusto del Linum Usitatissimum o lino comune che si coltiva in Europa,

Africa Settentrionale, India, America settentrionale e meridionale.

Il lino è una pianta erbacea annuale, a fusto

eretto e solitario, alta circa 80 -100 cm, produce

fiori azzurri che si trasformano in capsule

sferiche grosse come un cece che contengono

semi di colore bruno dai quali si ottiene olio (olio

siccativo), farina ecc.

Dal fusto si estraggono filamenti (filaccia o

tiglio) di grande valore tessile.

La coltura del lino può essere fatta per ottenere filaccia o seme e generalmente la produzione

dell'una è a scapito dell'altra. La scelta dipende però dal clima (nei paesi caldi per l'olio; in Francia,

Olanda e Belgio per uso tessile), dal terreno e dal sistema di coltura (il lino per tessuti viene

seminato in modo fitto così che si sviluppi in altezza, viene raccolto dopo 4 mesi, mentre quello

per i semi è raccolto dopo 5 mesi).

Il lino si raccoglie a diversi gradi di maturazione a seconda del prodotto che si vuole ottenere

per avere fibre (detto anche tiglio) finissime il lino viene raccolto quando il fusto è ancora

verde e il frutto è appena formato (maturazione verde), si ottiene lino finissimo e morbido

usato per merletti (lino azzurro)

per avere tiglio più resistente ma meno fine, il lino viene raccolto quando il fusto è

diventato giallo e la capsula ha colore verde-giallastra, i semi sono formati ma ancora

danno poco olio (maturazione gialla)

se si vuole una fibra ancora più resistente ma molto grossa e ruvida, ed insieme avere olio

dai semi, il lino va raccolto quando la capsula e lo stelo sono gialle-brune (maturazione

bruna)

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PRODUZIONE

I fusti alti mediamente 80-100 cm sono separati dal resto della pianta (BATTITURA o

SGRANELLATURA) e sono messi a macerare per 10 o 12 giorni in acqua, a temperatura

controllata di circa 40 °C. Durante la MACERAZIONE alcuni microrganismi sono in grado di

produrre enzimi specifici che demoliscono le sostanze proteiche che legano le fibre cellulosiche

liberando queste ultime (si può anche fare una macerazione artificiale con acqua calda e sostanze

alcaline, o possono essere sottoposte a vapore in autoclave). Dopo macerazione ed essiccamento

i fusti vengono sottoposti a MACIULLATURA in appositi macchinari che riducono in piccoli

frammenti il canapulo (parte legnosa che con la macerazione ha perso resistenza) e lo

allontanano dalla filaccia.

La fibra grezza isolata o filaccia viene

pettinata per ottenere il lino da filati (o

pettinato) e per scartare le stoppe (fibre corte

o spezzate). Il lino pettinato si riunisce in

matasse e viene inviato alle filande.

La fibra del lino è biancastra tendente al grigio e al giallognolo, la sua lunghezza varia intorno ai

30 - 60 cm, il filato che si ottiene ha ottima resistenza alla trazione, il tessuto non mantiene molto

la piega dopo la stiratura.

CLASSIFICAZIONE COMMERCIALE IN BASE ALLA PROVENIENZALa valutazione del lino tiene conto della provenienza e della finezza delle fibre.

I migliori sono:

lino delle Fiandre (regione del Belgio) che è molto lungo, morbido, fino e lucente.Viene

messo a macerare in acqua corrente del fiume Lys. I più famosi sono i lini di Gand, Bruges

e Malines

lino olandese è molto fino e soffice ( lino azzurro),

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lino di Francia: proviene soprattutto dalla Normandia, molto rinomato è il valenciennes

lino di Lettonia e Russia sono di buona qualità

lino di Egitto ha fibra lunga, ma è giallognolo e di poco pregio.

Il lino fino è usato per tessuti fini e pregiati (Batista, Fiandra per biancheria e fazzoletti) per trine e

pizzi; il lino medio è usato per tele comuni (da lenzuola, e da biancheria da bagno), i lini grossi

per tele ordinarie.

Composizione chimica del lino

Il lino è formato da cellulosa 90%, acqua 6-7% e da sostanze grasse, cerose e sali minerali.

La cellulosa è un polimero del glucosio C6H12O6 con legami in posizione 1-4.

CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE

La fibra "tecnica" lunga circa 60 cm è formata

da fasci di fibre "elementari" riunite con materiali

incrostanti, lunghe 2- 2,5 cm.

Al microscopio la fibra singola appare cilindrica

con striature trasversali e terminante con punta

aguzza.

La sezione trasversale è poligonale ed il lumen

centrale è molto piccolo e arrotondato.

CARATTERI FISICO - MECCANICIAllungamento alla rottura (è l’allungamento che si verifica nel provino sottoposto a trazione nel

momento della rottura. Il suo valore è dato dalla differenza fra lunghezza finale al momento della

rottura e lunghezza iniziale, è espresso in percentuale in millimetri): in condizioni di temperatura e

umidità standard = 2-5%, se è immerso iin acqua a 60°C e sottoposto a tensione si allunga fino al

5-10% prima di rompersi perchè le sostanze pectiche incrostanti si rammolliscono e permettono

alle fibre elementari di scorrere su se stesse.

Potere assorbente: assorbe bene l'umidità e si asciuga molto velocemente. E' ottima per

asciugamani e fazzoletti

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Comportamento alla fiamma: brucia velocemente con fiamma viva e odore di carta bruciata. La

combustione continua anche se viene rimossa la fiamma che l'ha accesa.

Proprietà termiche: ha ottima conducibilità termica, quindi accostato alla pelle dà sensazione di

freschezza. E' una fibra adatta per confezionare indumenti estivi.

Proprietà elettriche: é una fibra antistatica come il cotone, non trattiene cariche elettriche formate

durante filatura, tessitura e strofinio tra tessuti e macchinari.

Tingibilità e coloranti usati: la superficie della fibra dura e non porosa è scarsamente reattiva ai

coloranti

Il lino è poco elastico, si gualcisce facilmente e riprende la piega solo dopo stiratura in ambiente

umido. E' una fibra molto resistente ed insensibile all'invecchiamento (bende di lino sono state

ritrivate nelle tombe egiziane)

PROPRIETA’ DELLE FIBRE TESSILI NATURALI

Tabella riassuntiva dei caratteri fisico-meccanici

Tasso di ripresa (usato per la commercializzazione): indica la massima percentuale di acqua che una fibra può contenere per essere commercializzata e si misura in % sul peso secco, cioè i grammi di acqua assorbiti a 20°C da 100 g di fibra precedentemente essiccata, esposta per un’ora ad una umidtà relativa del 65%. Dipende dai gruppi ossidrilici (OH) contenuti nelle molecole che compongono la fibra

Allungamento alla rottura: indica l’allungamento percentuale subito dal filo prima di rompersi. Si calcola con una proporzione tra la lunghezza iniziale e l’allungamento ottenuto.

Resilienza: indica che la fibra può essere compressa e schiacciata ma al cessare della pressione esercitata tende a tornare alla forma originale

Elasticità: indica la capacità della fibra a ritornare alla conformazione iniziale dopo essere stata sottoposta a trazione

Resistenza: indica resistenza allo strappo quando sottoposta a tensione. Tipi di utilizzo e durata di un tessuto dipendono da questa caratteristica.

Potere assorbente (igroscopicità): indica la capacità di assorbire acqua senza apparire bagnata. Dipende dai gruppi ossidrilici (OH) contenuti nelle molecole che compongono la fibra

Conducibilità termica: indica la capacità di condurre il calore del corpo. E’ una caratteristica intrinseca della fibra, ma anche da come è fatto il tessuto. Quando il tessuto è battuto in maniera poco serrata e si formano al suo interno delle sacche d’aria ferme, queste gli conferiscono proprietà isolanti

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Tabella riassuntiva dei caratteri fisico-meccanici

Dove non ci sono valori misurati viene usata questa scala di valutazione: elevata, molto buona, buona, bassa, bassissima

LANA SETA COTONE LINOTasso di ripresa 18% 11 % 9 % 12 %Allungamento alla rottura

30 – 50%bagnata 35-70%

20,00% 3 – 7%se umido 110%

2 – 3%

Comportamento al calore

Si decompone a 130 °C non s’infiamma.

