TECNICHE IN ISTOLOGIA come si ottiene, a partire da...
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tessuto epiteliale al microscopio ottico
come si ottiene, a partire da
tessuti biologici, un’immagine come questa?
TECNICHE IN
ISTOLOGIA
Problema 1
• la luce del microscopio può attraversare
solo materiale di spessore molto ridotto
pertanto:
La preparazione di materiale istologico
• il tessuto deve essere sezionato mediante speciali apparecchi, detti microtomi
Problema 2
• quasi tutti i tessuti biologici sono molli e,
quindi, non si possono tagliare,
perciò
La preparazione di materiale istologico
• prima del taglio, il tessuto deve essere indurito Fissazione con aldeidi e successiva
Inclusione
Alternativa: congelamento
Problema 3
• i tessuti sono normalmente quasi incolori e privi di contrasto e non si vedrebbe nulla neanche al microscopio
La preparazione di materiale istologico
• prima dell’osservazione al microscopio, il tessuto deve essere colorato
• coloranti con affinità per componenti cellulari e tissutali diverse possono essere combinati nella stessa sezione istologica
sequenza dei passaggi in una
tipica procedura istologica
1. fissazione di un campione di tessuto
2. congelamento o inclusione del pezzo
3. taglio al microtomo
4. montaggio su vetrino
5. “bagni” in soluzioni di coloranti
6. disidratazione e coverslipping
FISSAZIONE
• SCOPO Lo scopo della fissazione è quello di preservare la struttura delle
cellule dalle alterazioni conseguenti la morte cellulare
• COME SI OTTIENE Trattamento chimico dei tessuti che porta alla precipitazione delle
proteine, tramite la formazione di legami chimici
• una rapida interruzione dei processi vitali della cellula
• inattivazione di enzimi litici
INCLUSIONE
• SCOPO
Fornire consistenza e resistenza al tessuto in modo che
possa essere tagliato in fette sottili (3-10 micron)
• COME SI OTTIENE
Si ottiene tramite l’inclusione in PARAFFINA (per MO) che si ottiene tramite la penetrazione della paraffina in
tutti gli spazi intercellulari e anche nelle cellule
INCLUSIONE
• PROCEDURA
- I frammenti sono posti in soluzioni acquose a concentrazioni di alcool crescenti, in modo da disidratare il tessuto
- passaggio in un solvente della paraffina: XILOLO o BENZOLO
- passaggio in paraffina liquida
50 %
etanolo 70 %
etanolo 95 %
etanolo
100 %
etanolo
benzene/
xilene Paraffina
fusa
Eliminare l’acqua e sostituirla con un solvente per la paraffina.
Miscibile con etanolo;
scioglie la paraffina
Tessuto
fresco
Fissazione in
formalina al 10%
label
TECNICHE IN
ISTOLOGIA
INCLUSIONE IN PARAFFINA
La paraffina è liquida a 55-60° C. Solidifica a temperatura ambiente
TECNICHE IN
ISTOLOGIA
TAGLIO
• Preparazione di fettine sottili di tessuto (3-10 micron)
tramite il MICROTOMO
METODI PARTICOLARI DI FISSAZIONE-TAGLIO
• Il tessuto viene congelato e tagliato con il criostato alla
temperatura desiderata
• CRIOSTATO: microtomo posto in un frigorifero
lo striscio
di sangue
Lo “striscio” consente lo studio microscopico
delle cellule del sangue
e non richiede il taglio
del tessuto.