Si decompone a 165°C a 130/150°C ingiallisce

Brucicchia a 150°C, stirare a umido

Simile al cotone (va stirato a umido dato che è molto rigido)

Comportamento alla fiamma

Brucia lentamente emanando odore di peli bruciati e lasciando un residuo carbonioso

Brucia lentamente emanando odore di peli bruciati (meno forte della lana) e lasciando un residuo carbonioso

Brucia velocemente con fiamma viva e odore di carta bruciata. La combustione continua anche se la fiamma che l'ha innescata è allontanata

Brucia velocemente con fiamma viva e odore di carta bruciata come il cotone.

Resilienza elevata elevata bassa bassissimaelasticità Elevata, fino a 30%

della lunghezza inizialebuona bassa bassissima

Resistenza Bassa Elevata Buona (soprattutto bagnato)

Multo buona (soprattutto se bagnato)

Potere assorbente ElevataFino al 30% del peso (anche completamente bagnata non si appiccica al corpo quindi ottima per abbigliamento esterno nei giorni freddi e umidi)

elevata

Assorbe bene l’umidità e si asciuga velocemente. I tessuti di cotone si restringono fino al 10% al primo lavaggio

Assorbe bene l’umidità e si asciuga molto velocemente (ottima per asciugamani e fazzoletti)

Conducibilità termica

bassisima, la fibra è ricoperta di scaglie,e inoltre sfrutta il principio del calore latente

Scarsa, ma se il tessuto è leggero e rado risulta fresco, se è caldo e pesante risulta caldo

Buona, buon tessuto per capi estivi, se è flanellato è usato anche in inverno

Elevata, consente la dispersione del caldo dal corpo. A contatto con la pelle da sensazione di freschezza. Ottimo in estate

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Resistenza agli insetti

Facilmente attaccabile da tarme e scarafaggi

Attaccabile da tarme e scarafaggi

Non attaccabile da tarme e scarafaggi , ma in mancanza di cibo può essere attaccato da tignole cha mangiano la cellulosa

Non attaccabile da tarme e scarafaggi , ma in mancanza di cibo può essere attaccato da tignole cha mangiano la cellulosa

Resistenza alle muffe

Buona resistenza, vulnerabile in ambiente saturo di umidità

Simile alla lana Facilmente attaccato in ambiente umido

Facilmente attaccato in ambiente umido

Resistenza agli agenti ossidanti

Danneggiata da agenti ossidanti

Danneggiata da agenti ossidanti con il cloro ( ipoclorito di sodio o varichina) E' resistente all'acqua ossigenata

Resiste al candeggio con ipoclorito di sodio ma è meglio usare ossidanti a base di perborato

Resiste al candeggio con ipoclorito di sodio ma è meglio usare ossidanti a base di perborato

Proprietà elettriche

Cattiva conduttrice di elettricità

Cattiva conduttrice di elettricità, (isolante usato anche per cavi elettrici) si scarica toccando terra o rendendola umida

Fibra antistatica, non trattiene le cariche elettriche

Fibra antistatica, non trattiene le cariche elettriche

Caratteri fisiologici delle fibre tessili

Riguardano le reazioni e le sensazioni che le fibre tessili possono provocare sul corpo umano. I

caratteri fisiologici non sono oggettivi e quindi tabulabili, ma soggettivi cambiando da persona a

persona.

Queste sensazioni dovute a proprietà fisiche e chimiche influenzano la vestibilità della fibra

rendendola particolarmente adatta a particolari tipi di vestiti (invernali/estivi) e a particolari clienti.

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Senso di caldo o di fresco: dipende dalla coibenza della fibra che a sua volta dipende dal calore

specifico della sostanza che compone la fibra, dalla struttura della fibra e dalla forma della fibra

(oltre che dal tipo di filatura e tessitura). La lana ha bassa conducibilità termica quindi è un ottimo

isolante. Infatti è una fibra che ha una forma arricciata e racchiude molta aria (che è un isolante).

Per questo motivo può essere usata sia in estate, impedendo al calore esterno di venire a contatto

con il corpo, sia in inverno impedendo al calore del corpo di disperdersi nell'ambiente.

Inoltre essendo molto igroscopica assorbe umidità dall’aria ricevendo il calore latente di

condensazione (quando un gas passa allo stato liquido condensa cedendo calore all’ambiente) e

questo è un altro fattore positivo per l'utilizzo in inverno.

Vestibilità: dipende dalla sofficità, morbidezza ecc della fibra. E’ una caratteristica molto

soggettiva,

Allergenicità: le fibre naturali danno meno problemi di allergia ed irritazioni al contatto con la pelle

rispetto alle fibre artificiali e sintetiche. Se la lana non è molto soffice, a causa della sua pelosità

può dare irritazioni. Però anche le fibre naturali possono dare allergia se trattate con appretti

sintetici o sottoposte ad operazioni di finissaggio con sostanze che possono dare allergia.

NORME VOLONTARIE: SISTEMA DI GESTIONE DELLA QUALITA' PROCEDURE OPERATIVE

Le attività svolte in azienda, nelle officine e comunque in qualsiasi luogo di lavoro, devono essere

fatte in modo da preservare la sicurezza e la salute di chi ci lavora, e da preservare l’ambiente

circostante da emissione di prodotti inquinanti e di rifiuti.

Pertanto ci sono norme legislative che devono essere rispettate nell’ambiente di lavoro, norme

che il datore di lavoro deve conoscere, fare imparare a chi lavora presso di lui e che i lavoratori

devono rispettare.

1. Il Decreto Legislativo 626 del 1994 e successive modifiche ed integrazioni

◦ obbliga il datore di lavoro a fare un elenco dei rischi presenti in

azienda,

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◦ ad elaborare un documento con l’elenco dei rischi e sui modi di

prevenirli

◦ a nominare un responsabile del servizio di prevenzione e

protezione

◦ a nominare un rappresentante dei lavoratori per la sicurezza

◦ a fornire Dispositivi Individuali di Protezione (DPI)

◦ a garantire un’adeguata formazione dei lavoratori

2. Segnaletica antinfortunistica DPR 524/82 e DLGS 493/96 prevede l’uso di segnali appropriati

che riescono a comunicare con immediatezza

◦ Attenzione

◦ Divieti

◦ Obblighi di comportamento

◦ Pericoli

◦ Informazioni di salvataggio

Ogni tipo di comunicazione viene fatta con opportuni cartelli di forma, colore, contrasto di colore ,

simbolo specificati.

TIPO FORMA COLORI SIGNIFICATO

Avvertimento Triangolare o rettangolare

Nero su fondo giallo Segnala pericolo

Divieto tonda Nero barrato in rosso Vieta una azione pericolosa

Prescrizioni Tonda o rettangolare

Bianco su fondo azzurro

Obbligo di usare mezzi di protezione

Salvataggio Quadrata o rettangolare

Bianco su fondo verde o blu

Indica servizi

Segnali di pericolo Quadrata o rettangolare

Strisce inclinate gialle e nere

Segnala pericolo costante

Segnali complementari Quadrata o rettangolare

Scritte nere su fondo bianco

Ulteriori informazioni (es. ascensori…)

3. Ogni sostanza di cui un produttore voglia o debba disfarsene è classificata come rifiuto. Lo

smaltimento di un rifiuto deve essere fatto secondo le indicazioni riportate nel Decreto

Legislativo 3 aprile 2006 n.152.

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4. Qualsiasi sostanza chimica, acidi, basi, oli…che viene acquistata in una azienda deve essere

accompagnata da una scheda contenente i dati di sicurezza del prodotto, redatta in

attuazione al Regolamento CE n.1907/2006 (REACH), rilasciata obbligatoriamente dal

produttore. In questa scheda sono date dutte le indicazioni su come usare in sicurezza la

sostanza dal momento in cui entra nel luogo di lavoro al momento in cui ne deve uscire come

rifiuto.

Nella scheda di sicurezza sono riportate le seguenti informazioni: 1. IDENTIFICAZIONE DELLA SOSTANZA/PREPARATO E DELLA SOCIETÀ/IMPRESA2. IDENTIFICAZIONE DEI PERICOLI3. COMPOSIZIONE/INFORMAZIONE SUGLI INGREDIENTI4. INTERVENTI DI PRIMO SOCCORSO5. MISURE ANTINCENDIO6. PROVVEDIMENTI IN CASO DI DISPERSIONE ACCIDENTALE7. MANIPOLAZIONE E IMMAGAZZINAMENTO8. PROTEZIONE PERSONALE/CONTROLLO DELL'ESPOSIZIONE9. PROPRIETÀ FISICHE E CHIMICHE10. STABILITÀ E REATTIVITÀ11. INFORMAZIONI TOSSICOLOGICHE12. INFORMAZIONI ECOLOGICHE13. OSSERVAZIONI SULLO SMALTIMENTO14. INFORMAZIONI SUL TRASPORTO15. INFORMAZIONI SULLA NORMATIVA16. ALTRE INFORMAZIONI

Sono interessanti da leggere ad esempio le schede di sicurezza degli oli motore, da non

confondere con le schede tecniche dove viene descritto il prodotto e le sue proprieta di

funzionamento.