TECNICHE IN
ISTOLOGIA
COLORAZIONE
SCOPO
- aumentare il contrasto dei diversi costituenti del tessuto per:
favorirne la osservazione
- identificare costituenti chimici specifici dei tessuti (istochimica)
COME SI OTTIENE
Dopo il taglio le sezioni sono raccolte su un vetrino portaoggetto
Estrazione della paraffina con solventi della paraffina (xilolo o benzolo)
Idratazione delle sezioni tramite passaggio in soluzioni contenenti
concentrazioni sempre più basse di alcool
( alcool acqua)
Trattamento delle sezioni con coloranti (sciolti in soluzioni acquose)
COLORANTI • i COLORANTI si comportano come molecole acide o
basiche
• una base rilascia OH-; un acido rilascia H3O
+
• i coloranti formano legami ionici con le molecole del
tessuto
• coloranti basici (+) legano molecole basofile (-)
• coloranti acidi (-) legano molecole acidofile(+)
COLORANTI
coloranti basici (+)
• includono ematossilina, blu di toluidina e blu di metilene
• colorano glicosamminoglicani (GAG), RNA, DNA (-)
coloranti acidi (-)
• includono eosina, ecc. • colorano proteine citoplasmatiche (+)
COLORAZIONI ISTOLOGICHE
Ematossilina-eosina (H & E) è una delle colorazioni più comuni
Ematossilina è un colorante basico (+) e colora le sostanze acide (ad es. acidi nucl.)
Basofilia dei nuclei (acidi)
Eosina è un colorante acido (-) e colora le sostanze basiche (ad es.le proteine nel citoplasma
Acidofilia del citoplasma
TECNICHE IN
ISTOLOGIA TECNICHE IN
ISTOLOGIA
Verde di metile-pironina (verde di metile per il DNA-pironina per l’RNA)
Colorazione differenziale a pH 4,8. Al di sotto prevale la colorazione rossa dovuta
alla pironina, al di sopra prevale la colorazione verde azzurra del verde metile. I due
coloranti non sono di per sè selettivi per il DNA o RNA; di fatto la selettività è
ottenibile attraverso la definizione del pH di reazione.
TECNICHE IN
ISTOLOGIA
COLORAZIONE AZAN-MALLORY
Fibre collagene (blu)
Nuclei
(rosso)
Citoplasma
(rosa)
TECNICHE IN
ISTOLOGIA
METACROMASIA
Un elemento istologico può assumere un colore diverso rispetto al colorante che, in genere, ha un comportamento basico (come il blu di toluidina, l’Alcian Blu, l’Azzurro A). Questi danno una colorazione blu/viola ma se si legano a polianioni (ad es. i GAG), formano polimeri che hanno un colore che vira verso il rosso (metacromasìa). Gli anioni debbono essere tuttavia posti tra loro a una distanza inferiore ad un valore minimo altrimenti la metacromasia non ha luogo (ad es. con molecole di DNA nel nucleo cellulare).
• Alcuni coloranti legando alcuni composti chimici forniscono loro una
colorazione diversa da quella del colorante stesso.
• ES.: BLU DI TOLUIDINA colora in rosso i proteoglicani acidi della
cartilagine
Metacromasia della ECM cartilaginea
TECNICHE IN
ISTOLOGIA
Istologia
“funzionale” • Colture cellulari
• Coloranti vitali
• Istochimica
• Immunoistochimica
• Immunofluorescenza
L’istologia moderna non
si limita all’osservazione descrittiva degli aspetti
morfologici e strutturali
di base di cellule e
tessuti.
Esistono numerose
tecniche che consentono
di rispondere a quesiti
sulla composizione
specifica di un tessuto
correlata alle sue
funzioni
Istochimica
• L’identificazione e/o la misura quantitativa mediante reazioni di colorazione specifiche (o mediante metodi fisici) di costituenti chimici delle cellule e dei tessuti
Mentre nella biochimica tradizionale il
materiale biologico viene studiato
tipicamente “in provetta”, la citochimica e l’istochimica applicano tecniche biochimiche direttamente su
sezioni di tessuto, consentendo di
identificare i costituenti in situ.
• Colorazioni istochimiche
Le colorazioni istochimiche permettono di
evidenziare in situ determinate sostanze
chimiche contenute nei tessuti biologici.
• Si tratta quindi di eseguire vere e proprie
reazioni chimiche direttamente su cellule o
tessuti.