Oltre a queste norme obbligatorie che le aziende devono rispettare, a partire dagli anni 1980 le

aziende hanno cominciato a dotarsi di norme volontarie interne per garantire una migliore qualità

del prodotto fornito.

Secondo la International Standardization for Organization (ISO) si definisce qualità l’insieme

delle proprietà e delle caratteristiche che conferiscono ad un prodotto, un processo o un

servizio, la capacità di soddisfare esigenze espresse o implicite.

Le norme sulla qualità sono raccolte nelle UNI-EN ISO 9000 o 9001 o 9002 o 9003 o 9004 a

seconda del settore in cui vengono applicate, cioè a seconda che si voglia garantire la qualità di

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un prodotto, di una progettazione, di una installazione, di un collaudo finale del settore in cui

vengono applicate.

In particolare la norma UNI-EN ISO 9004 indica come deve essere realizzato un Sistema di

Gestione della Qualità all’interno dell’azienda.

Il Sistema Qualità riguarda tutte le attività che, all’interno di una azienda, interagiscono tra di loro e

influenzano la qualità di un prodotto o di un servizio.

L’introduzione di un Sistema Qualità è una decisione strategica della direzione dell’azienda,

perché un prodotto di qualità soddisfa il cliente e può essere fatto pagare anche di più.

Per adottare un Sistema di Qualità bisogna pensare ad ogni attività svolta in azienda e

considerare che ogni attività che utilizza risorse e che è gestita per consentire la trasformazione di

elementi in ingresso in elementi in uscita, può essere considerata come un processo.

IN OUT

In ogni attività aziendale, in ogni processo in cui deve essere attiva la politica della qualità, si

procede secondo un metodo codificato come “Ruota di Deming” (o metodo PDCA: Plan-Do-

Check- Act)

L’azienda quindi deve scrivere un Manuale della Qualità formato da tante procedure operative,

ciascuna delle quali dà istruzioni su come agire praticamente su ogni singola specifica attività

dell’azienda.

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PROCESSO

Pensa quello che devi fare

Verifica quello che fai

(scrivi e ripensa a quello che fai)

Scrivi quello che pensi

Fai quello che è scritto

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Ciascuna Procedura Operativa è formata da

1. Titolo (indica in che parte di un processo deve essere utilizzata)

2. data di redazione e scadenza

3. da chi è stata scritta

4. a chi è stata consegnata affinché usi le indicazioni riportate nell’esecuzione del lavoro

5. scopo della procedura operativa

6. quando deve essere usata

7. abbreviazioni e definizioni usate

8. responsabili della applicazione della procedura operativa

9. modalità operative e di registrazione dei dati

10.moduli su cui registrare i dati

Riassumendo, chi lavora in una Azienda con Sistema Qualità Certificato, deve avere a

disposizione Procedure Operative in cui è scritto quello che deve essere fatto, e deve fare solo ciò

che è scritto.

Inoltre tutto quello che viene fatto deve essere registrato per scritto su moduli indicati dalle

Procedure Operative.

Le aziende che scelgono di avere un Sistema Qualità, periodicamente fanno verificare da

organismi esterni, detti Organismi di Certificazione, che le attività nell’azienda sono effettivamente

svolte come indicato nelle procedure operative.

La correttezza di questa procedura permette alle aziende di ottenere la “Certificazione di Qualità”

che garantisce appunto la qualità del prodotto.

Il concetto di Sistema di Qualità Aziendale è nato in aziende Giapponesi, coinvolgendo nella

realizzazione dello stesso tutti i lavoratori di tutti i livelli e reparti.

Basta ricordare come recentemente note e rinomate case automobilistiche giapponesi sono

riuscite a ritirare dal mercato lotti di produzione di auto nei quali si era verificato un problema di

produzione, prima che si verificassero seri problemi. La corretta applicazione del Sistema di

Qualità, permette infatti di eseguire un buon prodotto, evidenziare rapidamente se si è verificato

un problema e come comportarsi per risolvere il problema.

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