Con colorazioni istochimiche possiamo
evidenziare:
•LIPIDI
Sudan Nero, Sudan III (coloranti solubili nei grassi)
•CARBOIDRATI
Reazione Acido-Periodico di Schiff (PAS): colora in rosso magenta: amido, glicogeno, mucina (glicoproteina presente nel secreto mucoso del tratto respiratorio e gastro-intestinale)
GAG
Colorazione con Alcian blu
•DNA
Reazione di Feulgen che colora di rosso in modo selettivo il DNA (e non l’RNA)
ISTOCHIMICA
Cellule del tratto digerente secernenti muco (H&E; PAS-H)
TECNICHE IN
ISTOLOGIA
TECNICHE IN
ISTOLOGIA
Alcian blu
E’ una reazione che mette in evidenza, qualitativamente e quantitativamente, sia le mucine acide solforate che i
glicosamminoglicani (GAG) contenenti gruppi carbossilici.
Se eseguita insieme alla reazione PAS dimostra le mucine presenti
nel preparato, sia acide (Alcian, precipitato blu intenso), sia neutre
(PAS, rosso). Se la reazione avviene in ambiente fortemente acido
(pH 1) si mettono in evidenza solo i GAG solforati, se avviene in
ambiente mediamente acido (pH 3) anche quelli carbossilici.
Colorazione Alcian blu–PAS
In rosa le fibre
collagene e le proteine
adesive
In blu i proteoglicani
TECNICHE IN
ISTOLOGIA
Colorazione Alcian blu - PAS Stroma reticolare PAS positivo.
Mastociti alcianofili a causa dell’eparina
TECNICHE IN
ISTOLOGIA
FIBRE RETICOLARI
• Costituite da collagene tipo III
• Fibre sottili (diametro 0,5-2 µm) formate da fibrille collagene di 20–40 nm.
• Non decorrono parallele ma tendono a formare una struttura a rete che sostiene le cellule circostanti.
• Il collagene III è molto ricco di catene oligosaccaridiche: perciò le f. reticolari sono colorabili con sali d’argento (fibre argirofile*) e sono PAS positive
*argirofilìa: capacità di legare ioni Ag+ ma non di ridurli (occorre un agente riducente)
Fibre reticolari in un linfonodo
negli organi linfoidi le f. reticolari sono prodotte dalle cellule reticolari
TECNICHE IN
ISTOLOGIA
Silver stain
tessuto nervoso:
qui i sali d’argento si legano al citoscheletro molto sviluppato
nei neuroni
TECNICHE IN
ISTOLOGIA
TECNICHE IN
ISTOLOGIA
ISTOCHIMICA: IDENTIFICAZIONE DI
ENZIMI
• Si sfrutta l’attività enzimatica di proteine dei tessuti • Si fornisce il substrato specifico per un enzima
enzima
SUBSTRATO PRODOTTO (colorato)
ESEMPIO: METODO GOMORI-TAKAMATSU per la FOSFATASI
Glicerofosfato + Ca2+ Fosfato di calcio
• Si possono evidenziare
ENZIMI IDROLITICI: fosfatasi, ATPasi, lipasi
OSSIDASI: perossidasi
DEIDROGENASI: lattico deidrogenasi
Immunofluorescenza e
immunoistochimica
• Metodi altamente sensibili per la
localizzazione di proteine o polisaccaridi nei
tessuti
• IF: anticorpi coniugati con sostanze
fluorescenti
• IIC: anticorpi coniugati con enzima
perossidasi (rivelato poi da una reazione
istochimica)
Microtubuli nella cellula in interfase
Immunofluorescenza con anticorpi anti-tubulina
TECNICHE IN
ISTOLOGIA
MICROSCOPIO OTTICO
Il MO determina:
• un aumento del potere di risoluzione
il potere risolutivo di uno strumento
determina la distanza minima alla quale due punti vicini possono essere distinti
Per l’occhio umano R = 0,1 mm
• un ingrandimento dell’immagine
il potere risolutivo di uno strumento
(e non l’ingrandimento) determina il massimo livello di
dettaglio che si può ottenere nell’immagine
Questione di dimensioni…
0,1 nm
1 nm
10 nm
100 nm
1 µm
10 µm
100 µm
1 mm
OcchioOcchio umanoumano
MicroscopioMicroscopio otticoottico
MicroscopioMicroscopio elettronicoelettronicoa a trasmissionetrasmissione
cell. epiteliali
globuli rossi
batteri
virus
proteine
aminoacidi
atomi
MicroscopioMicroscopio elettronicoelettronicoa a scansionescansione
Vedremo che Vedremo che
ll’’osservazione di osservazione di
diversi livelli di diversi livelli di
organizzazione della organizzazione della
materia vivente materia vivente
richiede lrichiede l’’uso di uso di
diversi strumentidiversi strumenti mitocondri
Potere risolutivo 200-250 nm
il microscopio
elettronico a
trasmissione
filamento(catodo)
anodo
condensatore
preparato
obiettivo
proiettore
schermofluorescente
B
filamento(catodo)
anodo
condensatore
preparato
obiettivo
proiettore
schermofluorescente
B
MICROSCOPIO ELETTRONICO • Gli elettroni sono emessi da un
filamento al tungsteno per effetto termoionico (calore) ed accelerati da un campo elettrico
• Il fascio di elettroni si propaga nel vuoto e viene focalizzato sul campione tramite una lente (bobine magnetiche)
• La traiettoria degli elettroni subisce delle modifiche quando incontra il campione
• l’immagine dipende dalle differenze nella dispersione degli elettroni nelle diverse parti del preparato
• L’immagine è raccolta su uno schermo fluorescente
• BIANCO E NERO
POTERE RISOLUTIVO
• In microscopia elettronica il potere risolutivo può essere
enormemente aumentato perché è utilizzato un raggio di elettroni al quale può essere associata una lunghezza d’onda molto piccola (λ)=0,005
• Per il microscopio elettronico λ = 0,005 nm
R = 0,002 nm (teorico)
il reale limite di risoluzione è 0,1-0,2 nm
*NA=apertura numerica ed NA=nsena, con n=indice di rifrazione del mezzo e sena il seno del semiangolo di apertura
Potere risolutivo = 0,61 λ
NA*
Risoluzione
Potere risolutivo = 0,61 l NA
Per il microscopio ottico l = 500 nm
R = 0,2 mm = 200 nm
Per il microscopio elettronico l = 0,005 nm
R = 0,002 nm (teorico)
il reale limite di risoluzione è 0,1- 0,2 nm
Luce visibile= 400-900 nm
MICROSCOPIO ottico MICROSCOPIO elettronico
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
L’Immagine è osservata direttamente dall’occhio
Ingrandimento fino a 1.500X
Potere risolutivo = 0,2 mm Potere risolutivo = 1 nm (0,001 mm.)
Preparazione del campione richiede Preparazione del campione richiede
se congelato solo 20 min almeno 1 giorno
DIFFERENZE TRA MO e TEM
L’immagine si forma su uno schermo fluorescente
Ingrandimento fino a 2.000.000X
Microscopia elettronica
• Preparazione del tessuto
– Fissazione in glutaraldeide
– Postfissazione in tetrossido di osmio
– Disidratazione con alcol
– Inclusione in plastiche acriliche o resine epossidiche dure (epon, araldite)
• Taglio all’ultramicrotomo
– Sezioni di 20-40 nm
• Aumento del contrasto
– Coloranti elettronici: metalli pesanti come acetato di uranile o citrato di piombo
Esempio di
microscopia
elettronica a
trasmissione
linfocito
Le immagini di
microscopia elettronica
sono “in bianco e nero”. Le parti “scure” si dicono elettrondense.
L’altissimo potere
risolutivo del ME
consente di distinguere
numerose componenti
subcellulari.
TECNICHE IN
ISTOLOGIA
Microscopio elettronico
a scansione
• Risoluzione piu’ bassa rispetto alla ME a trasmissione
• Consente di valutare il rilievo degli
oggetti
• Usata per lo studio delle superfici
cellulari